Il senso della vita massimo malcangi 3c

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La ricerca della nostra ragion d’essere nel corso del tempo 1

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La ricerca della nostra ragion d’essere

nel corso del tempo

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In senso meramente biologico, si definisce essere vivente “unsistema termodinamico aperto, in grado di mantenersiautonomamente in uno stato energetico di disequilibriostazionario e in grado di dirigere una serie di reazionichimiche verso la sintesi di se stesso” (E. Schrödinger).

In altri termini, è vivo ciò che è dotato di:

metabolismo: l’insieme di reazioni che mantiene stabile ilbilancio energetico e la struttura del sistema (omeostasi);

riproduzione: l’insieme dei processi volti alla sintesi dicopie più o meno uguali a se stesso .

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Organismi più complessi hanno altre funzioni collegateo derivate dalle due fondamentali, tra cui movimento esensibilità.

Nell’uomo, ad esse si aggiungono quelle che sonodefinite facoltà intellettive superiori, come laspeculazione astratta, da cui deriva anche la riflessionespirituale.

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La speculazione astratta cerca risposte, tra le altre cose, adomande sull’origine e lo scopo della vita e sulle suecaratteristiche. Ne ricerca, insomma, il senso.

Le categorie “tradizionali” di risposta a questa ricercasono fondamentalmente:

il finalismo;

il casualismo.

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Una visione finalistica del mondo riconosce undisegno superiore che ordina la natura.

Questo disegno determina l’esistenza di valoriuniversali e divieti assoluti.

In genere concepiscono la vita come un dono di chi hastabilito l’ordine naturale: essa diventa sacra e l’uomonon ne può usufruire liberamente a proprio piacereperché non gli appartiene.

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Una visione casualistica vede alla base della naturadelle leggi meccaniche, mentre la varietà è originatada modifiche casuali.

La casualità e la varietà portano alla relatività o,meglio, al relativismo etico, dei valori. Fondamentalidivengono la libertà e l’autodeterminazione.

La vita, essendo frutto del caso, è tutta nelle manidell’uomo, che può disporre della propria secondo icriteri che meglio crede. Si definisce così la qualitàdella vita.

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L’Induismo, forte dellateoria delle reincarnazioni,individua lo scopo dellavita nella liberazione dalciclo delle rinascite.

Poiché il percorso dellereincarnazioni tocca tuttele forme di vita, vi è forterispetto per ognuna di esse,in particolar modo per glianimali.

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Il Buddhismo concepiscela vita come illusione edolore, che è generato daldesiderio.

Scopo della vita, quindi, èseguire le Quattro NobiliVerità indicate da Buddhaper liberarsi dai desideri eporre fine al ciclo dellereincarnazione giungendoal Nirvana.

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Il Confucianesimo invecestabilisce una condotta divita ispirata a rigorosiprincipi morali.

Lo scopo della vita è lapratica della virtù, tesa arealizzare l’armonia nellaconvivenza sociale.

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Per Platone, il mondo è riflesso delle idee, che sonodisposte gerarchicamente: al vertice di tutto c’è l’idea delBene.

Scopo della vita dell’uomo è, dunque, dominare tutte leparti dell’anima per giungere attraverso la filosofia allaconoscenza del Bene.

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Aristotele esprime le sue teorie sull’animae la vita nel De Anima.

In particolare, lo stagirita guarda alla vita inchiave immanente: il suo senso è internoalla vita stessa, è manifestare e conservarela specie sempre uguale a se stessa.

Questa è la funzione dell’anima, chepresiede alle facoltà della vita e, in quantoforma, trasmette una parte di sé nellariproduzione.

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Lo stoicismo ritiene che il mondo sia controllato dal logos, forza razionale immanente che opera secondo un progetto (prónoia) che tende al bello.

In quest’ottica, la vita èparte di questo progetto e,se non si è in grado diuniformarsi al logos o illogos stesso lo richieda, èconsentito il suicidio:esempio celebre è ilfilosofo latino Seneca.

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Per l’Ebraismo la vita è nataper mezzo di tre interventi diDio: la creazione dellamateria, la creazione dianimali e piante e lacreazione dell’uomo damateria preesistente.

Essendo ogni cosa fruttodella creazione spontanea diDio, tutto gli appartiene e lavita in particolare, che puòessere data e tolta solo da lui.

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La vita nel Cristianesimoha la stessa origine che hanell’Ebraismo.

Dono inviolabile di Dio, lavita è concessa all’uomo inusufrutto. Egli è tenuto aseguire il progetto che Dioha per lui e a rispettare lavita propria e altrui.

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L’Islam indica la vita comeuno degli attributi di Allah.

Poiché, inoltre, ogni realtàviene da Allah stesso, lavita umana dipende e deveessere del tutto orientata alui.

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Il neoplatonismo tardoantico(Plotino) vede la realtà come emanazione dell’Uno, che “trabocca” essere, dando for-ma all’Intelletto. Esso a sua volta emana l’Anima, che si contamina a contatto con la materia.Obiettivo della vita è, per Plotino, la conversionedell’anima, cioè il ritorno presso alla contemplazione dell’Uno. Avviene in quattro momenti: virtù, bellezza, verità ed estasi.

I neoplatonici rinascimentali (Ficino, Della Mirandola)

esaltano l’uomo come creatu-ra privilegiata posta da Dio al centro del creato, in una po-sizione intermedia tra le be-stie e gli esseri celesti. Egli è faber sua quaeque fortunae,

artefice del proprio destino, e può scegliere se elevarsi ver-

so Dio o degradare nella be-stialità. (De dignitate homini)

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Pascal è conscio della fragilità edelle tuttavia infinite possibilitàrazionali dell’uomo “fragilecanna pensante”.Credente e consapevole deidubbi della ragione circal’esistenza di Dio, egli proponedi orientare la propria vita allamorale cristiana (per lo meno aisuoi riti esteriori) e alla virtùtramite l’espediente dellascommessa: se Dio esiste, haivinto la vita eterna; se Dio nonesiste, pur senza ricompensa,avrai vissuto moralmente.

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Kant, filosofo della ragione, pone l’accento sull’autodeterminazionedella ragione nell’agire morale che si esprime come dovere (un’azione ègiusta perché la ragione si impone di compierla). Questa moraled’intenzione si pone, quindi, come fine l’uomo in quanto ragione.

Il filosofo di Königsberg, però, è conscio che in questa prospettivamoralità e felicità non sempre coincidono. Per raggiungere il sommobene, posto come senso della vita e ricompensa dell’azione morale, sintesidi virtù e felicità, Kant postulerà l’esistenza di un’anima immortale e diDio, sebbene dichiarati inconoscibili sul piano teoretico.

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Oggigiorno, all’uomo in quanto tale sono attribuiti deidiritti inalienabili, come la salute, la liberà di pensiero,di culto.

Condizione materiale dell’esercizio di tali diritti e li-bertà è la vita, che viene pertanto salvaguardata e tute-lata: l’omicidio, infatti, è reato penale.

Non mancano, tuttavia, discussioni riguardo situazioniparticolari o estreme, quali l’eutanasia, la fecondazionein vitro o la sperimentazione sulle cellule embrionali.Questi temi costituiscono, quindi, l’argomento dellediscussioni di bioetica.

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Massimo Malcangi

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