Giugno 2011 n 47

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LA FILARMONICA È… LA FILARMONICA È… LA FILARMONICA È… LA FILARMONICA È… Informatore musicale del COMPLESSO BANDISTICO COMPLESSO BANDISTICO COMPLESSO BANDISTICO COMPLESSO BANDISTICO LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Sabato 4 giugno 2011 - ore 21 CONCERTO di GIUGNO CONCERTO di GIUGNO CONCERTO di GIUGNO CONCERTO di GIUGNO Quadriportico Basilica S. Maria Nuova - Abbiategrasso (MI) GLI STRUMENTI PROTAGONISTI Generalmente quando ascoltiamo una banda musicale sentiamo gli strumenti che suonano tutti insieme creando impasti timbrici dai più disparati colori. Per questo Concerto di Giugno abbiamo voluto dare un taglio parti- colare al programma che prevederà, oltre all’esecuzione di compo- sizioni tratte dal repertorio classico, la presentazione di alcuni brani pensati appositamente per banda e strumenti solisti, permettendo così di mettere in risalto il timbro del singolo strumento rispetto all’insieme e di valorizzare alcuni dei nostri strumentisti. Questo duplice aspetto di valore estetico nonché didattico ci per- metterà di far conoscere meglio le caratteristiche tecniche, timbri- che ed espressive di alcuni strumenti dell’organico bandistico. Ecco dunque cimentarsi in questo importante e delicato ruolo Fede- rico Abbiati al corno, Giorgio Borghi alla tromba, Leonardo Castello al saxofono e Giorgio Magistrelli al clarinetto. Un grosso in bocca al lupo da tutti noi. M° Carlo Zappa “Prelude for band” del M° Carlo Zappa Giugno 2011 Giugno 2011 Giugno 2011 Giugno 2011 n. 47 n. 47 n. 47 n. 47

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FILARMONICA E' GIUGNO 2011

Transcript of Giugno 2011 n 47

  • LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Informatore musicale del

    COMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICO LA F I LARMONICALA F I LARMONICALA F I LARMONICALA F I LARMONICA

    Sabato 4 giugno 2011 - ore 21 CONCERTO d i G IUGNOCONCERTO d i G IUGNOCONCERTO d i G IUGNOCONCERTO d i G IUGNO

    Quadriportico Basilica S. Maria Nuova - Abbiategrasso (MI)

    GLI STRUMENTI PROTAGONISTI Generalmente quando ascoltiamo una banda musicale sentiamo gli strumenti che suonano tutti insieme creando impasti timbrici dai pi disparati colori. Per questo Concerto di Giugno abbiamo voluto dare un taglio parti-colare al programma che preveder, oltre allesecuzione di compo-sizioni tratte dal repertorio classico, la presentazione di alcuni brani pensati appositamente per banda e strumenti solisti, permettendo cos di mettere in risalto il timbro del singolo strumento rispetto allinsieme e di valorizzare alcuni dei nostri strumentisti. Questo duplice aspetto di valore estetico nonch didattico ci per-metter di far conoscere meglio le caratteristiche tecniche, timbri-che ed espressive di alcuni strumenti dellorganico bandistico. Ecco dunque cimentarsi in questo importante e delicato ruolo Fede-rico Abbiati al corno, Giorgio Borghi alla tromba, Leonardo Castello al saxofono e Giorgio Magistrelli al clarinetto. Un grosso in bocca al lupo da tutti noi.

    M Carlo Zappa

    Prelude for band del M Carlo Zappa

    Giugno 2011Giugno 2011Giugno 2011Giugno 2011 n. 47n. 47n. 47n. 47

  • 165 E NON LI DIMOSTRA165 E NON LI DIMOSTRA165 E NON LI DIMOSTRA165 E NON LI DIMOSTRA Fa piacere sottolineare il fatto che, contemporaneamente alle celebrazioni per la ricorrenza del 150 anniversario dellunit dItalia, la Filarmonica ricordi i 165 anni trascorsi dalla sua fondazione. un traguardo sicuramente importante che ci riempie di orgoglio e ci richiama alla responsabilit di non vanificare tutto quanto di buono stato fatto da chi ci ha pre-ceduto e ha saputo guidare questa associazione attraverso situazioni e avveni-menti pi o meno felici. Molte delle persone ancora presenti a vario titolo (musicanti, consiglieri, insegnanti, simpatizzanti) da anni contribuiscono con la loro dedizione e la loro professionalit al buon andamento della vita dellassociazione e al successo delle iniziative intra-prese; altre persone, per vari motivi, si sono temporaneamente o definitivamente allontanate dalla vita attiva della nostra Banda, ma la loro opera e le loro azioni ri-mangono nel patrimonio della Filarmonica e continuano ad essere presenti sep-pur in modo indiretto. Altri ancora, come il sottoscritto, si sono avvicinati alla vita della Banda in tempi pi recenti e sono chiamati a cercare, nei limiti delle proprie capacit e possibilit, di non far mancare il necessario supporto allo svolgimento delle numerose attivit. Sono convinto che le ricorrenze importanti non debbano essere vissute come mo-menti celebrativi fini a s stessi, ma debbano necessariamente essere punti di par-tenza per raccogliere nuove sfide e per cercare di crescere, sia come singoli indivi-dui che come Associazione, facendo tesoro delle esperienze vissute. Il miglior complimento che tutti noi componenti della Filarmonica vorremmo sentirci rivolgere : La Filarmonica ha 165 anni, ma non li dimostra assolutamente. Naturalmente spetta a tutti noi avere la vitalit e la capacit di essere al passo con i tempi, senza dimenticare le nostre tradizioni e le nostre radici che ci vedono legati in modo indissolubile al territorio di Abbiategrasso e a tutti gli abbiatensi, che non mancano mai di farci sentire il loro affetto e il loro sostegno. Chiudo questo mio intervento esprimendo la soddisfazione mia e di tutto il Consi-glio Direttivo per lottimo lavoro svolto dai responsabili e dagli insegnanti della no-stra scuola di musica, grazie allopera dei quali ogni anno possiamo inserire nellorganico della Banda nuovi giovani elementi che, con il loro impegno e con i loro costanti progressi, ci riempiono di orgoglio e ci aiutano a non dimostrare i no-stri 165 anni.

    Alessandro Bagnaschi

  • Col patrocinio della

    Citt di Abbiategrasso

    COM P L E S SO B AND I S T I COCOMP L E S SO B AND I S T I COCOMP L E S SO B AND I S T I COCOMP L E S SO B AND I S T I CO L A F I L A RMON I C AL A F I L A RMON I C AL A F I L A RMON I C AL A F I L A RMON I C A

    29 Conce r to d i G iugno29 Conce r to d i G iugno29 Conce r to d i G iugno29 Conce r to d i G iugno

    PR IMA PARTEPR IMA PARTEPR IMA PARTEPR IMA PARTE

    S ECONDA PARTES ECONDA PARTES ECONDA PARTES ECONDA PARTE

    Direttore: CARLO ZAPPA

    Valzer in fa maggiore Giuseppe Verdi

    Beauty Horn Flavio Bar

    Nabucco (Sinfonia) Giuseppe Verdi

    Trumpet Galop Derek Bourgeois

    Lo schiaccianoci (Suite) Piotr Ilic Ciaikowskij

    Introduction and modern beat Dizzy Statford

    Concerto per clarinetto Artie Shaw

    Sheherazade (Suite) Nicolaj Rimsky-Korsakov

    La Filarmonica ringrazia quanti hanno collaborato alla realizzazione della

    29a edizione del Concerto di Giugno. In caso di maltempo il concerto si terr

    nella Basilica di Santa Maria Nuova.

    PIAZZA MARCONI, 59

    TELEFONO (02) 94.96.64.79

    Per chi fosse ancora in tempo e avesse intenzione di donare

    il proprio cinque per mille alla Filarmonica,

    il nostro codice fiscale : 82 00 42 10 157

  • GUIDA ALLASCOLTO Valzer in fa maggiore Valzer in fa maggiore Valzer in fa maggiore Valzer in fa maggiore Giuseppe VerdiGiuseppe VerdiGiuseppe VerdiGiuseppe Verdi Il Valzer in fa maggiore, composto da Giuseppe Verdi per pianoforte, non fu mai pubblicato. Fu strumentato da Nino Rota per il film di Luchino Visconti Il Gattopardo, tratto dallomonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lam-pedusa e ambientato nella Sicilia del 1860. Il Valzer sottolinea la sequenza del ballo tra Angelica e Tancredi.

    Beauty Horn Beauty Horn Beauty Horn Beauty Horn Flavio BarFlavio BarFlavio BarFlavio Bar Flavio Bar, nato a Torino nel 1964, diplomato in tromba e collabora con numerose orchestre ed ensemble sia in Piemonte sia allestero. Inoltre compone musica per strumenti a fiato ed insegna in diversi istituti musicali. Questa suite per corno articolata, alla maniera classica, in tre movimenti. Una danza alla francese evoca tra-mite il suono pastoso ed elegante del corno le segnalazioni di caccia in uso nel periodo barocco; dai suoi echi si sviluppa il secondo movimento, un adagio dal carattere romantico, in cui viene esaltata la cantabilit e lagilit dello strumento. La suite termina con una danza in cui prevale laspetto ritmico col solista che dialoga in forma stretta con la banda.

    Nabucco (Nabucco (Nabucco (Nabucco (SinfoniaSinfoniaSinfoniaSinfonia) ) ) ) Giuseppe VerdiGiuseppe VerdiGiuseppe VerdiGiuseppe Verdi Eseguita per la prima volta nel 1842, Nabucco la terza opera del compositore emiliano rappresentata alla Scala (la prima fu Oberto, conte di San Bonifacio nel 1839, seguita dalla sfortunata Un giorno di regno del 1840). Dopo un periodo di crisi personale (aveva perso la moglie ed i due figli) e creativa, Giuseppe Verdi si decise a tornare a comporre, grazie allintervento dellimpresario Bartolomeo Merelli. Giuseppina Strepponi, futura compagna di vita del Maestro, interpret allora Abigaille, uno dei personaggi chiave: presunta figlia di Nabucodonosor re di Babilo-nia, innamorata di Ismaele, nipote di Sedecia re di Gerusalemme; egli per ama Fenena, unaltra figlia del re Babilonese. La passione amorosa di Abigaille e il suo odio nei confronti di Fenena si risolvono con la conversione di Nabucodonosor, reso folle da un fulmine scagliato dal dio degli ebrei contro il quale aveva bestemmiato. In questopera lelemento privato si intreccia con gli eventi storici e politici. Da subito il motivo del Va, pensiero, intonato dagli ebrei che ricordano la patria bella e perduta, infiamm il pub-blico di ogni ceto sociale. Il motivo di questo celeberrimo coro anticipato nella sinfonia.

    Trumpet GalopTrumpet GalopTrumpet GalopTrumpet Galop Derek BourgeoisDerek BourgeoisDerek BourgeoisDerek Bourgeois Derek Bourgeois, compositore britannico nato nel 1941, ha studiato allUniversit di Cambridge, ed stato due anni al Royal College of Music studiando composizione con Herbert Howells e sotto la supervisione di Sir Adrian Boult. stato un apprezzato direttore dorchestra. Dal 2002 vive a Maiorca, dove si dedica esclusivamente alla composizione. Tra i suoi lavori, 24 sinfonie, 14 concerti, 7 lavori per coro ed orchestra, 2 opere, un musical e musi-ca per la televisione. Bourgeois anche conosciuto per le composizioni per brass band e wind band. Trumpet Galop gi dal nome introduce ad un pezzo estremamente brioso, in cui il tema, proposto dalla tromba solista, viene poi elaborato dalle altre sezioni dellorganico. Il suono brillante della tromba passa con agilit dal registro pi acuto a quello pi grave.

    Lo schiaccianoci Lo schiaccianoci Lo schiaccianoci Lo schiaccianoci SuiteSuiteSuiteSuite Piotr Ilch CiaikowskijPiotr Ilch CiaikowskijPiotr Ilch CiaikowskijPiotr Ilch Ciaikowskij Oggi Lo schiaccianoci uno dei balletti pi noti; fu commissionato dal direttore del Teatro Imperiale di San Pietroburgo al coreografo e maestro del Balletto Imperiale Marius Petipa ed al compositore Piotr Ilch Ciaikowskij, nella speranza di ripetere il trionfo di La Bella Addormentata di due anni prima. Il libretto tratto da un racconto di E. T. A. Hoffmann Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi, mediato per dalla revisione meno cruenta di Alexandre Dumas. La prima, nel 1892, fu accolta in modo con-troverso: alcuni criticavano Ciaikowskij per essersi abbassato a comporre per il balletto, mentre i critici di danza trovavano la musica troppo sinfonica ed impossibile da ballare. La giovane protagonista, Clara, riceve in dono la vigilia di Natale dal padrino Drosselmeyer uno schiaccianoci. Con il suo giocattolo si addormenta e sogna di difenderlo dallattacco di un esercito di topi; lo schiaccianoci si trasforma in un principe che la porta in un viaggio fantastico. Dopo una tempesta di fiocchi di neve, i due giungono nel regno dei dolci dove vengono accolti dalla Fata Confetto. Al risveglio Clara si accorger che era un sogno e si ritrover col suo schiaccianoci tra le braccia. La suite che deriv dal balletto divenne molto popolare, tanto che lo stesso Ciaikowskij decise di estrarne sette movimenti. Del resto la musica ricca di espressivit: luso sapiente dei colori orchestrali descrive alla perfezione le ambientazioni e gli stati danimo. Compare per la prima volta la celesta, che il compositore aveva visto a Parigi e che volle inserire in alcuni pas-saggi del secondo atto (nel tema della fata Confetto).

    Giuseppe Verdi

    Flavio Bar

    Derek Bourgeois

    Piotr Ilch Ciaikowskij

  • Introduction and modern beat Introduction and modern beat Introduction and modern beat Introduction and modern beat Dizzy StatfordDizzy StatfordDizzy StatfordDizzy Statford Si tratta di una composizione originale per banda firmata da Dizzy Stratford, che in realt altri non che il celeberrimo olandese Jacob de Haan, uno dei pi prolifici compositori vi-venti, che, come altri suoi colleghi (come ad esempio il belga Andr Waignein) ama firmarsi con diversi nomi spesso armonizzandoli con lo spartito. Introduction and modern beat stato composto per essere interpretato sia dal sax contralto (come in questo caso) sia dalla tromba. Si divide in due parti: una prima, Introduction, in cui il tema pi ampio e arioso, ed una seconda, Modern beat, decisamente in contrasto con la precedente, in cui il sax dialoga con il resto dellorganico su un ritmo sincopato. Il pezzo si chiude con una nota acutissima, decisamente ardua da raggiungere sia per un sassofo-no sia per una tromba.

    Concerto per clarinettoConcerto per clarinettoConcerto per clarinettoConcerto per clarinetto Artie ShawArtie ShawArtie ShawArtie Shaw Artie Shaw (pseudonimo di Arthur Jacob Arshawsky, 1910-2004) stato un clarinettista e sassofonista jazz statunitense di fama mondiale. Fu anche compositore, direttore dorchestra e scrittore. Il suo nome tra le celebrit della Hollywood Walk of Fame. considerato tra i fondatori del genere swing, assieme a Benny Goodman, Tommy Dor-sey e Glenn Miller. Tra i nomi delle sue otto mogli, figura quello di Ava Gardner. Poco pi che adolescente impar a suonare il clarinetto e dopo piccole esperienze musicali fece ri-torno a New York per introdursi in complessi jazz gi affermati. Apprezzato per le innovazioni del linguaggio musicale nelle big band del jazz, introdusse in questi complessi luso degli strumenti ad arco. Shaw inoltre ricordato per aver impiegato come cantante stabile del suo gruppo musicale Billie Holiday, diventando il primo direttore dorchestra statunitense bianco ad utilizzare una vocalist di origine afro-americana. Verso la met degli anni cinquanta rallent lattivit di musicista fino ad abbandonare il palcosce-nico per dedicarsi allalta finanza ed alla scrittura. Quando gli fu chiesto il perch, rispose che si sentiva frustrato dal costante senso di inadeguatezza che provava come musicista. Tra i suoi maggiori successi musicali si ricordano ancora i brani: Lady be good, Dancing in the Dark, Nightmare, Back Bay Shuffle, Accent-tchu-ate the positive, Traffic Jam, They Say, Moonglow e Stardust. Nel 2004 ha ricevuto il premio Grammy alla carriera. Il Concerto per clarinetto, pezzo decisamente insolito per una banda, mette alla prova tutte le sezioni con ritmiche ed elementi espressivi inusuali per questo genere di complesso.

    Scheherazade Scheherazade Scheherazade Scheherazade ---- SuiteSuiteSuiteSuite Nicolaj RimskyNicolaj RimskyNicolaj RimskyNicolaj Rimsky----KorsakovKorsakovKorsakovKorsakov Rimsky-Korsakov era solito ripetere: Il popolo compone, noi ci accontentiamo di elaborare. Fu membro, assieme a Balakirev, Cui (i due fondatori), Moussorgskij e Borodin, del Gruppo dei Cinque, che mirava a dare vita ad una musica di carattere russo libera dalle convenzioni accademiche e dagli influssi occidentali; inoltre ebbe unintensa attivit didatti-ca (tra i suoi allievi si ricorda Igor Stravinsky). La suite Scheherazade, composta tra il 1887 e il 1888, ispirata alla raccolta Le mille e una notte, dellarabista francese Jean-Antoine Galland (1646-1715), tratta in parte da un manoscritto trovato in una biblioteca araba ed in parte da favole della tradizione orale. Vi si narra del sultano Sahriar, che uccide le sue mogli dopo aver trascorso la prima notte con lui. Sheherazade, figlia del gran visir, lo intrattiene ogni giorno con dei racconti; il sultano rimanda ogni volta lesecuzione, finch lascia cadere il suo proposito. Sheherazade tra le pagine pi significative e brillanti del compositore russo. Vicina per forza narrativa e descrittiva ad un poema sinfonico, articolata in quattro movimenti in cui il tema del sultano (imperioso e minaccioso) e di Sheherazade (sinuoso e sensuale) si intrec-ciano tra loro e con i temi pi peculiari dei quattro movimenti (Il mare e la nave di Simbad Il racconto del principe Kalender Il giovane principe e la giovane principessa Il mercato di Baghdad). Pi che raccontare, questa musica vuole rendere latmosfera multicolore e fantastica delle Mille e una notte: lascoltatore invitato a focalizzare la propria attenzione sullaspetto so-noro variegato e raffinato della musica, senza cercare di riconoscervi questa o quella im-magine precisa.

    Dizzy Statford alias Jacob de Haan

    Artie Shaw

    Nicolaj Rimsky-Korsakov

  • 20081 ABBIATEGRASSO (MI) VIA NOVARA, 54 - TEL. 02 9421571 r.a. - FAX 02 9421692

    Riparazione Gioielli Antichi

    Produzione propria Marchio di fabbrica 1907

    ABBIATEGRASSO (MI) Corso S. Pietro, 39 - Tel. 02.94965929

    SAXOFONOSAXOFONOSAXOFONOSAXOFONO Il saxofono uno strumento a fiato, ad ancia singola, fatto in ottone. cos chiamato grazie al suo invento-re, il fabbricante di strumenti belga Adolphe Sax (1814-1894). Egli inizi a fare esperimenti attorno al 1840 applicando un bocchino simile a quello del clarinetto ad una particola-re famiglia di ottoni dotati di fori e chiavi anzich di pistoni, perfezio-nandone poi sia la forma sia la mec-canica, fino ad ottenere uno stru-mento totalmente nuovo, il saxofono, di cui deposit il brevetto nel 1846. Il saxofono composto da un ampio tubo conico di ottone generalmente p i e g a t o a l l e s t r e m i t o p p o s t a dellimboccatura; laggiunta di metalli diversi, come rame, argento o bron-zo, crea diverse sfumature sonore, che si ottengono anche cambiando qualit dellancia o forma e materiale dellimboccatura. La diteggiatura del saxofono simile a quella delloboe, mentre limboccatura come quella del clarinetto, con ancia singola. La timbrica si colloca tra quella di un legno e quella di un ottone, esten-dendosi dalla risolutezza metallica di

    un flauto alla pastosit di una cornet-ta. La famiglia dei saxofoni compo-sta dal quartetto standard di sopra-no, contralto, tenore e baritono, che si differenziano per la taglia crescen-te e quindi le note pi gravi. Tale quartetto fa parte stabilmente delle orchestre di fiati ed stato introdotto anche in alcune orchestre, soprattut-to oltralpe. A questi strumenti si sono aggiunti di volta in volta saxofoni pi acuti o pi gravi, ma sempre con scarso succes-so per via delle difficolt nel control-lare il suono e nellamalgamarlo con il resto dellorchestra. Oggigiorno si assiste ad un rinnovato interesse per questi strumenti estremi grazie so-prattutto allo studio e al lavoro di ar-tigiani come il tedesco Benedikt Ep-pelsheim. Dal punto di vista dellutilizzo, Jo-hann Georg, noto anche come Gorge Kastner (1810-1867) fu il primo ad introdurre il saxofono in una sua par-titura nel 1844. Limpiego dello stru-mento da allora si ampli, principal-mente in Francia e Inghilterra, e gli venne accordato un ruolo importante non solo nella musica militare, ma anche nellopera, nei concerti e nella musica da camera. Nellorchestrazione di Maurice Ravel per Quadri di unesposizione di Mo-dest Musorgskij nel 1922 e nelle due suite dellArlesienne di Georges Bi-zet figurano delle stupende parti di saxofono. Il russo Aleksandr Glazu-nov compose un concerto per saxo-fono contralto e orchestra nel 1934, cos come Tristan Keuris nel 1971. Il saxofono raggiunse la sua maturit

    nellet del jazz, al punto che molti lo c o n s i d e r a n o u n o s t r u m e n t o americano. George Gershwin e Aa-ron Copeland sono solo due dei compositori americani che hanno da-to un ruolo di spicco ai vari tipi di sa-xofono nelle loro composizioni: Ger-shwin in Rhapsody in Blue (1923) e Un Americano a Parigi (1928); Cope-land nella Symphony n.1 (1928). Ol-tre a loro si ricorda il russo Dimitri Shostakovich con le sue Jazz Suite n. 1 e 2 (1934 e 1938 rispettivamen-te). Il saxofono oggi noto principal-mente come strumento della musica popolare e del jazz. Tra i grandi sas-sofonisti jazz si ricordano Lester Young, Coleman Hawkins, John Col-trane, Charlie Bird Parker, Stan Getz, Ornette Coleman, mentre per la musica popolare italiana degno di nota Fausto Papetti.

    Leonardo Castello solista in Introduction and modern beat

  • TROMBATROMBATROMBATROMBA Suonata gi prima dellet del bron-zo (1900 a.C. circa), la tromba no-ta in qualche forma in tutte le civilt. La Bibbia riferisce che due trombe, in argento, furono usate per convo-care i capi delle dodici trib di Israe-le. Il salphinix greco e la tuba roma-na possono essere definiti gli ante-nati della tromba moderna perch in entrambi il canneggio (i tubi attra-verso cui passa laria e si forma il suono) cilindrico e dritto, sebbene molto lungo e stretto, come le trom-be trovate nella tomba di Tutankha-mon (ca. 1355-1342 a.C.). Questo tipo di tromba ancora usato oggi dai monaci buddisti nelle loro ceri-monie sacre. La tromba corta e con canneggio pi largo fu sperimentata in tempi antichi con scarso successo (se ne ha un solo reperto trovato in una tomba egizia del 1500 a.C.) e fu poi ripresa e sviluppata dai romani, che le preferirono per la buccina, strumento a canneggio pi lungo ed avvolto a semicerchio, usata preva-lentemente a scopi militari. Nel corso del tempo le funzioni della tromba sono state diverse: strumen-to di segnalazione, strumento milita-re, strumento con implicazioni eroi-che, strumento per occasioni solen-ni, strumento sacro. Durante il Me-dioevo ed il Rinascimento la tromba le esplet tutte, ma fu usata rara-mente come strumento musicale di insieme. Nel 1607 Claudio Monte-verdi (1567-1643) inser per la prima volta nellorchestra una tromba a registro acuto (clarino) e tre altre trombe con sordine per la sua opera Orfeo. Il successo di questopera

    spinse molti compositori a scrivere musica per tromba: i pi rappresen-tativi sono Jean-Baptiste Lully (1632-1687) nellopera Alceste, Giovanni Legrenzi (1626-1690) e Girolamo Frescobaldi (1583-1653) che com-pose ed esegu personalmente ope-re per tromba ed organo. Johann Sebastian Bach (1685-1750) e Ge-org Philipp Telemann (1681-1767) scrissero molta musica per la trom-ba, in brani sia drammatici sia reli-giosi, oltre a composizioni strumen-tali. Antonio Vivaldi (1678-1741) scrisse un concerto per due trombe e orchestra, come anche Domenico Cimarosa (1749-1801). Giuseppe Torelli (1658-1709) scrisse una se-rie di concerti per una o pi trombe e orchestra, al pari di Joseph e Mi-chael Haydn, Weber, Corelli e Leo-pold Mozart. Fin dal Medioevo la tromba cam-biata sotto due aspetti: lunghezza e registro. Da anni di ricerca e speri-mentazione si ottenuto lo strumen-to solista e orchestrale altamente evoluto che si sente oggi nelle sale da concerto. Durante il periodo ba-rocco (1600-1750 ca.), quando la tromba inizi a diventare famosa co-me strumento solista per virtuosi, gran parte della musica per tromba era scritta in chiave di Re, perch la maggior parte delle trombe era cos intonata. I registri superiori risulta-vano assai difficili da suonare, es-sendo territorio quasi esclusivo dei cosiddetti clarinettisti. Prima del 1800 la lunga tromba naturale con un solo avvolgimento era quasi lunica tromba esistente. I pistoni dovevano ancora essere aggiunti: erano quindi disponibili solo le note naturali (tutte armoniche della fon-damentale). Laggiunta di un boc-c h i n o p e r m i s e d i m o d i f i c a r e lintonazione della tromba, ma era i m p o s s i b i l e f a r l o d u r a n t e l esecuzione. I legni forn irono lispirazione per laggiunta di fori nel tubo, che quindi poteva essere aper-to o chiuso con un pistone. I molti tentativi compiuti per dare alla trom-ba la corretta curvatura risultarono alla fine nella forma a S del tubo. Il trombettista di corte viennese Anton

    Weidinger (1767-1852) perfezion nel 1795 uno strumento a sei pisto-ni, ciascuno in grado di produrre un semitono pi alto. Quando, allinizio del XIX secolo, le valvole e i pistoni entrarono nelluso comune, i musici-sti ottennero maggior flessibilit, ma la destrezza nei registri superiori rimase altamente difficoltosa. Tra i compositori di musica classica per la tromba moderna occupa un posto di primo piano Dimitri Shostakovich con il suo Concerto per Piano, Tromba e Orchestra (1933). Il com-positore ceco Leos Janacek (1854-1928) compose la sua Sinfonietta (1926) per includere dodici trombe e due trombe basse, ovvero trombe pi grosse che permettono di otte-nere suoni pi gravi. Khatchaturian scrisse la sua Sinfonia n.3, meglio nota come Favola Sinfonica (1947), reclutando per lorchestra quindici trombe supplementari. La tromba, come tutti gli strumenti a fiato, gioca un ruolo importante nel Jazz, musi-ca che emerse dalle bande che ac-compagnavano i funerali nel profon-do sud degli Stati Uniti. Ci sono stati molti trombettisti famo-si nella storia del jazz, tra cui ricor-diamo Louis Armstrong (1898-1971), Dizzy Gillespie (1917-1993), Chet Baker (1929-1988), Miles Davis (1926-1991) e gli italiani Enrico Ra-va e Paolo Fresu.

    Giorgio Borghi, solista in Trumpet Galop

  • CORNOCORNOCORNOCORNO Il corno francese o corno della fo-resta uno strumento di metallo a valvole e con canneggio cilindrico per tutta la lunghezza del tubo ad eccezione della parte terminale, che si presenta a sezione conica e termina aprendosi a corolla e for-mando una campana molto ampia. Lo strumento originario era costi-tuito da una conchiglia, un corno di animale o una zanna. Ne sono stati ritrovati alcuni esemplari che risalgono al periodo preistorico. In seguito il corno fu ricavato da vari materiali come corteccia, legno, terracotta, vetro e diversi metalli. I romani adottarono una versione in bronzo del corno celtico. Il corno fu inizialmente util izzato come strumento da segnalazione e da battaglia, ma venne presto anche usato durante la caccia, special-mente nel Medioevo. Si suppone che il corno abbia ac-quisito la sua forma circolare intor-no alla met del XVI secolo per poter essere suonato con una ma-no sola tenendolo a tracolla, la-sciando laltra mano libera per te-

    nere le briglie del cavallo e parte-cipare cos alla caccia. Dallo stru-mento si potevano far uscire solo alcune note di base (gli armonici) ottenute variando la tensione delle labbra sullimboccatura. La forma dello strumento ha poi consentito di sviluppare una particolare tecni-ca di suono che consiste nel cam-biare nota infilando la mano nella campana, caratteristica mantenuta anche nello strumento moderno. In seguito, grazie allaggiunta delle valvole a cilindro (due nel 1814, tre dopo il 1830) divenne possibile suonare tutte le note intermedie della scala. Per aumentare ulte-riormente lestensione dello stru-mento poi stata aggiunta una quarta valvola che fa passare laria in un diverso gruppo di val-vole a cilindro, accoppiate alle val-vole normali ed azionate dalle stesse leve, da cui il grande nume-ro di tubi che il corno ha rispetto a tutti gli altri ottoni: in tal modo come se si avessero a disposizio-ne due strumenti in uno ed per questo che si parla di corno dop-pio. Questa versione del corno di-venne popolare non prima del XIX secolo. Lorchestra sinfonica conteneva due corni ai tempi di Mozart e Haydn, ma Beethoven ne volle tre per la sua terza sinfonia, lEroica (1805). Durante il periodo romanti-co, il quartetto di corni acquis un posto permanente nellorchestra: due dei quattro corni (il primo e il terzo) erano intonati nel registro alto, gli altri due (il secondo e il

    quarto) in quello basso, come av-viene tuttora nellorchestra sinfoni-ca. I compositori del periodo tardo-romantico, come Anton Bruckner e Gustav Mahler, composero rego-larmente partiture per otto corni. Mahler, per la sua prima sinfonia, Der Titan, scrisse che i sette corni dovevano sentirsi al di sopra di tutti gli altri strumenti e che dove-vano essere suonati con la campa-na in alto, contrariamente al nor-male modo di suonare. Haydn scrisse due concerti per corno e uno per due corni e orchestra, Mo-zart scrisse quattro concerti per corni e Richard Strauss due. Altre composizioni per corno, in forma di concerto o sonata, furono scritte da Andr Ameller, Paul Hindemith, Camille Saint-Sans, Robert Schu-mann, Paul Dukas.

    Quartiere Industriale Mirabella - Ozzero (MI) - Tel. 02.94699415 - Fax 02.94699414 - E-mail: [email protected]

    Federico Abbiati, solista in Beauty Horn

  • CLARINETTOCLARINETTOCLARINETTOCLARINETTO Il clarinetto deriva direttamente dallo Chalumeau medievale (calamus = canna, una sorta di flauto dolce con limboccatura ad ancia) a cui, dopo il 1700, il fabbricante di strumenti J.C. Denner di Norimberga forn due fori aggiuntivi per le dita, ricoperti da chiavi, iniziando cos lo sviluppo del clarinetto. Lo strumento fu migliorato diverse volte nel corso del XVIII se-colo introducendo nuovi fori e nuove chiavi per aumentarne estensione, agilit e intonazione. Il termine clarinetto appare per la prima volta negli archivi della citt di Norimberga nel 1710 per distinguerlo dal clarino o chiarina, che era invece una forma arcaica di t romba. Allinizio del XIX secolo Iwan Muller svilupp una disposizione con tredici chiavi, rendendo lo strumento idoneo a essere suonato in tutte le tonalit. Dopo lultimo sviluppo dovuto a Bhm, che razionalizz la diteggiatu-ra rendendola ancor pi agile, oggi-giorno lo strumento ha dodici fori per

    la diteggiatura con venti-ventidue chiavi e si trova nelle tonalit in Si bemolle, che la pi diffusa, ma an-che in La, Mi bemolle, Fa e Do. Intorno al 1800 fu realizzato un pro-getto di un clarinetto basso, intonato unottava pi in basso del clarinetto normale. In questo modo fu possibile ottenere degli organici minimi com-posti solo da clarinetti, tipicamente quartetti e quintetti composti da un clarinetto basso, un clarinetto con-tralto (o un corno di bassetto) e due o pi clarinetti, in grado quindi di e-seguire i brani pi diversi. Fu grazie ai compositori della scuola di Man-nheim, i pi noti dei quali furono Franz Danzi e Carl Stamitz, che il c l a r i n e t t o v e n n e i n t r o d o t t o nellorganico dellorchestra. Uno dei primi compositori a scrivere partiture solistiche per clarinetto fu W. A. Mozart, ma il clarinetto fior veramente quando fu scritta musica appositamente per esso da Luis Spohr (1784-1859), Carl Maria von Weber (1786-1826) e Felix Mendel-ssohn (1809-1847), ai quali si ag-giunsero Claude Debussy (1862-1918) e Paul Hindemith (1895-1963). Allinterno del vasto repertorio di mu-sica da camera per clarinetto, si pos-sono ricordare i tre Clarinet Quartets del compositore svedese Bernhard Henrik Crusell (1775-1838). Sono anche state scritte opere per uno o pi clarinetti senza accompagnamen-to da Igor Stravinsky (1882-1971) e Francis Poulenc (1899-1963). Nono-stante la sua natura prettamente classica, anche il clarinetto ha co-nosciuto una discreta fortuna in am-

    bito jazzistico: tra gli interpreti pi famosi di questo genere ricordiamo Benny Goodman, mentre tra i com-positori si distinto indubbiamente George Gershwin.

    Ricerche organologiche a cura di Gianni Rainoldi

    Giorgio Magistrelli, solista in Concerto per clarinetto

  • Sabato 20 novembre 2010 un pubblico numerosissimo (alle 21 erano disponibili solo posti in piedi nel grande Teatro Fie-ra di Abbiategrasso) ha lungamente ap-plaudito La Filarmonica in occasione del 33 Concerto di Novembre. I bandisti e Carlo Zappa hanno dato vita ad una serata memorabile. Protagoniste la banda e la musica composta apposita-mente per il suo peculiare organico. E cos lOuverture Festive di Waignein, in apertu-ra di concerto, ha dato subito un assaggio di quello che sarebbe stata la serata: una festa per gli amanti della buona musica. A seguire Montana Fanfare di Thomas Doss e The Hungarian Spirit di Roland Kernen. A chiudere la prima parte, limpressivo The Saint and the city di Ja-cob de Haan, uno dei pi apprezzati com-positori di musica per banda. In esso, lamalgama delle voci degli strumenti de-scrive leterna lotta del bene contro il male. Prima dellintervallo sono stati consegnati i diplomi a tre bandisti che hanno debuttato in questo concerto: Andrea Mor, Emanuele Rainoldi ed Ivan Milanese, tre giovanissimi

    allievi della Scuola Corrado Abriani. Do-po di loro stata la volta dei festeggia-menti per i 15 anni di militanza bandistica di Paola Magnaghi e del riconoscimento da parte della Filarmonica al vice maestro Mauro Bianchi per limpegno sempre re-sponsabile e attento. La seconda parte del concerto si aperta con il brano Il Bambino e la guerra: parole, musica e immagini si sono fuse per rac-contare lorrore della guerra attraverso gli occhi dei bambini. Sguardi commossi ed un lunghissimo applauso al termine della performance hanno ben sottolineato lesecuzione sensibile dei musicisti, la nar-razione intensa di Stefano Borghi ed il la-voro sulle immagini, curate da Stefano Ramezzana. Il concerto si chiuso con un inno alla pa-ce, Fanfare and Hymn for Peace di Marco Somadossi, e con lincalzante richiesta di bis da parte del pubblico. Quello che ancora una volta La Filarmoni-ca ha messo in evidenza lincredibile sintonia tra i componenti, unita alla forte intesa tra il gruppo e il direttore Carlo Zap-

    pa, al quale basta realmente un semplice sguardo per trasmettere ai musicanti non solo indicazioni tecniche (un ritenuto, un rallentando, un diminuendo), ma anche lespressivit dellinterpretazione. Un altro aspetto molto importante il pro-gramma che La Filarmonica ha scelto di proporre in questo concerto, composto interamente da originali per banda; disco-standosi dal repertorio classico (spesso territorio di confronto per La Filarmonica, come lesecuzione del I movimento della V Sinfonia di Beethoven o dei grandi pezzi corali che sono stati presentati negli scorsi Concerti di Giugno), ha posto laccento su un repertorio che d prova di come la ban-da possa avere un suo posto ben definito nel panorama culturale, grazie non solo ai pezzi composti originariamente per orche-stra e poi trascritti per banda, ma anche a brani che valorizzino le peculiarit timbri-che e le potenzialit espressive dellor-ganico bandistico.

    Paola Magnaghi

    CONCERTO DI NOVEMBRE 2010CONCERTO DI NOVEMBRE 2010CONCERTO DI NOVEMBRE 2010CONCERTO DI NOVEMBRE 2010 LA BANDA VALORIZZA LA PROPRIA IDENTIT

    La grande famiglia al completo La signora Abriani consegna il diploma agli allievi per il loro ingresso in banda

  • Domenica 6 febbraio il sole ha salutato linizio ufficiale della nuova stagione musi-cale della Filarmonica. Una splendida gior-nata ha infatti accompagnato il corteo dei musicanti che, in mattinata, partendo dalla sede di Via Alfieri, si sono inizialmente re-cati al cimitero per rendere omaggio a tutti i musicanti e sostenitori defunti, per poi sfila-re verso piazza Marconi dove, grazie al bel tempo, un numeroso pubblico si via via radunato intorno alla banda che eseguiva alcune allegre marce. Alle 11:30 la Filarmonica ha poi parteci-pato alla Santa Messa nella Basilica di S. Maria Nuova; al termine della celebrazio-ne stata letta la preghiera del musican-te e la banda ha eseguito il brano Signore delle cime, uno dei canti pi

    emozionanti del repertorio italiano. Dalla Basilica di Santa Maria Nuova la banda ha poi sfilato, accompagnando il suo passaggio con le note delle marce da parata, fino a tornare in sede, dove un conviviale pranzo attendeva bandi-sti, amici e sostenitori. In quelloccasione stata presentata la nuova cravatta, fatta confezionare apposita-mente per La Filarmonica, e riportante il logo con la doppia chiave di violino. Una delle note pi positive della giornata stata senza dubbio la numerosa presenza di giovani bandisti: sono loro, nel 165 anno dalla fondazione, ad assicurare un radioso futuro alla Filarmonica.

    Paola Magnaghi

    UNA GIORNATA DI SOLE PER FESTEGGIARE UNA GIORNATA DI SOLE PER FESTEGGIARE UNA GIORNATA DI SOLE PER FESTEGGIARE UNA GIORNATA DI SOLE PER FESTEGGIARE IL 165 ANNO DI ATTIVITIL 165 ANNO DI ATTIVITIL 165 ANNO DI ATTIVITIL 165 ANNO DI ATTIVIT

    ONORANZE FUNEBRI

    ONORANZE FUNEBRI

    Albini di Amodeo G. & C. srl

  • Il 17 Marzo si sono tenuti i festeggiamenti per il 150 dellUnit dItalia. La scelta della data dovuta al fatto che 150 anni fa in quel giorno vennero sancite lunit territoriale e la nascita del Regno dItalia, ancora per privo di Roma e Venezia. LUnit dItalia frutto di una serie di sconvolgimenti politici, storici e sociali partiti ad inizio 800, quando Napoleone conquist lItalia e vi introdusse ideali rivoluzionari illuministici e nazionalistici. Dopo il trattato di Campoformio lItalia si trov divisa in sette stati, mentre lEuropa entr nella Restaurazione, il cui cardine fu il congresso di Vienna (1814-1815) nel quale Olanda, Prussia, Russia e Austr ia, ( le superpotenze), si spartirono lEuropa (il nord Italia fino al fiume Ticino and allImpero Austriaco). Dal 1817 al 1848 il mondo esplose in una serie di rivendicazioni nazionalistiche che portarono allUnit. Con Vittorio Emanuele II e Cavour il Regno di Sardegna si prese il compito di unificare il paese. I nemici pi difficili furono gli Austriaci,

    allepoca terza potenza mondiale. Lo scopo di Cavour era liberare Lombardia e Veneto dal loro dominio. Al 1848 risale la prima guerra dIndipendenza, conclusasi con una sconfitta per i Piemontesi, sopraffatti a Novara, Mortara e Milano. Cavour riorganizz lesercito, ed ebbe inizio la seconda Guerra dIndipendenza, in cui Napoleone III intervenne in cambio della cessione di Provenza, Nizza e Savoia. Nel 1850, la Lombardia fu liberata con la vittoria nelle battaglie di Magenta, Melegnano e Solferino, mentre Garibaldi liberava Varese, Lecco, Como e Brescia con i Cacciatori delle Alpi. Nel 1860 Toscana ed Emilia Romagna insorsero con plebisciti, scacciando i sovrani Asburgici dei vari ducati e annettendosi al regno che andava formandosi. Il 5 maggio 1860 Garibaldi salp con 1089 volontari da Quarto (Genova) per liberare il Mezzogiorno dallegemonia Borbonica. L11 maggio sbarc a Salemi ed in pochi mesi, grazie allaiuto della popolazione locale, riusc a liberare il meridione. Una curiosit: per paura che Garibaldi giungesse a Roma (portando ad una guerra con i Francesi, alleati con lo Stato Pontificio), Cavour mand le truppe nelle Marche e in Umbria per fermarlo; ma nel contempo riuscirono ad allargare il proprio territorio. Con lincontro a Teano del 26 ottobre 1860 Garibaldi consegn a Vittorio Emanuele II, che venne proclamato re dItalia il 17 marzo 1861, i territori conquistati. La capitale era

    Torino (Roma venne conquistata nel 1870). Abbiategrasso si trovava in un nevralgico passaggio degli eserciti franco-piemontesi ed in una regione in cui sono state combattute due Guerre dIndipendenza e molte battaglie. La Filarmonica, nata nel 1846, ha vissuto questi anni nella fase embrionale della sua storia e ha dato alla citt un ottimo sostegno morale, nonch culturale. Molti abbiatensi hanno lottato per lUnit del nostro paese: Serafino dellUomo, giovane professore di clarinetto ucciso a Milano; Monsignor Palazzi, Giuseppe Bollini e Gaspare Stampa; Garibaldini come Giuseppe Sirtori. 150 anni dopo ricordiamo questi eventi. I festeggiamenti ad Abbiategrasso si sono svolti nel cortile del Castello Visconteo, ove si sono riuniti i due complessi bandistici della citt, il gruppo corale degli Alpini, il sindaco con le autorit locali e una folla desiderosa di festeggiare levento, in piedi e malgrado il tempo incerto. Il concerto stato aperto dal coro degli Alpini, che ha eseguito brani risorgimentali come E la bandiera, Addio mia bella addio, Sul ponte di Bassano e La bella Gigogin (ripresa anche dalle due bande). La banda Garibaldi ha presentato brani legati agli ideali garibaldini e risorgimentali: Camicia Rossa, Piume al vento e Rataplan. La Filarmonica ha aperto con la sinfonia del Nabucco, nella quale Giuseppe Verdi racchiuse ideali risorgimentali. I suoi temi diventarono inni patriottici che davano

    FRATELLI DITALIAFRATELLI DITALIAFRATELLI DITALIAFRATELLI DITALIA

  • morale alle truppe impegnate in battaglia e alle mogli in ansia in citt. stata poi la volta di un altro brano verdiano, il Valzer in fa maggiore, utilizzato per la colonna sonora del film Il Gattopardo. Si proseguito con Daghela avanti un passo (La bella Gigogin), che fu suonato dalla Filarmonica nel 1859 durante il Corteo per la vittoria della Battaglia di Magenta, quan-do sfil il tricolore pi antico della citt, oggi conservato nella Sala Consiliare del Castel-lo. Il concerto si chiuso con The Hungarian Spirit di Roland Kernen e Marcia Persiana di Johann Strauss. Pur essendo austriaco, Strauss jr parteggi per i rivoluzionari nel 1848 durante i moti carbonari scappando dallAustria e toccando le citt principali della penisola. Mai come in quel giorno ho visto nei volti e nei gesti delle persone la voglia di sentirsi uniti ed orgogliosi di essere italiani. Vedere

    le due bande suonare insieme e sentire il nostro inno nazionale cantato in coro da tutti i presenti mi ha riempito il cuore di gioia. Ho una foto impressa nella mente: il

    coro, le autorit e la cittadinanza cantare sulle note delle bande: Fratelli dItalia.

    Luca Ragona

    Una domenica di sole ha salutato il primo concerto della Filarmonica; anche il pubbli-co, nonostante il giorno di festa, si pre-sentato numeroso allappuntamento con i bandisti abbiatensi che, diretti da Carlo Zap-

    pa, hanno proposto un programma decisa-mente eterogeneo, ispirato in parte ai 150 anni dellUnit dItalia. Gli altri brani erano invece tratti dal repertorio cinematografico e da quello originale per banda. Scelta che ha

    un suo preciso perch: nel 2011, oltre alla ricorrenza gi citata, si festeggiano anche i 165 anni della Filarmonica. Linizio stato affidato allInno di Mameli al quale il pubblico ha assistito in piedi. Si partiti poi con il programma ufficiale, con una canzone che ha accompagnato il no-stro Risorgimento: La bella Gigogin, se-guita dalla sinfonia tratta da Nabucco di Giuseppe Verdi. A seguire, sempre di Ver-di, il Valzer in fa maggiore, reso immortale dal film Il Gattopardo, ambientato nel peri-odo risorgimentale. Nel film, il Valzer ac-compagna il ballo di Angelica e Tancredi. Il Valzer ha, in un certo senso, fatto da trait dunion con i due brani successivi: la colonna sonora tratta da I Pirati dei Carai-bi e Moment from Morricone. Ultimo pez-zo, un originale per banda: The Hungarian Spirit di Roland Kernen. Tra i fuoriprogramma richiesti dal pubblico, anche una piccola sorpresa per il bandista Primo Bianchi e per il presidente Alessan-dro Bagnaschi: la banda ha infatti intonato il canto Tanti Auguri per il loro compleanno.

    Paola Magnaghi

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  • impossibile parlare di Gustav Mahler e del suo mondo musicale se non li si inqua-dra nella loro epoca. Nel 1866 la guerra tra la Prussia di Bismarck e lImpero asburgi-co si era conclusa con la proclamazione dellImpero di Germania e con la crisi dellAustria; la decadenza di una delle ca-pitali della belle poque si sarebbe manife-stata con un inurbamento incontrollato che avrebbe prodotto degrado, disoccupazione ed estremismo politico. Tutte le arti risentirono di questa situazio-ne, colma di inquietudini materiali e non: Otto Wagner, Josef Hoffmann e Adolf Lo-os ridefinirono larchitettura moderna di Vienna, la cui periferia , in ogni senso, sempre pi vasta e meno definita. Una simile evoluzione prende la letteratura, nella quale naturalismo e realismo lascia-no il posto ad espressioni pi intime, prive della chiarezza che il primo romanticismo aveva ereditato dalle radici classiche ed illuministe. Prima della Grande Guerra si diffondono profonde inquietudini, e le cer-tezze si infrangono nei sogni angosciosi di Kafka e di Rilke. A teatro, molti ritroveran-no la fugacit delle cose e la meschinit del quotidiano nellironia acuta di Arthur Schnitzler, padre del monologo interiore. Nelle arti figurative, il simbolismo del Se-zessionstil di Gustav Klimt e Kolo Moser lascer posto alle pennellate violente ed aggressive del primo espressionismo della Brcke, alla sensualit feroce di Egon Schiele e ai mondi allucinati di Kokoschka. Da sempre la capitale della musica, Vienna vive anchessa le conseguenze dei cambiamenti in atto nella societ e nella cultura; Gustav Mahler indicato

    come il rappresentante del tardo roman-ticismo e il grande sinfonista a cavallo tra XIX e XX secolo, che apr la porta virtuale al XX secolo. Nato nel 1860 a Kalit in Boemia, Mahler si ciment con la composizione fin da gio-vanissimo. Il padre fu il primo a sostenere il suo talento: suoi primi maestri furono i musicisti cechi della banda cittadina ed altri musicisti locali. Il piccolo Mahler scris-se, forse nel 1866, dei piccoli pezzi per i genitori; agli anni giovanili risale anche linteresse per la composizione operistica, della quale per non ci restano tracce. Nel 1876 vinse il primo premio al conservatorio di Vienna per il primo brano del Quartetto per pianoforte. Nel 1889 morirono i genitori e la sorella maggiore; per decisione del tribunale Gustav divent tutore dei fratelli mino-renni, Alois ed Otta, e delle sorelle Justi-na e Emma. Di fede ebraica, si convert nel 1897, e anche il fratello Alois cambi fede due volte. Nel 1902 spos Alma Marie Schindler, di quasi ventanni pi giovane e figlia del pit-tore Jakob Emil. Alma aveva studiato com-posizione da Alexander von Zemlinsky, aveva scritto delle canzoni e Mahler, a quanto lei dice, le affid dei lavori di corre-zione. Ebbero due figlie, Marie Anna (1902-1907) e Anna Justina (1904-1988). Tenace ed instancabile musicista, in ve-ste di direttore o di responsabile di teatri Mahler lavor sempre fino allo sfinimen-to. Il 21 febbraio 1911 a New York dires-se il suo ultimo concerto. Gi malato (soffriva di una malattia cardiaca), torn a Vienna, ove mor il 18 maggio 1911.

    sepolto al cimitero di Grinzing presso Vienna e, come desider, sulla lapide non c altro che il suo nome: Chi mi cercher sa chi sono stato, e gli altri non hanno bisogno di saperlo. Apprezzat iss imo come d i re t tore dorchestra, ottenne nel 1897 la posizione pi prestigiosa dellepoca: quella di diretto-re dellOpera di Stato di Vienna, ove lavor alla messa in scena delle opere con gli scenografi Heinrich Lefler e Alfred Roller. Sceglieva i migliori cantanti, era esigente al massimo grado con lorchestra e curava moltissimo lesecuzione; grazie a lui si eb-be una sorta di rifioritura dellopera e linizio di un nuovo modo di messa in sce-na. A Vienna rimase fino al 1907, quando fu ingaggiato al Metropolitan Opera di New

    GUSTAV MAHLERGUSTAV MAHLERGUSTAV MAHLERGUSTAV MAHLER A 100 anni dalla sua scomparsa, apriamo una finestra su di lui e sulla sua epocaA 100 anni dalla sua scomparsa, apriamo una finestra su di lui e sulla sua epocaA 100 anni dalla sua scomparsa, apriamo una finestra su di lui e sulla sua epocaA 100 anni dalla sua scomparsa, apriamo una finestra su di lui e sulla sua epoca

  • York. Durante il soggiorno in America ten-ne concerti in diverse citt, eseguendo circa 400 opere musicali di quasi 90 com-positori, tra i quali i cechi Bedich Smetana ed Antonn Dvok. Per quanto riguarda la composizione, Ma-hler, pur schierandosi, nella querelle cultu-rale di fine secolo, a favore di Wagner e Bruckner (contro il classicismo sostenuto da Hanslick), non pu essere ascritto tra gli sperimentatori dellavanguardia e, pur difendendo Schnberg dai detrattori, rima-se abbastanza perplesso di fronte ad alcu-ne opere sue o dei suoi allievi. Molte composizioni di Mahler sono lega-te al Lied (canzone), genere tipicamente mitteleuropeo che ricercava lintesa per-fetta tra il testo (spesso si adattavano poesie di Goethe e di Schiller) e la melo-dia, espressa sia dalla voce umana sia dagli strumenti. Veicolo emozionale perfetto, il Lied in Ma-hler rievoca il drammatismo beethovenia-no, la complessit linguistica di Wagner ed anche il sinfonismo titanico di Bruckner. In realt nella produzione mahleriana Lied e sinfonia si incontrano e si intrecciano in molteplici modi, rendendo molto difficile classificare la sua produzione. Tra le sue opere liederistiche pi significa-tive si ricordano: Das klagende Lied (Il canto di lamento); Das Lied von der Erde (Il canto della terra); Lieder eines fahren-den Gesellen (Canti di un giramondo); Des Knaben Wunderhorn (Il corno meraviglioso del fanciullo); Kindertotenlieder (Canti dei bambini morti); Rckert-Lieder. Laltro genere in cui la produzione mahle-riana ha espresso le maggiori innovazioni quello della Sinfonia. Mahler ci ha lascia-to 9 sinfonie complete ed una, la Decima, della quale ultim solo il primo movimento.

    Lutilizzo di un organico decisamente folto gli consent, come lui stesso disse, di ampliare la tavolozza per poter meglio distribuire i diversi colori dellarcobaleno. Le sue sinfonie sono percorsi per immagi-ni, che offrono un immenso cosmo nel quale sono racchiusi personaggi, storie e leggende. La produzione di Mahler paragonata erroneamente a quella di Bruckner: le sinfonie di Mahler hanno di bruckneriano solo la lunghezza, mentre tutto il suo mondo poetico profondamente diverso da quello pi ingenuo e compatto del suo predecessore. In pieno post-romanticismo, Mahler, che adorava Wa-gner, cerc di rinnovare le forme e gli schemi tradizionali: non lo fece per con un rinnovamento radicale del linguaggio, che sarebbe arrivato a breve, ma immet-tendo elementi da territori estranei a quelli della musica darte. Di qui laccostamento singolare di mo-menti di grande nobilt quasi classica e di elementi presi dalla sfera della musica cosiddetta inferiore: marce, canzoni di strada, motivi popolari e popolareschi, ritmi di danza che sembrerebbero presi da un caff concerto. Ma anche questi momenti vengono calati in una grandiosa costruzione che ne fa elementi strutturali impregnati di un contenuto espressivo superiore. Un altro modo di rinnovare la concezione sinfonica sta nelluso dei testi vocali: la Seconda, la Terza, la Quarta e lOttava Sinfonia si servono dellelemento vocale, sia di solisti sia di imponenti masse cora-li. Anche qui Mahler come nei Lieder orchestrali predilige testi per lo pi tratti dalla raccolta di poesie popolari tedesche Des Knaben Wunderhorn; si persegue

    sempre il tentativo di costruire un mondo quasi di natura, di ritrovare la sincerit che lumanit, nel travaglio del suo svi-luppo, ha perduto. Di fatto lopera di Ma-hler risulta colma di questa problematica, e le sue sinfonie restano testimonianza formidabile di un compositore che nella musica guarda con occhio critico alla sua epoca e risente di tutti i problemi e di tut-te le fratture della cultura europea della fine dellOttocento.

    Paola Magnaghi

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  • Come ogni anno, allarrivo dei primi caldi raggi di sole primaverili, la banda Filarmonica impegna-ta nei giri delle cascine per augurare un buon an-no lavorativo ai contadini delle nostre cascine abbiatensi. Per noi musicanti una bellissima occasione per trascorrere del tempo insieme, im-mersi nella natura e nel verde, allinsegna, ancora una volta, della buona musica. I giri delle cascine sono anche unottima occasio-ne per permettere agli allievi che studiano stru-mento da qualche tempo di entrare a far parte della banda e di fare nuove amicizie: questanno hanno debuttato ben 5 nuovi bandisti: Ilaria Bartsch, Daniele Cavallotti, Tanita Lafirenze, Lu-dovico Pareti e Giuliano Valli. Un sentito ringraziamento va agli agricoltori che ci attendono sempre sorridenti nelle loro cascine, a volte anche con qualche pizzetta o pasticcino che gustiamo tra un brano musicale e laltro; inoltre, come tanti altri, aiutano con un generoso contri-buto a far crescere sempre pi la Filarmonica.

    Chiara Magistrelli

    Di cascina in cascina la Banda cresceDi cascina in cascina la Banda cresceDi cascina in cascina la Banda cresceDi cascina in cascina la Banda cresce

    Le nostre nuove leve

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    Gradita consuetudine, anche durante le scor-se festivit natalizie, i Filarmonici hanno por-tato gioia e musica per le vie della citt. Se-guendo una tradizione che si mantiene da diversi anni, infatti, i bandisti hanno sfidato il freddo, talvolta davvero molto pungente, per recare i migliori auguri di Natale ad amici e sostenitori. Si ringraziano quanti hanno accolto con calo-re la banda (magari con un bicchiere di vin brul ed una fetta di panettone), e si d a tutti appuntamento al prossimo anno.

    GIRI DEGLI AUGURI NATALIZIGIRI DEGLI AUGURI NATALIZIGIRI DEGLI AUGURI NATALIZIGIRI DEGLI AUGURI NATALIZI

  • A LuganA LuganA LuganA Lugan A Lugano

    Continua lappuntamento con la rassegna delle poesie composte da Carlo Mereghetti in occasione dei festeggia-menti per il primo centenario della Filarmonica (1846-1946).

    Come prima gran manifestazion Di fest intraquerii pel centenari

    Stassira, in Lugan, el nost Bandon El dar on concerton straordinari.

    Tra i pezz scelt ghe sar la gran Lussia Del Boris Godunoff la Fantasia,

    El Bal in Maschera del nost Peppin E la Cleopatra del grand Mancinel.

    E i gent de Lugan che de orcc in fin Dopo el concert disaran: l staa bel. E quest el sar el miglior guiderdon Per i component del noster bandon.

    Bravi sonador! Mezz Bi el vaccompagna E lalter a c l adree col penser. Anca la musica l ona campagna

    Per el noster bon nom prss i stranier. Fee che i svizzer che in noster bon ams

    Sian con num e no coi nost nems.

    Come prima grande manifestazione Delle feste intraprese per il centenario Questa sera, a Lugano, il nostro Bandone Dar un concerto straordinario. Tra i pezzi scelti ci sar la Lucia, Del Boris Godunov la Fantasia,

    Il Ballo in Maschera del nostro Peppino E la Cleopatra del grande Mancinelli. E le persone di Lugano che hanno orecchie fini Dopo il concerto diranno: stato bello. E questo sar il migliore ringraziamento Per i componenti del nostro bandone.

    Bravi suonatori! Mezza Abbiategrasso vi accompagna E laltra met a casa vi segue col pensiero. Anche la musica una propaganda Per il nostro buon nome verso gli stranieri. Fate in modo che gli Svizzeri, che sono nostri buoni amici, Siano con noi e non con i nostri nemici.

    La Filarmonica, in divisa estiva, sfila per le vie di Lugano l8 ottobre 1950, in occasione delle manifestazioni per lEsposizione Internazionale.

  • Consultando il vocabolario della lingua ita-liana, alla voce volontariato si trova la se-guente definizione: Attivit libera e gratuita svolta per ragioni private e personali che possono essere di solidariet, di giustizia sociale, di altruismo o di qualsiasi altra na-tura. Esso pu essere rivolto a persone in difficolt, alla tutela della natura e degli ani-mali, alla conservazione del patrimonio arti-stico e culturale. Nasce dalla spontanea volont dei cittadini di fronte ai problemi non risolti o non affrontati. Questo sostanzialmente il volontariato; spesso ogni persona collega a questo ter-mine lidea di missione, beneficenza, altrui-smo. Ma pensandoci meglio, come ricorda la definizione, relative al volontariato sono anche le associazioni che si preoccupano della conservazione del patrimonio artistico e culturale, e la banda ne un chiaro esem-pio. La banda infatti unassociazione in cui delle persone si riuniscono non solo per il gusto di fare musica, ma per divulgare que-sta passione e questarte al maggior nume-ro possibile di persone.

    Di conseguenza i bandisti non fanno altro che mantenere vivo nelle citt un patrimo-nio, a mio parere, sia artistico che culturale. Artistico perch, come ho affermato in pre-cedenza, si diffonde la musica, arte anti-chissima che rimane viva nei cuori degli uomini; culturale poich ogni citt, ogni piccolo paese ha, per una propria tradizio-ne, una banda che anima le feste popolari, le processioni ed eventi di altro genere. Riguardo allidea di volontariato riferita alla banda, bisogna pensare che essa va intesa in senso ampio, perch la banda non composta solamente dai musicanti: dietro a loro infatti vi sono anche molte persone che lavorano affinch ogni attivit (dalla scuola allievi alla prova, dal servizio al concerto) riesca al meglio. Si pensi nello specifico alla nostra banda: chi prepara le parti per ogni strumento? Chi ci fa trovare sempre la sede pulita e acco-gliente? Chi si occupa di aprire ogni giorno la sede? Chi ha insegnato a ogni musicante a suonare il proprio strumento? Queste non sono nientaltro che persone che nellombra lavorano con dedizione e abnegazione. Molto pi diretto e quasi spontaneo il col-legamento che spesso si fa tra la parola volontariato e lidea di oratorio. In oratorio

    infatti molti ragazzi e giovani si impegnano aiutando bambini e famiglie, facendo opere di carit e tante altre attivit, legate non ad un proprio interesse, ma ad unattenzione verso chi loro vicino. Spesso accade che, per vari motivi, diversi mondi del volontariato si incontrino, vivendo insieme momenti significativi. Uno di questi ha avuto luogo il 21 novembre 2010 in oc-casione dellinaugurazione del nuovo Orato-rio di San Giovanni Bosco. La banda Filar-monica ha partecipato a questo evento, ac-compagnando il corteo che dalla chiesa di S. Pietro si diretto verso il nuovo edificio delloratorio e suggellando il momento del taglio del nastro; la banda ha poi rallegrato con qualche marcia il momento di gioia di tanti bambini (e non solo!). Questo solo un piccolo esempio dellincontro di due modi di fare volontariato: unoccasione che non si verifica spesso. Ovviamente sono molte le associazioni di volontariato che operano nella piccola cer-chia della nostra citt, tra cui credo sia op-portuno riconoscere anche la nostra banda Filarmonica.

    Eleonora Bagnaschi

    IL VOLONTARIATO: UNA PAROLA, TANTI SIGNIFICATIIL VOLONTARIATO: UNA PAROLA, TANTI SIGNIFICATIIL VOLONTARIATO: UNA PAROLA, TANTI SIGNIFICATIIL VOLONTARIATO: UNA PAROLA, TANTI SIGNIFICATI

    In questa pagina: alcuni momenti significativi dellinaugurazione

  • Nome E - Emanuele Dal Secco. S - Simone Ramezzana. Et E - 40 anni. S - 13 anni. Professione E - Insegnante di musica e musicista. S - Studente. Strumento E - Euphonium (conosciuto anche come bombardino, N.d.R.). S - Tromba. Marca e tipo E - B&S (tedesco). S - una Koalison. Altri strumenti suonati o che suoni E - Trombone, pianoforte e volendo tiro fuori anche qualche accordo di chitarra. S - A scuola suono il flauto dolce. Quando vi siete conosciuti? E - Quando ho iniziato a insegnare ed a suona-re in banda Filarmonica e nei successivi servizi con la banda. S - Io ed Emanuele ci siamo conosciuti due anni fa, quando ha iniziato ad insegnarmi musi-ca.

    Quando hai iniziato a suonare? E - Ho iniziato la mia carriera di musicista circa 20 anni fa in banda a Magenta. La mia collabo-razione con la banda Filarmonica iniziata 2 anni fa. S - Ho iniziato a suonare 3 anni fa; in banda suonano anche mio pap Andrea, mio zio Ste-fano e mia zia Elisa. Fino a qualche anno fa suonava anche mia mamma. La tua prima volta in banda? E - 2 anni fa. S - stata lanno scorso al giro delle cascine. Il tuo maestro? E - Ne ho avuti parecchi in questi anni.

    S - Emanuele Dal Secco. Dai un voto al tuo allievo/maestro E - 7 (quando studia). S - Io gli do 10, perch simpatico e spiega molto bene. Come hai scelto lo strumento che suoni? E - Fin da piccolo mi ha sempre affascinato questo strumento dal suono scuro, rotondo e potente. Quando ho iniziato gli studi anni fa, purtroppo in conservatorio non esisteva leuphonium come strumento di diploma; quindi ho studiato il trombone a coulisse, strumento con cui mi sono diplomato. Solo recentemente, con lintroduzione del biennio sperimentale, hanno aperto anche la classe per la specializ-zazione in questo strumento. S - Allinizio volevo suonare il corno inglese, ma poi ho provato la tromba e mi sono convertito. Genere musicale preferito E - Mi piacciono in generale tutti i tipi di musica, dalla classica alla leggera al Jazz. S - Tutti, a parte il metal. Cantante E - Mi piace molto Giorgia, ha una voce molto bella. S - Non ho un cantante preferito; diciamo che ascolto un po tutti. Gruppo E - I cugini di campagna. Scherzo!!! Mi piaccio-no molto i Beatles. S - Nessuno. Brano preferito suonato in Filarmonica E - Ouverture Festive di Andr Waignein. S - Visto che non suono ancora nei concerti dir il mio brano preferito che hanno suonato: The Hungarian Spirit di Roland Kernen. Il pi difficile E - Non ricordo. Quello che vorresti suonare

    E - Al momento non ho particolari preferenze, per magari qualche bella colonna sonora di film. S - Quando entrer in banda vorrei suonare la colonna sonora di Via col vento. Un pregio di Carlo Zappa E - Oltre ad essere un grande maestro, un amico sempre pronto ad aiutarti e consigliarti nel momento giusto. S - molto simpatico. Un difetto di Carlo Zappa E - Al momento non mi viene in mente nessun difetto. Forse gli piace molto parlare, ma pi che un difetto una caratteristica. S - Spero che non legga questo articolo Se-condo me parla un pochino troppo. Meglio ottoni o legni? E - Ottoni al 100%!!!! S - Ottoni, ovvio! Che strumento ti piacerebbe suonare? E - Il flauto, strumento dal suono molto caratte-ristico e dolce. S - Il sax tenore. Un aspetto che ti piace della nostra banda E - un bel gruppo eterogeneo, c molta unio-ne e amicizia tra i vari componenti, e questo molto positivo perch suonare in un ambien-te cos bello e vario, in cui ti senti a tuo agio, sempre uno stimolo per migliorarsi e per rag-giungere nuove mete e nuovi importanti tra-guardi. S - Ci sono tanti ragazzi pi o meno della mia et con i quali sto facendo amicizia. Il tuo stato danimo attuale? E - Sereno e rilassato. S - Tranquillo. Felice che sia finita questa intervista? E - S. S - Come? Di gi?

    A cura di Serena Pizi

    INTERVISTA DOPPIA INTERVISTA DOPPIA INTERVISTA DOPPIA INTERVISTA DOPPIA LINSEGNANTE E LALLIEVOLINSEGNANTE E LALLIEVOLINSEGNANTE E LALLIEVOLINSEGNANTE E LALLIEVO La banda e la musica viste da Emanuele, insegnante di ottoni, e Simone, suo allievoLa banda e la musica viste da Emanuele, insegnante di ottoni, e Simone, suo allievoLa banda e la musica viste da Emanuele, insegnante di ottoni, e Simone, suo allievoLa banda e la musica viste da Emanuele, insegnante di ottoni, e Simone, suo allievo

  • Enrico lo storico tamburo della Filarmoni-ca, una presenza costante che da molti anni detta il ritmo a generazioni di musicanti. Lo raggiungo nel tardo pomeriggio. Ha da poco finito di provare il rullante: dopo un piccolo infortunio che lo ha costretto a saltare una prova, non vede lora di tornare a suonare. Gli chiedo quando ha cominciato a suonare nella Filarmonica. Mi mostra una targa doro, lincisione recita: Nozze doro con la musica A Enrico Bianchi per 50 anni di servizio con la Filarmonica 1951-2001. Il cinquantesimo stato nel 2001, questanno fanno 60. E c un piccolo parti-colare: in questi 60 anni non ho mancato non dico un anno o due, ma nemmeno un giorno! Salvo proprio quando ero ammala-to Ho saltato solo due concerti (il caso vuole che in una delle due occasioni sia stato sostituito proprio da un suo omonimo, Gabriele Bianchi, percussionista della Sca-la, n.d.r.). Anche quando i tre figli erano pic-coli sono sempre stato presente. Hanno suonato in banda tutti e tre: Maria Elena (che stata la prima donna in banda), Mau-ro e Davide. Mauro e Maria Elena hanno iniziato insieme; c stato addirittura un peri-odo in cui suonavamo in banda tutti e quat-tro. La famiglia Bianchi una delle colonne por-tanti della nostra Filarmonica. Tuo figlio Mauro attualmente il vice maestro e tua nipote Antonella porta avanti la tradizione di famiglia. Tu sei stato il primo musicante del-la famiglia? No: prima di me suonava gi un cugino di mio padre. Anche mia moglie vive la banda da 55 anni, da quando la sede della Filar-monica era in via Misericordia. Quando ci siamo sposati abbiamo fatto il pranzo di

    nozze proprio nel salone della banda, dove si facevano le prove; poi mi ha sempre se-guito per concerti, servizi, gite.... Hai sempre suonato il tamburo? S, fin dallinizio. Quando ho cominciato eravamo in tre: con me cerano Marco Sciocchi e Nandino Bergomi. E poi suonavo anche il basso per il gruppo della Piva, con Gaetano Rossi, che organizzava il giro e radunava tutti gli allievi. Andavo a suonare la Piva gi prima di sposarmi, poi logica-mente con i bambini piccoli ho dovuto smet-tere, ma quando i figli sono cresciuti Gaeta-no ha reclutato i figli e ho ripreso anchio! Suonavo il basso con un pistone legato allo strumento per tenerlo sempre schiacciato e fare meno fatica; la notte di Natale fa sem-pre un po freddo e si cerca di tenere in cal-do le dita. Come mai proprio il basso? Lo suonavi gi? No, avevo imparato le basi, quel poco che serviva per la Piva. In realt avevo chiesto a Lucini, il maestro di clarinetto, di insegnarmi a suonare il basso; ma per paura che io lasciassi il tamburo non ha mai ceduto! Mi diceva: Ma se tu impari a suonare il basso poi chi lo suona il roll?. Daltra parte, in banda ognuno ha il proprio ruolo. Torniamo a parlare di percussioni. Da pochi mesi anchio ho smesso i panni del clarinet-tista e ho cominciato con cassa e piatti. Mi puoi dare qualche consiglio? Qual il se-greto per diventare un buon percussionista? Nessun segreto; io penso che ci vogliano solo buona volont e passione!. Tu come hai imparato a suonare il tambu-ro? Ho imparato a militare. Suonavo in Filar-monica gi prima, ma a militare dalla matti-na alla sera avevi in mano il tamburo, e l

    non potevi proprio fare a meno di imparare, si suonava sempre. Sono stato 17 mesi in un C.A.R., l11 Centro Addestramento Re-clute, qui vicino a Palermo! Allora le di-stanze erano molto pi importanti, telefoni non ce nerano, i soldi erano pochi e lunico legame con casa era la posta. E perch a militare suonavi cos spesso il tamburo? Serviva per insegnare alle reclute a mar-ciare. Cera un piccola banda, ma erano tutti giovani scelti che suonavano bene. Il posto in banda era molto ambito: non appe-na arrivavano le reclute molti si proponeva-no, ma cera selezione: se sapevi suonare ti tenevano, altrimenti ti assegnavano ad altre destinazioni. Eravamo 15 o 16 elementi quando eravamo in tanti; ogni 4 mesi cerano gli arrivi e le partenze, io per sono stato l 17 mesi filati. Mi dicevano: Ma dove vuoi andare a stare meglio di qui?. stata una lunga scampagnata! E quando sono tornato per la licenza ho fatto in tempo ad andare a suonare con la Filarmonica. Interviene la signora Bianchi: mi racconta che anche il giorno prima del matrimonio Enrico ha suonato a un concerto. Normale, dice Enrico, per il quale suonare in banda sembra davvero la cosa pi natu-rale del mondo, anche se ammette che tanti in quella circostanza non ci sarebbero stati. Torniamo a parlare del periodo del militare. Cerano 3 battaglioni di 1500 reclute; ogni 4 mesi cambiavano e dovevano imparare a marciare. Se cera la possibilit, si andava con la banda in mezzo al piazzale e loro marciavano intorno. Se non era possibile avere la banda, suonava solo il tamburo con due imperiali. In pi, tra uno scaglione e laltro, si suonava anche per il giuramento

    Enrico Bianchi Enrico Bianchi Enrico Bianchi Enrico Bianchi 60 anni a ritmo di musica60 anni a ritmo di musica60 anni a ritmo di musica60 anni a ritmo di musica

  • degli avieri (che noi chiamavamo gli elicot-teri) e per la festa della Polizia, con tanto di prove la sera prima. Puoi immaginare quan-ta gente ho fatto marciare. Quali sono state le esperienze pi emozio-nanti in banda? Sicuramente quando ho suonato il Bolero di Ravel, con il Maestro Abriani. sempre bello suonare, ma il Bolero speciale, mi ha dato soddisfazione. un pezzo in cui il tamburo molto importante: il Maestro vole-va che andassi a suonare in prima fila, ma ho preferito restare a suonare nel mio solito angolo, prima che lemozione mi giocasse qualche brutto scherzo. Gi, i percussionisti sono abituati a suonare nellombra, in ultima fila Non sempre stato cos! Una volta la ban-da suonava sul palco e le percussioni tim-pani, cassa, piatti e tamburi stavano da-vanti al palco. Poi arrivata una nuova con-cezione pi moderna e ci hanno spostati sul palco, dietro a tutti. La vecchia disposizione la puoi ancora vedere in qualche fotografia alla sede della Filarmonica. Me ne ricordo una della prima volta che ho suonato: non avevo ancora la divisa ed era San Giusep-pe, faceva fresco e ho suonato col palt, anche se non era in tinta con la divisa blu di quel periodo. Mi racconti qualcosa dei viaggi fatti con la Filarmonica? C una trasferta in particolare che ricordi con piacere? Sono stato in Germania, a Ellwangen. Senzaltro stata una bella esperienza; ab-biamo fatto un concerto la domenica pome-riggio. E poi siamo andati una volta in Fran-cia, ma solo per una sfilata; era una specie di carnevale per una festa locale. In Italia invece abbiamo girato molto di pi: ricordo

    una bella gita-concerto a Santa Margherita, con il Maestro Margheri-ta; poi siamo stati diverse volte a Lesa, sul Lago Maggiore. Una volta sfilavamo spesso anche con i carristi: a Verona, a Novara Pro-prio in occasione di una sfilata con i carristi a Milano per una festa mili-tare, che andava

    dallArena ai giardini di Porta Venezia pas-sando per il Duomo, il Presidente dellepoca Mario Politi non voleva che mia figlia Maria Elena venisse a suonare perch non si usa-va che le donne partecipassero a parate militari, ma alla fine venuta anche lei. La banda partecipava a molti concorsi in passato? No, non tanti. Mi ricordo in particolare un concorso di Carate Brianza: ero appena entrato in banda e non avevo suonato. Poi abbiamo partecipato un paio di volte ad un concorso a Brescia, e poi a Ispra, dove ab-biamo vinto il primo premio. Tra tutti i Maestri che hai avuto, ce n uno che ricordi con particolare piacere, che ti ha trasmesso qualcosa di speciale? Il Maestro Abriani mi ha trasmesso davvero tanto, e anche con il Maestro Miele ho lega-to molto: cercava i pezzi con parti da tam-buro un po speciali per farmi suonare, co-me quando abbiamo eseguito La gazza ladra, un altro bellissimo ricordo per me, o lassolo del tamburo allinizio della sinfonia del Fra Diavolo. Li ricordo entrambi con molto affetto. Al di l della musica in ban-da, qual il tuo rapporto con la musica? Una volta ne ascoltavo di pi, ora un po meno, co-munque sempre del genere classico, soprattutto sinfonie. Ma sicuramente pi la mu-sica suonata di quella che ascolto. Preferisci suonare ai concerti o alle sfilate? Non fa differenza, limpor-tante suonare!.

    Oltre a fare il musicante, insegni anche alla scuola allievi della Filarmonica. S, mostro ai ragazzini come si suona il tamburo, anche se sono tanti anni che nes-suno entra con questo strumento. La cassa e i piatti sono un po pi semplici; con il tam-buro invece servono una certa manualit e molta pratica. A proposito di pratica: dopo 60 anni di espe-rienza serve ancora molto allenamento? (Enrico ride...) Anche di pi! Perch dopo 60 anni si di-venta vecchi, si perde qualche colpo, e bi-sogna studiare bene la parte per farla pro-pria. Una curiosit: ti esercitavi anche a casa? Con il tamburo pu essere molto rumoroso

    No no, ho sempre suonato in sede. Suono pi adesso a casa che una volta! Daltra parte mi bastato lallenamento intensivo al militare. Dopo tanti anni, la Filarmonica ha ora una sede tutta sua ed Enrico ha partecipato atti-vamente alla costruzione, senza risparmiare tempo ed energie. Ho fatto dei lavori che non immaginavo di poter fare; ho fatto anche il muratore, dopo una vita di lavoro in banca! Per me stato importante; era un periodo un po difficile per me, e partecipare alla costruzione era un buon segno, significava che avevo recu-perato le forze. Dopo una vita passata in banda, se dovessi consigliare a un giovane di cominciare que-sta avventura, quale motivazione gli dare-sti? Beh, il motivo principale sempre lo stare in compagnia, lamicizia, lo stare insieme. Ci siamo sempre divertiti tanto!.

    A cura di Andrea Capelli

    In primo piano, a sinistra: Enrico Bianchi al suo debutto in Filarmonica al concerto in piazza Castello in occasione della Fiera di S. Giuseppe del 1952. Al suo fianco, Enrico Sciocchi e Ferdinando (Nandino) Bergomi.

    Mauro, Antonella ed Enrico Bianchi: tre generazioni in Filarmonica

  • Hanno collaborato:

    Eleonora Bagnaschi, Andrea Capelli, Gabriella Colombo, Giuseppe Comincini,

    Serena Comincini, Damiano Lazzarin, Felice Locatelli, Chiara Magistrelli,

    Paola Magnaghi, Serena Pizi, Luca Ragona, Gianni Rainoldi

    LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Informatore musicale del

    C O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C O L A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C A

    Fiocco azzurro Secondo fiocco azzurro in casa Castello! Felicitazioni a pap Leonardo, a mamma Rosy ed al piccolo Andrea per la nascita di Alessandro.

    Fiori darancio La Filarmonica gioisce con i propri musicanti Serena Comincini ed Emanuele Parma, che il 14 maggio si sono uniti in matrimonio.

    Nozze doro Due musicanti della nostra banda festeggiano questanno i 50 anni di matrimonio: auguri vivissimi ad Enrico Bianchi e alla moglie Paola, a Felice Loca-telli e alla moglie Giulia.

    Maturit Un grosso in bocca al lupo ai musicanti Paolo Caval-lotti, Alessandro Patan e Alessandro Pecoraro, che alla fine di questo anno scolastico sosterranno gli e-sami di maturit.

    Lutti La famiglia della Filarmonica si stringe intorno a Valeria Rebuzzini per la perdita del caro pap Gianrocco. La banda ricorda con affetto Albertino Miramon-di e si unisce al cordoglio dei figli Paolo e Ro-berta, della moglie e dei nipoti. La Filarmonica si unisce al cordoglio della fami-glia di Luigi Zappa, che per molti anni stato amico e sostenitore della banda e che, unendo la propria professionalit ad una cordiale dispo-nibilit, ha contribuito allallestimento di numero-si concerti.

    Ringraziamenti Un sentito ringraziamento alla famiglia Latino-Zacchi che in memoria di Alberto Zacchi ha do-nato alla banda i quattro volumi della Storia del-la Musica di Franco Abbiati, opera di pregio e di valore storico che va a impreziosire la biblioteca della Filarmonica.

    NOTIZIE IN BREVENOTIZIE IN BREVENOTIZIE IN BREVENOTIZIE IN BREVE

    Abbiategrasso - Via V. Alfieri, 1

    Tel. 02 94.08.74.42 Tel./Fax 02 946.29.73

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    PROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTI

    MAGGIO Domenica 29 - Processione allOspedale C. Cant

    GIUGNO Gioved 2 - Festa della Repubblica Sabato 4 - Concerto di Giugno

    Domenica 5 - Processione in Sacro Cuore - Palio di Novara

    Domenica 26 - Processione e concerto in San Pietro

    LUGLIO Sabato 16 - Festa della birra presso La Cappelletta

    AGOSTO Domenica 28 - Processione a Morimondo

    SETTEMBRE Domenica 11 - Processione a Fallavecchia

    Luned 12 - Festa de La Cappelletta

    OTTOBRE Domenica 2 - Festa della mela

    NOVEMBRE Sabato 19 - 34 Concerto di Novembre

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    Due momenti dal concerto del 1 maggio 2011 nel cor tile del pozzo dellIstituto Golgi

  • LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA

    i giri i giri i giri i giri

    delle cascinedelle cascinedelle cascinedelle cascine