GirandoInMoto - Magazine n. 2

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Novembre 2012 Anno 1 - Numero 2 GirandoInMoto - Magazine http://www.girandoinmoto.it Viaggi TransAlpina 2011—II^ Parte Week end Buggerru Langhe Speciale Motodays 2012

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Magazine di viaggi e tour in moto, lungo gli itinerari della Sardegna, d'Italia e d'Europa. Il mototurismo a 360°

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Novembre 2012 Anno 1 - Numero 2

GirandoInMoto - Magazine

http://www.girandoinmoto.it

Viaggi

TransAlpina 2011—II^ Parte

Week end

Buggerru

Langhe

Speciale

Motodays 2012

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GirandoInMoto—Magazine

Sommario

Messa in moto……………………………….. 3

Speciale: Motodays 2012…………………… 4

Speciale: Speedy Blogger Day by LeoVince.. 13

Viaggi: TransAlpina 2011—II^ Parte…..…. 17

Week-end: Buggerru..……………………….. 21

Week-end: Langhe…………………………... 24

Motostrade: La SS198 da Nurri a Tortolì….. 29

Dove mangiare: Ristorante Oasi Belvedere... 31

La presente pubblicazione non rappresenta una testata giornalistica in

quanto viene pubblicata senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi

un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001

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GirandoInMoto—Magazine

Messa In MotoMessa In Moto

E finalmente siamo alla seconda pubblicazione di questo GirandoInMoto—Magazine.

Dall’ultimo numero che ho inserito in rete, ho girato un bel pò in moto, arricchendo il Blog

di nuovi (e spero!) interessanti post.

Come preannunciato nello scorso numero, continuerò con la seconda puntata il resoconto

della TransAlpina 2011, a seguire una méta per il week end che preferisco raggiungere nelle

soleggiate e calde giornate di primavera o inizio autunno: Buggerru. Logicamente non può

mancare la recensione del ristorante in zona dove poter deliziare il proprio palato e i luoghi

dove poter comprare prodotti tipici.

A Marzo, complice un’offerta sui voli, sono stato a Roma per visitare in compagnia di mia

moglie il Motodays 2012, con tante novità nel settore motociclistico, ma soprattutto nelle

méte turistiche. Tema principale erano i mitici States, ma comunque non mancavano itinera-

ri più vicini alle nostre abituali dimore. Oltretutto a giugno ho ricevuto l’invito per parteci-

pare allo Speedy Blogger Day, una giornata organizzata da LeoVince e con l’occasione, vi-

sto che ho raggiunto Monticello d’Alba in moto, ne ho approfittato per un giro tra i bellissi-

mi panorami delle Langhe.

Infine non mancherà la descrizione delle strade “imperdibili” della Sardegna, e questa volta

andiamo sulla bellissima SS198 che tra centinaia di bellissime curve ci consente di attraver-

sare luoghi affascinanti ed insoliti.

Buona lettura!

Carmine Scudiero

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GirandoInMoto—Magazine

Speciale—Motodays 2012Motodays 2012

L’11 aprile scorso si è conclusa questa 4^ edizione del

Motodays, il salone del motociclo del Centro-Sud Italia.

Finalmente sono riuscito a trovare un fine settimana li-

bero e comprare il biglietto aereo a buon prezzo tramite

Ryanair, sia per me che per Clara!

Abbiamo avuto la fortuna di visitare il salone venerdi

09, con un afflusso di gente mediocre che ci ha consenti-

to di godercelo in tutta tranquillità.

Il primo padiglione visitato è stato quello

che maggiormente mi interessava: il n°6 dedicato al turi-

smo ed intitolato "Days on the road". Qui ho avuto la

possibilità di conoscere in prima persona Italo Baraz-

zutti ed Alessandro Bacci con il quale ho intrapreso un

interessante colloquio riguardo il suo ultimo viaggio in

Africa, nonché vedere in bella mostra le moto di Giam-

piero Pagliochini, appena rientrato da un raid in Africa,

e Mathias Schmid. Nella corsia centrale ho recuperato

materiale informativo riguardo la Basilicata (regione

quasi sconosciuta al turismo ma che ha davvero tanto da

offrire al mototurista), la Polonia, la provincia di Vi-

terbo. In questo padiglione facevano anche bella mostra

di sé le MV Agusta F3 ed F4: davvero notevoli!

Interessante lo stand della Garmin con, tra gli altri, il

Montana 650t. Davvero bella la parete di Viaggi Av-

venture nel Mondo, ricca di foto relative ai raid effet-

tuati in moto e non solo! Sinceramente non è la tipologia

di viaggio che fa per me, ma è comunque bello leggere

resoconti di altri viaggiatori. E finalmente lo stand della

KTM, dov'erano esposte una luccicante 990 Adventure

R e, proprio dietro, la 450 Rally guidata da Cyril De-

spres e vincitrice dell'ultima Dakar. Sono salito sul 990

Adv ed è stata un'emozione fortissima... ma non dico

altro!

Nel padiglione 5 erano esposte le moto degli apparte-

nenti alle forze dell'ordine, ed a seguire le prelibatezze

gastronomiche di Abruzzo, Sicilia, Sardegna... e come

non approfittarne?

L'attenzione al padiglione 4 si è concentrata allo stand

BMW, dove sono salito in sella alla R1200GS ADV

che ho sentito più leggera di sospensioni in confronto

alla KTM, ed allo stand Touratech dove ho preso una

copia del nuovo catalogo 2012 nonchè della rivista Tra-

vel Time. Lo spazio destinato alla Givi era molto ben

fornito, anche se toccando le borse impermeabili TW01,

TW02 e TW04, la qualità percepita è sembrata inferiore

a quella della Ortlieb-Touratech che possiedo... comun-

que sia, sono belle borse.

Nel padiglione 3 ho rivolto l'attenzione alla Sw-Motech

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che propone prodotti per il mototuri-

smo concorrenziali a quelli della

Touratech.

Simpatico il padiglione 7 "American

Village" ed il padiglione 8 dedicato

alle custom con relativi accessori.

Alcune aerografie erano davvero ca-

polavori, così come molte dueruote

costruite artigianalmente.

Insomma, è stata una bellissima

esperienza che spero di replicare il

prossimo novembre a Milano in oc-

casione dell'EICMA.

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Speciale—Speedy Blogger Day Speedy Blogger Day by by

Domenica scorsa sono rientrato dopo

un lungo fine settimana in Piemonte,

precisamente a Monticello d'Alba do-

ve ho avuto l'onore di poter visitare lo

stabilimento dove vengono prodotti

gli scarichi LeoVince (il cui modello

della serie SBK è montato anche sulla

Mula!), marchio appartenente al Sito

Gruppo Industriale.

Ero indeciso se partecipare o meno, anche perchè Giran-

doInMoto è un blog monotematico, prettamente dedica-

to al mototurismo, che ha poco a che vedere con tecnica

e componentistica specializzata. Però alla fine ho detto,

anche spronato da Clara: "e quando capiterà più un'occa-

sione del genere?".

L'appuntamento è per il 20 giugno, ed io mi imbarco a

Porto Torres il 19, trascorrendo una notte in traghetto.

Approdo a Vado Ligure e poi mi dirigo direttamente a

Monticello d'Alba imboccando la A6.

Arrivo e vengo accolto da Valeria ed Antonel-

la, faccio conoscenza con altri blogger ed invitati di siti

e forum dedicati al settore quali motoblog.it, daidegas.it,

moto.it, SuperBike Italia, Motocross, Alex Salvini, Ni-

cola Dutto, Davide Biga e Davide Peruzzi di MWT Ad-

venture Dream, Alberto Porta, oltre agli organizzatori

dell'evento Riccardo Simone e Chiara Melotto di DGT

Media.

Ad accompagnare le prime strette di mano, c'è un gradi-

to aperitivo sia dolce che salato... si fanno un pò di com-

plimenti nel avvicendarsi al tavolo allestito, forse per

timidezza, ma fa parte del gioco!

Dopo aver atteso l'arrivo di tutti gli ospiti e gli invitati,

alle 11.00 ci spostiamo nella sala dove vengono proietta-

te le slides che raccontano la storia dell'azienda, le sue

filiali nel mondo e l'ultimo prodotto creato: il terminale

della serie GranTurismo. Non sto qui a raccontare i par-

ticolari (quali i vari prodotti, il numero di dipendenti to-

tali, i terminali prodotti ogni anno, ecc... per tutto ciò ci

sono altri blog e siti, tra i quali quello della casa madre,

che forniscono tutte le informazioni di cui si ha biso-

gno), ma come ho vissuto io questa bella giornata.

Fin da subito mi sono sentito ben accolto, soprattutto per

il fatto che fossi arrivato a Monticello d'Alba in moto da

Cagliari. Devo essere sincero, la sensazione iniziale è

stata un pò di smarrimento da parte mia, poichè vedevo

intorno a me persone che gestiscono o collaborano per

blog, siti e riviste importanti del settore motociclistico,

oltre ovviamente ai vari ospiti (se penso al giro del mon-

do di Davide Biga, il mio arrivare da Cagliari è parago-

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nabile all’andare a comprare il pane sotto casa!), poi

questa sensazione è svanita subito, dopo le prime chiac-

chiere e soprattutto quando ci siamo seduti a tavola per

consumare il brunch presso MonteOliveto di Casà, una

stuttura ricettiva davvero suggestiva, posta in un conte-

sto ambientale molto affascinante. Qui ho avuto la pos-

sibilità di parlare con chi era seduto al tavolo con me, in

particolare con l'inviato di Motoblog, quello della rivi-

sta Motocross, Chiara Melotto e Riccardo Simone di

DGT Media, ed Antoine, responsabile vendite in Italia

della Sito.

Durante la consumazione del brunch siamo stati tutti

intervistati, ed il contenuto dei filmati sarà poi utilizzato

per un montaggio video che verrà pubblicato nei prossi-

mi giorni sul canale YouTube della LeoVince.

Il brunch è stato davvero gradevole: vengono messi a

disposizione nel buffet vari antipasti tutti serviti in un

proprio contenitore in vetro o ceramica. Prima vengono

serviti gli antipasti freddi, poi quelli caldi e per entrambi

i sapori erano davvero ottimi! Successivamente si passa

ad un delizioso piatto di paccheri rigati al sugo di salsic-

cia ed infine il dessert fresco e gradevole. Logicamente

non poteva mancare in questo periodo l'anguria ed infine

il caffè. Complimenti allo chef!

Prima di lasciare la struttura ho scambiato quattro chiac-

chiere con Davide Biga, che ha da poco ultimato il giro

del mondo a bordo della nuova Yamaha "SuperTenerè".

Poco dopo lasciamo MonteOliveto per tornare nuova-

mente al vicino stabilimento ed iniziare la visita ai locali

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dove vengono ideati, costruiti e collaudati i terminali,

le centraline e le parti in carbonio.

Ci viene spiegato il ciclo che porta alla nascita di un ter-

minale, quindi l'acquisizione dei valori della moto sui

banchi prova, la riproduzione dei punti di attacco e delle

curvature dei collettori del sistema originale che devono

coincidere con quelli del sistema aftermarker,

le verifiche finali, lo stoccaggio del prodotto, la celerità

di evasione degli ordini (la quantità e tipologia di termi-

nali stipati nei magazzini è davvero impressionante...

tutto a favore di un servizio di consegna più rapido).

Tutto è sistemato, catalogato ed ordinato, come dovreb-

bero essere tutte le aziende, in modo da rendere traccia-

bile il prodotto in ogni fase della lavorazione. Questa è

stata una delle prime cose che ho notato... sarà indole

professionale, ma anche nei nostri laboratori seguiamo

le procedure per i controlli della qualità e quindi questa

caratteristica non mi poteva sfuggire!A seguire ci viene

mostrata la sala pose dove vengono subito fotografati i

nuovi prodotti o dove si realizzano gran parte degli spot

pubblicitari... anche questo particolare sta a confermare

il fatto che la LeoVince concentra le attività quanto più

possibile nello stabilimento alle porte di Alba, e solo in

particolari occasioni si rivolge alla sede polacca per au-

mentare la produzione di qualche prodotto particolar-

mente richiesto.

Successivamente ci spostiamo nell'affascinante zona di

realizzazione delle parti in carbonio, le cui procedure

variano a seconda dell'accessorio soprattutto se presenta

più o meno particolari da modellare.

Infine Antoine ci illustra le fasi di stoccaggio dei pro-

dotti che, pur essendo di una stessa linea (X3, SBK,

Scoot, ecc....), variano a seconda del modello di moto

e dei valori che forniscono al banco prova.

Riepilogando, è stata un'esperienza davvero entusia-

smante che ha arricchito di molto le mie esperienze

motociclistiche (e non solo!). Ho avuto la possibilità di

conoscere nuove ed interessanti persone, confrontar-

mi con loro e vivere per un giorno una realtà comun-

que lontana da quella che è generalmente la mia vita

quotidiana e soprattutto il mio modo di vivere la moto.

Voglio ringraziare Riccardo Simone e Chiara Melotto,

per avermi dato la possibilità di partecipare a questo

evento ed anche per i consigli forniti all'itinerario per-

corso il giorno successivo nelle terre delle Langhe, Va-

lentina ed Antonella per la cordialità con la quale mi

hanno accolto, Antoine per avermi fatto percorrere il

Colle dell'Agnello attraversando il suo paese natìo

Sampeyre, tutti gli altri con i quali ho scambiato quattro

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chiacchiere (di alcuni, ahimè, non ricordo il no-

me....perdonatemi!) e, non per ultimo, la Sito Gruppo

Industriale per insistere ancora nel concentrare la pro-

duzione in Italia e

mantenere nel no-

stro paese quello

che rappresenta

uno dei marchi ita-

liani più rappresen-

tativi al mondo nel

settore motociclisti-

co.

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Viaggi—TransAlpina 2011TransAlpina 2011——II^ ParteII^ Parte

Apro gli occhi quando ancora il sole non è sorto. Gene-

ralmente dormo poco, a maggior ragione ora che ho l'en-

tusiasmo a mille. A causa dell'umidità di questa notte la

Mula è completamente bagnata, così come la tenda. Pre-

paro il caffè e mentre ascolto il sibilo del gas che fuorie-

sce dal fornetto, mi guardo intorno: cacchio, queste Alpi

sono proprio belle!

Mi preparo e smonto la tenda sistemando tutto nei bau-

letti. La funicolare di La Grave riprende il suo viavai

verso il ghiacciaio, i primi raggi di sole illuminano le

cime dei monti ed io alle 8.00 sono già in strada. La stra-

da con curve ampie e veloci costeggia alcune cascate, la

cui acqua precipita sulle rocce fino a tuffarsi nel fiume

che sbocca sul Lac du Chambon che raggiungo pochi

chilometri dopo. L'acqua ha un colore particolare, simile

al turchese.

Raggiungo Le Freney d'Oisans, altri chilometri ancora

percorsi in una affascinante gola e mi trovo ai piedi della

salita che porta all'Alpe d'Huez: i tornanti si susseguono

uno dietro l'altro, ma le migliaia di scritte di incitamento

per i ciclisti del Tour de France possono rendere l'asfalto

insidioso, così salgo con calma ammirando il panorama.

L'aria fresca di prima mattina è un toccasana. Il paesino

di Huez ha tutte le case in legno e numerosi negozi,

molti dei quali sono ancora chiusi. Al centro della strada

è posto lo striscione che segna il punto di arrivo per i

ciclisti.

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GirandoInMoto—Magazine

Scatto qualche foto ed inizio la discesa che avviene in

direzione di Villard Reculas: la stradina stretta è più

utilizzata per le passeggiate a piedi o a cavallo, ma an-

che fatta in moto ha il suo fascino, dove è possibile ve-

dere un bellissimo panorama sulle montagne e sui paesi-

ni alle loro pendici. Inizia un tratto in discesa che, pur

essendo umido in alcuni punti, è comunque gradevole da

guidare. Giungo ad Allemond ma non entro in paese

perchè imbocco subito la strada per il Col de la Croix

de Fer.

Il sole inizia a posizionarsi più in alto nella sfera celeste

e così la temperatura si alza. La strada è dapprima im-

mersa nei boschi, con asfalto in buone condizioni per

alcuni tratti, pessimo in altri. Costeggio la diga di Le

Verney dove c'è il Museo Idroelettrico. Supero La Con-

damine e poi Le Rivier d'Allemond. La strada conti-

nua a salire e così come ieri, gli alberi lasciano il posto

ad una vegetazione rada. L'asfalto è sporco di letame in

più punti ma il panorama sul Lac de Grand Maison è

spettacolare.

Le curve si susseguono una dietro l'altra ma ad un certo

punto sono costretto, insieme ad altri ciclisti e motocicli-

sti, a spegnere il motore: migliaia di pecore che in greg-

ge attraversano la strada come fosse un fiume in piena.

Sono trascorsi 5 minuti di orologio prima che l'ultima

pecora passasse davanti la moto e proseguire la salita.

Prima raggiungo il Col du Glandon a 1924 mt poi, do-

po aver apprezzato il versante glaciale del Pic de l'Eten-

dard, il Col de la Croix de Fer a 2068 mt. Il panorama

è impressionante e la visione delle montagne si estende

per parecchi chilometri all'orizzonte. Una tavola consen-

te di identificare le vette circostanti. Inizia la discesa,

ugualmente sporca di letame, stretta e senza protezioni

ai margini della strada. Giungo a Saint Sorlin d'Arves

dove un gruppo di mucche scendono in paese in occa-

sione della transumanza. Le case assumono il caratteri-

stico aspetto alpino. Proseguo fino a raggiungere il Col

du Mollard a 1638 mt per poi imboccare una discesa

caratterizzata da un susseguirsi di decine e decine di tor-

nanti, che mi porta alla periferia di Saint Jean de Mau-

rienne. Peccato che un furgoncino mi ostacolava la stra-

da e quindi non mi sono goduto la guida come avrei vo-

luto.

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Da qui imbocco un noiosissimo tratto, interrotto solo

dopo Villarodin dalla presenza del Fort de l'Esseillon

che attira la mia attenzione.

A Lanslebourg Mont-Cenis ho pranzato una discreta

baguette con burro, formaggio e prosciutto prima di ini-

ziare la salita verso il Col de l'Iseran. Oltrepasso il bor-

go in pietra di Bonneval sur Arc e mi viene la tentazio-

ne di fermarmi, ma sono qui per un altro motivo e prose-

guo. Inizia la salita su una strada impressionante, molto

più del Col de la Bonette. Il manto stradale si estende

lungo un fianco della montagna che precipita diretta-

mente a valle tra le rocce. L'altezza del salto è impres-

sionante ed i crinali molto ripidi che iniziano proprio a

bordo strada: non oso immaginare le conseguenze dovu-

te ad un'eventuale uscita di strada...

Il panorama mi lascia a bocca aperta, ancora più sorpre-

so quando vedo una nube lenticolare sovrastare la vetta

di un ghiacciaio. Raggiungo la cima a 2770 mt ed un

vento gelido e forte mi taglia il viso. La bandiera della

Savoia (praticamente identica a quella Svizzera) svento-

la forte quasi volesse staccarsi. La discesa dal Col de

l'Iseran è divertente e man mano il clima diventa più cal-

do. Dopo Val d'Isère numerose interruzioni al manto

stradale mi rallentano la marcia. Ad un semaforo cono-

sco due centauri italiani che mi fanno i complimenti per

il viaggio fatto finora e per quello a venire, soprattutto

perchè non giungo proprio da dietro l'angolo... Sono a

Seez ed imbocco un'ennesima salita fatta esclusivamente

di tornanti che mi conduce sul Pass du Petit Saint Ber-

nard che segna il confine con l'Italia a 2188 mt. Sono

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ancora presenti le strutture della dogana, soprattutto il

gabbiotto al centro della strada. Inizia la discesa ed a La

Thuile un'arzilla ed entusiasta vecchietta mi indica la

strada per il Colle San Carlo a 1971 mt. La salita è dav-

vero bella, la discesa altrettanto ma molto più ripida e

caratterizzata dalle scritte di incitamento per le gare ci-

clistiche. Giungo a Morgex e con molta calma arrivo ad

Aosta attraversando paesi caratteristici, ognuno dei qua-

li sormontato da un castello.

Come programmato, faccio un giro in centro e compro

le tegole valdostane (buonissime!) da portare a casa. Fa

caldo, molto caldo. Vorrei proseguire per la Svizzera,

ma sono già le 17.30 e l'unico mio impedimento è rap-

presentato dal cambio di moneta. Per oggi la mia tappa è

finita, monto la tenda ancora bagnata e trascorro un'altra

notte tranquilla e molto più asciutta e mite della prece-

dente.

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WeekEnd—BuggerruBuggerru

Finalmente un sabato mattina con il sole, senza il fred-

do siberiano della perturbazione che ha investito l'Italia

nelle scorse settimane. Infilo il completo touring e vado

a prendere la Mula a casa di mia cognata. Tolgo il telo

e quanto mi irrita vedere quel sottile strato di ossida-

zione sui dischi freno! Sono quasi due mesi che non la

prendo e mi mancava tanto portarla in giro.Ruoto la

chiave di accensione e la Mula si avvia puntuale come

un orologio svizzero. Nei primi metri percorsi sento

l'anteriore un pò sgonfio e provvedo subito a ripristina-

re quei pochi decimi di bar mancanti durante il riforni-

mento carbur,ante.

L'aria è ancora fresca, ma ben vestiti si sta divinamen-

te. Dove vado? le zone montuose sono ancora a ri-

schio ghiaccio, in alcune invece è ancora presente la

neve a bordo strada, quindi l'unica possibilità è andare

verso il mare.

Un trasferimen-

to veloce sulla

SS130 e mi tro-

vo alle porte di

Iglesias che ol-

trepasso mante-

nendo alla mia

destra la minie-

ra di Monteponi,

sul cui bordo

strada sono ammassati gli scarti in terra rossa delle

lavorazioni minerarie dell'epoca.

Devio per Buggerru sulla SP83 e poco dopo arrivo alla

spiaggia di Funtanamare completamente deserta. Pro-

seguo per la strada costiera che corre lungo i versanti

montuosi, in molti punti a strapiombo sul mare.

In lontananza i ruderi della Laveria La Marmora e sul-

lo sfondo il bellissimo Pan di Zucchero.

Mi fermo per fare un pò di foto: questi panorami sono

da incorniciare, e i colori di oggi li rendono ancora più

affascinanti. Oltretutto le nuvole sparse qua e là ac-

centuano ancor di più la profondità dei luoghi, creando

suggestivi giochi di luci ed ombre tutt'intorno. L'asfalto

è pulito, ma la strada stretta mi costringe ad un'anda-

tura da passeggiata nonostante le numerose curve

che invogliano a girare la manopola del gas.

Il Pan di Zucchero è di fronte a me, maesto-

so, piazzato lì in mezzo al mare a pochi metri da Porto

Flavia. Qui è possibile visitare le miniere di Masua-

Porto Flavia, costruite con un innovativo progetto che

permetteva il carico dei materiali estratti direttamente

sulle navi. Mi arrampico percorrendo un paio di tornan-

ti, allontanandomi solo temporaneamente dal mare. Su

questo tratto di strada mi dedico prevalentemente a

godermi le curve, senza azzardare perchè dovrei cam-

biare i pneumatici, soprattutto quello anteriore la cui

spalla destra è completamente liscia. La strada è tutta

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GirandoInMoto—Magazine

per me e, dopo aver superato una piccola utilitaria,

sfogo una buona parte dei cavalli posseduti dalla Mu-

la. 3^, 2^, apro a 7000, 8000 giri, di nuovo 3^. Il bivio

per raggiungere Cala Domestica mi invita a seguirlo e

così devio fino alla piccola area di parcheggio. Pas-

seggio sulla spiaggia non calpestata.

Qua e là piccole dune sulla cui cima fuoriescono ciuffi

di vegetazione rivolta verso l'interno, deformati dal

maestrale che molto spesso spira violento da queste

parti .Sono solo, su questa lingua di sabbia chiusa tra

due promontori rocciosi.

A sinistra le

rovine di un

vecchio ma-

gazzino della

miniera. Sulla

sabbia le or-

me di un gat-

to nero, acco-

vacciato poco

più avanti a

godersi que-

sto tepore.Riprendo il tragitto e giunto su un altopiano,

rivedo in lontananza il blu intenso del mare, dove af-

faccia una vecchia torre a base circolare.

Qui non ci sono strade che permettono di raggiungere

la costa, a meno che... ma con la mia è impensabile

una cosa del genere!

Ancora altre curve, dove alla mia vista, si apre il pano-

rama di Buggerru. Ancora oltre la spiaggia di Portixed-

du ed infine il promontorio di Capo Pecora.

Giungo a Buggerru e decido di deviare lungo il versan-

te della montagna, percorrendo una stradina stretta

che la circoscrive, con l'intenzione di raggiungere la

piccola frazione di Grugua. L'asfalto è pieno di sassi,

mancante delle protezioni a bordo strada che dà diret-

tamente su un ripido declivio roccioso. Salendo, sotto

di me si apre uno scenario favoloso. A sinistra Bugger-

ru ed il porticciolo, a seguire la spiaggia dalla sabbia

dorata con le onde del mare che si infrangono sulla

battigia. Il loro movimento smuove la sabbia sul fondo

facendo assumere all'acqua vari colori che virano dal

blu al celeste, al verde smeraldo: rimango davvero

senza parole.

Poco dopo, quando mi lascio il mare alle spalle, l'asfal-

to finisce e sono costretto a tornare indietro. Fin dall'i-

nizio infatti, il fondo stradale di questo sterrato non è

idoneo ad essere percorso con la Mula. Torno indietro

e proseguo in direzione di Guspini-Fluminimaggiore-

Iglesias. Percorro il lungo rettilineo che costeggia la

spiaggia di San Nicolao che termina con la piccola

spiaggia di Portixeddu. Anche qui i segni lasciati dal

Maestrale: l'asfalto è quasi completamente ricoperto

dalla sabbia ed al suo margine rivolto verso il mare si

sono formate grosse dune. Tutti i ristoranti sono chiusi.

Mi sarei fermato volentieri per uno spaghettino veloce

magari con i ricci di mare, ma devo essere sincero,

apprezzo maggiormente questa sensazione di solitudi-

ne.

Trovo l'indicazione per Portixeddu che mi porterà, a

seguire, al promontorio di Capo Pecora.

Un gregge di capre attraversa la strada, ma al mio so-

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praggiungere si fanno largo facendomi passare senza

problemi.

Questa spiaggia è fatta di rocce bianche, ovali, leviga-

te nei secoli dal vento e dal mare, tant'è che viene

chiamata anche "spiaggia delle uova di dinosauro".

Sono indeciso se tornare indietro o proseguire, consa-

pevole di trovare la SS126 umida. Proseguo ed arrivo

in breve tempo a Fluminimaggiore. Molti tratti all'ombra

della statale che porta ad Iglesias sono umidi, ma nei

tratti asciutti mi sono divertito come un bambino. Pec-

cato non avessi portato con me gli elastici o il ragno: in

un punto erano accatastate le cortecce di sughero,

ottime per ricavarne vassoi dove mettere il maialetto

dopo la cottura.

Valico il passo Genna Bogai a poco meno di 600 mt

s.l.m. e percorro in discesa l'ultimo tratto della

"Sant'Angelo" fino ad arrivare ad Iglesias. Così come

per l'andata, percorro la SS130 fino a casa. Spengo la

moto, la rimetto sotto il telo e quando la sera mi trovo

sotto le coperte, mi viene in mente quanto scritto sul

cartello turistico di Capo Pecora:

"...ma quando s'addormentò non sognò nè boschi nè carbone nè

montagne nè merli che chioccolavano. Sognò un mare color lava-

gna attraversato da lunghe ondate bianche e due grosse barche

che si allontanavano faticosamente , una avanti e una dietro, con

le vele spiegate"

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GirandoInMoto—Magazine

WeekEnd—LangheLanghe

Quando aprivo la mappa geografica per percorrere

idealmente le strade d'Italia ed immaginarmi in sella

alla Mula in chissà quali posti nei miei futuri motogiri,

non avevo mai pensato al Piemonte come possibile

méta. L'occasione per scoprire questa regione è arri-

vata con l'invito allo Speedy Blogger Day promosso

dalla LeoVince per il 20 giugno scorso, ed infatti il tra-

ghetto per tornare in Sardegna sarebbe ripartito solo

due giorni dopo... quale occasione migliore per appro-

fittarne e consumare un pò di battistrada? Ahimè, non

ho avuto tempo per preparare un itinerario "ad hoc"

per conoscere più approfonditamente queste zone, ma

certe volte i viaggi meno organizzate sono quelli me-

glio riusciti (...certe volte!).

Dopo

una

notte

tra-

scorsa

in ten-

da nel

cam-

peggio

Alba

Villa-

ge, apro gli occhi quando il sole ancora non si è levato

dall'orizzonte. L'umidità della notte ha bagnato tutta la

tenda e la Mula che, silenziosa, è parcheggiata lì al

mio fianco. Mi lavo, mi vesto e rassetto tutto: oggi ho

in programma la visita delle Langhe. Fino a ieri sera

ero combattuto: seguire i suggerimenti di Chiara e Ric-

cardo che mi invitavano a girare per questi meraviglio-

si posti o dar retta ad Antoine e virare verso le Alpi?

Scelgo (per ora) la prima possibilità. Lascio Alba dopo

aver bevuto il caffè, preparato con il mio personalissi-

mo ed immancabile fornelletto, e consumato una velo-

ce colazione in un bar in centro. Oggi il cielo è molto

più limpido di come si presentava ieri quando sono

arrivato a Monticello d'Alba, ma credo che le tempera-

ture saranno anche più alte, tant'è che sono solo le

7:30 e già sto sudando.

Mi dirigo verso sud sulla SP32 fino a Diano d'Alba e

poi Montelupo Albese, dove percorro delle belle cur-

ve non particolarmente impegnative. La vista non può

trascurare gli immensi vitigni che ricoprono completa-

mente le colline, il cui colore verde è intervallato solo

dalla presenza delle cascine di varie tonalità.

Devio in direzione del piccolo borgo di Rodello, patria

del Dolcetto d'Alba, dove mi fermo al bar della cantina

sociale per comprarne una bottiglia. Imbocco la SP429

in direzione di Cortemilia e man mano i vitigni fanno

spazio alle piante di nocciola (la famosa Tonda delle

Langhe).

Lascio scorrere la

moto lungo la

SP31 verso Cra-

vanzana, Feiso-

glio ed infine

Niello Belbo.

Giungo a Muraz-

zano dove il car-

tello turistico

all'ingresso del paese indica che questa è zona di pro-

duzione dell'omonimo formaggio: bisogna comprarlo!

Mi metto alla ricerca di un rivenditore e mi viene indi-

cata una botteghina poco fuori il paese, chiamata "La

Massaia". Entro e noto subito il banco frigo posto a

sinistra della porta di ingresso, ed al centro della sala

un tavolo sul quale sono esposte specialità tipiche del-

la zona: un paradiso per i golosi! Dopo una breve con-

sultazione con la rivenditrice, decido di acquistare due

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forme di Murazzano ed un barattolo in vetro con due

Tume, sempre di Murazzano, ma più stagionate.

Riprendo la strada e proseguo per la graziosa Doglia-

ni che non passa inosservata grazie alla cupola verde

della chiesa principale.

Dopo una bellissima serie di curve in salita raggiungo

Bossolasco e successivamente Serravalle Langhe e

Monforte d'Alba: i noccioleti pian piano lasciano nuo-

vamente spazio ai filari di viti. Sto di nuovo puntando a

nord per entrare nel territorio del vino più famoso al

mondo: il Barolo. Di fronte a me la cantina "Terre del

Barolo" mi invita ad una sosta. La temperatura è alta

ed una degustazione di vini non è molto indicata visto

che sono anche in moto... ma un assaggio di Barolo

Chinato non posso lasciarmelo sfuggire! L'aroma di

questo spettacolare vino aromatizzato mi rigenera le

papille gustative. Prima il profumo, poi il sapore

che insieme si fondo per creare una vera poesia di

aromi. Devo farlo assaggiare anche a Clara, ed infatti

compro una bottiglia di Barolo ed una di Barolo China-

to che metto subito in valigia.... tanto di spazio ce n'è

ancora!!!

Barolo (paese) è davvero suggestiva, con la bandiera

che sventola dall'alto della torre sembra di fare un pas-

so indietro nel passato. E' ora di pranzo e lo stomaco

inizia a brontolare. Ieri Riccardo e Chiara mi avevano

indicato l'Osteria del Vignaiolo nella vicina La Morra.

Riesco facilmente a trovarla ma delusissimo scopro

che è chiusa per ferie!!!! A questo punto decido di se-

guire i suggerimenti che Antoine mi aveva detto ieri ed

apro la cartina per trovare la strada più veloce che mi

permettesse di raggiungere la Valle Varaita e arrampi-

carmi per scoprire il Colle dell'Agnello, che dicono

essere spettacolare. Per strada fa molto caldo e, ag-

giunto al traffico trovato fino a Savigliano, il trasferi-

mento è frustrante. In pieno giorno, il margine della

strada è occupato da alcune prostitute che attendono i

clienti all'ombra di un albero... chi parla a telefono, chi

si aggiusta il pantaloncino in jeans...

La strada inizia a salire e l'architettura dei paesi cam-

bia completamente: Venasca, Frassino e Sampeyre

mostrano le piccole case dai tetti in tegole di pietra

molto simili allo stile valdostano. Qualche nuvola copre

il sole ed abbassa leggermente la temperatura renden-

do il viaggio più gradevole. L'asfalto si restringe e si

inizia a salire in un anbiente bellissimo e solitario. Cur-

ve larghe e tornanti mi accompagnano in questa scala-

ta dove ini-

zio a sentire

la differen-

za di altitu-

dine com-

pensando i

timpani.

La tempera-

tura di fa

sempre più

fresca e

gradevole

man mano

che prose-

guo. La ne-

ve rimasta

tra gli an-

fratti dove

batte meno

il sole è in

lento dissolvimento, e da quella presente a bordo stra-

da si vedono defluire piccoli rigagnoli d'acqua che in

alcuni punti bagnano l'asfalto. I ciclisti conquistano len-

tamente la vetta, chi da solo, chi in gruppo... alcuni

hanno ai polpacci vene grosse quanto un dito e lo sfor-

zo nel salire è evidenziato dalle smorfie del loro volto.

Il panorama è davvero suggestivo, con le montagne

tutte intorno ed una striscia di asfalto grigio che, zigza-

gando tra i rilievi, dona un tocco di colore in più al luo-

go. Dall'alto le poche auto e bici che salgono sembra-

no così piccole... sono in cima, dove un blocco in pie-

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tra intaccato al centro segna il confine tra l'Italia e la

Francia a 2744 metri s.l.m..

Mi guardo intorno mentre un vento freddo e piacevole

mi taglia le guan-

ce e vedo da lon-

tano una cima

alta ed appuntita

che scopro poi

essere il Monvi-

so. Dal versante

francese la stra-

da scende verso

le pendici dei

monti, dove i bo-

schi prendono il

posto delle roc-

ce. Scatto qual-

che foto e scam-

bio quattro chiac-

chiere con altri

due bikers di Cu-

neo i quali mi suggeriscono di percorrere l'Izoard visto

che l'anno scorso non sono riuscito a fare, ma non vor-

rei spingermi troppo a nord visto che domani devo ri-

prendere il traghetto per tornare a casa. Decido quindi

di rientrare in Italia valicando però il Colle della Mad-

dalena. Mi rimetto in sella e, percorsa velocemente la

strada in discesa, attraverso i graziosi paesini di Mou-

lines en Queyras (dove riempio di acqua freschissima

la mia borraccia in una delle tante fonti che si trovano

per strada) e Chateau Queyras dominata dal suo bel

castello.

La tempe-

ratura si

alza nuo-

vamente e

mi immer-

go lungo

la bellissima e suggestiva strada del Combe de Quey-

ras: curve, curve e ancora curve su un asfalto ben te-

nuto che consente di aprire un pò di più il gas. La stra-

da corre lungo una gola profonda, dove le piccole gal-

lerie sono scavate

direttamente nella

roccia. La Mula

echeggia a 6-7000

giri mentre in dece-

lerazione posso

sentire il rumore

delle rapide del fiu-

me dove numerosi ragazzi praticano il rafting. Lo spet-

tacolo è davvero unico ed in alcuni punti le rocce dei

due versanti costiuenti la gola sembrano quasi toccar-

si.

Giungo a Guillestre sulla Route des Grandes Alpes,

nella rotonda che ricordavo aver attraversato anche lo

scorso settembre durante le TransAlpina 2011. Mi diri-

go verso il Col de Vars fino a raggiungere Saint Paul

dove devio per il Colle della Maddalena, in francese

meglio conosciuto come il Col de Larche. Il panorama

è ugualmente bello, ma meno di quello che si gode dal

Colle dell'Agnello. Sono nuovamente in Italia e la stra-

da in discesa mi consente di affrontare prima 17 tor-

nanti quasi consecutivi e non difficili, poi altri 6. Incro-

cio per due volte i castori a bordo strada, ma non rie-

sco a fotografarli.... Supero Argentera dove passo at-

traverso alte pareti di roccia, poi Pietraporzio, Vina-

dio ed infine Borgo

San Dalmazio. L'a-

sfalto è umido in più

punti, quasi come

avesse piovuto poco

prima. Sono le

17.30 circa quando

raggiungo il Cam-

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ping Bisalta alle porte di Cuneo. Sono l'unico che sta-

notte dormirà in tenda, mentre introno a me ci sono

solo camper e roulotte. Dopo una doccia rigenerante,

prendo il mio taccuino Moleskine, la penna, la macchi-

na fotografica e mi siedo al tavolo del bar del campeg-

gio dove sorseggio una freschissima birra Menabrea

ed abbozzo gli appunti di questa tappa. Riguardo le

foto, sorseggio la birra, e ripasso nella mia mente i bel-

lissimi paesaggi visti e le piacevoli sensazioni provate

in questa giornata mentre lo sfrigolio dell'aglio nell'olio

proveniente dalla cucina, mi ricorda che la cena è qua-

si pronta.

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Motostrade di Sardegna—La SS198La SS198

Che venga percorsa in un verso o nell'altro, questa

strada regala infinite emozioni! Io stesso mi trovo in

difficoltà nel decidere il punto di partenza...

Ok, mi butto. Visto che qualche giorno fa ho proposto il

tratto della SS125 da Lotzorai a Dorgali, oggi illustro la

strada che in un ipotetico viaggio verso il nord Sarde-

gna potrebbe precederla.

Ci troviamo al bivio che incontriamo sulla SS128 una

volta lasciata Mandas, e dobbiamo seguire le indica-

zioni Tortolì-Lanusei. Un cartello ci indica il km 0 del-

la SS198, l'inizio di una vera poesia per noi e per la

nostra dueruote. Si comincia subito con delle curve

veloci in lieve discesa, un tornante a sinistra e si inizia

a salire su un asfalto che vira improvvisamente alla

tonalità rossa. Non so a cosa sia dovuto questo colore,

ma posso garantire che offre un grip eccellente (per

contro il consumo di gomme sarà molto più accentua-

to!). Proseguiamo tra colline e vegetazione fatta di po-

chi arbusti, su un tratto abbastanza veloce e tranquillo

che ci offre l'opportunità di scaldare bene le gomme.

Al bivio per Nurri proseguiamo diritti e prepariamoci

ad uno dei tratti più entusiasmanti: piantiamo bene le

punte sulle pedaline, poniamo il busto in avanti e pron-

ti a tirar fuori il sederino! E' un continuo di "S", destra,

sinistra, tanto da portare la moto continuamente in pie-

ga. La strada non eccelle in larghezza, quindi occhio a

non commettere errori, perchè trovarsi nella corsia op-

posta è un attimo! Chilometro dopo chilometro, l'asfal-

to scorre sotto le ruote in un attimo, quando si apre

davanti ai nostri occhi il lago del Flumendosa. Per-

corriamo gli ultimi ampi tornanti e facciamo riposare un

attimino le ginocchia mentre attraversiamo il viadotto

che passa proprio sul lago, ma non distraiamoci troppo

perchè inizia la salita fatta di curve veloci che corrono

parallele allo specchio d'acqua. Dimenticavo! Qui è

possibile anche effettuare escursioni in battello. La-

sciamo il lago e guidiamo in salita tra curve e tornanti

fino a raggiungere il valico Arcuerì, superando il bivio

per Esterzili (a proposito, chi vuole fare altre curve,

può raggiungere il predetto paesino e tornare di nuovo

indietro... ne vale la pena!).

Siamo in cima e tra una piega e l'altra inizia la lieve

discesa verso Sadali, conosciuto anche come il paese

dell'acqua grazie ad una cascata presente nel centro

storico del paese ed anche ad una più famosa,

Su Stampu de su Turrunu, raggiungibile con una pia-

cevole camminata nei boschi.

Voglio segnalare un ottimo ristorante/agriturismo dove

ho mangiato davvero bene: da Iliano (via Piave,

3396407426).

Lasciamo Sadali e, dopo aver oltrepassato la strada

ferrata dove oggi sferraglia il Trenino Verde (Sadali è

una delle tappe di questa bella e particolare attrazione

turistica), proseguiamo sempre per Lanusei-Tortolì

lungo un tratto di SS198 completamente immerso nel-

la natura fino a raggiungere il piccolo centro di Seui.

Attenzione che in alcuni tratti, fortunatamente brevi,

l'asfalto sembra non offrire un grip eccellen-

te! Continuiamo costeggiando un versante montuoso

pieno di bellissime curve dove dar sfogo ai propri istin-

ti, sempre a contatto con un panorama selvaggio ed

isolato. Il traffico è quasi inesistente e molte curve

hanno un'ampia visuale per poterle affrontare con tutta

tranquillità. Arriviamo ad Ussassai dove, poco dopo

usciti dal paese, iniziamo a vedere i primi Tacchi d'O-

gliastra, altipiani di origine calcarea tipici di questa

zona, che ci regalano uno spettacolo impressionante!

Eccoci arrivare in un altro piccolo centro: Gairo Taqui-

sara. Inizia la discesa immersa nei boschi, che ci por-

ta, dopo qualche bel tornante ed un'altra miriade di

curve, al bivio dove dobbiamo proseguire sempre per

Lanusei. Volendo, la deviazione per Ulassai-Osini non

è una cattiva idea, anzi! ma questa, prometto, sarà un

itinerario dei prossimi giorni...

Affrontiamo la salita e, prima di arrivare a Gairo

Sant'Elena attraversiamo il paese fantasma di Gairo

Vecchia. E' suggestivo passeggiare tra le rovine di

questo piccolo borgo dove il tempo s'è fermato agli

anni '60, quando fu abbandonato a causa del pericolo

di frane. Le strade sono in terra battuta ed anche le

caratteristiche costruttive delle abitazioni sono comple-

tamente lontane da quelle che concepiamo oggi.

Oltrepassiamo anche la più moderna Gairo Sant'Elena

e, sempre in salita, giungiamo alla cantoniera Sarce-

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rei, prima della quale è possibile deviare a sinistra se-

guendo l'indicazione Perdeliana, per visitare un mo-

numento naturale davvero affascinante. La cantoniera

rappresenta anche il punto più alto di questo tratto di

strada. Giungiamo ad un bivio posto in un tornante de-

stro e continuiamo verso Lanusei (a sinistra si prose-

gue per Nuoro lungo la SS389), poche curve più in

basso e finalmente ai nostri occhi si apre il panorama

sul mare antistante Arbatax.

Spesso mi è capitato di sentire nettamente la differen-

za di temperatura appena lasciato il bivio per Nuoro.

Giungiamo a Lanusei, famoso perchè patria dei culur-

giones, i ravioli a fagottino con ripieno di patate, for-

maggio e menta, la cui chiusura assume un disegno

simile a quelli di una spiga di grano.

Altre curve fino a raggiungere Ilbono dal quale ap-

prezziamo sempre di più il panorama sul mare. Qual-

cuno a questo punto sarà stanco di far piegare la pro-

pria moto, altri invece non sono ancora sazi... ci atten-

dono gli ultimi chilometri di splendido asfalto ros-

so, serpeggiante tra uliveti e vigneti, prima di varcare

le porte di Tortolì. Se la vostra zavorrina vi sta maledi-

cendo, rincuoratela perchè ad Arbatax potrà rifocillarsi

nella Peschiera San Giovanni (0782/664415 da pre-

notare con almeno due giorni di anticipo!), dove man-

giare pesce freschissimo in quantità esagerate oppure

organizzate un'escursione in motonave nelle splendide

e paradisiache calette ogliastrine!!!

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Dove Mangiare

Ristorante “Oasi Belvedere”Ristorante “Oasi Belvedere”

Spesso si storce un pò il naso di fronte a ristoranti po-

sti in località di mare, con la paura che la "fregatura"

sia proprio dietro l'angolo. Sicuramente non è questo il

caso.

Sono anni che passo in moto da queste zone perchè

offrono un panorama davvero unico ed emozionante,

specialmente lontano dai periodi di balneazione. Sia-

mo a Nebida, in pieno Sulcis-Iglesiente, nei pressi del-

le famose miniere di Porto Flavia (Masua) e della gal-

leria Henry (Buggerru).

Il ristorante l'Oasi Belvedere è posto proprio in questo

piccolo borgo, di fronte il promontorio dove una strada

pedonale consente di apprezzare il panorama che si

estende da Portoscuso al Pan di Zucchero.

Entriamo nella sala interna. Innanzitutto la cordiali-

tà delle ragazze addette al servizio ai tavoli mette subi-

to a proprio agio. Abbiamo pranzato insieme a tutto il

gruppo partecipante all'I-

chnogiro 2012 ed ognu-

no ha in sintesi espresso

i commenti che, sintetica-

mente, sto qui a descri-

vervi.

Ci vengono serviti gli an-

tipasti: gamberi con pomodoro fresco e rucola, cozze

al sugo, polpo con le patate, davvero saporiti e soprat-

tutto con l'ingrediente principale (il pesce) fresco!

Per primi ci vengono serviti i cassulli (formato di pa-

sta tipico di Carloforte) ai 3 colori con tonno fresco,

pinoli e pomodori freschi (ottimi!!!), e le trofie con le

cozze (molto buone, anche se a mio parere il sapore

dei cassulli le hanno superate di gran lunga).

Per secondi,

orate arrosto

(e posso ga-

rantire che si

sentiva il sa-

pore del ma-

re! Inoltre

erano ancora

evidenti le

strisce dorate

sul naso nonostante la cottura ed il profumo che ema-

navano era irresistibile), gamberoni arrosto succosi e

dolci come pochi, calamari insemolati e fritti, teneri e

saporiti.

Mi sono alzato da tavola soddisfatto come poche altre

volte, sazio (anche troppo!) e con il buonissimo sapore

del pesce fresco nel palato!

Per concludere una macedonia di frutta di stagione.

Penso che le parole non siano sufficienti a descrivere

la bontà di tutti i piatti serviti, dove è evidente da subito

la cura nella scelta delle materie prime migliori. Il servi-

zio è veloce, cordiale e preciso.

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GirandoInMoto—Magazine

Davvero un plauso, tra l'altro già fatto di per-

sona allo chef, con la promessa (e la certez-

za) che ci torneremo ancora, ancora ed anco-

ra.

Oasi Belvedere

Belvedere di Nebida

Tel.: 0781251839 - 3389165388

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Redattore: Carmine Scudiero

Foto: Carmine Scudiero, Clara Campus

Impaginazione e creazione: Carmine Scudiero

Sito Web: http://www.girandoinmoto.it

Email: [email protected]