DANTHEA Magazine n°6/2

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rivista DIRITTO DOVERE ISTRUZIONE E FORMAZIONE

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Una professione!elettrizzante!

L’elettrotecnico sanitario è il “mago” delle apparecchiature medicali: installa e ripara tali macchinari, gestisce l’assistenza ed effettua la manutenzione degli stessi. Sempre all’avanguardia e aggiornato esegue le verifiche periodiche di sicurezza, interviene ed effettua collaudi delle apparecchiature. È il tecnico a 360 gradi, svolge con passione il proprio lavoro: il cliente è sempre al primo posto, lo coccola, gli offre qualità e professionalità. Testa i prototipi, promuove i prodotti, espone le caratteristiche tecniche degli stessi e si occupa della certificazione di qualità. Polifunzionale e flessibile, offre alle aziende servizi globali per la gestione di apparecchiature biomedicali, contribuisce alla soluzione di problemi tecnologici, economici, infortunistici; è il trait d’union tra l'ospedale e l'industria biomedicale. Sempre al passo con i tempi, giovane dinamico, elettronicamente avanzato, con un’importante dose di fantasia, l’elettrotecnico sanitario è un abile comunicatore, conosce bene la lingua inglese, in quanto avrà contatti con aziende internazionali. Lo possiamo trovare all’interno di un ospedale o di una clinica privata, in qualità di dipendente del servizio di ingegneria clinica o di una azienda esterna che presta servizio di global service all’interno dell’ospedale. In particolare, ha contatti con reparti di produzione e progettazione, dove collabora allo sviluppo integrato di prodotto e di processo; ha rapporti con le imprese commerciali e con gli uffici tecnici per gli acquisti. Se è intraprendente e polivalente farà carriera come libero professionista, svolgendo autonomamente il proprio lavoro, in diretta collaborazione con medici, biologi, chimici e tutto il personale specialistico. Avrà contatti con la committenza, con le aziende produttrici, con gli operatori addetti alla installazione, all'assistenza e alla vendita e con gli enti preposti al controllo e alla sicurezza. Infine può rivelarsi un venditore ad hoc sviluppando e intrattenendo ottimi rapporti con i responsabili tecnici dell’U.O. Tecnologie Sanitarie con gli assistenti tecnici, con i personale amministrativo della struttura sanitaria, con gli operatori sanitari a vari livelli quali medici, tecnici, infermieri. Si può concludere che l’ambito lavorativo è molto ampio, l’attività può essere svolta anche nel settore industriale e veterinario e… se sfruttato bene offre ottime possibilità di lavoro e di guadagno. Resta solo “imbarazzo della scelta”.

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Vera Vergari!

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L’esperienza di essere tutor!

Chi impara da chi?!Da anni lavoro in D.Anthea con il ruolo di Tutor, soprattutto nei corsi dell’obbligo formativo. È un lavoro vivo, entusiasmante e coinvolgente. È una sfida continua a ricercare strategie, a superare difficoltà nel cammino di crescita umana e professionale dei miei ragazzi, a volte bloccati per certi aspetti cognitivi o meta-cognitivi, ma anche curiosi, pieni di esperienze diverse dalle nostre e incredibilmente ansiosi di trasmettercele se solo noi, come educatori, riusciamo a riconoscerle, a creare contatti, a costruire canali giusti di comunicazione. Vi racconto la mia esperienza come tutor nel corso “Elettrotecnico Sanitario”, anche perché è stata la più continuativa; ha avuto inizio nel Gennaio 2007, si è protratta per quasi due anni e ora che siamo quasi alla fine del terzo, sono tornata ancora ad essere la tutor di quei ragazzi che avevo nel cuore. All’inizio del corso, mi si è presentato un gruppo di ragazzi assai eterogeneo, tutti smaniosi di dimostrare di esistere: lo hanno fatto nei modi più creativi e fantasiosi possibili. Mi è bastato guardarli negli occhi per capire che la loro era una vivacità intelligente, forse a volte mortificata dal contesti socio-culturale, contratta, ma incredibilmente propensa alla praticità e alla concretezza. Forte era la loro voglia di dissenso nei riguardi di un modello scolastico abbandonato e con il quale non avevano più voglia di confrontarsi, ma allo stesso tempo desiderosi di regolarità, di normalità e con la voglia di riappropriarsi del loro status di “ancora studenti”. Superando remore e cautela ho iniziato il mio tentativo di dialogo, alternando toni forti ad altri più affettuosi e pacati, proponendomi come una persona che non voleva giudicarli, ma che aveva voglia di aiutarli, di condividere con loro questa scelta formativa e comunque, pretendendo il loro ascolto e rispetto. Il primo passo è stato quello di mettere in atto soluzioni mirate a fornire le conoscenze di base agli allievi, in una fase di passaggio in cui ogni elemento utile alla comprensione del loro background socio-relazionale, dei diversi stili di apprendimento, delle loro attitudini, interessi e del loro “bagaglio” di competenze, al fine di non perdere un importante anello di congiunzione tra l’esperienza scolastica che si lasciano alle spalle e la nuova realtà che si accingono a vivere. Ho lavorato con gli allievi dapprima sul saper essere, stabilendo una relazione affettiva che li facesse star bene in classe, al di là dell’esperienza personale, e sul saper fare, cercando di fornire loro gli strumenti che permettono di acquisire delle conoscenze, indicando loro come studiare, spronandoli, incoraggiandoli di fronte alle difficoltà, lodandoli quando mostravano di impegnarsi e di aver compiuto dei progressi. Nonostante le normali criticità presenti in un percorso formativo, ho riscontrato motivazione e coinvolgimento da parte degli alunni; l’impegno e l’interesse per questo corso sono andati crescendo man mano che si procedeva, le lezioni si sono svolte in un clima di collaborazione, per cui posso dire che il miglioramento è stato tangibile sia a livello comportamentale, sia per interesse ed impegno nei riguardi delle lezioni affrontate. Sono soddisfatta del progetto; è stata un’esperienza molto interessante, che mi ha consentito di imparare. Sono convinta che i ragazzi abbiano sempre qualcosa da insegnare… Sono così pieni di speranze ed aspirazioni! Lavorare con loro e vedere i loro progetti trasformarsi in qualcosa di pratico dà sempre una grande emozione! Insomma, l’esperienza di tutoraggio ha rappresentato per me non solo un percorso formativo essenziale per la mia crescita professionale, ma anche un’occasione di crescita interiore, nonché un luogo di costruzione di legami affettivi. Vi voglio bene ragazzi, questa esperienza ha innescato in tutti voi una crescita, una profonda trasformazione. Avete imparato che, con entusiasmo e determinazione, è possibile raggiungere gli obiettivi che vi ponete; avete appreso che ogni risultato dipende in buona parte dal vostro atteggiamento, dalla vostra tenacia... Adesso tocca a voi dimostrare quello che sapete e quello che sapete fare. E soprattutto, quello che siete diventati.

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Sonia Negro!

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Gli allievi del corso di “Elettrotecnico Sanitario” pur così diversi tra loro, estroversi e vivaci o chiusi e timidi, sono tutti legati dallo stesso obiettivo: diventare dei bravi tecnici. Sono pronti ad imparare un mestiere e a cercare il loro spazio nel mondo del lavoro. Intraprendenti e simpatici, hanno interagito in modo accattivante con i docenti e con tutto lo staff D.Anthea. Ragazzi che hanno abbandonato il percorso scolastico tradizionale per seguire un cammino “alternativo”, meno convenzionale, più colorato, più adeguato alle loro esigenze. Come tutti i ragazzi del mondo, si sentono motivati se qualcuno li ascolta, li consiglia, li incoraggia. Più degli altri ragazzi fanno sentire il nostro lavoro importante e ci portano a vedere il mondo da punti di vista fuori dal comune. Sempre così spontanei, sinceri e solari, hanno fatto di questa esperienza un momento di crescita per tutti noi.

Alessandro Agrosì - «Questo corso mi è stato molto utile, perché in esso ho imparato tante nuove cose di cui prima ignoravo anche l’esistenza. Le materie e gli stages sono stati interessanti e i professori pazienti e preparati». Oliver Amato - «Bello! Mi è piaciuto conoscere dei ragazzi della mia età e aver modo di frequentare quelli che già conoscevo. La gita che abbiamo fatto a Pescasseroli poi ci ha permesso di conoscerci ancora più a fondo. È un peccato che presto le nostre strade si divideranno». Simone Bolognese - «È stato un corso interessante, tre anni in cui ho fatto nuove esperienze, nuove amicizie. Ho trovato ragazzi della mia età, con i miei stessi problemi, con cui confrontarmi. Un grazie ai professori e alle tutor... Non deve essere stato sempre facile sopportare i miei malumori... ». Riccardo De Paduanis - «Ho avuto una buona impressione del corso già al primo impatto e, nel tempo, giorno per giorno, ho capito che questo era il corso che faceva per me. Le materie professionalizzanti mi sono piaciute molto, anche perché sono state insegnate con metodi e strumenti non convenzionali. L’elettrotecnica è proprio il campo in cui voglio operare». Mirko Filippo - «Sento di essere una voce fuori dal coro, forse avrei voluto vivere questi anni in altro modo, anche se non so quale... Ma la gita mi è piaciuta molto! ». Andrea Giannotta - «Gli argomenti trattati in questi anni, come le esperienze degli stages, mi hanno davvero arricchito. Ho imparato un sacco di cose nuove». Emanuele Maggio - «Il corso è stato fatto molto bene dai professori e dalle tutor che sono riusciti sempre a interessarci e a coinvolgerci. Conoscere dei ragazzi che hanno le tue stesse problematiche poi ti aiuta ad aprirti, ti insegna a comunicare e dimostrare di essere all’altezza delle aspettative di chi aveva creduto in noi. Una bella esperienza che, se potessi tornare indietro, subito vorrei rifare». Andrea Panico - «In questi anni abbiamo avuto dei professori molto bravi. Un ringraziamento speciale alle nostre tutor... ». Gregorio Potenza - «...certo, ci sono sempre delle cose che non vanno per il verso giusto, ma l’aver conosciuto tanti nuovi amici giustificherebbe di per sé questa esperienza». Roberto Rizzo - «Le lezioni non mi hanno tutte attratto, ma gli stages sono stati davvero interessanti ed è stato bello condividere queste esperienze con tanti nuovi amici». Fernando Ruggeri - «In questo corso ci sono state delle cose positive e delle cose negative, ma sicuramente le prime sono state di più delle seconde! Bellissime esperienze quelle degli stages, la nostra gita in Abruzzo, le due giornate dedicate alla “ Fiera dell’Obbligo Formativo” ». Luca Toma - «A me il corso è piaciuto molto e nessuno ci ha mai fatto pressioni per costringerci a studiare. Ho inoltre conosciuto molti amici con cui mi sono divertito e con cui ho avuto interessanti scambi di opinioni. Mi dispiace che il corso finisca...». Samuele Verardi - «Le lezioni del corso, ma soprattutto gli stages, sono davvero serviti per maturarmi, per farmi conoscere nuovi amici e per capire cosa volevo fare della mia vita».

I nostri ragazzi!Luigina De Iaco!

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VE LI PRESENTIAMO!

HERE WE

ARE!

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Oliver AMATO Nato il 22 febbraio 1990, residente a Scorrano (Le)

Riccardo DE PADUANIS Nato il 12 gennaio 1991, residente a Castrignano dei Greci (Le)

Andrea CAUSO Nato il 6 novembre 1991, residente a Racale (Le)

Simone BOLOGNESE Nato il 2 gennaio 1992, residente a Serrano (Le)

Alessandro AGROSÌ Nato il 13 agosto 1991, residente a Cursi (Le)

Le sue doti assolutamente fuori dal comune lo portano a primeggiare in ogni contesto lavorativo. Alessandro è molto preparato, riflessivo e intelligente. Un giovane brillante che si distingue anche per la sua grande educazione, senso di rispetto e di responsabilità.

Forza di volontà e determinazione: queste sono le caratteristiche che contraddistinguono Oliver. Nei gruppi di lavoro è un leader poiché sa coinvolgere e motivare.

Simone è ragazzo riservato, ma allo stesso tempo determinato e disponibile. Si distingue soprattutto per la sua capacità di adattamento.

Simpatico, altruista e determinato… questo è Andrea! Si distingue soprattutto per la sua capacità di adattamento.

Buone capacità di ascolto, senso di responsabilità, competenze comunicative e relazionali sono le doti che contraddistinguono Riccardo. Un ragazzo con uno spiccato senso del dovere, voglia di mettersi in gioco e di lavorare con gli altri.

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Emanuele MAGGIO Nato il 29 maggio 1991, residente a Spongano (Le)

Andrea GIANNOTTA Nato il 9 maggio 1990, residente a Scorrano (Le)

Mirko FILIPPO Nato il 26 aprile 1991, residente a Scorrano (Le)

Daniele FILIPPO Nato il 18 luglio1991, residente a Scorrano (Le)

Daniele è un ragazzo dolce e sensibile, con tanta voglia di mettersi in gioco. È capace e attento. È sempre pronto a imparare.

Mirko è un giovane riservato. Mette in evidenza le sue doti con umiltà e discrezione. Sa districarsi in ogni situazione, ha un’ottima capacità di apprendimento e preparazione professionale.

Andrea è dotato di un’intelligenza vivace, di intuito e di buone capacità di problem-solving. A tutto ciò si aggiunge una spiccata passione per la tecnologia che ne supporta l’impegno e la preparazione professionale.

Determinazione e forza di volontà: queste sono le caratteristiche che contraddistinguono Emanuele. Nei gruppi di lavoro è un vero leader .

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Danilo MORIERO Nato il 18 novembre 1991, residente a Scorrano (Le)

Gregorio POTENZA Nato il 12 luglio 1990, residente a Taurisano (Le)

Andrea PANICO Nato il 21 dicembre 1989, residente a Uggiano La Chiesa (Le)

Cosimo MARZANO Nato il 25 agosto 1992, residente a Collepasso (Le)

Umiltà e dolcezza sono qualità che contraddistinguono Cosimo dagli altri. Un ragazzo puntuale e sempre disponibile, con tanta voglia di mettersi in gioco.

Vivace e dinamico, Danilo è un ragazzo solare, capace di farsi apprezzare in qualunque contesto per le sue capacità tecniche e la sua concretezza.

Volenteroso, determinato e preciso… nel lavoro di gruppo, sempre disponibile e coinvolgente, riesce a far emergere le proprie qualità.

La costanza, la tenacia e l’entusiasmo sono i veri punti forza di Gregorio, un giovane capace di farsi apprezzare in qualunque contesto, anche per la generosità relazionale, l’intuito e la preparazione.

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Samuele VERARDI Nato il 16 giugno 1989, residente a Scorrano (Le)

Luca TOMA Nato il 11 novembre 1991, residente a Cursi (Le)

Fernando RUGGERI Nato il 21 marzo 1991, residente a Palmariggi (Le)

Matteo RUBRICHI Nato il 5 ottobre 1990, residente a Cannole (Le)

Roberto RIZZO Nato il 8 ottobre 1991, residente a Noha (Le)

Senso di responsabilità, buone capacità di ascolto, competenze comunicative e relazionali sono doti che contraddistinguono Roberto, un ragazzo con un carattere dinamico ed energico.

“Creatività” è la sua parola d’ordine. Allegro, intraprendente, dinamico, Matteo ha sviluppato le sue capacità di ascolto e senso di responsabilità.

Volenteroso, disponibile, educato, particolarmente motivato, un ragazzo predisposto a lavorare soprattutto in gruppo con ottimi risultati.

Spirito di iniziativa e creatività caratterizzano Luca, un ragazzo allegro, vivace, socievole che con il suo dinamismo trascina ed entusiasma il gruppo.

Determinato, puntuale e preciso… questo è Samuel! Un ragazzo molto preparato, educato e con tanta voglia di lavorare in ambito professionale.

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Lorenzo Milani!

Dopo l’istituzione della scuola media a Vicchio arrivarono a Barbiana anche i ragazzi di paese. Tutti bocciati, naturalmente. Apparentemente il problema della timidezza per loro non esisteva. Ma erano contorti per altre cose. Per esempio consideravano il gioco e le vacanze un diritto, la scuola un sacrificio. Non avevano mai sentito dire che a scuola si va per imparare e che la scuola è un privilegio. Il maestro per loro era dall’altra parte della barricata e conveniva ingannarlo. Cercavano perfino di copiare. Gli ci volle del tempo per capire che non c’era registro. Anche sul sesso gli stessi sotterfugi. Credevano che bisognasse parlarne di nascosto. Se vedevano un galletto su una gallina  si davano le gomitate come se avessero visto un adulterio. Comunque sul principio era l'unica materia scolastica che li svegliasse.  Avevamo un libro di anatomia. Si chiudevano a guardarlo in un cantuccio.  Due pagine erano tutte consumate.  Più tardi scoprirono che son belline anche le altre. Poi si accorsero che è bella anche la storia. Qualcuno non s'è più fermato. Ora gli interessa tutto. Fa scuola ai più piccini, è diventato come noi. Qualcuno invece siete riusciti a ghiacciarlo un'altra volta. Delle bambine di paese non ne venne neanche una. Forse era la difficoltà della strada. Forse la mentalità dei genitori.  Credono che una donna possa vivere anche con un cervello di gallina. I maschi non le chiedono di essere intelligente.  È razzismo anche questo. Ma su questo punto non abbiamo nulla da rimproverarvi. Le bambine le stimate più voi che i loro genitori. Sandro aveva 15 anni. Alto un metro e settanta, umiliato, adulto. I professori l'avevano giudicato un cretino. Volevano  che ripetesse la prima per la terza volta. Gianni aveva 14 anni. Svagato, allergico di natura. I professori l'avevano sentenziato un delinquente. E non avevano tutti i torti, ma non è un motivo per levarselo di torno.  Né l'uno né l'altro avevano intenzione di ripetere. Erano ridotti a desiderare l'officina. Sono venuti da noi solo  perché noi ignoriamo le vostre bocciature e mettiamo ogni ragazzo nella classe giusta per la sua età. Si mise Sandro in terza e Gianni in seconda. E' stata la prima soddisfazione scolastica della loro povera vita. Sandro se ne ricorderà per sempre. Gianni se ne ricorda un giorno sì e uno no.  La seconda soddisfazione fu di cambiare finalmente programma.  Voi li volevate tenere fermi alla ricerca della perfezione. Una perfezione che è assurda perché il ragazzo sente le stesse cose fino alla noia e intanto cresce. Le cose restano le stesse, ma cambia lui. Gli diventano puerili tra le mani. Sandro in poco tempo s'appassionò a tutto. La mattina seguiva il programma di terza. Intanto prendeva nota delle cose che non sapeva e la sera frugava nei libri di seconda e di prima. A giugno il “cretino” si presentò alla licenza e vi toccò passarlo. Gianni fu più difficile. Dalla vostra scuola era uscito analfabeta e con l'odio per i libri. Noi per lui si fecero acrobazie. Si riuscì a fargli amare non dico tutto, ma almeno qualche materia. Ci occorreva solo che  lo riempiste di lodi e lo passaste in terza. Ci avremmo pensato noi a fargli amare anche il resto. Ma agli esami una professoressa gli disse: - perché vai a scuola privata? Lo vedi che non ti sai esprimere? Lo so anch'io che il Gianni non si sa esprimere.  Battiamoci il petto tutti quanti. Ma prima voi che l'avete buttato fuori di scuola l'anno prima. Bella cura la vostra. Quando Gianni era piccino chiamava la radio lalla.  E il babbo serio: - Non si dice lalla, si dice aradio.  Ora, se è possibile, è bene che Gianni impari a dire anche radio. La vostra lingua potrebbe fargli comodo. Ma intanto  non potete cacciarlo dalla scuola. "Tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di lingua”. L'ha detto la Costituzione pensando a lui.

Lettera ad una!Professoressa!

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Cinzia Rizzo!

Ho un ricordo sfumato, quasi perso tra le pieghe degli anni, ma che conserva la dolcezza del sogno. Quand’ero bambina, nella fiera al mio paese, c’era sempre un panchettino, quasi nascosto tra le montagnole di pigne resinose, i mandarini dorati e i dolci di marzapane incartati con la carta velina. Nascosto da un crocchio di gente, un omino faceva danzare le sue mani sul piccolo banco coperto dal velluto: copriva e scopriva a turno le tre carte, spostandole velocemente. Non c’è truffa e non c’è inganno: dove sta il tre di denari? Quante volte la vita ci ha messo davanti a quel panchetto: trovare il tre di denari e vincere è così difficile che ci passa la voglia di giocare e vorremmo arrenderci. È quello il momento in cui bisogna passare noi dietro al panchetto, cambiare mazzo di carte e magari anche scegliere, tra i tarocchi, quelli che al meglio ci rappresentino.

La morte: la carta del cambiamento e del rinnovamento. La chiusura di un capitolo della nostra vita e il passaggio a una nuova condizione.

Il carro: arcano legato alla consapevolezza di sé, delle proprie capacità, dei propri meriti. Indica l’introspezione, la ricerca della strada fuori e dentro di noi, volta al successo.

Il mondo: realizzazione e integrazione. Positiva conclusione di un problema, conseguimento di un obiettivo per cui si è lungamente lottato.

Il gioco delle!

tre carte!

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Presidenza e Direzione Amministrativa Antonio Ruggeri

Le Funzioni Strategiche Giovanni Antonio Cuminal

Sabrina Giorgino Antonio Montillo

Cinzia Rizzo Vera Vergari

e lo Staff organizzativo D.ANTHEA

Hanno collaborato per la redazione,

La Dirigente Scolastica ITIS Panetti Bari Eleonora Matteo

Lo staff didattico Luigina De Iaco - Valentina Longo - Sonia Negro

Coordinamento didattico Paola Ruggeri

Direzione Didattica Gina Lilia Delfina Pesce

Direzione Scientifica e Project Management

Silvia Nascetti

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www.danthea.eu

Sede di coordinamento Agenzia Formativa Agenzia Formativa

73100 LECCE 70026 MODUGNO (Ba) 73020 SCORRANO (Le) Via G. Zanardelli, 115 Via Roma 102/A Via Bellagreca Tel. Fax +39 0832.310224 / 318597 Tel. Fax +39 080.5367753 Tel. Fax +39 0836.460746 [email protected] [email protected] [email protected]