Giornalino Novembre 2011

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Nel Corno d’Africa, la peggior crisi … di Maria Grazia D’Agostino pag. 5 IN QUESTO NUMERO Buon Compleanno pag.10 “Educazione al Vangelo e vita quotidiana” di Nino Calderone pag. 6 COMUNICAZIONI pag. 9 In Fraternità … Notizie e Avvenimenti di Ignazio Cusimano pag.11 Convegno Nazionale CE.MI.OFS e … di Davide Guttilla pag. 7 La ricetta del mese di Mariella Campagna pag. 9 Programma attività e celebrazioni Novembre 2011 pag.12 Il mistero trinitario nel popolo della … di Iolanda Carrieri pag. 8 Da parte nostra … pag.10 Regina Pacis nelle famiglie pag.10 Reliquia di S. Chiara a Termini Imerese Programma pag.12 Anno X - n. 11 - Novembre 2011 di Don Massimiliano Purpura iamo a 30 anni dalla pub- blicazione della Familiaris consortio (FC), la prima sinte- si organica e completa della dottrina sul matrimonio e la famiglia che il Magistero ab- bia mai prodotto nella sua sto- ria. Non dimentichiamo che la FC viene dopo un sinodo dei Vescovi preparato da Giovanni Paolo II stesso attraverso quei discorsi sulla sessualità, sul corpo e sull’amore che impe- gnarono per alcuni anni i suoi incontri con i fedeli nelle udienze del mercoledì mattina. Sappiamo che il testo di fondo di queste udienze (pub- blicate poi a cura di C. Caffar- S

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Giornalino della fraternità Gancia di Termini Imerese

Transcript of Giornalino Novembre 2011

Nel Corno d’Africa, la peggior crisi … di Maria Grazia D’Agostino pag. 5 IN QUESTO NUMERO

Buon Compleanno pag.10

“Educazione al Vangelo e vita quotidiana” di Nino Calderone pag. 6

COMUNICAZIONI pag. 9

In Fraternità … Notizie e Avvenimenti di Ignazio Cusimano pag.11

Convegno Nazionale CE.MI.OFS e … di Davide Guttilla pag. 7

La ricetta del mese di Mariella Campagna pag. 9

Programma attività e celebrazioni Novembre 2011 pag.12

Il mistero trinitario nel popolo della … di Iolanda Carrieri pag. 8

Da parte nostra … pag.10 Regina Pacis nelle famiglie pag.10

Reliquia di S. Chiara a Termini Imerese Programma pag.12

Anno X - n. 11 - Novembre 2011

di Don Massimiliano Purpura

iamo a 30 anni dalla pub-blicazione della Familiaris

consortio (FC), la prima sinte-si organica e completa della dottrina sul matrimonio e la famiglia che il Magistero ab-bia mai prodotto nella sua sto-ria. Non dimentichiamo che la FC viene dopo un sinodo dei Vescovi preparato da Giovanni Paolo II stesso attraverso quei discorsi sulla sessualità, sul corpo e sull’amore che impe-gnarono per alcuni anni i suoi incontri con i fedeli nelle udienze del mercoledì mattina.

Sappiamo che il testo di fondo di queste udienze (pub-blicate poi a cura di C. Caffar-

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ra in Uomo e donna lo creò, Città Nuova, Roma) era un libro che il card. Wojtyla stava preparando quando è stato eletto papa, così come sappiamo che lo voleva pubblicare proprio in risposta a quello che era avvenuto nella Chiesa nei dieci an-ni precedenti non solo in Italia: quasi tutte le na-zioni europee si erano inoltrate in legislazioni sull’aborto e sul divorzio e una diffusa e sempre più pervasiva visione distorta della sessualità an-dava minando le relazioni uomo-donna e il senso dell’amore, che non può essere ridotto al senti-mento o al desiderio.

Proprio nel momento in cui, con la rivoluzione sessuale scoppiata negli anni Sessanta, la frattura dell’immagine di Dio contenuta nel matrimonio e nella famiglia raggiungeva il suo apice, la Chiesa sviluppava un’ampia riflessione sulla sua mater-nità nei confronti della famiglia. Si introduceva così una novità rilevantissima da un punto di vista squisitamente dottrinale prima ancora che pasto-rale: quella del rapporto di circolarità tra famiglia e Chiesa, quando la famiglia è compresa come Chiesa domestica e quando la Chiesa tutta intende se stessa come una “grande famiglia”, la “fami-glia dei figli di Dio”…

Il parallelismo che Giovanni Paolo II ha rico-nosciuto tra la Chiesa e la famiglia ci offre la chiave per comprendere il significato profetico dell’esortazione apostolica Familiaris consortio, scritta con la chiara consapevolezza che i tormen-tati dibattiti degli anni postconciliari avevano il loro fulcro nella questione del matrimonio e della famiglia: si pensi al dibattito avvenuto in seguito alla pubblicazione dell’enciclica Humanae vitae di Paolo VI.

Giovanni Paolo II seppe così ricondurre a una profonda unità le realtà della Chiesa e della fami-glia, pur nella loro distinzione, mostrando il pieno valore di entrambe e il loro apporto insostituibile in vista della “nuova evangelizzazione”. D. TETTAMANZI, Oss. Rom. 13 novembre 2010.

Mi pare di poter dire che, a 30 anni dalla sua pubblicazione, la FC manifesta tutta la sua fecon-dità per quanto ha fatto sorgere a livello di rinno-vamento della pastorale familiare delle nostre chiese (pensiamo per esempio ai Direttori di pa-storale familiare) e, non ultimo a livello di pro-mozione della famiglia come soggetto di pastora-le e non solo come oggetto ricettivo di pastorale fatta dagli altri nei suoi confronti.

È vero che nel frattempo la famiglia è andata incontro a notevoli difficoltà soprattutto nel no-stro contesto occidentale, difficoltà dovute sia alle

persone (endogene, quindi) sia al contesto sociale che di fatto risulta ostile alla famiglia non offren-dole quei supporti esterni di cui ha bisogno per la sua vitalità (aspetti economici, abitativi, fiscali, ecc.).

Nonostante tutte le difficoltà, non si può non riconoscere il grande ruolo che la famiglia conti-nua a svolgere nella società, sia per le nuove ge-nerazioni che ne garantiscono la continuità, sia per la loro educazione e acculturazione sociale, sia per l’equilibrio psico-affettivo delle persone che ne fanno parte e che permette loro di essere

efficienti nei compiti sociali extra-familiari. Per questo la Chiesa continua ad affermare con forza che la famiglia è fondamento della società e quin-di la società deve farsi carico delle sue necessità, in quanto alla fine la famiglia sana, in grado di svolgere i propri compiti, torna a notevole van-taggio della stessa società.

Mi pare ovvio che si debba partire dal fonda-mento della famiglia per capire il passo successi-vo, cioè che a sua volta la famiglia è fondamento della comunità cristiana. Su che cosa trova fon-damento la famiglia stessa? Certamente nell’amore che unisce i due, uomo e donna: è la risposta più immediata e indubbiamente vera. Ma solo in parte vera.

Vera, perché il matrimonio sacramento non può trovare fondamento in alcuna costrizione (non sarebbe più segno dell’amore assolutamente libero di Dio), ma solo nella libera scelta dei due di donarsi reciprocamente l’amore per tutta la vi-ta. “Il principio interiore, la forza permanente e la meta ultima di tale compito è l’amore: come, sen-za l’amore, la famiglia non è una comunità di per-sone, così senza l’amore, la famiglia non può vi-vere, crescere e perfezionarsi come comunità di persone” (FC18). Il fondamento più immediato,

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quindi, è l’amore di un uomo e di una donna che si impegnano liberamente e reciprocamente per tutta la vita, e ciò permette la comunione, non una semplice convivenza.

Vera solo in parte, perché l’amore umano nella sua fragilità si presenta come fondamento insuffi-ciente a dare solido fondamento, finché morte non separi.

Il fondamento della famiglia cristiana è l’amore di Dio, l’amore ricevuto da Dio, è l’amore di Dio come modello e alimento dell’amore umano da donare all’altro. In questa luce va letto il n. 11 della FC che presenta il dise-gno di Dio che sta a fondamento della famiglia stessa. Rileggiamolo:

L’uomo immagine di Dio Amore Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somi-

glianza (cfr. Gen 1,26s): chiamandolo all’esistenza per amore, l’ha chiamato nello stesso tempo all’amore.

Dio è amore (1Gv 4,8) e vive in se stesso un mistero di comunione personale d’amore. Crean-dola a sua immagine e continuamente conservan-dola nell’essere, Dio iscrive nell’umanità dell’uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell’amore e della comunione (cfr. «Gaudium et Spes»). L’amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano.

In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel corpo e corpo informato da uno spiri-to immortale, l’uomo è chiamato all’amore in questa sua totalità unificata. L’amore abbraccia anche il corpo umano e il corpo è reso partecipe dell’amore spirituale.

La Rivelazione cristiana conosce due modi specifici di realizzare la vocazione della persona umana, nella sua interez-za, all’amore: il Matri-monio e la Verginità. Sia l’uno che l’altra nella forma loro propria, sono una concretizzazione del-la verità più profonda dell’uomo, del suo «esse-re ad immagine di Dio».

È un testo molto denso e conciso anche dal punto di vista teologico (mi si dice opera del card. Ra-tzinger che, non dimenti-chiamolo, aveva presie-duto il sinodo sulla fami-

glia quando era ancora Vescovo di Monaco). Il testo dice di un progetto di Dio inscritto nella stessa realtà creaturale dell’essere umano: creato dall’amore e chiamato all’amore. Concetto svi-luppato poi abbondantemente da Benedetto XVI nella prima parte della sua prima enciclica Deus caritas est. Significa che senza amore l’essere umano non può vivere in pienezza la sua vita, non realizza né la sua stessa verità più profonda, quel-la di essere immagine di Dio amore, né la chiama-ta a diventare a sua somiglianza: un essere che ama. Ma ciò significa anche che, per capire a fondo questa realtà dell’amore tra un uomo e una donna (che cosa significa amare), occorre guarda-re a Dio e al suo amore per l’uomo. Questo dice, in estrema sintesi, la Deus caritas est.

Non sono ancora pienamente me stesso, se non sono capace di amare a somiglianza di Dio: a so-miglianza, perché non saprò mai amare come Di-o, anche se questa è la meta a cui tendere (“ama-tevi l’un l’altro come io ho amato voi”, “siate per-fetti come è perfetto il padre vostro che è nei cie-li”, ecc.).

La vita di ogni essere umano si fonda sull’amore di Dio: quindi, anche lo stesso matri-monio non può contraddire questa realtà, se vuole essere via verso la pienezza della vita umana. Non può trattarsi di realtà, il matrimonio intendo, che contraddice la pasta di cui è fatto l’essere umano; in caso contrario, il matrimonio sarebbe niente altro che una alienazione e l’amore tra uo-mo e donna un grande inganno.

Ma ciò che viene detto nella FC è ancora più preciso: la vocazione all’amore non è qualcosa di imposto da una volontà esterna, è iscritta dentro la stessa carne di cui l’essere umano è impastato. Il bisogno di amore non è qualcosa in qualche

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modo facoltativo, ma è la sua carne in cui vive. Questo intendeva dire Giovanni Paolo II quando parlava del significato sponsale del corpo: questa vocazione è impressa dentro la stessa realtà fisi-co-corporea, dell’essere umano. Quando l’essere umano viene meno all’amore, viene meno a se stesso, si disumanizza, abbassa il livello della sua umanità. Ecco il senso di “L’amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano”.

Questo, va notato bene, è detto dell’essere u-mano, prima ancora che della coppia, poi certa-mente riguarda anche la coppia, in quanto coppia formata da esseri umani che non perdono per que-sto la loro realtà umana. Significa esattamente che la coppia umana, fatta di uomo e donna, non è al-tro che una modalità, non l’unica, di questa rea-lizzazione della vocazione all’amore. È da questa verità che la FC trae la conclusione che, in caso contrario, sarebbe sorprendente e incomprensibi-le.

La Rivelazione cristiana conosce due modi specifici di realizzare la vocazione della persona umana, nella sua interezza, all’amore: il Matri-monio e la Verginità. Sia l’uno che l’altra nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell’uomo, del suo «es-sere ad immagine di Dio».

È questo fondamento che sta alla base del ma-trimonio e che ne garantisce la solidità e la fecon-dità non solo rivolta all’altro, al coniuge o ai figli o alla società o alla Chiesa, ma alla persona sin-gola del coniuge stesso. Ma la visione dell’amore che la Chiesa ha, alla luce dell’amore di Dio, è molto più profonda e non limitata al rapporto uomo-donna.

Ovvio che per comprendere tutto questo occor-re avere una concezione adeguata dell’amore umano, che non svaluta affatto il corpo, la sessua-lità e la relazione, come sbrigativamente a volte viene detto. Come dice Gesù, “non tutti possono capire”.

Occorre allora ritornare al modo di amare di Dio, di cui il nostro amore è solo una piccola so-miglianza. D’altra parte la comunità cristiana, in quanto cristiana, che ha quindi a fondamento e modello Gesù, il Figlio eterno del Padre, colui che ha realizzato in pienezza la sua umanità in perfetta comunione con il Padre e proprio a causa di questa perfetta comunione con il Padre, non ha altro fondamento che la carità, infatti “pienezza della legge è la carità” (Rm 13,10).

Solo quando la coppia vive di questa carità è

fondamento della comunità cristiana, non solo perché genera figli, ma perché la alimenta e la ar-ricchisce spiritualmente: una carità che si rivolge al coniuge innanzitutto, poi (un poi anche tempo-rale) ai figli, ma senza chiudersi su se stessa, a-prendosi alla realtà comunitaria più ampia della Chiesa.

È la coppia che si alimenta e vive dell’amore di Dio in Gesù che diventa fondamento della co-munità in quanto comunità cristiana. È la famiglia che si alimenta quotidianamente a questo amore che diventa fondamento della comunità cristiana. È un amore di tal pasta che è capace di accogliere le persone, di creare comunione, di rimarginare le loro ferite, di aprirsi al perdono, di restare loro a fianco nelle fatiche del cammino quotidiano, ecc.

La famiglia è comunione di persone dice la FC 15, comunione nell’amore che è accettazione e dedizione al bene della persona nella concretezza umana del suo darsi (con limiti e pregi) per amore della persona stessa vista come immagine e pre-senza di Dio: “La Chiesa trova così nella fami-glia, nata dal sacramento, la sua culla e il luogo nel quale essa può attuare il proprio inserimento nelle generazioni umane, e queste, reciprocamen-te, nella Chiesa”.

Se compito della Chiesa è portare l’amore di Dio nel mondo, la famiglia non può che essere pienamente partecipe nel donare questo amore all’essere umano del coniuge in primo luogo e poi del figlio fin dal primo istante del suo concepi-mento, nella piena gratuità dell’accogliere la vita per quello che è e non in conseguenza della scelta previa di alcune caratteristiche particolari.

Solo sulla base di questa accettazione e di un amore di tal fatta si può sviluppare in seguito una autentica educazione alla fede, fede che risulta comprensibile perché l’amore gratuito di Dio è stato sperimentato (e quindi diventato comprensi-bile) attraverso l’amore gratuito dei genitori. L’amore dei genitori nei suoi confronti diventa per il figlio il criterio ermeneutico per compren-dere l’amore di Dio per lui: è in tal modo che i genitori introducono (non solo fisicamente) il fi-glio nella comunità cristiana, lo generano ad essa e gli fanno fare esperienza viva di questa comuni-tà.

Ci affidiamo al Beato Papa, Giovanni Paolo II, affinché interceda per tutte le famiglie del mondo, soprattutto per quelle in difficoltà e in crisi, per-ché ritrovino l’unità e la concordia per il bene della società e del mondo intero, poiché senza la famiglia non c’è futuro.

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NEL CORNO D’AFRICA, LA PEGGIOR CRISI ALIMENTARE DEL 21° SECOLO

on ha sosta la crisi nel Corno d’Africa

(comprendente Etiopia, Kenya, Gibuti, Somalia ed Eritrea), la regione colpita da una serie di eventi naturali e politici che l’hanno messa in gi-nocchio in modo tragico. Ai danni delle continue guerre (il conflitto armato in Somalia logora il paese da quasi vent’anni) si sono aggiunti i capricci del-la natura con la terribile siccità che si è abbattuta sulla regione. Due stagioni senza pioggia ed i rac-colti sono andati persi, il bestiame (principale fonte di sostentamento) sta morendo e le già ca-renti fonti d’acqua potabile diventano sempre meno accessibili.

Ed anche se la siccità per questa zona non è una novità, c’è da dire che questa volta la gravità del fenomeno ha raggiunto un livello che non si vedeva da circa 60 anni. In aggiunta ancora c’è l’enorme aumento dei prezzi dei beni alimentari (che per alcuni beni ha raggiunto il 200%). Tutto questo si traduce in un grave stato di «crisi» in cui sono milioni le persone, soprattutto bambini, che stanno morendo di fame e di malattie. Le zone più colpite dalla crisi (Somalia, Turkana e Wajir nel Kenya settentrionale) non a caso sono anche le zone più marginalizzate economicamente e politi-camente.

A buon ragione, quindi, c’è da pensare che la vera colpa della tragedia non risiede tanto nei ca-pricci della natura, quanto piuttosto nell’inesistenza di politiche e di interventi ade-guati per rispondere a quello che in queste zone rappresenta un rischio perenne. La situazione è stata definita «catastrofe umanitaria».

In quanto a numeri, alla fine di luglio l'Unicef ha calcolato che il tasso di malnutrizione nell'area è del 30% (con punte fino al 55%) ed ha registra-to “quattro decessi infantili al giorno” ogni 10.000 bambini. Il tasso di malnutrizione tra i bambini ha, infatti, raggiunto il 58%. Due persone su 10 mila muoiono ogni giorno ed i primi a pa-gare sono i bambini e le donne, sempre più colpiti

dalle epidemie. Morbillo, diarrea, varicella, infezioni respiratorie, che in Occi-dente si curano in pochi giorni, nel Corno d’Africa colpiscono in modo letale. In Somalia, lo stato più colpito dalla crisi, le Na-zioni Unite contano il più alto tasso di persone espo-ste al rischio di malnutri-zione mentre in Etiopia,

Gibuti, Eritrea e Kenya la situazione è relativa-mente sotto controllo. Ed aumenta sempre più an-che il numero dei bambini malnutriti che rischia-no la vita.

In questa situazione molte persone fuggono ed il flusso dei profughi è stato, e continua ad essere, massiccio. Circa diecimila persone arrivano ogni settimana nel complesso di Daadab (che conta i tre campi profughi di Ifo, Hagadera e Dagahaley), il più grande al mondo e che si trova nel Nord-est del Kenya al confine con la Somalia. In agosto, il complesso di Daadab conteneva 450 mila profu-ghi (ne può contenere massimo 90 mila). Ma le previsioni sono drammatiche: entro la fine dell’anno l’intera parte meridionale del Paese ver-rà colpita e, in assenza di una risposta adeguata, migliaia di persone moriranno secondo il centro di analisi per la sicurezza alimentare dell’ONU.

Richieste di aiuti umanitari sono, quindi, arri-vate dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur - agenzia dell'Onu per i ri-fugiati), dalla Comunità Internazionale e da Be-nedetto XVI, il quale ha più volte auspicato che «cresca la mobilitazione internazionale per invia-re tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini, e che non manchi a queste popola-zioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà». In quanto agli aiuti umanitari, essi sono insufficienti a coprire i bisogni della popolazione e la mancan-za di un governo centrale crea non poche difficol-tà nella consegna degli aiuti. Si conta che sono stati raccolti oltre 1,46 miliardi di dollari, cifra che si rivela insufficiente per un intervento effi-

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cace (per il quale necessiterebbe un altro miliardo ancora).

Dal canto suo, l’Unione Europea, seppur scos-sa dai suoi problemi economici interni, ha stan-ziato un piano di aiuti che ammonta a 5,67 milio-ni di euro. Gli aiuti serviranno per coprire le ne-cessità derivanti dall’enorme flusso di rifugiati. Le priorità naturalmente consistono in fornire alimenti ai gruppi più vulnerabili, curare i bambi-ni malnutriti, proteggere il bestiame e fornire ac-qua potabile. Ma è chiaro che si tratta di aiuti ne-cessari per rispondere all’emergenza. Sufficienti

quindi per il breve periodo e non a lungo termine i cui obiettivi richiedono invece un impegno an-cora maggiore.

Carenze strutturali, mancanza di servizi di base e politiche poco attente alle reali esigenze della popolazione e ai rischi derivanti da certe scelte economiche sono, in realtà, le vere sfide da af-frontare se si vuole cercare una soluzione, effica-ce ed efficiente, a quello che in questa regione del mondo è un problema cronico.

Maria Grazia D’Agostino

“EDUCAZIONE AL VANGELO E VITA QUOTIDIANA” l nuovo sussidio formativo dell’Ofs d’Italia ri-sponde al progetto formativo pastorale del trien-

nio 2011-13 ed agli “Orientamenti pastorali” che la Chiesa Italiana ci ha dato. Esso vuole essere uno strumento di stimolo e di verifica, un laboratorio at-tivo di vita, per un percorso di motivazione di rina-scita e di testimonianza, nella Chiesa e società, che pone al centro del processo formativo, la persona, la fraternità, la quotidianità.

Da un lato l’educazione al Vangelo, con le sue dinamiche di rendere visibile una fede troppo spes-sa offuscata o da eccesiva costruzione “dell’Essere” o della corsa affannosa del “fare”, e contestualmen-te una testimonianza capace di coniugare la forma / azione in un processo in divenire che realizza la fe-de in Dio, amato, condiviso e vissuto, attraverso le opere.

Educare significa aprire alla vita: vuol dire in-contrarla e dialogare con lei; ogni giorno, infatti, devo incontrare la vita che scorre inesorabile: devo mettermi in dialogo con essa e accoglierla così co-me mi si presenta, senza illusioni e senza evasioni o pretese da parte mia. È questa la maturità umana che la fede cristiana e il carisma Francescano ci chiede. Educare è accompagnare l’uomo nel dialogo con la vita, sapendo che l’uno ha bisogno dell’altro. In questo processo dinamico e coinvolgente, il testo chiede una Formazione che sviluppi la coscienza di vivere come realtà inseparabile il legame tra la fede professata e il vissuto quotidiano: una formazione attiva, dalla vita per la vita, perché ha come finalità la conversione e non soltanto la conoscenza.

Il nostro itinerario è illuminato dal carisma di Francesco, sempre nuovo e attuale, dal suo esempio di fedele seguace e imitatore di Cristo, dalla sua te-nace capacità di saper coniugare la vita di preghiera e di contemplazione, con la prassi del quotidiano, con l’essere costantemente alla ricerca dell’altro.

Qui si gioca l’attualizzazione “dell’uomo nuo-

vo”, sviluppando il senso dell’appartenenza eccle-siale, all’Ordine, la coscienza di essere mandati, in-sieme alla fraternità, per il compimento della mis-sione affidata.

Come educarci ad una fede così intensa e reale da evitare gli estremi del fondamentalismo e del re-lativismo?

Il cammino umano e cristiano di san Francesco che si ripropone in tutto il suo fascino per noi oggi è una risposta concreta. Egli è passato attraverso le ambizioni proprie del suo tempo e delle età della sua vita, la capacità di accettare sconfitte e ferite, il realismo della sua fede che non fugge il lebbroso con il quale, invece, impara a fare misericordia, l’accettare la fragilità della propria esistenza ed il riconoscimento di essere nei peccati, il riconoscere l’umiltà sconvolgente di Dio in Cristo, umile, pove-ro e crocifisso che “ogni giorno egli si umilia…”.

Il francescano secolare che vive in pienezza la fraternità come dono e scelta di un percorso privile-giato per la conoscenza di Cristo e riscoperta della fede, è chiamato ad una presa di coscienza e alla consapevolezza che non si può mai camminare da soli, ma uniti. Non si può evangelizzare secondo una propria ottica, ma accettando il discernimento della fraternità; tutti dovranno accogliere il “manda-to” della fraternità, anche se questo “mandato” non risponde ai nostri disegni.

Occorre sfuggire alla tentazione per la fraternità e per i francescani secolari di ripiegare su se stessi in una forma di chiusura quasi da costruirsi un Dio a propria immagine e per i propri usi e consumi, il cui profumo non giunge a nessuno, perché manca la mediazione e la proposta. Solo una fraternità, che si nutre, sull’esempio della Comunità di Gerusalem-me, di preghiera, di Eucarestia, della Parola, del servizio ai fratelli, potrà essere segno visibile di conversione e comunione.

Nino Calderone

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CONVEGNO NAZIONALE CE.MI.OFS E LABORATORIO SOCIO POLITICO GPSC

ei giorni 8 e 9 ottobre 2011, a Roma, presso la sede della Domus Urbis, si è tenuto il

Convegno Nazionale per i settori Ce.Mi.Ofs e Laboratorio socio-politico GPSC previsti dal Pro-getto Formativo Pastorale dell’Ordine Francesca-no Secolare d’Italia.

L’incontro ha trattato il tema: LEGALITÀ E NUOVI STILI DI VITA, UNA VIA PER LA MISSIONARIETÀ, che è stato presentato da Giu-seppe Irace, attuale Coordinatore dell’AC di Na-poli. Il Vice Ministro Gigi Bozzi a nome della fraternità nazionale ha porto il saluto e dato inizio ai lavori.

Ha rivolto all’assemblea il saluto P. Fernando Scocca TOR, Assistente Nazionale e Noemi Pao-lo Riccardi, consigliere Nazionale Delegata GPSC che ha presentato il tema del Laboratorio socio/politico del suo settore: CHI AMA È ANZITUTTO GIUSTO VERSO GLI ALTRI. Mo-derava l’incontro Alfonso Petrone, Consigliere Delegato Nazionale Ce.Mi.OFS.

Successivamente il relatore Giuseppe Irace ha sottolineato come occorra ripartire dalle motiva-zioni che spingono a percorrere il cammino mis-sionario, ispirati dal fascino che la spiritualità francescana esercita su ciascuno di noi. Il Signo-re, ha rimarcato l’oratore, fa trovare sul nostro cammino i segnali del suo amore per mezzo della Chiesa, affinché il popolo di Dio sia testimone coerente dei valori cristiani nel segno della mis-sionarietà.

L’essenza della carità pone al centro di ogni azione il rispetto di sé e degli altri, la ricerca della concordia e delle fraterne intese, l’accoglienza e il dialogo fraterno.

Il relatore, ingegnere presso il settore ambiente e sviluppo del Comune di Napoli, ha incisivamen-te affermato che nella vita quotidiana si fa fatica ad accogliere il rispetto delle regole ed a vivere una cittadinanza attiva.

Nino Calderone, Responsabile Nazionale per la Formazione, ha messo in evidenza l’importanza della riflessione su queste tematiche e la correlazione con il percorso annuale di for-mazione che, con il sussidio “Educazione al van-gelo e vita quotidiana”, vuole offrire delle piste di

attualizzazione per le Fraternità dell’Ordine Fran-cescano Secolare d’Italia.

Folta la delegazione siciliana, guidata dal Mi-nistro Regionale Pietro Calogero La Monica e che ha visto la presenza del Vice Ministro Fe-bronia Lamicela, del delegato regionale CE.MI.OFS Davide Guttilla, della delegata re-gionale alla Formazione Nunziata Toscano e dei membri della equipe regionale CE.MI.OFS: dei formatori nazionali Umberto e Salvatrice Virga-daula, Gabriella Palme Di Peri, nonché Carmela Mineo, Anita Maddaluna e Francesca Calderone.

Di particolare utilità è stata la suddivisione per settori in gruppi –laboratori: socio-politico GPSC, Volontariato e Laicato Missionario, all’interno di essi si è effettuato un bilancio dell’attività svolta e si è tracciata una linea per i successivi interventi.

Significativa e preziosa è stata la testimonianza delle famiglie dell’OFS che hanno svolto il servi-zio missionario in Romania, Venezuela e Came-run. L’incontro è stato incisivo e foriero di molte sollecitazioni, nella speranza che la Chiesa in tempi così travagliati continui a vivere ed operare nel mondo con coscienza evangelica e missiona-ria.

DAVIDE GUTTILLA Delegato Regionale CE.MI.OFS

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Un po’ di catechesi

IL MISTERO TRINITARIO NEL POPOLO DELLA NUOVA ALLEANZA

l diciassette settembre, festa delle Stimmate, durante l’omelia, accennando alla SS. Trinità,

Padre Vincenzo ci ha rivolto questa domanda: «Chi è Gesù?». Tutti sappiamo che Gesù è la se-conda persona della Santissima Trinità; il Genera-to dalla Parola del Padre; la Parola che si è fatta «Carne»; Gesù è la Parola che si rivela e ci salva.

Mediante la Parola e lo Spirito Santo, il Padre si dona pienamente e salva la nostra vita.

Il popolo della “Nuova Alleanza” riconosce in Gesù la gloria e la luce di Dio; Dio dunque, è il Si-gnore del cielo e della ter-ra; Colui che abita una luce inaccessibile (Mt 11,25) e che ha parlato per mezzo del Figlio, il quale è irradiazione della Sua Gloria.

Analizzando il prologo del Vangelo di Gio-vanni, emerge che Gesù è identificato come “Lo-gos” divino, l’unigenito Figlio di Dio.

Il “Logos” non fa parte della creazione “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio”. Tutto dunque, proviene da Dio che ha dato origine ad ogni cosa. Il “Logos”, Sa-pienza è Amore, è collaboratore nell’opera di Di-o. Il “Logos”, è Colui che possiede la vita divina ed eterna. La Parola è luce che illumina gli uomi-ni, sia nella conoscenza del Padre, sia nel cammi-no verso la salvezza che si attua solo in Gesù ed è anche vita per la Sua unità con Dio.

Attraverso l’incarnazione del “Logos”, la paro-la di Dio giunge a noi e attraverso Lui, Dio si autorivela e comunica con noi. Infatti, Dio che nessuno ha mai visto, il Figlio lo ha rivelato e per mezzo di Lui, è giunta a noi la grazia. L’unigenito Figlio, è l’unico generato non creato che riposa nel seno del Padre (Giov. 1,18).

Questo Logos – Figlio è Gesù, lo stesso che al battesimo, nel fiume Giordano, viene riconosciuto dal Battista come Figlio di Dio mentre la voce dello Spirito diceva: «Questo è il mio Figlio dilet-to nel quale mi sono compiaciuto». E Gesù, di-

viene servo del Padre e si offre alla croce per e-spiare le colpe di tutti noi.

Care sorelle e fratelli, il segno che il Regno di Dio è vicino è sempre Gesù, che agisce, che si ri-vela, che usa amore e misericordia, che si umilia,

che ama i poveri, i disere-dati, che dice al peccatore pentito: “Oggi sarai con me in Paradiso”. Però, il più grande segno salvifico che per amore, Gesù ha fatto, è il sacrificio della Sua Vita e, per il Suo Sangue versato, Dio ci ha redenti.

Ricordiamolo sempre, questo sacrificio sublime, nelle avversità della vita e,

soprattutto, quando il dolore bussa alla nostra por-ta. È proprio allora che Dio è con noi, è proprio allora che lo Spirito Santo aleggia su di noi e fa suoi i nostri pensieri.

Giovanni Battista testimonia che Gesù “battez-zerà in Spirito Santo ...” l’immersione in questo Spirito rappresenta la rinascita di tutti noi che ac-cogliamo la Sua Parola e la mettiamo in pratica.

Per Giovanni lo Spirito Santo è il principio della vita nuova che nasce dall’acqua del battesi-mo e ci porta alla verità. Possiamo quindi affer-mare che lo Spirito Santo è il testimone di Gesù e, come Gesù glorifica il Padre, lo Spirito glorifica Cristo il quale è segno del Regno.

Gesù è Amore e ciò che fa è Amore; è un Amore sovrabbondante che non conosce limiti e, quello che più sorprende è la Sua risolutezza, il suo modo di agire e di raggiungere l’obiettivo vo-luto dal Padre. Per questo è nato, per questo vive, per questo è venuto in mezzo a noi, per questo è morto.

Ecco chi è Gesù, è il Verbo fatto carne, è il Fi-glio di Dio, è Dio che si dona, è Dio che ci sostie-ne perché ci ama.

Buon cammino di fede. Iolanda Carrieri

I

In Fraternità con Francesco NOVEMBRE 2011 pag. 9

____________________________________ COMUNICAZIONI ____________________________________

Ecologia e ambiente offre nuovi servizi alla cittadinanza. Al fine di migliorare le performance dei servi-zi nel rispetto dell’ambiente e nell’ambito dei propri compiti istituzionali, Ecologia e Ambiente s.p.a. ha messo a punto un nuovo servizio finalizzato al conferimento di piccole quantità di sfabricidi. Presso il Cen-tro di Raccolta di Termini bassa, sarà posizionato apposito scarrabile all’uopo destinato. Pertanto, le utenze domestiche, che ne ravvisano la necessità, possono conferire piccole quantità di sfabricidi (massimo kg. 50/giorno) direttamente al suddetto Centro di Raccolta, negli orari di apertura (dalle ore 06 alle ore 18 dal lunedì al sabato). Il suddetto servizio è destinato esclusivamente alle utenze domestiche, mentre è fatto di-vieto assoluto agli operatori dell’edilizia e, in genere, a titolari di partita IVA. Ecologia e Ambiente d’intesa con l’Amministrazione Comunale, guidata da Totò Burrafato, provvederà inoltre, entro il 23 set-tembre p.v., al posizionamento di 14 contenitori stradali, nel territorio di Termini Imerese, per la raccolta degli abiti usati. I suddetti contenitori saranno posizionati: In prossimità del Cimitero, via Garibaldi c/o gli uffici comunali, in prossimità dell’Ospedale, piazza San Francesco d’Assisi, al Mercato Ittico, stazione fer-roviaria, piazza della Vittoria, piazza Sant’Antonio, zona Rocca Rossa, zona Bevuto c/o Poste, svincolo autostrada c/o Bar Tre Stelle, piazza Sansone, piazza San Carlo, via Falcone e Borsellino c/o campetti “padre Lupo”. “L’avvio di questi due servizi importanti deve servire – secondo il sindaco Burrafato - per consentire a tutti di avere sempre più rispetto dell’ambiente in cui viviamo e anche a stimolare i cittadini a partecipare attivamente ai progetti di miglioramento della raccolta differenziata, nella consapevolezza che più differenziamo i nostri rifiuti, più risparmiamo le risorse naturali a beneficio delle generazioni future”. (Antonio Liotta) A riguardo della tela del Beato Agostino Novello, di cui ci siamo occupati nel nostro giornalino nel luglio 2010 e nel febbraio 2011, vi comunichiamo con grande soddisfazione da parte nostra e in particolar modo dal sig. Giuseppe Longo che nel 1997 aveva donato la tela in questione al museo Civico della nostra città per un sperato restauro, che finalmente dopo l’impegno del nostro Sindaco Salvatore Burrafato e dall’Archeoclub di Cefalù nella persona del suo Presidente prof.ssa Flora Rizzo, tra breve inizieranno il la-vori di restauro, da tutti fortemente voluto per il ripristino della preziosa tela, simbolo della grande devo-zione del popolo termitano nei confronti del suo concittadino e Patrono. I lavori di restauro sono stati affi-dati alla dott.ssa Antonella Tumminello. Per quanti vorranno contribuire economicamente con elargizioni libere al restauro, possono contattare la nostra redazione che vi metterà in comunicazione con il sig. Giuseppe Longo. (Ignazio Cusimano)

LA RICETTA DEL MESE di Mariella Campagna

Care amiche, questo mese vi consiglio un piatto indubbiamente fresco, è la ricetta giusta per sostituire la solita pasta asciutta con un’alternativa sana e naturale. Inoltre potete servirli nelle vostre gite, scampagnate ecc.

Involtini di zucchine e acciughe Ingredienti per 4 persone: 300g di patate, 4 zucchine, 300g di acciughe, uno scalogno, uno spicchio di aglio, 200g di pomodo-ri, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

Procedimento: Pulite le acciughe, eliminando la testa, la coda e la spina centrale. Lavate la zucchine e tagliatele a fette per lungo. In una padella scaldate l’olio e l’aglio, rosolate le zucchine, salate e tenete da parte. Pelate e affettate lo scalogno. Scottate per alcuni secondi i pomodori in acqua bollente, raffredateli, pelateli e tagliate la polpa a dadini. Pelate le patate, cuocetele in una pentola con l’acqua salata, scolatele, tagliatele a fettine, adagiate su ognuna di esse le acciughe, il pomodoro e lo scalogno, salate, pepate e terminate con le fette di zucchine, avvolgendole intorno alle patate. Scaldate un po’ d’olio in una teglia, disponete gli involtini e gratinateli in forno a 200 gradi per qualche minuto.

Ciao, buon appetito

pag. 10 NOVEMBRE 2011 In Fraternità con Francesco

___________________________________DA PARTE NOSTRA … __________________________________

I nostri migliori auguri: • alla consorella Nella Bondì e famiglia per la nascita del nipotino Antonio; • a fra Pino Noto, Ministro Provinciale dei Frati Minori di Sicilia, che domenica 30 ottobre ha celebrato

nella Chiesa di Terrasanta a Palermo il 25° anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale. Le nostre sentite condoglianze: • a fra Giuseppe Arrigo ofm e famiglia per la morte della nonna; • ad Antonio Gatto e famiglia per la morte del padre.

Ringraziamo: • i confrati di San Paolino da Nola, che, durante la novena in onore di San Francesco, hanno offerto

l’olio per la lampada, che è stata posta sull’altare del nostro Serafico Padre, dopo che è stata accesa dal Sindaco della nostra città, Salvatore Burrafato,il 3 ottobre;

• Il gruppo di ragazzi della Parrocchia S. Giovanni Battista di Baida-Palermo, per averci proposto saba-to 1 ottobre, il musical “Il Sogno di Giuseppe”.

Avvisiamo: • la Chiesa di San Marco, presso il Monastero S. Chiara, è stata riaperta dopo i dovuti lavori di messa in

sicurezza della volta. Le celebrazioni Eucaristiche saranno come prima alle ore 08.00 nei giorni feriali e alle ore 10.00 nei giorni festivi;

• venerdì 18 e sabato 19, vi sarà possibile consegnarci l’olio esausto che avete raccolto, saremo ad aspet-tarvi in convento dalle 17.30 alle 19.00, continuate a raccogliere l’olio esausto e a divulgare questa ini-ziativa per la salvaguardia del creato;

• dalla prima domenica d’Avvento fino alla quarta, vi sarà la raccolta di prodotti pro-carcerati per la pu-lizia e l’igiene personale, da destinare nella Casa Circondariale di Termini Imerese. I prodotti che rac-comandiamo di portare, perché autorizzati ad entrare nel Carcere sono: dentifricio, spazzolino da den-ti, saponetta (no sapone liquido), spugna, sapone da barba (no schiuma), shampoo, bagno schiuma e doccia schiuma. Vi invitiamo ad essere solidali.

Mercoledì 2 Cobisi Santina v. B. Agostino Novello, 33

Mercoledì 9 Gatto Giuseppe v. Lodato, 7

Mercoledì 16 Di Laura Cecilia v. Palermo, 81

Mercoledì 23 Amodeo Vincenza v. Biagio Amodeo, 23

Mercoledì 30 Rocca Antonina v. Liotta, 13

Novembre 2011 Buon Compleanno in Fraternità a: Valenti Pettino Francesco giorno 1 Rosso Roberto giorno 10 Franco Ilaria giorno 2 Campagna Vincenza giorno 13 Li Causi Francesca giorno 4 Bellavia Antonino giorno 15 Romano Ignazia giorno 6 Liotta Maria giorno 18 Grigoli Caterina Elena giorno 7 Volo Giovanna giorno 23 La Bello Rosa giorno 7 Auguri !!!

In Fraternità con Francesco NOVEMBRE 2011 pag. 11

________________ IN FRATERNITÀ … NOTIZIE ED AVVENIMENTI ________________ di Ignazio Cusimano

Il 4 ottobre abbiamo celebrato solennemente la festa del nostro Padre San Francesco. Quest’anno non è stato possibile iniziare la novena al Monastero S. Chiara per i dovuti lavori di messa in sicurezza della Chiesa, cosi tutto il novenario è stata celebrato in Convento e predicato dai nostri Frati: fra Vincenzo, fra Agatino e fra Gandolfo. Da lunedì10 ottobre, sono riprese tutte le attività del nostro Convento, con il seguente programma: tutti i giovedì Adorazione Eucaristica ore 16.30 Esposizione del Santissimo ore 17.30 Celebrazione del Vespro ore 18.00 Celebrazione Eucaristica tutti i venerdì catechesi sulle letture della domenica, subito dopo la Celebrazione Eucaristica delle 18.00, la catechesi è aperta a tutti attività settimanali: lunedì ore 16.00 distribuzione viveri della Caritas Francescana ore 18.00 incontro Fraternità Araldini ore 18.45 incontro di discernimento Vocazionale Secolare martedì ore 16.00 incontro del gruppo Rinnovamento nello Spirito ore 18.30 incontro Fraternità Araldi mercoledì ore 09.00 pulizia della Chiesa ore 18.00 incontro Fraternità OFS (alle 17.30 Celebrazione del Vespro) ogni ultimo mercoledì del mese al Monastero giovedì ore 18.00 incontro Formandi OFS venerdì ore 16.00 distribuzione viveri della Caritas Francescana ore 21.00 incontro e prove di canto della Fraternità Gi. Fra. sabato ore 16.30 incontro della Fraternità Gi. Fra. ore 17.30 incontro della Fraternità Gi. Fra. Adolescenti ogni seconda domenica del mese alle ore 18.00 incontro dei Confrati di San Paolino da Nola orario celebrazioni Eucaristiche: - festivo ore 08.30 – 19.00 - feriale ore 18.00 - nei giorni festivi alle ore 08.00 Celebrazione delle Lodi - nei giorni feriali alle ore 17.30 Santo Rosario, Celebrazione Eucaristica e Vespro Sabato 26 novembre, si svolgerà in tutta Italia la Colletta Alimentare, promossa dalla Fondazione Banco Alimentare. Anche noi, come Fraternità parteciperemo a questa iniziativa andando nel supermercato assegnatoci per la raccolta viveri destinati alle famiglie bisognose. Quanti sono disponibili a svolgere que-sto servizio volontario, devono dare comunicazione al più presto al confratello Antonio Liotta. Martedì 29 novembre la famiglia Francescana celebrerà la festa di tutti i Santi dell’Ordine, ci ritroveremo in Monastero per la solenne Celebrazione Eucaristica nel corso della quale i frati del Primo Ordine, le Sorelle Clarisse e noi Francescani Secolari rinnoveremo il nostro impegno assunto con la Professione.

In Fraternità con Francesco Giornalino mensile della Fraternità

Anno X - n. 11 - Novembre 2011 Piazza S. Francesco, 11 - 90018 Termini Imerese (PA) 0918141261 e-mail: [email protected]

Redazione: Fr. Vincenzo Esposito, Giusy Fusco, M. Antonietta Vega, Maria Grazia D’Agostino, Enza Borzelliere, Ignazio Cusimano,Nino Calderone, Antonio Liotta, Nicasio Calcara, Giulio Macaione. In questo numero hanno collaborato: Don Massimiliano Purpura, Davide Guttilla, Iolanda Carrieri, Mariella Campagna.

pag. 12 NOVEMBRE 2011 In Fraternità con Francesco

PROGRAMMA ATTIVITÀ E CELEBRAZIONI NOVEMBRE 2011

Martedì 1 Solennità di tutti i Santi (Celebrazione come la domenica) Mercoledì 2 Commemorazione di tutti defunti ore 10.00 Celebrazione Eucaristica al Cimitero dal 3 al 5 ore 16.00 Celebrazione Eucaristica al Cimitero ore 18.00 Celebrazione Eucaristica in Convento

Venerdì 4 Giornata di preghiera per tutti i sacerdoti defunti che hanno prestato il loro servizio pastorale nella nostra comunità Ecclesiale

ore 18.30 Celebrazione Eucaristica nella Chiesa Santa Croce al Monte Domenica 6 ore 16.00 Celebrazione e processione Eucaristica per i viali del Cimitero

dal 14 al 16 Triduo a S. Elisabetta d’Ungheria patrona dell’OFS ore 17.15 Santo Rosario e coroncina ore 18.00 Celebrazione Eucaristica

Giovedì 17 Festa di S. Elisabetta d’Ungheria ore 10.05 Celebrazione Eucaristica presso la Cappella dell’ospedale ore 18.00 Celebrazione Eucaristica in Convento Martedì 22 30° Anniversario della “Familiaris Consortio” ore 21.30 Incontro per famiglie e coppie di fidanzati Sabato 26 Veglia di Avvento ore 21.30 alla Maggior Chiesa

Martedì 29 Festa di tutti i Santi dell’Ordine Serafico ore 18.00 Celebrazione Eucaristica al Monastero La Famiglia Francescana: Frati, Clarisse e Secolari rinnoveranno la Professione (in questo giorno in Convento non sarà celebrata Eucaristia)

RELIQUIA DI S. CHIARA A TERMINI IMERESE

PROGRAMMA

Lunedì 21 ore 18.00 Arrivo della reliquia in Piazza Duomo e Celebrazione Eucaristica alla Maggior Chiesa. Segue processione verso il Monastero e momento di preghiera

Martedì 22 ore 17.30 Vespri ore 18.00 Celebrazione Eucaristica Mercoledì 23 ore 08.00 Celebrazione Eucaristica e parten-

za della reliquia.