Giornalino Ima - Terzo Numero
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1
Giornalino d’Istituto anno 2013
N° 3
2
IN QUESTO NUMERO:
EDITORIALE
SPECIALE AVVENTO
3
5
NOTIZIE DALLA SECONDARIA 1° GRADO 7
SPERIMENTANDO IN LABORATORIO: RELAZIONE DI
UN’ESPERIENZA UNICA!
7
LE TERZE MEDIE A TEATRO 8
CAMPESTRE 2012 9
FESTA DI NATALE 10
NOTIZIE DALLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO 11
ULTIME DALLA MOSTRA MILANESE DI PICASSO! 11
ANDIAMO AL CINEMA! 12
OPEN DAY! 14
ED ORA TUTTI AL LAVORO! 13
SETTIMANA ECCELLENZE 14
NOTIZIE DALLA SCUOLA PRIMARIA 15
L’AUTUNNO 15
MOSTRA SULL’ACQUA 15
POESIA IN RIMA 16
DAVANTI AL PRESEPIO 17
FESTA DI NATALE 18
SPECIALE INTERVISTE 19
GIOCHI PER TUTTI 22
3
EDITORIALE
STUDIA DI FARTI AMARE
‘Come Don Bosco educatore offriamo
ai giovani il Vangelo della gioia
attraverso la pedagogia della bontà’.
Questo è l’invito che il Rettor
Maggiore dei Salesiani, Don Pascual
Chávez Villanueva, consegna alla
Famiglia Salesiana per questo anno.
Certamente anche per noi è
fondamentale l’esperienza di don
Bosco che educava attraverso la bontà
e alla bontà. E questo su un duplice
versante: quello dell’educatore che
per educare diventa sempre più
buono e quello dell’educando che è
introdotto al bene, alle cose buone. In
questo mese salesiano, in
preparazione alla festa di questo
nostro Padre e Maestro, per
comprendere un po’ meglio la sua
esperienza educativa vorrei
approfondire una sua espressione:
“Studia di farti amare”. Non si tratta
di una formulazione che deriva da
una ricerca teorica! Essa sorge dal
cuore di Don Bosco e dalla sua
esperienza educativa di rapporto con
i giovani. Al centro di questa
esperienza mi sembra di vedere una
relazione educativa e comunicativa,
una epifania del volto che è
responsabilità e accoglienza, una
educazione come “cosa di cuore”.
“Studia di farti amare”: amabilità
La frase “studia di farti amare” fu
scritta da Don Bosco nel 1863, in un
pro-memoria che egli consegnò al
giovane prete di 26 anni don Michele
Rua quando lo inviò come primo
direttore a Mirabello. Don Rua parte
in ottobre. Don Bosco gli ha scritto
quattro pagine di consigli preziosi
che verranno poi trascritti per ogni
nuovo direttore salesiano: sono
giudicati uno dei documenti più
limpidi del sistema educativo di Don
Bosco. Tra l’altro ha scritto: “Cerca di
farti amare prima di farti temere.
Cerca di passare in mezzo ai giovani
tutto il tempo della ricreazione. Se
sorgono questioni su cose materiali,
spendi tutto quello che occorre,
purché si conservi la carità”. Don Rua
riassume tutti questi consigli, che per
lui sono comandi, in una sola frase:
“A Mirabello cercherò di essere Don
Bosco”. Egli, alla morte di Don Bosco,
diventerà il suo primo successore
nella guida della Congregazione.
Prima di morire “una delle ultime
parole dette da Don Bosco a Don Rua
fu questa: fatti amare!”
Lo stesso Don Bosco soleva affermare
che il Sistema Preventivo è l’amore
che attira i giovani a fare il bene. I
giovani riconoscevano quell’amore di
Dio nel rapporto con Don Bosco che
ha ricevuto da Dio in sommo grado il
dono di farsi amare. Il farsi voler bene
è un’esperienza spirituale, prima che
pedagogica, che richiede una mistica,
quella che sgorga dal cuore stesso di
Gesù ed un’ascetica, quella che ci
insegna la pagina evangelica del Buon
Pastore, che ha dato la sua vita per le
sue pecore.
Don Bosco e i suoi ragazzi sono
arrivati a Valdocco nell’aprile del
1846 e in pochi anni l’oratorio ha
avuto uno sviluppo considerabile. E’
pure cresciuto il numero dei
collaboratori tra i quali alcuni sono
diventati salesiani. Col tempo un
mucchio di ragazzi e giovani ha
riempito quella prima Casa e ben
presto Don Bosco comprese che se
4
non si curavano bene l’ambiente e le
relazioni si correva il rischio di
allontanarsi dallo spirito delle origini.
Preoccupazione che Don Bosco
espresse in modo molto accorato in
una sua lettera, scritta da Roma il 10
maggio 1884 e che diventò orizzonte
programmatico per le opere
salesiane: “Sapete che cosa desidera
da voi questo povero vecchio che per i
suoi cari giovani ha consumato tutta
la vita? Nient’altro fuorché, fatte le
debite proporzioni, ritornino i giorni
felici dell'Oratorio primitivo. I giorni
dell'affetto e della confidenza, i giorni
della fiducia e della familiarità, i
giorni dell’amorevolezza”.
Il percorso dell’amorevolezza non è
sempre agevole; rendersi amici i
ragazzi è una lenta conquista. Ma don
Bosco sa che “in ogni giovane, anche
il più disgraziato, c'è un punto
accessibile al bene ed è dovere primo
dell’educatore ricercarlo”.
Egli sa che il “cuore” è una fortezza
sempre chiusa al rigore ed alla
asprezza e perciò consiglia:
“Studiamoci di farci amare”. In
sostanza dice: “Ricordatevi che
l’educazione è cosa di cuore”.
“Cuore” inteso nel senso biblico, vale
a dire centro della personalità in tutte
le sue dimensioni, da dove
provengono gli orientamenti
fondamentali. Occorre conquistare al
bene questo centro, perché da lì potrà
uscire un modo nuovo di essere
umani, di costruire rapporti, di
avviare a nuove culture, a nuove
strutture, a nuove società. Solo un
uomo fatto nuovo dentro può dare
vita a vera novità! Per questo occorre
che il cuore dell’educatore vibri
all’unisono con il cuore di Dio,
condividendone l’instancabile fiducia
nell'uomo!
Chiediamo a Don Bosco che ci aiuti in
questo. Buona festa.
Sr Irma
5
SPECIALE AVVENTO
VERSO L’AVVENTO CON I NOSTRI AMICI!
Il cammino di Avvento della scuola
secondaria di primo grado si snoda
quest’anno (un anno tutto colorato!)
sul tema dell’alleanza, vista come il
disegno che Dio ha sull’uomo.
Alleanza intesa come un legame, un
ponte di amicizia tra Dio e noi che si
concretizza nella chiamata di alcuni
amici. Settimana per settimana, siamo
andati ad incontrarli utilizzando un
sussidio costruito e condiviso con
l’assistente di classe giorno per
giorno: in esso la parola di Dio,
l’atteggiamento del personaggio da
imitare, una riflessione, la preghiera e
una domanda: “E io?”.
Gli amici che abbiamo incontrato
sono stati: Abramo, per lui la parola è
fiducia; Mosè, la coerenza; Maria, con
la sua disponibilità; Gesù, il Figlio di
Dio obbediente che rende visibile
questa alleanza perché è
l’Emmanuele, Dio con noi.
Anche il presepe, nell’atrio della
nostra scuola, richiama l’idea
dell’arcobaleno, simbolo
dell’alleanza, e le latte di colore con i
nostri biglietti messaggio stanno a
significare che tocca a ciascuno
“colorare” la propria vita e quella degli
altri con la gioia, la pace, la
solidarietà, che impariamo da Dio
stesso!
Ci auguriamo che il cammino
percorso lasci qualche traccia nel
cuore dei ragazzi e che il Natale sia
per tutti un dono di luce: Dio viene
ancora, basta avere il cuore pronto a
riconoscerlo!
(suor Maria Teresa, preside scuola
secondaria 1° grado)
6
DA PAPERONE A DANTE, CON UNA SOSTA SU UN SICOMORO.
LA SOSTA DELLA VITA.
Paperone
ne è
convinto:
più
accumula
dollari per
sé, e solo
per sé, più
sarà felice.
E Dante,
700 anni prima che nasca Zio più
ricco del mondo, lo butta nell’inferno,
nel luogo più lontano dalla felicità.
Perché è un avaro, cioè uno di quelli
che pensano che, ad un aumento
della ricchezza, delle cose possedute,
dei vestiti negli armadi, corrisponda
un aumento della felicità.
Stefano Zamagni, noto economista,
ne è convinto: “L’avarizia è un
desiderio che fa appassire. Perché i
beni diventano beni, cioè cose buone,
quando sono messi in comune. I beni
non condivisi sono sempre vie di
infelicità, persino in un mondo
opulento”. Opulento come il nostro
che, seguendo questa logica, si è
trovato nel bel mezzo di una crisi
economica di proporzioni mondiali,
dove ci siamo illusi di esercitare la
nostra libertà seguendo
incondizionatamente le nostre voglie.
Voglio avere, voglio fare shopping
sfrenato, voglio giocare (vedi slot
machine,
videogioch
i…).
E mentre
sentiamo
laici, cioè
non
uomini di
Chiesa,
che
tornano a parlare dei vizi capitali, a
un certo punto ci viene in mente Uno
che, 2000 anni fa, è venuto a
“liberarci” da queste tendenze, Uno
che ci ha insegnato, come dice Dante,
a diventare “signore di noi stessi”. E ci
prende una strana nostalgia di capire
di nuovo come fare. Allora riapriamo i
libri che ci parlano di Lui, e ci
ricordiamo che è nato in un luogo
povero, che è vissuto senza
possedere nulla, che nella sua vita ha
seguito e ha insegnato una sola
logica: quella del dono e dell’amore.
Scopriamo che era felice, veramente
felice, e che erano felici i suoi amici,
come tutte le persone che hanno
deciso di seguirlo. Anche
quell’esattore delle tasse di nome
Zaccheo che, appollaiato su un albero
di sicomoro
per vedere
Gesù
passare, si è
accorto che
l’unico modo
per trovare
la gioia era
scendere,
seguire il
Messia e
restituire
quattro volte tanto quello che aveva
rubato.
Che contrasto con Paperone: c’è chi
ha un deposito pieno di dollari ed è
triste e rende tali le persone che ha
accanto, e c’è chi sceglie di
condividere tutto quello che ha, pieno
di gioia, donando gioia alle persone
che gli stanno accanto.
Alla Scuola superiore questa felicità ci
interessa a tal punto che vogliamo
capire com’è il nostro stile di vita. Tra
riflessioni su Paperone, Dante e
Zaccheo, abbiamo cominciato a fare
7
l’inventario nel nostro armadio:
quante felpe ho? Quante ne uso
veramente? Quante scarpe ho? Quante
ne uso veramente? E se da questa
consapevolezza nascesse un nuovo
gusto di condividere?
È l’augurio per questo Natale:
riscoprire che la logica della
condivisione, che Dio ci ha indicato
donandoci suo Figlio, è l’unica strada
verso la felicità.
(suor Cristina,
preside scuola secondaria di 2° grado)
NOTIZIE DALLA SCUOLA SECONDARIA
DI PRIMO GRADO
SPERIMENTANDO IN LABORATORIO:
RELAZIONE DI UN’ESPERIENZA UNICA!
Aceto e bicarbonato gonfiano un palloncino
Questo è un esperimento che
abbiamo fatto in classe ma che potete
ripetere anche a casa.
Materiali:
- Un palloncino
- Una pompa
- Un po’ di bicarbonato di sodio
- Un po’ di aceto
- Una bottiglietta
Procedimento:
1) Si gonfia il palloncino più volte
con la pompa per facilitarne il
“gonfiaggio” per rendere
possibile l’esperimento
2) Si lascia sgonfiare il palloncino
nel quale si inserisce il
bicarbonato di sodio
3) Si versa l’aceto nella bottiglia,
la quale viene incappucciata dal
palloncino stando attenti a non
far uscire il bicarbonato
4) Si solleva il palloncino in modo
che il bicarbonato cada
nell’aceto
5) Nella bottiglia si osserva la
formazione di una schiuma
ribollente che fa gonfiare il
palloncino: si è prodotto un gas
Conclusioni:
quando aceto e bicarbonato di sodio
reagiscono, non si distinguono più e
producono un gas che va a gonfiare il
palloncino.
(Andrea B. F. 2° media)
8
LE TERZE MEDIE A TEATRO
Il 19 novembre noi di terza media ci
siamo recati al Teatro dei Cappuccini
a vedere uno spettacolo che si
intitolava “Due come noi”. Siamo
entrati nel teatro, ci siamo seduti e
poco dopo si sono spente le luci e si è
aperto il sipario: c’erano tante luci
colorate e la musica come in
discoteca, ad un certo punto si è
acceso uno schermo parlante che
diceva di essere Internet. Dopo un po’
è comparso un ragazzo, Leo, che si è
seduto al computer per scrivere alla
madre mentre col cellulare giocava a
Fifa 12; dalla parte opposta è entrata
una ragazza, Giorgia, che
messaggiava
senza sosta
con il
telefonino.
Leo ha creato
un blog per
farsi accettare dai suoi coetanei che lo
considerano uno sfigato, in poco
tempo diventa il più seguito di tutta
l’Italia. Giorgia, figlia della fidanzata
del papà di Leo, e che lo prendeva
sempre in giro, ha trovato il blog e ha
iniziato a chiedere consigli su come
sbarazzarsi dello “sfigato”, lui ha
risposto di chiamarlo “rimbambigolo”.
Intanto il padre di Leo ha avuto un
colloquio con il prof. di italiano dei
due ragazzi: per Giorgia il problema
era che usava le abbreviazioni nei
temi, per Leo che non aveva amici, il
padre si era arrabbiato perché,
pensando solo alla sua vita, non si era
mai accorto di come stava suo figlio.
Poi Giorgia è andata a vivere da Leo
perché la madre era a Parigi per
lavoro, quando una sera è mancata la
luce, i due si sono scontrati e lei l’ha
chiamato “rimbambigolo”, lui c’è
rimasto male e se ne è andato in
camera sua. Il giorno dopo Giorgia è
andata su Facebook e ha visto che
qualcuno era entrato nel suo profilo e
le aveva cambiato tutte le immagini,
tutti l’avevano criticata e non aveva
più amici. Arrivata a casa ha scritto al
blogger, ma Leo le ha risposto che lei
non può più entrare nel blog. Dopo
un po’ però il ragazzo scrive nel blog
che è stato lui a modificare il profilo e
le chiede di alzare la testa e di
guardarlo in faccia: finalmente fanno
pace e iniziano a non trattarsi male .
(Beatrice V. - Alessandra V. -
Martina G.)
Da questo spettacolo ho capito che
su Internet si deve essere molto
prudenti e devi accettare come amici
le persone che conosci e non
accettare quelli che non conosci
perché non sai chi c’è dall’altra parte
dello schermo.
(Beatrice V.)
Credo che questo spettacolo sia stato
molto utile come inizio del percorso
di educazione affettiva. Ho anche
capito che non devo chattare con
persone che non conosco, che non
devo comunicare la mia password a
nessuno e che è meglio cambiarla
spesso.
(Alessandra V.)
9
CAMPESTRE 2012
La nostra prima campestre è iniziata
martedì 20 novembre. E’
un’esperienza davvero fantastica!!!
All’inizio si è un po’ intimoriti, ma poi
tutto passa. Alcuni ragazzi durante la
gara si sono ritirati, perché non ce la
facevano più; quelli che sono arrivati
al traguardo invece erano davvero
molto felici ed un po’ stanchi.
Questa esperienza l’ho provata io
stesso e ve lo assicuro: è davvero
bella! Ciao!!!!!
(Filippo I A)
10
FESTA DI NATALE: ECCO ALCUNE FOTO
11
NOTIZIE DALLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
ULTIME DALLA MOSTRA MILANESE DI PICASSO!
E’ arrivata a Milano il 20 settembre
l’attesa mostra di 250 e più opere del
grande Pablo Picasso tra cui dipinti,
sculture e disegni, alcuni dei quali
non sono mai usciti dal Musée
National Picasso di Parigi.
L’opportunità della visita a Palazzo
Reale il 25 Novembre è stata proposta
ai componenti del laboratorio dei
“Pomeriggi Artistici e Culturali” offerta
dalla scuola e, dal momento che
rimanevano ancora dei posti
disponibili, a chi ne fosse
eventualmente interessato.
Schermi multimediali introducono il
visitatore al pensiero e allo stile di
vita dell’artista che non si può capire
e apprezzare fino in fondo se non si
conosce veramente tutto il suo
percorso umano e artistico. Picasso
ha osato tutto: si assiste al passaggio
dall’arte figurativa con i relativi
periodi (africano, blu e rosa) a quella
cubista di cui lui ne è il maestro.
Nella prenotazione della visita era
inclusa la spiegazione di una guida
che si è dimostrata preparata e il
concetto relativo a ogni quadro che
viene presentato appare chiaro e ben
spiegato; l’unico difetto nell’avere
una guida in una mostra così
importante e interessante è il non
avere la concreta possibilità di poter
gustare ogni singola opera per ovvie
questioni di tempistica: l’unica
soluzione è stata dare giusto una
rapido sguardo alle altre opere che
non erano nascoste dalla grande
quantità di gente presente (ciò
dimostra il grande successo
ottenuto).
Di primo impatto si fa fatica a capire
a che cosa stesse pensando Picasso
mentre riportava sulla tela la sua
realtà, perché usasse delle semplici
forme geometriche e perché le sue
donne avessero le fattezze di un
puzzle coi pezzi incastrati nel modo
più sbagliato possibile. Davanti a
quadri di questo genere ci viene da
dire “Sono capaci anche i bambini,
posso farli anche io”. E’ Picasso
stesso che ce lo afferma: “Da
bambino dipingevo come Raffaello,
ma ci ho messo tutta la vita per
imparare a dipingere come un
bambino”.
Più che le opere realistiche e
figurative, i ritratti e i paesaggi,
colpisce il fatto di come “il Poeta”
riuscisse a trasferire sulla tela tutto
l’orrore delle guerre della prima metà
del Novecento e di come lui si
dimostrasse il suo impegno pacifista
(mostrato nella più conosciuta
Guernica e nel non meno straziane
Massacro in Corea del 1951). Anche
chi non conosce Picasso come artista
o non lo ha studiato nel programma
scolastico, non può che rimanerne
inevitabilmente affascinato.
(Martina e Alessia, IV LLE)
12
ANDIAMO AL CINEMA!
IN TIME di Andrew Niccol, USA 2011
Già dai primi minuti di visione ci
rendiamo conto che il detto “Il tempo
è denaro”non suona più così banale .
Il concetto del film si può riassumere
in questa semplice proposizione e lo
si potrebbe chiudere così se non
fosse che l’ultima fatica del
neozelandese Andrew Niccol (che
rivedremo a marzo con The Host)
offre molto di più.
Siamo in un futuro distopico (che
oggi sembra andare tanto di moda
nelle produzioni americane) dove gli
uomini sono programmati
geneticamente per invecchiare fino a
25 anni, dopodiché hanno altri 12
mesi allo scoccare dei quali o in
qualche modo si guadagnano il loro
tempo o si “azzerano”. Il tempo è
quindi la moneta corrente (“Tutto a
99 secondi!”) e la vita dell’uomo
semplice merce di scambio; è inutile
dire che i ricchi sono praticamente
immortali mentre il comune operaio
lotta contro la sorte (fondamentale)
per riuscire a guadagnare qualche
settimana in più. Se vogliamo nulla è
cambiato se consideriamo l’odierna
situazione economica: la ricchezza è
direttamente proporzionale allo
status sociale di un individuo, un
profondo senso di ingiustizia
attanaglia gli abitanti e come se non
bastasse l'inflazione fa il suo
cammino, i salari calano e il costo
della vita aumenta, e sempre più
persone perdono la vita una volta
scaduto il proprio tempo.
L’azione trasforma i due protagonisti
Justin Timberlake (che ora vediamo
più sul grande schermo che sulle
copertine dei cd) e un’ Amanda
Seyfried che ancora una volta non ci
regala una buona impressione (la sua
interpretazione risulta stancamente
tale e quale a quella in Dear John,
Letters to Juliet e Mamma Mia) da
eterni opposti a Bonnie & Clyde del
futuro con la priorità di rapinare la
cassaforte del ricco padre di lei per
distribuire 1.000.000 di anni ai poveri
del ghetto della città.
Tralasciando la scontatissima storia
d’amore, In Time è un thriller
fantascientifico dove l’azione è usata
con calibrata sapienza e che d’istinto
fa venire il dubbio di controllare che il
nostro timer inciso sul braccio non sia
arrivato a 10 secondi quando ne
mancano 15 alla fine del film.
(Alessia, IV LLE)
13
OPEN DAY!
Anche quest'anno ci siamo trovati il
giorno 24/11/2012 per l'open day del
nostro istituto.
L'inizio della giornata è stato dato alle
ore 14.00 con la presentazione della
scuola primaria da parte della preside
suor Mariangela;
Alle ore 15.00 in salone colonne la
preside della scuola secondaria di
secondo grado, Suor Cristina, ha
illustrato le novità per il prossimo
anno scolastico.
Dopodiché, alle ore 15.30, c'è stata la
presentazione della scuola
dell'infanzia.
La presentazione della scuola
secondaria di primo grado è stata
effettuata da parte della preside, suor
Maria Teresa, alle ore 16.00.
Durante il pomeriggio i ragazzi e i
genitori interessati alla visita della
scuola sono stati accompagnati dagli
alunni nelle zone dell'istituto adatte
alle loro esigenze.
Proprio per questo motivo le aule
delle classi sono state utilizzate
per presentare le differenti discipline
che si svolgono durante le ore
di lezione.
Non da meno sono stati i laboratori
scientifici e artistici, che hanno
esposto piccoli esperimenti e lavori
svolti durante l'anno, che hanno
affascinato anche i più piccoli.
Grazie alla disponibilità di genitori,
alunni, insegnanti e collaboratori
della scuola, il pomeriggio è stato
costruttivo, ricco di interesse e
sorprese.
(I puffi)
ED ORA, TUTTI AL LAVORO!
Ogni anno, quando agli
studenti con eccellenze
viene offerta la
possibilità di fare uno
stage di una settimana in
un’azienda del territorio,
mi chiedo sempre dove
la preside decide di
collocarmi.
Quando ho saputo che a gennaio
avrei trascorso una settimana a
Confindustria, la prima domanda che
mi è sorta spontanea è stata: “Cosa
fanno a Confindustria?”. Bene, una
volta arrivata sul posto mi sono resa
conto che la realtà lì è molto più
complessa di quella che sembra:
quattro piani di uffici, ogni piano
diviso in settori.
Io mi sono ritrovata, con
grande fortuna, insieme al
Tecnico Informatico della
sede che si occupa però
anche di riorganizzare e
aggiornare il sito di
Confindustria e le schede
delle aziende che sono ad
essa associate. Affiancata
a lei ho riordinato su una pagina
Excel diversi dati, mentre per un’altra
ragazza ho scannerizzato diversi
moduli.
Non mancava l’opportunità di
osservare quello che loro facevano,
come si comportavano nei confronti
delle aziende e delle diverse
problematiche che possono sorgere
proprio in esse, difficoltà alle quali
14
Confindustria cerca di trovare
soluzione.
Tutte le colleghe sono state molto
gentili e cortesi, mi hanno fatto
conoscere anch’esse il loro lavoro: chi
si occupa di marketing, chi di
contabilità e, ovviamente, non
possono mancare i dirigenti,
anch’essi molto accoglienti.
E’ stata una settimana entusiasmante
che mi ha permesso di scoprire come
funziona il cosiddetto “lavoro di
ufficio”, in particolare come gestire
una marea di documentazione che
inevitabilmente è presente grazie al
vasto servizio che Confindustria offre,
ma mi ha anche offerto l’occasione
preziosa di conoscere persone
esperte e molto disponibili.
Una settimana nel mondo del lavoro
per aprire gli occhi verso un futuro
che ormai non è più tanto lontano.
(Elisa Misticoni, IV Liceo Linguistico)
SETTIMANA ECCELLENZE:
ALCUNE FOTO
15
NOTIZIE DALLA SCUOLA PRIMARIA
L’AUTUNNO
Le piante rampicanti d’autunno si colorano di rosso e sopra un magazzino
abbandonato prosperano, riempiendo quel triste di un colore vivace.
(Giorgio IV A)
MOSTRA SULL’ACQUA
Giovedì 11 Ottobre ci siamo recati presso la Scuola Statale di Germanedo dove
l’associazione P.I.M.E. ha allestito in alcuni locali un’interessante mostra
sull’acqua. Abbiamo scoperto alcuni aspetti che la riguardano:
- la SACRALITÀ
- il VALORE e l’UTILIZZO
- l’importanza del RISPARMIO
- la DIFFUSIONE nel Mondo
LA SACRALITÀ DELL’ACQUA
In una tenda di colori azzurri e blu abbiamo dapprima
ascoltato musiche e suoni d’acqua, poi c’è stato spiegato che in tutte le grandi
religioni l’acqua ha una grande importanza, è considerata SACRA perché
attraverso essa ci si purifica.
VALORE E UTILIZZO DELL’ACQUA
In un’altra sala, dopo aver visto un simpatico video sull’acqua e i suoi stati
(liquido – solido – gassoso) abbiamo scoperto che sul pianeta Terra c’è molta
acqua ma questa è in gran parte salata. Quella dolce, che serve a noi ed è fruibile
è poca.
Abbiamo così fatto un gioco-immagine molto interessante sulla quantità di acqua
che noi italiani usiamo quotidianamente.
L’IMPORTANZA DEL RISPARMIO DI ACQUA
Per vivere bene ciascuno di noi ha bisogno di 50 lt di acqua al giorno.
Noi utilizziamo in media 150 lt di acqua, 3 volte il necessario, quindi è urgente
cercare di NON SPRECARLA.
L’Italia è il Paese che consuma più acqua confezionata anche se l’acqua dei nostri
rubinetti, ci è stato spiegato, è potabile e pura.
DIFFUSIONE NEL MONDO DI ACQUA
Nel mondo l’acqua non è distribuita in modo omogeneo.
Infatti attraverso un enorme planisfero con sopra bicchieri blu e bianchi, abbiamo
capito che noi in Europa e in Italia abbiamo tanta acqua a disposizione, mentre in
alcuni Paesi dell’Africa, dell’Asia l’acqua è pochissima, a volte assente.
CONCLUSIONE
Questa uscita didattica ci è piaciuta perché è stata un’uscita molto particolare e
bellissima!
(IV primaria)
16
POESIA IN RIMA
Vieni qui alla I.M.A.
la tua scuola prima
miglior scuola non ce n’è
questo è quel che fa per te.
(Sara IV B)
UN AMICO SPECIALE
C’è un uomo lassù
che si chiama Gesù,
ha portato nel mondo pace e armonia
e chi non la segue non è più in allegria.
Questo nostro amico è sempre tra noi
e ti saluta con un sorriso, cos’altro vuoi?
Noi siam le pecorelle e Lui e il Pastore
e quando ci guarda Lui ti apre il suo
Cuore!
(Camilla Corti e Giulia Crippa – 4^ B)
17
DAVANTI AL PRESEPIO:
MESSAGGI DAI NOSTRI BAMBINI E RAGAZZI
Caro Gesù, vorrei chiederti di passare un natale felice e pieno di gioia, ma in
particolare di farlo passare bene ai bambini meno fortunati di me.
I fratellini sono il regalo più bello del Natale: grazie Gesù!
Caro Gesù, quest’anno vorrei regalare felicità ai bambini più poveri.
La verità è che il Natale è la festa più attesa da tutti.
Gesù, vorrei abbracciarti, ma non riesco, però ti mando lo stesso un abbraccio
forte portato dal vento.
Gesù, Tu sei l’unica persona al mondo che riesce a fare i miracoli e questa cosa a
me fa tanto piacere. Vorrei conoscerti.
Spero che tutti gli alunni dell’IMA durante questo natale trovino felicità e diventino
più buoni e più semplici.
A volte le persone si dimenticano il significato del natale: festeggiano senza
invitare chi è veramente il festeggiato: Gesù.
Gesù, sei sempre nel mio cuore. Vorrei che tu portassi gioia e felicità a tutti i
bambini poveri, orfani e che hanno perso una persona cara.
Natale: una luce che entra nel cuore e lo illumina!
Natale è la nascita del nostro Salvatore, Gesù.
Al posto del regalo e del panettone vorrei un abbraccio felice!
18
FESTA DI NATALE: ALCUNE FOTO
19
SPECIALE INTERVISTE
BOTTA E RISPOSTA CON I PROFF…
1) In che stato andrebbe a vivere se dovesse scegliere?
2) Se fosse uno strumento musicale sarebbe...
3) Se fosse un cartone animato...
4) La playlist musicale del momento.
5) Il suo piatto forte.
6) Aiuterebbe qualcuno in un momento di seria difficoltà con tutte le sue forze?
7) Mare o montagna?
8) Cerca di pensare positivo anche nei momenti difficili in cui sembra che tutto
vada storto?
9) Cosa l'ha spinta a intraprendere la sua professione?
10) E' amante della tecnologia e dei nuovi mezzi di comunicazione?
PROF. FLAVIO CLERICI (storia e filosofia, secondaria di secondo grado)
1) Credo nel mio Paese e nella sua bellezza…nonostante tutto
2) Chitarra…per animare le serate con gli amici
3) Oliver Hutton di Holly e Benji
4) In questo momento nulla di preciso (quello che passa Virgin Radio)…ma gli
evergreen sono Bon Jovi e Ligabue
5) Pizza (prosciutto e funghi)
6) Già fatto...quindi sì
7) Rigorosamente mare
8) La prendo con filosofia …scherzi a parte, non sono ai livelli di Schopenhauer,
ma sono un gran pessimista…anche se poi non mi lascio mai sopraffare dagli
eventi (“sono io che guido”)
9) Le cose che più mi appassionano e per cui mi sento portato: la filosofia e lo
spirito di relazione
10) Direi proprio di sì…il mio approccio con le novità è sempre un po’ da
“scettico”, ma poi mi lascio prendere
PROF. FRANCESCO CHIMIENTI (musica, secondaria di primo grado)
1) In Francia
2) Direi il clarinetto ma sembrerei banale, quindi…il violoncello.
3) Gig Robot d’acciaio
4) Come un Pittore-Modà, Africa- Toto e Wish You Were Here- Queen
5) La Parmigiana
6) Sì
7) Mare, decisamente
8) Cerco di essere sempre positivo e di evitare pensieri tristi.
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9) In 2° elementare già suonavo e un mio compagno mi disse: “Perché non fai
il musicista?” e decisi che volevo continuare a suonare o insegnare musica
anche se prima volevo diventare un falegname.
10) Lo sarei se li conoscessi bene. Mi rendo conto delle loro potenzialità anche
per quanto riguarda la musica, ma non è facile tenersi al passo.
PROF. LILIANA COLOMBO (lettere, secondaria di primo grado)
1. Lecco mi piace, ma adoro l’ordine, la tranquillità e lo stile dei paesini di
montagna altoatesini, per cui se mai dovessi trasferirmi, sceglierei di andare a
vivere in quelle zone.
2. Qualche volta mi sento un’orchestra intera, sia per i numerosi ruoli che rivesto,
sia per le mille attività che svolgo. Certo, se dovessi scegliere un solo strumento
credo che un’arpa dal suono un po’ flebile, dolce e “timido” mi possa ben
rappresentare.
3. Gatto Silvestro: sono maldestra tanto quanto lui!
4. Non sono molto esperta di canzoni: stendere una playlist mi viene difficile.
Posso passare alla prossima domanda?
5. La crostata sia di frutta sia di marmellata.
6. Generalmente mi chiamano Lilly, semplice abbreviazione del mio nome.
7. Mi piacciono entrambi, soprattutto se non affollati. Se dovessi scegliere ora,
opterei per la montagna: amo camminare, soprattutto raggiungendo alte quote,
su sentieri poco battuti (ma sicuri!)
8. Mi rende felice ogni momento che trascorro con mio figlio e mi piace stare con
i miei alunni; gioisco dei loro successi e i loro sorrisi, soprattutto quando hanno
fatto o fanno fatica, mi riempiono di gioia; mi rende felice condividere ogni giorno
con l’uomo che ho scelto accanto a me; sono contenta delle attenzioni che ricevo,
delle critiche sincere che mi aiutano a migliorare, di ogni amicizia, di ogni
confidenza data e ricevuta; sono felice del mio lavoro e, nel complesso, della mia
vita. Sono invece triste quando non ho chiarezza di rapporto con le persone,
quando mi sento esclusa o non compresa, quando i miei sforzi risultano vani e mi
paiono inutili, quando “parlo al vento”; in particolare vedo nero quando sono
stanca e non sto bene.
9. La mia prof. di lettere delle medie ha avuto una grande influenza su di me: un
po’ per imitarla, ma soprattutto per passione, ho deciso di iscrivermi alla Facoltà
di Lettere Moderne, mi sono laureata che già stavo insegnando: è il lavoro più
affascinante (e stressante) del mondo!
10. Non ho sicuramente la dimestichezza e la disinvoltura dei ragazzi delle nuove
generazioni, ma mi piace cimentarmi con le nuove tecnologie, che credo siano
utili, facciano risparmiare tempo e fatica, migliorano la qualità del mio
insegnamento e, a volte, della vita. Certo, niente può sostituire la mente e le
competenze umane: la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo, non il
contrario.
PROF. ROBERTA AUSENDA (scienze umane, secondaria di secondo grado)
1.Vorrei andare.. beh, in un posto caldo, al mare.. un'isola, Maldive o Polinesia,
dove si prende il sole e non si fa niente!
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2.Un strumento musicale.. direi una chitarra perché è uno strumento che crea
aggregazione: mi immagino le serate in compagnia con gli amici.
3.Aiuto, non mi ricordo personaggi dei cartoni animati (pausa di riflessione)…
aaah sììì ! La tartaruga di Nemo, per stare sempre nel mare.
4.Celeste della Pausini, Come un pittore, qualunque dei Van de Sfroos.
5. Senza dubbio il salame di cioccolato, di quello non sbaglio le dosi!
6.Penso di sì.
7. Beh, la montagna è bella d'inverno, con la neve fuori, il camino, la coperta e
una bella fetta di torta, ma sicuramente preferisco il mare.
8.Mi mette allegria stare attorno a un tavolo a mangiare insieme ad amici e
famiglia, oppure fare shopping. Beh, mi mette allegria anche l'arrivo del Natale; mi
mette tristezza essere da sola, non poter chiacchierare con nessuno.
9. Quasi a caso, facevo l'educatrice in una scuola media e mi piaceva l'idea di
stare con i ragazzi.
10. Ahah, la tecnologia, non sono particolarmente avanti, però mi diverto un
sacco.
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E PER FINIRE…
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