Giornalino Ima - Terzo Numero

22
1 Giornalino d’Istituto anno 2013 N° 3

description

Terzo Numero - Gennaio 2013

Transcript of Giornalino Ima - Terzo Numero

Page 1: Giornalino Ima - Terzo Numero

1

Giornalino d’Istituto anno 2013

N° 3

Page 2: Giornalino Ima - Terzo Numero

2

IN QUESTO NUMERO:

EDITORIALE

SPECIALE AVVENTO

3

5

NOTIZIE DALLA SECONDARIA 1° GRADO 7

SPERIMENTANDO IN LABORATORIO: RELAZIONE DI

UN’ESPERIENZA UNICA!

7

LE TERZE MEDIE A TEATRO 8

CAMPESTRE 2012 9

FESTA DI NATALE 10

NOTIZIE DALLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO 11

ULTIME DALLA MOSTRA MILANESE DI PICASSO! 11

ANDIAMO AL CINEMA! 12

OPEN DAY! 14

ED ORA TUTTI AL LAVORO! 13

SETTIMANA ECCELLENZE 14

NOTIZIE DALLA SCUOLA PRIMARIA 15

L’AUTUNNO 15

MOSTRA SULL’ACQUA 15

POESIA IN RIMA 16

DAVANTI AL PRESEPIO 17

FESTA DI NATALE 18

SPECIALE INTERVISTE 19

GIOCHI PER TUTTI 22

Page 3: Giornalino Ima - Terzo Numero

3

EDITORIALE

STUDIA DI FARTI AMARE

‘Come Don Bosco educatore offriamo

ai giovani il Vangelo della gioia

attraverso la pedagogia della bontà’.

Questo è l’invito che il Rettor

Maggiore dei Salesiani, Don Pascual

Chávez Villanueva, consegna alla

Famiglia Salesiana per questo anno.

Certamente anche per noi è

fondamentale l’esperienza di don

Bosco che educava attraverso la bontà

e alla bontà. E questo su un duplice

versante: quello dell’educatore che

per educare diventa sempre più

buono e quello dell’educando che è

introdotto al bene, alle cose buone. In

questo mese salesiano, in

preparazione alla festa di questo

nostro Padre e Maestro, per

comprendere un po’ meglio la sua

esperienza educativa vorrei

approfondire una sua espressione:

“Studia di farti amare”. Non si tratta

di una formulazione che deriva da

una ricerca teorica! Essa sorge dal

cuore di Don Bosco e dalla sua

esperienza educativa di rapporto con

i giovani. Al centro di questa

esperienza mi sembra di vedere una

relazione educativa e comunicativa,

una epifania del volto che è

responsabilità e accoglienza, una

educazione come “cosa di cuore”.

“Studia di farti amare”: amabilità

La frase “studia di farti amare” fu

scritta da Don Bosco nel 1863, in un

pro-memoria che egli consegnò al

giovane prete di 26 anni don Michele

Rua quando lo inviò come primo

direttore a Mirabello. Don Rua parte

in ottobre. Don Bosco gli ha scritto

quattro pagine di consigli preziosi

che verranno poi trascritti per ogni

nuovo direttore salesiano: sono

giudicati uno dei documenti più

limpidi del sistema educativo di Don

Bosco. Tra l’altro ha scritto: “Cerca di

farti amare prima di farti temere.

Cerca di passare in mezzo ai giovani

tutto il tempo della ricreazione. Se

sorgono questioni su cose materiali,

spendi tutto quello che occorre,

purché si conservi la carità”. Don Rua

riassume tutti questi consigli, che per

lui sono comandi, in una sola frase:

“A Mirabello cercherò di essere Don

Bosco”. Egli, alla morte di Don Bosco,

diventerà il suo primo successore

nella guida della Congregazione.

Prima di morire “una delle ultime

parole dette da Don Bosco a Don Rua

fu questa: fatti amare!”

Lo stesso Don Bosco soleva affermare

che il Sistema Preventivo è l’amore

che attira i giovani a fare il bene. I

giovani riconoscevano quell’amore di

Dio nel rapporto con Don Bosco che

ha ricevuto da Dio in sommo grado il

dono di farsi amare. Il farsi voler bene

è un’esperienza spirituale, prima che

pedagogica, che richiede una mistica,

quella che sgorga dal cuore stesso di

Gesù ed un’ascetica, quella che ci

insegna la pagina evangelica del Buon

Pastore, che ha dato la sua vita per le

sue pecore.

Don Bosco e i suoi ragazzi sono

arrivati a Valdocco nell’aprile del

1846 e in pochi anni l’oratorio ha

avuto uno sviluppo considerabile. E’

pure cresciuto il numero dei

collaboratori tra i quali alcuni sono

diventati salesiani. Col tempo un

mucchio di ragazzi e giovani ha

riempito quella prima Casa e ben

presto Don Bosco comprese che se

Page 4: Giornalino Ima - Terzo Numero

4

non si curavano bene l’ambiente e le

relazioni si correva il rischio di

allontanarsi dallo spirito delle origini.

Preoccupazione che Don Bosco

espresse in modo molto accorato in

una sua lettera, scritta da Roma il 10

maggio 1884 e che diventò orizzonte

programmatico per le opere

salesiane: “Sapete che cosa desidera

da voi questo povero vecchio che per i

suoi cari giovani ha consumato tutta

la vita? Nient’altro fuorché, fatte le

debite proporzioni, ritornino i giorni

felici dell'Oratorio primitivo. I giorni

dell'affetto e della confidenza, i giorni

della fiducia e della familiarità, i

giorni dell’amorevolezza”.

Il percorso dell’amorevolezza non è

sempre agevole; rendersi amici i

ragazzi è una lenta conquista. Ma don

Bosco sa che “in ogni giovane, anche

il più disgraziato, c'è un punto

accessibile al bene ed è dovere primo

dell’educatore ricercarlo”.

Egli sa che il “cuore” è una fortezza

sempre chiusa al rigore ed alla

asprezza e perciò consiglia:

“Studiamoci di farci amare”. In

sostanza dice: “Ricordatevi che

l’educazione è cosa di cuore”.

“Cuore” inteso nel senso biblico, vale

a dire centro della personalità in tutte

le sue dimensioni, da dove

provengono gli orientamenti

fondamentali. Occorre conquistare al

bene questo centro, perché da lì potrà

uscire un modo nuovo di essere

umani, di costruire rapporti, di

avviare a nuove culture, a nuove

strutture, a nuove società. Solo un

uomo fatto nuovo dentro può dare

vita a vera novità! Per questo occorre

che il cuore dell’educatore vibri

all’unisono con il cuore di Dio,

condividendone l’instancabile fiducia

nell'uomo!

Chiediamo a Don Bosco che ci aiuti in

questo. Buona festa.

Sr Irma

Page 5: Giornalino Ima - Terzo Numero

5

SPECIALE AVVENTO

VERSO L’AVVENTO CON I NOSTRI AMICI!

Il cammino di Avvento della scuola

secondaria di primo grado si snoda

quest’anno (un anno tutto colorato!)

sul tema dell’alleanza, vista come il

disegno che Dio ha sull’uomo.

Alleanza intesa come un legame, un

ponte di amicizia tra Dio e noi che si

concretizza nella chiamata di alcuni

amici. Settimana per settimana, siamo

andati ad incontrarli utilizzando un

sussidio costruito e condiviso con

l’assistente di classe giorno per

giorno: in esso la parola di Dio,

l’atteggiamento del personaggio da

imitare, una riflessione, la preghiera e

una domanda: “E io?”.

Gli amici che abbiamo incontrato

sono stati: Abramo, per lui la parola è

fiducia; Mosè, la coerenza; Maria, con

la sua disponibilità; Gesù, il Figlio di

Dio obbediente che rende visibile

questa alleanza perché è

l’Emmanuele, Dio con noi.

Anche il presepe, nell’atrio della

nostra scuola, richiama l’idea

dell’arcobaleno, simbolo

dell’alleanza, e le latte di colore con i

nostri biglietti messaggio stanno a

significare che tocca a ciascuno

“colorare” la propria vita e quella degli

altri con la gioia, la pace, la

solidarietà, che impariamo da Dio

stesso!

Ci auguriamo che il cammino

percorso lasci qualche traccia nel

cuore dei ragazzi e che il Natale sia

per tutti un dono di luce: Dio viene

ancora, basta avere il cuore pronto a

riconoscerlo!

(suor Maria Teresa, preside scuola

secondaria 1° grado)

Page 6: Giornalino Ima - Terzo Numero

6

DA PAPERONE A DANTE, CON UNA SOSTA SU UN SICOMORO.

LA SOSTA DELLA VITA.

Paperone

ne è

convinto:

più

accumula

dollari per

sé, e solo

per sé, più

sarà felice.

E Dante,

700 anni prima che nasca Zio più

ricco del mondo, lo butta nell’inferno,

nel luogo più lontano dalla felicità.

Perché è un avaro, cioè uno di quelli

che pensano che, ad un aumento

della ricchezza, delle cose possedute,

dei vestiti negli armadi, corrisponda

un aumento della felicità.

Stefano Zamagni, noto economista,

ne è convinto: “L’avarizia è un

desiderio che fa appassire. Perché i

beni diventano beni, cioè cose buone,

quando sono messi in comune. I beni

non condivisi sono sempre vie di

infelicità, persino in un mondo

opulento”. Opulento come il nostro

che, seguendo questa logica, si è

trovato nel bel mezzo di una crisi

economica di proporzioni mondiali,

dove ci siamo illusi di esercitare la

nostra libertà seguendo

incondizionatamente le nostre voglie.

Voglio avere, voglio fare shopping

sfrenato, voglio giocare (vedi slot

machine,

videogioch

i…).

E mentre

sentiamo

laici, cioè

non

uomini di

Chiesa,

che

tornano a parlare dei vizi capitali, a

un certo punto ci viene in mente Uno

che, 2000 anni fa, è venuto a

“liberarci” da queste tendenze, Uno

che ci ha insegnato, come dice Dante,

a diventare “signore di noi stessi”. E ci

prende una strana nostalgia di capire

di nuovo come fare. Allora riapriamo i

libri che ci parlano di Lui, e ci

ricordiamo che è nato in un luogo

povero, che è vissuto senza

possedere nulla, che nella sua vita ha

seguito e ha insegnato una sola

logica: quella del dono e dell’amore.

Scopriamo che era felice, veramente

felice, e che erano felici i suoi amici,

come tutte le persone che hanno

deciso di seguirlo. Anche

quell’esattore delle tasse di nome

Zaccheo che, appollaiato su un albero

di sicomoro

per vedere

Gesù

passare, si è

accorto che

l’unico modo

per trovare

la gioia era

scendere,

seguire il

Messia e

restituire

quattro volte tanto quello che aveva

rubato.

Che contrasto con Paperone: c’è chi

ha un deposito pieno di dollari ed è

triste e rende tali le persone che ha

accanto, e c’è chi sceglie di

condividere tutto quello che ha, pieno

di gioia, donando gioia alle persone

che gli stanno accanto.

Alla Scuola superiore questa felicità ci

interessa a tal punto che vogliamo

capire com’è il nostro stile di vita. Tra

riflessioni su Paperone, Dante e

Zaccheo, abbiamo cominciato a fare

Page 7: Giornalino Ima - Terzo Numero

7

l’inventario nel nostro armadio:

quante felpe ho? Quante ne uso

veramente? Quante scarpe ho? Quante

ne uso veramente? E se da questa

consapevolezza nascesse un nuovo

gusto di condividere?

È l’augurio per questo Natale:

riscoprire che la logica della

condivisione, che Dio ci ha indicato

donandoci suo Figlio, è l’unica strada

verso la felicità.

(suor Cristina,

preside scuola secondaria di 2° grado)

NOTIZIE DALLA SCUOLA SECONDARIA

DI PRIMO GRADO

SPERIMENTANDO IN LABORATORIO:

RELAZIONE DI UN’ESPERIENZA UNICA!

Aceto e bicarbonato gonfiano un palloncino

Questo è un esperimento che

abbiamo fatto in classe ma che potete

ripetere anche a casa.

Materiali:

- Un palloncino

- Una pompa

- Un po’ di bicarbonato di sodio

- Un po’ di aceto

- Una bottiglietta

Procedimento:

1) Si gonfia il palloncino più volte

con la pompa per facilitarne il

“gonfiaggio” per rendere

possibile l’esperimento

2) Si lascia sgonfiare il palloncino

nel quale si inserisce il

bicarbonato di sodio

3) Si versa l’aceto nella bottiglia,

la quale viene incappucciata dal

palloncino stando attenti a non

far uscire il bicarbonato

4) Si solleva il palloncino in modo

che il bicarbonato cada

nell’aceto

5) Nella bottiglia si osserva la

formazione di una schiuma

ribollente che fa gonfiare il

palloncino: si è prodotto un gas

Conclusioni:

quando aceto e bicarbonato di sodio

reagiscono, non si distinguono più e

producono un gas che va a gonfiare il

palloncino.

(Andrea B. F. 2° media)

Page 8: Giornalino Ima - Terzo Numero

8

LE TERZE MEDIE A TEATRO

Il 19 novembre noi di terza media ci

siamo recati al Teatro dei Cappuccini

a vedere uno spettacolo che si

intitolava “Due come noi”. Siamo

entrati nel teatro, ci siamo seduti e

poco dopo si sono spente le luci e si è

aperto il sipario: c’erano tante luci

colorate e la musica come in

discoteca, ad un certo punto si è

acceso uno schermo parlante che

diceva di essere Internet. Dopo un po’

è comparso un ragazzo, Leo, che si è

seduto al computer per scrivere alla

madre mentre col cellulare giocava a

Fifa 12; dalla parte opposta è entrata

una ragazza, Giorgia, che

messaggiava

senza sosta

con il

telefonino.

Leo ha creato

un blog per

farsi accettare dai suoi coetanei che lo

considerano uno sfigato, in poco

tempo diventa il più seguito di tutta

l’Italia. Giorgia, figlia della fidanzata

del papà di Leo, e che lo prendeva

sempre in giro, ha trovato il blog e ha

iniziato a chiedere consigli su come

sbarazzarsi dello “sfigato”, lui ha

risposto di chiamarlo “rimbambigolo”.

Intanto il padre di Leo ha avuto un

colloquio con il prof. di italiano dei

due ragazzi: per Giorgia il problema

era che usava le abbreviazioni nei

temi, per Leo che non aveva amici, il

padre si era arrabbiato perché,

pensando solo alla sua vita, non si era

mai accorto di come stava suo figlio.

Poi Giorgia è andata a vivere da Leo

perché la madre era a Parigi per

lavoro, quando una sera è mancata la

luce, i due si sono scontrati e lei l’ha

chiamato “rimbambigolo”, lui c’è

rimasto male e se ne è andato in

camera sua. Il giorno dopo Giorgia è

andata su Facebook e ha visto che

qualcuno era entrato nel suo profilo e

le aveva cambiato tutte le immagini,

tutti l’avevano criticata e non aveva

più amici. Arrivata a casa ha scritto al

blogger, ma Leo le ha risposto che lei

non può più entrare nel blog. Dopo

un po’ però il ragazzo scrive nel blog

che è stato lui a modificare il profilo e

le chiede di alzare la testa e di

guardarlo in faccia: finalmente fanno

pace e iniziano a non trattarsi male .

(Beatrice V. - Alessandra V. -

Martina G.)

Da questo spettacolo ho capito che

su Internet si deve essere molto

prudenti e devi accettare come amici

le persone che conosci e non

accettare quelli che non conosci

perché non sai chi c’è dall’altra parte

dello schermo.

(Beatrice V.)

Credo che questo spettacolo sia stato

molto utile come inizio del percorso

di educazione affettiva. Ho anche

capito che non devo chattare con

persone che non conosco, che non

devo comunicare la mia password a

nessuno e che è meglio cambiarla

spesso.

(Alessandra V.)

Page 9: Giornalino Ima - Terzo Numero

9

CAMPESTRE 2012

La nostra prima campestre è iniziata

martedì 20 novembre. E’

un’esperienza davvero fantastica!!!

All’inizio si è un po’ intimoriti, ma poi

tutto passa. Alcuni ragazzi durante la

gara si sono ritirati, perché non ce la

facevano più; quelli che sono arrivati

al traguardo invece erano davvero

molto felici ed un po’ stanchi.

Questa esperienza l’ho provata io

stesso e ve lo assicuro: è davvero

bella! Ciao!!!!!

(Filippo I A)

Page 10: Giornalino Ima - Terzo Numero

10

FESTA DI NATALE: ECCO ALCUNE FOTO

Page 11: Giornalino Ima - Terzo Numero

11

NOTIZIE DALLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

ULTIME DALLA MOSTRA MILANESE DI PICASSO!

E’ arrivata a Milano il 20 settembre

l’attesa mostra di 250 e più opere del

grande Pablo Picasso tra cui dipinti,

sculture e disegni, alcuni dei quali

non sono mai usciti dal Musée

National Picasso di Parigi.

L’opportunità della visita a Palazzo

Reale il 25 Novembre è stata proposta

ai componenti del laboratorio dei

“Pomeriggi Artistici e Culturali” offerta

dalla scuola e, dal momento che

rimanevano ancora dei posti

disponibili, a chi ne fosse

eventualmente interessato.

Schermi multimediali introducono il

visitatore al pensiero e allo stile di

vita dell’artista che non si può capire

e apprezzare fino in fondo se non si

conosce veramente tutto il suo

percorso umano e artistico. Picasso

ha osato tutto: si assiste al passaggio

dall’arte figurativa con i relativi

periodi (africano, blu e rosa) a quella

cubista di cui lui ne è il maestro.

Nella prenotazione della visita era

inclusa la spiegazione di una guida

che si è dimostrata preparata e il

concetto relativo a ogni quadro che

viene presentato appare chiaro e ben

spiegato; l’unico difetto nell’avere

una guida in una mostra così

importante e interessante è il non

avere la concreta possibilità di poter

gustare ogni singola opera per ovvie

questioni di tempistica: l’unica

soluzione è stata dare giusto una

rapido sguardo alle altre opere che

non erano nascoste dalla grande

quantità di gente presente (ciò

dimostra il grande successo

ottenuto).

Di primo impatto si fa fatica a capire

a che cosa stesse pensando Picasso

mentre riportava sulla tela la sua

realtà, perché usasse delle semplici

forme geometriche e perché le sue

donne avessero le fattezze di un

puzzle coi pezzi incastrati nel modo

più sbagliato possibile. Davanti a

quadri di questo genere ci viene da

dire “Sono capaci anche i bambini,

posso farli anche io”. E’ Picasso

stesso che ce lo afferma: “Da

bambino dipingevo come Raffaello,

ma ci ho messo tutta la vita per

imparare a dipingere come un

bambino”.

Più che le opere realistiche e

figurative, i ritratti e i paesaggi,

colpisce il fatto di come “il Poeta”

riuscisse a trasferire sulla tela tutto

l’orrore delle guerre della prima metà

del Novecento e di come lui si

dimostrasse il suo impegno pacifista

(mostrato nella più conosciuta

Guernica e nel non meno straziane

Massacro in Corea del 1951). Anche

chi non conosce Picasso come artista

o non lo ha studiato nel programma

scolastico, non può che rimanerne

inevitabilmente affascinato.

(Martina e Alessia, IV LLE)

Page 12: Giornalino Ima - Terzo Numero

12

ANDIAMO AL CINEMA!

IN TIME di Andrew Niccol, USA 2011

Già dai primi minuti di visione ci

rendiamo conto che il detto “Il tempo

è denaro”non suona più così banale .

Il concetto del film si può riassumere

in questa semplice proposizione e lo

si potrebbe chiudere così se non

fosse che l’ultima fatica del

neozelandese Andrew Niccol (che

rivedremo a marzo con The Host)

offre molto di più.

Siamo in un futuro distopico (che

oggi sembra andare tanto di moda

nelle produzioni americane) dove gli

uomini sono programmati

geneticamente per invecchiare fino a

25 anni, dopodiché hanno altri 12

mesi allo scoccare dei quali o in

qualche modo si guadagnano il loro

tempo o si “azzerano”. Il tempo è

quindi la moneta corrente (“Tutto a

99 secondi!”) e la vita dell’uomo

semplice merce di scambio; è inutile

dire che i ricchi sono praticamente

immortali mentre il comune operaio

lotta contro la sorte (fondamentale)

per riuscire a guadagnare qualche

settimana in più. Se vogliamo nulla è

cambiato se consideriamo l’odierna

situazione economica: la ricchezza è

direttamente proporzionale allo

status sociale di un individuo, un

profondo senso di ingiustizia

attanaglia gli abitanti e come se non

bastasse l'inflazione fa il suo

cammino, i salari calano e il costo

della vita aumenta, e sempre più

persone perdono la vita una volta

scaduto il proprio tempo.

L’azione trasforma i due protagonisti

Justin Timberlake (che ora vediamo

più sul grande schermo che sulle

copertine dei cd) e un’ Amanda

Seyfried che ancora una volta non ci

regala una buona impressione (la sua

interpretazione risulta stancamente

tale e quale a quella in Dear John,

Letters to Juliet e Mamma Mia) da

eterni opposti a Bonnie & Clyde del

futuro con la priorità di rapinare la

cassaforte del ricco padre di lei per

distribuire 1.000.000 di anni ai poveri

del ghetto della città.

Tralasciando la scontatissima storia

d’amore, In Time è un thriller

fantascientifico dove l’azione è usata

con calibrata sapienza e che d’istinto

fa venire il dubbio di controllare che il

nostro timer inciso sul braccio non sia

arrivato a 10 secondi quando ne

mancano 15 alla fine del film.

(Alessia, IV LLE)

Page 13: Giornalino Ima - Terzo Numero

13

OPEN DAY!

Anche quest'anno ci siamo trovati il

giorno 24/11/2012 per l'open day del

nostro istituto.

L'inizio della giornata è stato dato alle

ore 14.00 con la presentazione della

scuola primaria da parte della preside

suor Mariangela;

Alle ore 15.00 in salone colonne la

preside della scuola secondaria di

secondo grado, Suor Cristina, ha

illustrato le novità per il prossimo

anno scolastico.

Dopodiché, alle ore 15.30, c'è stata la

presentazione della scuola

dell'infanzia.

La presentazione della scuola

secondaria di primo grado è stata

effettuata da parte della preside, suor

Maria Teresa, alle ore 16.00.

Durante il pomeriggio i ragazzi e i

genitori interessati alla visita della

scuola sono stati accompagnati dagli

alunni nelle zone dell'istituto adatte

alle loro esigenze.

Proprio per questo motivo le aule

delle classi sono state utilizzate

per presentare le differenti discipline

che si svolgono durante le ore

di lezione.

Non da meno sono stati i laboratori

scientifici e artistici, che hanno

esposto piccoli esperimenti e lavori

svolti durante l'anno, che hanno

affascinato anche i più piccoli.

Grazie alla disponibilità di genitori,

alunni, insegnanti e collaboratori

della scuola, il pomeriggio è stato

costruttivo, ricco di interesse e

sorprese.

(I puffi)

ED ORA, TUTTI AL LAVORO!

Ogni anno, quando agli

studenti con eccellenze

viene offerta la

possibilità di fare uno

stage di una settimana in

un’azienda del territorio,

mi chiedo sempre dove

la preside decide di

collocarmi.

Quando ho saputo che a gennaio

avrei trascorso una settimana a

Confindustria, la prima domanda che

mi è sorta spontanea è stata: “Cosa

fanno a Confindustria?”. Bene, una

volta arrivata sul posto mi sono resa

conto che la realtà lì è molto più

complessa di quella che sembra:

quattro piani di uffici, ogni piano

diviso in settori.

Io mi sono ritrovata, con

grande fortuna, insieme al

Tecnico Informatico della

sede che si occupa però

anche di riorganizzare e

aggiornare il sito di

Confindustria e le schede

delle aziende che sono ad

essa associate. Affiancata

a lei ho riordinato su una pagina

Excel diversi dati, mentre per un’altra

ragazza ho scannerizzato diversi

moduli.

Non mancava l’opportunità di

osservare quello che loro facevano,

come si comportavano nei confronti

delle aziende e delle diverse

problematiche che possono sorgere

proprio in esse, difficoltà alle quali

Page 14: Giornalino Ima - Terzo Numero

14

Confindustria cerca di trovare

soluzione.

Tutte le colleghe sono state molto

gentili e cortesi, mi hanno fatto

conoscere anch’esse il loro lavoro: chi

si occupa di marketing, chi di

contabilità e, ovviamente, non

possono mancare i dirigenti,

anch’essi molto accoglienti.

E’ stata una settimana entusiasmante

che mi ha permesso di scoprire come

funziona il cosiddetto “lavoro di

ufficio”, in particolare come gestire

una marea di documentazione che

inevitabilmente è presente grazie al

vasto servizio che Confindustria offre,

ma mi ha anche offerto l’occasione

preziosa di conoscere persone

esperte e molto disponibili.

Una settimana nel mondo del lavoro

per aprire gli occhi verso un futuro

che ormai non è più tanto lontano.

(Elisa Misticoni, IV Liceo Linguistico)

SETTIMANA ECCELLENZE:

ALCUNE FOTO

Page 15: Giornalino Ima - Terzo Numero

15

NOTIZIE DALLA SCUOLA PRIMARIA

L’AUTUNNO

Le piante rampicanti d’autunno si colorano di rosso e sopra un magazzino

abbandonato prosperano, riempiendo quel triste di un colore vivace.

(Giorgio IV A)

MOSTRA SULL’ACQUA

Giovedì 11 Ottobre ci siamo recati presso la Scuola Statale di Germanedo dove

l’associazione P.I.M.E. ha allestito in alcuni locali un’interessante mostra

sull’acqua. Abbiamo scoperto alcuni aspetti che la riguardano:

- la SACRALITÀ

- il VALORE e l’UTILIZZO

- l’importanza del RISPARMIO

- la DIFFUSIONE nel Mondo

LA SACRALITÀ DELL’ACQUA

In una tenda di colori azzurri e blu abbiamo dapprima

ascoltato musiche e suoni d’acqua, poi c’è stato spiegato che in tutte le grandi

religioni l’acqua ha una grande importanza, è considerata SACRA perché

attraverso essa ci si purifica.

VALORE E UTILIZZO DELL’ACQUA

In un’altra sala, dopo aver visto un simpatico video sull’acqua e i suoi stati

(liquido – solido – gassoso) abbiamo scoperto che sul pianeta Terra c’è molta

acqua ma questa è in gran parte salata. Quella dolce, che serve a noi ed è fruibile

è poca.

Abbiamo così fatto un gioco-immagine molto interessante sulla quantità di acqua

che noi italiani usiamo quotidianamente.

L’IMPORTANZA DEL RISPARMIO DI ACQUA

Per vivere bene ciascuno di noi ha bisogno di 50 lt di acqua al giorno.

Noi utilizziamo in media 150 lt di acqua, 3 volte il necessario, quindi è urgente

cercare di NON SPRECARLA.

L’Italia è il Paese che consuma più acqua confezionata anche se l’acqua dei nostri

rubinetti, ci è stato spiegato, è potabile e pura.

DIFFUSIONE NEL MONDO DI ACQUA

Nel mondo l’acqua non è distribuita in modo omogeneo.

Infatti attraverso un enorme planisfero con sopra bicchieri blu e bianchi, abbiamo

capito che noi in Europa e in Italia abbiamo tanta acqua a disposizione, mentre in

alcuni Paesi dell’Africa, dell’Asia l’acqua è pochissima, a volte assente.

CONCLUSIONE

Questa uscita didattica ci è piaciuta perché è stata un’uscita molto particolare e

bellissima!

(IV primaria)

Page 16: Giornalino Ima - Terzo Numero

16

POESIA IN RIMA

Vieni qui alla I.M.A.

la tua scuola prima

miglior scuola non ce n’è

questo è quel che fa per te.

(Sara IV B)

UN AMICO SPECIALE

C’è un uomo lassù

che si chiama Gesù,

ha portato nel mondo pace e armonia

e chi non la segue non è più in allegria.

Questo nostro amico è sempre tra noi

e ti saluta con un sorriso, cos’altro vuoi?

Noi siam le pecorelle e Lui e il Pastore

e quando ci guarda Lui ti apre il suo

Cuore!

(Camilla Corti e Giulia Crippa – 4^ B)

Page 17: Giornalino Ima - Terzo Numero

17

DAVANTI AL PRESEPIO:

MESSAGGI DAI NOSTRI BAMBINI E RAGAZZI

Caro Gesù, vorrei chiederti di passare un natale felice e pieno di gioia, ma in

particolare di farlo passare bene ai bambini meno fortunati di me.

I fratellini sono il regalo più bello del Natale: grazie Gesù!

Caro Gesù, quest’anno vorrei regalare felicità ai bambini più poveri.

La verità è che il Natale è la festa più attesa da tutti.

Gesù, vorrei abbracciarti, ma non riesco, però ti mando lo stesso un abbraccio

forte portato dal vento.

Gesù, Tu sei l’unica persona al mondo che riesce a fare i miracoli e questa cosa a

me fa tanto piacere. Vorrei conoscerti.

Spero che tutti gli alunni dell’IMA durante questo natale trovino felicità e diventino

più buoni e più semplici.

A volte le persone si dimenticano il significato del natale: festeggiano senza

invitare chi è veramente il festeggiato: Gesù.

Gesù, sei sempre nel mio cuore. Vorrei che tu portassi gioia e felicità a tutti i

bambini poveri, orfani e che hanno perso una persona cara.

Natale: una luce che entra nel cuore e lo illumina!

Natale è la nascita del nostro Salvatore, Gesù.

Al posto del regalo e del panettone vorrei un abbraccio felice!

Page 18: Giornalino Ima - Terzo Numero

18

FESTA DI NATALE: ALCUNE FOTO

Page 19: Giornalino Ima - Terzo Numero

19

SPECIALE INTERVISTE

BOTTA E RISPOSTA CON I PROFF…

1) In che stato andrebbe a vivere se dovesse scegliere?

2) Se fosse uno strumento musicale sarebbe...

3) Se fosse un cartone animato...

4) La playlist musicale del momento.

5) Il suo piatto forte.

6) Aiuterebbe qualcuno in un momento di seria difficoltà con tutte le sue forze?

7) Mare o montagna?

8) Cerca di pensare positivo anche nei momenti difficili in cui sembra che tutto

vada storto?

9) Cosa l'ha spinta a intraprendere la sua professione?

10) E' amante della tecnologia e dei nuovi mezzi di comunicazione?

PROF. FLAVIO CLERICI (storia e filosofia, secondaria di secondo grado)

1) Credo nel mio Paese e nella sua bellezza…nonostante tutto

2) Chitarra…per animare le serate con gli amici

3) Oliver Hutton di Holly e Benji

4) In questo momento nulla di preciso (quello che passa Virgin Radio)…ma gli

evergreen sono Bon Jovi e Ligabue

5) Pizza (prosciutto e funghi)

6) Già fatto...quindi sì

7) Rigorosamente mare

8) La prendo con filosofia …scherzi a parte, non sono ai livelli di Schopenhauer,

ma sono un gran pessimista…anche se poi non mi lascio mai sopraffare dagli

eventi (“sono io che guido”)

9) Le cose che più mi appassionano e per cui mi sento portato: la filosofia e lo

spirito di relazione

10) Direi proprio di sì…il mio approccio con le novità è sempre un po’ da

“scettico”, ma poi mi lascio prendere

PROF. FRANCESCO CHIMIENTI (musica, secondaria di primo grado)

1) In Francia

2) Direi il clarinetto ma sembrerei banale, quindi…il violoncello.

3) Gig Robot d’acciaio

4) Come un Pittore-Modà, Africa- Toto e Wish You Were Here- Queen

5) La Parmigiana

6) Sì

7) Mare, decisamente

8) Cerco di essere sempre positivo e di evitare pensieri tristi.

Page 20: Giornalino Ima - Terzo Numero

20

9) In 2° elementare già suonavo e un mio compagno mi disse: “Perché non fai

il musicista?” e decisi che volevo continuare a suonare o insegnare musica

anche se prima volevo diventare un falegname.

10) Lo sarei se li conoscessi bene. Mi rendo conto delle loro potenzialità anche

per quanto riguarda la musica, ma non è facile tenersi al passo.

PROF. LILIANA COLOMBO (lettere, secondaria di primo grado)

1. Lecco mi piace, ma adoro l’ordine, la tranquillità e lo stile dei paesini di

montagna altoatesini, per cui se mai dovessi trasferirmi, sceglierei di andare a

vivere in quelle zone.

2. Qualche volta mi sento un’orchestra intera, sia per i numerosi ruoli che rivesto,

sia per le mille attività che svolgo. Certo, se dovessi scegliere un solo strumento

credo che un’arpa dal suono un po’ flebile, dolce e “timido” mi possa ben

rappresentare.

3. Gatto Silvestro: sono maldestra tanto quanto lui!

4. Non sono molto esperta di canzoni: stendere una playlist mi viene difficile.

Posso passare alla prossima domanda?

5. La crostata sia di frutta sia di marmellata.

6. Generalmente mi chiamano Lilly, semplice abbreviazione del mio nome.

7. Mi piacciono entrambi, soprattutto se non affollati. Se dovessi scegliere ora,

opterei per la montagna: amo camminare, soprattutto raggiungendo alte quote,

su sentieri poco battuti (ma sicuri!)

8. Mi rende felice ogni momento che trascorro con mio figlio e mi piace stare con

i miei alunni; gioisco dei loro successi e i loro sorrisi, soprattutto quando hanno

fatto o fanno fatica, mi riempiono di gioia; mi rende felice condividere ogni giorno

con l’uomo che ho scelto accanto a me; sono contenta delle attenzioni che ricevo,

delle critiche sincere che mi aiutano a migliorare, di ogni amicizia, di ogni

confidenza data e ricevuta; sono felice del mio lavoro e, nel complesso, della mia

vita. Sono invece triste quando non ho chiarezza di rapporto con le persone,

quando mi sento esclusa o non compresa, quando i miei sforzi risultano vani e mi

paiono inutili, quando “parlo al vento”; in particolare vedo nero quando sono

stanca e non sto bene.

9. La mia prof. di lettere delle medie ha avuto una grande influenza su di me: un

po’ per imitarla, ma soprattutto per passione, ho deciso di iscrivermi alla Facoltà

di Lettere Moderne, mi sono laureata che già stavo insegnando: è il lavoro più

affascinante (e stressante) del mondo!

10. Non ho sicuramente la dimestichezza e la disinvoltura dei ragazzi delle nuove

generazioni, ma mi piace cimentarmi con le nuove tecnologie, che credo siano

utili, facciano risparmiare tempo e fatica, migliorano la qualità del mio

insegnamento e, a volte, della vita. Certo, niente può sostituire la mente e le

competenze umane: la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo, non il

contrario.

PROF. ROBERTA AUSENDA (scienze umane, secondaria di secondo grado)

1.Vorrei andare.. beh, in un posto caldo, al mare.. un'isola, Maldive o Polinesia,

dove si prende il sole e non si fa niente!

Page 21: Giornalino Ima - Terzo Numero

21

2.Un strumento musicale.. direi una chitarra perché è uno strumento che crea

aggregazione: mi immagino le serate in compagnia con gli amici.

3.Aiuto, non mi ricordo personaggi dei cartoni animati (pausa di riflessione)…

aaah sììì ! La tartaruga di Nemo, per stare sempre nel mare.

4.Celeste della Pausini, Come un pittore, qualunque dei Van de Sfroos.

5. Senza dubbio il salame di cioccolato, di quello non sbaglio le dosi!

6.Penso di sì.

7. Beh, la montagna è bella d'inverno, con la neve fuori, il camino, la coperta e

una bella fetta di torta, ma sicuramente preferisco il mare.

8.Mi mette allegria stare attorno a un tavolo a mangiare insieme ad amici e

famiglia, oppure fare shopping. Beh, mi mette allegria anche l'arrivo del Natale; mi

mette tristezza essere da sola, non poter chiacchierare con nessuno.

9. Quasi a caso, facevo l'educatrice in una scuola media e mi piaceva l'idea di

stare con i ragazzi.

10. Ahah, la tecnologia, non sono particolarmente avanti, però mi diverto un

sacco.

Page 22: Giornalino Ima - Terzo Numero

22

E PER FINIRE…

GIOCHI PER TUTTI