Giornalino Giugno

8
Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo - N°28 - 6 Giugno 2010 Lo Spirito Santo di Giovanni Dazzi La riessione sullo Spirito Santo ci crea sempre qualche problema, a causa della sua inaerrabilità, della dicoltà che abbiamo a denirlo, a descriverlo. Abbiamo sempre bisogno di immagini, di gure, per rappresentare le realtà che non vediamo, per questo lo Spirito è stato paragonato al vento e al fuoco. Sono le immagini utilizzate dagli Atti degli Apostoli nel racconto della Pentecoste. Luca scrive questo testo attorno agli anni 80, quando ormai i discepoli e le discepole della “prima ora” erano morti e gli entusiasmi delle origini, di quando Gesù era ancora in mezzo a loro, si stavano attenuando. Come è possibile che questi uomini e queste donne, senza mezzi, senza appoggi politici, anzi perseguitati, abbiano continuato a perseverare sulla strada di Gesù? E’ stato possibile grazie allo Spirito che hanno ricevuto, che li ha sospinti ed accompagnati. Possiamo quindi pensare allo Spirito come ad una forza che Dio ci dà, che ci invita ad agire da cristiani senza però obbligarci, rispettando la nostra libertà, una forza che ci sospinge senza però farci violenza. Nello Spirito Santo, Dio si fa “paraclito”, nostro avvocato, nostro sostegno, nostra compagnia nel viaggio della vita e della fede. Il termine “Santo”, che accompagna lo Spirito, non va inteso tanto nel senso attuale del termine, ma nel senso in cui lo intendevano i primi cristiani. La santità, per loro, era la separazione. Non la separazione dalle altre persone, ma dalla sfera del male. I primi cristiani, tra di loro, si chiamavano “i santi”, i separati dal male, coloro che fanno il bene, sospinti ed incoraggiati dallo Spirito. Segue a pagina 7 (...) (Lc 9, 11-17) In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. Commento al Vangelo di Padre Alberto Maggi. Gesù con i suoi discepoli si ritira presso Betsàida, fuori dal territorio giudaico perché vuole istruire i suoi su qualcosa che gli sta a cuore. Per questo li allontana dall’ambiente profondamente nazionalista, fanatico. Scrive l’evangelista, “Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono”. Per le folle Luca usa il verbo ‘seguire’ che indica la sequela di Gesù. “Egli le accolse e prese a parlare loro del Regno di Dio”. Non parla del regno di Israele che ormai è defunto, ma del Regno di Dio, cioè il regno universale dell’amore di Dio, che non è destinato né a un popolo, né a una religione, ma è aperto a tutta l’umanità. L’eetto dell’annunzio del regno di Dio è anche la vita che comunica, ecco perché prosegue Luca, “e guarire quanti avevano bisogno”. Poi l’evangelista ci mette un’indicazione importante perché ci fa comprendere che qui non vuole raccontare un semplice fatto, ma dare una profonda indicazione teologica. “Il giorno cominciava a declinare”, questa identica espressione la troviamo al cap. 24, ver. 29 nell’episodio di Emmaus dove Gesù si fa riconoscere nell’Eucaristia. Quindi l’evangelista ci vuol dire “attenzione, tutto il brano è in chiave eucaristica”. “E i Dodici …”, con la cifra dodici si intendono i discepoli che provengono da Israele, dodici come le dodici tribù, “gli si avvicinarono”. L’evangelista distingue tra le folle che seguono Gesù e i discepoli. Segue a pagina 7 (...) Tutti mangiarono a sazietà Commento al Vangelo. Ss. corpo e sangue di Cristo Dio può sempre rinnovarti

description

Giornalino Giugno

Transcript of Giornalino Giugno

Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o - N ° 2 8 - 6 G i u g n o 2 0 1 0

Lo Spirito Santodi Giovanni Dazzi

La ri!essione sullo Spirito Santo ci crea sempre qualche problema, a causa della sua ina"errabilità, della di#coltà che abbiamo a de$nirlo, a descriverlo. Abbiamo sempre bisogno di immagini, di $gure, per rappresentare le realtà che non vediamo, per questo lo Spirito è stato paragonato al vento e al fuoco. Sono le immagini utilizzate dagli Atti degli Apostoli nel racconto della Pentecoste. Luca scrive questo testo attorno agli anni 80, quando ormai i discepoli e le discepole della “prima ora” erano morti e gli entusiasmi delle origini, di quando Gesù era ancora in mezzo a loro, si stavano attenuando. Come è possibile che questi uomini e queste donne, senza mezzi, senza appoggi politici, anzi perseguitati, abbiano continuato a perseverare sulla strada di Gesù? E’ stato possibile grazie allo Spirito che hanno ricevuto, che li ha sospinti ed accompagnati. Possiamo quindi pensare allo Spirito come ad una forza che Dio ci dà, che ci invita ad agire da cristiani senza però obbligarci, rispettando la nostra libertà, una forza che ci sospinge senza però farci violenza. Nello Spirito Santo, Dio si fa “paraclito”, nostro avvocato, nostro sostegno, nostra compagnia nel viaggio della vita e della fede. Il termine “Santo”, che accompagna lo Spirito, non va inteso tanto nel senso attuale del termine, ma nel senso in cui lo intendevano i primi cristiani. La santità, per loro, era la separazione. Non la separazione dalle altre persone, ma dalla sfera del male. I primi cristiani, tra di loro, si chiamavano “i santi”, i separati dal male, coloro che fanno il bene, sospinti ed incoraggiati dallo Spirito.

Segue a pagina 7 (...)

(Lc 9, 11-17) In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.Commento al Vangelo di Padre Alberto Maggi.Gesù con i suoi discepoli si ritira presso Betsàida, fuori dal territorio giudaico perché vuole istruire i suoi su qualcosa che gli sta a cuore. Per questo li allontana dall’ambiente profondamente nazionalista, fanatico. Scrive l’evangelista, “Ma le folle vennero

a saperlo e lo seguirono”. Per le folle Luca usa il verbo ‘seguire’ che indica la sequela di Gesù. “Egli le accolse e prese a parlare loro del Regno di Dio”. Non parla del regno di Israele che ormai è defunto, ma del Regno di Dio, cioè il regno universale dell’amore di Dio, che non è destinato né a un popolo, né a una religione, ma è aperto a tutta l’umanità.L’e!etto dell’annunzio del regno di Dio è anche la vita che comunica, ecco perché prosegue Luca, “e guarire quanti avevano bisogno”. Poi l’evangelista ci mette un’indicazione importante perché ci fa comprendere che qui non vuole raccontare un semplice fatto, ma dare una profonda indicazione teologica. “Il giorno cominciava a declinare”, questa identica espressione la troviamo al cap. 24, ver. 29 nell’episodio di Emmaus dove Gesù si fa riconoscere nell’Eucaristia. Quindi l’evangelista ci vuol dire “attenzione, tutto il brano è in chiave eucaristica”. “E i Dodici …”, con la cifra dodici si intendono i discepoli che provengono da Israele, dodici come le dodici tribù, “gli si avvicinarono”. L’evangelista distingue tra le folle che seguono Gesù e i discepoli.

Segue a pagina 7 (...)

Tu t t i m a n g i a r o n o a s a z i e t àCommento al Vangelo. Ss. corpo e sangue di Cristo

Dio può sempre

rinnovarti

N°28, Giugno 2010 Spirito e parola 2 D o n C a m i l l o e Pe p p o n e r i t o r n a n o a l l a B a s s a Una mostra fotogra$ca di Paolo Simonazzi rievoca a Brescello il mondo di Guareschi

Don Camillo e Peppone tornano per abbracciare l’amata Bassa reggiana.Del resto, ammettiamolo, senza i personaggi usciti dalla fervida fantasia di Giovanni Guareschi, sarebbe come privare la striscia di terra presa a braccetto dal Po dei pioppeti, dei canali di boni$ca, di quelle giornate d’estate in cui l’ipnotica immobilità fatta di calura e di frinire delle cicale sembra prolungarsi all’in$nito. Così si spiega “Mondo piccolo”, la doppia mostra fotogra$ca di Paolo Simonazzi allestita al museo del territorio di Brescello e al museo di Fontanella di Roccabianca (Parma), che attinge dagli scenari tangibili che hanno fatto da sfondo alla rivalità, ai sorrisi e ai mugugni di Cervi e Fernandel, per raccontare con il linguaggio visivo un universo i n c r e d i b i l m e n t e ricco di aneddoti e di particolarità. Già, proprio così: un itinerario fotogra$co per sottolineare l’eterogeneità di una zona che più piatta non si può e che a uno sguardo distratto potrebbe sembrare sempre uguale, priva di guizzi d’originalità. Eppure la Bassa è stato il rifugio

di Cesare Zavattini, in cui Toni Ligabue, il pittore matto, geniale e disperato, ha inutilmente tentato di trovare accoglienza umana.

E poi ecco una lunga carovana di $gure

tipiche uscite dall’immaginario collettivo che trova concretezza nella tradizione popolare: gli scarriolanti con gli stivali immersi nella mota, gli anziani intabarrati e ingobbiti sul manubrio della

bicicletta che vanno verso l’osteria, i pescatori che osservano con occhio indagatore la sonnolenta corrente del Grande Fiume alla ricerca di anguille e pescigatto, gli agricoltori che spuntano quasi come spettri dal grande nulla dettato della nebbia. Questo suggerisce Paolo Simonazzi, che ben conosce l’ambiente rivierasco, dove orizzonte e acqua si fondono. Il fotografo, 49 anni, nella vita quotidiana medico-$siatra, è abile a formare con le immagini una nuova mappa che è sì virtuale

Il medico-fotografo Paolo Simonazzi, autore delle foto

Una casa di campagna

Il cielo sul $ume La macchina degli sposi

N°28, Giugno 2010 Spirito e parola 3 D o n C a m i l l o e Pe p p o n e r i t o r n a n o a l l a B a s s a

a cura di Sara Fiorini

rievoca a Brescello il mondo di Guareschi

“Credere non è facile per niente. La fede non è soltanto qualcosa che si ha o non si ha. Non è nemmeno un dono gratuito, ma la conquista quotidiana in lotta contro il dubbio, la delusione, e la titubanza. La fede è un’azione, una responsabilità, un valore morale. Se nel momento supremo della morte mi dimostrassero in modo

incontrovertibile che Dio non esiste e che non esiste la vita eterna, non mi pentirei di aver creduto per tutta la vita, e di aver agito in funzione di questo credo. Un universo senza Dio e senza eternità è un’idiozia che, se cosi fosse, tanto peggio per Lui. Se Dio non esistesse, non sarei io che si è sbagliato a chiedere in Lui, ma Lui a

non esistere. Se non esistesse niente, nè Dio nè l’eternità, mi sarò sbagliato in molte cose, però non mi pentirei mai di aver creduto nell’Amore.”

MIguel Angel Asturias, premio nobel ‘67 per la letteratura.

(Tratto da qualevita n°133, sett. 2009)

ma allo stesso tempo ci parla di persone, di luoghi, di storie. Questa cartina della pianura, giocata fra provincia di Reggio e di Parma, è un luogo nuovo, reale e allo stesso tempo elettivo, fatto di cose autentiche e di una rinnovata ragnatela in cui s’intersecano cinema, letteratura e musica. “Mondo piccolo” compone allora una cartina della Bassa dov’è ancora visibile quel sottile punto di contatto che collega la contemporaneità all’universo osservato e descritto con arguzia da Giovanni Guareschi tramite gli occhi e le parole dei suoi personaggi, diventati senza tempo e di tutti, in quanto sanno parlare a tutti. E

chissà, forse la prossima volta che vedremo un $lm con Cervi e Fernadel, la nostra fantasia andrà

alle fotogra$e di Paolo Simonazzi, che hanno $ssato momenti e scorci che avrebbero rischiato di essere

dimenticati. Un’occasione per una gita negli scenari dei $lm di don Camillo e Peppone.“Mondo piccolo”, composta da due sezioni allestite a Fontanelle di Roccabianca (Parma) e a Brescello (via Cavallotti), prosegue nella sede reggiana sino al 13/6 e in quella parmense sino al 27/6. Catalogo in mostra. Per informazioni: tel. 0522-482564/0521-374714.

Massimo TassiFoto di Paolo Simonazzi

La nebbia, tratto caratteristico della Bassa reggiana Contadini

Carnevale

N°28, Giugno 2010 Spirito e parola 4

Cresima e sagra parrocchiale: 23 Maggio, Comunione: 9 Maggio, Processione mariana: 31 Maggio, Partita scapoli-ammogliati (return match): 16 Maggio, Pesca di bene"cenza: mese di Maggio

N°28, Giugno 2010 Spirito e parola 5

N°28, Giugno 2010 Spirito e parola 6

Pe l l e g r i n a g g i oPellegrinaggio del 1° maggio al santuario della madonna dei “ghirli” a Campione d’Italia (Svizzera). Posto in un angolo incantevole del Ceresio, scenogra"camente a!acciato sul lago, il tempio mariano ha origine remotissime ed è poi stato rivestito di a!reschi gotici e barocchi, ma anche di luminosi stucchi. E padrone di casa sono le rondini: i “ghirli”, per l’appunto.

Campeggio EstivoVenerdì 2, Sabato 3 e Domenica 4 Luglio

località Ligonchio per i ragazzi del post-cresima

Per informazioni e prenotazioni: Luca Lusetti (3487404683)

U n a p r o n t a g u a r i g i o n e a . . .Elena De Tomasi Francesco Pozzani

N°28, Giugno 2010 Spirito e parola 7

PER CHI VOLESSE RICEVERE IL GIORNALINO IN FORMATO ELETTRONICO, CON LA POSSIBILITÀ DI VEDERE LE FOTO A COLORI, O VOLESSE SCRIVERE ALLA REDAZIONE INVIARE UNA E-MAIL ALL’INDIRIZZO: [email protected]

Segue da pagina 1 (...)I discepoli no, non lo seguono. Si avvicinano. I discepoli accompagnano Gesù, ma non lo seguono perché il loro ideale di Messia del regno è completamente diverso da quello che Gesù ha annunziato. E intervengono dicendo “«Congeda la folla»”. La folla non s’è stancata, sono i discepoli che sono stanchi e vogliono come sbarazzarsene. E la scusa è: “«Perché vada nei villaggi, nelle campagne dei dintorni per alloggiare e trovare cibo»”. Qui siamo in zona deserta, quindi è un pretesto per sbarazzarsi di tutta questa folla che in realtà segue Gesù. Ma ecco Gesù che dice loro, letteralmente, “«Date voi stessi da mangiare»”. Qui Gesù non sta dando l’indicazione “provvedete voi al cibo”, ma, siccome il signi"cato è quello eucaristico, è molto più profondo e più ricco. L’evangelista scrive letteralmente “date voi stessi da mangiare”, ecco il signi"cato dell’Eucaristia. Non è soltanto o!rire un qualcosa, ma è o!rire se stessi all’altro, è questo che comunica vita. Ma loro obiettano, “«Non abbiamo che cinque pani e due pesci»”. Vediamo in questo episodio tanti numeri. I numeri nella Bibbia e nel Nuovo Testamento non vanno mai interpretati con il signi"cato matematico, ma sempre "gurato. E poi vedremo il numero cinque che lievita: cinque, poi cinquanta, poi addirittura cinquemila. Cinque più due, comunque, fa sette e sette signi"ca tutto quello che hanno. “«A meno che»”, brontolano i discepoli, “«non andiamo noi a comprare i viveri»”. Ecco il contrasto tra Gesù e i suoi discepoli: Gesù parla di dare, cioè di condividere, e loro invece ragionano con il comprare. Cioè chi ha i soldi compra, mangia e vive; chi non ha i soldi nulla di tutto questo. “«Per tutto questo popolo»”, non “gente”. L’evangelista adopera il termine ‘popolo’ e i dodici lo usano quasi in maniera dispregiativa.

“C’erano infatti circa cinquemila uomini”. Questa stessa espressione “circa cinquemila uomini”, la troviamo nel cap. 4 degli Atti degli Apostoli, dove si indica il numero della comunità primitiva. Non è un censimento: cinque, cinquanta, cinquecento, cinquemila, sono tutti multipli dell’azione che indica lo Spirito Santo.Pentecoste, cinquantesimo giorno, è il numero che indica l’azione dello Spirito Santo. Quindi nel Nuovo Testamento, cinquanta e i suoi multipli sono l’azione dello Spirito Santo. Cinquemila indica un’azione estesa al massimo, cinque per mille. “Egli disse ai suoi discepoli «Fateli sdraiare»”, perché Gesù si occupa di questo dettaglio? Non possono mangiare come vogliono? In piedi, seduti … No. Gesù dice “fateli sdraiare”, e questo è un verbo tipico di Luca, ed è lo stesso che ritroviamo nell’episodio di Emmaus. Nei pranzi festivi i signori mangiavano sdraiati, adagiati sui lettucci. Chi poteva fare così? Chi aveva dei servi che lo servivano. Allora Gesù dice che il compito della sua comunità, dei discepoli, è quello di far sdraiare, cioè di far sentire i suoi dei signori. “«A gruppi di cinquanta»”, ecco che torna di nuovo il numero cinquanta, che indica l’azione dello Spirito. I profeti nell’Antico Testamento erano riuniti a gruppi di cinquanta. “E così fecero”. E qui l’evangelista anticipa i gesti di Gesù sul pane e sul vino nell’Eucaristia. “Prese i cinque pani, alzò gli occhi al cielo”, in segno di comunione piena con il Padre, “recitò su di essi la benedizione, li spezzò”, le stesse parole dell’Eucaristia, quindi in questo episodio l’evangelista ra#gura il signi"cato profondo dell’Eucaristia. Non ci può essere Eucaristia senza condivisione di quello che si è e di quello che si ha. “E li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla”. I discepoli non sono i padroni di questo pane, ma ne sono i servi. Non sono i proprietari, ma devono distribuirlo alla folla, senza chiedere chi lo merita

e chi no. Notiamo che qui Gesù non chiede alla folla di puri"carsi; prima di mangiare bisognava compiere il lavaggio rituale delle mani. Nulla di tutto questo. Non bisogna puri"carsi per accogliere il pane, che è il Signore, ma l’accoglienza del pane, la vita che il Signore dà, è quella che puri"ca. “Tutti ne mangiarono a sazietà”; qui l’evangelista vede la realizzazione della profezia di Dio fatta nell’Antico Testamento al profeta Eliseo, “così dice il Signore, ne mangeranno ne faranno avanzare”. “Tutti ne mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste”. Dodici come il numero delle tribù d’Israele. La condivisione del pane, la condivisione di quello che si ha e che si è, riesce a sfamare tutto il popolo di Israele.

Commento di P. Alberto Maggi

PER VEDERE LA VIDEO-OMELIA VAI SU: http://www.studibiblici.it/videoomelie.html#vid-14

Tu t t i m a n g i a r o n o a s a z i e t à

Segue da pagina 1 (...)

Lo Spirito Santo non ci annuncia messaggi nuovi, ma ci ricorda e ci fa prendere coscienza del messaggio di Gesù, che annuncia l’amore che Dio ci trasmette perché sia di"uso ai fratelli. San Paolo, nella lettera ai Galati, ci parla del frutto dello Spirito:“Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.Possiamo utilizzare questo brano per fare un esame di coscienza, per vedere se abbiamo lo Spirito in noi. Se l’abbiamo, lo dobbiamo custodire, perché lo Spirito è fragile, non si impone ma si propone, e va continuamente accolto e custodito. Se non l’abbiamo o se ne abbiamo poco, niente è perduto, perché Gesù ha detto:“Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono” (Luca 11,13).

di Giovanni Dazzi

N°28, Giugno 2010 Spirito e parola 8

C a l e n d a r i oD o m e n i c a 6 G i u g n o 2 0 1 0Ss. CORPO E SANGUE DI CRISTO

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Liturgia: Gen 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17 - Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore

D o m e n i c a 1 3 G i u g n o 2 0 1 0XI DOMENICA TEMPO ORDINARIOS. Battesimo di Giovanni Basso di Alessandro e Valeria Tettori

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 10.45: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo] e Prime Comunioni

Liturgia: 2Sam 12,7-10.13; Sal 31; Gal 2,16.19-21; Lc 7,36-8,3 - Ridònami, Signore, la gioia del perdono

D o m e n i c a 2 0 G i u g n o 2 0 1 0XII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo], Seconda comunione solenne e presentazione Cresimandi

Liturgia: Zc 12,10-11; Sal 62; Gal 3,26-29; Lc 9,18-24 - Ha sete di te, Signore, l’anima mia

D o m e n i c a 2 7 G i u g n o 2 0 1 0XIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]Ore 10.45: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo] e Cresime

Liturgia: 1Re 19,16b.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62 -

Sei tu, Signore, il mio unico bene

M e s s eda Lunedì a Venerdì: Santa messa ore 8:00 [Chiesa Spirito Santo] - l’orario può cambiare per anniversari o richieste particolariVenerdì: La messa si terrà alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]Sabato: Santa messa prefestiva ore 18:30 [Chiesa Spirito Santo]

A l t r e D a t eCasa di carità: Mercoledì 9 e Giovedì 24 Giugno

B u o n C o m p l e a n n o a . . .Chiara Luppi - Lunedì 14 Giugno Christian Codeluppi - Mercoledì 16 Giugno Matteo e Massimiliano Padovani - Giovedì 17 Giugno Mario Passiatore - Sabato 19 Giugno Alice Scerra - Martedì 22 Giugno

A u g u r i a . . .55° Anniversario della ordinazione sacerdotale di Don Mario - Sabato 19 Giugno

Daniela... d’alloro

Congratulazioni alla Dott.ssa Daniela Ghini, laureatasi in Architettura il 3 maggio scorso, presso l’università di

Parma.

Concerto REgospelCORO“La via del canto

...alla ricerca dell’armonia“Venerdì 11 giugno ore 21.00

Presso il Teatro Re Giò, via Agosti 16Ingresso: 8 euro

(ricavato devoluto ai cori della città dell’Aquila)