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LA VOCE DELLA RIVOLTA STAGIONI GIORNALE AUTOGESTITO Nozioni sfocate. Concetti sventrati, derubati del loro significato originario. C’è un motivo se il tempo passato a sospirare tra mura aride sembra rubato, sembra sottratto a qualcosa di più grande, di più importante. Stagioni sospese, giornate passate nell’insoffere- nza e nella frustrazione. Bile che sgorga rabbiosa e distrugge le ossa. Tranquilli, non è un problema vostro, malgrado ciò che vi vogliono far credere, malgrado i continui rimproveri e le subdole repres- sioni architettate in modo da insinuarsi nei meccanismi scolastici senza darvi idea di ciò che succede. E probabilmente non è colpa vostra neanche lo spaesa- mento che vi turba, e vi capisco se lascia- te perdere tutto e vi concedete al cazzeg- gio totale. Davvero. Ma le cose, a volte, possono anche cambiare. Solo, cercate di seguire dei modelli giusti, anzi, delle parole giuste. O perlomeno ascoltatele. Il sistema scolastico si basa su un sistema malato, gerarchico, che colloca tutto al suo posto, cercando di creare un equili- brio stabile che permetta il corretto svolgersi delle attività. Ma chi determi- na la correttezza delle cose ? Come e secondo quali criteri si determina la gerarchia ? Pensate davvero che un preside sia più importante di un profes- sore ? O peggio, sia più importante di voi ? Il potere non è una realtà da subire, il potere è sempre e comunque qualcosa da combattere. Perché non esiste potere giusto e non esiste gerarchia giusta. E non solo per le incompetenze dei singoli individui nello svolgere i loro compiti. È una questione di fondo. La gerarchia crea potere e il potere crea sottomissio- ne. Così si delinea un sistema in cui i professori sono tenuti sotto le ferree disposizioni di un dirigente e gli studen- ti, ultimi, sono facilmente gestiti da dinamiche burocratiche e i tempi si distendono, e ogni cosa ha bisogno della sua firma, della sua autorizzazione, perché la libertà che vi lasciano fugace- mente respirare, in realtà è appassita nei ruoli. Il professore non è un vostro superiore, né tantomeno lo è il dirigente scolastico. Non esistono superiori, solo uomini, spesso tremendamente miseri. Attaccati al ruolo perché è l’unica cosa che ne determina la realizzazione socia- le. Ma siamo più di un ruolo e un’insegna sulla scrivania, più di un diploma ed una laurea. Siamo molto di più. Scacciate i fantasmi del potere, ve ne prego. I “diri- genti” dovrebbero essere amministrato- ri, i “professori” fonti di cultura, non lasciatevi intimorire dai modi sicuri, dalla verve dei loro discorsi scontati e velati, che nascondono, e spesso neanche tanto bene, arroganza ed egocentrismo. Se le cose non vanno bene, create proble- mi, fate rumore. Contestate il sistema, non l’individuo, che spesso ne è succube. Rimanete forti e decisi, non c’è bisogno delle occupazioni per creare disagio in un sistema malato. Anche questo sporco e blando foglio di carta che state leggen- do crea disagio. La parola crea disagio. Ogni lettera che spira dalle vostre labbra insoddisfatte e incandescenti creerà disagio. Parlate e ragionate. Perché le cose non vanno come dovrebbe- ro, e questa è la prima delle motivazioni, forse l’unica. Sicuramente la più impor- tante. SENZA ETICHETTA Vivete in protesta Randagio

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  • L A V O C E D E L L A R I V O L T A

    S TA G I O N IG I O R N A L E A U T O G E S T I T O

    Nozioni sfocate. Concetti sventrati, derubati del loro significato originario. C un motivo se il tempo passato a sospirare tra mura aride sembra rubato, sembra sottratto a qualcosa di pi grande, di pi importante. Stagioni sospese, giornate passate nellinsoffere-nza e nella frustrazione. Bile che sgorga rabbiosa e distrugge le ossa. Tranquilli, non un problema vostro, malgrado ci che vi vogliono far credere, malgrado i continui rimproveri e le subdole repres-sioni architettate in modo da insinuarsi nei meccanismi scolastici senza darvi idea di ci che succede. E probabilmente non colpa vostra neanche lo spaesa-mento che vi turba, e vi capisco se lascia-te perdere tutto e vi concedete al cazzeg-gio totale. Davvero. Ma le cose, a volte, possono anche cambiare. Solo, cercate di seguire dei modelli giusti, anzi, delle parole giuste. O perlomeno ascoltatele. Il sistema scolastico si basa su un sistema malato, gerarchico, che colloca tutto al suo posto, cercando di creare un equili-brio stabile che permetta il corretto svolgersi delle attivit. Ma chi determi-na la correttezza delle cose ? Come e secondo quali criteri si determina la gerarchia ? Pensate davvero che un preside sia pi importante di un profes-sore ? O peggio, sia pi importante di voi ? Il potere non una realt da subire, il potere sempre e comunque qualcosa da combattere. Perch non esiste potere giusto e non esiste gerarchia giusta. E non solo per le incompetenze dei singoli individui nello svolgere i loro compiti. una questione di fondo. La gerarchia crea potere e il potere crea sottomissio-ne. Cos si delinea un sistema in cui i

    professori sono tenuti sotto le ferree disposizioni di un dirigente e gli studen-ti, ultimi, sono facilmente gestiti da dinamiche burocratiche e i tempi si distendono, e ogni cosa ha bisogno della sua firma, della sua autorizzazione, perch la libert che vi lasciano fugace-mente respirare, in realt appassita nei ruoli. Il professore non un vostro superiore, n tantomeno lo il dirigente scolastico. Non esistono superiori, solo uomini, spesso tremendamente miseri. Attaccati al ruolo perch lunica cosa che ne determina la realizzazione socia-le. Ma siamo pi di un ruolo e uninsegna sulla scrivania, pi di un diploma ed una laurea. Siamo molto di pi. Scacciate i fantasmi del potere, ve ne prego. I diri-genti dovrebbero essere amministrato-ri, i professori fonti di cultura, non lasciatevi intimorire dai modi sicuri, dalla verve dei loro discorsi scontati e velati, che nascondono, e spesso neanche tanto bene, arroganza ed egocentrismo. Se le cose non vanno bene, create proble-mi, fate rumore. Contestate il sistema, non lindividuo, che spesso ne succube. Rimanete forti e decisi, non c bisogno delle occupazioni per creare disagio in un sistema malato. Anche questo sporco e blando foglio di carta che state leggen-do crea disagio. La parola crea disagio. Ogni lettera che spira dalle vostre labbra insoddisfatte e incandescenti creer disagio. Parlate e ragionate. Perch le cose non vanno come dovrebbe-ro, e questa la prima delle motivazioni, forse lunica. Sicuramente la pi impor-tante.

    SENZA ETICHETTA

    Vivete in protesta

    Randagio

  • S TA G I O N I

    Stagioni morenti, appassite, perse nellindifferenza. Ne abbiamo vissute tante di stagioni cos, passate a dare occhiate dalla finestra e ogni tanto smarrire gli occhi su libri, lobotomizzati dalla nozione. Inermi davanti allazione. Ne abbiamo passate troppe di stagioni cos, e ci costato caro. Ci costato tanta frustrazione, tanta rabbia e idee represse. Sarebbe banale dire che siamo stanchi. Non siamo stanchi, giusto un po intorpiditi. Ma il torpore, una volta svanito d forza, d ansia di vita e di movimento. Ansia di sconfessare storie fasulle e di trovare verit. Dateci fiducia, e vi daremo verit. Dateci credibilit e vi mostreremo stagioni nuove, vi ricorderemo tempi in cui le pagine non erano imbratta-te di lacrime e il nostro capo non era chino. Il letargo finito. Ora saremo feroci.

    STORIA DI UNA MACCHINETTA DEL CAFFE CHE HA FATTO MOLTO DISCUTEREIn seguiti alloccupazione del Liceo Vittorio Imbriani sono stati rilevati allinterno della struttura una serie di danni causati dagli stessi occupanti. CHI ROMPE PAGA, E I COCCI SONO I SUOI, recita il proverbio, ma giusto che si paghino solo i cocci realmente rotti, e non che loccupazione diventi un pretesto da parte di alcuni professori (meglio non fare nomi...) con il consenso della dirigenza di ricompare il materiale in maniera illecita. Ma passiamo ai fatti. Pochi giorni fa stato presentato agli studenti il vaglia con il quale si dovranno ripagare i danni rilevati nella palestra della scuola, ammontanti a 60. La totalit della somma deriva dalla riparazione della macchinetta del caff (reperto da museo ) che dovrebbe essere stata DISTRUTTA DALLE ORDE DI VANDALI CHE HANNO ASSEDIATO LA SCUOLA. Molti studenti hanno fatto notare al professore che si occupa di tale questione che il vetu-sto marchingegno era gi rotto prima dellinvasione, ma le polemiche a nulla sono servite contro il bisogno di caffeina del corpo docente! Questaneddo-to solo un esempio, ma dovrebbe farci riflettere molto sullidea di giustizia che la scuola dovrebbe insegnarci, poich se giusto riparare i danni anche vero che i professori devono avere nei nostri confronti un

    comportamento trasparente e giusto e non lasciare che un bicchierino di caff diventi pi importante del senso di reciproca fiducia alla base dellistituzi-one scolastica...

    Libero caff in libero stato

    Il riccio

    Durante la consueta riunione del comitato de l liceo Vittorio Imbriani, stato deciso in seguito a votazione di tenere l'assemblea di istituto in data mercoled 15 gennaio. La decisione stata presa di modo che vi sia la possibilit per gli studenti di potersi coordinare prima della manifestazione del 18, manifestazione organizzata da varie associazioni della zona per contrastare spiacevoli realt relative al nostro ambiente . Alla proposta il preside si dimostrato contrario, per l'ovvio timore di un'assenza di massa nella data del 18, consigliando agli studenti quindi di rinunciare all'assemblea di istituto mensile per manifestare; "ma manifestare come?" :senza aver discusso, senza aver pianificato il da farsi, senza aver neanche avuto la possibilit di riunirsi a parlare esternamente essendo stati privati(temporaneamente) della sede l' UDS di Pomigliano ,che prima (per sfortuna o per fortuna) ospitava gli studenti Pomiglianesi , dandogli un centro di riunione e di confronto prima di grandi manifestazioni. Il preside seguitamente all'assemblea ha preso da parte uno studente per informarlo privatamente che le assenze fatte nella data della manifestazione non sarebbero rimaste impunite, (comportamento non proprio corretto ). Ma non basta dire che questo comportamento non corretto, c' bisogno di analizzare la cosa pi a fondo. Bisogna individuare le cause di questo comportamento, di questo scetticismo o disinteresse nei confronti dei movimenti studenteschi ; un ovvio motivo lo si trova se ci si pone la domanda "a cosa serva la scuola?". "Ha funzione formativa o funzione standardizzante?". Propenderei per la seconda. Si passa sempre pi dalla scuola di formazione alla scuola politecnica, e ovviamente una scuola che ti deve dare delle "skills" non da molto conto alla tua crescita personale, e tantomeno si interessa dei movimenti sociali, e delle possibilit che hanno gli studenti di incidere sulla societ, n spera che gli studenti divengano coscienti dei diritti che gli vengono negati. L'altro motivo che possiamo addurre allo scetticismo con cui gli studenti vengono visti il profondo disinteresse che molti ragazzi nutrono verso i problemi sociali, che causa un'ovvia sfiducia da parte delle autorit scolastiche, e noi dovremmo anche analizzare il motivo di questo disinteresse: infatti come possono gli studenti crescere e diventare cittadini attivi se l'organismo che assume il ruolo di educatore degli stessi assume una funzione pi politecnica che altro? e come fa uno studente a crescere se la scuola in cui viene istruito condanna i vari movimenti sociali che sono per lui il principale strumento per elevarsi da suddito a cittadino e fare i conti con la realt che lo circonda?La denuncia da fare non solo verso un preside che ha utilizzato metodi sbagliati per impedire agli studenti di manifestare, ma verso un intero sistema scolastico pieno di contraddizioni interne, verso un sistema educativo diseducante . Detto tutto ci, non dobbiamo dimenticarci le nostre responsabilit, dobbiamo ricordarci di non nascondere la pigrizia dietro l'attivismo, dobbiamo essere attivi e pensanti per noi stessi e per tutti quelli che possiamo aiutare, perch se lo vogliamo tutto pu dipendere da noi.

    LA CRESCITA NELLA SOCIET SCOLARIZZATA

    Non smettete mai di porvi domande su ci che accade attorno a voi

    Winston Smith