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54 Giochi di guerra elettronica Locked Shields 2016: l’Italia protagonista alla più grande simulazione di cyber-defense al mondo Clara SALPIETRO TECNICA, PROFESSIONE E SOCIETÀ

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Giochi di guerra elettronicaLocked Shields 2016: l’Italia protagonista alla più grande simulazione di cyber-defense al mondo

Clara SALPIETRO

TECNICA,PROFESSIONE

E SOCIETÀ

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Protezione del sistema dei tra-

sporti e degli impianti indu-

striali di Berylia e droni da di-

fendere da collisioni e incidenti: questo

lo scenario della Locked Shields 2016, la

più grande simulazione di cyber-defen-

se al mondo, organizzata e condotta, dal

18 al 22 aprile, dal Cooperative Cyber

Defense Centre of Excellence (CCDCOE)

della Nato di Tallinn, in Estonia.

Un sofisticato gioco di guerra informatica

e simulazione che ha visto l’Italia piazzar-

si al settimo posto su 20 squadre prove-

nienti da 19 nazioni a cui si è aggiunto il

gruppo del NATO Computer Incident Re-

sponse Capability (NCIRC).

Oggi il webè in grado di

impattare con forza sulla vita quotidiana

dei Paesi occidentali. Un software maligno

può rubaredati bancari,

bloccare reattori nucleari o un

intero processo di produzione

industriale

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Alla Locked Shields 2016 hanno parteci-

pato complessivamente 550 persone, per

un totale di 26 nazioni, la maggior parte

delle quali ha partecipato in modalità re-

mota dai propri paesi di origine.

L’esercitazione ha visto contrapposti il

Red Team - ovvero gli aggressori del CC-

DCOE che avevano il compito di mette-

re sotto forte pressione le reti e i servizi

online del paese immaginario chiamato

Berylia - al Blue Team composto dalle

nazioni che dovevano proteggere da at-

tacchi cyber la rete ed i sistemi informa-

tici di Berylia, rispettando una serie di

vincoli di tipo sociale e tecnologico. Un

terzo Stato, a sua volta violato, ha fatto

da ponte.

I sistemi e dispositivi fisici controllati dai

computer includevano droni da difen-

dere da potenziali incidenti o collisioni,

sistemi di controllo industriale che rego-

lano i processi di produzione, l’aria condi-

zionata e una serie di altre infrastrutture.

Per l’elevata complessità della simulazio-

ne, il Blue Team era composto da profes-

sionisti militari e civili selezionati per le

elevate competenze specialistiche nei vari

settori della Cyber Defense.

La squadra di aggressori, basata a Tallinn,

ha usato del malware realmente esisten-

te, oltre che scritto da zero per l’occasio-

ne, al fine di attaccare le squadre di difesa

delle nazioni partecipanti, all’interno di

un ambiente virtualizzato, costruito su

misura e comprendente una varietà di

piattaforme.

Gli esperti di sicurezza che difendevano

Berylia hanno dovuto analizzare, in poco

tempo, i server infettati, ricostruire le

tracce delle infezioni e a ritroso tutta l’in-

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frastruttura. Ogni team nazionale, guida-

to dal rispettivo Ministero della Difesa,

ha visto operare sul campo quattro sot-

to-gruppi operativi, impegnati nella pro-

tezione di sistemi e infrastrutture infor-

matiche appositamente realizzate, analisi

delle minacce informatiche ed attività di

analisi forense, legale e mediatica.

Durante l’esercitazione sono stati effet-

tuati più di 1.700 attacchi virtuali da ol-

tre 1.500 sistemi. A rendere ancora più

reale lo scenario è stata la presenza di

componenti di Pubblica Informazione e

la cellula dedicata agli aspetti giuridici.

A guidare l’Italia sono stati i militari del

Comando C4 dello Stato Maggiore della

Difesa, all’interno anche personale del

Centro Nazionale Anticrimine Informa-

tico per la Protezione delle Infrastrut-

ture Critiche (CNAIPIC) del Ministero

dell’Interno, ricercatori del CINECA

(Consorzio Interuniversitario per la ge-

stione del Centro di Calcolo Elettronico),

delle Università di Roma La Sapienza e di

Pisa nonché esperti provenienti dall’in-

dustria di settore.

Gli esperti italiani oltre al

settimo posto nel posiziona-

mento complessivo (lo scorso

anno l’Italia aveva ottenuto

la stessa posizione ma su un

complessivo di sedici parte-

cipanti) si sono aggiudicati

un secondo posto all’inter-

no del Forensic Challenge, a

pochi punti dalla Germania,

e un secondo posto, sempre

su venti nazioni, anche nel-

le attività di cooperazione

nella produzione e condivi-

sione degli indicatori di compromissione

malware, a pochi punti dall’Austria e se-

guiti dalla Repubblica Slovacca. “Per con-

tenere e risolvere un attacco complesso

e multidimensionale nella realtà - ha

affermato il Capitano di Vascello Catello

Somma, capo del team di risposta italiana

che ha partecipato all’esercitazione -, oc-

corre saper mantenere e gestire un’am-

pia capacità di dialogo interagenzia che

vede coinvolti un cospicuo numero di

attori esterni alla propria organizzazio-

ne”. Rain Ottis, conoscitore dello scenario

della Locked Shields 2016 e direttore del

corso di laurea in Sicurezza informatica

all’University of Technology di Tallinn,

ha evidenziato che gli esperti informati-

ci devono essere preparati in una vasta

gamma di tecnologie e discipline per te-

nere il passo con le sfide in via di svilup-

po. “Per rendere l’idea di cosa significhi

un attacco informatico in questi ambiti –

ha spiegato il professore Fabrizio Baiardi

dell’Università di Pisa che ha coordinato

a distanza le operazioni – basta immagi-

nare ad esempio una smart city dove una

Una fase dell’esercitazione in remoto da Roma

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banda di criminali manipoli tutti i siste-

mi di controllo dei semafori oppure un

terrorista che prenda il controllo di una

centrale per la produzione di energia o

una rete per la distribuzione del gas”.

“Dal punto di vista tecnico il nostro ruolo

– ha osservato Baiardi – è stato di appli-

care gli strumenti dell’ambiente Haru-

spex per analizzare la rete informatica

che era il ‘campo di battaglia’ di Berylia

e di fornire alla squadra del nostro pae-

se le modifiche necessarie per renderla il

più resistente possibile agli attacchi degli

hacker Nato”.

Haruspex, sviluppato in un progetto

pluriennale coordinato dal professor Fa-

brizio Baiardi e dall’ingegner Marcello

Montecucco della Fondazione Promo-

studi di La Spezia, è un insieme integrato

di strumenti software in grado di indi-

viduare ed eliminare i punti deboli delle

reti informatiche in modo automatico.

Alcuni strumenti analizzano la rete per

individuarne i difetti, altri prevedono

come la rete sarà attaccata e suggerisco-

no le modifiche da realizzare per render-

la sicura.

Per l’Italia l’attività di identificazione

delle compromissioni informatiche sui

sistemi è stata svolta dalla Tiger Security

SRL, che ha analizzato i malware appo-

sitamente scritti per l’esercitazione e ha

scritto software ad hoc per la loro iden-

tificazione automatica e la relativa rimo-

zione.

“È difficile definire la Locked Shields

2016 un’esercitazione – ha affermato il

CEO di Tiger Security, Emanuele Gentili

–, l’ambiente che ci siamo trovati di fron-

te è molto vicino alla realtà ed abbiamo

dovuto lavorare, sotto la guida del Mini-

stero della Difesa, costantemente sotto

pressione per produrre risultati concreti

nel minor tempo possibile”.

“Siamo orgogliosi – ha proseguito Gen-

tili – dei risultati conseguiti all’interno

delle nostre specialità. Confrontarsi con

team di élite di altre nazioni è sempre

motivante, se poi si raggiungono questi

risultati, vuol dire che l’Italia può avere

un ruolo da protagonista”.

Un poligono virtuale – denominato

Smart Environment Firing Range (SEA-

FIRE) - nascerà proprio in Italia entro il

2017 e sarà destinato alle Forze armate,

Forze dell’ordine e aziende italiane per

sviluppare tecniche di cyber-difesa.

Il SEAFIRE avrà sede a Chiavari presso

la Scuola Telecomunicazioni della Difesa

e sarà collegato - via Vpn - con vari nodi

sparsi sul territorio. In questa grande

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Il Nato Cooperative Cyber Defense Centre of Excellence (CCDCOE) è situato alla periferia di Tallinn, in un ex complesso militare costruito ai tempi della Russia zarista. La repubblica Baltica, membro dell’Alleanza Atlantica dal 2004, è oggi tra i paesi più digitalizzati al mondo.Vittima nel 2007 di un forte attacco cibernetico l’Estonia ha visto paralizzati per giorni siti web di istituzioni e imprese. In se-guito a quell’azione, ha dato disponibilità ad ospitare il centro, la cui costruzione è stata formalizzata con un memorandum d’intesa firmato nel 2008 da sette nazioni (Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Spagna) e al quale hanno poi aderito anche Polonia, Ungheria, Paesi Bassi e Stati Uniti. L’obiettivo del Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence (Ccdcoe) è di migliorare la capacità, la cooperazione e la condivisione delle informazioni in ambito Nato tra alleati e partner a seguito dei crescenti attacchi cibernetici nei confronti dei paesi membri. L’adesione al Centro è aperta a tutti i componenti Nato. Negli anni il centro di eccellenza è cresciuto sempre di più, oggi Repubbli-ca Ceca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti partecipano con il ruolo di nazioni patrocinan-ti, mentre Austria e Finlandia hanno aderito in quota di partecipazione. Il Centro è finanziato e gestito dagli stessi paesi membri.

L'unità speciale del CCDCOE, circa un centinaio di persone, coordina una rete di centomila opera-tori impegnati nei 28 Paesi dell'Alleanza e la priorità del mandato è prevenire o intercettare attacchi terroristici ai sistemi militari occidentali. Dalla prima edizione avvenuta nel 2010, la Locked Shields è divenuta sempre più articolata e complessa ponendosi ogni anno obiettivi più ambiziosi. Quest’an-no l’esercitazione aveva l’obiettivo di consolidare le procedure e le conoscenze, ma anche di favorire lo scambio di esperienze con l'industria e con gli esperti provenienti dal settore militare e da varie agenzie civili.

© Juss Saska

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infrastruttura di calcolo saranno simu-

lati gli scenari di attacco più insidiosi e

studiate le migliori difese possibili.

La nascita del Centro è prevista da un

accordo firmato tra il ministro della Di-

fesa Roberta Pinotti e l’Università di

Genova, lo studio di fattibilità è stato fi-

nanziato da un contratto di ricerca del

V reparto del Segretariato generale del-

la Difesa.

Alla Locked Shields 2016, la squadra del-

la Slovacchia ha portato a casa il miglior

risultato, riuscendo a resistere agli at-

tacchi degli hacker durante la sessione

di addestramento ottenendo così il pri-

mo posto nella valutazione finale grazie

anche agli ottimi punteggi ottenuti sia

nelle varie attività aggiuntive e lega-

li che nel rispondere alle domande dei

giornalisti. Durante l’esercitazione i mi-

litari slovacchi hanno usato un softwa-

re di difesa unico, completamente svi-

luppato da un tecnico della sicurezza

militare. Al secondo posto si è piazzata

la divisione NCIRC della NATO, terza la

Finlandia. All’organizzazione dell’eser-

citazione hanno collaborato le Forze di

difesa dell’Estonia e della Finlandia, il

Collegio di Difesa svedese, l’Esercito bri-

tannico, il Comando Europeo degli Stati

Uniti e numerosi altri partner.

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