BERGAMO E NAPOLI / L’ARCHITETTURA DEGLI ALBERI SECONDO...

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ACER 6/2016 • 66 In occasione di due giornate di studio, la canadese Jeanne Millet ha fatto tappa in Italia per presentare i suoi studi nel campo dell’architettura degli alberi e le loro applicazioni nella logica dell’arboricoltura urbana.Tra gli argomenti trattati, le potature e lo studio di Pinus spp. BERGAMO E NAPOLI / L’ARCHITETTURA DEGLI ALBERI SECONDO JEANNE MILLET La donna dei modelli ESTRATTO DA ACER ©IL VERDE EDITORIALE MILANO MAGAZINE L a canadese Jeanne Millet, biologa, mas- sima esperta sul piano internazionale di archi- tettura degli alberi ed ecolo- gia, autrice di numerose pub- blicazioni, è stata la relatrice del convegno “Lo sviluppo dell’albero e la sua diagno- si”, tenutosi al Centro Con- gressi Giovanni XXIII di Ber- gamo e organizzato da For- mazione 3t e Progetto Verde Sostenibile lo scorso 30 set- tembre. La conoscenza del- l’architettura degli alberi per- mette di comprendere cosa “dice” l’albero quando osser- vato e sottoposto a interven- ti di potatura. La giornata di studio ha fornito strumenti concettuali e di osservazione per riconoscere le strutture costanti nelle diverse specie arboree - descritte e model- lizzate dalla cosiddetta “ar- chitettura degli alberi” - , ha indicato semplici e intuitivi ele- menti per una corretta proce- dura di diagnosi, ha contribui- to a definire le modalità per una corretta progettazione dei possibili interventi nella logi- ca dell’arboricoltura urbana. Reiterazione e sviluppo degli alberi Gli studi di Jeanne Millet han- no approfondito il tema del- l’architettura delle specie ar- boree degli ambienti tempe- rati, raccogliendo dati e os- servazioni sullo stato dell’ar- te di tale branca della scien- za degli alberi e sulle sue possibili applicazioni nell’am- bito dell’arboricoltura. L’inter- vento della studiosa ha illu- strato il concetto di reitera- zione che consente alla pian- ta di replicare nelle ramifica- zioni e nelle branche il mo- dello strutturale dell’albero, determinandone la metamor- fosi architetturale. Ha richia- mato i concetti di asse vege- tativo e dei vari tipi di svilup- po laterale delle branche. L’albero ha un sistema gerar- chizzato di accrescimento, basato su influenze ormona- li dipendenti dall’apice vege- tativo; il taglio dell’apice man- da in confusione la pianta con una conseguente ricre- scita disforme della chioma. L’architettura dell’albero si de- duce dallo studio delle bifor- cazioni temporanee e ricor- renti, che seguono vari livel- li di organizzazione e conse- guenti gradi di gerarchia del tronco e degli assi derivati. Fari, non leggi Millet ha sostenuto che i mo- delli architetturali sono solo punti di riferimento, di cui non vanno dimenticate le neces- sarie eccezioni. Non bisogna quindi essere troppo rigidi nel- l’interpretazione: riferirsi ai mo- delli architetturali degli alberi è un ausilio in più per com- prendere a livello generale la dinamica di accrescimento e sviluppo delle piante. È da tener presente soprat- tutto che lo studio dello svi- luppo dell’albero evidenzia come interventi manutentivi scorretti, per esempio potatu- re intense, disorganizzano la pianta. Infatti, l’albero cerca sempre di costituire una ge- rarchia di accrescimento in fa- si successive, mentre inter- venti cesori importanti inter- rompono questo processo. La potatura, sempre fatta per un’esigenza umana, ha quin- di delle conseguenze sugli alberi e ne riduce la durata di vita. Dalle ricerche svolte da Jeanne Millet a Montréal ri- sulta che l’aspettativa di vita di alberi che potevano arriva- re a 400 anni, dopo le pota- ture si è ridotta a 40. Vi sono numerosi motivi per non po- tare un albero; oltre a disor- ganizzare e indebolire le pian- te, le potature spesso sono pure inutili: motivi per fare ri- flettere più di un operatore del verde nostrano. Roberto Panzeri architetturadeglialberi.it leggere gli alberi In alto, la studiosa canadese Jeanne Millet; sopra, il pubblico in sala. ANDREA PELLEGATTA ANDREA PELLEGATTA

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ACER 6/2016 • 66

In occasione di due giornate di studio, la canadese Jeanne Millet ha fatto tappa in Italia perpresentare i suoi studi nel campo dell’architettura degli alberi e le loro applicazioni nella logicadell’arboricoltura urbana. Tra gli argomenti trattati, le potature e lo studio di Pinus spp.

BERGAMO E NAPOLI / L’ARCHITETTURA DEGLI ALBERI SECONDO JEANNE MILLET

La donna dei modelli

ESTRATTO DA

ACER© IL VERDE EDITORIALE

MILANOMAGAZINE

L a canadese JeanneMillet, biologa, mas-sima esperta sul

piano internazionale di archi-tettura degli alberi ed ecolo-gia, autrice di numerose pub-blicazioni, è stata la relatricedel convegno “Lo sviluppodell’albero e la sua diagno-si”, tenutosi al Centro Con-gressi Giovanni XXIII di Ber-gamo e organizzato da For-mazione 3t e Progetto VerdeSostenibile lo scorso 30 set-tembre. La conoscenza del-l’architettura degli alberi per-mette di comprendere cosa“dice” l’albero quando osser-vato e sottoposto a interven-ti di potatura. La giornata distudio ha fornito strumenticoncettuali e di osservazioneper riconoscere le strutturecostanti nelle diverse speciearboree - descritte e model-lizzate dalla cosiddetta “ar-chitettura degli alberi” - , ha

indicato semplici e intuitivi ele-menti per una corretta proce-dura di diagnosi, ha contribui-to a definire le modalità peruna corretta progettazione deipossibili interventi nella logi-ca dell’arboricoltura urbana.

Reiterazione e sviluppo degli alberiGli studi di Jeanne Millet han-no approfondito il tema del-l’architettura delle specie ar-boree degli ambienti tempe-rati, raccogliendo dati e os-servazioni sullo stato dell’ar-te di tale branca della scien-za degli alberi e sulle suepossibili applicazioni nell’am-bito dell’arboricoltura. L’inter-vento della studiosa ha illu-strato il concetto di reitera-zione che consente alla pian-ta di replicare nelle ramifica-zioni e nelle branche il mo-dello strutturale dell’albero,determinandone la metamor-

fosi architetturale. Ha richia-mato i concetti di asse vege-tativo e dei vari tipi di svilup-po laterale delle branche.L’albero ha un sistema gerar-chizzato di accrescimento,basato su influenze ormona-li dipendenti dall’apice vege-tativo; il taglio dell’apice man-da in confusione la piantacon una conseguente ricre-scita disforme della chioma.L’architettura dell’albero si de-duce dallo studio delle bifor-cazioni temporanee e ricor-renti, che seguono vari livel-li di organizzazione e conse-guenti gradi di gerarchia deltronco e degli assi derivati.

Fari, non leggiMillet ha sostenuto che i mo-delli architetturali sono solopunti di riferimento, di cui nonvanno dimenticate le neces-sarie eccezioni. Non bisognaquindi essere troppo rigidi nel-l’interpretazione: riferirsi ai mo-delli architetturali degli alberiè un ausilio in più per com-prendere a livello generale ladinamica di accrescimento esviluppo delle piante. È da tener presente soprat-tutto che lo studio dello svi-luppo dell’albero evidenziacome interventi manutentiviscorretti, per esempio potatu-re intense, disorganizzano lapianta. Infatti, l’albero cercasempre di costituire una ge-rarchia di accrescimento in fa-si successive, mentre inter-venti cesori importanti inter-

rompono questo processo.La potatura, sempre fatta perun’esigenza umana, ha quin-di delle conseguenze suglialberi e ne riduce la durata divita. Dalle ricerche svolte daJeanne Millet a Montréal ri-sulta che l’aspettativa di vitadi alberi che potevano arriva-re a 400 anni, dopo le pota-ture si è ridotta a 40. Vi sononumerosi motivi per non po-tare un albero; oltre a disor-ganizzare e indebolire le pian-te, le potature spesso sonopure inutili: motivi per fare ri-flettere più di un operatore delverde nostrano.

Roberto Panzerin architetturadeglialberi.it

leggere gli alberi

In alto, la studiosacanadese Jeanne Millet;sopra, il pubblico in sala.

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L o scorso 4 ottobreJeanne Millet è sta-ta ospite del Mona-

stero di Santa Chiara a Na-poli per il convegno “L’archi-tettura degli alberi: dalla co-noscenza alla gestione”, ilcui argomento principale èstato lo studio dell’architet-tura degli alberi con alcunispecifici riferimenti al gene-re Pinus. Obiettivo del con-vegno è stato quello di forni-re gli strumenti fondamenta-li per la comprensione dellepiù recenti acquisizioni sul-l’architettura degli alberi, inparticolare sul rapporto traalbero e condizioni staziona-li, sulle implicazioni degli in-terventi di potatura e sulladiagnostica.

Un’audience di espertiLa puntuale e competentetraduzione di Stefania Ga-sperini è stata fondamenta-le per la più completa com-prensione degli argomentida parte dell’audience com-posta da oltre cento perso-ne, tra cui professionisti etecnici impegnati nella pro-gettazione e gestione del ver-de urbano, provenienti daamministrazioni che si con-frontano quotidianamentecon le problematiche gene-rate dalla complessa gestio-ne del patrimonio arboreo(per esempio, Roma, Napo-li, Bari e Caserta). Tra i partecipanti, era presen-te anche un gruppo di stu-denti del corso di Laurea inScienze e Tecnologie perl’Ambiente e il Territorio del-la Seconda Università di Na-poli, accompagnati dalla lo-ro docente.

Focus su Pinus spp.L’organizzazione di questoconvegno prosegue il percor-so informativo iniziato nel me-se di marzo 2015 da Domeni-co Cascone, Silvestro Acam-pora e Giovanni Morelli, in cuinel corso di due intense gior-nate di lavoro tecnici e profes-sionisti si sono confrontati, conle più avanzate tecniche d’in-dagine fitostatica, sulle capa-cità di adattamento e di anco-raggio del sistema radicale diuno degli esemplari di Pinuspinea (pino domestico) delMonastero di Santa Chiara.Successivamente sono statipresentati i risultati delle inda-gini, generando un dibattitotra tecnici, amministratori eprofessionisti.La lectio magistralis di Jean-ne Millet corona dunque lo stu-dio di questo esemplare, e piùin generale di Pinus spp., damolteplici punti di vista. In par-ticolare, Jeanne Millet ha vo-luto soffermarsi con gli orga-nizzatori del convegno pres-so il pino in questione, per po-terne analizzare l’architetturae per un confronto tecnico ap-profondito e foriero di spuntidi ulteriore analisi.

A latereIl convegno e l’argomento trat-tati sono stati particolarmen-te apprezzati dalla delegazio-ne dell’Associazione “PolliciVerdi Scampia” (NA), che sibatte quotidianamente affin-ché Scampia diventi un “luo-go verde” piacevolmente frui-bile dalle persone. Padre Va-lentino Picazio, parroco di Ca-sola, strenuo protettore del-l’ambiente e del tiglio del pae-se (esemplare adottato dallaSocietà Italiana di Arboricol-

tura attraverso attività di vo-lontariato), ha richiamato l’at-tenzione sul fatto che il con-vegno cadeva il 4 ottobre, fe-sta di San Francesco, il piùecologo di tutti i santi, mentrele note de “La Voce degli Al-beri” suonate al pianoforte dalmaestro Michele Sganga han-no accompagnato nelle pau-se i partecipanti, ricordandocosì a tutti che una volta gliuomini avevano la capacità diascoltare e capire gli alberi.Il convegno è stato inoltre ca-

ratterizzato da un’appendiceche ha portato la relatrice Je-anne Millet e gli ospiti arrivatiil giorno prima del convegnoa visitare l’antico OsservatorioVesuviano, per immergersi nel-la rigogliosa macchia mediter-ranea e ammirare un esem-plare monumentale di Pinushalepensis (pino d’Aleppo).

Silvestro AcamporaDomenico CasconeStefania Gasperini

Giovanni Morellin www.global-green.net

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MILANO

dalla teoria alla pratica

La Sala delle Terme nel Monastero di Santa Chiara a Napoli, dove è stato ospitato il convegno.

Jeanne Millet (al centro, in viola) con gli studenti del corsodi Laurea in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e ilTerritorio (a sinistra e dietro la studiosa). Alla sua destra,Assunta Esposito, Stefania Gasperini e Giovanni Morelli.