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New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare emozioni e cultura. 1 Realizzato in associazione con i componenti di Fotopanic.com UN GIORNO NELLA ROMA ANTICA PERCORSO STORICO LE ORIGINI MITOLOGICHE DELLA CITTA’ ETERNA Febbraio 2011 Arco di Settimio Severo con veduta dei Fori Romani Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

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New Edition | Perchè la fotografia deve comunicare emozioni e cultura.

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Realizzato in associazione con i componenti di Fotopanic.com

UN GIORNO NELLA

ROMA ANTICA

PERCORSO STORICO

LE ORIGINI MITOLOGICHE DELLA CITTA’ ETERNA

Febbraio 2011

Arco di Settimio Severo con veduta dei Fori RomaniFotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

Mentre scrivo questo pezzo e sfoglio nel com-puter le fotografie della mia reflex digitale at-tendo con ansia il week-end, quandoprobabilmente il laboratorio fotografico miconsegnerà il rullo sviluppato. Sicuramente lafotocamera digitale possiede innumerevolivantaggi ma scattare a pellicola ha per me unfascino irresistibile ed irrefrenabile. Il digitaleè sicuramente più immediato e facile da uti-lizzare anche perché permette di correggerepressoché immediatamente la fotografia nelcaso fosse venuta male; ma ad essere sinceri lafotografia chimica ha tutto un altro sapore.Non abbandonerei mai la fotografia digitale,troppo comoda e versatile, ma non abbando-nerei mai neanche la fotografia chimica. Ladifferenza che c’è tra la fotografia a pellicolae quella digitale è la stessa che c’è tra un ro-mano ed un turista in vacanza a Roma. Il ro-mano passa davanti al Colosseo incavolatonero per il traffico, si guarda intorno e vedesolo ingorghi e z.t.l., infuriato, se a piedi, si falargo come può sui marciapiedi. Tutto gli

passa davanti, lui nota l’Altare della Patria, ilColosseo, ma li nota tanto per evitarli, per an-dare dall’altra parte. Il turista invece sta at-tento ai dettagli, ai particolari, studia e cercagli scorci più suggestivi per ammirare questeopere grandiose e si accorge per esempio, leg-gendo sulle guide turistiche, che l’Altare dellaPatria in realtà si chiama Vittoriano e che con-trariamente alle voci di corridoio, per indicarevia del Corso, non è opera di Mussolini. Il tu-rista sa che il Colosseo in realtà si chiama An-fiteatro Flavio, e che il colosso era in realtàuna statua di Nerone che si trovava li vicino.Il turista si accorge anche che di fronte al Co-losseo c’è il tempio di Venere, il più grandetempio romano dell’antichità e che Venerenella mitologia è la madre di Roma. Questa èla differenza che c’è tra il romano ed il turi-sta, tra la fotografia digitale e quella chimica.Attenzione, cura nell’inquadratura, e sceltadell’esposizione; scattare una fotografia digi-tale come se si stesse utilizzando una fotoca-mera a pellicola, questa per me è la fotografia.

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EDITORIALEdi Daniele Maura

“La differenza che c’è tra la fotografia a pellicola equella digitale è la stessa che c’è tra un romano ed unturista in vacanza a Roma.”

Il Colosseo è senza dubbio il simbolo diRoma, ma se pensiamo che Roma venne fon-data, data mitologica e convenzionale, il 21Aprile del 753 a.C. e che la fine dell’imperoRomano d’Occidente è segnata con la mortedi Teodosio I nel 395 d.C., vediamo che ilColosseo è un’opera relativamente tarda, unadelle ultime, realizzata nel periodo di mas-simo splendore dell’impero. Da lì a pocoperò la “Grande Aquila” sarebbe caduta conl’avvento del Cristianesimo. L’affermazionedella nuova religione segnò infatti anche lamorte del grande impero, da molti vistacome una liberazione, e la nascita di unanuova epoca, segnata da lotte intestine e dadisordini generali denominata convenzional-mente Medio Evo.

L’Anfiteatro Flavio "Colosseo" è stato co-struito per volere di Vespasiano della dina-stia flavia. I lavori cominciarono nel 72 d.C.e venne inaugurato con Tito nell'80 d.C.Luogo dedicato ai giochi sanguinari tra gla-diatori cessò la sua attività nel VI secolo es-sendo adibito a luogo di sepoltura.Danneggiato nel corso dei secoli da diversiterremoti divenne cava di materiale da co-struzione utilizzato per la realizzazione di di-versi edifici romani tra cui Palazzo Barberininel 1634. Il Colosseo è considerato patrimo-nio dell'umanità dall'UNESCO ed è inseritofra le Sette Meraviglie del Mondo Moderno.L'unica tra le Sette Meraviglie del MondoAntico ancora in piedi è la grande Piramidedi Cheope nella piana di Giza in Egitto.

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Panoramica interna del Colosseo (Anfiteatro Flavio)Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 33V - EF 17-40 f/4 L USM

IL COLOSSEO ICONA DI UNA CIVILTA’

Nel Colosseo venivano messe in scena leepiche battaglie della letteratura classica inmodo da rispecchiare l’animo guerriero esanguinario di questa società. I romani eranoinfatti un popolo particolarmente bellicoso, atestimoniare questo fatto sono anche i nume-rosi archi di trionfo presenti nella cittàeterna. Icona di potenza e di vittoria gli archidi trionfo vennero copiati in tutto il mondo.La più famosa di queste copie è senza dub-

bio quella che si trova a Parigi e da cui parteil famoso viale degli Champs-Elysées.L’arco fu commissionato da Napoleone Bo-naparte nel 1806 per commemorare la vitto-ria della battaglia di Austerlitz ed inmemoria di tutte le altre vittorie militari.

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Panoramica esterna del Colosseo (Anfiteatro Flavio)Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

“Da lì a poco la “Grande Aquila”sarebbe caduta.”

IL COLOSSEO ICONA DI UNA CIVILTA’

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Arco di Tito - Roma - Gennaio 2011Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

L'arco di Tito venne eretto dal senato ro-mano nell'81 d.C. per deificare l'imperatoreda poco deceduto. Venne completato proba-bilmente nel 90/91 d.C. dopo circa dieci annidi lavoro. L'arco rappresenta in modo parti-colare la guerra giudaica condotta da Titoper sedare una rivolta ebraica scoppiata con-venzionalmente nel 66 d.C. e che perduròfino al 74 d.C. Tito dopo aver apparente-mente sedato la rivolta nel 71 d.C., rientratoa Roma venne accolto in trionfo. Gerusa-lemme era stata saccheggiata ed il secondotempio (quello di Erode) era stato distrutto.Succeduto al padre Vespasiano nel 79 d.C.,Tito governa l'Impero per appena due annimorendo a causa di una forte febbre il 13settembre dell'81 d.C. Nel Talmud, il libro

sacro degli ebrei viene visto come un gover-natore crudele e superbo ed il suo brevissimoregno fu conseguenza proprio della sua mal-vagità. Se l’arco di Tito celebra una vittoriasu rivoltosi sottomessi a Roma, l’arco di Co-stantino celebra la triste vittoria di Roma suRoma, di un romano su un romano, di Co-stantino su Massenzio nella battaglia diPonte Milvio. Roma ebbe nella sua lungastoria tre fasi principali. La più antica e mi-tologica, quella più difficile da ricostruirecon certezza storica è la (Età Regia), cioè deire. Questa epoca è convenzionalmente conte-nuta in un arco temporale che va dal 753a.C., anno della fondazione di Roma, al 509a.C., anno in cui l’ultimo mitologico re diRoma Tarquinio il Superbo venne destituito

ARCHI DI TRIONFO

per instaurare la repubblica. L’età repubbli-cana va quindi dal 509 a.C. al 27 a.C. Questaepoca termina con la morte di Giulio Cesare,assassinato dopo essersi autoproclamato(Dictator) nel 44 a.C. Da qui tutta una seriedi disordini portarono allo scontro duegrandi personaggi della storia, Ottaviano, fi-glio adottivo di Giulio Cesare, e Marco An-tonio nipote legittimo e quindi erede in lineadiretta di sangue. Marco Antonio viene peròsconfitto dal Generale Agrippa ad Azio nel31 a.C. Anche se da tempo ormai non si puòpiù parlare di repubblica, ufficialmente l’etàimperiale inizia nel 27 a.C. quando il senatoconferisce ad Ottaviano il titolo di Augusto.L’età imperiale o dei principati va quindi dal27 a.C. al 395 d.C. quando dopo la morte di

Teodosio I l’impero viene diviso in due parti,una Occidentale ed una Orientale. D’ora inavanti l’impero avrà due regnanti un impera-tore per il regno d’Occidente ed un impera-tore per il regno d’Oriente. Questo processoin occidente sarà l’anticamera del MedioEvo quando con la destituzione dell’ultimoimperatore d’Occidente, Romolo Augusto,nel 476 d.C. iniziano i tempi bui.L’arco di Costantino ci offre quindi unospaccato di storia abbastanza chiaro. In quelperiodo infatti l’impero era già da tempo di-viso un più parti, fin dagli ultimi tempi dellarepubblica. Già in epoca repubblicana infattici si era accorti che il territorio di Roma eratroppo vasto da controllare ed era indispen-sabile dividere questo territorio in provincie

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Arco di Costantino - Roma - Febbraio 2010Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

ARCHI DI TRIONFO

e bisognava dare ad ogni provincia il suo go-vernatore. Inizialmente ci si divisero le sfered’influenza politica come fecero Cesare,Crasso e Pompeo. Il potere passò ben prestonella mani di Cesare che con un colpo distato si autoproclamò Dictator. L’assassiniodi Giulio Cesare lasciò un gran vuoto aRoma e Marco Antonio erede diretto in lineadi sangue era generale e governatored’Egitto. Unitosi a Cleopatra dalla qualeebbe un figlio, Cesarione, Antonio minac-ciava di fatto l’impero di Roma che non ve-deva di buon occhio questa relazione.L’aristocrazia romana cominciò così ad ap-poggiare Ottaviano, l’unico in grado di di-fendere Roma da una dinastia egizia. Romafu purtroppo martoriata dall’ambizione deivari governatori delle provincie che vole-vano a fasi alterne primeggiare sugli altri. Itriunvirati furono infatti dei trattati di paceinterni a Roma che però da quel che dimo-stra la storia non furono rispettati ed inevita-bilmente si arrivò agli scontri. Lo spiritoguerriero e bellicoso della civiltà romana siriassume anche in questo, dopo che GaioMario nel 107 a.C. decide che anche gli ap-partenenti ai ceti più poveri potevano entrarea far parte delle legioni romane. Stava na-scendo un esercito di professionisti, o megliodi mercenari, il cui futuro economico era le-gato alle conquiste del loro Generale che erasolito concedere terreni e proprietà fruttodelle conquiste. Il popolo si lega così inevi-tabilmente al suo Generale, al punto di se-guirlo ovunque. I Generali diventeranno ifuturi imperatori di Roma, tanto che le partisalienti di questa storia sono appunto le vi-cende di Giulio Cesare, di Ottaviano controAntonio e di Costantino contro Massenzio.L’arco di Costantino è la testimonianza sto-rica di questa rivalità tra Generali romaniche aspiravano al titolo di Augusto. Come

abbiamo detto l’impero era diviso ufficial-mente in quattro parti, Galerio e MassiminoDaia governavano l’Oriente, Licinio l’Illi-rica, l’attuale area balcanica, Costantino go-vernava le provincie galliche ed ispaniche,Massenzio si era invece insediato come usur-patore a Roma controllando anche l’Africa.Quando nel 311 d.C. Galerio morì i tre Au-gusti rimasti si coalizzarono contro Massen-zio. Mentre Costantino sconfiggevaMassenzio a Roma presso Ponte Milvio il 28ottobre 312, Massimino e Licinio erano en-trati in conflitto tra loro e l’ano seguente,Massimino, sconfitto da Licinio, si suicidò. Idue Augusti rimasti, Costantino e Licinio,concordarno che anche in Oriente fosse pro-clamata la libertà di culto per tutte le reli-gioni. Ma anche questa pace tra i due duròben poco e presto si accese un altro conflittoche vide la capitolazione di Licinio. Costan-tino divenne megalomane e pervaso damanie di persecuzione tanto da arrivare aduccidere chiunque minacciasse il suo potere.Uccise prima il suo primo figlio Crispo,avuto con Minerva, sua prima moglie; suc-cessivamente uccise anche il nipote Lici-niano, figlio di sua sorella Costanza e diLicinio. Fece uccidere anche la sua attualemoglie, Fausta. Come unico Imperatoredell’impero Costantino decise una nuova ca-pitale, non più Roma, ma Costantinopoli, laquale venne edificata sul sito della vecchiacittà di Bisanzio, l’attuale Istambul. Quandol’impero d’Occidente cadrà nel 476 d.C.,l’impero d’Oriente di Costantinopoli resteràin piedi fino 1453 anno in cui la città fondatada Costantino viene espugnata dai Turchi Ot-tomani sotto la guida di Maometto II.

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ARCHI DI TRIONFO

Il Foro romano si trova compreso fra il collePalatino ed il Campidoglio conosciuto anchecome monte Capitolino. La valle che si tro-vava fra questi due colli è quella che oggiospita i resti del foro romano e che in pas-sato era teatro di tutte quelle attività con-nesse alla vita romana. Ma non è semprestato così. Inizialmente, quando ancoraRoma non era stata fondata, questa valle erauna palude inospitale e sui monti che la cir-condavano vivevano diverse popolazioni chesi recavano qui per seppellire i loro morti.Da necropoli paludosa del X secolo a.C. lavalle si evolse in centro nevralgico delle atti-vità romane grazie all’azione del re etruscoTarquinio Prisco che nel 600 a.C. circa,anche grazie alla costruzione della cloaca

massima, bonificò completamente la zona epavimentandola con mattoni di tufo la rese ilcentro più importante della città. Essendo ilforo il cuore della città di Roma è qui cheogni grande imperatore intendeva realizzarele sue opere più importanti ed è anche quiche venivano accolti trionfanti al rientrodelle lunghe e sanguinose campagne diguerra. Sorgono infatti nel foro numerosiarchi di trionfo, l’arco di Traiano, l’arco diSettimio Severo e l’arco di Costantino da-vanti al Colosseo. Ogni imperatore persona-lizzava il foro con nuove strutture, templi estatue, con il tempo il foro si espanse ed ogninuova area prendeva il nome del suo realiz-zatore, Foro di Cesare, Foro di Augusto etc.etc. fino all’ultimo Foro di Traiano.

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IL FORO ROMANO E IL TEMPIO DI VESTAdi Daniele Maura

Panoramica del Foro Romano - Roma - Gennaio 2011Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

PARTE INTERNA

DEL TEMPIO DI VESTA

Non fu più quindi il Foro, ma i Fori impe-riali. Nei fori si svolgevano tutte le attivitàforensi della Roma antica, dai mercati ai pro-cessi e tutto si svolgeva all’aperto. Vi eranoperò degli edifici, molto grandi che avevanol’unico scopo di accogliere tali attività du-rante la brutta stagione o in casi di cattivotempo; questi edifici erano le basiliche ro-mane. Con la proibizione all’accesso ai tem-pli pagani emanata da Teodosio I nel 392d.C. e la loro successiva distruzione da partedi fanatici religiosi, i cristiani scelsero gliedifici pubblici senza alcun significato osimbolo di religione pagana come sedi delproprio culto. Le basiliche romane si presta-rono ottimamente a questo scopo. La più an-tica basilica d’occidente è quella di SanGiovanni in Laterano.Il primo e più antico foro è quello di Cesareinaugurato nel 46 a.C. e seguito subito dopoda quello di Augusto. Lo scopo di questoforo è quello di ampliare gli spazi pubblicidella città dove svolgere le attività religiose,commerciali e della giustizia nonché quellodi celebrare l’imperatore. Una delle strutturepiù importanti di questo foro è il primo tem-pio di Venere Genitrice che Cesare costruìcon l’esplicito intento di asserirsi origini di-vine e mitologiche come discendente diEnea. Il secondo e più importante tempio diVenere e Roma è invece molto più tardo.Realizzato per volere dell’imperatoreAdriano ed inaugurato da lui stesso nel 135d.C. fu il tempio più importante ed impo-nente della Roma antica. Questo tempio im-ponente venne danneggiato dal fuoco di unincendio nel 307 d.C. e dopo essere stato più

volte ristrutturato, anche contro la volontàdei sempre più numerosi imperatori di fedecristiana, venne definitivamente distrutto daun fortissimo terremoto nel IX secolo d.C.Uno dei templi più importanti dell’antichitàè sicuramente il tempio di Vesta. E’ uno deitempli più antichi di Roma, risalente proba-bilmente all’epoca in cui la città era limitataalla sola area del colle Palatino. Con la casadelle vestali, adiacente, formava un uniconucleo templare, simile a quello che noi oggipotremmo identificare in un monastero. Ilculto di Vesta è un culto antichissimo asso-ciato al fuoco, molti lo fanno risalire addirit-tura al dio Agnis di origine induistapre-vedica. Sicuramente però in questa divi-nità, come accade sempre per la religione, viè un aspetto legato alla vita pratica. Come ri-cordano sia Virgilio che Ovidio, all’epoca ilfuoco si otteneva con estrema difficoltà ri-correndo alla primitiva e laboriosa tecnicadello sfregamento delle selci. Il culto diVesta, dea del fuoco domestico, aveva infattiil compito di tenere sempre acceso il fuocosacro, importante risorsa per la comunità.Qui ognuno poteva attingere al fuoco ed uti-lizzarlo poi con estrema facilità per gli usidomestici. Ad occuparsi del fuoco vi erano,all’interno del tempio, le vergini Vestali, sa-cerdotesse sacre votate alla castità. A causaproprio del suo elemento principale il tempiofu oggetto nei secoli di diversi incendi mavenne sempre ricostruito e rimesso in fun-zione. Venne soppresso definitivamente sottoil regno di Teodosio I, che proibendo ognitipo di culto pagano decretò lo spegnimentopermanente del fuoco sacro nel 391 d.C.

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IL FORO ROMANO E IL TEMPIO DI VESTA

La storia di Venere e le motivazioni che por-tarono alla costruzione del suo primo tempioè legata indissolubilmente a quella delle vi-cende politiche e militari dell’antica Roma.Il primo tempio, il più piccolo è dedicato allaVenere Genitrice da cui prende il nome, ilsecondo, molto più tardo e più grande, tantoda essere ricordato come il tempio piùgrande dell’antica Roma, è dedicato a Ve-nere e Roma. Il primo foro, dove si trovaanche il primo tempio di Venere, è parte delprogramma urbanistico di Cesare. Sia il tem-pio che il foro vennero inaugurati nel 46 a.C.Due anni dopo Cesare verrà assassinato. Lacostruzione del primo tempio di Venere è le-gata alle vicende politiche e militari di Giu-lio Cesare. Qualche anno prima infatti il

futuro “Dictator” aveva stretto un’alleanzasegreta con altri due Generali dell’esercitoromano, Gneo Pompeo Magno, un giovaneGenerale che aiutò sensibilmente il GeneraleMarco Licinio Crasso a sedare la rivolta diSpartaco. Pompeo era il Generale più gio-vane e quello più promettente, aveva unvasto consenso fra il popolo e le sue vittoriein Spagna lo resero celebre in tutto l’imperoromano. Eletto console inizia la sua carrierapolitica nel 70 a.C.La vita di Cesare non fu semplice e le sue al-leanze furono dettate dallo spirito di soprav-vivenza. Nipote di Gaio Mario dellacittadina di Arpinium (Arpino), Cesare sposòCornelia Cinna Minore, figlia di Lucio Cor-nelio Cinna, alleato dello zio durante gli

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VENERE, LA MADRE DI ROMA

Tempio di Venere e Roma - Roma - Gennaio 2011Fotografia di Daniele Maura - Canon EOS 20D - EF 17-40 f/4 L USM

scontri con Silla. Purtroppo però Silla di-venne dittatore della repubblica e meditò difar uccidere Cesare dopo averlo esortato adivorziare da Cornelia. Cesare fu così co-stretto a fuggire rifugiandosi prima in Sabinae poi arruolandosi nell’esercito durante lecampagne d’Asia, dove, distinguendosi per ilsuo coraggio, si guadagnò la Corona Civica.Grazie a questo conferimento Cesare si ga-rantì l’accesso al Senato. Venuto a cono-scenza della morte di Silla nel 78 a.C,Cesare, all’età di ventidue anni, decide dirientrare a Roma per avviarsi alla carriera fo-rense di pubblico accusatore e contempora-neamente avviarsi alla carriera politica.Intelligente si dissocia da tentativi di som-mossa popolare male organizzati guidati daLepido, che verranno sedati magistralmentedal Generale Pompeo. Nel 72 a.C. grazie allesue ottime capacità oratorie e alle sue abilitàmilitari, Cesare fu eletto Tribuno Militare.Dopo questa carica Cesare si impegnò forte-mente per le battaglie politiche dei popula-res, in particolare decretò che tutti gli esiliatiper aver partecipato alle rivolte di Lipido po-tessero rientrare in patria. Ora è ovvio cheCesare stava creando dei contrasti sia aCrasso, che alleato di Silla sostenne forte-mente la campagna contro lo zio di cesareGaio Mario, sia a Pompeo che aveva sedatola rivolta di Lepido. Ma il carisma di Cesareera troppo grande tanto che Crasso si videcostretto ad appoggiarlo anche per ricavarneun proprio consenso popolare. Grazie quindianche all’appoggio di Crasso Cesare vieneeletto Questore ne 69 a.C. e durante un di-scorso nel Foro dichiarò le sue intenzioni po-litiche conferendo i massimi onori alla ziaGiulia, vedova di Gaio Mario, al figlio di leiGaio Mario Giovane, e alla defunta moglieCornelia figlia di Lucio Cornelio Cinna, al-leato dello zio. Gli onori vennero accolti con

plauso enorme della folla. Dopo i numerosisuccessi militari in Asia prima, e in Spagnapoi, Cesare portandosi dietro un’enormeconsenso popolare fu eletto console nel 60a.C. E’ ovvio ormai che i poteri si stavanoseparando e che sia Cesare, che Pompeo de-sideravano il massimo potere. A moderare iltutto però c’era Crasso, che si trovava politi-camente vicino a Pompeo, ma aveva ancheappoggiato Cesare. I tre strinsero quindi unaccordo segreto proprio nel 60 a.C. quandocesare fu eletto console. Nasce così il PrimoTriunvirato, un accordo segreto tra Cesare,Pompeo e Crasso, una coalizione che garan-tiva ai tre massimo potere nelle rispettivearee di influenza. La spartizione dell’imperoavvenne in questo modo: a Cesare spettò ilproconsolato della Gallia Cisalpina (Francia)e dell’Illirico (Area balcanica), a Crasso ilcontrollo supremo della Siria e a Pompeo ilproconsolato della penisola Iberica (Spagna).L’accordo fra Cesare e Crasso fu semplice,ma quello fra Cesare e Pompeo fu fatto conil sangue. Cesare infatti dette in sposa aPompeo sua figlia Giulia per suggellare l’ac-cordo reciproco contro il senato romano.L’invidia reciproca dei tre Triunviri dettò lafine dell’accordo. Cesare con i suoi successiin Gallia si attirò dietro le invidie di Pompeoe Crasso, il quale per non perdere prestigioagli occhi degli altri due decise di attaccarenel 53 a.C. i Parti a Carre, in Turchia, percollezionare una nuova vittoria militare.Questa battaglia però si rivelò un disastro elo stesso Crasso vi trovò la morte.

“Una leggenda narra del fatto che due nobiliparti si presentarono da Crasso orribilmentemutilati, (naso, mani, labbra) dicendogli diattaccare le armate partiche nel deserto. I duesi giustificarono dicendo di volersi vendicareper le mutilazioni subite dal loro imperatore.

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VENERE, LA MADRE DI ROMA

Crasso si convinse ed attaccò i parti. In re-altà i parti erano ben pronti a ricevere letruppe romane, i due nobili infatti si eranovolontariamente mutilati per convincereCrasso e seguire il loro piano facendolo ca-dere in un’imboscata.”

Morto Crasso e morta Giulia, la figlia di Ce-sare, Pompeo non aveva più nulla che lo le-gasse a Cesare. Arriva lo scontro checulmina nella battaglia di Farsalo. Pompeo siallea con il senato divenendo il comandantein capo delle truppe che avrebbero dovutoostacolare Cesare. Cesare dal canto suo, nel49 a.C. oltrepassa il Rubicone, fiume di con-fine tra l’Italia e la Gallia Cisalpina oltre ilquale nessun generale poteva proseguire inarmi. Il gesto di Cesare fu interpretato comeuna dichiarazione di guerra verso Roma. Loscontro fu inevitabile. L’anno dopo, il 48a.C., Cesare e Pompeo si scontrano a Farsaloin Tessaglia (Grecia Centrale). Pompeosconfitto si rifugia in Egitto dove viene as-sassinato per volere del re bambino Tolo-meo. Cesare vinse la battaglia grazie ancheall’aiuto ed alle particolari capacità militaridel nipote Marco Antonio. Rientrato a Romatrionfante cesare commissionò la costruzionedi un grande Foro e del tempio di VenereGenitrice che vennero inaugurati nel 46 a.C.Il tempio eretto per ringraziare la dea del suofavore durante la battaglia contro Pompeodoveva anche testimoniare la discendenzadivina della dinastia Gens Lulia (Giulio-Claudia) in quanto eredi diretti di Enea equindi di Venere.Venere è il pianeta che più di ogni altro haispirato miti e leggende. Marte, il suo anta-gonista, sia come posizione che come signi-ficato, se pur è stato associato al famoso Diodella guerra, mai raggiunse la fama di Ve-nere, un pianeta singolarissimo, tanto che in

passato fu anche scambiato per due pianetidifferenti. Il Lucifero ed il Vespro. Venere èinfatti visibile all’alba ed al tramonto, e fuproprio questa sua dualità in passato a farconsiderare queste due apparizioni come dueastri differenti. Da sempre associato allafemminilità, il suo simbolo è infatti ♀, sicontrappone come dicevamo prima a Marte,da sempre associato al maschile, il suo sim-bolo è infatti ♂. I due pianeti sono effettiva-mente contrapposti, anche geograficamente,partendo dal Sole, Venere si trova primadella Terra, mentre Marte dopo. Venere è ilsecondo pianeta del sistema solare,la Terra ilterzo e Marte il quarto. La Terra è l’unicopianeta del nostro sistema solare ad ospitarela vita. Sarà per questo che il tre è conside-rato il numero perfetto? In realtà in epochepassate tutti i pianeti erano associati a delledivinità e quasi tutte possedevano un duali-smo che faceva si che venissero distinte connomi differenti al mattino e alla sera. Disco-standoci un po’ da Venere ed analizzando unpoco gli altri pianeti sorgono spontanee al-cune domande. Urano e Nettuno furono sco-perti soltanto in epoche relativamenterecenti, Urano nel 1690 da John Flamsteed eNettuno nel 1612 da Galileo Galilei che loscambio inizialmente per una stella, mentrenel 1843, indipendentemente fra loro, JohnCouch Adams e Urbain Le Verrier, osservan-dolo teorizzarono la scoperta di un nuovopianeta. Ciononostante nell’antichità due im-portanti divinità erano già note con questinomi. Nettuno è una divinità abbastanzatarda, probabilmente derivante da quella delDio greco dei mari Poseidone o da quella delDio etrusco delle acque dolci e dei pozzi Ne-thuns, dal quale probabilmente prende ilnome. Urano era una divinità primordialeche unendosi a Gea (Gaia) diede origine alpantheon cosmico. Timoroso di essere spo-

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VENERE, LA MADRE DI ROMA

destato dai suoi figli, li gettava nelle visceredella Terra (Gaia), finché uno di essi, Crono,spinto dalla madre decise di evirarlo e get-tarne i genitali nel mediterraneo. Dall’im-patto col mare dei genitali di Urano si generòuna grande spuma dalla quale nacque Afro-dite, dea dell’amore, della bellezza, dellasensualità e dei giardini nella cultura greca;nella mitologia romana tale divinità è identi-ficata con Venere. A questo punto una do-manda nasce spontanea, i pianeti prendono ilnome da tali divinità oppure, come più pro-babile le divinità prendono il nome dai pia-neti. E’ possibile anche che in passato non vifosse tale distinzione in quanto probabil-mente divinità e pianeti venivano identificatiin un unico elemento indissolubile. Ciò fapensare dunque che i pianeti di Urano e Net-tuno fossero in realtà già noti agli antichianche se in maniera non documentata e chesi sia avuta prova scientifica della loro esi-stenza in epoche relativamente recenti. Matorniamo a Venere. Perché questa divinità ècosì controversa, come vedremo in seguito,ed allo stesso tempo importantissima? Ve-nere è considerata in qualche modo la madredi Roma, per questo motivo fu la divinità piùimportante dell’anticha Roma. Una leggendanarra infatti che Anchise, principe troianocugino di Priamo re di Troia, mentre portavaal pascolo le sue greggi incontrò una princi-pessa frigia, la Frigia era un’antica regionedell’Asia corrispondente all’Anatolia nell’at-tuale Turchia. La principessa era molto bella,lo sedusse ed unendosi ad Anchise genera-rono Enea. La principessa gli rivelò poi, diessere in realtà la dea della bellezza Venere(Afrodite). Anchise vantandosi con i corti-giani e con gli amici di essersi unito ad unadea attirò le ire di Zeus che colpendolo conun fulmine lo rese zoppo. Quando Troiavenne espugnata dai greci sotto il comando

di Agamennone grazie alla forza di Achille eall’astuzia di Ulisse, Enea fugge con altrispartani ed imbarcandosi per il mediterraneoraggiunge poi le sponde dell’attuale Lazio,in Italia. Qui Enea si invaghisce di Laviniafiglia del re locale Latino. Dall’unione diEnea con Lavinia nasce Silvio, futuro re-gnante di Alba Longa (Albano Laziale), unacittà fondata da Ascanio, altro figli di Eneaavuto con Creusa figlia di Priamo. Molteleggende riportano in realtà il fatto che Sil-vio fosse figlio di Latino e non di Enea, lafaccenda è controversa. In ogni caso daAscanio discendo molti re tra cui Proca, pre-sunto dodicesimo re di Alba Longa. Procaebbe due figli Numitore e Amulio. Numitorefu designato dal padre Proca a prendere leredini della città di Alba Longa ma Amulionon rispettò la decisione e con un colpo distato cacciò il fratello usurpandone il tronoed uccidendogli ogni figlio maschio che po-tesse un giorno rivendicare il trono. Numi-tore aveva però una figlia, Rea Silvia, chepoteva ancora dargli un erede, così Amuliola costrinse a divenire vestale facendole farevoto di castità e di purezza. Il Dio Marteperò si invaghì di lei, la possedé e fecondan-dola da lei nacquero Romolo e Remo. Amu-lio saputo il fatto ordinò che fossero uccisi,ma i due piccoli vennero affidati al fiume etrovati dal Pastore Faustolo i due neonati ve-nenro allattati dalla mogli Acca Larenzia,una prostituta, una lupa, dal verbo lupanare.Il resto della storia appartiene ai romani. Ve-nere e Marte sono le divinità più importantiper Roma, dalla loro unione nascono tre di-vinità minori, Amore, Deimo e Fobo. In re-altà queste divinità scaturiscono dall’unionedi Afrodite con Ares entrambe traslate nellamitologia romana sotto il nome di Venere eMarte.

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VENERE, LA MADRE DI ROMA