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Gestione della classe e delle problematiche relazionali Laboratorio di formazione in ingresso a cura di Luca Pierini

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Gestione della classee delle problematiche relazionali

Laboratorio di formazione in ingresso a cura di Luca Pierini

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La ricerca condotta da Hattie, basata su 800 metanalisi e 240 milionidi studenti, ha studiato i fattori che influenzano l’apprendimento.Gli effetti relativi ai fattori esaminati vengono mostrati mediantel’impiego di un barometro (figura sopra).

John Hattie (2009) VISIBLE LEARNING

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Cosa migliora l’apprendimento dello studente? (alcuni esempi)

Dimensione ridotta della classe (15 studenti) 0,21

Intervento precoce (frequenza scuola dell’infanzia) 0,47

+ 0,72

+ 0,62

+ 0,53

+ 0,52

+ 0,47

+ 0,41

+ 0,29

+ 0,21

+ 0,009

- 0,16 Bocciatura - 0,16

Gestione della classe 0,52

Coesione della classe 0,53

Conoscenza della disciplina da parte del docente 0,009

Relazione tra insegnante e alunno 0,72

Compiti per casa 0,29

Soddisfare gli stili di apprendimento degli alunni 0,41

Aggiornamento professionale del docente 0,62

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Gran parte dell’identità professionale e del benessere psico-fisico del docente si gioca sulla capacità di gestire il rapporto con la classe.

Difficoltà di relazione determinano frustrazione e burn out.

BURN OUT

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“non rispettano il turno”“non ascoltano” “chiacchierano”

“parlano a voce alta”“si alzano senza permesso”

“usano il cellulare”“ lanciano oggetti”

“si offendono”“si picchiano”

“contestano quello che dico”

Il 60% degli alunni nelle classi si comporta produttivamente.

Il 20% è svogliato ma non aggressivo.

Il 20% manifesta comportamenti di disturbo, anche aggressivi.

(Pipeline Project)

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La classe è una realtà psicologica multidimensionale le cui dinamiche, articolate su tre livelli, possono in buona parte sfuggire al docente: 1. pubblico, che il docente può vedere e gestire;2. semiprivato, relativo alle relazioni tra gli alunni, parzialmente

percepibile;3. privato, all’interno della mente dell’allievo, nascosto.

Il 70% delle dinamiche che si svolgono in classe sfugge al docente.

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Un comportamento irrispettoso delle regole, provocatorio oaggressivo ha spesso cause non manifeste:

1. condizionamento da modelli socioculturali negativi;

2. difficoltà di autocontrollo derivanti da problemi fisici,psicologici o entrambi (disturbo oppositivo provocatorio,disturbo della condotta, altri B.E.S).

I ‘ragazzi difficili’ hanno, nella maggior parte dei casi, un disagio, soffrono, sono arrabbiati.

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Withitness (presenza efficace in classe)

Il docente conosce quello che succede in classe, comunica la propria presenza ed è capace di intervenire in ogni situazione.

Momentum and smothness (slancio e scorrevolezza)

Il docente presenta i nuovi argomenti con slancio, cattura l’interesse dei suoi alunni e mantiene viva l’attenzione.

Jacob Kounin (1912 -1995) riprese migliaia diore di lezione in centinaia di classi sparse intutti gli Stati Uniti e sintetizzò le strategie piùefficaci per gestire le migliori condizioni diapprendimento.

La ricerca pedagogica ci offre alcuni modelli per la gestione dellaclasse (classroom management)

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Overlapping (condurre più attività contemporaneamente)Il docente deve essere in grado di gestire nella stessa ora dilezione più attività contemporaneamente.

Didattica diversificataIl docente deve variare la proposta didattica nell’arco dellagiornata o del periodo didattico.

Ripple effect (effetto onda)Quando uno studente si comporta in modo inadeguato epericoloso per il clima della classe, il docente lo riprende difronte ai pari in modo che la classe possa imparare dallasituazione (adatto per la scuola dell’infanzia e primaria, manon per la scuola secondaria).

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La gestione della classe deve essere improntata al lead management piuttosto che al boss management.

Il boss management prevede che il docente assuma un ruolo autoritario attento più ai risultati che ai processi, più all’esecuzione che al ragionamento, più alla disciplina che alla gestione della classe.

William Glasser (1925-2013) crede nella scuola come ambienteeducativo dove trovano soddisfazioni i bisogni degli allievi.

Il lead management privilegia un approccio educativo facilitatorio, il docente coinvolge gli studenti, li sollecita ad esprimersi, propone attività personalizzate, insiste sull’autovalutazione, favorisce la qualità delle relazioni, usa metodi persuasivi e non repressivi.

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L’apprendimento è favorito daun’atmosfera classe positiva dovegli alunni lavorano serenamentecon gli altri.

Glasser sostiene che bisognerebbe eliminare dai programmi scolastici tutto ciò che non ha importanza per la vita degli allievi, invita a privilegiare l’approfondimento e l’analisi piuttosto che la superficialità e la frammentarietà.

Glasser sostiene che l’apprendimento ha luogo solo quando si approfondiscono gli argomenti.

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E’ compito dell’insegnante fissare le regole e chiederne il rispetto, pretendere serietà, esigere il sostegno delle famiglie e dei dirigenti scolastici.

Il docente può rivendicare tali diritti a patto che:

Lee Canter (1947) afferma che il rapporto educativo si fonda inprimo luogo sul rispetto reciproco alunno - docente.

- formuli consegne chiare e precise;- assuma un ruolo autorevole;- stabilisca norme e direttive; - promuova comportamenti collaborativi e tolleranti;- sia intransigente verso condotte scorrette;- guidi ed orienti il percorso formativo dei suoi allievi;- favorisca l’instaurarsi in aula di un clima sereno.

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Il modello di Fredric Jones è fondato su quaranta anni di osservazione e studio della realtà di classe.

Il modello di Jones si basa su:

Precisa organizzazione dell’aulaL’aula e il suo setting assumono un enorme valore. Il docente deve essere in grado di muoversi agevolmente al suo intero.

“ Gli insegnanti prendono ogni giorno circa cinquecento decisioni di conduzione della realtà di classe, che rende il lavoro secondo solo come complessità e stress a quello dei controllori di volo del traffico aereo”.

Positive classroom discipline (1988)

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Il ruolo della comunicazione non verbaleJones sostiene che la maggior parte dei problemi disciplinaripossono essere evitati dal docente con:

- il controllo prossimale (la vicinanza del docente blocca lavolontà di infrangere le regole);

- il contatto oculare (per esprimere direttive e scoraggiarecondotte non idonee);

- la postura del corpo (per sottolineare l’importanza di unmomento didattico e dissuadere comportamenti inadeguati);

- la gestualità (per rinforzare le direttive, trasmettere agli alunnidifficili la propria calma e il controllo della situazione);

- il tono della voce (per comunicare i propri stati d’animo).

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Strategia di conduzione della lezioneIl docente generalmente aiuta l’allievo in difficoltà ripetendo laspiegazione (interazione d’aiuto universale). E’ invece opportunoadottare una positiva interazione di supporto scandita in trepassi: lodare, suggerire e allontanarsi.

Usare un sistema di incentiviIl docente deve utilizzare uncorretto sistema di incentivi chefaccia leva sull’autodeterminazionedegli allievi nella scelta delle attività:un periodo da dedicare al disegnolibero, un tempo per il lavoroindividuale, un momento per leggereun libro o guardare un film.

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2017

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Con alcune classi molto tempo è consumato per richiamiall’ordine, anche solo per mantenere il rumore al di sotto dellasoglia che consente la comunicazione didattica.Sono necessarie regole condivise. L’insegnante come singolo èdestinato a trovarsi in serie difficoltà se deve operare con colleghiche adottano regole difformi.

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Regole chiare e comprensibili hanno un ruolo rassicuranteper l’allievo che ha bisogno di sapere come comportarsi einteragire con gli altri e l’ambiente.

Una buona gestione della classe si basa sulla comprensioneda parte degli studenti di ciò che ci si aspetta da loro.

Nei primi anni di scuola è fondamentale insegnare le regole di comportamento (rispetto dell’ambiente e delle persone), impiegando le routine ripetutamente e pazientemente (ingresso, uscita, alzata di mano, etc)

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Qualsiasi richiamo deve essere fatto in rapporto alle regolestabilite con coerenza e imparzialità. Se il docente si comporta inmodo arbitrario la sua autorevolezza ne esce indebolita.

Impegnatevi nella gestione della classe, non ve la prendete con gli alunni, create rapporto, capite il motivo del disagio, trovate delle strategie, non tollerate comportamenti irrispettosi.

L’insegnante deve sanzionare il comportamento dell’alunno chenon rispetta le regole senza colpirlo come persona. L’attacco allapersona che ha commesso il fatto produce una reazione che va insenso opposto a quello educativo.

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leader autoritario

Un insegnante capace di mantenere l’ordine con stile autoritario non svolge bene il suo lavoro, in quanto indirizza le sue energie nel mantenere la disciplina rendendo sterile il suo intervento educativo.

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Il docente adotta un approccio autorevole basato sulla leadership democratica, che si traduce in sicurezza e determinazione senza prevaricazione.

Esercita la dominanza costruttiva, ovvero l’abilità di guidare le relazioni in classe, con fermezza, responsabilità e valore attraverso il dialogo educativo.

Ha il compito di scoprire le risorse degli alunni, anche quando non sono evidenti.

Fa emergere il loro valore ponendosi la domanda: ‘che cosa non ho ancora capito di questo mio alunno ?’

leader autoritario

leader democratico

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I docenti necessitano di rivedere continuamente la propria visione del mondo. Gli insegnanti migliori sono quelli che sono capaci di mettersi in discussione.

L’insegnante è un professionista dell’educazione, conosce lapropria materia e sa come insegnarla, fa capire ai propri alunnil’importanza dell’apprendimento, comunica e si relaziona conloro, fa rispettare le regole, limita i conflitti e facilita il dialogo con igenitori, collabora in modo costruttivo con i colleghi e con ildirigente scolastico.

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Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini,vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati.Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse adallontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno diriscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altromalanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra duemali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, cherappresentava per loro la migliore posizione.

A. Schopenhauer, Gli uomini come i porcospini, Parerga e Paralipomena

Gli alunni hanno la necessità divivere un clima di classe in cui leloro diverse personalità siano inarmonia con quelle degli altri, incui trovino la motivazione el’equilibrio per un impegnoindividuale e collettivo.

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No printed word, nor spoken plea can teach young mindswhat they should be. Not all the books on all the shelves, butwhat the teachers are themselves. J.R. Kipling (1865 -1936)

Gli studi suggeriscono che gli insegnanti percepiti come abili e capaci dai propri allievi sono quelli che sanno adottare uno stile amichevole, attento, rilassato e aperto alla comunicazione.

“Avevo un’insegnante brava e simpatica che mi ha fatto amare la matematica”

“Non conosco l’inglese perché avevo un insegnante che me l’ha fatto odiare”

I bambini non ascoltano I nostri consigli, ma vedono il nostro esempio

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La professione docente non è fatta solo di competenze disciplinari, ma anche dalla capacità di gestire efficacemente la comunicazione con gli alunni.

Il docente è responsabile del fatto che il messaggio sia compreso dall’alunno.

Il docente dovrà modulare il suo stile di insegnamento alle diverse modalità di percezione e comunicazione dei propri allievi.

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La mente umana processa la realtà attraverso tre principali sistemi rappresentativi: visivo (vista), uditivo (udito), cinestesico (tatto, olfatto e gusto).

Gli alunni con uno stile di apprendimento prevalentemente cinestesico amano muoversi, hanno un tempo di attenzione limitato, amano toccare e manipolare gli oggetti,etc.

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Ottimi risultati nella gestione della classe sono garantiti dalla tecnica no ai rimproveri sì agli elogi. Quando qualcuno si complimenta con noi, la nostra mente collega la sensazione di piacere alla persona che ci ha elogiato. Anche le sensazioni negative provocate da un rimprovero si ancorano in modo negativo alla persona che ci ha richiamato al nostro dovere.I rimproveri generano astio, la lode simpatia e rispetto.

Affinché sia efficace per la gestione della classe, la lode deve essere specifica, meritata e fatta davanti ai compagni.

Dobbiamo sempre elogiare gli alunni senza mai rimproverali?

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“Sono stufo di ripeterti che quando spiego non devi chiacchierare. Hai capito?”

“Federico ascoltami . Ultimamente sei stato attento alle lezioni, ma oggi stai chiacchierando troppo.”

“Federico ascoltami. Ultimamente sei stato attento alle lezioni.

L’ho apprezzato molto e sono convinto che dopo queste mie

parole ti comporterai in modo corretto, come hai dato prova di

saper fare.”

E’ possibile rimproverare, ma formulando il rimprovero in termini positivi: diciamo all’alunno quello che deve fare, non

quello che non deve fare.

Questo richiede autocontrollo e pratica da parte del docente

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Se un alunno “difficile” ha dato prova di essersi impegnato durante un’attività, il docente non deve perdere l’opportunità di lodarlo e creare un’ancora per legare l’intenso stato emotivo dell’alunno ad uno stimolo sensoriale chiaro, univoco e facilmente replicabile.

Complimenti Matteo! Continua ad impegnarti così!(con sorriso e pacca sulla spalla)

Successivamente il docente potràriproporre lo stimolo utilizzato (visivo,uditivo e cinestesico) per rievocare lo statoemotivo ad esso associato e richiamareMatteo al suo dovere di alunno.

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L’insegnante si relaziona con i suoi alunni secondo le modalità della condivisione, del dialogo e dell’ascolto empatico (ascolto partecipato che chiama in causa le

emozioni).

Mostriamoci sinceramente interessati ai nostri allievi, questi saranno più propensi ad ascoltarci e a seguirci

quando proporremo loro un’attività didattica.

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“Sono veramente soddisfatto dei tuoi progressi”

“Giulia, sono veramente soddisfatto dei tuoi progressi”

Per una persona il nome è il suono più importante e più dolce in qualsivoglia lingua.

L’utilizzo da parte del docente del nome dell’alunno rappresenta per quest’ultimo un segno di rispetto e

profonda considerazione.

Quando elogiamo un alunno per qualcosa che ha fatto è perciò fondamentale utilizzare il suo nome.

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“Brava Giulia! Hai dimostrato di aver capito che il present continuous in inglese si usa per

descrivere azioni in corso”.

I bambini e i ragazzi hanno bisogno di “valere” per maturare la fiducia nelle proprie potenzialità e affrontare con serenità

la vita e la scuola.

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Se durante una spiegazione due alunni chiacchierano e non prestano attenzione è sufficiente proseguire il

discorso inserendovi il nome di uno di loro.

Se i due alunni continuano possiamo utilizzare entrambi i loro nomi

L’utilizzo continuo dei nomi degli alunni è utile per mantenere alto il livello di concentrazione della classe.

“Gianluca is playing football!”

“Gianluca and Luigi are playing football ”

Per rendere più efficace un rimprovero è invece utile adoperare i cognomi degli alunni!

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“Non pensate al vostro dirigente scolastico!”

Sicuramente tutti avranno pensato al proprio dirigente scolastico!

Cosa accade allora quando diciamo ai nostri alunni

“Non correte!”“Non urlate!”

“Non lasciate le cartacce per terra!”

La mente inconscia non percepisce la negazione; è molto più utile riformulare le frasi nel modo seguente:

“Camminiamo lentamente nel corridoio”“Parliamo con un tono di voce basso”

“Prima di uscire, raccogliamo le cartacce per terra”

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“Non voglio vederti alzato! Ritorna al tuo posto!”

“Mi rendo conto che rimanere ai propri posti per più di un’ora non è

facile e che non è comodo stare seduti per molto tempo”.

I comandi (imperativi) non funzionano nelle classi difficili.E’ utile adoperare comandi nascosti (percepiti solo alivello inconscio), incastrati (nel discorso) e indiretti(perché esprimono richieste in maniera non esplicita)

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“Non sapete quanto sia gratificante per un insegnante vedere i propri alunni che si siedono al proprio posto

quando entra in classe . Badate bene: non vi chiederò mai di restare sempre seduti.Stiamo solo constatando che è meraviglioso vedere degli

alunni che rispettano gli insegnanti.E il rispetto può essere dimostrato anche facendo silenzio

durante le lezioni, alzando la mano per chiedere la parola, mettendosi in fila quando suona la campanella, etc.”

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E’ dunque molto importante utilizzare un lessico che sia fatto di parole positive (potenzianti) e eviti quanto più

possibile quelle negative (depotenzianti).

Le parole hanno una notevole influenza su chi ascolta. Quello che pensiamo, facciamo, ascoltiamo,

osserviamo e diciamo tende a penetrare nell’inconscio, il quale farà tutto per trasformarlo in realtà.

Per instaurare relazioni positive con gli altri bisogna inoltre sorridere.

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Alcuni docenti si dibattono perriportare l’ordine, con il risultato direndere gli alunni ancora più agitati;altri ci riescono, ma al prezzo dicontinui e spossanti richiami.

La voce è un eccellente strumento per l’insegnante nella gestione della classe.

Tenendo conto che tutto quello che un docente farappresenta uno stimolo per gli alunni e che la risposta delgruppo tende ad essere coerente con lo stimolo ricevuto,più una classe ha la tendenza ad agitarsi, più è consigliabileche il docente parli con un tono di voce medio-basso.

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Il tono di voce varierà nell’arco della giornata.Le prime ore di lezione non necessitano da parte

dell’insegnante di un volume medio basso.Al contrario, nelle ultime ore diventa fondamentale

l’utilizzo di un tono di voce medio basso, specialmente nelle classi più difficili.

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Per entrare in sintonia (creare rapport) con gli allievi e instaurare un

clima di fiducia reciproca e empatia è possibile far

uso della tecnica denominata

ricalco e guida.

Se rispecchiamo uno o più aspetti di un alunno (la velocità dell’eloquio, il volume della voce, il ritmo del parlato, il lessico utilizzato, la postura, etc), questo ci percepisce similial suo modo di essere e per questo motivo prova nei nostri confronti empatia, fiducia ed intesa.

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Una volta creata la sintonia con l’allievo è possibile condurlo verso il

comportamento desiderato.La tecnica risulta utile con gli alunni difficili che mettono continuamente

alla prova i docenti.

E’ consigliabile affrontare gli alunni difficili fuori dalla classe. Mentre facciamo parlare l’alunno di un argomento

di suo interesse ci mostriamo incuriositi (ascolto empatico), ne rispecchiamo il comportamento (ricalco)

allo scopo di entrare in sintonia con lui (rapport) e lo indirizziamo verso il comportamento desiderato (guida).

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Ragazzi, durante la scorsa lezione avete lavorato molto bene.Mi riferisco a tutta la classe, ma in particolare a Gianluca eCristina, che ho visto molto concentrati, e a Giulia, che è ormaiun’esperta del present continuous. Visto Giulia che lagrammatica inglese è semplice?Benissimo, anche oggi mi aspetto che ognuno di voi lavoriseduto (pausa), in silenzio (pausa) e per conto proprio (pausa).La consegna è la seguente: pagina 27 del workbook (pausa),esercizio 2 (pausa). Tra 5 minuti faremo la correzione collettiva.Buon lavoro!

Le tecniche di base di gestione della classe sono molto più efficaci se combinate tra loro. Nel seguente esempio sono utilizzate: voce, no ai rimproveri si agli elogi, vocabolario positivo e nomi.

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Allo scopo di guidare il comportamento degli alunni ildocente può anche utilizzare la tecnica della metafora.Racconta una storia, una fiaba, un aneddoto, etc ai proprialunni allo scopo di comunicare direttamente conl’inconscio e suscitare stati d’animo diversi (calma,concentrazione, motivazione, etc).

Una metafora ben costruita è vaga,sia nel linguaggio che nella storia.Questo per aggirare resistenzeconsce e penetrare più a fondo ilmeccanismo di cambiamento.Mai commentare una metafora.Sarà l’inconscio degli alunni ainterpretare il messaggio!

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Questi un giorno gli disse che se voleva diventare un campione doveva innanzitutto ascoltare in silenzio i consigli degli allenatori, fidarsi ciecamente di quello che dicevano, fare tesoro della loro esperienza.Il secondo passo consisteva nell’osservare attentamente i giocatori più preparati. Infine bisognava esercitarsi, esercitarsi e ancora esercitarsi: “quando i miei compagni di squadra rientravano negli spogliatoi per la doccia, io continuavo ad allenarmi, tanto che qualcuno doveva venire a chiamarmi perché si era fatto tardi; oggi, a distanza di non so quanti anni, le parole di quel mister continuano a risuonarmi in testa e continuo a ringraziarlo perché se gioco in serie A è anche grazie a lui”.

Sapete, ragazzi quando avevo più o meno lavostra età mi è capitato di leggere un’intervistaa un famoso calciatore. Al giornalista che glichiedeva il segreto del suo successo l’atletarispondeva che se era diventato un campione lodoveva al suo primo mister.

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Alla fine, fissarono un giorno e un punto di partenza. La lepre, che era sicura di vincere si mise a riposare tranquillamente sul ciglio della strada e si addormentò. La tartaruga, invece, che sapeva di essere lenta, si mise in cammino e piano piano, passo dopo passo, riuscì a superare l’avversaria che dormiva e in questo modo ottenne la vittoria.

Conoscete la favola della lepre e della tartaruga? Una tartaruga e una lepre discutevano: “Sei tu la più lenta”, diceva la lepre. “Io ti dimostro che la più lenta sei tu!” rispondeva la tartaruga.

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Quando una persona dice ‘no’l’intero organismo ghiandolare, nervoso e muscolare risponde con una condizione di rigetto.

Quando invece diciamo “SÌ” l’organismo si pone in una condizione di avvicinamento all’altro.

Se rivolgiamo ai nostri alunni domande alle quali la risposta ovvia è di tipo affermativo (campo affermativo), ad ogni “sì” che riceviamo, più possibilità avremo di condurli nella direzione che vogliamo.

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Un bravo docente usa il proprio corpo per comunicare. Ad esempio, formula una domanda alla classe e, al contempo, alza la mano ponendosi come modello da imitare.

Durante un compito o un’esercitazione, il docente esercita il controllo prossimale. Si pone di lato all’alunno distratto, evita il contatto oculare e aspetta che questo passi da distratto a neutro e da neutro a concentrato. Poi si allontana.

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Camminare tra i banchi mentre gli alunni sono impegnati in un compito, in una esercitazione o in un’attività di laboratorio li induce a stare tranquilli e lavorare con calma.

L’insegnante dà il via ad un’esercitazione in classe e rimane immobile per circa venti secondi, passando in rassegna con gli occhi tutti gli alunni. Fornirete un modello di come volete che stiano: silenziosi e concentrati.

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Per ogni specifico gruppo classe condividere le tre regole più importanti e farle scrivere dai ragazzi su un cartellone all’inizio dell’anno scolastico. Quando una regola viene infranta sarà sufficiente indicare sul tabellone o con la mano il numero che la contraddistingue:1. FACCIAMO SILENZIO DURANTE LE SPIEGAZIONI

2. ALZIAMO LA MANO PER CHIEDERE LA PAROLA

3. RESTIAMO SEDUTI AL NOSTRO POSTO DURANTE LA LEZIONE

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Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente dafare. La cosa difficile è conoscere bene i nostrimusicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non èun reggimento che marcia al passo, è un’orchestra chesuona la stessa sinfonia. (…) Siccome il piaceredell’armonia li fa progredire tutti, alla fine anche ilpiccolo triangolo conoscerà la musica, forse non inmaniera brillante come il primo violino, ma conoscerà lastessa musica. Diario di scuola – Daniel Pennac

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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BIBLIOGRAFIA E TESTI DI APPROFONDIMENTO:

Calvani A. (2016) Come fare una lezione efficace, Carocci Faber

Hattie (2016), Apprendimento visibile, insegnamento efficace, Erickson

Staiano O. (2015) Scuola di sopravvivenza, In Mind

Milani I. (2013) L’Arte di insegnare, Vallardi

D’Alonzo L. (2012) Come fare per gestire la classe nella pratica didattica, Giunti

Schipani F. (2011) Guida pratica alla gestione della classe, Gruppo Editoriale Macro

Di Tano M. (2011) Principi di PNL nella pratica didattica, Arti Grafiche Archimio

Churches R., Terry R. (2009) PNL per gli insegnanti, Roberti Editore

Hattie (2009), Visible learning, Routledge

Doglio M. (2009) Uscirne Vivi 2 - Manuale per insegnanti, Lupetti

Pennac D. (2008) Diario di scuola, Feltrinelli

Blum P. (2000) Sopravvivere nelle classi difficili, Erickson

Gordon T. (1991) Insegnanti Efficaci, Giunti