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Gestione della classe e dinamiche relazionali
Dott.ssa Monica FAZZOLARI
Corso di formazione docenti neo-assunti a.s.2015/16
INCORAGGIARE LA
PARTECIPAZIONE
FARE SCELTE ORGANIZZATIVE
E DIDATTICHE
PROMUOVERE L’INTERESSE
DI AFFRONTARE LA
COMPLESSITA’ DEL GRUPPO E
DELLE SUE DINAMICHE
PORRE ATTENZIONE AI BISOGNI DEGLI ALUNNI (I
VISSUTI, LE ATTESE, L’AUTODETERMINAZIONE, IL
COINVOLGIMENTO, LA COMPETENZA, GLI STATI
EMOTIVI)
RIPENSARE IL RUOLO
DELL’INSEGNANTE
OCCUPARSI DELL’AMBIENTE
FISICO E SOCIALE DELL’AULA
CONOSCERE LE VARIABILI CHE
INFLUENZANO LA GESTIONE
LA GESTIONE DELLA CLASSE
IN COSA CONSISTE
CHE COSA RICHIEDE
DI CHE COSA SI OCCUPA
Classe come sistema complesso
È un gruppo-sistema caratterizzato dai legamiche intercorrono tra i singoli soggetti e dallaqualità delle loro relazioni, non dalla sommadegli individui e delle loro caratteristiche.
La sua funzionalità perciò non deriva dallasomma del valore dei singoli, ma dalla sinergiache viene a crearsi e che può tradursi inaumento di valore o una inefficacia cheproduce dispersione e perdita di valore.
La complessità nella gestione della classe
• Esperienze e vissuti di ogni membro;
• Molteplicità di bisogni;
• Presenza di alunni con problematiche personali,disturbi specifici e disabilità;
• Stili cognitivi differenti;
• Presenza di alunni di diverse culture;
• Rapporti tra colleghi e dirigente;
• Rapporti con le famiglie;
Gestire la classe:
• Mantenere la disciplina;
• Condannare l’atto irresponsabile;
• Punire l’alunno offensivo;
• Richiamare l’intera classe per ristabilire l’ordine;
• Riprendere il singolo allievo per i suoi atteggiamenti inopportuni.
Visione anacronistica della gestione della classe, il ruolo del docente è quello di “controllore”, la motivazioneall’apprendimento è estrinseca, cioè indotta dall’esterno e l’ impegno è dettato dalla paura delle conseguenze negative.
La gestione della classe efficace è:
Promuovere l’interesse e la partecipazione dell’alunno e stabilire un produttivo ambiente di lavoro che favorisca l’apprendimento
Visione più attuale;il docente crea un ambiente di lavoro facilitante l’apprendimento, promuove interesse e partecipazione. La motivazione all’apprendimento èintrinseca, cioè legata al piacere di imparare.
“far scoprire all’alunno il piacere legato
al pieno ed effettivo funzionamento dei poteri derivanti della nuova
conoscenza”(Bruner 1964)
1 Agire su scelte organizzative e didattiche;
2 motivare e promuovere l’interesse;
3 coinvolgere e incoraggiare la partecipazione;
4 avere conoscenza delle variabili e imparare a controllarle
• Importanza dell’ambiente fisico in cui avviene il processo di insegnamento-apprendimento.
• Utilizzo di strategie facilitanti l’apprendimento.
Assume importanza la disposizione spaziale dei banchi in relazione del tipo
di lezione che si intende proporre; materiale presente in aula; presenza di
supporti tecnologici; comfort ambientale.
La proposta didattica deve essere presentata dall’insegnante con entusiasmo, trasporto e diversificata al fine di raggiungere le diverse
tipologie di stili cognitivi. Le attività devono essere avvertite come
praticabili, in quanto se percepita superiore alle proprie capacità si verifica una tendenza
all’abbandono per scongiurare l’insuccesso e salvaguardare l’immagine di sé.
Utilizzo di metodi e strategie facilitanti l’apprendimento
Il termine scaffolding (ponteggio) si riferisce ad un processo in cui gli insegnanti offrono il loro supporto agli studenti nel processo di problemsolving. (J. Bruner, 1976).Advance organizer di Ausubel (anticipatori) utilizzare uno schema, un aneddoto, un esempio offre l’idea preliminare di ciò che saranno i punti essenziali da acquisire e attiva le preconoscenze dell’allievo utili all’apprendimento ulteriore
Motivazione all’apprendimento:modello di John Keller:ARCS (attention, relevance, confidence, satisfaction).Si articola su quattro dimensioni:attenzione;rilevanza;fiducia;soddisfazione
L’apprendimento è condizionato dallo stato di benessere che il soggetto vive in un determinato contesto educativo, pertanto è importante creare con gli alunni una relazione positiva. Si deve tener conto che per raggiungere elevati risultati nell’apprendimento è importante mettersi in gioco sul piano relazionale, in quanto il gruppo-classe è un luogo determinante di incontro e crescita quando soddisfa il bisogno di
appartenenza del singolo.
Per creare senso di appartenenza occorre utilizzare strategie didattiche
che favoriscono l’interazione e la coesione; adottare didattica non
competitiva e apprendimento cooperativo; comunicare le
aspettative; condividere scelte didattiche e definire regole.
È indispensabile che l’insegnante sappia affrontare le situazioni che si verificano in gruppo in modo competente. La sua capacità di attenzione facilita la comprensione delle dinamiche che sorgono.
Ripensare al proprio ruolo:1. Stile comunicativo: Norton lo definisce come “il modo in
cui una persona interagisce a livello verbale, non verbale e paraverbale. Gli studi mostrano che gli insegnanti percepiti abili sono quelli che sanno adottare uno stile amichevole, attento, rilassato e aperto alla comunicazione.
2. Stile cognitivo: è “la modalità di elaborazione dell’informazione che la persona adotta in modo prevalente”(Boscolo,1981). Conoscere i diversi stili cognitivi degli alunni permette di adottare strategie di insegnamento adeguate.
Verbale, quello che Watzlawick indica come contenuto:la scelta delle parole, la struttura della
frase
Paraverbale, modalità con cui viene trasmesso il contenuto: tono della voce, timbro, velocità
Non verbale, aspetto più difficile da controlla ed
implicala postura, la mimica facciale, la gestualità, gli
aspetti estetici
STILE COMUNICATIVO
Stili cognitivi
Abilità evocative (De La Garanderie):- metodo uditivo- metodo visivo
Stili cognitivi/1
globale/analiticoglobale: dal generale al particolareanalitico: analisi del dettaglio
sistematico/intuitivo (modo in cui si individuano regole o criteri)
sistematico: si procede gradualmente con analisi delle variabiliintuitivo: porta alla formulazione di un’ipotesi da confermare
verbale/visualeverbale: uso del codice linguisticovisuale: lavoro per immagini mentali schemi rappresentazioni grafiche
Stili cognitivi/2
impulsivo/riflessivo (tempo per risolvere i problemi)
impulsivo: risponde rapidamenteriflessivo: è più lento e accurato
convergente/divergente (legato al tipo di intelligenza)
convergente: procede secondo logica e sulla base delle informazionidivergente: procede autonomamente e in maniera creativa
dipendente dal campo/indipendenteLa percezione è influenzata dall’organizzazione del contesto
Bisogni della classe
•Vissuti•Ragioni•Successo•Proposta didattica•Attese aspettative•Autodeterminazione•Relazione
Bisogni della classe
VissutiL’insegnante deve operare tenendo conto che le esperienze vissute nei primi anni di vita incidono sulla motivazione
Per pretendere un impegno scolastico adeguato, occorre prima che gli alunni risolvano i “bisogni di mancanza” rispetto a i “bisogni di crescita”(Abraham H. Maslow)• Bisogni di mancanza:
legati alla vita psicofisica (fisiologici; di sicurezza; di appartenenza e amore; di stima)• Bisogni di crescita:
riconducibili alla ricerca della vera essenza dell’uomo (di autorealizzazione; di conoscenza; estetici)
Bisogni della classe
Vissuti (cosa fare)
Presentare proposte formative che sianovissute come “raggiungibili”, “gratificanti”,e “attraenti per l’alunno”
Si possono motivare i ragazzi secomprendono il significato e valore delcompito
Bisogni della classe
•Vissuti•Ragioni
•Successo•Proposta didattica•Attese aspettative•Autodeterminazione•Relazione
Bisogni della classe
Successo
L’impegno è maggiore nelle attività che siavvertono come praticabili, in cui ilsuccesso è perseguibile.
Bisogni della classe
Successo (cosa fare)
Compiti con difficoltà graduale;Consegne chiare;Personalizzazione e individualizzazione
del compito; Interpretare e fronteggiare l’attuazione
di strategie per evitare l’insuccesso;
Bisogni della classe
•Vissuti•Ragioni
•Successo•Proposta didattica•Attese aspettative•Autodeterminazione•Relazione
Bisogni della classe
Proposta didattica
Gli allievi hanno bisogno di essere allettati dalle attività didattiche (d’Alonzo 1991)
Bisogni della classe
Proposta didattica (cosa fare)
Il docente deve essere “affascinante” (relativo al carisma del
docente); presentare con “trasporto” l’attività;Mostrare “passione” per il proprio
lavoro;
Bisogni della classe
•Vissuti•Ragioni•Successo•Proposta didattica
•Attese aspettative•Autodeterminazione•Relazione
Bisogni della classe
Attese/aspettativeGli alunni portano con sé delle aspettativerelative all’esperienza d’apprendimento.Se non corrisposte si generademotivazione.
Teoria “locus of control”:Fallimento dovuto a eventi fuori dalproprio controllo
Bisogni della classe
Attese/aspettative (cosa fare)
Aiutare l’alunno a comprendere le ragionidel proprio insuccesso e individuarestrategie per ottenere risultati attesi.
Bisogni della classe
•Vissuti•Ragioni•Successo•Proposta didattica•Attese aspettative
•Autodeterminazione•Relazione
Bisogni della classe
Autodeterminazione
Bisogno di “governare”in autonomiale esperienze, senza vivere condisagio le situazioni condotte da altri.
Bisogni della classe
Autodeterminazione (cosa fare)
Educare a valutare, ad affrontare in modo “critico”le situazione,scegliere tenendo conto del fine.Poter chiedere approfondimenti e integrazioni sulle proposte presentate.
Bisogni della classe
•Vissuti•Ragioni•Successo•Proposta didattica•Attese aspettative•Autodeterminazione
•Relazione
Bisogni della classe
Relazione
I bambini per crescere e maturare ènecessario avere legami significativi esentirsi parte integrante di un gruppo.
Bisogni della classe
Relazione (cosa fare)
Costruire un ambiente di apprendimentopositivo, in cui ogni membro riconosciuto,accettato e rispettato.Favorire le relazioni interpersonali;Didattica non competitivaCooperative learning e peer tutoring;Prevenire conflitti
JACOB KOUNIN, Discipline and group management in classroom(New York 1970);Ha raccolto e catalogato le strategiepiù efficaci messe in atto per gestire la classe
Kounin:
presenza efficace in classe:l’insegnante capace è colui checonosce ciò che avviene in classe;
slancio e scorrevolezza:affronta con slancio i nuovi argomenti e possiede la scorrevolezza necessaria a mantenere viva l’attenzione;
conduce più attività contemporaneamente:presenta più compiti e diverse attività nella stessa mattinata;
effetto onda:riprendere l’allievo di fronte a tutti che si comporta in modo inadeguato al fine di comunicare agli altri che quel comportamento è inadeguato.
Assertive discipline - Lee Canter“senza rispetto dei diritti reciproci non si
costruisce un rapporto educativo e vengono a mancare i presupposti per una vita di classe
produttiva per tutti”.Insegnanti e alunni hanno diritti che devono
essere rispettati Esistono tre tipologie di insegnamento:ostile,
non assertivo e assertivo.
Secondo Canter un docente assertivo:utilizza un linguaggio chiaro per
formulare consegne;assume un ruolo autorevole;stabilisce norme e direttive;
ha rispetto per i diritti degli alunni; promuove collaborazione e tolleranza, ma
è intransigente verso comportamenti inadeguati;
favorisce un clima positivo.
Glasser
esistono due tipi di gestione della classe:boss-management=>l’insegnante ha un ruolo
autoritario, più attento ai risultati che ai processi;
lead-management=> insegnante coinvolge gli alunni, propone attività personalizzate,favorisce
la qualità delle relazione , usa metodi
persuasivi.“là dove i bisogni degli allievi vengono soddisfatti, si crea un ambiente
educativo favorevole”
Positive classroomF.Jones:
precisa organizzazione della classe =>disposizione spaziale dei banchi per poter essere sempre tra gli allievi;importanza della comunicazione non verbale =>controllo
prossimale; contatto oculare; mimica facciale;postura; gestualità; respirazione ;voce;
strategia di conduzione della lezione => p”positiva interazione di supporto”:lodare, suggerire e allontanarsi;sistema di incentivi =>da preferire quelli che fanno leva
sull’autodeterminazione:disegno, uscite, visione film
CASO 1: NON VERBALE
Scuola primaria:S. sta svolgendo un compito assegnato dal maestro. All’inizio il suo impegno è intenso ma, dopo 10 minuti, si sente priva di energia.
CASO 1: NON VERBALE
S. appoggia la testa sul banco e chiude gli occhi.
I compagni ridono e la prendono in giro.Un compagno gli tira una gomma.
L’insegnante…
CASO 1: NON VERBALE
1. Quali sono i fatti rilevanti?2. La situazione illustra un intervento
educativo di tipo non verbale, quali sono gli elementi principali?
3. In una situazione simile a quella descritta, come avresti agito? Motiva le tue risposte.
CASO 2
L. è seduto dietro il suo banco e ascolta due compagni che rispondono alle domande dell’insegnante.
Si annoia e la sua mente divaga.Dall’inizio dell’anno le lezioni si svolgono
nello stesso modo: - Interrogazione prima ora;- Lettura e spiegazione orale alla fine.
CASO 2
L. si annoia e non ascolta.Anche gli altri compagni fanno altro (disegni, chiacchiere, risa).All’improvviso tra L. ed i compagni seduti dietro di lui si scatena un alterco per questioni futili. L. lancia una penna contro uno di loro.L’insegnante…
CASO 2
1. Quali sono i fatti rilevanti?2. La situazione descritta è abbastanza
“tipica”? Come avresti agito?3. La noia è un’esperienza negativa, in quali
modi è possibile evitarla?