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LE DINAMICHE RELAZIONALI NELLA CLASSE Barbara Pastò

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LE DINAMICHERELAZIONALINELLA CLASSE

Barbara Pastò

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NOI TUTTI SIAMO IN VITA PARTE DANZANTE DI UNA PIÙ AMPIA DANZADI PARTI INTERAGENTI, UNA DANZA CHE CONCORRIAMOCONTINUAMENTE A FARE, DISFARE E RIFARE. G.BATESON

IL GRUPPO CLASSE

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CONTESTO = “TESSUTO CON”

non“CIO’ CHE STA INTORNO”

ma“CIO’ CHE INTRECCIA”

IL TERMINE CONTESTOTROVA LE PROPRIE RADICI NELL’ESPERIENZA STESSA DEL

TESSERE,NEL CONCRETO FARE DEL TESSITORE

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Occuparsi dello sfondo significa favorirel’elaborazione di strutture di connessione,

la costruzione di metacontestiche permettono considerare come connessi elementi che

altrimenti rimarrebbero isolati.

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LA PEDAGOGIA ISTITUZIONALE

La “pedagogia istituzionale , rifacendosiad un approccio ecosistemico alla realtà,

“supera l’idea di relazione educativa come rapporto a duee la vede come un processo

che avviene sempre in un contestoe che coinvolge

una serie di fattori ambientali,quali in primis il gruppo dei pari

e il clima socialeche si crea nella classe”

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IL SISTEMA CLASSE

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Da aggregato a gruppo sociale

Inizialmente è un AGGREGATO SOCIALEInsieme di individui omogenei per età che si trovano nello stesso

tempo\spazio senza condividere un legame.Viene condiviso l’obiettivo formativo)

Diventerà un GRUPPO SOCIALEInsieme di individui che interagiscono con regolarità

Questa regolarità di interazione tiene insieme i partecipanti dando vita ad undistinta unità che ha una propria identità sociale.

Essere in gruppo vs Essere un gruppo…..COME SISTEMA

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Struttura sotterranea (Reffieuna 2003)

All’interno della classe sopravvivono gruppi distinti, fondatisull’attrazione interpersonale

Attenzione: il senso di appartenenza ai gruppi non deveprevalere su quello di appartenenza alla classe

Se la struttura sotterranea diventa esplicita provoca conflitti erelazioni gerarchiche tra alunni

L’insegnante deve conoscere le strutture socialispontaneamente costituitesi tra alunni

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“CLASSE NASCOSTA”Descrive la dimensione affettiva della classe che viene“nascosta” da quella didattica e istituzionale, ( PietropolliCharmet 1995)

“STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DI STRUTTURASUBISTITUZIONALE” (Carli, Mosca 1980)ovvero rispettivamente quella orientata al compito in cuivengono investite le motivazioni alla realizzazione e quellafondata sulle dinamiche relazionali in cui vengono investite lemotivazioni di affiliazioni e di potere.

LA CLASSE NASCOSTA

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RICERCA DI UN EQUILIBRIO TRA LE DUEDIMENSIONI

impegno dei membri del sistema classe cherischiano continue scivolate in

“deviazioni di tipo economicista o fusionale”(Meirieu 1987)

cioè investimentiora sugli aspetti di produttività

ora su quelli affettivia scapito gli uni degli altri

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Idea di scuola come contenitore sociale (Bain 1983)la cui funzione e’ quella di fornire elementi positivi econcreti di riflessione perché l’individuo possaprepararsi ad un cambiamento.

E’ importante che ogni soggetto percepisca la scuolacome ambiente nel quale per lui e’ possibilecambiare la propria identità in modo più consono aquanto un ragazzo sente via via necessario per sè.

Ogni attività impostata nella classe che permetta dicostruire un “contenitore sociale” attornoall’esperienza scolastica degli alunni rientra in unlavoro sul clima che contribuirà a dare un“significato” al cambiamento.

SCUOLA CONTENITORE SOCIALE

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L’insegnante equilibrista traDIFFERENZIAZIONE-OMOGENEIZZAZIONE

Differenziazione = interventi volti a far emergeree a far riconoscere come validi, aspetti, idee,

prese di posizione distintivi di un soggetto, in modo cheogni componente del gruppo abbia un suo spazioe delle sue coordinate di riferimento, no rigide,ma modificabili a seconda della sua evoluzione

.Omogeneizzazione = tentativi finalizzati a ricollegare

ogni elemento al gruppo classe cui appartiene,sottolineando gli apporti reciproci, a contestualizzare il suo

comportamento nell’ambito della classe(M. Malagoli Togliatti , L.Rocchietta Tofani 1990)

DIFFERENZIAZIONE VS OMOGENEIZZAZIONE

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STADI DI SVILUPPO DI UNA CLASSE(Stanford, Roark 1974)

1. Appartenenza, orientamento e sostegno, ricerca di fiducia2. Stabilirsi di norme e stili di interazione:”cultura della classe”3. Sottogruppi, leadership, conflitti con insegnanti4. Iniziale accettazione reciproca, significato positivo

differenze5. Coesione di gruppo, unità6. Relazioni interpersonali strette7. Stili di apprendimento individuali, conflitto vs cooperazione

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Ruolo insegnante

In ogni stadio l’insegnante può giocare unruolo importante

Provate ad immaginare quale….

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Lenti sistemiche

Leggiamo ciò che succede in classe attraversolenti sistemiche

Analizziamo la scena tratta dal film: “Gli anni intasca” 6,30

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Lenti sistemiche

• Che cosa ho visto succedere in classe?• Quali caratteristiche del sistema classe emergono in

queste situazioni?• Quali dimensioni possiamo osservare nel gruppo

classe?• In che modo le possiamo registrare?

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Esempio di domande per “guardare” alle interazionisocioaffettive nella classe

• chi cerca di stabilire contatti e con chi?

• come ciascuno reagisce ai desideri altrui?

• quali interazioni si osservano fra maschi e femmine?

• ci sono comportamenti che hanno lo scopo di attirare l’attenzione deglialtri?

•le proposte di chi vengono accettate, respinte, boicottate?

• la comunicazione di chi rimane senza eco?

• gli interventi di chi vengono valorizzati?

• chi aspetta sempre il supporto o l’orientamento di qualche compagno?

• verso chi si manifesta più spesso l’approvazione?

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Possibili dimensioni attraverso cui osservare la classe:

•Le dimensioni relazionali (partecipazione alle attività,affiliazione, atteggiamento di sostegno dell’insegnante)•Le dimensioni dello sviluppo individuale(orientamento al compito, competizione)•Le dimensioni di continuità e di stabilità del sistema(ordine, organizzazione, chiarezza delle regole)•Le dimensioni di cambiamento del sistema(innovazione, incoraggiamento al pensiero creativo)CES Classroom Environment Scale Moos, Trickett, 1974)

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STRUMENTI DI OSSERVAZIONE DELLA CLASSE

Il disegno della classe Il Faces III C Il Questionario sui climi di classe Il Diario Il questionario sociometrico

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IL QUESTIONARIO SOCIOMETRICO

La sociometria si propone di identificare le relazioni di amicizia, inimicizia eindifferenza esistenti all’interno di un gruppo.

A questo scopo si serve dei dati forniti dal questionario sociometrico, in cui sichiede a ogni bambino con chi vorrebbe associarsi per alcune attività o in alcunesituazioni tipiche della vita della sua classe.Attraverso la rappresentazione grafica delle scelte effettuate, questa rilevazionepermette così di ottenere una dettagliata mappa delle relazioni e di individuare lostatus sociale di ciascuno all’interno del gruppo.

Il questionario sociometrico rappresenta uno strumento utile per gli insegnantiperché permette di identificare le interazioni tra i bambini e il ruolo di ciascunonel gruppo classe, offrendo informazioni che facilitano la “costruzione” di ungruppo più ricco di relazioni positive e collaborative.I risultati della rilevazione sociometrica vanno considerati non solo in riferimentoalla dimensione orizzontale del gruppo, ma anche come indicatori del tipo diinfluenza che le modalità di relazione adottate dagli insegnanti esercitano suicomportamenti dei bambini e sul clima della classe.

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IL DISEGNO DELLA CLASSE

Il disegno della classe aiuta a valutare in quale modo il bambino vive sestesso nei riguardi del gruppo dei compagni e degli insegnanti, fornendo utiliinformazioni sul livello di coesione del gruppo.

Ai bambini viene chiesto: “Disegnate ora la vostra classe, disegnatela comevolete”.

Gli elementi significativi per la lettura del disegno della classe risultanoessere:

SE STESSO L’AULA I COMPAGNI GLI INSEGNANTI

Ogni elemento acquista importanza in base alla sua presenza e alla modalità

di rappresentazione.

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Il Diario

É uno strumento che l’insegnante può utilizzare per riservare untempo dell’impegno lavorativo per l’elaborazione dell’esperienza.

Può diventare un contenitore solido dove poter riflettere è ilpresupposto per far emergere i pensieri, per dare loro lo spaziodove strutturarsi e il tempo per evolversi.

Nella scuola poco resta per uno spazio libero di pensiero, e quindi, perfare esperienza riflessiva del fare scuola e da lì trasformare unproprio sapere.

Mancando spazi di pensiero manca la possibilità di soggiornare consenso, di abitare pienamente il posto in cui ci si trova ad agire.

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Il diario , quindi, è la scena in cui ricostruire la storia di unprocesso educativo che acquista significato nella misura in cuigli eventi narrati documentano l’esperienza nella suacomplessità di processo emotivo e cognitivo, sociale e politico.

Dal diario di ricerca solitamente si esclude la dimensioneintrospettiva, considerata come una dimensione da destinareal privato o come materia per esercizi letterari . Ma questapratica di autoriflessione può costituire un’importante fonte diintuizioni se la conversazione col proprio sé, documentatadalla scrittura introspettiva, risulta essere un dialogo con un“partner critico”.

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Può essere di grande aiuto condividere l’esperienza deldiario con i colleghi, insieme ai quali commentaredegli estratti dei propri resoconti diaristici, percercare insieme l’ interpretazione più profondapossibile dei nodi significativi.

E’ nel confronto con altri che si può rintracciare unapiù adeguata misura di interpretazione della praticaformativa, che per la sua complessità ha bisogno diessere indagata da più punti di osservazione.

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Il compito di tenere un diario concorre a sviluppare diverseabilità: di osservazione, di documentazione, di riflessione.

Ma ciò che più risulta interessante da un punto di vista formativoè che la scrittura avente per oggetto la propria esperienzaassolve alla funzione di costruire un luogo da cui osservarevissuti, un luogo in cui ritrarsi di tanto in tanto dalla scena perosservarla da lontano; è proprio questa condizione del”guardare a distanza “ che ci fa stare con pienezza dentro lascena

L. Mortari “Scrivere un diario per riflettere sul fare scuola” daScuola Orizzonti

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DALL’OSSERVAZIONEALL’INTERVENTO EDUCATIVONEL SISTEMA CLASSE

•Proposta di alcune strategie educative:

•l’apprendimento cooperativo,•la discussione in classe,•il circle time,•lo sfondo integratore,

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LA CLASSE COME AMBIENTE FISICO E SOCIALE

“Gli insegnanti incontrano gli studenti quotidianamente per unesteso periodo di tempo, proponendo attività che nonnecessariamente coincidono con i loro immediati interessi”

(Doyle 1986)

Variabili da considerare in classe per predisporre l’ambiente: Multidimensionalità Simultaneità Immediatezza Imprevedibilità Dominio pubblico Storicità

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LO SFONDO INTEGRATORE

Lo sfondo può rappresentare una situazioneintegratrice che può collegare e dare un sensoad iniziative frantumate, a tracce appenaleggibili.

Inoltre lo sfondo integratore può collegaremomenti di attività specifiche alla quotidianità.

Paolo Zanelli “Uno sfondo per integrare”

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Lo sfondo favorisce l’integrazione fra momento affettivo e cognitivo,motivando i bambini all’apprendimento ma anche la strutturazione dicontesti che facilitano la riorganizzazione progressiva dei quadriconcettuali dei bambini, inoltre, favorendo le mediazioni, facilita losviluppo di modalità relazionali cooperative.

Lo sfondo integratore, si configura come una modalità di lavoro educativo-didattica che sostiene i processi di autorganizzazione cognitiva dei bambiniattribuendo importanza alle condizioni istituzionali e relazionali delcontesto di azione. Ciò permette all’insegnante e all’alunno di entrare inrelazione co-progettando e co-costruendo apprendimenti significativi.

Infatti, nelle relazioni scolastiche adulti e bambini sono legati da vincolirelazionali complessi: il comportamento del bambino incide sulle modalitàcon le quali l’adulto imposta il lavoro e, d’altra parte, il modo di impostareil lavoro incide sul tipo di risposta del bambino.

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L’utilizzo della metodologia dello sfondo integratore, considera lo sfondo, checaratterizza ogni azione educativa, un canovaccio nel quale viene tessutauna trama, che tutti concorrono a realizzare.

La progettazione per sfondi permette all’alunno di avere un ruolo attivo nelsuo percorso educativo e all’insegnante offre l’opportunità di realizzare ilsuo intervento partendo dai bisogni e dagli interessi del bambino.

Un tale approccio favorisce la possibilità di costruire e condividere storie,valorizzando ed integrando le diversità e di considerare tutti gli alunni ingrado di comunicare autonomamente i loro bisogni,

i loro interessi, di essere degli originali tessitori di una trama che, diventandovia via più ricca, offriva a tutti la possibilità

di trovare un intreccio nel quale riconoscersi e definirsi.

cfr P:Zanelli “Uno sfondo per integrare” Cappelli Editore, Bologna, 1986

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L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO

Un “metodo didattico che utilizza piccoli gruppi in cui gli studentilavorano insieme per migliorare reciprocamente il loroapprendimento”.

Esso si fonda, differenziandosi da altre modalità di lavoro di gruppo,su cinque elementi essenziali:

1. l’interdipendenza positiva,2. la responsabilità individuale e di gruppo,3. l’interazione costruttiva, preferibilmente diretta,4. l’’insegnamento delle abilità necessarie nei rapporti interpersonali

all’interno del piccolo gruppo,5. la valutazione di gruppo.

D. W. Johnson, R. T. Johnson, E. J. Holubec “ Apprendimento cooperativo in classe”Erickson, Trento,1996, pag.25

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LA DISCUSSIONE IN CLASSE

come “strategia di apprendimento in quanto momento di unaconoscenza socialmente condivisa. Tale conoscenza si vienecostruendo progressivamente attraverso una concatenazionee un aggiustamento di contributi di informazione e riflessioneportati separatamente dai diversi partecipanti attraverso ladiscussione, ma poi elaborati attraverso un ragionamentocollettivo.”.

L. Czerwinsky Domenis “La discussione intelligente” Erickson,, Trento, 2000

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IL CIRCLE TIME

Si tratta di una “tecnica di intervento di gruppo mirata a favorire il rapportotra i componenti del gruppo classe e la loro conoscenza reciproca.

Durante il circle time, i membri della classe si riuniscono per discutere unargomento o un problema proposto da uno o più alunni. La classe riunitadurante il circle time può essere definita come un piccolo gruppo didiscussione con una struttura a bassa gerarchia (l’insegnante ha infatti ilcompito di facilitare la discussione, ma nessuna funzione autoritaria), ditipo formale (in quanto luogo, tempo e norme che regolano la discussionerestano costanti), con l’obiettivo primario di creare un clima collaborativoe amichevole fra i membri.”

Rappresenta un lavoro sui significati utile per stimolare nei ragazziautoriorganizzazioni collegate all’autoriflessività e al confronto e allacoevoluzione tra sistemi di significati, cui aderiscono differenti allievi

D. Francescato, M. Tomai, M. E. Mebane “ Psicologia di comunità per la scuola,l’orientamento e la formazione” Il Mulino,Bologna, 2004

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ELEMENTI-BASE DI UNA COMUNICAZIONE CHEPERMETTA DI COORDINARE I SIGNIFICATI

1. evitamento di espressioni giudicanti oipercritiche

2. assunzione di interventi di riformulazione3. scelta di motivare alla classe ogni strategia

utilizzata così da evitare i fraintendimenti

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DOMANDE RIFLESSIVE

Uno tra i vari dispositivi che favoriscono unacomunicazione che fa emergere le differenze.Offrono la possibilità di:• pensare a riorganizzazioni future ed ipotetiche;• stimolare aspettative;• far assumere posizioni di osservatori;• far percepire possibili cambiamenti del contesto;• decontestualizzare eventi normalizzandoli• introdurre ipotesi o distinzioni.

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LAVORO DI CONFRONTO DELLE PERCEZIONI DEIRAGAZZI E DEGLI INSEGNANTI

...che permettano di far sentire gli alunni protagonisti e ingrado di contribuire a cambiare la situazione

Ciò è favorito da ogni attività che permette di costruire uncontenitore sociale intorno all’esperienza scolastica deglialunni che fornisca elementi concreti di riflessione

Ne sono un esempio le strategie utilizzate in situazione diintegrazione degli alunni con disabilità in cui si fanno circolareinformazioni sui percorsi differenziati ma che si integranoall’interno della comune esperienza della classe.

cfr M.Malagoli Togliatti, L.Rocchietta Tofani “Il gruppo classe” La Nuova Italia ScientificaRoma, 1990

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STRATEGIE DI INTERVENTO COMUNICATIVO

Per dare coesione al gruppo attraverso il miglioramento delcontesto emotivo o clima di classe,

Per favorire l’integrazione attraverso l’ equilibrio tradifferenziazione e omogeneizzazione

Per promuovere una comunicazione volta al coordinamentodei significati tra i membri del gruppo”

(Malagoli, Togliatti e Tofani 19910)

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Esempi di strategie

a) Alleanze e confronto direttob) Ridefinizionic) Metafored) Contestualizzazione dei comportamentie) Comunicazioni sul gruppo e sui criteri di gestionef) Riequilibramento dei confinig) Amplificazione di concetti

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a) Alleanze e confronto diretto

”Mi dispiace che tu non sia riuscito a fare questo, penso che tuabbia perso un’occasione per verificare se ce la potevi fare, tiaiuterò a organizzarti per la prossima volta”

L’ insegnante si confronta con un alunno o con un sottogruppo,dando a lui (o a essi) uno spazio individualizzato e un sostegnoparticolari, ad esempio focalizzandosi su questioni che loriguardano da vicino.

Chiaramente le alleanze dovranno essere mobili, temporanee edeventualmente esplicitate.

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b) Ridefinizioni

Rappresentano potenti mezzi da utilizzare per proporre un diverso epiù utile inquadramento di fatti ed emozioni

Una buona ridefinizione dovrebbe produrre un riconoscimento dellasituazione esistente, una differente prospettiva della realtà el’indicazione di nuovi modi di interagire.

Di fronte all’inquadramento di un problema con conseguenze sullagestione della classe, sarà sempre importante, appigliandosi a tutti gliindizi possibili, cercarne una ridefinizione in termini produttivi rispettoalle possibilità di intervento e agli obiettivi, e in termini che motivano ilgruppo classe e ogni elemento a modificare le proprie posizioni.

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c) Metafore

Spesso le ridefinizioni si avvalgono dell’uso della metafora, che, per lasua pregnanza di riferimento ad un’immagine concreta può servire dapunto di ancoraggio molto valido per ottenere un certo impattoemotivo e guidare soggetti in età scolare alla ristrutturazione dellapropria visione di un avvenimento.

Ins: “Ti piace stare a lungo nel pentolone? Attenta che qualcuno nonalzi troppo la fiamma sotto!Sappi che potrai e dovrai stare lì sotto fino a quando non vorraiprovare a sollevare il coperchio”

Sarà importante usare un contenuto che dia una connotazionepositiva, suggerisca una visione circolare, stimoli ad un progetto dicambiamento.

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d) Contestualizzazione dei comportamenti

Uso di domande circolari (non lineari) che presuppongonol’interdipendenza di comportamenti che riportano al contestociò che altrimenti viene percepito come collegato al singolo,ridimensionano il senso delle esperienze di un soggetto,riportandole a quelle del sistema classe.

Ins: “Chi e cosa di quanto è capitato nel gruppo ti haspinto a questo comportamento? Chi nel gruppo ti haaiutato, in qualche modo?”

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e) Comunicazioni sul gruppo e sui criteri di gestione

“Siete un gruppo in cui, a mio parere ci sono ancora delledivisioni”

“Fate ancora, come gruppo classe, la palla di gomma”

Importante lavorare sullo sviluppo da parte di ogni alunno di unaconcezione di sé in un gruppo classe, in un preciso taglio ditempo, ma in evoluzione, con caratteristiche modificabili

Come?• Presentare i risultati di un sociogramma• Lavoro sul gruppo ideale – gruppo reale ecc

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f ) Riequilibramento dei confini

Interventi finalizzati a• ridare valore agli alunni svantaggiati• incidere sul loro statusrispetto• alle loro competenze didattico-prestazionali• alla maturità e adeguatezza del loro comportamento

riequilibrando i confini

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g) Amplificazione di concetti

• prendere un’idea proveniente da una lettura di una situazioneo da una previsione di cambiamento di situazione nel sensodesiderato,

• dare una nuova etichetta• fare riferimento a un concetto e poi di favorirne lo sviluppo,• individuarlo o riproporlo nelle situazioni tutte le volte che è

possibile,in modo da favorire la realizzazione di questa evoluzione

attraverso un discorso che canalizza l’attenzione e le aspettativeda parte del gruppo e dell’alunno interessato.

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Analisi di caso

Viene chiesto ai componenti del gruppo diindividuare una situazione di difficoltà nellacomunicazione in una classe e di presentarla

Attraverso la formulazione di domande si analizzala situazione

In piccoli gruppi si costruiscono delle ipotesi diintervento diretto e indiretto

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Classe ……….. scuola ………..

1) Descriva brevemente una situazione tipica di disturboin classe2) Quali sono le reazioni dei bambini?3) Che cosa le viene in mente di fare di fronte alledifficoltà?4) Che cosa vorrebbe veder succedere?5) Fra i comportamenti di risposta messi in atto, quale hafunzionato di più e che cosa ha visto succedere?6) Che cosa altro pensa che si dovrebbe tentare?7) Ci sono comportamenti delle famiglie che secondo leiinfluiscono negativamente sulla situazione della classe?8) Realisticamente quali obiettivi ci si può prefiggere perquesta classe?

ESEMPIO DI STRUMENTO DI LAVORO PER UNGRUPPO DI INSEGNANTI