Gdm18 12 2014

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l XIV l Segnala le tue attività artistiche e le tue iniziative nel campo dello spettacolo e del divertimento a: redazione.barletta@gazzettamezzogiorno . it BARLETTA PUBBLICATA DALL'EDITRICE ROTAS UNA BIOGRAFIA DEDICATA AL MEDIEVISTA SCOMPARSO NEL 2007 (( a cronaca e s o a>> '. . ne 11nera Il «lascito» di un intellettuale dell900 pugliese di COS IMO DAMIANO FONS E CA * l lascito testimoniate e il re- cupero della memoria: due poli apparentemente non omogenei entro i quali si snoda la vicenda esistenziale -dal punto di vista storiografico -di Raff ae le Ior io, un intellettuale del '900 pugliese che al suo mestiere di storico aveva conferito una ro· busta carica civile nel solco della migliore tradizione meridionali- sta dei "devoti di Clio". Ed è qui che l'apparente IL LIBRO disomogeneità tra "lascito te- U na propo sta di lettura circostanziata ma anche intrigante stimoniale" e "recupero della memoria" si salda ricondu- cendo ad unità un discorso che nei due lemmi summenzionati, singolarmente assunti, conservano pur sempre una loro finalità e tma inoppugna- bile operatività. Bene a ragione allora Renato Russo- cui si deve l'articolata do- cumentazione di questa silloge, non anodina nelle scelt e, anzi pa- radigmatica nella proposta e ideo - logica nella formulazione temati- ca -colloca i saggi di lorio "fra cronaca e storia": due termini che inverano il "lascito testimoniate" e il "recupero della memoria" di cui si discorreva dianzi. Ma c'è un terzo elemento di non marginale valenza che qui va evo - cato; esso attiene all'«ambito spa- ziale» entro cui l'esercizio della te- stimonianza e il recupero della memoria trovano il loro humus e il loro radicamento: si tratta dell'area centrosettentrionale dauno-iapigia del territorio pu- gliese. Russo ne sottolinea la cifra geoambientale sin dal titolo del suo lavoro dichiarando a chiare lettere che "i suoi studi hanno da- to lustro alla Puglia". Entro questa tripolarità di me- tod i e di obiettivi di scrittura si definisce la personalità di lorio e il suo modo di "fare storia": il tim- bro graffiante della sua prosa e la sua passione per una regione che pure anagraficamente non gli ap- parteneva ma che, attraverso una lunga consuetudine di studi e di ricerche, era entrata prepotente- mente nel suo gene. Ma veniamo al profilo biogra- fico che Renato Russo, con ben precise connotazioni, costruisce pagina dopo pagina non ometten- do di far trasparire quei legami, quelle emozioni, quelle condivi- sioni che costituiscono la preziosa risorsa di un'amicizia sincera- mente coltivata e reciprocamente condivisa. Tenuto conto che Russo dichia· ra senza infmgimenti e inutili ipo- crisie le finalità sottese alla sua fatica (Per preservare la sua vita e i suoi studi dalla dimenticanza), il ricorso alla mole dei documenti sapientemente organizzati a sup- porto dell'ordi to narrativo, diven· ta quant'altri mai indispensabile. E questo spiega, laddove è richie- sta,l'impostazione filologica della pagina dove in carattere tondo viene resa la voce narrante (Rus- so) e in corsivo le sequenze docu - mentarie (lorio). Quanto alla prima parte, qual- che annotazione va fatta all'ordito biografico scandito sul duplice bi- nario della vita e delle opere: i due binari, nonostante le diversità te- matiche, sono sempre intercon- nessi e, non rare volte, sovrappo- sti al fme di sciogliere alcuni no· di, siano essi occasionati o esi- stenziali, oppure mentali relativi alla sua persona o all'impegno sto- riografico sotteso alla sua fatica. La seconda parte, analitica e problematica dell'itinerario sto- riografico di Io rio, si concretizza in venti tracciati tematici che, se pure in qualche caso indulgono intorno ad argomenti di storia moderna e contemporanea, sono a lA GAZZEllA DRMFZZOGIORNO Giovedì 18 2014 IL SAGGIO Attraverso il saggio di Russo, Fonsec a (nella foto sotto il titolo) spiega torio soggetto prevalentemente medioe- vistico, come si può rilevare dall'efficace profilo dell'Autore tracciato da Lino Patruno. D'altro canto era lo stesso !orio a "civettare" su questa sua fisio- nomia storiografica non trascu- rando di tanto in tanto di incidere profondamente sul suo vissuto quotidiano, sul suo porsi dinanzi ai personaggi e agli eventi pun- tualmente ricostruiti con abilità di scrittura. Passano sotto la sua penna spaccati di storia politica, istitu- zionale, storico-artistica, milita- re-cavalleresca, religiosa, ecc., non trascurando quel microco- smo barlettano che fa sempre da sfondo al suo operoso sodalizio con la città. Una proposta, quindi, di lettu- ra, questa suggerita da Russo dell'itinerario storiografico di Raff aele Iorio, al tempo stesso cir- costanziata e intrigante alla quale non è estranea una consuetudine di rapporti non occasionati, ma di vita e di ideali. Accademico dei Lincei Renato Russo offre un'interpretazione organica delle ricerche di lario nella sua città d'adozione ' ottuagenario Fonseca l'ha detto anche di se stesso, re- centemente. Uno storico, a un certo pw1to della sua pa- rabola biografica, sul declinare della sua vita di studioso, dovrebbe avere la forza intellettuale di ritrarsi da conferenze e miscellanea di scritture varie, e soprat- tutto dall'intraprendere nuove strade di ricerche storiografiche, per dedicarsi a riordinare i propri studi pregressi, gli studi di una vita, per ricostruirne or- ganicamente una trama compiuta, una classificazione antologica tematica. E invece una frenetica quotidianità ti av- volge nelle sue spine, ti prende nel vor- tice delle sue pressanti scadenze, così fi - nisci con l'essere condizionato dalle nu- merose sollecitazioni esterne che ti di- straggono da questo estremo imprescin- dibile impegno, nel tentativo di dare un senso compiuto all'esito delle tue ricer- che riepilogative di una intera esistenza. È quello che è accaduto a Raffaele lo· rio, e Fonseca lo fa intravedere in questa come in altre occasioni rievocative del nostro stimatissimo storico nel corso dei suoi incontri con Russo preparatori alla sua penetrante e dotta prefazione: Can- ne della Battaglia, Federico II e le Cro - ciate, gli Ordini Cavallereschi, la Disfida di Barletta, il12 settembre del '43 e così via... I orio ha dedicato a ciascuno di questi temi (e molti altri ancora) nume- rosi studi monografici, senza però poi, al termine della sua vita, trovare il tem- po per raccoglierli fra di loro (colligite fragmenta), di ciascuno offrendo tma in- terpretazione organica, nel quadro della ricostruzione di un più ampio scenario che delineasse un grande affresco sto· riografico, la rilettura storica della sua città d'adozione, Barletta, sullo sfondo di un orizzonte più ampio, quello della sua e nostra regione, la Puglia. C'era già stato, in passato, un tenta- tivo celebrativo del ricordo di lorio, da parte della locale sezione della Società di Storia Patria, della quale il Nostro e ra stato presidente per due mandati (1998 - 2004). Una monografia che non ave - va però spinto la sua indagine oltre i limiti di una mera trascrizione di saggi su Canne, mentre questa di Russo- a detta del noto cattedratico lucano- è in- vece un vero saggio storico, di indiscu· tibile spessore scientifico, come già per altri suoi studi su altri personaggi no- tevoli della nostra storia cittadina (Nic- colò Fraggianni, De Nittis, Mennea) o pugliese (Federico II, Boemondo d'Alta- villa, Isabella d'Aragona). E gli, infatti, dopo essersi intrattenuto sulla vita e le opere di Iorio, con spunti interpretativi del suo carattere ado le- scenziale di gesuitica formazione, si ad· dentra nell'analisi dei diversi campi nei quali lo studioso ha approfondito la sua ricerca, senza escludere pagine di gran- de interesse come quelle sul filologo o sul pubblicista ed altre nelle quali ha ricostruito i suoi difficili rapporti col mondo accademico barese. Nel dare atto a Russo del suo accurato e approfondito lavoro, Fonseca coglie l'occasione per delineare il carattere di lorio e la sua forza intellettuale e mo - rale, il suo rigore di ricercatore, il suo amore- celato da un sobrio distacco emotivo -verso la sua città alla quale, come novello Alighieri per Firenze, non risparmia vivaci rimbrotti e pungenti rampogne, denunciandone la scarsa sen· sibilità (un eufemismo per non dire di Renato Ru sso tma vera e propria indifferenza), per una valorizzazione autentica e non di facciata, per i suoi innumerevoli tesori d'arte, di storia e di cultura. Non per nulla il saggio bio-bibliografico di Russo si apre con la citazione di una terzina dantesca: "facesti come quei che va di notte l che porta il lume dietro e non giova, l ma dopo sé, fa le persone dotte".

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Segnala le tue attività artistiche e le tue iniziative nel campo dello spettacolo e del divertimento a: [email protected]

BARLETTA PUBBLICATA DALL'EDITRICE ROTAS UNA BIOGRAFIA DEDICATA AL MEDIEVISTA SCOMPARSO NEL 2007

• (( a cronaca e s o a>>

'. . • ne 11nera Il «lascito» di un intellettuale dell900 pugliese

di COSIMO DAMIANO FONSECA *

l lascito testimoniate e il re­cupero della memoria: due poli apparentemente non omogenei entro i quali si

snoda la vicenda esistenziale -dal punto di vista storiografico -di Raffaele I orio, un intellettuale del '900 pugliese che al suo mestiere di storico aveva conferito una ro· busta carica civile nel solco della migliore tradizione meridionali­sta dei "devoti di Clio". Ed è qui

che l'apparente

IL LIBRO disomogeneità tra "lascito te-

Una proposta di lettura circostanziata

ma anche intrigante

stimoniale" e "recupero della memoria" si salda ricondu­cendo ad unità un discorso che nei due lemmi

summenzionati, singolarmente assunti, conservano pur sempre una loro finalità e tma inoppugna­bile operatività.

Bene a ragione allora Renato Russo- cui si deve l'articolata do­cumentazione di questa silloge, non anodina nelle scelte, anzi pa­radigmatica nella proposta e ideo­logica nella formulazione temati­ca -colloca i saggi di lorio "fra cronaca e storia": due termini che inverano il "lascito testimoniate" e il "recupero della memoria" di cui si discorreva dianzi.

Ma c'è un terzo elemento di non marginale valenza che qui va evo­cato; esso attiene all'«ambito spa­ziale» entro cui l'esercizio della te­stimonianza e il recupero della memoria trovano il loro humus e il loro radicamento: si tratta dell'area centrosettentrionale dauno-iapigia del territorio pu­gliese. Russo ne sottolinea la cifra geoambientale sin dal titolo del suo lavoro dichiarando a chiare lettere che "i suoi studi hanno da­to lustro alla Puglia".

Entro questa tripolarità di me­todi e di obiettivi di scrittura si definisce la personalità di lorio e il suo modo di "fare storia": il tim­bro graffiante della sua prosa e la sua passione per una regione che pure anagraficamente non gli ap­parteneva ma che, attraverso una lunga consuetudine di studi e di ricerche, era entrata prepotente­mente nel suo gene.

Ma veniamo al profilo biogra­fico che Renato Russo, con ben precise connotazioni, costruisce pagina dopo pagina non ometten­do di far trasparire quei legami, quelle emozioni, quelle condivi­sioni che costituiscono la preziosa risorsa di un'amicizia sincera­mente coltivata e reciprocamente condivisa.

Tenuto conto che Russo dichia· ra senza infmgimenti e inutili ipo­crisie le finalità sottese alla sua fatica (Per preservare la sua vita e

i suoi studi dalla dimenticanza), il ricorso alla mole dei documenti sapientemente organizzati a sup­porto dell'ordito narrativo, diven· ta quant'altri mai indispensabile. E questo spiega, laddove è richie­sta,l'impostazione filologica della pagina dove in carattere tondo viene resa la voce narrante (Rus­so) e in corsivo le sequenze docu­mentarie (lorio).

Quanto alla prima parte, qual­che annotazione va fatta all'ordito biografico scandito sul duplice bi­nario della vita e delle opere: i due

binari, nonostante le diversità te­matiche, sono sempre intercon­nessi e, non rare volte, sovrappo­sti al fme di sciogliere alcuni no· di, siano essi occasionati o esi­stenziali, oppure mentali relativi alla sua persona o all'impegno sto­riografico sotteso alla sua fatica.

La seconda parte, analitica e problematica dell'itinerario sto­riografico di Io rio, si concretizza in venti tracciati tematici che, se pure in qualche caso indulgono intorno ad argomenti di storia moderna e contemporanea, sono a

lA GAZZEllA DRMFZZOGIORNO Giovedì 18 dicem~re 2014

IL SAGGIO Attraverso il saggio di Russo, Fonseca (nella foto sotto il titolo) spiega torio

soggetto prevalentemente medioe­vistico, come si può rilevare dall'efficace profilo dell'Autore tracciato da Lino Patruno.

D'altro canto era lo stesso !orio a "civettare" su questa sua fisio­nomia storiografica non trascu­rando di tanto in tanto di incidere profondamente sul suo vissuto quotidiano, sul suo porsi dinanzi ai personaggi e agli eventi pun­tualmente ricostruiti con abilità di scrittura.

Passano sotto la sua penna spaccati di storia politica, istitu­zionale, storico-artistica, milita­re-cavalleresca, religiosa, ecc., non trascurando quel microco­smo barlettano che fa sempre da sfondo al suo operoso sodalizio con la città.

Una proposta, quindi, di lettu­ra, questa suggerita da Russo dell'itinerario storiografico di Raffaele Iorio, al tempo stesso cir­costanziata e intrigante alla quale non è estranea una consuetudine di rapporti non occasionati, ma di vita e di ideali.

• Accademico dei Lincei

Renato Russo offre un'interpretazione organica delle ricerche di lario nella sua città d'adozione

' ottuagenario Fonseca l'ha detto anche di se stesso, re­centemente. Uno storico, a un certo pw1to della sua pa-

rabola biografica, sul declinare della sua vita di studioso, dovrebbe avere la forza intellettuale di ritrarsi da conferenze e miscellanea di scritture varie, e soprat­tutto dall'intraprendere nuove strade di ricerche storiografiche, per dedicarsi a riordinare i propri studi pregressi, gli studi di una vita, per ricostruirne or­ganicamente una trama compiuta, una classificazione antologica tematica. E invece una frenetica quotidianità ti av­volge nelle sue spine, ti prende nel vor­tice delle sue pressanti scadenze, così fi­nisci con l'essere condizionato dalle nu­merose sollecitazioni esterne che ti di­straggono da questo estremo imprescin­dibile impegno, nel tentativo di dare un

senso compiuto all'esito delle tue ricer­che riepilogative di una intera esistenza.

È quello che è accaduto a Raffaele lo· rio, e Fonseca lo fa intravedere in questa come in altre occasioni rievocative del nostro stimatissimo storico nel corso dei suoi incontri con Russo preparatori alla sua penetrante e dotta prefazione: Can­ne della Battaglia, Federico II e le Cro­ciate, gli Ordini Cavallereschi, la Disfida di Barletta, il12 settembre del '43 e così via ... I orio ha dedicato a ciascuno di questi temi (e molti altri ancora) nume­rosi studi monografici, senza però poi, al termine della sua vita, trovare il tem­po per raccoglierli fra di loro (colligite fragmenta), di ciascuno offrendo tma in­terpretazione organica, nel quadro della ricostruzione di un più ampio scenario che delineasse un grande affresco sto· riografico, la rilettura storica della sua

città d'adozione, Barletta, sullo sfondo di un orizzonte più ampio, quello della sua e nostra regione, la Puglia.

C'era già stato, in passato, un tenta­tivo celebrativo del ricordo di lorio, da parte della locale sezione della Società di Storia Patria, della quale il Nostro era stato presidente per due mandati (1998-2004). Una monografia che non ave­va però spinto la sua indagine oltre i limiti di una mera trascrizione di saggi su Canne, mentre questa di Russo- a detta del noto cattedratico lucano- è in­vece un vero saggio storico, di indiscu· tibile spessore scientifico, come già per altri suoi studi su altri personaggi no­tevoli della nostra storia cittadina (Nic­colò Fraggianni, De Nittis, Mennea) o pugliese (Federico II, Boemondo d'Alta­villa, Isabella d'Aragona).

Egli, infatti, dopo essersi intrattenuto

sulla vita e le opere di Iorio, con spunti interpretativi del suo carattere adole­scenziale di gesuitica formazione, si ad· dentra nell'analisi dei diversi campi nei quali lo studioso ha approfondito la sua ricerca, senza escludere pagine di gran­de interesse come quelle sul filologo o sul pubblicista ed altre nelle quali ha ricostruito i suoi difficili rapporti col mondo accademico barese.

Nel dare atto a Russo del suo accurato e approfondito lavoro, Fonseca coglie l'occasione per delineare il carattere di lo rio e la sua forza intellettuale e mo­rale, il suo rigore di ricercatore, il suo amore- celato da un sobrio distacco emotivo -verso la sua città alla quale, come novello Alighieri per Firenze, non risparmia vivaci rimbrotti e pungenti rampogne, denunciandone la scarsa sen· sibilità (un eufemismo per non dire di

Renato Russo

tma vera e propria indifferenza), per una valorizzazione autentica e non di facciata, per i suoi innumerevoli tesori d'arte, di storia e di cultura. Non per nulla il saggio bio-bibliografico di Russo si apre con la citazione di una terzina dantesca: "facesti come quei che va di notte l che porta il lume dietro e sé non giova, l ma dopo sé, fa le persone dotte".