gazzetta_04

20
C ’è il club dei “Giovani soci dello Yacht club”; ci sono le nuove attività per i bambini predisposte per questa estate dal Consorzio; c’è la voglia di coinvol- gere sempre di più i portorotondini del futuro perché rappresentano una risorsa vitale per lo sviluppo del borgo. E dunque: largo ai giovani, una vo- lontà che in questi anni si sta espri- mendo con un termine piuttosto freddo, secco, da vocabolario econo- mico: fidelizzazione. In realtà, questa parola contiene una serie di progetti che hanno le sfumature in tinta pa- stello dei migliori sentimenti nostal- gici pensati da chi ha vissuto Porto Rotondo nell’età dell’oro e dedicati appositamente per i bambini, ragaz- zi e ragazzini di oggi. Paolo Manca, segretario generale del Consorzio, spiega: «Ci sono tantissimi consor- ziati che hanno vissuto l’esperienza della nascita di Porto Rotondo negli anni Sessanta e il consolidamento negli anni Settanta e Ottanta. Sono memoria storica del nostro borgo turistico e ne hanno forgiato l’ani- ma, semplicemente vivendolo. A loro volta, essi serbano un elevatis- simo numero di ricordi, esperienze e sensazioni indimenticabili legati a Porto Rotondo e alla loro giovinez- za. Rievocano quel che è stato, ed è così che è nata la loro affezione per questo luogo. Ma, abbiamo pensato, tutto ciò non può e non deve finire con il passare degli anni: il villaggio deve essere in grado di far vivere ai giovani di adesso le stesse intense emozioni che hanno vissuto i loro genitori o addirittura nonni, in alcuni casi. Perché solo in questo modo an- che i ragazzi del Duemila potranno sviluppare lo stesso forte legame che ha contraddistinto la permanenza, qui, di chi li ha preceduti. Ecco, infine, che il presidente del Consorzio, Do- menico D’Angelo, ha ideato una serie di manifestazioni culturali e sportive destinate ai giovani e giovanissimi». Per fare in modo che la Porto Roton- do del 2040 non sia un luogo morto e amorfo, spento e triste, ricoperto di polvere generata dalla frantuma- zione dei ricordi legati a un passato sfavillante ma ormai svanito. Serve gente nuova, gente viva e attiva. Ma- gari, capace di dimostrarsi all’altez- za di coloro che li hanno preceduti. Tutto ciò è contenuto nella parola fidelizzazione, che più concretamen- te prevede: il potenziamento della scuola vela dello Yacht Club; attività di animazione; spettacoli e concerti dedicati anche ai più piccoli; corsi di sub; corsi di pittura. Il pacchet- Largo ai giovani: sport, arte e tempo libero di C laudio C hisu Anno XIV - NUMERO 47 - LUGLIO 2011• periodico mensile gratuito • www.portorotondoweb.it + > foto: Roberto Sanna

description

http://www.consorziodiportorotondo.it/pdf/gazzetta_04.pdf

Transcript of gazzetta_04

Page 1: gazzetta_04

C ’è il club dei “Giovani soci dello Yacht club”; ci sono le nuove attività per i bambini

predisposte per questa estate dal Consorzio; c’è la voglia di coinvol-gere sempre di più i portorotondini del futuro perché rappresentano una risorsa vitale per lo sviluppo del borgo.

E dunque: largo ai giovani, una vo-lontà che in questi anni si sta espri-mendo con un termine piuttosto freddo, secco, da vocabolario econo-

mico: fidelizzazione. In realtà, questa parola contiene una serie di progetti che hanno le sfumature in tinta pa-stello dei migliori sentimenti nostal-gici pensati da chi ha vissuto Porto Rotondo nell’età dell’oro e dedicati appositamente per i bambini, ragaz-zi e ragazzini di oggi. Paolo Manca, segretario generale del Consorzio, spiega: «Ci sono tantissimi consor-ziati che hanno vissuto l’esperienza della nascita di Porto Rotondo negli anni Sessanta e il consolidamento

negli anni Settanta e Ottanta. Sono memoria storica del nostro borgo turistico e ne hanno forgiato l’ani-ma, semplicemente vivendolo. A loro volta, essi serbano un elevatis-simo numero di ricordi, esperienze e sensazioni indimenticabili legati a Porto Rotondo e alla loro giovinez-za. Rievocano quel che è stato, ed è così che è nata la loro affezione per questo luogo. Ma, abbiamo pensato, tutto ciò non può e non deve finire con il passare degli anni: il villaggio deve essere in grado di far vivere ai giovani di adesso le stesse intense emozioni che hanno vissuto i loro genitori o addirittura nonni, in alcuni casi. Perché solo in questo modo an-che i ragazzi del Duemila potranno sviluppare lo stesso forte legame che ha contraddistinto la permanenza,

qui, di chi li ha preceduti. Ecco, infine, che il presidente del Consorzio, Do-menico D’Angelo, ha ideato una serie di manifestazioni culturali e sportive destinate ai giovani e giovanissimi». Per fare in modo che la Porto Roton-do del 2040 non sia un luogo morto e amorfo, spento e triste, ricoperto di polvere generata dalla frantuma-zione dei ricordi legati a un passato sfavillante ma ormai svanito. Serve gente nuova, gente viva e attiva. Ma-gari, capace di dimostrarsi all’altez-za di coloro che li hanno preceduti. Tutto ciò è contenuto nella parola fidelizzazione, che più concretamen-te prevede: il potenziamento della scuola vela dello Yacht Club; attività di animazione; spettacoli e concerti dedicati anche ai più piccoli; corsi di sub; corsi di pittura. Il pacchet-

Largo ai giovani: sport, arte e tempo libero d i C l a u d i o C h i s u

Anno XIV - NUMERO 47 - LUGLIO 2011• periodico mensile gratuito • www.portorotondoweb.it

+ >

foto: Roberto Sanna

Page 2: gazzetta_04

to completo si chiama Summer kids 2011 ed è stato un completo succes-so. Le adesioni sono state tante, anzi troppe, perché la domanda non è riuscita a soddisfare la richiesta: solo chi si è prenotato in tempo ha potuto far vivere ai propri figli un’estate mol-to interessante. La novità asso-luta del Summer kids sono stati i corsi di sub: il Consorzio ha ri-lasciato quaran-ta voucher ad altrettanto con-sorziati per dare loro il diritto di frequentare uno dei corsi previsti nel program-ma (Seal team, Padi scuba diver, snorkeling, ac-quaticità e nuo-to) grazie alla collaborazione con il Centrosub di Porto Roton-do. La durata dell’iniziativa: dal 20 giugno al 16 settembre. Il voucher consente la frequentazione dei corsi per cinque giorni. La manifestazione è piaciuta così tanto che nel giro di poche setti-mane i voucher sono stati tutti distri-buiti: tutti conoscono la parte emer-sa di Porto Rotondo mentre pochi sono a conoscenza delle meraviglie che si celano nei fondali marini. Il corso è certamente un ottimo modo per scoprirle, e non è certamente im-probabile che il bambino di dieci anni che ha visto il regno sottomarino gal-lurese non abbia voglia di tornare a rimirarlo nei prossimi anni. Per quan-

to riguarda la scuola vela per ragazzi, i corsi sono rivolti agli sportivi di età compresa tra i 6 e i 14 anni. Il Con-sorzio ha rilasciato 200 voucher che ha dato diritto ad altrettanti giovani velisti di frequentare un corso base della durata di cinque giorni (mentre

per ciò che concerne i corsi di per-fezionamento, i clienti integrano la differenza di costo secondo quanto stabilito dallo Yacht Club).

Con il metodo dei voucher e lo stretto rapporto di collaborazione tra Yacht Club e Consorzio, si è riu-sciti ad aumentare la frequentazione dei corsi di vela dai 50 – 60 allievi di qualche anno fa ai 200 odierni. Infi-ne, ci sono i corsi di pittura. L’artista Marco di Francesco è stato incarica-to di sturare il barile di creatività dei bambini curando i dettagli dell’ini-ziativa: «I bambini scelgono la tela e i colori, io li aiuto a fare un bel disegno

e a incastonarci l’uso di parole (poe-sie, rime) e si crea un bel clima di gen-tilezza e cordialità. Loro poi tornano a casa con una tela realizzata pratica-mente da soli e questo naturalmente contribuisce a renderli orgogliosi per ciò che hanno saputo fare. Credo che

il Consorzio abbia fatto un’ottima mossa». Che consiste in 280 voucher per i corsi gratuiti con Di Francesco: le lezioni durano una giornata ed è compresa la fornitura di colori, tele e di un premio finale.

Chi si dimostra particolarmente talentuoso, potrà richiede un altro voucher per frequentare un altro corso di pittura.

E poi c’è Portorotondosurprise, la manifestazione dedicata ai bambini inserita nel calendario degli eventi che compongono il Festival di Por-to Rotondo. Portorotondosurprise è in pratica la mutazione del borgo

turistico secondi i desideri dei bam-bini attraverso il “Circo Lander” che con giochi, animazione e il coinvol-gimento di tanti piccoli animali, ogni anno richiama in piazzetta centinaia di bambini.

Di notevole interesse, invece, è ciò che fermenta all’interno delle giovani pareti di legno dello Yacht Club: forse per uniformarsi alla ricostruzio-ne della sede (bruciata sven-turatamente nel 2009 e riedificata nel 2010) alcuni soci hanno deci-so di rinnovarne anche lo spirito, sfruttando la loro età anagra-fica: si chiamano i “Giovani soci dello Yacht Club di Porto Roton-do” ed è un co-mitato compo-

sto da figli di soci storici dello Ycpr. Il loro presidente è Alberto Piras, se la sede ufficiale del comitato è lo Yacht club quella ufficiosa si aggira intorno a Milano: tutti i Giovani soci (una ventina, per il momento), per un motivo o per l’altro, vivono nel capo-luogo lombardo, dove si sono riuniti per la prima volta e in cui sono state gettate le basi per fare delle attività in grado di moltiplicare il numero di soci under 33.

Nelle prossime settimane faranno il loro “debutto ufficiale” come co-mitato con alcuni appuntamenti in programma a Porto Rotondo.

2 L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

[ ]

Storie di varia umanità.Mi resta un dubbio. Chi era quell’uomo che,

pochi giorni fa, si è fermato con la sua moto ad un incrocio, si è tolto il casco e si è messo

a dirigere il traffico? Camicia bianca, pantaloni blu, neppure l’ombra di un distintivo, ha cominciato con secchi quanto autoritari gesti delle mani a fare quello che probabilmente lui credeva essere un atto di giu-stizia liberando dalla morsa dello stop una decina di auto arroventate dal sole. Incombenza da forze dell’ordine ed io, che viaggiavo su una strada “più importante” e comunque titolare del diritto di precedenza, ho mal sopportato il singolare golpe. Il tipo se ne deve essere accorto e abbandonando la sua posizione è filato via invitandomi ad essere più gentile. Non era un vigile, né effettivo nè ausiliario. E quasi certamente non era un fuori testa. Forse era un impiccione, un cittadino qualunque in vena di stravaganze che voleva dimostrare che non è detto sia giusto farsi sempre i fatti propri e girare la testa dall’altra parte quando qual-cosa non va. Forse ha ritenuto che non è bene allinearsi al profondo senso di disorientamento della gente che sembra aver perso definitiva-mente la speranza di una convivenza rispettosa e civile. Un’epidemia di rassegnazione. Anzi una pandemia. Poi, reintegrato nella mia posizione privilegiata di automobilista con precedenza, ci ho riflettuto su. E mi

son chiesto: se provassi a smettere di attendere solo dagli altri segna-li di cambiamento? Credo che, nel nostro piccolo, invece di incazzarci come le formiche, potremmo contribuire ad invertire la tendenza al tira a campare. Innanzi tutto ricucendo i rapporti umani. Una parola, un cenno di saluto, un sorriso, la disponibilità all’ascolto costano assai poco e possono far sì che il vicino di casa torni ad essere un po’ come uno di famiglia. Oggi non ci si saluta neppure se ci si incrocia sul pianerottolo. I rapporti con gli altri ce li inventano i mass media: le pagine del giornale infarcite di gossip, i cosiddetti approfondimenti televisivi se non addi-rittura le telenovelas. Noi tutti spettatori, non protagonisti. Manovrano i fili del nostro cervello e non ce ne accorgiamo, impegnati a delegare tutto, comprese le nostre responsabilità personali. Male. Perché la città diventa più vivibile se cerchiamo di non sporcarla, se non parcheggiamo l’auto sullo scivolo dei marciapiedi, se qualche volta diamo la preceden-za anche se spetta a noi, se camminiamo un po’ di più a piedi riassa-porando l’antico piacere del contatto umano, se rinunciamo alle piccole furbizie di ogni giorno che solo noi riteniamo ininfluenti in una situazio-ne di crisi generale, se stiamo attenti agli altri, a quelli, soprattutto, che hanno bisogno anche soltanto di un cenno di saluto. Ma forse le mie sono soltanto accademiche riflessioni di mezza estate su un singolare episodio ad un incrocio stradale dove qualcuno, a modo suo, ha voluto dare un provocatorio esempio di civismo e di buona educazione. Ma forse quell’uomo, camicia bianca e pantaloni blu, era semplicemente fuori di testa.

E D I T O R I A L Edi Alfonso De Roberto

Page 3: gazzetta_04

S coppia l’estate e mentre le fashion vic-tims si affaticano interrogandosi se è meglio il blu china o il verde smeraldo,

meglio il bikini o il costume intero con tagli e finestrelle, la Portorotondo sorniona ed easy-chic se ne sta a guardare, beata sotto il solleone; anche quest’anno, non si lascerà travolgere dal-lo tsunami di tendenze più o meno azzeccate.

È solo questione di stile, cara - sembra quasi di sentirla la vocina che si insinua tra viottoli e piazzette. Già, perché è indubbio che il Villag-gio abbia una sua eleganza maturata e cresciuta in un tempo senza tempo che ha il pregio di lasciare libero l’ospite di abbandonarsi all’abito comodo e la scarpa rasoterra, sfiziosi ma sen-za tanti orpelli, buoni per la mattina e la sera, eccezion fatta per le feste e gli eventi mondani. Volutamente lontana dagli eccessi del lusso del-la vicina Porto Cervo, la Portorotondo che pia-ce impone così la sua tendenza, che è piuttosto un “bon vivre” comprendente mare, spiaggia, ottima cucina, cultura. Così le boutiques più affermate impongono brand attuali e raffinati, forse meno conosciuti delle grandi firme (o del-le grandi insegne) che si trovano altrove.

Free e casual la definisce Marella Giovannel-li, giornalista esperta di costume e portoroton-dina doc: “La moda qui è sempre stata vissuta come uno stile semplice ed informale. Non si potrebbe pensare di andare a prendere l’aperi-tivo in piazzetta a Porto Cervo come invece si viene qui, magari con un abito lungo e comodo. D’altra parte ricordo anche le grandi feste della Marzotto, con i suoi cappellini divertentissimi, o l’eleganza di casa Krizia. E poi c’è stato un mo-mento in cui anche Portorotondo fu capace di lanciare una moda tutta sua – afferma – e ciò per merito di Silvia Monti e della boutique Kiss Me More che presentò il pareo in maglina ab-binato al costume. Una tendenza che fece furo-re e che venne esportata in tutte le altre località turistiche in voga.” Insomma, tutte volevano indossare quelle creazioni tanto che le vacanze portorotondine non potevano prescindere da una corsa all’acquisto . Non fu certo una sarta qualsiasi ma la celebre Coco Chanel ad affer-mare che “la moda passa, lo stile resta” e dun-que anche quella novità passò. Diversamente da un’altra grande tendenza, seppur rivista e rivisitata, della moda estiva e mediterranea, il caftano, probabilmente il simbolo modaiolo per eccellenza del Villaggio e che resiste inossi-dabile nel tempo. Presentato come il must have dell’estate 2011 quest’abito esotico ed iperfem-minile da queste parti è di casa già dagli anni ’70 e. Paola Dalla Valle, da quarant’anni titolare di una affermata boutique nel cuore di Porto-rotondo, in piazzetta San Marco, è senza tema di smentita testimone e protagonista delle mode del borgo. E ne ha visto, fuor di meta-fora, di tutti i colori: “Ho vissuto i tempi delle grandi feste all’aperto, dei locali notturni, della musica dal vivo e dei bei nomi del cinema che passavano di qui. Ora è tutto un po’ cambiato, è tutto un po’ più soft e pacifico, forse anche

le tendenze sonnecchiano a favore di uno sti-le che impone sobrietà e rigore. E a proposito di caftano posso affermare che le signore che viaggiavano sfoggiavano i loro abiti originali comprati in Tunisia ancor prima che Marta Marzotto diventasse famosa per il suo look tut-to “caftanoni” e accessori. Allora erano una vera novità poi sono diventati i capi più venduti dagli ambulan-ti nelle spiagge di tutta la Costa, capi spesso di fattura incerta”. Così l’imprenditrice, che non rinuncia a vendere il ricercatissimo abito, lo continua a proporre ma nelle versioni più raffinate,come quelle a marchio Jhon Matta. In attesa che le famiglie in vacanza facciano ca-polino nella sua bouti-que la Dalla Valle si è at-trezzata con le collezioni c o m p r a t e alle Fiere di Milano e Parigi certa di accon-tentare, con i suoi colori e i tessuti sempre ricercati, un po’ tutti i gusti. “Se dovessi pensare ad un’icona di stile tra le habituees di Portoroton-do –aggiunge – mi viene in mente Fiona Swarovsk i , bella e im-p o n e n t e , sempre con il giusto look”. Senza obbiettiv i puntati ad-dosso per-ché a caccia di veline e c a l c i a t o r i P o r t o r o -tondo si p e r m e t t e il lusso del low-profile . Per Riccar-do Cruciani, gestore del il Tarta-rughino, il locale più trendy della zona frequentato per lo più da giovanissimi, è la na-tura del borgo che impone lo stile. Osservato-

re del mondo dei teen-agers ( nelle serate clou sono anche mille i ragazzi che si accalcano fuori e dentro il locale) è convinto che la moda por-torotondina la facciano soprattutto le nuove generazioni. “C’è stato un periodo in cui anche i locali facevano spettacolo e dunque tendenza nel senso che per attirare clientela ci si inventa-

va le serate a soggetto: una volta era l’an-tica Roma, un’altra una diversa epoca, e tutti via a vestirsi a tema. Oggi si è persa un po’ la fantasia e ci si limita al pier-raggio che nulla ha però a che vedere con l’intrattenimento. Quello che ho

potuto notare tra i più giova-ni è una tendenza

a l l ’ap p a r i re belli e a stu-pire con gli acce ssori . Ogni sera impossibile non voltarsi

incantati da scarpe ver-

tiginose e ori-ginali o gioielli

particolari” Ma la tendenza che vor-

rebbe lanciare que-st’anno ha poco a che

fare con la moda tout court. “Ci piacerebbe ci

fosse un approccio più consapevole tra i giova-

ni– dice. Abbiamo già no-tato quanta voglia abbiano

i ragazzi di conoscersi e di parlarsi senza inter-

mediari come i social network che , per ca-rità, è normale che si utilizzino ma che non possono so-stituire i rapporti umani”.

A c c a n t o n a -te mode come i parei maschili o l’andare scalzi per il Villaggio (trend lanciato dai ram-polli del jet-set) non per questo si rinuncerà ad una serata tutta fashion che il Tartarughino annuncia per Fer-ragosto. Miss Por-torotondo, arrivata alla sua terza edizio-ne, giungerà a grandi

falcate per portare mo-delle, stili e adorati tacchi

dodici sulla passerella.Viviana Montaldo

3

LU

GL

IO

2

01

1

N U M E R O 4 7

Lo stile giovane di Porto Rotondo: dalle feste alle boutiques, dal mitico caftano ai gioielli più esclusivi

Come diceva la mitica Coco Chanel: la moda passa, lo stile resta

Page 4: gazzetta_04

4 L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

Un concorso degli anni Trenta: “Viaggio in Sardegna”Dall’iniziativa de “L’Italia letteraria” nacquero due libri di Virgilio Lilli ed Elio Vittorini, vincitori ex-equo

N el 1932 il settimanale “L’Italia Let-terararia” – la più autorevole pub-blicazione di lettere, scienze ed arti

di quegli anni - diretta da Curzio Malaparte e G.B. Angioletti - organizzò una crociera in Sar-degna, come iniziativa turistica e culturale.

Scrittori, intellettuali e “artisti di tutte le arti”, furono invitati a visitare “a buon mercato una bella regione”: per seicentocinquanta lire di quel tempo, si offrivano «otto giorni di mare e di terra: un viaggio zeppo di cose da vedere, di trasferimenti in torpedone – ma anche in nave – e ricevimenti ufficiali». Alla crociera era ab-binato uno speciale premio letterario per il mi-gliore articolo sul viaggio: cinquemila lire sareb-bero andate al vincitore, più l’onore di vedere il proprio pezzo pubblicato su “L’Italia Letteraria”. Una giuria di tutto rispetto, formata da Grazia Deledda, Silvio Benco e Cipriano Efisio Oppo, avrebbe esaminato i manoscritti e decretato il vincitore. Annunciata per il mese di giugno, la crociera si svolse in realtà da domenica 18 set-tembre (partenza da Civitavecchia sulla nave di linea della Tirrenia, destinazione Terranova) a mercoledì 28 settembre, giorno in cui i crocieri-sti rimisero piedi sul “continente”.

Vi presero parte in 25, che i quotidiani locali, L’Unione sarda in testa, definirono “i giornalisti in crociera”. A seguire la cronaca di quei giorni, resta un senso di soffocamento di fronte alla densità del programma riservato ai visitatori: escursioni per visitare i centri più importanti ed i più rinomati monumenti dell’isola, lun-ghi viaggi in torpedone, ricevimenti mondani, vermouth d’onore, pranzi in albergo, spettaco-li folcloristici e incontri con le Autorità locali. A crociera effettuata, furono due i “Diari del viaggio in Sardegna” sui quali la giuria si trovò,

infine, a dover decidere per il primo premio: presentati sotto pseudonimo, uno, quello sigla-to “Amok”, era lirico e intenso, a tratti struggen-te; l’altro era nervoso, brillante, nel più tipico stile giornalistico. In calce al pezzo, un laconico “Senza Motto”. Andò a finire che il premio fu assegnato ad entrambi gli autori. La cifra ven-ne divisa tra i due – che risultarono essere ri-spettivamente Elio Vittorini e Virgilio Lilli, due giornalisti allora neanche trentenni provenienti dagli ambienti letterari di Firenze il primo, e di Roma il secondo. Il diario di viaggio di Vittorini fu rimaneggiato nel tempo, divenne un libro e rappresentò una tappa importante nella storia dello scrittore. Quello di Lilli invece si insabbiò quasi subito, e scomparve, per motivi che non ci sono noti. Contrariamente alle sue abitudini, Lilli non riprese più in mano il suo articolo sul “viaggio in Sardegna” e non lo inserì neppure nei volumi che raccolgono le sue molte esperienze di viaggio. Quello di Vittorini è oggi pubblicato con il titolo “Sardegna come un’infanzia”. Quello di Virgilio Lilli ha mantenuto il titolo origina-rio, e si trova in libreria come, semplicemente, “Viaggio in Sardegna”. Chi ama la Sardegna e ha la ventura, magari, di viaggiare attraversando il mare con il traghetto come fecero i crocieristi di ottant’anni fa, dovrebbe leggere questi due li-briccini che promettono emozioni. Ecco, anche solo per curiosità, qualche stralcio di entrambi;

…«Ci ho della Sardegna una idea un tantino vaga e smaccata: mi pare, cioè, una terra grossa e compatta a galla sul mare. (…)Su questa gran-de tavola piantata nel bel mezzo del Mediterraneo stanno posati mon-

ti, fiumi, stagni, steppe, animali, uomini, pae-si e città come su un vassoio. Verrebbe la voglia

di prenderla da sotto, su tre dita, come fanno i camerieri col cabarè, e di sollevarla in aria. Sui suoi orizzonti, come in fotomontaggi, s’immagi-nano branchi d’aragoste, lampade da minatori, capanne di pastori, musi di foche, corna di mu-floni, frammezzo a decorazioni d’erbe selvatiche di cisti, lentischi e fichi d’india, ventagli di palme, piramidi di sole, minute teste di somari, groppe di cavalli, rotoli d’orbace e cataste di tavolini di su-ghero. In questa terra, il sardo sta dentro, al di là dei bordi del mare. Forse non arriva al mare per ignorare che la sua terrà è finita». (Virgilio Lilli)

Questo invece l’arrivo a Terranova (Olbia) descritto dalla penna di Vittorini:

«Tutto spento il piroscafo navi-ga, come cosa inerte dalla natura. Pure, dentro comincia a destarsi con crepitio di passi e di voci, e tra poco sarà di nuovo un mondo anche lui. Sul ponte è freddo, umido, pare sia piovuto. A destra e sinistra improv-

visa si spalanca una terra, a picco. Da una parte è Capo Figari con una minuscola luce gialla in cima: un faro. Dall’altra parte è Tavolara, un’iso-la che dicono deserta, e proprietà d’un tale che ci va per la caccia. E’ un enorme blocco calcinoso che in questo chiarore violetto di zolfo pare si accasci e debba sprofondare nelle acque, bruciata dentro. Di nuovo fischia la sirena del piroscafo. Ecco, sia-mo nella baia di Terranova. Chiusa da ogni par-te, non si capisce per quale buco si sia passati. E il mare non è più quello di prima. Piuttosto un lago. Direi che si tratta di un lago vulcanico: e nell’acqua affiorano banchi d’un lustro candore. Uccelli anche spiccano il volo e si rituffano agi-tando con goffaggine le ali: albatri, e gabbiani». (Elio Vittorini)

Maria Luisa Farris

Page 5: gazzetta_04

Parte l’operazione recupero a Punta NuragheStretta collaborazione tra il Consorzio di PortRotondo e la Soprintendenza ai Beni Archeologici

5

LU

GL

IO

2

01

1

N U M E R O 4 7

« Ci siamo chiesti: perché si chiama Pun-ta Nuraghe? La domanda naturalmente era retorica, e la risposta ovvia: c’è un

nuraghe. Semisepolto, trascurato, diroccato, ma c’è. E dunque, la seconda domanda è stata: per-ché non lo rimettiamo in sesto?».

Il presidente del Consorzio di Porto Roton-do, Domenico D’Angelo racconta in maniera molto semplice la genesi di una nuova, piccola ma significativa avventura: la riscoperta dell’ar-cheologia da parte del Consorzio. Il quale ha ormai smesso i panni dell’ente amministrativo in grado di occuparsi semplicemente di manu-tenzione ordinaria ed è impegnato a ricucirsi un nuovo abito, più impegnativo: un soggetto polivalente, idoneo a occuparsi di vari settori e propositivo in fatto di progettazione a lungo ter-mine. Il nuraghe dell’omonima punta dovrebbe rappresentare una nuova icona portorotondi-na, simbolica di questo cambio passo voluto dal Consorzio. È stata scelta quella struttura megalitica perché ha una particolarità, come spiega Rubens D’Oriano, responsabile dell’uffi-cio della soprintendenza ai beni archeologici di Olbia: «Tutti noi sappiamo che in Sardegna ci sono svariate migliaia di nuraghi sparsi nell’iso-la, per un numero che si aggira intorno alle 8 mila strutture. Quello di Porto Rotondo ha una sua peculiarità molto, molto importante, che di fatto lo rende unico e di assoluta rilevanza nel-lo studio: è situato a poche decine di metri dal mare. tutti i nuraghi sardi sono stati costruiti nell’interno, e si è spesso ipotizzato di una sorta di paura, un timore ancestrale verso il mare da parte dei nuragici, che probabilmente subivano le incursioni di altri popoli marittimi e che dun-que guardavano alle coste con diffidenza se non con terrore. Però il nuraghe in questione è dav-vero vicino». D’Oriano è stato contattato dal Consorzio per organizzare uno scavo archeo-logico che potrebbe restituire dei reperti mol-to interessanti: «Ci aspettiamo di trovare del materiale di scambio, e dunque oggetti di com-mercio. A Olbia sono già stati rinvenuti, in altri siti, dei lingotti di rame provenienti da Cipro, i quali sono

attualmente esposti in museo. Ipotizziamo il ritrovamento di qualcosa di simile. La funzione del nuraghe era quello di sorveglianza all’acces-so del golfo di Cugnana e dunque ci attendiamo di riscoprire un sito con tutte le caratteristiche che può avere per assolvere a quel determinato compito. Inoltre, siamo sicuri che l’area è stata utilizzata anche in epoca romana e probabil-mente persino dopo la caduta dell’Impero quin-di sappiamo già che ci saranno restituiti anche dei reperti appartenenti a quelle epoche». Gli archeologi della soprintendenza inizieranno a scavare a settembre e saranno guidati dalla dot-toressa Paola Mancini. I fondi necessari sono stati messi sul piatto dal Consorzio «perché il Ministero non tira fuori un centesimo, come al solito. Ci saremmo mossi in autonomia appel-landoci a qualsiasi cosa se il nuraghe rischiasse di crollare completamente, ma così non è. Il Ministero, infatti, finanzia un progetto di ri-strutturazione solo se il sito è davvero a rischio “tabula rasa”. Per fortuna, è intervenuto il Con-sorzio e noi ci auguriamo di fare un buon lavo-ro e di dare a quel sito il risalto che merita» ha detto D’Oriano. Il presidente D’Angelo spiega i motivi che hanno spinto l’ente portorotondino a muoversi lungo questo versante inesplorato: «Qualcuno lì era intenzionato a costruirci un albergo: quella è zona F, massima tutela. Si gode un paesaggio maestoso e noi eravamo contrari a questa idea, che per fortuna si è arenata e ha perso inerzia. Il terreno su cui sorge il nuraghe era un tempo suddiviso tra più proprietari, poi l’area è stata comprata da un nuovo consorzia-to che si è innamorato del luogo e ha deciso di ripulire tutto dalle sterpaglie che ricoprivano i terreni e il nuraghe stesso. Ha poi chiesto a noi di intervenire per abbellire l’area, progettando un sentiero di accesso al nuraghe, un belvede-re, e tutto ciò che serve per rendere il sito inte-ressante e comodamente fruibile da tutti. Noi abbiamo colto la palla al balzo, abbiamo trova-to i fondi che servono per fare uno scavo che, ci è stato spiegato dal dottor

D’Oriano, dovrebbe essere di circa 110 metri cubi. È possibile che ci possa essere un villag-gio nuragico, intorno alla struttura principale che attualmente fuoriesce dal terreno per forse la metà della sua lunghezza ed estensione pri-meva. Verrà ricostruito nei limiti del possibile, rispettando il nucleo originario e naturalmente usando le pietre che dovrebbero appartenere al nuraghe. E le useremo solo se avremo la certez-za che si tratti proprio dei massi che un tem-po sagomavano la struttura megalitica. Anche questo ci è stato esposto dalla Soprintendenza. Insomma, non sappiamo ancora con esattezza quanto tempo ci vorrà per completare l’opera: dipende dai ritrovamenti e dalle dimensioni del sito stesso. Comunque, andremo fino in fondo e al termine dei lavori Porto Rotondo si potrà fregiare di un nuovo simbolo, visitabile, affac-ciato su un paesaggio straordinario». Il Consor-zio ha scelto di intraprendere questa attività per due motivi ben precisi: il primo, perché si vuole fare e dare turismo ai consorziati: più cose da vedere, da vivere, rendono il borgo più inte-ressante. Ed ecco il secondo motivo: maggiore è il valore di Porto Rotondo, maggiore sarà il valore di ciascuna proprietà. Si sta dunque fa-cendo una operazione culturale e anche econo-mica. Peraltro, a Olbia ben pochi nuraghi o siti archeologici di quell’epoca sono stati oggetto di scavi e restauri.

D’Oriano: «Nel territorio ci sono circa cin-quanta nuraghi.

I monumenti scavati sono stati quello di Cabu Abbas, il pozzo sacro di Sa Testa, la tomba dei giganti di Su monte e s’abe, il nuraghe Belvedere e uno a Golfo Aranci. Molto belle sono le strut-ture di Putzolu, che è il più imponente di tutta la zona, quello di Siana a Telti, e quelli di Paule Lada e di Casteddu a Olbia.

Claudio Chisu

Page 6: gazzetta_04

6L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

L uras, un borgo nel cuore della Gallura, accoccolato sotto il Limbara. Un’isola linguistica

in cui si parla li logudorese, terra pri-vilegiata del vino e del formaggio.

Ma anche dell’inventiva , della fan-tasia e degli artisti. Come “babbai” Tonino, come lo chiamano ancora oggi in paese. Tonino Forteleoni, indiscusso e indimentica-bile mago di sua “maestà” il sughero, sempre alla ricerca del particolare da esaltare e valorizzare. Niente tappi o agende, souvenirs o cartoline ma autentiche opere d’arte. Oggi amorosamente conser-vate nella “Casa del sughero”, come la definisce, con umiltà, il nipote preferito dell’artista, Silverio, inventore del “Mu-seo” dove Tonino ha vissuto con Elena, compagna di vita per lunghi anni, e dove sono conservate e vivono le opere più importanti; una collezio-ne unica al mondo, ammirata da appassionati e curiosi. che spesso ritornano. “Nessuna opera ha mai presentato par-ticolari difficoltà di realizza-zione e anche un bambino avrebbe potuto fare altrettan-to - sorride il nipote, ricordan-do le tante volte che l’artista, che lo ha tenuto a battesimo 62 anni fa, ha pronunciato queste parole. E aggiunge: “Mi sono riavvicinato ti-midamente, da grande, quando la moglie si ammalò è cosi ho scoperto, purtroppo solo da adulto, due per-sone meravigliose. Mi sono sempre chiesto, e me lo chiedo ancora oggi, il perché della sua scelta di affidarmi la casa e i suoi tesori. Forse perché sono stato la persona più vicina a lui in quel delicato momento della sua vita. Forse perché ha capito che non c’era alcun interesse materiale da parte mia”. Anno 1997: Silverio si ritrova con un lascito pesante. Che fare della casa inaspettatamente ere-ditata dallo zio? Uno degli edifici più

belli di Luras, granito e pietra, porte e serrande di legno lavorato, nella piazza principale a due passi dalla bellissima Chiesa del Rosario. Dopo tante notti insonni e domande sen-za risposte, la decisione è presa: Non si vende. Anzi, si apre anche al pub-blico. Una decisione presa dopo la visita degli autori, tanti anni fa, del

programma “Sereno Variabile”.“È seguendo la puntata in televi-

sione – spiega - che ho capito all’im-provviso cosa e come fare”. E la casa è rimasta cosi com’era nei lunghi qua-rant’anni vissuti insieme dalla coppia Forteleoni. Tutto, comprese le opere d’arte realizzate da “babbai”. Insom-ma, la casa-museo di un artista vero. L’unico che dal sughero, freddo e im-personale, buono per fare tappi, ha saputo trarre vere opere d’arte. Vale la pena fare un salto in via Carlo Al-berto a Luras: Ecco casa Forteleoni. Un pesante portone in legno mas-siccio, due piani assolati, balconcini in ferro battuto, tende ricamate “Qui – dice Tonino - tutto parla di lui, ogni

oggetto che ha creato è ancora dove lo aveva sistemato”. Tavoli e cassa-panche, bassorilievi preziosi, colori delicati del sughero giovane, dal verde chiarissimo al giallo ocra, rosa appena accennato o marrone scuro di un sughero che mostra ormai il se-gno degli anni. Niente colori artificia-li, solo quelli generosamente regalati

dalla natura. Lunghe ore di ricerche nei boschi attorno a Luras, tante ore per cesellare, ritagliare, creare, incol-lare. “Non ho cambiato quasi niente rispetto a quando i miei zii abitavano qui” - racconta ancora il nipote-gui-da “È stata tolta la cucina che non aveva niente di particolare se non al-cune cose prettamente personali. Il resto è rimasto com’era”. Un insieme di capolavori non solo “pagani” ma anche molte incisioni sacre. Come la Madonna addolorata, il Cristo che piange, i santi.

Senza alcuna forzatura. Sempre e ancora senza coloranti artificiali. “Da piccolo lo seguivo qualche volta, po-che purtroppo, nel suo vagabondare

per i boschi alla ricerca del materiale che gli serviva” - ricorda il nipote, “Mi parlava di verdi chiari o scuri, di ros-so o giallo. Per me era solo sughero per fare i tappi”. Passione e arte. Una passione che il vecchio Forteleoni aveva coltivato da bambino. Figlio di Giovanni, titolare di una fabbrica di sughero, si era stancato ben pre-

sto di fabbricare solo tappi ed aveva deciso di dar corpo alla sua fantasia inventando e, creando. Inizi non facili, che non lo scoraggiarono, la passione era troppo forte. E il tempo alla lunga gli ha dato ragione. Molti dei suoi prezio-si lavori sono stati apprezzati e venduti anche all’estero. “Non ha però mai voluto vendere la testata del letto matrimoniale rifiutando categoricamente cifre anche alte” - racconta ancora il nipote. Una testata unica come il suo inventore. E che mese dopo mese, anno dopo anno, è stata ammirata da tanti visitatori. Tutti “amici”. E si sa, gli “amici” non pagano. “Molte persone tornano ogni anno” – ama ricordare Silverio – e ogni volta portano ami-ci nuovi”. Un attimo unico di magia, di emozione forte. E nessuno si dimentica di lascia-

re un commento, un’impressione. “Suggestioni e misteri di un’arte e di un artista che non conoscevo” ha scritto Ugo Gregoretti. Dice Tonino Mosconi di San Marino: “Un luogo dolce e caldo come era senza dubbio il suo autore”.

Chi volesse fare un salto fino a Lu-ras per vivere una giornata magica, è sempre il benvenuto. Basta una tele-fonata a Silverio Forteleoni (Ufficio 079 660333 – casa: 079 647547) che sarà felice di aprire le porte di casa. Casa Tonino Forteleoni naturalmen-te perché, come dice il nipote “È stata e resterà sempre la casa di zio Tonino”.

Martine Frey

La sorprendente casa-museo di zio Tonino ForteleoniOggetti, mobili e quadri; autentiche opere d’arte nate dalle mani di un vecchio artigiano

Page 7: gazzetta_04

D opo il debutto di Los Angeles e le date in Giappone, l’”ALIEN WORLD TOUR” di Giovanni Allevi è approdato in Italia.

Luogo d’eccezione per ospitare la prima italiana è stato, il 19 febbraio scorso, il Palalottomatica di Roma che, per la prima volta nella storia, ha mes-so a disposizione il proprio palco per un concerto di pianoforte solo. La data romana ha dato il via ad una lunga tournèe nei principali teatri italiani per proseguire, poi, sui prestigiosi palchi di tutto il mondo. Giovanni Allevi interpreta , oltre ai suoi più grandi successi, i brani di “ALIEN”, ultimo al-bum di inediti di pianoforte solo uscito lo scorso 28 settembre e attualmente al vertice delle clas-sifiche. Dice Allevi: “Gli Alieni siamo noi che con la nostra sensibilità, cerchiamo lampi di poesia tra le pieghe dell’esistenza quotidiana. Rifiutando l’omologazione, affermiamo con delicatezza la no-stra unicità, facendo della vita un’opera d’arte. È la musica che ci permette di guardare il mondo con occhi nuovi, tanto da riscoprire l’incanto in ciò che ci circonda, fino a sentirci alieni circondati da alie-ni”. Centinaia di migliaia di ragazzi amano la sua musica, filmano i suoi concerti, riportano sui blog e sul diario di scuola i suoi pensieri. Mantengo-no un rapporto diretto con lui tramite la posta elettronica, cui risponde personalmente. Ma lui meravigliato sostiene: “ Il loro affetto è un mistero”. Ha quarant’anni e ne dimostra quindici di meno. È laureato con lode in Fi-losofia con la tesi “Il vuoto nella Fisica Con-temporanea” ed è diplomato in Pianoforte e Composizione con il massimo dei voti,ma dice: “guardo il mondo con gli occhi di un bambino”. Sul palco sale in jeans, felpa e scar-pe da ginnastica, non per rinnovare il look del concertista classico, ma per sentirsi totalmen-te se stesso: per lui nella musica l’importante sono le note, tutto il resto è superfluo. I suoi miti musicali sono Bach, Chopin, Rachmaninov, ma anche Gershwin, Corea, Nyman e Glass. Soffre di attacchi di panico ed è costantemente in preda all’ansia. Fa sempre il punto della situazio-ne ossessionato dal mantenere tutto sotto controllo. Vive in un piccolo bilocale a Milano e non ha il pia-noforte. Si prepara ai concerti, ripassando mentalmente ogni movimento delle dita. Così, quando “incontra” sul palco lo strumento, lo saluta e ci parla come fosse un essere animato. Anche se in Italia e in Giappone è diventato una star, non fa alcu-na vita mondana, non frequenta locali alla moda. È più probabile incontrarlo al supermercato o in metropolitana. Non possiede un’automobile. Ha mangiato compulsivamente per un anno solo pasta al tonno, per non distogliere la sua atten-zione dal processo compositivo. “La musica viene

a trovarmi, spesso di notte, procurandomi una cronica insonnia. Sono continuamente immerso nel processo di composizione: in metropolitana sull’autobus mentre faccio la spesa. La Musica c’è già, io devo solo andarla a prendere”. Il suo animale da compagnia è Maciste, un gamberetto che vive in ecosfera, progettata dalla Nasa. Nel suo primo concerto di musica classica a Napoli nel 1990, ci sono solo cinque persone. Quella notte però ca-pisce di aver trovato la sua strada. Dai suoi libri emerge un pensiero ribelle e rivoluzionario: “Il pa-nico è una benedizione. La mia forza è la mia fragi-lità. Non bisogna aver paura di rompere le regole, se è il cuore a chiederlo”. Definisce la sua musica: “Classica Contemporanea”, perché rigorosamente scritta e strutturata secondo forme della tradizio-ne. Il pubblico lo ha “incoronato” e la critica si è spaccata: per alcuni è solo un fenomeno destinato ad essere dimenticato, per altri è un genio, il Mo-zart del 2000.

Estratti dalla Rassegna StampaLa RepubblicaTra classica e jazz, il musicista italiano ha trion-

fato a New York… “la mia passione per la musica è travolgente, il successo può attendere”, dice Gio-vanni Allevi mentre suona tasti invisibili. È tenero come il silenzioso Schroeder di Charlie Brown, con i lunghi riccioli che gli ballano davanti agli occhiali

e assecondando i movimenti del pianista che cer-ca di rubare allo strumento i suoni migliori. In as-senza di pianoforte, con le lunghe dita tormenta il tavolo con scale indecifrabili mentre racconta gli ultimi mesi della sua complessa e avvincente storia di concertista.

Corriere della SeraAlto, ossuto, ricciuto, occhialuto, sgualcito negli

abiti ma con un sorriso accattivante, Giovanni Al-levi, giunto ad una improvvisa, autentica celebrità, ha presentato il suo ultimo disco. …È un musicista classico,ma, per ragioni di età e di cultura, capace di accettare tutti i suoni del nostro modo di vivere... Ci sono slancio e passione nel suo modo di essere artista, studio e trasgressione, amore per il passa-to del pianoforte e voglia di ribaltare la tradizione aprendo nuove strade. Grandissimo successo.

Corriere della Sera Allevi, un piano “apolide” lontano da ogni ma-

nierismo. Partito dal virtuosismo pianistico di Chopin, Bach, Beethoven e Ravel, Giovanni Allevi è approdato ad un genere di musica fortemente pittorica di sua composizione non assimilabile al jazz, al pop e neppure alla classica contempora-nea. Una terra di nessuno, dal punto di vista cri-

tico. Chi è dunque competente a giudicare un artista “apolide”?

Il GiornaleMolte sono le cose che si possono scrivere

di lui, al punto che bisogna scegliere. Fra le sue qualità formali si apprezzano in primo luogo la bellezza del tocco e del fraseggio, e l’impos-

sibilità di categorizzare i suoi brani anche ad opera dei più convinti assertori dell’esisten-

za delle “musiche” e non della musica. Allevi suona come gli detta dentro e basta.

La RepubblicaAllevi, il pianista senza etichette la cosa più

difficile è classificarne il genere, attribuirgli un’ap-partenenza musicale. Quella più semplice è resta-

re ammaliati dal suo stile impetuoso, torrentizio e insieme raffinato, sulla strada di una matura-

zione definitiva. È un musicista carico di inventiva e di ardimento.

Corriere della Sera - NO CON-CEPT

Partito dal virtuosismo piani-stico di Chopin, Bach, Beetho-ven e Ravel, Giovanni Allevi è approdato ad un genere di musica fortemente pittorica di

sua composizione non assimilabile al jazz, al pop e neppure alla classica contemporanea. Una terra di nessuno, dal punto di vista critico.

Info e BIglIetterIa:UN MONDO DI EVENTI

VIa Punta lePre, 37 - Portorotondo - Tel. 0789/34114costo BIglIetto concerto gIoVannI alleVI: euro 20,00

Page 8: gazzetta_04

8L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

Q uella del 10 agosto a Porto Rotondo sarà una notte di San Lorenzo straordinaria.

Anche quest’anno, per l’appun-tamento più atteso dell’estate si sta preparando una, giornata ricca di feste, eventi, mondanità e sorprese. Per l’occasione il Consorzio di Porto-Rotondo e Un mondo di Eventi han-no pensato ad un momento davvero speciale. L’Anfiteatro di Ceroli sarà lo scenario di una serata indimenticabi-le. Prima una solenne Messa all’aper-to accompagnata da alcune corali della Sardegna poi, alla fine della funzione religiosa dedicata a San Lo-renzo seguirà un’esibizione musicale di grande effetto: l’ensemble vocale composto da quattro virtuose del Gospel, capitanate da Kristal Whyte con il Chicago Gospel Choir che farà rivivere le atmosfere dell’America del ‘900. L’evento è una replica dell’edi-zione dell’anno scorso che ha visto la viva partecipazione di un numeroso pubblico. “The mothers of gospel” è uno dei progetti più importanti di questi ultimi anni creato da Crystal White che racconta così la sua pas-sione per il gospel: “Avendo già radi-ce nella cultura religiosa della chiesa battista, ho sempre portato con me

un po’ di gospel in tutto quello che canto. Quando ero piccola, e già cantavo sempre qualunque tipo di musica, l’unica gioia per me nell’assi-stere alle funzioni religiose in Chiesa portata da mia mamma, era poter ascoltare quella musica meravigliosa che mi entrava nell’anima con la for-za di un qualcosa di misterioso. non vedevo l’ora di diventare abbastanza grande per poter cantare da profes-sionista quelle melodie così strug-genti e cariche di suggestioni”

Sull’isola hawaiiana di Maui Cry-stal fondò insieme a suo marito Charles Burnham il suo primo coro “The gospel truth choir” che ebbe un successo clamoroso pur trattandosi di giovani allievi di Crystal, tutti uniti dalla passione per il canto e rigorosa-mente non professionisti. Nel corso di trent’anni di carriera da cantante solista e da componente di gruppi Gospel, Crystal White ha girato il mondo in lungo ed in largo parteci-pando ai festival più prestigiosi alla presenza di Capi di Stato, Primi Mi-nistri e le massima autorità religiose (Papa Wojtyla per il concerto in Va-ticano).

Il progetto The mothers of gospel fonda la sua straordinaria peculiarità

artistica sull’unione di cinque voci solistiche di eccezionale bravura ma unite nel gruppo da una sinergia d’insieme davvero sorprendente.

The Mothers of Gospel sono: Sybil Smoot, nata a Saint Louis, Missouri, cantante già dalla tenera età di sei anni, per quindici anni vocalist dei Red Beans Jazzers; Crystal White, nata nelle isole Hawaii, cantante e attrice di esperienza internazionale e da molti anni impegnata a divulgare l’arte del canto gospel a bambini di tutte le nazionalità; Joy Garrison, fi-glia d’arte nata a New York, comincia a cantare sotto la guida di suo padre Jimmy Garrison nei locali storici di Manhattan al fianco dei più gran-di musicisti di tutti i tempi; Desiree Mohamaad, nata a Chicago, cantan-te di talento eclettico, apprezzata anche come pianista e chitarrista, è molto conosciuta come vocalist del gruppo Global Mind con cui ha raggiunto ottime posizioni nelle classifiche statunitensi ed europee, ottenendo il primo posto in Francia; Tia Architto, nata a Johannesburg in Sud Africa, fin da giovanissima si ap-passiona di musica e teatro e studia recitazione, ballo e canto, persona-lità poliedrica e straordinariamente

O rmai Portorotondosurpri-se è diventata una simpa-tica tradizione, festa parti-

colarmente dedicata ai bambini ma con un occhio di riguardo anche per i grandi.

Quasi a confermare concretamen-te l’impegno del villaggio per coin-volgere i più piccini in un’operazione che è anche culturale visto che punta a creare, insieme ad altre iniziative, un legame tra il villaggio ed i giovanissi-mi portortondini, quest’anno Porto-rotondosurprise si fa in due e, dopo la prima del trenta giugno che ha praticamente aperto la stagione, si ri-propone il 3 agosto ancora una volta nella suggestiva platea di Piazza San Marco che si trasformerà in una pic-cola città magica e incantata. Al di là delle sorprese sulle quali ovviamen-te osserviamo il massimo segreto. Il magico spettacolo vedrà impegnati alcuni dei protagonisti più affermati del teatro di strada della Sardegna. Una scommessa vinta visto che ogni anno centinaia di bambini accor-rono all’appuntamento per sentirsi protagonisti di uno spettacolo che li coinvolge nell’animazione con balli, giochi e travestimenti.

Non mancheranno premi, zucche-ro filato e popcorn che fanno del-l’evento una vera e propria festa.

The Mothers of Gospel per un recital d’eccezione10 Agosto 2011 - Teatro Ceroli ore 20:30 - Note e preghiere per San Lorenzo

programmazioNe ciNematografica t e at r o d i p o rt o r o t o N d o

o r e 2 1 : 0 0

LA DONNA DELLA mIA VITA

18 luglio

PARTO COL fOLLE

26 luglio

ThE TOuRIST

29 luglio

STANNO TuTTI BENE

6 agosto

LE AVVENTuRE DI SAmmyN.B.: SPIAggIA PuNTA LEPRE

8 agosto

IL DISCORSO DEL RE

13 agosto

versatile. Ottiene il diploma in reci-tazione dal Trinity College di Londra e si perfeziona anche presso l’Ac-cademia di Arte Drammatica della WITS University di Johannesburg. The Mothers of Gospel cantano con il solo accompagnamento pianistico di Luciano Zanoni, virtuoso pianista e tastierista, raffinato arrangiatore e straordinario interprete di svariati generi musicali dal pop al gospel.

Quindi sei artisti di grande espe-rienza che lavorano da tanti anni insieme e riescono ad armonizza-re in modo soave le loro voci tanto da sembrare una grande orchestra vocale. Hanno cantato nei festival di gospel più prestigiosi a livello in-ternazionale riscuotendo in ogni occasione entusiastici consensi dal pubblico e dalla critica internaziona-le specializzata. L’amore e la passione per la musica Gospel che mettono nelle loro interpretazioni conferisco-no alle esecuzioni live una straordi-naria vitalità ed una ricchezza di co-lori sorprendente ed emozionante.

...e sono due!Ritorna Portorotondosurprise

Page 9: gazzetta_04

Vent’anni dedicati al miglior cinema italianoRicco programma della manifestazione “una Notte in Italia” che si terrà dal 20 al 24 Luglio a Tavolara

9

LU

GL

IO

2

01

1

N U M E R O 4 7

D a vent’anni è l’isola del cinema italiano. Da quando, nel 1991, Marco Navone e il fratello Augusto, allora assessore co-

munale alla Cultura, la scelsero per una serata di proiezioni con Sergio Rubini, Margherita Buy e Fabrizio Bentivoglio.

Un singolo evento organizzato con poche lire di budget su cui, a onor del vero, in pochi avevano scommesso. Invece, da quel momento Tavolara è diventata la mecca estiva del cinema tricolore. In vent’anni sono decine e decine gli attori e i registi che hanno preso parte alla rassegna. Un elenco lunghissimo di cui fanno parte il premio Oscar Gabriele Salvatores e il suo attore prediletto Die-go Abatantuono, Silvio Orlando, Valeria Golino – i primi anni in versione single, poi con Riccardo Scamarcio -, Enrico Lo Verso, Kim Rossi Suart, Massimo Ghini, Asia Ar-gento, Francesca Neri e Claudio Amendola, Maria Grazia Cucinot-ta, Carlo Verdone con la sua musa Claudia Gerini, Leo Gullotta, Alessandro Gassman, Stefania Rocca, Monica Scattini. In poco tempo «Una notte in Italia» - così è chiamato il festival di Tavolara, pren-dendo ispirazione da una canzone di Ivano Fossati, ospite nel 1995 – è diventato un appuntamento imperdibile del panorama nazionale. Il blackout del 1998 e del 1999 ha fatto seriamente temere per il suo futuro, ma fortunatamente la tenacia di Marco Navone, organizzatore con la direttrice di «Ciak» Piera Detassis, direttore artistico della rassegna, e di Antonello Grimaldi, il regista anima storica del festival, ha avuto la meglio. E così dal 2000 l’isola si è ripresa il ruolo di capitale balneare del cinema italiano. Tavolara punta su Luciano Li-gabue, Claudio Bisio, Gabriele Muccino e il fratello Silvio, Nanni Moretti, Raoul Bova, Isabella Ferrari, Martina Stella, Jasmine Trinca, Barbora Bobu-lova, Ornella Muti, Valerio Mastandrea, Ferzan

Ozpetek, Luca Argentero, Caterina Murino, Kasia Smutniak, Ficarra e Picone, Nicolas Vaporidis, Neri Marcorè, Laura Chiatti, Corrado Guzzanti, Isabella Ragonese, Valeria Solarino e Giovanni Veronesi, Valentina Lodovini, Fausto Brizzi. Il cinema italia-no d’estate si dà appuntamento sull’isola. E anche quest’anno la rassegna torna più ricca che mai dal 20 al 24 luglio. A fare da madrina, un ruolo finora ricoperto da Luisa Ranieri, Carolina Crescentini e Cristiana Capotondi, è stata chiamata Donatella Finocchiaro. Tra le tante star attese sull’isola han-no assicurato la loro presenza gli attori Maya San-sa, Nicoletta Romanoff, Giorgio Pasotti, Carolina

Crescentini, Caterina Guzzanti, Pietro Sermonti, Rocco Papaleo, Paolo Calabresi e i registi Gianfran-cesco Lazotti, Alessandro Piva, Peter Marcias e Va-lerio Jalongo. Ma la lista si arricchirà ulteriormente di volti importanti del grande schermo. D’altron-de, basta scorrere il programma per capire che la triade Detassis-Grimaldi-Navone ha fatto del suo meglio per mettere su il calendario. Il festival sarà inaugurato mercoledì 20 luglio nell’oasi naturali-stica della Peschiera di San Teodoro, dove saranno proiettati «Non è ancora domani. (La pivellina)» di Tizza Covi, vincitore del Ciak d’oro Bello & In-visibile, e «La pecora nera» di Ascanio Celestini e interpretato dal regista stesso con Maya Sansa e

Giorgio Tirabassi. Giovedì la kermesse approde-rà a Porto San Paolo, nella piazzetta Lungomare, dove i film in programma sono «Dalla vita in poi» di Gianfrancesco Lazotti con Cristiana Capotondi, Nicoletta Romanoff e Filippo Nigro, e «I bambini della sua vita» del regista sardo Peter Marcias con la grande Piera Degli Esposti, premiata col Globo d’oro per la sua interpretazione. Da venerdì a do-menica il festival si sposterà sull’isola di Tavolara. Il primo giorno toccherà a «I baci mai dati» di Roberta Torre con Donatella Finocchiaro e Beppe Fiorello, e l’anteprima di «Henry» di Alessandro Piva con Carolina Crescentini e Michele Riondino.

Il sabato sarà all’insegna della commedia con «La vita facile» di Lucio Pel-legrini con Pierfrancesco Favino, Stefano Accor-si e Vittoria Puccini, e il film corale «Boris» con Sermonti, la Crescentini, la Guzzanti e Calabresi. La serata di domenica ha in cartellone «Nessu-no mi può giudicare» di Massimiliano Bruno con Paola Cortellesi, Raoul Bova e Rocco Papaleo, e «La scuola è finita» del regista Valerio Jalongo con Valeria Golino. Nei pomeriggi di venerdì, sa-bato e domenica dalle 18, nella piazzetta Gramsci di Porto San Paolo, avranno

luogo i «Té Freddi con Ciak», gli incontri-dibattiti a cui parteciperanno attori, registi, produttori. In-fine, in collaborazione con il Centro Cinema Città di Cesena saranno allestite 6 mostre fotografiche curate da Antonio Maraldi, dislocate nelle loca-tion del Festival: a Olbia, nella sede della AMP di Tavolara, in via Porto Romano, «Viaggi in Italia 2. Set del cinema italiano 1960-1989», e alla Società dello Stucco, in via Cavour 43, «1960. L’anno mira-bile del cinema italiano»; a San Teodoro, in piazza Mediterraneo, «Fotografi nel west (all’italiana)»; a Porto San Paolo, in piazza Gramsci, «Cliciak 2011»; sull’isola di Tavolara «Ciak in mostra».

Alessandro Pirina

Page 10: gazzetta_04

10 L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

R e e principi, star del cinema e della tv, uo-mini politici e uomini di cultura. Nessuno riesce a resistere al fascino di Porto Roton-

do. Fin dai suoi albori il villaggio creato dai conti Donà dalle Rose ha fatto breccia nel cuore di cen-tinaia di personaggi del jet set.

Teste coronate e regine di celluloide che ancora oggi, appena possono, fanno la loro apparizione in piazzetta San Marco o lungo le banchine del porto. In quasi 50 anni di storia a Porto Rotondo ci sono passati tutti. E in ognuno di loro il borgo ha lasciato qualcosa. «Sono stata subito affascinata dal valore culturale e artistico della nascita di Porto Rotondo – raccontava la stilista Krizia, innamorata a tal pun-to del villaggio da finanziare il campanile della chie-sa di San Lorenzo –. Mi innamorai del posto e comprai una pic-cola casa a Ru-d a l z a . Ciò che fa la diffe-renza tra questo e gli altri villaggi turisti-ci è proprio la cultura e l’esperienza artistica di co-loro che si sono occupati di realizzazioni straordi-narie. E su questa strada si dovrebbe continuare». La stilista milanese è stata tra le pioniere di Porto Rotondo. Come lei anche l’attrice Monica Vitti, tra le prime portorotondine doc. «Luigino e Nicolò Donà dalle Rose vennero a casa mia e di Michelan-gelo Antonioni a proporre una nuova avventura – diceva molti anni fa a Marella Giovannelli, quando ancora frequentava il borgo –. Era la nascita di Por-to Rotondo. Per chi lo frequenta e lo ama, è un so-gno pieno di colori inediti, di profumi nuovi, tra-monti e albe sconosciute. È uno di quei posti che fanno la loro storia rapidamente perchè sono coa-

diuvati da emozioni indimenticabili, date dal pae-saggio e dalla bellezza del luogo. Io spero che non cambi mai, che sia sempre rispettato e protetto. La luce, i colori, i profumi di Porto Rotondo io li porto con me sempre, come amici d’infanzia. Sono con-vinta di essere cresciuta in mezzo a loro che mi se-guono come in un sogno. E poi: le grandi nuotate, l’allegria, la spiaggia, i coralli, le risate delle vacanze ormai fanno parte dei miei ricordi più belli». «La mia prima volta a Porto Rotondo risale ai primi anni ’60 – ricordava, invece, Paolo Villaggio, ospite di Donà dalle Rose per l’inaugurazione della chiesa –. Allora c’erano solo cormorani, pesci e un pontile. Poi il conte creò questo gioiello. Ci ritrovavamo tutti qui. Gli Agnelli, allora tutti vivi. La contessa Ci-cogna. E purtroppo – scherzava – anche la Mar-zotto. Più tanti amici, oggi mortissimi che neanche più si ricordano dov’è Porto Rotondo». La Vitti e Villaggio sono solo due dei tanti divi del cinema che avevano scelto il borgo per le loro vacanze esti-ve. Del gruppo facevano parte anche Marco Ferre-ri, Michelangelo Antonioni, Claudia Cardinale e Franco Cristaldi, Virna Lisi, Florinda Bolkan, Renato Salvatori e Annie Girardot, Johnny Dorelli e Cathe-rine Spaak. E Lina Wertmuller. «La pri-ma volta ci sono capitata in bar-ca – è il ricordo della grande regista –.

T r a amici, affitta-

vamo una barca e battevamo il Mediterraneo come pirati. Ci fermammo e,

dopo aver storto il naso davanti a certi porticcioli che Soldati aveva definito di stile “balocco”, dicem-mo: qui andiamo bene. Gli altri insediamenti ave-vano l’aria di essere stati pensati da un mediocre scenografo di spaghetti western, in un angolo di Cinecittà, mentre a Porto Rotondo si era riusciti, miracolosamente, a non cadere nel finto, a evitare la volgarità del moderno-mare, a creare un posto con una misura umana e familiare. Un posto nuo-vo ma che sembrava esserci sempre stato, su que-sta costa da sogno, tanto che tutti ebbero voglia di saperne di più, di fermarsi, di conoscere meglio la natura del nuovo paradiso appena nato. Così met-temmo piede per la prima volta in un luogo che sarebbe diventato un mito e che ha fatto parte per

sempre della nostra vita e delle nostre estati. I cer-catori di Paradisi sono arrivati qui sul porticciolo, sulla piazzetta, tradendo le grandi regine mediter-ranee, da Saint Tropez a Sorrento, da Capri a Porto-fino. Come ha fatto Porto Rotondo a stravincere? Per la sua incredibile bellezza». Un fascino unico, una bellezza ferma nel tempo. Cosa che riconobbe pure Alberto Sordi, quando nel 1998 ritornò nel borgo insieme a Valeria Marini per ritirare un pre-mio alla carriera 30 anni dopo aver girato il film «Le coppie», ambientato proprio a Porto Rotondo. «Anche allora, anche in Costa Smeralda, c’era delle gente che serviva a fare notizia, a fare richiamo per il turismo. Chiamiamoli pure divi. E anche il mio personaggio, Colonna, legge sul giornale il nome di Porto Rotondo e vuole andarci a tutti i costi per fe-steggiare le nozze d’argento con la moglie. Ha una Seicento e le tasche piene di soldi arrotolati, crede che tutto gli sia possibile. Allora come oggi la Sar-degna era un luogo d’elite, vagamente inaccessibile. E adesso – diceva l’Albertone nazionale nel ‘98 – a distanza di 30 anni sono tornato sul luogo del mi-sfatto. Ho trovato lo Sporting con il fascino di allo-ra, molto rustico e con le travi di legno e il cemento bianco. E anche le Rolls Royce». Quando si parla di Porto Rotondo non si può non citare Marta Mar-zotto, per diversi lustri protagonista numero uno della mondanità del villaggio. «Si arrivava allo Sporting e si trovava tutto pronto –raccontava qualche anno fa la contessa–. Gomito a gomito con l’Avvocato Agnelli facevamo colazione con ca-viale, champagne e il fegato di merluzzo preparato da Alfredo, una vera squisitezza. Mangiavamo, in-torno alla piscina, salmone fresco affumicato e foie gras di tutti i tipi. Allora ero spesso ospite dei Mentasti sulla mitica Croce del Sud, con Karim, la sorellastra Ja-smine e una splendida Rita Hayworth con i capelli corti. Karim mi aveva invitato a scegliere un terreno nella sua Costa Smeralda, ma io ho pre-f e -

rito re-stare a Porto Rotondo con i

miei amici veneti. Ricordo le prime cene

che davamo a Porto Rotondo, si andava di appartamento in apparta-

mento, ognuno di noi collaborava portando cibi propri e parte delle preziose provviste procura-te a Olbia. Mettevamo insieme sei o sette tipi di riso, mescolavamo paste diverse e venivano fuori piatti gustosi con la salvia fritta, il burro fuso, le erbe e gli odori della macchia mediterranea. Avevamo figli piccoli che si divertivano come pazzi e, fino alle due del mattino, giocavano in piazzetta, appollaia-

ti sugli alberi. Si facevano feste spettacolari, erava-mo giovani con tanta voglia di vivere e divertirci». Ricordi comuni anche a Lina Sotis. «I fratelli Donà, poco più che ventenni, presero in mano le redini di questa regia paesistica e turistica d’alta classe – nar-rava la giornalista del Corriere a Marella Giovannel-li –. La prima cosa che fecero, per rendere il posto ancora più desiderabile, fu di renderlo ancora più inaccessibile. Idea geniale. A Porto Rotondo si arri-vava o dopo una notte, d’inferno, sui traghetti o sul piccolo aereo che atterrava all’aeroporto militare di Venafiorita, su una pista di terra battuta. I piloti molte volte facevano falsi atterraggi, che deli-ziavano di terrore le beauty dell’epoca, per far spostare dalla pista gli ovini che vi pascolavano. Questo era solo l’ini-zio. Per arrivare alla meta bi-sognava percorrere una strada di campagna, su-perare sette cancelli, passare sotto un p o n t i c e l l o , dove regolar-mente s’im-p a n t a - nava la m a c c h i - na e, sulla s t r a - da, battuta, i m - pervia e mal-

messa, puntare verso il Golfo di Cu-

gnana e Punta Nura-ghe, ovvero sul mare e

il meglio dell’alta socie-tà. In compenso quando

uno arrivava era come stare a un cocktail. Conoscevi tutti

e tutti conoscevano te». Anche i ricordi di Inge Feltrinelli, ancora oggi

assidua frequentatrice del borgo, sono lontani nel tempo. «Alla fine degli anni Cinquanta, io e mio marito Giangiacomo avevamo fatto un lungo viaggio con una

barca a vela di 16 metri. Siamo arrivati in questa fantastica baia che si chiamava Poltu Ri-

dundu. Non avevamo mai visto un mare di un co-lore smeraldo simile. Un posto assolutamente fan-tastico, ma noi eravamo troppo giovani, giravamo per il mondo e non avevamo nessuna idea di com-prarci un pezzo di terra o una casa. Passò del tem-po e alla fine degli anni ‘60 ci ritornammo con gli amici di Milano». In quegli anni arrivò anche il campione di motociclismo Giacomo Agostini. «Ho cominciato a frequentare Porto Rotondo nel 1968, ospite del mio amico Franco Casarotti. Ricordo an-

cora l’emozione che provai al mio arrivo. Da allora ho continuato a venirci tutte le estati. Questo po-sto per me è diventato ancora più importante per-ché qui è “decollata” la mia storia d’amore con Ma-ria, la madre dei miei due figli». Anche per l’attrice napoletana Patrizia Pel-legrino Porto Roton-do ha fatto da cupi-do. «Il mare

ch e mi ha fatto inna-

morare di mio marito. Partivamo da due spiagge vici-

ne, a nuoto come due ragazzini, solo per baciarci. È davvero impossibile poter

rinunciare al fascino di Porto Rotondo». La Pellegrino ha scoperto il borgo nei primi anni ’80.

Come lei tante altre dive di cinema e tv come Glo-ria Guida, Eleonora Giorgi e Isabella Ferrari. Ma in quegli anni Porto Rotondo calamitò anche l’atten-zione di Ennio Doris, il numero uno di Mediolanum

e grande amico di Silvio Berlusconi. «Dal 1981 tra-scorriamo qui le nostre vacanze estive. Nei con-fronti della Sardegna è stato un innamoramento a

prima vista. Negli anni Settanta, quando ho cominciato ad andare in vacan-za al Sud, dicevo

“la Sardegna la la-sciamo per ultima

perché se andiamo lì poi gli altri posti non

ci piacciono più”. E, in effetti, così è stato. Trovo Por-to Rotondo il più bel posto del mondo; continua ad affascinarmi lo spettacolo della natura, con il mare dai colori incredibili, sempre cangianti, le montagne intorno e tanto verde, soprattutto in questo angolo di Punta Volpe. Di Porto Rotondo cambierei ben poco. Mi dispiacerebbe se venisse rovinato da troppe costruzioni. I Donà sono stati molto bravi perché hanno dato al villaggio un’im-pronta da paesino autentico. Le case, molto basse, sono ben inserite nel verde, quasi sommerse dalla vegetazione che pure non è molto alta. Fino ad oggi la natura è stata rispettata».

Page 11: gazzetta_04

11

LU

GL

IO

2

01

1

N U M E R O 4 7

R e e principi, star del cinema e della tv, uo-mini politici e uomini di cultura. Nessuno riesce a resistere al fascino di Porto Roton-

do. Fin dai suoi albori il villaggio creato dai conti Donà dalle Rose ha fatto breccia nel cuore di cen-tinaia di personaggi del jet set.

Teste coronate e regine di celluloide che ancora oggi, appena possono, fanno la loro apparizione in piazzetta San Marco o lungo le banchine del porto. In quasi 50 anni di storia a Porto Rotondo ci sono passati tutti. E in ognuno di loro il borgo ha lasciato qualcosa. «Sono stata subito affascinata dal valore culturale e artistico della nascita di Porto Rotondo – raccontava la stilista Krizia, innamorata a tal pun-to del villaggio da finanziare il campanile della chie-sa di San Lorenzo –. Mi innamorai del posto e comprai una pic-cola casa a Ru-d a l z a . Ciò che fa la diffe-renza tra questo e gli altri villaggi turisti-ci è proprio la cultura e l’esperienza artistica di co-loro che si sono occupati di realizzazioni straordi-narie. E su questa strada si dovrebbe continuare». La stilista milanese è stata tra le pioniere di Porto Rotondo. Come lei anche l’attrice Monica Vitti, tra le prime portorotondine doc. «Luigino e Nicolò Donà dalle Rose vennero a casa mia e di Michelan-gelo Antonioni a proporre una nuova avventura – diceva molti anni fa a Marella Giovannelli, quando ancora frequentava il borgo –. Era la nascita di Por-to Rotondo. Per chi lo frequenta e lo ama, è un so-gno pieno di colori inediti, di profumi nuovi, tra-monti e albe sconosciute. È uno di quei posti che fanno la loro storia rapidamente perchè sono coa-

diuvati da emozioni indimenticabili, date dal pae-saggio e dalla bellezza del luogo. Io spero che non cambi mai, che sia sempre rispettato e protetto. La luce, i colori, i profumi di Porto Rotondo io li porto con me sempre, come amici d’infanzia. Sono con-vinta di essere cresciuta in mezzo a loro che mi se-guono come in un sogno. E poi: le grandi nuotate, l’allegria, la spiaggia, i coralli, le risate delle vacanze ormai fanno parte dei miei ricordi più belli». «La mia prima volta a Porto Rotondo risale ai primi anni ’60 – ricordava, invece, Paolo Villaggio, ospite di Donà dalle Rose per l’inaugurazione della chiesa –. Allora c’erano solo cormorani, pesci e un pontile. Poi il conte creò questo gioiello. Ci ritrovavamo tutti qui. Gli Agnelli, allora tutti vivi. La contessa Ci-cogna. E purtroppo – scherzava – anche la Mar-zotto. Più tanti amici, oggi mortissimi che neanche più si ricordano dov’è Porto Rotondo». La Vitti e Villaggio sono solo due dei tanti divi del cinema che avevano scelto il borgo per le loro vacanze esti-ve. Del gruppo facevano parte anche Marco Ferre-ri, Michelangelo Antonioni, Claudia Cardinale e Franco Cristaldi, Virna Lisi, Florinda Bolkan, Renato Salvatori e Annie Girardot, Johnny Dorelli e Cathe-rine Spaak. E Lina Wertmuller. «La pri-ma volta ci sono capitata in bar-ca – è il ricordo della grande regista –.

T r a amici, affitta-

vamo una barca e battevamo il Mediterraneo come pirati. Ci fermammo e,

dopo aver storto il naso davanti a certi porticcioli che Soldati aveva definito di stile “balocco”, dicem-mo: qui andiamo bene. Gli altri insediamenti ave-vano l’aria di essere stati pensati da un mediocre scenografo di spaghetti western, in un angolo di Cinecittà, mentre a Porto Rotondo si era riusciti, miracolosamente, a non cadere nel finto, a evitare la volgarità del moderno-mare, a creare un posto con una misura umana e familiare. Un posto nuo-vo ma che sembrava esserci sempre stato, su que-sta costa da sogno, tanto che tutti ebbero voglia di saperne di più, di fermarsi, di conoscere meglio la natura del nuovo paradiso appena nato. Così met-temmo piede per la prima volta in un luogo che sarebbe diventato un mito e che ha fatto parte per

sempre della nostra vita e delle nostre estati. I cer-catori di Paradisi sono arrivati qui sul porticciolo, sulla piazzetta, tradendo le grandi regine mediter-ranee, da Saint Tropez a Sorrento, da Capri a Porto-fino. Come ha fatto Porto Rotondo a stravincere? Per la sua incredibile bellezza». Un fascino unico, una bellezza ferma nel tempo. Cosa che riconobbe pure Alberto Sordi, quando nel 1998 ritornò nel borgo insieme a Valeria Marini per ritirare un pre-mio alla carriera 30 anni dopo aver girato il film «Le coppie», ambientato proprio a Porto Rotondo. «Anche allora, anche in Costa Smeralda, c’era delle gente che serviva a fare notizia, a fare richiamo per il turismo. Chiamiamoli pure divi. E anche il mio personaggio, Colonna, legge sul giornale il nome di Porto Rotondo e vuole andarci a tutti i costi per fe-steggiare le nozze d’argento con la moglie. Ha una Seicento e le tasche piene di soldi arrotolati, crede che tutto gli sia possibile. Allora come oggi la Sar-degna era un luogo d’elite, vagamente inaccessibile. E adesso – diceva l’Albertone nazionale nel ‘98 – a distanza di 30 anni sono tornato sul luogo del mi-sfatto. Ho trovato lo Sporting con il fascino di allo-ra, molto rustico e con le travi di legno e il cemento bianco. E anche le Rolls Royce». Quando si parla di Porto Rotondo non si può non citare Marta Mar-zotto, per diversi lustri protagonista numero uno della mondanità del villaggio. «Si arrivava allo Sporting e si trovava tutto pronto –raccontava qualche anno fa la contessa–. Gomito a gomito con l’Avvocato Agnelli facevamo colazione con ca-viale, champagne e il fegato di merluzzo preparato da Alfredo, una vera squisitezza. Mangiavamo, in-torno alla piscina, salmone fresco affumicato e foie gras di tutti i tipi. Allora ero spesso ospite dei Mentasti sulla mitica Croce del Sud, con Karim, la sorellastra Ja-smine e una splendida Rita Hayworth con i capelli corti. Karim mi aveva invitato a scegliere un terreno nella sua Costa Smeralda, ma io ho pre-f e -

rito re-stare a Porto Rotondo con i

miei amici veneti. Ricordo le prime cene

che davamo a Porto Rotondo, si andava di appartamento in apparta-

mento, ognuno di noi collaborava portando cibi propri e parte delle preziose provviste procura-te a Olbia. Mettevamo insieme sei o sette tipi di riso, mescolavamo paste diverse e venivano fuori piatti gustosi con la salvia fritta, il burro fuso, le erbe e gli odori della macchia mediterranea. Avevamo figli piccoli che si divertivano come pazzi e, fino alle due del mattino, giocavano in piazzetta, appollaia-

ti sugli alberi. Si facevano feste spettacolari, erava-mo giovani con tanta voglia di vivere e divertirci». Ricordi comuni anche a Lina Sotis. «I fratelli Donà, poco più che ventenni, presero in mano le redini di questa regia paesistica e turistica d’alta classe – nar-rava la giornalista del Corriere a Marella Giovannel-li –. La prima cosa che fecero, per rendere il posto ancora più desiderabile, fu di renderlo ancora più inaccessibile. Idea geniale. A Porto Rotondo si arri-vava o dopo una notte, d’inferno, sui traghetti o sul piccolo aereo che atterrava all’aeroporto militare di Venafiorita, su una pista di terra battuta. I piloti molte volte facevano falsi atterraggi, che deli-ziavano di terrore le beauty dell’epoca, per far spostare dalla pista gli ovini che vi pascolavano. Questo era solo l’ini-zio. Per arrivare alla meta bi-sognava percorrere una strada di campagna, su-perare sette cancelli, passare sotto un p o n t i c e l l o , dove regolar-mente s’im-p a n t a - nava la m a c c h i - na e, sulla s t r a - da, battuta, i m - pervia e mal-

messa, puntare verso il Golfo di Cu-

gnana e Punta Nura-ghe, ovvero sul mare e

il meglio dell’alta socie-tà. In compenso quando

uno arrivava era come stare a un cocktail. Conoscevi tutti

e tutti conoscevano te». Anche i ricordi di Inge Feltrinelli, ancora oggi

assidua frequentatrice del borgo, sono lontani nel tempo. «Alla fine degli anni Cinquanta, io e mio marito Giangiacomo avevamo fatto un lungo viaggio con una

barca a vela di 16 metri. Siamo arrivati in questa fantastica baia che si chiamava Poltu Ri-

dundu. Non avevamo mai visto un mare di un co-lore smeraldo simile. Un posto assolutamente fan-tastico, ma noi eravamo troppo giovani, giravamo per il mondo e non avevamo nessuna idea di com-prarci un pezzo di terra o una casa. Passò del tem-po e alla fine degli anni ‘60 ci ritornammo con gli amici di Milano». In quegli anni arrivò anche il campione di motociclismo Giacomo Agostini. «Ho cominciato a frequentare Porto Rotondo nel 1968, ospite del mio amico Franco Casarotti. Ricordo an-

cora l’emozione che provai al mio arrivo. Da allora ho continuato a venirci tutte le estati. Questo po-sto per me è diventato ancora più importante per-ché qui è “decollata” la mia storia d’amore con Ma-ria, la madre dei miei due figli». Anche per l’attrice napoletana Patrizia Pel-legrino Porto Roton-do ha fatto da cupi-do. «Il mare

ch e mi ha fatto inna-

morare di mio marito. Partivamo da due spiagge vici-

ne, a nuoto come due ragazzini, solo per baciarci. È davvero impossibile poter

rinunciare al fascino di Porto Rotondo». La Pellegrino ha scoperto il borgo nei primi anni ’80.

Come lei tante altre dive di cinema e tv come Glo-ria Guida, Eleonora Giorgi e Isabella Ferrari. Ma in quegli anni Porto Rotondo calamitò anche l’atten-zione di Ennio Doris, il numero uno di Mediolanum

e grande amico di Silvio Berlusconi. «Dal 1981 tra-scorriamo qui le nostre vacanze estive. Nei con-fronti della Sardegna è stato un innamoramento a

prima vista. Negli anni Settanta, quando ho cominciato ad andare in vacan-za al Sud, dicevo

“la Sardegna la la-sciamo per ultima

perché se andiamo lì poi gli altri posti non

ci piacciono più”. E, in effetti, così è stato. Trovo Por-to Rotondo il più bel posto del mondo; continua ad affascinarmi lo spettacolo della natura, con il mare dai colori incredibili, sempre cangianti, le montagne intorno e tanto verde, soprattutto in questo angolo di Punta Volpe. Di Porto Rotondo cambierei ben poco. Mi dispiacerebbe se venisse rovinato da troppe costruzioni. I Donà sono stati molto bravi perché hanno dato al villaggio un’im-pronta da paesino autentico. Le case, molto basse, sono ben inserite nel verde, quasi sommerse dalla vegetazione che pure non è molto alta. Fino ad oggi la natura è stata rispettata».

le foto sono di: Armando Pietrangeli

Page 12: gazzetta_04

12L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

Si terrà ogni sabato a Porto Roton-do l’appuntamento con la fiera mer-cato promossa con la collaborazione della Confcommercio della Gallura. Nella Piazzetta delle Ginestre saran-no disponibili i prodotti di trenta operatori del settore non alimenta-re. L’iniziativa, voluta dagli operatori commerciali è stata accolta con viva soddisfazione dai villeggianti.

Una proposta intrigante, destinata in particolare ai più piccoli, è la visita al parco fluviale del Padrongianus, a qualche chilometro da Olbia, con interessanti prospettive di visite gui-date e di altre particolari iniziative. L’accesso è consentito tutti i gior-ni, escluso il lunedì, dalle 16:00 alle 20:00. Nei giorni festivi ed il sabato la visita è possibile dalle 10:00 alle 20:00. Per informazioni rivolgersi alla cooperativa Gea al 348.3926230, mail: [email protected]

Riparte in tutta la bassa Gallura il servizio della guardia medica con l’apertura di 14 ambulatori che re-steranno aperti sino al 15 settembre. A Porto Rotondo il servizio è garan-tito sino a tutto il mese di agosto. I medici possono prescrivere farmaci, richiedere esami, formulare propo-ste di ricovero e rilasciare certificati di malattia. In casi urgenti sono pre-viste anche le visite a domicilio.

Sessanta uomini per le pattuglie a terra, dodici mezzi navali perfetta-mente equipaggiati, tre mesi di im-pegno quotidiano per tutta l’estate. Si tratta della sintesi dell’operazione “Mare sicuro” per quanto riguarda la Gallura. Altra novità è l’istituzione, a Porto Rotondo, della delegazione di spiaggia che resterà aperta per tutto l’anno. Disponibili un battello per il

pron-to in-tervento a Porto Cervo ed un gommone nella postazione fissa di Puntaldìa.

La Sardegna e la Gallura superano l’esame di Goletta Verde che comun-que mette in evidenza cinque coni d’ombra nella situazione ambientale. Tutto bene nella provincia di Olbia-Tempio che ha messo insieme quat-tro vele blu a Santa Teresa ed Arza-chena, tre ad Olbia, Palau, Aglientu, Golfo Aranci, La Maddalena, San

Teodo-ro e Bu-

doni.

Il primo atterraggio di un elicot-tero che trasportava un turista fe-rito ha ufficialmente dato inizio al servizio dell’elisuperficie della Asl ad Olbia che ha avuto l’autorizzazione dell’Enac. La piattaforma, collocata nei pressi del padiglione emergenze dell’ospedale Giovanni Paolo II, è do-tata di segnaletica notturna che ne

consente l’utilizzo 24 ore su 24.

“Sardegna Mare protetto” è il titolo di una guida promossa dall’assesso-rato regionale al turismo. L’iniziativa alla quale hanno aderito tutte le aree marine protette ed i parchi naziona-li dell’Isola ha come capofila l’Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo ed intende promuove-re il turismo subacqueo.

Cifre in rosso per il traffico marit-timo, al 30 giugno, nei tre porti del nord Sardegna. Complessivamente, nel primo semestre, i dati registrati evidenziano un calo del 20 per cen-to per quanto riguarda i passeggeri. Tradotto in numeri si tratta di una perdita secca per gli scali isolani di 300 mila unità.

Page 13: gazzetta_04
Page 14: gazzetta_04

14 L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

Venti signore del mare per l’edizione 2011 del Bailli de SuffrenLa mancanza di vento non ha offuscato il fascino della classica regata tra Saint-Tropez e malta

P orto Rotondo rinnova anche quest’anno il suo legame con la tradizione delle vele d’epo-

ca, e lo fa con due appuntamenti appositamente dedicati a loro, alle bellissime “signore del mare”: a inizio d’estate con il Bailli De Suffren, e a settembre con le barche del Panerai Classic Yachts Challenge.

Ma partiamo con l’appuntamento del solstizio d’estate, e permettetemi di cominciare con una domanda. Chiedo ai lettori: ma cosa significa la parola “Bailli”? Ecco la risposta: la regata che da dieci edizioni fa tappa a Porto Rotondo è dedicata al “bali-vo” (appunto il nostro “bailli”) Pierre Andrè de Suffren, navigatore ardito nato in Provenza nel 1726, uomo di fiducia del re Luigi XVI e ambasciato-re dell’Ordine di Malta, personaggio di grande fascino a metà tra il genti-luomo e il corsaro; uno spirito libero che navigò su tutti i mari del mondo e che venne infine mandato nelle In-die in supporto alle truppe francesi: laggiù morì nel 1788. È in suo onore che i suoi emuli moderni, i “balivi”, ripercorrono da dieci anni la rotta più classica, che va da Saint-Tropez in Francia – città che a lui ha dedi-cato una statua nell’omonima via sul porto – a Malta, passando, come quest’anno, per Porto Rotondo e per

Sciacca in Sicilia. L’edizione del 2011 sarà ricordata per i venti deboli, de-bolissimi anzi, ma che non hanno tolto fascino all’incedere delle venti barche d’epoca. Tra loro uno scafo mitico, Moonbeam IV firmato da

William Fife, e la replica di “Atlantic”, varato lo scorso anno dopo 3 anni di appassionato restauro curato da Ed Kastelein.

Storia nelle storie: fu Atlantic (l’ori-ginale chiaramente) che nel 1905, al

timone del mitico Charlie Barr, vinse una regata transatlantica dall’Inghil-terra a New York, stabilendo un pri-mato di velocità che è stato infranto solo 100 anni più tardi, dall’iper-tec-nologico Mari Cha IV. Era il 2005.

È iniziato con un grande even-to, il calendario sportivo del club.

Dal 2 al 5 giugno, infatti, si è tenu-to nelle acque di Porto Rotondo il campionato Volvo Cup - Melges 24: venti agguerritissimi equipaggi sulla linea di partenza, per l’unica tappa sarda di un circuito che è iniziato a primavera tra Sanremo, Scarlino e Numana. Peccato solo per il tempo, che davvero non è stato propizio e ha quantomeno rallentato lo svol-gimento delle prove a mare. Tanto che all’ultimo giorno di manifesta-zione, sabato 5, le regate sono state annullate per mancanza di vento nonostante la buona volontà del comitato di regata che fino alle 15 ha cercato di dare almeno una par-tenza. Confermata quindi la classi-fica di venerdì dopo le 4 prove, con Saetta saldamente in testa anche qui a Porto Rotondo – dopo le già belle prestazioni di Sanremo, Scarli-no e Numana. I 20 equipaggi si sono comunque dati da fare almeno nei

primi due giorni di manifestazione, e il crew party del venerdì nella bella clubhouse bianca e azzurra affaccia-ta sul porto ha visto un commodoro, Luigi Carpaneda, in gran forma: “Lo Yacht Club Porto Rotondo è lieto di ospitare la flotta dei Melges 24, che nonostante le non facili congiunture economiche attuali, è giunta in buon

numero a Porto Rotondo, grazie an-che alla collaborazione con il nostro socio Vincenzo Onorato che ha concesso degli sconti sulle tariffe dei suoi traghetti per i partecipanti alla regata”. Per dovere di cronaca, Saetta di Gianni Catalogna aveva Alberto Bolzan al timone, Daniele Cassinari alla tattica, Michele Giovanni e Ce-

sare Claudiani alle scotte e Simone Spangaro a prua. Dietro Saetta si sono classificate Blu Moon di Franco Rossini con Flavio Favini al timone e Matteo Ivaldi alla tattica, da questa tappa con uno sponsor in più, Swiss International Air Lines; e sul terzo gradino del podio Giogi di Matteo Balestrero con Max Gherarducci pitman e Davide Di Maio tailer. L’ap-puntamento per la quinta e ultima tappa della Volvo Cup 2011 è a Riva del Garda.

Cene SoCiali:Sabato 20 agoSto

CoCktail per i Giovani :

Venerdi 29 luglio

Mercoledi 10 agoSto

i proSSimi eventi Sportivi:7 agoSto: trofeo coloMbo- tX actiVe

dal 25 al 31 luglio: bill boat tour

(Vedi articolo dedicato)

alcune date da ricordare

un grande evento ha aperto la stagione velica per l’unica tappa sarda

Campionato Volvo Cup – Melges 24

Page 15: gazzetta_04

15

LU

GL

IO

2

01

1

N U M E R O 4 7

Pagine a cura dello YCPR

S i chiamano Roberto Aversano e Aurelio Bini, sono uomini di mare e hanno tentato, all’ini-

zio di giugno, di stabilire un record di circumnavigazione della Sarde-gna su un piccolo catamarano di venti piedi, in classe libera e senza assistenza.

Partiti da Porto Rotondo su One Shot, catamarano iper-tecnologico sul quale già Aversano aveva tentato l’assalto al record di Matteo Miceli da Dakar a Guadalupe (Aversano ha

al suo attivo diverse transoceaniche, Bini è campione sardo di J24) non hanno potuto però portare a termi-ne il periplo a causa di alcuni proble-mi tecnici. Ci riproveranno entro la fine dell’estate. Il record da battere, almeno psicologicamente, date le differenze tra le due imbarcazioni, è quello stabilito da Andrea Mura con il suo “Vento di Sardegna”: 58 ore, 8 minuti e 26 secondi.

Il tentativo di One ShotIn catamarano per cercare di battere il record di Andrea mura

L uca Zoccoli, il velista romano che da anni corre con il gui-done YCPR, era a bordo della

barca Ronin-Flock, il 50 piedi del giornalista Giulio Guazzini, volto noto di RAI Sport, che ha tagliato per primo il traguardo alla Roma Giraglia 2011, conclusasi il 3 luglio scorso. La regata, organizzata dal Circolo Nautico Riva di Traiano, è ormai una “classica” di inizio estate, e si snoda per 255 miglia al largo del-

la costa laziale. Luca Zoccoli, che ha appena partecipato alla Sovereign’s Cup in Irlanda, si sta ora preparan-do a correre al Mondiale Class 40 e infine nella Rolex Fastnet Race, la cui partenza è fissata per il 14 agosto prossimo da Cowes, Isola di Wight (Inghilterra). La sua barca stavolta si chiamerà “Storie di Whisky andati”: qualcuno forse ricorderà che è an-che il titolo di una canzone di Sergio Caputo.

Il Bill Boat Tour, calcio balilla della solidarietàSi svolgerà a fine mese il torneo di beneficienza in favore dei bambini cardiopatici

Luca Zoccoli continua a correre col guidone dello YCPRIl velista romano si prepara al mondiale Class 40 ed alla prestigiosa Rolex fastnet Race in programma il 14 agosto

T occherà Porto Rotondo tra il 25 e il 31 luglio il “Bill Boat Tour 2011”, l’originale torneo nazionale di calcio balilla che unisce spensieratezza e soli-

darietà. Una sfida che sicuramente piacerà ai soci dello YCPR, che potranno affrontarsi sino all’ultimo goal con squadre di altri blasonati circoli nautici nonché volti noti dello sport e dello spettacolo, della politica e della cultura.

Da Capri a Porto Cervo passando per Sanremo e Forte dei Marmi, il “Bill Boat Tour” è organizzato dall’associa-zione “Insieme per il cuore” e viene sponsorizzato dalla

MBM Biliardi in favore della onlus “Un cuore per tutti”, presieduta dal cardiologo dottor Ivo Pulcini.

L’associazione è impegnata da anni nella cura dei bam-bini affetti da patologie cardiache che vivono nei paesi poveri.

Lo scopo dell’evento è di raccogliere fondi da devol-vere per la costruzione del primo ospedale pediatrico a Casablanca, in Marocco.

Si potrà anche profittare dell’occasione per conoscere il “Bill”, l’unico calcio balilla da imbarcazione che si tra-sforma in tavolo.

Page 16: gazzetta_04

A proposito di acquaIl Bilancio 2010 appena approvato ci por-

ge il la per esporre meglio alcuni concetti che, probabilmente, non tutti hanno colto. Ci riferiamo alla gestione dell’acqua nel no-stro comprensorio, che possiamo a ragione considerare a livelli veramente di eccellenza non soltanto sul controllo della qualità di

ciò che eroghiamo, ma anche per quanto riguarda le perdite del prezioso liquido dal-le nostre tubazioni, che per il 2010 si sono attestate intorno al 14% contro una media italiana di circa il 40% (media europea del 15% con punte di eccellenza in Germania del 10%). Al di là degli asettici numeri, il dato ci conforta da una parte perché testimonia la

buona performance dei nostri tecnici, e dal-l’altra su un piano meramente economico, e cioè sul ritorno degli investimenti fatti sulle infrastrutture. È bene inoltre precisare che il prezzo dell’acqua è fissato a priori sulla base dell’anno precedente, prezzo che contempla la pura e semplice copertura dei costi. Ciò significa che il Consorzio non fa utili sulla vendita, anzi è proprio il caso di dire (ed il Bilancio 2010 ne è una riprova) che se nel corso dell’anno si riescono a fare economie, i benefici vengono trasferiti direttamente ai Consorziati. Per meglio dire, l’efficienza nella gestione dell’acquedotto consortile ha fatto sì che nel corso dello scorso anno il prezzo dell’acqua sia diminuito rispetto al budget, passando dai 2,70 euro/mc preventivati ai 2,50 euro/mc finali; la differenza verrà accre-ditata (ovviamente sulla base dei consumi 2010) con la prossima fatturazione dell’acqua a fine anno.

E sempre a proposito di acqua, oltre a ricordarvi ancora una volta i nostri consigli per evitarne per quanto possibile gli sprechi, come già fatto anche in passato vi esortiamo ad installare un rubinetto d’arresto generale dopo il contatore, da chiudere a fine stagio-ne; ciò vi eviterà, qualora si verifichino delle rotture negli impianti idrici della casa du-rante l’inverno, di dover pagare cifre a volte anche piuttosto consistenti, oltre che per i danni subiti, anche per l’acqua persa.

Ci è giunta, inoltre, voce di una “leggenda metropolitana” per la quale l’acqua di Por-to Rotondo avrebbe un’alta concentrazione di piombo (!). Tale fatto, falso e destituito di fondamento oltre che di ogni riscontro scientifico, sarebbe conseguenza della lavo-razione del granito, molto diffusa in Gallura. È bene precisare, ribadire, sottolineare che il Consorzio svolge costanti controlli chimici, fisici e batteriologici dell’acqua (che si ag-giungono a quelli effettuati per Legge dalla ASL) e che mai sono stati riscontrati metalli

pesanti al di fuori delle norme. Tra l’altro, le ultime analisi effettuate, disponibili per la consultazione presso il nostro Ufficio Tecnico oppure sul nostro sito internet www.con-sorziodiportorotondo.it, hanno evidenziato valori di piombo tre volte inferiori rispetto ai minimi consentiti.

Ci è stato, infine, segnalato che in alcune zone di Porto Rotondo l’acqua che fuoriesce dai rubinetti talvolta può avere una colora-zione leggermente giallastra: ciò è dovuto allo sciogliersi delle incrostazioni in alcune condutture, che per la maggior parte del-l’anno “stanno a riposo”. Tale fenomeno non pregiudica minimamente la qualità dell’ac-qua, che, ribadiamo, è sempre costantemen-te monitorata ed è certamente potabile.

Vigili UrbaniIl 30 giugno è stato inaugurato il distac-

camento della Polizia Municipale, presenza quanto mai indispensabile ed per tanto tempo desiderata nel nostro Villaggio. La cerimonia si è svolta presso lo Yacht Club alla presenza di tutte le Autorità coinvolte: dal Sindaco Giovannelli all’Assessore Russu fino al Comandante della Municipale Serra. L’ufficio è sito in Piazza Cascella, a fianco dell’Info Point, ed è autonomo ed operativo per qualsiasi esigenza degli utenti. L’orario di apertura al pubblico è dalle ore 9:00 alle 10:00 di tutti i giorni, dal 1 luglio al 31 agosto (telefono 0789/385003). Gli agenti sono comunque costantemente presenti nel nostro comprensorio dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 20:00. E’ certo che l’esperi-mento di quest’anno sarà ripetuto anche per il futuro, ampliando il periodo (fino magari a tutto l’anno).

Durante l’incontro è stata inoltre presen-tata una nuova interessante iniziativa: la

LU

GL

IO

2

01

1 16 N U M E R O 4 7

PROGRAMMA ESERCIZIO AUTOLINEA ESTIVA URBANAPORTO ROTONDO “ MAREMARE ”

Orario passaggio alle fermate • 15 Giugno - 15 Settembre 2011

w w w . c o n s o r z i o d i p o r t o r o t o n d o . i t

A C U R A D E L L A S E G R E T E R I A G E N E R A L E

Page 17: gazzetta_04

campagna estiva “Litorali Protetti e Sicuri”, servizio che la Polizia Municipale espleterà in collaborazione con la Capitaneria di Porto. Il Comandante Franco Persenda, della Capi-taneria di Olbia, e la Comandante Virginia Buzzoni dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Golfo Aranci, presenti all’incontro, han-no esposto ai numerosi presenti le ragioni di questo progetto, che è improntato ad un’azione di sensibilizzazione ed informazio-ne per un buon uso delle spiagge più che a forme di repressione.

Spiagge.Partiti! Dal 1 luglio al 31 agosto, nelle tre

spiagge del nostro comprensorio non conces-sionate (Spiaggia Punta Volpe, Alghe e Punta Lepre), il Consorzio ha approntato un Servizio di Salvamento, con tanto di torretta di avvi-stamento, di pattino e – ovviamente – di ba-gnino. Dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 potrete quindi godervi con la massima tranquillità il vostro libro, con la certezza che qualcuno vigilerà sui vostri bambini.

Assemblea dei Consorziati.Come già abbiamo avuto modo di infor-

marvi nello scorso numero della Gazzetta, il 24 giugno scorso, nei locali dello Yacht Club a Porto Rotondo, si è tenuta l’Assemblea dei Consorziati di Porto Rotondo.

All’incontro hanno preso parte numerose persone, altra scommessa vinta sul fatto che posticipare il più possibile la data dell’im-portante riunione ha favorito una partecipa-zione più ampia.

Nell’occasione sono stati approvati il Bilancio Consuntivo Certificato 2010 ed il

Bilancio Preventivo 2011, con praticamente l’unanimità di consensi.

Nel corso dell’incontro, presieduto dal Consigliere Generale Macchia, il Presidente del Consorzio D’Angelo ha esposto le relazio-ni di accompagnamento ai suddetti Bilanci, soffermandosi sugli aspetti salienti. Oltre i necessari dati numerici (finanziari ed econo-mici), rimandando al relativo verbale per un resoconto più approfondito, si è discusso an-che di due argomenti di grande rilievo, come la presentazione del Master Plan di Rudalza – Porto Rotondo e la costruzione della nuova sede del Consorzio, argomenti già illustrati nel numero scorso.

Dobbiamo però evidenziare che l’argo-mento del Master Plan Urbanistico ha de-stato molto interesse e non soltanto tra i Consorziati o tra gli addetti ai lavori. Questa sede ci dà però l’occasione per precisare una cosa: qualcuno dei Consorziati ha evidenzia-to che il lavoro che la nostra Commissione ha fatto sul territorio della Frazione (zona della Rotatoria sulla Provinciale, per inten-derci) è uno spreco di risorse, perché ben poca ricaduta avrebbe sul nostro Villaggio. Accogliamo sempre con spirito positivo cri-tiche ed osservazioni dei nostri Consorziati, che sono, per inciso, coloro i quali pagano. Però è necessario che un messaggio sia ben chiaro: le proposte di riassetto/riqualificazio-ne urbanistica fatte sulla Frazione ci riguar-dano eccome. Molti servizi non possono più essere allocati a Porto Rotondo (il territorio ha ormai ben poco da esprimere, senza comprometterlo ulteriormente), e quindi è naturale pensare a Rudalza, come porta di ingresso a Porto Rotondo e come suo natu-rale sviluppo.

Auguri, Comandante Satta!A Porto Rotondo è stata ultimamente

istituita la Delegazione di Spiaggia; a co-mandarla sarà il Maresciallo Giovanni Satta, figura oramai storica del nostro Villaggio, da anni già responsabile della locale sezione di-staccata dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Golfo Aranci, dal quale dipende Porto Ro-tondo. La Delegazione appena costituita avrà dignità di Comando di Porto a tutti gli effetti, tra l’altro non più a carattere esclusivamente stagionale. Quindi anche Porto Rotondo ha da oggi il suo Comandante di Porto, con tutte le prerogative che ciò comporta per fornire

un servizio sempre più elevato agli utenti e per elevare ulteriormente gli standard del-l’accoglienza marittima del nostro Villaggio.

LU

GL

IO

2

01

1

N U M E R O 4 7

Periodico mensile - distribuzione in ProPrio

Direttore responsabile: Alfonso De Roberto

Società Editrice: Un Mondo di Eventi S.r.l.Via Punta Lepre, 37 - 07026 Porto Rotondo - Olbia

Redazione:

0789.34114Segreteria di redazione e pubblicità:

Un Mondo di Eventi S.r.l. - 0789.34114Progetto grafico e impaginazione:

CartaStampata di Roberto [email protected]

Contributi fotografici: Roberto Sannareg. Presso il tribunale di temPio Pausania n. 106 del 30-10-01

stamPa

Tipografia GallizziVia Venezia, 5 - 07100 Sassari

www.gallizzi.it

© 2011 - Testi e foto - Un Mondo di Eventi

w w w . p o r t o r o t o n d o w e b . i t

Page 18: gazzetta_04

agenzie di Viaggio e turiSMo

INTOURS VIAGGI SAS· BIGlIeTTeRIA AeReA e mARITTImA

Via Fundoni – Portorotondo0789.34441 – [email protected]

agenzie iMMobiliari

ATPR S.R.l.· VeNdITe, AffITTI, GeSTIONe mUlTIPROPRIeTà,· AmmINISTRAzIONe cONdOmINI

[email protected] - 0789.34440 Fax 0789.35350

cASA VAcANzA · dI melONI lUcIA GRAzIA · AffITTI e VeNdITe

Loc. Monte Majore c.p. 246 – Portorotondo 0789.34019 – 0789.34735 [email protected]

clAUdIO GIUNTOlI S.R.l. · VeNdITA e AffITTI dI VIlle e APPARTAmeNTI· dI PReSTIGIO

Via Riccardo Belli, 18 – Portorotondo 0789.34143 - Fax [email protected]

ImmOBIlIARe cOUNTRY Via del Molo, 1 - Portorotondo0789.35016barbara.langiu@agenziacountry.comwww.agenziacountry.com

ImmOBIlIARe VIRGIlIO NOVellI Piazza San Marco, 9 c.p. 257 – PortorotondoTel./Fax 0789.34050virgilio.novelli@tiscali.itwww.immobiliarevirgilionovelli.it

lA mARINA dI GIANNA GUINdANIVia del Molo, 27 c.p. 334 – Portorotondo 0789.35269 - Fax [email protected]

antiquariato

OTTOceNTO mARe Piazzetta Sporting – Portorotondo0789.35335www.ottocento.com

arredaMenti tappezzerie

ARRedAmeNTO TAPPezzeRIA · PAOlA PINNA Via Orsa Maggiore, 55 – Portorotondo0789.35613 – Fax 0789.385184 [email protected]

artigiani

c.e.O. · cOOPeRATIVA PROdUzIONe e lAVORO· cARPeNTeRIA, INfISSI AllUmINIO, ImPIANTI eleTTRIcI

Zona Industriale Sett. 6 - Olbia0789.593039 - [email protected]

bar - gelateria

BAR GelATeRIA del mOlO Via del Molo – Portorotondo0789.34338 – [email protected]

BOccONdIVINO Via del Molo, 15 – Portorotondo0789.35256

ATRIUm cAfe’· cOckTAIl’S BAR

Piazza Rudalza – Portorotondo392.4930707 – [email protected]

bar – riStoranti – pizzerie

“ANfITeATRO”· APeRTO 24 ORe SU 24

Loc. Il Portico fronte campi tennis - Portoro-tondo0789.34652 – [email protected]

HARRY’S BAR· BAR RISTORANTe PIzzeRIA

Vill. Residenza sul [email protected]

bed & breakfaSt

AffITTAcAmeRe S’AlzOlA Via Pamentu Integghiatu, 15 – Rudalza0789.34390 – [email protected]

carpenterie Metalliche

mAlUdROTTU GIAcOmINO· cARPeNTeRIA VARIA, RINGHIeRe, cANcellI, SeRRANde

Via Angola, 11 - Zona Ind. Sett.7 – Olbia0789.51481 - [email protected]

centro SerVizi

ceNTRO SeRVIzI cOUNTRY Via del Molo, 1 – Portorotondo0789.34067 - Fax [email protected]

centro Sub – diVing

ceNTROSUB PORTOROTONdO· cORSI SUB, ImmeRSIONI, AcqUAGYm,· ORGANIzzAzIONe eVeNTI NAUTIcI

[email protected] - 339.6184490 - 339.2200435

coMMercio ingroSSo

c.P.S. S.R.l.· cOmmeRcIO mATeRIAle IdRAUlIcO

Via Siviglia, 4 – Olbia0789.50428 [email protected]

f.llI UccUlA S.R.l.· cOmmeRcIO, dISTRIBUzIONe, INGROSSO· AlImeNTARI e BeVANde

Zona Industriale Settore 7 – Olbia0789.51197/50201 Fax 0789.50093348.3868564 - [email protected]

PUlISARdA S.N.c.· cOmmeRcIAlIzzAzIONe dI PROdOTTI· e SeRVIzI PeR PUlIzIe

Via Giordania, 7 - Olbia [email protected]

coperture e taMponature in pVcTelONeRIA SARdA SNc

· cOPeRTURe PVc, TelONI ImPeRmeABIlI

Via Capoverde, 12 Z. Ind. Sett. 4 – Olbia0789.593050 - 338.2373695 [email protected]

copiSterie – forniture per uffici

c. & cOPYfAX S.R.l. · fOTOcOPIe, STAmPe, fAX, TImBRI, · ScRITTe AdeSIVe, mISURATORI fIScAlI

Via Regina Elena, 84 – Olbia0789.24601 - [email protected]

diSinfeStazioni

dOmAX SeRVIce Disinfezioni e DisinfestazioniVia Roma, Centro Damasco c/o Gangi - Olbia338.8562951 – 347.7646107

edilizia

mARINI PITTURAzIONI Via Belgrado 42/B - Olbia 335.7088951

fabbro

feRRO e fUOcO· lAVORAzIONe ARTISTIcA feRRO BATTUTO· PeR eSTeRNO ed INTeRNO

Zona Industriale Sett. 6 – Olbia339.3937649 - [email protected]

frutta e Verdura

fRUTTA e VeRdURA · de fIlIPPI AmelIAVia Mario Ceroli, 25 – Portorotondo0789.35182 per prenotazione ordini

fornitura gaS

cANU STefANO GAS· SeRVIzIO A dOmIcIlIO

Via Riccardo Belli – Portorotondo0789.35668

giardinaggio

emPORIO AGRARIO· TUTTO PeR Il GIARdINAGGIO – ASSISTeNzA TecNIcA

Via Astro Mari, 5 Olbia 0789.599444 [email protected]

gioiellerie

TeSOReTTO GIOIellI · dI ROBeRTO dAmIANI & c SNc· PROGeTTO e ReAlIzzAzIONe dI GIOIellI e· OGGeTTI PRezIOSI

Via del Molo, 11 - Portorotondo0789.35389 - [email protected]

hotel

HOTel RISTORANTe S’ASTORe· HOTel VISTA mARe, RISTORANTe TIPIcO SARdO

Via Monte Ladu, 36 – Portorotondo0789.30000 – [email protected]

iMpianti tecnologici c.e.T.I.S. S.R.l.

· ImPIANTI eleTTRIcI, dOmOTIcA· IdROSANITARIO,clImATIzzAzIONe

Via Indonesia snc – Z. Ind. Sett. 2 - Olbia0789.53086 - Fax [email protected] www.cetis.it

iMpiantiStica generale HIdROTec

Impiantistica generale, sollevamento acqueVia Napoli, 2/C – Sassari079.273950 [email protected]

iMpreSe pulizie – MultiSerVizi

cOSTA SeRVIceVia dei Caduti, 1 Vicolo C – Golfo Aranci339.1240576costaservice@libero.itwww.pulizieportorotondo.it

inforMatica

TecNOSeRVIce dI lAcONI ANTONIO· VeNdITA e ASSISTeNzA cOmPUTeR

Via Ariosto, 20 – Olbia0789.646025 - [email protected]

laVorazioni Meccaniche

cOmSU S.N.c.· cOSTRUzIONI meccANIcHe dI qUAlITà

Via Lu Pinu, 19 – Calangianus079.660572 [email protected]

Manutenzione Verde

ritiro e raccolta Vegetale

SARdA cOmPOST S.R.l.· SANIfIcAzIONe AmBIeNTAle

Quando nel 1966 e nei successivi anni di vita c’era solo una mancia-ta di case affacciate sul golfo di Portorotondo,

da cui il villaggio ha acquisito il nome dell’antico porto romano, gli sparuti abitanti erano orgogliosi di conside-rarsi dei “pionieri”.Erano animati dallo spirito di vivere una nuova esperienza, e di trascorre-re le vacanze con l’orgoglio di essere i “primi” ad aver scoperto un nuovo ambiente incastonato nella natura tra il mare smeraldo ed il verde lussureg-giante della Sardegna. Superavano, con buona volontà, il problema di dover accettare e risolvere, in assenza di confortevoli servizi, le necessità del vivere quotidiano. Il tempo trascorse in fretta e la prima bottega di alimen-tari, indicata con semplicità “mini-market, e il primo shipchandler”, dotato di qualche cima ed accessorio per soccorrere le prime imbarcazioni ancorate alla fonda, si adeguarono presto al crescente sviluppo urbani-

stico. Oggi, nel 2011, t r a s c o r s i oltre qua-ran t ’ ann i da quei primi passi, la rete dei servizi di assistenza ai residenti

ed agli ospiti di Porto Rotondo è ade-guata alla vita sociale del centro.

Il villaggio, che ospita dieci deliziose piazzette, la chiesa, un porto efficiente, la marineria, il monumentale teatro; è dotato di alberghi, bar, ristoranti, di-scoteche, centri servizi, negozi di ogni genere, agenzie immobiliari, vivaisti, tappezzieri, falegnami, manutentori etc. Per coordinare questa capillare rete assistenziale, renderla visibile ed efficiente per gli abitanti che deside-rano trascorrere una vacanza assistita confortevolmente, è presente l’Asso-ciazione per Porto Rotondo che rap-presenta la naturale trasformazione di un comitato spontaneo di operatori locali formatosi nel 1999.

Lo scopo associativo, come pre-visto dallo statuto è quello di contri-buire alla valorizzazione turistica del comprensorio e al miglioramento della qualità della vita per i residenti e gli ospiti, anche grazie alla stretta collaborazione con il Consorzio ed il Comune di Olbia.

18 L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

Page 19: gazzetta_04

19

LU

GL

IO

2

01

1

N U M E R O 4 7

NU

ME

RI

U

TI

LI

UFFICI CONSORTILIConsorzio di Portorotondo 0789.34105Servizi Vigilanza Portorotondo S.r.l. 0789.34495

INFO TURISTICHEInfoPoint 0789.34355Aereoporto Costa Smeralda 0789.563444Marina di Portorotondo 0789.34203Un Mondo di Eventi 0789.34114

EMERGENZEServizio Ambulanze 118Croce Bianca Olbia 0789.21003Croce Rossa Olbia 0789.25125Emergenza incendi 115Soccorso Stradale CNA 348.4004012ACI Soccorso Stradale 803116Soccorso in Mare 1530Carabinieri Portorotondo 0789.35244Carabinieri Olbia 0789.644500Commissariato di Polizia Olbia 0789.550700Polizia Stradale Olbia 0789.58000Corpo Forestale di Olbia 0789.53442Vigili del Fuoco Olbia 0789.602019Guardia di Finanza Olbia 0789.51374Capitaneria di Porto Olbia 0789.21243Protezione Civile Olbia 0789.52171

PUBBLICA UTILITÀOspedale Civile Olbia 0789.552200Pronto Soccorso Olbia 0789.552201Centro Medico Portorotondo 0789.34364Farmacia Portorotondo 0789.34336Centralino ASL 0789.552102Ufficio Postale Portorotondo 0789.35323Enel 800 900 800De Vizia - Ritiro rifiuti/Rifiuti ingombranti 0789.51274

COMUNE DI OLBIACentralino 0789.52000Segreteria Sindaco 0789.23504Ufficio Tributi 0789.208046Ufficio Vigilanza Edilizia 0789.52089Polizia Municipale 0789.52002

MEZZI PUBBLICIAspo - (orari e linee) 0789.553800Taxi Portorotondo 0789.35791Taxi Aeroporto Olbia 0789.69150

Loc. Spiritu Santu - Olbia0789.42015 [email protected]

nautica

BOccHe dI BONIfAcIO YAcHTING SRl· VeNdITA ImBARcAzIONI ITAmA e PeRSHING

Via Riccardo Belli, 2 – Portorotondo0789.34214 – [email protected]@tiscali.it

noleggio e Vendita

StruMenti MuSicali

3m mUSIcA S.A.S.Emiciclo Garibaldi, 3 - Sassari079.232020 [email protected]

peScherie

cAlVISI S.R.l.· VeNdITA INGROSSO e mINUTO PROdOTTI ITTIcI

Via Lituania, 12 – Olbia0789.69213 – [email protected]

piScine

ceNTRO PIScINe S.R.l. Viale Aldo Moro, 414 – OlbiaTel./Fax 0789.564103 – 349.2896062info@centropiscinesardegna.itwww.centropiscinesardegna.it

reSidence ReSIdeNce eUROTel GARdeNS

· Nel ceNTRO dI PORTO ROTONdO

Piazza Quadra0789.34460 – 335.6299434www.eurotel-hotels.it

ReSIdeNce eUROTel BOUGANVIlle· A POcHI PASSI dAllA SPIAGGIA

Località Rudargia0789.488800 www.eurotel-hotels.it

ReSIdeNce eUROTel ASfOdelI· AffAccIATO SU AmPIA SPIAGGIA

Località Punta Asfodeli0789.34013 – 347.6683510 www.eurotel-hotels.it

riStoranti – pizzerie

dA ONORIO e dONATellA· PIzzeRIA, GRIGlIATe dI cARNe, PORceTTO SARdO, · fRUTTA e VeRdURA, AlImeNTARI

Ingresso Portorotondo338.9170395 – 339.5324049

Il BAReTTOPiazzetta Rudalza, 7 – [email protected]

lA PINTAVia Mario Ceroli, 27 – Portorotondo0789.385062

lA ScOGlIeRALoc. Porto Massimo – La Maddalena347.9893578 – 393.3353334info@lascoglieraristorante.comwww.lascoglieraristorante.com

lOcANdA RUdAlzA· cUcINA TIPIcA SARdA

Strada per Porto Rotondo – Olbia347.4320627 - [email protected]

mIlleNNIUm· RISTORANTe, GRIll, PIzzeRIA, BAR e GelATeRIA

0789.385074 - 338.7315499

RISTORANTe YAcHT clUBMolo di Levante – [email protected]

I VAleNTINI Via Monte Ladu, 85 – Portorotondo0789.385068

SerVice IcHNOSOUNd mUSIc STORe

· SeRVIce AUdIO-lUcI

Viale San Francesco, 2 – Sassari079.4815553 – [email protected]

tipografia – Serigrafia

GRAfISTAmPA S.R.l.· elABORAzIONI GRAfIcHe e STAmPe dI OGNI GeNeRe

Via Boccherini, 37 – [email protected]

traSporti - traSlochi - Spedizioni

AUTOTRASPORTI mAccIOcU· TRASPORTI dI OGNI GeNeRe· mOTO, qUAd e TRASlOcHI

Via S. di Santarosa, 26 – Olbia328.4780595 - [email protected]

triVellazione pozzi per acqua

ISONI TRIVellAzIONI dI ISONI mARIO Pozzi per acqua, forniture pompe sommerseRegione Chirialza – Monti0789.44506 - [email protected]

ViVaiSti - floricoltori

cOmmeRcIAl GARdeN Tutto per il giardinaggio – Fiori e pianteViale Aldo Moro - Olbia0789.58652 – [email protected]

Page 20: gazzetta_04

M a r e l l a G i o v a n n e l l i

20L

UG

LI

O

20

11

N U M E R O 4 7

Ironica, graffiante, indiscreta ma leale. Per questa ragione Marella Giovannelli mette subito in chiaro che il suo nome di battaglia è stato Mara Malda, nulla a che vedere col vil soldato della nostra peggior tradizione mi-litare. “Due parole – precisa – tant’è vero che chi mi contattava mi chiamava dottoressa Malda”. Insomma, incapace di “uccidere un uomo morto”, non avrebbe avuto alcuna pietà per un uomo cor-to. Lo pseudononimo che l’ha resa familiare a mez-za Italia è nato quando collaborava con Dagospia, Panorama e La Nuova Sardegna. Prima ancora si era autobattezzata Beatrice Moss quando curava la rubrica “Qui Costa Smeralda” per l’Unione Sar-da. Per chiamarsi col suo vero nome, ed oggi im-pegnativo cognome, ha atteso i suoi libri di poesia ed i suoi articoli sulla Gazzetta di Porto Rotondo. “L’esperienza di Mara Malda – dice - è impossibi-le da dimenticare. Giorni fa ho riletto sul Corrie-re della Sera, del 22 agosto 2007 l’annuncio della “morte” di Mara Malda che in un auto-necrologio aveva dichiarato: “Non ci sarà più il gossip nella mia estate. Mi sento colpita da orticaria al solo pensiero di scrivere ancora delle saghe lelemori-che, briatoriane, venturiche o certosine”. Tra le cu-

riosità di quegli anni ricordo lo scoop del culatello, pubblicato nell’agosto del 2003 da Dagospia, col quale ricostruivo il rocambolesco recupero di un culatello della Bassa ordi- nato da Silvio Berlusconi per Vladimir Putin, ospite a Villa Certosa”. Ma-rella non chiude le por-t e a d

un’ipotesi di Mara Malda due: “Per ora preferisco non scongelare il mio alter ego gossiparo. Preferi-sco impegnarmi in un’altra iniziativa realizzando il libro “Fotograffiati”. Vogliamo parlarne? “Durante un’incursione nel mio archivio digitale, per caso sono finita nel film Videocracy e mi sono ritrova-ta a fronteggiare numerose richieste di interviste, foto e “consulenze” come presunta esperta di un ambiente che non frequento più sin dal 2007. Al-lora ho pensato al possibile utilizzo delle foto del mio archivio. Così è nata l’idea di selezionare e in-serire in un libro più graffiante che patinato (da qui il titolo) oltre 300 immagini che avevo scatta-to dal 2003 al 2010. Nella galleria dei fotograffiati ci sono Silvio Berlusconi, uomo politico ed ospite “canterino” e “ballerino” nelle feste in casa di ami-ci, il principe Karim Aga Khan, il conte Luigi Donà dalle Rose. Altri potagonisti animano questo dia-rio fotografico: Marta Marzotto, Lele Mora ed altri personaggi delle travolgenti estati della metà degli anni Duemila. Ma ci sono anche Woody Al-len, Elton John, Meryl Streep, Andy Garcia, Vladi-mir Putin. E poi Flavio Briatore, Simona Ventura, Alba Parietti, Krizia, Sandra Mondaini e molti rap-presentanti del mondo dello spettacolo, della cul-tura, degli affari e dello sport. Il libro lo presenterò

sabato 6 agosto, alle 19:00, in piazzetta degli Archi a Porto Cervo. Ci saranno l’editore Dario Maiore e Bachisio Bandinu che ha curato la prefazione”. Vulcanica Marella che non ha intenzione di appic-

care alcunché al chiodo! “Dopo l’ultima raccolta dei miei versi, “Il giostraio a riposo”, preceduta

da “L’estranea”, “Mareamore”, “Equatore ce-leste” e dal libro “Porto Rotondo, storia di

un’emozione”, sto lavorando a un nuo-vo progetto. Con la collaborazione di

Maria Antonietta Seu Deiana, una selezione delle mie poesie è stata tradotta in logudorese. I miei versi,

in limba ed in italiano, saranno accom-pagnati da immagini fortemente evo-

cative”. Basta? Macchè! E gioca con le parole. “Tu pensi ad un riciclaggio ed

invece c’è un reci-creaggio visto che creo oggetti con materiali di

recupero. Presto organizzerò una mostra sul filo dell’iro-nia e del “non prendersi mai troppo sul serio. La bellezza

della vita è anche sa-persela inventare

ogni giorno”. Marella Gio-

vannelli ha vissuto la

realtà di Po r t o

R o -

tondo anche d’inverno quando si spengono le luci. Il mio legame col villaggio è fortissimo. Per molti anni ci ho vissuto anche d’inverno e, nella solitu-dine e nella pace del fuori-stagione, ho trovato sempre motivi di ispirazione e riflessione. Porto Rotondo per me è approdo, rifugio, faro e tana. In trent’anni ho conosciuto tantissime persone legate alla storia del villaggio e ho assistito ai cam-biamenti delle tendenze, dei costumi e degli stili di vita”. Un pizzico di Marella story. Nata ad Olbia, dopo la scuola dell’obbligo, elementari allo Scola-stico e medie in via Nanni, la quattordicenne stu-dia prima alle Marcelline di Milano, poi alla Scuola Interpreti a Roma. Superati 21 esami ed ottenuto il diploma di Inteprete Parlamentare e Traduttrice in Russo, Inglese e Francese, completa gli studi alla Sapienza di Roma e si laurea in Scienze Politiche con una tesi sull’Antisemitismo in Unione Sovieti-ca ai tempi di Stalin. Comincia subito a lavorare in un’agenza delle Nazioni Unite per i Rifugiati ebrei provenienti dalla Russia. Erano intere famiglie in attesa del visto per l’America, l’Australia, la Nuova Zelanda, Canada e Israele. Marella traduce dal rus-so in inglese: racconti di prigionia e persecuzioni. “Allora – ricorda - traducevo libri e articoli visto che eravamo pochi a conoscere la lingua russa”. Nei primi anni Ottanta, ritorna ad Olbia col ma-rito, Gianni Marzi, e i figli Emiliano ed Alessandro. “Per me – ricorda- è stato doloroso abbandonare un lavoro che amavo moltissimo ma, chiusa una porta si spalanca un portone”. Arriva a Porto Ro-tondo. “Avevo 23 anni e ricordo ancora una cena da Albert; io, mio marito, Marta ed Umberto Mar-zotto. Soprattutto con Marta nacque una grande amicizia che ha dato vita a innumerevoli contatti e incontri, tutti molto interessanti e stimolan-ti. Direi anche preziosi poiché tv e giornali locali cominciarono a richiedere la mia collaborazione per interviste a celebrità che incontravo a feste, pranzi e cene più o meno esclusive. Quello che era iniziato come lavoro estivo si era trasformato in un’attività professionale. Messi laurea e diploma nel cassetto, ho iniziato a lavorare nelle redazioni di emittenti televisive. Ricordo la lunga esperien-za con Cinquestelle Sardegna e la collaborazione con diversi quotidiani, settimanali e magazine. Nei primi anni Duemila, su internet ho creato un sito nel quale ho raccolto i miei articoli e un grande ar-chivio fotografico. Un’altra svolta professionale c’è stata nel 2001 quando ho lasciato Cinquestelle in cui ero riuscita a curare un programma in cinque puntate sulla vita di Olbia dagli anni Venti agli anni Cinquanta. Era arrivata l’ora di lanciare, col collega Mauro Orrù, una nuova sfida: proporre al Comu-ne un sito internet aggiornato e vivace che curasse l’aspetto informativo-divulgativo non solo sotto l’aspetto istituzionale. Dall’inizio del 2002 sino al febbraio 2011, quando ho lasciato l’incarico, ho scritto migliaia di articoli corredati da fotografie. Agganciato a Google, grazie anche all’effetto mol-tiplicatore della Rete, il sito è diventato un punto di riferimento per la gente e per gli organi di stampa, una “vetrina” per la città e una cassa di risonanza delle attività svolte dal Comune. Tornando al pas-sato, grande significato per me ha avuto anche la lunga e intensa collaborazione con la Gazzetta di Porto Rotondo e col sito www.portorotondoweb.it. Un’ultima maramaldata: pregi e difetti di Gian-ni Giovannelli, il fratello sindaco. “Perseveranza, pragmatismo, pazienza”. Per Marella, sono i tre maggiori pregi. Per la Mara Malda dura a morire, sono i principali difetti.

Alfonso De Roberto