Garantire ordine salvaguardando il lavoro

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La denuncia della Cgil Triste primato. Con quattordici grandi strutture Catania è oggi l’area europea con la maggiore concentrazione di questi siti. Che, però, non hanno garantito né più lavoro fisso né maggiore sviluppo INCONTRO CON IL SINDACO NELLA SEDE DEL SINDACATO La Uil a Stancanelli: «Dopo i sacrifici adesso il rilancio» Il sindaco Raffaele Stancanelli ha incon- trato ieri il direttivo provinciale della Uil nella sede di via di Sangiuliano. A intro- durre il confronto è stato il segretario generale Angelo Mattone che ha voluto subito precisare la posizione dell’orga- nizzazione sindacale in merito alle pros- sime elezioni. All’incontro ha partecipa- to anche il sottosegretario di Stato Giu- seppe Castiglione. «Il sindaco Stancanel- li - ha sottolineato Mattone in apertura dei lavori – ha fatto cose importanti per Catania. Penso personalmente che Stan- canelli sia in grado di rilanciare la città. I suoi cinque anni di amministrazione non sono stati semplici: ha trovato un co- mune sull’orlo del dissesto ed è riuscito con serietà a risanarla». A questo punto di vista si è associato anche il rappresen- tante della Uil per il Pubblico impiego Stefano Passarello. «Siamo liberi di vota- re chi vogliamo - ha precisato ancora Mattone - e quanto diffuso alla stampa nei giorni scorsi su un presunto appoggio a un altro candidato, è stato solo il frutto di una strumentalizzazione politica». «Sono stato sempre aperto al dialogo con i sindacati - ha dichiarato Stancanelli - se siamo riusciti a risanare Catania è meri- to anche di questo rapporto che ho cer- cato sempre di mantenere. Ho trovato una città in condizioni pietose e con ca- parbietà siamo riusciti a risanarla. Aveva un debito di 1 miliardo e 100 milioni di euro. Con un’amministrazione seria e mantendeno le promesse siamo usciti dal baratro». Tra le questioni affrontate, il Prg sul quale il primo cittadino si è a lungo soffermato per spiegarne le conse- guenze positive per la città, quale l’au- mento dei servizi da erogare e la riquali- ficazione del centro storico ribadendo come la sua approvazione, inopinata- mente bloccata per ragioni politiche, sia stato un danno per la Città che da decen- ni attende il nuovo strumento urbanisti- co. Oggetto del confronto anche i risulta- ti positivi ottenuti dall’amministrazio- ne Stancanelli con la lotta all’evasione tributaria e fiscale. L’impegno del sinda- co ad appoggiare un corteo contro il fem- minicidio. E tra le proposte lanciate dal- la Uil e accolte dal sindaco, la possibilità di creare uno sportello unico per le im- prese e una società a maggioranza co- munale che possa incrociare la domanda e l’offerta di lavoro. «Stancanelli – ha af- fermato il sottosegretario Castiglione – è un sindaco che ha governato al meglio la città in un contesto difficile sia generale che locale. E’ riuscito a risanarla e nei prossimi cinque anni deve poter rivendi- care l’ottimo lavoro compiuto cogliendo- ne i frutti assieme ai catanesi». O NON SI SBLOCCA L’ACQUISIZIONE DI SETTE PUNTI VENDITA E’ un atto d’accusa, quello della Camera del Lavoro di Catania, a tutti gli effetti, inevitabile e, diciamo pure, anche sofferto. Perché sul banco degli imputati fini- scono in tanti, dalla politica che da anni in maniera scellerata autorizza aperture dissennate di mega cen- tri commerciali, a grandi aziende su cui si vorrebbe (e si dovrebbe) puntare per vedere garantita occupazio- ne stabile, sviluppo, crescita, e invece si finisce con il registrare esattamente il contrario. Al tavolo della Cgil ci sono tutti, dal segretario generale Angelo Vil- lari, ai segretari confederali, Giovanni Pistorio e Pina Palella, il segretario provinciale della Filcams, Salvo Leonardi, il responsabile regionale legalità, Francesco Cantafia e la segretaria generale della Filcams, Moni- ca Genovese. E tutti insieme danno numeri e raccon- tano situazioni che riguardano il mondo della Gdo che si stenta a credere. «Non possiamo rimanere in silenzio - dice Villari - vogliamo, come tutti, che Catania attragga nuovi e di- versificati investimenti ma non é normale, né etico, né legale che i diritti in questa cittá restino sospesi». Sospesi e negati, si capisce ascoltando il resto del discorso. Che vale per tutto il grande settore della Gdo, ma che si concentra su due temi centrali: la ver- tenza Aligrup e il caso Ipercoop. Nel caso dell’Aligrup, nonostante l’ok del tribunale che ha dato lo sta bene all’offerta delle Coop per sette punti vendita, compre- se Le Zagare, dalle due aziende nessun segnale. «Aspettiamo da settimane che le due Coop ci chiami- no - dice Salvo Leonardi - per discutere le conciliazio- ni e procedere con le acquisizioni. Invece solo silen- zio, inconcepibile se si pensa alla situazione difficilis- sima che i lavoratori stanno vivendo». Una storia infinita questa tra Aligrup e le Coop, ma adesso, con il nulla osta del Tribunale si sarebbe do- vuto accelerare. Ma non c’è solo questo, c’è che l’oc- cupazione nel comparto della Gdo sembra quasi tut- ta e sempre di più allo stato gassoso. «Nella Gdo che ha recentemente occupato ampi spazi di mercato - sottolinea Pistorio - si fa ampio ed indiscriminato ri- corso al contratto di lavoro a tempo determinato e le percentuali di trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato è ingiustificatamente risibile». Il fatto è che in questi centri non si assume quasi nessuno a tempo indeterminato e, peggio, spesso si approfitta dei tempi in cui i lavoratori sono ancora in fase di assoluto precariato, in prova, utilizzandoli si- no ad un attimo prima dell’obbligo di stabilizzazione. La Cgil fa precisi riferimenti al grande Ipercoop di Gra- vina, a situazioni di lavoratori per mesi in attesa di ri- sposte e di migliaia di ore di straordinari fatte fare dal- l’azienda. «Oggi i lavoratori a reddito povero - dice Monica Genovese - sono soprattutto nella grande di- stribuzione. Non siamo disponibili ad accetta deroghe ai diritti previsti dalla costituzione. Vogliamo che il settore del commercio possa rappresenta il lavoro che assicura dignità, visto il 40% del lavoro attivo opera nel terziario. Va bene anche ricorrere a contratti di solida- rietà, ma senza giocare sulla pelle dei lavoratori». A. LOD. O BILANCIO TERRIBILE NEL 2012 CON OLTRE IL 25% DI ATTIVITÀ CHIUSE La desertificazione in corso del centro storico «Abbassare gli affitti per fermare l’emorragia» I numeri. Anche per il centro della città, cioè per le aree che ri- cadono sia nel vero e proprio centro storico che in quelle che erano diventate le aree a voca- zione commerciale degli Anni ‘70, ‘80 e ‘90, parlano i numeri della Cgil. E c’è da piangere. «Il 2012 per il commercio di prossi- mità a Catania - dice Angelo Vil- lari - è stato un anno da dimen- ticare e se il trend dovesse con- fermarsi (così pare a causa del crollo del potere d’acquisto del- la famiglia media), il 2013 ri- schia di essere dram- matico. Nel centro sto- rico della città il 25% dei negozi ha cessato l’attività e a Catania il 27% delle botteghe ri- mangono sfitte. Nel settore, infatti, nel 2012 sono nate a Catania cir- ca 1100 imprese e ne hanno cessato l’attività circa 2400». Drammatico, inevi- tabile. Ma qui, oggi, si cerca di capire anche se è possi- bile cominciare a curare questa patologia e come. Anche perchè il rischio che si sta correndo non è soltanto quello di vedere im- poverito il tessuto economico, già provato dalla crisi, e di vede- re centinaia di lavoratori espul- si dal mercato del lavoro, ma esi- ste anche un rischio molto con- creto legato all’illegalità crescen- te. Spiega Pina Palella, citando l’ iniziativa nazionale Cgil, “Riatti- vo il lavoro”: «Siamo in condizio- ni di produrre occupazione e reddito operando scelte di lega- lità nel territorio, purché sia un atteggiamento condiviso, atten- to e legato agli investimenti». Rincara la dose anche il respon- sabile regionale legalità per la Cgil, Francesco Cantafia, che sot- tolinea come il rischio inevitabi- le è che le imprese e le attività che vanno in crisi finiscano nel- le mani degli usurai, dunque della criminalità organizzata, creando una catastrofe anche sotto il profilo della legalità. Del resto la situazione è sotto gli occhi di tutti, basta fare una passeggiata nelle strade del cen- tro che un tempo erano le strade dello shopping. Oggi sono le strade delle saracinesche abbas- sate, dei negozi chiusi, delle luci spente. Della desolazione in una parola. «Tutto questo va contro la tra- dizione di questa città - dice an- cora Villari - va contro il coraggio imprenditoriale di tanti com- mercianti che hanno cercato di portare avanti le loro attività, al- cune delle quali davvero legate alla storia stessa della città e del- le loro famiglie. Alla fine, però, si sono dovuti arrendere, con dolo- re». Arrendere, arrendersi. Sono stati costretti a farlo in tanti, pri- ma qualcuno ha provato a tra- sferirsi, dalle vecchie botteghe del centro a negozi più decen- trati, ma, spesso, la crisi ha fini- to con l’abbattersi comunque su quelle attività e alla fine hanno chiuso. Il problema è quello de- gli affitti, anche e la Cgil chiede su questo un intervento diretto, lancia un appello per sensibiliz- zare chi può intervenire. Pina Palella, segretaria confe- derale che si occupa anche di politiche finanziarie ed ammini- strative e di legalità, spiega: «Al- la futura amministrazione co- munale chiediamo sin da ora l’attivazione dei centri commer- ciali naturali in città e un orien- tamento verso affitti più bassi, ma anche intese per riempire i capannoni vuoti, fin anche a con- cepire attività sociali se quelle industriali non sono ancora possibili. Il tema degli affitti, natu- ralmente, è estrema- mente delicato ed im- portante, perché nella maggior parte dei casi accanto al calo dei con- sumi che ha provocato il crollo delle vendite, registriamo proprio la difficoltà dei commercianti a reggere af- fitti ormai proibitivi». E questa storia degli affitti, tra l’altro, vale per le attività di pros- simità, vale per il centro, ma va- le anche per i negozi delle galle- rie dei grandi centri commer- ciali. Anche lì hanno chiuso deci- ne e decine di attività perchè i gestori non riuscivano più a pa- gare i fitti. In molti casi restano aperte attività che servono solo ad evitare di incupire quelle gal- lerie con saracinesce abbassate. Ma il tema vale per tutti e per frenare la desertificazione ed evitare di spegnere la speranza bisognerebbe trovare il modo di intervenire rapidamente». A. LOD. ANDREA LODATO Un primato che non ha portato nulla di buono, un record europeo per niente invi- diabile: Catania ha la più grande concentra- zione di centri commerciali d’Europa. Con tredici condivideva con Oslo la guida della classifica, ma sta arrivando l’ok ad un altro Outlet, nella zona di Motta e sarà primato solitario. Risultato di questo proliferare? Un dramma sociale, economico e culturale, perché i sindacati, di fronte all’emergenza che ormai è scoppiata da qualche tempo, tornano a fare i conti e scoprono che la maggior parte di questi centri non ha pro- dotto occupazione stabile, ma precariato. In compenso, però, ha contribuito a devasta- re il commercio di prossimità, quello dei quartieri, praticamente in tutti i settori, dall’abbigliamento all’alimentare. Un terri- torio, quello del Catanese e delle province limitrofe, fatto a brandelli, usato solo come luogo di consumo, senza nulla lasciare, an- zi con una progressiva desertificazione che oggi esplode in tutta la sua drammaticità, spalancando le porte alla disoccupazione, all’usura, alla crisi più nera. Il record di centri commerciali disoccupazione e sfruttamento «Aligrup, è inaccettabile silenzio delle Coop e nella Gdo adesso basta usare il precariato» I NUMERI i centri commerciali nella provincia di Catania le attività commerciali che sono state chiuse nel 2012 i nuovi esercizi aperti nel 2012 i negozi che hanno chiuso i battenti le botteghe che sono rimaste sfitte a causa del caro affitti 27% 25% 1100 2400 14 PIAZZA CARLO ALBERTO MAURIZIO CASERTA INCONTRA GLI OPERATORI DEL MERCATO «Garantire ordine salvaguardando il lavoro». Lo ha affermato il candidato sindaco Maurizio Caserta, incontrando gli operatori del mercato di piazza Carlo Alberto. Il capolista della lista civica «Per Catania Maurizio Caserta» ha fatto un giro tra le bancarelle del mercato storico e ha parlato con alcuni operatori. «Tutti chiedono misure a sostegno dell’occupazione - ha detto il docente universitario - perché da questo dipende il sostentamento di molte famiglie, vedremo di conciliare il lavoro con il rispetto delle regole». L’intervento del segretario della Uil Mattone nel corso dell’incontro di ieri. Al tavolo il sindaco Stancanelli, il sottosegretario Castiglione e dirigenti del sindacato LA SICILIA MARTEDÌ 7 MAGGIO 2013 .25 CATANIA @L'uso o la riproduzione, anche parziale - con qualunque mezzo e a qualsivoglia titolo - degli articoli e di quant'altro pubblicato in questo giornale sono assolutamente riservate, e quindi vietate se non espressamente autorizzate. Per qualunque controversia il Foro competente quello e' di Catania @Documento elettronico rilasciato per uso personale. DRM - d2277af1cc1f02802280fc2a8f157e9d64f06a1fa350a59bc28347c5f6ceb05aac5ac91ae2cec70b12581063c61156fa33ae13f1a567a0fec21dda0868f51f4d

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Rassegna stampa La Sicilia 7 maggio 2013

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Page 1: Garantire ordine salvaguardando il lavoro

La denunciadella Cgil

Triste primato. Con quattordici grandi struttureCatania è oggi l’area europea con la maggioreconcentrazione di questi siti. Che, però, non hannogarantito né più lavoro fisso né maggiore sviluppo

INCONTRO CON IL SINDACO NELLA SEDE DEL SINDACATO

La Uil a Stancanelli: «Dopo i sacrifici adesso il rilancio»Il sindaco Raffaele Stancanelli ha incon-trato ieri il direttivo provinciale della Uilnella sede di via di Sangiuliano. A intro-durre il confronto è stato il segretariogenerale Angelo Mattone che ha volutosubito precisare la posizione dell’orga-nizzazione sindacale in merito alle pros-sime elezioni. All’incontro ha partecipa-to anche il sottosegretario di Stato Giu-seppe Castiglione. «Il sindaco Stancanel-li - ha sottolineato Mattone in aperturadei lavori – ha fatto cose importanti perCatania. Penso personalmente che Stan-canelli sia in grado di rilanciare la città. Isuoi cinque anni di amministrazione nonsono stati semplici: ha trovato un co-mune sull’orlo del dissesto ed è riuscitocon serietà a risanarla». A questo puntodi vista si è associato anche il rappresen-tante della Uil per il Pubblico impiegoStefano Passarello. «Siamo liberi di vota-re chi vogliamo - ha precisato ancora

Mattone - e quanto diffuso alla stampanei giorni scorsi su un presunto appoggioa un altro candidato, è stato solo il fruttodi una strumentalizzazione politica».«Sono stato sempre aperto al dialogo coni sindacati - ha dichiarato Stancanelli - sesiamo riusciti a risanare Catania è meri-to anche di questo rapporto che ho cer-cato sempre di mantenere. Ho trovatouna città in condizioni pietose e con ca-

parbietà siamo riusciti a risanarla. Avevaun debito di 1 miliardo e 100 milioni dieuro. Con un’amministrazione seria emantendeno le promesse siamo uscitidal baratro». Tra le questioni affrontate, ilPrg sul quale il primo cittadino si è alungo soffermato per spiegarne le conse-guenze positive per la città, quale l’au-mento dei servizi da erogare e la riquali-ficazione del centro storico ribadendo

come la sua approvazione, inopinata-mente bloccata per ragioni politiche, siastato un danno per la Città che da decen-ni attende il nuovo strumento urbanisti-co. Oggetto del confronto anche i risulta-ti positivi ottenuti dall’amministrazio-ne Stancanelli con la lotta all’evasionetributaria e fiscale. L’impegno del sinda-co ad appoggiare un corteo contro il fem-minicidio. E tra le proposte lanciate dal-la Uil e accolte dal sindaco, la possibilitàdi creare uno sportello unico per le im-prese e una società a maggioranza co-munale che possa incrociare la domandae l’offerta di lavoro. «Stancanelli – ha af-fermato il sottosegretario Castiglione – èun sindaco che ha governato al meglio lacittà in un contesto difficile sia generaleche locale. E’ riuscito a risanarla e neiprossimi cinque anni deve poter rivendi-care l’ottimo lavoro compiuto cogliendo-ne i frutti assieme ai catanesi».

O NON SI SBLOCCA L’ACQUISIZIONE DI SETTE PUNTI VENDITA

E’ un atto d’accusa, quello della Camera del Lavoro diCatania, a tutti gli effetti, inevitabile e, diciamo pure,anche sofferto. Perché sul banco degli imputati fini-scono in tanti, dalla politica che da anni in manierascellerata autorizza aperture dissennate di mega cen-tri commerciali, a grandi aziende su cui si vorrebbe (esi dovrebbe) puntare per vedere garantita occupazio-ne stabile, sviluppo, crescita, e invece si finisce con ilregistrare esattamente il contrario. Al tavolo dellaCgil ci sono tutti, dal segretario generale Angelo Vil-lari, ai segretari confederali, Giovanni Pistorio e PinaPalella, il segretario provinciale della Filcams, SalvoLeonardi, il responsabile regionale legalità, FrancescoCantafia e la segretaria generale della Filcams, Moni-ca Genovese. E tutti insieme danno numeri e raccon-tano situazioni che riguardano il mondo della Gdo chesi stenta a credere.

«Non possiamo rimanere in silenzio - dice Villari -vogliamo, come tutti, che Catania attragga nuovi e di-versificati investimenti ma non é normale, né etico,né legale che i diritti in questa cittá restino sospesi».

Sospesi e negati, si capisce ascoltando il resto deldiscorso. Che vale per tutto il grande settore dellaGdo, ma che si concentra su due temi centrali: la ver-tenza Aligrup e il caso Ipercoop. Nel caso dell’Aligrup,nonostante l’ok del tribunale che ha dato lo sta beneall’offerta delle Coop per sette punti vendita, compre-se Le Zagare, dalle due aziende nessun segnale.«Aspettiamo da settimane che le due Coop ci chiami-no - dice Salvo Leonardi - per discutere le conciliazio-

ni e procedere con le acquisizioni. Invece solo silen-zio, inconcepibile se si pensa alla situazione difficilis-sima che i lavoratori stanno vivendo».

Una storia infinita questa tra Aligrup e le Coop, maadesso, con il nulla osta del Tribunale si sarebbe do-vuto accelerare. Ma non c’è solo questo, c’è che l’oc-cupazione nel comparto della Gdo sembra quasi tut-ta e sempre di più allo stato gassoso. «Nella Gdo cheha recentemente occupato ampi spazi di mercato -sottolinea Pistorio - si fa ampio ed indiscriminato ri-corso al contratto di lavoro a tempo determinato e lepercentuali di trasformazione dei contratti di lavoroa tempo indeterminato è ingiustificatamente risibile».

Il fatto è che in questi centri non si assume quasinessuno a tempo indeterminato e, peggio, spesso siapprofitta dei tempi in cui i lavoratori sono ancora infase di assoluto precariato, in prova, utilizzandoli si-no ad un attimo prima dell’obbligo di stabilizzazione.La Cgil fa precisi riferimenti al grande Ipercoop di Gra-vina, a situazioni di lavoratori per mesi in attesa di ri-sposte e di migliaia di ore di straordinari fatte fare dal-l’azienda. «Oggi i lavoratori a reddito povero - diceMonica Genovese - sono soprattutto nella grande di-stribuzione. Non siamo disponibili ad accetta derogheai diritti previsti dalla costituzione. Vogliamo che ilsettore del commercio possa rappresenta il lavoro cheassicura dignità, visto il 40% del lavoro attivo opera nelterziario. Va bene anche ricorrere a contratti di solida-rietà, ma senza giocare sulla pelle dei lavoratori».

A. LOD.

O BILANCIO TERRIBILE NEL 2012 CON OLTRE IL 25% DI ATTIVITÀ CHIUSE

La desertificazione in corso del centro storico«Abbassare gli affitti per fermare l’emorragia»

I numeri. Anche per il centrodella città, cioè per le aree che ri-cadono sia nel vero e propriocentro storico che in quelle cheerano diventate le aree a voca-zione commerciale degli Anni‘70, ‘80 e ‘90, parlano i numeridella Cgil. E c’è da piangere. «Il2012 per il commercio di prossi-mità a Catania - dice Angelo Vil-lari - è stato un anno da dimen-ticare e se il trend dovesse con-fermarsi (così pare a causa delcrollo del potere d’acquisto del-la famiglia media), il 2013 ri-schia di essere dram-matico. Nel centro sto-rico della città il 25%dei negozi ha cessatol’attività e a Catania il27% delle botteghe ri-mangono sfitte. Nelsettore, infatti, nel 2012sono nate a Catania cir-ca 1100 imprese e nehanno cessato l’attivitàcirca 2400».

Drammatico, inevi-tabile. Ma qui, oggi, sicerca di capire anche se è possi-bile cominciare a curare questapatologia e come. Anche perchèil rischio che si sta correndo nonè soltanto quello di vedere im-poverito il tessuto economico,già provato dalla crisi, e di vede-re centinaia di lavoratori espul-si dal mercato del lavoro, ma esi-ste anche un rischio molto con-creto legato all’illegalità crescen-te.

Spiega Pina Palella, citando l’iniziativa nazionale Cgil, “Riatti-vo il lavoro”: «Siamo in condizio-ni di produrre occupazione ereddito operando scelte di lega-lità nel territorio, purché sia unatteggiamento condiviso, atten-to e legato agli investimenti».Rincara la dose anche il respon-

sabile regionale legalità per laCgil, Francesco Cantafia, che sot-tolinea come il rischio inevitabi-le è che le imprese e le attivitàche vanno in crisi finiscano nel-le mani degli usurai, dunquedella criminalità organizzata,creando una catastrofe anchesotto il profilo della legalità.

Del resto la situazione è sottogli occhi di tutti, basta fare unapasseggiata nelle strade del cen-tro che un tempo erano le stradedello shopping. Oggi sono lestrade delle saracinesche abbas-

sate, dei negozi chiusi, delle lucispente. Della desolazione in unaparola.

«Tutto questo va contro la tra-dizione di questa città - dice an-cora Villari - va contro il coraggioimprenditoriale di tanti com-mercianti che hanno cercato diportare avanti le loro attività, al-cune delle quali davvero legatealla storia stessa della città e del-le loro famiglie. Alla fine, però, sisono dovuti arrendere, con dolo-re».

Arrendere, arrendersi. Sonostati costretti a farlo in tanti, pri-ma qualcuno ha provato a tra-sferirsi, dalle vecchie botteghedel centro a negozi più decen-trati, ma, spesso, la crisi ha fini-to con l’abbattersi comunque su

quelle attività e alla fine hannochiuso. Il problema è quello de-gli affitti, anche e la Cgil chiedesu questo un intervento diretto,lancia un appello per sensibiliz-zare chi può intervenire.

Pina Palella, segretaria confe-derale che si occupa anche dipolitiche finanziarie ed ammini-strative e di legalità, spiega: «Al-la futura amministrazione co-munale chiediamo sin da oral’attivazione dei centri commer-ciali naturali in città e un orien-tamento verso affitti più bassi,

ma anche intese perriempire i capannonivuoti, fin anche a con-cepire attività sociali sequelle industriali nonsono ancora possibili. Iltema degli affitti, natu-ralmente, è estrema-mente delicato ed im-portante, perché nellamaggior parte dei casiaccanto al calo dei con-sumi che ha provocatoil crollo delle vendite,

registriamo proprio la difficoltàdei commercianti a reggere af-fitti ormai proibitivi».

E questa storia degli affitti, tral’altro, vale per le attività di pros-simità, vale per il centro, ma va-le anche per i negozi delle galle-rie dei grandi centri commer-ciali. Anche lì hanno chiuso deci-ne e decine di attività perchè igestori non riuscivano più a pa-gare i fitti. In molti casi restanoaperte attività che servono soload evitare di incupire quelle gal-lerie con saracinesce abbassate.Ma il tema vale per tutti e perfrenare la desertificazione edevitare di spegnere la speranzabisognerebbe trovare il modo diintervenire rapidamente».

A. LOD.

ANDREA LODATO

Un primato che non ha portato nulla di

buono, un record europeo per niente invi-

diabile: Catania ha la più grande concentra-

zione di centri commerciali d’Europa. Con

tredici condivideva con Oslo la guida della

classifica, ma sta arrivando l’ok ad un altro

Outlet, nella zona di Motta e sarà primato

solitario. Risultato di questo proliferare?Un dramma sociale, economico e culturale,perché i sindacati, di fronte all’emergenzache ormai è scoppiata da qualche tempo,tornano a fare i conti e scoprono che lamaggior parte di questi centri non ha pro-dotto occupazione stabile, ma precariato. Incompenso, però, ha contribuito a devasta-re il commercio di prossimità, quello dei

quartieri, praticamente in tutti i settori,dall’abbigliamento all’alimentare. Un terri-torio, quello del Catanese e delle provincelimitrofe, fatto a brandelli, usato solo comeluogo di consumo, senza nulla lasciare, an-zi con una progressiva desertificazione cheoggi esplode in tutta la sua drammaticità,spalancando le porte alla disoccupazione,all’usura, alla crisi più nera.

Il record di centri commercialidisoccupazione e sfruttamento

«Aligrup, è inaccettabile silenzio delle Coope nella Gdo adesso basta usare il precariato»

I NUMERI

i centricommercialinella provinciadi Catania

le attivitàcommerciali che sono statechiuse nel 2012

i nuovi eserciziaperti nel 2012

i negozi che hannochiuso i battenti

le botteghe che sono rimastesfitte a causa del caro affitti

27%

25%

1100

2400

14

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MAURIZIO CASERTA INCONTRA GLI OPERATORI DEL MERCATO«Garantire ordine salvaguardando il lavoro». Lo ha affermato il candidatosindaco Maurizio Caserta, incontrando gli operatori del mercato di piazzaCarlo Alberto. Il capolista della lista civica «Per Catania Maurizio Caserta» hafatto un giro tra le bancarelle del mercato storico e ha parlato con alcunioperatori.«Tutti chiedono misure a sostegno dell’occupazione - ha detto il docenteuniversitario - perché da questo dipende il sostentamento di moltefamiglie, vedremo di conciliare il lavoro con il rispetto delle regole».

L’intervento delsegretario della UilMattone nel corsodell’incontro diieri. Al tavolo ilsindacoStancanelli, ilsottosegretarioCastiglione edirigenti delsindacato

LA SICILIAMARTEDÌ 7 MAGGIO 2013

.25CCATANIA

@L'uso o la riproduzione, anche parziale - con qualunque mezzo e a qualsivoglia titolo - degli articoli e di quant'altro pubblicato in questo giornale sono assolutamente riservate, e quindi vietate se non espressamente autorizzate. Per qualunque controversia il Foro competente quello e' di Catania

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