Garantire ordine salvaguardando il lavoro
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Transcript of Garantire ordine salvaguardando il lavoro
La denunciadella Cgil
Triste primato. Con quattordici grandi struttureCatania è oggi l’area europea con la maggioreconcentrazione di questi siti. Che, però, non hannogarantito né più lavoro fisso né maggiore sviluppo
INCONTRO CON IL SINDACO NELLA SEDE DEL SINDACATO
La Uil a Stancanelli: «Dopo i sacrifici adesso il rilancio»Il sindaco Raffaele Stancanelli ha incon-trato ieri il direttivo provinciale della Uilnella sede di via di Sangiuliano. A intro-durre il confronto è stato il segretariogenerale Angelo Mattone che ha volutosubito precisare la posizione dell’orga-nizzazione sindacale in merito alle pros-sime elezioni. All’incontro ha partecipa-to anche il sottosegretario di Stato Giu-seppe Castiglione. «Il sindaco Stancanel-li - ha sottolineato Mattone in aperturadei lavori – ha fatto cose importanti perCatania. Penso personalmente che Stan-canelli sia in grado di rilanciare la città. Isuoi cinque anni di amministrazione nonsono stati semplici: ha trovato un co-mune sull’orlo del dissesto ed è riuscitocon serietà a risanarla». A questo puntodi vista si è associato anche il rappresen-tante della Uil per il Pubblico impiegoStefano Passarello. «Siamo liberi di vota-re chi vogliamo - ha precisato ancora
Mattone - e quanto diffuso alla stampanei giorni scorsi su un presunto appoggioa un altro candidato, è stato solo il fruttodi una strumentalizzazione politica».«Sono stato sempre aperto al dialogo coni sindacati - ha dichiarato Stancanelli - sesiamo riusciti a risanare Catania è meri-to anche di questo rapporto che ho cer-cato sempre di mantenere. Ho trovatouna città in condizioni pietose e con ca-
parbietà siamo riusciti a risanarla. Avevaun debito di 1 miliardo e 100 milioni dieuro. Con un’amministrazione seria emantendeno le promesse siamo uscitidal baratro». Tra le questioni affrontate, ilPrg sul quale il primo cittadino si è alungo soffermato per spiegarne le conse-guenze positive per la città, quale l’au-mento dei servizi da erogare e la riquali-ficazione del centro storico ribadendo
come la sua approvazione, inopinata-mente bloccata per ragioni politiche, siastato un danno per la Città che da decen-ni attende il nuovo strumento urbanisti-co. Oggetto del confronto anche i risulta-ti positivi ottenuti dall’amministrazio-ne Stancanelli con la lotta all’evasionetributaria e fiscale. L’impegno del sinda-co ad appoggiare un corteo contro il fem-minicidio. E tra le proposte lanciate dal-la Uil e accolte dal sindaco, la possibilitàdi creare uno sportello unico per le im-prese e una società a maggioranza co-munale che possa incrociare la domandae l’offerta di lavoro. «Stancanelli – ha af-fermato il sottosegretario Castiglione – èun sindaco che ha governato al meglio lacittà in un contesto difficile sia generaleche locale. E’ riuscito a risanarla e neiprossimi cinque anni deve poter rivendi-care l’ottimo lavoro compiuto cogliendo-ne i frutti assieme ai catanesi».
O NON SI SBLOCCA L’ACQUISIZIONE DI SETTE PUNTI VENDITA
E’ un atto d’accusa, quello della Camera del Lavoro diCatania, a tutti gli effetti, inevitabile e, diciamo pure,anche sofferto. Perché sul banco degli imputati fini-scono in tanti, dalla politica che da anni in manierascellerata autorizza aperture dissennate di mega cen-tri commerciali, a grandi aziende su cui si vorrebbe (esi dovrebbe) puntare per vedere garantita occupazio-ne stabile, sviluppo, crescita, e invece si finisce con ilregistrare esattamente il contrario. Al tavolo dellaCgil ci sono tutti, dal segretario generale Angelo Vil-lari, ai segretari confederali, Giovanni Pistorio e PinaPalella, il segretario provinciale della Filcams, SalvoLeonardi, il responsabile regionale legalità, FrancescoCantafia e la segretaria generale della Filcams, Moni-ca Genovese. E tutti insieme danno numeri e raccon-tano situazioni che riguardano il mondo della Gdo chesi stenta a credere.
«Non possiamo rimanere in silenzio - dice Villari -vogliamo, come tutti, che Catania attragga nuovi e di-versificati investimenti ma non é normale, né etico,né legale che i diritti in questa cittá restino sospesi».
Sospesi e negati, si capisce ascoltando il resto deldiscorso. Che vale per tutto il grande settore dellaGdo, ma che si concentra su due temi centrali: la ver-tenza Aligrup e il caso Ipercoop. Nel caso dell’Aligrup,nonostante l’ok del tribunale che ha dato lo sta beneall’offerta delle Coop per sette punti vendita, compre-se Le Zagare, dalle due aziende nessun segnale.«Aspettiamo da settimane che le due Coop ci chiami-no - dice Salvo Leonardi - per discutere le conciliazio-
ni e procedere con le acquisizioni. Invece solo silen-zio, inconcepibile se si pensa alla situazione difficilis-sima che i lavoratori stanno vivendo».
Una storia infinita questa tra Aligrup e le Coop, maadesso, con il nulla osta del Tribunale si sarebbe do-vuto accelerare. Ma non c’è solo questo, c’è che l’oc-cupazione nel comparto della Gdo sembra quasi tut-ta e sempre di più allo stato gassoso. «Nella Gdo cheha recentemente occupato ampi spazi di mercato -sottolinea Pistorio - si fa ampio ed indiscriminato ri-corso al contratto di lavoro a tempo determinato e lepercentuali di trasformazione dei contratti di lavoroa tempo indeterminato è ingiustificatamente risibile».
Il fatto è che in questi centri non si assume quasinessuno a tempo indeterminato e, peggio, spesso siapprofitta dei tempi in cui i lavoratori sono ancora infase di assoluto precariato, in prova, utilizzandoli si-no ad un attimo prima dell’obbligo di stabilizzazione.La Cgil fa precisi riferimenti al grande Ipercoop di Gra-vina, a situazioni di lavoratori per mesi in attesa di ri-sposte e di migliaia di ore di straordinari fatte fare dal-l’azienda. «Oggi i lavoratori a reddito povero - diceMonica Genovese - sono soprattutto nella grande di-stribuzione. Non siamo disponibili ad accetta derogheai diritti previsti dalla costituzione. Vogliamo che ilsettore del commercio possa rappresenta il lavoro cheassicura dignità, visto il 40% del lavoro attivo opera nelterziario. Va bene anche ricorrere a contratti di solida-rietà, ma senza giocare sulla pelle dei lavoratori».
A. LOD.
O BILANCIO TERRIBILE NEL 2012 CON OLTRE IL 25% DI ATTIVITÀ CHIUSE
La desertificazione in corso del centro storico«Abbassare gli affitti per fermare l’emorragia»
I numeri. Anche per il centrodella città, cioè per le aree che ri-cadono sia nel vero e propriocentro storico che in quelle cheerano diventate le aree a voca-zione commerciale degli Anni‘70, ‘80 e ‘90, parlano i numeridella Cgil. E c’è da piangere. «Il2012 per il commercio di prossi-mità a Catania - dice Angelo Vil-lari - è stato un anno da dimen-ticare e se il trend dovesse con-fermarsi (così pare a causa delcrollo del potere d’acquisto del-la famiglia media), il 2013 ri-schia di essere dram-matico. Nel centro sto-rico della città il 25%dei negozi ha cessatol’attività e a Catania il27% delle botteghe ri-mangono sfitte. Nelsettore, infatti, nel 2012sono nate a Catania cir-ca 1100 imprese e nehanno cessato l’attivitàcirca 2400».
Drammatico, inevi-tabile. Ma qui, oggi, sicerca di capire anche se è possi-bile cominciare a curare questapatologia e come. Anche perchèil rischio che si sta correndo nonè soltanto quello di vedere im-poverito il tessuto economico,già provato dalla crisi, e di vede-re centinaia di lavoratori espul-si dal mercato del lavoro, ma esi-ste anche un rischio molto con-creto legato all’illegalità crescen-te.
Spiega Pina Palella, citando l’iniziativa nazionale Cgil, “Riatti-vo il lavoro”: «Siamo in condizio-ni di produrre occupazione ereddito operando scelte di lega-lità nel territorio, purché sia unatteggiamento condiviso, atten-to e legato agli investimenti».Rincara la dose anche il respon-
sabile regionale legalità per laCgil, Francesco Cantafia, che sot-tolinea come il rischio inevitabi-le è che le imprese e le attivitàche vanno in crisi finiscano nel-le mani degli usurai, dunquedella criminalità organizzata,creando una catastrofe anchesotto il profilo della legalità.
Del resto la situazione è sottogli occhi di tutti, basta fare unapasseggiata nelle strade del cen-tro che un tempo erano le stradedello shopping. Oggi sono lestrade delle saracinesche abbas-
sate, dei negozi chiusi, delle lucispente. Della desolazione in unaparola.
«Tutto questo va contro la tra-dizione di questa città - dice an-cora Villari - va contro il coraggioimprenditoriale di tanti com-mercianti che hanno cercato diportare avanti le loro attività, al-cune delle quali davvero legatealla storia stessa della città e del-le loro famiglie. Alla fine, però, sisono dovuti arrendere, con dolo-re».
Arrendere, arrendersi. Sonostati costretti a farlo in tanti, pri-ma qualcuno ha provato a tra-sferirsi, dalle vecchie botteghedel centro a negozi più decen-trati, ma, spesso, la crisi ha fini-to con l’abbattersi comunque su
quelle attività e alla fine hannochiuso. Il problema è quello de-gli affitti, anche e la Cgil chiedesu questo un intervento diretto,lancia un appello per sensibiliz-zare chi può intervenire.
Pina Palella, segretaria confe-derale che si occupa anche dipolitiche finanziarie ed ammini-strative e di legalità, spiega: «Al-la futura amministrazione co-munale chiediamo sin da oral’attivazione dei centri commer-ciali naturali in città e un orien-tamento verso affitti più bassi,
ma anche intese perriempire i capannonivuoti, fin anche a con-cepire attività sociali sequelle industriali nonsono ancora possibili. Iltema degli affitti, natu-ralmente, è estrema-mente delicato ed im-portante, perché nellamaggior parte dei casiaccanto al calo dei con-sumi che ha provocatoil crollo delle vendite,
registriamo proprio la difficoltàdei commercianti a reggere af-fitti ormai proibitivi».
E questa storia degli affitti, tral’altro, vale per le attività di pros-simità, vale per il centro, ma va-le anche per i negozi delle galle-rie dei grandi centri commer-ciali. Anche lì hanno chiuso deci-ne e decine di attività perchè igestori non riuscivano più a pa-gare i fitti. In molti casi restanoaperte attività che servono soload evitare di incupire quelle gal-lerie con saracinesce abbassate.Ma il tema vale per tutti e perfrenare la desertificazione edevitare di spegnere la speranzabisognerebbe trovare il modo diintervenire rapidamente».
A. LOD.
ANDREA LODATO
Un primato che non ha portato nulla di
buono, un record europeo per niente invi-
diabile: Catania ha la più grande concentra-
zione di centri commerciali d’Europa. Con
tredici condivideva con Oslo la guida della
classifica, ma sta arrivando l’ok ad un altro
Outlet, nella zona di Motta e sarà primato
solitario. Risultato di questo proliferare?Un dramma sociale, economico e culturale,perché i sindacati, di fronte all’emergenzache ormai è scoppiata da qualche tempo,tornano a fare i conti e scoprono che lamaggior parte di questi centri non ha pro-dotto occupazione stabile, ma precariato. Incompenso, però, ha contribuito a devasta-re il commercio di prossimità, quello dei
quartieri, praticamente in tutti i settori,dall’abbigliamento all’alimentare. Un terri-torio, quello del Catanese e delle provincelimitrofe, fatto a brandelli, usato solo comeluogo di consumo, senza nulla lasciare, an-zi con una progressiva desertificazione cheoggi esplode in tutta la sua drammaticità,spalancando le porte alla disoccupazione,all’usura, alla crisi più nera.
Il record di centri commercialidisoccupazione e sfruttamento
«Aligrup, è inaccettabile silenzio delle Coope nella Gdo adesso basta usare il precariato»
I NUMERI
i centricommercialinella provinciadi Catania
le attivitàcommerciali che sono statechiuse nel 2012
i nuovi eserciziaperti nel 2012
i negozi che hannochiuso i battenti
le botteghe che sono rimastesfitte a causa del caro affitti
27%
25%
1100
2400
14
PPIIAAZZZZAA CCAARRLLOO AALLBBEERRTTOO
MAURIZIO CASERTA INCONTRA GLI OPERATORI DEL MERCATO«Garantire ordine salvaguardando il lavoro». Lo ha affermato il candidatosindaco Maurizio Caserta, incontrando gli operatori del mercato di piazzaCarlo Alberto. Il capolista della lista civica «Per Catania Maurizio Caserta» hafatto un giro tra le bancarelle del mercato storico e ha parlato con alcunioperatori.«Tutti chiedono misure a sostegno dell’occupazione - ha detto il docenteuniversitario - perché da questo dipende il sostentamento di moltefamiglie, vedremo di conciliare il lavoro con il rispetto delle regole».
L’intervento delsegretario della UilMattone nel corsodell’incontro diieri. Al tavolo ilsindacoStancanelli, ilsottosegretarioCastiglione edirigenti delsindacato
LA SICILIAMARTEDÌ 7 MAGGIO 2013
.25CCATANIA
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