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SETTIMANA DI PREGHIERA GA E COMPAGNON - ANNO 2018

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SETTIMANA DI PREGHIERAGA E COMPAGNON - ANNO 2018

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EDITO DAAMiCUS ROMANIA

COORDINATORE SPIRITUALEDANIEL CHIRILEANUCOORDINATOREGICU DOHOTARBIOGRAFIEBIANCA AELENEILA SFIDA DEL GIORNOMARCEL BRÂNDZANICATTIVITÀREBECA PREDASAPEVI CHEDANIEL TOMOIAGAGRAFICARADU BOMPAEDIZIONE ITALIANAMINISTERI AVVENTISTI PER LA GIOVENTÙTRADUZIONEADELINA TUPU

NON AVEREPAURA!

GA

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Settimana di Preghiera

Ti stringe come un artiglio. Provi a fuggire via, a scappare, ma ti perseguita continuamente, quasi come fosse una parte di te. Hai smesso di credere che ce la puoi ancora fare. Ci hai provato ancora una volta, ma sei stato debole, le tue forze sono inutili. Hai paura. La paura di fallire è cresciuta come un’ombra nell’anima, distruggendo tutta la tua fiducia. Hai paura di cosa dicono gli altri, quante volte, ti sei fidato di loro e ti hanno deluso. Sei rimasto solo. Tutti vogliono solo giudicarti, sembra che si aspettino che tu fallisca. Sembra che Dio stesso voglia solo giudicarti dal pulpito, quando commetti uno sbaglio. È troppo, ti senti abbattuto. Crolli in ginocchio e ti liberi l’anima, tutta la tua speranza, la tua paura. Vuoi davvero un cambiamento, a qualunque costo. Sei disposto a dare te stesso. Ed è allora che succede. Inizi a sentire come l’artiglio perde la sua forza. Capisci che il fallimento è solo un gradino verso la salita. Impari che quello che dicono gli altri non ti defini-sce in alcun modo. E, al di sopra di ogni cosa, riscopri Dio, nell’amore e non più nella paura. Ti rialzi una persona di-versa. Da ora ce la posso fare, da ora non sono più solo, da ora non ho più paura. Dammi la mano, da ora camminiamo insieme. Da questo momento in poi sono IMPAVIDO!

Io, l’Eterno, il tuo Dio, ti prendo

per la mano destra e ti dico:

“Non temere, io ti aiuto”Isaia 41:13

IMPAVIDI

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4BIBBIA

1LA PAURADELLAMORTE

In quel tempo Ezechia si ammalò di una malattia che doveva condurlo alla morte. Il profeta Isaia, figlio di Amots, andò da lui e gli disse: «Così parla il Signore: “Da’ i tuoi ordini alla tua casa, perché tu morirai; non guarirai”». Egli allora voltò la faccia verso la parete...”.

2 Re 20:1-2

Il re Ezechia scopre che morirà. Non reagisce tanto bene a questa notizia. Chie-de che la sua vita venga prolungata, riceve una risposta positiva. Chissà cosa rendeva Ezechia così spaventato dalla morte? Per quale ragione si sente cosi sollevato per aver ottenuto ancora un po’ di tempo, pur essendo consapevole che alcuni anni dopo sarebbe morto comunque?

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LO SAI CHE..

BIOGRAFIARIFLESSIONE

5 5SAPEVI CHELa paura non è così spontanea come pensi. La paura può essere composta da tre parti: la parte istintiva, la parte appresa, la parte cognitiva. Alcune paure sono istintive: il dolore per esempio, provo-ca la paura istintiva derivante dalle implicazioni per la sopravvivenza. Altre paure sono apprese: impariamo ad avere paura di certe persone, determinati sistemi, luoghi o situazioni, a seguito di associazioni negative ed esperienze passate. Per esempio, nel momento in cui all’università non sei soddisfatto del sistema educativo, e vieni penalizzato dai professori se non ti adegui, la volta successiva quando non sarai contento della stesa cosa, avrai paura di provare a fare qualcosa di diverso. Altre paure sono cognitive: le norme cultu-rali, che solitamente ci impongono di cosa dobbiamo o meno avere paura. Pensa, per esempio, ad alcuni gruppi sociali che suscitano paura e nello stesso tempo sono perseguitati in quanto la società fa credere che siano pericolosi.

BIOGRAFIAPer Malala Yousafzai l’istruzione ha sempre avuto una grande importanza, il padre le ha passato il desiderio di conoscenza e l’amore per lo studio – lui stesso ha lottato fisicamente e politicamente per promuovere l’istruzione

in Pakistan. Oltre a continuare a frequentare la scuola quando la società non glielo permetteva più, Malala è diventata un’attivista per il diritto all’istruzione delle ragaz-ze. Doveva andare contro corrente portando avanti la missione di cui si è fatta carico nonostante le minacce di morte ricevute dai Talebani. Impa-vida di fronte alla morte, un giorno Malala in viaggio verso scuola viene aggredita dai talebani. Neppure un colpo di pistola alla testa è riusci-ta a fermarla. Anzi, da quel giorno si batte ancora di più per il diritto all’istruzione delle ragazze a livello mondiale.

RIFLESSIONELa paura si può manifestare in relazione sia a qualcosa di familiare, chiaro, che a qualcosa non comprensibile in questo caso evidente-mente aumentando.La paura della morte si basa solamente su un qualcosa immaginato o ipotizzato, sebbene non verificato. La morte è per l’umanità un’in-cognita totale. Nessuno, neppure i risorti, non hanno spiegato cosa e se succede qualcosa mentre l’uomo è morto. Il silenzio assoluto riguardo all’argomento non lascia spazio alla discussione e alla realizzazione di una conclusione dimostrata. Di conseguenza rimane come fonte di comprensione solamente la Parola di Dio (nelle Sacre Scritture) o le leggende proposte dall’uomo. Qualora la paura della morte sia o meno giustificata, dipende sola-mente dall’accettazione della verità su questa. Cosa certa è che, in realtà, l’uomo vive, manifesta e sente la paura della morte. Per la maggior parte la paura della morte si manifesta mediante tentativi di ritardare il suo arrivo.Alcuni la affrontano mediante la creazione di un quadro sfolgorante e utopistico riguardante lo stato dell’uomo nella morte. Nell’insegnamento biblico, la morte è paragonata a un sonno inco-sciente, chiarendo che esistono due specie di morti: una tempora-nea, che va dal momento del decesso fino alla resurrezione, mente la seconda definitiva/eterna, che comincia dal momento del giudizio universale una volta pronunciata la sentenza irrevocabile.La paura della morte è spesso caratterizzata anche dalla paura riguardo al modo in cui essa avviene. Tutti desiderano un passaggio dalla vita alla morte senza sofferenza ed in un tempo più breve possibile.

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6DIALOGO• Che forme assume la paura della morte il più

delle volte?• Si può fare qualcosa per rimandare il momento

della morte? Come spieghi questo considerando il fatto che Dio decide quando ritirare la scintilla della vita da qualcuno?

• Che cosa succede con l’essere vivente dopo che Dio interrompe il collegamento alla vita di una persona?

• A quanto pare anche il Figlio di Dio si è con-frontato con la paura della morte, nel giardino del Getsemani: “allontana da me questo calice”. Perché? Come spieghi questo?

DECISIONI POSSIBILI• Essere più rapido nello stare vicino a chi ha per-

so una persona cara.• Aiutare qualcuno che ha difficoltà a capire gli

insegnamenti biblici riguardo alla morte.• Avere una buona relazione con Dio e chiedergli

aiuto per essere pronto, in qualsiasi momento finirà la mia vita.

SOGGETTI DI PREGHIERA• Fate un elenco con le persone che hanno perso

uno dei suoi cari di recente e pregate per loro, affinché siano rafforzati e guariti dal Signore.

• Pregate per i gravemente malati e chiedete a Dio di concedere loro un prolungamento della loro vita, almeno fino a quando esse saranno pronte e in un buon rapporto con Lui.

• Pregate affinché abbiate più fiducia nelle deci-sioni di Dio, anche in quelle che riguardano il momento della morte.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“E ora il Signore della gloria moriva per riscattare l’umanità. Mentre abbandonava la sua vita preziosa,

Gesù non era sostenuto da una gioia trionfante, ma circondato dalla tristezza. Non lo angustiava la paura della morte. Non erano il dolore e la vergogna della croce che causavano la sua straziante agonia. Gesù era il primo dei martiri; ma la sua sofferenza scatu-riva dal peso del peccato di cui l’uomo non avvertiva più la gravità perché vi si era familiarizzato.” – E. G. White, Gesù di Nazareth, 577.4.“Vedendo attraverso i secoli, Dio ha visto la crisi che il suo popolo dovrà affrontare quando le potenze ter-rene si coalizzeranno contro di lui. Simili a deportati, i figli di Dio rischieranno di morire a causa della fame o della violenza.” E. G. White, Il gran conflitto, 495.5.

ATTIVITÀDividersi in gruppi di 4-5 persone. Ciascun mem-bro del gruppo racconterà un evento della sua vita nel quale ha sentito la più grande paura. Come hai reagito? Come ti sei ripreso?Dopo che tutti i membri del gruppo avranno rac-contato la loro esperienza, si sceglie la storia più

impressionante di quelle raccontate e la si espone a tutti i presenti.

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per dialogare con Dio, per approfondire ciò che Egli ti trasmette. Segnati le idee che consideri utili per te stesso. Pensi che queste possano essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/di incoraggiamento riguardo ai seguen-ti brani.Isaia 35:4 “Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: «Siate forti, non temete!». Ecco il vostro DIO verrà con la vendetta e la retribuzione di DIO; verrà egli stesso a salvarvi.”Matteo 10:28 “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna.”PS: Ci sono persone della tua famiglia con le quali non ti senti da tanto tempo?

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7BIBBIAAllora Mosè disse all’Eterno: «Ahimè, Signore, io non sono un parlatore; non lo ero in passato e non lo sono da quando tu hai parlato al tuo servo, poiché sono tardo di parola e di lingua»... Mosè disse: «Deh! Signore, manda il tuo messaggio per mezzo di chi vorrai!».

Esodo 4:1-17

2LA PAURA DIFALLIRE

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RIFLESSIONEMosè è un uomo colto; un uomo di stato e una persona che sente di dovercela fare. Egli pensa che la sua posizione dipenda dai risultati che ottiene. Se il figlio naturale di un faraone riceve uno statuto gratuitamente ed incondizionatamente; nel caso di Mosè le cose stanno diversamente; egli sa che deve dimostrare e proteggere il suo statuto attraverso successi degni di nota. Avendo vissuto sem-pre con questo pensiero accetta difficilmente una missione tanto rischiosa, come quella proposta dal Signore. Non si tratta del fatto che Mosè non conoscesse Dio, il problema era riuscire a convince-re un popolo capriccioso (il popolo d’Israele) ad accettare il piano divino che Dio aveva per loro.La paura di fallire si manifesta per diverse ragioni e prende varie forme.I motivi principali possono essere:• Mancanza di fiducia nelle proprie forze• Mancanza di fiducia nelle forze e nelle capacità degli altri• Mancanza di fiducia in Dio• Il sentimento di un legame insicuro con Dio e la paura di non

meritare il suo aiuto.• Eccedente imbarazzo causato dall’insuccesso.• Amplificare le difficoltà che ci troviamo davanti.Continuate voi la lista dei motivi.Forme di manifestazione della paura di fallire:• Mancanza di iniziativa• Trovare scuse per non agire• Scoraggiare altre persone che vogliono provare a fare qualcosa

che noi non osiamo• Aspettare e rendere pubblico la sconfitta di coloro che ci hanno

provato• Frasi del tipo: “te l’avevo detto” oppure “vedrai che...”Continuate voi l’elenco.

SAPEVI CHEPiù sei impaurito e più le cose sembreranno spaventose?Attraverso un processo chiamato ‘potenziamento’ la risposta legata alla paura è intensificata se già ti trovi in uno stato di paura. Quando la sensazione di paura è avviata, anche gli eventi più innocui possono sembrare inquietanti. Per esempio, se intanto che segui un reportage riguardante i ragni velenosi, senti un formicolio sul collo, ti spaventerai tanto anche se in realtà i ragni velenosi sono ben lontani dall’Italia. Più sei preoccupato del fatto che non hai studiato, più qualsiasi invito del professore a prendere un foglio ti creerà un forte senso di panico.

BIOGRAFIAA prescindere dall’importanza che il periodo nazista ha avuto per le vittime o per la società, Oskar Schindler ha visto la situazione in modo diverso – un affare. Inizialmente l’ha vista come un affare per il guadagno proprio – in-sieme alle sue idee gestionali e alle amicizie necessarie riesce a costruire la Fabbrica di vasi smaltati, servendosi della manodopera poco remunerata degli ebrei. Successivamente, arriva a vedere oltre, ad osservare le madri, i padri e i figli vivendo una sorte spietata e decide di cambiare l’obiettivo del suo business:

comprare la libertà dei ‘suoi’ ebrei. Il timore della possibilità di fallire nella sua missione lo ha persegui-tato costantemente ed in fine è riuscito a salvare 1200 ebrei serven-dosi di tutto il denaro che deteneva, causando il fallimento della sua fabbrica.

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9DIALOGO• Come possiamo superare la mancanza di fiducia

nelle proprie forze?• Quanto è fondata l’impressione che, a causa

della poca fede/spiritualità, Dio non ci aiuterà in quello che facciamo?

DECISIONI POSSIBILIMi concentrerò sui miei successi. A partire da oggi mi proporrò cose, anche piccole, da realizzare per aumentare la fiducia in me stesso.

SOGGETTI DI PREGHIERAChiedete a Dio il coraggio di prendersi responsabi-lità, anche rischiose.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“Molti sono inefficienti perché rifiutano le responsa-bilità per paura di fallire. Si privano delle lezioni che scaturiscono dall’esperienza e che la lettura, lo studio,

o altri vantaggi non possono assicurare”. E. G. White, Sulle Orme del Gran Medico, 272.5. “Quando questi oscillano tra la speranza e la paura, il cuore di Cristo è ferito perché Egli ha già offerto loro la prova inequivocabile del suo amore ... Gesù vuole che loro compiano l’opera che Egli ha affidato loro; ed allora i loro cuori saranno nelle sue mani come arpe sacre le cui stringhe, al suo tocco, vibrano con armonia di lode e di ringraziamento a Colui che è stato mandato da Dio per perdonare i peccati del mondo.” E. G. White, Testimonies to the Ministers and Gospel Workers, 518, 519.“I lavoratori che non vivono a stretto contatto con Dio saranno cambiati. Il loro carattere non diventerà migliore, ma più difettoso. Essi prenderanno i modi e le vie del peccatore comune. Essi si uniranno ai mal-fattori, e nel tempo perderanno l’amore per le parole e i modi raffinati. Il timore di Dio e l’amore per la giustizia saranno mischiati con qualche tipo di febbre religiosa non gradito da Dio.” E. G. White, Manoscrit-to 177, 1899. “Cerchiamo di utilizzare le opportunità provvidenzia-li - Se desideriamo utilizzare le opportunità offerte dalla provvidenza di Dio, dovremmo essere pronti a discernere ogni occasione e sfruttare al massimo tutti i vantaggi che sono alla nostra portata ... In que-sta grande opera c’è una paura di avventurarsi e di rischiare, per paura che i soldi spesi non porteranno alcun frutto. Cosa importa se i soldi sono spesi senza però vedere che ci sono state delle anime salvate attraverso di loro? Che importanza ha se i nostri soldi sono andati perduti? Meglio lavorare e perseverare che non fare nulla. Non possiamo sapere quali lavo-ratori avranno successo. Alcuni investono nei diritti d’autore per diverse invenzioni e subiscono enormi perdite, e questo è considerato normale.” E. G. White, Evangelism, 62.3.

ATTIVITÀDividersi in gruppi di 4-5 persone. Ciascuno pren-

de un foglio di carta e una penna. Da una parte, sotto il titolo ‘insuccesso’, riportiamo tutte quelle situazioni, esperienze e cose che hanno costituito per noi un insuccesso mentre sul retro, con il titolo ‘successo’, scriviamo tutte le benedizioni, i bei mo-menti della nostra vita ed i nostri successi.Ciascuno condivide nel gruppo un insuccesso e un successo, le più significanti ed eventualmente anche la lezione imparata.

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per dialogare con Dio, per approfondire ciò che Egli ti trasmette. Segnati le idee che consideri utili a te stesso. Pensi che queste possano essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/di incoraggiamento riguardo ai seguen-ti brani.Salmo 23:4“Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, non temerei alcun male perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano.” 2 Timoteo 1:7“Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di forza, di amore e di disciplina.”PS: Hai dei compagni ai quali vorresti trasmettere questo pensiero?

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BIBBIA“E la serva portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu dei discepoli di quest’uo-mo?». Egli rispose: «Non lo sono»; E Pietro lo negò di nuovo, e subito il gallo cantò.”

Giovanni 18:17,27

“Ma quando io vidi che non camminavano rettamente secondo la verità dell’evan-gelo, dissi a Pietro in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi alla gentile e non alla giudaica perché costringi i gentili a giudaizzare?».”

Galati:2-14

LA PAURA DELL’OPINIONE DEGLI ALTRI

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LO SAI CHE..

BIOGRAFIARIFLESSIONE

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RIFLESSIONENon è così facile far fronte alle divergenze di opinione. Di solito è difficile sopportare le opinioni degli altri per le seguenti ragioni:• Ti fanno sentire inferiore; sembra che loro ne sappiano di più.• Appaiono come un tasto dolente per la tua persona.• Toccano il tuo orgoglio “non sarò io l’unico saggio sulla terra”.• Se non sono poi d’accordo con la mia opinione, mi escluderanno

dal gruppo.• L’opinione migliore attira il rispetto, l’autorità designa il capo.Pietro è sempre stato molto reattivo, e spesso la prendeva sul per-sonale. Tante volte ha interpretato certi fatti come se ci fosse solo lui al centro della situazione. Anche quando ha tirato fuori la spada, lo ha fatto pensando che si doveva far sapere della sua presenza in quel determinato luogo. Ha imparato molto difficilmente le lezio-ni dure; la più dura l’ha ricevuta nel cortile del sommo sacerdote, quando spaventato della differenza visibile tra lui e gli altri ha ceduto alla paura, facendo di tutto per assomigliare a loro (persino nel linguaggio).Pietro ricade nella paura dell’opinione altrui quando sceglie di non sostenere apertamente ciò in cui credeva davanti ai giudei fanatici (vedi le accuse di Paolo riguardo a Cefa).Chissà cosa determina un uomo come Pietro a vivere la paura dell’opinione degli altri? Che sia l’orgoglio? Che sia la paura di non conoscere abbastanza bene la teologia e di non avere risposte? Che sia la paura delle conseguenze? Che genere di conseguenze?Una cosa importante è formarsi la propria opinione. Nel caso in cui non ho sufficienti argomentazioni per le cose in cui credo sarà molto facile rinunciare all’opinione personale di fronte a qualsiasi contraddizione.

SAPEVI CHELa paura detta le tue azioni.Le azioni motivate dalla paura si suddividono in quattro categorie: gelarsi, lotta, scappa e terrore. Gelarsi significa che smetti di fare quello che stavi facendo e ti concentri sugli stimoli che provocano la paura per decidere cosa fare. Nella fase seguente decidi se lottare o scappare, decidi se affrontare la paura in modo diretto o se allontanarti dagli stimoli che l’hanno generata e in modo implicito dalla paura stessa. Nel momento in cui la paura è travol-gente sperimenti il ‘terrore’. A questo punto la capacità di prendere decisioni, di lottare oppure di fuggire si riduce a zero. Il terrore, l’angoscia, a lungo andare portano alla depressione. Tu cosa scegli? Lotti o scappi?

BIOGRAFIAOgni cosa nuova sembra una pazzia prima di essere inventata, dimostrata o sperimentata. Cosa accadrebbe se nessuno superasse il timore dell’opinione degli altri e non andrebbe avanti nel chiarire i misteri che lo intrigano? Tho-mas Edison è un esempio adatto a tale proposito. Il desiderio di Edison di sviluppare costantemente nuove idee ha fatto proba-bilmente ridere la maggior parte dei suoi contemporanei, finendo per essere considerato un po’ fuori di testa. Ha preso parte a numerosi esperimenti fal-

liti, ciononostante è andato avanti fino a quando è riuscito a donare al mondo la sua invenzione: la lampa-dina. “Non ho fallito. Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato.”

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DIALOGO• Quali sono le ragioni principali per cui abbiamo

paura dell’opinione altrui?• Quali possono essere le conseguenze quando

restiamo della nostra opinione (quando è giusta e ci crediamo)?

• Quando è invece più saggio dare più credito all’opinione degli altri?

DECISIONI POSSIBILIDa oggi non sparlerò più.

SOGGETTI DI PREGHIERAPregate per il coraggio di rimanere integri e degni.Pregate per coloro che hanno sbagliato, tradendo le proprie convinzioni a causa della paura delle opinioni degli altri.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“Molti cedono alla tentazione, temendo di sembrare ridicoli – La paura di rendersi ridicoli porta molti gio-vani a cedere alla tentazione prendendo la via di quelli senza Dio.” E. G. White, La famiglia cristiana, 463.1.

“La paura di essere diverso - Coloro che affermano di essere cristiani, ma che dimostrano di avere un carattere religioso e un’esperienza superficiale, sono usati dal tentatore come esche. Questa categoria è sempre pronta a radunarsi in nome del piacere o di alcuni sport, e la loro influenza attrae anche altri. Giovani uomini e donne che hanno cercato di essere cristiani conformi alla Bibbia sono persuasi e facil-mente convinti ad unirsi a quelle feste. Non studiano devotamente lo standard divino per scoprire ciò che Cristo ha detto sui frutti prodotti dall’albero cristia-no. Non si rendono conto che questi divertimenti sono in realtà il banchetto di Satana, organizzato per evitare che gli animi accettino l’invito alla cena delle nozze dell’Agnello ricevendo la veste bianca, che è la giustizia di Cristo. Si confondono e non sanno più cosa fare in quanto cristiani. Non vogliono essere considerati diversi, strani e in modo naturale sono propensi a seguire l’esempio degli altri. Così essi finiscono sotto l’influenza di coloro che non hanno mai sentito il tocco divino sul cuore o sulla mente.” E. G. White, La famiglia cristiana, 518.1.“I persecutori degli apostoli furono terribilmente infastiditi quando capirono che non sarebbero mai riusciti a sconfiggere questi testimoni di Cristo che avevano la fede e il coraggio di trasformare la ver-gogna nella gloria e il dolore nella gioia, per amore del loro Maestro che aveva sopportato l’umiliazione e l’agonia prima di loro. Così, questi discepoli corag-giosi hanno continuato ad insegnare in pubblico e in segreto, in case private, su richiesta di chi non osava confessare apertamente la loro fede, per timore dei Giudei.” E. G. White, Story of Redemption, 258.2.“Pietro seguì il suo Signore dopo il tradimento. Era preoccupato di vedere cosa sarebbe successo a Gesù. Quando però fu accusato di essere uno dei suoi discepoli, la paura per la propria sicurezza gli fece

dichiarare che non conosceva quell’uomo. I discepoli erano noti per la purezza del loro linguaggio, e Pietro, per persuadere i suoi accusatori che non era uno dei discepoli di Cristo, negò la terza accusa con una maledizione e un giuramento.” E. G. White, Story of Redemption, 213.2.

ATTIVITÀ Conosciamoci un po’ attraverso il gioco: “Chi sono io?”. Se opportuno, potete formare gruppi da 4-5 persone. Una persona alla volta chiederà al resto del gruppo “Chi sono io?”. Ciascuno penserà ad un pregio/un difetto e lo dirà a tale persona. Il gioco continua fino a quando tutti i partecipanti avranno ricevuto le risposte dagli altri.

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per dialogare con Dio, per approfondire ciò che Egli ti trasmette. Segnati le idee che consideri utili a te stesso. Pensi che queste possano essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/di incoraggiamento riguardo ai seguen-ti brani.Salmo 27:1 - “Salmo di Davide L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò? L’Eterno è la rocca-forte della mia vita; di chi avrò paura?”Salmo 118:6 - “L’Eterno è per me; io non avrò alcun timore; che cosa mi può fare l’uomo?”PS: Quando è stata l’ultima volta che hai condi-viso le idee pensate esaminando ciò che il Padre celeste ti trasmette?

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BIBBIA“Ora, quando il cattivo spirito da parte di DIO investiva Saul, Davide prendeva l’arpa e la suonava con la mano; allora Saul si sentiva risollevato e stava meglio, e il cattivo spirito si allontanava da lui.”

1 Samuele 16:23

“Allora Saul disse ai suoi servi: «Cercatemi una donna che sia una medium perché possa andare da lei per consultarla».”

1 Samuele 28:7

LA PAURAPRIMA DI MOTIVO (ANGOSCIA)

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14SAPEVI CHENon ti devi per forza trovare in una situazione di pericolo per avere paura.Puoi addirittura immaginarti la paura anche in assenza di una cosa spavento-sa. Siccome il nostro cervello è molto efficiente, abbiamo paura anche di de-terminati stimoli che non sono spaventosi (la paura condizionata) oppure che sono addirittura assenti (ansietà orientata al futuro). Abbiamo paura che ciò che ci immaginiamo possa accadere. Alcuni neuropsicologi sostengono l’idea che l’uomo è uno degli esseri più impauriti della terra, questo è dovuto alla nostra capacità di imparare, pensare e costruire le paure nella nostra testa.Queste piccole e banali paure, senza oggetto si possono trasformare in an-sietà cronica.

BIOGRAFIASøren Aabye Kierkegaard, un filosofo danese del XIX secolo, è considerato colui che ha introdotto il concetto di ansietà (angst, angest), concetto poi ripreso da altri pensatori e usato prima in filosofia e in seguito in psicologia. Søren è stato il settimo figlio dei coniugi Kierkegaard, la sua infanzia è stata caratterizzata da una fede austera e dalla nostalgia paterna.La sua opera teologica è incentrata sulla morale cristiana e sull’istituzione

della Chiesa. Ha criticato fermamen-te la situazione del clero protestan-te danese. La sua vita ha rispecchia-to la sua filosofia. Kierkegaard è stato uno dei più importanti pensa-tori del suo secolo. “È fondamentale durante la mia vita avvicinarmi sem-pre di più a questo mistero, Gesù di Nazareth, per ritrovare me stesso e per potermi comprendere.”

RIFLESSIONEPer quale ragione qualcuno avrebbe paura senza motivo?Ebbene, esistono più casi:• A causa di brutte cose immaginarie.• Per colpa del senso di colpa di un errore conosciuto solamente da

noi stessi.• A causa del sentimento di solitudine (quando non hai nessuno su

cui poter contare).• A causa del legame frantumato con Dio.Saul era pauroso e frustrato per molte ragioni: perché si era allonta-nato da Dio; perché era consapevole dei sentimenti che vi si erano fatti spazio nel suo cuore, l’odio e l’invidia; perché conosceva i suoi errori e si aspettava gravi conseguenze.Non è mai stato un campione di coraggio (vedi come si nascondeva il giorno in cui doveva iniziare il suo regno). Dopo aver trascurato e distrutto la sua relazione con Dio, Saul diventa completamente ansioso. Ha persi-no paura della sua stessa “ombra”. Vede rivali e nemici ovunque. A causa dell’ansia, Saul sospetta tutti; trasforma la sua vita in una caccia ai nemici; considera nemico persino il suo stesso figlio, Gionatan. Essendo separato da Dio, per Saul, tutto diventa causa di paura e ansia; la sua paura è defini-ta come uno spirito malvagio che lo tortura ed è quasi senza guarigione. La paura senza ragione è la paura di qualsiasi cosa. L’immaginazio-ne costruisce nella mente e nel cuore di alcuni, mostri spaventosi da ogni ombra. Satana usa spesso la nostra ansia e inonda il nostro essere di paure esagerate. Ciò che protegge un uomo da tali pau-re è Dio e i suoi angeli. “Gli angeli del Signore si accampano attorno a quelli che lo temono.” Interessante come una paura, la paura del Signore, ci salva da un’altra paura, la paura di tutto (ansia).Un aspetto importante da considerare è che Saul non ha vissuto con l’ansia da sempre. Ha avuto un periodo nella sua vita quando aveva la pace nel suo cuore puro. Che cosa gli ha fatto perdere la pace? È chiaro che si tratta di un percorso che va dalla tranquillità alla paura. Quali potrebbero essere i passi compiuti da qualcuno dallo status di “eletto del Signore” a quello di “uomo terrorizzato che fa appello ad una strega”? “Vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo” dichiara il Salvatore.

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DIALOGO• Che cosa puoi fare quando senti che dentro di te

s’instaura una paura inspiegabile? • Come può qualcuno identificare i motivi delle

proprie paure? • In che modo questo ci aiuta a scoprire di cosa

abbiamo paura? • Che cosa pensi, ha avuto Saul la possibilità di

liberarsi dall’ansia? Quale poteva essere la solu-zione?

SOGGETTI DI PREGHIERA• Pregate per chiedere l’aiuto nei momenti di pani-

co e paura inspiegabile. • Pregate per la protezione contro le intenzioni e

l’influenza di Satana e dei suoi angeli.• Pregate per persone note per essere ansiose.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“Alcuni sono sempre sommersi da preoccupazioni e paure immaginarie. Sono quotidianamente circondati dalle dimostrazioni dell’amore di Dio e ogni giorno beneficiano della bontà della Sua provvidenza; ma non si rendono conto di tutte queste benedizioni. Le loro menti sono impegnate costantemente da cose negative, che temono possano accadere, o da diffi-coltà che possono veramente esistere, ma, anche se molto piccole, queste accecano la vista impedendo loro di vedere la moltitudine di cose per le quali devono essere grati a Dio. Le difficoltà che incontra-no, invece di avvicinarli a Dio, l’unica fonte del loro aiuto, li spingono sempre più lontano da Lui, perché risvegliano dentro di loro inquietudine e mormorio.” E. G. White, La via migliore, 121.3. “Si ricorda del Suo patto santo .... dopo che ci avrà salvato dalle mani dei nostri nemici, ci permetterà di servirlo senza timore, in santità e giustizia tutti i nostri giorni.” E. G. White, Gesù di Nazareth, 103.5. “Anche per il medico, la presenza del Salvatore è un elemento di forza. Spesso, le responsabilità e le opportunità del suo lavoro lo rendono terrorizzato. Lo stato febbrile di incertezza e di paura può rendere la sua mano maldestra. La certezza però che il divino Consigliere è accanto a lui per assicurargli guida e supporto, gli dà pace e coraggio. Cristo tocca la mano del medico, e questa porta vitalità, pace, fiducia e for-za.” E. G. White, Sulle Orme del Gran Medico, 119.1.

ATTIVITÀFaremo un gioco con lo scopo di aumentare la fi-ducia negli altri membri del gruppo: lasciarsi cade-re dalla sedia nelle braccia degli altri che formano una rete (il gruppo sta in piedi intorno a te, e tu tenendo gli occhi chiusi e le mani sul petto ti lasci spinto da un lato all’altro).

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per parlare con Lui, per approfondire ciò che Egli ti dice. Segnati le idee che ritieni utili per te stesso. Pensi che potrebbero essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/incoraggiante relativo ai seguenti testi.Giovanni 14:27“Io vi lascio la pace, vi do la mia pace; io ve la do, non come la dà il mondo; il vostro cuore non sia turbato e non si spaventi.” Salmo 94:19“Quando un gran numero di preoccupazioni mi assil-lavano, le tue consolazioni mi rincuoravano.”PS: Ci sono dei vicini con i quali non hai ancora avuto il coraggio di aprirti e condividere alcuni dei tuoi pensieri?

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16BIBBIA“Egli rispose: «Sono stato mosso da una grande gelosia per l’Eterno, il DIO degli eserciti, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo ed essi cercano di togliermi la vita!».

1 Re 19:10

5LA PAURADELLASOLITUDINE

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LO SAI CHE..

BIOGRAFIARIFLESSIONE

17 17

RIFLESSIONELa solitudine assume diverse forme. Puoi sentirti solo in mezzo alla natura selvaggia, ma puoi anche sentirti solo nella più grande folla. Una persona può sentirsi sola quando perde i suoi amici, quando per-de la fiducia negli altri oppure quando la sua fede in Dio diminuisce.Qualunque sia la causa che la scatena, la solitudine è solitamente accompagnata dalla paura. La paura della solitudine si manifesta in rapporto alla sicurezza personale; riguardo alla speranza per il futuro prossimo o rispetto ai piani, progetti su cui stiamo lavorando.Elia si ritrova da solo; sente di non poter far fronte senza un aiuto e ha la profonda impressione che tutto è perduto. La paura della soli-tudine è spesso la paura nella solitudine. Per alcuni, la solitudine è prevedibile (per anziani, bambini in famiglie distrutte, per i partner che stanno per divorziare, ecc.).Interessante: ci si aspetterebbe che un uomo così fedele e forte non abbia problemi con la sensazione di isolamento o abbandono. Tuttavia, Elia soffre molto, è in preda al panico, e si pone in modo del tutto drammatico il problema della sua sopravvivenza. Di fronte alla solitudine e a quanto essa porta con sé il sentimento di dispe-razione, la realtà circostante si deforma. La notte è più lunga e più buia; l’abisso è più profondo e l’unica opzione; il nemico è colossale e occupa l’unica prospettiva.Che cosa causa tutti questi orrori? Che sia la troppa poca fede e conoscenza di Dio? Oppure la troppa fiducia nelle forze proprie o degli altri?Dopo esperienze straordinarie e avvincenti, l’uomo di Dio attraversa una valle di incertezza, pericolo e scoraggiamento.Chi non ha provato almeno una volta nella vita la disperazione della solitudine? Chi di noi non ha provato almeno una volta il sentimento dell’ab-bandono da parte delle persone più importanti della nostra vita? Chi di noi si è scontrato con la sensazione che agli altri non importa e che nessuno ci cercherà nel deserto nel quale ci siamo smarriti?Perché siamo rimasti soli?! Forse perché ci siamo avventurati trop-po lontani e abbiamo chiuso ogni via di comunicazione con gli altri; forse per la troppa curiosità che ci ha spinti a lasciarci risucchiare da una “vocazione trappola” tanto da perderci dal gruppo oppure semplicemente perché abbiamo scelto la solitudine consapevol-mente, volontariamente, e ora non riusciamo più a trovare il nostro tragitto di ritorno.Possiamo incolpare quelli che non ci cercano o che non ci aiutano. Possiamo chiedere aiuto al nostro prossimo oppure a Dio. Possiamo anche accontentarci dello stato di desolazione, o persino abituarci alla paura. Dipende molto dalla nostra scelta. La realtà è che Dio attende costantemente un nostro segno; perché noi vogliamo che ci aiuti e che resti con noi. “Io sono con colui che è contrito”, dice Salvatore.

SAPEVI CHEAlcune paure sono universali? C’è uno stretto legame tra l’età e il tipo di paura che le persone riferiscono in qualsiasi cultura. Durante prima infanzia la paura comune è quella degli estranei. Più tardi è frequente la paura di oggetti, insetti, animali e vari scenari (tempesta, fulmini). Nell’adolescenza, le paure si concentrano sulle esperienze sociali, come ad esempio la paura di essere umiliati di fronte agli altri. Gli adulti hanno paure molto più astratte, tipo la paura di fallire. Sembra esserci un legame tra la pressione sociale e le paure che sentiamo.Nell’infanzia, le paure sono reali e identificabili, mentre con l’età, non sono più basate su oggetti, ma piuttosto sul modo in cui siamo percepiti dagli altri.

BIOGRAFIAL’avventura di Cheryl Strayed sulla costa del Pacifico inizia quando la paura della solitudine incomincia a farsi sentire sempre di più nella sua vita. La morte della madre e la sensazione di essere stata abbandonata troppo presto l’ha sconvolta oltre ogni limite. Avventurarsi nell’ignoto, senza esperienza, e soprattutto da sola, con la natura imprevedibile dalla sua parte, potrebbe non sembrare la ricetta ideale per ricalibrare e trovare il senso della propria vita, però è proprio questo il suo significato.

Cheryl ha iniziato con un piano ben elaborato, ma dato che è meglio non fare i conti prima che li abbia fatti l’oste, le montagne l’hanno colta di sorpresa, e la solitudine si è dimostrata un’amica affidabile nel comprendere sé stessa e gli altri, pertanto ha concluso il viaggio come una persona nuova.

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DIALOGO• Perché Elia si sentiva solo? Era davvero solo? • Quando ci sentiamo soli, quali potrebbero essere

i pochi passi per uscire da quello stato? • È possibile che anche le persone molto fedeli

vivano la solitudine? Dove è Dio quando l’uomo rimane da solo?

DECISIONI POSSIBILIOsserva il gruppo, noti qualcuno che mostra segni di isolamento? Vedi se è solo, oppure si sente solo? Fate un piano di ricerca e di “recupero” per quelli che vedete che si sono “persi” dal loro gruppo di amici e riportateli nel gruppo / integrateli nel vostro gruppo.

SOGGETTI DI PREGHIERAPregate per coloro che, per qualche motivo, sembra-no essere soli e non osano chiedere il nostro aiuto.

Pregate per la saggezza di vedere Dio anche in situazioni di solitudine.Ciascuno dica a un compagno di preghiera la sua paura attuale e preghino l’uno per l’altro.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“Nel deserto, in solitudine e scoraggiato [dopo la sua esperienza in cima al monte Carmelo, Elia disse di es-sere stanco della vita e pregò di morire. Ma il Signore, nella sua misericordia, non gli ha fatto secondo la sua parola. Elia aveva da compiere una grande opera”. E. G. White, Profeti e re, 228.“L’ispirazione profetica fedele a quanto gli fu affida-to, ci parla dei peccati che hanno sconfitto Noè, Lot, Mosè, Abramo, Davide, Salomone e persino la forza dello spirito forte di Elia che crollò sotto il peso della tentazione durante i suoi momenti di difficoltà. La disobbedienza di Giona e l’idolatria del popolo di Israele sono registrate fedelmente. Se fossero stati privi di debolezze, sarebbero stato più che esseri umani, e noi, con i nostri caratteri, avremmo perso la speranza di raggiungere un tale punto di perfezione”. E. G. White, Testimonies for the Church, 4:12.“In tutta la sua vita terrestre, Egli camminò nella luce della presenza di Dio. Quando si ritrovava in conflitto anche con le persone che erano state ispirate da Sata-na, Egli avrebbe potuto dire: “Colui che mi ha mandato è con me: il Padre non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre ciò che è gradito a Lui.” (Giovanni 8:29). Ora sentiva però di essere separato dalla luce che lo sosteneva, dalla presenza di Dio. Ora si ritrovava tra i trasgressori della Legge. La colpa della caduta dell’u-manità doveva essere sopportata da Lui. A Suo carico, che non conosceva il peccato, sarebbe stata posta la nostra iniquità. Così spaventoso gli sembra il peccato, così grande era il peso della colpa che ha dovuto sop-portare, tanto da essere tentato di temere che questa

lo separerà per sempre dall’amore del Padre. Sentendo quanto terribile è l’ira di Dio contro il peccato, Egli esclamò: “La mia anima è triste fino alla morte.” (Mat-teo 26:38). E. G. White, Gesù di Nazareth, 685.2.

ATTIVITÀAbbracci gratis! Facciamo amicizia! Stasera, mo-striamo amicizia e calore ad ogni partecipante. Cercheremo di parlare con gli amici più vecchi, quelli più nuovi o magari anche con le persone con le quali non abbiamo mai parlato. Ciascuno condividerà una cosa piacevole di sé stessi e of-frirà un abbraccio.

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per parlare con Lui, per approfondire ciò che Egli ti dice. Segnati le idee che ritieni utili per te stesso. Pensi che potrebbero essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/incoraggiante relativo ai seguenti testi.1 Cronache 28:20 - “Davide disse quindi a suo figlio Salomone: «Sii forte e coraggioso e mettiti al lavoro, non temere e non sgomentarti, perché l’Eterno DIO il mio DIO, sarà con te. Egli non ti lascerà e non ti ab-bandonerà, finché non avrai terminato tutto il lavoro per il servizio della casa dell’Eterno.” Isaia 41:10 - “Non temere, perché io sono con te non smarrirti, perché io sono il tuo DIO. Io ti fortifico e anche ti aiuto e ti sostengo con la destra della mia giustizia.” PS: Riesci ad identificare qualcuno nella tua chiesa per cui sarebbe una gioia condividere questi pen-sieri?

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19BIBBIA“Caiafa era colui che aveva consigliato ai Giudei che era conveniente che un uomo morisse per il popolo.”

Giovanni 18:14

LA PAURADELCAMBIAMENTO 6

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È terribile sentirsi minacciati. Ci sentiamo minacciati dai rivali, dagli eventi incontrollabili, dalle reazioni degli altri o dalle iniziative prese dagli altri. Il più delle volte ci sentiamo minacciati, non dalle persone, ma da ciò che risulta delle loro azioni o dalla loro semplice presenza. Una paura molto comune riguarda il cambiamento. Per quanto fles-sibili e aperti possiamo essere, ci sono ambiti della nostra esistenza, dove non vogliamo cambiamenti. Se si presenta qualcosa o qualcu-no, che minaccia l’equilibrio a cui teniamo, ci sentiamo minacciati e ci salvaguardiamo. Caiafa godeva di una posizione sociale molto particolare: aveva auto-rità, era ricco, era un’entità con potere decisionale e tutti, dai dirigenti alla gente comune, lo rispettavano. Malgrado fosse stato un periodo bizzarro, sotto il dominio dei romani, Caiafa trovò un modo per so-pravvivere e anche modi di collaborazione con le autorità militari.Nel quadro compare però qualcuno che attira l’interesse, la sim-patia, l’attenzione: Gesù. Benché Egli non mostra alcun interesse a una posizione politica o religiosa, Caiafa si sente minacciato e come lui altri. Quando ha visto che la novità tanto semplice e potente del discorso di Gesù aveva attirato l’attenzione della gente, sentì di dover allontanare a qualsiasi prezzo “il pericolo”. Caiafa non era un ignorante; non era uno di quelli incolti o accecati dal fanatismo. Era una sorta di uomo politico e quando si è presentata l’occasione (altri arrestarono Gesù), coglie l’attimo e propone una logica attraente per favorire l’eliminazione del rivale che produce un cambiamento “meglio che muoia uno solo”.Anche i sommi farisei e rabbini hanno compreso cosa proponeva il nuovo Maestro ma la paura del cambiamento e del nuovo ha co-struito davanti a loro un vero e proprio monumento fatto di pericoli e una prospettiva estremamente cupa, caratterizzata da molte per-dite. La luce percorreva fino alle loro menti ma loro bloccavano la sua strada verso i loro cuori. Si sono accontentati di limitare il tutto al livello della ragione.Questo è quello che facciamo spesso anche noi. Quando sentiamo che la novità che si avvicina può apportare dei cambiamenti e ci spinge ad uscire dalla nostra zona di comfort, ci facciamo prendere dal panico e cerchiamo modi per fermarne qualsiasi sviluppo. La paura del cambiamento è spesso più forte della motivazione che ci spinge verso una meta; più forte del desiderio di riuscire. È come una trappola in cui ci incastra Satana, fermando la nostra crescita.La paura del cambiamento è strettamente correlata con il nostro orgoglio, con la paura di perdere la nostra immagine oppure i nostri privilegi.

SAPEVI CHEPiù reale è la minaccia, tanto le azioni saranno più pratiche.Reagiamo diversamente alle minacce reali rispetto a quelle immaginarie. Le minacce immaginarie provocano la paralisi. Se hai paura di cose che possono accadere o meno in futuro, allora, anche se il grado di preoccupazione è molto alto il livello di azione è molto basso, ti senti bloccato in uno stato di paura, sopraffatto, non sapendo cosa fare. D’altra parte, le minacce reali provocano un impulso tenace.Quando la minaccia è imminente e identificabile, agisci immediatamente e senza sottrarti. Per questo motivo, ad esempio, numerose persone cambiano le loro abitudini alimentari dopo un problema di salute (esempio: infarto) che non dopo aver letto le statistiche sui problemi che potrebbero derivare da una dieta a base di cibo fritto. In queste circostanze, se riesci a capire che la minaccia è reale e sei capace di cana-lizzare razionalmente la tua paura per agire, questa può trasformarsi nel tuo alleato.

BIOGRAFIADavid Livingstone sembra non aver mai sentito nella sua vita che “nessun posto è bello come casa propria” e sembra che non abbia desiderato “il cibo fatto dalla mamma”. E se questi sentimenti lo hanno, in un finale, raggiunto, è

riuscito vittoriosamente a superarli e a trasformare il suo continente africano in quella amata “casa”. Livingstone ha abbracciato le novità dell’Africa e ha lavorato con entusia-smo, instancabilmente per diffon-dere l’amore di Dio, per l’abolizione della schiavitù, per guarire i malati e per lo sviluppo di nuove rotte verso la parte centrale del continente. Il missionario ha posto la sua mis-sione sopra sé stesso, e numerosi indigeni gli hanno aperto il loro cuore, pertanto il rapporto tra l’Afri-ca e Livingstone rimarrà per sempre un esempio di apertura, accoglienza, comprensione e, soprattutto, amore per gli altri.

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DIALOGO• Quale pensi che sia stata la ragione principale

che causò nei contemporanei del Salvatore la paura di cambiare?

• Qual è la ragione più forte per cui temiamo il cambiamento, tenendo conto del fatto che noi non siamo leader religiosi o politici come Caiafa?

• Secondo quali criteri possiamo determinare quale cambiamento dovrebbe essere fatto e cosa invece non dovrebbe essere incoraggiato?

DECISIONI POSSIBILI• Fai una lista dei cambiamenti che devi affrontare.• Identificate ciò che vi spaventa di più nelle nuo-

ve situazioni che affrontate. Stabilite una cosa concreta da fare per ogni situazione.

• Individuiamo quelle persone che hanno iniziati-ve positive e appoggiamole a realizzare i cam-biamenti che propongono.

SOGGETTI DI PREGHIERA• Chiedete di avere più fiducia nell’aiuto di Dio

quando è il momento di fare cambiamenti.• Pregate per chi ha un’iniziativa e vuole fare un

cambiamento in meglio ma non è sostenuto e aiutato dagli altri.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“Eppure, anche tra i grandi leader, molti hanno creduto in Lui; ma per paura dei Farisei, non lo confessarono, perché non venissero espulsi dalla sinagoga.” Preferi-vano l’onore degli uomini piuttosto che l’approvazione di Dio. Per sfuggire alla diffamazione e alla vergogna, rinnegano Cristo e negano il dono della vita eterna. E quanti non l’hanno fatto nel corso dei secoli! A loro sono state indirizzate tutte le parole d’avvertimento del Salvatore: “Chi ama la sua vita la perderà” (Gio-vanni 12:48). E. G. White, Gesù di Nazareth, 626.4.“Il nostro Padre celeste pone sulla nostra strada

benedizioni nascoste, però molti non le toccheranno per paura di diminuire il loro piacere. Gli angeli stanno aspettando di vedere se abbracciamo le opportunità di compiere atti di carità intorno a noi, in attesa di vedere se benediremo gli altri per essere in grado di benedirci a loro volta...” E. G. White, Welfare Ministry, 211.4.

ATTIVITÀFormiamo gruppi da 7-10 persone. A turno, ogni membro del gruppo dirà cosa vorrebbe cambiare nella sua vita durante il 2018 o qualcosa di nuovo che vorrebbe provare.

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per parlare con Lui, per approfondire ciò che Egli ti dice. Segnati le idee che ritieni utili per te stesso. Pensi che potrebbero essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/incoraggiante relativo ai seguenti testi.Giosuè 1:8-9 - “Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, cercando di agire secondo tutto ciò che vi è scritto, perché allora riuscirai nelle tue imprese, allora prospererai. Non te l’ho io comandato? Sii forte e co-raggioso; non aver paura e non sgomentarti, perché l’Eterno, il tuo DIO, è con te dovunque tu vada».” 1 Pietro 5:7 - “gettando su di lui ogni vostra solleci-tudine, perché egli ha cura di voi.” PS: Hai qualche difficoltà nell’iniziare una con-versazione con nuove persone (in modo diretto o attraverso un messaggio nella casella postale)?

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22BIBBIA“Allora Giuda, che lo aveva tradito, vedendo che Gesù era stato condannato si pentì e riportò i trenta sicli d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani ... gettati i sicli d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.”

Matteo 27:3, 5

LA PAURADELLAPUNIZIONE 7

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LO SAI CHE..

BIOGRAFIARIFLESSIONE

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RIFLESSIONEIl senso di colpa può manifestarsi i diversi modi: paura per le conseguenze personali; paura che qualcun altro soffra a causa dei nostri errori; paura della punizione divina attesa. In genere il senso di paura non è mai puro senza essere associato alla paura delle conseguenze o della punizione. Dipende da ciò che è veramente importante per noi.Se il senso di colpa si manifesta sotto forma di rimorso, del tipo: “Ho fatto male a qualcuno / a Dio e mi sento a pezzi e in colpa per questo, ma in qualche modo ho anche paura per le possibili conseguenze”, ciò può portare un qualcosa di positivo, alla salvezza. Se invece non siamo per niente dispiaciuti di aver deluso o tradito la fiducia e ab-biamo ferito qualcuno o Dio stesso, ma sentiamo solamente paura per la punizione, allora possiamo concludere che non abbiamo un così buon rapporto con la persona in causa. Per sentire oltre alla paura delle conseguenze, il dispiacere per il tradimento, dobbiamo avere una relazione veritiera con quella persona. Quindi, quando abbiamo torto e proviamo un senso di colpa, do-vremmo valutare fino a che punto c’è anche vergogna, umiltà e la consapevolezza di aver provocato una ferita. Questi saranno i segni di una giusta relazione con il nostro prossimo e con Dio. La paura della punizione, da sola, non può che essere il segno che dobbiamo sistemare la relazione con la persona contro la quale abbiamo commesso lo sbaglio. Purtroppo, Giuda non prese in considerazione la ferita prodotta dal suo tradimento, ma si è lasciato prendere dalla paura della punizione; le conseguenze erano insopportabili per il suo modo di essere, fiero e determinato. Giuda conosceva così poco Dio tanto da non prendere considerazione il fatto che il Salvatore è morto per perdonare coloro che sbagliano, tradiscono, commettono peccati. Si era talmente spaventato della punizione che gli spettava, che aveva perso di vista la salvezza. Allo stesso tempo, Pietro, tormentato dal rimorso più che dalle conseguenze, “pianse amaramente”. Solo lo Spirito di Dio “che intercede accanto a noi” è in grado di farci avere rimorsi, non per paura della punizione, ma per sensibilizzarci a provare dispiacere per le ferite che abbiamo procurato a Dio. Dunque non ci rimane che chiedere a Dio il dono della presenza del suo Spirito.

SAPEVI CHEPiù spaventato sei e più è facile essere imbrogliato.In ogni momento della storia ci sono stati dei generatori di paura. I genera-tori di paura sono quelle persone che usano la paura per far agire gli altri in base ai loro interessi personali. La reazione fisica e mentale alla paura è istintiva, di conseguenza, i fatti o gli eventi non passano più attraverso un filtro logico. Questa pratica è spesso utilizzata nel mondo politico e in sistemi o strutture che si auto-proteggono. Se, ad esempio, l’opposizione sostiene che il partito al governo taglierà le pensioni, i potenziali interessati da questa mi-sura prenderanno posizione contro il partito al potere, anche se tale misura non sarà mai presa. In passato, la Chiesa cattolica usava molto bene questo strumento, sebbene ci si può imbattere in pratiche di questo tipo anche in molte chiese attuali.

BIOGRAFIAJonathan Edwards fu un predicatore riformista puritano del XVIII secolo. Egli divenne noto per il suo stile di predicazione, servendosi di numerose imma-gini dell’Inferno e della punizione di Dio. Il suo più famoso sermone: “Pecca-tori nelle mani di un Dio arrabbiato”, fornisce l’immagine di un Dio pronto in qualsiasi momento a gettarci nelle fiamme dell’inferno. Nelle sue campagne di evangelizzazione terrorizzava i suoi ascoltatori parlando ogni sera, per

diverse settimane, degli orrori della punizione di Dio per il peccato, per poi presentare la soluzione per la salvezza: vieni a Gesù!

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DIALOGO• Fino a che punto è una cosa negativa avere pau-

ra delle conseguenze dei nostri errori? • Quali possibilità ci sono per qualcuno come Giu-

da, che ha paura soltanto della punizione? • Secondo voi cosa sarebbe successo a Giuda se non

si fosse impiccato? Giustificate le vostre risposte!

DECISIONI POSSIBILI• Valutare quale paura provo quando commetto

uno sbaglio e chiedere a Dio di sensibilizzare nuovamente il mio cuore e la mia mente.

• Incoraggiare qualcuno che ha sbagliato e sicu-ramente combatte con i sensi di colpa e la paura della punizione.

SOGGETTI DI PREGHIERAChiedete perdono per i peccati fatti e scegliete di credere nella promessa “se confessiamo i nostri peccati Egli è fedele e giusto per perdonarci di ogni

iniquità”. (1 Giovanni 1:9 - 2:1)Pregate per qualcuno che ha commesso uno sbaglio e non osa credere nel perdono e nella salvezza, e poi metti una promessa scritta nella sua tasca.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“Se Giacobbe non si fosse già pentito per il peccato commesso per ottenere con la frode il diritto di pri-mogenitura, Dio non avrebbe ascoltato la sua pre-ghiera e non gli avrebbe salvato la vita. Così il popolo di Dio, se nel “tempo di distretta”, torturato dal timore e dall’angoscia, vedesse presentarsi davanti a sé dei peccati non confessati, sarebbe sopraffatto; la sua fede crollerebbe ed egli non potrebbe più rivolgersi a Dio fiducioso di essere liberato. Però, pur avendo un preciso senso della propria indegnità, non ha peccati nascosti da rivelare: i suoi peccati sono già passati in giudizio, sono stati cancellati, perciò non saranno più ricordati.” E. G. White, Il gran conflitto, 620.“Chi segue Gesù non lo fa per paura del castigo o per la speranza della ricompensa eterna. Egli contempla l’amore puro del Salvatore come si è manifestato nella sua vita terrena, dalla mangiatoia di Betlemme sino alla croce del Calvario, e quella visione intenerisce e conquista il cuore. Così nasce l’amore. Ha udito la sua voce e lo segue.” E. G. White, Gesù di Nazareth, 480.3.“Porta davanti a Dio il tuo caso, invocando i meriti del sangue versato per te sulla croce del Golgota. Satana ti accuserà di essere un grande peccatore e tu devi ammetterlo, ma puoi dire: “So di essere un peccatore, ed è proprio per questo che ho bisogno di un Salvatore. Il Signore Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Questa è la mia difesa il nome di Gesù mi dà l’ingresso al Padre. Le Sue orecchie, il Suo cuore, sono aperte alla mia richiesta più impo-tente e soddisfa i miei bisogni più profondi. Cristo è il nostro sacrificio, il nostro sostituto, il nostro garante,

il nostro mediatore divino. Presenta i Suoi meriti divini, offrendosi davanti al Padre nostro per essere il nostro sostituto e garante, perché Cristo è asceso al cielo per fare espiazione per le nostre iniquità. Non angosciarti con la paura che lui non accetterà, perché tu sei peccatore e indegno. “Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi” (Giacomo 4: 8). E. G. White, Faith and Works, 105.2.ATTIVITÀPreparate una lista di sfide o punizioni (ogni membro del gruppo può proporne una). Dispone-tevi sulle sedie in cerchio, e passatevi una palla mentre suona la musica di sottofondo. La persona che rimane con la palla quando si ferma la musica riceve una punizione dalla lista.

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per parlare con Lui, per approfondire ciò che Egli ti dice. Segnati le idee che ritieni utili per te stesso. Pensi che potrebbero essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/incoraggiante relativo ai seguenti testi.1 Giovanni 4:18 - “Nell’amore non c’è paura, anzi l’amore perfetto caccia via la paura, perché la paura ha a che fare con la punizione, e chi ha paura non è perfetto nell’amore.” Romani 8:38-39 - “Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore.” PS: Quando hai inviato l’ultima volta un messaggio (lettera) e hai ricevuto la risposta dopo almeno 3 mesi?

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25BIBBIA“E tutti furono presi da stupore e glorificavano Dio. E, pieni di paura, dicevano: «Oggi abbiamo visto delle cose sorprendenti».”

Luca 5:26

“Nell’amore non c’è paura, anzi l’amore perfetto caccia via la paura, perché la pau-ra ha a che fare con la punizione, e chi ha paura non è perfetto nell’amore.”

1 Giovanni 4:18

LA PAURADELSIGNORE 8

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RIFLESSIONECome sarebbe immaginarci un Dio, che si dichiara amore, che si sente felice sapendo che i suoi figli sono spaventati e terrorizzati pensando a Lui? Quando la Bibbia parla del timore del Signore, de-scrive lo stato di rispetto, ammirazione, il desiderio di non deludere e la considerazione speciale per Dio e le cose sacre. Il timore del Signore non ha nulla a che fare con la punizione o la perdita di determinati privilegi. Qualcuno che teme il Signore non lo fa inorridito dalla rabbia o dalla vendetta del Maestro.Gesù è il modello più rappresentativo riguardo al timore di Dio. La sua relazione con il Padre era messa in vista, asserita e assunta. Si è sempre dichiarato in perfetto accordo con la volontà del Padre. I desideri del Padre sono stati considerati i desideri del Figlio. I piani e le decisioni del Figlio sono sempre stati un’espressione fedele di ciò che Dio vuole.Il timore di Dio non collocò Gesù in una posizione umiliante e non diminuì la sua autorità o l’immagine che aveva tra gli uomini.Una persona che teme il Signore può essere caratterizzata da integrità, equità, rispetto e ammirazione per Dio e tutto ciò che lo riguarda. Il timore di Dio può essere orrore o stupore. La paura che proviamo nei Suoi confronti risulta della relazione che abbiamo con Lui. Il timore di Dio si manifesta, nel caso del Salvatore, attraverso il desiderio di rimanere in contatto, e la decisione di rispettare la sua Parola e amare coloro che sono amati da Lui. Non la paura della vendetta del Padre portò Gesù all’agonia nel Getsemani, ma il timore di perdere il legame con Lui a causa del peccato che distrugge i rapporti.

SAPEVI CHEL’amore è l’antidoto.Si ritiene che l’ossitocina dia alle madri il coraggio di agire quando gli altri si pietrificano dalla paura. L’ossitocina si produce abbondantemente alla nasci-ta, riducendo così la paura e lo stress. Il livello di ossitocina rimane elevato durante l’allattamento ed è essenziale per creare una relazione tra madre e figlio. Come bonus, l’ossitocina è fondamentale per superare la paura. Questo dà alle madri il coraggio, la rapidità e la forza per proteggere i loro bambini dal pericolo. Tuttavia, al giorno d’oggi, nella società, al lavoro o anche nella chiesa, ci sono molte persone che credono che il modo migliore di determi-nare le persone ad agire e cambiare sia attraverso la paura. Se vuoi vincere la paura, l’antidoto è l’amore.

BIOGRAFIALa vita di Richard Wumbrand verte sul come gestire i propri sentimenti e le proprie paure, ponendo sopra ogni paura umana, la paura del Signore. Dopo aver incontrato Dio, il suo amore per il Signore gli ha guidato la vita, in ogni aspetto. I suoi sermoni gli portarono la soddisfazione più grande, notando la gente cambiare la loro vita per Dio, ma gli portarono anche grande sofferen-za quando è stato rinchiuso e torturato a causa della sua religione. Richard

Wumbrand ha avuto il coraggio di sostenere di fronte ai suoi aguzzini la propria fede. Non solo è rima-sto fermo nelle sue convinzioni in seguito alle torture sofferte, ma è stato un pilastro per gli altri dete-nuti, diventando un amico, medico quando era necessario, e fratello e mentore quando le sofferenze dell’animo prendevano il posto del dolore fisico.

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DIALOGO• Se la paura può significare timore o rispetto

come si può spiegare il terrore che alcune perso-ne hanno riguardo a Dio?

• È una cosa negativa se a volte sentiamo più del semplice rispetto per le cose connesse a Dio (come l’interno di una chiesa, la Bibbia, gli ele-menti della santa cena)?

• Se ci spaventiamo quando fuori sta fulminando o tuonando significa che non abbiamo una rela-zione coerente con Dio?

DECISIONI POSSIBILI• Cercare dei modi per sviluppare la mia ammira-

zione per Dio.• Identificare i motivi per cui Dio merita rispetto, e

non terrore.

SOGGETTI DI PREGHIERA• Pregate per una maggiore comprensione del

vero carattere di Dio.• Pregate per chi sembra considerare Dio più un

tiranno, un padrone sovrano che un Padre.

VALE LA PENA LEGGERE - ISPIRAZIONE“Dio non forza la coscienza. – Dio non forza mai la volontà o la coscienza, ma Satana compie uno sforzo infinito, usando i mezzi più duri, per dominare le vite di coloro che non può ingannare. Egli è pronto a utilizzare la forza e la paura, al fine di sottomettere la coscienza e per assicurarsi l’obbedienza.” E. G. White, Il gran conflitto, 591.“Quando il timore di Dio, insieme all’amore per Gesù regnano nel cuore, la pace e la gioia si faranno spa-zio nel cuore.” E. G. White, Child Guidance, 67.2. “Tre anni prima, i leader del tempio si vergognavano della loro fuga durante il confronto con Gesù. Da allo-ra non fecero che stupirsi di come avevano ubbidito un umile uomo senza protestare. Erano convinti che questa situazione non doveva ripetersi. Tuttavia, essi erano ora più terrorizzati di prima, e obbedirono al comando di Gesù con maggiore fretta. Nessuno osò mettere in dubbio la Sua autorità. I sacerdoti e i negozianti sono fuggiti via, portando con sé il bestia-me.” E. G. White, Gesù di Nazareth, 592.1. “Quando Cristo pronunciò queste parole, la gloria di Dio illuminava il Suo viso e tutti i presenti ascol-tando con molto attenzione le sue parole sentirono una paura santa. Il loro cuore era attratto ancora più fortemente da Lui. Sentivano che il cielo era molto vicino e le parole che stavano ascoltando erano un messaggio per loro dal Padre celeste.” E. G. White, Gesù di Nazareth, 664.3.

ATTIVITÀCiascun membro del gruppo scriverà su un car-toncino un messaggio d’incoraggiamento, concen-

trandosi sull’amore di Dio. I bigliettini vengono poi mescolati e ognuno ne estrae uno che gli resterà come una promessa.

LA SFIDA DEL GIORNOFino al prossimo incontro, prenditi tempo per analizzare il seguente passaggio tratto dal libro ispirato. Usa questo tempo per parlare con Lui, per approfondire ciò che Egli ti dice. Segnati le idee che ritieni utili per te stesso. Pensi che potrebbero essere utili anche a qualcun altro?Condividi con altre persone (almeno 3) un pensie-ro positivo/incoraggiante relativo ai seguenti testi.Salmo 34:4 - “ho cercato l’Eterno, ed egli mi ha rispo-sto e mi ha liberato da tutti i miei spaventi” Salmo 112:1 - “Alleluia. Beato l’uomo che teme l’E-terno e trova grande gioia nei suoi comandamenti.” PS: Che cosa hai provato nel condividere i pensieri positivi e incoraggianti che ricevi dal tuo Amico Celeste? Stai per formarti un’abitudine sana. Con-tinua a farlo ogni giorno! Sicuramente tu e le altre persone del tuo gruppo avrete da guadagnarci...

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