News insegnanti GA - n° 21

8
Sommario 1. E se la scuola fosse oltre? 2. Sei capace di ascoltarmi con il cuore? 4. Una sc. attenta all’integrità della persona 5. La scuola che voglio, la scuola che non voglio 6. La peer education alla scuola di Barbiana 7. Una rete per superare la DS Ripartiamo. Per dove? Solita confusione da inizio anno, soliti tagli, soliti registri che arrivano in ritardo. Qualche novità, più sui giornali che di fatto. Può darsi che la scuola migliorerà con tutti i tablet che devono arrivare e le aule 2.0... può darsi. “Nulla è impossibile a Dio” e i miracoli accadono. Mentre aspettiamo, però, ci dobbiamo occupare del resto, in gabbie di norme e decreti che appartengono sempre meno all’educare e quando ci portano parole di speranza, puzzano di bugia. Dove sta il senso di tutto questo andare? E soprattutto, che ci stiamo a fare noi insegnanti con questi ragazzi più o meno sgarruppati che ci capitano a tiro? Per ritrovare il senso e ritrovarci, abbiamo proposto un seminario interattivo nei pressi di Barbiana: con nostra sorpresa, da tutta la penisola, dal Pollino alla val di Fiemme, sono arrivati professori, educatori e genitori. Insieme, in modo molto informale, ma intenso, abbiamo lavorato, ascoltato, raccontato, condiviso, sognato. E poi abbiamo camminato adagio sulla salita di Barbiana, in quella desolata solitudine rievocata così bene dall’ attore Jonny Voltan, nello spettacolo di apertura del seminario: “Un viaggio lungo un mondo”. I passi ripercorrono la storia di un maestro, esiliato lontano, senza allievi nè scuola. C’è qualcosa di più triste? La solitudine, la precarietà, il nonsense, la paura, lo sconforto... ma in quel nulla... si aprono le orecchie e gli occhi all’ascolto del contesto, alla comprensione di un bisogno che non viene espresso perchè mancano le parole e la consapevolezza. E poi, nel nulla, si osa sognare un orizzonte diverso, un “oltre”verso cui lanciare quei ragazzi... ci vuole tanta determinazione, il coraggio di non mollare, la caparbia, la passione tradotta in impegno costante, nessun programma pre-definito, si parte ogni giorno da quello che c’è negli occhi e nel cuore, da quello che c’è intorno. Una proposta di scuola impossibile, la definiranno in molti, troppo vera ed efficace, troppo liberante e trasforma- tiva. Meglio che sia messa a tacere. Ancora oggi. Nel cimitero di Barbiana. Eppure c’è sempre qualcuno che passa, singoli, gruppi, nuovi insegnanti alle prime armi, vecchi educatori un po’ zoppicanti che credono ancora e genitori con bambini che possono sognare. Si arriva, si ascolta quel silenzio denso di parole, la pedagogia della parola che ancora volteggia nell’aria e quel senso profondo che ri-significa l’esperienza di un maestro, di tanti maestri che non mollano, nonostante il nulla intorno. Se dal nulla è nata Barbiana, se nonostante la contestazione e la diffamazione, an- cora oggi trasmette parole di profezia, possiamo ben sperare. Al di là dei “Profumi” che vanno e ven- gono, tocca a noi, prima di tutto a noi trovare il senso profondo dell’ in-segnare. I ragazzi da sempre aspettano maestri. G.L. E se la scuola fosse oltre? E se la scuola fosse oltre? L’anello mancanze dell’educazione scolastica: Apprendere ad Essere Imparare la Consapevolezza.. “è come imparare a stare seduti sulla sponda del fiume dei propri pensieri, senza esserne travolti dalla corrente”. A pag. 2/3 1 Eccovi un primo assaggio del grande laboratorio che è stato il seminario “La scuola che mi piace” svoltosi a Barbiana a inizio settembre. Su questo numero, solo la prima puntata .... News 21 Settembre 2012

description

Una voce diversa nel mondo della scuola. La proposta di chi si impegna in prima linea per creare una comunita educante.

Transcript of News insegnanti GA - n° 21

Page 1: News insegnanti GA - n° 21

Sommario1. E se la scuola fosse oltre?

2. Sei capace di ascoltarmi conil cuore?

4. Una sc. attenta all’integritàdella persona

5. La scuola che voglio, lascuola che non voglio

6. La peer education allascuola di Barbiana

7. Una rete per superare la DS

Ripartiamo. Per dove?Solita confusione da inizio anno, soliti tagli,

soliti registri che arrivano in ritardo. Qualche novità, più sui giornali che di fatto.Può darsi che la scuola migliorerà con tutti i

tablet che devono arrivare e le aule 2.0...può darsi. “Nulla è impossibile a Dio”

e i miracoli accadono.Mentre aspettiamo, però, ci dobbiamo

occupare del resto, in gabbie di norme edecreti che appartengono sempre meno

all’educare e quando ci portano parole disperanza, puzzano di bugia.

Dove sta il senso di tutto questo andare? E soprattutto, che ci stiamo a fare noi

insegnanti con questi ragazzi più o menosgarruppati che ci capitano a tiro?

Per ritrovare il senso e ritrovarci, abbiamo proposto un seminario interattivo nei pressi di

Barbiana: con nostra sorpresa, da tutta la penisola, dal Pollino alla val di Fiemme, sono

arrivati professori, educatori e genitori. Insieme, in modo molto informale, ma intenso, abbiamo lavorato, ascoltato,

raccontato, condiviso, sognato.E poi abbiamo camminato adagio sulla

salita di Barbiana, in quella desolata solitudine rievocata così bene dall’ attoreJonny Voltan, nello spettacolo di apertura

del seminario: “Un viaggio lungo un mondo”.I passi ripercorrono la storia di un maestro,

esiliato lontano, senza allievi nè scuola.C’è qualcosa di più triste?

La solitudine, la precarietà, il nonsense, la paura, lo sconforto... ma in quel nulla...

si aprono le orecchie e gli occhi all’ascolto del contesto, alla comprensione di

un bisogno che non viene espresso perchè mancano le parole e la consapevolezza.E poi, nel nulla, si osa sognare un orizzonte diverso, un “oltre”verso cui lanciare quei ragazzi... ci vuole tanta determinazione, il coraggio di non mollare, la caparbia, la passione tradottain impegno costante, nessun programma pre-definito, si parteogni giorno da quello che c’è negli occhie nel cuore, da quello che c’è intorno.Una proposta di scuola impossibile, la definiranno in molti, troppo vera ed efficace, troppo liberante e trasforma-tiva. Meglio che sia messa a tacere. Ancora oggi. Nel cimitero di Barbiana.Eppure c’è sempre qualcuno che passa,singoli, gruppi, nuovi insegnanti alle primearmi, vecchi educatori un po’ zoppicantiche credono ancora e genitori con bambini che possono sognare. Si arriva, si ascolta quel silenzio denso di parole, la pedagogia della parola che ancora volteggia nell’aria e quel senso profondo che ri-significa l’esperienza diun maestro, di tanti maestri che non mollano, nonostante il nulla intorno. Sedal nulla è nata Barbiana, se nonostantela contestazione e la diffamazione, an-cora oggi trasmette parole di profezia,possiamo ben sperare.Al di là dei “Profumi” che vanno e ven-gono, tocca a noi, prima di tutto a noitrovare il senso profondo dell’ in-segnare. I ragazzi da sempre aspettano maestri.

G.L.

E se la scuola fosse oltre?E se la scuola fosse oltre?

L’anello mancanze dell’educazione scolastica: Apprendere ad Essere

Imparare la Consapevolezza..“è come imparare a stare seduti sulla sponda del fiume dei propri pensieri, senza esserne travolti dalla corrente”. A pag. 2/3

1

Eccovi un primo assaggio

del grande laboratorio

che è stato il seminario

“La scuola che mi piace”

svoltosi a Barbiana

a inizio settembre.

Su questo numero,

solo la prima puntata

....

News 21

Settembre 2012

Page 2: News insegnanti GA - n° 21

“ Vi chiedo di ascoltare con apertura e con l'intenzione di

sentire quello che io sento, di comprendere oltre le parole.

Lasciate se potete, il giudizio. Giudicate alla fine”.

Ecco la proposta di Chiara Ramon al seminario “La scuola

che mi piace” appena concluso a Barbiana.

“Sembra una cosa difficile il non giudizio: noi siamo stati edu-

cati, e continuiamo ad esserlo, a pane e giudizio.

La mente ha sempre qualcosa da ridire... crede di sapere.

Possiamo anche dire che la mente è il giudizio stesso.

Ma noi possiamo anche decidere di ascoltare, sentire inte-

riormente e cercare di comprendere, senza farci travisare

dal giudizio. Possiamo lasciare che il pensiero giudicante

passi nella nostra mente, possiamo guardarlo per un istante,

ma poi sospenderlo. Lascarlo lì. Vedere ciò che va a inne-

scare, ma non permettere che condizioni il nostro libero

ascolto. Nell'antica Grecia la sospensione del giudizio veniva

chiamata Epochè.

La comprensione coinvolge tutta la persona, non solo la

mente, anche le emozioni, il corpo, la coscienza.

Giudizio o discernimento?

Il giudizio è necessario nel nostro processo evolutivo, ma non

sempre è utile.

Dobbiamo distinguere tra giudizio e discernimento. Appa-

rentemente hanno la stessa funzione: la valutazione di qual-

cosa o di qualcuno, o di situazioni della vita. In realtà fanno

cose diverse. Se mettiamo una lente d'ingrandimento, ve-

dremo che il giudizio, nella sua valutazione della realtà, si

basa sul già-vissuto soggettivo e collettivo; parte da uno spa

zio mentale che crea modelli fissi e tende a negare l'altro.

E' facile identificarsi con esso. Capita a tutti e ci condi-

ziona. Può essere costruttivo, ma facilmente tende verso

la critica distruttiva: è un dire qualcosa con l'intento di ne-

gare, condannare e ferire l'altro, per un proprio torna-

conto personale, seppur a volte invisibile, come il fare

comunella con qualcuno.

Il discernimento invece lascia liberi se stessi e gli altri.

Parte da uno spazio mentale interiore più elevato rispetto

a quello del giudizio: è lo spazio dell'essere o della consa-

pevolezza, uno spazio in cui è possibile percepire la libertà

di scelta individuale che permette l'integrazione di pensieri

e posizioni differenti dalle proprie, senza scartarle a priori e

senza la necessità di una condivisione globale.

Nosce te ipsum.

A volte capita di avere la sensazione di camminare con i

piedi incastrati nelle rotaie del tram: la strada che dob-

biamo seguire è obbligata. In realtà non è così. Ogni cosa

può cambiare, sempre, anche in modo radicale. Dipende

da noi. Proprio per questo è necessario partire da noi:

avere coscienza di Sé, dei meccanismi mentali che ci ac-

cadono, dei giudizi che affollano la nostra mente e condi-

zionano le nostre relazioni sociali, dello spazio della

trascendenza che ci appartiene, “in cui ogni possibilità tra-

sformativa è fattibile all'uomo”. “Possiamo chiamarlo Nosce

te Ipsum, conosci te stesso, la frase impressa sul tempio di

Delphi: “Uomo, conosci te stesso e conoscerai l'Universo e

gli Dei”.

Si chiama DIADE: un esercizio di ascolto empatico, in assenza di giudizio.

Lo hanno sperimentato a Barbiana 60 insegnanti ed ducatori, sotto la guida di Chiara

Ramon. E dall’ascolto profondo di sè e dell’altro che acquistiamo CONSAPEVOLEZZA e im-

pariamo a vivere da protagonisti. Adulti e bambini delle scuole dovrebbero apprenderlo.

News insegnanti Gruppo Abele

Ascoltare se stessi vuol dire

fermarsi a comprendere

quali reazioni scaturiscono

in me nella relazione

con l’altro e quale legame

quella reazione ha con

la mia storia e la mia vita,

al di là dell’altro.

Vuol dire accettare le proprie

ombre, i limiti e le sofferenze

non ancora integrate.

Sei capace di ascoltarmi con il cuore?Sei capace di ascoltarmi con il cuore?

2

Il binocolo

Chiara Ramon conduce il laboratosio “EDUCARE ALL’UNITA’ DELLA PERSONA” all’Università degli Studi di Torino - Scienze della Formazione

Per avere informazioni sui corsi di formazione alla DiADE, inviate una mail a: [email protected]

Page 3: News insegnanti GA - n° 21

L’anello mancante nell’educazione.

“Consapevolezza è il termine che normalmente si usa per

definire la Conoscenza, quella con la C maiuscola. E' la

sintesi di due modalità conoscitive: la conoscenza ogget-

tiva o scientifica e la conoscenza soggettiva”.

Il sapere ha sempre fatto riferimento a queste due moda-

lità conoscitive che sono caratteristiche dell'Homo sa-

piens sapiens (uomo consapevole di essere consapevole)

Per prendere coscienza di sé e dei processi interiori da cui

si originano reazioni impulsive o azioni dettate dal discer-

nimento e dalla scelta, dobbiamo imparare ad osservarci.

“Lo sviluppo della propria consapevolezza (l'area interiore

preposta alla sintesi che accoglie e pacifica in sé, in un

sentire e un vedere unitario, le conflittualità interpretative

della mente duale) dovrebbe essere un intento pedago-

gico promosso nelle nostre scuole, ma non viene atteso.

Le nostre scuole favoriscono la conoscenza scientifica,

non la consapevolezza”.

Ecco l'anello mancante nei nostri metodi educativi!

Apprendere ad essere.

“In realtà l’osservazione di se stessi è una cosa sconosciuta

ai più”. Per questo, nelle nostre società si creano

facilmente situazioni di disagio, emarginazione, distanza,

dispersione, nonsense.

“Nella scuola, molti insegnanti credono di saper osservare

i propri allievi in modo oggettivo, ma quasi sempre non

hanno intrapreso lo sforzo di osservare se stessi, processo

che non avviene in modo automatico. Bisogna educarsi,

bisogna volerlo”.

Educarsi alla consapevolezza

Ascoltare se stessi vuol dire osservare come funziona la

propria mente, vedere le emozioni e i giudizi che “par-

tono” come frecce quando ci mettiamo in relazione con

altri.

Chi intraprende il cammino della consapevolezza (adulto

o bambino che sia) inizia a notare pensieri ricorrenti,

preoccupazioni, fantasticherie e discorsi accesi che si sca-

tenano nella mente e impediscono di cogliere ciò che ac-

cade nel momento presente. Allenandosi a questo

esercizio, l’essere umano impara a muoversi nella vita al

di là della reazione immediata in cui lo costringerebbe la

mente; agisce con padronanza di sè, vincendo chiusure,

aggressività, ossessioni, senso d’inadeguatezza o esclu-

sione; riesce a stare in relazione, in modo positivo, piace-

vole, democratico e collaborativo. Può finalmente

incontrare “l’Altro” così com’è, “uno specchio che per-

mette di vedere cose di me ancora inesplorate”.

News insegnanti Gruppo Abele

3

Il binocolo

La relazione è un elemento centrale: l'altro ci mostra un'altra strada, la sua, se sappiamo

aprirci e vederla. Riconoscere parti di sè nell'altro è un passo fondamentale per crescere.

Appunti liberamente tratti dalla dispensa di studio “Educare all’unità della persona” di C. Ramon - Università di Torino - Pedagogia

Un innovativo paradigma educativo: http://www.aliceproject.org/blog/wp-content/uploads/2010/05/TESI-corretta-Alice-Project.pdf

Apprendere ad essereApprendere ad essere

Page 4: News insegnanti GA - n° 21

"Il fine ultimo dell'educazione è l'integrità fisica, intellettuale,

affettiva ed etica dell'uomo nella sua interezza".

In realtà si verifica un processo contrario “Tutto ciò che circonda

l’uomo sembra incoraggiare la dissociazione degli elementi nella

sua personalità: la divisione della società in classi, l'alienazione

dal lavoro e la sua natura frammentata, l'opposizione artificiale

tra manuale e intellettuale del lavoro, la crisi delle ideologie, la

disintegrazione dei miti accettati e le dicotomie tra corpo e

mente o valori materiali e spirituali. Il modo in cui funziona l'istru-

zione e viene proposta agli adolescenti, la formazione offerta ai

giovani e l'informazione di massa che nessuno può evitare. …A

quest'opera di dissociazione della personalità umana contribui-

scono, intenzionalmente o no, anche la scuola e l'insegnamento

così come funzionano oggi, nonché la formazione che i giovani

ricevono e l'informazione a cui l'uomo non può sottrarsi.

Per le esigenze dell'istruzione è stata arbitrariamente ritagliata

una sola dimensione dell'uomo, quella intellettuale cognitiva e

sono state dimenticate o trascurate le altre, che regrediscono a

un livello embrionale o si sviluppano in modo anarchico. Sotto il

pretesto della ricerca scientifica o della specializzazione, viene

mutilata la formazione integrale di molti giovani."

Edgar Faure (1908-1988), Rapporto UNESCO del 1972

Nel 1972 un rapporto dell’UNESCO proponeva un’ interessante riflessione sull’educare:

Edgar Faure ne fu il curatore. Ecco la sua denuncia sullo stato dell’arte, ancora attualissima.

News insegnanti Gruppo AbeleLa collezione

Una scuola attenta all’integrità della persona. Una scuola attenta all’integrità della persona.

“Quello che salta agli occhi evidente dalle parole di

Faure è che la nostra scuola educa l'intelletto. Il Rap-

porto sulle strategie dell'educazione da cui sono tratte

queste frasi, è nato dal lavoro di un Organismo Inter-

nazionale che ha osservato il problema dell'educa-

zione su scala mondiale. Edgar Faure, Presidente della

Commissione, attraverso questo importante docu-

mento, faceva un appello ai governanti di tutto il

mondo occidentale denunciando l’inadeguatezza

dei metodi e degli strumenti educativi adottati per le

future generazioni nella cultura dell’incertezza della

civiltà post-industriale che stava avanzando a grandi

passi.

Era urgente allora, e ancor di più lo è oggi, quaran-

t'anni dopo, mettere a punto delle strategie educa-

tive in grado di ricondurre la Persona a prendere

coscienza dell’essere unico ed esclusivo che ogni in-

dividuo custodisce in sé, per recuperarne identità e

ruolo”. C.Ramon

Per approfondire: Faure, E., Rapporto sulle Strategie dell'Educazione,

Roma, Editore Armando/Unesco, 1973

4

Page 5: News insegnanti GA - n° 21

News insegnanti Gruppo Abele C’è posta per...

La scuola che voglio e quella che non voglio. La scuola che voglio e quella che non voglio.

Una lettera scritta da un “maestro” ad un altro “maestro”. Una lettera che parla dipassione e impegno in tanti anni dedicati ad in-segnare. Eccone alcuni stralci.

Non ho avuto la fortuna di conoscere la scuola di Barbiana, ma ho avuto il piacere di conoscere quella diLamezia. Un progetto di vita e di scuola che darà frutti importanti in un territorio dominato dalla ‘ndrangheta.Ecco la scuola che voglio, la scuola dell’educazione edella formazione, dove al centro c’è l’interesse di tuttigli alunni ...Ho notato il rispetto e la centralità degli inse-gnanti nella scuola che ti ho descritto e sono convintoche solo così si potrà avere un reale sviluppo. Caro Mauro, vado ancora a scuola per imparare e faresì che essa sia veramente quel percorso educativo chetutti evocano, ma che molti dimenticano. Sin da piccolo scelsi di insegnare... Dalla materne allesuperiori, dai convitti agli istituti professionali con alunnidi tutte le estrazioni sociali fino a dei ragazzi carceratiche, ogni mattina, mi venivano affidati dai carabinieri. ...La “ Scuola come centro di ricerca”. La scuola di tuttiaveva come centralità la formazione e la condivisionedegli obiettivi. Gli insegnanti, la specificità di un compitoimportante. Se oggi riesco ad essere seguito è perchéqueste esperienze mi hanno forgiato. Riesco a renderebello ciò che dico e la Filosofia e la Storia vengono con-testualizzate e chiarite con riferimenti concreti alla no-stra attualità storica e filosofica. Mi dispiace constatare, però, che centrale ormai èl’Istituto. Il Preside, ora Dirigente, nel chiuso della presi-denza emana circolari, quasi decreti ai quali bisognaubbidire... Gli alunni sono un prodotto confezionato contanto di etichetta sulla quale si legge la data di produ-zione con gli ingredienti: tanto di latino, tanto di greco

un po’ di matematica e fisica, filosofia e storia e poi untantino di questo e quell’altro. Qualche bel progetto eil prodotto è pronto. I programmi, uguali per tutti, senza insegnamento indi-vidualizzato e senza continuità didattica, gli incontriscuola famiglia a scadenza precisa, le regole scritte eaffisse in bella mostra in bacheca. Un’ efficienza straor-dinaria.Finita la scuola del confronto e del dialogo si è passati,purtroppo, alla scuola gestita dall’alto...con novità sta-bilite da cervelloni che hanno studiato come rispar-miare, come evitare gli sprechi, trasformando la scuolain una specie di fabbrica dove gli insegnanti sono queglioperai che bene aveva descritto Charlie Chaplin...Leggendo il programma che mi hai mandato ho sospi-rato con gioia: finalmente gli insegnanti si riuniscono e siconfrontano con persone che hanno un grande rispettodei docenti. Sono stanco di vedere decidere i percorsie i problemi della scuola a burocrati o politici che spessonon hanno mai insegnato. Vorrei una scuola vera, dovestanno a cuore l’educazione ( nel senso etimologico deltermine) e la formazione. Sono stufo di sentire che...questi docenti hanno bisogno... dei corsi di aggiorna-mento svolti da “esperti” ( questi sì esperti) che ti diconoquello che devi fare, come devi insegnare, come ecosa devi spiegare e come devi essere valutato... Sono sicuro che dal confronto nasceranno delle ideevere per potere dare fiducia alla nostra società e tantoincoraggiamento ai colleghi in questo momento diffi-cile. S.R.

5

Un insegnante

non ha potuto partecipare

al seminario di Barbiana.

Ecco la riflessione

che ci ha inviato:

“Mi dispiace non poter

essere con voi ...

In questi giorni,

leggendo il programma,

riflettevo sulla scuola

che mi piace.

Potrei disegnare

con la fantasia chissà quale

scuola e chissà

quali obiettivi, ma...

Non dobbiamo andare

molto lontano per vedere

una scuola vera e concreta.

Un esempio ce l’ha dato

Don Lorenzo e poi...

Page 6: News insegnanti GA - n° 21

La peer education alla Scuola di Barbiana.News insegnanti Gruppo Abele Lo stuzzicadenti

6

Nell'anno 1962 unificarono le medie e alzarono l'ob-bligo scolastico ai 14 anni. Mentre a Barbiana si continuava a proporre un ap-prendimento vivo e coinvolgente, nelle scuole pub-bliche dei dintorni si fece una vera e propria strage:il 54% dei ragazzi della prima media furono bocciati.A Barbiana arrivarono così 40 ripetenti.

Fino a quel momento la scuola della canonica rac-coglieva i figli dei contadini delle cascine sparse nelMugello, quelli che alla scuola pubblica non ci an-davano di certo e se ci andavano, venivano messiai margini.Che fare con 40 ragazzi in più?Il priore radunò i suoi primi allievi, sei ragazzini di13/14 anni circa che da quattro anni frequenta-vano la canonica, e disse loro:"Da domani sarete professori. Sceglietevi la materiain cui vi sentite più afferrati e datevi da fare a inse-gnarla a questi nuovi compagni. Io da solo micaposso far tutto! Mi occuperò solo di lingua e lingue."“A Barbiana i bocciati della prima media di Vicchioiniziarono così la loro nuova avventura e prima ditutto scoprirono una cosa che neanche immagina-vano: a scuola si va per imparare!

Fino a quel momento tutti loro sapevano che ascuola si andava per essere giudicati; ogni mattina,infatti, la maestra saliva in cattedra e sentenziava lacondanna: “Tu sei da tre, verrai bocciato. Tu da quat-tro e mezzo, non puoi pretendere nulla. Tu invece daotto, diventerai dottore come tuo padre”.A Barbiana invece, chi non aveva imparato, venivapreso per mano da tutti che lo aiutavano affinché im-parasse quello che ancora non sapeva; solo quandoil bambinello raggiungeva il livello dagli altri, alloratutti riprendevano ad andare avanti.Così i nuovi insegnanti (oggi li chiameremmo peereducator) si misero all'opera”.Michele scelse di fare l’insegnante di matematica.Il primo giorno da professore, visto che era stato no-minato in cattedra, pretese d'averne almeno una eandò a prendere coi nuovi allievi il tavolo che stavanella cucina di Barbiana. Era di marmo pesantissimo.Un ragazzino chiese: "Chissà quanto pesa?!! "A Michele venne da rispondere: "Se mi seguite perquattro mesi e fate gli esercizi che vi dico, peseremoquesto tavolo con carta e penna e senza bilancia! "La sfida li prese nell'animo e quel gruppo di ragazziniiniziò a seguire le lezioni senza perdersi una parola perarrivare all'obiettivo: pesare senza bilancia!

Siamo tornati a Barbiana.

Avevamo bisogno di

quell’isolamento, quella essenzialità

per ritrovare il senso profondo

che la scuola può significare per tanti

ragazzi che iniziano un nuovo anno.

Abbiamo ascoltato il racconto di

Michele Gesualdi e di altri allievi di

Lorenzo Milani, che ci hanno descritto

col cuore la scuola di Barbiana.

Quando un insegnante è in difficoltà, che cosa fa? La maggior parte di noi si arrovella in solitudine cercando una soluzione oppure...

dà voce alle “lamentazioni” che decantano le difficili condizioni in cui si deve operare.Il Maestro di Barbiana, invece, chiede aiuto ai ragazzi, sì, proprio ai suoi allievi!

In questo modo attiva una delle prime peer education (dopo don Bosco). Quell’esperienza cooperativa lancerà gli allievi ad un grande salto di maturazione.

Passione, intensità e benessere per tutti in una scuola attiva,

dove il problema degli altri riguarda tutti.

Page 7: News insegnanti GA - n° 21

7

News insegnanti Gruppo Abele Lo stuzzicadenti

Dopo quattro mesi di calcoli, radici quadrate, po-tenze, geometrie, superfici e solidi, si arrivò ai volumie ai pesi specifici ...e venne il gran giorno in cui siprovò a pesare il tavolo con carta e penna. A tutti i ragazzi il conto dava 54kg. Così si andò a verificare.Si costruì una pesa con una trave e si misero il tavoloda una parte e i pesi dall'altra. Michele aveva molto timore in cuor suo: "Che Diome la mandi buona! Che con l'approssimazionedelle misure delle parti del tavolo, il calcolo siaesatto"!La pesa segnò 54,4 kg.Quasi giusto, ma non perfetto! Michele fece notareai ragazzini che andava tolta la tara della trave... Pesarono anche quella: proprio 400 grammi da to-gliere!“Fu un successo. Tutti i ragazzi si diedero a misurareogni cosa, a partire dai mobili di casa, poi con cartae penna a calcolarne il peso. I genitori, stupiti, non sapevano che dire. Pensavano che a Barbiana fosse accaduto un mi-racolo: la passione per la matematica aveva cattu-rato quei somarelli!” A Barbiana accadeva sempre che si accendesserole passioni. Il priore sapeva che i ragazzi hanno biso-gno d'essere spinti oltre, debbono “appassionarsi”.Per questo riteneva che il maestro debba parlare airagazzi di grandi ideali proprio in quegli anni in cuihanno bisogno di infiammarsi.

Molti studiosi degli ultimi quarant’anni hanno cercatodi capire le strategie della pedagogia milaniana, manon ne vengono a capo per poterla delineare. Infattiè impossibile da definire in una programmazione di-dattica rigida e uguale per tutti.La vera caratteristica del maestro Lorenzo è quella distare di fronte ad ogni allievo nella sua unicità, com-prendendo di ciascuno ciò di cui ha bisogno per es-sere portato oltre le consuetudini e spinto allaconoscenza che esplora, cerca, ragiona, collega,avanza, cioè va oltre. Un vero maestro spinge l'allievo verso grandi valori,anche esagerando, lo lancia verso scopi alti: perquesto Lorenzo spingeva i suoi allievi ad aiutare glialtri e migliorare il mondo. Anche altri allievi, quelli che sono rimasti solo un anno,ci raccontano del maestro, ma quando chiediamoloro: "Perché i marmocchi facevano km di camminoa piedi in mezzo ai boschi per andare a Barbianadove c’era un maetro esigente e severo?" -gli allievi del priore rispondono: " Certo che ci andavamo! A Barbiana si stava vera-mente bene! Si imparava tanto, tantissimo, ma in unclima molto bello, intenso si, ma piacevole".Come attualizzare il suo metodo nelle nostre scuole?"Non spaventatevi" - dice Michele - "Barbiana non sipuò copiare. E’ un esempio unico, una luce specialeche indica la strada ad una scuola che vuole in-segnare " davvero.

Page 8: News insegnanti GA - n° 21

Ricco di spunti, esperienze ma anche prospettive ilconvegno che si e' svolto a fine settembre a Torino, organizzato dalla Fondazione per la scuola e UfficioPio dell’Istituto Bancario San Paolo e dal progetto“Provaci ancora Sam” del Comune di Torino.Ormai il tema della dispersione non può più essere circoscritto nei contesti del volontariato, nelle elite deimaestri professori e dirigenti più illuminati, nelle sceltedegli educatori...Gli allarmanti dati sociali (media del 18,8% in Italia)hanno portato il focus su una realtà da cambiare, mo-dificare, sulla quale è ncessario incidere prioritaria-mente.Alcune idee-chiave:-La dispersione scolastica è quasi totalmente derivante dalla povertà economica e culturale- La dispersione ci costa 70 miliardi, cioè circa il 4% del PIL- In alcune regioni (Puglia), attraverso investimenti regionali i livelli di in-cultura si sono drasticamente ridotti- I progetti di lotta alla dispersione necessitano di retilocali.- I dati ci dicono che è importante lavorare sulla prevenzione.

Alcune idee-chiave:- L’Europa ci chiede di abbassare il tasso di dispersione sotto il 10% entro il 2020.- C’è necessità di intervenire di più a livello personalecon i ragazzi in difficoltà- E’ fondamentale la metodologia che parta dalle situazioni dei ragazzi- E’ necessario costruire “alleanza educativa” tra in-segnanti, genitori, educatori, realtà del territorio: un’ “orchestra multidisciplinare”.- Bisogna attivare un’anagrafe degli studenti

Molto significativa la presenza costante e costruttivadel sottosegretario al'istruzione Marco Rossi Doria inquesto convegno che ha coinvolto i partecipanti inuna due giorni intensa e arricchente.Tutti gli interventi, i contributi internazionali e Italiani,hanno considerato la situazione attuale in profondacrisi economica, sottolineando che può trasformarsiin una grossa occasione se si attivano altre risorse,coinvolgendo e responsabilizzando più “attori”.

Per gli atti che saranno disponibili tra breve tempo oper il materiale già disponibile:http://www.provaciancorasam.it

A.E.

News insegnanti Gruppo Abele

Una rete per superare la dispersone scolastica.

M. Rossi Doria,

a Torino,

durante un convegno che

ha denunciato costi e

rilanciato prospettive sulla

dispersione scolastica,

ha ricordato i ragazzi che

entrando nella scuola

si chiedono:

“Perché sono qui?”.

Sarebbe bello poter

rispondere come ha detto

il prof. Charmet:

“Voi potete salvare

il pianeta…”.

Cari colleghi,sulla prossima news presenteremo altri contributi del laboratorio “La scuola che mi piace” di Barbiana: le intense riflessioni di Monica Lazzaretto, Maria Grimaldi, Cesare Moreno... Se volete partecipare sui temi trattati nella news o nel seminario, siamo lieti di pubblicarvi! Nell’intento di raccogliere positività che educano davvero, il nostro viaggio nelle scuole che ci segnalate eil nostro impegno di “cantastorie” prosegue . Scrivete a [email protected]. Buon lavoro a tutti! G.A.