G. Graffi, S. Scalise, Le lingue e il linguaggio Capitolo V La struttura delle parole: morfologia.

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G. Graffi, S. Scalise, Le lingue e il linguaggio

Capitolo V

La struttura delle parole: morfologia

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Introduzione

Morfologia:

studio delle parole e delle varie forme che le parole possono

assumere

Dà conto di tutte le conoscenze che un parlante ha delle parole della

propria lingua (competenza morfologica):

se una parola è ben formata o meno

se una parola è possibile o non possibile

a quale categoria lessicale appartiene

come si può combinare con prefissi e suffissi o con altre parole

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Introduzione

Le parole possono essere:

Semplici (senza struttura interna) [capo]

Complesse (con struttura interna) Parole derivate: [ex-capo] [capetto]

Parole composte: [capostazione]

Sia le parole semplici che le parole complesse devono essere

flesse quando sono usate in una frase:

[capi], [ex-capi], [capetti], [capistazione]

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1. La nozione di parola

Nozione molto difficile da definire formalmente I parlanti di una lingua sanno istintivamente che cosa è e che cosa non è una

parola Ma ciò che conta come «parola» in una lingua non sempre vale per altre lingue

italiano latinoil ragazzo puerha dato dedituna rosa rosama Maria Mariae

Italiano:a / iprecipitevolissimevolmente

Eschimese:Iqalussuarniariartuqqusaagaluaqaagunnuuq‘è stato detto che abbiamo avuto l’ordine tassativo di andare fuori a pescare pescecani’

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1. La nozione di parola: criteri definitori

Definizione “grafica”

Parola = ciò che è compreso tra due spazi bianchi

intuitivamente semplice ed efficacie, ma funziona solo per le lingue dotate di scrittura (lineare)

Lingue senza scrittura (in Somalo il sistema di scrittura è stato introdotto solo nel 1972)

scriptio continua (Cinese e Latino)

Composti: In. world tour / It. angolo cottura

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1. La nozione di parola: criteri definitori

Definizione fonologica“tutto ciò che si raggruppa attorno ad un accento principale / primario”

dàglielo / telèfonagli / dìmmelo

gentiluómo càpostaziòne...ma ?raccòlta rifiùti

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1. La nozione di parola: criteri definitori

Definizione sintattica o distribuzionale Parola = unità della lingua che può essere usata da sola, che

può da sola formare un enunciato questo criterio esclude le parole grammaticali (di, e, con

ecc.) che di norma non possono costituire un enunciato

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Definizione morfologicaParola = unità al cui interno non si può inserire dell’altro materiale linguistico (una sequenza in-interrompibile di morfemi)

Derivazione

1) salda-tore efficiente / efficiente salda-tore vs *salda-efficiente-tore

Composizione

2) aspira-polvere *aspira-molta-polvere

3) veloce treno merci / treno merci veloce vs *treno veloce merci

‘di + logica’ di complicata logica…

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Le soluzioni contemporanee a questo problema distinguono varie accezioni di «parola», a seconda del punto di vista adottato parola fonologica ≠ parola morfologica ≠ parola sintattica

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1.1. Tema, radice e forma di citazione

Forma di citazione o lemma:forma convenzionale che nei dizionari rappresenta tutte le forme flesse che una parola può avere. In italiano:

Verbi infinito Nomi maschile/femminile singolare Aggettivi maschile singolare (agg. a 4 uscite)

maschile/femminile singolare (agg. a 2 uscite)= amare, libro, casa, bello, felice

Tema:togliendo la desinenza flessiva -re a un verbo regolare come amare resta ama- (tema verbale)

Radice:il tema si può analizzare a sua volta come una radice (am-) più una vocale tematica (-a)

Le vocali tematiche dell’infinito italiano sono tre: -a (cont-a-re) -e (tem-e-re) ed -i (sent-i-re)

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2. Classi di parole

Le parole di una lingua sono tradizionalmente raggruppate in classi o parti del discorso, dette anche categorie lessicali

Secondo le grammatiche tradizionali dell’italiano, le parti del discorso sono:

Nome (Simona, tavolo)Verbo (camminare)Aggettivo (rosso, rapido)Pronome (io, lui, lo, ci)Articolo (il, la, un)Avverbio (già, lentamente)Preposizione (di, a, con)Congiunzione (e, ma, o)Interiezione (ahi!, ehi!, oplà!)

variabili

invariabili

aperte

chiuse

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2. Classi di parole

L’inventario delle parti del discorso non è lo stesso per tutte le lingue del mondo! Non è quindi universale.

Per esempio, il latino non ha gli articoli.

Anche Russo e Cinese non hanno articoli. Molte lingue non hanno gli aggettivi come parti del discorso.

Quindi i significati aggettivali sono espressi con Nomi o Verbi: in Cambogiano, i significati aggettivali sono espressi da una classe di

verbi (Huffman 1970) Lo Hausa (famiglia afro-asiatica) usa i nomi per esprimere proprietà:

un grande uomo = uomo con la grandezza

Inoltre, le proprietà delle singole classi cambiano da lingua a lingua. Gli aggettivi sono variabili in italiano ma invariabili in inglese.

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2. Classi di parole

Alcune classi di parole, però, sembrano essere presenti in tutte le lingue (universali): Nome e Verbo

Le parti del discorso non possono essere riconosciute in base a criteri semantici: nomi esprimono entità (festa, cerimonia, metamorfosi, -zione) verbi esprimono azioni (stare, amare, sapere)

ma attraverso criteri distribuzionali (i contesti in cui possono o non possono ricorrere) Articolo = può precedere un Nome ma non un Verbo Nome = può precedere un Verbo ma non un Articolo

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2.1. Categorie e sottocategorie

Un parlante sa che le parole della propria lingua hanno proprietà diverse: per esempio, i nomi possono essere:

Questo sistema di tratti binari (+/-) suddivide la categoria Nome in sottocategorie

Ogni Nome possiede un valore per ogni tratto: ragazzo [-astratto] [+animato] [+numerabile] [+comune] [+umano] libro [-astratto] [- animato] [+numerabile] [+comune] [- umano]

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2.1. Categorie e sottocategorie

Anche i Verbi possono essere distinti in: [±transitivo] [±regolare] [±costruzione progressiva]

[+costr. progressiva] = sto leggendo [-costr. progressiva] = *sto sapendo la risposta (verbi stativi)

Le informazioni di categoria e sottocategoria lessicale regolano il funzionamento delle parole in sintassi e in morfologia Sintassi: Il ragazzo (*cane / *virtù/ *sporcizia) legge il libro Morfologia: -iera (“contenitore di N”)

a. conigliera, uccellierab. cappelliera, salierac. *Gianniera, *Franchierad. *virtuiera, *pazienziera

suffisso –bile ?

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3. Morfema

Definizione:

la più piccola parte di una lingua dotata di significato Ogni morfema è un segno linguistico

boys boy = ‘umano, non adulto, maschile’-s = 'plurale’

libri libr- = 'insieme di fogli stampati’-i = 'plurale’

Classificazione: morfemi lessicali: boy, libr- (non varia con il contesto linguistico)

morfemi grammaticali: -s, -i (di, a, ecc.) morfemi liberi: possono ricorrere da soli in una frase

(preposizioni semplici, parole come bar, ieri, virtù, ecc)

morfemi legati: non possono ricorrere da soli in una frase

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3.2. Parola e morfema

Le nozioni di parola e morfema non coincidono: in inglese le parole semplici sono monomorfemiche (book) in italiano, nomi e aggettivi semplici sono bimorfemici

(cas+a, bell+o – in inglese: parola anche senza i morfemi flessivi)

in italiano, i verbi regolari sono trimorfemici (am+a+re) le parole complesse italiane possono essere trimorfemiche

e oltre (in+util+ità)

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3.3. Morfema e allomorfi

Morfema designa un’unità astratta realizzata a livello concreto da un allomorfo:

Fonologia MorfologiaLiv. astratto fonema morfemaLiv. concreto allofono allomorfo

Un noto caso di allomorfia è quello del plurale dei Nomi in inglese, realizzato graficamente come -s e -es.

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3.3. Morfema e allomorfi

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3.3. Morfema e allomorfi

Allomorfia condizionata foneticamente; i diversi allomorfi del plurale inglese sono in distribuzione complementare.

Un altro caso di allomorfia, in italiano:

la distribuzione dell’articolo maschile, il e lo / i e gli:

-prima di vocale

-prima di s+Cons

-prima del suono ‘sc’ in sciocchi

-prima della ‘gn’ in gnomi

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5. Morfologia come «processo»

La morfologia cerca anche di capire e spiegare le vie attraverso cui le parole sono state formate e i principi ai quali sottostanno.Per esempio: La suffissazione di norma cambia la categoria della base

[veloce]A [[veloce]A+ità]N [atomo]N [[atomo]N+izzare]V

Se non cambia la categoria, ci possono essere cambiamenti di sottocategoria.

[fiore]N + ista]N [-animato] [+animato]

La prefissazione di norma non cambia la categoria della base.

[attivo]A [in+attivo]A [presidente]N [ex+presidente]N

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4. Flessione, derivazione e composizione

Le parole possono subire diversi tipi di modificazione Derivazione:

crea parole nuove aggiungendo una forma legata (affisso) a una forma libera

Prefissazione: marito ex+marito Suffissazione: dolce dolcemente Infissazione: su:lu ‘cane’ su:kalu ‘del cane’ (Ulwa, lingua

Nicaraguense) Composizione:

forma parole nuove a partire da due parole esistenti (due forme libere) capo + stazione capostazione dolce + amaro dolceamaro

Flessione:aggiunge alla parola di base informazioni relative a genere, numero, caso, tempo, modo, diatesi, persona, ecc.

bello bella, libro libri, ama amava

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Morfologia come «processo»

Non tutte le combinazioni possibili di forme libere creano un composto ben formato

[dolce]A [amaro]A [dolce+amaro]A

[amaro]A [dispari]A *[amaro+dispari]N

Per es. l’ordine dei costituenti in un composto non è libero [capo]N [stazione]N [capo+stazione]N *[stazione+capo]

[porta]V [lettere]N [porta+lettere]N *[lettere+porta]

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Morfologia come «processo»

incredibilmente[crede]V[[crede/i]V + bile]A[in [[credi]V + bile]A]A[[in [[credi]V + bile]A]A + mente]Avv

industrializzazione

[industria]N

[[industria]N + le]A

[[[industria]N + le]A izz-a]V [[[[industria]N +le]A + izz-a]V + zione]N

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Morfologia come «processo»

Parasintesi

prefisso + base + suffisso = VERBI o AGGETTIVI

Es: ingrassare / ingiallire

infornare / imbottire

*in+grasso

*/° grass(o) + are

sfegatato

*sfegato

*/° fegat + ato

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6. Allomorfia e suppletivismo

Suppletivismo:quando nello stesso paradigma morfologico si trovano radicali formalmente diversi (non-relazionati) ma evidentemente legati semanticamente

vad-o va-i va-nno vs. and-iamo anda-te anda-i and-rei acqua vs. idr-ico cavallo vs. equ-estre vs. ipp-ico

Allomorfia:quando nello stesso paradigma morfologico si trovano alternative formali dello stesso radicale (alternanza motivata fonologicamente)

Marte Marziano perfetto perfezione ( [t] [ts] )

I fenomeni di suppletivismo non sono prevedibili e devono essere esplicitamente rappresentati nel Lessico

I fenomeni di allomorfia sono prevedibili (applicazione di regole) e non devono essere «scritti» nel Lessico

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7. Parole semplici e parole complesse

Parole semplici:non possono essere analizzate (segmentate) in morfemi. Sono «date», elencate nel Lessico

ieri, sempre, ogni, bar Parole complesse:

possono essere analizzate morfologicamente in costituenti (morfemi). Sono costruite tramite regole

parola suffissata (vin+aio, bar+ista) parola prefissata (dis+adatto, in+elegante) parola composta (capo+stazione, alto+piano) parola suffissata più volte (industri+al+izza+zione) prefissata più volte (ex+pro+console) composta più volte (tergi+lava+lunotto) suffissata e prefissata (in+desider+abile) composta e suffissata (croce+rossa+ina,

ferro+via+ario) composta e prefissata (in+vero+simile) composta, prefissata e suffissata (in+vero+simile+mente)

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8. Parole suffissate

La suffissazione in italiano di solito cambia la categoria/sottocategoria della base:

N V -izzare (atomo atomizzare)N A -oso (fama famoso)N N -aio (giornale giornalaio)V N -zione (amministra(re) amministrazione)V A -bile (giustifica(re) giustificabile)A N -ezza (bello bellezza)A V -ificare (beato beatificare)A Avv -mente (geloso gelosamente)

Ci sono anche suffissi che non cambiano la categoria della base (suffissi valutativi):

-ino/-ina: libro librino, bello bellino-accia/accio: casa casaccia, grasso grassoccio

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9. Parole prefissate

La prefissazione in italiano non cambia la categoria della base Generalmente, in italiano, i prefissi si aggiungono più facilmente

a Nomi e Aggettivi che non a Verbi Molti prefissi si aggiungono a più di una categoria:

Pref+N / Pref+A = in-esperienza, in-capace (vedi anche incassare o ingiallire)

Pref+A / Pref+V = stra-grande, stra-vedere

Pref+N / Pref+A / Pref+V dis-armonia, dis-abile, dis-fare

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10. Morfologia e significato

La formazione delle parole consta di una parte formale e di una

parte semantica composizionale:

vino+aio = ‘persona che vende vino’

giornale+aio = ‘persona che vende giornali’

verdura+aio = ‘persona che vende verdura’

parte formale:aggiunta di -aio

parte semantica:parafrasi composizionale‘persona che svolge unattività connessa con N’

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Nomi d’azione e di risultato

-mento, -zione, -tura, -io, -ata, ecc. Formano nomi ambigui fra processo e risultato del processo.

- La creazione dell’ultimo modello è stata estremamente laboriosa. Azione

-La tua creazione è molto elegante Risultato

-La tua creazione *(dell’abito) è molto elegante

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Nomi d’agente e di strumento

Agente Strumento

[+umano] [-umano]

-aio fioraio -ista fiorista -tore amministratore calcolatore -ino postino colino

N.B. nomi in –aio sono anche nomi di luogo (pollaio, formicaio, ecc.)

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11. Composti dell’italiano

Non tutte le combinazioni delle categorie lessicali teoricamente disponibili sono possibili

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11.1. Testa dei composti

Normalmente, un composto ha la stessa categoria lessicale e tratti di sottocategoria di uno dei suoi costituenti: diremo che questo costituente è la TESTA del composto

Test «È UN»: camposanto «È UN» Nome perché campo è Nome (categoria) camposanto «È UN» tipo di campo, non un tipo di santo (semantica)

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11.2. Ancora sulla «testa» dei composti

In alcune lingue la testa dei composti può essere identificata «posizionalmente» In inglese la testa è «a destra»

A + N = N black-board lett. ‘nera asse, lavagna’P + N = N overdose ‘overdose’V + N = N rattlesnake ‘serpente a sonagli’N + A = A honey-sweet ‘dolce come il miele’

In italiano la situazione è più complessa:N + N pescecane testa a sinistraN + A camposanto testa a sinistraA + N gentiluomo testa a destraN + N terremoto testa a destraN + N scuolabus testa a destra

Ma sincronicamente i composti italiani hanno di norma la testa a sinistra

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11.6. Composti endocentrici, composti esocentrici e composti «dvandva»

I composti che hanno una testa sono endocentrici Ma non tutti i composti hanno una testa (composti esocentrici):

[[dormi]V+[veglia]V]N

[[porta]V+[lettere]N]N

[[senza]P+[tetto]N]N

[[pelle]N+[rossa]A]N

I composti «dvandva» o di coordinazione sono formati da due costituenti possibili teste, sia categorialmente sia semanticamente

[[cassa]N+[panca]N]N

[[agro]A+[dolce]A]A