fuori dal centro in LE NOSTRE VOCI Nr. 20 Giugno... · Anno X° N.20 Giugno 2009 Periodico...

6
Anno X° N.20 Giugno 2009 Periodico dell’Associazione “Il Clan/Destino onlus” Sede legale: Via San Giuseppe, 36 - 21047 Saronno VA Registrazione n° 07/02 del Tribunale di Busto Arsizio Direttore Responsabile: Lucia Saccardo www.il-clan-destino.it scrivici@ il-clan-destino.it IL CLAN/DESTINO fuori dal centro in LE NOSTRE VOCI EDITORIALE Lo sport è una parte importante della nostra esistenza sia da un punto di vista fisico che psichico. Su questa rivista non è uno dei temi toccati di frequente; abbiamo però deciso di farne il tema principale di questo numero, cogliendo anche l’occasione dell’evento “Il terzo tempo …. continua”, promosso da “Fareassieme Lombardia” ed organizzato a Como Il 3 e 4 aprile dall’associazione NEP (Nessuno è perfetto). Su questa manifestazione, che ha visto una nutrita nostra rappresentanza, pubblichiamo un articolo che nella sua forma “corale” bene esprime il tipo di coinvolgimenti dei nostri partecipanti. Sempre a più voci, dai dibattiti del “martedì pomeriggio”, l’articolo che vuole focalizzare la relazione tra benessere psichico ed attività corporea. Ci sono poi contributi di soci sulle proprie preferenze sportive: Andrea ci parla della sua passione per il tennis (ha vinto una coppa al “Il terzo tempo … continua”), Davide ci parla dei suoi slanci agonistici a ping-pong e a calcetto, Irma della sua abitudine di tenersi in forma andando in palestra, Glauco ha trovato un comodo sistema per rilassarsi e ce lo racconta. ). E anche i contributi di qualche operatore: Luisella ci spiega cosa fa il suo gruppo di ginnastica dolce e shiatzu, Massimo parla della squadra di Pallavolo che si è formata quest’anno ed ha già all’attivo la partecipazione ad un torneo (che si è concluso l’8 di maggio E veniamo agli altri temi del numero. Ultima tra le “psicologhe” operanti nel Clan, la dr. Cinzia La Monica ha concluso in maggio la sua collaborazione; così ci troviamo per l’ennesima volta a testimoniare la nostra gratitudine per quello che questi operatori ci hanno dato e contemporaneamente il dispiacere per il troncamento del legame affettivo che si era instaurato. Verrà colto questo messaggio da chi di dovere ? Pubblichiamo anche la lettera di una socia che da sempre partecipa attivamente, una lettera che parla di esistenze disagiate e “porte chiuse”. Come in altre occasioni siamo aperti a questo tipo di contributi, anzi pensiamo di istituire uno spazio apposito, chiamandolo “La PAROLA agli ... utenti” per sottolineare che si tratta di una tribuna dove si possa liberamente parlare, soprattutto se questo implica sollevare questioni di interesse comune. Siamo ovviamente anche impegnati a riportare eventuali repliche, commenti, precisazioni, discussioni, suscitati dal tema degli interventi. Infine diamo, dal verbale dell’assemblea annuale che quest’anno si è svolta il 18 marzo ed ha anche rinnovato il direttivo (ha durata triennale), il resoconto delle iniziative che sono state prese nel 2008 e l’anticipazione di quelle che si sono già svolte o che sono in cantiere per l’anno in corso. SPORT COME AGONISMO .... UNA SQUADRA DI PALLAVOLO? E VOILÀ I CRAZY FROGS SALTARE PER CRESCERE Tutto nacque durante le attività estive dello scorso anno, durante quei caldi pomeriggi estivi che non sai bene cosa fare e cosa proporre di nuovo per interessare un po’ i nostri “apatici e fiacchi” pazienti del CRA. Alcuni colleghi di altri centri, che avevano già una squadra, ci proposero un incontro, così, tanto per divertirci …. Noi del tutto sprovveduti, accettiamo subito, giusto per fare qualcosa di diverso … la cosa fu talmente divertente e interessante che la ripetemmo un paio di volte, riscontrando sempre maggior impegno e partecipazione … Quello che vedevamo erano persone che si impegnavano a tal punto pur di ottenere un risultato ed in maniera del tutto insospettata vivevano lo spirito di squadra e l’impegno alla competizione . Sembrava quasi di vedere un nuovo aspetto dei nostri “soliti” pazienti, una nuova “forza”… una grande determinazione nel coniugare il gesto fisico- sportivo quasi come una sorta di “riscatto” del sé in pubblico, allo stesso tempo protetto e rinforzato dal clima della squadra.. la disponibilità a far fatica ma con cocciutaggine tentare di riuscirci lo stesso, tutti assieme … e sperando nella prossima volta che vada e si possa far meglio … Questa convinzione, condivisa poi coi pazienti, ci fece venire l’intuizione di provare ad organizzare una vera e propria squadra, inserita in un torneo … con tanto di regolamento, programma di allenamento, impegno agonistico, con un calendario settimanale di incontri, all’interno di un eare quel senso di appartenenza al gruppo e costruisce l’identità di rsino ottenuto torneo regionale a dieci squadre. Con grande passione ci siamo messi a cercare uno sponsor che sostenesse le spese dei materiali necessari e dell’abbigliamento (una borsa completa di tutto, tuta e scarpe comprese, per 15 persone) e l’abbiamo trovato nella generosità di un amico e nella comprensione di altri … nella convinzione che anche una “bella e seria divisa” favorisce a cr squadra, sin dall’inizio … Poi, grazie anche ai buoni rapporti di collaborazione col Comune, abbiamo cercato e trovato la palestra in cui allenarci e pe l’uso del palazzetto sportivo per le gare con gli ospiti …. E così, in settembre, abbiamo cominciato ad allenarci settimanalmente, ALL’ INTERNO Pag 4 Contributi fisici al riequilibrio Pag 5 Anche Cinzia, come le altre ... Pag 56 La PAROLA agli .... utenti Pag 6 Attività sociali Riepilogo 2008 / Programmi 2009 Pag 1

Transcript of fuori dal centro in LE NOSTRE VOCI Nr. 20 Giugno... · Anno X° N.20 Giugno 2009 Periodico...

Anno X° N.20 Giugno 2009 Periodico dell’Associazione “Il Clan/Destino onlus” Sede legale: Via San Giuseppe, 36 - 21047 Saronno VA Registrazione n° 07/02 del Tribunale di Busto Arsizio Direttore Responsabile: Lucia Saccardo www.il-clan-destino.it scrivici@ il-clan-destino.it

IL CLAN/DESTINO fuori dal centro

in LE NOSTRE VOCI

EDITORIALE Lo sport è una parte importante della nostra esistenza sia da un punto di vista fisico che psichico. Su questa rivista non è uno dei temi toccati di frequente; abbiamo però deciso di farne il tema principale di questo numero, cogliendo anche l’occasione dell’evento “Il terzo tempo …. continua”, promosso da “Fareassieme Lombardia” ed organizzato a Como Il 3 e 4 aprile dall’associazione NEP (Nessuno è perfetto). Su questa manifestazione, che ha visto una nutrita nostra rappresentanza, pubblichiamo un articolo che nella sua forma “corale” bene esprime il tipo di coinvolgimenti dei nostri partecipanti. Sempre a più voci, dai dibattiti del “martedì pomeriggio”, l’articolo che vuole focalizzare la relazione tra benessere psichico ed attività corporea. Ci sono poi contributi di soci sulle proprie preferenze sportive: Andrea ci parla della sua passione per il tennis (ha vinto una coppa al “Il terzo tempo … continua”), Davide ci parla dei suoi slanci agonistici a ping-pong e a calcetto, Irma della sua abitudine di tenersi in forma andando in palestra, Glauco ha trovato un comodo sistema per rilassarsi e ce lo racconta.

).

E anche i contributi di qualche operatore: Luisella ci spiega cosa fa il suo gruppo di ginnastica dolce e shiatzu, Massimo parla della squadra di Pallavolo che si è formata quest’anno ed ha già all’attivo la partecipazione ad un torneo (che si è concluso l’8 di maggioE veniamo agli altri temi del numero. Ultima tra le “psicologhe” operanti nel Clan, la dr. Cinzia La Monica ha concluso in maggio la sua collaborazione; così ci troviamo per l’ennesima volta a testimoniare la nostra gratitudine per quello che questi operatori ci hanno dato e contemporaneamente il dispiacere per il troncamento del legame affettivo che si era instaurato. Verrà colto questo messaggio da chi di dovere ? Pubblichiamo anche la lettera di una socia che da sempre partecipa attivamente, una lettera che parla di esistenze disagiate e “porte chiuse”. Come in altre occasioni siamo aperti a questo tipo di contributi, anzi pensiamo di istituire uno spazio apposito, chiamandolo “La PAROLA agli ... utenti” per sottolineare che si tratta di una tribuna dove si possa liberamente parlare, soprattutto se questo implica sollevare questioni di interesse comune. Siamo ovviamente anche impegnati a riportare eventuali repliche, commenti, precisazioni, discussioni, suscitati dal tema degli interventi. Infine diamo, dal verbale dell’assemblea annuale che quest’anno si è svolta il 18 marzo ed ha anche rinnovato il direttivo (ha durata triennale), il resoconto delle iniziative che sono state prese nel 2008 e l’anticipazione di quelle che si sono già svolte o che sono in cantiere per l’anno in corso.

SPORT COME AGONISMO .... UNA SQUADRA DI PALLAVOLO? E VOILÀ I CRAZY FROGS … SALTARE PER CRESCERE Tutto nacque durante le attività estive dello scorso anno, durante quei caldi pomeriggi estivi che non sai bene cosa fare e cosa proporre di nuovo per interessare un po’ i nostri “apatici e fiacchi” pazienti del CRA. Alcuni colleghi di altri centri, che avevano già una squadra, ci proposero un incontro, così, tanto per divertirci …. Noi del tutto sprovveduti, accettiamo subito, giusto per fare qualcosa di diverso … la cosa fu talmente divertente e interessante che la ripetemmo un paio di volte, riscontrando sempre maggior impegno e partecipazione … Quello che vedevamo erano persone che si impegnavano a tal punto pur di ottenere un risultato ed in maniera del tutto insospettata vivevano lo spirito di squadra e l’impegno alla competizione . Sembrava quasi di vedere un nuovo aspetto dei nostri “soliti” pazienti,

una nuova “forza”… una grande determinazione nel coniugare il gesto fisico-sportivo quasi come una sorta di “riscatto” del sé in pubblico, allo stesso tempo protetto e rinforzato dal clima della squadra.. la disponibilità a far fatica ma con cocciutaggine tentare di riuscirci lo stesso, tutti assieme … e sperando nella prossima volta che vada e si possa far meglio … Questa convinzione, condivisa poi coi pazienti, ci fece venire l’intuizione di provare ad organizzare una vera e propria squadra, inserita in un torneo … con tanto di regolamento, programma di allenamento, impegno agonistico, con un calendario settimanale di incontri, all’interno di un

eare quel senso di appartenenza al gruppo e costruisce l’identità di

rsino ottenuto

torneo regionale a dieci squadre. Con grande passione ci siamo messi a cercare uno sponsor che sostenesse le spese dei materiali necessari e dell’abbigliamento (una borsa completa di tutto, tuta e scarpe comprese, per 15 persone) e l’abbiamo trovato nella generosità di un amico e nella comprensione di altri … nella convinzione che anche una “bella e seria divisa” favorisce a crsquadra, sin dall’inizio … Poi, grazie anche ai buoni rapporti di collaborazione col Comune, abbiamo cercato e trovato la palestra in cui allenarci e pel’uso del palazzetto sportivo per le gare con gli ospiti …. E così, in settembre, abbiamo cominciato ad allenarci settimanalmente,

ALL’ INTERNOPag 4   Contributi fisici al riequilibrio 

Pag 5  Anche Cinzia, come le altre ... 

Pag 5‐6  La PAROLA agli .... utenti 

Pag 6   Attività sociali ‐ Riepilogo 2008 / Programmi 2009 

Pag 1

il numero dei giocatori era sempre molto variabile, a secondo degli

ti da questo

olo: l’immediatezza nel rispondere ogni volta a nuove

e nostre

o questo il “materiale”

o atletico comporta, coinvolgendo anche le

di ciò che riusciamo a raggiungere

sagio psichico, che poi è il

o con nuovi giocatori … e siamo già con la testa al prossimo anno …..

li opportuni insegnamenti.

umori e dello stato di salute del momento. Subito c’è stata l’esigenza di darci un nome … ma un nome speciale, unico, originale, che ci distinguesse e che per noi avesse un senso in cui identificarci e riunirci. Casualmente la nostra divisa è maglietta verde e pantaloncini neri …. e allora: verde come le rane, che continuano a saltare come noi, e poi gracidano e fanno … CRA .. CRA … CRA, e noi siamo appunto al CRA … e siamo pure un po’ “mattarelli”… un po’ di slang d’oltreoceano non guasta ed ecco i CRAZY FROGS. Ci siamo sentiti subito tutti rappresentanome e credo che questa sia stata la nostra prima vittoria! Sin dall’inizio abbiamo chiarito e condiviso il senso di questa attività: non è semplicemente uno spazio per il divertimento o tempo libero occasionale, quando più o meno se ne ha voglia … ma è una “vera” attività sportiva, cioè una disciplina. Vale a dire che c’è l’adesione ad un progetto di squadra, a lungo termine. Con obiettivi che si raggiungono attraverso un percorso lungo, che richiede impegno e fatica, sforzo e sacrificio, allenamento costante e continuo, apprendimento e rispetto di regole tecniche e sociali, acquisizione del proprio ruolo e del proprio posto all’interno di un sistema, che si deve muovere all’unisono , con la responsabilità di ciascuno. Un meccanismo che deve trovare il suo perfetto equilibrio interno, e adattarsi in una frazione di secondo, alla nuova situazione che viene a crearsi ogni volta che arriva la palla. Questo è lo straordinario fascino della pallavsituazioni. In più c’è la vita di spogliatoio, la panchina, il disagio dei viaggi della trasferta. E poi ancora lo sprone continuo dell’allenatore (per ora lo stesso educatore), in un rapporto di continua ambivalenza tra amico / nemico, amato / odiato, stimolatore / consolatore, facilitatore / persecutore, guida e riferimento in un rapporto squisitamente sportivo, che non ha simili all’interno dellstrutture e della relazione educativo - terapeutica. E’ una questione un po’ complicata che inizialmente, ovviamente, comporta anche molte difficoltà di comprensione e adattamento, delusioni e fallimenti e sconfitte.. ma è proprio tuttinteressante per noi, sul quale lavorare. Ci siamo accorti dell’importanza di costruire un’armonia tra la testa e il corpo, che l’uno non esiste senza l’altro, e dei messaggi che quest’ultimo ci invia. Come quando riusciamo ad indirizzare la nostra forza verso un obiettivo scelto e voluto, e conoscere “quella scarica di adrenalina” che un bel gestnostre emozioni. La frustrazione non è mancata … ma siamo andati avanti. Non è un percorso facile né gratuito … non è sempre divertente incontrare gli avversari e uscirne perdenti o fare tanta fatica per non portare a casa nemmeno un punto. L’aspetto agonistico ci obbliga a far fronte ad un impegno, all’interno di un sistema più ampio, quello di un torneo, che ci vede protagonisti e partecipi responsabili. Abbiamo imparato ad “ascoltarci” e ad essere soddisfati o meno relativamente all’impegno di ciascuno. Abbiamo imparato anche ad affrontare la delusione e la frustrazione di arrivare ultimi, ma anche la grande gioia di vincere quell’unica partita. Abbiamo però anche capito che anche il risultato è importante: è la conferma oggettiva e che possiamo mostrare agli altri. Inoltre è stata anche l’occasione per stabilire contatti significativi con la locale associazione di pallavolo (che milita in B2…) con la quale si prospettano in futuro collaborazioni e “fare assieme” chissà cos’altro … Tutto questo in quello spirito di costruire una rete sociale e territoriale, sempre più vasta e ricca di interessi e sensibilità, al fine di realizzare quella inclusione sociale della persona con difine ultimo di una “buona pratica” riabilitativa Al termine del torneo a 10 squadre siamo arrivati noni a pari merito. La soddisfazione è di avercela fatta a tenere sino alla fine e di aver affrontato tutte le partite. Sentiamo di essere cresciuti tantissimo e di aver appreso tecniche e mentalità di squadra che prima erano totalmente sconosciute, la squadra sta crescendo e si sta allargand

Da ultimo siamo stati i protagonisti nell’organizzare la mega festa finale di tutto il torneo a “casa nostra”… abbiamo fatto venire da noi 200 persone, prima a giocare e poi tutti a mangiare, con una festa con spazi e premi per tutti … un trionfo di contentezza per tutti. Ecco qui il nostro primo trofeo: i Crazy Frogs grandi protagonisti di se stessi. Massimo Airoldi & Crazy Frogs

ILTENNIS

Questo sport si disputa in un campo rettangolare, diviso a metà da una rete, tra due o quattro giocatori che si inviano a vicenda la palla, da una parte all’altra della rete, con l’aiuto di una racchetta di forma ovale. Il primo torneo di tennis si svolse nel 1877 in Inghilterra a Wimbledon e, nel giro di pochi anni si diffuse ovunque. Ma le ricerche storiche dicono che un gioco simile all’attuale tennis veniva sicuramente praticato già prima del 1555 e forse ancor prima, nel medioevo era in uso. Questo sport si può praticare su terreni, detti “campi”, di diversa consistenza : sull’erba, oppure su terra battuta la cosi detta “terra rossa”, o sul cemento od anche sul sintetico il “tartan”. Il gioco del tennis viene praticato in tutti i paesi del mondo. Non vi è regione di questa terra dove non esista un “campo” da tennis, normalmente le gare si distinguono tra quelle i cui concorrenti sono maschili da quelle in cui i concorrenti sono femminili. Le partite si chiamano “singolare” se a giocare sono uno da una parte ed uno dall’altra parte della rete, oppure “doppio” quando i giocatori sono due per parte. Può essere praticato all’aperto oppure al chiuso, in questo caso i “campi” sono in cemento o tartan.

Una volta le gare di tennis erano più spettacolari, più tecniche, il gioco che si faceva era ragionato, elegante e si potevano vedere numeri di alta scuola sia nel modo di tenere la racchetta sui tiri diritti che sui rovesci, non si sarebbero mai viste usare tutte due le mani per tenere una racchetta, cosa che oggi avviene e che personalmente non mi piace. Il tennis di allora sembrava una gara di fioretto oggi è molto più grezzo. In quei tempi il tennis era sano e pulito, anche se meno sofisticato e di certo non esisteva il doping. I veri fuoriclasse non sono quelli di oggi, il pubblico si divertiva maggiormente perché poteva meglio verificare il modo di giocare dei campioni con il loro

modo e trarne gIl Tennis è, per noi praticanti, uno degli sport più spettacolari che possa esistere. Simile al tennis è il gioco del ping-pong, che viene anche chiamato “tennis da tavolo”. Questi si diversifica dal cugino maggiore per le dimensioni del campo, per il tipo di racchetta usata e per il tipo di pallina, ma le regole e i punteggi sono simili. Andrea

CALCETTO E PING PONG

Anche il calcetto ed il Ping Pong possono essere considerarti Sport; come tali favoriscono la socializzazione attraverso una sana competizione. Per noi utenti sono una risorsa importante per sfuggire, almeno momentaneamente, alla solitudine della malattia. Il Ping Pong è facile e divertente da imparare. Si può giocare con diverse modalità ed i partecipanti possono anche più di due; il tavolo di gara permette gran varietà di schemi. Nel calcetto, invece, i giocatori sono tutti concentrati ad imbucare la pallina nella porta avversaria, superando le file di sagome che cercano di difenderla.... se magari vuoi sfogarti, puoi farlo colpendo forte la pallina ... Entrambi i giochi sono molto praticati al CRA, perché ci consentono di riempire i tempi morti divertendoci: al tavolo da Ping Pong ed al bigliardino sono nate molte amicizie. Davide Carta

Pag 2

IL TERZO TEMPO ... CONTINUA Questo è il titolo di un importante meeting cui “il Clan/Destino” ha aderito, con tanto di patrocinio dell’iniziativa, nelle giornate del 4 e 3 Aprile. Già, ma cos’è il terzo tempo? Chi seguendo sport come la pallavolo sa che è quel momento, a fine gara, in cui, cessato ogni agonismo, gli atleti smettono di essere contendenti per stringersi la mano al centro del campo tra gli applausi del pubblico, in uno spirito di vicinanza e condivisione di comuni valori. Questo concetto può essere ben declinato nell’esperienza dell’handicap psicofisico, per tante buone ragioni. Una su tutte, perché la condivisione, lo scambio delle idee, dei vissuti, delle cicatrici interiori ma anche dei progetti e dei sogni da sempre arricchiscono la mente ed il cuore dell’uomo, mettendolo in condizione di superare i suoi limiti. O quando questo non è possibile, almeno di sopportarli meglio. Pensateci: il disagio psichico è un fenomeno complesso, da affrontare su più terreni che non siano soltanto quello farmacologico e quello dei colloqui medici, pure importantissimi. Per affrontare al meglio la malattia che tanti di noi vivono serve che il puzzle sia davvero completo, e allora li tassello da aggiungere è tutta la parte sociale, lo stare con l’altro nel tentativo di sperimentare stili di vita meno dolorosi. Con queste parole si può tratteggiare la filosofia da cui muove il movimento del “Fareassieme”, che ha promosso l’iniziativa cui per il clandestino ed il CRA hanno partecipato nel corso di due gran belle giornate Fabrizia, Irma, Rosina, Aline, Margherita, Massimo, Gianluca, Marino, Glauco, Gigi, Nicola, Dario. Si può “Fareassieme” attraverso lo sport, dividendosi in squadre, pattuendo regole che rendano il gioco accessibile a tutti, sperimentando che alla fine lo stare in compagnia vale più di una coppa. La rappresentativa del Clandestino e del CRA tutte queste cose le ha toccate con mano prima al Teatro Nuovo di Rebbio, dove in mattinata sono intervenuti specialisti, operatori, associazioni come l’UFE ( Unione familiari esperti) ed il gruppo “Alcolisti in trattamento”. L’atmosfera di scambio e confronto è stata rafforzata dai workshop pomeridiani (Auto muto aiuto, Fare assieme, Sport). Presso il campo di atletica di Casnate ci si è invece divertiti, il giorno seguente, con pallavolo, freesby, atletica, più un laboratorio espressivo ed uno di judo. Imperativo categorico: stare assieme in armonia permettendo a tutti di partecipare ed interagire, Ad esempio la staffetta su pista prevedeva frazioni per normodotati, alternate a frazioni per disabili. Alla fine il Fareassieme Lombardia ha offerto un pranzo completo ai partecipanti, e a questo punto un ringraziamento davvero non rituale va speso all’indirizzo di un’organizzazione sempre all’altezza degli eventi. Ah ... , una confessione: ci siamo divertiti così tanto che a stento, tornati a casa, ricordavamo la classifica finale a squadre! Ecco di seguito le nostre brevi testimonianze. Aline – Per me è stata un’esperienza semplice e divertente. Ho preferito il sabato, lo sport che mi ha maggiormente coinvolto il freesby. Il ‘Fareassieme’ per me serve a trovare cose comuni con altre persone. Dario – Per me il ‘Fareassieme’ è una grossa opportunità di apertura della psichiatria al resto del mondo. Ho trovato molto istruttiva la mattinata del venerdì, mentre per quel che riguarda la parte sportiva mi sono divertito soprattutto a giocare a freesby, perché era originale l’idea di partecipare a una gara arbitrata dai concorrenti stessi. Fabrizia – All’arrivo sul campo sportivo di Casnate siamo stati suddivisi in sette gruppi, ciascuno contraddistinto dal colore della maglietta che ci era stata assegnata. Solo in questo periodo c’è stata della confusione. Poi tutto è filato liscio. La mia squadra era la ‘GIALLA’. Purtroppo a causa dei miei problemi di salute ho potuto solo fare due tiri a pallavolo e null’altro, mentre ho partecipato attivamente al “Laboratorio espressivo”. Qui i due conduttori “Stringhe colorate” ci hanno impegnato con simpatici esercizi/scenette fino a farci esternare i nostri stati d’animo. E’ stata una bella giornata, vorrei potesse ripetersi. Gianluca – La mia partecipazione ai giochi e alle attività è stata condizionata dalla tristezza dovuta a fattori personali, però devo dire

che tanti mi si sono stretti attorno per rincuorarmi, e questo è stato bello. Inoltre l’atmosfera di amicizia e di festa alla fine un po’ mi è entrata dentro, alleggerendo il mio stato. Gigi – Io ero nella squadra dei “BLUE ELETTRICI”. Come stava incominciando la partita di pallavolo ho dovuto andare al “Laboratorio espressivo”. Inizialmente avevo delle difficoltà a integrarmi, mi sembravano delle stupidaggini, come quella di camminare su diversi tipi di superfici. Poi mi sono sciolto e sono riuscito a partecipare con gioia. Arrivato nella seconda partita di pallavolo ho fatto la mia bella figura di… imbranato! Durante le due gare di freesby mi sembrava di morire (ho visto apparizioni strane di santi e madonne) ma dovevo comunque correre, sudare e combattere. Nella gara di atletica, vista la mia prestanza fisica, ho preferito cedere il posto ad altri, con la scusa che a me spettava il compito di fare le foto. Meraviglioso è stato il momento del pranzo, sia perché tutto era buono ma soprattutto perché tutti i circa 160 commensali erano contenti della mattinata trascorsa. Si sono scambiati indirizzi e telefoni, auguri e sorrisi. Per concludere eravamo tutti restati “contaminati” dalla gioia dell’incontro!!. Irma – Squadra ‘GRIGIA’, il colore della mia squadra non era intonato col mio stato d’animo di gioia nel partecipare a quei giochi. Il primo cui ho partecipato è stata la gara di atletica ed ho corso la prima frazione spingendo una carrozzina resa pesante dal mio compagno di squadra; al momento del cambio ero indietro rispetto al

concorrente della squadra avversaria. Nella pallavolo ho giocato solo la seconda partita, in quanto durante la prima sono stata chiamata a fare il “Laboratorio espressivo” che mi è piaciuto parecchio. E’ stato emozionante e divertente al tempo stesso, ho provato il piacere di “stare al gioco” dei conduttori. Le due partite a freesby sono state massacranti ed in alcuni momenti mi sono dovuta fermare. Il pranzo finale mi resterà sempre in mente: eravamo in un capannone tra tanta gente come me simpatica e sorridente, un po’ stanchi ma contenti di ciò che avevamo appena vissuto. Le lasagne erano buonissime (Massimo se ne n’è fatto tre porzioni) come pure il pane.

Margherita – Il ‘Fareassieme’ è una cosa positiva perché i pazienti vengono a contatto con realtà vive, esterne ai centri d’igiene mentale e ai C.R.A. Molto interessante è stato il secondo giorno trascorso all’aria aperta (io ho fatto il freesby, la pallavolo e l’atletica). Ho avuto anche il piacere di fare la conoscenza di una collega, che fa l’operatrice a Chiavenna e che è originaria dell’Uruguay; è stato un bel modo per socializzare. Marino – Io appartenevo alla squadra ‘BEIGE’. Nel freesby all’inizio mi sono sentito molto imbranato, perché sono abituato a fare ginnastica da fermo. Poi mi sono sciolto e le cose sono andate migliorando. Nella gara di atletica mi sono trovato a essere quello seduto sulla carrozzina; durante la corsa del mio compagno ho avuto il timore di venire sbalzato fuori, ma soprattutto stando seduto mi sentivo imbarazzato ed impedito. Direi che questa gara non mi ha interessato. Nella pallavolo sono riuscito a essere partecipe e attivo, tanto che alla fine ho ricevuto le congratulazioni sia dei miei compagni che degli avversari. Il pranzo finale è stato ottimo e molto abbondante. Mentre mangiavo ho rincuorato Gianluca che mi diceva di sentirsi in difficoltà, e direi che anche questo è stato bello. Posso dire che la partecipazione a queste due giornate è stata per me estremamente positiva, specie per quel che riguarda il sabato. Massimo - Alla prima giornata siamo già un po' più abituati. Presentazione di alcune esperienze significative e "innovative" sulle tematiche del Fare Assieme piuttosto che dell'A.M.A., seguito al pomeriggio da gruppi di approfondimento, meno frontale, per elaborare

Pag 3

Pag 4

"fare"

e nemmeno così

ne mi son trovato sudato e puzzolente come tanti altri, sporco uguale,

oratorio espressivo, facendo il quale mi

normodotati.

sono pentita affatto ed è anzi un’esperienza che vorrei tornare fare.

ulteriormente. Per "noi" son cose ormai, e per fortuna, entrate a far parte del nostro normale e quotidiano modo di intervenire in campo di disagio mentale, una modalità per parlarne ed affrontarlo con visione un po' a 360° , ancora lontana, purtroppo, dalla maggior parte del istituzionale. Una giornata diversa invece il sabato, vissuta dal "di dentro", stando davvero in-sieme...anzi sudando assieme. Attività sportive, gesti atletici, competizione e agonismo, squadre un po' bizzarre solo alla vista, colorate, ordinatamente confuse e diverse. Giochi di squadra dal regolamento fantasioso, che addirittura faceva pensare....ma anche esercizio atletico serio ed impegnativo, dove si faceva finta di far finta ma in realtà., c'era chi faceva davvero sul serio... correva come un razzo o saltava come un grillo...o picchiava la palla come una fucilata. Adrenalina ed emozioni sul campo, in palestra e in pista ma anche giocosità e divertimento, con colori e travestimenti., musica e suoni, balli e movimento... E poi tanta curiosità e concentrazione, divertimento vero che "costringeva" a vedere le cose "per forza" in altro modo e dire., "beh... non è poi così male nemmeno così... tanto facile". Ma soprattutto costringeva e ri-vedere sé stessi nella relazione con l'altro, ad essere coinvolto nella magia della sua conseguenza., alla

senza differenza, abbracciavo e parlavo con individui mai visti e nemmeno sapevo come si chiamavano, mi pareva di conoscere chiunque ... senza saperlo e io ero conosciuto da loro ... mi son ritrovato seduto alla stessa tavolata con 200 persone a mangiare e condividere pane, pasta e salsicce... e veniva da chiedersi: ma come funziona? Sì! ... perché funziona davvero!!

fi

Nicola – E’ stata bella l’esperienza di divertirsi assieme a persone che hanno problemi, bella l’unione tra gente normodotata e portatori di handicap fisici o psichici, la partecipazione, il darsi da fare. Tra le due giornate mi è piaciuto soprattutto il sabato,

quando al campo sportivo abbiamo formato tante squadre e poi ci siamo divertiti senza che le persone con qualche problema venisseromarginalizzate. Ho preferito gli sport al Labsono sentito un po’ bloccato. Rosina – Io ho partecipato solo al sabato. Mi è piaciuto collaborare congli altri, indipendentemente dal fatto che fossero malati oHo partecipato al Laboratorio di judo, che è stato bello. Non mi a

.... E COME CONTRIBUTO FISICO AL RIEQUILIBRIO

raramente si segue lo sport, di

uelli che assieme a te

rba tutti i giorni, tenere in ordine i capelli, avere indumenti

e praticano attività sportive cosa vuol dire Sport e

SPORT E BENESSERE Ecco una sintesi dei dibattiti del martedì su questo tema. Tranne rare eccezioni pochi tra di noi praticano, anche con frequenza discontinua, una attività sportiva equalsiasi disciplina, alla televisione. Per tutti i presenti il vero benessere è quello che di dà lo stare assieme, in compagnia con altri ma anche con qcondividono la stessa situazione patologica. E’ stato anche detto che benessere vuol dire anche aver cura del proprio corpo, dell’aspetto fisico della propria persona; per le donne, ad esempio, significa poter perdere di peso, poter vestirsi con una taglia in meno, andare dal parrucchiere per mantenere in ordine i capelli oppure comperare un capo d’abbigliamento (anche piccolo) ma che dia un tono nuovo ed originale alla propria figura od anche un articolo di bigiotteria che meglio dia lustro alla propria immagine. Per gli uomini il benessere personale può voler dire piccoli gesti, come ad esempio farsi la bapuliti ecc. Per quelli chbenessere ? Andrea : dopo una partita di tennis o ping-pong ci si sente rinfrancato, appagato sia nel corpo che nello spirito. Mi sono sfogato, ho cercato di dare più forza possibile ai colpi, sono stanco ma sto vincendo sulla mia malattia. Francesca : andando in palestra mi permette di sentirmi, dopo ogni seduta, il mio corpo stanco ma più lieve. In palestra si ha possibilità di socializzare e ciò è benessere perché parlare, sentire i discorsi o le riflessioni degli altri fa bene. Quando non si sta bene si aumenta di peso, si cerca il cibo e tutto ciò non è benessere. Davide : io sono appassionato di ping-pong e di calcetto e mi piace in ogni partita mettere tutto me stesso. Durante la gara, anche se non vi è nulla in palio, non avverto i miei soliti sintomi (che mi fanno stare al CRA), sono troppo preso nel dare più forte che posso la botta alla pallina. Al calcetto mi piace giocare in difesa con le mani incrociate e,

re la porta fare gol all’avversario. Gigi Roncari

mento corporeo e il recupero almeno in

i) di Yoga, Shatzu, Tai-chi e

n il volontario conduttore del gruppo, dedicandosi

ali; tale attivazione, mediata dalla relazione con l’operatore e

i sente accolto e rassicurato nella dimensione del gruppo e o trae elementi di spunto per una evoluzione

Luisella (Operatore CRA)

mportante

la nostra mente e ti aiuta a sentirti meglio nello spirito.

rcizi di pilates. Alcune

ma

ad altri condividendo il sacrificio fisico e la serata. Con tutti i

oltre a difende

QUANDO CORPO E MENTE SONO UNA COSA SOLA…

Da un paio di anni al CRA di Saronno al martedì mattina si svolge “Corporeità della mente”. È un’attività di tipo espressivo che si propone

due obiettivi principali: il rilassaminima parte della capacità di movimento, elementi entrambi necessari per una migliore qualità di vita. Il gruppo è aperto e accoglie sia persone residenti del CRA, sia i semiresidenti. Tre esperti (volontarbioenergetica si alternano una volta alla settimana una settimana ciascuno, affiancati da un operatore. L’attività si struttura su due momenti: nella prima mezz’ora si svolgono esercizi di training autogeno, che permettono il crearsi di un clima sereno e rilassato all’interno del gruppo. Successivamente si lavora principalmente coall’apprendimento ed allo svolgimento degli esercizi specifici della disciplina in atto. Lo svolgimento dell’attività permette sia il palesarsi delle difficoltà e dei limiti del singolo, sia l’affioramento e l’attivazione delle risorse personcon il gruppo, aiuta a favorire il superamento sia della difficoltà, sia del limite. Il paziente sgrazie al confronto con esspersonale.

LA PALESTRA FORMA LA MENTE OLTRE AL CORPO

Io invito tutti a frequentare una palestra è una cosa molto iche serve a mantenere attiva la nostra muscolatura ma soprattutto libera Vado in palestra 2 volte la settimana al Martedì e al Venerdì sempre di sera. Al Martedì facciamo esercizi mirati per il mantenimento della persona. Quindi esercizi specifici per le braccia, per le gambe, per i glutei, per il rilassamento e per gli addominali, oltre agli esesere facciamo esercizi con gli elastici, con i bastoni, con i palloni, oppure facciamo esercizi a terra o alla spalliera. Al Venerdì facciamo ginnastica seguendo la musica, in prevalenza musica italiana, che servono per l'allungamento e per la cervicale più specificatamente hanno lo scopo di farci muovere seguendo le melodie e quindi saper muovere la nostra postura in modo corretto. Il segreto di tutto ciò non sta nel divertimento ma nello stare assieme

partecipanti del gruppo si è ormai instaurato un rapporto di convivenza e condivisione oltre che di amicizia. Tanto è vero che spesso ci

dirizzare le parti del mio

si fanno gli esercizi non si pensa ad altro se non agli esercizi

IRMA

tro, così vicino ed invitante che è un peccato non

affrontare la giornata quando vado

uscoli guizzano tonici e – chissà – insisti oggi, insisti domani potrei

E ANCHE INZIA COME LE ALTRE

vediamo anche solo per mangiare una pizza. Mentre faccio ginnastica, sento la testa libera da ogni altro pensiero, sono concentrata nel seguire le indicazioni della istruttrice, voglio competere per riuscire a fare l'esercizio nel modo migliore. Quando ci viene presentato un nuovo esercizio o si deve eseguire uno particolarmente impegnativo, la mia mente, prima ancora del mio corpo, è tutta attenta e concentrata nel seguire la spiegazione, nel vedere l'esecuzione dell'insegnante per poi incorpo alla sua esecuzione nel modo migliore. Mentre stessi.

FOOTING PER IL CORPO E PER LA MENTE

Le attività riabilitative, i colloqui coi medici, il tirocinio e tanti altri piccoli impegni quotidiani ... Alla fine, che stress! E allora, a fine giornata o con maggior frequenza nelle mattinate dei week-end, uno dei gesti che più contribuiscono al mio benessere è quello di fare un po’ di footing. E’ semplice: calzo le mie scarpe da corsa, indosso una comoda tuta e m’immergo nel verde del Parco Lura. Noi ragazzi del CRA disponiamo di questo bel posto rilassante, con piste e prati, che si trova proprio vicino al cenapprofittarne. Footing per me significa libertà del corpo e della mente. Il vocabolo suggerisce l’idea di muovere i piedi, per cui nonè necessario correre: se sono proprio stanco, appannato dalla fatica fica e mentale, mi limito a farmi una sana passeggiata, prendendomela comoda, osservando il verde e le persone che mi circondano, respirando l’aria che mi prepara al sonno di sera o mi dà energia perla mattina. Se invece sono in forma, allora mi concedo il lusso di una vera e propria corsa; coordino gambe e polmoni, e via! L’aria mi sferza piacevolmente il viso, i battiti del cuore si diffondono nel torace, i

anche finire col perdere qualche chilo e ritrovarmi con un fisico più scattante e asciutto.

m

Last but not least c’è l’aspetto sociale. La socializzazione è di fondamentale valore per chi deve far fronte ad un disagio psichico, ed il footing si presta molto all’incontro. Io la vedo così: quando corro da solo nutro ed arricchisco il rapporto con me stesso, quando invece corro con qualcun altro è una cosa diversa, mi faccio quattro chiacchere, mi godo una lieta evasione dalla mia condizione di paziente psichiatrico tra una battuta e una risata. Ultimamente ho proposto l’idea di fare footing a Dario e alla sua amica Chiara. Loro hanno colto lo spirito dell’iniziativa. Si accettano altre eventuali adesioni per un Sabato o una Domenica mattina da vivere in compagnia nella natura. Più siamo e più ci si diverte ... Glauco

YOGA La parola YOGA deriva da JUGUM che significa unione di movimento, di respiro e di mente. I benefici sono quindi fisici e mentali. Fisici - migliorare la circolazione adottando una buona respirazione significa arricchire il sangue e, di conseguenza, tutti i nostri tessuti. Col movimento manteniamo inoltre mobile ed elastico il nostro corpo sia dal punto di vista scheletrico che muscolare. Mentali – Lo YOGA richiede attenzione e lentezza, anche per eseguire il più banale dei movimenti, ne consegue che gradatamente la nostra mente si abituerà a porre attenzione sempre su qualsiasi attività noi stiamo eseguendo. Otterremo quindi, più sicurezza, più calma, più equilibrio, più concentrazione e, di conseguenza, diminuiremo l’ansia, le tensioni e lo stress che sono in noi mentre miglioreranno i rapporti con le persone e con noi stessi e, non ultima, la nostra salute. Lo YOGA non è una panacea che guarisce tutti i mali ma ci da un buon aiuto per aiutarci a difenderci da essi. Gemma

C , ..... Il lavoro da te svolto in questi 5 anni con gli amici del Clan/Destino ha lasciato un ricordo molto apprezzato da tutti per la tua dedizione, simpatia e cortesia. La gentilezza e la dolcezza del tuo carattere non sarà mai

uire più sicure nel

gruppo del Martedì pomeriggio

i avermi, anche a volte, dato dei

o di

lan/Destino. Cinzia l’arcobaleno è pieno di tanti colori e tanta luce,

i colori e quella luce che ti

cio sincero e non ti

o affetto .

he addolciva lo squallore che

, tardivamente, certo, voglio testimoniarti.

dimenticato e ne faremo sempre tesoro. Tanti saluti Cinzia, come per Lorella e Barbara, la vostra presenza a noi “Clan/Destini” ci è stata d’aiuto e ci mancherete molto. Ma noi seguiremo la strada da voi indicata per prosegcommino iniziato assieme. Il Cara Cinzia ti voglio dire grazie di avermi ascoltato tutte le volte quando io stavo male e, soprattutto, mi hai fatto sentire sempre a mio agio e dconsigli. Comunque adesso che non ci sarai più, sento un vuoto totale dentrme perché per me sei stata una figura molto importante e speciale. Ti auguro un ricco avvenire e spero che ci verrai a trovare spesso al

segui que

C

accompagneranno nel tuo viaggio lavorativo ! Cinzia ti voglio un oceano di bene, ti mando un fortissimo abbracdimenticherò mai.Con tantFabiola Ti ho conosciuto nel periodo in cui facevi tirocinio al CPS; io soffrivo di attacchi di panico che mi rendevano la vita impossibile ed eri stata incaricata di farmi le varie batterie di test. Nell’asetticità dell’istituzione, che per me aveva tutto il colore dell’indifferenza, l’attenzione che mi dedicavi era una presenza che mi dava conforto e speranza. Una presenza cavvertivo dentro e fuori di me.

Più tardi frequentando il Clan/destino difficilmente ho fatto trapelare, con i miei atteggiamenti anche troppo scherzosi, quell’affettuosa riconoscenza che oraA. Tricomi

LA PAROLA AGLI ...... “UTENTI” Anna, che partecipa con impegno alla vita delle nostre associazioni, ci ha scritto: Nella mia vita sono stata 10 volte in coma, in reparto mi imbottivano di sedativi fino a rimbecillirmi e mi tenevano legata. Oggi tutti dichiarano che quei tempi sono un ricordo del passato e c’è rispetto per i malati di mente, come nei confronti di un cittadino qualsiasi. Io ho fatto il corso per diventare facilitatore, con sacrificio e incurante delle mie condizioni di salute, che sono molto precarie. E in SPDC io vado a trovare tutti questi ragazzi che hanno problemi; per me sono come figli, come quello che è morto e ora avrebbe 44 anni.

E dico che lo psichiatra esercita ancora un potere assoluto su chi è costretto ad averci a che fare. Basta con la tirannia degli psichiatri! Basta porte chiuse! Non voglio più vedere questo simbolo di esclusione e di espulsione! Voglio un rispetto sincero della mia persona! Replica il Dr Marco Goglio: E’ importante che in questo giornale parlino le voci dei diretti interessati.

Pag 5

La denuncia di Anna non mi lascia indifferente anche perché la politica della nostra UOP è sempre stata quella di promuovere la collaborazione: con le Associazioni saronnesi, con la nascita del Clan/Destino e più recentemente della cooperativa “Sun chi”. Questi incontri vogliono essere una testimonianza di un’apertura e di un

dell’operatore deve incontrare la responsabilità del paziente, quella del miliare e quella del volontario. Solo in un percorso di reciproci

confronto con tutte quelle persone che vogliono attivamente lavorare al ben-essere della persona. Da psichiatra posso riconoscere che anche noi si possa sbagliare, in quanto uomini, ma posso affermare che nella nostra UOP si è sempre cercato di migliorare e di superare limiti, difficoltà, esclusioni ed espulsioni! Il grosso impegno è quello della inclusione sociale, del confronto e della responsabilità nel promuovere percorsi di ben-essere. La responsabilità la chiedo anche agli altri: la responsabilità

impegni e responsabilità è possibile lavorare intorno al miglioramento di tutti.

fa

Allora le accuse di tirannia, di esclusione, di aprire le porte, quali responsabilità portano a tutti questi referenti? Sembra facile fare dichiarazioni e lanciare slogan ma quando una persona sta male, quando un familiare dichiara la propria impotenza davanti al malessere e chiede di intervenire come può procedere uno psichiatra? Il ricovero non è e non deve essere una sconfitta, a volte è una fase di sosta e di revisione in un percorso che deve sempre vedere il dopo ed il miglioramento. La porta chiusa può essere anche una responsabilità quando la persona attraversa una fase di acuzie e di poca consapevolezza del proprio stato; diventa un impegno per tutti che questa porta si possa aprire per ritornare a svolgere un ruolo responsabile nel mondo sociale.

DAL VERBALE DI ASSEMBLEA DEL 18/3/2009 - ATTIVITÀ 2008/2009

prile di quest’anno anche Cinzia La Monica conclude le sue

lla socia

essere lo sprone ad un maggiore impegno e

roseguite le tradizionali attività ed incontri:

al giovedì pomeriggio,

l CRA al venerdì pomeriggio, facilitatore

eriggio

diuvare il procedere delle iniziative

r carenza di operatori, ma ora

o una maggiore strutturazione e

rio di bigotteria

e 18, è dedicato

un

bituali, come lo "Spazio tempo

o ed alla tradizionale festa “Strapazzi di Primavera” del

nismo di Coordinamento ASL di Varese

mentale nelle io di Saronno.

zione ai Piani di Zona: Tavolo della Residenzialità

duttore Massimo Airoldi, il

, attività di cucito (facilitatore Anna Riccardi, il venerdì mattina).

ipazione attiva ad eventi, convegni e

180: intervento per

zione come rappresentante della nostra Azienda

i Salute

tore?" sul tema

ganizzato dal Gruppo Fare Assieme egionale Lombardia.

uative in corso o iniziate nel

vanzato. Collaborazione

cia - esperienza di

ne dell'esperienza rrara

e mentale e lavoro: Dalla riabilitazione al diritto di

Como, dal titolo "Il Terzo

l tema: "salute mentale e pericolosità sociale - doppio stigma?".

rso è venuto a mancare il nostro caro amico

1) - Relazione sulle Attività dell'anno 2008 Il 2008 è stato un periodo di intensa attività e anche di cambiamenti. L'anno scorso cessavano a marzo la collaborazione di Lorella Cantaluppi, e ad agosto di Barbara Furlan. Aggiungiamo che con la fine di Aattività. Si osserva anche un momento di raccoglimento in ricordo deAnna Maria Girolami, e della sua apprezzata partecipazione. Da una parte perdiamo gli importanti contributi che queste persone hanno dato alla nostra associazione, con impegno e dedizione; dall’altra la necessità per chi resta di continuare lungo la strada da loro tracciata può partecipazione. Nel corso dell’anno sono p

1. i gruppi di A.M.A.: a. per uditori di voci, (al CRA

facilitatore Emanuela Orlandi) b. di comunità, (a

Irma Giavara) c. sulla solitudine, (al ClanDestino, al mercoledì pom

ogni 15gg, facilitato a turno dai soli partecipanti)2. gli incontri del Direttivo, con ritmo all’incirca bimestrale 3. il Gruppo Organizzativo “aperto” il martedì mattina con il

compito di monitorare e coae degli impegni Associativi.

4. "Aperto a chi porta", il mercoledì sera. La sua frequenza è prima diminuita a due volte al mese, peè tornata a 4 mercoledì al mese.

5. lo "Spazio tempo libero", nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 15 alle 18 si è evoluto versl’affidamento a soci e volontari:

a. Il martedì pomeriggio è dedicato riflessione di gruppo su tematiche sociali attuali, e ad un laborato(collane, anelli, braccialetti, spille, ecc..)

b. il Sabato pomeriggio, sempre dalle 15 alla corsi di inglese, francese e computer.

6. il giornale "Il Clan/Destino - Fuori dal Centro" ha prodottonumero sul tema dei facilitatori ed uno sulla residenzialità.

7. L'estate è stata animata da una serie di attività ludiche gestite da soci e volontari fra cui: giornate in piscina, una gita al lago di Como, lezioni di equitazione,visite a musei, grigliata di ferragosto, ecc... ; oltre al proseguimento anche nel periodo estivo di alcune delle attività alibero" ed "Aperto a chi porta".

8. partecipazione alla "Festa delle Associazioni in piazza" di SaronnCRA.

9. collaborazione con l'AsVAP4 al progetto "Grazie dei Fior" 10. partecipazione all'Orga

e al G.L.P. di Varese. 11. incontri di sensibilizzazione sul tema del disagio

scuole, promossi dal DSM, PresidSono stati anche avviati nuovi impegni:

12. PartecipaLeggera

13. Gruppo di AMA sull'Abitare, presso la C.P.M. ma aperto a tutti coloro che sono interessati ad un futuro abitativo in autonomia, tipo Residenzialità Leggera (conmercoledì pomeriggio ogni 15 gg.)

14. Collaborazione dei Facilitatori Sociali con la C.P.M.: Gruppo AMA sul senso del vivere in comunità, (facilitatore Irma Giavara, il mercoledì pomeriggio ogni 15 gg)

Intensa è stata anche la partecvisite alle varie realtà territoriali:

15. (10 marzo 2008) - Giornata organizzata dalla Provincia di Varese e dal GLP (Gruppo di lavoro in psichiatria) della prov. di Varese in occasione dei 30 anni della Leggeillustrare il progetto dei "Facilitatori Sociali".

16. (16 ottobre 2008) - Convegno Nazionale a Milano: HPH, Progetti per migliorare la Qualità del lavoro in Ospedale: abbiamo illustrato il progetto dei "Facilitatori Sociali", scelto dall'amministraOspedaliera.

17. (dal 24 al 27 ottobre 2008) - Visita ai due Dipartimenti dMentale di Torino in materia di Residenzialità Leggera.

18. (11 dicembre 2008) - Convegno a Como sul tema "legge 180 – 30 anni dopo" - intervento a più mani, assieme ad altre associazioni (Itaca, Il Clan, NèP. (Nessuno è Perfetto) "Giano Bifronte: protagonista o semplice fruidell'Empowerment e della consapevolezza.

19. (5 Aprile 2008) - Evento sportivo “Il terzo tempo” al quartiere Bonola di Milano, orR

2) - Previsione di attività del 2009 Oltre al proseguimento delle attività contin2008, sono in cantiere una serie di novità:

• Collaborazione progetto innovativo regione Lombardia, Facilitatori Sociali - secondo corso aPiani di Zona - Residenzialità Leggera

• Previsione di uno o più viaggi-studio, come: o al Dipartimento di Ille - Fran

integrazione sociale col territorio. o Ritorno e aggiornamento sull'evoluzio

di associazionismo di Massa Cao Visita a Radio 180 di Mantova.

• Partecipazione al convegno organizzato da Fare Assieme Liguria: “Salutcittadinanza”

• Partecipazione al secondo evento organizzato da Fare Assieme Lombardia - il 3-4 aprile 2009 a Tempo... continua - Mente e Sport"

• Collaborazione con UOP e Asvap al dibattito-confronto su

Nel Maggio scoLUIGI BORGHI Caro Luigi, ci hai lasciato troppo presto, a me rimarrà un bellissimo ricordo della tua persona solare ed altruista, un ragazzone pieno di dolcezza e simpatia. Mi ricordo che ti piaceva tanto il gorgonzola e, durante l’autogestita, la Carmela cercava di procurartelo sempre. Questo è solo uno dei tanti episodi allegri e simpatici ma il tuo essere ed il tuo modo di fare resteranno sempre nel mio cuore. La tua amica Irma I volontari dell’ As.V.A.P. 4 di Saronno ricordano affettuosamente Luigi e l’amicizia che ha sempre dimostrato nei loro confronti.

Pag 6