Funboard 134
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PERIODICO MENSILE ITALIA 6,00€ BELGIUM 9,00€ • DEUTSCHELAND 11,00€ • ESPAÑA 14,50€ • FRANCE 13,00€ • ÖSTERREICH 8,50€ • PORTUGAL (CONT) 8,50€ • CANTON TICINO 24,00 chf • SVIZZERA 14,50 chf Poste Italiane Spa - sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46) - art. 1 - comma 1 - DCB Milano
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Using strictly Maui Fin Company Original Fins
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R·S·R·S·R·S SSSS 4,4,4,4,,,,,5/5/5/5/6,26,226,26,2
www.robertoriccidesigns.com - info@ robertoriccidesigns.com
“4 Wheel Drive Sailing”
Using strictly Maui Fin Company Original Fins
ANNO XVI - NUMERO 134OTTOBRE/NOVEMBRE 2010
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Marco Begalli, Max Brunetti, Fabio Calò, Cesare Cantagalli, Valentina
Crugnola, Ovidio Ferrari, Fabio Ferrari Pocoleri, Raimondo Gasperini, Robert
Hofmann, Matteo Iachino, Federico Infantino, Federico La Croce, Gabriele
Malorgio, Alberto Menegatti, Steve Palier, Mattia Pedrani, Nadia Pellegrini,
Simone Pierini, Gianmario Pischedda, Francisco Porcella, Francesco Prati,
Matt Pritchard, Kevin Pritchard, Axel Reese, Emiliano Ridolfini.
immagini: Dario Boari, Jock Bradley, Francis Brewer, Gilles Calvet, Marco
Carasso, John Carter, Emanuela Cauli, FotoFiore, Matt Holder, Francesca La
Croce, Marcella Lai, Daniele Mei, Valerio Pedrani, Marco Piro, Kevin Pritchard,
Axel Reese, Emiliano Ridolfini, J. Schlosser, Benjamin Thouard, Darrell Wong.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAA&G Marco - Via De Amicis 53 - 20123 Milano.
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano
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Funboard è una testata della casa editrice
JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche
gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite),
Snowb (snowboard) e le riviste
Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite)
Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle)
6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),
SupTime (stand up paddle).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva
autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non
espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,
nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di
riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso
essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati
dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista.
Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio
ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Superman!!! Che spettacolo di manovra e che foto!Metti insieme in una giornata di vento e onda a Maui, ilpazzo volante Boujmaa e il super-fotografo John Cartered ecco che ottieni un photoshooting esagerato. Noiabbiamo scelto questa foto per la cover affascinatidalla spettacolarità della manovra.
RIDER Boujmaa Guilloul | PLACE Maui, Hawaii
FOTO DI John Carter
Quante pazzie avete fatto per il windsurf? Cosa ci
spinge a fare centinaia di chilometri per un’uscita?
Questo è quello che mi chiedo tutte le volte che parto per
una nuova avventura, per un wek-end. Scartiamo subito quelli
che hanno la fortuna di abitare in posti ventosi e direttamente sullo spot, e se hanno anche le onde…
beh, beati loro! Tra questi mi ci metto pure io che da un po’ di anni vivo sul Lago di Garda, dove
certamente il vento non manca, ma di onde proprio non se ne vedono! E quindi in autunno, quando
di vento al Lago inizia a essercene meno, ecco che la mia mente viaggia verso l’organizzazione di
week-end per prendere vento e onda in spot più o meno lontani. Siamo tutti nella stessa barca, il
lunedì iniziamo a controllare le previsioni a lunga scadenza nel raggio di 1000 km, se non c’è nulla di
previsto, il nostro cuore si mette in pace e procediamo con la nostra normale vita lavorativa e
familiare. Le cose si complicano se invece c’è uno spiraglio di possibilità di fare windsurf da qualche
parte, escludendo i laghi… tanto ormai fa freddo! Nei giorni successivi teniamo sotto controllo le
previsioni, tendenzialmente il windsurfista ha la finestra di windfinder aperta sul proprio desktop
tutto il giorno per controllare ogni aggiornamento. In un attimo ci troviamo a giovedì e le previsioni
da noi tanto sperate vengono confermate da tutti i siti esistenti, nello stesso momento ci chiama la
fidanzata dicendo che ha organizzato una cena con gli amici venerdì sera. Ecco che la mente del
windsurfista incomincia a ipotizzare soluzioni varie per raggiungere il suo unico obiettivo, quello di
fare windsurf. Tutti gli altri impegni “civili” vengono posticipati a data da destinarsi con le più
svariate scuse… e inizia la mia parte preferita, l’organizzazione del week-end. Parte il giro di
telefonate con gli amici e si organizzano i furgoni, ognuno con i propri impegni e orari da rispettare…
ma alla fine si fanno gli equipaggi e si parte! Amici, strada da fare, autogrill per la cena, racconti di
windsurf, e l’ansia per l’uscita e per le condizioni che troveremo. “Varrà tutta questa fatica?”.
“Abbiamo fatto bene a partire?”. Risposte che solo domenica sera al rientro potremo darci… ma
nell’animo ognuno di noi sa già la risposta! Ecco che mi ritrovo domenica 3 ottobre a Carrò (Francia)
dopo 800 km sulle spalle condivisi con due amici, Giulio e Manuel e altrettanti da fare per tornare a
casa. Incontro nel parcheggio tanti altri surfisti, ognuno con la sua storia e con gli impegni non
rispettati nella speranza di fare una bella uscita. C’è chi è arrivato un giorno prima e ha dormito in
macchina, chi è appena arrivato e si è preso il lunedì di ferie facendo incavolare il suo capo, chi
addirittura è partito da Treviso alle 2 di notte dopo aver chiuso il proprio locale e viaggiando da solo
per tutta la notte è già sullo spot e pronto per uscire, tante storie diverse… ma siamo tutti lì per un
unico motivo, il vento e le onde, e tutto il resto può aspettare! E si, ne vale proprio la pena e di pazzie
continueremo a farne finché avremo la passione dentro di noi!
Fabio I-720
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99 WAVE PRO QUAD - LA CROIXAffiancato al modello FPM (Francisco Porcella Pro Model), 99 NoveNove propone sempre in versione Custom Made il modello Wave Pro Q, il Quad progettato e sviluppato in
collaborazione con Federico La Croce. Il 99 Wave Pro Q è più adatto alle condizioni generiche per una pura tavola da wave di ultima generazione da utilizzare in ogni mare
e direzione del vento. Permette carvate più strette e più verticali con manovrabilità e grip da vendere affiancati da maggiore abilità di risalire il vento. Un rocker line studiato
appositamente per questa configurazione e il bottom concave, donano alla tavola doti di planata e velocità inaspettate. L’aumento di peso dovuto al numero di scasse è
compensato dalla esclusiva tecnologia Acme che fornisce scasse ad hoc realizzate in fibra di carbonio beneficiando nel peso complessivo della tavola con risultati che ti
portano differenze di 1/1,5 kg più leggere rispetto alla concorrenza. La grafica viene proposta nelle versioni Pro Look Basic (continuativo intramontabile che caratterizza lo
stile Pro-Custom) oppure nella personalizzazione La Croix, che riporta dettagli e simboli dei tatuaggi di
Federico, disponibile
nelle opzioni colore
Brown oppure Celeste.
Misure:
64 x 226 x 52
68 x 227 x 53
72 x 228 x 54
76 x 229 x 55
80 x 230 x 56
84 x 231 x 57
88 x 232 x 58 fish
92 x 233 x 59 fish
AL VIA IL CAMPIONATO NAZIONALE WAVEDal primo settembre al 31 dicembre: è questa la lunga finestra che ospiterà il ritorno del
Campionato Nazionale Wave AICW organizzato da Windsurf Nation. Per stabilire chi sia il
migliore italiano tra le onde sono in programma due tappe:
Wave Extreme Calabria (a chiamata: settembre-novembre)
Wave Extreme Sardegna (a chiamata: ottobre-dicembre)
La tappa in Calabria avrà come base principale Steccato di Cutro, ed è una prima assoluta
per questo spot affacciato sullo Ionio: forse lo spot più complicato da raggiungere in tutta la
stagione agonistica 2010, ma la sua fama giustifica ampiamente la trasferta. La Calabria
offrirà condizioni mure a dritta, e ben tre spot pronti a ospitare la competizione: oltre a
Steccato di Cutro sono pronte la
alternative di Capo Sovero e Tre Bisacce.
La North Shore della Sardegna non
avrebbe bisogno di presentazione:
frequentatissima da molti dei migliori
waver italiani, sono pronti due campi gara
mure a sinistra per offrire la migliori
condizioni possibili a seconda della
direzione del vento e della intensità della
mareggiata. Rigorosamente mure a
sinistra, i waver italiani sono attesi da
Cala Pischina (con la sua famosa Bomba Point) e La Ciaccia.
La tappa in Calabria offre inoltre una novità: in coda alla gara si svolgerà, tempo
permettendo, un contest a squadre, al quale parteciperà anche il team dei giudici, che
lanciano la sfida per dimostrare che stare dietro un tavolo di giuria non li rende dei
pensionati. Per informazioni e iscrizioni il website di riferimento è www.windsurfnation.eu
CAMPIONATO NAZIONALEFREESTYLE AICW: A COLUCCIALE FINALS (E NON SOLO)Dopo il "tradimento" del Lago di Garda, che ha lasciato senza vento la
prima tappa del Campionato
Nazionale Freestyle Open
AICW, e l'annullamento
forzato della tappa di
Talamone, il titolo di migliore
freestyler dell'anno verrà
aggiudicato alle Coluccia
Finals, tappa conclusiva del
circuito organizzato da
Windsurf Nation. Da sabato
30 ottobre a lunedì 1
novembre lo spot di Porto
Liscia - Coluccia diventerà il
centro del windsurf italiano,
con un'altissima
concentrazione di
competizioni. I freestyler si
giocheranno il titolo
nazionale sia nella categoria
Open che in quella Juniores,
mentre gli amanti della
velocità e dell'ingaggio
avranno di che divertirsi
nella quarta edizione della
Ajo'Classic, la classica long
distance tra Coluccia e Spargi. Quest'anno la Ajo'Classic sarà valida
anche come tappa del Campionato Nazionale Free 12 e per la RRD
Twelve. Per l'appuntamento di chiusura della stagione agonistica, il
Porto Liscia Club di Stefano Pisciottu ha organizzato il tradizionale
Expo' di materiali (quest'anno sono attesi praticamente tutti i
principali marchi), con prove gratuite dei materiali e divertimento
agropastorale. Per iscrizioni e informazioni sulla tre giorni di windsurf
più intensa dell'anno, il website è sempre quello:
www.windsurfnation.eu
GABRIELE SERRA ENTRA A FAR PARTE DELTEAM GOYA/QUATROIl bravissimo rider sardo entra a far parte del team Goya e
Quatro. Il talento cagliaritano negli ultimi anni è diventato
uno dei migliori waver italiani e nel 2010 si è qualificato per
la seconda volta consecutiva alla finale del prestigioso Capo
del Capo, grazie al suo stile radicale e preciso. Gabriele avrà
la possibilità di testare i nuovi materiali nei maggiori spot
sardi e non solo. Inoltre Gabriele vuole ringraziare Naish e
Mirco Babini per il supporto ricevuto negli anni scorsi.
© Francesca LaCroce
© Marcella Lai
RIDER Fortunato Longo
16
ION FUSE 2011La nuovissima Fuse è una muta Drysuit di altissima qualità, che utilizza una
tecnologia assolutamente innovativa. Deriva infatti dalla perfetta sinergia tra una
tradizionale muta interna in neoprene, circondata da un altro strato più largo e
morbido di tessuto in nylon tipico delle nuove Drysuit, le mute superstagne. Così
facendo, la muta eredita gli aspetti positivi di entrambe le tipologie, eliminandone
però tutte le debolezze. Questa Drysuit è perfetta per tutti quei riders che vogliono
fare sport acquatici tutto l’anno, anche in condizioni glaciali. La Fuse 2011 è
completamente stagna, grazie alla nuova cerniera premium TIZIP® dryzipper ed
alla nuova chiusura ancora più scorrevole. L’alta flessibilità della costruzione
interna in neoprene assicura una calzabilità e comodità notevole, facilitando i
movimenti, specialmente quando si deve nuotare. La combinazione tra una muta
ION in neoprene di 4,0 mm, più lo strato esterno ION defence_nylon, garantisce alla
Fuse un alto indice di conservazione del calore corporeo, anche in condizioni
polari. Il neoprene galleggia sull’acqua e quindi ti può anche salvare la vita in caso
d’emergenza. Anche qualora lo strato esterno si bucasse o strappasse, lo strato
interno in neoprene ti isola a sufficienza per tornare a riva e salvarti. Se non vuoi
congelare in acqua, sentirti tranquillo, comodo ed anche figo, la soluzione è una :
la nuova Fuse Drysuit – più informazioni su www.ion-essentials.com
THOMAS FAUSTER PASSA A DROPSTF: “Vago nei ricordi nel lontano 1998, dove tutti gli atleti più forti del mondo windsurf (all’epoca
c'erano solo Wave e Racing) volevano un FL 10 Drops per essere competivi in gara. Anch'io ne volevo
uno per vincere in Italia e ho apprezzato molto le tavole Drops. I miei anni di collaborazione sono
terminati in un momento dove il Racing aveva perso d'importanza a livello di mercato, era il grande
momento del freestyle, ma per me è terminata sopratutto perché un caro amico mi ha chiesto di
fare sviluppo insieme con lui per un’altra ditta, cosa che da solo non riusciva a fare. Quasi 10 anni
di sviluppo, ricerca e test per questa ditta hanno diviso le nostre strade. Dopo i bei ricordi del
passato in Drops ho preso coraggio
per chiedere a Mario Vinti di poter fare
sviluppo e ricerca per le sue tavole. A
braccia aperte sono stato accolto per
iniziare la collaborazione. Ricerca,
sviluppo e test nelle tavole del settore
Slalom e Formula saranno appoggiati
dalla mia esperienza accumulata negli
anni passati e insieme, al team già
esistente sono molto fiducioso di avere
tavole che torneranno ai vertici delle
classifiche. Sono felice e contento di
fare parte della famiglia Drops.”
FORTUNATO LONGO CON FANATICNew entry in casa Fanatic, Fortunato Longo (Tato) che
utilizzerà per tutta la stagione agonistica 2010-2011 e per il
Windadventures Extreme Trip le nuove tavole come i Quad 86
e 72. Inoltre per la prossima stagione, nella sua scuola a
Cervia, potrete trovare tutti i nuovi gioiellini di casa Fanatic
tra cui i preziosissimi Sup e le vele North Sails dalle misure
più piccole fino alle formula size!
REGATE IN LIGURIA OTTOBRE 2010Per tutto il mese di ottobre la Liguria sarà impegnata in una serie di competizioni amatoriali e pro nella fantastica disciplina dello slalom che negli ultimi due anni ha
registrato un importante crescita dei praticanti, con un livello medio dei racers decisamente alto grazie anche al ritorno di nomi celebri che costituivano i ranking
nazionali degli anni passati, e all'importante disponibilità da parte dei circoli organizzatori e del costante impegno dell' AICW. Ottobre sarà un mese interessante per il
panorama nazionale di questa disciplina. In particolare la Lega Navale di Noli ospiterà i più importanti atleti nazionali nella 3° tappa del circuito di Coppa Italia, tra i
maggiori esponenti di questo circuito si evidenzia la presenza degli atleti liguri che nel 2009 hanno costituito la top ten come il giovane Matteo Iacchino 3° classificato
(JP/Gaastra), Max Brunetti 8° classificato (RRD/Gaastra ) e Francesco Orsi (North Sails/Fanatic). All'interno di tutti gli eventi liguri presenti in calendario saranno previste
delle classifiche amatoriali Free 12, il Tramontana Voltri Surf al riguardo non ha formulato nessuna regola, ogni iscritto potrà partecipare con qualsiasi tipo di materiale,
gli start saranno di flotta (partenze tutti insieme e non a batterie) ma con classifiche separate dedicate ai pro, donne, amatori e juniors. È importante ricordare che "l'
amatore" è il partecipante privo di tessera AICW ordinaria oppure in possesso di tessera AICW amatore, in ogni caso per altre informazioni potrete contattare il delegato
zonale Max Brunetti al (328/2581434).
2-3/10: Calambrone Coppa Italia (Livorno)
15-16-17/10: Trofeo Cippa Lega Navale, Albisola (Savona)
23-24/10: Coppa Italia presso la Lega Navale di Noli (Savona)
30-31/10: Trofeo Tramontana Slalom Cup 2° edizione, presso il Tramontana Voltri Surf a Genova, P.za Lerda 152\R
18
SURFSEGNANA VI ASPETTA PER LA STAGIONE 2011Il SurfSegnana, noto network multi-sportivo di Torbole sul Lago di Garda, sta per archiviare un’ennesima stagione ricca di successi e soddisfazioni. Il numero
di principianti che provano per la prima volta il windsurf sul Garda continua ad aumentare, grazie anche all’evoluzione dei materiali ormai diventati
estremamente leggeri e perforanti, e il SurfSegnana con le attrezzature North Sails e Fanatic riesce a soddisfare le esigenze sia dei neofiti e sia di coloro che
in windsurf ci vanno già da anni e vogliono tavole veloci e vele stabili. Il SurfSegnana è il punto di riferimento per chi vuole fare windsurf a Torbole grazie anche
alla location ideale adatta alle famiglie ma anche ai surfisti radicali. Positiva e in continua crescita anche il numero di corsi effettuati giornalmente e questo
dimostra ancora una volta la professionalità e serietà degli istruttori del SurfSegnana, senza dimenticare una buona dose di simpatia per rendere l’esperienza
del windsurf divertente ma nella più completa sicurezza. Una grande scuola è resa tale anche dal supporto dei suoi sponsor e il SurfSegnana ringrazia: la Volvo
per le macchine messe a disposizione dello staff e dei clienti per i test drive; Brunotti per l’abbigliamento casual; Smith per avere protetto gli occhi degli
istruttori dalla lunga esposizione al sole dell’estate
gardesana; Fanatic e North Sails per le attrezzature
tecniche; SurfPlanet, surf shop di Torbole, dove i clienti
del SurfSegnana posso trovare delle interessanti
agevolazioni; ITAS assicurazioni. L’ufficio rimarrà aperto
anche durante tutto l'inverno, potrete quindi contattare
la segreteria per prenotare la vostra vacanza per la
prossima stagione e continuerà anche il servizio di
spedizione del libro e del dvd SurfSegnana a domicilio,
piacevole regalo, anche per natale, per non dimenticarsi
quello che avete imparato durante il corso!!! Sia il libro
che il dvd lo potete comodamente ordinare on line sul
sito www.surfsegnana.it con un pagamento veloce e
sicuro tramite pos. Contattate la segreteria SurfSegnana
per ogni informazione su queste iniziative o per saperne
di più sui convenientissimi pacchetti tutto compreso
“Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da
soli 299 Euro e 169 Euro. INFO: SurfSegnana – Foci del
Sarca – 38069 Torbole sul Garda (TN). Tel. 0464-505963.
Web: www.surfsegnana.it - e-mail: [email protected]
LE PINOCCHIATE1. Mangiamo tanto pesce, perché contiene il fosforo che ci fa diventare più intelligenti!!
VERO IN PARTE… In realtà il pesce non contiene molto più fosforo di quanto ne contenga la carne, ma (così come gli olii di semi) è un’ottima
fonte di acidi grassi polinsaturi, sostanze indispensabili per lo sviluppo del sistema nervoso e delle capacità cognitive.
L’organismo umano (così come quello dei bovini e di molti altri animali) non è in grado di produrre questo tipo di grassi, che invece abbonda nei
vegetali (il pesce, infatti, si nutre di plancton).
Quindi il pesce è un alimento eccellente, ma se ci fa sentire “più intelligenti”, probabilmente i meriti non sono soltanto del fosforo…
2. Nelle gare di nuoto veder vincere i nuotatori con la pelle nera è una rarità… Chiaro! Sono così bravi nella corsa… che senso avrebbe, per loro, perdere tempo in
piscina??
LE COSE NON STANNO ESATTAMENTE COSÌ… Il grasso galleggia, mentre muscoli ed ossa affondano.
L’elevata termogenesi, tipica di alcune popolazioni, determina la presenza di una bassa percentuale di grasso corporeo, circostanza che – unita alla maggiore
densità ossea di questi popoli - richiede un ingente dispendio di energie per mantenersi a galla.
Allo stesso modo le donne, rispetto agli uomini, possono vantare un miglior galleggiamento proprio perché possiedono, mediamente, una maggior percentuale di
grasso corporeo ed una migliore distribuzione dello stesso a livello periferico: per mantenersi in superficie devono spendere meno energie rispetto agli uomini!
Ecco perché le gambe dei maschietti (tendenzialmente più magre) tendono ad affondare (aumentando, peraltro, la resistenza all’avanzamento), mentre il corpo
delle nuotatrici in acqua assume, generalmente, posizioni più “aerodinamiche”.
3. I veri campioni possono fare a meno del riscaldamento… Riscaldarsi prima di una competizione è una cosa “da principianti”!!
FALSO Un’attività fisica praticata prima di un impegno agonistico aiuta a generare nell’atleta una condizione psico-fisica ideale. Inoltre il riscaldamento riduce il
rischio di traumi e lesioni osteoarticolari, tendinee e muscolari. Quindi il riscaldamento fa bene a tutti!
Per ottimizzare gli effetti di questa pratica è importante che il riscaldamento specifico (ovvero quei movimenti che rispecchiano fedelmente il gesto sportivo che
si dovrà esprimere in gara) sia preceduto da un condizionamento generale (es.: esercizi di mobilizzazione generale, stretching, movimenti di rilassamento oppure
attività passive come i massaggi).
A cura di Giuseppe Lìzzari e Silvia Calò
22
Si è svolto dal 13 al 19 settembre a Klitmoller, nel nord della Danimarca una delle
gare di Wave PWA più spettacolari nella storia del windsurf. A parte le condizioni
che sono state incredibili con sei giorni su sette di vento dai 25 ai 45 nodi, onde
di 4-5 metri e un tabellone “Double Elimination” e due Super Sessions
completate. Ma la vera grande novità è stata che, per la prima volta in assoluto
si è potuto vedere una gara di PWA Wave dal vivo via Internet. La cosa che ha
veramente stupito, era che la qualità dello “stream”aveva qualità da TV. Poi si
potevano fare domande e dare commenti via chat, e rivedere tutte le parti live
non viste su un archivio (http://bambuser.com/channel/coldhawaii). Dato che io
ho avuto il grande piacere di essere lo speaker del LIVE STREAM (e così aver
contribuito ad un pezzo di storia), potevo finalmente dire tutto quello che
normalmente si sente solo se si è presenti in spiaggia. Dato che parlavo
simultaneamente con il microfono di spiaggia e quello del Live Stream, tutte le
persone al mondo hanno potuto quasi essere presenti in spiaggia! Spesso mi
trovavo rider vicino alla mia postazione (una macchina con vista del campo gara)
come Kauli Seadi, Marcilio Browne, Riccardo Campello o Antoine Albeau che non
esitavano a fare i saluti a casa dall’altra parte del mondo ai loro amici o a tutti
gli ascoltatori nella loro lingua!
Per quello che riguarda la cronaca della gara, si è potuto assistere ad un ottimo
Kauli Seadi che oltre ad aver vinto la “Single” si è anche portato a casa la
“Double”, ma Victor Fernandez gli ha dato parecchio filo da torcere battendolo
nella prima finale della “Double”, solo la super finale ha poi dato ragione a Kauli.
Bisogna anche dire che grazie al formato di 2 onde e 1 salto che contavano per
la heat è stato favorito Kauli, probabilmente con 2 salti e 2 onde Victor avrebbe
avuto la meglio. Lo stesso Kauli lo ha ammesso in una intervista rilasciata subito
dopo la premizione.
Durante gli ultimi giorni di gara si sono svolte due incredibili Super Sessions
(contava solo il miglior salto durante la heat da 25 minuti), la prima è stata vinta
da Riccardo Campello con un doppio Foward di 12 metri atterrato asciutto. E il
giorno seguente da Kauli Seadi con un Pushloop Forward veramente quasi
perfetto, giusto per dire: “Guardate che anch’io sono ancora capace di saltare!”.
Il Live della doppia eliminazione delle due Super Session e le rispettive
premiazioni sono state seguite dal vivo da circa 120.000 persone nei 6 giorni!
Veramente una grande pubblicità per il windsurf in generale.
Un’altra cosa veramente degna di nota, è stata quella che, subito dopo lo
svolgimento delle Super Session (2 giorni) , quasi tutti i waver si spostavano in
uno spot a 10 km a Nord chiamato Hanstholm. Lo spot funziona meglio con il
vento da Ovest che a Klitmoeller dove viene un pochino troppo da mare.
Hanstholm è famosa per avere un grosso porto per pescatori, ed è proprio il
braccio del porto che ordina le onde. Spiaggia da 4 km, un prato su cui montare
le vele, vento al traverso costante sui 40 nodi, onde piccole sottoriva e onde di 2-
4 m andando fuori, e completamente liscio tra un onda e l’altra. Io mi spostavo
sempre con Antoine Albeau in furgone, e quello che poi succedeva a Hanstholm
era incredibile. Appena andavano in acqua Kauli, Marcilio, Riccardo, Victor,
Robby Swift e Gollito, (vorrei però dire che anche Antoine Albeau dice la sua in
fatto di salti) uscivano dall’acqua almeno cento persone per assistere dalla
spiaggia ad uno spettacolo unico, perché i sopraelencati si allenavano a fare
nuovi salti. Perfezionare il “Pushloop- Forward” era l’ordine del giorno. Io stesso
mentre navigavo vedevo cose che mi facevano venire la pelle d’oca, perché
vedere Riccardo che ti fa un Push-Forward alto 15 metri atterrato perfettamente
non succede tutti i giorni. Non parliamo poi dei Backloop ad una mano a 12 m di
Victor e Marcilio, o i doppi perfettamente atterrati di Kauli, Robby Swift e altri!
Parlando poi con i vari riders erano tutti concordi su una cosa: “Questo posto è
forse il miglior posto al mondo per saltare! Vento forte side-shore, onde lisce e
distanziate, dove si può prendere una rincorsa da paura.” Riccardo mi ha detto
che secondo lui ha fatto il salto più alto mai fatto in vita sua: 18 metri!!! Insomma
tutti infine concordano con il fatto che la zona di Klitmoller-Hanstholm sia
veramente COLD HAWAII!!!
Kauli Seadi ha voluto dimostrare a Klitmollerche è ancora capace di saltare!
23
Pochi giorni prima di andare in stampa è
terminata la tappa più importante del PWA di
questa stagione, e con il più alto montepremi,
a Sylt in Germania. In programma lo Slalom e il
Freestyle maschile, e il Wave sia maschile che
femminile. Quest’anno però la fredda Sylt ha
lasciato molti con l’amaro in bocca. Il vento
previsto, anche se di forte intensità, ha sempre
soffiato nei 10 giorni di gara con una direzione
troppo off-shore, lasciando all’asciutto tutti i
rider del wave e permettendo lo svolgimento di
un solo single elimination del freestyle con 12-
14 nodi. Tre atleti italiani in gara, Mattia Fabrizi,
Nicola Spadea e Mattia Pedrani. Fabrizi
purtroppo non è riuscito a passare il suo turno per accedere al main event, non
avendo ranking ha dovuto partire dalle pre-qualifiche. Nicola Spadea, anche lui
nelle pre-qualifiche, si è subito trovato di fronte un certo Kauli Seadi… che ha
battuto con una consistente heat, anche se svolta in condizioni al limite del
planabile dove il Campione del Mondo Wave nonché ex-top freestyler non si è
trovato a proprio agio. L’atleta di Formia dopo questa epica impresa ha però perso
nella heat successiva. Anche Mattia Pedrani è andato fuori al primo turno del main
event, purtroppo in una heat svolta con il vento leggerissimo e contro un
avversario, Edvan Souza, di ben 30 kg più leggero di lui. I nostri portacolori non
hanno avuto modo di rifarsi in quanto terminata la single nei giorni successivi è
stato dato spazio solo allo Slalom. Quindi Mattia Pedrani
(Starboard/Simmer/MaverX) conclude la stagione 2010 al 22° posto, mentre Nicola
Spadea (Starboard/Gun Sails/MaverX) in 25° posizione. Il titolo PWA Freestyle 2010
va a Gollito (Fanatic/North Sails), già conquistato a Lanzarote con una gara di
anticipo grazie allo scarto, e vince anche a Sylt. Incredibilmente a pari punti i
successivi 3 atleti: Taty Frans
(Starboard/Maui Sails), Kiri Thode
(Starboard/Gaastra) e Steven Van
Broeckhoven (F2/Gaastra), rispettivamente in
2°, 3° e 4° posizione per il miglior piazzamento
ottenuto.
Per quanto riguarda lo Slalom tanti gli italiani
in gara: Andrea Rosati, Marco Begalli, Matteo
Iachino, Francesco Orsi, Patrick Diethelm,
Malte Reuscher, Andrea Cucchi, Massimo
Colombi e Alberto Menegatti. Tolto il solito
Patrick che si porta a casa un 8° posto di tutto
rispetto, Alberto Menegatti sta iniziando a
piazzare davvero dei buoni risultati. A pochi
giorni prima della fine della gara era addirittura in 5° posizione vincendo diverse
heat e mettendo dietro anche qualche big. Alberto conclude poi la stagione e la
gara in 12° posizione, ma siamo sicuri che con un po’ più di esperienza, è uno dei
più giovani della top 15, potrà dare filo da torcere a molti big! Il titolo Slalom 2010
va ovviamente a Antoine Albeau (JP/Neil Pryde), secondo a Sylt, e Björn Dunkerbeck
(Starboard/Severne) conclude la stagione in seconda posizione, e vince a Sylt. In
terza posizione un sorprendente Cyril Moussilmani (Starboard/North Sails).
Prossimo appuntamento dal 14 al 23 novembre per la tappa finale del Wave a Cabo
Verde. I ragazzi non potranno utilizzare lo scarto perché non si è svolta la tappa di
Sylt. Quindi Victor Fernandez (Fanatic/North Sails) dovrà guardarsi bene le spalle
dai suoi inseguitori Ricardo Campello (JP/Neil Pryde) e Philip Koester
(Starboard/Neil Pryde). Kauli Seadi (JP/Neil Pryde) in 4° posizione deve sperare in
un piazzamento disastroso di Victor, ma in una gara di puro wave riding tutto può
ancora accadere! Stay tuned… ora più che mai, con il live in streaming delle gare
sul sito pwaworldtour.com
Da ora in poi tutte le gare del PWAsi potranno vedere in streaming.
Ricardo Campello a Klitmoller, quando si tratta divolare alto è sempre uno dei protagonisti.
24
John Skye è uno dei wave rider più consistenti e radicali del panorama
internazionale, e quest’anno si è occupato dello sviluppo delle nuove
tavole Quad per RRD. Lo abbiamo intercettato sulle spiagge di Sylt dove,
vista l’assenza di onde per poter disputare la gara wave, si è dato da fare
come caddy per il compagno di squadra Finian Maynard. Fra una batteria
e l’altra dello slalom è riuscito anche a rilasciarci una breve e
interessante intervista a proposito della nuova linea RRD Wave Cult Quad.
Ciao John, sappiamo che tu partecipi alle tappe di PWA Wave utilizzando
esclusivamente tavole di serie. Quali tavole hai utilizzato questa stagione?
Tutte le tavole della gamma Wave RRD! Beh, in realtà non proprio tutte, ma una
buona parte. Questa stagione ho continuato a utilizzare le mie RRD Wave Twin 90,
82 e 74 che rimarranno invariate anche per il 2011 e che per me rappresentano
una sicurezza, a cui si sono aggiunte di recente le RRD Wave Cult Quad 92, 83, 75
e RRD Hard Core Wave Quad 84 e 76. Io sono alto un metro e ottanta e peso circa
82 kg, per cui in linea di massima penso di utilizzare i Wave Cult per le uscite in
condizioni europee, mentre l’Hard Core Quad 84 lo tiro fuori dalla sacca solo
quando le condizioni sono mitiche. Ma ti confesso che nel mio van e nelle mie
boardbag continuo e continuerò a portarmi anche il WaveTwin82, perché questa
tavola mi piace troppo per separarmene!
Tu vivi a Gran Canaria buona parte dell’anno ed ormai sei quasi un local di
Vargas e Pozo. Quali pensi sia la tavola maggiormente adatta alle condizioni
di vento nucleare e on shore che generalmente si trovano in questi spot?
Sono abbastanza sicuro che il Wave Cult Quad 75 è la tavola perfetta per le
condizioni di Gran Canaria. Il controllo extra che ti da l’assetto Quad ti permette
di restare in acqua e divertirti anche con una tavole più voluminosa di quelle che
utilizzeresti normalmente con un single fin. E quando le condizioni diventano
veramente radicali, allora passo all’Hardcore Wave Quad 76. Questa tavola ha
un’outline più stretto e un rocker più pronunciato che ti permettono di
mantenere il controllo anche nelle condizioni più radicali.
La maggior parte dei rider non prestano grande attenzione al trim della
tavola. Pensi che una posizione corretta di pinne e piede d’albero sia
importante anche per quanto riguarda le nuove tavole Quad?
La posizione giusta di pinna e piede d’albero è sicuramente fondamentale se si
vogliono spremere dalla tavola le sue massime prestazioni. Voglio dire che la
tavola più o meno funzionerà anche se si mettono pinne e piede d’albero a
casaccio senza prestare particolare attenzione, ma posso garantirvi che ogni
tavola ha una sua posizione magica per pinne e piede d’albero. Per quanto mi
riguarda, io preferisco posizionare le pinne anteriori nella posizione più
avanzata possibile, mentre le pinne posteriori le tengo circa a metà della scassa,
col bordo d’entrata a 33 cm da poppa. La posizione giusta del piede d’albero è
circa a 135 da poppa, e lo sposto appena più indietro quando il vento è forte,
oppure leggermente più avanti quando il vento è più leggero.
Come si fa a trovare il trim giusto per il proprio stile? Le regolazioni cambiano
anche in base alle condizioni?
Devo dire che pur avendo lavorato molto sulla configurazione quad questo
inverno durante le fasi di sviluppo delle tavole di serie, anche io non ho ancora
Hardcore Wave 68 LTD V4
Volume: 68Lts
Size: 229x53cm
Fin: MFC K-One G-10 CNC 21,0
Fin box: US
Sails range: 3.2-4.7
Hardcore Wave 76 LTD V4
Volume: 76Lts
Size: 229x54cm
Fin: MFC K-One G-10 CNC 21,0
Fin box: US
Sails range: 3.7-5.3
Hardcore Wave 84 LTD V4
Volume: 84Lts
Size: 229x55,5cm
Fin: MFC K-One G-10 CNC 21,5
Fin box: US
Sails range: 4.2-5.6
Wave Cult 75 LTD V4
Volume: 75Lts
Size: 230x56cm
Fin: MFC K-One G-10 CNC 22
Fin box: US
Sails range: 3.7-5.2
Wave Cult 83 LTD V4
Volume: 83Lts
Size: 231x58cm
Fin: MFC K-One G-10 CNC 23
Fin box: US
Sails range: 4,0-5,7
Wave Cult 92 LTD V4
Volume: 92Lts
Size: 232x60cm
Fin: MFC K-One G-10 CNC 24
Fin box: US
Sails range: 4,5-6,2
25
trovato la ricetta giusta per ogni condizione, così ogni uscita che faccio, mi
diverto a cambiare leggermente le regolazioni per vedere come reagisce la
tavola. Quello di cui sono sicuro è che la posizione delle pinne anteriori
completamente in avanti permette alla tavola di effettuare curve più strette sulla
propria posizione. Inoltre, più si allontanano le pinne fra di loro e maggiore è la
trazione della tavola. Per questo motivo io tendo a tenere pinne anteriori e
posteriori distanziate fra di loro, perché questo assetto mi permette di spingere
di più lungo tutta la curva ed avere un maggior controllo della mia potenza
mentre surfo.
Parlando di surfata, in cosa si differenziano i nuovi RRD WaveCult Quad dai
WaveTwin?
I nuovi RRD Wave Cult Quad hanno molto più controllo e molta più facilità a
restare in acqua. Questo ti permette di avere maggiore trazione durante il
bottom turn e anche molto più grip nel top turn permettendoti di dare delle belle
spadaciate al lip!
Pensi che la slashata stia passando di moda e che adesso il vero rider
radicale preferisce la spadaciata?
Beh, questa non è una cosa che dipende dal fatto che si usano i quad, dal
momento che per quanto riguarda la mia esperienza, anche usando un Quad
puoi far slashare la tua tavola tutte le volte che vuoi, ma avrai semplicemente
maggiore controllo nel momento in cui vuoi ricominciare a surfare. Le pinne
infatti sono più piccole di quelle utilizzate su un twin fin, quindi si può slashare
facendo ancora minor fatica, ma se ti piace affondare la poppa della tavola al
momento del top turn, scoprirai di avere abbastanza grip da alzare la spadaciata
più profonda che ti sia mai capitato! Non è una questione di moda, è una
questione di stile personale. E queste tavole ti permettono di esprimere al
massimo entrambi i tipi di stile.
Pensi che i Quad siano molto diversi dai Twin per quanto riguarda i salti? E
pensi possano essere altrettanto validi dei vecchi single fin per quanto
riguarda i salti?
Rispetto alle tavole twin fin, i Quad saltano decisamente meglio. Più grip e più
controllo significano che puoi impattare l’onda esattamente quando e dove vuoi,
e quindi con maggiore velocità e trazione nella sezione più verticale dell’onda.
Non sono troppo sicuro che saltino meglio dei single fin, ma gli indubbi vantaggi
in surfata e la performance generale è talmente superiore, che per me in questo
momento non ci sono dubbi che questo genere di tavola rappresenta un notevole
passo avanti.
Pensi ci sia altro che la gente ha bisogno di sapere a proposito di queste tavole?
Penso che la gente debba soprattutto trovare il modo di provare di persona
queste tavole per potersi dare personalmente una risposta a tutti i possibili
dubbi. Direi che grazie a queste tavole, ora la gamma wave di RRD è davvero
completa. I Wave Cult sono tavole facili, molto veloci e che planano prestissimo e
sono disponibili sia in versione single che quad. Gli Hard Core sono tavole
davvero radicali che girano più veloci del pensiero e anche loro sono disponibili
in versione single e quad. Poi ci sono i Wave Twin per surfate radicali e i Wave
Thruster, per surfate ancora più calibrate… Insomma è proprio vero che adesso
ognuno può trovare quello che maggiormente si addice al proprio stile per
surfare fra le onde!
26
Durante il secondo week end di luglio, presso il centro Naloo a Marina di Palo (Roma) si è svolto
il "Coca-Cola Zero Windsurfer Vintage Cup". Una regata dedicata ad un pubblico amatoriale molto
particolare, visto che si è disputata con tavole progettate più di 25 anni fa'! Il mitico Windsurfer!
Per questa occasione, la rinata classe Windsurfer, ha riunito più di venti concorrenti, puri wavers
e slalomari incalliti, giovani alle prime armi, comprese tre ragazze, in una competizione svolta
nella goliardia del noto "windsurfer spirit", nonostante il caldo torrido del mese di luglio, ma
dissetati dalle ghiacciate lattine Coca-ColaZero distribuite in spiaggia. La regata ha permesso agli
atleti di navigare con le nuove tavole Windsurfer arrivate direttamente dall'Australia per il
rilancio della Classe Windsurfer-Italia. Infatti la nota curiosa è che alcuni partecipanti, non
avendo mai navigato nei tempi passati con queste tavole, si sono meravigliati delle loro capacità
di manovrabilità e velocità! "It's possible". La competizione è stata organizzata al centro Naloo di
Paolo Bini in collaborazione con l'XRay Windsurf Academy nella persona di Raimondo Gasperini,
che ha diretto meticolosamente tutte le operazioni in acqua e fuori. L'evento si è svolto con
batterie ad eliminazione diretta, con girone di winners e loosers, spettacolari le procedure di
gara con partenza dalla spiaggia dove il numeroso pubblico, accorso per la manifestazione ha
potuto tifare spalla a spalla con gli atleti in gara. Per la cronaca dopo una vera e propria battaglia all'ultimo metro, e all'ultima bomata, la regata è vinta dal chirurgo romano
Leonardo Leone, seguito da Marco Grea e Fabio Ferrari; tra le donne, prima classificata: Di Giosafatte Antonella, seconda Scacchi Flavia e terza Maria Puri. Fantastica e
decisamente ricca la premiazione, premiate tutte le categorie sul mitico Jeeppone Coca-ColaZero! Si ringrazia: il Naloo per l’ospitalità, Coca-ColaZero che ha creduto in questa
riuscitissima manifestazione, la Link Distribution e la Fca/Volkswagen per i premi messi a disposizione. Arrivederci dalla Classe Windsurfer!
Nell’imperdibile scenario della Baia di Porto liscia/Coluccia (Santa Teresa Gallura),
organizzata dal Club Porto Liscia, il 02/09/2010 si è svolta la XII° edizione della regata
storica di tavole a vela. Hanno fatto bella mostra di sé, allineate lungo la spiaggia, 14
gloriose tavole Mistral Competition, Windsurfer, Ten-Cate, Winglider, etc… Nomi che
rievocano nei surfisti di fine anni ‘70 e inizi anni ‘80 indimenticabili sensazioni e mille
ricordi di gioventù. 14 i regatanti, provenienti dalla Sardegna e dal Nord Italia. Non
esclusa la bella presenza di due giovani e agguerrite ragazze. Al momento della
partenza si è alzato un vento di Levante fortissimo che, oltre che far ribollire il mare,
ha costretto il Comitato organizzatore (composto da Alberto Catalano e Simone
Pisciottu) a rinviare ripetutamente l’inizio della regata ed a ridurre, per sicurezza, il
campo di gara. Finalmente dopo circa tre ore il via che, come consuetudine avviene
con la corsa (50 mt.) dei concorrenti verso la propria attrezzatura. In una confusione
fantastica e dantesca di tavole a vela, i regatanti hanno cercato di prendere il largo
ostacolati sia dal forte vento che dalla vetustà delle attrezzature. Con un tifo da
stadio dei numerosissimi spettatori presenti, che talora sono intervenuti
direttamente in aiuto dei concorrenti, si è svolta la gara che ha un’unica regola: non
esistono regole. La regata ha messo in evidenza, nonostante un po’ di ruggine, le
grandi doti agonistiche e tecniche di un ex campione degli anni Ottanta che ha
preceduto Stefano il biondo maestro di Windsurf del locale circolo ws, e campione
di freestyle e, inaspettatamente, Amadeus un valente psichiatra mitteleuropeo,
seguiti a distanza da due giovani concorrenti Tonno e Minesi.
Molti atleti non sono riusciti a terminare la regata per le avverse condizioni del vento,
nonostante l’incitamento continuo del pubblico. Il C.O. è dovuto intervenire per
riportare a terra alcuni regatanti che avevano subito avarie… Il vincitore e cioè il
primo a battere la mano sul tavolo del Club porto Liscia, dopo una corsa di circa 80
mt. dalla spiaggia è stato, come detto, Massimo Varrucciu di Olbia indimenticato
Campione degli anni 80.
Davanti al folto pubblico che ha ammirato le performance delle giovanissime
ballerine in stile hawaiano, che hanno danzato in onore di ogni concorrente, si è
svolta la premiazione che è terminata con un bagno… di spumante e con l’arrivederci
alla tredicesima edizione.
CLASSIFICA GENERALE DELLA XII° EDIZIONEREGATA STORICA TAVOLE A VELA ANNO 20101. MASSIMO VARRUCCIU
2. STEFANO LORIOLI
3. AMADEUS EHRHARDT
4. ALESSANDRO (TONNO) TONELLI
5. GIANPAOLO MINESI
6. FRANCO MARCHETTO
7. RICCARDO NIZZOLI
8. FLAVIO FRANCESCHINI
9. ENRICO (SUCCO) BADONI
10. PEPPE PORRU
11. EMILIO CASI
12. SILVIA RAVA (1° CLASS. CAT. JUNIORES)
13. JACOPO NIZZOLI(2° CLASS. CAT. JUNIORES)
14. JOLANDA CASI(3° CLASS. CAT. JUNIORES)
27
Portare il mondo della “surf culture” a contatto con il pubblico extra settore
è uno degli obiettivi per cui da anni si lavora in Italia. Italia Surf Expo 2010 ha
rappresentato il primo passo verso un futuro più aperto. La risposta
mediatica di un evento di caratura internazionale come quello che è avvenuto
dal 30 luglio al 1 agosto ai piedi del castello medievale di Santa Severa, alle
porte di Roma, è stata incredibile. Grazie alla qualità di una manifestazione
arricchita da personalità importanti dei vari settori. A partire dall’ospite
d’onore di questa dodicesima edizione della fiera surfistica: il “re hawaiano”
Sunny Garcia. Campione del Mondo ASP (Association Surfing Professional) nel
2000 e sei volte vincitore della Triple Crown, la competizione più prestigiosa
dell’intero pianeta che si svolge in tre tappe nei tre migliori spot delle Hawaii.
A far da guida alla stella della tre giorni romana l’organizzatore e surfista
laziale Alessandro Marcianò insieme a Raimondo Gasperini e la sua
immancabile e sempre in crescita XRay Windsurf Academy. Un trio che ha
unito le forze riuscendo nell’impresa di attirare le attenzioni dei migliori
testate nazionali. Dalle tv, presenti a seguire le loro performance e quelle del
numeroso pubblico accorso, con le telecamere del TG2, del TG3, del TG5 e di
Studio Aperto. Fino alle pagine del Corriere della Sera, di Repubblica, di
Gazzetta dello Sport e di molto altro.
Entrando nel dettaglio della manifestazione numerose sono state le novità
presentate, svariando di settore in settore. L’XRay Windsurf Academy di Raimondo
Gasperini ha proposto l’IDO, un congegno ideato per avvicinare i più piccoli al mondo
del windsurf. Posto alla base dell’albero permette alla vela di non cadere nell’acqua
limitandone lo sforzo fisico. Molti i bambini, oltre 50, che hanno testato l’IDO
(acronimo di Innovation Dario Oliviero, nome dell’inventore) rimanendone entusiasti.
È esplosa invece la SUP-mania. Già in grande espansione la moda della tavola di
stampo polinesiano da condurre con pagaia, con o in assenza di onde, ha
letteralmente spopolato tra il pubblico del litorale laziale. Stesso discorso per
l’Indoboard, la tavola posta su di un cilindro ideale per allenare l’equilibrio ed il
posizionamento prima di cimentarsi in acqua. Ed infine, il Grinch Winch. Conosciuto
nel mondo del windsurf, nato per combattere le terribili attese in mancanza di vento,
è divenuto un’attrazione per tutte le varianti dei “board sports”. Con il surf da onda,
con il sup, con il wakeboard, con lo skinboard. Ogni tentativo è un trick da
immortalare. Su tutti le performance freestyle di Raimondo Gasperini e le surfate di
Alessandro Marcianò, tra i più esperti, hanno infiammato i presenti. I due, in
occasione del contest organizzato la domenica, giorno conclusivo, sono stati battuti
però da Emanuele Guglielmetti, autore con la sua tavola della miglior manovra del
pomeriggio. Gare anche per il Sup con la terza di sei tappe del campionato nazionale.
La vittoria, come nelle precedenti due competizioni, è andata al romano Fabrizio
Gasbarro davanti al suo rivale nella lotta al titolo Leonard Nika. Tuttavia, Italia Surf
Expo, non è solo surf e windsurf, ma anche divertimento e glamour. A partire dai
Bikini Contest, alle presentazioni di libri e proiezioni di film a tema, fino alle attese
feste notturne. In questo caso ad attirare le attenzioni le due veejay di Radio 105,
partner dell’intera manifestazione, Kris&Kris. Tanta musica e grande partecipazione.
In particolar modo il sabato con il Coca-ColaZero Beach Party che ha tenuto la folla
fino a tarda notte incollata alla suggestiva ed incantevole spiaggia di Santa Severa.
In particolare durante l’evento è stata data a tutti i partecipanti la possibilità di
andare in windsurf utilizzando tavole Starboard e il rivoluzionario sistema iDO.
Raimondo Gasperini ha gestito personalmente tale battesimo del mare e la
gratificazione ottenuta è descritta nelle parole che seguono: “ L'evento dedicato
sopratutto ai bambini e alle ragazze ha avuto un successone! Vedere sorridere felici
i bambini e le facce sorprese nel riuscire a navigare da soli è stata incredibile e
molto gratificante! La chiave è sicuramente il poco sforzo e la semplicità nel navigare
che ora grazie all'IDO è possibile…”. Tutti i partecipanti hanno ricevuto uno splendido
diploma al termine della giornata come medaglia al merito per la partecipazione e
la gioia di tale dono per i nostri giovanissimi rimarrà sempre. Tutto l’evento è stato
caratterizzato da un grande interesse e divertimento da parte dei partecipanti, mai
si erano visti durante l’evento così tante persone a provare di andare in windsurf e
stare in fila per salire e scendere di continuo da una tavola.
Il windsurf protagonista in tv per un giorno.
Raimondo Gasperini in azione davanti al castello di Santa Severa.
28
“Sì, mi farebbe un sacco piacere partecipare anche il prossimo anno al
camp!”. Queste sono state le parole entusiaste della giovane Julia
Mutslechner. La giovane ragazzina italiana di 12 anni era una dei 36
partecipanti al Camp JP Young Gun, la cui quarta edizione s’è tenuta a
Prasonisi, sull’isola greca di Rodi. “Ho imparato così tanto in una sola
settimana…” Julia ci ribadisce con un sorriso smagliante. I coach dello
staff della rivista tedesca Surf, Steve Chismar, Jonas, Holzhausen, Frank
Lewisch e Manuel Vogel sono stati affiancati da due ospiti d’eccezione,
direttamente dal Team JP di Coppa del Mondo, Antxon Otaegui e Andy
“Bubble“ Chambers. Non solo hanno dimostrato la loro abilità in acqua
illustrando strambate, Shaka e Vulcan ma hanno anche dato degli ottimi
consigli ai giovani riders.
In spiaggia quindi, anche Julia ha avuto la possibilità di imparare le manovre
migliori direttamente da Andy “Bubble” Chambers. Eolo si è comportato davvero
benissimo. Le condizioni hanno variato da vento leggero per fare slalom e SUP,
per poi provare tutte le varie manovre in windsurf quando il vento rinforzava nel
pomeriggio. Un sacco di teenagers volevano migliorare la loro tecnica in
strambata. “Vorrei imparare a strambare più velocemente e provare qualche
manovra di Freestyle ” dice Julia Mutslechner. Per i riders più esperti iscritti, il
programma era fitto di Flaka, Grubby e Spin Loops. Tutta l’azione veniva ripresa
da due cameraman professionisti e la sera veniva proiettato il video per
controllare i progressi e gli eventuali errori. Durante l’ultimo giorno c’è stato
anche un contest in cui si sono confrontati i riders in varie categorie d’età. Tutti
erano davvero molto eccitati in quanto il premio finale era un’attrezzatura JP e
Neil Pryde. I coach e gli ospiti d’eccezione, Antxon Otaegui e Andy Bubble
Chambers hanno poi dato gli ultimi consigli per gareggiare al meglio. Nella
divisione delle ragazze, la vincitrice è la quindicenne Viktoria Als dall’Austria.
Subito dietro a lei c’è Emma Labourne dall’Inghilterra e Julia Mutschlechner
dall’Italia. Nella divisione maschile la situazione era molto più critica e
combattuta gia dell’inizio. Il livello era davvero alto. I giovani freestyler emergenti
chiudevano già Grubby ecc ecc. Dopo una semifinale mozzafiato, il sedicenne
Marco Lufen ha avuto la meglio su Julian Wiemar, Valentin Böckler e Dominik
Enting. Il primo premio quindi è andato al rider tedesco. Antxon Otaegui è
rimasto impressionato dal livello dei partecipanti, con manovre molto difficili e
pulite: “Otto anni fa anch’io ho partecipato ai JP Young Gun Classics ed ho vinto
la competizione finale. Sono poi riuscito a fare l’enorme salto di qualità,
decidendo di entrare a fare parte del Team JP World Cup. Questa è la prova
tangibile che tutti i partecipanti al camp qui a Rodi, come Julia Mutschlechner,
possono farcela nel mondo del windsurf professionale.”
INTERVISTA CON CHRISTOF KIRSCHNER,MANAGER GENERALE DEL PRO CENTER A PRASONISI, RODI.
Quali sono i gruppi d’età ideali per questo JP Young Gun Camp a Prasonisi?
Cerchiamo di raggruppare i ragazzi più entusiasti che sono già ad un certo
livello (partenza dall’acqua, uso del trapezio e footstraps). Non c’è alcun limite
d’età e chiunque si senta giovane nel cuore può partecipare. Il nostro iscritto più
giovane aveva solo 8 anni, mentre il più anziano ne aveva 52. Di solito la maggior
parte dei riders è tra i 10 ed i 18 anni.
Questo Freestyle-Camp per teenagers è probabilmente uno dei più
professionali e meglio organizzati in assoluto. Quali sono i vostri obiettivi?
Si riesce sempre a fare bene ciò che si ama! Il nostro obiettivo principale è
regalare ai ragazzi una settimana indimenticabile qui a Prasonisi, durante il
quale possano imparare direttamente dai professionisti e quindi possono
affinare notevolmente la loro tecnica in pochissimo tempo. I ragazzi poi
imparano velocemente grazie all’aiuto fondamentale dei coach, che fanno un
lavoro strepitoso qui. Combinando il tutto con l’aiuto dei Pro Riders del team
JP, i giovani riders possono poi mostrare tutto quello che hanno imparato
durante il contest finale. Questo Camp però non è solamente pratica… anzi! Il
programma è davvero pieno. Interviste, corse in go kart, SUP, cliff-diving e
molto di più! Ogni sera poi vengono proiettate le riprese del giorno stesso degli
young guns in azione. Dopo poco il video viene poi caricato su internet in modo
che anche genitori ed amici possano monitorare l’andamento del Camp,
condividendo quest’esperienza da vicino anche se non hanno avuto la
possibilità di esserci di persona.
Se guardi negli occhi di questi giovani riders, sia maschi che femmine,
senti immediatamente la loro passione ed entusiasmo, senza limiti. Pensi
che il futuro sia più roseo?
Sì, penso che il puro entusiasmo sia il motore dell’intero successo del Camp.
Vedo un sacco di ragazzini che hanno sviluppato un profondo amore per il
windsurf da soli, anche se i genitori hanno smesso molto tempo fa. Alcuni
addirittura riprendono anche a surfare, contagiati dall’entusiasmo dei loro
giovani riders. Questo aspetto è davvero positivo per lo sport. Abbiamo anche
notato un notevole aumento di ragazze, e quest’anno un terzo dei partecipanti
erano femmine. Mi ricordo ancora quando l’industria considerava la percentuale
di riders femmine intorno al 9%.
Qual è il tuo contributo per questo JP Young Gun Camp?
Organizziamo il camp assieme ai marchi JP e Neil Pryde, che mettono a
disposizione i premi ed i loro pro riders. Oltre a questo lavoro d’organizzazione,
abbiamo anche 4 coach dalla rivista tedesca Surf Magazin più altri due
cameraman della compagnia “SofaMovieLab”, che producono video e foto a
livello professionale. Nei paesi che parlano tedesco ed in Inghilterra abbiamo
anche una grande lotteria appoggiata sia da “Surf” che “Boards Mag UK” che ha
un vincitore a testa. Il premio per i fortunati riders è di partecipare al Camp,
tutto compreso, dal volo, all’albergo, perfino bevande e cibo e noleggio
materiale. In totale circa 1500 euro.
Durante lo Young Gun Camp JP nel 2002, Antxon Otaegui, ora
professionista di Coppa del Mondo, ha vinto il contest finale ed ha
guadagnato una wildcard per il suo primo evento Freestyle di PWA Word
Cup. Questo tipo di carriera è possibile anche per gli altri riders che
hanno partecipato al Camp JP a Prasonisi?
Sì certamente, il vincitore dello scorso anno, Loick Spicher dalla Svizzera sta
muovendo i primi passi nella sua carriera professionale! Partecipa al Tour EFPT
ed è sponsorizzato da Neil Pryde. Anche nella lista di oggi ci sono un sacco di
giovani ragazzi e ragazze con ottime capacità. L’industria continua a chiedere
informazioni ed a seguire attivamente gli sviluppi.
Antxon Otaegui fa vedere come si fa.
Andy “Bubble“Chambers conJulia Mutslechner.
TESTO DI Matt Pritchard • FOTO DI Jock Bradley
SETTEMBRE 2010Mentre gli estivi alisei nucleari cominciano a calare, e giunta l’ora di concentrarsi
sull’autunno. Per tutti quelli che come me vivono a Maui, questo significa che
finalmente le onde sono dietro l’angolo. Per tutti gli altri che purtroppo non sono
così fortunati, è ora di impacchettare tutto il loro materiale e guardare da lontano…
Grazie alla diffusione delle informazioni su internet, il windsurf in inverno è
diventato effettivamente un nuovo sport. Basta accendere il computer e si può
seguire da vicino il proprio atleta preferito in tutti i suoi spostamenti e session
d’allenamento. Il sito del PWA è davvero aggiornato ed interessante ed ora durante
gli eventi ci sono anche live updates, video in streaming e risultati in tempo reale!
Che spettacolo! Durante la brutta stagione invece, si può seguire i report del
proprio atleta preferito e ti sembra quasi di esserci a windsurfare, o almeno di
far parte dell’azione!
Penso che la stagione 2011 sarà davvero interessante. Ho sentito un sacco di voci
riguardo a numerosi cambiamenti di scuderie per svariati atleti! Sarà divertente
vedere cosa succederà… per ora non posso dire altro ma sicuramente ci saranno
dei cambiamenti notevoli!
Qui a Maui, è stato tutto abbastanza tranquillo, l’estate è andata bene ma non tutti
i nomi conosciuti si sono presentati all’appello. Sono convinto che l’economia di
questo periodo abbia dissuaso parecchi riders dal venire qui a Maui ad allenarsi.
Hookipa ha la sua solita frequenza di un gruppetto di circa 10 persone che surfano
in una giornata abbastanza piatta e ventosa. Kanaha è diventata sempre di più la
scelta vincente per l’estate, specialmente da quando hanno ampliato il
parcheggio. Se arrivavi in spiaggia tardi a volte ti toccava parcheggiare in
campagna! Adesso se sei fortunato riesci perfino a parcheggiare in prima fila!
Tutto il materiale 2011 è già in circolazione e sembra davvero bello. Il range Neil
Pryde e il nuovo materiale Goya sono un po’ troppo appariscenti per i miei gusti.
Anche le nuovissime Gaastra IQ però hanno un look davvero fresco e radicale e
sono molto richieste! Per quanto riguarda le tavole, sembra che i Quad ormai
abbiano preso il sopravvento. Ho provato a surfarci un po’ su e mi sono davvero
divertito un sacco! Devo ancora provarli con onda grossa ma sono sicuro che
funzionano benone. Sembra anche che ogni singolo marchio abbia incluso anche
il Thruster nel suo range... I setup multi-pinna ormai vanno per la maggiore!
Vedremo quale sarà la combinazione vincente. Penso che i Thrusters siano già in
circolazione da un bel po’, ed è bello vederli tornare in voga per riscuotere nuovi
successi! Chi spacca? Devo dire che l’impiegato del mese è senza dubbio Graham
Ezzy. Ogni volta che lo vedevo in acqua faceva paura: Takas, backside 360 e curve
pennellate! Sembra anche che le vele nuove siano migliorate un sacco e si riflette
anche nel suo stile. Levi ovviamente non passa mai inosservato, ma scende solo
nei giorni in cui le onde sono almeno 2.5m... altrimenti non viene nemmeno in
spiaggia. Mio fratello Kev è rimasto in Europa per girare un pochino ed è riuscito
a fare un paio di belle session. Francisco
Goya è molto motivato e spacca ad ogni
uscita. Kai Lenny ha girato un sacco
quindi non l’ho quasi mai visto. Il piccolo
uomo, Bernd Roediger US 1113, sta già
lasciando il segno, è un bambino davvero
simpatico, sempre affamato d’avventura!
Se vuoi ancora fare qualche uscita prima
che l’inverno arrivi a paralizzarti,
controlla uno dei miei posti preferiti per
l’autunno: il Gorge! La folla diminuisce un
po’ ma il vento continua imperterrito, poi
è un bel posto da vedere anche senza
vento! Può fare snowboard, mtb,
motocross, windsurf e rafting nelle
rapide, tutto nello stesso giorno! È vero,
se sei un animale, ce la puoi fare. Io infatti
l’ho fatto! Se Maui ti sembra troppo
inaccessibile, il Gorge potrebbe essere la
soluzione perfetta, più vicino ma
altrettanto divertente!
Per ora è tutto – spero vi divertiate
ovunque voi siete!!
Ciaooooooo Italia!
MP
32
Non capita tutti i giorni di poter toccare con mano il processo sviluppo di
una vela, grazie alla presenza della factory italiana di Senigallia, abbiamo
incontrato in una calda mattina d’estate Federico Radicioni atleta
anconetano e collaboratore della veleria. Federico ci ha accompagnato in
questo racconto illustrandoci come ha avuto inizio la sua esperienza,
dall’idea progettuale allo sviluppo sino alla realizzazione definitiva del suo
progetto sviluppato grazie alla collaborazione con Challenger Sails, dove
abbiamo seguito le fasi più importanti di lavorazione.
Ciao Fede per chi ancora non ti conoscesse cosa puoi dirci di te?
Sono un grande appassionato del nostro sport, del mare in generale e dei viaggi
ai quali ho dedicato e sto dedicando buona parte della mia vita. Il mio primo
incontro con il mare forse a qualche giorno dalla nascita, visto che non ho mai
praticamente vissuto a più di 100 metri di distanza. Purtroppo la grande
passione per il windsurf è esplosa solo dopo la maggiore età, e comunque da li
in poi, ha influenzato la mia vita in tutto e per tutto. Mi sono licenziato dal lavoro
della vita, disegnatore progettista, quell’ufficio mi andava davvero troppo stretto,
sono partito per le isole Canarie dove tra tutto ho trascorso quasi due anni della
mia vita, facendo di tutto... Al mio ritorno è nata la collaborazione con
ChallengerSails che di anno in anno si è fatta sempre più intensa, ed il negozio
EastSailing di Roseto degli Abruzzi che nella persona di Roberto Candelori mi ha
dato una grandissima mano. Poi a fasi alterne tra Italia, Sud Africa e Australia
eccomi arrivato ai giorni d'oggi, e chi vivrà vedrà...
Hai un aneddoto simpatico da raccontare agli amici di Funboard, capitato
durante uno dei tuo viaggi?
Poco prima della fine dei miei 6 mesi di sviluppo e test della Freeg 2011 decido
ti tornare a Gnaraloo, un posto davvero fantastico e in quel periodo dell'anno,
marzo/aprile, davvero con poca gente e i primi swell più consistenti di fine
estate. Tutte le aspettative sono infatti state rispettate un mese di vento ed onde
con pochi rider con i quali dividere tutto ciò.
Durante le giornate di stop del vento ero solito tornare alla città più vicina, 150
Km di strada non asfaltata, per rifornirmi di acqua e cibo, ed è proprio
nell'ultimo dei mie rifornimenti che il mio van ha deciso di abbandonarmi nel
mezzo del nulla... il rientro a Perth, a più di 1000Km, dove mi aspettava l'aereo
per il ritorno in Italia, mi è costato 3 giorni di attesa e 15 ore di autobus oltre al
rimorchio del furgone, poi venduto ad un meccanico croato per 4 soldi...
Nonostante tutto ne è valsa la pena.
Bene ma ora andiamo al sodo, come ti senti in questa nuova veste di sail
designer?
Mi piacerebbe davvero esserlo a tempo pieno, per ora assieme a Claudio Badiali
e Mario Maniero, che me lo hanno permesso, lo sono per quanto riguarda il
progetto FreeG. Ti dirò che quando ciò che fai ti appassiona e ti da dei risultati è
davvero appaganti.
Qual è la qualità più importante per un sails designer?
Conoscenze tecniche, impegno e passione per ciò che si fa, il mix delle tre cose
è la qualità più importante, ed è sicuramente presente in ChallengerSails.
Claudio Badiali controlla iparticolari della nuova FreeGcon una sua collaboratrice.
Mario Maniero con la FreeG 2011, chegrazie alla nuova disposizione delle
stecche ora è più facile da arrotolare.
Claudio e Federico Radicionistudiano la loro creatura.
33
Da cosa sei partito e come sei arrivato a questo progetto?
Ricordo ancora bene come in veleria ho proposto il progetto a Claudio, sono
stato molto diretto, ho preso 4 stecche e le ho appoggiate sopra un pezzo di
monofilm a forma di vela... e da li si è partiti. In pratica il progetto è nato per la
necessità di una vela con nuove caratteristiche che soddisfacesse il nuovo modo
di fare windsurf che si sta evolvendo in questi anni, per questo motivo sono
arrivato a questo progetto.
Come si procede?
Ah, qui inizia il divertimento... come ti dicevo siamo partiti da quelle 4 stecche e
monofilm, da lì ho spiegato esattamente a Claudio cosa volevo dalla vela e,
assieme anche a Mario, abbiamo inserito tutte le mie idee nel software. Abbiamo
così ottenuto un primo prototipo subito tagliato ed assemblato in veleria. Fatti i
primi test in acqua e registrate le prime impressioni si è proceduto a realizzare
ancora altri prototipi i quali sono stati a loro volta testati. Dopo molti proto e test
si è arrivati alla prima FreeG, quella 2010. Per la vela 2011 abbiamo evoluto e
migliorato la FreeG 2010 e, a seguito di lunghi mesi di test nelle più differenti
condizioni, si è arrivati ad ottenere il risultato che cercavamo con piccoli ma
importanti cambiamenti rendendo la vele praticamente perfetta.
Quanto è importante oggi l’utilizzo di un software?
Importantissimo, ma senza idee e persone giuste il software non fa niente.
Cosa avevi in mente?
Come dicevo quello che avevo in mente era una vela che soddisfacesse il nuovo
modo di fare windsurf che è nato in questi ultimi anni nelle categorie Freestyle
e Wave: cioè una vela compatta, leggera manovrabile e con grande accelerazione.
Devo dire che i risultati mi hanno soddisfatto in pieno.
Che tipo di vela utilizzavi e in cosa doveva cambiare?
Utilizzavo vele di ogni tipo, Wave side, Wave on, Freeride, ma quello che ho cercato
di fare è stato qualcosa di nuovo e non di cambiare quelle già esistenti che
restano comunque ottime vele. Questo perchè nel mondo del windsurf si è
venuto a creare un nuovo modo di navigare che necessitava una nuova tipologia
di vela.
La ricerca e lo sviluppo di un progetto velico vanno sempre di pari passo?
No, spesso si fa della ricerca su vari campi: materiali, profili, curve, ecc… anche
senza nessun nuovo progetto, poi quando si ottengono risultati interessanti si
parte con lo sviluppo di un nuovo progetto o si integrano in uno già esistente.
Sappiamo che a questo progetto collabora anche Valter Scotto?
Sono stato molto contento che Valter abbia scelto di navigare con le FreeG 2010
al suo ingresso nel team ChallengerSails, ciò significa che la vela va alla grande.
Per le nuove 2011 importanti sono stati i test dai lui svolti alle Canarie ed i
feedback che ci ha fornito soprattutto nelle misure più piccole.
Quanto è cambiata la vela rispetto al progetto iniziale?
Dal primo proto sicuramente le evoluzioni sono state numerose e fondamentali,
che ci hanno portato ad ottimi risultati, mentre tra la 2010 e la nuova 2011 pochi
ma importanti accorgimenti hanno reso la vela ancora migliore.
Su cosa avete lavorato maggiormente?
Per questa 2011 si è lavorato molto per migliorare anche il più piccolo dettaglio,
la vela è stata leggermente ridotta in penna, infatti come si potrà notare il “cut
away” è diminuito, mentre è leggermente aumentato quello sulla bugna. Così la
vela è risultata ancora più manovrabile e con doti di accelerazione incredibili.
Anche l’inclinazione delle stecche, sempre nella zona della penna, è leggermente
cambiata, sia per praticità, così la vela arrotolata risulta più corta, che per il
migliore funzionamento del top stesso, la vela apre e chiude meglio. Grande
attenzione è stata dedicata anche allo studio della rastrematura e struttura delle
stecche, ciò ha portato ad ottimi risultati, grassi stabili e grande resistenza.
L’intera vela è realizzata in X-ply, conosciuto per le sue doti di leggerezza e anti-
strappo, ad eccezione dell’ampia finestra realizzata in monofilm 7mm, materiale
super resistente, che permette una migliore visuale. Per completare la gamma
sono state aggiunte le misure 3.7 per gli spot più ventosi, dato che la prestazione
della vela è eccellente anche con vento fortissimo, e la 5.0 che risulta molto
popolare. Si avranno così a disposizione le seguenti superfici: 3,7 - 4,2 - 4,7 - 5,0
- 5,3 - 5,7 - 6,3. Infine la nuova grafica richiama lo stile dell’arte Aborigena,
ricordando la location dove la vela è stata sviluppata, il Western Australia.
Ok Fede, ora non ci resta che provare il frutto del tuo duro lavoro. Vuoi
ringraziare qualcuno?
Si, tutti i componenti della veleria, in particolare Claudio Badiali, che ha creduto
in queste mie idee ed ha reso possibile la realizzazione di questo progetto.
Federico Radicioni sponsored by: ChallengerSails, RRD, EastSailing, AL360,
Conerostyle.
Claudio e Federicosoddisfatti del loro lavoro.
34
“Perché no!” mi sono risposto quando il giovane rider ligure Federico
Infantino mi ha proposto questo articolo. Non vi nascondo che inizialmente ho
pensato di non pubblicarlo perché lontano dalla nostra linea editoriale. Poi mi
sono immedesimato nella sua situazione, di quando anche io a 18 anni
passavo le estati a Tenerife subaffittando ai miei amici i posti letto della casa
che avevo in affitto per poter rimanere sull’isola il più a lungo possibile. Se il
caporedattore di Funboard di allora mi avesse detto che avrebbe pubblicato il
report della mia vacanza avrei fatto salti di gioia. Quindi ho deciso di dare un
po’ di “spinta” a questo giovane rider che mi ricorda molto i miei inizi… e poi
tutto sommato le foto non sono niente male!
Tornato a fine febbraio dal Sud Africa il mio unico pensiero era quello di non passare
l’estate in Italia! Dopo una bella primavera trascorsa lavorando come un matto, con
qualche scappatella in Sardegna e sul Garda per vari eventi nazionali, riesco nel mio
intento e la mattina del 1 luglio salgo in macchina: 3 ore di viaggio da Bordighera a
Milano per poi salire su quel volo Alitalia con destinazione Tenerife! Arrivati
all’aeroporto inizia la solita litigata al check-in per imbarcare la sacca con
l’attrezzatura conclusasi con il patteggiamento di 150¤, dai 300¤ iniziali! Anche se
avrei dovuto pagarne solo 50¤. Dopo di che… si parte: un’ora di scalo a Barcellona e
poi diretti a Tenerife! Sia la valigia che il saccone arrivano con me a destinazione
senza problemi. All’aeroporto c’era già Andrea Palazzo che mi stava aspettando per
portarmi fino a quel famoso paesino che ero ansioso di vedere, El Medano! Appena
arrivati si passa velocemente a posare l’attrezzatura nel rimessaggio di Sandro e poi
dritti all’appartamento per una bella doccia! La prima settimana è stata abbastanza
tragica: non si muoveva una foglia e quel mitico spot wave, il “Cabezo”, sembrava il
lago di Garda! (senza offesa!). Non conoscevo praticamente nessuno e dopo i primi
giorni passati a girare da cima a fondo il Medano rompendo un po’ le scatole a
Sandro nel suo bar il “Vida Cafè”, sono anche riuscito a salire su un autobus senza
sapere dove mi portasse, ma almeno ho occupato un po’ il tempo!
Dalla seconda settimana la situazione “migliora” un po’: l’aliseo inizia a soffiare e mi
fiondo in acqua! Fin troppo gasato nei primi giorni e senza averci preso ancora tanta
confidenza con scogli e marea, inizio a combinare casini rompendo un po’ di
attrezzatura! La fortuna sembrava mi avesse girato le spalle contando anche il boiler
e la lavatrice che mi “esplodono” in casa!
Aspettando che il materiale venisse riparato, Valter e Sandro mi prestano della loro
attrezzatura dell’anno precedente evitando così di perdere delle uscite! Mi hanno
salvato per quasi una settimana! Dopo essere rientrato in possesso del mio
materiale riparato è iniziata la vera vacanza e dalla terza settimana il tempo
sembrava volasse! Ho assistito ad una tappa del campionato spagnolo, al Cabezo,
alla quale, essendo stata fatta subito dopo il PWA di Pozo, hanno partecipato tutti i
grandi nomi del tour mondiale come Victor Fernandez, Alex Mussolini, Jonas
Ceballos, Dany Bruch e tanti altri! Il livello degli spagnoli è veramente troppo alto!!!
Victor dopo una lotta all’ultima onda contro il super local Dany Bruch si porta a casa
la terza vittoria in 2 settimane (PWA Pozo, Campionato Spagnolo Pozo e Campionato
Federico incide le onde del Cabezo.
35
Spagnolo Cabezo) chiudendo la sua heat con un double Forward perfetto e una
Shaka\Taka\Taka in surfata!! In seguito si sono alternati giorni di vento con mini
periodi di “piatta”, ma avendo fatto buone amicizie non era poi così tanto male
staccarsi un po’ dal solo windsurf: passando da partite di calcio improvvisate a mega
tour in macchina, riuscendo a completare anche tutto il giro dell’isola con Chiara,
Manuel ed Enrico alla ricerca di una ipotetica spiaggia con la sabbia bianca che non
siamo mai riusciti a trovare. La vita sull’isola proseguiva in stile Canario ovvero fin
troppo tranquilla… di giorno sfide di Taka tra me, Sandro e Valter (finchè non entrava
in acqua il Alex Mussolini, a quel punto dovevamo lasciar perdere!!) mentre la sera
ci aspettava Las Americas con Ezio e Luca!! Durante i 2 mesi di permanenza sull’isola
ho avuto il piacere di conoscere e scambiare opinioni con alcuni dirigenti di famose
e ottime marche come MaverX e Al360, prendere un po’ di confidenza con i super
local Alex Mussolini e Dany Bruch, testare un po’ di materiali 2011 e perfino prototipi
ancora in fase di elaborazione! In conclusione ho passato alla grande questa estate
riuscendo a migliorare e imparare anche qualche manovrina nuova!
Pensate che Valter Scotto, Vitto e Pippo, sono riusciti anche a crearmi una sotto
specie di fans club chiamato “Male Infantino Team”, con presidente Nabissa (la figlia
di Valter, 5 anni!), che è stato il tormentone dell’estate in tutto il Medano e non solo!
A parte le 10 ore passate su una panchina di ferro nell’intento di dormire a
Barcellona, il rientro è andato molto bene, essendo riuscito a caricare la mia sacca
con le tavole (sovrapeso di 15kg) senza pagare un euro grazie ad un ragazzo del
check-in che invece di controllarmi la ricevuta (dell’andata) e pesarmi la sacca, ha
iniziato a sparare a raffica nomi di manovre come Forward, Backloop, Goiter
iniziandomi a raccontare che tempo fa anche lui faceva windsurf, e mi sono
risparmiato 150 euro di extra-bagaglio.
Per concludere ringrazio Sandro e Valter per l’aiuto che mi hanno dato nel periodo
trascorso al Medano, il mitico Vida Cafè che mi ha sponsorizzato con wi-fi e cibo per
questi 2 mesi, Ezio e Luca per la compagnia e il loro “te N’ Accurg’!”, e il grande
negozio RRD Store 2 di Ventimiglia che mi continua a sostenere!!
MINI SPOT GUIDE TENERIFE – EL CABEZO• Le condizioni del Cabezo possono variare moltissimo nel giro di poche ore! Questo
fatto è dovuto alla marea e alla direzione dell’aliseo, generalmente da nord-est,
quando invece soffia più da nord il vento è molto rafficato; si possono trovare
giornate costanti nel quale si naviga tutto il giorno con la stessa vela oppure in cui
se ne cambiano 2\3 nel giro di 3 ore!
• Il livello di difficoltà di questo spot è dovuto dall’altezza dell’onda e dal livello della
marea: con la bassa bisogna fare molta attenzione agli scogli affilati che spuntano
(tra cui il famigerato Godzilla) mentre si surfa, con l’alta marea il “pericolo” è
rappresentato dalla grande roccia subito sopra vento all’entrata, se ci finite contro
probabilmente perderete tutto il vostro materiale, eventualità che si verifica solo
nelle giornate con onda grossa! Il livello di difficoltà si eleva tantissimo con lo swell
da sud, di solito con questo arrivano 3m \ 3,5m d’onda impegnativi!
• Nel caso non ci fosse vento scappate dal Medano, l’isola offre un bel po’ di posti da
visitare come i Los Gigantos, il capoluogo Santa Cruz o la splendida città di Puerto
De la Cruz! Non mancano di certo i divertimenti tra cui il mitico parco acquatico
“Siam Park” con l’onda artificiale più bella del mondo e lo scivolo più verticale
d’Europa! Per quanto riguarda la sera invece il bordello si trasferisce tutto a Las
Americas e Los Cristianos!
• Durante la vostra permanenza al Medano avete un’ampia scelta di locali dove
mangiare! Se preferite fare la spesa i prezzi dell’Iper Dino non li batte nessuno; mentre
per quanto riguarda i locali c’è il mitico “Vida Cafè” del nostro compaesano super local
Sandro D’Alessio che ci offre hamburguesa fantastici, oppure il “Metro King” dove si
mangia bene e si spende veramente poco! Non mancano le infinite pizzerie!
• Per trovare alloggio e rimessaggio potete tranquillamente mandare una e-mail e
chiedere disponibilità a Sandro D’Alessio o Valter Scotto, sono persone molto
disponibili con un’ampia scelta di appartamenti e vi aiuteranno a trovare la soluzione
più consona alle vostre esigenze!
Valter Scotto: [email protected] - Sandro d’Alessio: [email protected]
• Per noleggiare l’attrezzatura avete una vasta scelta tra cui l’OTC, la scuola di Luca
Orsi e il negozio Cabezo! Il migliore come prezzi è Luca che offre anche corsi di
windsurf di qualsiasi livello, mentre se volete l’attrezzatura super aggiornata e
testare i nuovi giocattoli dell’anno successivo andate all’OTC!!!
Federico vola alto nel cielo di Tenerife.
Navigando su internet e più precisamente sul sito di Starboard, ho visto un
catamarano. Aveva due paddle sugli scafi e Tiesda sopra che ci veleggiava con una
vela da windsurf felice come un pupo. Mi ha incuriosito non poco e, leggendo
l’articolo a corredo, ho capito una cosa. Il pezzo, infatti, terminava dicendo che per
fine mese sarebbe stato prodotto il modello definitivo e che avrebbe affiancato le
tavole da race, i quad e quant’altro in produzione anche se, dovevano ancora capire
come venderlo... dovevano ancora capire come venderlo... geniale!!! Un’idea vincente,
per essere veramente vincente, deve essere pazza in partenza! Proprio per questo
motivo, nel periodo dell’anno dove tutte le aziende si rincorrono presentando il
materiale del 2011 proponendoci nuove attrezzature sempre più innovative abbiamo
capito che il progetto “Begalli Real Power 2010” che ci aveva guidato per tutto
quest’anno e che avete seguito in esclusiva per Funboard si era esaurito con i
risultati che Marco aveva conseguito nella stagione 2010. Risultati ampiamente
annunciati ad inizio stagione che hanno permesso al Begalli nazionale di incoronare
il 2010 come il suo miglior anno di sempre, il tutto superati i 44.
Cosa c’entrano le idee pazze? Beh, puntare su un 44enne è da pazzi! Decidere e
sapere poi che avrebbe vinto tutto anche. Il Real Power, per primo, ha portato nel
mondo del windsurf concetti quali l’allenamento con il GPS. Attraverso il sistema
integrato di dati cardio e le prestazioni dell’atleta monitorate dai satelliti, abbiamo
stilato un piano d’allenamento e di nutrizione disegnato sulle specifiche biometriche
dell’atleta. E ha funzionato. Ha funzionato tutto tanto da permettere a Begalli di
mettere dietro atleti di 20 anni più giovani e di fare 100 giorni di regate in una sola
stagione!! Fondamentalmente abbiamo messo insieme cose che ognuno di noi ha a
disposizione e le abbiamo finalizzate ad un obiettivo: quello di aumentare le capacità
atletiche di un uomo. È qui la “pazzia” dell’idea, l’uovo di Colombo. Era tutto sotto le
nostre\vostre mani ma non ci avevamo mai pensato, o meglio, non lo avevamo mai
applicato al Windsurf. Alimentazione, un piano d’allenamento, fisioterapia e
motivazione. Quello in cui mi piace credere è che il Windsurf sia il mio sport, tutto
l’anno, e che per farlo devo allenarmi in modo specifico. Andare in palestra, andare
a correre o in piscina mi aiutano certo ma, se mi alleno in funzione delle mie uscite
nei diversi periodi dell’anno con carichi di lavoro specifichi, con lo stesso sforzo
ottengo risultati inimmaginabili.
Per questo motivo, appena abbiamo visto il test della prima tavola 2011 ci siamo
domandati: e noi nel 2011 che faremo? Dopo un breve brain-storming la risposta ci
è venuta quasi spontanea: porteremo il Real Power nei circoli di Windsurf più
prestigiosi d’Italia con l’obiettivo di incontrare 1000 Windsufers nel 2011 ai quali
indicare la strada per stare sempre meglio e più informa. Dopo il “Real Power”
quindi sarà il momento del “NEXT LEVEL” un momento di formazione dove si parlerà
poco di windsurf e molto di noi, del nostro stato di salute e di come migliorare le
nostre performance. A questi incontri prenderanno parte, oltre a Marco Begalli,
nutrizionisti, preparatori atletici, tecnici e quanti altri gli hanno permesso, a 44 anni,
di vincere tanto in Italia e all’estero.
Esaurito il “Real Power” con il 2011 entreremo nel “Next Level” perchè alla fine “life
is the most beautiful game, don't stop playing!”.
Per contattare Emiliano Ridolfini: mobile 335.1837776
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38
COME È NATA Lo chiamavamo Tony Marrakech e un motivo ci doveva
pur essere. A gennaio di quest’anno, seduti sulla
seggiovia degli impianti di risalita di Brentonico, mi
parlava di un paese dove avrei potuto imparare
finalmente a fare wave, dove i colori e l’atmosfera ti
stregano a tal punto da conquistarti per sempre. Gli
dissi: “Ok, Antonio, mi hai convinta, vengo in Marocco
con te… ma solo se facciamo una vacanza in grande”. E
fu così che nacque “Detour on tour”. Ci serviva uno
sponsor… Dovendo essere una cosa in grande,
dovevamo avere un grande sponsor: Detour Surf &
Snow di Peschiera (www.surfandsnow.it). Durante il
periodo che avevamo scelto per la nostra avventura,
era prevista inoltre a Moulay la Essaouira Wave Classic
2010. E noi là in mezzo non volevamo passare
inosservati, per cui Alby ci ha fornito adesivi, lycre e
magliette sponsorizzate. Anche Nicola Tremolada di
Windsurfzone.it ha messo a nostra disposizione sia
altri adesivi che addirittura la action camera Go Pro.
Persino la fornitura di doccia-schiuma per i
partecipanti era sponsorizzata dalla ditta per cui
lavora Antonio, la Maxima Hair & Body Technology.
Insomma la vacanza stava prendendo una piega
inattesa: stava diventando un evento. Detto fatto, e a
marzo avevo in mano un biglietto a/r Malpensa-Agadir
al prezzo eccezionale di 150 euro, che includeva 32 kg
di bagaglio sportivo e un bagaglio a mano, acquistato
online presso la compagnia aerea Easy Jet. La partenza
era stata fissata per la terza settimana di maggio. Mai
uscita in windsurf tra le onde, per testare la mia
tempra mi sono messa nelle mani di 7 tra i più noti
waver del lago di Garda: Tony Marrakech (Antonio
Testa), Pier (Pierangelo Caputo), il Gatto (Marco
Valler), punta di diamante dell’associazione sportiva
iParassiti, Conan (Nicola Cavicchini), il Brugna (Denis
Brugnara); Jack Finanza (Stefano Corrente), Nik
Vicenza (Nicola Franceschetto). Infine c’ero io, Hookipa
(Nadia Pellegrini), di cui non posso dire niente se non
che, nonostante il mio animo da “soul surfer”, mi sono
sentita per una volta a mio modo radikal per essere
sopravvissuta alle onde di Moulay, al deodorante del
Brugna, alla leadership di Antonio, alla tajine di polipo,
alla toilette di Hamid e al check-in in aeroporto.
COME È INIZIATA È iniziata con Pier che sabato mattina entrava in casa
di Antonio a testa bassa e con un viso lugubre dicendo:
“Le previ sono cambiate… danno vento solo da oggi a
lunedi!”; primo trauma all’umore della ciurma. Antonio
aveva raccomandato di essere tutti puntuali in modo
da essere i primi ad arrivare al check-in ed evitare
storie sui bagagli sportivi (del resto avevamo solo noi
8 sacche!). Ma a causa delle ore piccole fatte da
“qualcuno” del gruppo la sera prima della partenza,
siamo arrivati al check-in in ritardo e ci siamo trovati
davanti altri gruppi di surfisti inglesi che, a causa del
vulcano islandese, avevano pensato di passare da
Malpensa per andare in Marocco con il nostro stesso
volo. Totale di sacche da surf davanti alle signorine
gentili del check-in?… una trentina di bagagli imprevisti!
Altro colpo al cuore del gruppo! Imbarco quindi
rocambolesco, come si può immaginare, tra scene di
disperazione e ansia collettiva. La “discussione” sui
bagagli con la signorina del check-in alla fine si è
conclusa lasciando in macchina un po’ di roba… e
andando all’imbarco non sapendo se sarebbero
riusciti a caricare i bagagli nella stiva.
IL MIO SGUARDO AL MAROCCO Antonio in Marocco era come un boss della mala:
telefonino e via di chiamate ai suoi contatti marocchini.
Fuori dall’aeroporto ci aspettavano tre auto a noleggio
apparse dal nulla… e loro potevano pure stare nella
zona a traffico limitato senza prendere la multa. Bah!
Solo in seguito abbiamo saputo che il tipo a cui si è
rivolto per il noleggio si chiama Salah
([email protected], tel. +212661774027). Noleggio auto
per una settimana: 175 euro a macchina, prezzo
trattato. Sulla questione “dove mangiare e dove
dormire” apriamo un capitolo a parte. Abbiamo
sperimentato vari livelli di confort e igiene, ma quello
che mi ha colpito è stata la capacità dell’essere umano
di adattarsi. La reazione del gruppo davanti al locale in
cui abbiamo cenato la prima sera è stata abbastanza
unanime: al porto di Agadir, il primo posto che
abbiamo incontrato alle 11 di sera all’arrivo, era una
baracca di pescatori piena di gatti e con i bambini fuori
dalla porta che sniffavano la colla. Su un tavolo c’era il
pesce, a loro dire, fresco che poteva essere da noi
scelto. Le posate erano “non pulitissime” e tutti
avevano sul volto un senso di “innapetenza” e di
preoccupazione. Chi già era stato in Marocco
consigliava di diventare alla svelta più flessibili in
quanto a gusti. Già il giorno seguente i nostri criteri di
raffinatezza e d’igiene erano diventati più ampi.
Il gruppo di Detour On Tour.Nadia Pellegrini "Hookipa"
39
Il Residence Essaouira Mogador, dove alloggiavamo in
periferia a Essaouira a mio parere si presentava bene,
con il suo arredamento arabeggiante, pulizia
sufficiente e lo stile essenziale e spartano tipico del
Marocco. Antonio ha trattato e contrattato con il
proprietario, Shariff, (e in questo vi assicuro che Tony
è più bravo dei marocchini) e alla fine ha concordato
un prezzo di 13 euro a notte per camera con bagno e
colazione. Hamid è un marocchino che impiega una
parte della sua casa per offrire il rimessaggio ai
windsurfisti a Moulay per 3 euro al giorno (tel.
00212676478424). O meglio Hamid è un marocchino
che parla italiano e che ha fatto dell’ospitalità un’arte.
Ma il meglio di Hamid viene fuori quando gli chiedi di
prepararti la cena sotto il portico dopo una surfatina al
tramonto: quella notte dimentichi veramente il mondo
come lo conoscevi. Il fuoco acceso per terra per fare
le braci, l’asinello che raglia dietro il recinto, un cielo
stellato mozzafiato… ed ecco che arriva la cena a base
di pesce fresco alla griglia, cous cous, tajine di verdure;
tutto sul tavolone di legno con poche stoviglie alla
buona, ma tutto così speciale. Da Hamid è possibile
anche alloggiare nelle tre stanzette da letto senza
finestre con i tappeti per terra su cui dormire.
Ma il Marocco non è solo la spiaggia di Moulay dove
stavamo ad aspettare il vento. A Essaouira di mattina le
vie del centro storico (la Medina) sono colorate e
speziate. I negozi sono stanzini stretti rivestiti di
oggetti, vestiti, caftani, foulards, ceramiche, oggetti di
artigianato. Poi tra un vicolo e l’altro finisci sulle mura
della città contro le quali sbatte l’oceano e respiri la
salsedine. Vedi le cose più strane in quella città, ma se
all’inizio l’atmosfera ti inquieta, poi, dopo averla
respirata, ti contagia e ti si sciolgono le spalle, non hai
più paura del diverso.
Cenare poi nei localini delle piazzette nascoste nella
Medina, seduti sui cuscini davanti ai tavolini bassi con
una lampada che illumina i volti dei tuoi compagni di
viaggio di arancione, ti rilassa e ti costringe e mollare
ogni formalità. E se nel dopocena ti fai trascinare, puoi
finire come noi in un locale a fumare il narghilè e a
guardare la danza del ventre. A Essaouira i locali del
centro più noti sono il Casa Vera e il Taros, terrazze sul
tetto di due palazzi giustapposti nella stessa piazza
centrale. Ha un sapore strano Essaouira… sa di sabbia,
salsedine, spezie, pesce, tappeti polverosi, incenso. Il
colore che ti porti via negli occhi è il blu del mare, il
giallo delle mura della Medina e del sole rovente, il
rosso e arancione delle stoffe appese fuori dai negozi.
MOULAY BOUZERKTOUNArrivare a Moulay da Essaouira vuol dire spararsi
mezz’ora di asfalto in mezzo al nulla sabbioso e
cespuglioso. Poi all’improvviso dopo due curve compare
il mare e si intravede la cupola della moschea attorno
alla quale affondano poche casette bianche con il tetto
a terrazzo. Lo spot è il centro del paese e la spiaggia con
la bassa marea è ampia e dalla schiuma dell’oceano
emerge un “prato verde” di alghe che rivestono il
tavolato roccioso sottostante. Dall’oceano marocchino
non ci aspettiamo l’acqua caraibica! L’acqua infatti è
marrone e dopo 200 metri di schiume si alzano le onde.
Serve sicuramente la muta: qualcuno di noi aveva la 4.3
manica lunga, altri avevano la 3.2 manica corta. Niente
shore break, niente rocce pericolose. Quando sale l’alta
marea poi non c’è più neanche il problema di dover
beccare il canale d’uscita perché la pinna non tocca più
e l’onda è più vicina. Al mattino del nostro arrivo
troviamo subito le condizioni più radikal: 30-40 nodi di
vento side-on e 2 metri d’onda. Da buoni lacustri in
astinenza da windsurf, entriamo subito in acqua
sebbene i locals siano tutti ancora seduti nei
rimessaggi a guardare il mare. Infatti usciamo nel
momento peggiore quando il vento sta iniziando a
entrare, a distendersi e il tavolato di roccia è ancora
affiorante. Visto che è solo l’inizio della giornata, armo
la 3.3 e, sulla mia swallow 78. Lo avuta in prestito, esco
per la prima volta tra le onde. Prima e ultima uscita
radicale della vacanza. Infatti nonostante le previsioni
fossero decenti, già il secondo giorno il vento è calato
molto e ha deluso tutte le nostre aspettative. Qualcuno
è uscito con la 5.3, noleggiando il 95L e ha comunque
fatto waveriding in modo dignitoso. Nei giorni seguenti
il periodo delle onde è aumentato a 11, ma il vento è
rimasto sulla media dei 15 nodi nei golden moments
della giornata. La mia seconda uscita con la 4.7 con
onde di due metri l’ho segnata al terzo giorno in serata…
e la ricorderò per sempre, perché rientrando sono
riuscita a prendere la mia prima onda e sperimentare
i miei primi attimi di waveriding. Che bella storia!!
“Cuore in gola” è quello che ho provato quando sotto la
tavola la superficie del mare si è gonfiata e si è aperto
sotto di me uno scivolo d’acqua che correva e mi
spingeva. Ho chiuso la vela, mi sono sganciata dal
trapezio e mi è uscito un grido a metà tra la paura e il
trionfo che sembrava un urlo di guerra. Ho riso e subito
Cene marocchinea base di tajine.
Lo spot di Moulay.Boujmaa in un classic day nel suo home spot.
lo sguardo è tornato indietro a cercare la prossima
onda da puntare. Complessivamente quindi su 7 giorni
in Marocco io ho segnato 2 uscite a mio giudizio buone,
mentre gli altri miei compagni di viaggio ne hanno fatte
3-4 perché noleggiando tavole di litraggio più grosso
potevano uscire anche con meno vento.
SENSATION SEEKERS Il miglior modo per rendere una vacanza stressante è
crearsi delle aspettative alte. Andare in un posto nuovo
e lasciarsi sorprendere, invece, aiuta a mantenere
sempre un buon livello di soddisfazione. Direttamente
sul campo di Moulay ho potuto sperimentare l’effetto di
una droga come il vento che viene meno all’improvviso
e contro ogni aspettativa. All’inizio si è increduli e dopo
il primo giorno di “poco vento” si spera nel
cambiamento che dovrà necessariamente avvenire
entro il 7° giorno. Ma al terzo giorno il sensation seeker
(una persona cioè che, per atteggiamento psicologico,
tende ad essere dedita alla
ricerca di emozioni forti)
non aspetta più. Qualcuno
reagisce alla delusione con
metodi di compensazione
(surf da onda, cammello,
night life, ecc) qualcun altro,
magari meno tollerante alle
frustrazioni, si deprime
punto e basta. In ogni caso
regna un clima di scontento
e la tensione sale. Risultato:
al terzo giorno sembrava di
stare sull’isola dei famosi.
Talvolta è difficile andare
d’accordo in due… provate a
pensare tra 8 surfisti molto vari per genere, carattere,
provenienza e abitudini in un contesto per certi versi
frustrante come uno spot wave che non da il meglio di
sè. Se c’era un momento in cui i sensation seekers si
rilassavano, sorridevano e si abbandonavano a scherzi,
ilarità e cameratismo, era alla sera davanti al fuoco o
a tavola, con il “narghilè”, che per noi era diventato il
calumet della pace.
1 DONNA E 7 UOMINI L’ipotesi che altre donne si unissero a noi in questa
avventura surfistica era remota, lo sapevo bene. Infatti
prima di partire, più che delle onde e dell’oceano, ero
preoccupata della mia tolleranza al genere maschile,
che sebbene ampia, essa poteva essere messa alla
prova dalla stretta e prolungata convivenza. Donna fra
gli uomini, soprattutto se surfisti, voleva dire quindi
saper accettare il cameratismo imperante, la
schiettezza di linguaggio, la competitività, a tratti
l’aggressività, il sarcasmo e i tempi veloci e pratici di
chi non ha bisogno di doppio shampoo, balsamo e
crema. Significa anche saper rivendicare i propri diritti,
sviluppare la forza di portarsi in giro da sé la sacca da
surf, imparare a mandar giù e a non prendere sul serio
certi discorsi o certe opinioni sulle donne. Ma
complessivamente devo dire che i miei compagni di
viaggio si sono mostrati molto disponibili a darmi una
mano, a darmi due dritte tra le onde (grazie Jack!!) e a
“sopportare” la mia presenza; dopo due giorni si erano
già sciolti e avevano dimenticato “che certi discorsi
normalmente si fanno solo tra uomini”. Questo mi ha
fatto molto piacere, perché con la loro scioltezza non mi
hanno fatto mai sentire di peso.
Moulay è un posto divertente e sicuro dove imparare a
surfare nelle onde. E’ da rivedere in condizioni migliori
però e penso che la prossima volta lo punterò ma solo
su previsione e a botta sicura. Vale forse la pena
spendere anche 100 euro di più di volo, prenotandolo
la sera prima, ma avendo la certezza di vedere su
windfinder la previsione di 18-20 nodi almeno. Se ci
tornassi magari per un week end lungo “su
previsione”, credo che in tal caso non porterei la sacca
da surf, ma noleggerei. Sullo spot c’è ad esempio la
scuola-rimessaggio di Boujimaa (http://www.bouj-
windsurf-adventure.com/en/index.htm) che offre
noleggio-vitto-alloggio a soli 40 euro al giorno.
Sbattimento zero quindi per una puntata e fuga di
pochi giorni! Il team rider del Detour on tour si è sciolto
con la promessa di tornare a Moulay per ribeccare
quelle onde e quei 30 nodi che lo spot ci ha fatto
assaggiare. Ho giurato ad Hamid che sarei tornata e lui
mi ha risposto come risponde sempre davanti ai buoni
propositi: “Insha'Allah” (trad. “Se Dio vuole!”).
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Foto di gruppo, da sinistra: Marc e Jenny (la coppia di Brighton, Inghilterra), Mario, Tommy, Fulvio, Fabio,Andrea, Antonio, Matteo e Marco. Al momento della foto avevamo perso Carolina... where is Carolina????
WAVE CLINIC MOULAY BY OCEANSOURCE.NET TESTO DI FABIO CALÒ
Ho avuto l'onore di accompagnare un fantastico gruppo di ragazzi in Marocco, nello
spot di Moulay, dal 3 al 10 agosto. Lo stage è stato organizzato da Oceansource.net e
Mario Gozzetti. 10 iscritti e quindi un "sold out "per questo mio primo stage
all’estero. L'esperienza del Wave Clinic è stata molto positiva, abbiamo fatto windsurf
tutti insieme in uno spot fantastico e perfetto per questo tipo di stage. Tutti i ragazzi
si sono impegnati migliorando a vista d’occhio. Le riprese video sono risultate
essenziali e fondamentali, davvero uno strumento didattico irrinunciabile.
L'organizzazione di Oceansource.net è stata perfetta e abbiamo trascorso una
bellissima settimana vivendo sullo spot di Moulay a stretto contatto con la
popolazione e tradizioni locale. Al Lawama, l’unico ristorante sullo spot, abbiamo
potuto mangiare bene passando degli importanti momenti in compagnia.
L'attrezzatura del Bouj Windsurf Adventure affittata è stata impeccabile e ha
soddisfatto le esigenze dei partecipanti allo stage. Grazie al successo di questo Wave
Clinic, Oceansource.net ha deciso di riproporre lo stesso format anche per l’anno
prossimo, sono quindi già aperte le iscrizioni per la prima settimana di agosto
2011!!! Vi aspetto tutti al mio prossimo Wave Clinic, stay tuned...
www.oceansource.net • www.bouj-windsurf-adventure.com
Come fa un windsurfer che gira il mondo ad incontrare una bellissima ragazza
argentina?
È una storia divertente a dire il vero. Gonz è un ottimo amico dei miei fratelli già
da un bel po’ di tempo ma non sapeva neanche che esistessi fino a quando mi ha
vista al matrimonio di mio fratello maggiore. Mio padre me lo ha presentato, in
quanto avevo appena cominciato a prendere lezioni di windsurf. Gonz si è offerto
di farmi delle lezioni gratuite e subito ne sono rimasta folgorata.
Da quanto siete insieme?
Quasi 4 anni.
Hai seguito Gonz in Tour un paio di volte. Ti piace viaggiare in questi
posti spettacolari?
Amo molto viaggiare per il mondo assieme a Gonz.
Recentemente sono stata in Europa, abbiamo girato tra
Polonia, Svizzera e Turchia, tutti posti bellissimi. Ho
cominciato con la barca a vela quando avevo solo 6 anni,
passione trasmessa dalla mia famiglia che amava gli
yacht, quindi capisco bene cosa Gonz stia facendo
quando lo vedo in gara. Non mi stufo per niente ad
aspettarlo in spiaggia… mi piace molto viaggiare
in Tour con lui.
Qual è il posto che hai visitato che più ti ha
colpito?
È abbastanza difficile doverne scegliere uno in
particolare, in quanto sia Maui che
Silvaplana in Svizzera sono unici nel loro
genere. Se dovessi sceglierne uno sopra a
tutti però, direi Maui. È magico!
Fai windsurf anche tu quindi? Gonz ti
ha insegnato alla fine o no?
Avevo già preso qualche lezione
prima di incontrare Gonz. Uno dei
suoi amici mi aveva fatto da
maestro per le mie prime 4 volte.
Gonz poi è subentrato e mi ha
aiutato a migliorare parecchio.
Ovviamente andare a Maui due
volte ed utilizzare il suo
materiale hanno influito
parecchio…
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Ti ha portato a Maui una o due volte? Che impressione ti ha fatto essere nella
capitale del windsurf mondiale?
Mi sono innamorata del posto… è davvero magico. In Argentina faccio windsurf
nell’acqua marrone, ma a Maui, la prima volta che sono uscita e mi sono
guardata intorno sono rimasta a bocca aperta! Inizialmente avevo un po’ paura
delle tartarughe ma poi, vedendo le balene passare appena fuori dal reef, le
tartarughe non mi facevano più nessun effetto! C’è anche un’ottima atmosfera
fuori dall’acqua ed ho conosciuto un sacco di gente. Venendo dalla grande città
di Buenos Aires, è un’esperienza nuova per me, e quindi sono davvero stata
contenta di andarci.
Cosa fai di preciso in Argentina?
Sto studiando per diventare una maestra
d’asilo in quanto adoro i bambini. Sta andando
tutto a gonfie vele e comincerò l’anno
prossimo. Lavoro anche come modella per
sfilate di moda e cataloghi fotografici. Anche
qui tutto bene. Queste sono le ragioni
principali per cui non posso sempre seguire
Gonz in tour.
Come riuscite a fare funzionare la vostra
relazione non vedendovi per così tanto tempo?
È sicuramente molto difficile ma Gonz cerca di
non andare via per periodi troppo lunghi.
Quando torna poi siamo praticamente incollati
in ogni momento…!!! E poi facciamo delle
vacanze spettacolari ogni anno. Usiamo un
sacco skype ed e-mail per tenerci in contatto…
in modo da non allontanarci troppo e far
andare avanti la nostra storia.
Cosa pensi del windsurf e del fatto che Gonz lo faccia come lavoro?
Gonz adora il windsurf ed ha la fortuna di farlo come lavoro. Penso sia davvero
spettacolare riuscire a vivere facendo uno sport così eccezionale. Sono molto
contenta di condividere questa passione con lui ed ogni volta che c’è vento cerco
di uscire assieme a lui.
Piani per il futuro?? Ti vedremo solo qui sulle bellissime spiagge di Maui o anche
sulla tempestosa costa della Germania del Nord?
Per ora voglio finire i miei studi e sono anche molto occupata a lavorare, ma molto
probabilmente tornerò a Maui questo inverno… non vedo l’ora di tornarci!!!
Delfina in windsurf a Maui.
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Nonostante non si tratti di una disciplina wave, vorrei menzionare la tappa Slalom Femminile che si è svolta lo scorso 9 settembre a Hyeres in Francia; mi dispiacerebbe
non citare quest’evento al quale hanno partecipato tre atlete nostrane! Alla competizione hanno infatti preso parte la pluri campionessa e veterana della disciplina slalom
e race Verena Fauster, la giovane talentuosa Greta Markegger e Greta Benvenuti fortemente dotata anche nelle discipline wave e freestyle. Spesso seguire i propri sogni
trasformandoli in realtà non è così semplice, mi auguro davvero che per queste atlete ognuno dei loro desideri si possa realizzare. Buona fortuna!
1 Valérie Arrighetti FRA-444 Loft Sails, Tabou Boards, Mystic
2 Karin Jaggi Z-14 Severne Sails, Patrik Boards
3 Alice Arutkin FRA-111 Starboard, North Sails
4 Sarah Hebert ARM-1 Naish Sails, Naish Boards
5 Lise Vidal F-19 North Sails, Exocet
6 Fanny Aubet FRA-809 NeilPryde, JP
7 Sarah-Quita Offringa ARU-91 Starboard, Gaastra (slalom)/Vandal (freestyle)
8 Morane Demont FRA-59 Starboard, Severne Sails
9 Greta Benvenuti I-38 Point-7
10 Ophélie Joly F-64 North Sails, Fanatic
11 Olivia Piana FRA-51 Exocet, Loft Sails
12 Delphine Cousin FRA-775 North Sails, Fanatic
13 Marianne Kaplas FIN-134 Starboard,Severne Sails
14 Verena Fauster ITA-31 Gaastra, Patrik Boards
15 Marion Mortefon FRA-141 -
20 Greta Marchegger ITA-193 Gaastra, JP
Da sinistra: Greta Marchegger, Greta Benvenuti e Verena Fauster. © John Carter/PWA
Dopo una settimana di allenamento e settaggio dei materiali al Lago di Garda,
Alberto Menegatti e Francesco Prati erano pronti per dare battaglia al
Campionato Italiano di Numana dal 16 al 19 settembre. Le voci come al solito
erano molte... il duo Begalli/Pugliese sembra avere angoli di bolina mai visti...
Menegatti invece dovrebbe avere dalla sua una velocità di poppa senza rivali...
Prati nonostante l’assenza da anni sul FW sembra sia pronto ad entrare
nell’Olimpo Italiano... Ma vediamo come sono andati i fatti.
DAY 1: Si parte subito con una prova con vento leggero sui 7-10 nodi, al comando
Menegatti con Beverino subito dietro... Begalli vira inaspettatamente per lanciare
l’attacco che grazie ad un salto di vento lo porta quasi in boa, la manca di poco però
dando strada a Menegatti che grazie alla sua super velocità di poppa vince la gara
in solitaria, seguito da Begalli e Beverino. Il vento aumenta e dà la possibilità di
portare a termine un’altra prova, fotocopia della precedente per le posizioni di podio.
Dopo il primo giorno la classifica vede Menegatti a punteggio pieno, Begalli a 4 punti
e Beverino a 6.
DAY 2: Il vento fatica ad entrare, ma la giuria decide di portare a termine un’altra
prova. Il vento è al limite e vede i regatanti più pesanti faticare con 6-7 nodi lungo
tutto il percorso. La bolina vede questa volta il mitico Prati prendere il lato destro del
campo con Beverino e Menegatti a scegliere quello sinistro. Begalli fatica a partire e
rimane indietro. Prati passa la bolina in prima posizione, seguito a poca distanza da
Beverino e Menegatti che nella poppa mettono il turbo, subito le posizioni si
scambiano, Alberto passa i rivali grazie ad un ottima poppa e si invola nella seconda
bolina quasi sicuro della vittoria, fino al colpo di scena quando si arrotola nelle reti
dei pescatori lasciando strada libera a Beverino. La classifica vede così Beverino
agguantare la seconda posizione dopo la 3a prova.
DAY 3: Altre 3 prove vengono portate a termine con Menegatti che si aggiudica due
vittorie ed un secondo posto e sempre più distacco agli inseguitori capeggiati da
Begalli, in grado di agguantare l’ultima prova di giornata, con Beverino più attardato
e con Malte Reuscher sempre più in crescendo nel finale. Prati si fa sotto
preparandosi alla lotta per il 5° posto con Pugliese, duello sempre più serrato in
vista dell’ultimo giorno.
DAY 4: Il vento entra forte ma si aspetta a partire, quando poi tutto è pronto il vento
cala lasciando la maggior parte dei concorrenti con materiali sbagliati. Ad
approfittarne e Reuscher che lancia l’attacco, subito però viene ribattuto da
Menegatti che nonostante l’attrezzatura non al meglio per la condizione fa gioco
forza della tattica di regata e va a vincere anche l’ultima prova, davanti a Malte e
all’ottimo Maurizio Faigù in terza posizione. Prati con un 5° finale riesce a dare la
zampata necessaria...
L’evento termina con Alberto Menegatti che vince a mani basse con 7 punti e cinque
primi posti, Marco Begalli (Campione Italino Master Formula) a 14 punti a occupare
la seconda piazza poco davanti a Beverino, a sua volta due punti avanti a Reuscher.
Prati con una zampata vincente nell’ultima prova guadagna la 5a posizione andando
a pari punti con Pugliese che a causa di uno scarto peggiore si vede relegato in 7a
posizione, un posto dietro al suo conterraneo Maurizio Farigù.
Un ringraziamento particolare agli organizzatori e al circolo Nautico Numana per
aver messo in piedi un ottimo evento, con tante prove, speaker e ottimo cibo, un
grazie anche a Michele Cicerone e www.SELINFIRENZE.it che ha garantito un
fondamentale rimborso spese ai regatanti meglio piazzati, dando un forte segnale di
cambiamento rispetto agli anni passati. Non dimentichiamo Carlo Cottafavi che è
stato capace di coordinare il tutto e di farci da speaker.
Il Campione Italiano Formula Alberto Menegatti: “È da 3 anni che non partecipavo al
Campionato Italiano FW e per questo non avevo mai vinto il titolo di categoria...
tornare a regatare e vedere un’ottima organizzazione e il supporto di SelinFirenze
non può che darmi la spinta per tornare anche il prossimo anno, pronto a ridare
battaglia per difendere il titolo”.
CLASSIFICA CAMPIONATO ITALIANO FORMULA 2010
Primi 5 classificati. Classifica completa su www.aicw.it
1. Alberto Menegatti ITA 4 7 punti
2. Marco Begalli ITA 415 14 punti
3. Andrea Beverino ITA 9 17 punti
4. Malte Reuscher ITA 777 20 punti
5. Francesco Prati ITA 10 30 punti
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Alberto Menegatti Francesco Prati
Alberto Menegatti sta ottenendo nel PWA importanti risultati migliorandosi di
gara in gara. Tutto merito dell’allenamento oppure dietro a questa escalation c’è
dell’altro? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui.
Alberto, finalmente in Turchia hai ottenuto un secondo posto parziale in una gara
Slalom del PWA. Cosa è cambiato?
Di primo acchito ho pensato al fatto che finalmente con le vele grandi ero uno
dei più veloci al mondo... e a pensarci è anche vero, ma non è stato questo il
passo determinante. La differenza l’ha fatta l’atteggiamento in gara, con la presa
di coscienza delle mie capacità e la perdita della paura nei confronti “dei big”.
Spesso inconsapevolmente ci si pone ad un livello inferiore rispetto ai big del
nostro sport come Antoine, Bjorn, Finian, Micah... e anche se durante la gara gli
si tiene testa poi facilmente si è portati a sbagliare, o comunque a non
comportarsi in maniera aggressiva come dovuto... Molto spesso ciò è dovuto al
fatto che sono più veloci di noi e si è costretti a partire già pensando a cosa fare
quando ci passeranno sul bordo, o nel caso della partenza a non mettersi in
posizione dove ci possano passare sopra...
Questo naturalmente accade perchè loro sono da sempre più veloci di noi e
quindi mettersi sulla difensiva diventa quasi un meccanismo automatico.
All’inizio dell’anno ho incominciato a vedere che la mia velocità non aveva nulla
da invidiare a quella dei top rider e ho iniziato a ottenere qualche buon risultato,
restando però sempre un po’ restio a dare vera battaglia ai big...
Negli ultimi giorni di Fuerteventura ho iniziato a capire che era il momento di
tirare fuori gli artigli, arrivando a lottare in partenza senza guardare più in
faccia nessuno! Sono partito più di una volta sottovento a Bjorn o Antoine,
posizione che normalmente noi “comuni mortali” non scegliamo, iniziando piano
piano a venire fuori e a mostrarmi...
Qual è stata la chiave che ti ha portato ad essere più veloce?
Nel 2010 rispetto agli anni precedenti ho iniziato ad allenarmi ad inizio stagione con
Arnon Dagan e Ross Williams; avere qualcuno con cui confrontarmi e dover
spingere sempre al 110% mi ha permesso di assettarmi e provare al meglio ogni
piccolo dettaglio. Non ho lasciato nulla al caso, arrivando a provare e riprovare ogni
combinazione, cosa che negli anni precedenti non avevo fatto... Mi sono inoltre
concentrato molto sulla mia attrezzatura durante la stagione iniziando ad avere una
consapevolezza che gli anni precedenti non avevo, ho conosciuto meglio il mio
materiale imparando cosa cambiare e cosa mantenere, ho acquisito una sensibilità
che prima mi mancava... E’ un passaggio che sicuramente mi ha permesso di salire
di un gradino rispetto agli anni passati.
Come affronti la tua gara, qual è il tuo approccio?
Ho un approccio molto semplice alla gara, ma che funziona. Innanzitutto prima
di arrivare ad una gara provo e riprovo meticolosamente il materiale che so che
utilizzerò, ciò per non avere alcun dubbio sul come montare e cosa utilizzare.
Sono il tipo di persona che inventa possibilità e assetti quasi ogni giorno e negli
anni passati mi capitava di arrivare alle gare col dubbio di poter o non poter fare
qualcosa sulla tavola, vela o pinna... Ho aumentato notevolmente le uscite per
poter arrivare alla gara senza dubbi o sorprese, per essere più tranquillo. Nelle
prime 4 gare PWA della stagione sono riuscito ad adottare questa tattica in tutte
le occasioni tranne che a Fuerteventura, le condizioni da 5,5 e 6,2 non ero
riuscito a testarle durante la stagione... Un’infiammazione al gomito nei giorni
prima della regata mi aveva portato in gara senza l’adeguata preparazione sul
materiale e anche se a tratti ero veloce i dubbi non mi hanno permesso di
regatare come volevo.
Come ti alleni per prepararti prima della stagione e durante la stagione?
L’allenamento svolge un ruolo fondamentale nella vita di un atleta e nella mia
settimana tipo prende la maggior parte del mio tempo. Separo l’allenamento a
terra e in acqua e differenzio ulteriormente l’allenamento fra inverno, primavera
ed estate. D’inverno svolgo principalmente allenamento in palestra,
affiancandolo con il maggior numero possibile di uscite in wave e qualche
session di slalom in cui mi concentro sulla strambata. Quando in marzo arrivano
i materiali nuovi, le uscite in wave terminano lasciando spazio alle uscite in
slalom, rivolte a trovare il giusto assetto dei materiali. Affianco l’allenamento
sempre alla palestra, cercando comunque di privilegiare le uscite in windsurf.
D’estate durante le regate, le uscite in windsurf hanno lo scopo di affinare i
materiali per ogni singola trasferta, cerco inoltre di non affaticare troppo il
corpo con pochi allenamenti in palestra.
Dieta? Pensi che il cibo svolga un ruolo determinante nei risultati che ottieni?
La dieta è fondamentale in quanto è come la benzina per una macchina... Dubito
che una macchina riesca ad andare con il carburante sbagliato, anche una
Ferrari! Nell’ultimo anno ho cambiato la dieta cercando di mangiare il più
equilibrato possibile, eliminando inoltre gli zuccheri. Durante gli eventi cerco di
avere sempre energia a disposizione e tento di variare il meno possibile la dieta
alla quale il mio organismo è abituato.
Per la prossima stagione cosa farai per cercare di riconfermarti e cercare di
fare un ulteriore passo?
Come ogni anno durante la stagione, evento dopo evento ho analizzato e valutato
gli errori, cercando di capire come risolverli, durante i primi mesi invernali
cercherò di pianificare il tutto in modo da non dover incappare nuovamente negli
stessi bagli, cercando di entrare nella top 10 del PWA.
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Alberto Menegatti a Fuerteventura.
Era dai tempi della Sensini e Paolo Ghione che qualcuno non si cimentava in un Down
Wind sulla costa ligure. Per chi non se lo ricorda, e se avete voglia potete andare a
controllare nel vostro archivio dei numeri vecchi di Funboard, la Sensini con la sua
crew partirono da Capo Noli con il grecale per tentare di arrivare fino a Bordighera,
purtroppo non ci riuscirono per un brusco calo del vento poco lontano dalla partenza.
Giriamo pagina e catapultiamoci in questo agosto appena passato dove 3 giovani
rider liguri con il loro super materiale da slalom (con un range di utilizzo decisamente
più ampio rispetto a quello utilizzato all’epoca dalla Sensini&co.) hanno deciso di
sfruttare una fresca giornata di Libeccio per partire da Andora e arrivare a Ceriale,
vediamo come è andata.
27-08-10. Il Libeccio in Liguria è forse il vento più amato da windsurfisti e surfisti in
quanto è forte, costante ed è l'unico in grado di provocare un considerevole moto
ondoso colpendo tutta la costa del ponente ligure. Il lunedì mattina come al solito
accendo il computer e noto la perturbazione da sud-ovest prevista per venerdì,
pregustandomi già una bella uscita in windsurf il venerdì pomeriggio e una bella
surfata il sabato mattina. Controllando i bollettini meteo nei giorni successivi vedo
che le previsioni sono sempre più ottimistiche e aumentano di intensità. I miei amici
Luca Ghiglione, local di Noli, e Francesco Orsi, mio compagno abituale di uscite e
trasferte, non si lasciano sfuggire il quadro previsionale così favorevole e a Luca viene
in mente un'idea: “Perchè non approfittare del Libeccio per fare un bel downwind in
slalom lungo la costa da Andora a Ceriale?”. Detto fatto: il mercoledì ricevo la notizia
da Francesco, già d'accordo con Luca, ed è così che anche io inizio a prepararmi
all’impresa, tutto elettrizzato dall’idea di questa “long distance” sui generis. Quindi
iniziamo ad organizzare il tutto e subito si evidenziano i problemi maggiori: trovare
qualcuno che ci segua in auto lungo il percorso ed eventualmente un fotografo che
voglia documentare l’avventura. Alla fine troviamo un mio amico di Torino, Marco
Carasso, che con la sua nuova macchina fotografica è pronto a scattarci mille foto in
azione e pure a guidare il furgone lungo la via Aurelia fino a Ceriale. Cosa potremmo
chiedere di più? Finalmente venerdì 27 agosto, il giorno prestabilito, arriva e ci
troviamo tutti pronti ad Andora nel primo pomeriggio. Le condizioni sembrano buone
e, dopo alcune prove in acqua, decido di utilizzare il mio fedele JP Slalom 112 e la
Gaastra Vapor 7.6 in modo da poter planare con poco vento ma riuscire anche a
reggere i rinforzi, Francesco opta invece per il suo Tabou Manta 110 con la 7.0
Northsails Warp e Luca sceglie di utilizzare il Naish Slalom 110 con la sua 7.0
Northsails Ram. Entriamo quindi in acqua e il primo passo da fare è un lungo bordo
al lasco fino davanti a Capo Mele, solitamente il punto in cui il Sud-Ovest picchia più
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Matteo e Francesco alla ricerca del naufrago.Partenza della Down Wind ad Andora con il forte Libeccio.
forte in Liguria nonchè nota stazione meteorologica. Dopo alcuni laschi mano a mano
che ci avviciniamo al faro di Capo Mele le condizioni si fanno sempre più radicali. Poi
come si suol dire, per la famosa legge di Murphy, quando ci troviamo circa a un km
fuori da Capo Mele, vediamo Luca cadere rovinosamente e non ripartire più. Io e
Francesco allora strambiamo e torniamo subito a vedere cosa è successo per
scoprire che ha rotto il piede d'albero... la sifga vuole che quello fosse l’unico pezzo
di ricambio che non avevamo portato nello zaino con noi! Grazie ai cellulari che
abbiamo nelle custodie stagne comunque riusciamo a chiamare immediatamente la
capitaneria di porto per richiedere un intervento. Tuttavia io e Francesco non ci
fidiamo della rapidità dei soccorsi e decidiamo di proseguire il downwind per
chiedere aiuto ai ragazzi del Circola Nautico “Al Mare” di Alassio. Un po' a malincuore
abbandoniamo il nostro naufrago in mezzo al mare con raffiche a 25-28 nodi e un
moto ondoso che aveva ormai raggiunto un paio di metri e proseguiamo il downwind.
Le condizioni sono veramente dure ora: io con la 7.6 faccio davvero molta fatica e
anche Franz con la 7 tanto tranquillo non è, comunque tra una scarica
di adrenalina e l'altra scendiamo velocemente lungo la costa, tagliando
fuori il golfo di Laigueglia in cui non entra vento, proseguendo davanti ad
Alassio per giungere infine all’imboccatura del porto dove è situata la
sede del circolo. A quel punto telefoniamo a Marco che intanto tra una
foto e l'altra ci stava raggiungendo con il furgone e aveva prontamente
avvisato la capitaneria. Fortunatamente i ragazzi del circolo sono molto
disponibili e ci prestano subito aiuto, mettendoci a disposizione una
barca per recuperare Luca. Tuttavia quando dopo 35 minuti di
navigazione controvento arriviamo davanti a Capo Mele di Luca non c'è
traccia. Presi dallo sconforto disegniamo mille linee in mare per capire
dove poteva essere scarrocciato con la corrente. Improvvisamente per
fortuna arriva dallo scomparto stagno il suono di un telefono cellulare:
è la chiamata di Marco, il fotografo, che ci avvisa che la capitaneria ha
già recuperato Luca, illeso ma abbattuto in quanto nella manovra di
abbordaggio dell'imbarcazione ha perso la vela arrotolata e la prolunga
in mare. Felici di sapere Luca al sicuro torniamo ad Alassio e di lì
ripartiamo alla volta di Ceriale. Decidiamo di passare al di fuori dell'Isola
della Gallinara dove facciamo alcune strambate in uno scenario
mozzafiato a ridosso della scogliera con le onde che sbattono e
schizzano in alto sull'isola... che peccato non avere una GoPro montata sul boma!
Doppiata la Gallinara il vento cala leggermente di intensità e il moto ondoso scende
proporzionalmente permettendoci di passare in relax davanti ad Albenga tra un
freestyler e l'altro per poi percorrere il rettilineo che separa Albenga da Ceriale e
“spiaggiare” a Ceriale allo stabilimento balneare di un amico di Luca. Si conclude
così, con un tiepido sole già basso all’orizzonte, la nostra “avventura” lungo la costa
ligure. Quindi, felici della Long Distance effettuata, smontiamo le vele per poi caricare
in furgone e tornarcene a casa affamati come lupi. Ci dispiace solo per Luca, l’ideatore
di questa “scampagnata”, che poteva divertirsi quanto noi ma è stato bloccato dalla
sfortuna: sarà per la prossima volta! Sì, perchè abbiamo già programmato un’altra
Long Distance, ancora più radicale: la sfida sarà infatti quella di tentare di arrivare
fino a Noli. Vedremo se ce la faremo! In conclusione desidero ringraziare i ragazzi del
circolo di Alassio, la Capitaneria di Porto (su cui eravamo un po’ scettici) e Marco
Carasso per le fotografie e il “coordinamento logistico”. Alla prossima!
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Arrivo al porto di Alassio.
Matteo Iachino (a sinistra), Francesco Orsi (a destra),assieme al “naufrago” Luca Ghiglione.
Forse avete già sentito parlare di Max Brunetti in qualche articolo dedicato allo
Slalom, e più volte è stato il nostro inviato di fiducia ad eventi nazionali ed
internazionali. È arrivato ora il momento di conoscere un po’ meglio questo ragazzo
di Genova che da anni si sta impegnando con passione nella diffusione del nostro
sport in Liguria.
Ciao Max, raccontaci qualche cosa di te, quanti anni hai, dove vivi, cosa fai nella vita?
Ciao, sono di Genova e ho “appena” 33 anni ! Vivo a Genova e lavoro nel settore
marittimo, sono imbarcato presso una società di rimorchi, sostanzialmente
forniamo un servizio di rimorchio a tutte le navi che lo richiedano durante le
operazioni di ormeggio e disormeggio oppure per lunghe tratte in altura. È
decisamente un bel lavoro, ha un sacco di aspetti positivi, in oltre seguiamo una
turnistica che ci garantisce un sacco di tempo libero ideale per gli allenamenti di
slalom o per passare qualche giorno in Francia a fare wave.
Quando e come hai iniziato a fare windsurf?
Ho iniziato a 15 anni circa con un classico corso in uno stabilimento balneare a pochi
km da Voltri, ed è stato subito amore! Da quel giorno la mia vita da teenager è
decisamente cambiata, pensa che durante i mesi invernali successivi marinavo la
scuola, correvo in spiaggia caricando tutta la mia attrezzatura su una cariola e
camminavo per circa 2,5 km per raggiungere lo spot di Voltri, fortunatamente la
situazione migliorò subito dopo, con la nascita del club Tramontana Voltri Surf che
mi permise il rimessaggio delle attrezzature. Gli anni successivi anche se un po’
incasinati per motivi famigliari sono stati molto belli, ho visitato un sacco di posti
principalmente wave e ho conosciuto persone che hanno contribuito molto alla mia
crescita da surfer e da individuo, tra i quali Francesco Massa (Surf Activity), il mitico
Dylan Dufuss (mio primo e unico sponsor, che mi ha sorretto economicamente per
ben due anni) e chiaramente Paolo Ghione, al quale devo molto! Mi ha insegnato
tanto nel mondo delle regate ma sopratutto è stato un grande amico nei momenti
brutti... una persona unica.
So che sei molto attivo nella scena windsurfistica di Voltri, ci puoi raccontare cosa
hai fatto e quali sono i tuoi progetti?
Voltri è il mio home spot, è molto
ventoso e facciamo circa 250 uscite
all'anno con venti provenienti dai
quadranti nord/ne/nw e in condizioni di
acqua piatta ideali per lo slalom. Negli
ultimi 4 anni mi sono impegnato molto
per promuovere il windsurf in Liguria,
con particolare attenzione a Voltri
perchè oltre a un legame affettivo,
credo abbia grandi potenzialità per le
discipline slalom e freestyle. Con
l'importante aiuto di altre persone
abbiamo organizzato corsi base e
avanzati, abbiamo organizzato delle
regate con ottimi risultati e la conferma
è stata la prima edizione del Trofeo
Tramontana che nel 2009 ha contato 45
partecipanti. Penso di aver preso la
giusta direzione perchè ad oggi il
numero dei nuovi praticanti al circolo è
cresciuto di un bel 15% circa, in Liguria
sono aumentate sensibilmente il
numero di competizioni e nei week end
in acqua a Voltri si contano un centinaio di vele. Il mio step futuro sarà quello di
portare nuovi giovani a questo sport coinvolgendo un po’ di più la popolazione locale
e rendendo assolutamente economico e pratico lo svolgimento della attività. Un
mio/nostro obbiettivo sarà quello di fornire ai ragazzi una base sicura su cui contare
e i materiali necessari per andare in acqua il primo anno senza investire soldi, da
parte loro dovrà esserci l'impegno e la passione. Al momento stiamo lavorando con
altri soci per affiliare il Tramontana alla F.I.V; invece per quanto riguarda le regate
vorrei in futuro organizzare una tappa nazionale ma questo richiede ancora un po’
di pratica da parte di tutti noi, quindi le prossime competizioni saranno ancora a
carattere amatoriale.
Da poco sei entrato nel team ufficiale RRD. Come ti trovi con queste tue nuove tavole
e quali sono i tuoi obiettivi?
Sono nel National Team dal 2007, ho vissuto tutta l'evoluzione delle tavole slalom e
della linea Freerace/ride e sono rimasto veramente colpito dal lavoro svolto da
Finian e Rosati in così poco tempo; le tavole di quest’anno sono perfette ma ti confido
che quelle del prossimo anno saranno ancora più belle e veloci, ma non le ho ancora
provate e sono molto curioso. Spero per il futuro di consolidare la mia presenza in
scuderia partecipando nelle varie attività di sviluppo e ricerca. In RRD si respira
un’aria particolare ancora ricca di entusiasmo e passione per questo sport.
Come vedi il panorama del windsurf in Liguria?
In netta ripresa, le attrezzature di oggi hanno riportato un sacco di gente in acqua
che da diversi anni usciva poco o niente, sopratutto le nuove tavole (in particolare
gli slalom) assicurano un sacco di uscite in più durante l'anno. In oltre hanno
contribuito molto anche le manifestazioni fatte nelle località di Voltri, Andora, Noli,
Albisola e la nuova “Free 12” (2 vele e1 tavola slalom) dedicata interamente agli
amatori. Per esempio nel mese di ottobre la Liguria sarà impegnata ogni week-end
con competizioni slalom nelle località sopra citate.
Il viaggio che vorresti fare e il tuo sogno nel cassetto?
Per il prossimo anno sto programmando il mio primo viaggio a Maui, è una vita che
fa parte dei miei "vorrei" ma ora è arrivato il momento di concretizzare! Il mio
sogno? Fare almeno un anno da vero pro! Giusto da conoscere realmente i miei limiti
e da non avere rimpianti o dire "avrei potuto".
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NAKED: Freeride. Naked sono freeride altamente performanti, veloci, facili ed
estremamente manovrabili. I Naked sono i freeride più bilanciati del mercato perché
gli unici nati sul concetto twin tip. Una nuova generazione di tavole freeride più larghe
e corte che oltre a raggiungere elevate velocità di punta possono, soprattutto nelle
due misure più piccole 105 e 112, essere utilizzate nelle manovre freestyle. Le due
misure più grandi il 128 ed il 144 sono la rappresentazione del concetto del freeride
orientato alla manovrabilità. Queste tavole hanno un'estrema facilità di conduzione e
rimangono facilmente controllabili anche nel chop più fastidioso e con vele piccole.
KRANZ: Slalom. Drops ha una lunga tradizione nel campo delle tavole slalom e per
questo ha voluto rappresentare con la linea Kranz (significa corona reale in tedesco)
il raggiungimento del suo apice di sviluppo. La linea Kranz è curatissima in ogni
particolare, oltre ad una linea di shape concepiti e sviluppati in maniera autonoma
in funzione della gamma di ogni specifico utilizzo e non realizzate in scala adottando
ogni singolo possibile stratagemma per raggiungere il massimo in termini di
performance. In primo luogo il peso è stato ridotto al minimo grazie ad una
costruzione molto innovativa che viene realizzata in un unico stampo che oltre a
ridurre il peso del rinforzo delle zone di giunzione dei gusci permette anche una
maggior rigidezza del bordo. La finitura è custom finish e la costruzione è in full
carbon. Ogni dettaglio è stato curato in maniera maniacale. Persino le grafiche sono
state realizzate con maschere a vernice risparmiando 300 gr di peso in adesivi. La
grande novità 2011 sta nella presentazione di una nuova tavola da Formula che
adotta la stessa tecnologia costruttiva.
RE STUBBY: Freestyle. Una tavola storica per tutti i freestyler, prestazioni
eccezionali e controllo ottimale in tutte le condizioni di mare e lago che
siano. Potenziale freestyle esaltato dai bordi con t.u.e. accentuato e bevels in
prossimità della carena, riducono la superficie bagnata ed ammortizzano l'impatto
in navigazione con piccole onde e choppy. Quest'anno migliorata nella costruzione
con un processo unico fatto in stampo mono-scocca, che ha anche reso possibile di
ottimizzare i pesi, negli accessori con pinne dedicate "Drops by Select". Rimangono
ad impreziosire il tutto i due channel in carbonio a vista i quali rendono ancora più
tecnico questo pezzo storico nell'olimpo del freestyle mondiale.
CONCRETE: Wave. Il concrete wave è stato il wave più di successo tra tutti wave
di Drops. Questa tavola si è evoluta nel tempo attorno al concetto del compact wave
board eccellendo in ogni confronto diretto con altre tavole simili. Il segreto del
successo sta nelle caratteristiche di queste tavole adatte tanto al wave europeo,
eccellono in condizioni di onda confusa ed in condizioni on shore, grazie ad una
straordinaria accelerazione. Tra un’onda e l’altra sono le più reattive e veloci
permettendo di saltare un maggior numero di onde e di surfare anche in condizioni
difficili con onde storte e schiumose dove un wave side shore puro tende a fermarsi.
Le tre tavole sono molto compatte in manovra ed in aria, questo permette un
eccellente utilizzo freestyle wave.
MODEL LENGTH (cm) WIDTH (cm) VOLUME (L) SAIL RANGEKRANZ 100 228 100 166 -
KRANZ 85 222,7 85 135 -
KRANZ 75 231 75 120 -
KRANZ 68 235 69 106 -
KRANZ 64 234 64 96 -
KRANZ 58 240 58 89 -
RE STUBBY 110 236 64 110 -
QUAD 85 230,8 57 85 -
QUAD 75 228 54,2 75 -
FREEWAVE 95 236 64 95 -
FREEWAVE 105 236 66 105 -
CONCRETE WAVE 76 232 56 76 -
CONCRETE WAVE 83 232 58 83 -
CONCRETE WAVE 91 232 60 91 -
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HAWK: Il mix perfetto tra velocità e manovrabilità è il segreto che ha fatto vincere
a Fanatic i test ed i cuori dei riders in giro per il mondo. Velocità altissime, un
universo di curve perfette e slashate stilose sono dietro l’angolo, tutte in un unico
pacchetto perfetto. Derivate dai migliori shape Fanatic sia di freestyle che di slalom,
Sebastian Wenzel, con l’ausilio del suo software CAD ha creato dei nuovi profili
mozzafiato, spalmati su 4 diversi stili per quei riders più avanzati ed intraprendenti.
I nuovi 110 & 135 presentano profili molto più longilinei per adeguarsi al meglio al
resto della gamma, con profili più sottili e rails più fini. Tutti e 4 i modelli sono
disponibili sia in costruzione Wood Sandwich Light con legno a vista o in costruzione
LTD Carbon Kevlar / Basalt Sandwich Light a rispetto dell’ambiente. Caratteristiche
principali: larghezza massima maggiore; poppa a pintail a 75° con profilo più stretto
per diminuire l’attrito, aumentando la velocità in andatura e strambata; rails sottili
per strambare con facilità e potenza; bi-concavo a prua per una planate anticipate e
controllo nei chop; chiglia power V per maggiore controllo e comodità.
SHARK: Questo nuovo branco di squali all’avanguardia presenta uno scoop rocker
rifinito con l’ausilio del CAD, permettendo di bilanciare al meglio i profili per ottenere
il rapporto ottimale tra controllo e comodità. I rinati 105 & 120 si sono adattati
all’outline più corto e compatto, tipico della gamma. Rocker più alto, bi-concavo,
chiglia power V e coperta a dorso d’asino comportano curve più veloci e pulite. Tutte
e cinque le misure sono realizzate nella costruzione iper-resistente High Resistance
Skin (HRS), perfetta per l’utilizzo giornaliero.
RAY: I riders esigono velocità ed è per questo che i nuovi Ray 2011 sono le tavole
freerace più veloci, funzionali, e pulite che Fanatic abbia mai realizzato. Per evitare
che le vostre ossa si fracassino, il database CAD ha aiutato Sebastian Wnzel a
scolpire questi 4 nuovi modelli che permettono di godere al massimo del nuovo
scoop rocker preparato per il Race, rails più sottili, bi-concavi rifiniti e potenza ed
accelerazione anche nel chop. Disponibile sia in costruzione clear wood optic, più
accessibile e rispettosa dell’ambiente, e la nuova tecnologia LTD Edition, con rails e
chiglia smerigliati, con coperta in Carbon Kevlar (Carbon Kevlar / Basalt Sandwich
Light). Caratteristiche principali: più largo con outline più corto; scoop rocker
sviluppato direttamente dal Race
Team; Poppa pintail a 75° per
diminuire l’attrito e facilitare le strambate; rails più sottili per curvare meglio;
bi-concavo a prua per entrare in planata velocemente e fare a fette i chop;
nuova chiglia Power V per massimo controllo anche ad alta velocità;
design pulito e funzionale con alto comfort e performance.
FALCON: Un missile supersonico per quei riders che osano provarlo.
Per il 2011 Fanatic presenta 6 tavole senza compromessi e pronti alla gara
che traggono tutti vantaggi da rails più pieni, linee di rocker ridisegnate e
maggiore volume a poppa, il tutto sommato al nuovo track del piede d’albero,
ribassato. Con più di 4 modelli ideali per il vento forte, i 148 e 134 sono stati
alleggeriti ed hanno poppe più larghe. Il 134 ha anche un maggior punto di larghezza
massima, per poter generare al meglio accelerazione e potenza anche con vento
leggero. Sono tutti disponibili esclusivamente nella costruzione iper-tecnologica Biax
Carbon Sandwich Light construction.
MODEL LENGTH (cm) WIDTH (cm) VOLUME (L) SAIL RANGEHawk 100 / LTD 245 62 100 4.5 – 7.5Hawk 110 / LTD 245 65 110 5.0 – 8.0Hawk 120 / LTD 245 68 120 5.5 – 8.5Hawk 135 / LTD 245 73 135 6.0 – 9.0Ray 100 / LTD 240 61 100 5.8 – 8.3Ray 115 / LTD 240 67 115 6.2 – 8.8Ray 130 / LTD 235 73 130 6.8 – 9.5Ray 145 / LTD 235 81 145 7.0 – 10.0Falcon SL 85 240 58 85 4.5 – 7.0Falcon SL 101 235 63 101 5.5 – 8.0Falcon SL 111 235 69 111 6.0 – 8.5Falcon SL 121 230 75 121 6.5 – 9.0Falcon SL 134 230 82 134 7.0 – 9.5Falcon SL 148 230 85 148 7.5 – 10.0
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IQLa nuovissima e migliore edizione della vela firmata da Thomas Traversa. Questa
macchina dal boma corto ed outline compatto, assicura al rider accelerazione
immediata con manovrabilità senza rivali! È morbida tra le mani e potente anche
con vento leggero... una vela perfetta per qualsiasi utilizzo! La struttura a 4
stecche riduce notevolmente il peso ma genera ancora più potenza. Ha un
comportamento molto gestibile e controllato, con possibilità immediata di
annullare la potenza per un controllo inimitabile. Il Low aspect ratio è perfetto
per tutti i riders di wave e freestyle. La forma della finestra è stata ottimizzata
per potere visualizzare meglio l’onda e dove andare ad impattare il lip. Il pannello
di carico centrale ha una forma triangolare, assicurando un rapporto perfetto
tra potenza, resistenza e peso. Thomas Traversa dice: “Cosa posso dire... questa
è la vela che ho sempre sognato! Riesco a piazzarla ovunque voglia, curve più
strette, entrate più aggressive e rotazioni più facili. La adoro!”.
MANICLe Manic di quest’anno sono state completamente rifatte. La bugna è stata
accorciata, e la penna è stata allargata per compensare. La Manic riprende
alcuni aspetti di design della IQ, mantenendo però le caratteristiche
fondamentali che le hanno dato così tanto successo in passato, creando una vela
perfetta per qualsiasi rider. Il design completamente nuovo non compromette
minimamente la qualità a cui si è abituati dai modelli precedenti di Manic. Il
pannello d’albero in Dacron assicura una sensibilità notevole e spinta costante
e morbida. La potenza è concentrata nella parte anteriore, quindi il rider è
sempre in pieno controllo. Il profilo più piatto ed un twist perfetto rendono la
vela davvero facile da gestire e molto divertente. Puoi neutralizzarla in un
secondo. La Manic quindi, sebbene completamente rinnovata, rimane fedele alle
sue origini, una vela su cui contare in qualsiasi condizione. Kevin Pritchard dice:
“Sono davvero soddisfatto delle nuovissime Manic. La sensazione tra le mani è di
maggiore controllo e sensibilità, permettendomi di andare a distruggere il lip
ancora più velocemente! Funziona alla perfezione col mio Quad e mi sembra di
utilizzare una vela più piccola ma con potenza parecchio superiore.”
MANIC HDLa Manic HD f ail suo ingresso sul palcoscenico con un outline completamente
ridisegnato. Costruita per resistere agli impatti anche più violenti contro rocce,
reef, strada e coste sconnesse, la HD si mangia qualsiasi ostacolo le mettiate
davanti. La lunghezza d’albero è stata ridotta, e di conseguenza la penna
allargata per compensare. La Manic HD riutilizza anche alcune idee progettuali
della IQ, mantenendo però le caratteristiche che l’hanno resa celebre in passato,
dando vita ad una nuova vela ideale per qualsiasi rider. La vela è realizzata
completamente con una griglia in X ply che tiene tutto perfettamente a posto
anche sotto notevole carico. Il pannello dell’albero in Dacron permette una
risposta molto morbida ed una potenza elastica e costante. A prova di bomba!
POISONLa Poison rimane la vela più potente di casa Gaastra che fa volare anche i riders
più pesanti. Parti in planata in men che non si dica grazie alla potenza generata
dal profilo e della cucitura twinstripe che connette il pannello X ply dell’albero. Il
boma è stato allungato e l’outline ridisegnato, rendendo la Poison una vela unica
nel suo genere. La combinazione perfetta tra potenza e controllo, che ti fa
muovere senza il minimo sforzo anche con vento leggero e rafficato. La Poison
genera potenza grazie al boma più lungo ed al nuovo sistema orientato di
cuciture. Il pannello dell’albero in twinstripe X ply conferisce al rig intero una
sensibilità senza precedenti. La bugna ha un taglio più alto che, combinato alla
balumina più rigida, garantisce potenza costante ma gestibile tra le mani.
MODEL LUFF(cm) BOOM(cm)Manic 3,3 / HD 340 142
Manic 3,7 / HD 365 146
Manic 4,0 / HD 377 152
Manic 4,2 / HD 390 157
Manic 4,5 / HD 403 158
Manic 4,7 / HD 411 162
Manic 5,0 / HD 417 167
Manic 5,3 / HD 426 172
Manic 5,7 / HD 448 178
Poison 4,0 377 153
Poison 4,2 388 159
Poison 4,5 404 161
Poison 4,7 409 165
Poison 5,0 418 170
Poison 5,4 435 176
Poison 5,8 447 185
Poison 6,2 458 193
57
CUSTOM QUAD PRO: Benvenuti alla nuova frontiera del Windsurf, queste
tavole cambieranno per sempre il vostro modo di surfare. Da condizioni di
waveriding down the line a completamente on-shore, i nuovi shape e setups di pinne
assicurano un piazzamento ottimale in qualsiasi sezione dell'onda, dandoti
l'impressione di usare una tavola da surf da onda.
ONE PRO: Dal momento che è stata fondata la Goya Windsurfing, il loro obiettivo
primario era quello di creare prodotti di qualità che fossero accessibili a tutti gli
utenti e diretti da utilizzare. Nel 2007 è stata introdotta la linea di tavole One. Il
concetto alla base di tutto è riassunto nel nome stesso. Gli shape ora si sono
sviluppati ed evoluti. Queste tavole sono le preferite di Francisco Goya per surfare ad
Ho’okipa o ovunque ci sia acqua ed un po' di vento, dimenticando i limiti e pregiudizi
delle varie nomenclature e categorie.
MODEL LENGTH (cm) WIDTH (cm) VOLUME (L) SAIL RANGECUSTOM QUAD 72 PRO 226 53,4 72 3,3 - 5,3
CUSTOM QUAD 78 PRO 228 55,6 78 3,7 - 5,7
CUSTOM QUAD 84 PRO 230 57,6 84 4,0 - 5,7
CUSTOM QUAD 92 PRO 232,2 59,5 92 4,2 - 6,2
ONE 68 PRO 226 52 68 3,0 - 5,0
ONE 72 PRO 230 53,6 72 3,3 - 5,3
ONE 78 PRO 232 55,4 78 3,7 - 5,7
ONE 86 PRO 234,5 58,7 86 4,0 - 6,2
ONE 94 PRO 236 60,5 94 4,5 - 6,5
ONE 102 PRO 238,5 62,8 102 4,7 - 7,0
VELE NEW! Sistema di Bugna Poly Crew. Questo nuovo sistema di tensione della
bugna permette di posizionare il boma più in alto, allungandolo, ed offrendo
maggiore portanza e spinta, o una posizione più bassa per maggiore manovrabilità
e flessibilità delle vele. Questa innovazione è presente sia nelle linee Guru, Eclipse,
Nwexus che Storm.
GURU: PVC Wave Series. Guru
2011 è la vela wave performance
per eccellenza. Le innovazioni tecnologiche nei materiali e componenti
permettono alla nuova Guru di avere maggiore portanza anche con vento
leggero, diminuendone il peso ed aumentandone la maneggevolezza. La
vela è facilissima da gestire e neutralizzare anche nelle condizioni più
radicali, senza però intaccare lo standard di comfort ed accessibilità
che sono ormai peculiarità tipiche della Guru.
ECLIPSE: World Wide Power Wave. Eclipse 2011 Pro garantisce una
performance senza rivali nella categoria di vele power wave perfette per gli
spot in giro per il mondo. Ispirata dallo stile progressivo e tecnico di Levi Siver,
la vela è stata realizzata per garantire accelerazione immediata e potenza
costante, con una maneggevolezza senza precedenti, che la rendono la vela
ideale per una grande varietà di condizioni wave e freestyle. Le innovazioni in
termini di materiali e componenti poi rendono veramente la Eclipse 2011 una
vela wave senza limiti.
MODEL LUFF(cm) BOOM(cm)Guru 2,7 310 128
Guru 3,0 327 134
Guru 3,3 348 140
Guru 3,7 376 145
Guru 4,0 393 150
Guru 4,2 397 155
Guru 4,5 407 159
Guru 4,7 417 163
Guru 5,0 427 167
Guru 5,3 437 175
Guru 5,6 447 179
MODEL LUFF(cm) BOOM(cm)Eclipse 3,4 352 142
Eclipse 3,7 372 148
Eclipse 4,0 380 151
Eclipse 4,2 387 155
Eclipse 4,5 397 160
Eclipse 4,7 407 165
Eclipse 5,0 417 170
Eclipse 5,3 427 171
Eclipse 5,7 442 180
Eclipse 6,2 457 189
Eclipse 6,8 472 199
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RS:SLALOM MKIV: Veloce col minimo sforzo. Velocità massima ed
accelerazione con una sensazione di leggerezza. La RS:Slalom è stata progettata per
dare la massima performance, facilità di utilizzo e pura gioia al rider, grazie alla sua
velocità immediata ed accelerazione istantanea anche con pochissimo vento,
arrivando a velocità notevoli anche in condizioni marginali.
• Bugna compatta integrata – Una bugna rientrante e perfettamente integrata col
profilo della vela permette al rig di dare il meglio. Grazie a questa struttura, la vela
risulta molto più stabile, maneggevole e con un range di vento più ampio, mentre il
profilo omogeneo della vela dirige la tensione e la potenza proprio dove sono
necessarie, mantenendo stabile la parte intermedia della vela e facendo twistare la
balumina al minimo, in modo che la vela non perda nemmeno un minimo di potenza.
• Albero più corto sulle misure medio-piccole (dalla 8.6 in giù) per abbassare il
centro di spinta e rendere il rig più bilanciato in condizioni di vento forte. La 9.5
invece è rimasta quasi invariata rispetto alla MKIII, riducendo leggermente il boma
per facilitarne la maneggevolezza.
• La lunghezza del boma è rimasta molto simile a quella della MKIII, tranne che sulla
8.6 e 9.5, dov’è stata ridotta per aumentare la maneggevolezza delle misure più grosse.
• Curva dell’albero: Diminuita per ottenere maggiore tensione superficiale e
maggior stabilità del profilo.
• Altezza della bugna: Aumentata per avere più spinta e supporto nella zona centrale.
RS:RACING EVO III: Racing puro, nessun compromesso, un solo scopo:
vincere! Questa è la vela giusta per tutti coloro che vogliono il top della performance.
Questa è una macchina da racing al 100%. Come per la RS:Slalom queste le
caratteristiche principali.
• Bugna compatta integrata.
• Albero più corto sulle misure medio-piccole (dalla 8.6 in giù) per abbassare il
centro di spinta e rendere il rig più bilanciato in condizioni di vento forte. La 9.5 è
rimasta quasi uguale alla Evo2, mantenendo un boma relativamente corto, criterio
discriminante sul campo di regata. Sulle misure da Formula, la lunghezza dell’albero
è stata aumentata rispetto alla Evo2, diminuendone però la larghezza in
penna, senza alterare la lunghezza del boma, risultando in un’ottima
performance in bolina.
• La lunghezza del boma è rimasta quasi inalterata rispetto alla EvoII
eccetto sulla 8.6 e 9.5, in cui è stata diminuita per migliorarne la maneggevolezza sul
campo di regata.
• Curva dell’albero: Diminuita per ottenere maggiore tensione superficiale e
maggior stabilità del profilo.
• Altezza della bugna: Aumentata per avere più spinta e supporto nella zona centrale.
BUGNA COMPATTA INTEGRATA: Sulle nuove RS:RACING EVOIII e RS:SLALOM MKIV, Neil
Pryde ha introdotto un nuovo sistema di bugna integrata che, rispetto al moderno
sistema Dynamic Compact Clew, elimina il cutout sulla bugna e permette alla balumina
di funzionare al meglio, senza lasciarsi sfuggire nemmeno una singola raffica.
MINI BATTEN: La mini batten appena sotto la Integrated Compact Clew (ICC) è stata
messa solo per rendere la parte posteriore della vela più stabile, rendendo l’intero
profilo più omogeneo e morbido. La tensione superficiale si focalizza sul perimetro
della vela, e questo sistema permette alla balumina di essere più stabile,
aumentando il range di vento e la performance. Grazie al sistema Integrated
Compact Clew, in cui la bugna è posizionata più internamente rispetto al bordo di
uscita della vela, il profilo dietro la bugna può sventare quando il vento aumenta
ulteriormente. La vela quindi tende a sistemarsi automaticamente, scaricando la
potenza in eccesso. Inoltre si viene a creare un profilo ad ‘S’ sulla stessa, che spinge
il punto di massima profondità del profilo più in avanti, evitandone l’arretramento
qualora sovrainvelati, permettendo quindi al rider di gestire al meglio la pressione
e di mantenere il profilo nella parte bassa della vela, permettendo così di risalire al
massimo anche con poco vento.
ROBERT STROY - SAILS DESIGNER NP“Ho cominciato a pensare a questo sistema di bugna dal mio primo momento in ART.
Dopo l’introduzione della Compact Clew sulla prima gamma RS5 a fine 2004, speravo
di riuscire a portare questo concetto al livello successivo ed utilizzare tutti i benefici
della Compact Clew senza dovere minimamente compromettere il profilo della vela.
Rispetto alle vele normali, che hanno la bugna sul bordo esterno della balumina, il
profilo della EVOIII e MKIV traggono tutti i vantaggi del sistema Dynamic Compact
Clew: balumina più corta e molto più stabile che riesce a creare un ottimo reflex
dietro il boma che rilascia la potenza in eccesso e fissa il profilo in avanti. Il vero
vantaggio di questo nuovo concetto è l’ottima tensione che si ottiene tra la bugna, la
balumina, fin giù al piede d’albero. Ciò assicura un controllo notevolmente maggiore,
impedendo che la balumina si deformi sotto raffica e fa anche sventare meglio
l’intera vela, più armonicamente, sviluppando una potenza ed una stabilità ancora
maggiore rispetto alla normale Dynamic Compact Clew. Per finire, l’intero profilo
della vela risulta più armonico e pulito, e quindi più aerodinamico e potente con
l’utilizzo della ICC rispetto al vecchio sistema di Dynamic Compact Clew, eliminando
la necessità di un cutout.”
MODEL LUFF(cm) BOOM(cm)RS:Slalom MkIV 5,5 - -
RS:Slalom MkIV 6,2 - -
RS:Slalom MkIV 7,0 - -
RS:Slalom MkIV 7,8 - -
RS:Slalom MkIV 8,6 - -
RS:Slalom MkIV 9,5 - -
MODEL LUFF(cm) BOOM(cm)RS:Racing EVO III 5,5 399 181
RS:Racing EVO III 6,2 423 191
RS:Racing EVO III 7,0 451 201
RS:Racing EVO III 7,8 476 211
RS:Racing EVO III 8,6 500 220
RS:Racing EVO III 9,5 526 230
RS:Racing EVO III 10,0 - -
RS:Racing EVO III 10,7 - -
RS:Racing EVO III 12,0 - -
59
RACING. RAMF11: Novità: aspect ratio più basso che incrementa
l’accelerazione alla partenza ed in uscita dalla strambata.
INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT per aumentare la rotazione, controllo ed
accelerazione della vela. TWIN.TRIM.CLEW permette regolazioni individuali per
aumentare notevolmente il range di utilizo. HYPER.CAM: il primo camber rigido che
gira come un camber morbido. L’ultimissima RAM F11 è come il fratellino bastardo
della World Cup WARP F2010! Ancora più resistente, con un’accessibilità maggiore
che però mantiene circa il 90% delle performance della WARP più veloce che è stata
mai realizzata. Durante il processo di sviluppo nel 2010 due elementi sono stati
migliorati notevolmente su tutta la gamma: la maneggevolezza in manovra e la
performance, in tutto il range di utilizzo. 7 stecche, tasca d’albero più stretta e peso
ridotto rendono la RAM F11 molto più maneggevole della WARP F2010. Il nuovissimo
INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT è il concetto alla base di questa realizzazione. Invece
di utilizzare una sola tecnica e forma per l’intera vela (superficie alare e tasca
d’albero), Kai Hopf, per la prima volta, ha combinato due diversi profili 3-D separati
per la vela e per la tasca d’albero. Il range di utilizzo è stato drasticamente ampliato
del 25%. Anche il nuovo sistema TWIN.TRIM.CLEW influenza positivamente il range di
utilizzo. Il segreto dietro al TWIN.TRIM.CLEW sta nel posizionare orizzontalmente gli
occhielli della bugna. La posizione esterna garantisce maggiore potenza ed
immediatezza, mentre quella più interna rende la vela più morbida e controllabile. Il
TT.TOP, la costruzione super rigida delle stecche BOX.BATTEN e la larga tasca conica
AERO.SLEEVE, assicurano alla nuova RAM F11 una velocità di punta mozzafiato, sia per
competizioni di GPS o Racing. Un missile di questo calibro non è mai stato così facile
da usare, ed è per questo che sta riscuotendo tanto successo.
S_TYPE: Novità: possibilità di scegliere tra 3 o 2 camber. 3 cams per massima
performance, 2 cams per maggiore maneggevolezza. MINIMUM.MAST.CONCEPT: un
solo albero (460-25) per tutte le misure. La S_ TYPE è una delle vele che ha riscontrato
il maggior successo nei test in tutte le riviste internazionali ed è considerata la vela
di riferimento per l’intera categoria. Per il 2011, è stata completamente ridisegnata
per avere uno shape più compatto con la stecca centrale CROSS.BATTEN leggermente
più lunga, ricordando sempre più la premiata WARP F2010. Questa combinazione
incrementa notevolmente l’accelerazione della vela! Il risultato del nuovo shape è
che la nuova S_ TYPE abbia una spinta ancora maggiore anche ai bassi regimi,
riuscendo a combinare accelerazione esplosiva e performance notevole con un’alta
velocità di punta, il tutto senza intaccarne minimamente la maneggevolezza e
controllo! Appena il rider la prende tra le mani, si rende conto che questa vela deriva
dagli anni di esperienza del team North Sails Racing, ma ha anche la potenza e le
nuove caratteristiche della RAM F10. Il SWITCHABLE.CAM.OPTION permette di scegliere
se utilizzare la vela con 3 o 2 cambers. Ora il camber estraibile è quello inferiore. Il
sistema CUTAWAY.CLEW, aumenta notevolmente la maneggevolezza della vela, grazie
al boma più corto che permette al rig di girare più agevolmente. Un’altra peculiarità
a favore è la tasca dell’albero CONICAL.AERO.SLEEVE.DESIGN. Questa realizzazione è il
compromesso ideale tra spinta esplosiva e ottima capacità di partire dall’acqua. Che
si voli ad alta velocità o si plani in relax, la S_ TYPE ha ottime caratterisitche – la
perfetta vela universale.
X_TYPE: CARATTERISTICHE PRINCIPALI: La vela NoCam per eccellenza ha
aumentato ulteriormente le proprie performance. Il segreto sta nell’aspect-ratio
ridotto, che è stato inizialmente introdotto Warp F2010, e poi riadattato su questo
modello, mantenendo un’alta tensione superficiale che permette un’ottima potenza
e profilo anche senza l’ausilio di camber. Rispetto al modello precedente, la nuova X_
TYPE ha ancora più potenza ed accelerazione, permettendo al rider di planare prima
che mai. Tutto questo senza toccare minimamente la lunghezza del boma, grazie
all’utilizzo della CROSS.BATTEN più pronunciata. Questa versatilità aggiunta combina
performance elevate con un’ottima velocità di punta, offrendo tutti i vantaggi di
maneggevolezza tipici di una vela NoCam. Grazie alla PROGRESSIVE.BATTEN.
CONFIGURATION, tutti i modelli di X_ TYPE hanno un numero di stecche proporzionale
alla metratura. Kai Hopf ha trovato il mix perfetto, mettendo solo 6 stecche sia sulla
6.0 che sulla 5.4. Ciò riduce notevolmente il peso complessivo, favorendone la
maneggevolezza. Tutte le vele X_ TYPE possono essere armate con un solo albero 460,
un albero, tutte le misure!
60
SWELLNata nella base invernale di Point-7 a Tenerife, è la vela wave radicale per tutte le
condizioni. Messa a dura prova nelle condizioni estreme side on-shore del Cabezo, e
consumata nelle radicali surfate nel side off della Baja di El Medano, con i venti da
sud. La balumina più chiusa regala un feeling più morbido, ma allo stesso tempo
molto più reattivo e potente per partire all'istante all'attacco del bottom turn.
Rimane comunque neutra durante tutta la surfata, il nuovo outline è stato
ridisegnato per garantire alla balumina una ripresa di vento più immediato per dare
cosi una spinta frontale per un uscita più veloce dal cutback. La nuova struttura
rende la vela non solo più robusta nei punti cruciali, ma anche più leggera, grazie
alla gestione metodica dei materiali. Abbiamo anche migliorato la visibilità durante
la surfata, in qualsiasi condizione di onda e colore dell'acqua. La base più lineare
regala più libertà durante i cut back più radicali e slasciati.
AC-XLa AC-Zero e la Square uniscono le forze: AC-X. La nuova AC-X è la novità assoluta che
porta a fine carriera l'era di due classiche vele della gamma Point-7: AC-Zero
diventata famosa per aver da subito vinto il campionato italiano slalom e la Square
nota per la sua potenza e stabilità, vincitrice di numerosi test sulle riviste più
prestigiose. Prendendo e unendo le miglior qualità della cross over e della slalom no
cam, è nata la nuovissima e super compatta AC-X. Una combinazione unica di
potenza, velocità e comfort. Disponibile dalla 5.2 alla 9.0, con le misure 5.2 e 5.8 con
6 stecche e dalla 6.5 in su con 7. Se prima poteva esserci qualche dubbio tra la scelta
della Square e della AC-Zero, da oggi non c'è più: non ci troviamo di fronte a un
compromesso, ma a una fuoriserie migliorata sia di stabilità che di potenza che
sorpassa la AC-Zero o qualsiasi no cam in qualsiasi condizione. Planata migliore e
tenuta di più vento in pieno controllo. La AC-X è pronta a sfidare nuovamente anche
qualsiasi vela camberata.
AC-KLa AC-K era una vela necessaria per completare il range delle vele camberate:
1,2,3 o 4 camber? Non è questa la questione, ma la necessità di portarsi oltre
ai limiti con un versione semplificata di una vela racing. La AC-K è la sorella
minore della AC-1, è stata vestita da un outline molto compatto e potente, con
una prestazione molto simile.
Più facile da armare e da gestire in manovra intorno alle boe, o per il semplice
divertimento: pronta ad assorbire qualsiasi raffica tramutandola in pura
accelerazione e trasformare il chop in asfalto liscissimo. Se volete dominare il
vostro spot, questa è la vostra vela.
ANDREA CUCCHI"La AC-K, AC-X e la Swell sono progetti che abbiamo iniziato 2 anni fa e sono le
uniche novità che presenteremo per questo autunno. Per dare una vera
innovazione su prodotti già vincenti ci vuole molto lavoro di sviluppo. Limitare
lo sviluppo ad un periodo più breve o con annualità, porta a cambiamenti più
estetici che reali e senza la possibilità di avere dei veri feedback da parte degli
utenti finali: poco importanti per motivare il cambio vela.
Per questo in Point-7 abbiamo deciso di portare sul mercato nuovi modelli solo
nel momento in cui ci fosse una vera innovazione sul prodotto e in base alla
reale necessità del cliente.
Questa nuova era di sviluppo porterà molti vantaggi a tutti i surfisti, come ad
esempio una maggiore tenuta del valore dell'usato, il fatto di non avere un
prodoto obsoleto dopo pochi mesi, un prodotto che dà veramente dei vantaggi
rispetto al modello precedente... sono moltissimi i vantaggi per non parlare poi
della superiorità nella qualità della struttura testata veramente per tantissime
ore in acqua, e non solo nei 3-5 mesi che il sistema annuale permetteva di
fare."
MODEL LUFF(cm) BOOM(cm)Swell 3,7 306 -
Swell 4,1 399 154
Swell 4,4 407 157
Swell 4,7 412 163
Swell 5,0 418 166
Swell 5,3 430 172
Swell 5,7 441 175
AC-X 5,2 415 163
AC-X 5,8 433 176
AC-X 6,5 447 192
AC-X 7,0 464 200
AC-X 7,5 472 206
AC-X 8,0 489 215
AC-X 9,0 513 225
AC-K 5,8 434 174
AC-K 6,5 449 193
AC-K 7,2 467 205
AC-K 7,8 483 214
AC-K 8,5 503 223
AC-K 9,4 517 238
61
L’idea primaria alla base di tutte le vele Severne è sempre stata di garantire la
massima leggerezza, funzionalità e longevità. Tutte le gamme hanno potuto
usufruire delle notevoli conoscenze acquisite nel Racing, per poi venire
riadattate a tutti range, dal freeride alle vele wave. Di conseguenza, tutte le vele
risultano più veloci, leggere tra le mani e coprono un enorme range di
condizioni, specialmente nel 2011. La GATOR ha un nuovo design dei pannelli,
con evidenti benefici sia in termini di longevità che di pura performance. I
nuovi materiali utilizzati non hanno solo permesso di raggiungere gli obiettivi
primari del design, ma anche di rendere le vele più appariscenti ed aggressive.
Il range freeride è un misto tra conoscenze consolidate e testate che hanno
fatto vincere svariati test alle vele, ora ancora più performanti e con due nuove
gamme per soddisfare le necessità di ogni rider. La CONVERT è una vela
interamente in X-ply per i freeriders alle prime armi, ad un prezzo incredibile.
La TURBO rimpiazza la ELEMENT, in quanto la nuova vela twin cam offre
maggiore velocità di punta e maggiore range di vento, mantenendo però la
stessa leggerezza tra le mani.
GATORCrossover orientata alle manovre - Wave/Freemove/Freeride. La gamma Gator copre
qualsiasi condizione windsurfistica in qualunque spot in giro per il mondo. Le
peculiarità primarie della vele sono l’eccelsa manovrabilità, longevità e
performance, che permettono al rider di dare il massimo in qualsiasi tipo di
condizione. Per il 2011 il layout dei pannelli è stato ottimizzato per avere ancora
maggiore durata ed aggiungere colore nella parte alta della vela. Ora le misure sono
realizzate con HD Dyneema X-ply sia sulla bugna che sui pannelli della balumina,
assicurando maggiore resistenza.
Ridotto il numero di stecche da 6 a 5 nelle misure da freemove, 5.5-6.0, per
migliorare la manovrabilità, diminuendo sia peso che costo.
Range di vento ancora più ampio con controllo migliore anche con vento forte grazie
all’utilizzo di una penna più composta.
MOJOPower Freeride. Realizzata apposita-
mente per garantire montagne di potenza per andare sempre più veloce e più
in alto, la Mojo è la scelta ideale per i riders che vogliono potenza. Profilo più
accentuato con penna larga per accelerare e volare a tutta birra. Vela
identica alla versione 2010.
NCXFreerace senza camber . La NCX, vincitrice di molteplici test, offre velocità
spaventose, stabilità e risposta immediate per un’accelerazione senza rivali che
è assolutamente inusuale per una vela senza camber. Le innovazioni e scoperte nel
campo del racing sono state incorporate immediatamente nel nuovo range NCX
grazie all’input diretto di Bjoern Dunkerbeck e Steve Allen. Maggiore tensione
superficiale per garantire maggiore stabilità e minore movimento del rig con acqua
choppata. Range di condizioni più vasto grazie alle modfiche della penna, che
permette una resa ancora maggiore anche con poco vento. Grazie all’aumento della
tensione, quando il vento aumenta, la vela sventa più facilmente assicurando ancora
il massimo controllo anche con vento rafficato.
TURBOFreeride a due camber. La Turbo è una delle vele con Camber più accessibili al rider
medio. Questa combinazione di spinta con vento leggero, maneggevolezza e velocità
spaventosa, la rendono la scelta perfetta per I surfisti medi che però cercano una
vela che dia il massimo della performance. Realizzata partendo dalla Element ma con
tensione superficiale notevolmente superiore che, combinata alla tecnologia di
shaping delle vele race, permette di aumentare vertiginosamente la performanza e
la velocità di punta, mantenendo però controllo e maneggevolezza. Sulla Turbo viene
utilizzato il concetto di “Stecche Omogenee”. Le misure più piccole (6.0 – 7.0) hanno
6 stecche, riducendo il peso in rotazione al minimo. Sulle misure più grosse invece
(7.5-9.2) ci sono 7 stecche per una maggiore stabilità.
MODELGator
3.7 • 4.0 • 4.2 • 4.5 • 4.7 • 5.0 • 5.3 • 5.5
• 5.7 • 6.0 • 6.5 • 7.0 • 7.5 • 8.0
Mojo
5.3 • 6.0 • 6.7 • 7.5
Ncx
5.5 • 6.0 • 6.5 • 7.0 • 7.5 • 8.0 • 9.0
Turbo
6.0 • 6.5 • 7.0 • 7.5 • 8.1 • 8.6 • 9.2
62
FUTURALa quarta generazione delle Futura: tavole da freeride per riders di livello avanzato,
con un range di vento enorme, ingresso in planata anticipato e velocità massima
da brivido. In men che non si dica, le Futura si trasformano in tavole stabili ed
facilmente accessibili anche ai riders alle prime armi, che possono sfruttarne la
larghezza ed il nuovo setup di straps più interne e comfortevoli per affinare la
propria tecnica. Una macchina da corsa al top della performance che può
diventare una tavola stabile per i freeriders meno esperti. Le Futura sono state
progettate mantenendo lo stesso rapporto tra volume e larghezza di tutte le
moderne tavole grosse da Slalom. Questo comporta quindi che siano larghe
(maggior stabilità) e sottili (maggior reattività). Rispetto alle classiche tavole da
freeride, le future sono circa il 15% più sottili. La coperta è molto arrotondata.
Questa forma assicura il massimo comfort per qualsiasi posizione delle straps. Le
Futura hanno un Range di vento immenso.
ISONICDal momento della sua introduzione nel 2006, ogni nuova generazione di iSonic
presentava almeno 2 o 3 innovazioni l’anno. Dal 2010 al 2011, tuttavia, le iSonic
hanno ricevuto ben 6 modifiche notevoli. Queste innovazioni sono state rese
possibili da un nuovo approccio del team di R&D, che ha permesso ai riders di
cominciare le ricerche ed i test in anticipo. Remi Vila, nuovo capo del reparto di
sviluppo del racing alla Starboard, ha collaborato con Cyril Moussilmani, Björn
Dunkerbeck, Kevin Pritchard e Jimmy Diaz per iniziare il 2011 in quarta ed
incanalare tutta questa nuova energia per realizzare e testare nuove idee, già ad
inizio stagione. Combinando il tutto con la vasta esperienza di R&D di Tiesda You,
Svein Rasmussen e Jim Drake, gli iSonic 2011 sono delle vere macchine da guerra.
Ecco la presentazione delle 6 principali innovazioni sulla sesta generazione delle
iSonic.
UPGRADE NUMERO UNO: Rails più affilati a poppa. Avendo bordi più affilati, le
tavole creano meno turbolenza, rilasciando l’acqua più velocemente: questo
aumenta notevolmente la velocità di punta, permettendo accelerazioni
più esplosive sotto raffica, favorendo l’ingresso in planate e migliore
anche l’inerzia della tavola, che continua a planare anche nei buchi di
vento. Sulle misure 107, 117, 117 Wide, 127 e 137, la superficie a contatto è
stata allargata ed accorciata, per migliorare il rendimento anche con
vento leggero. Il bordo di rilascio più netto permette alle iSonic di
mantenere maggior inerzia nelle strambate.
UPGRADE NUMERO DUE: Concavi sulla coperta molto scavati. Le iSonic 2011
hanno dei concavi molto profondi sulla coperta. Sono così scavati per
massimizzare il controllo e la rigidità della tavola. Il punto di contatto e rotazione
tra vela e tavola viene così mantenuto il più basso possibile.
UPGRADE NUMERO TRE: Regolazione individuale dei cutaway. I cutaway direttamente
sotto la strap posteriore, sulla chiglia, sono stati regolati su ogni singolo modello.
Questa regolazione individuale minimizza l’attrito della chiglia sull’acqua, facendo
aumentare notevolmente la velocità di punta e garantendo un’accelerazione più
esplosiva. Il risultato finale è quindi una tavola più reattiva e nervosa, che però è
sempre sotto perfetto controllo, anche nelle condizioni più difficili.
UPGRADE NUMERO QUATTRO: Finitura senza vernice. La vernice è stata eliminata
sia sulla coperta che sui bordi della tavola, in modo da minimizzare il peso di tutti
i modelli di iSonic, sia WoodCarbon che Carbon. È stato utilizzato un pigmento
grigio, che assicura massima protezione contro i raggi UV e garantisce un look più
aggressivo. È stata anche ridotta al massimo la dimensione dei Pad, per
risparmiare ogni singolo grammo superfluo.
UPGRADE NUMERO CINQUE: Straps più strette. I tasselli delle straps anteriori sono
stati avvicinati per permettere un’apertura massima di 14.5cm, più stretta del
solito. L’angolo della strap anteriore è stato anche cambiato per essere più
parallelo all’asse longitudinale della tavola. Queste due modifiche fanno sì che il
piede anteriore calzi perfettamente nella strap anteriore, permettendo al rider di
poter correggere più velocemente il suo assetto per raggiungere e mantenere la
massima velocità.
UPGRADE NUMERO SEI: Nuovo 80 Concept e nuovo 117 Wide Concept. Due
nuovissimi modelli e misure sono stati aggiunti al range esistente. La iSonic 117
Wide è larga 80.5cm, riempiendo alla perfezione il grande scalino tra i due modelli
larghi 75cm ed 85cm. Basandosi sul design dell’85cm, il concetto del 117 Wide ha
il rapporto spessore-volume più basso della gamma, massimizzando il range di
utilizzo. Questo shape così sottile è diventato immediatamente uno dei preferiti,
facendo diventare il 117 una delle tavole più raccomandate nel quiver dei rider
slalom.L’iSonic 80 è una versione più magra della vecchia iSonic 87, ottenuta
rendendo i rails più morbidi e sottili, in modo da aumentare il range di utilizzo
anche con vento forte ed aumentarne il controllo in curva anche con acqua molto
mossa e choppata. Questo modello rappresenta il nuovo punto di riferimento
anche per il vento leggero per quei riders più magri.
MODEL LENGTH (cm) WIDTH (cm) VOLUME (L) SAIL RANGEFUTURA 93 Technora / Wood 238 61,5 93 4,0 - 7,0
FUTURA 101 Tec./W. Carb./Wood 240 65,5 101 4,5 - 7,5
FUTURA 111 Tec./W. Carb./Wood 240 68 111 5,0 - 8,0
FUTURA 122 Tec./W. Carb./Wood 246 72 122 5,5 - 9,0
FUTURA 133 Tec./W. Carb./Wood 248 76,5 133 6,0 - 9,5
FUTURA 141 Tec./W. Carb./Wood 246 80,5 141 6,5 - 10,0
ISONIC 80 Wood 243 56,5 80 4,5 - 6,5
ISONIC 87 Wood 243 56,5 87 5,0 - 7,0
ISONIC 90 Wood / Wood Carbon 241 60 90 5,2 - 7,8
ISONIC 97 Wood / Wood Carbon 234 64 97 5,5 - 8,5
ISONIC 107 Wood / Wood Carbon 235 68,5 107 5,8 - 9,0
ISONIC 117 Wood / Carbon 232 75 117 6,0 - 9,5
ISONIC 117 Wide W. / Wide Wood 228 80,5 117 7,0 - 9,5
ISONIC 127 Wood/ Carbon 228 85 127 7,5 - 10,0
ISONIC 137 Wood / Carbon 231 85 137 8,0 - 10,0
UltraSONIC 147 Wood / Carbon 240 93,2 147 9,0 - 11,0
WWW.CLUB-MISTRAL.COM
BrasilePreá
BarbadosSilver Sands
VenezuelaEl Yaque
RepubblicaDominicanaCabarete
MauritiusLe Morne
MaroccoEssaouiraDakhla
TunisiaDjerba
Capo VerdeSal
SpagnaGran Canaria & TarifaGolf de Roses
EgittoMarsa Alam, Ras SudrDahab & Safaga
TurchiaAlacati, Datca
GreciaKarpathos
per prenotazioni e informazioni Tel.: +49 (0)881 9254960 o 9096010 e-mail: [email protected]
NOSTRE DESTINAZIONI
photo by: maxime houyvet, location: dakhla I marocco
THE OCEANAMBASSADORS
THE OCEAN AMBASSADORS
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© Roberto Foresti
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Come ogni anno arriva la fine dell’estate e per il mondo del windsurf si avvicina
l’appuntamento in Sardegna per l’E…Vento di San Teodoro. È la quinta volta che ho
l’opportunità di partecipare a questa manifestazione e Renzo Mancini e Sergio
Cantagalli, gli organizzatori, riescono sempre a sorprendermi piacevolmente con la
loro organizzazione impeccabile. Guardandomi indietro posso solo che vedere il
continuo evolversi di questa manifestazione, che da semplice gara di windsurf con
qualche stand espositivo, ha soppiantato negli anni successivi tutte le altre fiere
dedicate al nostro mondo rimanendo l’unica in Italia; è ormai d’obbligo esserci!
Infatti sono presenti tutti i principali marchi del windsurf, ad eccezione di qualche
grosso nome… E tutti i migliori atleti italiani si sono presentati a San Teodoro per fare
promozione, dare spettacolo in acqua e aiutare i propri sponsor. Il colpo d’occhio
appena si arriva in spiaggia a la Cinta è davvero spettacolare, una miriade di stand
che espongono le nuove vele e tavole, bandiere, striscioni, un mega palco, lo stand
Coca-ColaZero con free drink per tutti, i test drive BMW, una quantità infinita di kite
(troppi) e tantissima gente, sia surfisti che turisti. Insomma si respira proprio l’aria
dei grandi eventi, e così è stato.
La prima cosa che vorrei sottolineare è che quest’anno ho visto arrivare
appositamente per la manifestazione tanti surfisti comuni, sia dal “continente” che
dalla Sardegna, molti di più rispetto alle edizioni precedenti. Il richiamo dell’E…Vento
ormai è irrinunciabile, e quale migliore occasione di poter vedere dal vivo e toccare
con mano tutte le novità? Se poi ci aggiungiamo gare di tutti i tipi e per tutti, sia pro
che amatori, feste e intrattenimento continuo, la bellezza del posto e la location
ideale… ecco che si crea il mix perfetto.
Veniamo ora all’aspetto tecnico. San Teodoro è uno spot ideale per lo Scirocco e le
previsioni per i primi due giorni sono proprio di venti dai quadranti meridionali.
Purtroppo il vento non ha mai raggiunto intensità decenti, tranne per una oretta il
primo giorno in cui non si è riusciti a far partire le gare per tempo. A questo
proposito ho sentito parecchie lamentele con tanti “se si fosse…” “se avessero…”. Vi
rendete conto però di cosa vuol dire gestire 150 atleti di diverse discipline e varie
gare in programma e con solo un’ora di vento? È praticamente impossibile. Quindi la
Long Distance è partita ma non si è riusciti a concluderla, e gli atleti del freestyle si
sono dovuti accontentare di fare le manovre trainati dal Grinch. E qui apro e chiudo
una parentesi a favore dei ragazzi del freestyle che hanno partecipato all’esibizione…
e si perché non era una gara, ma solo una “esibizione ad inviti”. Un invito un po’
particolare in quanto i ragazzi hanno dovuto pagare l’iscrizione! Secondo me si
poteva evitare questo “invito a pagamento”.
Ad ogni modo dopo due giorni di Grinch Session per i ragazzi del freestyle,
finalmente arriva domenica e soffia un bel Maestrale. Non posso raccontarvi nulla
Windsurf Fun Race nelleturchesi acque di San Teodoro.
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della gara perché ho deciso di disertare e andare a fare wave a Cala Pischina per
poi ripresentarmi a San Teodoro nel pomeriggio a gara conclusa. Vi posso solo dire
che ha vinto Filippo Bestetti, e questo mi fa molto piacere, ma ho sentito molte
lamentele sull’organizzazione della gara, svolta anche in un momento di vento molto
leggero e rafficato. Dal mio punto di vista le lamentele non ci stanno in quanto non
era una gara ma una esibizione. Quindi una volta accettato di partecipare, pagando
la “ingiusta” iscrizione, si sapeva che era solo una dimostrazione senza nessuna
valenza. Quindi concludo dicendo che anziché criticare, come spesso accade, bastava
fare un po’ di show, con vento o senza, l’importante è andare in acqua… invece ho
visto alcuni rider, sponsorizzati, non entrare mai in acqua nei giorni precedenti…
Tanti altri invece sono rimasti in acqua dal mattino alla sera, utilizzando qualsiasi
cosa a loro disposizione che gli permettesse di dare un po’ di spettacolo e di
promuovere lo sport, motivo per il quale hanno il materiale dai loro sponsor!
GLI ATLETI E LE GAREPiù di 60 stand, 150 atleti iscritti alle gare, pubblico delle grandi occasioni,
competizioni di kite, windsurf, Stand up paddle, Beach Tennis, Canoe e tanto
divertimento con test drive BMW, show, concerti e bellissime feste. Questa l’edizione
2010 del San Teodoro E…vento che per il quinto anno consecutivo ha regalato un fine
settimana diverso dal solito a tutti i partecipanti e curiosi che numerosi hanno
invaso la bellissima spiaggia “la Cinta” di San Teodoro.
Protagoniste assolute delle tre giornate, insieme al kite e windsurf, tavole e pagaie
della neonata disciplina del SUP. Le gare disputate: la Long Distance Sup Special
Edition by Surfing Italia & Bmw, valida per il campionato italiano Surfing Italia, vinta
da Leonard Nika seguito da Fabrizio Gasbarro e Pietro Fazioli; la Sup Sprint (1 Km)
conquistata da Leonard Nika seguito da Pietro Fazioli e Nicola Abatescianni; la Sup
staffetta con al primo posto il team composto da Fabrizio Gasbarro – Giuseppe
Cuscianna – Giordano Capparella, al secondo la squadra Daniele Scarpa – Mirco
Babini – Nicola Abatescianni ed al terzo il trio Carlo Nut Rotelli – Leonard Nika -
Corinne Betty. Per il windsurf, invece, le competizioni disputate hanno visto vincitore
per la disciplina freestyle di Windsurf Filippo Bestetti (Rrd), seguito da Stefano Lorioli
(Rrd) e Nicola Spadea (Starboard/Gunsails/MaverX). Per la categoria Wind vincitore
della Fun Race windsurf è stato Giorgio Giorgi, davanti a Matteo Iachino e Andrea
Rosati. Notevole lo spettacolo offerto dagli atleti di windsurf con la gara di Grinch
Freestyle by Black Hole aggiudicata da Jacopo Testa (Starboard/Severne) seguito a
pari merito da altrettanti grandi atleti come Raimondo Gasperini
(Starboard/Severne), Livio Spadea e Filippo Bestetti (Rrd). Ma non solo questo al San
Teodoro E…vento. Per tutti i tre giorni il Campione Olimpionico Daniele Scarpa ha
solcato le acque della Cinta con i suoi Oc1, Supersky, Outrigger e le due grandiose
canoe polinesiane pagaiate da due team composti di sole ragazze dell’associazione
Forza Rosa, l’associazione internazionale che attraverso questo sport si impegna
nella prevenzione e il recupero psico-fisico delle donne colpite dal tumore al seno. Al
termine delle competizioni sul palco è salito il team “Butterfly” (Ivana Politi, Magda
Macchi, Edi Maroccu, Carla Schiattone, Valentina Meloni) seguito dal team “Pink”
(Maria Grazia Punzo, Barbara Prantera, Evelina Viola, Laura D'aprile, Carla Bolasco).
Infine il Torneo di Beach Tennis con formula A+B (esperto + amatore) che si è
concluso con la premiazione del duo Giuliano Indragoli (Italia) – Alex Indragoli
(Italia), seguito dal team internazionale Franco Scardino (Belgio) – Flavia Lodi
(Argentina) e dalle coppie Renato Pintore (Italia) – Francesco Gianpietruzzi e Piero
Olivieri (Brasile) – Antonio Columbano (Italia).
Lo stand di Funboard!
Roberto Riccie la sua crew.
Lo stand Neil Pryde e MaverX.
Le nuove vele North Sails.Sabato sera tutti all’Ambra Day pervedere “The Windsurfing Movie II”.
VENERDI’ 17 SETTEMBREUn successo di pubblico e grande spettacolo la prima giornata del San Teodoro
E…vento 2010!
Tantissime le persone che hanno popolato la spiaggia per assistere alle esibizioni dei
più famosi atleti italiani e stranieri e visitato i 60 stand espositivi delle più importanti
aziende di settore con le attrezzature e le novità del mercato surfistico. Stand,
gazebo, gonfiabili e un’ampia varietà di tavole, vele, abbigliamento e tutto
l’occorrente per gli appassionati di sport acquatici.
Il leggero vento di scirocco non ha permesso di dare il via alle gare in programma
(col Vento...) ma il divertimento e lo spettacolo con le gare di SUP e di Grinch
Freestyle è arrivato comunque! Ma non solo sport! Gli amanti delle quattro ruote ma
anche tanti curiosi hanno potuto provare i nuovi modelli di BMW (tra cui la
nuovissima 520d Touring) con il BMW Test Drive, affiancati dai piloti professionisti
della scuola di guida sicura “Promodrive”. A fare da cornice alle esibizioni infine un
grande programma di intrattenimento! Il pomeriggio ha visto protagonista lo show
su due ruote dei rider Valerio Sauda e Michael Piccolo con le loro Bmx Flatland, la
musica di Riccardo Moretti "TribalNeed" ed in serata si attende la festa in spiaggia
con il concerto del gruppo jazz funk dei bluavio e il dj set con Leo Tolu!
SABATO 18Dopo aver incantato sportivi e vacanzieri sulle spiagge di mezzo mondo e stregato
California e Hawaii, lo Stand Up Paddle è sbarcato alla Cinta per diventare il
protagonista assoluto della seconda giornata del San Teodoro E…vento 2010! Dopo
una mattinata di calma piatta ed onde lunghe, cavalcate per ore dagli amanti del
paddle, si sono aperte le danze con la Long Distance Special Edition di 10 km valida
per il campionato italiano Surfing Italia.
DOMENICA 19È iniziato con la “Fun Race” di windsurf e kitesurf il terzo e ultimo giorno del San
Teodoro E…vento 2010: una gara a batterie dalla Cinta a Puntaldia con più di 50
partecipanti e forti raffiche di maestrale che hanno raggiunto i 30 nodi!
FREESTYLE EXHIBITION, E-VENTO COCA-COLA ZERO BYFABIO FERRARI
DAY 0: Arrivo a S’Teodoro con una giornata di anticipo per preparare lo stand
accoglienza dell’Xray e sistemare tutto il necessario per ricevere gli atleti invitati
all’evento. Purtroppo, l’ottima organizzazione curata da Sergio Cantagalli e Renzo
Mancini, mi informa che lo stand verrà consegnato solo la sera, quindi opto per una
session di Freestyle a Porto Pollo, dove incontro i fratelloni Spadea ed altri atleti in
allenamento. Vedendoli in acqua, capisco che ci aspetterà un evento ad altissimo
livello.
DAY 1: Finalmente inizia l’evento! Arrivano i riders invitati e si procede
all’iscrizione. Diciotto sono gli atleti che si sfideranno nelle acque di S’Teodoro
insieme a tre wild card. La direzione di gara, per spettacolarizzare l’esibizione,
decide per un’estrazione a sorte durante la riders presentation sul palco principale
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Filippo Bestetti, vincitoredel Freestyle Exihibition
Coca-Cola Zero.
Raimondo Gasperini
Nicola Spadea
Francesco Cappuzzo
magistralmente condotta dallo speaker ufficiale Luca Gentilini, delle posizioni nel
tabellone, con le tre wild card che si sfideranno in una heat per l’accesso al tabellone
principale. Nel primo pomeriggio si alza un timido scirocchetto e, vedendo gli atleti
che iniziano a planare, il Race Director chiama la prima heat, che, dopo tre tentativi
e vedendo il vento calare inesorabilmente, viene annullata. Non ci perdiamo d’animo!
Cinque minuti per organizzare un nuovo tabellone e preparare il Grinch messo a
disposizione dalla Black Hole. Armando è pronto ed inizia a trainare gli atleti. Grande
spettacolo, esaltato dall’ottimo speakeraggio di Luca Gentilini che commenta le move
degli atleti. Dopo due ore di manovre tirate a pochi metri dall’affollatissima spiaggia
della Cinta, la giuria decreta la classifica: primo il giovane Iacopo Testa ed al secondo
posto Raimondo Gasperini, Livio Spadea e Filippo Bestetti. Bravo anche il giovane
atleta palermitano Francesco Cappuzzo che, anche se fuori contest, chiude con il
grinch un altissimo Ponch.
DAY 2: Come il giorno precedente, la mattina, San Teodoro ci accoglie con calma
piatta fino all’ora di pranzo quando si riaffaccia nuovamente lo scirocco, ma,
nuovamente, dopo alcuni tentativi di far partire la prima heat, decidiamo di
annullare l’Exhibition e di procedere con un divertente e sempre spettacolare “Aperi-
grinch” e, sempre grazie alla disponibilità dei ragazzi di “Black Hole” i riders iniziano
una serie di move che verranno premiate da una Coca-Cola Zero in versione
“modificata” con Rum di qualità offerto dal Bar del Villaggio.
DAY 3: Sveglia non facile alle 7.30, specialmente dopo il party della notte
precedente e Skipper meeting alle ore 10. Questa mattina, finalmente, soffia un forte
vento di maestrale, peccato che molto da terra. Parte la prima heat con il
regolamento imposto dal Race Director, ovvero l’obbligo da parte dei riders di
effettuare due move imposte. Le batterie si susseguono una dopo l’altra ed il compito
della giuria è difficile visto l’alto livello degli atleti e la lontananza dalla spiaggia delle
performance, ma, dopo lunghe discussioni e conteggi sulle manovre, escono fuori i
quattro atleti che accederanno alla finale: l’evergreen Raimondo Gasperini, il
campione italiano Stefano Lorioli, il neo dottore Nicola Spadea e Filippo Bestetti
reduce da un grave infortunio ma in splendida forma. Ci spostiamo davanti al palco
centrale per rendere più visibile la finale al folto pubblico e, con il commento di Luca
e la musica di sottofondo, parte la heat con nuove move radicali imposte dalla giuria:
Funnel e Speed Loop. Alla fine dei cinque minuti di entusiasmante spettacolo i giudici
si ritirano per il difficile compito di decretare il podio.
Freestyle
1) Filippo Bestetti (Rrd)
2) Stefano Lorioli (Rrd)
3) Nicola Spadea (Starboard/Gunsails/MaverX)
4) Raimondo Gasperini (Starboard/Severne)
9) Federico Infantino, Francesco Cappuzzo, Dario
Troiani, Gabriele Varrucciu, Mattia Fabrizi, Iacopo
Testa, Pietro Albano, Nicola Terenzi, Luigi Madeddu
Grinch Black Hole Freestyle
1) Jacopo Testa (Starboard/Severne)
2) Raimondo Gasperini (Starboard/Severne)
Livio Spadea - Filippo Bestetti (Rrd)
Fun Race
1) Giorgio Giorgi (Drops/Challenger Sails)
2) Matteo Iachino (JP/Gaastra)
3) Andrea Rosati (RRD/Neil Pryde)
4) Sebastiano Patuelli
5) Federico Crotti
6) Eddy Piana
CLASSIFICHE SAN TEODORO E…VENTO 2010 - WINDSURF
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Quelli del freestyle... Il podio della Fun Race,da destra: Giorgio Giorgi,
Matteo Iachino eAndrea Rosati.
Renzo Mancini e SergioCantagalli con lo speaker
Luca Gentilini.
San Teodoro vi aspetta per laprossima edizione dell’E... Vento.
© Roberto Foresti
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Ciao Steven, in questo momento ti trovi a Sylt per l’ultima tappa freestyle PWA di
quest’anno e vi sto controllando con il video in streaming sul sito del PWA. Vedo che
non c’è vento da diversi giorni, ti faccio qualche domanda così avrai qualche cosa da
fare... Quando hai iniziato a fare windsurf e perchè?
Ho cominciato a fare windsurf quando avevo 9 anni. Mia sorella ha imparato per
prima ed anch’io ho subito voluto provare perchè mi sembrava davvero
interessante, anche su un piccolo lago vicino a casa mia. Quando avevo 13 anni mi
sono trasferito sulla costa ed ho cominciato a planare e me ne sono veramente
innamorato.
Dove vivi?
In una piccola cittadina in Belgio, Lommal, lontano dalla costa e almeno a 2 ore di
macchina da qualsiasi spot di windsurf.
Quando hai iniziato a partecipare alle gare di freestyle?
Quando avevo 18 anni ho cominciato a gareggiare in piccoli eventi locali in Belgio ed
Olanda. Nel 2008 ho debuttato nel Tour Europeo EFPT e l’ho fatto tutto classificandomi
al 4° posto. Stessa cosa per il PWA nel 2009.
E quando si può dire che sei diventato un professionista?
Sono diventato windsurfista professionista nel 2009.
Ti ho conosciuto 2 anni fa durante la tappa del Tour Europeo EFPT in Sardegna. Ora
sei Campione Europeo Freestyle 2009 e 2010. Raccantoci la tua esperianza sia nel
tuor EFPT che in quello del PWA e le differenze?
L’EFPT è stato il primo tour che ho fatto. Mi sono divertito un sacco ed ho imparato a
far surf anche in gara, vedendo di poter ottenere risultati discreti, tanto da
incoraggiarmi a continuare gli anni successivi. Il passo successivo è stato
ovviamente passare dall’ EFPT al PWA. Le differenze principali tra EFPT e PWA sono sia
il criterio di giudizio, che le location delle gare. Nell’EFPT si usa ancora l’overall
impression mentre in PWA adesso c’è il format best move. La maggior parte degli
spots delle gare PWA hanno vento forte, mentre nell’ EFPT c’è più diversità, ma in
generale sono posti con vento più leggero. Nel PWA se sei tra i primi 5 puoi fare più
soldi, mentre nell’EFPT spendi di più di quello che vinci.
Hai un fisico da vero atleta. Ti alleni molto anche fuori dall’acqua? Hai fatto altri sport
in passato?
Grazie. Principalmente mi concentro sul windsurf, ma a volte vado anche a correre
o a nuotare.
Ti alleni anche in wave o sei solamente concentrato sul freestyle?
Sono più concentrato sul freestyle ma mi diverto un sacco anche a fare un po’ di
wave. Passerò un po’ più di tempo tra le onde in modo da migliorare così, se volessi,
potrei anche partecipare al Tour wave senza fare proprio brutta figura.
Puoi descriverci il tuo anno in giro per il mondo per riuscire ad allenarti e a fare tutte
le gare del PWA e dell’EFPT?
Ho cominciato l’anno nuovo a Cape Town, Sud Africa. Sono stato giù 6 settimane, poi
sono tornato a casa per una settimana e poi sono andato 4 settimane a Bonaire.
Un’altra settimana a casa e poi sono andato in Francia per la prima tappa (EFPT) poi
a Podersdorf (PWA). Dopo Podersdorf sono andato un po’ a casa e poi in Sardegna
(EFPT). Mi sono poi spostato a Lefkada (EFPT) prima di tornare a casa qualche
giorno. Poi Lanzarote (PWA), Gran Canaria (allenamento), Fuerteventura (PWA), Egitto
(allenamento). Dopo un mese e mezzo in Egitto sono tornato a casa una settimana e
poi sono andato a Sylt (PWA).
E una tua tipica giornata di windsurf?
Una tipica giornata di windsurf per me sarebbe un’uscita a base di bodydrags, duck
tacks, push tacks, loops, etc. Ma non riuscirei mai a fare una burner o una culo. A
meno che... controllo le previsioni, mi sveglio presto, guido, guido, guido e guido,
armo e poi sto in acqua finchè è buio e poi torno a casa o dormo in furgone sullo
spot per surfare anche l’indomani.
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Hai uno stile potente ed esplosivo, soprattutto nelle nuove manovre come Kono, Culo
e Burner... cosa ti piace di più nel freestyle?
Adoro la sensazione che ho quando giro velocissimo o sento un sacco di potenza allo
stacco sottovento alla vela.
E qual è la tua manovra preferita?
La mia manovra preferita à la Kabikuchi into Chankletta (Kabikuchi into Spock
spinnata, senza risaltare).
E quella più difficile che hai dovuto imparare?
Il Backloop mi sta dando davvero un sacco di problemi.
La manovra che vorresti fare?
Ultimamente ho chiuso la mia nuova variazione di Burner, la “Burner senza mani”.
Hai mai inventato una nuova manovra?
Si, la Burner No Hand.
Sei nel team international di F2, in quale modo ti aiutano i tuoi sponsor?
Sono davvero orgoglioso di essere un rider F2. I miei sponsors mi supportano al
meglio, permettendomi di allenarmi e rappresentarli nel miglior modo possibile.
Qual è secondo te il miglior spot al mondo per il freestyle?
Non penso ci sia un solo spot per eccellenza per il freestyle in tutto il mondo. Ci sono
davvero un sacco di posti spettacolari in giro per il globo e sicuramente ce ne sono
un sacco ancora da scoprire.
E il miglior evento?
Finora il mio risultato migliore è stato a Fuerteventura. L’action lì fa veramente
spavento ed il livello di tutti i partecipanti è davvero altissimo, con salti e manovre
new school.
La tua perfetta session di freestyle?
La mia migliore session in assoluto in freestyle è stata in un secret spot su una
laguna in Egitto con acqua piattissima ed azzurra, con pochi amici ed il nulla introno.
Condizioni perfette, vento forte e una scelta tra acqua piattissima o piccoli chop. È
stata la session della mia vita.
Puoi descriverci una tua heat?
Ogni heat è diversa. Dipende dal vento, dall’acqua, e da chi ho contro. Di solito però
in ogni batteria faccio Burner, Culo, Kono, Shaka, Ponch e Shove-it Spock. Queste
sono le manovre che non sbaglio praticamente mai e che chiudo in ogni batteria.
Sei contento delle decisioni che hai preso fino ad ora o hai qualche rimpianto?
Sono davvero contento della mia situazione attuale e non cambierei una virgola di
quello che ho fatto per arrivarci. Cerco di rilassarmi, vedere come va e vivere un
giorno alla volta. Per me funziona bene.
Il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno è diventare campione del mondo.
BREAKING NEWSAppena terminata la gara di Sylt, Steven è ancora riuscito a risponderci a qualche
domanda.
Ci puoi raccontare qualche cosa dell’ultima gara della stagione? So che il vento era
veramente leggero durante le vostre heat?
Sono arrivato 3° nell’evento e 4° nel ranking 2010 con gli stessi punti di Kiri, terzo, e
Taty, secondo. Il vento qui a Sylt era davvero leggero e rafficato, per questo motivo le
heat duravano 12 minuti, così abbiamo avuto abbastanza tempo per prendere
qualche raffica e fare 3 manovre per mura. Non è certamente il modo migliore di
fare le gare ma io sono comunque molto felice di aver ottenuto un risultato, questo
è quello che importa. Abbiamo anche fatto 2 session di tow-in, e sono state un grande
successo con tanta gente a guardarci. Ho vinto la prima, ma nella seconda, di notte,
sono caduto un po’ troppo.
La tua stagione 2010, i principali successi e le maggiori difficoltà?
Il 2010 è stato un grandioso anno per me, ma sarebbe potuto andare meglio perché
ero così vicino al secondo posto, che avrebbe fatto una bella differenza. Il miglior
momento per me è stato a Fuerteventura dove abbiamo fatto due Double, nel primo
non sono andato tanto bene con un 5° posto, ma nel secondo Double sono andato due
volte in finale contro Gollito arrivando 2° ed ero 3° in totale. L’evento più radicale della
stagione. Il peggiore momento invece a Lanzarote dove ero così vicino a battere Tonky
ma un giudice non ha visto una mia manovra e quindi non mi ha dato abbastanza
punti e ho terminato la gara in 5° posizione, che comunque non era così male.
Nel 2009 hai finito la stagione PWA in 5° posizione, nel 2010 sei arrivato 4° ma a pari
punti con il 2° e 3°, cosa è cambiato rispetto all’anno precedente? Ti sei allenato di
più o hai una maggiore esperienza in gara?
Si, avrei potuto arrivare secondo… sicuramente ho avuto un anno migliore e sono
cresciuto a livello competitivo, ho anche avuto la possibilità di viaggiare di più.
Steven in atterraggio da una Culo in piena potenza.Questa è una di quelle manovre che fa sempre in
ogni sua heat perchè sicuro di non sbagliarla!
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FAST INTERVIEW:Bionde o more: bionde
Destra o sinistra: destra
Europa o Hawaii: Europa
Waveriding o salti: salti
Musica disco o musica rock: musica rock
Dunkerbeck o Naish: Naish, Dunkerbeck ha troppi caddy
Podersdorf o Fuerte: Podersdorf
Gollito o Kiri: Kiri
Slalom o kite: slalom
Macchina o furgone: furgone grosso
Pepsi o Cola Cola: Coca Cola
Red Bull o Gatorade: chiunque mi voglia sponsorizzare
Competizione o surf con gli amici: surf con gli amici ovviamente
Backloop o Pushloop: Pushloop
Kono o Culo: Culo into Kono.
SCHEDA TECNICAData di nascita: 27/09/85
Dove: Lommel (Belgio)
Altezza: 187
Peso: 83
Sponsor: O'neill, ChocoFins, CoolShoe, Canon
Boards Quiver: F2
Sails Quiver: Gaastra
Professione: Profescional Windsurfer
Con vento o senza, Steven decolla sempre! Quando fa ilpassaggio in Duck per manovre come questa Kono, Steven
riesce ad acquisire talmente tanta potenza da decollareletteralmente dall’acqua, più di qualunque altro suo
avversario, con un mix perfetto di potenze e stile.
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Camille Juban perde ilcontrollo in un very high jump!
Thomas Traversa, sempre uno dei più radicali.
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Francisco Porcella vola sopra il tubo di Ravigne Blanche.
Non potremmo quindi chiedere di meglio per questa seconda edizione che ha offerto
condizioni davvero spaziali per 8 giorni di fila. Lo spettacolo è stato davvero
mozzafiato e indimenticabile, dal puro waveriding down the line con onde glassy
tubanti ad Etang Salé, ai salti stratosferici e le onde potenti ed insidiose di Ravine
Blanche. L’audience s’è goduta appieno lo spettacolo e non si poteva chiedere di
meglio! Sebbene la conferma di questa seconda edizione della Reunion Wave Classic
sia rimasta in dubbio fino all’ultimo, fortunatamente gli organizzatori sono riusciti a
rendere tutto possibile, riuscendo a fare circolare del materiale mozzafiato di questo
spot di livello mondiale, con campioni da tutto il mondo che si sono riuniti per una
causa, sia sociale che ecologica, promuovendo al meglio lo sport e lo sviluppo della
destinazione che li ha ospitati. Come direbbe Pierre Godet, co-organizzatore, eletto
“Miglior rider locale” per la seconda volta quest’anno: “L’isola di Reunion è stata
recentemente dichiarata patrimonio UNESCO. Ora può anche entrare a far parte del
patrimonio dei migliori spots windsurfistici al mondo!”.
Ci vediamo il prossimo anno per un’altra edizione mozzafiato della Reunion Wave
Classic!
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Julien Taboulet, sempre uno dei protagonistiin acqua grazie al suo stile radicale.
Camille Juban guarda dritto in faccia il fotografoGilles Calvet in un Aerial da manuale.
STEVE PALIEROrganizzatore della Wave Classic Invitational
Grazie agli sponsor & partner: Région Réunion, Orange Réunion, Peugeot, Quatro,
Association Bleu Océan, Nestlé, la Cilam, Oxbow, Reunion Windsurfshop.
RISULTATI FINALI:• Team vincitore: Pierre Godet / Fabrice Beaux / Julien Taboulet - 39 punti
• Seconda posizione: Nicolas Zabala / Camille Juban / Jamie Hancok - 35.5 punti
• Terza posizione: Steven Pichot / Thomas Traversa / Zane Schweitzer - 28 punti
• Quarta posizione: Loïc Frappat / Francisco Porcella / Jean-Baptiste Caste - 20.5 punti
• Miglior rider (votato dagli altri rider): Thomas Traversa
• Miglior rider locale (votato dagli altri rider): Pierre Godet
• Miglior manovra (votato dall’organizzazione): Thomas Traversa, che ha chiuso una
Grubby off the Lip!
• Miglior crash (votato dal pubblico in spiaggia): Fabrice Beaux
• Miglior rookie (votato dall’organizzazione): Zane Schweitzer, 16 anni!
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Chi salirà di più? Julien Taboulet o Camille Juban...
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FRANCISCO PORCELLACI RACCONTA LA SUA RWC 2010Dopo essere tornato dalle isole Fiji mi preparo per un’altra grande e lontana
avventura, l'evento che l'anno scorso ha avuto un grande successo e a cui
quest'anno non potevo mancare, il mitico Reunion Wave Classic.
All’ultimo momento prima della partenza da Maui decide di venire con me il
nipote dell'inventore del windsurf, Zane Schweitzer, e ci imbarchiamo sull’aereo
consapevoli che Reunion è praticamente il punto più lontano da raggiungere
sulla faccia della terra, praticamente dall'altra parte del mondo.
Il viaggio è estenuante e siamo arrivati a Reunion dopo tre giorni e 27 ore di volo
con scalo a Parigi. Una volta giunti sull’isola siamo molto provati ma quando
usciamo dall’aeroporto ci sembra di essere tornati a casa, con la montagna
vulcanica tropicale molto simile al West side di Maui e con la stessa
temperatura: calda e umida.
Per questa edizione della RWC siamo 8 rider internazionali, con i 4 migliori local,
per formare un gruppo di 12 rider suddivisi in 4 squadre.
Come l’anno scorso abbiamo fatto l’Opening Ceremony al Longboard bar, il pub
surfistico di fronte al mare nella cittadina di San Pier, dove sono state
sorteggiate le squadre del RWC 2010.
Il giorno dopo come da programma iniziamo subito il primo round a Ravigne
Blanche con 2/3 metri d'onda e 25 nodi, a palla con la 4.2 e dritti per la bolla
tubante di Ravigne, un’onda molto tecnica che colpisce violentemente il reef, e se
non leggi bene, ti frantuma e ti spedisce sul reef pieno di ricci… e come da
copione durante questo primo giorno ci sono state bellissime surfate e dei
wipeout indimenticabili.
Sfortunatamente per me, ma non per la mia attrezzatura come tanti altri, mi
sono slogato la spalla nella mia prima heat dopo aver atterrato l'Aerial più
grande della giornata sul un lip cattivo di 3 metri mentre stava chiudendo… e che
dopo mi ha chiuso mentre cercavo di risalire l’onda per uscire fuori dalla zona
d’impatto. Va bene ugualmente e arrivo secondo nella heat, solamente dietro a
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Julian Tabulet “Wesh” che ha surfato un’onda migliore della mia e mi sorpassa
per poco.
Il giorno seguente sono costretto a stare a riposo e purtroppo sarebbe stata la
migliore session della competizione con un “logo to mast high” a Etan Sale',
un’onda favolosa, lunga 300 metri full down the line con vento sideoff creata da
Dio stesso per il puro windsurf wave riding! Con sezioni perfette per uno o due
snepponi prima di volare come un treno down the line colpendo le sezioni create
appositamente per l’Aerial dove puoi farne 3 sulla stessa onda seguiti da
molteplici snepponi.
Immaginatevi la tortura per me lì in spiaggia facendo il giudice e guardando tutti
i miei amici che si stanno godendo la migliore session dell'anno e io col ghiaccio
sulla spalla e probabilmente fuori dall'acqua per altri 4 o 5 giorni. Comunque è
stato un giorno indimenticabile con grandi performance di Camille, Traversa,
Pierre (il local più forte), Wesh e anche tutti gli altri, che hanno “spadacciato”
alla grande su un’onda veramente World Class!!!
Il giorno dopo la perturbazione è ancora molto attiva e si decide di svolgere il
terzo round di nuovo a Etan Sale', con 2/3 metri d'onda e 20 nodi sideoff. In
spiaggia tutti i rider sono estasiati e pronti per il nuovo round; ci penso un po’ e
anche se mi fa male la spalla non posso dire no! So che sarebbe stato un altro
giorno storico e non potevo mancare, parte di me diceva: “Sono arrivato fino a
qui da Maui per cavalcare queste onde perfette”.
E l’altra parte di me diceva: “Non andare che ti fai più male alla spalla e poi sei
fuori per mesi e non settimane”. Era difficile decidere ma alla fine scelgo di
andare in acqua, mi fasciano la spalla e vado a fare la mia heat soffrendo un po’
e non essendo al 100% ma col sorriso e delle onde indimenticabili dove sono
riuscito a fare degli Arial e dei Cutback nonostante non fossi al massimo delle
mie potenzialità.
Così riusciamo a terminare anche il terzo round nei primi tre giorni di
competizione, tutti sono estremamente soddisfatti e abbiamo prodotto
dell’ottimo materiale fotografico e video dell’evento.
Francisco Porcella con la sua tavola99NoveNove Pro Model.
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HOW TO DOVai al traverso a tutta velocità, con buona potenza
nella vela preferibilmente non sovrainvelati. Cerca un
piccolo chop ripido leggermente sopravento e davanti
a te, su cui poter staccare la parte iniziale e più
spettacolare del trick, lo Shove it. La velocità in questa
manovra è davvero un fattore discriminante, non si
può mai andare troppo veloci! Sposta il tuo peso sui
talloni per far orzare bruscamente la tavola nel vento,
tirando contemporaneamente col braccio posteriore
in modo da portare la bugna verso poppa. Spingi sulle
gambe e sul braccio posteriore per far staccare la
tavola dall’acqua, buttandoti con tutto il peso sulla
vela, in modo che la spinta contraria ti sollevi
letteralmente fuori dall’acqua.
Gira testa e spalle sottovento e spingi con violenza sul
braccio posteriore per innescare la rotazione in aria.
Gira testa e spalle verso poppa, scalciandola
sottovento con la gamba posteriore in modo da
tweakkare la tavola il più possibile, rendendo il trick
molto più radicale. Una volta che senti che la rotazione
è iniziata, devi sbilanciarti bruscamente in avanti in
modo da restare il più centrale possibile col peso, che
nella fase precedente era molto più arretrato.
Rannicchia la gamba posteriore, in modo che la prua
tocchi per prima e faccia da perno. Prendi l’albero con
la mano posteriore e tieni il peso il più centrale
possibile, in modo che la tavola possa slashare
liberamente e girare come per una normale Spock.
Passa sulle nuove mure il più velocemente possibile, in
quanto la rotazione risulterà anche particolarmente
veloce e difficile da controllare. Non ti resta che
scaricare il peso nel boma e spingere le gambe verso
poppa, in modo che la tavola slashi liberamente la
seconda parte della combinazione. Una volta che la
rotazione di 540 gradi sta per terminare, sposta il peso
leggermente all’interno della curva, in modo che
appena la bugna riprende potenza, non ti strappi
sottovento. Che dire... Lo Shock lascia tutti in shock!!!
STEP BY STEPFoto 1: Questa foto è vitale per capire la dinamica dello
stacco. Buttati con violenza sui talloni in modo da far
orzare bruscamente la tavola sul chop, tirandoti la
bugna verso la gamba posteriore ma restando col
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peso centrale in modo da non perdere velocità. Fletti le
gambe e preparati ad esplodere verso l’alto.
Foto 2-4: Butta il peso sulla vela e spingi con violenza
sul braccio posteriore in modo che ti faccia staccare
bruscamente per la spinta controvento. Scalcia la
poppa sottovento alzando le gambe e tenendo testa
e spalle sbilanciate verso prua. Molla la mano
posteriore e vai a prendere l’albero, continuando
però a scalciare la tavola sottovento in modo da
completare i 180° della fase aerea dello Shove it.
Foto 5-6: È fondamentale riuscire a star centrali alla
rotazione, specialmente quando le gambe sono così
lontane dal baricentro. Bisogna quindi equilibrare il
tutto, sbilanciando il torso molto verso prua, in
modo che poi la tavola possa girare la seconda parte
della combinazione senza intoppi.
Foto 7-10: Se sei riuscito ad imprimere la giusta
inerzia al momento dello stacco in Shove it, non ti
resta che restare col peso sbilanciato verso prua e
le gambe stese sottovento. Gira testa e spalle nel
senso di rotazione, verso poppa, e non spingere
assolutamente sulla bugna o fermerai la parte
conclusiva della rotazione della Spock. Puoi chiudere
il trick come una normale Spock a 360° oppure farlo
540... se puoi vuoi esagerare puoi anche fare il
passaggio in Diablo o perfino saltare nuovamente
per chiudere uno Shove it into Double Spock...
questa però è praticamente fantascienza... In ogni
caso qualcuno sarà rimasto Shock–ato!
DRITTE ED ERRORIPer questa manovra è importante trovare le
condizioni di acqua giuste, possibilmente con vento
non troppo forte. Se c’è l’acqua choppata è difficile
riuscire a far girare la tavola senza intoppi e risulta
difficile gestire il materiale con una mano sola. Non
staccare troppo di bolina altrimenti non avrai
abbastanza potenza nella vela e velocità per andare
alto nello Shove it e ruotare correttamente la Spock.
È molto frustrante all’inizio, ma ti assicuro che la
sensazione che hai appena la chiudi ne vale
ampiamente la pena.
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HOW TO DOVai al traverso a tutta velocità, con buona potenza
nella vela ma preferibilmente non sovrainvelati. Per
eseguire correttamente una Kono è fondamentale
saper far il passaggio della Duck Tack ad occhio
chiusi, in modo da potersi trovare sottovento alla
vela con i piedi nelle straps ancora in posizione
normale. Lasca leggermente fino ad arrivare a circa
45° tra traverso e lasco e sbilanciati leggermente in
avanti, in modo che la tavola mantenga una buona
velocità. Cazza la vela col braccio posteriore,
spingendo l’albero in avanti e leggermente
sopravento con quello anteriore, in modo che
l’albero si abbassi leggermente verso l’acqua. Molla
la mano anteriore e, facendola passare sopra a
quella posteriore, vai a prendere la fine del
terminale del boma in modo da aver controllo
maggior sulla vela al momento del passaggio.
Continua a spingere la vela in avanti col braccio
posteriore, per poi lasciarlo andare e tirare il rig
verso poppa e sottovento con la mano anteriore che
era andata a prendere la bugna. Così facendo, la
vela non scenderà troppo e galleggerà magicamente
sopravento a voi per qualche secondo, prima di
tornarvi in mano (o in faccia o nell’acqua
sopravento, a seconda di come l’avete lanciata… cosa
che succede spesso e volentieri). Una volta che vedi
che la vela sta tornando su, afferrala con entrambe
le mani in modo da non perdere troppo potenza in
andatura controvento, altrimenti farai più fatica a
staccare e completare correttamente la parte aerea
della rotazione. Sposta il peso bruscamente sui
talloni in modo che la tavola orzi per andare a
staccare su un chop, facendo anche prendere più
potenza alla vela. Lo stacco avviene combinando la
spinta del braccio posteriore sulla bugna e la gamba
posteriore verso l’alto. Rannicchia la gamba
posteriore girando testa e spalle verso bugna. Tieni
il fisico vicino al boma in modo da restare nel
baricentro della rotazione e completare la fase
aerea più velocemente e senza intoppi. Durante la
fase discendente, tira col braccio posteriore
cominciando nuovamente a stendere le gambe per
anticipare l’impatto all’atterraggio. Cerca di
scaricare il peso sul piede d’albero, appendendoti
nel boma e non atterrando con tutto il peso sulle
ginocchia, che a volte può essere davvero notevole.
Riparti bugna in avanti oppure gira la vela come una
normale Spock. Stranamente, la parte più critica
della manovra è proprio il passaggio sottovento alla
vela. È fondamentale infatti che la vela sia piena allo
stacco, tutto il resto verrà quasi automaticamente.
Dopo migliaia di passaggi errati, finalmente sono
riuscito a capire il trucco, potendole chiudere su
entrambe le mure, a volte anche in piena planata,
come in questo caso. Che dire… con tutti questi Koni…
potrai aprire una gelateria!
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STEP BY STEPFoto 1-2: Vai leggermente al lasco spostando il peso
sulle punte, ed inizia a spingere l’albero verso prua e
sopravento come per una Duck Tack, restando però
con i piedi normali e nelle straps. Sbilanciati in avanti
e cerca di far tutto velocemente. Molla la mano
anteriore e vai a prendere la bugna, continuando a
spingere in avanti con quella posteriore.
Foto 3-4: Questa fase è davvero critica ed è
fondamentale mantenere una buona velocità. Tira la
bugna dietro alla tua testa verso poppa e sottovento,
in modo da poter riafferrare il boma sottovento alla
vela con entrambe le mani. Resta centrale col peso ed
abbassati leggermente per prepararti allo stacco,
controllando la potenza della vela mantenendo le
mani abbastanza larghe.
Foto 5: Questa foto è vitale per lo stacco. Spingi con
violenza sul braccio posteriore e spingi la gamba
anteriore verso l’alto in modo che la tavola decolli con
la prua nel vento. Gira lo sguardo sopravento per
innescare la rotazione.
Foto 6-7: Se sei riuscito a far il passaggio
correttamente ed hai ancora velocità, la potenza nella
vela ti aiuterà sia nello stacco che nella rotazione
della fase aerea, a questo punto sarai in aria
sottosopra ed in piena rotazione. Gira la testa verso
bugna, rannicchiando la gamba posteriore sotto il
sedere in modo da accelerare la rotazione. Tieni le
braccia piegate in modo da restare nel baricentro
della rotazione e girare più in fretta.
Foto 8-9: Se hai fatto tutto correttamente, avrai
ancora abbastanza velocità ed inerzia per continuare
la rotazione aerea anche nella fase discendente, per
completare la seconda parte della manovra senza
intoppi. Comincia a distendere nuovamente le gambe
per anticipare ed attituire l’atterraggio.
Foto 10 -11: La manovra è praticamente finita. Non ti
resta che stendere leggermente le gambe per
anticipare l’atterraggio, restando leggermente a
poppa in modo da ammortizzare l’impatto. Resta
centrale col peso e riparti bugna in avanti potendo
chiudere il trick in 540 o rigirando la vela come una
normale Spock.
DRITTE ED ERRORIPer questa manovra è importante trovare le condizioni
di acqua giuste, possibilmente con vento non troppo
forte. Se c’è l’acqua choppata è difficile riuscire a far
girare la tavola senza intoppi e risulta difficile gestire
il materiale con una mano sola. Non staccate troppo al
lasco altrimenti non avrete abbastanza potenza nella
vela per saltare abbastanza alto.
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Gianmario Pischedda, super local di CalaPischina e Campione Italiano Wave.
© Emanuele Cauli
L’arena di Cala Pischina.© Francesca La Croce
DOMENICA 19 SETTEMBREUn dubbio assilla i miei pensieri durante la notte di
sabato quando le prime raffiche di vento iniziano a
farsi sentire in quel di San Teodoro. Vado a Cala
Pischina a fare wave o rimango per l’esibizione di
freestyle dell’E… Vento? Il mio dovere sarebbe stato di
rimanere a San Teodoro… ma alla fine al cuore non
sono riuscito a resistere. Così domenica mattina di
buon ora mi sono svegliato e ho diretto il furgone verso
il famoso spot wave della costa Nord della Sardegna, in
modo tale da avere il tempo per fare la mia bella uscita
tra le onde e ritornare nel pomeriggio alla
manifestazione per adempiere ai miei doveri. Radunato
il mio team composto da Tommy Carletto, giovanissimo
freestyler gardesano alla sua prima volta a Cala
Pischina, Federico La Croce che a tutti i costi doveva
provare le sue nuove tavole 99NoveNove LaCroix Pro
Model, e le nostre amiche/fotografe Francesca e
Emanuela, alle 9:00 partiamo dal nostro albergo; il
navigatore segna 1,30 h all’arrivo, perfetto saremo
sullo spot in 1 ora e 15 minuti…
L’emozione è forte e più ci avviciniamo alla destinazione
più le piante si muovono e le nuvole corrono veloci.
Perfetto, il vento è assicurato, speriamo ora nelle onde!
Dopo aver preso la scorciatoia per Rena Majore ci
immettiamo sulla litoranea e dopo qualche chilometro
ecco comparire la famigerata baia di Cala Pischina. Si
le onde ci sono! Arrivo per primo e dopo poco mi
raggiungono Federico e Gianmario, poi arrivano anche
Andrea Mariotti e Fabio Beozzi. Purtroppo il vento dopo
essere partito con una bella direzione side, si mette un
po’ da mare e così rimane per l’intera giornata.
Nonostante questo ci si diverte alla grande, poca gente
in acqua, essendo ancora mattina, buone onde da
surfare e anche qualcuna da saltare.
Ovviamente Cala Pischina non è uno spot facile e alla
portata di tutti. Gli scogli sono ovunque e se sbagli è
molto probabile finirci sopra. Per divertirti veramente
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Fabio Calò in Forward...prendendo la giusta
rincorsa da sopravento sipossono fare dei buoni
salti anche a Cala Pischina.© Francesca La Croce
Fede La Croce con lasua nuova 99NoveNove
Pro Model entra condecisione in unasezione critica.
© Francesca La Croce
Mr. LaCroix in Goyter sull’onda!!!© Emanuela Cauli
devi surfare le onde sopravento e si rischia sempre un
po’. Si surfa letteralmente attaccati alle rocce, e
soprattutto nelle giornate di bassa marea e di onda
piccola molte volte durante il Bottom si vedono le bolle
d’acqua che segnalano le rocce affioranti!
Ciononostante è uno spot unico, con una buona qualità
dell’onda e un paesaggio suggestivo. Se avete buone
capacità wave dovete provare ad uscirci, al massimo
potete rischiare meno surfando sulla spalla dell’onda
vicino al canale di uscita!
Verso le 14:00 termino la mia session, mentre Federico
finisce un’altra volta sugli scogli con la sua tavoletta
nuova… dopo un’entrata in una sezione davvero critica,
bravo Fede! Alle 15:30 sono di nuovo a San Teodoro e
esco ancora per una mezz’oretta con il freestyle…
prima di dare una mano a smontare i vari stand.
Ancora una volta Cala Pischina mi ha regalato delle
forti emozioni, ci credo, con tutte quelle rocce che ti
aspettano hai sempre il cuore in gola in ogni surfata!
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Jack, altro local, sdraia la vela eguarda dritto in faccia il bombolone.© Marco Piro
Pischedda vola in Back Loop.© Emanuela Cauli
Fede La Croce: premiato e poi punito
Ho sempre snobbato la costa Nord della Sardegna
convinto che la condizione non meritasse le mie
attenzioni: "Io esco solo sulla West Coast della
Sardegna" dicevo… che presuntuoso! Quest'estate, per
una serie di coincidenze (complici le volontà delle mie
bellissime donne) mi sono ritrovato a passare giugno
(tranquilli, solo i weekend!) ed agosto nel nord della
Sardegna, a Canniggione, lontano dalle mie amate
onde di Funtana Meiga e Capo Mannu, e così mi sono
dovuto "accontentare" di Cala Pischina. Tralasciando la
brevissima uscita durante la tappa del campionato
italiano wave l'anno scorso a novembre, durata
quattro bordi in condizioni al limite del proponibile e
finita a rocce, questa è stata la prima vera occasione
per provare lo spot e definitivamente abbandonare i
miei preconcetti. Nelle cinque uscite tra giugno e
settembre ho avuto modo di scoprire ed apprezzare
una condizione, che seppur non perfetta, è stata in
grado di regalarmi forti emozioni (nella stessa uscita
ho chiuso il mio primo Goyter e Wave 360
perfettamente nell'onda) ed in cambio ha solo voluto
che sacrificassi la mia attrezzatura, del resto una
punizione me la meritavo!
Gianmario Pischedda: parole del local
La prima cosa da sapere è che i kite non sono
ammessi! Detto questo, vi do qualche dritta sullo spot.
Cala Pischina è uno spot assolutamente wave per
esperti che lavora con Ponente e Libeccio, la direzione
del vento è side mure a sinistra con onde che vanno dal
metro e mezzo a massimo tre e mezzo, oltre diventa
impraticabile e anche molto rischioso.
Arrivati sul parcheggio che domina lo spot si ha una
vista incredibile, con onde che frangono sulla sinistra,
canale al centro e altre onde sulla punta di destra
(conosciuta come Bomba Point), in particolar modo
queste ultime sono assolutamente da evitare, specie se
grosso, in quanto, oltre ad essere molto potenti sono
completamente on shore e imprevedibili: spesso
frangono lontano dal point cogliendoti di sorpresa.
Per quanto riguarda l'entrata in acqua si può entrare
dalla spiaggia sopravento, facendo attenzione ad uno
scoglio che si trova ad una trentina di metri da riva, o
direttamente dalle rocce stando attenti ai vari scogli
semi affioranti e alla colonia di ricci che li popolano.
Pericoli: in caso di rottura o perdita dell'attrezzatura
da windsurf si deve fare parecchia attenzione ad una
corrente molto forte che dalla spiaggia di destra porta
in fuori e costeggia le onde di Bomba Point. L'unico
modo per uscirne è quella di non farsi prendere dal
panico, di non nuotare contro corrente perchè tanto è
una battaglia persa ma bensì cercare di nuotare
parallelamente alla costa e raggiungere le onde per
farsi trasportare a riva.
Può capitare di surfare a Bomba Point mure a dritta
con scaduta di Maestrale e vento da Grecale... una
libidine, ma questa è un'altra storia...
SPOTGUIDE CALA PISCHINALO SPOT: Cala Pischina funziona con i venti da ovest,
ovest/sud-ovest. È il miglior spot wave della costa nord
della Sardegna. Il vento ha una direzione side-shore
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Marco Lopa attacca un lip bello verticale.© Marco Piro
Forze della natura e un paesaggio mozzafiato si fondono inquesto suggestivo spot, Gianmario Pischedda in Bottom.© Marco Piro
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mure a sinistra, si surfa sulla sinistra della baia, dove le
onde rompono su un fondale roccioso. Con il Maestrale
le condizioni peggiorano e il vento diventa side, on-
shore, mentre con il Libeccio il vento ruota a side-off ma
è molto rafficato sotto riva. Fate attenzione al fondale, ci
sono rocce dappertutto ed in caso di frullata fatevi
trascinare dalla corrente nel canale d'uscita.
COME ARRIVARCI: sbarcati ad Olbia dirigetevi verso
Palau, poi per S.Teresa di Gallura. Una volta arrivati fino
a qui, dopo circa 45 minuti in macchina, seguite le
indicazioni per Castel Sardo e dopo circa 10 km,
quando la strada costeggia una spiaggia in
corrispondenza del cartello Rio Pischina, siete arrivati.
Si parcheggia sulla destra, su un piccolo piazzale.
D’estate è possibile trovare anche un chiosco
ambulante proprio nel parcheggio per sfamarsi e bere
una Icnusa al tramonto dopo la surfata.
DOPO IL SURF: per un’ottima cena andate senza dubbio
all’agriturismo "Li Espi" a Porto Pollo. La cucina è
tipicamente sarda con un’ottima selezione e
abbinamento di vini locali. Per info: tel 0789.705032, e-
mail [email protected]. Potete anche andare a Palau dove
troverete dalla pizzeria al ristorante di pesce. Vi
consiglio di parcheggiare al porto e farvi una
passeggiata, è tutto nel raggio di 5 minuti a piedi e
avrete l’imbarazzo della scelta per la cena. Per il dopo
cena ci sono un paio di pub carini sempre nella piazza
del porto. Il Grillo è quello con più movimento e ha
anche la connessione Wi-Fi. In stagione non perdetevi
l’aperitivo allo Sporting Club Sardinia di Porto Pollo,
con musica, ottimo cibo, belle ragazze e un’atmosfera
unica. D’estate il bar rimane anche aperto di sera e la
scuola si trasforma in una vera e propria discoteca,
assolutamente da provare!
SCUOLA DI SURF: se il vento cala, approfittatene per fare
un giro in Freestyle o Slalom a Porto Pollo allo Sporting
Club Sardinia. Per info: tel 0789.704016; e-mail
[email protected]; website www.portopollo.it. Oppure
la scuola a Murta Maria, ideale con i venti da sud e lo
Scirocco. Per info: Windsurf Center Marina Maria,
[email protected]; www.marinamaria.it
NEGOZI:direttamente a Porto Pollo, in località Barabisa,
c’è il negozio 60knots di Fabio Beozzi.
Per info tel: 0789.704112; [email protected].
Di recente è stato aperto anche un altro punto vendita
a Palau.
DOVE DORMIRE: a Porto Pollo se volete la tranquillità e
la comodità andate all’Hotel Le Dune, con vista
panoramica mozzafiato.
Per info: tel 0789-704013; www.hotelledune.it;
[email protected]. Se invece preferite stare in
appartamento contattate Paesana Vacanze a San
Pasquale, il piccolo paese caratteristico nelle vicinanze
della Coluccia. Se prendete uno degli appartamenti
vista mare non ve ne pentirete.
Immobiliare Paesana Vacanze: Via Toselli 07020 San
Pasquale (OT) – Sardegna; Tel./Fax: +39.0789.752594;
Mobile: +39.339.6785122; www.paesanavacanze.it -
Federico LaCroce durante una session estiva.© Emanuela Cauli
La scogliera che sovrasta lospot, ideale per gli spettatori.
© Francesca La Croce
Gollito Estredo wears STRIKE SEMIDRY 4,5 DOUBLE LINED
www.ion-products.com STRIKE SERIES BY