Funboard 150

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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.

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ANNO XVIII - NUMERO 150OTTOBRE/NOVEMBRE 2012

DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]

REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]

ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]

GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]

IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]

FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi: Fabio Calò, John Carter, Claudio Cazzara, Andrea Cucchi, Valentina Crugnola, RaimondoGasperini, Federico La Croce, Luigi Madeddu, Massimo Mannucci, Matteo Muraro, Sirio Passioni,Mattia Pedrani, Tomas Perrson, Paola Perrone, Simone Pierini, Stefano Pisciottu, Jason Polakow,Francesco Prati, Kevin Pritchard, Nicola Spadea, Simone Spagarino, Robby Swift.

immagini: Markus Adrian, Cataldo Albano, Pablo Berrios, Berthuot Visuals, Flora Bikich, BrianCaserio, Emanuela Cauli, John Carter, Crazy Photo, Henning, Alfredo Escobar, Diego Figueroa, FotoFiore, Johannes Neuman, Pietro Olivetta, Nico Orrego, Josep Pina, Valerio Pedrani, MicheleTagliafico, Roberto Vuilleumier, Darrell Wong.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it

AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]

SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAPress-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l.20090 Segrate (MI)

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano

SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTEROJohnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milanotel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - [email protected] attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

MODALITA’ DI PAGAMENTOBonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 MilanoBanca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199CAUSALE: abbonamento FUNBOARD - NOMINATIVO E INDIRIZZO

Funboard è una testata della società Johnsons Media

srl che pubblica anche i periodici

KiteMagazineStance (kite), Suptime (stand up

paddle), Surf Latino (surf), 6:00 AM (skateboard),

En3 snowboardmag, Snowmap (snowboard),

Soul rider (sci freeride) 4Skiers (sci freestyle freeride)

e gli annuari Surfing (windsurf, surf, kitesurf) e

Snowb (snowboard).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva

autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non

espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,

nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di

riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso

essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati

dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista.

Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.

PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00

ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00

PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio

ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234

STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)

>ECCETERA

Cover Story

Festeggiamo questi 150 numeri di Funboard con unacover dedicata a un amico, un fortissimo rider sia nelwave che nel freestyle, un ragazzo che ha sempreorbitato nella hot zone di Funboard e che adesso tra unimpegno lavorativo e familiare viaggia solo alla ricercadelle Condizioni.

RIDER Federico La Croce LOCATION One Eye, Mauritius FOTO Flora Bikich

Inside

Abbiamo raggiunto i 150 numeri di FUNBOARD! 18 anni in cui vi abbiamo raccontato dal nostro

punto di vista le cose che sono successe in questo fantastico e pazzesco mondo del windsurf. Lo

abbiamo fatto seguendo sempre la nostra linea editoriale, più orientata al funboard nel senso

lato della parola, al sogno del viaggio impossibile o con i consigli utili per gli spot più facilmente

raggiungibili. Un occhio lo abbiamo sempre dato anche ai nuovi prodotti, spesso proponendovi

articoli che precedevano le tendenze future o segnalandovi atleti da tenere sott’occhio.

Interviste, approfondimenti, esclusive, foto da urlo sostenute dalla nostra qualità cartacea;

alcuni errori certamente a volte non sono mancati ma in 18 anni ogni singolo numero di questa

rivista è stato fatto con passione e per la promozione dello sport. E ora tutto questo gode anche

dell’immediatezza del web con il sempre più seguito funboardmag.com.

Mi piace ricordare un aneddoto di quando ho sentito parlare per la prima volta di questa rivista.

Avevo 14 anni e correva l’anno 1994, mi trovavo in un negozio di windsurf per comprare la mia

prima attrezzatura (Fanatic Rabbit 300 con vela UP 6.0), il proprietario mi disse: “Con questa

tavola ora sei pronto per le cose serie… e corri in edicola che è uscita una rivista nuova che si

chiama Funboard!”. Seguii il suo suggerimento e mi diressi verso l’edicola dove trovai una copia

di Funboard, era il secondo numero però… il primo lo avevo perso! Da allora non ne ho saltato

uno e l’arrivo di quello nuovo è sempre stato un momento molto atteso. 12 anni dopo mi sarei

ritrovato a dirigere quella rivista.

Buon anniversario FUNBOARD!

Have fun!

Fabio Calò ITA-720

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RIDER Kevin Pritchard | LOCATION Cape Sebastiøn, Canada | FOTO Johannes NeumanSommario

22 TOYSXFire V5, Falcon e iSonic a confronto, caratteristiche tecniche e schededelle nuove misure di queste tre tavole da slalom.

62 CANADA ROADTRIPDI Kevin PritchardMr. Pritchard insieme a Graham Ezzy e altri wave sailor è andato alla scoperta di remoti spot canadesi,un vero surf trip verso l’ignoto con tanta avventura e session indimenticabili.

24 EVENTIDI Fabio CalòLa carrellata di fine stagione dei principali eventi italiani: Wave Contest Frassanito, italiani a Fuerteventura,trofeo Nogler, regata storica, campionato freestyle, REO e Jaguar NP Racing.

42 CLAUDIO CAZZARADI Leonardo UcelliConosciamo meglio una storica azienda bolognese che produce anche alberi da windsurf investendoin tecnologia e qualità dei propri materiali mantenendo l’intera produzione in Italia.

48 TOMAS PERSSONDI Fabio CalòSimmer, marchio leggendario nel mondo del windsurf, le vele icona del waveriding, abbiamo intervistatoin esclusiva per voi il sail designer e proprietario del marchio.

54 PUNTA DE LOBOSDI Jason PolakowUna nuova avventura tra le grandi onde di due formidabili wave rider: Jason Polakow e Robby Swift.Questa volta Robby ha invitato il suo amico in Cile per una grossa perturbazione.

70 L’ORO DELLA CORNOVAGLIADI John CarterJC ha seguito per le strade della Cornovaglia un manipolo di rider inglesi alla ricerca dello spot ideale per una fantastica giornata di windsurf tra le onde trovando quello che cercavano.

78 FAQ: La sezione di Funboard

dedicata a chi vuole surfare meglio e divertirsi di più. In questo numero:- Insegnare ad insegnare- Crash of the month- Top Turn- Bobby Skipper- Come prepararsi all’inverno

90 SPOT GUIDEl nostro collaboratore Matteo Muraro ci porta a casa di Victor Fernandez: Almeria e dintorni.

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Ecstasy, cibo per la mente!

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RIDER Philip Koster 2 X World Wave Champion | LOCATION PWA Kia Cold Hawaii, Klitmoller, Danimarca | FOTO John Carter

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Ecstasy, cibo per la mente!

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RIDER Bernd Roedriger | LOCATION Hookipa, Maui, Hawaii | FOTO Berthuot Visuals

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HARLEY/STARBOARD/70SNasce a Bari, a settembre 2012, la Joint venture tra Harley-Davidson Bari e Tiki Pro shop, i 2

marchi leader di settore che si uniscono per portare i propri clienti a cavalcare surf e moto.

Dal mese di settembre una splendida Harley Davidson 72 Metal Flake Red messa a

disposizione dalla Harley-Davidson Bari, concessionario per la Puglia, è esposta in vetrina

presso il TIKI PRO SHOP, negozio ufficiale Starboard in Italia. Ai due marchi si aggiunge 70s,

nome esclusivo di artigiani che realizzano a mano caschi Super Flakes, una poesia di curve,

forme, colori ed onde. La collaborazione tra i tre marchi riscontra risultati assolutamente

positivi, gli amanti delle due ruote, sono attratti dall’idea di cavalcare le onde e viceversa, a

completamento i disegni di precisione dei caschi 70s offrono ai clienti del negozio TIKI

un’emozione in vero stile custom. E la sorpresa non finisce qui, per coloro che ne faranno

richiesta sarà possibile provare le Harley Davidson semplicemente facendone richiesta

presso la concessionaria di Bari. Finalmente è giunto il momento di vedere surfisti che

cavalcano onde e moto in Puglia proprio come negli Stati Uniti. Il TIKI TEAM ha dato un importante apporto alla diffusione dell’iniziativa e così si apre un settembre

che segna l’inizio di una nuova stagione e che preannuncia un brillante 2013.

SURFSEGNANA VI ASPETTA PER LA STAGIONE 2013Il SurfSegnana, noto network multi-sportivo di Torbole sul Lago di Garda, sta

per archiviare un’ennesima stagione ricca di successi e soddisfazioni. Il

numero di principianti che provano per la prima volta il windsurf sul Garda

continua ad aumentare, grazie anche all’evoluzione dei materiali ormai

diventati estremamente leggeri e perforanti, e il SurfSegnana con le

attrezzature North Sails e Fanatic riesce a soddisfare le esigenze sia dei neofiti

e sia di coloro che in windsurf ci vanno già da anni e vogliono tavole veloci e

vele stabili. Il SurfSegnana è il punto di riferimento per chi vuole fare windsurf

a Torbole grazie anche alla location ideale adatta alle famiglie ma anche ai

surfisti radicali. Positiva e in continua crescita anche il numero di corsi

effettuati giornalmente e questo dimostra ancora una volta la professionalità e

serietà degli istruttori del SurfSegnana, senza dimenticare una buona dose di

simpatia per rendere l’esperienza del windsurf divertente ma nella più

completa sicurezza. Di grande successo anche gli stage di Fabio Calò

organizzati in collaborazione con il Pier Windsurf nei mesi di giugno, luglio e

settembre: [email protected]. Vi possiamo già confermare fin da ora che

verranno ripetuti anche il prossimo anno. Una grande scuola è resa tale anche

dal supporto dei suoi sponsor e il SurfSegnana ringrazia: la Volvo per le

macchine messe a disposizione dello staff e dei clienti per i test drive;

Underwave per le mute che hanno tenuto al caldo clienti e istruttori; Brunotti e

Hormann; Fanatic e North Sails per le attrezzature tecniche; SurfPlanet, surf

shop di Torbole, dove i clienti del SurfSegnana posso trovare delle interessanti

agevolazioni; ITAS assicurazioni. L’ufficio rimarrà aperto anche durante tutto

l’inverno, potrete quindi contattare la segreteria per prenotare la vostra

vacanza per la prossima stagione e continuerà anche il servizio di spedizione

del libro e del dvd SurfSegnana a domicilio, piacevole regalo, anche per natale,

per non dimenticarsi quello che avete imparato durante il corso! Sia il libro che

il dvd lo potete comodamente ordinare on line sul sito www.surfsegnana.it con

un pagamento veloce e sicuro tramite pos.

Contattate la segreteria SurfSegnana per ogni informazione su queste

iniziative o per saperne di più sui convenientissimi pacchetti tutto compreso

“Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro.

INFO: SurfSegnana – Foci del Sarca – 38069 Torbole sul Garda (TN).

Tel. 0464-505963. Web: www.surfsegnana.it - e-mail: [email protected]

Fast news

PLANA AL CALDO CON VASCO RENNAQuest’inverno plana al caldo a Safaga sul Mar Rosso nel Centro windsurf di Vasco Renna. Ti aspettano, vento,

sole, un mare spettacolare, windsurf, SUP, vela, canoa, snorkeling, possibilità di fare escursioni in città o nel

deserto, professionalità e simpatia. Vasco Renna con la collaborazione di Sun and Fun Italia ti organizza tutto:

volo – soggiorno – affitto e corsi di windsurf e vela. Unisciti al team di Vasco non perdere la tua vacanza a tutto

surf. Per Info: Vasco Renna Professional Surf Center – Parco della Pavese, 9 – 38069 Torbole sul Garda (TN) –

Tel. 0464/505993 - Fax 0464/ 506254 – E-mail: [email protected] - www.vascorenna.com.

Per prenotazioni Volo + soggiorno: Sun and Fun Italia, Anneliese Wanke, Tel.0365/953204–918700-0365/953526 -

e-mail:[email protected] www.vacanzewindsurf.it

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COPPA PRIMAVELA E COPPA PRESIDENTE CAGLIARI 6-8 SETTEMBRE 2012Non poteva concludersi in modo migliore la trasferta Cagliaritana del Circolo

Surf Torbole, dove dal 6 al 8 settembre si sono svolte le regate più importanti

nel settore giovanile della Federazione Italiana Vela, organizzate dal Windsurfing

Club Cagliari in collaborazione con la Lega Navale sezione di Cagliari. Oltre

cinquecento atleti iscritti provenienti da tutt’Italia e con età compresa tra gli

otto e gli undici anni hanno gareggiato nelle classi Techno 293, 555 FIV, Tyka,

Optimist, L’Equipe EV, RS Feva, Laser 4.7, 420; per quattro giorni nelle cristalline

acque del Poetto a pochi chilometri dal centro del capoluogo sardo. Con un

vento mai sopra i dieci nodi Alessandro Josè Tomasi, classe 2003, ha vinto la

Coppa Primavela, riuscendo a portarsi al comando della flotta composta da

quaranta piccoli atleti, con un quinto ed un primo nella prima giornata per poi

piazzarsi, nella seconda giornata, secondo, terzo e infine due volte primo

l’ultimo giorno, decisivo per aggiudicarsi la coppa su Davide Antognoli del

Nauticlub Castelfusano, che nulla ha potuto nei confronti del giovane rivano, il

quale ha saputo gestire il proprio vantaggio fino all’arrivo. Un po’ più sofferta

invece la vittoria dell’altro atleta del CST, Nicolò Renna, già vincitore

dell’edizione della Coppa Primavela 2011; partito un po’ in sordina con un terzo

e un quarto nella prima giornata di gara, ha dovuto dare il massimo nelle

restanti prove, riuscendo comunque a piazzarsi davanti al palermitano Giorgio

Stancampiano del circolo Albaria, precedendolo di un solo punto, avendo

ottenuto un secondo due primi ed un terzo posto, nell’ultima giornata.

Grande soddisfazione quindi per tutto lo staff del Circolo Surf Torbole, che oltre

ad avere bissato il successo del 2011 nella Coppa Primavela, ha raggiunto un

primato, ossia di avere vinto nello stesso anno sia la Coppa Primavela che

quella del Presidente.

Nome: Alessandro Josè Tomasi - Data di nascita: 25/042003

Quando hai iniziato ad andare in windsurf? A cinque anni grazie a mio papà

Sandro Tomasi che ha una scuola a Riva del Garda.

Dove pratichi il windsurf? A Torbole sul Lago di Garda e mi alleno al Circolo

Surf Torbole.

Hai disputato delle regate combattute e sei stato concentrato fino

all’ultima prova, dimostrando un carattere da abile regatante pur

avendo solo nove anni… vuoi dare qualche consiglio ai tuoi coetanei che

iniziano a fare attività agonistica? A me piace moltissimo andare in windsurf

e anche quando gareggio mi diverto un sacco e cerco di concentrarmi per

andare veloce e magari planare…

Vuoi ringraziare qualcuno per il tuo risultato? Vorrei ringraziare tante

persone che mi hanno aiutato e allenato, ma voglio ringraziare mio papà

Sandro, che con tanta pazienza mi ha insegnato ad andare in tavola.

Nome: Nicolò Renna - Data di nascita: 01/05/2001

Quando hai iniziato ad andare in windsurf? Tanti anni fa grazie a mio papà

Vasco.

Dove pratichi il windsurf? A Torbole sul Lago di Garda e mi alleno al Circolo

Surf Torbole.

Lo scorso anno Coppa Primavela e quest’anno Coppa del Presidente… ma

ci hai preso gusto a vincere? Eh anche quest’anno sono riuscito a piazzarmi

al primo posto, ma non è stato facile in quanto i miei avversari sono diventati

più forti e ogni errore poteva costare caro, ma ho dato il massimo e ci sono

riuscito…

Vuoi ringraziare qualcuno per il tuo risultato? Vorrei ringraziare il Circolo

Surf Torbole, che ha consentito a me a tutta la squadra agonistica di essere

presente a tutte le gare nazionali, mio papà Vasco che mi ha insegnato ad

andare in tavola (grazie Vasco) e il mio allenatore Gianlorenzo Imbriaco e

anche tutti i miei compagni di squadra che mi hanno sostenuto sempre.

PLAN SRL CON POINT-7Il lavoro è una sfida continua: come per chi si mette sui campi di gara per dimostrare a se stessi di essere il

migliore. È per questo che PLAN SRL ha deciso di voler vedere il proprio logo sulle vele di due dei più forti

surfisti italiani e non solo. Sono Andrea Cucchi ITA-1 e Greta Benvenuti ITA-38, entrambi atleti del team Point-7,

che partecipano alle tappe di PWA Racing, i due atleti selezionati da PLAN. L’adesivo PLAN sfreccia sul campo di

regata sulle loro vele, all’inseguimento del risultato. PLAN: società di ingegneria, che da oltre 10 anni sviluppa

con successo progettazioni integrate di infrastrutture a qualsiasi livello. La sinergia delle professionalità

messe in campo ha permesso di sviluppare in modo sempre migliore i progetti e svolgere gli incarichi con i

migliori risultati. Così come avviene per Andrea e Greta nello sviluppo dei materiali e durante le competizioni,

così per PLAN il risultato finale del progetto e dei lavori non può prescindere da un’adeguata preparazione

tecnica ed esperienza. Società giovane, costituita da giovani, dinamici e sempre alla ricerca di nuovi sviluppi e

miglioramenti. PLAN, Andrea e Greta: per tutti velocità, potenza, qualità, precisione, sicurezza del risultato, ma

soprattutto passione. Una filosofia comune per praticare lo sport e il lavoro ai massimi livelli. Andrea e Greta

ringraziano PLAN per il supporto e sperano che insieme questa collaborazione dia più motivazione ed

entusiasmo per ottenere risultati sempre migliori per tutti.

Fast news

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INSEGUENDO LA FORZA DELLA NATURAIl RedBull Storm Chase sta aspettando le tre tempeste più importanti che si

abbatteranno sul nostro pianeta con venti superiori a forza 10! I 10 migliori

atleti sono stati selezionati e stanno aspettando questa sfida man vs. man vs.

natura. Il format è semplice, la missione numero uno verrà effettuata nella

prima location (ancora da stabilire) con 10 rider, di cui accederanno alla

seconda missione solo 6 per poi finire con 4 rider nella terza e ultima missione

che decreterà il vincitore. Il wating period scadrà il 30 novembre quando sarà

incoronato il vincitore e come ha detto la leggenda vivente del windsurf Robby

Naish: “Surfare nella tempesta separa i ragazzi dagli uomini!”. Durante la

votazione on line, dei 50 pre-selezionati con la super visione di Robby Naish e

Klaas Voget, questi sono i rider che hanno ottenuto il maggior numero di voti:

Marcilio Browne (BRA), Daniel Bruch (GER), Ricardo Campello (VEN), Boujmaa

Guilloul (MAR), Kai Lenny (USA), Victor Fernandez Lopez (ESP), World Champion

Philip Koester (GER), Robby Swift (GBR), Julien Taboulet (FRA), e Thomas

Traversa (FRA). Anche per questi campioni non sarà facile affrontare la

tempesta e sarà molto diverso rispetto alla loro “routine giornaliera”. Klaas

Voget spiega che il massimo dell’intensità del vento dovrà essere di 100 km/h,

con onde gigantesche, pioggia, acqua nebulizzata che renderà il tutto molto

difficile, senza considerare il fatto che il vento avrà maggiore pressione in

condizioni di temperature basse e con acqua fredda. Ci si aspetta un’intensa e

spaventosa azione. Marcilo “Brawzinho” Browne, uno dei top sailor al mondo

commenta: “Sarà speciale, perché andremo alla ricerca di condizioni che si

ripetono solo poche volte in molti anni. Ora abbiamo la possibilità di seguire la

tempesta perfetta ed essere nel posto giusto al momento giusto!”. Sia Marcilio

che il Campione del Mondo 2011 e 2012 Philip Koster hanno ammesso di non

aver mai surfato in condizioni simili a quelle che si andranno a cercare. Victor

Fernandez, Campione del Mondo Wave 2010, precisa: “Mi ricordo che ho surfato

solo una volta in queste condizioni, era durante la tappa di Sylt dove ho

gareggiato con la mia 3.4 completamente soprainvelato alle 7 del mattino. Era

completamente scuro, pioveva, le onde erano gigantesche con un shore break

devastante. Ho imparato ad aver rispetto di quelle condizioni, ma amo anche

navigarci per poter vedere la potenza del mare.” Victor, Philip e Brawzinho si

stanno preparando sia fisicamente che mentalmente per affrontare la sfida e

sono seguiti da diversi preparatori atletici e nutrizionisti. Brawzinho dice anche:

“Quest’anno abbiamo avuto a Gran Canaria durante il PWA un vento fortissimo

che ci ha fatto un po’ allenare per la RBSC, vedremo dei salti incredibili e

magari qualcuno proverà anche il triplo!”.

Anche l’attrezzatura giocherà un ruolo importante per i nostri eroi: tavole, vele,

mute calde, guanti e cappuccio… tutto deve essere al top. Marcilio dice: “Il

materiale avrà un ruolo fondamentale in quelle condizioni, utilizzerò le mie

tavole da 72 e 78 litri e come vele dalla 3.0 alla 4.0.” Philip precisa che avrà

bisogno della 3.2 e del suo 72 litri Koster Kode. Klaas Voget ricorda che i rider

avranno bisogno della loro attrezzatura più piccola e di alcuni alberi di

ricambio. Ma non solo, ricorda anche che lo staff e i rider saranno diretti verso

location inusuali e che sarà un bel salto verso l’ignoto per tutti! Philip Koster

afferma che una delle sue destinazioni che sognerebbe per il RBSC è la

Tasmania, mentre Brawzinho non ha mai surfato nessuna delle location pre-

selezionate e spera di andare a Cape Hatteras sulla costa est dell’America.

Victor Fernadez ha maggiore esperienza avendo già surfato in Irlanda, Galizia,

Bretagna e Giappone ma mai in condizioni di tempesta.

Rimanete collegati su www.redbullstormchase.com.

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REGATA PROMO WINDSURF SUNSET BEACH I EDIZIONEL’associazione sportiva Sunset Beach per la prima

volta quest’ anno in collaborazione con Roberto

Ricci Designs, Comune di Grosseto, UISP, Airjibe, ha

dato il via ad una manifestazione che comprendeva

windsurf e sup nel tratto di mare antistante alla

spiaggia di Marina di Grosseto. L’evento ha avuto

inizio alle ore 10.00 del giorno 11 agosto. I primi a

scendere in acqua sono stati i ragazzi del SUP che

si sono dati battaglia in una gara a batterie di 4. Il

vincitore del sup è stato l’atleta “local” Gigi Romano,

seguito da Manuel Giannerini e Riccardo Vasellini.

Dopo un break per il pranzo, alle ore 13 il termico

di Marina di Grosseto è entrato deciso e così dopo

un veloce skipper’s meeting sono partite le 5

batterie da 4 atleti per ognuna. I partecipanti hanno

disputato un in&out a 3 strambate con attrezzatura

uguale fornita da RRD: vela Evolution 7.2 e tavola

FireRace 120 litri. Dopo 2 ore di battaglia fra le boe, alla fine l’ ordine di arrivo è stato il seguente: 1° Gigi Romano, 2° Aurelio Verdi, 3° Andrea Mauro. A

seguire in serata, premiazione con montepremi fornito dalla RRD e grigliata in spiaggia con Dj set. L’organizzatore dell’evento Federico Torlone, nonchè

responsabile della scuola di vela vi aspetta numerosi al prossimo appuntamento che si terra 11 agosto 2013.

GOPRO GLORY TRICKS – EDIZIONE AUTUNNO 2012Vuoi vincere una GoPro Hero2 e tanti accessori firmati GoPro? Sottoscrivi il tuo video di surf o skate

della lunghezza massima di 4 minuti, contenente le tue migliori immagini action filmate nei mesi estivi e

giocati il tutto per tutto nel concorso di fine stagione “GoPro Glory Tricks”. Due le categorie in gara:

Video Skate e Video Surf. Entrambe i vincitori si aggiudicheranno una GoPro 2 del valore commerciale di

349 euro. I video verranno tutti pubblicati nell’apposita rubrica “GoPro Glory Tricks” su Board.tv, la web

tv italiana dedicata agli action sport! Al termine del concorso una giuria qualificata e composta dai

membri della redazione di Board.tv selezionerà il video migliori per ognuna delle categorie fra tutti

quelli pervenuti. Saranno ammessi alla competizione tutti i video pervenuti entro e non oltre domenica

28 ottobre 2012. La giuria ufficializzerà il proprio giudizio lunedì 5 novembre 2012 e contatterà il

vincitore tramite l’e-mail ricevuta al momento della consegna del video per notificare la vittoria.

Consegnando il tuo video, dichiari che è di tua legittima proprietà, che ne sei il titolare dei diritti

d’autore e ci autorizzi a pubblicarlo anche sugli altri siti del network Johnsons Web (Board.tv,

Snowpark.it, 4Skiers.it, Disoriented.it, Skateon.it, PureAction.it, Surfcorner.it, Funboardmag.com e

Suptime.it). Per maggiori informazioni ed invio dei video relativi al concorso GoPro Glory Trick – Edizione

Autunno 2012 rivolgetevi ad [email protected] (per i video di skate) oppure a [email protected] (per

i video di surf).

Fast news

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STARBOARD PRESENTA I NUOVI ISONIC E FUTURA 2013Starboard ha annunciato l’ultima generazione degli acclamati iSonic.

Per il 2013 queste macchine da Slalom sono state sviluppate tenendo in

considerazione il format delle 3 tavole del PWA, e i nuovi iSonic

rappresentano il perfetto quiver per quei rider ambiziosi. Con 3 misure

per il vento forte, 3 per il medio e 3 per il leggero gli iSonic sono

un’evoluzione della generazione del 2012 e al momento mantengono la

leadership nel ranking slalom mondiale. Remi Vila, supervisore del

progetto iSonic commenta: “Tutti i nuovi iSonic sono dotati di nuovi side-

cut che si stringono sull’outline partendo da 30 cm dalla poppa. Questo

riduce la resistenza per aumentare l’accelerazione. Poiché però la

larghezza nel punto critico di 30 cm è stata mantenuta, si avrà così una

superficie di planata ampia che aumenterà il lift della tavola,

mantenendola stabile e garantendoti il massimo controllo sulla pinna.

Grazie ai side-cut la tavola naviga anche più sulla pinna.” Per tutti i

dettagli e le leggere variazioni delle misure dei vari modelli controllate

su www.star-board.com. Tutti i miglioramenti effettuati sugli iSonic sono

stati trasmessi di riflesso ai nuovi Futura. Riproducendo i nuovi cutaway

2013 disegnati per gli iSonic, i nuovi Futura beneficiano di una andatura

più pulita e una minore resistenza per ottenere il massimo della velocità. I Futura sono le tavole che da due anni vincono qualunque test comparativo delle riviste

di tutto il mondo e rappresentano il fiore all’occhiello della linea Freerace di Starboard. I Futura 2013 garantiranno prestazioni più “user-friendly” e accessibili ma

sono anche delle macchine da corsa con un’accelerazione e velocità paragonabili a quelle degli iSonic. Entrambe le tavole sono proposte nelle due costruzioni,

Carbon e Wood in tutte le misure, e sono caratterizzate dal marchio di fabbrica del profondo concavo sulla coperta. Entrambi i modelli richiedono quindi un

posizionamento 2 cm più alto del boma del vostro normale setup race.

Toys

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FANATIC 2013 HAWK, SHARK, FALCON E RAYSe avete la buona abitudine di seguirci anche su www.funboardmag.com vi sarete sicuramente imbattuti nei video by

FUNBOARD, che abbiamo registrato in esclusiva per voi durante il meeting Boards&More di Navene sul Lago di Garda dello

scorso giugno, in cui vi presentiamo le novità di Fanatic in contemporanea con il loro lancio mondiale sul web. Dopo la

nuova linea Wave e Freestyle, il ritorno del Gecko, è ora il turno dei Freeride/Freerace. Fanatic comunica che quest’anno il

focus è stato concentrato sul range Freecarve, Freemove e Slalom. Dopo il sensazionale ritorno del glorioso Gecko, ci sono

ora nuovi emozionanti shape come il fast&furius Hawk con cui si è ritornati verso il Super-X, con un mix perfetto delle

migliori caratteristiche del Freestyle e dello Slalom. Fanatic ha anche ridisegnato completamente il range delle tavole

Slalom da PWA Falcon, dove solo il 79 e 89 Falcon Speed sono rimasti invariati. La nuova linea dei Freerace Ray sono le

versioni identiche del Falcon 101, 112 e 122 per un imbattibile accesso all’elite degli shape da Race nella resistente e

rigida versione Biax Glass Sandwich. Tutte le misure e maggiori dettagli li trovate su www.funboardmag.com e

www.fanatic.com.

Name Volume Length Width Tail Width Weight Weight Sail Range Fin Range Fin box

(litres) (cm) (cm) (cm) (Carbon Kg) (Wood Kg) (m2) (cm)

iSonic 80 Carbon / Wood 80 243 56.5 36.6 5.25 6.0 5.1-7.0 28-34 Tuttle

iSonic 87 Carbon / Wood 87 243 56.5 36.7 5.34 6.0 5.1-7.0 30-36 Tuttle

iSonic 90 Carbon / Wood 90 243 59.5 40 5.59 6.3 5.1-7.0 32-38 Tuttle

iSonic 97 Carbon / Wood 97 235 63.5 45.2 5.63 6.6 5.6-7.8 34-40 Tuttle

iSonic 107 Carbon / Wood 107 235 68.5 50.0 6.01 6.7 6.2-8.6 36-44 Deep Tuttle

iSonic 110 Carbon / Wood 110 227 75 49.6 6.30 6.9 6.2-8.6 38-46 Deep Tuttle

iSonic 117 Carbon / Wood 117 228 80.5 53.4 6.59 7.3 7.0-9.2 38-46 Deep Tuttle

iSonic 127 Carbon / Wood 127 228 85 57.9 7.05 7.6 7.8-9.6 44-52 Deep Tuttle

iSonic 137 Carbon / Wood 137 231 85 58 7.30 7.8 7.8-9.6 44-54 Deep Tuttle

Ray 122

Futura

iSonic

Page 25: Funboard 150

RRD X-FIRE LTD V5RRD ha da poco presentato agli addetti ai lavori la quinta evoluzione della propria linea di tavole da slalom. Si tratta di una nuova gamma partorita dopo un

lungo lavoro di ricerca e sviluppo sulle tavole della seria V4, che tanti successi ha raccolto sui campi di regata nella stagione 2012. Grazie al meticoloso lavoro

del Team R&D capitanato da Finian Maynard con la collaborazione di tester del livello di Antoine Albeau e Julien Quentel, le nuove tavole possono vantare migliori

velocità di punta, accelerazione, velocità in uscita dalla strambata, range di utilizzo e comfort in andatura. Provare per credere! Le X-Fire LTD V5 saranno le tavole

che verranno utilizzate nella stagione slalom 2013 e sono frutto di un attento sviluppo della gamma V4. Gli shape di 90, 114, 122 e 129 hanno subito un

sostanziale rinnovamento, mentre i collaudati shape di 98 e 105 sono stati mantenuti invariati dal momento che anche l’anno prossimo rappresenteranno le

tavole di riferimento nel loro range di utilizzo. I modelli 114, 122 e 129 continuano a presentare una poppa TT tail, che è stata ridisegnata per rendere le tavole

ancora più confortevoli e controllabili in andatura. Ricordiamo che la funzione principale di questo particolare “scalino” a poppa è quella di aumentare la

distanza fra strap posteriore e pinna, aumentando così la leva che si può fare sulla pinna, ma garantendo tuttavia una maggiore velocità di punta e controllo

grazie alla riduzione della superficie bagnata in carena. Anche il design della TT Tail è stato rivisto e la nuova forma permette alle tavole di entrare e uscire dalla

strambata ancora più facilmente e a velocità nettamente superiore rispetto alle tavole che non ne sono dotate. Anche lo shape del bordo su cui appoggia il piede

posteriore poi è stato rivisto per garantire massimo comfort in tutte le andature. La zona di rilascio

dell’acqua a poppa di 114, 122 e 129 è stata rivista per garantire maggior portanza e miglior potenziale di

velocità nella più ampia gamma di condizioni. 90, 114, 122 e 129 adesso possono vantare un range di

utilizzo ulteriormente ampliato. Tutte le X-Fire LTD V5 sono caratterizzate da un inconfondibile controllo

nella conduzione in sovrainvelatura e grande lift e accelerazione in condizioni di sottoinvelatura. La linea

scoop rocker di 90, 114, 122 e 129 è stata modificata per rendere queste tavole ancora più veloci. 129, 122

e 114 sono realizzate in costruzione Full Carbon su coperta e carena, mentre 90, 98 e 105 sono realizzate

con costruzione Full Carbon in coperta e Glass in carena.

X-Fire 90 Ltd. V5

Programma: Slalom/Race PRO

Volume: 90 l - Dimensioni: 235 x 59 cm

Peso: 5.9 kg - Scassa: Tuttle - Range vele: 5.0-7.0

X-Fire 98 Ltd. V5

Programma: Slalom/Race PRO

Volume: 98 l - Dimensioni: 235 x 61.5 cm

Peso: 6.0 kg - Scassa: Tuttle - Range vele: 5.5-7.5

X-Fire 105 Ltd. V5

Programma: Slalom/Race PRO

Volume: 105 l - Dimensioni: 235 x 65 cm

Peso: 6.3 kg - Scassa: Tuttle - Range vele: 6.0-7.8

X-Fire 114 Ltd. V5

Programma: Slalom/Race PRO

Volume: 114 l - Dimensioni: 235 x 70 cm

Peso: 6.3 kg - Scassa: Tuttle - Range Vele: 6.5-8.5

X-Fire 122 Ltd. V5

Programma: Slalom/Race PRO

Volume: 122 l - Dimensioni: 228 x 81 cm

Peso: 6.7 kg - Scassa: D. Tuttle - Range vele: 8.5-9.5

X-Fire 129 Ltd. V5

Programma: Slalom/Race PRO

Volume: 129 l - Dimensioni: 228 x 85 cm

Peso: 7.3 kg - Scassa: D. Tuttle - Range vele: 9.0-10.0

23

Board Vol. Width Length Weight Technology Fittings

Falcon Slalom 79 79 l 56 cm 235 cm TBA* BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box; Sailsize: 4.5 – 7.0 m²Falcon Slalom 89 89 l 59 cm 240 cm TBA* BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box; Sailsize: 5.0 – 7.8 m²Falcon Slalom 102 102 l 63 cm 235 cm TBA* BCS / LF ** No Fin; Medium Tuttle Box; Sailsize: 5.5 – 8.2 m²Falcon Slalom 112 112 l 69 cm 235 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Medium Tuttle Box; Sailsize: 6.0 – 8.6 m²Falcon Slalom 122 122 l 76 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Medium Tuttle Box; Sailsize: 6.5 – 9.2 m²Falcon Slalom 132 132 l 81 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5 m²Falcon Slalom 142 142 l 85 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0+ m²Falcon Slalom 152 152 l 90 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 7.5 – 11.0+ m²Falcon Speed 45 54 l 45 cm 228 cm 4,5 kg BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box, Sailsize: 4.0 – 7.0 m²Falcon Speed 51 65 l 51 cm 230 cm 5,0 kg BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box, Sailsize: 4.5 – 7.5 m²* Please check www.fanatic.com for final weights ** Biax Carbon Sandwich Light Finish

*** Full Biax Carbon Sandwich Light Finish (Deck and Bottom)Falcon 122

Page 26: Funboard 150

24

Gli atleti, erano stati tutti allertati dal week end precedente, la gara era stata

infatti chiamata ed annullata nel giro di pochi giorni, in quanto le condizioni

sperate non si stavano concretizzando, le previsioni altalenanti di una

perturbazione in arrivo, hanno lasciato tutti col fiato sospeso fino a qualche

giorno prima, poiché questo contest viene disputato soltanto se le condizioni di

onda e vento sono tali da poter competere in una gara di puro wave.

L’imminente arrivo della fine del waiting period in una stagione un po’ avida di

vento, faceva ormai credere che la gara per quest’anno non sarebbe stata

disputata, quando gli organizzatori dell’A.S.D. Frassanito Surf Point (Mimmo

Greco e Roberto Assiro) rilevata l’entrata di una nuova perturbazione da nord,

hanno deciso di estendere di altri due giorni il periodo, riuscendo così ad

allertare tutti gli atleti e dare il semaforo verde di chiamata per martedì 17

luglio. Tra i 27 partecipanti, iscritti alla competizione, atleti di tutte le età dai 17

ai 56 anni, giovani rider e veterani di questo sport (di cui buona parte pugliesi,

già ottimi conoscitori dello spot) considerevole la presenza di un congruo

numero di partecipanti provenienti da tutta Italia, a sorpresa, il noto atleta

italiano Nicola Spadea, Freestyler doc sempre presente tra i migliori atleti al

PWA, che in questa occasione ha sfoderato le sue grandi doti anche nel wave.

Durante lo skipper meeting, iniziato in tarda mattinata, il presidente dell’A.S.D.

BIG AIR Beppe Caldarulo, venuto da Bari per l’occasione, ha illustrato a tutti gli

atleti, i metodi di valutazione della competizione, le regole da seguire ed il

campo di gara, presentando contestualmente la giuria composta da : Maurizio

Trillo, Italo Egi e Gianni Palmariggi, sottolineando che sarebbero stati presi in

considerazione per l’attribuzione del punteggio, le tre migliori onde surfate ed i

due migliori salti. Ore 12, vento incalzante e onda formata… al via l’inizio della

gara! In una condizione quasi perfetta, mantenutasi costante per tutta la

giornata, di vento side sui 27-32 nodi ed onda di circa 2 metri, i rider si sono

dati battaglia tra splendide surfate e salti mozzafiato, regalando un magnifico

e colorato spettacolo ai numerosi spettatori presenti sulla spiaggia.

8 le heat di partenza, della durata di 6 minuti e formate da quattro rider per

ognuna, dalle quali l’accesso alla heat successiva prevedeva i primi due ed il

terzo con il sistema del ripescaggio. Sin dalle prime battute si è potuto godere

di un ottimo livello tra i partecipanti, che in un clima fraterno ed amichevole

ma sempre con un sano spirito di competizione, hanno regalato momenti

davvero emozionanti. Riconfermati in semifinale quasi tutti i rider che lo

scorso anno occuparono le prime posizioni della classifica, spiccano i nomi di

Galante, veterano del windsurf ed ottimo conoscitore di questo spot, Pelillo,

rider dallo stile inconfondibile, nato in queste acque, e primo sul podio nella

scorsa edizione, Melchiorri, anche lui nome di spicco tra le onde salentine, Egi

unico windsurfer proveniente dall’estremo nord Italia, e Pannarale, giovane

promessa barese, che si ritrovano in un’emozionante semifinale con Mega,

noto rider salentino, Christian Gulino, istruttore di windsurf proveniente dalla

lontana Sicilia, ed il mitico atleta di Formia, Nicola Spadea. In uno strabiliante

spettacolo sulle onde, si sono dati battaglia a suon di bottom, aerial, forward

loop e back loop, nella prima heat, Pelillo, che in una brillante performance ha

perso acqua surfando un’onda sino alla fine, Spadea, che ha incantato tutti con

i suoi numeri da pro, un grandioso Pannarale, notevolmente cresciuto e

migliorato rispetto allo scorso anno, ed un lodevole Gulino, che ha dato prova

di grande carattere, volendo confrontarsi in questo contest mure a sinistra,

nonostante la sua abitudine a surfate e salti mure a dritta nella sua Sicilia. In

finale da questa heat, volano Spadea e Pannarale. La seconda, vede sfidarsi

volti già noti sulle onde salentine, Angelo Galante, che lo scorso anno ha

DOPO UN WAITING PERIOD DURATO PIÙ DI UN MESE, INIZIALMENTE FISSATO DAL 15 GIUGNO AL 15 LUGLIO, E POI ESTESO PER ALTRI DUE GIORNI IN ATTESA DELLACONDIZIONE GIUSTA PER LA GARA, È STATO DISPUTATO IL “FRASSANITO WAVE CONTEST”, UNA COMPETIZIONE WAVE RIDING DI WINDSURF NELL’INCANTEVOLE SPOT DIFRASSANITO, SPOT ASSOLUTAMENTE UNICO NEL SALENTO IN QUANTO SITUATO NEL PUNTO PIÙ STRETTO DEL CANALE D’OTRANTO, CHE DATA LA POSIZIONE GEOGRAFICADELLA COSTA, PERMETTE AI VENTI DA NORD DI INCANALARSI E SUBIRE UN’ACCELERAZIONE PER L’EFFETTO “VENTURI”.

Ita events

Nicola Spadea

Marco Egi

Page 27: Funboard 150

25

raggiunto il secondo posto sul podio proprio il giorno del suo 55° compleanno,

battendo atleti molto più giovani, Simonluca Melchiorri, atleta tarantino di alta

qualità, Marco Egi rider di altrettanto alto livello, e Daniele Mega, grande

surfista salentino conosciuto da tutti per le sue bellissime surfate; questi

ultimi due, i migliori a passare alle battute conclusive. Dodici minuti, per

l’esaltante finale, che ha visto Nicola Spadea dominare la competizione con

manovre, surfate e salti da capogiro, in evidenza sin dall’inizio, il suo altissimo

livello; Marco Egi, già terzo sul podio lo scorso anno, ormai di casa in questa

terra, ha riconfermato la sua abilità tra le onde ed il vento di questo spot,

Carlo Pannarale, che ha dimostrato di essere davvero intraprendente,

(praticando questo sport da pochissimi anni) e di avere grandi potenzialità

nonostante i suoi problemi fisici dopo un infortunio subito qualche mese fa; e

Daniele Mega che ha onorato il suo mare ed i grandi del windsurf salentino

con cui si è formato, con emozionanti surfate. Forti emozioni, competizione ed

amicizia fra gli atleti e l’innegabile professionalità della giuria, ci hanno

regalato momenti di puro stupore, all’insegna dello sport più spettacolare. I

quattro finalisti di questo fantastico contest sono stati premiati dall’Assessore

allo Sport del Comune di Otranto, Gianfranco Stefano, in un clima gioviale ed

amichevole, durante il quale è stato offerto un rinfresco a tutti i presenti.

Organizzatori, atleti e pubblico, tutti molto soddisfatti a fine gara, hanno

commentato la giornata durante il bouffet tra mille sorrisi; il campione

assoluto del Frassanito Wave Contest 2012, Nicola Spadea, si è detto felicissimo

di aver condiviso questi giorni di onda e vento con i rider salentini, in uno spot

fantastico, e di aver per la prima volta, affrontato una gara in un clima sì

carico di spirito competitivo, ma altrettanto giocoso ed amichevole; Mimmo

Greco (organizzatore e presidente dell’A.S.D. Frassanito Surf Point): “È stata

una giornata fantastica, siamo tutti molto soddisfatti del contest e dei tre

giorni di onda e vento che il nostro spot ci ha regalato, tutti uniti in uno sport

meraviglioso, carico di adrenalina e tante emozioni. Il grande successo di

quest’anno, è un nuovo punto di partenza per poterci organizzare ancora

meglio per il prossimo contest.”

Un ringraziamento particolare va agli sponsor della manifestazione TIKI PRO

SHOP, RADICAL SHOP, BURIANA SURF SHOP, SPORT EXTREME-ION, SURF IN SALENTO,

MAESTRALE, che hanno offerto gadgets a tutti i partecipanti.

IL COMMENTO DI NICOLA SPADEA: Martedi 17 luglio tra le bianche spume alzate

dal maestrale e le lunghe spiagge pugliesi si è tenuto il “Frassanito wave

contest 2012”. Frassanito è una località nei pressi di Otranto famosa per le sue

condizioni meteo-marine ideali per la pratica del nostro sport, per i paesaggi

mozzafiato che la zona offre ancora incontaminati e molto caratteristici, nonché

per la coinvolgente atmosfera locale la quale colpisce chiunque si avvicini a

questa terra. I colori del mare agitato e il forte vento che ha soffiato dai

venticinque ai trentacinque nodi durante tutto il giorno sono stati la cornice in

cui si è svolta questa competizione wave. Dopo un rapido skipper’s meeting alle

ore undici la giuria ha preso posizione e si è dato il via alle danze facendo

partire le prime heat, voce e commento tecnico sono stati capitanati invece da

Beppe Caldarulo che assieme al suo staff hanno reso più chiaro a tutti coloro

presenti in spiaggia ciò che stava succedendo in acqua ed animato il tempo

con una giusta selezione musicale e qualche simpatico scherzetto. Sin dall’inizio

si sono potute notare manovre come: forward, backloop, hi jump, pushloop e

belle surfate grazie alle condizioni di onda e vento forte già dal mattino. La

giornata si è infine conclusa con la premiazione all’interno del campeggio con

la partecipazione dell’assessore allo sport di Otranto Gianfranco Stefano

pienamente soddisfatto per l’iniziativa e la riuscita della manifestazione e un

bel buffet tra tutti i partecipanti e spettatori.

YOUNG GUNS: Tra gli iscritti del “Frassanito wave contest” spicca il nome del più

giovane in gara, il diciassettenne formiano Andrea Parrella. Andrea è un grande

appassionato di windsurf e da pochi anni a questa parte dedica anima e cuore

a questo sport, la sua disciplina preferita è il wave ma nonostante le condizioni

per praticarla si manifestano solo in alcune occasioni non si tira indietro ad

entrare in acqua in tutte le condizioni e con qualsiasi tipo di attrezzatura

vivendo lo spirito del windsurf in tutti i suoi aspetti. La sua manovra preferita è

il backloop e il suo idolo è Levi Siver, da grande vuole andare all’università

anche se non sa ancora di preciso che strada seguire, e quando gli chiediamo

fino a che età vuol fare questo sport risponde: “Sempre! Che domanda!”.

TESTO DI Paola Perrone, Nicola Spadea | FOTO DI Cataldo Albano

CLASSIFICA 1° Nicola Spadea

2° Marco Egi

3° Carlo Pannarale

4° Daniele Mega

5° Pelillo

5° Galante

5° Melchiorri

5° Gulino

6° Assiro

6° Saponaro

6° Mastro

6° Candelori

6° Potenza

6° Di Marco

6° Palmarigi

6° Di Nocera

7° Lezzi

7° Buttaroni

8° Maldari

8° Rollo

8° Foglio

8° Potenza

8° Mattarelli

8° Caputo

8° Celli

8° Tortorella

Daniele Mega

Andrea Parrella

Page 28: Funboard 150

26

Giunto alla ventiseiesima edizione il Gran Slam di Fuerteventura è ormai

riconosciuto come uno degli eventi più importanti del circuito mondiale di

windsurf, un appuntamento che i migliori atleti del settore e i veri

appassionati di questo sport non possono assolutamente perdere. Nel pieno

dell’estate e più precisamente dal 20 al 30 luglio, in un periodo della stagione

in cui gli alisei soffiano al meglio delle loro capacità, la tappa “majorera”

ospita i più forti rider della disciplina Slalom settore maschile nei primi

cinque giorni ed il settore maschile e femminile della disciplina Freestyle negli

ultimi. Questa grande manifestazione organizzata da Renè Egli, leader dei due

più grandi centri windsurf dell’isola famosi in tutto il mondo, si svolge non a

caso davanti il Center One, il circolo più vicino al centro abitato di Costa

Calma. Centro nevralgico dell’evento

sono Las Carpas, due enormi tendoni

posti sull’interminabile Playa de

Jandia che vengono adibiti, uno, come

deposito attrezzatura per più di cento

atleti, l’altro, leggermente

sopraelevato, per tutti gli eventi serali

che accompagnano l’evento come:

concerti, serate da discoteca e

spettacoli vari di intrattenimento.

Ben cinque i nostri connazionali in

gara nella competizione freestyle tra i

quali anche una donna, la giovane Eva

Ciocchetti, alla sua prima esperienza

in un campionato PWA.

Francesco Cappuzzo, Jacopo Testa,

Mattia Fabrizi e Nicola Spadea sono

stati invece i nostri rappresentanti

nella disciplina maschile, coloro i

quali hanno sfidato l’elite del windsurf

mondiale mostrando di avere tutte le

carte in regola per far parte

dell’olimpo dei surfisti. Nelle donne incredibile è stata la performance di

Sarah-Quita Offringa che oramai da anni domina la scena femminile

incontrastata; una ragazza di un talento e di una maestria nel muovere la

tavola a vela sorprendente, e per quanto il livello generale si stia alzando e il

numero di windsurfiste stia crescendo creando potenziali sfidanti, la sua

supremazia sembra dover durare ancora a lungo.

Nel settore maschile le batterie sono state entusiasmanti sin dai primi turni

nei quali tutti i partecipanti già sfoggiavano le loro miglior manovre; i nostri

italiani si sono ben difesi avanzando diversi turni sia nel single che nel double,

per poi fermarsi solo contro sfidanti che hanno avuto performance strepitose.

Le manovre più gettonate ormai variano dalla Skopu allo Spock into Kulo per

ABBIAMO DECISO DI PROPORVI QUESTO REPORT DI NICOLA SPADEA DELLA TAPPA PWA DI FUERTEVENTURA ANCHE SE CONCLUSA DA DIVERSO TEMPO E DI CUI MOLTI DI VOIAVRANNO SEGUITO IL DAY BY DAY TRAMITE IL NOSTRO SITO FUNBOARDMAG.COM. RITENIAMO CHE SIA UN UTILE INCENTIVO PER I NOSTRI ATLETI ITALIANI A METTERSI INGIOCO ANCHE IN AMBITO INTERNAZIONALE COME HANNO FATTO LO STESSO NICOLA, FRANCESCO CAPPUZZO, EVA CIOCCHETTI, MATTIA FABRIZI E JACOPO TESTA.

PWA events

Da sinistra:Francesco Cappuzzo,

Jacopo Testa,Mattia Fabrizi,Nicola Spadea

e Robert Hofmann.

Kulo by Nicola Spadea.

Page 29: Funboard 150

27

non parlare delle Bonka double Flaka di Tonky Frans o le Burner no hand di

Gollito e Steven Van Broeckhoven. Sono stati infatti proprio loro i protagonisti

all’apice del tabellone eliminatorio sfidandosi nelle semifinali contro avversari

di tutto rispetto come Dieter Van Der Eyken, che nel primo single elimination

ha eliminato addirittura il campione del mondo in carica B72, Taty Frans, in

grado di chiudere un doppio Forward in condizioni non proprio favorevoli per

questa manovra, e Kiri Thode, che resta comunque uno dei guru e degli

innovatori di questa disciplina in grado di stupire l’intero pubblico di

Fuerteventura con delle Kabicuchi a due metri di altezza e dal controllo

ineguagliabile. La finale del single elimination ha visto Gollito trionfare su un

Tonky Frans in ottima forma in grado di essere competitivo anche contro il

quattro volte campione del mondo.

I veri fuochi d’artificio però si sono sparati nella finale del double elimination,

nei quali il Belga è riuscito ad ottenere nuovamente la possibilità di vincere,

dopo aver scalato la classifica e aver sconfitto i migliori partecipanti uno

dietro l’altro. A questo punto anche il vento sembra averci messo del suo

incalzando velocemente, tanto da far disputare la finale con vele da 4.0.

I due sfidanti si sono battuti senza esclusione di colpi, Gollito ha iniziato la

batteria con una Shaka altissima in sovrainvelatura e Steven ha risposto con

una mega Burner nel bordo di rientro; di seguito sono riusciti ad atterrare

tutte le migliori manovre visibili nei migliori video in circolazione e anche di

più! Poiché Gollito ha chiuso in finale la sua nuova manovra “Pasko”, mai vista

prima, e il Belga uno Shove it Spock 540° praticamente aereo che ha definito

come il migliore della sua vita in un’intervista al termine della finale.

Issata la bandiera rossa, la decisione dei giudici sembrava non volesse

arrivare mai; anche la giuria ha dovuto prendersi del tempo extra per poter

valutare al meglio i due sfidanti e solo dopo venti minuti il verdetto è arrivato

dichiarando Gollito vincitore dell’evento, offrendo la possibilità allo speaker

Robert Hofamann di poter annunciare i vincitori e la classifica finale davanti

un gremito pubblico canario.

TESTO DI Nicola Spadea | FOTO DI Markus Adrian, John Carter

Mattia Fabrizi.

Page 30: Funboard 150

28

Francesco Prati (RRD/Point-7) si è aggiudicato il primo posto e ci racconta

come è andata: “È stato un bel weekend quello appena passato. Due giorni di

regate, feste e divertimento! Dal mio punto di vista è andato tutto alla

perfezione, riuscendo a vincere 3 prove. Sabato abbiamo concluso le prime tre

regate con vento medio. La prima prova vedeva in testa Menegatti, Fauster e il

sottoscritto, ma avendo sbagliato l’arrivo, siamo dovuti tornare indietro

perdendo posizioni. Nella seconda prova sono riuscito a partire bene e a

mettermi subito al comando, senza mollare di un secondo fino alla fine, seguito

a ruota da Fauster, che però scopre dopo l’arrivo di essere OCS. La terza prova

invece non è andata bene per me, costretto a cadere in pre-partenza per

evitare un incidente, evitandomi quindi di partire. Per il secondo giorno erano

previste due prove. Partendo bene in boa mi sono portato subito al comando

dopo pochi metri, grazie alla mia buona velocita rispetto agli altri. Senza tanti

problemi sono riuscito a tagliare il traguardo per primo con un bel vantaggio.

Nella seconda e ultima prova c’è stata una partenza molto spinta, essendo

l’ultima regata del trofeo, e quindi l’ultima occasione per tutti di risalire la

classifica. Dopo aver lottato un po’ con Ferin, ho girato la prima boa per primo

con un discreto vantaggio sul gruppo dietro. Ma nelle boe successive il vento

ha fatto degli scherzetti e ho rischiato di fermarmi in una strambata rischiando

di perdere il comando della gara. Ma grazie anche ai miei materiali (122 XFire

RRD con 46 di pinna e la 8.6 Point-7 Ac1) sono riuscito a stare davanti. Non è

stato così per Fauster che si è visto invece sorpassare nelle ultime boe da Ferin

e Martini. In conclusione una bella regata con tanti atleti, soprattutto giovani! Il

Circolo Surf Torbole ha finalmente un bel gruppo di ragazzini che tra poco ci

daranno del filo da torcere!”.

CLASSIFICA - TROFEO MICHELE NOGLER - DOPO 5 PROVE E 2 SCARTI

Cognome Nome N.Vel. Circolo FIV TOT con 2 scarti

1 PRATI FRANCESCO ITA 10 CIRCOLO SURF TORBOLE 3

2 FERIN ANDREA ITA 1111 ASD MARINA JULIA 7

3 FRANCHINI GIOVANNI ITA 92 CIRCOLO SURF TORBOLE 8

CLASSIFICA - ZONALE TECHNO 293 - DOPO 4 PROVE E 1 SCARTO

Cognome Nome N.Vel. Circolo FIV TOT con 1 scarto

1 NOGLER MICHELE ITA 808 CIRCOLO SURF TORBOLE 3

3 FORLIN MATILDE ITA 169 CIRCOLO SURF TORBOLE 7

2 FAVRETTO FEDERICO ITA 99 ASD MARINA JULIA 7

CLASSIFICA - WINDSURFER - DOPO 4 PROVE E 1 SCARTO

Cognome Nome N.Vel. Circolo FIV TOT con 1 scarto

1 GALLMETZER DIEGO 53 ASD CALDARO 3

2 ALEXANDER LEOPOLD 10 VASCO RENNA SC 7

3 RENNA VASCO - CIRCOLO SURF TORBOLE 9

(Prime tre posizioni, classifiche complete su www.circolosurftorbole.it)

DAL 18 AL 19 AGOSTO SI È SVOLTO A TORBOLE SUL GARDA PRESSO IL CST IL TROFEO NOGLER, APPUNTAMENTO CLASSICO DELLA STAGIONE ESTIVA GARDESANA. 37 GLIISCRITTI PER LO SLALOM. NOVITÀ PER QUESTA EDIZIONE, LA REGATA TECHNO E QUELLA DELLA CLASSE WINDSURFER.DUE GIORNATE CON UNA FANTASTICA ORA CHE PER UNA VOLTA NON HA TRADITO LE ASPETTATIVE.

Ita events

Il presidente del CST Giovanni Noglerspiega il percorso.

Classe Techno 293.

Francesco Prati esulta al traguardo.

Page 31: Funboard 150

29

TESTO DI Francesco Prati | FOTO DI fotofiore/canon

Una delle emozionanti partenze dello Slalom posizionata sopravento alla Conca d’Oro.

I giovani Sebastiaan Verhagen e Bruno Martini.

Page 32: Funboard 150

30

Ed è qui che si svolge la nostra storia, che storia non è, perché è una favola. In

uno stazzo che domina la baia ed è sferzato dal vento hanno sonnecchiato per

molti mesi 24 tavole a vela.

Si sono svegliate a maggio e subito il chiacchiericcio si è fatto sentire. 14 di

esse avevano partecipato nel 2011 alla XIII° edizione della Regata Storica Tavole

a Vela, ed ora facevano progetti e ponevano speranza su chi tra esse avrebbe

partecipato all’edizione 2012 e chi avrebbe vinto. Litigavano su chi fosse la più

bella, su chi la più veloce, su chi avrebbe avuto la vela più sgargiante.

Meno male che lo stazzo era isolato, non avresti potuto comprendere

quell’animata discussione. Tutte pensavano che avrebbero potuto vincere e al

momento di gloria che l’avrebbe accompagnata.

E come comari le vecchie Mistral Competition dai baffi rossoblu o blu celesti

litigavano con gli imponenti Winglider e con i Windsurfer dalle linee snelle e

eleganti. E poi i Bic II° divisione che promettevano rivincite insieme ai Tencate.

Quando sentirono arrivare Simone, forte come un toro, che le avrebbe caricate

e trasportate alla spiaggia, si tacquero con il cuore che batteva forte forte.

Finalmente sarebbero tornate a rivedere Coluccia e si sarebbero messe in

bella mostra un’altra volta ancora. Poiché le tavole erano tante e le vele e le

attrezzature erano in misura minore, solo 16 di esse avrebbero gareggiato

nella XIV° edizione della regata storica che si sarebbe svolta nel pomeriggio di

mercoledì 22 agosto 2012.

Allineate di fronte al mare , nel “parco chiuso”, si mostravano all’ammirazione

di tutti. Il numero dei concorrenti iscritti risultò di molto superiore a quello

delle tavole e il Comitato Organizzatore “SAS” (Simone, Alberto e Stefano) fù

costretto, a malincuore, a respingere molte iscrizioni. Le tavole vennero come

sempre sorteggiate, i numeri delle tavole vennero inseriti in dischi di carta da

cui fuoriusciva un filo. Tirato il filo si apriva il disco e compariva il numero della

tavola. La regata ha una sola grande regola! Quella che non ci sono regole.

Al suono del corno 18 concorrenti (nel frattempo si erano iscritti due

concorrenti con tavole proprie) sono scattati dalla zona davanti la scuola e

sono corsi velocissimi alle tavole.

La partenza è uno dei momenti più esaltanti della regata: 18 tavole che partono

ravvicinate contemporaneamente. Concorrenti che si urtano e cadono in acqua,

derive che non scendono, boma che scendono, alberi che si disarcionano

(Peppe che urta BumBum e Varroux che affonda Straccaletto). Il vento di

tramontana che sistema tutti e costringe a innumerevoli bordi per risalire la

boa. Dieci minuti di godimento allo stato puro per gli spettatori entusiasti ed

incitanti tutti i concorrenti, indistintamente.

Un po’ meno godimento per i concorrenti. Mentre alcuni sono già a metà del

primo lato di regata altri stanno ancora litigando con l’albero o con il boma.

Amadeus, lo psichiatra, detto”psiche”, quest’anno ci ha deliziato con la sua

quasi impossibile partenza.

La gara è stata combattutissima, ma non per il primato. Il grande Varrucciu

senior detto Max, aiutato da una tavola Windsurfer assolutamente performante

e da una attrezzatura perfetta, ha dominato la gara.

Per il secondo e terzo posto due liguri, Emi e Cenesino, giunti nello stesso

momento a riva, hanno ingaggiato una corsa sfrenata per battere la mano

sulla scrivania della scuola dove è posizionata la linea d’arrivo.

Fantastico il combattimento per l’ottavo posto. A poche decine di metri dalla

spiaggia si sono presentati in tre (Nureyev, il Trombaio e Luponez) provenienti

da direzioni diverse, non essendoci regole di precedenza… nessuno l’ha

concessa! E così si sono urtati e incastrati finendo tutti a bagno.

A Romolo, detto Straccaletto, presentatosi con la tavola più originale, è stato

assegnato il premio ARIE, mentre il trofeo ARIE, messo in palio dalla Contessa

Serena Galvani, è stato assegnato al Club Porto Liscia, quale proprietario della

tavola nonché per l’impegno ed i risultati raggiunti nel recupero e

risistemazione delle numerose tavole a vela anni 70 e 80.

Altro momento topico è la premiazione. Con il balletto di quattro splendide

ragazze che accompagnano la consegna di un premio ad ogni singolo

concorrente, che viene circondato anche da altre ballerine, con vivissimo

entusiasmo degli spettatori, si chiude la grande giornata di Sport.

Il tutto con la regia musicale di noti DJ della zona.

La festa poi continua con il “trenino” che trasporta concorrenti, ballerine,

spettatori , organizzatori, tutti a fare il bagno.

È doveroso ricordare che: Il Premio ARIE (Associazione per il Recupero delle

Imbarcazioni d’Epoca) và conferito alla Tavola a Vela di valore storico, la cui

storicità è dimostrata o da un restauro filologico o da una conformità originale

dell’attrezzatura) tutto ciò per sottolineare il fatto che i Windsurf del passato

sono da considerare beni culturali e di conseguenza patrimonio della nostra

cultura nautica.

Arrivederci alla XV° edizione dell’anno 2013.

LA BAIA DI COLUCCIA È UN SOGNO. LA LUNGA SPIAGGIA È BELLISSIMA, CHIUSA, A PONENTE, DALLA PENISOLA CHE LE DÀ IL NOME, A LEVANTE, DALL’ISOLA PIÙ FAMOSATRA I WINDSURFISTI DI TUTTO IL MONDO, L’ISOLA DEI GABBIANI. DAVANTI, A NORD, A CORONAMENTO DOMINA L’ISOLA DI SPARGI CON I COLORI DELLE SUE ACQUE SENZAPARI. PER NOI CHE LA FREQUENTIAMO ED AMIAMO DA TANTI ANNI COLUCCIA È IL POSTO PIÙ BELLO DEL MONDO, DOVE SURFARE CON IL SOLE AL TRAMONTO O NUOTARE ALMATTINO NEL SILENZIO INCANTATO. E POI VOLARE QUANDO IL VENTO RUGGISCE.

Ita events

Page 33: Funboard 150

31

CLASSIFICA FINALE XIV° edizione Regata Storica Tavole a Vela anno 2012

1° Massimo Varrucciu (Max)

2° Emiliano Vassallo (Emi)

3° Matteo Cottardo (Cenesino) Premio Arie 2012

4° Alessandro De Luca (Alex)

5° Guido Oddenido (Trombeur)

6° Stefanino (Doich)

7° Cesare Lami (Dartagnan)

8° Sean Bazzocchi (Nurayev)

9° Giancarlo Crema (Trombaio)

CLASSIFICA FINALE XIV° edizione Regata Storica Tavole a Vela anno 2012

10° Gabriele Varrucciu (Varrux)

11° Michele De Muro (Luponez)

12° Stefanino Martin (La Bestia)

13° Romolo Politi (Straccaletto) Premio Arie 2012

14° Peppe Porru (Peppe)

15° Guido Gallisai (Zibracco)

16° Elias Argiolas (Razzittu)

17° Amadeus Ehrarth (Psiche)

18° Alessandro Bacchiddu (Bum Bum)

TESTO DI Stefano Pisciottu | FOTO DI Emanuela Cauli

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32

Ma come un Campionato Italiano in tappa unica? Ebbene sì, come più volte

abbiamo già scritto, da quest’anno i Campionati Italiani di Slalom, Wave e

Freestyle sono per la prima volta riconosciuti ufficialmente dalla FIV e quindi si

devono attenere alle regole di questo ente, ovvero i Campionati Nazionali si

devono svolgere in tappa unica sui 4 giorni. Sarebbe forse meglio togliersi dalla

FIV per poter avere nuovamente 3 o 4 tappe, nel caso si riuscissero anche a

trovare le risorse finanziare per farle…? Vedremo cosa succederà il prossimo

anno e FUNBOARD come sempre vi terrà aggiornati sulla questione.

Ma torniamo alla non gara, 4 giorni di puro relax e divertimento per 31 iscritti.

31… finalmente si è rivisto un tabellone freestyle pieno come non succedeva da

qualche anno. Ebbene sì, la vecchia guardia è ormai quasi del tutto decaduta,

almeno per quello che riguarda il lato agonistico, e tengono botta solo

l’inossidabile Stefano Lorioli, super local dello spot, e il vostro capo-redattore

che era iscritto anche a questa gara… cercando di unire l’utile al dilettevole

(passatemi questa bella scusa…). Atleti del calibro di Nicola Spadea, Gigi

Madeddu, Filippo Bestetti, Marco Vinante, Vittorio Mazzocca e lo stesso Mattia

Fabrizi fanno ormai parte dei grandi della nuova generazione! Una schiera di

nuovi e giovanissimi rider si sta affacciando alle gare e questo è indubbiamente

un segnale positivo per il movimento. Speriamo di continuare in questo modo!

Il lato organizzativo e logistico è stato quindi impeccabile, purtroppo il vento

non è stato all’altezza della situazione rendendo gli sforzi di molti quasi inutili.

Solamente il primo giorno di gara, il giovedì, si è riusciti almeno ad iniziare

qualche heat degli Junior grazie alle timide raffiche di ponente che cercavano

invano di distendersi. I successivi tre giorni sono stati la fotocopia l’uno

dell’altro: caldo estivo, partite di beach volley e divertentissime session di tow

in! Se ci avete seguito su funboardmag.com saprete anche che questi 4 giorni

sardi di fine estate sono stati decisamente “impegnativi” dal punto di vista delle

feste serali, dove i nuovi animal party delle new generation hanno dato il meglio

di loro (eravamo tutti abbastanza sicuri che il mattino successivo era molto

improbabile scendere in acqua per una heat…). Il race director Mirco Braghieri

con i giudici federali Mario Bellani, Mauro Romelli e Max hanno deciso quindi

per una super session di tow in dove gli atleti avevano un paio di tentativi per

eseguire la loro migliore manovra a pochi centimetri dalla spiaggia gremita dal

pubblico. Mattia Fabrizzi (Fanatic/North Sails) in virtù anche delle sue

precedenti prove di tow in durante qualche tappa poco ventosa del PWA, si

aggiudica il primo posto con una spettacolare Burner 900, unico rider in grado

di eseguire una doppia rotazione in questo particolare tipo di prova. Al secondo

posto un bravissimo Francesco Cappuzzo (RRD/RRD) di 15 anni che con la sua

potenza è riuscito a staccare e atterrare perfettamente in piedi una

radicalissima Kulo. Al terzo posto un super stiloso Jacopo Testa (RRD/RRD) con

una quasi Air Bob One Hand. Alle loro spalle gli altri finalisti sono stati Vinante

(F2/Hot Sails), Madeddu (Fanatic/North Sails) e Bacchini (Starboard/Severne)

che non riuscendo ad eseguire la loro top move sono stati costretti a ripiegare

sulla “classica” Funnel. Il titolo di Campione Italiano Freestyle per il 2012 non

verrà quindi assegnato, arrivederci al prossimo anno!

CLASSIFICA TOW IN1° Mattia Fabrizi (Burner 900)

2° Francesco Cappuzzo (Kulo)

3° Jacopo Testa (Bob One Hand)

4° Marco Vinante (Funnel)

5° Paolo Bacchini (Funnel)

6° Gigi Madeddu (Funnel)

PORTO LISCIA – SANTA TERESA DI GALLURA (OLBIA/TEMPIO), 6 – 9 SETTEMBRE 2012. NELLA SPLENDIDA CORNICE DELLA SARDEGNA DEL NORD NEL MITICO SPOT DELLACOLUCCIA HA AVUTO LUOGO IL CAMPIONATO NAZIONALE FREESTYLE AICW/WINDSURF NATION IN TAPPA UNICA PER IL 2012. PUBBLICO, SPONSOR, SOLE E ATLETI ERANOPRESENTI, MENTRE IL VENTO TANTO ATTESO PURTROPPO HA DECISO DI NON PRESENTARSI ALL’APPUNTAMENTO CON IL FREESTYLE ITALIANO.

Ita events

Jacopo Testa durante la tow in session.Driver: Mirco Braghieri.

Funboard, sempre in prima linea!

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33

TESTO DI Fabio Calò | FOTO DI Emanuela Cauli

Mattia Fabrizi

Francesco Cappuzzo

Il Campionato Nazionale Freestyle è stato supportato da: SelinFirenze, NOIL, Paesana Vacanze, Sarda Transport, Lega Navale Santa Teresa Gallura e Forever Living.

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36

SABATO 22 SETTEMBREUna ventina di tavole e rig pronti all’uso sistemati con cura sul prato del CST.

All’interno della struttura del Circolo un allestimento by Jaguar impeccabile e

sul prato antistante l’esposizione dei nuovi modelli del famoso marchio del

giaguaro. Se poi ci aggiungiamo l’iscrizione libera e gratuita (bastava

presentarsi e iscriversi, non serviva niente altro… solo la muta e trapezio), una

regata downwind con 4 boe e un super aperitivo offerto dagli sponsor, ecco

che la giornata diventa un fantastico momento di condivisione del nostro amato

sport. Vento intorno ai 10 nodi, e si poteva partire con la gara già dai 4! Ospiti

d’eccezione Steven Van Broeckhoven (Campione del Mondo Freestyle 2011) e

Tatiana Howard. Presenti anche alcuni atleti che arrivavano direttamente da

Londra 2012 come Diana Detre! Tutti i rider con attrezzature identiche, partenza

in barca giuria e si scende al lasco strambando su 3 boe fino ad arrivare al

traguardo posizionato davanti il CST, e non ci sono altre regole… tutto è

permesso (come Steven Van Broeckhoven che trovandosi sulla linea di partenza

in anticipo decide di scendere di poppa piena tagliando la strada a tutti per

non beccarsi una partenza anticipata… che ridere!!!). Finita la prova ogni rider

cede l’attrezzatura a quelli della heat successiva.

4 categorie: Espoir (under 19), Donne, Senior e Master. 3 batterie di qualifica

per ciascuna categoria dove passano solo i primi 3. Poi la finale a 12!

Il primo giorno di regata per la classifica Senior viene vinta da Andrea Ferin

che in finale non ha mai smesso di pompare, in seconda posizione il forte atleta

RS:X Fabian Heidegger e in terza posizione il vostro caporedattore. Nelle donne

vince Diana Detre, nei Espoir Jozef Masseroli e nei Master Ezio Ferin.

Dopo le premiazione di rito si parte con l’aperitivo by RivaBar offerto dagli

sponsor per poi concludere la giornata con un’esibizione notturna della RS:One

con le vele illuminate dai led.

DOMENICA 23 SETTEMBREAspettando l’Ora del pomeriggio la mattinata passa veloce grazie anche alla

possibilità di provare direttamente in strada i bolidi della Jaguar. Con un po’ di

ritardo verso le 14:00 il vento fa il suo ingresso ma si mantiene molto leggero,

ma grazie alle performance dell’attrezzatura RS:One si può comunque

gareggiare e si riparte con una nuova sfida; le due giornate sono separate sul

piano della classifica. Questa volta i regatanti hanno dovuto confrontarsi con un

percorso più stretto, con il primo bordo praticamente di poppa (difficilissimo)

per poi arrivare fino davanti al CST e risalire di bolina fino alla partenza e rifare

un altro giro. Dopo le consuete batterie di qualificazione le posizioni al vertice

non sono cambiate e Andrea Ferin vince nuovamente la classifica Senior, il

papà Ezio Ferin vince la classifica Master, mentre la classifica Espoir viene vinta

da Jozef Masseroli e quella femminile dall’olimpionica (Londra 2012) Diana

Detre. Jaguar e Neil Pryde hanno messo in palio un montepremi da 3000 dollari

che hanno diviso fra i primi 3 classificati di ciascuna delle quattro categorie

per entrambe le giornate. Inoltre è stato dato un premio in denaro aggiuntivo

per Jozef Masseroli che si è

classificato al primo posto

assoluto nella finale di domenica,

superando sul traguardo Andrea

Ferin che ha commesso un errore

di percorso proprio all’ultima boa.

E per finire c’era anche in palio la

prova per una settimana di una

splendida Jaguar per i vincitori

delle classifiche Senior e Master

sia di sabato che di domenica… se

fate i calcoli quindi la famiglia

Ferin ha vinto una Jaguar in uso

per quattro settimane!

SABATO 22 E DOMENICA 23 SETTEMBRE SI È CONCLUSA CON IL BOTTO LA STAGIONE AGONISTICA AL CST CON UNA TAPPA DEL JAGUAR NEIL PRYDE RACING 2012,OVVERO LA CLASSE RS:ONE. UNA QUARANTINA GLI ATLETI ISCRITTI TRA CUI ALCUNI PROVENIENTI DALLA RS:X OLIMPICA, 3000 DOLLARI DI MONTEPREMI ETANTO DIVERTIMENTO, VEDIAMO COM’È ANDATA.

Ita events

Steven Van Broeckhoven testa lo spazio della nuova Jaguar XF-Sportbrake.

Una delle partenze delle qualifiche dei Senior.

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37

TESTO DI Fabio Calò | FOTO DI Roberto Vuilleumier/PromoVideo

La spettacolare esibizione notturna della RS:One by Neil Pryde.

Il CST di Torbole.

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38

Al REO 2012 spopola il Freestyle.

Nicola Spadea (Starboard Gun

Sails) vince il contest, Francesco

Cappuzzo (RRD/MaverX) la XRay

Junior Freestyle Cup.

Il Freestyle è libertà,

divertimento, sorrisi. E così è

stato anche al Roma Event One

2012, la manifestazione che

grazie alla XRay Windsurf

Academy di Raimondo Gasperini

ha riunito a Maccarese oltre

venti tra i migliori rider d’Italia.

Al di là del risultato che ha visto

Nicola Spadea vincere con

merito un freestyle/wave contest

con vento leggero, è lo spirito

mostrato dai ragazzi giunti da

tutta Italia che ha colpito

LA FIERA PIÙ RAPPRESENTATIVA DEGLI SPORT ACQUATICI E ALTERNATIVI È STATA DI SCENA NEL WEEKEND DAL 20 AL 23 SETTEMBRE A MACCARESE (FIUMICINO, ROMA).MOLTE LE NOVITÀ DI QUEST’ANNO TRA CUI L’INGRESSO DI MAIN SPONSOR COME: NISSAN, QUIKSILVER, ROXY E REDBULL. I MIGLIORI FREESTYLER ITALIANI SI SONO SFIDATIIN EVOLUZIONI MOZZAFIATO PER ACCREDITARSI IL TITOLO DI MIGLIOR FREESTYLER. DI CONTORNO ANCHE UNA GARA DI WINDSURFER CLASS.

Ita events TESTO DI Simoni Pierini | FOTO DI courtesy XRay

Lo speaker Luca Gentilinipresenta i rider del freestyle.

Nicola Spadea.

Page 41: Funboard 150

organizzatori e pubblico. Uniti in un gruppo che negli anni si sta

consolidando, aprendo senza alcuna restrizione anche alle nuove leve, i

nuovi talenti del nostro Paese nel quale sono riposte le speranze degli

appassionati di questa disciplina.

Tra i partecipanti anche il campione italiano Mattia Fabrizi, i ragazzi terribili

del Windsurfing Club Sa Barra, Gigi Madeddu e Rossel Bertoldo, i romagnoli

Paolo Bacchini e Riccardo Marca, Matteo Romeo dal lago di Como, il

“waterman” Francesco Cappuzzo dalla Sicilia, in gara in quasi tutte le

discipline presenti, e i due toscani Claudio Marzeddu e Manuel Giannerini,

quest’ultimo tra le sorprese in gara. Tanti anche i talenti romani: Vittorio

Mazzocca, Giovanni Passani, Federico Nesi. E Gianluca Tamantini, prodotti

del vivaio dell’XRay Talent Factory. Poi i ragazzi di Vindicio: Fabio Casciello,

Vincenzo Petrillo, Andrea Russo. Da segnalare anche il ritorno in una gara

freestyle, seppur a scopo di esibizione, di Andrea Rosati, campione italiano

wave 2011 e 2012.

L’aspetto agonistico ha visto trionfare Nicola Spadea, a suo agio in una

condizione light wind con piccole onde da surfare. Qualche manovra

freestyle, una Bob e un Grubby one hand, e la sua esperienza nelle onde gli

hanno permesso di avere la meglio su Francesco Cappuzzo, secondo, e sui

grossetani Marzeddu e Giannerini, in una finale a quattro molto tirata. Alle

loro spalle la coppia storica di questo sport, Raimondo Gasperini e Andrea

Rosati, primi esclusi dalla finale ma protagonisti di un’ottima performance

nelle acque di casa.

Per Cappuzzo anche la soddisfazione del successo nella XRay Junior

Freestyle Cup, precedendo i romani Giovanni Passani e Gianluca Tamantini.

Per loro tanti premi concessi dalla XRay Windsurf Academy.

Contestualmente si sono svolte anche le gare Slalom e Windsurfer. Nella

prova di Long distance il successo è andato ad Andrea Rosati davanti a

Marco Begalli e Alessandro Giovini. Dodici i partecipanti alla regata

Windsurfer: Paolo Barozzi da Piombino, 3 volte campione del mondo fa 3

primi la domenica, ma arriva terzo, Mario Valdivieso, pluricampione italiano

ne fa due il sabato, ma su tutti la spunta il regolarissimo Stefano

Bonanome, primo incontrastato nel ranking 2012, che con 5 regolarissimi

secondi posti vince la regata. Al secondo posto Daniele Grimaldi, fresco

campione italiano a squadre, anche lui con piazzamenti molto regolari.

Raimondo Gasperni.

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40

Web people

CHIUNQUE DI VOI LETTORI CHE, OLTRE AL MARE, HA L'ABITUDINE DI SURFARE IL WEB IN QUESTI ANNI NON PUÒ NON ESSERSI IMBATTUTO IN QUESTO SITO, NATO CON ILNOME DI WINDCAM.IT E SUCCESSIVAMENTE TRASFORMATO NEL PIÙ COSMOPOLITA WINDSURFMAG.IT. È PROBABILMENTE IL PIÙ VISITATO E SICURAMENTE IL PIÙ LONGEVOFRA I SITI CHE RIGUARDANO IL NOSTRO MONDO, ABBIAMO FATTO UNA CHIACCHIERATA CON LORENZO, L'AMICO CHE SI OCCUPA DI GESTIRLO.

A te la parola Lorenzo!

Ciao Fabio, grazie per la presentazione e per lo

spazio che ci concedi, dici bene quando affermi che

siamo sicuramente fra i siti più longevi, nel web è

piuttosto normale vedere nascere siti che in

partenza sembrano avere la volontà di surclassare

tutti, per poi vederli puntualmente dopo un solo

anno essere dei cadaveri ambulanti, non più

aggiornati ne tantomeno seguiti... Noi oramai ci

avviamo verso il 15esimo anno di attività, direi che

già questo possa bastare. Ci tengo poi ad una

precisazione visto che siamo “colleghi” di web e

funboard.com è davvero un gran bel sito: mi piace

dire che il mio è il più seguito e longevo fra i siti

che non sono legati a riviste... Come dire: primi

entrambi, ma di due classifiche differenti!

Grazie mille, detto da te che sei forse il più

esperto di web-windsurf in Italia, mi fa molto

piacere, vuol dire che tutto il tempo che dedico

all’aggiornamento è ben speso, chi più di te sa

che costanza serve per tenere vivo e

movimentato un sito web. Ma parliamo di

windsurfmag.it come nasce e come viene

gestito?

Il sito nasce come ti dicevo oramai una quindicina

di anni fa’ per volontà del suo fondatore, Jacopo

Carrai di Firenze, con il nome windcam.it poichè

era, di fatto, “una raccolta di webcam” di interesse

windsurfistico, corredato da poche e saltuarie

news, io Lorenzo (oramai per tutto l’ambiente del

windsurf sono Lorenzo di Windcam tanto che sono

oramai “costretto” a inserire “windcam” tra il

nome e il cognome sul profilo facebook , twitter ecc

ecc, è diventato un secondo nome e non mi

dispiace affatto), circa nel 2001 ho cominciato a

mandare report al sito delle mie uscite, poi da li ho

avuto qualche piccolo comando di amministrazione,

il forum, la possibilità di inserire news in

autonomia... fino ad arrivare circa 3 anni fa’ a

rilevare in toto la gestione e l’amministrazione del

sito, poichè il buon Jacopo per altri impegni

personali e non poteva più seguirlo. Da allora non

ricordo più nemmeno quante release del sito sono

andate online, l’ultima, quella 2k12, è la sintesi di

sito moderno rapido, bello da vedere e interattivo

con tutti i socialnetwork; esiste ora anche la

versione mobile, più snella, per quando vi collegate

con il vostro smartphone. Ci tengo a dire che il sito

è e rimane una passione, il mio lavoro vero è un

altro, sono Product Manager in una importante

azienda italiana di accessori per fotografia, il sito,

nonostante l’impronta decisamente professionale

nella gestione che gli ho dato, lo gestisco nei ritagli

di tempo, e devo dire che mai come in questo

ultimo periodo, grazie ai passi avanti dei software

di gestione e dei nuovi device disponibili (iPhone e

iPad su tutti) è gratificante e immediato seguirlo e

aggiornalo.

Noi ti conosciamo anche come praticante, ti

incontriamo spesso in giro negli spot ventosi

del centro nord italico.

Beh si chiaro, tutto nasce da quello, dalla grande

passione per il windsurf e dalla voglia di

condividere anche con chi non c’era una bella

esperienza in acqua... Io abito in provincia di

Bologna, lontano ma vicino a tutto (vicino si fa’ per

dire, minimo 150-200 km dagli spot più

Lorenzo “windcam”al bacino di Suviana.

Windsurfmag homepage versione attuale.

Versione standarde versione mobileper Smartphone.

Page 43: Funboard 150

41

INTERVISTA RACCOLA DA Fabio Calò

interessanti...), spesso e volentieri mi muovo in

camper con la mia compagna Monia e la mia

bambina, Elena, di 7 anni, e chi ha buona memoria

ricorderà anche che curavo proprio qui su

Funboard una piccola rubrica su

Camper&Windsurf. Poi ovviamente vengono le

vacanze dove si vanno a cercare condizioni un po’

più solide di quelle che i nostri bacini regalano, e

qui penso a Tenerife, El Medano, che sta diventando

un po’ una seconda casa... Ci tengo comunque a

dire, soprattutto per chi non ci conosce, che il sito

non è assolutamente “autocelebrativo”, io sono un

amatore, il classico surfista della domenica,

ovviamente ci sono i reportage e i miei viaggi

personali, ma in piccolissima percentuale, grande

spazio invece viene dato a news di interesse

generale, e chiunque può mandare i propri report e

racconti per condividerli con noi!

Mi aggancio proprio al tuo ultimo discorso

“condividi”, la magica parola che abbiamo

imparato a cliccare 100 volte al giorno sul re di

tutti i social network, Facebook, non pensi che

abbia rubato spazio ai siti come il tuo?

Mah, guarda all’apparenza può anche sembrare

così, ma io ho una visione tutta differente, sarà che

per me non è solo business, ma anche e

soprattutto passione, io penso che più diffusione

delle informazioni abbiamo meglio è, quindi ben

vengano Facebook, Twitter, Instagram. Viviamo anni

in cui il flusso delle informazione è continuo e non

si deve arrestare in nessuno modo, proprio per

questo motivo il nostro sito è presente su tutti i

social che ti ho appena elencato. Ti dirò di più, la

pensavo allo stesso modo 2-3 anni fa’ quando

questi social network non esistevamo ma

c’eravamo solo noi gestori di siti a tema windsurf,

io non ho mai fatto la guerra a nessuno e ho

collaborato sempre con tutti, (e tu essendo gestore

a tua volta penso che possa testimoniarlo), e anche

nei confronti della carta stampata, nel tempo ho

collaborato con tutte e tre le riviste italiane

(quando erano tre...) anche contemporaneamente

senza che questo creasse problemi a nessuno.

Vado piuttosto fiero, in un mondo spesso popolato

da rivalità e inimicizie, dei buoni rapporti avuti

sempre con tutti in questi anni.

Collabori con aziende di settore? Hai sponsor o

partnership con qualcuno?

Ti ringrazio per la domanda, così ne approfitto per

fare chiarezza e togliermi qualche sassolino dalla

scarpa, il sito ha ovviamente dei brand che lo

supportano, grazie a Dio aggiungo, e sono in

continua ricerca di nuovi inserzionisti e nuovi

partner, ma non c’è assolutamente un legame con

il materiale che io utilizzo in acqua, ripeto io sono

un amatore, un surfista come tanti e il fatto che io

navighi con una cosa o un’altra ha davvero una

importanza minima... Poi ovviamente ci sono alcuni

brand con i quali c’è un rapporto speciale, ci

mancherebbe che non fosse così, ed è per me

grande motivo di soddisfazione quando questi

brand mi chiedono pareri o consigli sui loro nuovi

prodotti, ma è e rimane sempre il parere di un

amatore, anzi se devo essere sincero è una

soddisfazione ancora più grande quando il parere

me lo chiedono su questioni di marketing,

promozione e pubblicità, insomma il mio “vero”

settore windsurfistico... Lì credo di poter dare un

parere discretamente autorevole. Aggiungo anche

che tra i servizi che possiamo proporre ai marchi

che ci supportano c’è proprio tutto questo, la

gestione di pagine Facebook, la realizzazione di siti,

campagne marketing e ADV in genere.

Quali sono le soddisfazioni più grandi che hai

avuto in questi anni di gestione del tuo sito?

Devo dire che sono state tante... in primis le

persone che riconoscendomi in spiaggia mi

ringraziano per quello che faccio, sentirsi dire:

“Ah sei tu che segui windcam? Sai che vi ho

messo come homepage e la prima cosa che

guardo ogni mattina è quella!”. Riempie il cuore...

Poi anche essere stati in un certo senso creatori

di “movimenti”, mi spiego meglio, con i nostri

report e news abbiamo acceso i riflettori su spot

o modi di fare windsurf che erano un po’

nell’ombra, in un mondo piccolo come il nostro,

far conoscere uno spot con una caratteristica

particolare ha un grande valore, e trovarsi con

10 nuovi amici ai quali hai salvato il weekend con

le tue indicazioni, come va di moda dire adesso,

non ha prezzo... Poi ovviamente il discorso più

professionale come dicevo sopra, sentirsi dire

“prova questo e dammi un parere che ci tengo”

ovviamente non può che essere motivo di grande

soddisfazione.

Qualche cosa che vorresti dire e che non ti ho

chiesto?

Mah guarda, mi sa che davvero abbiamo detto

tutto, potremmo concludere con un classico “ci

vediamo in acqua”, (spero presto, magari con un

po’ di onda e molte pinne sotto la tavola) ma nel

mio caso aggiungerei anche un “ci vediamo il

giorno dopo sul web”, a noi piace pensare al

report, magari fotografico, che sia su facebook o

meglio ancora da noi sul sito, come parte

integrante dell’uscita, insomma condividere

sempre e comunque con gli amici vicini e lontani

le emozioni che questo grande sport ci regala!

Ciao e grazie a te per lo spazio e a tutti voi che ci

seguite!

Lorenzo in una burrasca tipicamente onshore adriatica.

Page 44: Funboard 150

42

Working people

FACCIAMO UNA CHIACCHIERATA CON L’ING. CLAUDIO CAZZARA RESPONSABILEDELLA DIVISIONE WINDSURF DI REGLASS, STORICA AZIENDA BOLOGNESELEADER NEL SETTORE DELLE ALTE TECNOLOGIE IN CARBONIO E PRODUTTRICEDEGLI ALBERI E ACCESSORI PER IL PROPRIO BRAND MAVERX E OEM.

COMINCIAMO CON CHIEDERE A CLAUDIO DA DOVE È PARTITA REGLASS E DOVE

È OGGI?

Reglass ha festeggiato nel 2011 il suo centenario. Questo dato da solo,

fornisce un’importante indicazione circa la storia di questa azienda

italiana. Reglass ha sempre lavorato il carbonio per prodotti di alta

tecnologia in vari settori, da quello industriale, a quello aerospaziale,

all’automotive e ovviamente, nostro particolare orgoglio, specializzandosi in

quello sportivo.

Nel windsurf pochi lo sanno, ma fu proprio Reglass a produrre i primi

alberi in carbonio utilizzando la tecnologia del wrapping in preimpregnato

(avvolgimento del tessuto), ad oggi qualitativamente e senza dubbio, il

miglior processo per ottenere qualità costante.

IN CHE COSA SI DIFFERENZIA IL VOSTRO PRODOTTO?

Reglass si è specializzata nella produzione di composito di altissima qualità. Per

essere e rimanere leader in questo campo, abbiamo scelto di mantenere la

nostra produzione in Italia. Questo ci permette di seguire l’intero processo

produttivo, assicurando standard qualitativi costanti ed elevati. Collaboriamo

con l’Università di Bologna in un’area che fa della tecnologia del carbonio un

uso molto specialistico. Ricordo che la nostra regione produce con orgoglio

gioielli come Ducati, Ferrari, Lamborghini con cui collaboriamo. Un punto che

può sembrare meno importante, ma che ha un suo fattore di distinzione

fondamentale, è che Reglass, produce il preimpregnato con cui costruisce i

propri prodotti all’interno della propria area R&D. I vari filati di carbonio sono

scelti e mescolati assieme alle resine più opportune per ottenere quelle

Page 45: Funboard 150

43

INTERVISTA RACCOLTA DA Leonardo Ucelli

caratteristiche meccaniche specificatamente ricercate in fase progettuale.

Possiamo insomma “lavorare di fino”, miscelare ciò che noi stessi riteniamo

essere ottimale per il prodotto finito, allontanandoci ancora una volta dalle

scelte standard disponibili nel mercato. Questo ci dà la possibilità di

sperimentare cose nuove con estrema liberta. Oltre ciò, il carbonio pronto per

essere lavorato, non viene spedito, non subisce stress, ma è così direttamente

impiegato. Senza l’aver optato per queste scelte, peraltro non economiche in un

mondo che tende sempre di più alla delocalizzazione e al risparmio, non

potremmo sviluppare prodotti all’avanguardia e proporre noi stessi soluzioni ai

nostri clienti, innovative e personalizzate. Ultima nota, siamo molto più reattivi

nel rispondere ad eventuali problemi producendo in Italia anche quando si

tratta di rispondere ad una garanzia.

PARLIAMO DI ALBERI. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE CHE RICERCATE NEL

PROGETTARE UN ALBERO?

L’importanza dell’albero per una vela è nota. Capisco pero, da windsurfista,

quanto sia difficile far passare questo messaggio e dargli l’importanza che

merita. Entrando in un negozio, leggendo le novità su un giornale, ci si sofferma

sulle cose più belle e “visibili”: vela e tavola. È così, non c’è dubbio. L’acquisto,

magari non sempre necessario di una nuova vela, finisce poi ovviamente con il

rimandare quello dell’albero, magari fino a quando non si rompe. Non voglio

convincere nessuno a cambiar idea, a volte poi è bello fare ciò che ci piace, a

prescindere. Credo però che ciò che il mio professore di Meccanica sosteneva,

possa essere applicato perfettamente al rig vela/ albero: “… in un qualunque

sistema integrato, l’insieme funzionerà al meglio del componente peggiore”.

Questo vale assolutamente per l’accoppiata vela-albero. L’acquisto dell’ultimo

Claudio in bottom nello spot del Cabezo a Tenerifeper testare in prima persona i nuovi alberi MaverX.

2012 MavrX collection.

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modello di vela, leggerissima, innovativa, montata su un albero vecchio o di

scarsa qualità, renderà al meglio delle possibilità di quell’albero, vanificando

così una grandissima parte delle caratteristiche di quella vela, facendo perdere

una parte più o meno consistente di manovrabilità, potenza, anticipo di planata.

Ovviamente, la cosa vale anche in senso opposto, quando si montano alberi

super-performanti in vele ormai vecchie e macerate dall’uso. Credo che la

coerenza del nostro equipaggiamento surfistico unita a un po’ di conoscenza e

di buon senso, ci possano aiutare a fare le scelte più ottimali.

NELLE OFFERTE DISPONIBILI NEL MERCATO DI ALBERI, CI SONO NOTEVOLI

DIFFERENZE DI PREZZO A PARITA’ DI PERCENTUALE DI CARBONIO. PERCHE?

Partiamo subito col chiarire un concetto. Erroneamente, si identifica come

unica discriminante di qualità di un albero, la percentuale di carbonio. La

percentuale di carbonio definisce, supponendo che ci sia onestà da parte di chi

fornisce il dato, solo ed esclusivamente la quantità di carbonio presente nel

prodotto; non indica quale modulo elastico abbia il carbonio scelto, che

standard costruttivi e controlli qualità abbia seguito e nemmeno chiarisce dove

sia stato costruito. Il carbonio differisce per caratteristiche

meccaniche e quindi per prezzo, va scelto pensando all’uso

finale del prodotto finito. Un nostro albero race non ha le

stesse fibre di un albero wave. Noi operiamo in questo

modo. Non tutto il mercato si comporta allo stesso

ugualmente.

Nella pratica tutto questo si traduce in un prodotto le cui

qualità sono facilmente percepibili in acqua in termini di

performance, peso e certamente resistenza. A chi li usa,

giudicare.

ULTIMAMENTE SI PARLA MOLTO DI COMPATIBILITA

VELA/ALBERO E RELATIVE CURVE. LE VELERIE

SCONSIGLIANO L’USO DI ALBERI NON DI LORO

COSTRUZIONE. COSA CI PUOI DIRE A RIGUARDO?

Capisco nel rispondere di avere la stessa credibilità di chi

sostiene il contrario, essendo il sospetto di essere di parte

troppo forte. Cercherò comunque di spiegare perché non

sia cosi. Oggi il mercato propone vele con curve piuttosto

simili che possiamo far rientrare nella pur generica

definizione di constant curve. Ovviamente esistono vele che

richiedono alberi più “hard top” (il top si flette di meno

rispetto alla base di un constant) e altre che richiedono

alberi più “flex top” (top che si flette di più rispetto alla

base di un albero constant). Un albero con curva constant,

può assolutamente essere montato su quasi ogni tipo di

vela, con magari qualche settaggio di precisione in

caricabasso e/o bugna. MaverX produce alberi constant

curve. La scelta non è casuale. Passiamo circa 3 mesi

all’anno alle Canarie dove ho a disposizione atleti nostri e

non solo (alcuni atleti di livello internazionale hanno i nostri

alberi, pur non potendoli ufficialmente usare per ragioni di

sponsor) che mi aiutano nel lavoro di messa a punto e

valutazione degli alberi; ascoltiamo i feedback degli utilizzatori finali e

compariamo le vele più recenti di tante case produttrici per confrontare

proprio le curve di ogni singolo albero con i MaverX. Verifichiamo i settaggi

dell’albero originale montato, li rimontiamo con i nostri mantenendo lo stesso

settaggio originale e controlliamo le differenze che sono, quando ci sono,

minime e facilmente ottenibili. Le fotografie che scattiamo e che mettiamo sulla

nostra pagina web www.maverx.it parlano chiaro. In acqua è un altro discorso,

i test hanno dimostrato nella maggioranza dei casi, che i nostri alberi danno

maggiore esplosività in fase di accelerazione e un deciso miglior controllo della

vela in condizioni critiche come in atterraggio da salti complessi. D’altra parte

anni di storia, di conoscenza e know-how non si recuperano di certo in pochi

attimi con i risparmi della delocalizzazione. Certo, non possiamo provare tutti i

modelli e le marche esistenti al mondo, possono esistere marche meno diffuse

che hanno un progetto talmente specifico da richiedere solo un determinato

albero, ma di sicuro questo non c’è ancora capitato con le marche più note da

noi e dai giornali di settore comunemente testate.

Vorrei anche tranquillizzare chi impazzisce cercando un accoppiamento di

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curve millimetrico come indicato dalla veleria o il settaggio al cm di quanto

riportato sulla vela: non c’è una necessita di precisione assoluta, lo dimostra il

fatto che tantissime vele possono oggi montare due alberi di lunghezze diverse

ravvicinate (per esempio un 370 o un 400) aggiungendo o togliendo ben 30 cm

di prolunga! Le curve che si ottengono in queste due configurazioni sono

assolutamente diverse e… vanno bene entrambe. Devono essere scelte sulla

base del proprio stile di surfata e delle condizioni di vento. Confrontarsi con le

esperienze di altri va benissimo, ricordando però che ognuno di noi è diverso e

che non esiste miglior giudice della propria esperienza. Più che ai numeri

stampati su una vela, affidiamoci al profilo che noi vogliamo far assumere alla

vela. Detto questo, ognuno deve giustamente fare ciò che gli dà i migliori

risultati e partire da prodotti di qualità, è il primo passo per godersi questo

sport in sicurezza.

NOVITA PER IL 2013?

Abbiamo raccolto una tendenza del mercato introdotto proprio delle vele nella

ricerca di materiali sempre più leggeri e performanti assieme all’uso di nuovi

profili (3-4 stecche). Una sfida; il nostro spirito di innovatori,

ci ha portati a studiare un albero che esaltasse queste

caratteristiche di peso delle nuove vele e siamo pronti dopo

un anno di test, un PWA e conferme continue di affidabilità

sul campo, ad introdurre un modello che raccoglie in sé il

meglio di ciò che oggi possa esistere in termini di

leggerezza, affidabilità e performance. Crediamo di essere

gli unici ad aver raggiunto questo risultato. L’albero è

un’evoluzione del nostro X1000 LTD, già leggerissimo con i

suoi 1100 grammi nella misura più piccola; lo abbiamo

alleggerito utilizzando nuove nano-tecnologie e facendo in

modo che mantenesse quel rilascio di potenza giusto per

essere usato soprattutto in condizioni wave e non solo. Il

peso è imbarazzante. Siamo riusciti a… no, vorrei

mantenere un po’ di suspense sui pesi… concedimelo.

Squadra che vince poi non si cambia, gli altri alberi

rimangono gli stessi con una piacevole notizia che ha anche

il sapore di novità visto il non facile momento economico

che noi tutti attraversiamo, abbiamo mantenuto gli stessi

prezzi del 2012. Credo che chiunque di noi, nella propria vita

professionale e personale sappia apprezzare il valore di

questa scelta che spero, ci premi.

Ricordatevi del vostro albero e di non cambiarlo solo

quando si rompe. La vita di un albero in termini di

prestazioni decade piuttosto rapidamente, dipende

sicuramente da dove si esce, come si esce e quanto si esce,

ma dopo due anni di uso non professionale e continuativo il

calo prestazionale è molto forte. Questo parlando di alberi

di qualità come i nostri, con alberi più economici questo

accade ancora prima. Poi, ovviamente, libera scelta.

CI VEDIAMO IN ACQUA DUNQUE?

Non potevi concludere con un augurio migliore. Considero il

mare come il mio ufficio e i surfisti in acqua, miei colleghi. C’è condivisione di

intenti, abbiamo tutti lo stesso scopo, animati dalla stessa passione. Un buon

ingrediente per fare un buon albero (o qualunque altro prodotto del nostro

sport), oltre al carbonio, la resina, il processo, è una bruciante voglia di andare

in acqua, navigare con un’attrezzatura al top e condividere tutto questo con

altri, siano semplici appassionati o pro. Se non surfi, non respiri questa

passione e per te questo mondo è solo business, impossibile resistere alla

tentazione di scendere a compromessi per ottenere prodotti più “vendibili”, a

discapito delle performance.

Enjoy.

PS: Vorrei ringraziare a nome Maverx e mio, tutti coloro che ci sostengono in

questo lavoro bellissimo. I nostri atleti e tester in primis, il mio staff tecnico che

mi supporta e sopporta, tutti quelli che ci hanno scelto, ma anche quelli che

sinora non l’hanno fatto, pregandoli di provare un nostro albero e di farci

sapere cosa ne pensano. Un caro saluto al vento, sperando che ci venga a

trovare sempre più spesso.

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People

IL PROMOTER: ERA UNA FIGURA NOTA,ANZI NOTISSIMA, NEI PRIMI ANNI ’80,MA SOPRATTUTTO ’90; ANNI IN CUI ILNOSTRO AMATO SPORT GODEVA DIFAMA, SUCCESSO E ANCHE QUATTRINI!I PROMOTER ERANO, MOLTO SPESSO,PRECURSORI DI QUESTO SPORT,RAGAZZI CHE NON POTENDO DARSIALLA GARE, PER UN MOTIVO O PERL’ALTRO, SI AFFIANCAVANO AGLIIMPORTATORI E NEGOZI DELLA LOROZONA, PROMUOVENDO I VARI MARCHI.NON C’ERA NEGOZIO O IMPORTATORECHE NON AVESSE ALMENO 2-3 RAGAZZIVOLENTEROSI E FORTUNATI CHESCORRAZZAVANO SU E GIÙ PER LENOSTRE COSTE, CARICHI DIATTREZZATURA E BRANDIZZATI COMENON MAI!

A testimonianza di questa tendenza, qualunque

macchina o furgone di un windsurfista era

costellata di adesivi; negli spot più cool ogni

centimetro disponibile era buono, panchine-

grondaie-cartelli, per “appiccicarci” sopra un bel

logo del negozio di fiducia o della veleria preferita.

I tempi sono cambiati, la crisi avanza e questa

figura sta pian piano scomparendo quasi del tutto.

Però c’è ancora qualcuno che rappresenta questa

categoria, che ama questo sport, che ci mette la

passione, che ci dedica del tempo, ed è riuscito nel

corso degli anni ad avere una posizione credibile e

allo stesso tempo umile. Motivo per cui rimane un

“animale” raro, quasi estinto. Lui è Simone, detto

Spaga, fa windsurf da quando le tavole erano

lunghe come Tir e le vele non avevano le stecche, o

forse ne avevano troppe, tipo le Team Extreme di

Comerlati con 7 stecche e 5 camber!!! Sono ormai

quasi 25 gli anni della sua attività, con alti e bassi,

periodi di pausa ecc ecc. Negli ultimi cinque però

per lui le cose sono cambiate tantissimo, vuoi un

nuovo innamoramento dovuto all’avvento dei nuovi

shape delle tavole, per prime le twinzer, vuoi un

incontro fortuito al lago di Garda; alla fine a Torbole

succedono sempre un sacco di cose! Nasceva

infatti nell’estate del 2008 una collaborazione tra

Spaga e SurfPlanet ,di Torbole appunto!

Alberto e Chiara, i due proprietari, cominciavano a

distinguersi nell’ambiente, il loro negozio era uno

degli ultimi apparsi sulla scena e volevano farsi

largo anche nel nord-ovest d’Italia, quindi dopo

qualche chiacchiera e alcuni dettagli decisero di

puntare su quello sbarbatello torinese di 28 anni.

Spaga usciva principalmente in Liguria e in Francia,

luoghi frequentatissimi da torinesi, milanesi e

liguri, quindi il giusto target.

Simone non è un professionista, non è il più bravo

in acqua, ma sa distinguersi, adora questo sport,

gli piace conoscere tutto del windsurf; e

sicuramente di tecnica ne capisce parecchio.

Se lo incontrate potete chiedergli qualunque cosa,

soprattutto di provare la sua attrezzatura, sarà a

vostra completa disposizione!

Gironzolando qua e là si è fatto conoscere, è finito

sulle riviste del settore, collabora con alcune di

queste, ha avuto per due volte la copertina del

giorno sulle news web di North Sails, diciamo che si

è sbattuto per ottenere dei buoni risultati.

Beh, siamo alla fine del 2012, i materiali del

prossimo anno gli sono appena stati consegnati e

la collaborazione continua alla grande.

SurfPlanet è uno dei negozi più affermati del

settore, non a caso da uno, i negozi sono passati a

tre; Spaga invece se la gira sempre con il materiale

fresco di stagione, non male direi. Questo è indice

che grazie ai sacrifici, si possono ottenere ottimi

risultati anche in un periodo come questo, dove

nessuno investe tempo e denaro su niente.

Non è che il prossimo promoter potrebbe essere

uno di voi?

Simone Spagarino in uno scattoby GoPro con i nuovi materiali

Fanatic/North Sails 2013.

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TESTO DI Simone Spagarino | FOTO DI Pietro Olivetta

Spaga nel suo “home” spot Andora (IM) durante una bella giornata di Libeccio.

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INTERVISTA DI Fabio Calò | FOTO DI courtesy Simmer | SPECIAL THANKS TO Sergio Minoni

Blacktip, Klaas Voget.

Ciao Tomas e benvenuto in Italia, per quale motivo ti trovi qui sul

Lago di Garda?

Tanto per cambiare, questa volta sono qui solamente per rilassarmi e non fare

niente. È l’ottantesimo compleanno di mia madre, quindi abbiamo deciso di fare

un salto al Lago per avere un assaggio di estate che deve ancora arrivare in

Svezia e rilassarci un po’. La nostra guida ci ha fatto vedere un sacco di bei

posti e ci stiamo divertendo molto.

Puoi raccontarci brevemente la tua vita lavorativa nel mondo del

windsurf?

La versione breve comincia negli anni ‘80, quando sono venuto a Torbole per

fare una gara di OneDesign. Ero finito in quarta posizione e fu così che venni

sponsorizzato da Mistral e NeilPryde e, quasi immediatamente, cominciai a

collaborare con loro per i materiali ed i nuovi modelli che poi si svilupparono

nel funboard che prese il sopravvento con l’arrivo del PWA.

Fino all’87 ho gareggiato nella coppa del mondo per poi aprire una piccola

compagnia ad Hong Kong assieme ad un mio amico, fornendo servizi

d’appoggio a piccole velerie, occupandoci di alcuni dettagli della produzione in

Cina, che allora non era ancora così diretta ed immediata come al giorno

d’oggi. All’inizio degli anni ‘90, Klaus Simmer, uno dei due fratelli, mi ha chiesto

di progettare e realizzare alcune vele da race per loro in quanto facevano

solamente vele wave a Maui e non erano altrettanto esperti. Nel ‘92 ho fatto

anche delle vele wave e nel ‘94 ho cominciato a gestire l’azienda per loro, per

poi acquisire la licenza del marchio nel ‘96. Nel 2007 l’ho comprato.

Che formidabile carriera! Parliamo ora dei tuoi nuovi modelli 2013, puoi

spiegarci le differenze primarie tra le BlackTip e le WhiteTip?

Ci sono parecchie differenze. L’unica peculiarità comune è che hanno entrambe

4 stecche. La BlackTip è stata progettata per avere un range di condizioni molto

più ampio, ideata per dare il meglio con tavole quad ma anche single

ovviamente. Abbiamo abbassato leggermente la bugna in modo che il rider

resti più verticale sulla tavola e la vela resti sempre in potenza, che è molto

avanzata. La WhiteTip, invece, ha una penna più stretta e una potenza più

centrale, in modo da garantire la massima accelerazione ma una velocità di

punta inferiore, in quanto la penna rilascia meno pressione ma sbatte anche

meno. Questo è un vantaggio notevole per le manovre bugna in avanti. La

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potenza più centrale inoltre permette al rider di staccare più facilmente.

Il profilo di entrambe le vele è piuttosto simile ma la WhiteTip ti permette di

mantenere più potenza anche nei buchi di vento.

Giusto per curiosità, cosa ne pensi delle vele a 3 stecche?

Penso che l’idea sia buona e sicuramente qualcuno comincerà a lavorarci

seriamente, ma dipende molto dalla tipologia di vela che si vuole realizzare.

Io avevo già realizzato delle vele a 3 stecche tre anni fa, per Patrice Belbeoch di

Exocet. La sua vela Fusion è perfetta per fare quello per cui è stata progettata,

cioè come vela per tavole da SUP. Le 3 stecche, in quella vela, sono tutte sopra

al boma, mentre ora ne fanno una sotto e due sopra. Con questa impostazione

penso che la potenza si sposti troppo ma in ogni caso penso che possano

funzionare solamente per le misure più piccole come la 3.4 e la 3.7. Per il 2013

noi avremo una nuova linea che passa da 5 stecche sulle misure più grandi a 4

su quelle intermedie e 3 sulle più piccole, le HALO. Queste andranno a

rimpiazzare le Mission X. Questo concetto potrebbe confondere un po’ il

consumatore, ma i benefici riscontrati sono davvero notevoli.

Dove si trova il tuo ufficio, la veleria e tutto il resto?

Io abito e lavoro in Svezia ad Hamstadt, sulla costa sudoccidentale. Qui ci sono

gli uffici e anche il magazzino europeo. La produzione effettiva avviene in Cina,

ed ormai non realizziamo più nessun prototipo in Svezia. Volo direttamente in

Cina per apportare le modifiche in loco, facendo i prototipi come se fossero

vele di serie, facilitando così il successivo processo di produzione una volta

ottenute le modifiche ricercate. Prima, invece, i prototipi venivano realizzati e

testati in Svezia. Dopo varie modifiche, realizzavamo un altro prototipo per poi

approvarlo, mandare il file in produzione e realizzare la vela. A questo punto,

però, dovevamo ancora testare la vela di serie, per assicurarci che avesse

effettivamente le stesse qualità riscontrate nell’ultimo prototipo.

Dopo anni di lavoro, mi sono reso conto che perdevamo un sacco di tempo. Ora

invece volo direttamente in Cina e posso realizzare molti prototipi già con

materiali di produzione, per poi testarli e se siamo soddisfatti, le mandiamo

direttamente in produzione. Così facendo si risparmia sia tempo che denaro.

Chi è il tuo tester di punta? E dove testate le vele?

Per il wave ci appoggiamo principalmente su Klaas Voget e Kai Katchadourian,

che è con noi dall’inizio del marchio. Ovviamente anche io faccio un sacco di

test, in quanto, essendo il mio marchio, non farei mai produrre delle vele che io

stesso non approvo. Penso poi che il cliente medio sia molto più simile a me

che a Klaas e a Kai, quindi le performance estreme non sono poi così rilevanti.

Le vele vengono testate sia a Maui che in Svezia, ma ancora, io insisto

soprattutto a testarle qui in Svezia, perchè il cliente medio surfa in condizioni

più simili a quelle che ho qui piuttosto che a Maui.

Per il freestyle e il race invece?

Per il freestyle collaboriamo con il rider israeliano Yarden Meir e un rider

locale svedese di nome Niklas Strahlen. Avevamo anche un rider francese che

poi però è passato a Gaastra e Tabou proprio nel bel mezzo della realizzazione

delle vele di serie. Fortunatamente, però, siamo riusciti ad azzeccare il

prototipo quasi immediatamente. Per le vele race invece collaboriamo con

Sylvain e Benoit Moussilmani, i gemelli di Marsiglia. Sono molto ambiziosi e

quindi passano un sacco di tempo in acqua e testano a fondo.

Puoi dirci qualcosa di specifico riguardo le nuove vele race? I rider di

slalom vogliono essere al corrente di qualsiasi minimo dettaglio...

Ci siamo concentrati soprattutto sull’aumentare l’accelerazione. La velocità

Hallo, Kai Katchadourian.

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massima e la maneggevolezza sono sempre state al massimo, e quindi ci

siamo sforzati di migliorare l’accelerazione.

Questo aspetto è fondamentale per partire in planata e ripartire

velocemente in uscita dalle boe. È davvero un fattore cruciale. La cosa

interessante è che, così facendo, si aumenta notevolmente anche la velocità

di punta e la performance generale della vela. Perfino i ragazzi dello speed,

prendendo in mano le nostre vele, sono riusciti immediatamente a fare

nuovi record personali. Con il GPS, infatti, l’accelerazione diventa molto più

rilevante rispetto alla run di 500 metri. È proprio questa esplosività che

abbiamo cercato anche per le nostre vele da PWA.

Che ruolo gioca l’albero per le vele race? Voi collaborate con un’azienda

produttrice di alberi?

Abbiamo sempre lavorato per sfruttare al meglio anche le caratteristiche degli

alberi, senza però cambiare le curvature iniziali. Le nostre vele, quindi, lavorano

anche con gli altri alberi in commercio. A volte c’è qualche problema riguardo

al diametro, ma nelle nostre vele di serie lasciamo abbastanza spazio per

permettere l’utilizzo anche di alberi più larghi. Preferisco invece non modificare

troppo le curve, evitando quindi che le vele funzionino esclusivamente con

alberi Simmer. Si può lavorare sul reflex, senza toccare le curve. Al momento i

nostri alberi vengono prodotti da una compagnia croata ma per gli alberi RDM

collaboriamo anche con piccole aziende in Cina.

Quale curva utilizzate per realizzare le vele wave? Constant curve, vario

top, fixed top?

Noi attualmente utilizziamo la constant curve. Questo nome però è fuorviante, in

quanto la constant curve prevede l’utilizzo di un albero più morbido a penna e

rigido alla base. Generalmente si resta sul 64% sulla base e 78% sulla penna.

INTERVIENE SERGIO MINONI.Su un recente articolo di

FUNBOARD, Goya dice che loro

permettono ad ogni cliente di

entrare nel loro negozio e

provare qualsiasi tavola e vela

vogliano.

Lui ci è arrivato adesso, ma io,

qua al Prà, è da quindici anni

che lo faccio, collaborando con

RRD e Simmer. Tramite Link,

infatti, ho conosciuto Tomas

che ha cominciato a fare qui

tutti i meeting dei distributori.

Già da allora, quindi, per

invogliare la gente a fare

windsurf, avevamo deciso di

mettere a disposizione dei

materiali in prova gratuita! È

nata una grande amicizia, e gli

abbiamo fatto conoscere tutti i

ristoranti della zona insieme ai

vari distributori. Io ho sempre

cercato di far innamorare la

gente del Garda non solo dal

punto di vista windsurfistico,

fino alla fine dell’albergo al Prà,

che ora è chiuso.

Icon, Ben Proffitt.

Tomas e Kai,due grandi amici.

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Grazie Sergio per il tuo intervento, Tomas cosa ne pensi del SUP?

Penso che sia eccellente. Il SUP è un nuovo sport alla portata di tutti ed ottimo

per restare in forma come fitness generale. È molto facile da capire e praticare

e penso che questo alla fine girerà a vantaggio del windsurf.

Da 10 nodi in su, infatti, c’è troppo vento per fare SUP. Ecco che qualcuno pensa

di metterci su una vela e si avvicina al windsurf. Il SUP non è ancora neanche

cominciato qui in Europa. In America è già enorme, ma penso che quest’estate

ci sarà una gran diffusione e l’esplosione sarà il prossimo autunno.

Avete anche cominciato a realizzare le vostre tavole con marchio

Simmer, giusto?

Abbiamo iniziato a progettare la nostra linea di tavole tre anni fa e le abbiamo

finalmente mandate in produzione lo scorso anno. Ci sono già abbastanza

marchi di tavole nell’industria, ma io non ho problemi a eliminare i rivali. Ho

pensato che fosse il nostro momento, vedendo che i produttori di tavole

continuano ad aumentare il prezzo ogni anno, sfruttando il loro monopolio e

spremendo tutti i clienti fino all’ultimo euro. Il tutto, inoltre, viene fatto

cercando di massimizzare i guadagni, quindi riducendo al massimo le spese,

risparmiando sui materiali e facendo peggiorare notevolmente la produzione.

Per me, personalmente, questo cammino porta all’autodistruzione.

Ho quindi deciso di introdurre io stesso il cambiamento che volevo, producendo

tavole performanti a prezzi convenienti, con peso e costruzione sopra alla

media. Abbiamo poi cominciato a pensare con chi sviluppare il nostro prodotto,

all’interno del nostro team. Subito ci è venuto in mente il nome di un surfista

svedese che è molto appassionato di quello che fa, Ola Helenius, che lavora

anche part time come professore di matematica all’università.

Collabora anche con una compagnia di Gothenborg e con il governo svedese

per promuovere l’insegnamento della matematica. E per finire, lavora con noi! È

davvero un tuttofare. È ormai da anni che realizza tavole e sa esattamente cosa

vuole, ed ha ovviamente collezionato tutti i dati per creare un proprio

programma di progettazione delle tavole. È una sorta di rainman.

Kai è sempre stato con Quatro, e ha chiesto specificatamente una tavola veloce,

che facesse curve affilate e che gli permettesse di muoversi velocemente sul

lineup, senza lasciarlo ammollo nella zona d’impatto.

Abbiamo quindi deciso di cominciare a lavorare sulle tavole wave, in quanto è

questo il campo in cui siamo più forti. Quest’anno poi vogliamo anche

espanderci con le tavole da allround/freeride, assieme a Ron Vanderberg e

Martin Van Meyers. Hanno proposto dei concetti veramente interessanti, che

abbiamo poi discusso e implementato tutti insieme. Dopo averci lavorato per

un anno, siamo pronti a mandarle in produzione.

Puoi parlaci quindi della costruzione di queste tavole?

È quella che noi chiamiamo costruzione bilanciata. La quantità di strati sopra e

sotto il sandwich è esattamente uguale, in modo da garantire la stessa

resistenza sia dall’esterno che dall’interno, proteggendo al meglio lo styrofoam

del core della tavola. Nel mondo dei materiali compositi, questa è la costruzione

sicuramente più resistente disponibile. Gli altri marchi, invece, utilizzando molta

più fibra e tessuti all’esterno, rendendo la coperta più resistente esternamente

ma più fragile internamente, danneggiando la resistenza generale della tavola.

Sono approcci completamente diversi.

Sappiamo che Francisco Porcella non utilizza più le tavole 99, è quindi un

vostro nuovo rider?

Sì... più o meno... è una domanda un po’ complessa al momento. Francisco è

sempre stato un teamrider Simmer per le vele.

Però non lo avete mai coinvolto nello sviluppo, vero?

Sì... non è mai stato coinvolto per le vele, figuriamoci per le tavole. Non l’ho

coinvolto non perchè il suo feedback non sia apprezzato, ma, dalla mia

esperienza personale, lavorare con troppa gente può diventare dispersivo.

Ognuno ha le sue preferenze e le sue esigenze e se ognuno vuole una cosa

diversa, si finisce per fare confusione e perdere di vista l’obiettivo finale.

Confermo, comunque, che non usa più 99 e che ora usa le nostre tavole.

Grazie Tomas per il tempo che ci hai dedicato. Alla prossima!

Tomas prova le sue vele.

Tomas e Sergio durante lanostra intervista al Pier Windsurf.

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Big wave riding sessions

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TESTO DI Jason Polakow | FOTO DI Alfredo Escobar, Diego Figueroa, Nico Orrego, Pablo Berrios | RIDER Jason Polakow, Robby Swift

Jason Polakow e Robby Swift.

È BASTATA UNA TELEFONATA DA ROBBY SWIFT VERSO LE 2 DEL POMERIGGIO CHE MI DICEVA CHE LO SWELL DELL'ANNO SAREBBE ARRIVATO QUALCHE GIORNODOPO ED ECCO CHE LA MATTINA SEGUENTE ERO GIÀ SEDUTO SU UN AEREO DIRETTO VERSO SANTIAGO DEL CILE, PER CERCARE DI WINDSURFARE LO SPOT DA

ONDA GROSSA PIÙ ICONICO DELL'AMERICA DEL SUD, CHIAMATO PUNTA DE LOBOS. NESSUN WINDSURFER CI AVEVA MAI MESSO PIEDE PRIMA, IN QUANTO QUESTA LOCATION ERA RISERVATA SOLO AI SURFISTI PIÙ AGGRESSIVI. DOPO L'ESTATE

HAWAIIANA E UN TENTATIVO FALLITO DI ANDARE A FIJI, ERA PROPRIO LA DOSE DI ADRENALINA DI CUI AVEVO BISOGNO.

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Il Cile è colpito regolarmente da alcune delle mareggiate più grandi al mondo.

Questo fattore, assieme all’acqua freddissima, rendono la destinazione una

mecca per gli estremisti del waveriding, che sono pronti a sopportare le

condizioni proibitive per surfare al meglio le onde ghiacciate.

Ci sono volute circa 30 ore di viaggio in aereo e una notte di sonno prima che

potessi finalmente guardare il picco di questo spot così rinomato.

Il paesaggio circostante e la maniera in cui l’onda si srotola sono veramente

eccezionali.

La terra si prolunga in un immenso point-break e ti permette praticamente di

guardare il rider a pochi metri di distanza. Sembra praticamente di poterti

buttare dalla scogliera ed essere sul picco con due bracciate. Appena a destra

della zona d’impatto ci sono due maestosi atolli, popolati da grossi uccelli

marini che si riscaldano al sole e ci nidificano, guardando il lineup giorno e

notte. Questo scenario assolutamente unico circonda poi una delle sinistre più

grosse, lunghe e perfette al mondo . Punta De Lobos è il sogno di ogni fotografo

sportivo.

Sono rimasto completamente esterrefatto mentre camminavo col materiale

verso la fine del point, guardando dritto verso il picco pulito di onde sui 6-8

metri! Ti sembra veramente di essere sul picco, sebbene sei ancora con i piedi

a terra. Riesci quasi a percepire l’accelerazione del battito cardiaco quando i

surfisti remano fino alla fine per cercare di passare i cleanup set più grossi.

Li ho guardati mentre partivano su bombe gigantesche, arrivando alla base

dell’onda per poi fare il bottom turn e scomparire per un istante dietro agli

atolli, riapparendo poco dopo con un’enorme parete che si srotolava lungo

tutto il resto della baia.

Ogni rider là fuori è un pro oppure una figura di spicco nel mondo del surf da

onda. Mentre io guardavo incredulo questa perfetta sinistra che si srotolava

per centinaia di metri, mi sentivo piuttosto intimidito. Con tutti questi surfisti

nella zona, ci si sente piuttosto fuori luogo.

I surfer locali, poi, possono essere particolarmente protettivi e gelosi dei loro

spot, e trovarsi in acqua un windsurfista potrebbe non fargli proprio piacere...

Mentre succedeva tutto questo, non avevo neanche pensato al windsurf finchè

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Robby mi ha dato una pacca sulla spalla dicendomi: “Sarà dura ma è possibile”.

È stato solo in quel momento che mi sono effettivamente reso conto della

difficoltà dell’impresa che avevamo scelto di affrontare.

Nessuno di noi aveva mai visto questo posto prima, e più passava il tempo, più

ci rendevamo conto che non potevamo semplicemente presentarci lì con la

presunzione di entrare in acqua e fare wavesailing liberamente.

Robby ha cominciato a parlare con alcuni dei rider locali e, stranamente,

sembravano quasi felici che ci fosse anche un windsurfista là fuori con loro a

dividersi le onde.

Il mio atteggiamento è così cambiato quasi istantaneamente da “forse ci

conviene andarcene finchè possiamo” a “bhè magari riusciamo a fare

qualcosa”. C’era anche un elicottero che sorvolava il picco per controllare

l’azione dei surfisti e uno dei local rider è riuscito a farlo atterrare per farci

parlare col pilota e farci fare qualche foto. Sfortunatamente l’elicottero non

aveva porte laterali rimovibili, necessarie per le foto, e quindi questa possibilità

è svanita.

Tutti, diversamente da quello che poteva sembrare, erano molto tranquilli e

accoglienti, l’opposto diametrale di un sacco di altri rider in svariate location in

giro per il mondo. Una volta, in Australia meridionale, sono stato rincorso fuori

dall’acqua da un pazzo con la pistola che mi ha minacciato di morte se fossi

rientrato in acqua.

Per riuscire a surfare in questo spot così rinomato e simbolico, però, la

priorità non era a chi baciare il culo, piuttosto sperare che Madre Natura ci

offrisse una minima possibilità.

Verso le 2 del pomeriggio non c’era ancora un filo d’aria ed era ora di prendere

una decisione. Un’intera troupe di fotografi, cameramen, jet ski ed altra gente

s’è raggruppata intorno a noi, sentendo quale fosse la decisione.

Ho prima parlato in privato con Robby, ed entrambi sapevamo che il tempo

stringeva. Se avessimo aspettato ancora, sarebbe stata la fine. Avevamo

massimo 3 ore per fare tutto quello che ci eravamo prefissati.

Il piano era piuttosto semplice, cioè far uscire i jetski, armare, metterci la muta

e poi aspettare sul lineup che succedesse qualcosa... magari un miracolo.

Stranamente il miracolo si è materializzato verso le 3.30 del pomeriggio,

quando delle minuscole ochette hanno increspato leggermente l’orizzonte,

sospinte da una leggera brezza. Noi abbiamo cominciato a galleggiare e

veleggiare piano piano verso il picco, superando i surfisti.

Robby è stato il primo ad entrare, ovviamente, mentre io lo guardavo

galleggiare immobile come una boa. Completamente fermo.

In quel momento mi sono reso conto che avrebbe avuto problemi notevoli a

partire su onde così grosse e veloci. Vivendo qui già da un po’, inoltre, Robby,

aveva con se tutto il suo materiale, mentre io avevo solo una tavola ed un paio

di vele. Ho comunque deciso di raggiungerlo e di galleggiare verso il line-up.

È sempre una sensazione un po’ sinistra quando sei in uno spot sconosciuto,

specialmente con onda grossa e con aria appena sufficiente da star in piedi. E

se i set più grossi rompono più fuori ed io sono troppo interno? Chissà se le

sezioni tengono e sono ordinate o le bombe magari fanno closeout. Tutti questi

pensieri ti annebbiano la mente mentre cerchi di metterti in posizione. Il fatto

che poi avessimo poca luce a disposizione per fare le foto, ci ha imposto di non

fare errori, rendendo il tutto ancora più delicato.

Dopo circa 10 minuti, Robby è riuscito a partire sulla prima bomba. L’ho

guardato estasiato da dietro l’onda mentre ho visto l’albero sparire per

qualche secondo per poi scorgere colonne di spruzzi levarsi dal lip dell’onda.

Ho sentito poi un verso stridulo d’eccitazione a fine surfata e da quel momento,

era iniziata. Ora non potevo tirarmi indietro.

Page 60: Funboard 150

58

Ho cercato freneticamente di prendere un’onda per oltre mezz’ora, ma perfino

con l’85 litri preso in prestito da Robby ho fatto una fatica immane. Una volta

mollato il jetski e essere sceso sul lineup, avevi pochissimo tempo per partire

sull’onda, prima di scarrocciare troppo per la corrente e trovarti troppo

lontano dal picco per poter partire, finendo col doverti far riportare sopravento

dal jetski. Essendoci così poco vento, la corrente era davvero un fattore

notevole. Robby ed io abbiamo deciso di strambare per uscire dall’onda appena

passato l’ultimo atollo, in quanto il vento nella baia interna era praticamente

nullo. Ancora una volta, questa soluzione è stata perfetta per Robby, che ho

visto prendere 3 o 4 bombe e ho sentito urlare di gioia dal jetski mentre veniva

riportato sul picco.

Io, sempre più deciso, mi sono avvicinato sempre più alla zona d’impatto e

finalmente sono riuscito a partire sulla mia prima onda dopo aver pompato

come un pazzo. Sull’onda, poi, è anche partito un local big wave surfer, Ramon

Navarro, che ha surfato l’onda assieme a me, fino alla fine, per poi farci uno

shaka reciproco per far capire che non ci fosse nessun problema nè tensione

dovuta alla precedenza.

Dopo essere uscito dalla mia prima onda, esattamente come pianificato con

Robby, però, mi sono visto un set enorme rompere proprio davanti. Mi sono

quindi buttato nell’acqua, di fianco al mio materiale, mentre aspettavo di venire

investito dal treno di 6 metri di schiuma. Mi sono concentrato per fare respiri

profondi e non farmi prendere dal panico, anche se sapevo che l’impatto

sarebbe stato notevole. All’ultimo momento, mi sono lanciato dalla tavola

sott’acqua, cercando di andare il più in profondità possibile. E fu così che

l’acqua ghiacciata ha cominciato a centrifugare il mio corpo, sbattendolo da

una parte all’altra come una bambola di pezza. Normalmente, con onde sopra

gli 8 metri, avrei indossato la mia life vest con bombole gonfiabili di CO2. Mi

erano però state confiscate all’aeroporto di Los Angeles, e quindi non avevo

nulla indosso. Mentre ero sott’acqua ho sentito il rumore secco dell’albero che

si spezzava come uno stuzzicadenti, e sapevo che ci sarei rimasto per un po’...

Appena sono riemerso ho cominciato a sbracciare e ad urlare per farmi venire

a prendere dal jet ski. Mentre cercavo di non pensare a quanto fosse fredda

l’acqua, ho cominciato a pensare che sarebbe tutto finito con un’unica onda.

Dopo aver volato per 30 ore, non era proprio la conclusione che speravo.

Con le onde grosse, come per tutto del resto, a volte sei fortunato ed altre no.

Quando non c’è vento e le onde del set sono così grosse, non puoi permetterti

di stare sul lineup per scegliere quella che vuoi, devi andare e sperare che

dietro non ce ne sia una ancora più grossa che finirà col romperti in testa una

volta che esci. Robby ha fatto lo stesso, ma fortunatamente per lui, una volta

strambato non si è trovato davanti un muro d’acqua come me. A me è capitato

alla prima onda, non è colpa di nessuno, son cose che capitano e basta!

Il jet ski di salvataggio mi ha poi riportato in spiaggia ed io ho armato un’altra

vela il più velocemente possibile. Mentre armavo, ogni tanto, vedevo Robby che

carvava sulle onde, alzando muri di spruzzi. Era una vera e propria tortura,

perchè veramente non vedevo l’ora che arrivasse ancora il mio turno.

Ora che il jet ski mi aveva finalmente riportato sul picco, il vento era finalmente

aumentato un po’ e ora riuscivo a partire più facilmente, riuscendo finalmente

a prendere qualche onda.

Robby riusciva a muoversi bene e continuava a prendere onde a profusione, e

verso fine session ne abbiamo anche prese alcune insieme.

Page 61: Funboard 150

59

Page 62: Funboard 150

60

Anche con questo aumento, però il vento era appena sufficiente a farci

muovere e a tratti avevamo bisogno del jet ski per risalire sopravento fino al

lineup. Mentre stavo seduto sul retro dello ski con la mia roba in mano

guardavo Robby droppare nell’ennesima bomba, mentre gli urlavo per incitarlo.

Ad un certo punto abbiamo deciso di fare alcuni incroci, alternandoci tra

bottom turn e cut back. L’ultima volta che lo avevo fatto era stato a Jaws

qualche anno fa. È davvero una sensazione bellissima essere nel bel mezzo

dell’Oceano con onde enormi e surfarle solo coi tuoi amici.

Mentre voli down the line il tuo sguardo viene catturato dai due atolli sulla

destra. File di lunghissimi kelp si muovono, restando attaccati alle rocce

sottostanti, cercando di prenderti le pinne mentre fai il tuo bottom turn. Il vento

leggero, combinato alla direzione leggermente side-onshore rendeva davvero

difficile mantenere la potenza durante le curve e sul lip, ma comunque le pareti

sono così lunghe che la surfata è comunque eccezionale.

La componente leggermente onshore, fortunatamente, non intaccava

minimamente la forma perfetta dell’onda. Le onde più grosse dei set passavano

vicinissime agli atolli e venivano così spianate perfettamente.

Quando stai per fare il secondo cut back, hai la prima visuale completa della

baia, proprio mentre stai per passare l’ultimo atollo.

I set più grossi avevano una spalla gigantesca, che continuava a rompere fino

alla spiaggia in fondo alla baia, e si poteva facilmente fare 7 o 10 bottom turn

prima della sezione interna sulla baia che faceva un enorme closeout.

Verso il tardo pomeriggio la folla sul burrone aveva completamente ricoperto

l’intero point ed era il momento di dare spettacolo per tutti gli spettatori cileni

che erano venuti a guardarci durante quell’ultima ora di luce. Ho anche sentito

che un sacco di pro surfer sono usciti dall’acqua per guardare cosa facessimo

e godersi lo spettacolo con gli altri. Mentre calavano le tenebre siamo poi

tornati in spiaggia, con un sorriso stampato da un orecchio all’altro.

Il viaggio è stato un successo eccezionale ed è valso fino all’ultimo i dolori alle

ossa e la noia delle 30 ore d’aereo.

Ora capisco perchè Robby si è fatto una casa qui a Matanzas. Il surf e il

windsurf sono davvero eccezionali qua, e la gente è molto calorosa ed

accogliente. Il cibo poi è assolutamente eccezionale e semmai doveste andare a

Matanzas vi conviene stare e alloggiare al Surazo hotel e ristorante. Alloggio e

cibo sono davvero ottimi.

Sicuramente ci tornerò anche l’anno prossimo, nel frattempo aspetterò con

pazienza che Robby mi chiami ancora per invitarmi a surfare la tempesta

perfetta.

Page 63: Funboard 150

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Windsurf trip

È STRANO PENSARE CHE ABBIA GIRATO PRATICAMENTE TUTTO IL GLOBO MANON SIA MAI STATO IN CANADA. ESSENDO AMERICANO, GENERALMENTE LA

GENTE CHE AMA VIAGGIARE E SPOSTARSI SCEGLIE IL VASTO NORDOVEST COMEPRIMA META. PER QUANTO MI RIGUARDA, ERA DA PARECCHIO CHE PENSAVODI ANDARCI E FINALMENTE MI SONO TROVATO UN PO’ DI TEMPO LIBERO PER

ANDARE IN ESPLORAZIONE. OVVIAMENTE SAREI ANCHE ANDATO ALLA RICERCADI VENTO ED ONDE E, TENENDO PRESENTE IL MIO OBIETTIVO, HO SUBITO

PUNTATO VERSO VANCOUVER ISLAND, PER POI ANDARE AD ESPLORARE GLIAMPI SPAZI DELLA BRITISH COLUMBIA.

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TESTO DI Kevin Pritchard | FOTO DI Brian Caserio, Johannes Neuman

Graham Ezzy a Cape Sebastiøn.

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CAPE SEBASTIØNIn men che non si dica abbiamo riunito una crew

di rider e ci siamo messi in viaggio verso nord. La

nostra prima tappa era Cape Sebastion e quando

siamo arrivati siamo rimasti a bocca aperta.

Insieme a me c’erano Graham Ezzy, Ruben, Russ, il

nostro fotografo Brian Caserio per le foto da terra

ed il nostro fotografo acquatico senza paura,

Johannes Neuman. Uscendo in un nuovo spot per

la prima volta, c’è sempre bisogno di ambientarsi

un minimo e di prenderci un po’ la mano. Quando

poi c’è anche Graham in acqua, il livello tende ad

alzarsi quasi immediatamente. È comunque

necessario capire alcuni dettagli, come per

esempio dove posizionarsi sul lineup, quanto stare

profondi, dove e come andare down the line, le

rocce, le correnti... e se sei da solo, il tutto può

essere un po’ spaventoso. Siamo comunque riusciti

a prenderci qualche bella onda. Non era né grosso

né cattivo, ma la temperatura era assolutamente

terrificante. Mi sono fatto frullare da un’onda e mi

è venuto il mal di testa, come quando bevi la

granita troppo velocemente, ed ho sentito un

brivido gelido corrermi lungo la schiena. Da quel

momento sono stato iper-motivato a chiudere ogni

manovra che provassi, perchè non volevo

assolutamente ricadere in acqua. Questo spot

comunque era davvero epico, con condizioni di

down the line wavesailing per fare entrate sul lip a

tutta velocità. Ero un po’ sottoinvelato con la mia

4.2, ma sono comunque riuscito a prendere

qualche onda interessante. Anche Ruben stava

spingendo alla grande, facendo delle entrate

davvero radicali, e mano a mano anche gli altri

sono entrati a dar spettacolo. Graham sicuramente

ha dato il meglio, chiudendo un enorme goyter

perfetto proprio sotto il mio naso. Volevo cercare

di replicare in qualche modo ma non avevo i mezzi

per farlo... potevo solo fare qualche aerial

tweakkato one hand e un paio di entrate

aggressive... Old School. Volevo passare al livello

successivo ma il sole stava per tramontare e il

vento stava calando, quindi sapevo di non avere

possibilità. Al calar del vento, il nostro amico Russ

ha preso la vela più grossa per saltare un po’ e

girare allegramente. Al tramonto tutti erano

stanchi e soddisfatti, giusto in tempo per

rimettersi in strada e ripartire verso nord.

MOUNTAIN CAMPINGQuella stessa notte siamo andati tra le montagne

per accamparci. Eravamo appena venuti via dalla

tappa AWT di Pistol River, ed eravamo riusciti a

prenderci una botte di birra che era avanzata.

Tutto sembrava andare per il verso giusto. Mentre

passavamo tra le montagne, la bellezza del

paesaggio era sconvolgente. Alberi enormi

facevano da guardiani alla nostra piazzola

d’accampamento, con sentieri e passaggi da

esplorare tutt’intorno. Abbiamo preparato la tenda,

cercando di accendere il fuoco in una foresta

pluviale... buona fortuna...! Il gruppo di windsurfisti

ha finalmente trovato un aspetto utile del kitesurf,

la pompa, grazie alla quale siamo riusciti ad

alimentare il fuoco per tutta la notte, tenendoci al

caldo fino a mattina. Man mano che la birra

scorreva, la serata è diventata sempre più

divertente e interessante. Abbiamo cominciato a

raccontarci storie nuove e vecchie, tra cui il mio

viaggio a Tahiti assieme a Jason Prior, salvato dai

cacciatori di perle dall’annegamento con onde di

un albero e mezzo. È stata una serata davvero

divertente. E diventava sempre più disfunzionale.

Kevin Pritchard prima di spingere al massimoha dovuto anche lui prendere le misure con il nuovo spot.

Page 67: Funboard 150

65

Un gruppo di liceali sono arrivati vicino alla nostra

piazzola ed immediatamente ci sono venute in

mente le tipiche scene da film horror in cui un

gruppo di rednecks faceva a pezzi gli ignari turisti.

Fortunatamente per noi, non erano altro che un

branco di ragazzini ubriachi in vacanza. In Canada,

infatti, l’età consentita per bere è di 18 anni, non di

21 come in America. Nessuno di loro aveva 18 anni,

ovviamente. Eravamo però a circa 30 km dal paese

più vicino, in una foresta, quindi era il posto

perfetto per iniziare a bere senza dar fastidio a

nessuno. Chissà poi cosa hanno pensato loro,

trovandosi davanti, nel mezzo del nulla, un

gruppetto di vecchietti con un barile di birra, che

ridevano mezzi ubriachi attorno ad un patetico

fuocherello. Abbiamo quindi deciso di farli unire al

nostro gruppo, offrendogli un po’ di birra, e loro,

miracolosamente, hanno tirato fuori un sacchetto

di carbonella! In men che non si dica il nostro

fuocherello si è trasformato in un vulcano, mentre

loro erano passati dal dare 5 dollari ad un

barbone per farsi comprare la birra a berne

quanta riuscissero a sopportarne. Un ottimo

scambio! Una volta rintanato nella mia tenda, in

lontananza, ho sentito qualche risata soffocata dal

vomito, ma alla fine è stata una serata davvero

divertente!

Page 68: Funboard 150

66

VANCOUVER ISLANDNon sapevo di preciso quanto fosse grande il

Canada, figuriamoci poi Vancouver Island. È da un

bel po’ ormai che vivo a Maui, e quando penso a

un’isola, penso che in 3-4 ore di macchina si possa

girare da un estremo all’altro. È un’isola, quanto

grande potrà mai essere? Bhè, da nord a sud... 15

ore di macchina! Così non ci siamo, dovevo trovare

un’altra soluzione. Tra macchina e traghetto

eravamo già in viaggio da 15 ore, e l’idea di

passarne altre 15 alla guida mi faceva venire la

nausea. Nel frattempo parte della ciurma s’è

distaccata, Graham, Ruben e Russ infatti hanno poi

deciso di tornare verso casa.

Io e Neuman n siamo quindi rimasti da soli,

continuando verso l’ignoto. Mentre stavo andando

online per fare un po’ di ricerca sulla zona e

trovare una destinazione più accessibile, ecco che

nella mia posta arriva una mail sconosciuta. “Hey,

mi chiamo Tom ed ho sentito che siete in zona di

Vancouver Island. Ho un aereo Mooney 252 Turbo e

mi piacerebbe portarvi un po’ in giro per l’isola per

farvi vedere gli spot migliori e vedervi all’opera dal

vivo!”. Ho passato il portatile a Neuman e in men

che non si dica gli si è stampata in faccia la mia

stessa espressione... OHHH YEAHH!!! Tofino era la

destinazione perfetta per il nostro viaggio. Quando

siamo arrivati da Tom ci ha subito detto che ci

sarebbero volute 8 ore di macchina, ma che lui ci

avrebbe portato in 45 minuti. Abbiamo quindi

caricato tutto il materiale a bordo e in un attimo

eravamo già in aria. Tom ci ha fatto fare il giro

turistico, facendoci ammirare la foresta pluviale,

sorvolando bellissime colline, e andando verso uno

spot perfetto per i principianti, chiamato Nitnat

Lake, per poi passare tra le isolette del Pacific Rim,

passando poi per lo stretto Juan de Fuca fino ad

arrivare a Tofino. Quando penso a Tofino, penso

all’estremità settentrionale della West Coast. Alberi,

natura e paesaggi incontaminati. Mi ricordava un

po’ una versione fredda e più moderna di Baja.

Tutto è grosso e crudo, una costa bellissima e

incontaminata con qualche casetta e paesino ogni

tanto. Siamo perfino andati a cercare gli orsi nella

foresta ma fortunatamente non ne abbiamo visto

neanche uno. Abbiamo fatto una piccola session di

surf da onda e ci siamo guardati un po’ in giro alla

ricerca del vento, per poi decidere di ritornare a

casa a bordo del nostro passaggio di lusso.

Abbiamo poi visto che c’era vento vicino a Jordan

River. Unico piccolo problema, non c’era modo di

far atterrare l’aereo. Ci saremmo dovuti ritornare

l’indomani in macchina. Oh no, si ritorna alla realtà.

Anzi, non mancava neanche tanto in quanto

Canada road trip.

Page 69: Funboard 150

67

eravamo già sopra a Victoria, la città principale di

Vancouver Island. L’abbiamo sorvolata proprio

mentre il sole stava tramontando e abbiamo fatto

un po’ di scatti interessanti prima di atterrare in

città. È stata un’esperienza semplicemente

eccezionale. Tom, inoltre, si è divertito un sacco a

farci da guida e non riesco a descrivere quanto ci

abbia fatto piacere. Davvero una bellissima

esperienza.

JORDAN RIVERIl giorno successivo siamo finalmente riusciti a fare

un po’ di windsurf nei pressi di Jordan River, che è

lo spot di wavesailing più vicino a Victoria, a circa 2

ore di macchina. Tom, ancora una volta, ha deciso

di farci da guida e si è messo in strada con noi,

facendoci vedere la zona. Siamo arrivati sullo spot e

c’era vento fotonico, peccato però che fosse piatto

Page 70: Funboard 150

68

come un biliardo! Tom, fortunatamente per lui,

aveva il suo materiale da slalom ed è entrato in

acqua a divertirsi mentre noi siamo rimasti in

spiaggia. È stato strano e bello fare il fotografo

anziché il soggetto per una volta! A fine session

abbiamo poi aperto un paio di birre locali e,

sebbene alla fine non fossimo usciti, eravamo

comunque tutti contenti.

Siamo poi restati in zona ancora un paio di giorni,

per poi tornare in terra natia, negli Stati Uniti

d’America. Ci aspettava una guidata di 21 ore per

tornare a casa, a Jackson Hole, Wyoming e quindi

non abbiamo perso tempo. Il viaggio in Canada è

stato spettacolare. Paesaggi bellissimi, da film, con

gente davvero di cuore. Grazie per aver reso

quest’esperienza così unica!

Mr. Pritchard vola sulle onde di Cape Sebastiøn.

Il forte local di Hookipa, Graham Ezzy,conclude la giornata in bellezza.

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Windsurfari

L'IDEA PRINCIPALE ALLA BASE DELLA PRESENTAZIONE DI QUESTA SERIE È DI FARE VEDERE ALLACOMUNITÀ WINDSURFISTICA E AL MONDO IN GENERALE QUANTO SIA EFFETTIVAMENTE SPETTACOLARE LACOSTA BRITANNICA. LA RICERCA SI È ANCHE EVOLUTA IN UNA SORTA DI CACCIA ALLE TEMPESTE, CON ISOLITI CONTRATTEMPI E PROBLEMI DI VIAGGIO CHE RENDONO OGNI SESSION ANCORA PIÙ MEMORABILE,SIA IN SPOT GIÀ RINOMATI O SU PICCHI ASSOLUTAMENTE VERGINI. IL NOSTRO VIAGGIO CI HA PORTATI ASPINGERCI A NORD FINO A THURSO IN SCOZIA, PUNTANDO POI VERSO NORDOVEST, PER POI ANDARE INGALLES, IN CORNOVAGLIA E PERFINO SU ALCUNE SPIAGGE SCONOSCIUTE DELLA PICCOLA ISOLA DI WIGHT,A POCO MENO DI 10 MINUTI DA CASA MIA. TRA I NOSTRI COMPAGNI DI VIAGGIO, SEMPRE PRONTI ADINSEGUIRE VENTO ED ONDE, NON POTEVA MANCARE L'INSTANCABILE TIMO MULLEN, ALLA COSTANTERICERCA DI ONDE SEMPRE PIÙ GROSSE PER AVERE LA MASSIMA RICOMPENSA, RISCHIANDO PERÒ TUTTOQUALORA QUALCOSA VADA STORTO. LOGICAMENTE, DOPO ANNI D'ESPLORAZIONE, È INEVITABILE CHE SIRIPERCORRANO DEI SENTIERI GIÀ BATTUTI, MA ANCHE UNA PICCOLA DEVIAZIONE ALL'ULTIMO SECONDOPUÒ DAR VITA A SORPRESE NOTEVOLI. DURANTE QUEL PERIODO ERO VERAMENTE INDECISO SE ANDARESU IN GALLES PER FARE UN PO' DI FOTO ALLA GARA WAVE DI BWA OPPURE ANDARE VERSO WESTCOUNTRY CON ALCUNI MIEI AMICI. IL MIO PROBLEMA CON L'ANDARE IN GALLES È CHE POI SAREI DOVUTOVOLARE DIRETTO IN COREA PER LA TAPPA DI PWA SLALOM, MENTRE PROPRIO IL GIORNO PRIMA DELLAMIA PARTENZA PREVEDEVANO UN'ENORME PERTURBAZIONE PIÙ A SUD... QUINDI, SEBBENE SIA STATAUNA DECISIONE SOFFERTA, NON POTEVO NON ANDARE TRA LE COLLINE VERDI DELLA CORNOVAGLIA!

Ad essere sincero le previsioni non sembravano

neanche poi così eccezionali, ma il vento sembrava

abbastanza forte, con onda media e sole a picco,

quindi avevo in mente di fare una specie di report

di una session estiva... non avevo grandi aspettative,

ma sapevo già che tutti insieme non ci saremmo

annoiati un secondo. La nostra crew era composta,

oltre che da me, da Timo e Paul Hunt nel primo van,

seguiti da Jamie Hancock e Jack Hunt che ci

stavano dietro a circa un’ora di strada... un branco

di pazzi scatenati tutti insieme per fare gli stupidi e

qualche surfata fuori dal comune... non si potrebbe

chiedere di meglio! A destinazione, la nostra guida

Blacky ci stava aspettando da Tombstone

Surfboards, pronto a fare un briefing all’intera

truppa. La prima tappa in Cornovaglia, ovviamente,

era al negozio di Blacky per controllare ancora una

volta le previsioni, e guardare anche un po’ dei

nuovi shape dei suoi range di tavole, chiamate

appunto Blackboards. Sembrava che lo swell

sarebbe aumentato in serata, quindi non c’era

motivo di arrivare in spiaggia di fretta, ma quando

Timo ha in mente di andare a surfare, è

praticamente impossibile imporgli di aspettare.

Non riesce a non entrare in acqua. Come tutti

sapranno, Blacky e il resto della comunità surfistica

locale erano a conoscenza di svariati spot, molti dei

quali sconosciuti e che sono rimasti tali, non

dicendoci dove trovare i picchi più belli sui reef più

nascosti, per non dover avere il problema di fare

entrare in acqua 5 rider più fotografi. Gli spot di

qualità comunque erano tantissimi, quindi abbiamo

fatto finta di niente. Abbiamo dunque puntato su

Gwithians come prima tappa, sebbene avessimo già

sentito qualche voce di corridoio secondo cui Steve

Thorpe e i fratelli King stavano già puntando in su

verso Perenporth, che dovrebbe lavorare meglio col

vento da sud.

Abbiamo lasciato indietro Blacky a risolvere un po’

di sue faccende al negozio, per poi mandare un

sms a Jack e Jamie per aggiornarli sui piani della

giornata. Tutto stava andando come previsto.

Appena siamo arrivati a Gwithians, sicuramente si

può dire che non eravamo gli unici nel parcheggio...

sembrava che ogni rider della costa meridionale si

fosse dato appuntamento qui per intercettare le

onde previste. L’ambitissima prima fila era già

completamente piena di van parcheggiati

vicinissimi e c’erano già dei windsurfisti e dei kiter

sul picco. Il vento da terra spazzolava perfettamente

le onde, lasciandole come velluto, anche se,

guardando più da vicino, arrivavano a malapena al

mezzo metro d’altezza. Io ho visto Timo uscire in

qualsiasi condizioni immaginabile di vento, ma

queste onde erano a malapena tali, e non

spingevano minimamente. A questo punto la

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71

TESTO E FOTO DI John Carter

Timo Mullen al top!

Ian Black ripping it up.

Timo e Hunty.

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72

domanda sorge spontanea... adesso che

facciamo?!? Sicuramente lo swell sarebbe

aumentato man mano che si risaliva la costa verso

Perenporth, oppure avremmo potuto puntare verso

ovest andando a guardare le spiagge nella zona di

Lands End. La decisione poi è stata presa in

maniera completamente arbitraria, sperando che

la fortuna ci seguisse nel nostro viaggio verso

ovest. È stata una scelta puramente casuale, in

quanto nessuno di noi aveva la minima idea di dove

andare di preciso. Dopo aver guidato per circa 40

minuti, ci siamo fermati alla spiaggia di Sennen,

guardando gli sciami di surfisti che si alternavano

sul lineup cristallino, surfandosi barre azzurre

incredibilmente perfette. Era passato un bel po’ di

tempo dall’ultima volta che ero venuto in zona, ma

mi sembrava di ricordare ancora il parcheggio di

questa spiaggia da quando ero bambino, quando

venivo a fare le vacanze in Cornovaglia con la mia

famiglia. Mio nonno stava pensando, ancora anni fa,

di comprare l’Hotel a cui appartiene il parcheggio,

venendo via da Tottenham, ma ha poi optato per

trasferirsi sull’Isola di Wight. Se solo avesse

comprato quell’albergo... la nostra famiglia ora

sarebbe piena di soldi, in quanto sia il parcheggio

che l’albergo avrebbero garantito l’intero

monopolio della zona. Avrei potuto trovarmi seduto

in quel gabbiotto all’ingresso del parcheggio

chiedendo 5 euro a macchina e leccandomi le dita

ogni sera d’estate. Invece eccomi qua bloccato

assieme Motley Crew all’ennesima ricerca di vento

e onde, un’altra forma dell’Oro della Cornovaglia.

Per quanto riguarda le condizioni, il vento

sembrava veramente rafficatissimo e leggero,

molto meno forte che a Gwithian, il che era un

peccato perchè le onde erano perfettamente

cristalline e se fossimo riusciti ad entrare in acqua

da qualche parte in zona, sicuramente avremmo

fatto delle foto da urlo! C’era veramente il

potenziale per una session memorabile. A questo

punto abbiamo deciso di mettere alla prova la

conoscenza della zona del nostro local guru Blacky,

sebbene sapevamo tutti che magari eravamo

troppo vicini ad uno degli spot che solo lui e pochi

altri conoscono e che sarebbe stato capace di farci

andare nella direzione opposta per non correre

rischi e rovinare il suo paradiso personale. Dopo

qualche minuto d’esitazione dall’altra parte della

Paul Hunt punta la bolla.

Page 75: Funboard 150

73

cornetta, Blacky ci ha fatto tornare indietro di

qualche km verso Gwenther, imponendoci di

aspettarlo in cima alla collina.

Dopo aver girovagato a vuoto per un bel po’ a causa

delle indicazioni approssimative di Blacky, siamo

finalmente riusciti ad arrivare al punto di incontro,

con una vista dall’alto sull’Atlantico infuriato che si

schiantava sulla scogliera proprio sotto di noi.

Ricordando la mitica Gwynevere della leggenda di

Re Artù, questa spiaggia è circondata da un alone

mistico e elegante. Per quanto riguarda le

condizioni, è probabilmente la spiaggia più esposta

alle mareggiate di tutta l’Inghilterra, assorbendo la

furia di tutte le mareggiate da nord ad ovest fino a

sud! Le onde a Gwenver erano almeno il doppio

della dimensione di Sennen, con un’acqua di colore

azzurro caraibico che veniva spianata

perfettamente dal vento sideoff. A me sembrava di

essere finito ad Esperance in Australia o in qualche

remoto angolo di Barbados o Tobago… Per quanto

riguarda la nostra serie, “Coast”, abbiamo

praticamente già sbancato tutto al primo capitolo.

Avevamo già passato abbastanza tempo in

macchina ed era ora di entrare un po’ in acqua a

divertirsi! L’unico piccolo problema è che ora ci

aspettavano almeno 15 minuti di camminata su un

sentiero lungo con le pareti scoscese della

scogliera per arrivare finalmente alla spiaggia

bianco perla. Blacky, ovviamente, è abituato, e

quindi ha subito impacchettato tutta la sua roba in

maniera ordinata e se l’è messa in spalla come se

niente fosse, già in muta, diretto verso la spiaggia.

Abbiamo poi mandato un sms a Jamie e Jack

dicendo loro di muoversi a venire quaggiù, mentre

noi saremmo già scesi assieme a Blacky, portando

il materiale come ha fatto lui, per arrivare alla base

della scarpata il più velocemente possibile.

Arrivato in fondo alla strada ero sudato fradicio e

stavo ansimando, cercando di non pensare a

quanto sarebbe stata faticosa la strada in salita, al

ritorno, dopo essersi sfiancati in acqua... Una volta

in spiaggia, Blacky, Timo e Hunty stavano già

cominciando ad armare sulla sabbia bianchissima,

non c’era una nuvola in cielo e l’acqua era di un

turchese quasi finto. Puoi cercare e girare quanto

vuoi in tutte le spiagge inglesi ma trovare uno spot

da windsurf come questo sarebbe praticamente

impossibile, senza poi contare il fattore fortuna.

L’unica domanda era se fosse windsurfabile!

Non ci è voluto molto prima che la risposta

diventasse evidente. Timo è uscito immediatamente

tra le onde cristalline e potenti, virando e

prendendo la prima onda senza perdere un

secondo. È partito a tutta velocità e ha surfato la

prima onda del giorno. Proprio mentre stava

buttando giù la vela per fare il bottom turn proprio

davanti alle rocce di Brisons, ho cominciato a fare i

miei primi scatti della session e da subito è

apparso chiaro che avessimo tra le mani un vero e

proprio pezzo d’oro della Cornovaglia. La marea poi

è aumentata e lo swell è cresciuto sempre più,

diventando ancora più potente e ripido, creando

sezioni cave e tubanti. Sembrava quasi stesse

diventando troppo grosso e c’era la paura che il

fondo sabbioso non tenesse più e tutta la baia

facesse un solo enorme closeout. Per adesso, le

onde di quasi 4 metri continuano a srotolarsi

perfettamente, potenti e veloci, con tubi turchesi

che rendono l’atmosfera assolutamente magica e

surreale. Io sicuramente non mi lamentavo e anche

tutti gli altri rider mi sembravano dello stesso

parere. Dopo circa mezz’ora di follia e numerose

onde, ho finalmente intravisto Jamie e Jack che a

momenti cadevano giù dal burrone per la fretta,

quasi lanciando il materiale sulla spiaggia. In

questo momento, entrambi i banchi di sabbia a

nord e a sud della baia stavano lavorando da

paura, facendo srotolare onde turchesi, offrendo

un’infinità di sezioni perfette per gli aerial. Mi sono

dovuto dare un paio di pizzicotti per rendermi

effettivamente conto di esser sveglio e soprattutto

di essere ancora in Inghilterra. La situazione e il

Page 76: Funboard 150

74

paesaggio sembravano semplicemente così

surreali. Dopo circa 10 minuti, con tutto il materiale

finalmente pronto, ho visto Jack correre

freneticamente su per la stradina, facendosi 1

miglio in salita mentre Jamie stava entrando beato

in acqua per prendere la prima onda della sua

session. Dopo ho saputo che Jack aveva

dimenticato il suo trapezio per l’agitazione... già è

una rottura quando bisogna solo tornare al

parcheggio, figuriamoci quando ti devi quasi fare

due km in salita, con condizioni perfette e le sicure

prese in giro che lo aspettavano a fine session. Una

camminata del genere è davvero una punizione

notevole, e purtroppo non passa neanche

inosservata! Con il resto della crew che flirtava con

le onde perfette proprio sotto alla scogliera, a

Jamie Hancock è venuta la brillante idea di andare

a controllare l’infame sinistra proprio davanti alle

rocce di Sennen, direttamente sotto alla scogliera.

Dopo una mezz’ora di surfate in solitudine, anche

Timo, Blacky, Hunty e Jack hanno deciso di risalire

ed ecco che improvvisamente l’intera truppa stava

disintegrando le onde del point. Sfortunatamente

per me, per poter fare delle foto decenti, avrei

dovuto farmi una bella camminata di oltre 1km. La

marea però era così alta che non c’era più spiaggia

rimasta e quindi sono dovuto passare sulle rocce.

Dopo circa 40 minuti sono finalmente riuscito ad

appostarmi solo per vedere i ragazzi che hanno

preso le ultime onde per poi tornare sottovento! Mi

sono rimesso stizzito tutto il mio materiale

fotografico di 15-20 kg sulla schiena e, dopo essere

ritornato al punto di partenza, ho visto gli altri che

avevano già smontato tutto e stavano per tornare

verso il parcheggio. Essendo abbastanza stufo di

camminare avanti e indietro, ho cercato di trovare

un percorso alternativo, cercando di trovare una

scorciatoia verso il parcheggio. Questo mio piano,

ovviamente, è fallito miseramente e mi sono

ritrovato al parcheggio con le ginocchia che

tremavano per lo sforzo, dopo aver girovagato a

vuoto per oltre 45 minuti!

Durante la session, le onde sono aumentate da un

metro e mezzo ad oltre un albero, che sembrava

fosse il limite oltre il quale lo spot avrebbe fatto

closeout, specialmente con quella marea. Blacky

sembrava aver fiutato che per quell’ora anche

Gwithians avrebbe potuto iniziare a funzionare, e

che magari avremmo potuto raddoppiare,

rendendo la giornata ancora più eccezionale...

“Ragazzi portate le vostre chiappe quaggiù perchè è

spettacolare!”. Eccoci ancora una volta ripartire a

tutta birra, volando lungo le strette corsie dei

tornanti della penisola di Lands End, con l’ansia di

arrivare il prima possibile per riuscire a surfare

ancora qualche bella onda, mettendo la ciliegina

sulla torta a quella giornata epica. E sì, una volta a

Gwithians, le condizioni erano pulite e perfette, la

gente se n’era andata, stufa di aspettare, e i ragazzi

sono riusciti a surfarsi ancora un po’ di onde

perfette, quasi completamente soli, mentre il sole

s’inabissava nell’Atlantico. Ora ci voleva proprio una

bella birra ghiacciata per chiudere la giornata in

bellezza e celebrare questa occasione sfruttata così

bene... Ahhh...la birra è ancora più buona quando ti

senti di essertela guadagnata!

TIMO MULLENLa baia di Sennen Cove è un posto piuttosto

speciale per me! 33 anni fa io e mio fratello Finn

abbiamo preso le primissime onde della nostra vita

in vacanza con i nostri genitori qui in Cornovaglia.

Quelle prime surfate a Sennen hanno ridisegnato

completamente la mia vita, portandomi poi ad

inseguire vento e onde in giro per tutto il globo. Ho

Jack Hunt.

Page 77: Funboard 150

75

vissuto e lavorato in Cornovaglia, e ci sono andato

così tante volte per surfarci da avere perso il conto,

ma Sennen mi aveva sempre eluso. Fino ad ora!

Qui a Sennen si è sempre respirata un po’ di storia

windsurfistica, quando verso la fine degli anni ‘80

Nils Larsen mi raccontava delle sue session epiche

in quello spot, avvertendomi però delle correnti

fortissime e rocce ovunque. Ancora oggi la crew del

posto composta da Blacky, Fawcett e Dawkins

continuano a spingere i limiti sempre di più,

avventurandosi sui reef sconosciuti della zona che,

non sapendo di essere in Cornovaglia, potrebbero

tranquillamente passare per l’Australia Occidentale.

Questo viaggio a Sennen non era partito come una

caccia all’onda grossa, ma come un disperato

tentativo di entrare in acqua con almeno 1metro

d’onda! Abbiamo iniziato controllando tutti gli spot

abituali, per essere sicuri, Gwithian era minuscolo

e pieno di gente (forse perchè continuano ad uscire

articoli sullo spot!), e allora, senza nulla da

perdere, abbiamo deciso di fare un tentativo

puntando a Sennen Cove. Appena siamo arrivati

siamo rimasti a bocca aperta! Barre cristalline di 2-

3 metri si srotolavano sul point... non abbiamo mai

mangiato un pranzo McDonald’s così velocemente!

Sembrava di essersi teletrasportati a Esperance in

Australia occidentale, e c’erano perfino le scalinate

per arrivare in spiaggia, bianca come gesso, con le

montagne ridossate. Mancava solo un van in

lontananza con le birre in fresco e di vedere

McKercher che si sparava un aerial sorvolando una

sezione tubante! Io, Hunty e Blacky siamo entrati in

acqua per primi e ci siamo immediatamente resi

conto che questa session sarebbe stata veramente

speciale, in quanto le onde erano perfette in ogni

dettaglio, non solo in dimensione e forma, ma

perfino in colore! L’onda qui è completamente

diversa da Gwithians, in quanto avanza in acqua

profonda e poi passa sui banchi di sabbia in men

che non si dica, rompendo con ferocia. Il timing qui

è davvero critico. Se prendi la sezione giusta al

momento giusto vieni proiettato in aria facendo i

migliori aerial della tua vita, ma se sbagli anche

solo minimamente probabilmente finisci col venir

spiaccicato sul fondo sabbioso con albero e vela

disintegrati, come è capitato a Jack dopo qualche

minuto in acqua. Sia vento che onde sono poi

aumentati mentre seguivamo Jamie più su verso

Sennen, e i primi set della tempesta cominciavano

ad entrare e superavano tranquillamente l’albero.

L’onda qui è davvero veloce e aggressiva, quindi per

sfruttarla al meglio bisogna andare in down the

line a testa bassa ed entrare senza esitazione. Tutti

abbiamo avuto dei momenti speciali e dei momenti

di terrore, ma Blacky era davvero lanciatissimo e si

vedeva che le sue nuove vele andavano benissimo,

splendendo in questa luce perfetta mentre carvava

e volava sopra alle sezioni critiche. Finalmente ha

del materiale che viene bene anche in foto, perchè

l’azione era davvero notevole! Anch’io ho fatto una

surfata per me eccezionale in cui ho fatto 3 aerial

su 3 diverse sezioni e tutte e tre sono state le più

grosse che abbia mai fatto. Lo spot ci ha veramente

regalato una session da urlo! Sfortunatamente le

condizioni epiche sono velocemente sfumate al

cambio della marea, che salendo ha finito per

allagare i perfetti banchi di sabbia, non facendo più

rompere le onde fino al giorno successivo. Eravamo

tutti piuttosto esausti, tra JC che sembrava avesse

camminato per tutti il Capo di Cornovaglia, Hunty

che aveva surfato più onde che in tutto il resto

dell’anno, Jack che si era arrampicato su e giù

dalla scarpata per 4 volte, Jamie che aveva preso le

sue onde più grosse (rispetto alla sua altezza!), e

Blacky che era esausto e come sempre si era

Timo down the line.

Page 78: Funboard 150

76

dimenticato di mettersi la crema solare e

sembrava un’aragosta rosso acceso servita in uno

dei ristoranti locali! Ne è valsa assolutamente la

pena comunque. Le foto sono venute benissimo e

perfino JC pensava di aver fatto un buon lavoro, che

per un perfezionista come lui significa scatti

eccezionali. Mentre stavamo tornando verso il mio

van, avevo già ricevuto un messaggio da Blacky che

mi diceva che era già a Gwithian e che stava

entrando da paura.. .altro che RedBull, la voglia che

ha lui è davvero inimmaginabile e dopo aver

ricevuto quel messaggio l’intera crew si è

completamente rivitalizzata e siamo ripartiti

lanciatissimi per la nostra seconda session!

BLACKYLa cosa spaventosa è che praticamente questa

giornata è stata la mia unica vacanza dell’estate!

Essendo così preso dagli affari col negozio, sono

sempre stato troppo impegnato per pensare anche

solo di uscire. Tutto sommato, comunque, l’estate è

andata bene considerando di aver surfato con onde

sui 3-4 metri perfette e cristalline con altri 3-4 miei

amici sul picco, tutti lanciatissimi, e tutti che si

spingevano a vicenda. Peccato solo che sia stata

l’unica session! Quando Gwithian è piccolo, può

valere la pena di guidare 45 minuti verso sud per

arrivarci, però sicuramente non ci sarà vento.

Potrebbe essere il giorno più ventoso in assoluto

ma appena si alza un po’ d’onda, per qualche

strana ragione, il vento taglia completamente. Per

questa stessa ragione, infatti, questo è lo spot

preferito di tutti i surfisti della zona, che essendo

nati e cresciuti surfando queste onde non sono

troppo accoglienti quando vedono delle vele

svolazzargli intorno. La cosa piuttosto bizzarra è

stata che quel giorno non c’era nessun surfista da

onda sul picco. Nessuno! Sembravano condizioni

finte da quanto fossero perfette e l’unico in

spiaggia era JC. Ad averne di giornate così... senza

JC ovviamente! Per citare una perla di Neils Larsen,

però, “la tua manovra del giorno è ancora più bella

quando l’ha vista qualcuno!”, ed è proprio per

questo che amiamo il nostro fotografo JC!

Se Tombstone Surfboards, appena fuori Hayle, ci

può confermare che Blacky si sia dato da fare in

negozio quanto in quella session a Sennon, allora

possiamo dire che sia il nuovo impiegato del mese

per la Blackboards surfboards...

JAMIE HANCOCKAdoro la Cornovaglia. Quando stavamo puntando

verso ovest da Portsmouth mi sentivo tranquillo,

poiché sapevo che ci sarebbe stato uno spot tra i

tanti che desse il meglio e ci permettesse di

divertirci. Quando però sei lì, ti senti sempre un po’

irrequieto, in quanto hai sempre il dubbio che

magari a due km di distanza le condizioni siano

epiche, bastava andare a guardare per trovarle!

PAUL HUNTQuando siamo arrivati a Gwithians sono rimasto di

stucco… Dove cavolo era finito lo swell che avevano

previsto? Fortunatamente era girato verso Sennon,

e quando siamo arrivati e ho visto quelle perfette

barre cristalline mi sono venute le palpitazioni. È

stata una session eccezionale e sicuramente ci

torneremo al più presto!

JACK HUNT Questo spot dà filo da torcere a qualsiasi altra

location al mondo in quanto a bellezza naturale. Era

roba davvero grossa e riuscire ad uscire in quelle

condizioni, senza che facesse closeout è stata

un’occasione più unica che rara. Quando lo swell

poi è arrivato a piena forza, abbiamo tutti deciso

che la situazione stava diventando un po’ troppo

seria. Sapevamo che lo swell era diretto ad ovest e

sapevamo che noi saremmo stati i primi a ricevere

la tempesta a pieno regime. Abbiamo quindi poi

puntato su Gwithians giusto in tempo per vedere

tutti i van di rider frustrati che se ne stavano

andando a casa, perdendosi uno degli swell

dell’anno per una manciata di minuti!

Timo Mullen in aerial sul lip di Cornish.

Page 79: Funboard 150
Page 80: Funboard 150

Faq Sommario

DI Sirio PassioniAnche voi avete pensato di poter diventare istruttori di windsurf? Per primacosa dovete seguire il corso VDWS e poi seguire le importanti indicazioni delnostro collaboratore per rendere la figura dell’istruttore seria e professionalee sempre con un occhio di riguardo alla sicurezza.

DIDATTICA PAG. 80

DI Federico La Croce

Questo mese si aggiudica il migliore wipe out Federico La Croce con un

radicale aerial one hand con sorpresa!

CRASH OF THE MONTH PAG. 82

DI Massimo Mannucci

Un purista del wave riding ci dà qualche prezioso consiglio su come

alzare montagne di spray durante i nostri top turn, la manovra principe

della surfata.

WAVE PAG. 84

DI Mattia Pedrani

Questa volta nessun altro potrà dire che la manovra l’aveva già fatta prima…

ideata, eseguita e fotografata dal nostro eccezionale teacher freestyle con

anche i complimenti del Campione del Mondo 2011 Steven Van Broeckhoven!

FREESTYLE PAG. 86

DI Gigi Madeddu

Siete pronti per l’arrivo dell’inverno? Gigi ci dà qualche suggerimento per

affrontare al meglio le fredde uscite che ci attenderanno.

DIDATTICA PAG. 88

78

Page 81: Funboard 150

Distributore Italiano: Pandora srl - [email protected]

Page 82: Funboard 150

Faq Didattica

80

Mi presento, mi chiamo Sirio Passioni, windsurfista, istruttore windsurf VDWS, sono circa dieci anni che insegno windsurf in diversi posti con diverse

condizioni, confrontandomi con i migliori istruttori e cercando di prendere il meglio di ognuno di loro per creare un metodo e un’esperienza

didattica che possa portare i miei allievi ad apprendere nel minor tempo possibile, con il minor sforzo e il massimo rendimento ma soprattutto con

la massima sicurezza. Unendo a questo lo studio del corpo umano a livello motorio e della psiche sotto stress, ne risulta la formula perfetta per una

lezione professionale e sicura in tutti i sensi. Il mio obiettivo non è di creare o formare un istruttore tramite una rubrica ma di far capire quanto il

vero istruttore sia una figura professionale da ricercare. Ho visto troppe volte persone allontanarsi dal nostro magnifico sport a causa di “traumi”

ricevuti le prime lezioni da “pseudo-istruttori” che le hanno traumatizzate. Invito quindi tutti a cercare sempre e comunque solo figure professionali.

Ricordo per chi fosse interessato che la VDWS organizza corsi per istruttori tutti gli anni con due appuntamenti annuali, tutte le informazioni le

trovate su www.vdwsitalia.it oppure www.vdws.de.

CAPITOLO 1 - L’INSEGNAMENTO: LE REGOLE FONDAMENTALI DI UN

ISTRUTTORE: “INSEGNARE NON SIGNIFICA FAR VEDERE COME ESEGUIRE UN

MOVIMENTO MA PORTARE L’ALLIEVO AL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTO”. Sirio Passioni

SICUREZZA: Bisogna essere sempre in grado di prevenire situazioni

pericolose come il cambiamento del vento e pensare a ciò che potrebbe

accadere prima che accada. È fondamentale, oltre che professionale, essere

coperti da un’assicurazione che tenga conto di tutte le eventualità che possano

accadere in acqua e fuori, negli anni la VDWS ha trovato un ottimo partner con

la Sudwest ring assicurazioni. Fare indossare sempre il giubbetto di salvataggio

e informarsi se la persona che portiamo in acqua ha qualche problema fisico o

psicofisico. È un dovere dell’ istruttore decretare se il meteo compromette o

meno la sicurezza della lezione.

RISPETTO E PAZIENZA: È importante porsi con gli allievi sempre in

maniera rispettosa, evitando arrabbiature dovute a mancanza di voglia o

antipatie personali.

UMILTÀ: Mai pensare di essere i migliori, il miglior istruttore è colui che

impara continuamente da tutto e tutti.

RESPONSABILITÀ: Ogni decisione va pensata e valutata precedentemente

in modo da condurre una lezione professionale sicura e di qualità. L’istruttore è

l’unico vero responsabile dell’andamento della lezione.

Mai dare l’idea che non sappiamo cosa fare, l’istruttore è come il capitano di

una nave, è colui che prende le decisioni per il bene di tutti e le sue scelte sono

e rimangono insindacabili, ciò non vuole dire però che tali scelte non debbano

essere ampliamente spiegate agli allievi.

PROFESSIONALITÀ: La figura dell’istruttore per essere tale deve essere

accompagnata da una licenza riconosciuta e possibilmente internazionale come

per esempio quella della VDWS che conta più di 580 scuole affiliate in tutto il

mondo e forma istruttori ogni anno aggiornandosi sempre con umiltà e voglia di

trovare un metodo perfetto e professionale (www.vdwsitalia.it). La

professionalità di un istruttore si vede in acqua ma anche fuori dal suo ambito

di spiaggia e richiede sempre un comportamento consono alla figura che copre.

LA SCELTA DEI MATERIALI: Il mondo del windsurf si è molto evoluto

negli ultimi anni sia a livello di materiali che di metodi di insegnamento. Ora è

possibile insegnare a bambini da 4 anni in su e riuscire a portare i bimbi più

bravi a planare già all’età di 7-8 anni circa.

La scelta del materiale varia a seconda di 5 fattori dell’allievo e del meteo:

• livello allievo

• peso o massa corporea allievo

• intensità del vento

• lo stato del mare

• ciò che si intende fare nella lezione

Una vela con materiale leggero facilita moltissimo l’apprendimento, e allo

stesso tempo una tavola voluminosa con un volume residuo:

Vm = volume tavola - peso della persona > = 100 litri

Risulta perfetta per una prima lezione o in ogni caso per il corso base. Se poi si

va a scegliere una tavola con colorazioni a “zone di interesse” il nostro lavoro

sarà facilitato.

METODO DI INSEGNAMENTO AZIONE-FUNZIONE:

Con questo metodo si intende ridurre al minimo le informazioni date all’allievo

con lo scopo di avere il massimo rendimento. Ogni azione spiegata deve avere

una funzione reale che porta al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, dalla

partenza normale o anche solo dal raccogliere la vela.

Esempio: AZIONE: salire sulla

tavola sempre al centro a cavallo

del piede dell’albero.

FUNZIONE: salendo al centro

abbiamo il massimo

dell’equilibrio.

UTILIZZO DEL

LINGUAGGIO: È importante

rendersi sempre conto di chi

abbiamo davanti; con un bambino

il linguaggio deve essere

semplicissimo mentre con una

persona che ha già esperienze La consegna del slvagente.

Page 83: Funboard 150

TESTO E FOTO DI Sirio Passioni

È un ragazzo che sta dedicando la sua vita al windsurf e al surf, bravo freestyler e ottimo waver.

Ha scelto di vivere nel nord della Sardegna e dopo diversi anni di esperienza nella scuola di Porto

Pollo, tre anni fa ha aperto una scuola di windsurf  a Palau unendo passione e lavoro. È un

istruttore VDWS e formatore di istruttori e quindi attivamente coinvolto nella promozione del

nostro sport cercando di migliorare la metodolgia e i materiali per l'insegnamento dando

sempre più forza alla figura professionale dell' istruttore.

I suoi sponsor sono: VDWS, www.saltywind.com, Vibram five fingers, RRD.

SIRIO PASSIONI

81

veliche può essere anche più approfondito e tecnico. Quando si corregge un

errore o una carenza è meglio fare i complimenti prima e poi parlare di ciò che

non andava bene, questo darà più sicurezza all’allievo. Esempio: “Grande,

ottimo, tutto abbastanza bene, ma se metti la mano più larga vedrai che… ecc.”

APPRENDIMENTO DELL’ALLIEVO: quando si insegna, l’allievo apprende:

• 15% ascoltando (auditivo)

• 25% guardando (visivo)

• 60% provando

Tutto ciò fa capire che quelle “ore” di teoria che vedo spesso a terra alla prima

lezione sono inutili, l’allievo necessita delle informazioni chiave, e poi di provare

passo dopo passo. La teoria sarà sempre relativa al tempo che abbiamo per la

lezione, ma ricordiamoci che ha veramente poco effetto sulla pratica iniziale.

APPRENDIMENTO “A GRADINI”:

Di seguito riporterò la sequenza di insegnamento del windsurf:

• nomenclatura del materiale e riconoscere da dove arriva il vento

• trasporto della vela e della tavola rispetto al vento

• montaggio della tavola nella vela e regolazioni

• sicurezza in acqua

• virata elementare o giro 180 gradi di tavola

• partenza

• teoria dei venti e concetto di sopravento e sottovento

• orzare e poggiare e uso delle gambe

• teoria ed esecuzione della bolina

• virata veloce e strambata con vento medio leggero

• uso del trapezio con vento leggero e regolazioni

• utilizzo delle gambe

• uso del trapezio con vento più forte

• partenza dalla spiaggia

• uso di tavola senza deriva e con trapezio, uso delle gambe

• strap forzate e avanzate, uso delle gambe

• strap con vento forte e planata

• partenza dall’acqua

• assetto in planata

• strambata in planata.

Ogni step necessita quello precedente e saltare questi gradini comporta un

tempo più lungo di apprendimento. Nel capitolo successivo vedremo come

eseguire la prima lezione del corso principianti. Grazie e ci vediamo sul

prossimo numero di FUNBOARD.

L’istruttore inizia la lezione a terra. Il trasporto della vela.

Page 84: Funboard 150

F@#K Crash of the month

NON TUTTE LE CIAMBELLE VENGONO COL BUCO… SI

POTREBBE DIRE IN QUESTO CASO. ECCO UN BEL WIPE

OUT DI FEDERICO LA CROCE, CHE QUESTO MESE SI È

AGGIUDICATO ANCHE LA COPERTINA. L’ONDA È QUELLA

DI OAHU DURANTE IL 99 HONOLULU SUMMER CAMP E CI

PIACEVA QUESTA SEQUENZA DAI COLORI ESTIVI PER

SOGNARE ANCORA UN PO’ DI ESTATE…

Crash of the month? Ma quale crash?! Da quella schiuma sono uscito vincente

come Russel Crowe in “Er Gladiatore”! Scherzi a parte, questa sequenza è il

risultato dell'indecisione che mi ha preso l'istante prima di impattare il lip.

Volevo staccare un Aerial One Hand, ma all'ultimo mi sono tirato indietro,

perdendo così il timing e staccando ormai sbilanciato. Insomma, è quasi un

miracolo che sia riuscito a rimanere composto nella fase aerea atterrando

sulla schiuma che poi mi ha ovviamente travolto. Morale, bisogna sempre

entrare decisi e convinti, o, al massimo, essere stilosi nel cadere!

82

Page 85: Funboard 150

TESTO DI Federico LaCroce | FOTO DI Darrell Wong | RIDER Federico LaCroce | LOCATION Oahu, Hawaii

83

Page 86: Funboard 150

Faq Wave

84

IL WAVE RIDING È SENZA DUBBIO LA DISCIPLINA DI WINDSURF CHE AFFASCINA DI PIÙ E, PROBABILMENTE, ANCHE LA PIÙ

RAFFINATA SIA COME CARATTERISTICHE CHE COME STYLE. NEGLI ULTIMI 15 ANNI L’EVOLUZIONE DI QUESTO SPORT È

STATA IMBARAZZANTE, INFATTI, OGGI, RAIDARE UN’ONDA PER LA MAGGIOR PARTE DEI WINDSURFISTI NON È PIÙ UN

PROBLEMA, DICIAMO CHE IL RAPPORTO DI CALCOLO POTREBBE ESSERE: IL PLANARE DI 20 ANNI FA CON IL WINDSURF

STA AL RAIDARE UN’ONDA NEL 2012… UN VERO MIRACOLO!!!

È sbalorditivo, nel senso positivo della parola, vedere nei migliori spot di wave

riding del mondo, Hookipa incluso, come dei veri intermedi e beginner si

buttano tra le onde, anche importanti, ed affrontano, spavaldi, queste masse di

acqua blu senza nessuna esperienza! Ma per incredibile che sia, riescono, a

loro modo, a dare una parvenza del riding sull’onda. Le aziende di windsurf

hanno fornito materiali così straordinari, precisi e facili, che cimentarsi tra le

onde non è assolutamente più un problema ed il divertimento è assicurato. In

ogni disciplina che si rispetti e di qualsiasi sport si parli, generalizzare è molto

semplice e direi anche estremamente comodo. Al contrario, valutare il livello di

uno sportivo o vero atleta che sia, diventa estremamente difficile. Spesso ci

sono differenze di apprezzamento in base non solo al livello tecnico, ma anche

all’immagine della persona od alla simpatia, ciò non toglie però che nel

windsurf come negli altri sport, i veri livelli da considerare sono solo quelli dei

pro. Premesso ciò, buttiamoci a capofitto nei meandri del wave riding cercando

di capire al meglio e, possibilmente, dare un significato logico alla manovra

principe: il Top Turn. Partiamo dalla parola wave riding e chiariamone il

significato: si tratta di impostare la tavola sull’onda per effettuare, con minimi

(o massimi!) movimenti del corpo e dell’attrezzatura (vela/tavola) su e giù

sull’onda, delle curve alla base della stessa e quindi il bottom turn e sul lip, con

il famoso cut back o top turn. La prima vera questione, considerando una

surfata degna di un pro, è quanta curva (raggio) si riesce a dare in questo

movimento tra bottom e top turn. La grande differenza tra beginner, intermedi

e advanced, è palesemente evidente: i primi lasciano scivolare la tavola con

leggeri accenni di curva ed improbabili attacchi al lip dell’onda; i secondi

cominciano a far intravedere un raggio di azione più chiaro con un possibile

attacco al lip; i pro in 1 metro di onda chiudono l’angolo del bottom, salgono

verticali come razzi in aria ed attaccano il crucial point (punto di rottura

dell’onda) al millesimo di secondo con spray imbarazzanti, imprimendo alla

curva una traiettoria diritta nella discesa dall’onda prima del top turn e

verticale al massimo nella salita della stessa. È chiarissima l’azione di queste

pennellate sull’onda, tutte degne di tanto divertimento e gioia, con una sola

grande differenza, THE ATTITUDE (ovvero l’attitudine): i pro sull’onda è come se

facessero un altro sport, pur considerando il fatto che si parla di wave riding

per tutti. Vedere Levi Siver o Keith Teboul, senza contare Jason Polakow o Kauli

Seadi, raidare, e qui ribadisco, raidare, niente numeri da circo o evoluzioni da

freestyler, giusto effettuare il master delle sensazioni sull’onda... la

spadacciata….bottom e top turn, può dare sensazioni sconosciute! Quegli spray

stellari, con quei re-back dall’onda su lip verticali devastanti, sono una vera

manna dal cielo… perdonatemi la similitudine! Nulla è più eccitante di questo!

Chiarito ciò e dando il giusto valore a questo pezzo pregiato del windsurf sulle

onde, vediamo nei dettagli come si arriva al Top Turn di una certa verticalità e

radicalità.

Nelle foto 1, 2 e 3 qualche esempio di top turneseguito in differenti punti dell’onda.

1

Page 87: Funboard 150

TESTO DI Massimo Mannucci “Manna” | FOTO DI: Jimmie Hepp, Sofie Louca

85

FASE 1 - POSIZIONE DI PARTENZA SULL’ONDA: Sei sopra all’onda

che sta crescendo sotto di te, devi assolutamente frenare il tuo istinto,

comprensibile, di partire a razzo e surfartela. Rimani calmo, aspetta, non ti

agitare, dai tempo al picco dell’onda di arrivare quasi al suo limite massimo.

Aspettare, molto prima di partire, vi permetterà di avere chiara la

visualizzazione del CRITICAL POINT, punto perfetto di impatto al lip dell’onda. È la

priorità in questa fase: concentrarsi a non partire troppo presto. Quindi, nel

momento in cui sentite montarvi il sangue al cervello, spegnete l’interruttore

perchè è troppo presto! Continua ad aspettare…

FASE 2 - GAS APERTO GIÙ DALL’ONDA: Is time to go, è arrivato il

tuo momento! L’onda ha raggiunto il giusto punto di rottura. Spesso, direi nella

maggior parte dei windsurfisti, la tendenza è posizionare la prua della tavola

verso il face dell’onda, ovvero più o meno, ma comunque molto lateralmente

alla faccia dell’onda, BIG MISTAKE… errore! Per affrontare un vero top turn la

partenza in discesa dall’onda deve essere dritta come un fuso orario, per la

precisione verticale in basso, scordatevi completamente di far viaggiare la

tavola con angolazioni verso la faccia dell’onda… STRAIGHT DOWN!

FASE 3 - BOTTOM TURN: È il momento di carvare a tutta per attaccare

quel bel lip! Non mi soffermo sul bottom (…siamo qui per il top turn!), ma vi

anticipo alcune importanti differenze: la discesa verticale dall’onda, prescinde

una proiezione quasi obbligata di verticalità sul lip, diciamo che sono quasi

un’unica cosa… infatti, carvando con molta aggressività utilizzando le anche e la

disposizione di massima apertura della mani sul boma, la tavola reagirà

immediatamente mettendosi meravigliosamente bella verticale (…o quasi!)

all’impatto sul lip.

FASE 4 - TOP TURN: Siete scesi giù, belli dritti, dall’onda, avete carvato

stretti con anche le mani larghe sul boma, state attaccando il lip, veloci e in full

control! Niente esitazioni! Tutto dentro, corpo proiettato in avanti con sguardo e

testa verso il punto di impatto sul lip; con reattività devastante spingete la prua

fuori dal lip quanto basta a vedervela bella verticale e poi spingete con tutto il

corpo, in particolar modo le gambe, e girate sul lip dell’onda, con il sogno,

magari, di sentire le pinne che non aderiscono più per poi sentirle attaccate di

nuovo all’acqua, e venite giù dall’onda… sempre verticale o al meglio con un re-

back (ritorno indietro della prua della tavola).

FASE 5 - ANALISI: Non c’è, quasi mai, un bel top turn senza queste

caratteristiche: velocità, verticalità, aggressività, controllo, spray. È una

manovra molto raffinata e molto tecnica, ma non difficile! La tendenza generale

è di dare importanza a più movimenti sull’onda invece che a uno ben fatto!

… next level is there! Be a real wave rider! Enjoy the ride.

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Sponsored by: Goya Boards, Simmer Sails, Maui Fin Company, Eskyflavor, Maresia, Teva

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Page 88: Funboard 150

Faq Freestyle

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DURANTE LA SCORSA PUNTATA AVEVO PRESENTATO IL WILLY SKIPPER BUGNA IN AVANTI, PROPEDEUTICO PER IL TRICK DI

OGGI. QUESTA È UNA MANOVRA COMPLETAMENTE NUOVA, CHE NON HO MAI VISTO NÈ DAL VIVO NÈ TANTOMENO IN VIDEO,

ED È IL RISULTATO DI MOMENTI DI FOLLIA RISULTANTI DAL SURFARE CON 14 NODI E 1400 BARCHE ALLE ROCCETTE DEI

MAIALI. A DIRE IL VERO, STAVO RIPULENDO IL MIO VECCHIO PC FISSO, PIÙ IMPALLATO CHE MAI PER TUTTE LE MIE NUOVE

BASI TRAP E SUONI VARI, QUANDO HO TROVATO QUESTO APPUNTO INTITOLATO "NUOVO TRICK DA FARE"... DEL 2010...

DOPO AVER LETTO LA RIGA E MEZZA DI DESCRIZIONE, HO DECISO DI PROVARLO AL PIER QUELLO STESSO POMERIGGIO E

DOPO 4 TENTATIVI, ECCO CHE HA PRESO VITA IL NUOVISSIMO BOBBY SKIPPER.

Come si può intuire dal nome, questo trick è un ibrido, che inizia come una Bob, passando sottovento alla vela, per poi staccare e girare come un Willy Skipper

bugna in avanti!!! Se cercate “Bobby Skipper” su youtube troverete anche il video, per avere un’idea di come sia il trick dal vivo. È arrivato il momento di alzare il

sipario e svelare i segreti del mio nuovo trick!

HOW TO DO: Come anticipato, per questa manovra è meglio non essere

troppo pieni, magari con vento costante sui 15-18 nodi e acqua non troppo

choppata per facilitare il passaggio. Poggia leggermente e inizia ad infilare la vela

nel vento, come se volessi passare sottovento alla vela per eseguire una Bob. Le

prime volte, non sapendo come fare, ho provato prima a passare sottovento alla

vela e poi a togliere il piede posteriore per facilitare la rotazione del Willy Skipper,

ma dopo i primi 2 tentativi mi sono reso conto che fosse meglio togliere il piede

posteriore prima di passare sotto alla vela, complicando ulteriormente il

passaggio già abbastanza problematico di per sè. Posiziona il piede posteriore

appena dietro alla strap, cercando di muoverlo il meno possibile durante il

ducking della vela, in modo da perdere meno velocità e sbilanciarti il meno

possibile, mantenendo abbastanza inerzia per staccare ed innescare la seconda

fase della manovra. Appena individui un ripido choppino leggermente sottovento,

porta l’albero sottovento nel senso di rotazione, spingendo verso prua col il

braccio di bugna, in modo da venire proiettati in avanti. Fletti le ginocchia per far

staccare la tavola, spingendo con forza sul piede posteriore piazzato proprio sulla

poppa. Appena la prua è fuori dall’acqua scalcia la tavola sottovento col piede

posteriore, facendo ruotare la tavola in aria di 180 gradi per riatterrare poi sulla

prua e slashare pinna in avanti. È fondamentale tenere la gamba anteriore

piegata, in modo che la tavola abbia abbastanza spazio per completare la

rotazione aerea, dandoti anche più tempo di invertire i piedi in aria e d’anticipare

l’atterraggio, ammorbidendolo. Conviene quindi tenere il busto molto vicino al rig,

appendendosi nel boma per ammortizzare l’impatto, altrimenti la tavola ne

risentierà pesantemente. Cerca di restare nel baricentro della rotazione, in modo

che la bugna, passando nel vento, non ti sbilanci troppo facendoti perdere il

controllo del rig. Una volta che la bugna sventa, innescherà automaticamente il

resto della rotazione che ricorda in tutto e per tutto un Willy Skipper 540 ed è

quindi necessario usare questa spinta per farsi proiettare nella restante

rotazione slashata e non di faccia sulla prua! Se hai fatto tutto correttamente, a

questo punto ti ritrovi con i piedi fuori dalle strap, che slashi sottovento pinna in

avanti. Ora non ti resta che sbilanciarti leggermente in avanti e infilare l’albero

nel vento per poi ritrovarti sottovento e completare il trick come una normale

Backwind Jybe. Sostanzialmente questo trick è una specie di Bob con un cambio

di piedi aereo, fuori dalle strap, che poi finisce come un Willy Skipper 540...

Manovra contorta da una mente contorta!

STEP BY STEP: Foto 1-4: Questa è la fase iniziale del trick, e la variazione

principale che gli ha fatto guadagnare il nuovo nome Bobby Skipper. Come detto

in precedenza, il piede posteriore è già fuori dalla strap e posizionato appena

dietro ad essa, sulla poppa della tavola. L’ibrido inizia quindi con un normale

passaggio sottovento alla vela, cioè infilando l’albero sopravento con entrambe le

braccia, per poi andare a prendere la bugna con quello anteriore e tirarla verso

poppa, per poi mollare anche il braccio posteriore e andare a prendere il boma il

Page 89: Funboard 150

TESTO DI Mattia Pedrani | FOTO DI Valerio Pedrani | RIDER Mattia Pedrani | LOCATION Pier Windsurf, Lago di Garda

Freestyler e waver dalle indiscusse capacità tecniche, i suoi video lo dimostrano chiaramente.

Campione Italiano Freestyle 2008 e appassionato di Rap, le sue canzoni fanno da colonna sonora

ai sui cliccatissimi video. Trasferitosi al Lago di Garda ormai da alcuni anni è un assiduo

frequentatore di Malcesine e del Pier, anche quando le temperature sarebbero più appropriate

ad uscite sulla neve con lo snowboard. I suoi sponsor sono: Starboard, Simmer Sails, AL360,

PierWindsurf, Windcatcher, Circolo Surf Torbole, Residence VerdeBlu.

MATTIA PEDRANI I-00

87

più avanti possibile sulle nuove mure prima con l’ex braccio posteriore (che ora

diventerà anteriore) e poi anche con l’altro. Se pensi che la spiegazione sia

contorta, vedrai di provarlo di persona... Foto 5: Dopo aver magicamente

effettuato il passaggio sottovento alla vela e ripreso il controllo in quella

posizione, tieni il fisico leggermente verso poppa e fletti le ginocchia, spingendo la

tavola su un ripido choppino in modo che stacchi. Comincia a portare l’albero

verso prua col braccio anteriore, senza spingere troppo su quello posteriore e

proietta tutto il peso in avanti e sottovento. Foto 6-7: In queste 2 foto succedono

un sacco di cose importanti. Nella prima si nota innanzitutto la gamba anteriore

rannicchiata in modo da lasciare abbastanza spazio per la rotazione aerea, che

viene innescata scalciando la poppa sottovento con la gamba posteriore,

spingendola con le punte. La bugna sta quasi per passare nuovamente nel vento,

riprendendo così potenza e catapultandoti sottovento. Nella seconda foto si nota

ora che la bugna riprende potenza sulle mure corrette e i piedi si sono

magicamente invertiti! Il piede posteriore, infatti, dopo aver scalciato la tavola,

dovrà atterrare davanti al piede d’albero, in modo da distribuire meglio il peso ed

attutire l’atterraggio. È fondamentale che questo movimento sia unico, deciso e

continuativo, in quanto ogni esitazione a questo punto risulterebbe in un ritardo

che potrebbe farti finire con gli stinchi nella tavola. L’ex piede anteriore non fa

altro che uscire dalla strap, da solo, e riatterrerà sui pad nella zona tra le strap,

con la solo differenza che ora è il piede posteriore. È fondamentale che la

distribuzione del peso cambi da poppa a prua, in modo da restare nel baricentro

della rotazione e facilitare l’atterraggio in slashata. Foto 8: L’ex piede posteriore è

andato davanti al piede d’albero, ed il fisico è molto vicino al rig e sbilanciato in

avanti, in modo da lasciare che la tavola, atterrando morbidamente, prosegua nel

resto della rotazione senza intoppi. Foto 9: Questo è il punto d’impatto,

fondamentale assorbire il colpo con le ginocchia, abbassandosi anche parecchio

ed appendendosi nel boma… altrimenti la tavola si trasformerà in un colabrodo in

men che non si dica. La bugna inoltre avrà sviluppato abbastanza spinta per

proiettarti nel resto della rotazione slashata e completare correttamente il trick.

Foto 10-11: Gira testa e spalle sopravento, appoggiandoti sul piede anteriore

davanti al piede d’albero e lasciando che la tavola slashi sottovento liberamente.

Tieni il braccio anteriore piegato e infila l’albero nel vento, per ritrovarti poi

sottovento alle vela ed innescare l’ultima fase della rotazione.

Foto 12-13: Continua a guardare sottovento nel senso di rotazione e completa la

fase finale come se fosse una normale Backwind Jybe, per poi riportare il piede

anteriore dietro al piede d’albero una volta che la vela ha ripreso potenza sulle

mure corrette e riparti come se nulla fosse. DRITTE ED ERRORI: La

difficoltà maggiore è riuscire ad avere abbastanza spinta per riuscire a staccare

e completare la fase aerea senza intoppi e scalciare la tavola in maniera pulita

anche dopo avere effettuato il passaggio sottovento alla vela. Ricorda

assolutamente di flettere le ginocchia all’atterraggio per attutire l’impatto.

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TESTO DI Luigi Madeddu | TESTO DI Michele TagliaficoFaq Didattica

Per molti di noi però l’inverno con sé porta le più belle uscite dell’anno. Poca

gente in acqua e condizioni memorabili che raramente si possono trovare

durante le stagioni più calde. Ecco perché la stagione fredda diventa per i

windsurfisti più accaniti l’occasione per momenti da ricordare.

Il freddo, però, è una brutta bestia e bisogna sempre cercare di essere pronti

ad affrontarlo per non avere brutte sorprese. È Scontato possedere una buona

muta che sia adatta alle condizioni meteo che ci troviamo di fronte. Abitando in

Sardegna, fortunatamente, ho sicuramente meno freddo di uno che fa windsurf

sull’adriatico o sui laghi.

In ogni caso le mute moderne offrono confort ed elasticità e si possono

dividere in 3 modelli a seconda del materiale:

- Neoprene monofoderato (classica per il windsurf).

- Neoprene bifoderato (da surf da onda e ormai anche da windsurf).w

- Stagna asciutta (il classico “sacchetto”).

Se non avete la possibilità di comprare una nuova muta accertatevi che la

vostra sia abbastanza integra. In caso di piccoli taglietti o abrasioni è possibile

ripararla con neoprene liquido e colle tipo AcquaSure. Questi materiali sono

facili da trovare in commercio in qualsiasi surf shop o pesca shop e simili. Una

muta tenuta bene riesce a resistere per varie stagioni. Dopo l’uso fatela

asciugare bene possibilmente non al sole e vedrete che la gomma si usurerà

più lentamente. Avere il corpo caldo vi farà affrontare le difficoltà più

agevolmente e con più calma.

Per evitare spiacevoli inconvenienti è importante fare sempre un check del

materiale. Controllate le cime del caricabasso, della bugna e della maniglia del

boma. Rimanere in mezzo al mare a causa della rottura di una di esse può

essere un momento complicato della vostra uscita. In caso di usura anche

minima sostituitele perché è meglio prevenire che curare. Controllate sempre

bene le viti delle strap, cosa meno grave se si dovesse svitare non rimarrete

certo in mezzo al mare. Ma se si rompe la vite nel tassello avrete sicuramente

delle rogne e rovinerete la vostra uscita. Altro elemento chiave della vostra

attrezzatura è il piede d’albero. Controllate sempre il suo stato e l’usura del

gommino. Avere un piedino di riserva è fondamentale per la vostra sicurezza

durante la stagione invernale.

Se possibile evitate le uscite in solitaria e abbiate sempre rispetto del mare per

non avere problemi. Ricordate di tenervi fisicamente in forma più che potete,

così il divertimento e la resistenza alla fatica sarà maggiore e avrete meno

problemi in caso di pericolo. Essere forti e resistenti permette di essere più

concentrati e di mantenere la calma in situazioni spiacevoli.

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L’INVERNO, COME TUTTI SAPPIAMO, È SINONIMO DI FREDDO. TUTTI NOI, CHI PIÙ CHI MENO, DOBBIAMO PER FORZA AVERE

A CHE FARE CON LA STAGIONE DELLE PERTURBAZIONI, DEL VENTO FORTE, MA SOPRATTUTTO DELL’ARIA E DELL’ACQUA

GELIDA. ECCOVI ALCUNI IMPORTANTI CONSIGLI PER NON AVERE DELLE BRUTTE SORPRESE.

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QUANTE VOLTE VI SIETE IMBATTUTI SUL WEB IN FOTO

DI VICTOR FERNANDEZ MENTRE SALTA E SURFA

ONDE DI UNO SPOT CHIAMATO ALMERIA?

SICURAMENTE TANTE. IL NOSTRO AMICO E

COLLABORATORE MATTEO MURARO HA DECISO DI

ANDARE A INDAGARE UN PO’ PIÙ A FONDO SU

QUESTE ZONE ED È TORNATO A CASA CON

DELL’OTTIMO MATERIALE CHE FUNBOARD VI

PROPONE IN QUESTO ARTICOLO, CON LA

COLLABORAZIONE SPECIALE DI MR. FERNANDEZ!

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TESTO DI Matteo Muraro | FOTO DI Josep Piña, Paul Xtremly

In Spagna la Semana Santa, ovvero la settimana precedente la Pasqua, deve

essere assolutamente “santificata” con alcuni giorni di relax. Sta poi al “fedele”

dedicarsi a preghiere e processioni o, nel nostro caso, all’altrettanto sacra

ricerca delle onde. Decido così con la mia ragazza di organizzare una scappata

last minute in auto, direzione “dove c’é vento” e, meglio ancora, qualche

swellino. Le previsioni per la Galizia sembrano invitanti, ma proprio all’ultimo

momento windguru conferma che il vento non è sufficiente per spararsi 1.300

kilometri, anche se il richiamo della cucina del nord rimane forte.

Gli amici catalani mi lanciano l’idea di Almeria, dove si svolgerà anche una

prova del Campionato Nazionale Slalom e Wave, con i migliori amateur spagnoli.

Wow! Danno 11 giorni di vento di ponente, qualche ondina e sole, tanto sole.

Si parte, organizzo un paio di visite ai miei clienti di Valencia e Alicante tanto

per ammortizzare il viaggio, e con un totale di 7 ore di auto da Barcelona

arriviamo in prossimità di Almeria.

Josep Piña, storico fotografo, mi chiama sul cellulare avvisandomi delle

condizioni “interessanti” e, con mia grande sorpresa, mi aspetta all’entrata

dell’urbanizzazione Almerimar, per non farmi perdere nemmeno un minuto alla

ricerca dello spot: squisita ospitalità spagnola!

Devo ammettere che all’arrivo sono bello eccitato, proprio qui vive il campione

del mondo wave Victor Fernandez Lopez e sto per scoprire il suo homespot!

Peccato che lui si trovi a Maui, per il photoshooting 2013.

In 5 minuti mi butto in acqua, e per la fretta mi dimentico di attaccare gli

adesivi dei miei supporter sulla nuova RRD Superstyle 5.2, potente motore per

queste condizioni side-on. Faccio la prima conoscenza con il boma AL360 Slim

da 25 mm, una scoperta che le mie mani ed avanbracci hanno pienamente

apprezzato. In acqua mi ritrovo con tutti i colleghi in allenamento per la gara

dei giorni successivi, si vede che sono sotto pressione, mentre io me la spasso

con qualche saltone e belle surfate a vela aperta. Nello spot di Culoperro ad

91Matteo pianta il rail con un occhio

sul lip nello spot di Culoperro.

Page 94: Funboard 150

92

Almerimar (sì, avete letto bene, Culoperro= sedere del cane, sarà perché sto

posto si trova in c..o ai lupi?!?) le condizioni con l’ovest sono mure a destra

perfettamente side e la surfata si effettua a riva su onde abbastanza cattive che

rompono direttamente sul bagnasciuga. Non lo definirei uno spacca alberi tipo

El Cotillo di Fuerte, però meglio fare attenzione per non essere spiaggiati e

giocarsi pinne e caviglie. Josep si apposta sulla collinetta con il suo cannone da

1.200 millimetri e spara a raffica su chiunque stacchi il volo. Alla sera vedo i

risultati e subito penso ad un articolo di qualità per Funboard...

I giorni successivi passano rapidamente con brevi visite al Cabo de Gata, al

centro storico almeriense, pranzi e cene luculliane nei ristoranti del porto dove

crostacei e verdure la fanno da padroni. Consiglio vivamente il ristorante di

pesce da “Santi” nel porto di Roquetas de Mar. Da menzionare inoltre che tutta

la zona di Almeria è considerata l’orto della penisola iberica. La copertura dalle

correnti settentrionali offerta dalla Sierra Nevada, regala alla zona costiera

circa 320 giorni di sole all’anno, condizioni quasi marocchine che permettono

produzioni costanti e di gran qualità di frutta e verdura. Peccato che per

garantire il corretto grado di umidità, tutto il territorio è letteralmente coperto

da un “lago di plastica”, ovvero un’incessante presenza di serre che deturpano

non poco l’ambiente naturale.

Dopo una sana scorpacciata di vento e onde e la colonna vertebrale che

comincia a sentire gli acciacchi di tanti atterraggi, ci muoviamo verso nord-est

per visitare il parco naturale di Cabo de Gata. Poco conosciuto dai turisti

stranieri è meta di pellegrinaggio turistico soprattutto pasquale ed estivo

grazie a spettacolari spiagge, splendidi sentieri e scogliere a strapiombo sul

mare. Le strade si inerpicano tra colline lussureggianti e valli sempreverdi per

Victor in radical table-top con sullosfondo il suo nuovo centro surf.

Matteo esita il forward.

Page 95: Funboard 150

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arrivare a splendidi paesini di pescatori dove si possono apprezzare ottimi ed

economici ristorantini di pesce. Il mio spassionato consiglio è di visitare le

spiagge de Las Negras, Los Genoveses - ottimo spot con il levante - e dintorni di

Nijar. Merita una rapida capatina anche Mojacar, con le sue viuzze strette e

ripide. E qui la grande, classica, domanda: merita andarci su previsione? La

risposta è assolutamente sì. Dall’Italia sono circa 1.500 kilometri, ma con una

previsione di 4-5 giorni di vento può davvero meritare. Da considerare anche

l’opzione aereo low cost con voli su Granada o Malaga.

Almeria e le zone circostanti sono davvero un’ottima alternativa alla ormai

kitizzata Tarifa dove il vento da levante è davvero

troppo forte e rafficato, e dove le onde, ahimé

soprattutto nei mesi estivi, rimangono quasi un

miraggio.

Ho pensato di integrare questo mio breve racconto di

viaggio con le esperienze surfistiche e consigli

mangerecci del local d’eccellenza, ossia Mr. Victor

Fernandez. Di ritorno dalle Hawaii, dopo una

simpatica conversazione telefonica e un paio di e-mail,

mi ha mandato il seguente testo e foto di action dei

suoi homespot. Nulla da eccepire: un vero

professionista a tutti gli effetti, dentro e fuori

dall’acqua.

VICTOR FERNANDEZ

Almeria, il paese di El Ejido e Almerimar sono i tre

luoghi con i quali mi sento più identificato. Sono nato ad Almeria 28 anni fa

ed ho vissuto ad El Ejido per 15 anni fino a quando i miei genitori hanno

deciso di trasferire la famiglia alla bella e tranquilla spiaggia di Almerimar,

proprio dove praticavo il windsurf con mio padre. Tuttora, pur viaggiando

durante gran parte dell’anno per il PWA, surftrip ed eventi vari, riconosco

Almerimar come “casa mia” dove comunque faccio costantemente ritorno.

É uno spot splendido per imparare a fare windsurf grazie alle condizioni

costanti di Ponente e Levante che alternano giorni di acqua piatta a swell

importanti.

Marius Solà in back loop a Los Genoveses.

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SPOT

Est di Almeria

• Camping Mar Azul: spot situato al centro della baia di San Miguel. É ideale per

le onde con il ponente, dato che la direzione del vento è side-onshore, che

permette di provare qualunque tipo di manovra. Si forma una “orillera” - onda

che rompe sul bagnasciuga - molto potente, perfetta per surfate aggressive.

• Club de Playa: situato sulla bocca di porto di Almerimar, è il miglior posto per

surfare grazie al molo che ordina le onde senza shore break con vento

leggermente da mare. Ho qui di recente aperto il Victor Fernandez Center, un

nuovo centro di Windsurf/Surf/SUP/Kite.

• Culoperro: è il mio campo di allenamento preferito con il levante, dato che

presenta condizioni molto simili a Pozo Izquierdo, con onda piccola, ma perfetta

per saltare e vento side-onshore. É adatto anche con il ponente, perfettamente

side-shore, quando le onde sono veramente esagerate nei due precedenti spot.

• El Tiburon: zona est del porto di Almerimar. É uno spot molto difficile a causa

del vento completamente da mare, che frequento solo per allenarmi in vista

della tappa wave PWA di Sylt, in Germania del Nord.

• Piedra del Moro: si trova ad ovest della Baia di San Miguel. É lo spot migliore

per il surf da onda, grazie al fondo roccioso che imprime forza e altezza alle

mareggiate.

OVEST DI ALMERIA

• Cabo de Gata: è la zona più affascinante di tutta la costa almeriense. La

spiaggia de Los Genoveses mi ricorda la mia infanzia e splendidi weekend con i

miei genitori. Spot ideale per le giornate di levante con onde abbondanti e

pulite, che risultano perfette anche per il surf da onda. Altamente consigliato

anche per i vostri amici e partner, dato che, essendo riconosciuto come Parco

naturale, non ha sofferto assolutamente l’invasione edilizia.

TIPS CULINARI

• Pizzeria El Tiburon ad Almerimar: le migliori pizze e paellas dei dintorni.

• Bar El Habana: porta a porta con il negozio di windsurf Victor Fernandez, nel

porto sportivo di Almerimar, perfetto per menu caserecci, tapas e platos

combinados.

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Matteo in slash ad Almerimar.

Victor Fernandez nel suo home spot.

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RIDER Klaas Voget | LOCATION Norvegia | FOTO HenningNext Ride

ESCLUSIVO: abbiamo intervistato uno

degli shaper più giovani e innovativi

del panorama mondiale: è italiano,

vive in Toscana, lavora a Grosseto e

dalle sue mani nascono tutte le tavole

della gamma RRD. Abbiamo il piacere

di presentarvi Aurelio Verdi.

Chiod e i suoi mitici fumetti,

scopriremo cosa c’è dietro alle

vignette di parodia del windsurf che

tutti noi conosciamo.

Voglia di fresco, FUNBOARD vi porterà

insieme a Kevin Pritchard e Klaas

Voget prima in Perù e poi in Norvegia

alla scoperta di nuovi spot.

E come sempre, tanti altri articoli

esclusivi, approfondimenti, didattica,

la rubrica per le ragazze Onde e

Curve, i gossip più hot da Maui e

tanto altro ancora...

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OberAlp S.P.A. - [email protected] - 0471 242 900 - www.oberalp.it