Fu Mussolini a dare ad Urbino «La Muta» del divino Raffaello
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5/12/2018 Fu Mussolini a dare ad Urbino «La Muta» del divino Raffaello - slidepdf.com
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37CULTURAESPETTACOLI VENERDÌ 30 DICEMBRE 2011 IL GIORNO - il Resto del Carlino - LA NAZIONE
GIOVANNI LANI·URBINO
«REGIA AccademiaRaffaello avu-ta conoscenza nobilissimo propo-sito Eccellenza Vostra destinareUrbino quadro Divino Pittore,adempiendo secolare aspirazione,ripetute richieste autorevoli acca-demici,cittadini tutti, plaude,rin-grazia, saluta entusiasticamenteDuce magnifico, sicuro interpre-te generosa anima italiana». Que-sto telegramma del 10 febbraio1927 partito da Urbino, racchiu-de in poche righe la storia scono-sciutaai piùdel lungo e travaglia-to percorso che ha portato allaGalleria Nazionale delle Marchedi Urbino il celebre dipinto diRaffaellonoto come «La Muta» (echenel tempo venne purechiama-to «Donnaincognita» e persino la«Magra»).Un dipinto trai piùmi-steriosi di Raffaello, che a quantoraccontanostoriee leggende (i mi-ti sfumano spesso in visioni auli-che), il divin pittore avrebbe rea-lizzato dopo aver visto «La Gio-conda» di Leonardo. Raffaello sicommosse, forse pianse (e chissà,probabilmente fu così se è veroche la Gioconda era in realtà unadonna d’Urbino come sostengo-no nuovi studi) e decise di fare lasua opera che si distingue per ilfondo scuro.
IL GIORNALISTA Giancarlo DiLudovico, per decenni firma diqueste colonne, ha ricostruito nelsuo volume «Urbino segreta - Il
mistero della Mutae di santa Cate-rinad’Alessandria», le complicatevicende che nel Novecento han-no caratterizzato queste due ope-re. La prima giunse ad Urbinoper l’incessante pressione dei cit-tadini su Benito Mussolini, la se-conda peruna decisione dello Sta-to italiano, ovvero la partecipazio-ne ad un’asta internazionale perassicurare il piccolo dipinto allacapitale del Rinascimento. Duestorie andate a lieto fine, perchéoggi ad Urbino è possibile vedereentrambe le opere, rappresentati-ve dellaimmensadeterminazionedegli urbinati nell’ottenere (o ria-vere) quel che gli spetta.
IL CASO «LAMUTA». E’ impres-
sionante la velocità della decisio-ne di Benito Mussolini di inviaread Urbino il dipinto di Raffaello.La delegazione cittadina che ac-colse a Roma il 5 febbraio 1927,precede di pochigiorni la decisio-ne di spostare il dipinto su tavola.I fiorentini come reagirono? «Be-ne», nel senso che scambiaronomessaggi di formale cordialitàcon gli amministratori urbinati.Ma il fuoco covava sotto, e d’altraparte l’arrivo della Guerra non fuindifferente allo sviluppo deglieventi. «Con il passare degli anni
— scrive Di Ludovico a pagina166 —, ed in particolare con la fi-
ne del regime fascista, i fiorentinicercanocon ognimezzo di ripren-dersi la tavola condotta ad Urbi-no, approfittando della circostan-zache l’operaè stata riportata a Fi-renze». Motivo? Una mostra, sulCinquecento toscano inauguratail 28 aprile1940a Palazzo Strozzi.Da Firenze fecero un ostruzioni-smo totale per non rispedire il ca-polavoro ad Urbino. Anzi, permetterlo al sicuro venne persinonascosto nel convento dei frati diCamaldoli. Gli urbinati però nonmollarono, continuarono a richie-dere il dipinto indietro ed a con-flittobellicoconclusola decisionevenne messa nelle mani delConsi-glio di Stato. Ad Urbino tremava-no,ma vinsero edil ministroGui-
do Gonella l’8 marzo 1947 scrisseun decreto per la restituzione.«La Muta» torna in città tra «alifestanti di folla», ma Firenze nondemorde e fa ricorso. E qui sischieranole figurechiave della po-litica, cultura e democrazia italia-na: Pietro Calamandrei (per laparte fiorentina) ed Antonio San-tini (per la causa urbinate). Finoal toccante appello del senatoreRaffaele Elia al sindaco GiorgioLa Pira. Si segnano affermazioniche ancor oggi suonano di unastraordinaria attualità: «L’oppor-tunitàe il diritto chele opered’ar-te non vengano arbitrariamentetolte dalluogo percui furono crea-te e da quegli enti che le detengo-no a giusto titolo non possono es-sere disconosciute».Viene da pen-sare alla Pala dei Montefeltro, di
Piero della France rubata daUrbincorso dei fioreninammissibile il
LA CITTA’ meritdi un’opera di esclude l’inamovopera giovanile dla Casa natale, gedito dall’Accademecco un’altra daLudovico ricord1991, quando a Nd’aste Christie’s unapiccolatempmetri e larga 15unabellae nobilsandria d’Egittodellavoro non sfti ed un comitatoco Walter Fonta
Giorgio Londei svolge l’onorevoleni e riesce nella farvincere l’asta cca— un miliardolioni dilire. Un ctibile, che fece soe musei chesperaaltrettanto. Di turà nella presental’autore assieme ani il prossimo 7 10al monasterodUrbino. E per l’osentisarà donataratissimo volumepiamente anche mdella storia cittpassati),stampatche editoriali d’U
IL LIBRORICOSTRUITELECOMPLICATEVICENDEDELDIPINTO
FuMussoliniadareadUrbino
«LaMuta»deldivinoRaffaello
DUECASIPOS
A lato, la tavolac«santaCaterinaacquistatadalloperunmiliardoemilioni di lire neDi fianco, la cele«LaMuta», cheipersinochiamatincognita».SottoMussolini,che neminutidecise dicittàducale «LaRaffaello, chesi tFirenze.In basso, l’autoripittorenato adU
·ASCOLI PICENO
IL NUOVO anno al Teatro Venti-dio Basso di Ascoli Piceno si apreil 4 e 5 gennaio con la commediain tre atti, tratta dal testo di Mi-chael Frayn «Due di noi», inter-pretata da Emilio Solfrizzi e Lu-netta Savino con la regìa di LeoMuscato. «Due di noi» è unacom-media rappresentata per la primavolta a Londra nel 1970. Era
l’esordio teatrale di MichaelFrayn(foto), un autoreallora sco-nosciuto, che solo una decinad’anni dopo sarebbe diventato fa-moso in tutto il mondo grazie alsuccesso di «Rumori fuori scena».Il titolo racchiude tre atti unici,concepiti per essere recitati daun’unica coppia d’attori che rac-contano tre emblematiche e para-dossali situazioni matrimoniali.
Nella prima, due coniugi sull’orlodi una crisi di nervi per via dellenottiinsonnia causa dell’inconso-labile pianto del proprio pargolet-to, tornano in vacanza a Venezianella stessa camera d’albergo do-ve avevano trascorso la luna dimiele. Il confronto con il passatoè inevitabilmente comico.
NELLA SECONDA storia la comu-
nicazionedi coppia è praticamen-te azzerata: la moglie dialoga conil marito attraverso l’unica partesensibile rimastadell’uomo,il pie-de.In fine la terza edultima situa-zione riguarda marito e mogliecheper errore invitano a cena unacoppia di amici da poco separati eil nuovo boyfriend di lei. Iniziospettacoli ore 20.30. Ulteriori in-formzaioni allo 0736 244970.
TEATROAL«VENTIDIOBASSO»L’ANNONUOVOSIAPRECONLACOMMEDIAD’ESORDIO INTRE ATTIDIMICHAEL FR
I paradossi delle crisimatrimoniali vannoin scena con«Duedi
GUERRA CON FIRENZE
Colpidimano,sentenze,appellie decreti pertenerel’operaaPalazzoDucale
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