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Approfondimento Trimestrale – I Servizi per l’impiego N. 2 - Gennaio 2013 Editoriale Partenariato tra servizi per l’impiego nell’agenda europea e italiana A cura della redazione In Europa negli ultimi anni i servizi per l’impiego hanno assunto un ruolo fondamentale come fornitori di politiche attive del lavoro e sono stati chiamati ad andare oltre il loro ruolo burocratico di registrazione dei disoccupati e di supporto alla ricerca di lavoro. Sono altresì chiamati a fornire una gamma variegata di servizi e misure per supportare gruppi con esigenze complesse. L’impatto della crisi sui Servizi pubblici per l’impiego (SPI) - in termini di incremento del carico di lavoro dovuto alla rapida crescita della disoccupazione e in molti casi i tagli di budget - ha fatto sì che la Commissione Europea ponesse grande enfasi sulla cooperazione e sul partenariato tra servizi per il lavoro pubblici e privati come strumento per raggiungere ambiziosi obiettivi di policy e aumentare la partecipazione al mercato del lavoro. La Comunicazione Youth on the Move sottolinea che, nel fornire servizi quali profiling, valutazione delle competenze, training, orientamento personalizzato, counselling a chi cerca lavoro e alle imprese, i servizi per l’impiego dovrebbero promuovere partenariati tra servizi (pubblici, privati e del terzo settore). Questa visione si ritrova nel documento strategico dei PES europei di giugno 2010 (PES 2020 Strategy Output Paper ). Nel 2010 l’Agenda per nuove competenze e per l’occupazione ha insistito sul ruolo dei SPI come sistema più che come servizi. Esso, basandosi su molteplici e articolate competenze, deve essere capace di rispondere ai fabbisogni del mercato del lavoro sia sul fronte dei cittadini che delle imprese. Ha dunque previsto un’ azione non legislativa per creare una piattaforma che promuovesse il partenariato tra servizi per l’impiego. La piattaforma PARES (Partnerships

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Approfondimento Trimestrale – I Servizi per l’impiego

N. 2 - Gennaio 2013

EditorialePartenariato tra servizi per l’impiego nell’agenda europea e

italiana

A cura della redazione

In Europa negli ultimi anni i servizi per l’impiego hanno assunto un ruolo fondamentale come fornitori di politiche attive del lavoro e sono stati chiamati ad andare oltre il loro ruolo burocratico di registrazione dei disoccupati e di supporto alla ricerca di lavoro. Sono altresì chiamati a fornire una gamma variegata di servizi e misure per supportare gruppi con esigenze complesse.

L’impatto della crisi sui Servizi pubblici per l’impiego (SPI) - in termini di incremento del carico di lavoro dovuto alla rapida crescita della disoccupazione e in molti casi i tagli di budget - ha fatto sì che la Commissione Europea ponesse grande enfasi sulla cooperazione e sul partenariato tra servizi per il lavoro pubblici e privati come strumento per raggiungere ambiziosi obiettivi di policy e aumentare la partecipazione al mercato del lavoro.

La Comunicazione Youth on the Move sottolinea che, nel fornire servizi quali profiling, valutazione delle competenze, training, orientamento personalizzato, counselling a chi cerca lavoro e alle imprese, i servizi per l’impiego dovrebbero promuovere partenariati tra servizi (pubblici, privati e del terzo settore). Questa visione si ritrova nel documento strategico dei PES europei di giugno 2010 (PES 2020 Strategy Output Paper).

Nel 2010 l’Agenda per nuove competenze e per l’occupazione ha insistito sul ruolo dei SPI come sistema più che come servizi. Esso, basandosi su molteplici e articolate competenze, deve essere capace di rispondere ai fabbisogni del mercato del lavoro sia sul fronte dei cittadini che delle

imprese. Ha dunque previsto un’ azione non legislativa per creare una piattaforma che promuovesse il partenariato tra servizi per l’impiego. La piattaforma PARES (Partnerships between Employment Services) mira a migliorare la cooperazione tra servizi pubblici, privati e del terzo settore e a definire gli ambiti di collaborazione attraverso una serie di attività: i) PARES Strategic Dialogue, un forum in cui i servizi possono scambiarsi esperienza e buone pratiche; ii) Gli avvisi PARES che valorizzano le esperienze di collaborazione nella fornitura di servizi ai gruppi più vulnerabili; iii) una piattaforma web (WEESP) che raccoglie le buone pratiche nella fornitura di servizi ai cittadini e alle imprese.

L’ILO, in un documento di lavoro del 2003 segnalava che le misure per promuovere la cooperazione tra servizi pubblici e non-pubblici possono includere: scambio di informazioni così da aumentare la trasparenza del mercato del lavoro, scambio delle offerte di lavoro, lancio di progetti congiunti, conclusione di accordi per la fornitura di servizi specialistici. Le forme in cui tali partenariati possono svilupparsi sono principalmente tre: la prima è la cooperazione nello scambio di informazioni sulle offerte di lavoro e sulle condizioni generali del mercato del lavoro. Di questo scambio beneficia il mercato del lavoro perché aumenta le possibilità di incrocio tra domanda e offerta. Un’altra forma di partnership si basa sulla complementarità e prevede la di alcuni servizi pubblici a soggetti privati. Nella forma competitiva di partenariato i servizi pubblici sono esternalizzati attraverso un processo di avvisi pubblici a cui anche i servizi pubblici per l’impiego possono partecipare, alla pari delle agenzie non pubbliche.

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In Italia, nel corso degli ultimi anni le principali riforme del mercato del lavoro hanno affrontato il tema dello sviluppo di un sistema di servizi per il lavoro pubblici e privati. Il Pacchetto Treu del 1997, aveva aperto il mercato dei servizi, dando il via al superamento del monopolio pubblico ed affiancando ai nuovi servizi per il lavoro pubblici una prima rete di agenzie di intermediazione private. La Riforma Biagi ha spinto ulteriormente in avanti questo processo,

liberalizzando il mercato dei servizi per il lavoro agli operatori privati, con l’idea di affiancare agli operatori pubblici una pluralità di soggetti autorizzati all’intermediazione - oltre alle agenzie del lavoro “private” - le università, le scuole, gli enti locali, gli organismi bilaterali ed i consulenti del lavoro. Il decreto legislativo 276/03 ha dettagliato le modalità di autorizzazione dei “servizi competenti”, categoria in cui sono compresi sia gli operatori pubblici sia i servizi privati accreditati a livello regionale. Tuttavia in Italia, nonostante un sistema normativo innovativo in alcune sue articolazioni, una vera sinergia non si è ancora sviluppata in modo sistematico. Inoltre, il processo di revisione dei SPI si è contraddistinto per molte disomogeneità territoriali e non ha cambiato il sistema

in modo strutturale.

Per quanto riguarda le funzioni che possono essere delegate agli operatori accreditati, queste coincidono sostanzialmente con quelle proprie dei servizi pubblici (incontro tra domanda e offerta di lavoro, prevenzione della disoccupazione di lunga durata, promozione dell’inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati, sostegno alla mobilità geografica del lavoro). La riforma Fornero del 2012 ha introdotto nuove disposizioni concernenti le politiche attive ed i servizi per l’impiego al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La legge prevede anche la delega al Governo del riordino della normativa in materia di politiche attive accanto a quella dei servizi per l’impiego. Anche in questo caso, molte delle indicazioni non hanno avuto ancora seguito. I nodi cruciali restano ancora da sciogliere rispetto all’attivazione di un rapporto tra attori pubblici e privati maggiormente efficaci rispetto alla situazione attuale del mercato del lavoro e lo sviluppo di sistemi alle imprese.

A livello più operativo, per facilitare la cooperazione tra soggetti pubblici e privati alcuni elementi sono cruciali: una chiara suddivisione dei compiti in base alla specializzazione dei soggetti coinvolti e la creazione di strumenti metodologici e informatici condivisi.

Ultime da fuori Elementi salienti dell’indagine sui Servizi per l’impiego

A cura della redazione sulla base dell’Indagine sui servizi per l’impiego 2013 – rapporto di monitoraggio

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato la prima indagine sui servizi per l’impiego. Il rapporto è il risultato della collaborazione con Regioni e Province che si sono confrontate sul Tavolo Tecnico SIL (Sistema Informativo Lavoro) e il questionario è stato somministrato attraverso il portale ClicLavoro durante il 2013.

Il rapporto fornisce informazioni sulla localizzazione dei centri per l’impiego e sulla loro utenza, con dettagli per età, genere e stato di disoccupazione. Una parte consistente del rapporto è dedicato all’utenza dei servizi e fornisce informazioni sui soggetti che si rivolgono ai CPI (Centri per l’impiego) con una specificazione rispetto al sesso, l’età, lo stato di

disoccupazione. Queste informazioni possono essere molto utili per organizzare le politiche.

Le ultime due sezioni presentano un’analisi dei fabbisogni partendo dal titolo di studio e dalle tipologie di contratto con i quali sono assunti e un’analisi della domanda di lavoro subordinato e parasubordinato per ciascun CPI.

Nel 2012, in Basilicata, gli individui che hanno effettuato la Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (DID) sono stati 31,476, di cui 42,5% era rappresentato

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da donne mentre il 20,3% del totale è rappresentato da giovani di età inferiore ai 25 anni. Lo studio, per dare un’dea della pressione esercitata dalla platea dei cittadini richiedenti servizi ha anche calcolato il numero medio di coloro che hanno effettuato la DID nel 2012 per singolo CPI. La Basilicata si pone di poco sopra la media nazionale di 3900 individui per CPI – gli 8 CPI della Basilicata hanno registrato mediamente 3935 DID.

Cambiando unità statistica, passando dunque dagli individui alle DID, ossia considerando il numero di DID pro capite si osserva che nel 2012 in Basilicata il numero medio di DID per individuo è stato di 1,07 (la media italiana è di 1,09).

Guardando invece agli interventi di politica attiva a favore di disoccupati e inoccupati che nel 2012 avevano una DID attiva e/o un PAI (Piano d’azione individuale) valido e a favore degli occupati in cerca di nuova occupazione, la Basilicata registra 9086 interventi di cui il 25,8% destinato al gruppo di individui sotto i 25 anni – la media italiana è pari a 20,1%. Da notare che, disaggregando i dati per gli interventi di politica attiva avviati a favore di disoccupati e inoccupati di lunga durata, la Basilicata registra l’incidenza sul totale più alta d’Italia: 95,2% contro una media nazionale pari al 44,4%.

La sezione dell’indagine dedicata alla dotazione di personale dei CPI, sulla base dei dati della Rilevazione Continua delle Forze Lavoro (RCFL) dell’Istat, ha quantificato le dimensioni della platea di riferimento per ogni singolo CPI, dei giovani NEET, uno dei principali target di intervento del programma di Garanzia Giovani. In Basilicata il numero medio di NEET tra 15 e 24 anni per CPI è uguale a 2000 mentre il numero medio di NEET tra 15 e 29 anni è uguale a 3750. Rispetto alle caratteristiche del personale dei CPI in Basilicata la percentuale di operatori con laurea e post lauream sul totale degli operatori è al 9,2%, la più bassa dopo la Sicilia mentre la percentuale degli operatori di front office con laurea o post lauream è leggermente più alta (12,4%).

L’ultima sezione dell’indagine, utilizzando i dati del Ministero del Lavoro tratti dal Sistema informativo delle Comunicazioni Obbligatorie (CO), mostra il volume di rapporti di lavoro attivati e cessati per regione. Questa informazione, se messa in relazione al numero di CPI rappresenta una proxy della domanda di lavoro dipendente e parasubrdinato. In Basilicata i rapporti di lavoro attivati nel 2012 sono stati 139.710 (in media 17.464 per CPI) mentre i rapporti di lavoro cessati sono stai 140.759 (in media 17.595) per CPI.

Intervista ai referenti di Confapi (Nicola Fontanarosa) e Cgil della Basilicata (Angelo Summa)*

1) Come giudica, nel complesso, la qualità dei servizi per il lavoro (SPI) lucani? Qual è la loro criticità maggiore?

Confapi Cgil

“C’è la consapevolezza che un conto sono i servizi per l’impiego ed altra cosa sono i centri per l’ impiego, tuttavia in Basilicata i servizi per l’impiego si identificano con l’attività dei centri per l’ impiego pubblici, non essendoci un’attività privata in questo settore. Pertanto si può affermare che i centri per l’ impiego allo stato attuale, sia per ragioni strutturali sia per risorse umane presenti, non sono adeguati a svolgere ciò che è richiesto dal mercato del lavoro sia in riferimento all’offerta di lavoro che alla domanda. Essi svolgono solo un ruolo burocratico rispetto allo stato di disoccupazione e inoccupazione. Ad esempio nei tirocini formativi, che sono uno strumento per cui l’associazione di categoria Confapi ha molto interesse, i centri per l’impiego si limitano alla firma della convenzione, non c’è un’attività di mappatura dei fabbisogni di tirocinanti da parte delle imprese. Tuttavia la responsabilità di questa carenza non è dei singoli centri per l’impiego, ma del sistema regionale, anche da un punto di vista normativo oltre che organizzativo che non affida loro linee guida e strumenti per un’attività

Vedesi risposta alla domanda successiva

Voci di partenariato

Servizi per l’impiego lucani: il punto di vista di Confapi e Cgil su criticità e nuove sfide

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variegata di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro.”

2) I SPI saranno chiamati a gestire il programma di Garanzia Giovani nell’ambito della quale è prevista la fornitura di una combinazione di servizi (orientamento, counselling, profiling,

inserimento nel mercato del lavoro). Pensa che i SPI lucani siano in grado di offrire efficacemente questa serie di servizi?

Confapi Cgil

Vedesi risposta alla domanda successiva

Risposta alle domande 1-2

“C’è la consapevolezza che in Basilicata i servizi per l’impiego coincidono con le attività dei centri per l’impiego, il giudizio sulle attività dei centri per l’impiego non è positivo e questo è dovuto ai limiti strutturali di come essi sono stati concepiti ed organizzati, poiché essi non svolgono e non riescono a svolgere attività di orientamento, incrocio domanda ed offerta di lavoro, non riuscendo pertanto ad inserirsi a pieno titolo nelle attività di collocamento del lavoro. Quindi allo stato attuale mancano i presupposti per inserire i centri per l’impiego nelle attività dei servizi per l’impiego, perché essi invece svolgono un ruolo prevalentemente burocratico, e indubbiamente allo stato attuale ci saranno delle difficoltà nella gestione del programma garanzia giovani. Tuttavia è proprio il programma garanzia giovani che può costituire l’ occasione per rivedere il sistema dei centri per l’impiego ed i servizi da loro offerti.”

3) Pensa che la Garanzia Giovani debba rappresentare l’occasione per aprire spazi di collaborazione tra servizi pubblici e agenzie private? Per avere un’offerta formativa rispondente ai fabbisogni

pensa che debba esserci maggiore integrazione tra SPI e agenzie formative? Se si, come?

Confapi Cgil

Risposta alle domande 2-3

“Per quanto detto sopra, i centri per l’impiego non saranno in grado di svolgere tutte le attività previste dal programma garanzia giovani, quindi occorrerà introdurre necessariamente il coinvolgimento in queste attività delle associazioni di categoria o soggetti di loro emanazione che per statuto possono offrire servizi di avvicinamento dei giovani al mercato del lavoro.

Sarà pertanto necessario, a breve scadenza, un confronto con la Regione Basilicata per dotarsi di strumenti anche normativi che possano consentire l’ingresso di altri soggetti oltre ai centri per l’ impiego nel settore dei servizi per l’impiego.”

Vedesi risposta alla domanda n.5

4) L’altra sfida dei SPI è quella di “catturare” la platea di riferimento della Garanzia Giovani ,il cui target di riferimento (NEET tra 15 e 24 anni), secondo l’ultima indagine sui SPI condotta dal Ministero del Lavoro, in Basilicata è pari a 2000 individui per CPI. Quali attività dovrebbero mettere in campo per attrarre questa platea e in che modo ritiene che le PES possano contribuire?

Confapi Cgil

“Secondo l’ associazione di categoria Confapi i giovani dovrebbero essere avvicinati al mercato del lavoro, mettendoli in contatto diretto con la

“Secondo la Cgil ai giovani under 29 entro quattro mesi dalla perdita di un impiego o dal termine degli studi, deve essere data una buona offerta di lavoro, un corso di perfezionamento, un contratto di apprendistato o un tirocinio di qualità e tutto ciò attraverso una presa in carico da parte dei

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realtà produttiva delle aziende, facendo loro sperimentare il saper fare, suscitando in loro anche desideri di autoimpiego, e tutto ciò con un approccio individuale, dopo un colloquio mirato e un eventuale bilancio delle competenze ove ci siano.”

servizi per l’impiego che con il giovane formulano un percorso di orientamento, inserimento lavorativo oppure un progetto mirato di auto impiego. Il giovane deve stipulare un vero e proprio contratto di ricerca di occupazione che certifichi lo stato di disoccupazione e ne stabilisce diritti e doveri. Con un’attenzione particolare ai tirocini e all’ apprendistato di qualità che devono essere esperienze in grado di arricchire il bagaglio professionale, con standard di qualità certificati, perché spesso i tirocini celano forme di sfruttamento.

La Cgil prevede come limite di età per garanzia giovani non 25 anni ma 29 anni perché in Italia la forte disoccupazione giovanile si protrae molto oltre i 25 anni. Ed inoltre ritiene necessario riorganizzare il sistema di agevolazioni per favorire assunzioni a tempo indeterminato e processi di stabilizzazione per coloro che sono impiegati con contratti precari.”

5) Ritiene che i SPI debbano migliorare il proprio ruolo di intermediatori? Come potrebbero ottimizzare la propria gamma di servizi in modo da aumentare la quota di imprese che si rivolgono ai SPI?

Confapi Cgil

“I servizi per l’impiego dovrebbero appunto avvicinare gli utenti alle realtà aziendali, cosa che dovrebbero fare anche gli enti di formazione, ridurre la formazione teorica e suscitare passione verso l’ autoimpiego e l’apprendimento del saper fare. E anche la qualità degli enti di formazione dovrebbe essere misurata attraverso degli indicatori oggettivi, come ad esempio il numero di formati collocati in realtà aziendali, anche attraverso lo strumento dei tirocini formativi. Confapi come associazione di categoria ed anche attraverso strutture di sua emanazione, è pronta ad assolvere a questo compito, ma attraverso un riconoscimento economico e istituzionale adeguato, mediante il criterio del riconoscimento a prestazione.”

Risposta alle domande 3-5

“La Cgil non è favorevole ad un inserimento di organismi privati nel sistema dei servizi per l’ impiego, propone invece la messa a sistema di una sinergia tra tutti gli attori pubblici che si occupazione di mercato del lavoro e quindi, nel caso della Basilicata, una collaborazione funzionale e strutturata tra i centri per l’impiego provinciali, le agenzie formative provinciali Ageforma ed Apofil, e il Dipartimento Formazione della Regione Basilicata. In questo modo ci sarebbe anche una concentrazione delle risorse che potrebbero essere meglio investite per le politiche attive del lavoro. Anche a livello nazionale la posizione della Cgil è quella di potenziare i servizi pubblici per l’impiego che sono organizzati in una rete fragile e scarsamente efficace, al punto che solo il 2,7 per cento dei giovani trova lavoro attraverso i centri per l’impiego. Tutto questo non può prescindere dall’adozione di una legge quadro statale che delinei le risorse, gli obbiettivi, gli standard qualitativi e gli strumenti di valutazione, mentre è di competenza delle Regioni offrire una declinazione territoriale in relazione ai programmi operativi regionali dei fondi strutturali.”

* Alcune risposte sono accorpate poiché gli intervistati, vista la forte correlazione tra gli argomenti, hanno preferito tenere più risposte in una.

Uno sguardo altrove Alcune esperienze di partenariato pubblico-privato:

A cura della redazione

“Working together” della Provincia di Modena

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Il programma Working Together tra il 2012 e il 2013 ha sviluppato un modello di partenariato tra pubblico e privato al fine di favorire il reinserimento lavorativo stabile di giovani disoccupati di lunga durata. L’intervento attua una forma di collaborazione tra servizi pubblici e privati per offrire servizi aggiuntivi attraverso programmi integrati e personalizzati di politica attiva del lavoro rivolti in modo prioritario ai giovani disoccupati di lunga durata. Il progetto è finanziato dal programma comunitario PROGRESS e co-finanziato nell’ambito di PARES (Partnership between employment services). I partner di progetto sono la Provincia di Modena (Servizi Pubblici per l’Impiego), Obiettivo Lavoro (agenzia privata per il lavoro), IFOA (agenzia formativa), Poleis (Istituto di ricerca, monitoraggio e valutazione). Il progetto si sviluppa sulle seguenti direttrici d’intervento: rafforzare il ruolo dell’autorità pubblica nell’integrare i servizi per l’impiego e nel definire criteri comuni di qualità, basati sulla personalizzazione dei servizi; identificare i destinatari privilegiati delle misure personalizzate per l’impiego attraverso la sperimentazione di tecniche innovative di profiling; implementare un programma integrato di servizi personalizzati, rispetto alle esigenze sia delle persone sia delle imprese; ottenere l’inserimento lavorativo di 100 disoccupati di lunga durata con successivo rinnovo dei contratti per il 75% delle persone inserite; attivare percorsi di valutazione in itinere e finale sui risultati. Come prima cosa è stato definito un modello di partenariato che descrive i ruoli e i compiti di ogni partner e le modalità di interazione tra i partner stessi al fine di ottimizzare la complementarietà delle rispettive specializzazioni. La provincia di Modena si occupa del governo e coordinamento del progetto, convocazione e coordinamento del Comitato di Pilotaggio del progetto, collaborazione attraverso i servizi pubblici per l’impiego alla condivisione dei criteri e indicatori per la profilatura, coinvolgimento degli operatori dei Centri per l’Impiego in merito alla situazione dei destinatari degli utenti del servizio, partecipazione e condivisione del modello di monitoraggio e valutazione, promozione e diffusione. I restanti partner collaborano alla definizione delle priorità nell’ambito dei target identificati dal progetto, costruzione e analisi di banche dati, trasferimento delle competenze delle metodologie alla Provincia di Modena per la successiva replicabilità, identificazione delle opportunità lavorative sul territorio. L’organismo

decisionale del partenariato è il Gruppo di Coordinamento Operativo composto dai rappresentanti dei partner di progetto. Esso si occupa della gestione operativa individuando le azioni da

realizzare e definendo le modalità attuative. In particolare il Gruppo di Coordinamento ha avuto la funzione di gestire operativamente e coordinare tutte le attività, monitorare lo stato di avanzamento della spesa e condividere le eventuali modifiche progettuali.

Berlino - Partenariato pubblico-privato per collocare giovani in

difficoltà

Il centro per l’impiego di Treptow-Köpenick di Berlino e Ingeus, un’agenzia privata, hanno sviluppato una

cooperazione, basata sulle loro competenze specifiche per occupare giovani che incontrano difficoltà a trovare un lavoro. Ad ora, il 50% dei clienti sono stati collocati entro 3 mesi e il 32% mantiene il lavoro dopo 26 settimane dal collocamento.

I soggetti lavorano insieme sulla base di un accordo che permette ad ogni organizzazione di sfruttare i loro rispettivi punti di forza al fine di fornire un servizio completo dal contatto iniziale e la continuità del supporto fino a 6 mesi dopo il collocamento. L'approccio cooperativo contribuisce, da una parte, a cambiare la mentalità dei datori di lavoro in relazione all'assunzione di disoccupati svantaggiati e, dall’altra, offre una maggiore capacità di adattare i servizi alle esigenze individuali. Nella cooperazione i partner privati hanno obiettivi contrattuali chiari, ma conservano un grado significativo di autonomia in modo che possano essere innovativi nell'approccio per meglio soddisfare le esigenze dei datori di lavoro. Ingeus conduce il profiling del disoccupato, organizza un programma di formazione e uno stage personalizzato in un’impresa; dopo il collocamento, continua a sostenere da vicino l’utente. Il centro per l’impiego e Ingeus collaborano anche per risolvere, se necessario, problemi finanziari o personali della persona che sta cercando lavoro.

Il valore aggiunto di questo partenariato è quello di offrire servizi altamente personalizzati, aumentare il numero di opportunità di lavoro attraverso servizi specialistici, fornire servizi prima e dopo la

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collocazione, sensibilizzare i datori di lavoro rispetto all'assunzione di persone svantaggiate, e ridurre i

tempi e costi di transazione

Agenda I prossimi appuntamenti del partenariato

Attività del progetto

Febbraio 2014

Finalizzazione del “Documento sulle proposte delle PES per il POR Basilicata FSE 2014-2020”

Diffusione dei risultati dell’indagine sullo stato del partenariato

Diffusione del piano delle attività per il semestre Gennaio-Giugno 2014

Eventi

Giovedì 13 Febbraio 2014, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Workshop organizzato da Cisl Puglia-Basilicata dal titolo “NUOVE DIRETTRICI DI SVILUPPO, l’Adriatico e lo Ionio incontrano l’Europa”.

CONTATTI

Segreteria del progetto

E-mail: [email protected]: 333.4932116Tel: 06.3269121 Web: http://fse.basilicata.it/fse/section.jsp?sec=102269

Ismeri Europa s.r.l.Via G. G. Belli, 3900193 Roma - ItaliaTel: +39 (06) 3269121Fax: +39 (06) 3213306

Gruppo di lavoro

Coordinatore scientificoAndrea Naldini

Staff Carlo MiccadeiLuana FranchiniAmerigo LombardiMarco Pompili