Fratres in Unum - Montfort Missionaries · 2020. 12. 2. · frater-mutua carattere, competen-ze...

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Fratres in Unum Compagnia di Maria - Italia Giugno 2019 - Anno 60 Numero 313 Ricordati di questa compagnia di Padre Mario Belotti Assemblea dei Superiori Bergamo 11-12 giugno di Padre Gianangelo Maffioletti

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  • Fratres in UnumCompagnia di Maria - Italia Giugno 2019 - Anno 60 Numero 313

    Ricordatidi questa compagniadi Padre Mario Belotti

    Assemblea dei SuperioriBergamo 11-12 giugnodi Padre Gianangelo Maffioletti

  • Ricordati di questa com

    pagnia!di Padre Mario Belotti - Superiore Provinciale

    Assem

    blea dei Superiori. Bergam

    o 11-12 giugnodi Padre Gianangelo Maffioletti

    Il tesoro che abbiamo ricevuto

    di Padre Susac Miljenko

    Dio agisce nei piccoli

    di Padre Mihovil Filipovic

    Segni dei tempi

    di Padre Giovanni Maria Personeni

    Eucaristia e Maria

    di Padre Sergio Gaspari

    Fermento e segno

    La comunità di Arbizzano

    Venerdì Santodi Padre Girolamo Dal Maso

    Louis-Marie de M

    ontfortdi Padre Battista Cortinovis

    Consacrati al cuore di M

    ariadi Padre Adriano Dalle Pezze

    Com

    unicazioni

    Nom

    ine e Obbedienze - Prossim

    i appuntamenti

    Somm

    ario

    p. 4

    p. 14

    p. 16

    p. 22

    p. 28

    p. 32

    p. 36

    p. 38

    p. 42

    p. 45

    p. 46

    p. 47

    Trin

    ità

    Padre Alessandro Leidi

    ArbizzanoVetrata della vecchia chiesa del sem

    inario monfortano

    Fratres in UnumEcce quam

    bonum et quam

    jucundumhabitare Fratres in unum

    Ps 132,1

    Co

    mp

    ag

    nia

    di M

    aria

    - Provin

    cia

    Ita

    lian

    a

    Periodico della Provincia Italiana Missionari MonfortaniVia Legnano 18 24124 Bergamo

    035-4124675

    AdPerJesuM

    Maria

  • Fratres in Unum - 5

    4 - Fratres in Unum

    compi altri prodigi; fa’ che sentiam

    o l’aiuto del tuo braccio. Tu che puoi trarre da pietre grezze altrettanti figli di A

    bramo, pronuncia una sola

    parola divina e manda buoni operai

    alla tua messe e buoni m

    issionari alla tua C

    hiesa» (PI 2-3).

    Una panoram

    ica

    di Padre Mario Belotti

    Ric

    ord

    ati d

    i qu

    esta

    co

    mp

    ag

    nia

    !

    «Signore, realizza i tuoi progetti di m

    isericordia. Suscita gli uomini della

    tua destra… R

    icordati, Dio onnipo-

    tente, di questa compagnia! Im

    pegna la forza del tuo braccio non certo af-fievolito, per farla nascere e giunge-re alla perfezione. R

    innova i segni e

  • Fratres in Unum - 7

    6 - Fratres in Unum

    Com

    e figli di Montfort, penso che sen-

    tiamo un po’ tutti una “ansia” profeti-

    co-apostolica a fronte di una chiesa e una com

    unità che hanno bisogno di rinnovarsi, crescere e capire quale di-rezione prendere. C

    ome M

    ontfort, ci m

    ettiamo in “attesa” di una concreta

    manifestazione del R

    egno di Dio nel

    nostro tempo; com

    e lui eleviamo la

    nostra voce in “preghiera” per ringra-ziare, per chiedere luce e per avere il coraggio di osare le vie dello Spirito.D

    ue anni e mezzo fa il C

    apitolo Provin-ciale ci ha consegnato la responsabili-tà dell’anim

    azione e amm

    inistrazione della nostra Provincia. N

    on ne faccio m

    istero, non è stato facile dire di sì – alm

    eno per me – consapevole dei m

    iei tanti lim

    iti. Tuttavia, come C

    onsiglio, ci siam

    o messi subito al lavoro. Per

    grazia di Dio, fatte alcune eccezioni,

    mi pare di poter dire che lungo il per-

    corso abbiamo generalm

    ente mantenu-

    to un buon ritmo di lavoro assicurando

    attenzione agli eventi e alle persone. Il nostro desiderio è di continuare a sen-tirci m

    otivati nel servire la Provincia nelle varie com

    petenze e incombenze

    a noi assegnate. R

    ingraziamo con tutta sincerità le am

    -m

    inistrazioni precedenti per il lavoro che hanno svolto e per il terreno che ci hanno preparato. Pur sentendoci spro-

    nati a guardare in avanti, la nostra pre-m

    ura è stata quella di metterci sulla li-

    nea della continuità. Pertanto abbiamo

    accolto dall’am

    ministrazione

    prece-dente il grosso pacchetto che illustrava i progetti realizzati, le realtà lasciate in sospeso e bisognose di attenzione e le sfide da affrontare per poter accom

    pa-gnare fattivam

    ente la Provincia lungo il tem

    po del nostro mandato.

    In maniera riassuntiva, m

    i sembra di

    poter dire che finora abbiamo fatto del

    nostro meglio, m

    a di certo non abbia-m

    o sempre risposto alle attese dei sin-

    goli, delle comunità, della Provincia

    e della stessa Congregazione. Le ina-

    dempienze o lentezze da parte dell’am

    -m

    inistrazione e di tutti noi trovano diverse spiegazioni o cause che vanno dalla tim

    idezza da parte nostra alla re-sistenza da parte degli altri, dalla facile accondiscendenza da parte nostra ad una certa inam

    ovibilità da parte degli altri, dalle num

    erose richieste di cam-

    biamento o di trasferim

    ento da parte nostra a una diffusa indisponibilità da parte degli altri, da una serie d’im

    pre-visti blocchi esterni ai più m

    acchinosi blocchi interni, dall’età che avanza alla dem

    otivazione spirituale e pastorale, dalla

    stanchezza alla

    rassegnazione. Infine, non si può ignorare che un gros-so ostacolo alla crescita com

    unitaria è

    stata, almeno per qualcuno, la scelta

    della critica demolitrice, forse ignoran-

    do di principio le buone intenzioni, di-stanziandosi da quello spirito fraterno che solo può sostenere una com

    unità di destino com

    e la nostra, e rifiutando l’invito ad appropriarsi dei fatti per farsene una ragione e per trarne delle opportunità com

    uni.

    Nel corso del prim

    o anno, in seguito al C

    apitolo Generale, abbiam

    o lancia-to un Program

    ma di m

    assima per una

    revisione di vita e per cercare di rispon-dere ai segni dei tem

    pi nelle aree del-la form

    azione, dell’evangelizzazione, della spiritualità e delle strutture. Q

    ue-sto program

    ma chiam

    ava e continua a chiam

    are in causa i singoli confratelli, le nostre com

    unità, le varie comm

    is-sioni e, ovviam

    ente, la stessa amm

    ini-strazione provinciale. Il suo contenuto non intendeva e non intende scendere nei dettagli per quanto riguarda tem

    i, attività e scadenze. Piuttosto, il pro-gram

    ma si propone com

    e l’ambiente

    che aiuta ad interpretare le nostre aspi-razioni, che stim

    ola la nostra creatività, che aiuta a identificare e a m

    ettere in atto le attività più appropriate per la no-stra crescita individuale, com

    unitaria e di provincia. È probabile che questo testo non sia stato capito e non abbia

    ottenuto l’accoglienza che ci si auspi-cava. Perciò, in m

    olti casi, il libretto è balzato quasi subito dalla scrivania alla libreria, quando invece dovrebbe esse-re lo strum

    ento abilitato a confrontare e verificare saltuariam

    ente il nostro vis-suto personale e spirituale, com

    unitario e pastorale.A

    ll’interno del Consiglio, sin dall’ini-

    zio, si è instaurato e mantenuto un cli-

    ma di fraternità, di stim

    a e di fiducia reciproca. C

    i aiuta molto la qualità di

    relazione tra di noi che non obbliga ad assurgere im

    mediatam

    ente alla dimen-

    sione funzionale e professionale ma

    che piuttosto si preoccupa innanzitutto di garantire e curare lo spirito di frater-nità attraverso l’esercizio di una m

    utua afferm

    azione e sostegno nel carattere, nella virtù e nelle rispettive com

    peten-ze individuali. I m

    embri del consiglio sono i prim

    i responsabili delle nostre quattro com

    -m

    issioni: la spiritualità, l’evangelizza-zione, la form

    azione e l’economia. La

    partecipazione delle stesse comm

    issio-ni alla vita della Provincia garantisce notevolm

    ente una visione ampia, varie-

    gata e più rispondente ai segni dei tem-

    pi negli orientamenti e decisioni che si

    prendono in Consiglio. C

    erto, bisogna darsi m

    olto da fare per evidenziare i tem

    i salienti da trattare e per mantener

  • Fratres in Unum - 9

    8 - Fratres in Unum

    coinvolti e motivati gli stessi m

    embri

    delle comm

    issioni. In generale, tutta-via, questi organism

    i lavorano bene e con vivacità. È un vero peccato che alcuni confratelli in Provincia ignorino persino l’esistenza di tali realtà e, com

    e dei dischi rotti – spesso senza cogni-zione di causa – continuino a parlare della nostra vita di Provincia com

    e di un

    assoluto “appiattim

    ento”. Forse,

    prima di dem

    olirci così rapidamente e

    impietosam

    ente, bisognerebbe uscire dalla cella della propria rassegnazione individuale e provare ad esporsi, o per-lom

    eno a informarsi sulla vita di tutte

    le altre nostre comunità sparse in Italia,

    in Croazia, in Polonia, in M

    alawi e in

    Zambia. La perfezione non è da nessu-

    na parte, ma per certo, nella stragran-

    de maggioranza delle nostre com

    unità, si lavora con convinzione, con spirito m

    onfortano, con

    genuino interesse

    verso la Provincia, e non si indugia in aspre critiche dem

    olitrici.U

    n aspetto significativo della nostra Provincia

    è la

    comunicazione.

    Già

    dall’inizio di

    quest’amm

    inistrazione si è cercato un avvicendam

    ento nella direzione della rivista “L’A

    postolo di M

    aria”. Una priorità, questa, già segna-

    lata dalla amm

    inistrazione precedente. È un percorso faticoso e non ancora ul-tim

    ato, ma si sta intravedendo com

    un-

    due-tre volte l’anno. Anche le loro ri-

    soluzioni vengono puntualmente diffu-

    se e/o comunicate tram

    ite “Fratres”. A

    questo proposito la Com

    missione del-

    la Spiritualità ha lavorato alacremente

    e con competenza nella preparazione

    della nuova edizione delle Opere che

    uscirà dalle stampe a settem

    bre 2019. •

    Si è costituita una comm

    issione per l’etica e l’integrità nel m

    inistero in adem

    pimento a quanto indicato nel

    documento, “Linee guida per il m

    ini-stero verso i m

    inori e verso gli adulti”, che è giunto, anche se con m

    olta len-tezza, alla fase finale della sua stesura e che dovrà presto essere presentato e consegnato alle nostre com

    unità. •

    Tutti gli anni, pur lamentando uno

    scarso numero di partecipanti, abbia-

    mo organizzato gli Esercizi Spirituali

    al Centro-Sud e al N

    ord. Va notato che la scelta dei predicatori ha riscosso, in generale, un sincero apprezzam

    ento da parte di tutti.

    • A

    bbiamo annualm

    ente organizzato e condotto l’A

    ssemblea dei Superiori

    delle comunità m

    onfortane. La pano-ram

    ica di tutte le nostre comunità, che

    ci viene presentata con i dovuti ag-giornam

    enti, ci aiuta a superare i no-stri pregiudizi e a trascendere il nostro scontato (a volte m

    onotono) vissuto quotidiano per sentirci parte di una

    que una svolta significativa. La rivista ci è m

    olto cara perché ci rappresenta agli occhi della gente nella nostra spiri-tualità e m

    issionarietà.C

    i avvaliamo m

    olto di “Fratres-Mail”

    per comunicare notizie, decisioni, in-

    formazioni che riguardano la nostra

    vita di Provincia. Continuiam

    o a curare il bollettino interno “Fratres” che vie-ne allestito e diffuso tre-quattro volte l’anno. D

    ’altro canto, dopo un dovuto discernim

    ento, si è giunti alla termina-

    zione della rivista “Madre e R

    egina” sia a causa del suo esiguo num

    ero di abbonati sia per la concom

    itante de-cisione di chiudere il C

    entro Mariano

    Monfortano.

    Senza calarci nei dettagli, per non ap-parire troppo am

    pollosi, ci sembra co-

    munque doveroso fare una carrellata

    delle attività e/o decisioni che hanno cesellato la vita della Provincia in que-sti ultim

    i due anni e mezzo.

    • A

    bbiamo appena svolto il 15° consi-

    glio di provincia, a una media di uno

    ogni due mesi. Tutti i verbali dei no-

    stri consigli sono inviati e depositati puntualm

    ente in archivio. Dagli stessi

    verbali si stralciano le comunicazioni

    che devono essere diffuse a seguito dei consigli.

    • Le quattro C

    omm

    issioni si incontrano

    famiglia più allargata, viva e creativa.

    • O

    gni anno organizziamo anche gli in-

    contri dei giovani preti per la loro for-m

    azione continua. Sono giorni vissuti in fraternità, dove si privilegia la con-divisione della propria vita e dove si riflette su un input il più possibile ine-rente sia alla propria fascia d’età sia al proprio specifico am

    bito di apostolato. •

    In veste di Provinciale, ho visitato tut-te le com

    unità in Italia e all’estero. In tali occasioni, generalm

    ente si dà pri-m

    a spazio agli incontri con i singoli confratelli; segue poi un incontro co-m

    unitario per una verifica d’insieme

    delle varie attività ed espressioni di apostolato. R

    ingrazio i superiori e le varie com

    unità per la fraterna acco-glienza che m

    i hanno riservato e per lo spirito di apertura al m

    omento della

    condivisione della propria vita.•

    La Provincia s’identifica molto con le

    Giornate M

    ariane di Loreto (metà set-

    tembre); tuttavia, tali “giornate” ven-

    gono celebrate anche in altri mom

    enti dell’anno e in diverse zone della na-zione. U

    n grande ringraziamento va ai

    nostri confratelli che vi sono coinvolti in qualità di organizzatori e di anim

    a-tori. La larga partecipazione dei laici dim

    ostra sempre più che lo spirito di

    Montfort continua ad aleggiare sulla

    e nella chiesa e che i suoi discepoli

  • Fratres in Unum - 11

    10 - Fratres in Unum

    sanno ancora spezzare il suo insegna-m

    ento in modo vivace, efficace e edifi-

    cante. Il nostro auspicio è che aumenti

    sempre più il num

    ero dei laici capaci di presentarsi non solo com

    e uditori m

    a anche come anim

    atori e diretti dif-fusori della nostra spiritualità.

    • Lo scorso 25 aprile, a M

    edjugorje, p. M

    ario Belotti, p. A

    ngelo Sorti, p. Gio-

    vanni Personeni, p. Nikola Tandara e

    la consacrata con voti Mariane, hanno

    avuto un incontro con il visitatore apo-stolico M

    ons. Hoser, durante il quale

    ci si è sentiti incoraggiati a pianificare una nostra presenza, in collaborazione con i laici consacrati/associati, per po-ter accom

    pagnare i pellegrini nell’ap-profondim

    ento della nostra spirituali-tà. La realizzazione di un tale progetto aprirebbe anche la strada a nuove vo-cazioni.

    • C

    on l’esperienza del 10 giugno 2019, si è avviata l’iniziativa delle giornate di form

    azione continua organizzate e condotte dalle com

    missioni. La gior-

    nata appena svolta è stata animata

    dalla Com

    missione Evangelizzazione

    e ha avuto come tem

    a: “Il Fuoco di M

    ontfort in Parrocchia”.•

    Continua la nostra presenza pastorale

    nella diocesi di Locri. Chi ha vissuto

    anni di missione “ad gentes” non fa fa-

    tica a riscontrare su questo suolo delle

    stero, i confratelli riescono a far fronte a questo im

    pegno. •

    I confratelli che lavorano in Malaw

    i e Zam

    bia sono ora costituiti in tre com

    unità che rispondono direttamen-

    te alla Provincia. Le due comunità in

    Malaw

    i, oltre ad avere un loro rispet-tivo superiore, hanno anche un co-m

    une coordinatore. Da circa un anno

    è in atto un nuovo organigramm

    a nel settore am

    ministrativo della M

    ontfort M

    edia e della Luntha TV, in cui appa-iono com

    e diretti responsabili i nostri confratelli della D

    elegazione Africana

    Anglofona.

    • Sul fronte delle strutture, com

    e ben sappiam

    o, abbiamo scelto B

    ergamo

    come Sede della Provincia. Per chi ci

    vive da un anno e mezzo, la struttura

    offre una casa accogliente e funzionale sia per una com

    unità locale sia per le attività inerenti alla am

    ministrazione.

    Inoltre l’esperienza conferma cha da

    Bergam

    o è facile raggiungere le co-m

    unità più lontane sia in treno sia in areo.

    • D

    a nove mesi abbiam

    o riaperto il no-viziato in Italia, che è stato riportato a Santeram

    o in Colle. A

    nche questa risulta una decisione indovinata, a det-ta soprattutto dei form

    atori, dei novi-zi stessi e dei m

    embri della com

    unità locale, senza m

    enzionare il cordiale

    sensazioni a loro familiari. È un suolo

    che interpella il nostro spirito mon-

    fortano e missionario. In una società

    che si sta sempre più scristianizzando,

    laddove ci è possibile, non possiamo

    dire di no agli appelli dei vescovi che ci chiedono un diretto coinvolgim

    ento nella pastorale parrocchiale.

    • In una sezione della struttura della C

    asa della Madonna di R

    eggio Cala-

    bria è in preparazione il progetto di assistenza ai m

    igranti minori senza ac-

    compagnam

    ento. Oltre a sperare che

    questo progetto vada presto in porto, è opportuno anche dom

    andarci come,

    in questa società che si sta sempre

    più impoverendo, possiam

    o concre-tam

    ente esercitare il ministero della

    accoglienza all’interno

    delle nostre

    strutture.•

    Nell’aprile del 2017 abbiam

    o firmato

    la convenzione con i Fratelli di S. Ga-

    briele per l’assunzione della responsa-bilità della casa in C

    zestochowa, Po-

    lonia. I confratelli che vi compongono

    la comunità stanno lavorando bene nei

    settori della accoglienza dei pellegrini, della diffusione della spiritualità tra la gente e il clero, e dell’anim

    azione vo-cazionale. L’accordo con i Fratelli di S. G

    abriele richiede da parte nostra un versam

    ento a loro favore di 800 euro al m

    ese. Con le entrate del loro m

    ini-

    riconoscimento da parte del vescovo

    di Altam

    ura.•

    Stiamo

    completando

    la costruzione

    della nuova casa di formazione, a V

    ia C

    ori. Presto vi risiederà la comunità

    del postulandato composta da tre pa-

    dri e tre postulanti che entreranno al noviziato nei prim

    i di settembre. N

    el frattem

    po siamo in attesa di altri po-

    stulanti provenienti dalla Polonia, dal-la C

    roazia e dall’Italia.•

    Con un nuovo statuto, la casa di V

    ia R

    omagna è ritornata sotto la diretta

    responsabilità della Provincia Italiana, con la sua specifica identità di “sco-lasticato aperto all’internazionalità”. A

    tale riguardo, il Superiore Genera-

    le ha approvato la nostra disponibilità ad accogliere scolastici da altre entità e a sostenere econom

    icamente quelli

    tra di loro disposti a svolgere il loro apostolato in Italia dopo la loro ordi-nazione.

    • Sentito più volte il parere dei supe-riori, della com

    missione econom

    ica e del consiglio, con il perm

    esso del Su-periore G

    enerale, si è giunti alla chiu-sura della com

    unità di Caravaggio.

    L’imm

    obile è stato messo in vendita e

    siamo in attesa del m

    iglior offerente. N

    el frattempo i due confratelli che vi

    risiedevano si sono trasferiti nella co-m

    unità di Treviglio.

  • Fratres in Unum - 13

    12 - Fratres in Unum

    • Sentito il parere favorevole dell’A

    s-sem

    blea dei Superiori, tenuti presenti anche alcuni suggerim

    enti dei confra-telli, si è proceduto alla definizione del ruolo del nuovo Econom

    o Provinciale, nella persona del D

    ottor Aldo C

    atta-neo. P. Pierluigi N

    ava ci ha aiutato in questo percorso, data la sua com

    peten-za dal punto di vista giuridico. Il titolo è quello di collaboratore e consulente in am

    bito economico ed am

    ministrati-

    vo della Provincia Italiana Missionari

    Monfortani. Il D

    ottor Aldo C

    attaneo ha per im

    mediato referente p. A

    ngelo Sorti, C

    onsigliere per gli affari eco-nom

    ici e Legale Rappresentante, fatte

    salve le prerogative del Superiore Pro-vinciale e del suo C

    onsiglio. A tal fine,

    il Superiore Provinciale ha successiva-m

    ente inviato una lettera ai confratelli con una descrizione della nuova con-figurazione giuridica del servizio di Econom

    o Provinciale e dei suoi stretti collaboratori.

    Quali sfide sta affrontando la nostra

    Provincia? Ve ne sono molte di cui al-

    cune a noi familiari e inveterate nella

    nostra realtà di comunità religiosa ed

    ecclesiale, e altre generate dalla evo-luzione dei tem

    pi o dalla nuova fi-sionom

    ia geo-politica

    della società.

    All’interno nostro la più grande sfida

    bisogno di lezioni accademiche m

    a di tanto vangelo, di quello stesso vangelo per cui abbiam

    o lasciato tutto e su cui fondiamo la nostra

    predicazione. E neppure ha bisogno di gesti tanto eclatanti; basta ab-bracciare e vivere l’ordinario “con gentilezza”; basta abituarci a un m

    odo “cordiale” di ascoltarci, di parlarci, di salutarci, di interessarci l’uno all’altro, di anticiparci nei bisogni, di riconoscerci nelle nostre doti e virtù, di scusarci dei nostri sbagli o sviste, di correggerci con serietà m

    a anche di saper riderci sopra, di cercarci e di incoraggiarci sem

    pre. U

    n’altra sfida è l’attenzione agli anziani. Il numero aum

    enta di anno in anno e presto la nostra entità sarà più rappresentata dal gruppo degli anziani e m

    olto-anziani che dal gruppo dei giovani-anziani, re-lativam

    ente giovani e giovani. Abbiam

    o una struttura che accoglie i nostri anziani-am

    malati e che accudisce ai loro bisogni, m

    a tutti sappiam

    o che ciò non basta. La grossa sfida è quella di far sì che i confratelli anziani non si sentano soli e inutili. Spesso ci si dim

    entica che lo scopo della seconda m

    età della vita non è quello di spegner-ci m

    a di aprirci alla possibilità di essere il meglio di noi stessi. La

    vecchiaia non è il tempo in cui si sm

    ette di crescere. Piuttosto è il tem

    po in cui si cresce in nuovi modi. Le ricerche neurologiche con-

    fermano, oggi, che i cervelli degli anziani sono intellettualm

    ente non m

    eno competenti rispetto ai cervelli dei giovani. In qualche m

    odo, in term

    ini di riflessione e di creatività, sono persino meglio. Perciò,

    il problema dell’invecchiam

    ento non è l’età; è la pietrificazione, la rigidità dell’anim

    a, l’inflessibilità. Infatti, è l’apprendimento perm

    a-nente che fa la differenza tra l’invecchiare bene e l’invecchiare m

    ale. È questo che determ

    ina il grado di soddisfazione nella nostra vita e che ci rende persone interessanti, di valore, ancora capaci di dare la vita agli altri.

    A proposito di vita, approfitto per augurare a tutti i confratelli

    una buona stagione estiva. Che il m

    eritato periodo di vacanza ci ritem

    pri nel corpo e nello spirito!

    è la conversione alla fraternità e a una visione più serena della vita. C

    iò che preoccupa m

    aggiormente in m

    ezzo a noi è il fenom

    eno di un forte ripiega-m

    ento su se stessi accanto ad un ina-sprim

    ento dell’animo che sem

    bra vada di pari passo con l’avanzare degli anni. Si invecchia bene quando si sm

    ette di lottare con le differenze e le forze op-poste e si guarda a tutto con gli occhi della benevolenza e con lo spirito della riconciliazione. La recrim

    inazione, la tendenza a im

    porre i propri “assoluti”, il tono duro, tagliente e offensivo che spesso si sente sulla bocca dei confra-telli rivela forse un ram

    marico più per

    i propri sogni disattesi e i fallimenti

    personali che per le pecche della co-m

    unità o della provincia. Allora, in-

    vece di proiettare rabbia e pregiudizi sugli altri, è forse più salutare fare un esercizio quotidiano di auto-perdono e di accoglienza della propria storia. O

    ccorre lasciarsi diminuire nella im

    -m

    agine del proprio ego per crescere nel proprio sé interiore. O

    ccorre dis-sociarsi dall’arram

    picata esterna per dedicarsi al parto della persona interna. O

    ccorre perdonarsi e perdonare perché solo il perdono rim

    ette insieme la vita

    e dà la misura del divino in noi. La pra-

    tica della fraternità, come scrivevo già

    nell’ultimo num

    ero di Fratres, non ha

  • Fratres in Unum - 15

    14 - Fratres in Unum

    Assem

    blea dei SuperioriB

    ergamo 11-12 giugno

    di Padre Gianangelo Maffioletti

    quest’ultimo anno pastorale. P. A

    ldo B

    olis, a

    nome

    della C

    omm

    issione Evangelizzazione, ci ha aiutati a leg-gere i risultati del Sondaggio M

    issione, che era stato presentato nel 2018, e che riguardava i differenti settori in cui i confratelli hanno svolto nel passato e svolgono attualm

    ente il loro ministero.

    Si è avuto modo di trattare, con la com

    -petenza del D

    ottor Aldo C

    attaneo, al-cune questioni di carattere econom

    ico: il processo di vendita degli im

    mobili di

    Rom

    a-via Prenestina e di Caravaggio;

    la possibile riqualificazione di altre nostre strutture. C

    i si è dati del tempo

    per valutare insieme alcune proposte,

    emerse anche dalla C

    omm

    issione Eco-nom

    ica, circa la gestione del persona-le di servizio e del parco m

    acchine. Il Procuratore delle M

    issioni, p. Angelo

    Maffeis, non presente, ha lasciato una

    relazione scritta sul lavoro della Procu-ra, l’anim

    azione missionaria e la realtà

    delle nostre missioni.

    L’assemblea si è conclusa nella tar-

    da serata di mercoledì 12 giugno, con

    l’intervento di p. Luigi Gritti che ci ha

    invitati a prendere in esame gli ultim

    i orientam

    enti della Santa Sede e della C

    EI per completare le “Linee guida”

    verso i minori e gli adulti vulnerabili

    e renderci sempre più consapevoli del

    problema degli abusi.

    vincia (cfr p. 4). Nel pom

    eriggio, ogni superiore ha fatto una presentazione della propria com

    unità, della situazio-ne presente, delle sfide e delle speranze che accom

    pagnano la nostra vita frater-na e il nostro apostolato. Possiam

    o dire che dallo scam

    bio è emersa una situa-

    zione generalmente positiva, anche se

    con elementi di fatica e fragilità. Le pa-

    role speranza e fiducia sono risuonate più volte sulla bocca dei presenti.N

    ella seconda giornata sono state date alcune inform

    azioni sul camm

    ino della nostra Provincia e della C

    ongregazio-ne. Sono stati ricordati alcuni appun-tam

    enti importanti, com

    e il centenario di fondazione della com

    unità di Berga-

    mo-V

    illa Santa Maria e l’A

    nno Con-

    tinentale d’Europa nel 2020, durante il quale ci sarà la V

    isita Canonica del

    Consiglio G

    enerale. L’Assem

    blea dei Superiori d’Europa e il C

    onsiglio Ge-

    nerale Straordinario (CG

    E) si terranno a C

    zestochowa, nel m

    ese di maggio del

    2020. La visita Canonica avrà inizio

    con la chiusura del Convegno di Lore-

    to, il 13 settembre 2020.

    I referenti delle quattro Com

    missio-

    ni (Evangelizzazione,

    Spiritualità, Form

    azione, Economia) hanno avu-

    to modo di rendere edotti i confratelli

    sul camm

    ino svolto nei vari ambiti, in

    modo particolare, per quanto riguarda

    crato sono la ricerca radicale di Dio e

    il vivere un’esistenza imitativa e con-

    formativa di C

    risto. Ogni autorità trae

    la sua origine nell’autorità di Cristo ed

    è prima di tutto un’autorità spirituale

    al servizio dei fratelli. Un’autorità che

    rende partecipi e stimola alla sinodali-

    tà. Si dovrebbe sempre più lavorare per

    far crescere all’interno delle comunità

    religiose il senso di corresponsabilità, non solo nella gestione del tem

    po pre-sente, m

    a anche e soprattutto nel pen-sare, cercare, vedere e ripensare con un orizzonte più am

    pio che vada al di là del proprio io e renda ciascuno capace di passare dal “ciò che è bene per m

    e” al “ciò che è bene per la com

    unità”. La R

    egola è lo “spazio” dove ci si muove.

    Il superiore e i confratelli non “occupa-no” lo spazio con prepotenza, m

    a ci si m

    uove nel rispetto di tutti. Dom

    Gior-

    dano Rota ha concluso il suo interven-

    to con una citazione del teologo Johann A

    dam M

    ohler: «Non vorrem

    mo m

    orire né asfissiati per estrem

    o centralismo,

    né assiderati per estremo individuali-

    smo. N

    é uno può pensare di essere tut-ti, né ciascuno può credere di essere il tutto, m

    a solo la diversità e l’unità di tutti è una totalità».La prim

    a mattinata si è poi conclusa

    con la relazione del Superiore Provin-ciale sulla situazione della nostra Pro-

    L’11 e il 12 giugno scorso si è svolta a B

    ergamo-V

    illa Santa Maria l’annua-

    le Assem

    blea dei Superiori di Com

    u-nità. Tem

    a centrale dell’incontro è stato quello della leadership. E

    rano presenti anche p. M

    ihovil Filipovic per la com

    unità di Czestochow

    a, p. L

    uigi Fratus per i confratelli dello Z

    ambia e p. Z

    rinko Nikolic per la

    comunità di Z

    agabria.N

    ella prima giornata è stato invitato

    Dom

    Giordano R

    ota, Abate di Pontida

    e Vicario Episcopale per la V

    ita Consa-

    crata per la diocesi di Bergam

    o, che ha svolto una relazione dal titolo: “Il ser-vizio dell’autorità e l’accadere di D

    io”. L’A

    bate di Pontida ha ricordato che i due obiettivi principali di ogni consa-

  • Fratres in Unum - 17

    16 - Fratres in Unum

    La comunità dei M

    issionari Monfortani

    a Zagabria - Croazia

    di Padre Susac Miljenko

    Storia della nostra spiritualitàe della fondazione in C

    roazia

    Com

    e è capitato spesso nella nostra storia, il santo di M

    ontfort ha prece-duto i suoi m

    issionari. La spiritualità di M

    ontfort è da tempo presente nella

    storia della Chiesa del popolo croato.

    Tutto è cominciato nel 1891, quando

    l’arcivescovo di Sarajevo del tempo,

    Mons. Josip Stadler, oggi servo di D

    io, ha tradotto il “Trattato della Vera D

    e-vozione” in croato. D

    a allora sono state fatte diverse riedizioni del Trattato e sono stati pubblicati altri libri di M

    on-tfort in croato. M

    olti vescovi, sacerdo-ti, religiosi e laici hanno vissuto la con-sacrazione a G

    esù Cristo per m

    ezzo di M

    aria. In modo particolare bisogna ri-

    cordare il beato cardinale Stepinac che ha vissuto e ha cercato di diffondere la consacrazione nei m

    omenti più diffici-

    li, durante la seconda guerra mondiale,

    nel 1943. Nel santuario nazionale di

    Maria B

    istrica ha consacrato la Chiesa

    ed il popolo croato a Maria.

    Nel 1976 p. Luka C

    irimotic entra nella

    Com

    pagnia dei Missionari M

    onforta-ni com

    e primo croato. Q

    ualche anno dopo lo seguirà p. Ivan M

    agdic. Da

    allora hanno lavorato in Croazia. N

    ella C

    ompagnia sono entrate altre persone

    e attualmente ci sono otto padri croati

    Carissim

    i confratelli, con gioia voglia-m

    o condividere con voi queste rifles-sioni sul passato, sul presente e sul fu-turo della nostra com

    unità a Zagabria.

    Il t

    eso

    ro

    ch

    e

    ab

    bia

    mo

    ric

    evu

    to

    Nella fotoSantuario Nazionale di

    Maria Bistrica

  • Fratres in Unum - 19

    18 - Fratres in Unum

    e due giovani in formazione. N

    el 2000 ufficialm

    ente è stata fondata la comu-

    nità dei missionari m

    onfortani a Zaga-bria.

    La casa e la com

    unità dei missionari

    monfortani a Z

    agabria

    La prima com

    unità ha vissuto nella nostra vecchia casa in via Sveti D

    uh 164. Q

    uesta abitazione era piccola e non adatta alla vita della com

    unità. N

    el 2009 è iniziata la costruzione del-la nuova casa nel quartiere di Zagabria che si chiam

    a Blato. L’anno seguente è

    stata ultimata e benedetta dal Vescovo

    ausiliare Pozaic.A

    ttualmente fanno parte di questa co-

    munità p. Zdravko B

    aric che è superio-re, p. Ivan M

    agdic, p. Miljenko Susac

    e p. Petar Zrinko Nikolic. R

    icordiamo

    altri padri croati, p. Kristijan Zlender

    che sta a Monte M

    ario a Rom

    a, mentre

    p. Mihovil Filipovic, p. N

    ikola Tandara e p. M

    iro Ravlic sono in Polonia.

    L’apostolato che i padri svolgono e la particolare attenzione alla spirituali-tà m

    onfortana

    Nel 2000 il padre M

    ihovil e il padre M

    iljenko hanno cominciato a vivere

    nella comunità di Zagabria. D

    opo qual-

    che anno si sono associati anche il pa-dre Zdavko e il p. Ivan. E si sono fatte delle scelte che hanno segnato la vita e la vicenda m

    onfortana in Croazia fino

    a nostri giorni.Q

    ueste scelte si possono riassumere in

    due slogan. Il primo: «C

    he Montfort

    vada avanti» e il secondo: «Inseri-m

    ento nella Chiesa locale».

    Che M

    ontfort vada avanti. Vale a dire che abbiam

    o deciso di fare tutto il possibile perché gli scritti, la vita e la spiritualità m

    onfortana della con-sacrazione si diffondessero su larga scala.

    Abbiam

    o deciso

    questo per-

    ché eravamo convinti, e lo siam

    o an-che adesso, che gli scritti di san Luigi hanno in se stessi una forza spirituale tale che attraggono il lettore all’am

    o-re verso G

    esù, la Madonna e spingono

    alla consacrazione. Ci siam

    o messi in

    contatto con una piccola casa editrice cattolica, e guarda caso, o m

    eglio la Provvidenza, il proprietario di questa è consacrato a G

    esù per mezzo di M

    a-ria. Q

    uesto signore ci ha stampato libri

    a buon prezzo e lui stesso diffonde gli scritti di M

    ontfort nelle librerie cat-toliche. N

    el giro di due anni abbiamo

    pubblicato, in formato tascabile, tutti

    gli scritti del nostro fondatore, com-

    presi i Cantici. La diffusione è stata

    rapida, sono state vendute migliaia di

    copie. Oltre agli scritti di M

    ontfort, p. M

    iljenko ha dedicato molto tem

    po allo studio e alla diffusione della spiritualità m

    onfortana. Ha scritto la prim

    a biogra-fia di M

    ontfort in croato, le meditazioni

    in preparazione alla consacrazione, l’e-sposizione sistem

    atica della nostra spi-ritualità e un libretto di preghiere per la diffusione della devozione a san Luigi stesso. I libri hanno ottenuto un grande successo, soprattutto le m

    editazioni in preparazione alla consacrazione, che vengono ristam

    pate di continuo. Una

    delle case editrici più conosciute, in collaborazione con i Padri, ha pubbli-cato le sei opere principali di M

    ontfort in croato. Sin dall’inizio un am

    ico ci ha aiutato e abbiam

    o aperto la pagina web

    dei missionari m

    onfortani a Zagabria. In questa pagina w

    eb, oltre le solite no-tizie, abbiam

    o messo tutti gli scritti di

    san Luigi e tutto ciò che ha scritto pa-dre M

    iljenko. Tutti possono accedere gratis e scaricare gratuitam

    ente i testi.U

    n’altro modo per diffondere la spiri-

    tualità monfortana era, ed è tuttora, il

    lavoro di predicazione dei padri negli incontri con le persone e i gruppi che chiedono la nostra anim

    azione. I padri hanno guidato m

    olti ritiri e giornate di spiritualità per le persone consacrate, i laici e i m

    ovimenti. Tra questi voglia-

    mo ricordare in m

    odo particolare la “Legio M

    ariae” che vive e cerca di dif-fondere la nostra spiritualità. Per anni, una volta alla settim

    ana, i padri hanno anim

    ato un incontro di preghiera e di catechesi su tem

    i monfortani.

    Inserimento nella C

    hiesa locale. Con

    questo intendiamo dire che abbiam

    o avvertito il bisogno di entrare nel tessu-to ecclesiale della C

    roazia e di collabo-rare con i vescovi e i sacerdoti, perché ci sem

    brava di essere al di fuori delle realtà im

    portanti della vita della Chie-

    sa in Croazia. O

    ltre alla collaborazione con diversi parroci per la predicazio-ne e le confessioni dom

    enicali, i padri hanno preso degli incarichi pastorali là dove m

    ancava il clero. Padre Ivan è stato parroco in diverse parrocchie nel-la diocesi di D

    ubrovnik, padre Miljen-

    ko per tre anni e stato parroco e rettore di un santuario m

    ariano nella diocesi di Licko Senjska.In m

    odo particolare bisogna ricorda-re la collaborazione con l’ordinariato m

    ilitare croato. Tutti i padri, in diversi m

    omenti e per diversi periodi, hanno

    svolto il servizio di cappellano militare.

    Bisogna precisare che i padri im

    piegati in questo servizio vivono in com

    unità e vanno in caserm

    a ogni giorno. Ogni

    sabato e domenica sono liberi. In que-

  • Fratres in Unum - 21

    20 - Fratres in Unum

    sto modo possono svolgere anche tante

    altre attività. Attualm

    ente p. Zrinko e p Zdravko sono cappellani m

    ilitari. Pa-dre M

    iljenko è parroco in una parroc-chia vicina, su richiesta del cardinale di Zagabria, che ha chiesto una collabo-razione.

    Com

    e sono visti i padri monfortani

    dalla Chiesa locale.

    I monfortani sono bene accolti e sono

    visti dalla Chiesa locale com

    e coloro che cercano di vivere e diffondere la spiritualità della consacrazione. N

    ella nostra casa c’è un continuo andirivieni di persone che cercano la confessione e la direzione spirituale. D

    iverse per-sone e gruppi vengono e chiedono di consacrarsi a G

    esù per mezzo di M

    aria. I padri che hanno assunto servizi pasto-rali ricevono consensi dal clero. Sono ben accolti dalla gente e apprezzati dai vescovi e dagli altri sacerdoti.

    Quale futuro si prospetta per la pre-

    senza monfortana in C

    roazia

    Il futuro è nelle mani di D

    io ma, per

    quanto ci riguarda, è nostro desiderio continuare sulla strada intrapresa e nel-la stessa direzione. Indubbiam

    ente ci vorrebbero più persone per fare di più

    e per vivere meglio alcune realtà che

    appartengono al nostro carisma e alla

    nostra identità e che ci stanno a cuo-re. Q

    ueste sono: un maggiore im

    pegno nell’apostolato itinerante, un m

    aggior accom

    pagnamento dei gruppi, un la-

    voro più sistematico nella prom

    ozio-ne vocazionale. Q

    uesta strada è tutto-ra aperta, m

    a la direzione della nostra congregazione ha deciso di trasferire in Polonia tre nostri padri croati che

    avrebbero potuto impegnarsi in questo

    e in altro qui in Croazia. Q

    uindi per noi m

    onfortani croati la fondazione in Po-lonia è stata un m

    omento di gioia, m

    a anche di sofferenza perché la fonda-zione croata, che prom

    etteva tanto, si è indebolita. M

    a siamo contenti per il

    lavoro che i padri fanno in Polonia e per i bei frutti m

    onfortani che là già si vedono. N

    oi aspettiamo che altri giova-

    ni croati in formazione diventino preti

    monfortani e ritornino nella loro patria.

    In questo modo potrem

    o fare di più e realizzare tanti progetti che ci stanno a cuore. Intanto la cosa più im

    portante è che la passione per il grande tesoro che noi abbiam

    o, cioè la nostra spiritualità, non si indebolisca né nei padri, né nel-le richieste della gente. Tutto il resto lo affidiam

    o a Dio Solo, fiduciosi nell’in-

    tercessione della Regina dei cuori, di

    san Luigi e della beata Maria Luisa.

  • Fratres in Unum - 23

    22 - Fratres in Unum

    Fedeli al nostro carisma

    La comunita di C

    zestochowa

    di Padre Mihovil Filipovic

    benedetta dell’arcivescovo della dioce-si M

    ons. Stanislaw N

    owak e da allora

    è in uso. All’inizio era stata destinata

    agli gli studenti che frequentavano l’U-

    niversità Polonia di Czestochow

    a dove i Fratelli insegnavano francese e spa-gnolo. Q

    uesto ha funzionato per due anni e poi per m

    ancanza di studenti, la casa ha com

    inciato ad assumere un’al-

    tra finalità: accoglienza di gruppi, di singoli pellegrini e di gruppi per ritiri. N

    el 2018, i Fratelli dopo 20 anni, hanno portato a term

    ine la loro missione e la

    loro presenza in Polonia. La casa è ri-m

    asta di loro proprietà. L’arrivo dei Pa-dri M

    onfortani a Czestochow

    a è datato nel novem

    bre del 2010 con la venuta di p. M

    ihovil Filipovic. La sua presenza è stata legata alla com

    unità dei Fratel-li, anche se non ufficialm

    ente. Tale si-tuazione è durata fino al 2016, quando in occasione del 300.m

    o anniversario della m

    orte di san Luigi di Montfort è

    stata ufficialmente costituita la com

    u-nità dei M

    issionari Monfortani. C

    on il perm

    esso e la benedizione dell’Arcive-

    scovo locale, Mons. W

    aclaw D

    epo, alla viglia della solennità dell’Im

    macolata

    Concezione della B

    eata Vergine Maria,

    alla presenza dell’allora Provinciale p. A

    ngelo Epis, p. Mihovil ha fatto la pro-

    messa di fedeltà com

    e primo superiore

    della Com

    unità Monfortana. A

    ltri padri

    Storia della casa/comunità

    La storia della casa di Cestochow

    a è legata alla presenza dei Fratelli di san G

    abriele che sono arivati in Polonia nel 1998. La loro prim

    a residenza è stata in una casa in affitto e poi hanno co-struito l’attuale edificio. La casa è stata

    Dio

    ag

    isc

    e

    ne

    i pic

    co

    li

  • Fratres in Unum - 25

    24 - Fratres in Unum

    che costituiscono la Com

    unità sono p. N

    ikola Tandara dal 2016, p. Miro R

    a-vlic dal 2017. Q

    uesto è il terzo anno della nostra presenza e siam

    o arricchiti dalle prim

    e vocazioni: attualmente due

    postulanti a Rom

    a e due candidati a C

    zestochowa. R

    ingraziamo D

    io per la sua bontà e providenza m

    anifestate in questi anni.

    Com

    e sono arrivati i Monfortani

    La nostra presenza in Polonia ha co-m

    inciato a maturare e a svilupparsi

    attraverso l’idea dei Superiore dei Fra-telli di san G

    abriele, Fratel Ivan, e il nostro Superiore G

    enerale del tempo,

    p. Santino Brem

    billa. Hanno pensato di

    fare un proposta per rendere più visibi-le la presenza della Fam

    iglia Monforta-

    na in Polonia. Questo è stato m

    otivato da una incerta prospettiva da parte dei Fratelli di san G

    abriele di rimanere al-

    tri anni ancora in Polonia, per la man-

    canza di vocazioni e per l’impossibilità

    di cambi, vista l’età dei Fratelli stessi.

    Allora ci si è proposti di fare insiem

    e un tentativo circa la presenza m

    onfor-tana. Il prim

    o passo è stato nel novem-

    bre del 2008, quando i Fratelli di san G

    abriele hanno visitato la nostra casa a Zagabrria: fratel C

    ristian Bison e fratel

    Gennaro de Fresino. D

    opo due giorni

    di conoscenza sulla questione, siamo

    partiti insieme per la Polonia con p.

    Santino. Per tre giorni abbiamo pregato

    e discusso sulla realtà e qualche pos-sibile iniziativa di collaborazione per rendere più certo il futuro della presen-za m

    onfortana, oppure chiudere tutto, visto che la presenza si era resa m

    olto fragile. A

    bbiamo deciso di fare qualche

    passo concreto, e così abbiamo proget-

    tato un ritiro di tre giorni sulla spiritua-lità m

    onfortana nel maggio del 2009,

    a Czestochow

    a. A questo ritiro erano

    presenti circa 30 persone. Una signora

    polacca che abita a Zagabria traduceva le m

    editazioni dettate da p. Mihovil.

    L’animazione dei canti in croato è stata

    gestita da un amico croato di p. M

    iho-vil, D

    ragutin Hrastovic. N

    ello stesso anno, nel m

    ese di agosto, abbiamo fat-

    to un’altro passo: l’organizzazione di un cam

    po estivo sull’isola di Krapanj

    in Croazia. V

    i hanno partecipato circa 70 persone. M

    età erano polacchi e gli altri croati. La stessa signora A

    leksan-dra D

    umanow

    ska traduceva le medita-

    zioni di p. Mihovil. N

    el novembre del

    2010 è arrivato p. Mihovil, segnando

    un passo avanti della presenza dei Mis-

    sionari Monfortani in Polonia, a C

    ze-stochow

    a. Un ricordo personale: la m

    ia prim

    a presenza in Polonia nell’agosto del 1998, da pellegrino, dopo il m

    io

    ritorno da Rom

    a, nel 1997. In questo pellegrinaggio portavo con m

    e una co-pia della statuetta della Vergine M

    aria, scolpita da san Lugi de M

    ontfort e che il santo m

    issionario portava con sé sul suo bastone di pellegrino. E quando siam

    o stati ad Auschiw

    itz, ho avuto la forte ispirazione di lasciare questa statua della M

    adonna presso le suore C

    armelitane, con la richiesta di pregare

    affinché i Missionari M

    onfortani po-tessero arrivare in Polonia. Forse non è una casuale coincidenza che proprio in quell’anno siano arrivati in Polo-nia i Fratelli di san G

    abriele. Dopo 18

    anni si è realizzato questo desiderio e grazie anche alle preghiere delle suore C

    armelitane. Però possiam

    o dire con certezza il nostro prim

    o grazie a Dio e

    alla Vergine Maria che ci hanno dato la

    possibilità di venire in Polonia, e poi al nostro santo Fondatore, san Luigi, che intercede per noi perché siam

    o in grado di ascoltare e rispondere alle ispirazio-ni divine. E infine grazie anche a m

    olte preghiere di tanti confratelli.

    L’apostolato che i padri vi svolgono

    L’apostolato che i Padri svolgono è variegato. A

    lcune attività sono pro-gram

    mate ed altre sono occasionali a

    seconda di come si propone la divina

    Provvidenza. A casa offriam

    o acco-glienza a gruppi e a singoli pellegrini che chiedono l’alloggio e vitto per due o tre giorni. A

    bbiamo program

    mato ri-

    tiri mensili in preparazione alla C

    onsa-crazione a G

    esù per le mani di M

    aria. In questi ritiri siam

    o coinvolti tutti sia per le conferenze sia per le confessio-ni o direzione spirituale. A

    ltre attivi-tà sono occasionali, com

    e guidare i gruppi nei pellegrinaggi a M

    edjugorje e celebrazione delle M

    esse dalle suo-re a C

    zestochowa o W

    arszawa con le

    confessioni e direzione spirituale. Altre

    sono le risposte alle richieste di fare ri-tiri spirituali di 3-4 giorni nelle parroc-chie in alcune diocesi oppure ai gruppi dei diversi M

    ovimenti (Legio M

    ariae, R

    innovamento

    nello Spirito,

    Istituti Secolari). L’attività si è allargata anche al di fuori della Polonia: in C

    roazia, G

    ermania,

    Svezia, Inghilterra. A

    ltre attività sono la diffusione della spiri-tualità attraverso gli scritti di M

    ontfort, la cura delle vocazioni e la form

    azione dei laici. Lavoriam

    o anche con i mem

    -bri dell’A

    ssociazione di Maria R

    egina dei C

    uori. Per adesso gli iscritti si ag-girano attorno ai 1250. Program

    miam

    o una volta all’anno un incontro a C

    ze-stochow

    a per approfondire la nostra Spiritualità e un pellegrinaggio (ogni uno o due anni). N

    el 2017 abbiamo

  • Fratres in Unum - 27

    26 - Fratres in Unum

    raggiunto Fatima con p. M

    ihovil e p. M

    iro; e quest’anno siamo andati in Ter-

    ra Santa con p. Mihovil e p. N

    ikola. Le richieste sono m

    olte e non riusciamo

    rispondere a tutte.

    Com

    e siamo visti dalla chiesa locale

    Nella diocesi siam

    o visti bene, grazie anche alla nostra presenza nel M

    ovi-m

    ento Carism

    atico, di cui già da 8 anni p. M

    ihovil è il responsabile. Ogni anno

    abbiamo diverse attività nella diocesi,

    grazie alle quali abbiamo occasione di

    incontrarci con il nostro vescovo (3-4 volte ufficialm

    ente). Partecipiamo agli

    esercizi spirituali che la diocesi orga-nizza. A

    gli esercizi spirituali che orga-nizziam

    o in casa, vi partecipano suore e sacerdoti; poi questi ci chiam

    ano a fare conferenze e ritiri nelle loro com

    u-nità o nelle parrocchie. Siam

    o presenti negli incontri della C

    onferenza dei Su-periori M

    aggiori, due volte all’anno. Inoltre abbiam

    o da tre anni nella nostra casa gli incontri (2 volte all’anno) dei sacerdoti legati al M

    ovimento Sacer-

    dotale Mariano, ispirato da don Stefano

    Gobbi. Sono presenti i sacerdoti dalle

    diverse diocesi di Polonia. È un ten-tativo di ravvivare questo M

    ovimento

    tra i sacerdoti (sono incontri a livello nazionale).

    Quale futuro si prospetta

    Guardiam

    o al futuro con speranza e m

    olto entusiasmo. Vediam

    o che Dio

    è grande e agisce attraverso piccole e discrete forze, e noi non G

    li vogliamo

    mettere im

    pedimenti. A

    nzi, preghiamo

    di essere fedeli al nostro carisma che

    è molto bello e dinam

    ico, così che co-m

    inci ad affascinare anche gli altri e per questo ci aspettiam

    o molte altre

    vocazioni dalla Polonia. Dunque siam

    o principalm

    ente concentrati sul lavoro con i laici e sulle vocazioni, attraverso la diffusione della nostra spiritualità. N

    el futuro pensiamo di fare qualcosa

    per le persone che vogliono legarsi di più alla nostra com

    unità attraverso i voti privati, sull’esem

    pio della comu-

    nità di Trinitapoli. Siamo aperti e pre-

    ghiamo perché si realizzi una m

    aggiore condivisione e lavoro di insiem

    e con le altre entità: con le nostre com

    unità e i laici legati all’A

    ssociazione Maria R

    e-gina dei C

    uori, per il bene della Chiesa

    in tutta Europa. Abbiam

    o una buona esperienza della presenza dei laici, in qualche m

    odo inseriti nella Com

    unità, com

    e volontari (come è nelle case di

    missione dei padri B

    ufalotti). Dobbia-

    mo forse cercare di fare qualcosa per

    dare alle comunità delle indicazioni

    su come gestire questa orm

    ai sentita

    e sperimentata realtà. Sicuram

    ente nel futuro si apriranno altre possibilità di attività e dobbiam

    o chiederci come ri-

    spondere nel miglior m

    odo possibile. N

    oi ci prospettiamo di form

    are delle “équipes internazionali” per l’evange-lizzazione dell’Europa, specialm

    ente a partire da M

    edjugorje. Infatti dall’anno scorso ho com

    inciato a fare con i grup-pi della Polonia un ritiro di tre giorni

    in preparazione alla Consacrazione a

    Gesù per le m

    ani di Maria, a M

    ajcino Selo. Q

    uest’anno sarà il secondo anno che accom

    pagnerò il gruppo della Po-lonia e siam

    o aperti anche ad altre per-sone che vogliono aggregarsi per questi tre giorni. N

    el futuro forse si potrebbe tentare di inserire la traduzione sim

    ul-tanea per venire incontro alle diverse nazionalità? Perché no?

  • Fratres in Unum - 29

    28 - Fratres in Unum

    Al term

    ine dell’anno mariano, 1987,

    Giovanni Paolo II, nell’Enciclica R

    e-dem

    ptoris Mater additava il Santo di

    Montfort quale “testim

    one e maestro di

    spiritualità mariana” (n. 48), in quanto,

    nel suo Trattato della Vera Devozione

    a Maria, propone un cam

    mino di per-

    fezione cristiana con la Madre del Si-

    gnore. Trentadue anni dopo, un’altra voce originaria della Polonia, indica nel Trattato di M

    ontfort una guida si-cura per i tem

    pi di oggi.È ciò che è successo il giorno 2 gennaio 2019. Eravam

    o a Medjugorie con circa

    30 pellegrini della nostra Associazione

    Maria R

    egina dei Cuori dalla Puglia.

    Alle ore 11,00 la Santa M

    essa in Italia-no nella C

    hiesa Parrocchiale. I sacerdo-ti si preparano già sul presbiterio e così anche noi dalla sacrestia entriam

    o sul presbiterio e per raggiungere il nostro posto passiam

    o accanto all’ambone sul

    quale notiamo con stupore, accanto al

    Lezionario, una copia del Trattato del-la vera devozione a M

    aria. Finalmente

    la Santa Messa ha inizio e con le note

    del canto di ingresso entra il celebran-te principale, l’A

    rcivescovo polacco, H

    enryk H

    oser, Visitatore

    apostolico perm

    anente, inviato da Papa Francesco per la cura pastorale dei fedeli che si recano a M

    edjugorje. Sappiamo che

    Hoser era grande am

    ico di Giovanni

    Paolo II e che conosce anche la spiri-tualità m

    onfortana. L’attesa per le sue parole è grande e non rim

    ane delusa.Il Vangelo del giorno è quello di G

    v 1,19-28, la testim

    onianza di Giovanni,

    che confessa: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: rendete diritta la via del Signore». N

    ell’omelia H

    oser de-

    Montfort, H

    oser e Medjugorje

    La chiamata della Vergine

    di Padre Giovanni Maria Personenie Associazione Maria Regina dei Cuori

    Se

    gn

    i de

    i te

    mp

    i

  • Fratres in Unum - 31

    30 - Fratres in Unum

    nuncia il vento della scristianizzazione e lo spirito del m

    ondo contrario a quello di D

    io. Le sue parole riecheggiano e at-tualizzano il grido di G

    iovanni Battista

    che sono un invito alla conversione in un tem

    po e in un luogo di grazia come

    è quello di Medjugorje. Ed è a questo

    punto che Mons. H

    oser, sottolineando la testim

    onianza di San Giovanni Pao-

    lo II, un altro profeta del nostro tempo,

    prende tra le mani il Trattato della vera

    devozione a Maria di San Luigi M

    aria di M

    ontfort, nell’edizione italiana e dice: “Vorrei indicare questo libro, il Trattato della Vera D

    evozione a Ma-

    ria, libro tanto amato da San G

    iovanni Paolo II, che ha portato con sé questo libretto dalla sua gioventù fino alla sua m

    orte”. “Questo libro” - ha con-

    tinuato – “mostra il ruolo della Santa

    Madre di D

    io, Maria Santissim

    a, … il

    suo ruolo nella grande opera di salva-re il m

    ondo, il mondo di oggi. …

    Da

    questo libro impariam

    o come lei è in-

    viata da Dio per avvicinarci, condurci

    a suo Figlio”. Poi fissando gli occhi sul Trattato che teneva in m

    ano e di nuovo sollevandolo alla vista dei fedeli ha ag-giunto: “Q

    uesto libro deve essere com-

    pagno della nostra vita”. Un brusio ha

    percorso la chiesa parrocchiale di San G

    iacomo. C

    erto non pochi sacerdoti o sem

    plici fedeli conoscono e stimano il

    libro di Montfort e chi non sa chiede al

    vicino spiegazioni. A

    lla gioia di ascoltare quelle parole è seguita la consapevolezza di un chiaro invito dello Spirito a riscoprire e vive-re con entusiasm

    o il dono ricevuto, un dono non solo per noi, m

    a anche per altri, se pensiam

    o al fatto che secondo M

    ons. Hoser a M

    edjugorje è iniziata la nuova evangelizzazione.N

    ei giorni seguenti abbiamo incontra-

    to Mons. H

    oser ringraziandolo per le sue parole. L’A

    rcivescovo è convinto della validità e della necessità degli insegnam

    enti del Montfort per nutri-

    re e far crescere il popolo di Dio nella

    conoscenza e nell’amore di M

    aria e in quell’occasione ha chiesto di conosce-re m

    eglio la realtà della Com

    pagnia di M

    aria e dell’Associazione M

    aria Re-

    gina dei Cuori ad essa legata. D

    opo aver inviato, con il Padre Provinciale, la docum

    entazione informativa, abbia-

    mo chiesto un incontro ufficiale a cui

    ha partecipato una delegazione della Provincia d’Italia e della A

    ssociazio-ne. L’incontro si è svolto il m

    attino di G

    iovedì 25 aprile: eravamo presenti: P.

    Mario B

    elotti, Superiore Provinciale, p. A

    ngelo Sorti, Consigliere, P. N

    ikola Tandara da C

    zestochowa, a rappresen-

    tanza anche degli altri padri della Cro-

    azia, io e Mariane M

    agalhães de Souza,

    Consacrata con Voti dell’A

    ssociazione M

    aria Regina dei C

    uori di Trinitapoli. Il Provinciale ha presentato la C

    ongre-gazione dei M

    issionari Monfortani, i

    numeri, i luoghi di presenza, la M

    is-sione e le M

    issioni, l’attualità della Spiritualità con il best-seller del Trat-tato di M

    ontfort. Abbiam

    o presentato i cam

    mini di C

    onsacrazione, il lavoro che si svolge in Italia, e p. N

    ikola il lavoro dei Padri croati nella diffusione della spiritualità in C

    roazia e Polonia con la traduzione com

    pleta delle opere del M

    ontfort, adesso anche in lingua polacca. A

    bbiamo esposto il lavoro

    dell’Associazione

    Maria

    Regina

    dei C

    uori già presente con una sua sede a M

    edjugorje. Padre Mario ha spiegato

    il ruolo importante dei laici nella testi-

    monianza e nell’aiuto che possono dare

    nella diffusione della spiritualità mon-

    fortana, insieme a noi Padri, nell’unica

    missione di instaurare il regno di G

    esù per m

    ezzo di Maria.

    Mons. H

    oser è apparso interessato e anche contento. E’ desiderio dell’A

    rci-vescovo che siam

    o presenti in maniera

    fissa a Medjugorje in aiuto ai pellegrini.

    Padre Mario ha espresso il desiderio di

    poter rispondere a questo appello che appare, in realtà, com

    e una chiamata

    dello Spirito. Oggi, la C

    hiesa in uscita di Papa Francesco, chiede alla C

    ompa-

    gnia di Maria il m

    eglio di sé, il tesoro che il M

    ontfort ha lasciato in eredità. Se la Vergine M

    aria ha un ruolo chiave per la salvezza del m

    ondo, e ce lo inse-gna M

    ontfort, anche i Missionari M

    on-fortani devono essere al crocevia della storia, con la convinzione che “M

    aria deve essere conosciuta e rivelata dallo Spirito Santo, affinché per m

    ezzo suo sia conosciuto, am

    ato e servito Gesù

    Cristo” (V

    D 49).

    Tocca a noi riconoscere i “segni dei tem

    pi”, tocca a noi muoverci “al più

    piccolo soffio dello Spirito Santo” (VD

    57), intuendo com

    e in un mom

    ento forse non facile per la C

    hiesa e la vita consacrata, la Santa Vergine vuole, in m

    odo particolare, i figli di Montfort

    accanto a sé per la grande sfida della nuova evangelizzazione annunciata da San G

    iovanni Paolo II e confermata da

    Papa Francesco. Prim

    a di congedarci e chiedere la sua benedizione abbiam

    o lasciato alcuni doni a M

    ons. Hoser: la copia fotogra-

    fica del Manoscritto originale del Trat-

    tato di Montfort, una copia della pic-

    cola Statua della Vergine scolpita da S. Luigi da M

    ontfort, una imm

    agine della C

    roce di Poitiers, il libro di P. Alfio

    Mandelli, Totus Tuus, e la traduzione

    in polacco delle Opere del M

    ontfort, scritti spirituali.

  • Fratres in Unum - 33

    32 - Fratres in Unum

    Convegno a Loreto del M

    ovimento

    Mariano “C

    onsecratio Mundi”

    di Padre Sergio Gaspari

    Abbiam

    o invitato il vescovo della Pre-latura di Loreto per benedirci e salu-tarci. R

    iferendosi alla sua adolescen-za, quando nel paese natale in Veneto frequentava l’oratorio parrocchiale, ci ha ricordato i tre am

    ori bianchi di cui parlava s. G

    iovanni Bosco: l’Eucaristia

    (pane bianco), la Madonna (Im

    maco-

    lata) e il Somm

    o Pontefice (vestito di bianco).C

    ome introduzione al convegno io,

    citando il card. beato I. Schuster, ho m

    ostrato com

    e l’Eucaristia

    ci “im

    -parenta” con M

    aria; in essa la Madre

    del Signore «riconosce in noi qualche cosa che è sua e che le appartiene». D

    el resto «Caro C

    hristi caro Mariae»,

    esplicitava l’abate Am

    brogio Autperto

    (+781). Il santo di Montfort sottoline-

    ava: «Dopo la santa M

    essa, il rosario è la preghiera e l’azione più santa che si possa com

    piere, essendo mem

    oriale e celebrazione di quanto G

    esù Cristo

    ha operato e sofferto per noi» (Metodi

    per recitare il rosario 38). Non dim

    en-ticando che «la devozione alla Vergine santa, dopo quella a N

    ostro Signore nel SS.m

    o Sacramento, è la più santa e la

    più solida di tutte» (VD

    99). S. Vincen-

    zo de’ Paoli aveva dichiarato: «Dopo la

    Messa, la devozione al rosario ha fatto

    scendere nelle anime più grazie che tut-

    te le altre devozioni, e con le sue ‘Ave

    Giuseppe D

    aminelli per la relazione di

    profilo monfortano, il sottoscritto quale

    assistente spirituale del Movim

    ento, e il postulante polacco D

    aniel Logutko. La gente ci ha letteralm

    ente assediati di dom

    ande, richieste, promesse di pre-

    ghiera per le vocazioni monfortane...

    Un giovane ci ha confidato: «ogni gio-

    vedì recitiamo, per questo scopo, con

    mia m

    amm

    a la Preghiera Infocata di San Luigi M

    aria». I partecipanti si sono m

    ostrati molto in-

    teressati ai vari mom

    enti di liturgia e di preghiera. M

    enzioniamo in particolare

    sabato sera, 23 marzo, la recita del ro-

    sario in lingue con processione e fiac-colata, organizzata dal santuario della Santa C

    asa e presieduta dal vescovo Fabio D

    al Cin. Poi l’atto di consacra-

    zione alla Vergine, domenica 24 m

    arzo. D

    avanti alla statua della Vergine, posta sull’altare, ogni partecipante ha bacia-to la bibbia, per indicare che la consa-crazione m

    ariana esprime l’im

    pegno di vivere il vangelo alla presenza santifi-catrice della R

    egina dei cuori; quindi ognuno ha deposto sul braciere acceso ai piedi dell’altare, un grano di incen-so, segno dell’offerta della propria vita quale sacrificio di lode eucaristica; poi l’aspersione dell’assem

    blea con l’ac-qua benedetta in ricordo del battesim

    o; infine il solenne atto di consacrazione.

    Eu

    ca

    ris

    tia

    e M

    aria

    Dal 23 al 25 m

    arzo 2019, a Loreto si è svolto il Convegno

    annuale del Movim

    ento Mariano C

    onsecratio Mundi, dal ti-

    tolo, “I due amori della C

    hiesa: l’Eucaristia e la Madonna”.

    I partecipanti sono stati circa 130, quelli residenziali, a cui vanno aggiunti altri 30, quelli diurni provenienti dai paesi lim

    itrofi a Loreto. Di noi m

    onfortani hanno partecipato p.

    Nella fotoM

    ons. Fabio Dal CinVescovo di Loreto

  • Fratres in Unum - 35

    34 - Fratres in Unum

    Maria’ com

    pie più miracoli di ogni al-

    tra preghiera». Da secoli due assiom

    i popolari conferm

    ano: «Messa e rosa-

    rio a ogni mal va contrario» e «M

    es-sa e corona dal m

    al ti scampa e ben ti

    dona». Nella lettera del 12 aprile 1970

    Lucia di Fatima chiedeva: «A

    parte il tem

    po da dedicare alla Santa Messa,

    dobbiamo anche trovarne per recitare

    il Rosario... dobbiam

    o e possiamo fare

    entrambe le cose».

    Riassum

    o in modo, purtroppo sog-

    gettivo, le quattro relazioni.

    1) “La salvezza dell’umanità e la don-

    na: il Pane di vita e la Theotòkos”. R

    elazione tenuta dal Prof. Giuseppe

    Lipari, dottorando in Mariologia Ecu-

    menica, presso l’Istituto Ecum

    enico San N

    icola (Bari). S. Efrem

    Siro (+ 373), il prim

    o dottore e poeta mariano,

    cantava: «Maria ci ha dato il pane che

    conforta, al posto del pane che affatica datoci da Eva». Eva disobbediente por-ge all’uom

    o il frutto mortifero, M

    aria sorgente della vita, elargisce ai fedeli il frutto del suo grem

    bo imm

    acolato: C

    risto pane di vita e farmaco d’im

    -m

    ortalità. In apertura, Lipari, citando il m

    agistero, aveva spiegato: «Maria…

    assunta al dialogo con D

    io, dà il suo consenso attivo e responsabile non alla

    soluzione di un problema contingente,

    ma a quella ‘opera dei secoli’, com

    e è stata giustam

    ente chiamata l’Incarna-

    zione del Verbo» (Paolo VI, M

    C 37). E

    Giovanni Paolo II: «La novità assoluta

    del Vangelo» è la stipulazione dell’al-leanza con una donna (M

    ulieris digni-tatem

    , 11). Pertanto, impegnata nella

    storia salvifica, la Vergine «si trova al punto chiave della storia dell’uom

    o sulla ter-ra» (ivi, 3).

    2) Nella m

    ia relazione, “I misteri di

    Cristo contem

    plati con Maria nel rosa-

    rio”, ho evidenziato come i m

    isteri del Signore, celebrati nella santa M

    essa e cantati nella liturgia delle O

    re, si pro-lungano e riecheggiano in com

    unione con M

    aria nella recita del rosario. Pa-olo V

    I precisava: «Sia pure su piani di realtà essenzialm

    ente diversi, l’anam-

    nesi della liturgia (Eucaristia) e la me-

    moria contem

    plativa del rosario, hanno per oggetto i m

    edesimi eventi salvifi-

    ci compiuti da C

    risto» (MC

    48). Non

    invano il rosario è definito “breviario di tutto il Vangelo” e per Leone X

    III è «com

    pendio del culto che si deve a M

    aria».

    3) P. Giuseppe D

    aminelli ha presenta-

    to “Il Segreto Meraviglioso del Santo

    Rosario per convertirsi e salvarsi, di s.

    Luigi Maria di M

    ontfort”. Il Santo di M

    ontfort scrive agli abitanti di Mont-

    bernage: «Ricordatevi [...] di am

    are ar-dentem

    ente Gesù C

    risto e di amarlo per

    mezzo di M

    aria [...]. Non m

    ancate di adem

    piere e mantenere fedelm

    ente le prom

    esse del battesimo e le pratiche, e

    di dire tutti i giorni il rosario in pubbli-co o in privato, di frequentare i sacra-m

    enti almeno tutti i m

    esi» (LM 2). Poi

    Montfort rileva: «Il cristiano, che non

    medita sui m

    isteri del rosario, dà prova di m

    olta ingratitudine verso Gesù C

    ri-sto e rivela d’aver poca stim

    a per quan-to il divin Salvatore ha sofferto per la salvezza del m

    ondo» (SAR

    70). E pre-cisa: «Q

    uesta recita del saluto angelico (Ave M

    aria) mi piace ancor di più se

    coloro che la praticano vi uniranno la m

    editazione della vita, della passione e della gloria di G

    esù Cristo, poiché

    tale meditazione è l’anim

    a di questa preghiera. Infatti, senza la m

    editazione dei sacri m

    isteri della nostra redenzio-ne, il rosario sarebbe quasi com

    e un corpo senz’anim

    a, una materia eccel-

    lente priva di forma, poiché è proprio

    la meditazione che distingue il rosario

    dalle altre devozioni» (SAR

    61). Pao-lo V

    I, nel 1974 nella Marialis C

    ultus, conferm

    ava che è necessaria «la con-tem

    plazione. Senza di essa il rosario è un corpo senz’anim

    a, e la sua recita ri-

    schia di divenire meccanica ripetizione

    di formule» (M

    C 47).

    4) La quarta relazione sul libro: “Il ro-sario. La salvezza del m

    ondo nella pre-ghiera m

    ariana” di H. U

    . von Balthasar,

    Jaka Book, M

    ilano 1978, è stata affida-ta a p. Sergio R

    aiteri, Oasi della G

    ioia, C

    ivitavecchia.Von Balthasar scriveva:

    «Il rosario. Una preghiera antica che

    rischia di scomparire» perché «tacciata

    di essere poco teologica, di non render sufficientem

    ente conto del mistero di

    salvezza di Cristo, di essere una devo-

    zione ormai superata». M

    a von Baltha-

    sar non la pensava così. Neppure Lucia

    di Fatima. N

    ella lettera del 16 settem-

    bre 1970, parlando dell’attacco al Ro-

    sario e della riduzione del ruolo di Ma-

    ria nel disegno della salvezza interna alla C

    hiesa, rilevava: «È il Rosario che

    alimenta la piccola fiam

    ma della Fede,

    che ancora non si è spenta del tutto in m

    olte coscienze. Anche per quelle

    anime che pregano senza m

    editare, il sem

    plice atto del prendere la corona per pregare è già un ricordo di D

    io, del Soprannaturale…

    Perciò il demonio gli

    ha fatto tanta guerra. La cosa peggiore è che è riuscito a illudere e a ingannare anim

    e piene di responsabilità per via della carica che occupano! Sono ciechi che guidano altri ciechi!».

  • Fratres in Unum - 37

    36 - Fratres in Unum

    in un assetto di collaborazione e impe-

    gno all’interno dell’Unità Pastorale di

    Negrar. È un progetto pilota che la dio-

    cesi di Verona vuole diffondere, perché in ogni U

    nità Pastorale ci sia una pre-senza fem

    minile della vita consacrata,

    segno e testimonianza del R

    egno di D

    io.Tutto questo “m

    ovimento” ha in qual-

    che modo rinnovato anche il nostro es-

    sere religiosi in confronto con la realtà locale e ha fatto sì che i rapporti tra cle-ro locale e consacrati si siano rafforzati e consolidati. Q

    uesto è un grande se-gno di “speranza” per il futuro: proprio in un m

    omento di “crisi” num

    erica, m

    a non solo, della vita consacrata, la C

    hiesa ci offre l’opportunità di aprirci a nuovi orizzonti e a nuovi cam

    mini si-

    nodali di feconda collaborazione.Pensando alle prospettive future della nostra com

    unità, sentiamo forte l’ur-

    genza, data l’assenza prolungata di p. Eugenio per il m

    inistero itinerante, la presenza di un altro confratello per il m

    inistero locale e per la gestione della nostra casa.Lo Spirito santo e la intercessione della B

    eata Vergine Maria, regina dei C

    uori, ci renda capaci di essere “ferm

    ento e segno” di com

    unione e collaborazione in questa C

    hiesa dove ci troviamo ad

    operare…

    La comunità di A

    rbizzano

    Fe

    rm

    en

    to

    e s

    eg

    no

    e vita religiosa. Il servizio parrocchiale è affidato a padre A

    ngelo e padre Got-

    tardo come co-parroci di entram

    be le parrocchie. G

    ià da diversi anni le due com

    unità parrocchiali collaborano per la pastorale adolescenti, per la C

    aritas, per il C

    RE estivo, oltre che per alcu-

    ni appuntamenti celebrativi…

    quali il giorno dei defunti, la chiusura del m

    ese di m

    aggio, la festa del nostro santo fondatore…

    Nelle due com

    unità i pa-dri svolgono anche il m

    inistero della riconciliazione secondo le necessità e i bisogni. Inoltre una parrocchia, San-ta M

    aria in Progno, è anche Santuario m

    ariano, dedicato alla Madonna del

    Carm

    ine, legato quindi alla spiritualità m

    ariana del nostro fondatore, San Lui-gi M

    aria di Montfort. G

    ià da quest’an-no abbiam

    o “lanciato” i primi sabati

    del mese, per tutta l’U

    nità Pastorale, com

    e invito a coltivare la spiritualità m

    ariana e a far conoscere anche la no-stra spiritualità m

    onfortana.D

    i grande spessore è stata la festa del M

    ontfort celebrata quest’anno insieme

    dalle due comunità parrocchiali che ha

    visto la presenza di tanta gente e ancor più del nostro padre Provinciale.E ancora dal m

    ese di settembre scorso,

    la canonica di Santa Maria in Progno

    ha accolto tre “sorelle della Sacra Fa-m

    iglia” della Beata Leopoldina N

    odet,

    nistero nei dintorni e nelle cappellanie delle suore. U

    n confratello, p. Eugenio, in particolare si dedica a “tem

    po pie-no” alla predicazione itinerante in varie zone dell’Italia, ove sia richiesta la pre-senza per l’annuncio della B

    uona No-

    tizia. Un altro confratello, p. Luigi, si

    occupa della propaganda e della diffu-sione della rivista, oltre che dell’econo-m

    ia e dell’amm

    inistrazione con l’aiuto del superiore.La nostra casa ogni giorno, dal lune-dì al sabato, accoglie un gruppetto di persone per la preghiera delle lodi e la celebrazione della Santa M

    essa. La no-stra com

    unità è un punto di riferimento

    anche per il ministero delle confessioni

    e la direzione spirituale. Inoltre alcuni padri sono im

    pegnati altresì nell’ani-m

    azione mariana dei gruppi di “consa-

    crati monfortani”, oltre che ad A

    rbizza-no, anche a Saccile, Fiesso e B

    ologna.D

    ue anni fa siamo stati chiam

    ati dal Vescovo di Verona, M

    ons. Giuseppe

    Zenti al servizio costante di due co-m

    unità parrocchiali, Arbizzano e Santa

    Maria in Progno, nelle quali è situata

    la nostra comunità religiosa. È stato

    un gesto di grande stima e fiducia nei

    nostri confronti e di apertura della dio-cesi alla vita consacrata. È certam

    en-te un “segno” sinodale da leggere in m

    odo positivo nel dialogo tra vescovi

    La Com

    unità dei Missionari M

    onfor-tani di A

    rbizzano (VR

    ) è presente da circa 60 anni nella D

    iocesi di Verona, prim

    a com

    e Sem

    inario m

    inore, fin

    verso la fine degli anni ’90, poi come

    Postulandato per le vocazioni giovanili fino al 2012, e ora da alcuni anni com

    e “C

    omunità apostolica”. C

    omunità de-

    dita alla evangelizzazione secondo di-versi stili e form

    e come anche lo Spiri-

    to suggerisce…A

    ttualmente in com

    unità siamo sei con-

    fratelli con mansioni diverse, m

    a tutte convergenti nell’annuncio del Vangelo. D

    ue sono parroci di Arbizzano e Santa

    Maria in Progno, due sono im

    pegnati nell’evangelizzazione

    e predicazione

    e due, p. Tulio e p. Marino, fanno m

    i-

  • Fratres in Unum - 39

    38 - Fratres in Unum

    Il fuoco dello Spirito

    che purifica e rinnova

    di Padre Girolamo Dal Maso

    no, lui ha la sua misericordia. Q

    uesta lui può e deve ricordare nel m

    omento

    più buio della storia. C’è una preghiera

    di s. Luigi da Montfort, tutta di fuoco,

    in cui lui chiede alla Trinità, al Padre, al Figlio e allo Spirito, dei m

    issionari che si consum

    ino per rinnovare il mon-

    do e la chiesa. Per 8 volte, riprendendo le parole di un salm

    o, dice a Dio (4 al

    Padre, 2 al Figlio e 2 allo Spirito) “Ri-

    cordati della tua comunità”. N

    on chie-de nulla per sé, la com

    unità non è sua m

    a di Dio. È lui che si deve dare da fare

    perché tutto non vada in rovina. C’è un

    mom

    ento, in questa preghiera molto in-

    tensa e appassionata, in cui ripercorre le tappe della storia della salvezza.«Il regno speciale di D

    io Padre è durato fino al diluvio e si è concluso con un di-luvio d’acqua. Il regno di G

    esù Cristo

    è terminato con un diluvio di sangue.

    Ma il tuo regno, Spirito del Padre e del

    Figlio, continua tuttora e finirà con un diluvio di fuoco d’am

    ore e di giustizia. Q

    uando verrà questo diluvio di fuoco del puro am

    ore, che devi accendere su tutta la terra in m

    odo così dolce e veem

    ente da infiamm

    are e converti-re perfino i m

    usulmani, i pagani e gli

    ebrei? Nulla si sottrae al suo calore. Si

    accenda dunque questo divino fuoco, che G

    esù Cristo è venuto a portare sul-

    la terra, prima che divam

    pi quello della

    Con questa sobria preghiera abbiam

    o iniziato la celebrazione della passio-ne del Signore. O

    meglio l’abbiam

    o iniziata prostrati nel silenzio, l’unico m

    odo forse per prepararci all’ascolto della parola del Signore oggi.R

    icordati, Padre: ci siamo affidati a

    Dio, è lui che si deve ricordare della sua

    misericordia, non abbiam

    o altro a cui aggrapparci. O

    ggi vediamo, in questa

    liturgia, le estreme conseguenze delle

    nostre azioni. Guardando la croce que-

    sto solo possiamo ricordare. M

    a Dio

    Ve

    ne

    rd

    ì Sa

    nto

    20

    19

    Ricòrdati, Padre, della tua m

    isericordia; santifica e pro-teggi sem

    pre questa tua famiglia, per la quale C

    risto, tuo Figlio, inaugurò nel suo sangue il m

    istero pasquale.

  • Fratres in Unum - 41

    40 - Fratres in Unum

    tua ira che ridurrà in cenere tutta la ter-ra. M

    andi il tuo Spirito e tutti sono cre-ati, e rinnovi la faccia della terra. Invia sulla terra questo Spirito tutto fuoco e crea sacerdoti tutto fuoco! D

    al loro mi-

    nistero sia rinnovato il volto della terra e riform

    ata la tua Chiesa».

    Nella sua preghiera M

    ontfort esprime

    una esperienza concreta molto vivida

    della situazione dramm

    atica in cui (in ogni epoca: queste sono parole scritte 300 anni fa) versa il m

    ondo e la chiesa: «Lasciam

    i allora gridare dappertutto: A

    l fuoco! al fuoco! al fuoco!... Aiuto!

    aiuto! aiuto!... C’è fuoco nella casa di

    Dio! C

    ’è fuoco nelle anime! C

    ’è fuoco perfino nel santuario... A

    iuto! stanno assassinando il nostro fratello!... A

    iuto! stanno uccidendo i nostri figli!... A

    iuto! stanno pugnalando il nostro buon pa-dre!».A

    lla fine, questa invocazione, questo grido apocalittico, quasi disperato, di-venta preghiera fiduciosa…«Sorga D

    io, i suoi nemici si disperda-

    no! Svegliati, perché dormi, Signore?

    Déstati! Signore, alzati! Perché fingi di

    dormire? A

    lzati con tutta la tua onni-potenza, m

    isericordia e giustizia. For-m

    ati una compagnia scelta di guardie

    del corpo, per proteggere la tua casa, difendere la tua gloria e salvare le ani-m

    e, affinché ci sia un solo ovile e un

    solo pastore e tutti possano glorificarti nel tuo tem

    pio. Am

    en».Q

    ueste parole e queste imm

    agini mi

    hanno ricordato un evento che ha col-pito tutti in questi giorni, l’incendio di N

    otre-Dam

    e. Quando ero a Parigi an-

    davo abbastanza spesso a Notre-D

    ame,

    per il canto dei vespri domenicali, per

    ascoltare lo straordinario organo, per i colori delle vetrate…

    Riuscivo sem

    pre a trovare un tem

    po di tranquillità e di ritiro in quello spazio insiem

    e impo-

    nente e familiare. L’ho sem

    pre trovato m

    olto “umano” e – com

    e tutte le cose um

    ane – peribile. Abbiam

    o tutti visto cosa può fare il fuoco che divora e di-strugge. U

    n vero e proprio campo di

    battaglia. Non è un caso che i vigili del

    fuoco siano stati considerati – come av-

    viene sempre in occasioni del genere –

    degli eroi. In realtà non c’è stato nulla di eroico da parte loro se non l’eserci-zio fedele e attento (per quanto possi-bile) e rischioso (questo certam

    ente sì) del loro lavoro, svolto quotidianam

    ente quasi sem

    pre nel nascondimento, fuo-

    ri dalle prime pagine dei giornali. R

    i-prendendo l’im

    magine del cam

    po di battaglia m

    i torna alla mente quella –

    cara a papa Francesco – dell’ospedale da cam

    po, per rappresentare l’azione della chiesa nel m

    ondo. C’è stata, a

    proposito dell’incendio di Notre-D

    a-

    me, una bellissim

    a testimonianza del

    cappellano dei pompieri. A

    ssicuratosi con i suoi colleghi che non c’era più nessuno nella struttura, è stata sua pre-m

    ura cercare di portare in salvo le cose più preziose: la reliquia della corona di spine e il SS. Sacram

    ento: «sono entrato nell’inferno di N

    otre-Dam

    e e ho salvato la corona di spine». C

    ome

    sono simili le parole di M

    ontfort! Ecco, ci vuole sem

    pre qualcuno che si sforzi di salvare in m

    ezzo all’inferno ciò che conta, ciò che è im

    portante e che vale più della propria stessa vita. La corona di spine ci ricorda il sacrificio di G

    esù che oggi celebriam

    o: Lui l’inferno l’ha vissuto dentro, si è lasciato bruciare dai nostri peccati. Eppure lui, il salvatore, ha bisogno di qualcuno che lo porti in salvo! Sappiam

    o prenderci cura di lui?C

    ’è un altro gesto molto bello – appa-

    rentemente m

    arginale se non addirittu-ra inutile – che il cappellano ha com

    -piuto. Prim

    a di uscire dalla cattedrale con il Santissim

    o in mano, quando già

    il fuoco divampava dall’alto e com

    in-ciavano i crolli (un’atm

    osfera di guerra e apocalissi), si è voltato è ha benedet-to col Santissim

    o la chiesa ormai deva-

    stata, quasi ad indicare: «noi, piccolo drappello di vigili del fuoco, ti por-tiam

    o in salvo, ma non possiam

    o fare m

    olto di più, pensaci tu Signore a sal-

    vare la tua chiesa, solo tu lo puoi fare». Sulla guglia e il tetto orm

    ai in cenere è stato com

    piuto un ultimo gesto non

    di disperazione (anche se questo senti-m

    ento, misto a dolore, rabbia, angoscia

    e paura, c’era di sicuro) ma di benedi-

    zione. Anche nel buio più devastante e

    opprimente possiam

    o compiere un ge-

    sto di tenerezza e amore.

    Sempre il cappellano ricordava che

    abbiamo iniziato la quaresim

    a con il gesto delle ceneri, a ricordare la nostra fragilità e pochezza. M

    a si tratta di un cam

    mino che porta a Pasqua, al triduo

    dei Signore morto, sepolto e risorto.

    Così, in questi giorni, è stato anche per

    Notre-D

    ame. Possiam

    o vederlo come

    un segno per la chiesa, per ciascuno di noi che siam

    o pietre vive della chiesa. N

    on ci dobbiamo spaventare degli in-

    cendi e dei crolli, noi abbiamo il tesoro

    più prezioso e più grande: Gesù e la sua

    misericordia.

    Infine, Montfort ci ricorda che non c’è

    solo il fuoco che divora e distrugge portando m

    orte. C’è anche il fuoco del-

    lo Spirito, che purifica e rinnova. Acco-

    gliamo questo dono dalla croce, com

    e G

    iovanni accanto a Maria, per essere

    anche noi vigili al mom

    ento opportu-no, essere vigili del fuoco per spegnere il fuoco che distrugge e portare quello dello Spirito.

  • Fratres in Unum - 43

    42 - Fratres in Unum

    Il cuore mi ha dettato tutto ciò che ho scritto,

    con gioia particolare, per mostrare che la divina M

    arianon è stata finora conosciuta

    di Padre Battista Cortinovis

    va, san Bruno di Segni, santa B

    rigida di Svezia, sant’Ignazio di A

    ntiochia, sant’Ignazio di Loyola, san M

    artino di Tour e altri ancora. L’argom

    ento quindi non basta, anzi per quantità di esem

    pi depone più a favore del di M

    ontfort.Tuttavia, per trovare il senso della scel-ta che Luigi M

    aria fece di assumere il

    nome di M

    ontfort, credo si debba parti-re dalla testim

    onianza che ci ha lasciato B

    lain, il quale scrive (p. 271 del ms.):

    «… M

    ontfort-la-Cane, dont il prit le

    nom, à l’exem

    ple de Saint Louis, par respect et par reconnaissance pour la grâce du baptêm

    e qu’il y reçut».

    Pe

    rta

    nto

    :

    • Sia pure nel contesto di com

    patibi-lità con la lingua italiana, sarebbe banale

    intendere “de

    Montfort”

    solo come indicazione di una pro-

    venienza geografica.

    Uscirà in settem

    bre, per l’Editrice An-

    cora di Milano, la 3° Edizione delle

    Opere di San Luigi M

    aria di Montfort,

    o da Montfort? Q

    uesto è il problema!

    La prima edizione (1977) diceva “di

    Montfort”, la seconda edizione (1990)

    usava invece “da Montfort”; questa ter-

    za edizione ha deciso di riprendere il “di M

    ontfort”. Perché? Com

    e tradurre il “de M

    ontfort” francese in italiano?C

    hi propone il da Montfort fa subito

    appello a modelli già in uso nella no-

    stra lingua, come C

    aterina da Siena, B

    onaventura da Bagnoregio, Pio da

    Pietrelcina e altri. Ma la forza di que-

    sto argomento è neutralizzata dai nu-

    merosi casi in cui invece si usa il di;

    esempi tratti dal calendario liturgico: il

    Dam

    asceno è tradotto con san Giovan-

    ni di Dam

    asco, poi abbiamo san C

    irillo di G

    erusalemm

    e, san Francesco di Sa-les, san N

    icola di Flue, sant’Agostino

    di Canterbury, sant’A

    ntonio di Pado-

    Lo

    uis

    -Ma

    rie

    Mo

    ntfo

    rt

    “Il cuore mi ha dettato tutto ciò che ho scritto, con gioia particolare, per m

    ostrare che la divina M

    aria non è stata finora conosciuta, e che è una delle ragioni per cui Gesù Cristo non è conosciuto com

    e deve esserlo.Se dunque, com

    e è certo, la conoscenza e il regno di Gesù Cristo devono venire nel mondo, ciò

    sarà necessaria conseguenza della conoscenza e del regno della santissima Vergine M

    aria, che l’ha m

    esso al mondo la prim

    a volta e lo farà risplendere la seconda”.

    Trattato della Vera Devozione a Maria

  • Fratres in Unum - 4