I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ......

24

Transcript of I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ......

Page 1: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta
Page 2: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta
Page 3: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

La notizia è passata anche sui Tg nazio-nali. L’evento è internazionale, il ‘Capitolodelle stuoie’. Circa duemila frati di tuttol’Ordine francescano, dal 15 al 18 aprile2009, per ricordare la primavera del 1209,quando il giovane Francesco d’Assisi, 27anni, con una dozzina di compagni, simosse da Assisi verso Roma.

Tempi difficili per la Chiesa, gruppi dieretici poveri e ribelli infestavano paesi ecittà. Francesco somigliava a loro nellaradicalità. Ma era totalmente diverso.Voleva incontrare il papa Innocenzo III. Fupresentato dal vescovo amico Guido al car-dinal Giovanni di San Paolo e da questi alpapa. Fece colpo sulla corte pontificia, per-plessa però sulle richieste del giovane.Innocenzo III approvò la sua “forma di vitaevangelica”. Cominciava così l’Ordine deifrati minori.

Dopo ottocento anni le quattro famigliedell’Ordine fondato da Francesco (fratiminori conventuali, frati minori, fratiminori cappuccini, terziari regolari) si sonoradunate in tenda, davanti a S. Maria degliAngeli, ad imitazione del ‘Capitolo dellestuoie’ del 1221 di cui raccontano i Fiorettidi san Francesco.

Alla fine di maggio di quell’anno, nellapianura di Assisi, attorno alla chiesettadella Porziuncola, Francesco radunò inCapitolo generale oltre cinquemila frati.Rimasero per nove giorni, “occupati nelragionare di Dio, in orazioni, in lacrime, inesercizi di carità”. Una moltitudine di frati,poveri e umili, gioiosi e devoti, che diede-ro esempio alle popolazioni circostanti.

Abitavano in capanne “di graticci e distuoie”, dormivano per terra con “un pocodi paglia”, per capezzale avevano “pietre olegni”. E fu un accorrere di chierici e nobi-li, popolani e gentiluomini, “per vederequella così santa e grande congregazione”,che “il mondo non ebbe mai”.

Francesco parlò con fervore: “Figliolimiei, grandi cose abbiamo promesso a Dio,molto maggiori sono da Dio promesse anoi, se osserviamo quelle che abbiamo pro-messo a lui”. L’anonimo autore raccontaancora che “Cristo benedetto ispirò allegenti di Perugia, di Spoleto e di Foligno, diSpello e di Assisi e delle altre terre intorno,che portassero da mangiare e da bere aquella santa congregazione. Ed ecco carricarichi di pane e di vino, di fave, di cacio e

di altre buone cose da mangiare”. E tutti,popolani e nobili, erano contenti di poterliservire a tavola.

Terminato il Capitolo, “Francescoconfortandoli e ammaestrandoli, con labenedizione di Dio li rimandò alle loro pro-vincie, tutti consolati di letizia spirituale”.Felici di amare Dio, di servire la Chiesa, divivere in fraternità e umiltà, come i primicristiani. Erano passati appena dodici annidalla primavera del 1209, quando in pochierano andati a Roma dal “signor Papa”.

Ottocento anni dopo i frati minori ciriprovano: in duemila dal papa BenedettoXVI, al termine del ‘Capitolo internazionaledelle stuoie’, nella residenza papale diCastelgandolfo. Il papa li accoglie e commen-ta: “Quella dozzina di frati è diventata unamoltitudine, oggi qui da voi rappresentata”.

Il papa ha ricordato il legame diFrancesco “con il vescovo di Assisi,Guido”, che lo presentò “al cardinaleGiovanni di San Paolo, favorendo l’appro-vazione della Regola” da parte diInnocenzo III. Questi riconobbe “l’autenti-cità evangelica” di quel piccolo gruppo difrati minori. “Francesco avrebbe potutoanche non venire dal papa. Molti gruppi emovimenti in quell’epoca si contrappone-vano alla Chiesa”. Francesco mise “il cam-mino suo e dei suoi compagni nelle manidel vescovo di Roma. Questo rivela il suoautentico spirito ecclesiale”.

“Sono passati otto secoli, e oggi avetevoluto rinnovare il gesto del vostroFondatore. Andate e continuate a ‘ripararela casa’ del Signore Gesù Cristo, la suaChiesa”. Rinnovati nello spirito delVangelo, “continuerete ad aiutare i pastoridella Chiesa. Questo il papa, oggi come alleorigini, si aspetta da voi!”.

Con la benedizione del papa, i duemilafrati minori, sono rientrati nelle loro pro-vincie, felici di vivere nella Chiesa e nelmondo testimoniando la fraternità e lagioia.

Giovanni G. Iasi

s o t t o v o c e

800800 anniBendetto XVI e i ministri generali francescani.

11/2009

1

Page 4: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

“Il ministro generale, p. Marco Tasca, hapensato di affidare alla mia persona l’incari-co di Custode del sacro Convento di sanFrancesco e della Custodia Generale diAssisi”. Così il p. Giuseppe Piemontese,ministro provinciale dei frati minori con-ventuali della Puglia, annunciava il 31 gen-naio 2009 ai frati pugliesi il suo trasferi-mento nella città del Poverello. PadrePiemontese è di Monte S. Angelo, ha 62anni. Succede al toscano p. Vincenzo Colinell’ufficio di Custode di Assisi. È statoministro provinciale dal 1997 ad oggi.

“Desidero esprimere innanzitutto la miaprofonda gratitudine a Dio e a ciascuno divoi. Se qualcosa di buono abbiamo potutofare, è stato per l’aiuto di Dio e per la colla-borazione e la disponibilità di ciascuno. Lanostra è una Provincia ‘non grande’, maviva e sana perché sostenuta e arricchitadalla vita di preghiera, da una sincera atten-zione degli uni verso gli altri, dai frati impe-gnati nel ministero, dalla stima dei vescovi,dall’affetto dei fedeli che va oltre i nostrimeriti, dalla missione del Venezuela, dall’a-more per la casa, dalla dedizione per l’ab-bellimento e la manutenzione dei conventie delle chiese.

“Ho la serena coscienza di non essermirisparmiato nel servizio, nel lavoro e nel-l’attenzione alle situazioni e alle persone, atutti e a ciascuno. Tuttavia mi rendo contoche ciò non è stato sempre sufficiente, né èbastato e forse sono stato manchevole versoqualcuno. A tutti e a ciascuno chiedo per-dono e la carità della preghiera.

“Cari fratelli e sorelle, vi lascio con unpo’ di nostalgia…e con tanta trepidazione.Mi conforta comunque la consapevolezzache essendo stato chiamato ad essere custo-de del sacro Convento, in verità non sarò ioil custode, ma sarà il Serafico Padre sanFrancesco, a custodire me e i miei fratelli”.

A p. Giuseppe gli auguri cordiali e frater-ni di tutta la famiglia degli amici e devotidel Padre Maestro, san Francesco AntonioFasani!

nn

c o l l o q u i

P. GiuseppeCustode di AssisiAssisi

P. Michele Pellegrini, 42 anni, diRuvo di Puglia, è il nuovo ministro pro-vinciale dei frati minori conventuali diPuglia. I frati lo hanno scelto nelCapitolo Provinciale di Trani (30 marzo-3 aprile 2009), presieduto dal ministrogenerale p. Marco Tasca. Nel precedentequadriennio ha ricoperto gli uffici diVicario e Segretario provinciale.

L’assemblea capitolare ha eletto ancheil nuovo Definitorio provinciale: pp.Giovanni Foggetta (Lucera) vicario,Giuseppe Tondo (Spinazzola) segretario,Daniele Maiorano (Bari-Oasi) economo,Nicola Rosa (Bari-Japigia) definitore.

Auguri e buon lavoro al p. provincia-le e ai suoi stretti collaboratori da partedella redazione e di tutti gli amici delPadre Maestro!

nn

Ministro Ministro e e Definitorio Definitorio provincialeprovinciale

Sacro Convento: p. Piemontese (nella foto a sinistra).

Da sinistra: pp. Daniele, Giovanni, Michele, Giuseppe, Nicola.

21/2009

Page 5: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta
Page 6: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

r e l i g i o n i

nei nostri ambienti sono ritenuti argomen-ti astratti o lontani dalle nostre realtà. Nonsono né argomenti nuovi né astratti. Già ilConcilio Vaticano II ne ha parlato dedican-do all’ecumenismo il decreto Unitatisredintegratio e al dialogo interreligioso ladichiarazione Nostra Aetate.

Questo significa che già prima delConcilio questi discorsi si facevano sentirepiuttosto urgenti. Per quanto riguarda l’e-cumenismo in particolare c’è l’urgenzadella Chiesa di rendere credibile l’annun-

cio della salvezza che è Cristo crocifisso erisorto. L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta o quell’altra chiesa e la preoccupazionedi testimoniare un’identità più che il sog-getto che identifica hanno reso l’annunciopoco credibile; in altre parole si è data l’i-dea di un Cristo diviso. Diceva un prote-stante filippino rivolgendosi ad una assem-blea di missionari all’inizio del secolo pas-sato: “Voi ci avete inviato dei missionariche ci hanno fatto conoscere Gesù Cristo:non possiamo che ringraziarvi. Ma voi ciavete portato anche le vostre distinzioni ele vostre divisioni; alcuni ci predicano ilmetodismo, altri il luteranesimo, il congre-gazionismo o l’episcopalismo. Noi vidomandiamo di predicare il Vangelo e dilasciare a Cristo Signore di suscitare luistesso all’interno dei nostri popoli, sotto lasollecitudine del suo santo Spirito, laChiesa conforme alle sue esigenze, che saràla Chiesa di Cristo libera finalmente da tuttigli “ismi” con cui avete classificato la predi-

cazione del Vangelo in mezzo a noi”. Èurgente quindi ricentrare il nostro sguardosulle parole di Gesù senza pensare a prioriche indichino una realtà irrealizzabile: “Nonprego solo per questi, ma anche per quelliche per la loro parola crederanno in me; per-ché tutti siano una sola cosa. Come tu,Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi innoi una cosa sola, perché il mondo creda chetu mi hai mandato” (Gv 17, 20-21).

In campo sociale la questione principaleè l’aumento della mobilità, che ha portato a

contatti con persone di religione diversa.Dal punto di vista culturale i confini si sonofatti meno netti, a causa dell’influenza dellecomunicazioni sempre più rapide e delladiffusione dell’informatica.

La questione del dialogo interreligioso edell’ecumenismo interessa da vicino noi cri-stiani pugliesi, e per la presenza massicciadi persone provenienti dall’Oriente (lebadanti, per esempio), e per l’innegabileposizione geografica, che permette allaPuglia di riappropriarsi dell’appellativo di‘cerniera tra Oriente e Occidente’. Come inpassato ancora oggi in Puglia si sente forte lapresenza delle tre religioni monoteiste(ebrei, cristiani e musulmani). Cresce sem-pre più il numero di persone islamiche cheormai hanno delle vere e proprie moschee(Andria, Bari ecc.). Tutto ciò non puòlasciarci impassibili, non possiamo dire più:“ognuno sta bene a casa sua” perché a casanostra non ci siamo solo noi cristiani.

nn

4441/2009

Cappella nella comunità ecumenica di Taizé (Francia).

Page 7: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

francescanesimo è come una foresta.Vi sono tanti alberi conosciuti a pochi

ma sconosciuti a molti. Il francescanesimoè un’esperienza di vita, prima ancora diessere una scuola o una dottrina, e ciò spie-ga bene la vasta risonanza che ebbe nelcorso dei secoli. L’esperienza del Poverellodi Assisi venne riproposta, tra i tanti, da unaltro francescano, san Francesco AntonioFasani.

Il Seicento religioso fu contrassegnatodall’insorgente giansenismo, dalla lottacontro il quietismo e dalla polemica sul pro-blema mistico tra Bossuet e Fénelon. Inseguito alla condanna di Molinos e diFénelon, si diffuse tra i teologi e i semplicifedeli un clima di sospetto riguardo al misti-cismo. Per questo motivo, nel Settecento cifu una violenta reazione contro la mistica.

La situazione fu aggravata dal diffonder-si del giansenismo, tanto da influire forte-mente su spiritualità e teologia, politica edisciplina ecclesiastica. Il giansenismo, con-cependo Dio come esigente e inaccessibile,predicava un rigorismo morale, un’asceticaeccessiva, che portava al pessimismo. Alquietismo e al giansenismo, subentrò l’illu-minismo, che caratterizzò tutto ilSettecento e sconvolse la religiosità dei cre-denti. Propugnava il primato assoluto del-l’uomo e l’autonomia della ragione.

La reazione più forte contro l’illumini-smo avvenne in Italia, Francia e Spagna. Siespresse nel rinnovamento della vita cri-stiana, l’istruzione religiosa, la pubblicazio-ne di libri di teologia e spiritualità, la fonda-zione di nuove Congregazioni religiose e lapredicazione delle missioni popolari. Lafede dei cristiani ritrovò nel Settecento unaconsonanza con la Riforma tridentina,riportandola agli eventi nodali della storiadella salvezza: l’incarnazione e la Croce. IlSettecento fu un secolo esplicitamenteascetico e la fenomenologia e l’esperienzamistica furono legate alle apparizioni del S.Cuore e a quelle della Vergine Maria.

Le devozioni più diffuse furono al S.Cuore, alla Passione di Gesù, all’Eucaristiae alla Vergine Maria. La pietà mariana pote-va contare su molteplici manifestazioni:novene, digiuni, abitini, visite ai santuari,associazioni e congregazioni mariane,indulgenze, opere di carità, a partire dagliscritti di sant’Alfonso. Nonostante le ten-denze antimistiche, la testimonianza misti-

ca non si spense nella Chiesa. Questeespressioni rivestono un tratto profonda-mente ecclesiale, una finalità apostolica eun intento di redenzione e di salvezza.Tutto questo testimonia la fecondità spiri-tuale dei mistici e delle mistiche di quest’e-poca. Ed è qui che si colloca il Fasani.

In questo secolo, così lontano dalla radi-calità evangelica, e incline alla tolleranza ealla misura della ragione, le famiglie france-scane si imposero con una loro specificapresenza che privilegiava la solitudine, lapreghiera, la penitenza e l’apostolato dellapredicazione. Tra i Conventuali vannoannoverati il beato Bonaventura da Potenzae san Francesco Antonio Fasani.

Nonostante il contesto ecclesiale del ‘700fosse sostanzialmente ascetico, tuttaviaapparvero in questo secolo figure altamen-te mistiche. Tale vissuto mistico si manife-stò in modalità nuove, come ad esempio, lamistica della redenzione in chiave france-scana di san Francesco Antonio Fasani,santo che visse in pienezza il misteropasquale di morte-risurrezione, coniugandoin sé ascesi e mistica in stretta simbiosi.

L’immagine più ricorrente di Francesco

f a s a n i m a e s t r o

Il

ANCORA DAGLI “ATTI DEL CONVEGNO 2006”

di

LuigiBorriello

Spiritualità Spiritualità del del FasaniFasani

51/2009

5

Santuario: Annuciazione (bifora nel presbiterio).

Page 8: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

Antonio Fasani (1681-1742) è quella che loraffigura con l’Immacolata, da una parte, euna folla di poveri dall’altra. Emblematica ètale raffigurazione che ben contestualizzastoricamente e spiritualmente il Santo fran-cescano di Lucera. Cronologicamente, ilFasani venne a trovarsi tra due grandiSanti, entrambi devoti della Vergine e vali-di maestri di spirito: Luigi M. Grignon deMonfort (1673-1716) e Alfonso Maria de’Liguori (1696-1787). Seguì il Monfort perl’impianto biblico del pensiero e della pre-

dicazione, per un verso, e per l’altro verso,precorse Alfonso Maria de’ Liguori per lasemplicità del dettato e l’efficacia dellaparola. Rispetto ai due, sotto il profilomariano, il Fasani ebbe una sua specificacaratteristica, che era appunto quella dottri-

nale della ‘tesi francescana sull’Immacolataconcezione’. Il nostro Santo si rivelò ecce-zionale predicatore della Parola di Dio.Sollecito della salvezza dei fratelli, egli sidedicò alla predicazione e alla confessione.

L’immagine più emblematica che ritrae ilFasani è quella che lo raffigura conl’Immacolata da una parte e una folla dipoveri dall’altra. Sono, questi, i tratti caratte-ristici che più avevano impressionato i suoicontemporanei. In questa luce penetrantedel mistero dell’Immacolata ritroviamo laspiritualità del Fasani. È realmente, la sua,una vita francescana, contemplativa/attiva,nella luce della Vergine Immacolata. La fisio-nomia spirituale del Santo lucerino vi traspa-re nitida e solida. La sua vita interiore, fattadi preghiera, di spirito di raccogliemento edi silenzio, di amore alla clausura e al riser-bo, costituirono il tessuto della sua incessan-te meditazione dei misteri di Cristo tramiteil mistero dell’Immacolata.

La sua vita esteriore si dispiegò, d’altraparte, in azione meditativa per la conver-sione e la salvezza dei fratelli, per l’edifica-zione della Chiesa attraverso la predicazio-ne, il ministero del confessionale, l’assi-stenza ai carcerati e la cura dei poveri.Assolse questi impegni in maniera straordi-naria per la fecondità che scaturiva dallasua vita di preghiera e dal sacrificio senzariserve, con veglie e digiuni, stanchezze epatimenti fisici e morali.

La due grandi coordinate della vita diFasani: la contemplazione e l’azione, l’amoredi Dio e del prossimo risaltano, dunque, evi-denti e in sintonia tra di loro e con quelle delmistero dell’Immacolata. Tali coordinatesostennero la radice e il vertice della vitaevangelica di Francesco d’Assisi, iniziata asanta Maria degli Angeli. Anche il Fasani ini-ziò la sua vita nella novena dell’Assunta (6agosto 1681) e la concluse il primo giornodella novena dell’Immacolata (29 novembre1742). nn

f a s a n i m a e s t r o

FASANI TRA STORIA APOSTOLATO DOTTRINAGli articoli che da due anni pubblichiamo in questa rubrica della rivista, come si sa, sono sintesi delle relazionitenute al Convegno nazionale di studi del 2006, i cui Atti sono stati pubblicati nel 2007. Desideriamo informare ilettori che nel 1989 fu edito dalle Edizioni Messaggero Padova un volume di approfondimenti sul Fasani dei pro-fessori della pontificia facoltà teologica ‘Seraphicum’ di Roma dei frati minori conventuali. L’opera di 446 pagine fucurata da Francesco Costa, per l’interessamento del p. provinciale pugliese dell’epoca, Eugenio Galignano.Segnaliamo alcuni studi pubblicati in quel volume: La Capitanata nei secoli XVII e XVIII (Luisi), L’Ordine dei F.M.Conv.e la sua Provincia di Sant’Angelo nel Settecento (Di Fonzo), La predicazione popolare del Fasani come risposta alleistanze sociali (Ossanna), La canzoncina popolare nell’apostolato di San F.A. Fasani (Costa), San F.A. Fasani commen-sale e servitore della Parola di Dio (Uricchio), Cristo Redentore negli scritti di San F.A. Fasani (Pompei), Maria e loSpirito Santo nella catechesi di San F.A. Fasani (Wszolek). Gli Atti del 2006 e il volume del 1989 sono disponibi-li presso il nostro santuario.66

1/2009

Convento: Fasani padre dei poveri (acquarello di N. Di Pierno).

Page 9: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

La società odierna parla dei giovaniquasi sempre in maniera negativa. I giovanisono in crisi; i giovani sballano; i giovanisono bulli; i giovani da grandi voglionodiventare tutti calciatori o veline. Nessunovuole scommettere sui giovani!

La verità è che i ragazzi, oggi come ieri,sono alla ricerca di qualcosa che possa dareun senso vero alla loro vita. I giovani diquesto nuovo millennio sono poveri diCristo, ma a differenza di quello che pensala maggior parte della gente, essi hanno una

sete grandissima di Gesù, è solo che ilmondo in cui si trovano a vivere, i modellia cui si ispirano, spesso non sono in gradodi soddisfarla.

Ottocento anni fa proprio a un giovane,uno che non era per nulla cattolico-prati-cante, il Signore affidò una missione impor-tantissima, quella di “riparare la sua casa,che stava andando in rovina”.

Questo giovane si chiamava Francesco eviveva ad Assisi. Nessuno avrebbe scom-messo su di lui, eppure oggi è conosciuto intutto il mondo, è il patrono d’Italia e i suoiseguaci sono numerosissimi.

Francesco ha rinnovato la chiesa dal didentro e dopo otto secoli affascina ancoramilioni di giovani.

Tra questi ci sono anche dei ragazzi chelavorano nel nostro santuario; sono i giova-ni della Gioventù Francescana. E comeloro, ce ne sono tanti altri in moltissimecittà della Puglia, dell’Italia, dell’Europa edegli altri continenti. Migliaia di giovaniuniti da un unico grande ideale: vivere lavita di ogni giorno in maniera speciale,come ha fatto S. Francesco D’Assisi.

I giovani francescani non sono alieni,fanno tutte le cose che fanno i loro coeta-nei; vanno a scuola, frequentano l’univer-sità, lavorano, si divertono con gli amici,hanno la ragazza o il ragazzo.

Essi vivono la vita per cui sono nati, malo fanno sempre col sorriso sulle labbra ecercando di vedere in ogni persona cheincontrano Gesù, come faceva Francesco, ilquale considerava tutti gli uomini suoi fra-telli, perché tutti figli di un unico Padre efratelli di Cristo.

I gifrini, (così vengono chiamati i giovanifrancescani), vogliono far sapere a tutti cheGesù è Risorto e lo fanno anche cercando diessere vicini ai più piccoli e ai più poveri.Come Francesco baciò il lebbroso, che primagli faceva tanto ribrezzo, questi ragazzi por-tano un raggio di sole lì dove il sole non c’èmai e donano una carezza a chi l’amore loaspetta da sempre.

Il grande papa dei giovani, GiovanniPaolo II, ha definito nel 1998 la gioventùfrancescana “un luminoso ideale di vita”.Parole, quelle di Giovanni Paolo, azzeccatis-sime.

Questi ragazzi sono lievito nella massa,sale del mondo e luce della terra. Sono gio-vani coraggiosi, che hanno la forza di anda-re controcorrente in una società, che propo-ne valori diametralmente opposti a quellidel Vangelo. Ma essi hanno incontrato Gesùe non possono tenerselo per sé, perciò loannunciano con la loro vita.

Cristo, dunque, scommette sui giovani elo fa ogni giorno.

Maria Rosaria Pappani

Gi.Fra., Gi.Fra., ideale ideale di di vitavitas p a z i o g i o v a n i

71/2009

Gi.Fra. di Luceracon l’assistente,

p. Giovanni Foggetta.

Page 10: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

ffascinati dalla sua “piena adesione aCristo” (1206), a Francesco si asso-

ciarono progressivamente alcuni assisani,dando vita al primo nucleo della fraternitàche si stabilì a Rivotorto (1208-1209). Leagiografie indicano i nomi, a cominciare daBernardo di Quintavalle, ne elencano dodi-ci, in chiave sicuramente simbolica perricordare il modello della vita apostolica. Inun passo del Testamento (nn. 14-15)Francesco ricorda come nel piccolo gruppofosse maturata la scelta di vivere in confor-mità al Vangelo: “E dopo che il Signore midette dei frati, nessuno mi mostrava checosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mirivelò che dovevo vivere secondo la formadel santo Vangelo. Ed io la feci scrivere conpoche parole e con semplicità, e il signorPapa me la confermò”

Cos’è questo scritto “con poche parole”di cui parla Francesco? Evidentemente nonè la Regola non bollata, elaborata nel lungoarco di tempo che va dal 1210 al 1221,anno in cui, nel capitolo delle stuoie, pre-senti circa cinquemila frati, fu redatto iltesto definitivo. Lo scritto di “poche paro-le” non è neanche la Regola bollata, appro-vata da papa Onorio III il 29 novembre1223. Lo scritto “con poche parole” è laForma di vita, o comunemente chiamataproto-regola, approvata nel 1209 da papaInnocenzo III, 800 anni fa. Dello scrittonon ne conosciamo purtroppo il testo chedoveva essere una raccolta di alcuni passievangelici, integrato, come ricordaTommaso da Celano nella Vita prima, conalcune disposizioni per regolare la vita incomune dei frati. La tradizione più accredi-

tata dagli storici a riguardo, l’Anonimo peru-gino, a differenza della Vita prima diTommaso da Celano, racconta che Francesco,insieme a Bernardo di Quintavalle e Pietro,fece ricorso alla triplice apertura di unevangeliario nella chiesa di san Nicolò inAssisi, per avere un’indicazione precisa sulgenere di vita che essi avrebbero dovutocondurre. Il sacerdote cui si erano rivoltiaprì il Libro per tre volte e vi lessero: “Sevuoi essere perfetto, va’, vendi quello chepossiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoronel cielo; poi vieni e seguimi” (Mt 19,21);poi: “Se qualcuno vuol venire dietro a merinneghi se stesso, prenda la sua croce e misegua” (Mt 16,24); e infine: “Non prende-te nulla per il viaggio, né bastone, né bisac-cia, né pane, né denaro, né due tuniche perciascuno” (Lc 9,3). L’esclamazione dei trefu: “Ecco quello che bramavamo, ecco quel-lo che cercavamo!”. E Francesco aggiunse:“Questa sarà la nostra regola!” (Anonimoperugino, 11).

I tre brani evangelici, probabilmente,sono il nucleo principale della Forma divita. Mentre, i versetti centrali delTestamento con molta probabilità ci diconoalcuni punti principali della Forma di vita:“E quelli che venivano per abbracciare que-sta vita, distribuivano ai poveri tutto quelloche potevano avere, ed erano contenti diuna sola tonaca, rappezzata dentro e fuori,del cingolo e delle brache. E non volevamoavere di più. Noi chierici dicevamo l’uffi-cio, conforme agli altri chierici; i laici dice-vano i Pater noster, e assai volentieri ci fer-mavamo nelle chiese.

“Ed eravamo illetterati e sottomessi a

A

di

StefanoColelli

Andiamo dal signor Papa!QUANDO FURONO UNA DOZZINA DI SEGUACI, FRANCESCO DISSE...

c e n t e n a r i o f r a n c e s c a n o

881/2009

Page 11: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

tutti. Ed io lavoravo con le mie mani evoglio lavorare; e voglio fermamente chetutti gli altri frati lavorino di un lavoro qualesi conviene all’onestà. Coloro che nonsanno, imparino, non per la cupidigia diricevere la ricompensa del lavoro, ma perdare l’esempio e tener lontano l’ozio.Quando poi non ci fosse data la ricompensadel lavoro, ricorriamo alla mensa delSignore, chiedendo l’elemosina di porta inporta. Il Signore mi rivelò che dicessimoquesto saluto: Il Signore ti dia la pace!”(Testamento, 16-23).

In seguito alla scelta di imitare alla lette-ra il modello della vita apostolica,Francesco e gli altri frati si vestirono conuna rozza tunica, cinta da un cordone, eintrapresero a due a due una forma di pre-dicazione itinerante nell’Italia centrale:rivolgendo alle popolazioni esortazioni afare penitenza e inviti alla pacificazione.

La predicazione ad opera di laici nonautorizzati incorreva però nelle sanzioniecclesiastiche, applicate con severità a par-tire dal decreto di papa Lucio III del 1184,in particolare nei confronti dei Poveri diLione e degli Umiliati lombardi.

Nella prima metà di aprile del 1209Francesco e i primi frati decisero, allora, direcarsi presso la sede apostolica a Roma,per ottenere un riconoscimento della pro-pria forma di vita religiosa. Il viaggio daAssisi a Roma durò quasi un mese. Arrivatia Roma, presso San Giovanni in Laterano,in un clima di sospetti, il piccolo gruppo difrati sperimentò la diffidenza della curia edi papa Innocenzo III. Il loro viaggio, ineffetti, avvenne in un periodo cruciale. Ilpapa, che nel 1208 aveva bandito la crocia-ta contro gli Albigesi nel sud della Francia,aveva promosso la riconciliazione con laChiesa romana, tra 1208 e 1209, di unaparte dei Poveri di Lione e dei Poveri di

Lombardia, nel tentativo di contenere ildiffondersi di dottrine e di gruppi ereticali.

Cosa accadde in quell’incontro traFrancesco con i suoi compagni e InnocenzoIII? Dalla testimonianza del monaco bene-dettino Ruggero di Wendover dell’abbaziainglese di Sant’Albano, quell’incontro nonfu facile: “Il papa, osservando attentamentein quel frate l’abito sformato, il volto spre-gevole, la barba lunga, i capelli incolti, lesopracciglia nere e pendenti, dopo averfatto leggere quella sua petizione, cosìardua e impossibile nella pratica comune,lo disprezzò e disse: ‘Va’, fratello, e cercatidei porci, a cui dovresti paragonarti più cheagli uomini. E ravvoltolati insieme nelbrago e, consegnando a loro la Regola chehai preparato, accollati l’ufficio della tuapredicazione”.

A queste parole Francesco, chinato ilcapo, subito se ne uscì, e trovati alla finedei porci, si ravvoltolò con loro nel fangofino a tanto che ne fu tutto imbrattato, ilcorpo e il vestito, dalla pianta dei piedi allatesta. E così ridotto, tornato al concistoro, sipresentò al cospetto del papa e disse:‘Signore, ho fatto come mi hai comandato;ora, ti prego, esaudisci la mia richiesta’. Ilpapa, davanti a questo fatto, pieno di ammi-razione ma molto dispiaciuto di averlodisprezzato, ritornato in sé, gli comandò diripresentarsi a lui pulito. Francesco corse alavarsi dal fango e in fretta ritornò. Allora ilpapa, preso da commozione verso di lui,accettò la sua petizione, e confermandogli,mediante privilegio della Chiesa romana,l’officio della predicazione e l’ordinamentorichiesto, dopo averlo benedetto, lo licenziò”.

Intermediari dopo il primo colloquioburrascoso tra Francesco e Innocenzo III,furono il vescovo di Assisi, Guido, e l’in-fluente cardinale benedettino GiovanniColonna di san Paolo in Roma, il quale a suavolta, aveva inutilmente cercato di convin-cere Francesco a scegliere una regola mona-stica già approvata giuridicamente (diBasilio, di Benedetto, di Agostino).Ottenuto da Innocenzo III, non un privile-gio né un’autorizzazione, ma soltanto laconferma orale, non di una regola, ma dellaforma di vita, rientrati in Assisi, Francescoed i suoi tornarono nel tugurio di Rivotortoe nell’autunno 1210 si trasferirono a SantaMaria della Porziuncola.

In quei primi anni i frati vissero inpovertà, in un’autentica fraternità, mante-nendosi con il lavoro delle proprie mani,annunciando a tutti gli uomini la penitenza,alternando questo a momenti di silenzio eraccoglimento in luoghi remoti. Anni inten-si ed eroici, pieni di slancio e di entusiasmo.

nn 91/2009

9

I ministri generali salutano Benedetto XVI.

c e n t e n a r i o f r a n c e s c a n o

Page 12: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

m i r a c o l i

P. Berardino Nonni, guardiano del con-vento di san Francesco di Lucera, raccontache nel mese di agosto del 1983 si presen-ta in convento una donna molto agitata.

È la signora Recchia Nicoletta in Moffa,nativa di San Marco La Catola (FG), e resi-dente a Lucera.

P. Berardino cerca di calmarla e, immagi-nando qualche sventura, le chiede cosa siasuccesso, ed invece ecco cosa la donna glidice: “Giorni fa mi è apparso il PadreMaestro, che mi ha quasi rimproverata,dicendomi che erano trascorsi trentadue annida quando mi aveva fatto una grande graziaed io non ne avevo mai parlato”.

Di poi gli fa questo stupefacente racconto.Mio figlio, Donato Antonio, all’età di tre

anni (è nato il 20 giugno 1948 a San MarcoLa Catola), mentre giocava con i suoi ami-chetti, con bastoni e canne, fu colpito conuna canna appuntita nell’occhio destro.

Il bambino tornò a casa piangendo, conla mano sull’occhio ferito, dal quale uscivasangue.

Disperata andai dal medico condotto,che mi ordinò di portarlo subito all’ospeda-le oftalmico Santa Lucia di Lucera.

L’oculista, dopo aver visitato il bambino,dichiarò che purtroppo la lesione era grave;la punta della canna aveva perforato propriola pupilla dell’occhio, che era diventatotutto bianco. Lo voleva ricoverare, ma eranecessaria la mia presenza giorno e notte,perchè il bambino aveva solo tre anni.

Ciò non fu possibile, perchè io avevoaltri due bambini più piccoli da accudire,per cui ogni giorno dovevo portare Donatoin ospedale per la medicazione da SanMarco La Catola, dove allora risiedevo.

Dopo circa un mese, uscendo dall’ospe-dale, incontrai una donna di Lucera,Paradiso Anna Maria, che, nel vedere mepiangere e al mio fianco il bambino conl’occhio bendato, mi chiese cosa fosse suc-cesso.

Anna Maria nel sentire quanto mi eracapitato, mi incoraggiò dicendomi con fede:“Vai dal Padre Maestro nella chiesa di sanFrancesco, è tanto miracoloso”, e mi parlòa lungo del Fasani beatificato da pochi mesi(15 aprile 1951).

Io e mio figlio, speranzosi, ci recammonella chiesa di san Francesco, soffermando-ci presso l’urna dove riposa il sacro corpodel beato.

Il piccolo Donato si inginocchiò e conqueste semplici parole pregò:” PadreMaestro, fammi guarire se no da giovane michiameranno cieco”.

Usciti dalla chiesa il piccolo mi disse chesi era sentito passare dolcemente una manosugli occhi e aveva udito una voce che glidiceva: “Vai a casa, adesso ci vedi”.

Io gli tolsi subito la benda e con sommameraviglia vidi che la pupilla non era piùbianca ma del colore dell’altro occhio.Donato vedeva. Il Padre Maestro gli avevafatto la grazia.

P. Berardino commosso chiede alla signo-ra come mai non avesse riferito prima que-sto straordinario evento.

La signora risponde che l’oculista stesso,meravigliato per la guarigione, si era presol’impegno di comunicare alla comunitàfrancescana lucerina quanto di straordina-rio si era verificato.

Lei, poi, sia perchè allora risiedeva nelcomune di San Marco La Catola, sia perchèera presa dalle preoccupazioni per la nume-rosa famiglia, non aveva più pensato allagrazia. Ma ci aveva pensato lui, il PadreMaestro, a ricordargliela.

Tonino Tolve

ai “V“V a a casa, casa, adesso adesso ci ci vedi!”vedi!”

101/2009

Page 13: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

Dal 28 marzo 2009 il santuario francesca-no di Lucera è entrato ufficialmente a farparte della lista nazionale dei siti UNESCOTestimoni di una cultura di pace. È il primoriconoscimento del genere accordato ad unmonumento della provincia di Foggia.

Alla solenne cerimonia di scoperturadella targa erano presenti la presidente

nazionale dei Centri e Club Unesco, MariaLuisa Stringa, il nostro vescovo, mons.Domenico Cornacchia, la vicepresidentedell’Amministrazione Provinciale, MariaElvira Consiglio, la sub-commissaria delComune di Lucera, Michelina Soccio, laComunità dei frati minori conventuali diLucera, presieduta dal rettore, p. GiovanniIasi e numerosissimi studenti e cittadini diLucera. La candidatura della chiesa lucerinavenne avanzata dal Club Unesco “FedericoII” di Lucera, previo sondaggio telematicosul sito dello stesso Club, alla CommissioneItaliana per l’UNESCO di Roma e, attraversoquesta, nel gennaio 2008, all’Ufficio respon-sabile del programma presso la Divisione perla Cultura di Pace che ha sede a Parigi. Imonumenti e siti testimoni di pace rientra-

no nel programma per la cultura di pace isti-tuito dall’UNESCO nel 2000 (Anno per laCultura di Pace) e identificano quei luoghiche la comunità locale considera simboli dipace. Il valore del programma è stato ricon-fermato dal Consiglio mondiale della federa-zione dei Club e Centri UNESCO che lo haindicato fra le priorità per l’azione dell’orga-nismo dell’ONU nel mondo. La prima partedella cerimonia si è svolta nel santuario. Ilpresidente del Club UNESCO di Lucera,Franco Stanca, ha introdotto ricordando l’im-portanza dell’evento per la nostra città.Quindi il rettore della santuario ha sottoli-neato alcuni passaggi storici della trecente-sca chiesa francescana come ‘testimone dipace’, in particolare la lunga presenza delPadre Maestro. L’assemblea ha poi ascoltatogli interventi di Maria Elvira Consiglio eMichelina Soccio, rappresentanti delle istitu-zioni locali, e il saluto del responsabile del

distretto scolastico, Giuseppe Di Sabato. Ilvescovo ha richiamato l’attenzione al legametra la pace e i valori religiosi. A conclusionedella prima parte, ha preso la parola la presi-dente nazionale dei Club UNESCO, MariaLuisa Stringa (foto a sinistra), che ha chiaritoi termini del progetto mondiale Testimoni diuna cultura di Pace. Al termine degli inter-venti, all’esterno della chiesa, la presidenteStringa ha scoperto la targa e il vescovo l’habenedetta. Prevista in breve anche l’installa-zione di alcuni cartelloni stradali agli ingressidella città per indicare la presenza di un sitomessaggero di pace.

Massimiliano Monaco

c r o n a c h e d e l s a n t u a r i o

IlIl Santuario Santuario è è monumento monumento dell’UNESCOdell’UNESCO

Da sinistra: p. Iasi, Stanca, Capobianco, Stringa.

111/2009

11

Page 14: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

c r o n a c h e d e l s a n t u a r i o

Aveva cominciato a novembre 2008, maa febbraio 2009 è avvenuta l’apertura uffi-ciale, con tanto di presentazione alla stam-pa. La diocesi di Lucera-Troia ha un nuovomensile, il Sentiero. Il 5 marzo nell’audito-rium del seminario conferenza stampa.Prendono la parola l’editore, il nostrovescovo diocesano, mons. DomenicoCornacchia, e il direttore, p. Giovanni Iasi.

Il vescovo ha affermato che il Sentiero èun giornale ecclesiale e come tale è stru-mento di evangelizzazione, di promozionesociale e di opportunità di comunione.Obiettivo del giornale è quello di ricavare ocreare uno spazio sempre più ampio per ilcittadino ed il cristiano, le due facce dellastessa medaglia.

P. Giovanni ha detto che il Sentierovuole essere uno strumento di comunioneche mette insieme le informazioni, i cammi-ni e i progetti del nostro territorio, in sintoniacon le indicazioni del vescovo. Un progettonuovo, un giornale piccolo piccolo, quattropagine per ora, formato tabloid, tutto a colo-ri. Presente il gruppo dei redattori-fondatori:don Rocco Coppolella, Riccardo Zingaro,Enza Gagliardi e il grafico Luca de Troia.

Scambio di domande tra i giornalisti, ilvescovo e il direttore. Qualcuno ha chiesto:“Come mai la scelta di un religioso alla dire-zione del giornale?”. Ha risposto don CiroFanelli, vicario generale, il quale ha sottoli-neato le competenze giornalistiche di p.Giovanni nonché la sua presenza attiva nelConsiglio Presbiterale della diocesi.

I media era rappresentati dalla Gazzettadel Mezzogiorno, dai giornali telematiciLuceraweb, Lucerabynight e Lucera.com, daSunday Radio, da Teledaunia e da Il PadreMaestro.

Il Sentiero ha una tiratura di circa 5.000copie, è distribuito nelle parrocchie della dio-cesi. Facciamo gli auguri di buon lavoro allaredazione del giornale, in particolare alnostro direttore p. Giovanni Iasi.

Lucia D’Apollonio

Incamminàti Incamminàti sul sul Sentieroo

ACCOGLIENZA,UNO STILE DI VITA

Tre gruppi di lavoro, tre laboratori,per verificare il tasso di accoglienzapresente nella nostra comunità, tra igruppi e con gli altri fedeli. Domenica15 febbraio, al Centro di solidarietàPadre Maestro di Lucera, incontro-riti-ro con p. Stefano Coltelli. Una bellaesperienza di dialogo e comunicazio-ne. Alla fine, mettendo in comune laricerca dei gruppi, è stata elaborata la‘carta dell’accoglienza’, una sorta didecalogo cui attenersi nelle relazioniinterpersonali. Un contributo impor-tante per la comunità del santuarioche con la Consulta Pastorale sta affi-nando la sua testimonianza ed il suoservizio alla città ed ai pellegrini.

DIGIUNO DI CARITÀ

Quest’anno mercoledì delle Ceneri edogni venerdì di Quaresima: digiuno dicarità. La nostra comunità francescanaha risposto così al messaggio diBenedetto XVI per il tempo diQuaresima. “Il digiugno ci aiuta a col-tivare lo stile del Buon Samaritano,che si china e va in soccorso del fratel-lo sofferente.

121/2009

Page 15: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

Per mantenere vivo questo atteggiamen-to di accoglienza e di attenzione verso ifratelli, incoraggio ogni comunità adintensificare in Quaresima la pratica deldigiuno personale e comunitario. Questoè stato, sin dall’inizio, lo stile della comu-nità cristiana, nella quale avvenivano spe-ciali collette e i fedeli erano invitati a dareai poveri quanto, grazie al digiuno, erastato messo da parte”. Abbiamo raccoltouna bella somma. La invieremo alla fami-glia di Eugenio Di Giovine, missionaria aGuanare (Venezuela), per le loro attivitàin favore dei poveri. La nostra Quaresima,naturalmente, è stata scandita dalla Cordapia (il mercoledì), la Catechesi biblica (ilgiovedì), la Via Crucis (il venerdì). Lagente è stata invitata anche al ‘digiunotelevisivo’, davanti a programmi inutili,futili e dannosi. Non sappiamo quanti loabbiano fatto. Chiedetelo all’Auditel!

TESTAMENTO BIOLOGICO

L’arciconfraternita dell’Addolorata nel tra-dizionale ritiro di primavera, ha puntatol’attenzione ai temi della vita e dellamorte. Domenica 29 marzo, nel Centro disolidarietà Padre Maestro, il priore, dr.Giuseppe Capobianco, e l’assistente, p.Giovanni Iasi, hanno introdotto il tema dalpunto di vista medico e morale. Ne èseguita una conversazione moltoapprofondita e stimolante, sotto la spintadella cronaca: caso Eluana Englaro, dibatti-to al Senato sul testamento biologico. Ilcanto delle Lodi, guidato da sr. Teresa,superiora della comunità, aveva aperto lagiornata che ha visto insieme tutti i confra-telli anche per il pranzo. Nel pomeriggio:informazioni sul bilancio annuale del soda-lizio e celebrazione eucaristica conclusiva.

INCONTROCOL COMMISSARIO

Proprio speciale l’iniziativa della fraternitàO.F.S. di Lucera, che quest’anno staapprofondendo alcuni temi della Dottrinasociale della Chiesa. Ha invitato il com-missario straordinario del Comune,Michele Di Bari ad un incontro-confrontosulle modalità di partecipazione dei citta-dini all’amministrazione della città. La riu-nione si è svolta il 9 marzo nella sala

Fasani del santuario. L’invito è stato este-so a tutti i gruppi della comunità france-scana. Sensibile e competente nei suoicompiti civili e nella vita cristiana, il com-missario ha animato l’incontro informan-do sulla legislazione e sulla prassi dellapartecipazione democratica nella vita diuna città. I presenti hanno preso partecon interesse attivo alla discussione. Aconti fatti, ci siamo accorti che i cittadini,al di là del voto, manifestano un senso dipartecipazione molto insufficiente.

LAICI FRANCESCANIALL’INCORONATA

Le fraternità dell’Ordine francescanoSecolare, presenti nelle diocesi di Foggia-Bovino, Lucera-Troia, Cerignola-Ascoli,Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondosi sono ritrovate domenica 8 marzo al san-tuario dell’Incoronata di Foggia per un riti-ro spirituale di Quaresima.

È la prima volta per tutte le fraternità delle‘tre obbedienze’: frati minori conventuali,frati minori, frati cappuccini. Ripariamo laFraternità è stato il tema dell’incontro, affi-dato a p. Anto Rados, frate minore.L’Eucaristia è stata presieduta dall’arcive-scovo di Foggia-Bovino, mons. FrancescoPio Tamburrino. Al ritiro hanno presoparte anche alcune terziarie della fraternitàdel santuario del Padre Maestro. nn

La rivista Il Padre Maestro può essereletta da tutti e ovunque sul sito:www.luceraweb.com . Sarà sempre inhome page (nel menù di sinistra), scari-cabile in formato PDF con un click.

131/2009

13

c r o n a c h e d e l s a n t u a r i o

Page 16: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

b e a t o l u c c i

governo pastorale del beato AntonioLucci dell’Ordine dei frati minori

conventuali, vescovo della chiesa di Bovinodal 1729 al 1752, è ben documentato dallerelazioni ad limina apostolorum, quegliincontri tra i vescovi e il sommo Ponteficeche dalla fine del XVI sec. vennero impostea tutti gli ordinari diocesani con cadenzatriennale, come prescriveva la costituzioneRomanus Pontifex del 1585. Le visite veni-vano fatte precedere da una relazione appo-sita, con cui i vescovi mandavano una seriedi informazioni alla Sacra Congregazionedel Concilio a Roma, di modo che il papafosse adeguatamente preparato ad incontra-re i vescovi che venivano a visitarlo.

Il beato Lucci, in 23 anni di episcopato,effettuò ben cinque visite a Roma con rela-tive relazioni allegate, che sono conservatenell’Archivio diocesano di Bovino e offrono“una dovizia di materiale vario e spesso diprima mano, importantissimo per unaconoscenza diretta sia dei periodi storicicui si riferiscono, sia in specie del governopastorale… sono testimonianze di vita dio-cesana nel ‘700 del nostro Mezzogiorno ecenni autobiografici di particolare interes-se”, come afferma lo storico Vincenzo

Maulucci che le ha studiate e commentatein un apposito studio (V. Maulucci, Il gover-no pastorale del venerabile Antonio LucciOfmconv Vescovo di Bovino (1729-1752).Analisi delle sue Relationes ad limina,Roma 1989). Il santo vescovo era ben cono-sciuto dai papi che si succedettero nel suolungo periodo di reggenza della sede bovi-nese: Benedetto XIII (1724-1730), che loaveva consacrato vescovo affermando“Abbiamo fatto un vescovo dotto e santo”,poi Clemente XII (1730-1740) e BenedettoXIV (1740-1758).

Le cinque relationes abbracciano unperiodo molto significativo per le profondetrasformazioni politiche e istituzionali cul-minate nel Regno di Napoli, dopo due seco-

li di vicereame, con la ricostituzione diuna monarchia indipendente adopera di Carlo III (1735-1759), ilcui regno di fatto coincise con l’epi-scopato del Lucci che lo incontrò apiù riprese, diventando in partetestimone e protagonista dei rap-porti tesi e a stento composti traNapoli e la Santa Sede. Il governoepiscopale di Antonio Lucci si inse-risce così in uno dei periodi più dif-ficili per la Chiesa Cattolica, inpiena fioritura degli ideali illumini-stici che pretendevano di sostituirel’egemonia religiosa sulla societàdel tempo.

In realtà proprio il regno diNapoli divenne allora uno dei luo-ghi dove meglio la Chiesa seppeaccogliere le novità culturali esociali, rimanendo protagonistaanche grazie alla straordinaria figu-ra di santi come Alfonso Maria de’

Liguori, Antonio Francesco Fasani e,appunto, il beato Lucci.

Nell’Archivio vescovile di Bovino sonoriportati anche i documenti relativi allevisite canoniche della diocesi, che essendocostituita da soli sette paesi (Bovino,Deliceto, Accadia Sant’Agata, Panni,Montaguto, Castelluccio dei Sauri), potevaessere visitata integralmente ogni anno,cosa che il Lucci fece diligentemente.Nell’Editto di indizione della visita del1731 si legge infatti che “una delle funzio-

di

StefanoCaprio

P. ANTONIO LUCCI A VENT’ANNI DALLA BEATIFICAZIONE

Il

Un Un vescovo vescovo dotto dotto e e santosanto

Cattedrale di Bovino: all’interno urna del beato Lucci.

141/2009

Page 17: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

ni più proprie dei vescovi e più atte a con-servare i buoni costumi, a svellere le catti-ve usanze ed a promuovere il culto di Dio ela salute delle anime, si è quella della S.Visita”, che è considerata una pratica cherisale alle origini stesse del cristianesimo:“fu questa cominciata dall’istesso Cristo,che ‘visitavit et fecis redemptionem plebissuae’, proseguita con ogni calore dagliApostoli, i quali perciò scorsero tutta lanascente Chiesa”.

Il vescovo raccomanda a tutti gli eccle-siastici “che si facciano trovare nelle chie-se”, alludendo in questo modo alla negli-genza di chi occupava cariche pastoralisenza di fatto svolgere il proprio servizio, eaddirittura incita il popolo tutto “chesapendo alcuna corruttela nel clero o nelpopulo, ancorché segreta, che possa redun-dare in rovina di qualche anima e disservi-zio di Dio, come se vi fusse peccatore…,malefico, usuraio, concubinario, o che nonsi curi a soddisfare a qualche legato pio, perofficio di cristiana pietà cel faccian sapere,acciò possiamo paternamente provvedervie rimediarvi”.

Una priorità era quindi la custodia deibuoni costumi nel clero e nel popolo, primaancora che la retta fede. La consistenzanumerica del clero, del resto, era notevole:

su una popolazione complessiva intorno allediecimila anime, la diocesi aveva al suo ser-vizio al tempo del Lucci 145 sacerdoti seco-lari, di cui la metà nei due centri principalidi Bovino e Deliceto, e circa 60 religiosidistribuiti in 9 comunità, tra cui spiccavanoi francescani e tra questi i conventuali.

Nelle preoccupazioni pastorali del Lucci,oltre alla integrità morale, non mancavanoi richiami alla formazione alla fede, con l’in-vito ai sacerdoti nei giorni festivi a “predi-care al loro popolo, esortandolo con manie-ra facile e breve a fuggire i vizi ed osserva-re la legge di Dio”, e a radunarsi per lelezioni domenicali di dottrina cristiana. Ilvescovo era anche un valente teologo,essendo stato anche rettore del Collegiosan Bonaventura a Roma, e dà istruzionidettagliate sui contenuti, la durata e lametodologia dei corsi di catechismo,minacciando sanzioni per chi cercasse dievitarli.

Egli stesso si preoccupa di elevare la cul-tura religiosa del suo clero, insegnando per-sonalmente teologia e raccomandandogrande applicazione nelle celebrazioni: “Sealcuno sacerdote celebrarà la Santa Messasenza la dovuta attenzione e divozione, otrascurerà per imperizia o per troppa frettaalcune delle sagre cerimonie prescritte,sarà da noi sospeso dal celebrare, et ordi-niamo ai sacristani, sotto pena di ducati 10,che debbono a noi denunziare tali sacerdo-ti indevoti”. Altrettanto severi sono i richia-mi ai canonici che hanno l’obbligo dellapreghiera nel coro, e a tutti coloro che sirecano in chiesa, affinché non si lascinoandare a comportamenti sconvenienti,“ragionamenti profani, passeggiamenti,strepiti, rumori e qualunque altra cosa chepossa portare scandalo e disturbare i diviniuffici”.

La Chiesa del Settecento, nella curapastorale di vescovi illuminati comeAntonio Lucci, non voleva quindi sfiguraredi fronte alla sfida di un mondo che inten-deva aprirsi alla modernità e ai nuovi idea-li di progresso. La testimonianza compattadel vescovo con un clero sempre più quali-ficato e operoso, di un popolo cristianosemplice, ma dignitoso era un seme di unaciviltà cristiana che anche negli sperdutipaesini del Subappennino non si arroccavanelle antiche pratiche medievali, ma custo-diva la tradizione del Vangelo con unosguardo sereno verso il futuro. nn

15 151/2009

15Cattedrale di Bovino: statua lignea del Beato.

b e a t o l u c c i

Page 18: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

l e t t u r e

Sottoponiamo all’attenzione dei lettoridue recenti pubblicazioni su santa Mariapatrona di Lucera.

La prima, stampata nel mese di luglio2008 dal Centro Grafico Francescano diFoggia, è di Gaetano Schiraldi, La devozio-ne di Lucera a santa Maria.

L’autore, attraverso un lavoro di ricerca,condotto con cura certosina, mette in evi-denza la crescente devozione nei secoli delpopolo lucerino a santa Maria Assunta, laquale nei momenti di estrema necessitànon ha fatto mai venire meno la sua mater-na intercessione.

La narrazione, distinta in capitoli felice-mente delineati, proce-

de con un dettatoessenziale, scor-revole ed elegan-te, rivelando unsicuro possessodella materiapresa in conside-razione.

Le note, incalce ad ognicapitolo, riman-dano di volta involta alle nume-rose fonti consul-tate oppure pre-cisano alcunecitazioni, evitan-do in tal modo diappesantire lanarrazione confastidiosi riferi-menti o puntua-lizzazioni.

Anche sulpiano tipografico

il volumetto èben curato sia nel-

l’impostazione dellepagine che nella scelta delle illustrazioni,ridotte di numero ma efficaci nell’eviden-ziare l’amore della popolazione lucerinaper la loro Patrona.

La seconda pubblicazione, edita nell’a-gosto 2008 dall’editore Claudio Grenzi diFoggia, è sostanzialmente un catalogo dellamostra Le immagini della Regina - StoriaArte Devozione, promossa dalla diocesi diLucera-Troia con l’intento di presentareall’attenzione dell’opinione pubblica una

serie di raffigurazioni incentrate intorno adun unico soggetto, cioè la protezione chela Vergine Maria da sempre esercita neiconfronti della città di Lucera.

Il catalogo è introdotto da una pregevoleanalisi di don Francesco Francia, che oltrea rilevare gli elementi estetici presentinelle icone della patrona di Lucera espostenella mostra, tutte riconducibili al periodo

che va dalla seconda metà dell’Ottocentoalla prima metà del Novecento, esplicitaanche il valore simbolico nel culto marianolocale di quanto riprodotto nelle varieimmagini.

Fa da introduzione al testo una brevesintesi storica di Massimiliano Monaco,curatore del volume, sulla devozione delpopolo lucerino a santa Maria Patrona,mentre funge da conclusione un interventodi Maria Stella Calò Mariani su Il volto diun re; Il volto bruno di Maria. Pregevole laveste tipografica; molto chiare le numeroseimmagini riprodotte.

Visto che i due testi che proponiamo perla lettura si completano a vicenda, consi-gliamo a chi si accinge a visitare la mostradiocesana di tenerli presenti entrambi percogliere pienamente il valore ed il significa-to di un tale iniziativa.

Tonino Tolve

Pubblicazioni Pubblicazioni su su santa santa MariaMaria

16161/2009

Page 19: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

Una parola che oggi sentiamo spesso eche ci fa rabbrividire è ‘stupro’. La televi-sione, internet, i giornali amano far notiziaraccontandoci e spesso descrivendo nei det-tagli l’evento negativo, che sembra moltipli-carsi e diffondersi nella nostra società, sottovarie forme di violenza sessuale, rivolte alledonne e ai bambini.

Le immagini evocate degli eventi descrit-ti generano in noi, a buon ragione, rabbia,senso di impotenza, voglia di giustizia.

Ci facciamo così un’idea dello stuprato-re legata solo a quel fatto: lo stupro perpe-trato nei confronti di un altro essereumano. Subito ci sentiamo emotivamentecoinvolti e pronti a ‘lapidare’ il violentato-re, esattamente come accadeva duemilaanni fa, perpetuando quella violenza che aparole aborriamo.

Naturalmente questa è solo una partedella realtà dello stupro, che è una realtàpiù complessa fatta di violenze, perversio-ni, aggressività, minacce, angosce, cheriguardano non solo quell’accadimento, matutta la realtà di vita di chi stupra.

Quali verità si nascondono dietro talicomportamenti perversi? Qual è l’altra fac-cia dello stupro, quella che non vediamo,perché nascosta nelle singole vite di ognistupratore?

Certamente è quella parte di vita chenoi non conosciamo e che, difficilmente,avremo la possibilità di conoscere.

La mia esperienza in carcere, comevolontaria della cappellania, mi ha permes-so di conoscere alcune di queste persone,di questi uomini accusati di stupro, pedofi-lia, violenza sessuale. Ho avuto modo diascoltare, di ‘intra-vedere’ l’altra faccia delproblema ‘stupro’. Uomini, persone comenoi, con un unico desiderio: quello di sen-tirsi amati, stimati come persone la cui vitaabbia un senso. Ognuno di loro ha una sto-ria particolare, ma tutti hanno in comuneun vissuto di sofferenza, di abbandono e diviolenze subite.

Capita spesso che qualcuno di loro,durante le catechesi (quest’anno incentratesulla figura di san Paolo), apra il propriocuore, donando al gruppo uno spaccatodella propria vita: è proprio qui l’altra facciadello stupro, è qui l’altra verità. Ragazzispesso abbandonati a se stessi, senza punticerti di riferimento, abituati ad essere mal-trattati. Molti, e lo si intuisce dalle loro sto-rie, non hanno avuto la possibilità di svilup-pare adeguatamente quella attitudine rela-

zionale, basata sull’amore, che impegna lapersona nel dialogo, nella conoscenza reci-proca e nella condivisione e da cui derivaun comportamento sessuale maturo e grati-ficante.

Quando si è abituati alla violenza,subendola passivamente da bambini e daadolescenti, spesso si rimane prigionieri diquesto comportamento. L’aggressività e laviolenza possono così diventare modalitàper poter esprimere lapropria identità ses-suale e generale,scongiurando cosìil senso di angosciada perdita di iden-tità e del senso disé, diventano unmodo per dire almondo: “anche ioci sono, anche ioesisto!”.

È un mondo,quello di chi vio-lenta, fatto di soli-tudine, di rabbia,di voglia di esserci,di essere compresied amati.

So che quanto hodetto può sembrare a qualcuno ‘buoni-smo’, ad altri può apparire semplicistico,infatti la realtà di chi utilizza la violenza el’aggressione, cioè in buona sostanza, lastrada del male, è una realtà complessa,non chiara neanche allo stesso violentato-re, che spesso è preda di pulsioni incon-trollabili, di cui è difficile possa prenderecoscienza.

Ma è importante per me, come cristia-na, pormi dal punto di vista dell’Amoremisericordioso di Dio, entrare in empatiacon il Padre nostro attraverso la preghiera,per testimoniare a tutti che solo l’amorevince l’odio e la violenza, solo l’amore spez-za la catena del male, dei maltrattamenti edelle violenze.

È importante perciò dare fiducia a chi hasbagliato, amare chi non sa o non vuoleamare, ‘per-donare’ chi non sa donare sestesso in un normale rapporto di amore, per-ché poi alla fine solo Lui può giustificare ogninostra azione, conoscendo i nostri pensieri,le nostre vite e solo Lui, in verità, conoscecon certezza l’altra faccia dello stupro.

Tonia Cancelliere

c a r c e r e

171/2009

1

L’altra faccia dello strupoL’altra faccia dello strupo

Page 20: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

pubblicità sui mezzi di informazioneci descrive una società che consuma,

che soddisfa bisogni, felicemente appagatase rientra in questi canoni. Famiglie felici esorridenti in ambienti lussuosi e impropo-nibili per la quasi totalità del paese, parafra-sando un celebre detto filosofico del passa-to potremmo affermare che il principio del-l’uomo del terzo millennio è: “consumoquindi esisto”.

Sappiamo che l’economia moderna sibasa sulla pluralità dei prodotti, la filiera diuno solo di essi è determinante per lasopravvivenza di posti di lavoro ad essoconnessi, ma è inquietante pensare che lasocietà moderna sia composta da individuiprogrammati per adeguarsi a schemi, da cuiè quasi impossibile discostarsi.

Esaminiamo poi a chi è destinato il mes-saggio pubblicitario, la fascia predominanteè quella che copre le necessità dei bambinie dei giovani. Sin dalla nascita i bisogni delpiccolo sono aumentati in maniera espo-nenziale rispetto al passato, dai pannolini allatte in polvere, dai giocattoli all’alimenta-zione, all’abbigliamento, vertiginosi i prez-zi di questi prodotti. I più piccoli si accom-pagnano poi nella crescita e diventano indi-spensabili una miriade di oggetti personali,i genitori si affannano a soddisfare queste“necessità”, dallo zainetto, alla merendina,agli abiti che devono essere di tendenza eper ultimo ma non ultimo per importanzal’oggetto di culto per eccellenza: il telefoni-no. Questa generazione è l’ultimo anellodella storia millenaria dell’uomo, l’”homotecnologicus” dovrebbe celebrare la libertàdalla fame atavica, dalle brutture, dalleingiustizie del passato, dovrebbe essere il

trionfo dell’intelligenza umana, purtropposi è ben lontani da ciò. Piuttosto che l’elo-gio dell’uomo assistiamo alla programma-zione dell’individuo, alla diseducazionedella società futura, insoddisfatta perchésempre alla ricerca dell’effimera felicità.

Sempre più spesso i fatti di cronacahanno come protagonisti i giovani, coloroche cercano lo scopo della propria esistenzanello ‘sballo’ di una sera, coloro che, senzaideali né remore, compiono azioni al limitedel raccapriccio sempre in cerca di nuoveemozioni. Sono i giovani che, senza ideali némodelli positivi, sono spinti dalla noia a com-piere assurdità: picchiarsi selvaggiamenteper futili motivi, cospargere di benzina unbarbone e dargli fuoco, assumere atteggia-menti razzisti, vittime gli immigrati, compie-re stupri con la complicità del branco, omici-di nelle scuole tra compagni e insegnanti, lepagine di cronaca sono piene di tali notizie.Si ha la sensazione che dopo aver creato ilmostro la società lucri anche su questo: farenotizia per vendere i giornali.

Gli adulti, occupati nel lavoro, inseguo-no l’affermazione personale perdendo spes-so di vista il fine ultimo di un genitore: cre-scere la società del futuro. Troppo spessoperdono il contatto con i figli pensando dicompensare tutto ciò con beni di consumo,hanno disimparato, nella vita frenetica diogni giorno, il bisogno di stare vicino, diascoltare le ansie, le paure, le incertezzedell’adolescenza, ignorando che i ragazzinon sono in realtà così spavaldi come sem-brano. Forse hanno dimenticato la propriagiovinezza e pensano di avere a disposizio-ne un tempo illimitato per stare con i pro-pri figli. In realtà il tempo vola veloce e ci

Gioventù... beata!SEMBRANO AL CENTRO, MA SONO ... PERIFERIA

di

CarmelaLiotine

p e r i f e r i e

La

181/2009

Page 21: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

si ritrova in men che non si dica dinanzi adestranei di cui non si conosce nulla. Chisono le persone che frequenta? Cosa faquando esce di casa? Quando ha comincia-to a bere? Quando ha cominciato a drogar-si? Dove erano gli adulti, genitori, inse-gnanti, che avrebbero potuto e dovutonotare i segnali evidenti del malessere inte-riore?

Troppo comodo fingere di non vedere,non valutare adeguatamente i silenzi, accet-tare di essere estromessi dalla loro vita.Questi sono i genitori che attoniti scopronodi aver allevato uno stupratore, un assassi-no, questi sono coloro che scoprono troppotardi di doversi occupare dei propri figli.

Le cronache sono piene di tali fatti disangue: l’omicidio di Perugia (foto) doveAmanda Knox e Raffaele Sollecito stannoaffrontando un processo di omicidio neiconfronti di una ragazza inglese MeredthKercher, accoltellata nella notte diHalloween del 2007, in uno scenario disesso e di assurda e immotivata violenza. Ilterzo implicato, Rudi Guede, è già statocondannato perché ha chiesto il rito abbre-viato, le tracce del suo D.N.A. lo inchioda-no sulla scena del delitto. Altro fatto di cro-naca nera è l’omicidio di Garlasco, protago-nisti due giovani: Chiara Poggi, trovatamorta nella sua casa il 12 agosto del 2007,indagato il fidanzatino Alberto Stasi, stu-dente modello alla ‘Bocconi’. Erano unacoppia che a chiunque poteva sembrareperfetta.

I genitori dei giovani inquisiti difendonoa spada tratta i propri figli credendo cieca-mente alle loro versioni dei fatti in cui sonoimplicati, suscitano pietà per ciò che stan-no affrontando, per lo spreco di intelligen-ze e di giovani vite spezzate, perché in qua-lunque modo finiscano le loro vicende per-sonali nulla sarà come prima della tempestache li ha travolti.

Che dire poi dei ragazzi che utilizzano iltelefonino per scopi che nulla hanno a chefare con l’uso a cui era destinato? Mandarein rete filmati di cui sono protagonistimette in luce che la voglia di esibirsi ètanto forte da non pensare a conseguenzeinevitabili se si guida contromano in auto-strada o se si riprendono scene di violenzasu persone indifese, donne, disabili, vittimedel gruppo. Gli adulti che appartengono allacategoria di chi diffonde la notizia semina-no lo sconcerto ma obbediscono alla regolaprima: “sbatti il mostro in prima pagina”,chi è fruitore e lettore si indigna, parla digioventù deviata ma da chi? Come si è arri-vati a questa barbarie?

Le responsabilità sono da ricercare altro-

ve, non è solo colpa del genitore che hasbagliato, il colpevole è da ricercare nellasocietà del benessere generalizzato, nelculto del dio danaro, nel rincorrere la feli-cità del possedere. Paradossalmente tuttinoi siamo diventati marionette nelle manidi chi giostra il nostro destino, di chi deci-de come dobbiamo vestire, come nutrirci,dove e come vivere e, cosa più grave, cosapensare. Siamo più colti delle generazionipassate, usiamo tecnologie, impensabilisolo qualche decennio fa, che dovrebberomigliorare la nostra vita ma chissà perchéle violenze e le sopraffazioni non diminui-scono, i nostri figli insoddisfatti hanno biso-gno di stimoli sempre più estremi, omolo-gandosi con i coetanei.

Nell’epoca della libertà i giovani hannopaura di essere liberi di pensare con la pro-pria testa temendo le conseguenze: nonessere accettati dal gruppo, destinati allaemarginazione e alla solitudine. L’uso smo-dato di internet, con la simulazione diappartenenza ad un gruppo del tutto virtua-le, la dice lunga su ciò che significa l’amici-zia per moltissimi di loro.

I media diffondono falsi valori come ilsuccesso legato ai troppo numerosi ‘reality’,in quest’ epoca dell’apparire e non dell’es-sere il massimo per una ragazza è essere‘velina’ , entrare nella casa del ‘Grande fra-tello’, partecipare ad ‘Amici’. I giovani nonseguono ciò che un adulto dice ma il suoesempio, cerchiamo di essere un modellopositivo per loro, su questo insistono glipsicologi cercando ricette alle crisi adole-scenziali, invitando ad avere pazienza perchéi frutti maturano col tempo. L’ingredienteessenziale è però l’amore senza riserve eincondizionato che deve accompagnare lacrescita dei nostri figli. nn

p e r i f e r i e

191/2009

19

Page 22: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

Benedetta acqua. Maledetta acqua.Quando è troppa fa danni, quando è pocapure, anche se, da qualche tempo, “Pugliasitibonda” è diventato un modo di diredecisamente in disuso. In effetti, da almenosei mesi a questa parte non accenna a dimi-nuire l’acqua caduta su Puglia e Basilicata esulla Capitanata in particolare. Non cisarebbe niente di male, se non fosse che giàda tempo si parla incredibilmente di“eccesso”, con dirette conseguenze sullasua gestione che appare sempre piùimprovvisata e sempre meno razionale, siaper quanto riguarda quella potabile destina-ta alla popolazione che quella per l’agricol-tura. A questa si aggiunge quella che natu-ralmente scorre nei corsi d’acqua più omeno grandi del territorio, i quali, in perio-di di grandi piogge, puntualmente provoca-no danni all’economia e al territorio giàmartoriati di loro, anche se nell’ultimo casoche la cronaca ha fatto registrare perlome-no non ci è scappato il morto.

Tra il 21 e 22 aprile scorsi, infatti, cisono comunque voluti i vigili del fuoco delnucleo speleo-alpino-fluviale per salvareuna dozzina di persone rimaste intrappola-te nelle automobili in panne, a causa del-l’acqua e del fango che hanno invaso le car-reggiate di numerose strade provinciali, poirimaste chiuse per ore. La situazione piùcritica è stata poi registrata durante quellanotte nei pressi di borgo San Giusto, quan-do si è reso necessario l’intervento dellapolizia municipale e dei vigili del fuoco diLucera che hanno presidiato le zone fino almattino successivo, in stato di allerta peruna eventuale evacuazione.

A destare preoccupazione erano in effet-ti tutti i corsi d’acqua confluenti nella digaCapaccio che a sua volta aveva raggiunto il

massimo della capienza. Una situazione dipiena emergenza, quindi, che ha provocatodanni ai fondi stradali, alle colture dellazona e perfino ad alcune aziende, tali da farchiedere al commissario prefettizio diLucera, Michele Di Bari, lo stato di calamitànaturale. Ma a ogni situazione del genere,puntualmente, seguono le polemiche per lacattiva gestione delle acque e soprattuttodei fondi che pur vengono messi a disposi-zione dalle istituzioni. E così, argomenticome pulizie e manutenzioni degli alvei deitorrenti o efficiente gestione dell’acqua ineccesso sfociano, è il caso di dire, in sterilidiscussioni perché non supportate da prov-vedimenti concreti.

L’esempio più emblematico è il progettodella diga ‘Piana dei limiti’, invaso concepi-to come ‘magazzino’ di Occhito da cui solonel mese di aprile il Consorzio che lo gesti-sce è stato costretto a espellere 100 milionidi metri cubi di acqua. Al danno la beffa,visto che quella stessa acqua è finita nelFortore, già ingrossato di suo, che ha provo-cato altri danni all’agricoltura dell’AltoTavoliere e alla rete dei trasporti, con la fer-rovia addirittura chiusa per due giorni. Araccontarlo non sembra vero, eppure ècosì. E come se non bastasse, ci si è messaanche una famigerata ‘alga rossa’ a infesta-re l’acqua di Occhito (foto in alto), invasoche serve decine di comuni pugliesi, men-tre qualcuno dei molisani sembra scarichiproprio lì i suoi prodotti fognari. Che siaquesta la causa del problema è ancora pre-sto per dirlo, ma le analisi sono iniziate enon è escluso che i risultati attesi possanotirar fuori anche ulteriori e negative sorpre-se, manco a dirlo ancora più difficili dagestire.

Riccardo Zingaro

l u c e r a n e w s

201/2009

Acqua, Acqua, tanta tanta acqua...acqua...

Page 23: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta

r i n g r a z i amoe r a c c oman d i amoa l pp aadd rr ee mmaa ee ss tt rr oo

OFFERENTI DI LUCERAAbate Mario - Alvisi Antonio - Arnese Leonardo - Baiocco Edoardo Antonio - Balletta Emilia - Barbaro MariaRosaria - Barone Giovanni - Bartolino Mario Ciro - Benevento Ettore - Bimbo Maria Antonietta - BoragineAntonio - Brunno Maria Giuseppa - Caliano Sabato - Calvano Michele - Campana Antonio - Campanelli Maria- Canto Giovanni - Cappetta Vincenzo - Carapella Giuseppe - Casciano Paolo - Castaldi Maria Giuseppina -Cifaldi Ciro Antonio - Cogato Davide - Colelli Giovanni - Conte Antonella - Coppola Bruno - CoppolellaDonato - Coppolella Giovanni Antonio - D Agnone Rosa - D Amico Giuseppe - D Antini Nicola - D ApolloAlessandro - D Apollo Nicola - D Incicco Giuseppe - D Onofrio Salvatore - De Crescenzio Vincenzo - De FinisAntonia - De Juliis Michelina - De Marco Michele - De Maso Angelo - De Maso Costantino - De MatteisFilomena - De Pasquale Francescoantonio - De Peppo Alberto - De Peppo Elena - De Rita Emilio - De TroiaAntonio - De Troia Giacomo - De Vicariis Antonio - Del Maestro Raffaella - Di Chinno Vincenzo - Di Gioia Mario- Di Giovine Aldo - Di Giovine Ardito Bruno - Di Lullo Raffaele - Di Salvia Alessandro - Di Siena Severino - DiTranto Luigi - Di Virgilio Vittorio Benito - Do Muro Mario - Donini Nicola - Fanelli Giuseppe De Padova C. -Feola Giuseppe - Ferrante Luigi - Ferrari Giovina - Ferrone Vincenzo - Florio Alfonso - Forte Agostino - FuianoSara - Fusco Walter e Cioccarelli Lucia - Gasparo Francesco - Gaspero Armando - Gianfrone Mario - GiordanoGiuseppe - Grasso Emanuele - Grasso Giovanni - Grassone Francesco - Grassone Vincenzo - Gravina AntonioMichele - Ianigro Carindo Concetta - Iliceto Antonio - Imbimbo Vincenzo - Insogna Costantino - Ippolito Silvio- Irsenia Raffaella - Iuso Francesco - Labbate Antonietta Pia - Leone Vincenzo - Liomongelli Maria - Lo CurcioPaola Maria Grazia - Longo Lucia - Lotito Raimondo - Masciocco Isa - Maddalena Giuseppe - Maiellaro Bruno -Mancaniello Giuseppe - Manna Annita Maria - Mansueto Lina - Marcone Antonio - Moffa Teresina Nerina -Montagna Emanuele - Monticelli Mario - Morlacco Anna - Maffia Teresa Nerina - Nardacchione Elena - NorsciaPasquale - Padovano Edoardo - Palena Sebastiano - Palmieri Maria Giovanna -Parracino Tullio - PasquarelliMichele - Pecoriello Angela - Pecoriello Giandonato Antonio - Pecoriello Rita - Pellegrino Maria Antonietta -Pellegrino Maria Rosaria - Pellegrino Mario - Pellicciaro Renzo Remo - Pisarelli Salvatore Francesco - PittaNicola - Pitta Raffaele - Polito Mario - Rauti Pasqualino e Maria - Riccelli Giuseppe - Romice Lucio - RuggieroCiro - Ruggiero Fernanda - Russo Antonio - Sbrocchi Antonio - Scarano Sergio - Schiavone Matteo - SimonettiMaria - Sorangelo Milvia - Spagnolo Maria Anna - Spagnuolo Michelina - Span Raffaele - Soprangelo Raffaella -Tardone Anna - Testa Alfredo - Tetta Ludovico - Tetta Mario - Tibelli Riccardo - Tosches Pasquale - Tozzi Luigi -Tremante Adriano - Trincucci Giovanni - Valente Anna - Vellonio Aldo - Vellonio Antonio - Vellonio Carmela -Zenefrio Mario - Zolli Salvatore.

OFFERENTI FUORI LUCERAAlemanno Maria - Amodio Vincenzo - Amoroso Francesco - Angiulli Alessandro - Barrea Gasparo Teresa -Battista Alfonso - Battista Luigia - Bimbo Mario - Bottiliero Adelaide - Bottone Vincenzo - Bottoni SassiEnrichetta - Busacca Marotta Lelia - Ciavotta Antonietta - Cadaleta Aldo - Calabria Maria Antonietta - CappettaAngelica - Cappetta Vincenzo - Carangelo Maria - Carone Ciro - Catenazzo Antonio - Catenazzo Pina - ChiarellaLuigi - Chizzoniti Emma - Cicchetti Luigi - Clary Gianluca - Colasanto Luigi - De Angelis Mauro - De BenedittisGiuseppe - De Buono Luigi - De Iuliis Luigi - De Marco Antonio e Di Sabato Rosa - De Marco Nino e Sabrina- Dell Arciprete Bruno - Delli Carri Vito - Di Carlo Matteo - Di Gese Nadia - Di Gioia Antonio - Di GiovineNicola - Di Ianni Nicola - Di Santo Antonio - Di Trani Pasquale - Dini Ciacci Ercole - Ercole Ternali Gina - FalconeEnzo - Fanelli Anna - Fasani Gennaro - Fasani Melucci Anna - Ferrarese Michele - Ferrari Renata - Fierro Nina -Forcelli P. Francesco - Forzano Pietro - Fusco Pasquale - Gallo Giuseppe - Giordano Vincenzo - Greco Giovanni- Iasi Raffaele - Impagnatiello Carmine e Filomena - Lionetti Grazia - Loizzo Filippo - Maffullo Antonio - MaisentiDe Mita Carla - Manafra Irene - Manfelotto Rosaria - Manzi Costantino - Marsico Mario - Mastromatteo Antonio- Matullo Domenico - Monaco Enrico - Montalbetti Fiorentino - Paoletta Maria Pia - Papagni-Bisceglie - PardiniSalandra Maria Grazia - Pesce Rosella - Pettirossi Lucia - Piccirillo Rosetta - Piccolo Claudio - Popolizio Ketty -Pupillo Alfonso - Pupillo Maria - Ravanelli Giacomo c/o Brattico - Renzulli Michele - Rev.do Parroco Parrocchias.Amico - Ruggiero Vittorio - Savino Angelo Propero - Scarfone Giuseppe - Schettino Catello - Schiavone BenitoDe Luca Anna - Schirone Teresa - Sciancalepore Sergio - Scioscia Lucia - Selvaggio Giuseppe - Selvaggio Giuseppe- Selvaggio Mario - Simonelli Antonio - Sini De Palma M. Rosaria - Soprano Emanuele - Spagnuolo Maria - StefanoMichele - Tempesta Francesco - Tribuzio-Spinarelli Rosaria - Urbano Nunzio - Venditti Lavislao - Volpe Aldo.

Con gratitudineIInn qquueessttaa ppaaggiinnaa ppuubbbblliicchhiiaammoo ii nnoommiinnaattiivvii ddeeii lleettttoorrii cchhee ccii ffaannnnoo ggiiuunnggeerree llee lloorroo ooffffeerrttee.. SSiiaammoo mmoollttoo ggrraattii aa ttuuttttii,, ppeerrcchhèèqquueessttaa ggeenneerroossiittàà ccii ppeerrmmeettttee ddii ccoonnttiinnuuaarree aa iinnvviiaarrvvii rreeggoollaarrmmeennttee IIll PPaaddrree MMaaeessttrroo.. SSccuussaattee eevveennttuuaallii iinnvvoolloonnttaarriiee oommiissssiioonnii!

Page 24: I di Copertina - LUCERAWEB il sito internet di Lucera · Giuseppe gli auguri cordiali e frater- ... Questo significa che già prima del ... L’orgoglio dell’appartenenza a que-sta