Forme di allevamento per vitigni piemontesi

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43 Impianto del vigneto L’I NFORMATORE A GRARIO 47/2005 La viticoltura piemontese ha una ricca dotazione in vitigni autoctoni, potenzial- mente vocati a fornire vini di pregio, in grado di arricchire un patrimonio viti- colo già ben affermato. Questi vitigni richiedono ancora studi e conoscenze più approfondite, sia a livello di mate- riale genetico sia di adattamento ai vari ambienti, per fornire un prodotto gra- dito dal mercato. Da diversi anni l’Istituto macchine agricole e movimento terra del Cnr di Torino, in collaborazione con l’Istituto di virologia vegetale – Unità staccata di viticoltura – del Cnr di Grugliasco (To- rino), l’Istituto sperimentale per l’enolo- gia di Asti e la Cantina sociale del Frei- sa (Castelnuovo Don Bosco - Asti), ha svolto ricerche sperimentali sulle forme di allevamento più idonee all’ambien- te del Monferrato settentrionale per i vitigni tradizionalmente coltivati: Bar- bera, Freisa e Malvasia nera lunga di Castelnuovo Don Bosco (Bovio et al., 2001; Gay Eynard, 2002; Lisa, 1974; Li- sa e Cargnello, 1991; Lisa et al., 1993 e 1999; Lisa e Parena, 1994 e 1997). Nel frattempo sono state concluse altre ricerche sulle più opportune tec- niche colturali: inerbimento del terre- no, meccanizzazione delle operazioni colturali (dalla potatura invernale alla vendemmia) con analisi dei tempi di lavoro e dei costi (Lisa e Parena, 1994; Lisa et al., 1995; 1997a; 1997b; 1998; 1999; Parena et al., 1998; 1999), com- presi gli aspetti enologici (Ubigli et al., 1994; Lisa et al., 2003a). Nel 1995 è stato realizzato un vigneto sperimentale nella stessa zona, partendo dalle migliori tecniche di sistemazione del terreno collinare e d’impianto delle barbatelle, nel rispetto dell’ambiente. In questo vigneto sono state ripetute e ap- profondite le sperimentazioni sui vitigni Freisa, Malvasia di Schierano e Bonarda piemontese, con il contributo della Re- gione Piemonte, in collaborazione con gli enti citati. I primi risultati sono stati pubblicati (Lisa, 2001; 2002; 2003; Lisa et al., 2003b; Parena et al., 2002) e in questo lavoro sono esaminati ulteriori controlli sperimentali effettuati nell’am- biente in esame per un maggior nume- ro di anni, inquadrandoli nel complesso dei risultati ottenuti. Materiali e metodi Su Freisa, Malvasia di Schierano e Bo- narda piemontese sono state confrontate tre forme di allevamento (controspallie- ra, cortina centrale e lira, quest’ultima solo sui due primi vitigni) con due moda- lità di potatura (mista a sperone e capo a frutto di 8-10 gemme o speronata, per consentire la potatura invernale mecca- nica). Sono stati presi in considerazione anche due portinnesti di diversa vigoria e due carichi di gemme. La sperimentazione è stata svolta pres- so l’azienda sperimentale di Vezzolano (Albugnano - Asti). Il vigneto è esposto a sud, a circa 450 m slm, su pendenze del 15-35%, con filari distanziati a 2,75 m, piante binate a 1,6 m, con investimen- Foto 1 - La controspalliera si è confermata in grado di dare produzioni di elevata qualità e quantitativamente stabili nel tempo. Nella foto controspalliera con sperone e capo a frutto legato ad archetto nelle prime fasi di sviluppo. Le piante sono binate a 1,6 m. In questo caso il capo a frutto è stato raddoppiato, nel confronto tra carichi di gemme normale ed elevato NEL MONFERRATO SETTENTRIONALE Forme di allevamento per vitigni autoctoni piemontesi Per introdurre vitigni autoctoni potenzialmente adatti a fornire vini di pregio graditi al mercato, sono state mes- se a confronto alcune forme di allevamento e modalità di potatura. I risultati delle prove possono essere considerati indicativi anche per vitigni con caratteristiche vegetative simili in ambienti analoghi Laura Lisa, Luigi Lisa, Severino Parena

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Forme di allevamento per vitigni autoctoni piemontesi

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Impianto del vigneto

L’ IN F O R M A T O R E AG R A R I O 47/2005

La viticoltura piemontese ha una ricca dotazione in vitigni autoctoni, potenzial-mente vocati a fornire vini di pregio, in grado di arricchire un patrimonio viti-colo già ben affermato. Questi vitigni richiedono ancora studi e conoscenze più approfondite, sia a livello di mate-riale genetico sia di adattamento ai vari ambienti, per fornire un prodotto gra-dito dal mercato.

Da diversi anni l’Istituto macchine agricole e movimento terra del Cnr di Torino, in collaborazione con l’Istituto di virologia vegetale – Unità staccata di viticoltura – del Cnr di Grugliasco (To-rino), l’Istituto sperimentale per l’enolo-gia di Asti e la Cantina sociale del Frei-sa (Castelnuovo Don Bosco - Asti), ha svolto ricerche sperimentali sulle forme di allevamento più idonee all’ambien-te del Monferrato settentrionale per i vitigni tradizionalmente coltivati: Bar-

bera, Freisa e Malvasia nera lunga di Castelnuovo Don Bosco (Bovio et al., 2001; Gay Eynard, 2002; Lisa, 1974; Li-sa e Cargnello, 1991; Lisa et al., 1993 e 1999; Lisa e Parena, 1994 e 1997).

Nel frattempo sono state concluse altre ricerche sulle più opportune tec-niche colturali: inerbimento del terre-no, meccanizzazione delle operazioni colturali (dalla potatura invernale alla vendemmia) con analisi dei tempi di lavoro e dei costi (Lisa e Parena, 1994; Lisa et al., 1995; 1997a; 1997b; 1998; 1999; Parena et al., 1998; 1999), com-presi gli aspetti enologici (Ubigli et al., 1994; Lisa et al., 2003a).

Nel 1995 è stato realizzato un vigneto sperimentale nella stessa zona, partendo dalle migliori tecniche di sistemazione del terreno collinare e d’impianto delle barbatelle, nel rispetto dell’ambiente. In questo vigneto sono state ripetute e ap-

profondite le sperimentazioni sui vitigni Freisa, Malvasia di Schierano e Bonarda piemontese, con il contributo della Re-gione Piemonte, in collaborazione con gli enti citati. I primi risultati sono stati pubblicati (Lisa, 2001; 2002; 2003; Lisa et al., 2003b; Parena et al., 2002) e in questo lavoro sono esaminati ulteriori controlli sperimentali effettuati nell’am-biente in esame per un maggior nume-ro di anni, inquadrandoli nel complesso dei risultati ottenuti.

Materiali e metodi

Su Freisa, Malvasia di Schierano e Bo-narda piemontese sono state confrontate tre forme di allevamento (controspallie-ra, cortina centrale e lira, quest’ultima solo sui due primi vitigni) con due moda-lità di potatura (mista a sperone e capo a frutto di 8-10 gemme o speronata, per consentire la potatura invernale mecca-nica). Sono stati presi in considerazione anche due portinnesti di diversa vigoria e due carichi di gemme.

La sperimentazione è stata svolta pres-so l’azienda sperimentale di Vezzolano (Albugnano - Asti). Il vigneto è esposto a sud, a circa 450 m slm, su pendenze del 15-35%, con filari distanziati a 2,75 m,piante binate a 1,6 m, con investimen-

Foto 1 - La controspalliera si è confermata in grado di dare produzioni di elevata qualità e quantitativamente stabili nel tempo. Nella foto controspalliera con sperone e capo a frutto legato ad archetto nelle prime fasi di sviluppo. Le piante sono binate a 1,6 m. In questo caso il capo a frutto è stato raddoppiato, nel confronto tra carichi di gemme normale ed elevato

NEL MONFERRATO SETTENTRIONALE

Forme di allevamentoper vitigni autoctoni piemontesiPer introdurre vitigni autoctoni potenzialmente adatti a fornire vini di pregio graditi al mercato, sono state mes-se a confronto alcune forme di allevamento e modalità di potatura. I risultati delle prove possono essere considerati indicativi anche per vitigni con caratteristiche vegetative simili in ambienti analoghi

Laura Lisa, Luigi Lisa, Severino Parena

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Impianto del vigneto

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to teorico di 4.545 piante/ha. Nel caso dell’allevamento a lira (formata dallo sdoppiamento del filare su due spallie-re inclinate verso l’esterno, fino a una larghezza in sommità di 1,2 m), la lar-ghezza dell’interfilare è stata aumentata a 3 m, per garantire un corretto impie-go delle macchine ed evitare l’ombreg-giamento tra i filari. La distanza sulla fila tra le piante binate è stata ridotta a 1,47 m per non alterare l’investimento a ettaro.

I filari, disposti trasversalmente alla pendenza, seguono la conformazione dell’appezzamento con tratti rettilinei più lunghi possibile, mantenendo pen-denze longitudinali modeste (1-10%), al fine di attenuare la velocità di sgrondo delle acque e di ridurre l’erosione su-perficiale. Per agevolare la meccaniz-zazione sono state realizzate piccole

scarpate sotto i filari, che attenuano la pendenza trasversale. Allo stesso scopo e per agevolare le voltate in sicurezza sulle capezzagne delle zone più penden-ti sono state realizzate piazzole a pen-denza attenuata (15%) che interessano quattro filari.

Nelle prove sono stati adottati sche-mi sperimentali a blocchi randomizzati e fattoriali, con 4 ripetizioni e parcelle di 8 o 10 piante. I dati produttivi e qua-litativi sono stati sottoposti all’analisi della varianza; la significatività delle differenze tra le medie è stata valutata mediante il test di Duncan. Per i conteg-gi e le percentuali sono state adottate le consuete trasformazioni prima delle analisi. Le tabelle riportano i risultati produttivi medi.

In alcuni casi sono state eseguite mi-crovinificazioni, a cura dell’Istituto spe-

rimentale di enologia e della Cantina so-ciale del Freisa. Nel caso del Malvasia sono state eseguite analisi del quadro aromatico. Al momento dell’assaggio sono state eseguite sul vino le analisi correnti con i metodi ufficiali e, inoltre, le analisi degli indici di polifenoli (Di Stefano et al., 1989), lo studio del colore (Di Stefano e Cravero, 1989), le misure spettrofotometriche a 420, 520 e 620 nm,per determinare l’intensità colorante (espressione degli antociani totali) e la tonalità colorante (indici di Sudrau). Il vino, inoltre, è stato sottoposto a degu-stazione mediante «duo-trio test».

Sono, inoltre, state analizzate le con-dizioni termopluviometriche, suddivise nei periodi tra le varie fasi fenologiche, per caratterizzare le singole annate vi-ticole e agevolare la valutazione dei ri-sultati.

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Fioritura Crescita MaturazionePre-germogliamento Germogliamento

Andamento indice eliotermico

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8.594

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Danni da grandine (%)

2002 2003 20048 25 – – – – –

Rischio peronosporico

Grafico 1 - Caratteristiche climatiche dal 1998 al 2004 Tabella 1 - Freisa - Confronto controspalliera, cor-tina centrale e lira con potatura mista (*)

Controspalliera Cortina centrale Lira

Produzione uva (kg/ceppo) 2,29 B 2,71 A 2,63 ATenore zuccherino (g/L) 195 B 194 B 204 AAcidità totale (meq/L) 142 b 153 a 143 abEnergia acida (pH) 3,04 b 3,04 b 3,05 aIndice maturazione (g/meq) 1,47 ab 1,37 b 1,52 aGermogli/ceppo (n.) 12,0 a 11,5 a 11,9 aGrappoli/ceppo (n.) 15,8 a 15,9 a 16,8 aMassa media grappolo (g) 143 bB 167 aA 153 bABProduzione sarmenti (g/ceppo) 503 B 486 B 748 ARapporto uva/sarmenti 4,70 bA 5,55 aA 3,57 cB

(*) Risultati medi 1999-2004.A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative al test di Duncan per p = 0,05 (lettere minuscole) e per P = 0,01 (lettere maiuscole).Nella controspalliera la produzione è stata inferiore. Nella lira sono stati significativamente superiori tenore zuccherino e vi-goria (produzione di sarmenti), mentre significativamente infe-riori sono risultati energia acida (pH) e rapporto uva/sarmenti. Nella cortina centrale l’acidità totale è stata superiore.

Tabella 2 - Freisa - Confronto tra due portinnesti a due carichi di gemme (1)

Carico gemme Portinnesto

tradizionale (2) elevato (3) SO 4 41 B

Produzione uva (kg/ceppo) 1,74 B 2,17 A 2,07 a 1,84 bTenore zuccherino (g/L) 193 a 189 a 192 a 189 aAcidità totale (meq/L) 162 a 162 a 167 A 157 BEnergia acida (pH) 3,01 a 3,00 a 3,01 a 3,01 aIndice maturazione (g/meq) 1,21 a 1,18 a 1,17 B 1,23 AGermogli/ceppo (n.) 10,8 B 18,4 A 14,6 a 14,6 aGrappoli/ceppo (n.) 13,5 B 19,9 A 16,4 a 16,9 aMassa media grappolo (g) 129 A 109 B 127 A 110 BProduzione sarmenti (g/ceppo) 491 a 522 a 536 A 477 BRapporto uva/sarmenti 3,60 B 4,33 A 3,96 a 3,96 a

(1) Risultati medi 1998-2002. (2) 10-12 gemme/ceppo. (3) 16-18 gemme/ceppo.A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative al test di Duncan per p = 0,05 (lettere minuscole) e per P = 0,01 (lettere maiuscole).

Il carico di gemme superiore provoca un aumento di produzio-ne e un aumento del rapporto uva/sarmenti. Il 41 B, meno vi-goroso dell’SO 4, riduce vigore e produzione.

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Impianto del vigneto

L’ IN F O R M A T O R E AG R A R I O 47/2005

Nel periodo di maturazione sono sta-ti considerati anche i giorni freddi con temperature inferiori a 10° C, l’escur-sione termica tra il giorno e la notte e l’indice Fregoni (escursione termica × giorni freddi) (grafici 1 e 2).

Freisa

Forme di allevamentoLa sua vigoria è variabile da media

a elevata; i tralci presentano lunghi in-ternodi e hanno portamento eretto. Ha produttività di media entità e fertilità medio-alta, che non si esplica a livello delle gemme basali; le femminelle so-no fertili.

Sono state messe a confronto su Frei-sa (clone CVT 154 su SO 4) la contro-spalliera, la cortina centrale e la lira, dal 1998 al 2004; i risultati del primo anno di produzione non sono stati conside-rati, in quanto lo sviluppo della cortina centrale e della lira non era ancora a regime (tabella 1 e grafico 3).

Nella controspalliera la produzione d’uva è stata inferiore alle altre tesi, per una massa media del grappolo più bas-sa, soprattutto nel 2001, per una siccità prolungata durante la crescita. Il livello di produzione minimo del 2003 è dovuto alla bassa piovosità del periodo prima-verile e di crescita, mentre il picco del

2004 è dovuto all’elevata fertilità (nume-ro medio grappoli/ceppo 23,3 contro la media poliennale di 16,8), favorita dalle ottime condizioni climatiche del perio-do germogliamento-fioritura.

Il tenore zuccherino dell’uva è stato significativamente superiore nella lira, anche rispetto alla cortina con produ-zioni simili. I livelli minimi si sono otte-nuti nel 2002, con andamento piovoso e modeste temperature nella crescita-ma-turazione; quelli massimi nel 2003, con elevate temperature (specie in matura-zione) e poca pioggia. L’acidità totale è stata significativamente superiore nella cortina centrale; l’energia acida (pH) è stata inferiore nella lira. In quest’ulti-ma la vigoria (produzione di sarmen-ti) è stata in media significativamente superiore alle altre tesi e il rapporto uva/sarmenti inferiore.

ViniSono state eseguite microvinificazioni

dell’uva prodotta dalle tre tesi dal 1999 al 2001. I dati analitici del vino confer-mano sostanzialmente quelli ottenuti dal mosto: la lira ha dato luogo a vini con una maggior percentuale di alcol, rispetto alle altre forme di allevamen-to, l’acidità totale è stata inferiore nel-la controspalliera rispetto alla cortina centrale e alla lira; sono da notare l’ele-vato quantitativo di acido malico nella cortina centrale e la maggiore intensità colorante nel vino della lira.

Dall’analisi sensoriale è però emerso che il vino ottenuto dalla controspalliera è il più rispondente ai canoni tradizionali

della zona (in cui la vite è, appunto, alle-vata a controspalliera). Quello della lira è più strutturato, ricco di corpo e lieve-mente più tannico, con un profumo più complesso e speziato, apparentemente più idoneo a un affinamento in bottiglia. Il vino ottenuto dalla cortina centrale, preferito dal «panel» di assaggiatori, ha un profumo più fresco e giovane, adatto come vino dolce, vivace o per la produ-zione del novello.

Carichi di gemme e portinnestiQuesta prova è stata integrata da un

confronto, su Freisa clone 40, tra il cari-co di gemme normale (1 capo a frutto di 10-12 gemme/ceppo) e due capi a frutto di 8-9 gemme ciascuno, corrispondenti a circa 45.000-55.000 gemme/ha nel pri-mo caso e a 73.000-82.00 gemme/ha nel secondo caso, considerando 4.545 pian-te/ha e due portinnesti: SO 4 (vigoroso) e 41 B (medio vigore). La prova è stata svolta su controspalliera, con potatura mista e schema sperimentale fattoriale negli anni 1998-2002 (tabella 2).

L’aumento del carico di gemme ha pro-vocato un incremento altamente signi-ficativo della produzione d’uva, dovuta a un numero di grappoli superiore, sia pure di massa inferiore. La produzione di sarmenti non è variata, ma è aumen-tato il rapporto uva/sarmenti, partico-larmente con il portinnesto 41 B. Non sono state osservate differenze signifi-cative per gli aspetti qualitativi.

Con l’utilizzo del portinnesto 41 B, meno vigoroso del SO 4, si sono ridot-te significativamente la vigoria e la pro-

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2003

2004

Giorni freddi (T media < 10 °C)Indice Fregoni Escursione termica

Giorni freddi, escursione termicae indice Fregoni

Andamento della pioggiae dell’indice eliotermico

Grafico 2 - Andamento, durante il periodo di maturazione, di al-cuni indici bioclimatici

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Produzione sarmenti

Produzione uva

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Controspalliera Cortina centrale Lira

Grafico 3 - Freisa - Andamento negli anni di alcuni parametri produt-tivi tra diverse forme di allevamento

L’andamento della produzione di sarmenti nella lira si differenzia notevolmente da quello delle altre due forme di allevamento.

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Impianto del vigneto

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duzione d’uva; il tenore zuccherino non è variato, ma l’acidità totale si è ridotta, migliorando l’indice di maturazione.

Malvasia di Schierano

Forme di allevamentoQuesto vitigno ha vigoria media con

produzione soggetta ad alternanza, an-che a causa di fenomeni di colatura; le femminelle sono scarsamente fertili.

Su questo vitigno (indicato anche co-me Malvasia nera corta) sono state con-frontate tre forme di allevamento (con-trospalliera, cortina centrale e lira), su portinnesto Kober 5BB, dal 1999 al 2004 (tabella 3 e grafico 4).

La lira, come già nel Freisa, ha mo-strato una vigoria più elevata rispetto alle altre forme di allevamento. In que-sto caso, inoltre, la cortina centrale è stata più vigorosa della controspallie-ra. La cortina centrale ha determinato la produzione d’uva massima, per un più elevato numero di grappoli di mas-sa media significativamente superiore alle altre tesi. La controspalliera, me-no produttiva della cortina centrale, ha avuto un’acidità totale minore; nel com-plesso la qualità è stata valida. La lira, con produzione minima, ha fatto regi-strare il tenore zuccherino massimo e una modesta acidità.

Anche in questo vitigno l’effetto del clima è stato evidente: basso tenore zuc-cherino e alta acidità del 2002 piovoso; comportamento opposto nel 2003 secco e caldo; eccesso produttivo nel 2004, ac-centuato nella cortina centrale, per l’ele-vato numero di germogli e di grappoli, favoriti probabilmente dalla posizione elevata del capo a frutto (1,80 m).

La prova era stata impostata con sche-ma fattoriale, per confrontare sulle tre forme di allevamento la potatura mista

e quella speronata, al fine di verificare in questo vitigno la possibilità di effettuare la potatura invernale meccanica. È stato possibile realizzare il confronto solo dal 1999 al 2002 (tabella 4 e grafico 5).

I risultati produttivi del quadriennio considerato (1999-2002) differiscono leg-germente, in qualche caso, da quelli pre-cedentemente analizzati, in quanto non considerano le annate meteorologicamen-te eccezionali del 2003 e del 2004.

Come prevedibile, la potatura spe-ronata ha determinato un aumento si-gnificativo del numero di germogli per ceppo, bilanciato da un minor numero

di grappoli; per questo la produzione d’uva per ceppo non ha manifestato dif-ferenze significative.

Dal grafico 5 emerge però l’aumento sensibile verificatosi con la speronatu-ra nel 2001 (annata con estate calda e secca), particolarmente nella cortina centrale.

La vigoria è aumentata con la spero-natura, anche se non significativamen-te, nella lira e nella controspalliera, ma è diminuita nella cortina centrale.

Il tenore zuccherino è stato più eleva-to con la potatura speronata e l’energia acida inferiore (solo nella controspallie-

Tabella 3 - Malvasia di Schierano - Confronto con-trospalliera, cortina centrale e lira con potatura mista (*)

Controspalliera Cortina centrale Lira

Produzione uva (kg/ceppo) 1,87 B 2,71 A 1,54 BTenore zuccherino (g/L) 177 B 174 B 189 AAcidità totale (meq/L) 112 b 121 a 118 abEnergia acida (pH) 3,08 b 3,09 ab 3,11 aIndice maturazione (g/meq) 1,64 a 1,53 a 1,64 aGermogli/ceppo (n.) 13,0 a 13,4 a 13,1 aGrappoli/ceppo (n.) 14,3 b 18,1 a 14,3 bMassa media grappolo (g) 131 aAB 148 aA 108 bBProduzione sarmenti (g/ceppo) 591 cB 734 bB 891 aARapporto uva/sarmenti 3,25 A 3,73 A 1,72 B

(*) Risultati medi 1999-2004.A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative al test di Duncan per p = 0,05 (lettere minuscole) e per P = 0,01 (lettere maiuscole).

La lira ha vigoria più elevata, produzione inferiore, tenore zuc-cherino massimo e modesta acidità; la cortina centrale è più vi-gorosa della controspalliera e ha dato la produzione massima; la controspalliera dà un’acidità totale minore.

Tabella 4 - Malvasia di Schierano - Confronto con-trospalliera, cortina centrale e lira con potatura mista e speronata (*)

Forma di allevamento Tipo potaturacontro-spalliera

cortinacentrale lira mista speronata

Produzione uva (kg/ceppo) 1,39 B 2,51 A 1,32 B 1,78 a 1,71 aTenore zuccherino (g/L) 173 B 169 B 182 A 172 b 177 aAcidità totale (meq/L) 116 B 125 A 125 A 122 a 122 aEnergia acida (pH) 3,07 B 3,07 B 3,10 A 3,07 B 3,09 AIndice maturazione (g/meq) 1,50 a 1,39 b 1,48 a 1,43 a 1,48 aGermogli/ceppo (n.) 13,4 B 14,9 A 14,6 A 12,7 B 15,8 AGrappoli/ceppo (n.) 12,0 B 18,2 A 13,2 B 15,4 a 13,6 bMassa media grappolo (g) 113 B 136 A 99 C 115 a 118 aProduzione uva (g/germoglio) 104 B 170 A 90 B 140 A 103 BProduzione sarmenti (g/ceppo) 590 cB 659 bB 915 aA 710 a 733 aRapporto uva/sarmenti 2,48 B 3,88 A 1,45 C 2,68 a 2,53 a(*) Risultati medi 1999-2002.A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative al test di Duncan per p = 0,05 (lettere minuscole) e per P = 0,01 (lettere maiuscole).

Nella potatura speronata si è avuto un aumento significativo dei germogli/ceppo che, visto il minor numero di grappoli, non ha determinato differenze nella produzione.

1.000

850

700

550

400

4,8

3,8

2,8

1,8

0,8

230

210

190

170

150

160

140

120

100

80

Controspalliera Cortina centrale Lira

Produzione sarmenti

Produzione uva

Tenore zuccherino

Acidità totale

kg/c

epp

og

/cep

po

g/L

meq

/L

1999 2000 2001 2002 2003 2004 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Grafico 4 - Malvasia di Schierano - Andamento negli anni di alcuni parametri produttivi tra diverse forme di allevamento

Gli andamenti di produzione e vigore (produzione sarmenti/ceppo) si sono mantenuti sempre più elevati negli anni, rispettivamente per cortina centrale e lira.

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Impianto del vigneto

L’ IN F O R M A T O R E AG R A R I O 47/2005

di maturazione non hanno manifestato differenze significative, ma hanno se-guito gli andamenti climatici, con una riduzione nel 2002 e un aumento nel 2003. L’acidità totale è stata significa-tivamente superiore nella cortina cen-trale, ma a livelli particolarmente bassi, caratteristici del vitigno.

PortinnestiNei primi due anni di prova è stato

possibile estendere il confronto delle due forme di allevamento al portinnesto 420 A, meno vigoroso del Kober 5BB. Anche con il 420 A si è manifestata una minor produzione con la cortina centra-le, ma il livello produttivo è stato inferio-re rispetto al Kober. La maggior acidità dei mosti nella cortina si è manifestata in entrambi i portinnesti.

Nel 2001-2002, su Bonarda con portin-nesto vigoroso (Kober 5BB) si è potuto confrontare un carico di gemme ridotto (1 capo a frutto di 8-10 gemme, rispetto a quello normale di 12-14), nelle due for-me di allevamento. Riducendo il carico di gemme, si è ottenuta una riduzione di produzione, particolarmente nella controspalliera, per un minor numero di grappoli, di massa inferiore. Il tenore zuccherino è aumentato e l’acidità è dimi-nuita, soprattutto nella cortina centrale, migliorando l’indice di maturazione. La vigoria non è stata influenzata, mentre il rapporto uva/sarmenti si è abbassato con il carico ridotto di gemme.

ViniNel 2001 l’uva ricavata dal vitigno Bo-

narda su Kober 5BB, con le due forme di allevamento, è stata sottoposta a mi-crovinificazione. Il vino ottenuto dalla controspalliera è stato leggermente me-no alcolico e meno acido di quello del-

Tabella 5 - Bonarda piemontese (1) -Confronto controspalliera e cor-tina centrale (2)

Contro-spalliera

Cortina centrale

Produzione uva (kg/ceppo) 2,27 a 1,79 aTenore zuccherino (g/L) 173 a 170 aAcidità totale (meq/L) 78 b 93 aEnergia acida (pH) 3,24 a 3,25 aIndice maturazione (g/meq) 2,47 a 2,20 aGermogli/ceppo (n.) 13,7 a 11,7 bGrappoli/ceppo (n) 11,3 A 8,3 BMassa media grappolo (g) 205 a 210 aProduzione uva (g/germogli) 168 a 155 a Produzione sarmenti (g/ceppo) 412 a 370 aRapporto uva/sarmenti 5,83 a 4,89 a

(1) Su Kober 5BB.(2) Risultati medi 2001-2003.A lettere diverse corrispondono differenze statisticamente significative al test di Duncan per p= 0,05 (lettere minuscole) e per P = 0,01 (lettere maiuscole).Con la cortina centrale la produzione è tendenzialmente inferiore a causa del nu-mero di grappoli/ceppo più basso.

ra e nella cortina centrale). La sanità dei grappoli è stata migliore

con la speronatura, in particolare nella lira e nella cortina centrale.

PortinnestiNell’ambito della potatura mista sono

stati confrontati, fino al 2002, due por-tinnesti (Kober 5BB, esaminato anche in precedenza, e SO 4, meno vigoroso) sulle tre forme d’allevamento.

Il portinnesto SO 4 non ha manifestato differenze significative nella vigoria, ma è risultato più produttivo (per un mag-gior numero di grappoli per ceppo), con tenore zuccherino più elevato e maggior energia acida; anche l’indice di matura-zione è risultato migliore.

ViniL’analisi del quadro aromatico dei

mosti, eseguito nel 2000 e nel 2001, ha evidenziato modeste differenze tra le forme di allevamento, variabili ne-gli anni.

Nella lira si è riscontrato un maggior quantitativo di composti aromatici ti-pici del Malvasia (nerolo e geraniolo) nel 2000, ma non più nel 2001 (in cui è risultata superiore la controspalliera); in quest’annata le caratteristiche clima-tiche sono state particolarmente favo-revoli durante la crescita e, durante la maturazione, si è riscontrata un’escur-sione termica elevata, accompagnata da un indice Fregoni massimo.

5,5

4,5

3,5

2,5

1,5

0,5

Pro

du

zio

ne

uva

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o)

5,5

4,5

3,5

2,5

1,5

0,51999 2000

Potatura mista Potatura mista

Potatura speronata Potatura speronata

2001 2002

1.050

900

750

600

450

1.050

900

750

600

4501999 2000 2001 2002

Controspalliera Cortina centrale Lira

Grafico 5 - Malvasia - Andamento della produzione di uva e di sar-menti con due modalità di potatura

La produzione di uva/ceppo non ha mostrato differenze significative tra i due tipi di potatura (il picco del 2001 è dovuto all’annata particolare); la vigoria (produzione sarmenti/ceppo) è aumentata con la speronatura, anche se non significativamente, in lira e controspalliera, ma è diminuita in cortina centrale.

Bonarda piemonteseForme di allevamento

Ha vigoria variabile da media a eleva-ta; è fertile anche a livello delle gemme basali, scarsamente sulle femminelle e di solito dà produzioni di buona entità e costanti.

Sono state confrontate due forme di allevamento (controspalliera e cortina centrale), su Bonarda piemontese, con portinnesto vigoroso (Kober 5BB) dal 2001 al 2003 (tabella 5). Non è stato pos-sibile estendere il confronto alla lira e all’annata 2004. L’analisi comprende in ogni modo tre annate con caratteristi-che climatiche diverse: il 2001 con an-damento termopluviometrico ottimale per la viticoltura, il 2002 molto piovoso e il 2003 molto caldo e secco.

L’introduzione della cortina centra-le, rispetto alla tradizionale controspal-liera, ha determinato una produzione d’uva tendenzialmente inferiore, salvo nel 2003 (in cui la siccità ha livellato la produzione), per un numero di grappo-li per ceppo inferiore, di massa simile. Anche il numero di germogli è stato in-feriore, in modo meno evidente. Si è dif-ferenziato il 2003, in cui l’allegagione è stata inferiore nella controspalliera, for-se per una pioggia durante la fioritura, che non ha però ostacolato la cortina centrale. La vigoria è stata mediamente simile con andamento discontinuo ne-gli anni. Il tenore zuccherino e l’indice

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Impianto del vigneto

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la cortina. Lo studio del colore non ha evidenziato sostanziali differenze tra le due tesi a confronto. Dalla degustazione non sono apparse differenze evidenti tra le tesi, tuttavia il vino ottenuto dalla cor-tina centrale è stato olfattivamente e nel complesso migliore, quello dalla contro-spalliera più sapido e morbido.

Altri vitigni piemontesi

Esperienze precedenti svolte nello stesso ambiente sui vitigni tradizional-mente coltivati nella zona hanno messo in evidenza risultati che si differenzia-no tra i vitigni.

BarberaHa vigoria media; i germogli, con in-

ternodi di media lunghezza, hanno un portamento a ricadere, con viticci ben sviluppati e robusti. La sua fertilità è molto elevata, anche a livello delle gem-me basali; le femminelle sono general-mente produttive; ha produttività ele-vata e costante.

Sono state confrontate quattro forme d’allevamento (controspalliera, cortina centrale, cortina doppia e lira), dal 1984 al 2000, considerando anche la potatu-ra speronata, a confronto con la mista; i risultati sono in parte già pubblicati (Lisa e Parena, 1994; Lisa et al., 1999).

Rispetto alla tradizionale controspal-liera, la cortina doppia è risultata poco adatta all’ambiente, per eccessi produt-tivi e minor valore qualitativo.

La cortina centrale ha prodotto leg-germente di più, specialmente con la speronatura, mantenendo una qualità simile, ma con acidità tendenzialmen-te maggiore.

La lira ha determinato un aumento della vigoria, specialmente con la spe-ronatura e un aumento di produzione, con tenore zuccherino migliore e aci-dità minore.

Rispetto alla potatura mista, la spero-natura, con un maggior numero di ger-mogli, ha manifestato la tendenza a ri-durre la produzione e ad aumentare il tenore zuccherino nella lira e l’acidità nella cortina doppia.

La speronatura è stata più sensibile alle avverse condizioni climatiche.

Ancora su Barbera, dal 1984 al 2000, nell’ambito di prove di potatura inver-nale meccanica è stata confrontata la controspalliera con la cortina centrale (Lisa et al., 1997a; 1999).

Quest’ultima ha confermato la legge-ra riduzione di produzione e anche di tenore zuccherino, ma con acidità più elevata, con minor vigoria e più alto rapporto uva/sarmenti.

La speronatura ha aumentato il nu-mero di germogli per ceppo, ma non la fertilità, con produzione simile an-che per qualità.

FreisaDal 1996 al 1998, la controspalliera è

stata confrontata con la lira, con potatura mista e speronata (Lisa et al., 1999).

La lira ha determinato un aumento della vigoria e della produzione d’uva, per un aumento dei germogli e dei grap-poli, più pesanti, con qualità uguale. La speronatura ha, invece, determinato sulle due forme d’allevamento una net-ta riduzione di produzione, pur con un aumento del numero di germogli, per meno grappoli di massa inferiore.

Malvasia nera lunga (di Castel-nuovo Don Bosco)

Sono stati confrontati, dal 1993 al 2000, la controspalliera, la cortina cen-trale e la lira (Lisa et al., 1997a; 1999). Rispetto alla controspalliera, la cortina centrale ha manifestato una minor vi-goria e caratteristiche produttive simili, ma un rapporto uva/sarmenti maggio-re, sopportando bene la speronatura. La sanità dei grappoli è stata inferiore. La lira ha avuto una maggior vigoria, per un maggior numero di germogli, e ha prodotto di più, con caratteristiche qualitative simili.

La speronatura ha aumentato la vi-goria nella lira, ridotto la produzione (non nella cortina centrale), aumenta-to il tenore zuccherino e peggiorato la sanità dei grappoli (particolarmente nella cortina centrale).

Conclusioni

Allo scopo di introdurre nel Monferra-to settentrionale vitigni autoctoni, poten-zialmente adatti a fornire vini di pregio, è stato sviluppato un ampio progetto di definizione delle più opportune modali-tà di gestione dei vigneti con tecniche

di meccanizzazione in grado di salva-guardare la qualità e di ridurre i costi di produzione, nel rispetto dell’ambiente. In quest’ambito sono state confrontate diverse forme d’allevamento e modalità di potatura, su diversi vitigni.

FreisaLa controspalliera tradizionale è stata

confrontata con la cortina centrale e con la lira, considerando anche un carico di gemme elevato e due portinnesti. Nel complesso la controspalliera ha avuto una produzione modesta, ma di buona qualità; la cortina centrale produzioni maggiori, con acidità elevata e matura-zione ritardata; la lira vigoria eccessiva, ma produzione d’uva elevata con teno-re zuccherino e indice di maturazione buoni. Le condizioni climatiche hanno influito notevolmente sui risultati pro-duttivi e qualitativi. L’aumento del cari-co di gemme rispetto alla norma è stato utile per un aumento produttivo, senza peggioramento qualitativo, specialmente nella controspalliera; il portinnesto più debole (41 B rispetto a SO 4), invece, ha ridotto la produzione e anche l’acidità to-tale del mosto.

In una prova precedente su un altro clone di Freisa, la lira ha determinato simili aumenti di vigoria e di produzio-ne, con qualità uguale. La speronatura, su controspalliera e lira, ha invece deter-minato una netta riduzione della produ-zione, pur con un aumento del numero di germogli, per meno grappoli di minor peso. Quindi il vitigno Freisa risulta poco adatto alla potatura meccanica.

Il vino proveniente da viti allevate a lira ha evidenziato maggior contenuto alcolico, rispetto alle altre forme d’al-levamento, e maggiore intensità colo-rante; la controspalliera acidità totale

Foto 2 - La cortina doppia, provata su Barbera, ha dato produzione eccessiva, di modesta qualità. Nella foto cortina doppia con fili di sostegno a monte più elevati rispetto a quelli a valle per mantenere costante l’altezza da terra

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Impianto del vigneto

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inferiore. Dall’analisi sensoriale il vino ottenuto dalla controspalliera è risulta-to più rispondente ai canoni tradizionali della zona; quello della lira più idoneo ad un affinamento in bottiglia; quello della cortina centrale più adatto per la produzione del novello.

Malvasia di Schierano Il confronto tra le tre forme d’alle-

vamento ha evidenziato che la contro-spalliera, poco vigorosa, ha dato luogo a produzioni modeste e di buona qua-lità; la cortina centrale è risultata la più produttiva, con mosti più acidi; la lira, più vigorosa, ha avuto produzioni mi-nori, con buon tenore zuccherino e mo-desta acidità.

In questo caso è stata considerata an-che la potatura speronata, in grado di consentire la potatura invernale mecca-nica. Essa ha determinato un aumento del numero di germogli, ma un minor numero di grappoli per ceppo, con pro-duzione simile. In annate favorevoli ha determinato sensibili aumenti produttivi, particolarmente nella cortina centrale, mantenendo una buona qualità. La sa-nità dei grappoli è stata migliore con la speronatura, in particolare nella lira e nella cortina centrale.

L’impiego del portinnesto SO 4, meno vigoroso del Kober 5BB, non ha variato la vigoria, ma ha migliorato la produzio-ne, con tenore zuccherino più elevato e maggior energia acida; anche l’indice di maturazione è risultato migliore.

L’analisi del quadro aromatico dei mo-sti ha evidenziato modeste differenze tra le forme d’allevamento, variabili ne-

gli anni. Prove precedenti su Malvasia nera lun-

ga (di Castelnuovo don Bosco) hanno messo in evidenza per la cortina centrale, rispetto alla controspalliera, una minor vigoria, caratteristiche produttive simili, una minor sanità dei grappoli e buoni ri-sultati con la speronatura. La lira ha avu-to una maggior vigoria, produzione mi-gliore e caratteristiche qualitative simili; la speronatura ha ridotto la produzione, migliorando il tenore zuccherino.

Bonarda piemonteseIl confronto ha riguardato solo la cor-

tina centrale con la tradizionale contro-spalliera. Nel complesso la produzione d’uva è stata tendenzialmente inferiore nella cortina centrale, probabilmente per un ritardo nella formazione del cordone (più alto), con acidità totale più elevata. Il tenore zuccherino è stato simile nelle due tesi, ma è stato influenzato dall’an-damento climatico, come la vigoria.

L’impiego del portinnesto più debole (420 A rispetto al Kober 5BB) ha dato risultati simili, ma con livello produttivo inferiore. Il carico di gemme ridotto ha diminuito la produzione, particolarmente nella controspalliera, per un minor nu-mero di grappoli, di massa inferiore, ma con migliore indice di maturazione, spe-cialmente nella cortina centrale.

Il vino ottenuto dalla controspalliera è risultato leggermente meno alcolico e meno acido di quello della cortina. Lo studio del colore non ha evidenzia-to sostanziali differenze tra le due te-si a confronto. Dalla degustazione non sono apparse differenze evidenti tra le

tesi, tuttavia il vino ottenuto dalla corti-na centrale è stato olfattivamente e nel complesso migliore, quello dalla contro-spalliera più sapido e morbido.

BarberaIn prove precedenti nello stesso am-

biente è stata presa in considerazione anche la cortina doppia, che si è rivelata poco adatta all’ambiente per produzione eccessiva, di modesta qualità. La cortina centrale ha dato risultati validi, ma con maggiore acidità. La lira ha determinato un aumento della vigoria, specialmente con la speronatura; un aumento di pro-duzione (non con la speronatura), con tenore zuccherino migliore e acidità minore. In particolare la speronatura è stata più sensibile alle avverse condi-zioni climatiche.

Considerazioni finaliNel complesso, per i vitigni esaminati,

la controspalliera si conferma in grado di dare produzioni di elevata qualità e quantitativamente stabili nel tempo; tale forma, tradizionale nella zona, si è anche dimostrata facilmente meccanizzabile. Sono emersi vantaggi qualitativi con la lira, ma anche maggiori costi d’impian-to e di produzione; la meccanizzazione completa di tale forma poi, anche se pro-ponibile, richiederebbe macchine appo-site, non ancora disponibili sul mercato.

La cortina centrale conferma le sue elevate potenzialità produttive (tranne per il Bonarda piemontese), oltre che i bassi costi d’impianto e di conduzione, ma può dar luogo a produzioni di non elevata qualità. Questa forma risulta adat-tabile alla potatura speronata, con sensi-bili vantaggi operativi, non necessitando della legatura del capo a frutto durante la potatura invernale. Per contro i viticol-tori monferrini sono poco abituati a po-tature corte, che richiedono attenzione durante la loro esecuzione (taglio raso alla base dei tralci che si asportano) e anche una maggiore cura nell’effettuare il diradamento dei germogli con la pota-tura verde (specialmente quelli alla base degli speroni), ad evitare problemi di af-fastellamento della vegetazione.

La cortina doppia è risultata poco adat-ta all’ambiente per eccessi produttivi e minor valore qualitativo.

I diversi carichi di gemme esaminati nei tre vitigni innestati su vari portinne-sti non hanno dato luogo a differenze sensibili dal punto di vista quanti-qua-litativo.

Laura Lisa, Luigi LisaSeverino Parena

Cnr - Istituto macchine agricole e movimento terra - Torino

[email protected]

La bibliografia verrà pubblicata negli estratti.

Foto 3 - La cortina centrale ha confermato le sue elevate potenzialità produttive (tranne per il Bonarda piemontese), i bassi costi d’impianto e di conduzione, ma può dare luogo a produzioni di non elevata qualità. Nella foto cortina centrale con capo a frutto allevato a 1,8 m d’altezza da terra. Foto 4 - La lira dà produzioni di qualità, ma anche maggiori costi d’impianto e produzione. Nella foto lira in filari disposti trasversalmente alla pendenza, a inizio vegetazione. I pali di sostegno in metallo sono stati adeguati alla pendenza, con il lato a monte più elevato di quello a valle. Il capo a frutto è fissato al filo di base. I fili superiori di sostegno alla vegetazione sono doppi, per agevolare le operazioni in verde

3 4

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