FORMARE - Barnabiti · Il cammino mistico che fonda la no-stra vita consacrata attraversa la...

4
VITA CONSACRATA Eco dei Barnabiti 2/2017 8 S iamo giunti all’ultimo passo che dobbiamo compiere per completare la proposta forma- tiva contenuta nel documento della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apo- stolica, Contemplate. L’ultimo capitolo del documento s’intitola “formare” e ci permette di soffermarci su uno degli aspetti più strategici per la Vita Consacrata e il suo futuro. Quel “cercare” e “dimorare” su cui il documento si sofferma, trova il suo compimento e il punto più alto nella logica del “formare”. Papa Francesco nel colloquio con i Superiori Generali già rilevava la ne- cessità di una formazione alla Vita Consacrata solida e adulta, «la forma- zione dei candidati è fondamentale, i pilastri della formazione sono quat- tro: spirituale, intellettuale, comunita- rio e apostolico. Il fantasma da com- battere è l’immagine della vita religio- sa intesa come rifugio e consolazione davanti a un mondo “esterno” diffici- le e complesso». E il nostro documento fa eco a quest’affermazione indicando come la vita consacrata nella varietà delle situazioni culturali e dei modelli di vita, richiede oggi attenzione e fidu- cia nell’azione formativa personale, comunitaria, e in particolare nella di- namica dell’Istituto, per introdurre, accompagnare, sostenere l’attitudine e la capacità contemplativa. Nell’articolo desidero porre in evi- denza alcuni aspetti del processo for- mativo che attende la Vita Consacra- ta dei prossimi anni. In quest’ultimo passaggio vorrei far parlare molto il testo del documento ricco di stimoli e prospettive. Lo sfondo rimane quello del Canti- co dei Cantici che in questa terza parte richiama ancora al principio della bellezza, cui tutto il processo formativo deve far riferimento. Uno degli aggettivi che attraversa il Cantico è proprio l’aggettivo, “bella”, “bello”. Nella Bibbia bella è la voce di una persona, una donna; l’albero che è in Eden è bello da guardare, perciò è desiderabile; i sandali di Giu- ditta rapiscono gli occhi di Oloferne, la sua bellezza avvince il suo cuore; belle sono le pietre del tempio. La bellezza biblica non suggerisce solo quella fisica, ma anche quella interio- re: bello, infatti, è il vino che Gesù dona a Cana, bello è il pastore che dona la vita per le sue pecore, bello è il gesto che compie la donna che se- gue e unge Gesù e riceve il suo elogio che le garantisce memoria eterna. La bellezza nella Bibbia appare quindi come la “firma” della gratuità divina e umana e nel Cantico essa si presenta come superamento della so- litudine, come esperienza di unità. Quando maturiamo nella nostra re- lazione con Dio, gli permettiamo di purificarci e insegnarci a vedere come Lui vede, amare come Lui ama. E que- sto è il punto più alto di ogni processo formativo, forse è la vera sfida nel pro- cesso di formazione permanente. Certo è gravoso per la persona que- sto modo di vedere e amare perché richiede una trasformazione radicale del cuore, un serio cammino di con- versione. concetto di formazione Il documento suggerisce il concet- to di formazione, come «capacità di proporre un metodo ricco di sapien- za spirituale e pedagogica che con- duca progressivamente chi aspira a consacrarsi ad assumere i sentimenti di Cristo Signore». La formazione è un processo vitale attraverso il quale la persona si con- verte al Verbo di Dio fin nelle pro- fondità del suo essere. Abbiamo forse FORMARE Nello stile della bellezza Nell’articolo, il p. Eugenio Brambilla si propone di porre in evidenza alcuni aspetti rilevanti del processo formativo che attende la Vita Consacrata dei prossimi anni. Marc Chagall - Cantico dei cantici - La bellezza nella bibbia appare quindi come la “firma” della gratuità divina e umana e nel Cantico essa si presenta come superamento della solitudine, come esperienza di unità

Transcript of FORMARE - Barnabiti · Il cammino mistico che fonda la no-stra vita consacrata attraversa la...

Page 1: FORMARE - Barnabiti · Il cammino mistico che fonda la no-stra vita consacrata attraversa la pas-sione, la morte, la risurrezione di Cri-sto. Nei nostri percorsi di formazione permanente

VITA CONSACRATA

Eco dei Barnabiti 2/20178

Siamo giunti all’ultimo passoche dobbiamo compiere percompletare la proposta forma-

tiva contenuta nel documento dellaCongregazione per gli Istituti di VitaConsacrata e le Società di Vita Apo-stolica, Contemplate.L’ultimo capitolo del documento

s’intitola “formare” e ci permette disoffermarci su uno degli aspetti piùstrategici per la Vita Consacrata e ilsuo futuro.Quel “cercare” e “dimorare” su cui

il documento si sofferma, trova il suocompimento e il punto più alto nellalogica del “formare”.Papa Francesco nel colloquio con i

Superiori Generali già rilevava la ne-cessità di una formazione alla VitaConsacrata solida e adulta, «la forma-zione dei candidati è fondamentale, ipilastri della formazione sono quat-tro: spirituale, intellettuale, comunita-rio e apostolico. Il fantasma da com-battere è l’immagine della vita religio-sa intesa come rifugio e consolazionedavanti a un mondo “esterno” diffici-le e complesso». E il nostro documento fa eco a

quest’affermazione indicando comela vita consacrata nella varietà dellesituazioni culturali e dei modelli divita, richiede oggi attenzione e fidu-cia nell’azione formativa personale,comunitaria, e in particolare nella di-namica dell’Istituto, per introdurre,accompagnare, sostenere l’attitudinee la capacità contemplativa.Nell’articolo desidero porre in evi-

denza alcuni aspetti del processo for-mativo che attende la Vita Consacra-ta dei prossimi anni. In quest’ultimopassaggio vorrei far parlare molto iltesto del documento ricco di stimolie prospettive.Lo sfondo rimane quello del Canti-

co dei Cantici che in questa terzaparte richiama ancora al principiodella bellezza, cui tutto il processoformativo deve far riferimento.

Uno degli aggettivi che attraversa ilCantico è proprio l’aggettivo, “bella”,“bello”. Nella Bibbia bella è la vocedi una persona, una donna; l’alberoche è in Eden è bello da guardare,perciò è desiderabile; i sandali di Giu-ditta rapiscono gli occhi di Oloferne,la sua bellezza avvince il suo cuore;belle sono le pietre del tempio. Labellezza biblica non suggerisce soloquella fisica, ma anche quella interio-re: bello, infatti, è il vino che Gesùdona a Cana, bello è il pastore chedona la vita per le sue pecore, bello èil gesto che compie la donna che se-gue e unge Gesù e riceve il suo elogioche le garantisce memoria eterna.La bellezza nella Bibbia appare

quindi come la “firma” della gratuitàdivina e umana e nel Cantico essa sipresenta come superamento della so-litudine, come esperienza di unità.Quando maturiamo nella nostra re-

lazione con Dio, gli permettiamo di

purificarci e insegnarci a vedere comeLui vede, amare come Lui ama. E que-sto è il punto più alto di ogni processoformativo, forse è la vera sfida nel pro-cesso di formazione permanente. Certo è gravoso per la persona que-

sto modo di vedere e amare perchérichiede una trasformazione radicaledel cuore, un serio cammino di con-versione.

concetto di formazione

Il documento suggerisce il concet-to di formazione, come «capacità diproporre un metodo ricco di sapien-za spirituale e pedagogica che con-duca progressivamente chi aspira aconsacrarsi ad assumere i sentimentidi Cristo Signore».La formazione è un processo vitale

attraverso il quale la persona si con-verte al Verbo di Dio fin nelle pro-fondità del suo essere. Abbiamo forse

FORMARENello stile della bellezza

Nell’articolo, il p. Eugenio Brambilla si propone di porre in evidenza alcuni aspetti rilevanti delprocesso formativo che attende la Vita Consacrata dei prossimi anni.

Marc Chagall - Cantico dei cantici - La bellezza nella bibbia appare quindicome la “firma” della gratuità divina e umana e nel Cantico essa si presentacome superamento della solitudine, come esperienza di unità

Page 2: FORMARE - Barnabiti · Il cammino mistico che fonda la no-stra vita consacrata attraversa la pas-sione, la morte, la risurrezione di Cri-sto. Nei nostri percorsi di formazione permanente

bisogno di riscoprire in una forma-zione continua il respiro del misteroche ci abita e ci trascende.Con esso si vuole intendere il risul-

tato del processo attraverso cui lepotenzialità soggettive pervengonoa maturazione. Il risultato di taleprocesso è la costruzione di una per-sonalità umanamente ricca, nobile,spiccata, armonicamente sviluppata,completa, perfetta!Così, “formazione” dice l’attività

propria di portare a completezza ciòche per ipotesi è inizialmente infor-me, disorganico, incompleto.Parlando di formazione si viene a

immaginare e prospettare lo sviluppoumano in termini di perfettibilità, dimiglioramento o perlomeno di cre-scita, grazie e in linea con le indica-zioni ‘finalistiche’ contenute nel di-venire umano di ciascuna persona.In questo modo, la formazione non

si dà come qualcosa di logicamentededotto o di meccanico, o di pura-mente ontologico, ma sempre anchecome appello-impegno a realizzarenella storia e nei mondi personaliquelle prospettive di valore possibileche si offrono come compito di pro-mozione umana e vitale per il singo-lo e la comunità.Formare significa aiutare la persona

ad acquistare una conoscenza pro-fonda e durevole di sé negli aspetti dicrescita e in quelli infantili, unita auna padronanza della propriapersona, al fine di canalizzaretutte le energie a disposizioneverso la realizzazione costrut-tiva degli ideali vocazionali.Integrare vuol dire favorire

nella persona la crescita ar-monica nella maturità psicolo-gica e in quella vocazionale.Molto spesso sperimentiamola dicotomia fra l’essere reli-giosi e l’essere uomini, quasiche la vita religiosa fosse lanegazione, anziché la riaffer-mazione positiva, del proprioessere uomini.Una prima attenzione che

dobbiamo avere è quella dinon confondere o allineare ilprocesso di aggiornamento conquello di formazione iniziale epermanente del consacrato. Aggiornarsi è un dovere per

ogni consacrato, ma non pos-siamo pensare che un buon ag-giornamento sostituisca il pro-

cesso di formazione continua, che ri-guarda la qualità vocazionale di ognipersona e il coraggio di dare quotidia-namente nuova vitalità alla propriascelta di essere consacrato nella co-munità religiosa e nella Chiesa.

nel solco della tradizione

L’ambito formativo in questi anniha visto una trasformazione profondadi metodi, linguaggi, dinamiche, va-lori, finalità, tappe.Papa Francesco sempre nel collo-

quio con i Superiori Generali affer-mava che non dobbiamo formareamministratori, gestori ma padri, fra-telli, compagni di cammino, e che laformazione è un’opera artigianale,non poliziesca.Alla sfida formativa sono dedicati

diversi documenti del magistero del-la Vita Consacrata.La «accomodata renovatio» della

vita e della disciplina degli istituti divita consacrata, «secondo le esigenzeodierne», è stata una richiesta espli-cita del Concilio Vaticano II. I Padriconciliari avevano posto le basi teo-logiche ed ecclesiologiche per que-sto rinnovamento in particolare nelcapitolo VI della Costituzione dog-matica Lumen Gentium. Nel DecretoPerfecte Caritatis avevano offerto di-rettive più appropriate e orientamentipratici per l’aggiornamento spirituale,

ecclesiale, carismatico e istituzionaledella vita consacrata nella Chiesa.Il documento che, però ha posto al

centro il tema formativo è indubbia-mente “Potissimum Institutioni” (PI),pubblicato il 2 febbraio del 1990 dal-la Congregazione per gli Istituti diVita Consacrata e le Società di VitaApostolica, circa le direttive sulla for-mazione negli Istituti Religiosi. Nonè mia intenzione, qui, rievocare lagestazione lunga e difficile di taledocumento, centrale per la Vita Con-sacrata, ma semplicemente, recupe-rare le linee portanti e lo scopo pri-mario di tale documento.Anzitutto lo scopo di PI rimane il

desiderio di rinnovamento della VitaConsacrata: «Il rinnovamento degliistituti religiosi dipende principalmen-te dalla formazione dei loro membri»(PI 1) così si apre l’istruzione dellaCongregazione.In secondo luogo il documento in-

vita le Congregazioni religiose a re-cuperare il senso d’identità carismati-ca, attraverso il processo formativo:«Il fine primario della formazione è dipermettere ai candidati alla vita reli-giosa e ai giovani professi di scoprireprima, di assimilare e approfondirepoi, in che cosa consiste l’identità delreligioso. Solo a queste condizioni lapersona consacrata a Dio s’inserirànel mondo come un testimone signi-ficativo, efficace e fedele». (PI 6)

Così la formazione inizialedei candidati deve diventarestimolo per tutti i consacrati amettere in atto un processo diformazione permanente serioe continuato. Il cammino for-mativo non può essere compi-to solo dei formatori, ma deveessere uno stile permanente diogni comunità religiosa e diogni Istituto.Infine è bene ricordare il ca-

rattere antropologico e peda-gogico del processo formativo,assunto come decisivo e cen-trale in tutto il documento: af-frontare il capitolo della forma-zione significa aprirsi al miste-ro dell’uomo concreto chetrova in Cristo, il Verbo incar-nato, il significato della propriaesistenza, della propria identitàe della propria vocazione nellastoria: «È lo stesso religioso cheha la responsabilità primaria didire ‘sì’ alla chiamata che ha ri-

VITA CONSACRATA

Eco dei Barnabiti 2/2017 9

Beato Angelico - Il discorso della montagna -La formazione è un processo vitale attraversoil quale la persona si converte al Verbo di Diofin nelle profondità del suo essere

Page 3: FORMARE - Barnabiti · Il cammino mistico che fonda la no-stra vita consacrata attraversa la pas-sione, la morte, la risurrezione di Cri-sto. Nei nostri percorsi di formazione permanente

cevuto e di accettare tutte le conse-guenze di tale risposta, la quale non ètanto di ordine intellettuale, ma piut-tosto di ordine vitale». (PI 29)Infine il Sinodo della Vita Consa-

crata con l’Esortazione finale VitaConsecrata, dove la questione dellaformazione è affrontata, significativa-mente, nella parte III del Capitolo II,dal titolo, guardando verso il futuro.Qui accanto ai temi della pastoralevocazionale, dell’impegno della for-mazione iniziale, dell’opera dei for-matori, della necessità di una ratio

completa e aggiornata, èparticolarmente sottoli-neato il bisogno dellaformazione permanente.La formazione perma-

nente è un’esigenza in-trinseca alla consacrazio-ne religiosa. La formazio-ne iniziale deve saldarsicon quella permanente,creando nel soggetto ladisponibilità a lasciarsiformare in ogni giornodella vita.

«Nessuno può esimersi dall’applicar-si alla propria crescita umana e religio-sa; così come nessuno può presumeredi sé e gestire la propria vita con auto-sufficienza. Nessuna fase della vitapuò considerarsi tanto sicura e fervo-rosa da escludere l’opportunità di spe-cifiche attenzioni per garantire la per-severanza nella fedeltà, così come nonesiste età che possa vedere esaurita lamaturazione della persona».

quattro percorsi formativi

Il terzo capitolo del documento pro-pone quattro itinerari che integratinei nostri piani e nelle prassi formati-ve possono accompagnare il proces-so vitale che dalla superficie condu-ce a sentimenti del profondo, dovel’amore di Cristo tocca la radice delnostro essere.

La pedagogia mistagogica

Qui si colgono la Parola di Dio el’Eucaristia come il cuore della vitaecclesiale e della vita consacrata, co-me luogo in cui dimorare con umiltàdi spirito per esserne formati e santi-ficati. Di conseguenza è necessarioessere accompagnati con attenta pe-dagogia, alla grazia di questi misteri.La pedagogia mistagogica è azioneeminentemente cristologica, poichéla sola intelligenza del cristiano e isoli riti e gesti liturgici non bastano afar comprendere il mistero e parteci-parvi con frutto.«Può capitare anche a noi consa-

crati di portare sulle spalle i misteri diDio come peso, senza sapere cosasiano, e quindi senza beneficiarne».In questo primo itinerario siamo

chiamati a compiere una valutazionereale delle nostre celebrazioni comu-

VITA CONSACRATA

Eco dei Barnabiti 2/201710

i consacrati e le consacrate sono invitati a un cammino armonioso che sappiafondere il vero, il bene, il bello

se il concetto di formazione permanente è unprincipio valido per ogni tappa della vita, diventaun’esigenza intrinseca della consacrazionereligiosa (dis. di David Parkins)

Page 4: FORMARE - Barnabiti · Il cammino mistico che fonda la no-stra vita consacrata attraversa la pas-sione, la morte, la risurrezione di Cri-sto. Nei nostri percorsi di formazione permanente

nitarie chiedendoci se sono incontrovivo e vitalizzante con Cristo, e apensare in modo responsabile a unapedagogia mistagogica per i nostricammini di formazione continua.

La pedagogia pasquale

Il cammino mistico che fonda la no-stra vita consacrata attraversa la pas-sione, la morte, la risurrezione di Cri-sto. Nei nostri percorsi di formazionepermanente diventa necessario lasciar-si plasmare dall’esperienza pasquale,configurandosi a Cristo crocefisso checompie in tutta la volontà del Padre.La dimensione contemplativa si ali-menta alla bellezza della croce!«Oggi nelle fraternità e nelle comu-

nità che vivono immerse nelle culturecontemporanee può accadere cheanche il nostro sguardo di consacra-ti e consacrate perda la capacità diriconoscere la bellezza del misteropasquale».La Pasqua di Cristo interroga la no-

stra fraternità e la nostra missione avolte sclerotizzate da relazioni di su-perficie, da ruotine senza speranza,da servizi solo funzionali, da occhiimpigriti non più in grado di ricono-scere il mistero.È la comunione trinitaria che può

cambiare i rapporti umani e generareazioni di riconciliazione capaci disuperare forme di divisione e disgre-gazione umana.

La pedagogia della bellezza

Qui siamo inviatati a cogliere il va-lore conoscitivo e formativo del belloe il suo significato di verità.Nel nostro cammino di cri-

stiani e consacrati abbiamo bi-sogno di riconoscere le traccedella Bellezza, una via verso ilTrascendente, verso il Misteroultimo, verso Dio, proprio perla sua caratteristica di aprire eallargare gli orizzonti della co-scienza umana, di rimandarlaoltre se stessa, di affacciarlasull’abisso dell’Infinito.«Siamo chiamati a percorre-

re la via pulchritudinis, che co-stituisce un percorso artistico,estetico, e un itinerario di fedee di ricerca teologica».I consacrati e le consacrate

sono invitati a un cammino ar-

monioso che sappia fondere il vero, ilbene, il bello, là dove talora appareche il dovere prenda il sopravvento.

La pedagogia del pensiero

Formare al gusto del profondo, alcammino interiore è quindi impre-scindibile. La formazione è un cam-mino impegnativo e fecondo, maiesaurito.Le persone consacrate sono chia-

mate a esercitarsi nel «pensiero aper-to»: il confronto con le culture e i va-lori di cui siamo portatori allenano lanostra vita ad accogliere le diversitàe a leggere i segni di Dio. La sapien-za intelligente e amorosa della con-templazione allena a una visione chesa valutare, ospitare, riferire ogni re-altà all’amore.Papa Francesco, sempre nel collo-

quio con i Superiori generali, ha af-fermato che «per capire davvero larealtà, dobbiamo spostarci dalla po-sizione centrale di calma e tranquil-lità e dirigersi verso la zona periferi-ca; Stare in periferia aiuta a vedere ecapire meglio, a fare un’analisi piùcorretta della realtà, rifuggendo dalcentralismo e da approcci ideologi-ci… Per capire ci dobbiamo “scollo-care”, vedere la realtà da più puntidi vista differenti, dobbiamo abituar-ci a pensare».Per sollecitare e favorire tale dina-

mica formativa non è sufficiente ungesto sporadico o qualche decisioneo scelta operativa. È necessario met-tere a fuoco, e adottare, uno stile divita che dia forma a un ambiente ilcui clima abituale favorisca lo sguar-do sapienziale, attento alla vita e alle

persone, sguardo che induca a crearepensiero nuovo, programmi utili, pe-dagogie mirate.«Coltivare il pensiero, formare al

giudizio, allenare la sapienza dellosguardo e alla finezza dei sentimenti,nello stile di Cristo, sono camminipropedeutici alla missione».

conclusionila resistenza al cambiamento

Nonostante ogni Istituto si sia dota-to in questi anni di una propria Ratioformationis, le applicazioni dell’iterformativo spesso restano improvvisa-te e sminuite. La pressione delle ope-re e degli impegni sempre più pesan-ti per la gestione della vita correntedelle comunità rischiano di creareuna dannosa regressione rispetto aipercorsi formativi.Per quanto riguarda la formazione

continua, c’è il rischio che se ne par-li molto, ma se ne faccia poca. Nonbasta organizzare corsi d’informazio-ne teorica di teologia e trattare temidi spiritualità, è urgente definire unacultura della formazione permanen-te. Di questa cultura dovrebbe farparte non solo l’enunciazione deiconcetti teorici, ma la capacità di re-visione e di verifica del vissuto con-creto nelle comunità.Non possiamo più rimandare il

compito di capire dove sta il nododa sciogliere per uscire dalla paralisie superare la paura dinanzi al futu-ro. Dobbiamo individuare ciò cheblocca quel dinamismo di crescita edi rinnovamento proprio della profe-zia della vita consacrata per non ri-manere imprigionati dalla paura o

dalla pigrizia. Ogni sistema stabilizzato, ten-

de a resistere al cambiamentoe si adopera per mantenere lasua posizione, spesso nascon-dendo le contraddizioni o ne-gando la realtà in nome di unaconcordia fittizia o con aggiu-stamenti di superficie.Il documento ci pone una

seria domanda: I consacrati ele consacrate cosa narrano nel-la Chiesa e nella città umana?Sono davvero una parabola disapienza evangelica e un pun-golo profetico e simbolico perun mondo “altro”?

Eugenio Brambilla

VITA CONSACRATA

Eco dei Barnabiti 2/2017 11

è necessario individuare ciò che blocca il dinamismo di crescita e di rinnovamento proprio della profezia della vita consacrata