Fondamenti di logistica di magazzino di magazzino... · In economia aziendale il termine...
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Consulenze e Formazione Logistica
Fondamenti di logistica di magazzino
1Ezio Versace
L’OPERATORE DELLA LOGISTICA E DEL MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 2
LA MANSIONE
• Nel rispetto di procedure e metodiche aziendali, l’operatore dei sistemi e dei servizi logistici interviene, a livello esecutivo, nel processo della logistica con autonomia e responsabilità.
COSA FA ?
• Metodologie di base, strumenti ed informazioni relative a movimentazione, stoccaggio, trasporto, spedizione in sistemi logistici di terra, portuali e aeroportuali
COSA DEVE CONOSCERE ?
• Deve avere competenze nella gestione degli spazi attrezzati di magazzino
• Deve avere competenze nel trattamento dei flussi delle merci
• Deve avere competenze nella documentazione di accompagnamento e dei relativi sistemi informativi
QUALI COMPETENZE DEVE AVERE?
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LE AREE DI COMPETENZA: alla fine del corso saprò…..
1. Definire e pianificare fasi delle operazioni da compiere sulla base delle istruzioni ricevute
2. Approntare spazi, strumenti, attrezzature e macchine necessari alla dislocazione delle merci Monitorare il funzionamento di strumenti, attrezzature e macchine, curando le attività di manutenzione ordinaria.
3. Rispettare le norme di salute e sicurezza sul lavoro contrastando affaticamento e malattie professionali.
4. Effettuare le operazioni di stoccaggio e movimentazione merci in conformità alla normativa di sicurezza ed in funzione delle loro caratteristiche ed utilizzo, curando la trasmissione delle informazioni.
5. Collaborare alle operazioni di trasporto e spedizione merci, curandone prelievo e imballaggio secondo le specifiche assegnate e nel rispetto della normativa di sicurezza
6. Effettuare semplici operazioni di trattamento documentale delle merci nel rispetto della normativa amministrativa e contabile di riferimento nazionale e internazionale.
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…perché avrò imparato….
1. Elementi di organizzazione aziendale
2. Elementi di qualità del servizio
3. Normative di sicurezza, igiene, salvaguardia ambientale di settore
4. Principali terminologie tecniche di settore
5. Processi di logistica integrata
6. Tecniche di comunicazione organizzativa
7. Tecniche di pianificazione
8. Principi, meccanismi e parametri di funzionamento delle macchine e delle apparecchiature per la logistica integrata
9. Tipologie delle principali attrezzature, macchine, strumenti, del ciclo logistico integrato
10. Tecniche di intervento e ripristino del funzionamento delle macchine per lo stoccaggio e la movimentazione delle merci
11. Elementi di ergonomia
12. Procedure, protocolli, tecniche di igiene, pulizia e riordino
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…ed anche ….13) Metodi e tecniche di organizzazione degli spazi di magazzino
14) Normativa di sicurezza e antinfortunistica del settore
15) Procedure di carico e scarico merci
16) Software per la gestione del magazzino
17) Tipologia, procedure di compilazione e controllo documenti
18) Tipologie di merci e specifiche di stoccaggio e movimentazione
19) Tipologie di sistemi di immagazzinamento e movimentazione merci
20) Logistica dei trasporti
21) Normativa di sicurezza e antinfortunistica del settore
22) Normativa sui trasporti
23) Procedure di compilazione e controllo documenti di trasporto
24) Tipologie di imballaggio e packaging
25) Tipologie di mezzi di trasporto
26) Procedure amministrative, fiscali e doganali relative alle spedizioni nazionali e internazionali
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LA FUNZIONE LOGISTICA
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DEFINIZIONE DI FUNZIONE LOGISTICA
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In economia aziendale il termine "Logistica" è definito come programmazione, gestione e controllo del flusso
fisico di merci e del relativo flusso di informazioni lungo l'intera catena del valore aggiunto di una
impresa. La logistica aziendale assume pertanto la funzione di un anello di congiunzione fra produzione e
consumo. Attività logistiche hanno luogo in linea di massima in ogni azienda, a prescindere dal settore
DEFINIZIONE DI FUNZIONE LOGISTICA
• Scopo della logistica è di rifornire
– La merce GIUSTA
– Al posto GIUSTO
– Nel momento GIUSTO
– Ad un costo «RAGIONEVOLE»
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TIPI DI LOGISTICA
Logistica in entrata
• La logistica in entrata si occupa dell’approvvigionamento dei materiali, cioè deve badare all’entrata dei materiali di modo che giungano in azienda secondo le quantità ed i tempi programmati
Logistica in uscita
• Si occupa della vendita di merci e prodotti ai clienti.
Logistica INTERNA
• Si riferisce allo spostamento interno dei materiali (bancalamenti, sbancalamenti, etc.) e di particolari lay-out di macchinari o di impianti.
• Rifornire la produzione di componenti, materie prime e semilavorati
• Ritirare da produzione prodotti finiti e versarli a magazzino.
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DEFINIZIONE DI FUNZIONE LOGISTICA
• IN LOGISTICA SI DISTINGUONO DUE FLUSSI
– FLUSSO FISICO
– FLUSSO INFORMATIVO
• NON PUO’ ESISTERE UN FLUSSO FISICO SENZA IL CORRISPONDENTE FLUSSO INFORMATIVO
• UNA MERCE CHE SI SPOSTA SENZA ESSERE ACCOMPAGNATA DA UNA SERIE DI INFORMAZIONI E’ UNA MERCE PERSA, NON ESISTENTE PER IL FLUSSO LOGISTICO
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FLUSSO FISICO E FLUSSO INFORMATIVO
ESTRAZIONE MATERIA
PRIMA
PRODUZIONE SEMILAVORATI
ASSEMBLAGGIREALIZZAZIONE
PRODOTTO FINITO
STOCCAGGIO PRODOTTI
FINITI
DISTRIBUZIONE PRODOTTI
FINITI
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MP estratta in attesa di
trasformazione
Semilavorato pronto in attesa
di spedizione
Assemblaggio terminato in
attesa di spedizione
Prodotto finito terminato in
attesa di stoccaggio
PF stoccato in attesa di
spedizione
METODI DI PRODUZIONE
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SU COMMESSAPER IL
MAGAZZINO
1 )Produzione SOLO su ordini acquisiti2 )Limitazione dei costi delle scorte
2) LIMITI : TECNOLOGIA / NATURA(es. produzioni di flusso/ stagioni di raccolto)
3) Mercati «prevedibili»
4) Merci deperibili
A CATALOGO
SU PROGETTO
3) Destinazione materie prime e Componenti alla commessa
4) Possibilità di programmare le attività di Magazzino in funzione della data di Consegna al Cliente
1) Minore possibilità di programmare le attività di magazzino a causa delle Previsioni +/- accurate
METODI DI GESTIONE DEL MAGAZZINO
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PRODUZIONE SU COMMESSA
PRODUZIONEPER IL
MAGAZZINO
A CATALOGO
SU PROGETTO
MAGAZZINO MATERIE PRIME E COMPONENTI
«TENDENZIALMENTE» NO MAGAZZINOPRODOTTO FINITO
PRESENZA DEL MAGAZZINO MP e COMPONENTI E PF
MP PFSL
SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
• Si occupa di :• Gestione della domanda ( utile per comprendere più
approfonditamente le esigenze dei consumatori ) • Pianificazione della domanda ( per realizzare piani di
azione più attendibili e più precisi e ridurre il numero dei resi)
• Gestione degli ordini • Pianificazione della capacità produttiva ( e quindi
l’utilizzo ottimale degli impianti ) • La pianificazione dell’utilizzo dei materiali • Integrazione fra domanda e fornitura
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IL MAGAZZINO NELLA SUPPLY CHAIN
Smorzare le irregolarità dei consumi
Smorzare le irregolarità dei ricevimenti
Ottenere flessibilità rispetto alle variazioni del mix produttivo e alle variazioni dei volumi
Ovviare alle inaffidabilità degli impianti
Risolvere problemi di manodopera
Attutire le ripercussioni dovute ai problemi di qualità
Appianare le inattendibilità delle previsioni della domanda
Ovviare alla programmazione non adeguata
Cautelarsi da fornitori non affidabili o non flessibili
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Le ragioni che obbligano le aziende a creare e mantenere scorte più o meni grandi di materie prime, componenti, semilavorati e prodotti finiti sono:
IL MAGAZZINO NELLA SUPPLY CHAIN
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Il vecchio concetto di magazzino è quello di un «contenitore» considerato solo nella sua dimensione INFRASTRUTTURALE
Il concetto moderno di magazzino è
quello di un nodo fondamentale nel
sistema infrastrutturale logistico e
quindi lo vede inserito nella rete
logistica di ogni azienda
IL MAGAZZINO NELLA SUPPLY CHAIN
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AREE DI STOCCAGGIO
MAGAZZINO PRODOTTI FINITI
MAGAZZINO MATERIE PRIME MAGAZZINO
SEMILAVORATI
MAGAZZINO ATTREZZI
MAGAZZINO SPEDIZIONI MAGAZZINO
CAMPIONI
MAGAZZINO IMBALLI
IL MAGAZZINO NELLA SUPPLY CHAIN
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CON CHI SI INTERFACCIA
FORNITORI
CLIENTI
REPARTI PRODUTTIVI INTERNI
FILIALI ESTERNE
DIMENSIONARE IL MAGAZZINO
• La formazione di scorta deriva per lo più da due cause principali:
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INSODDISFACENTE SINCRONIZZAZIONE
DEI FLUSSI DI MATERIALI
ESIGENZA DI GARANZIA DI UN
LIVELLO DI SERVIZIO
ADEGUATO
Ma anche :
ESIGENZA SEMPRE PIU’
SPINTA DI AFFIDARE AD OPERATORI
SPECIALIZZATI LE ATTIVITA’ LOGISTICHE
(TERZIARIZZAZIONE)
CODIFICAZIONE, IDENTIFICAZIONE, TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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Definizioni1. Codificazione Codificare una merce significa (letteralmente) attribuire un «codice» alla merce. Questo codice seguirà tutta l’esistenza della merce, come il nome segue l’individuo per tutta la sua vita. Servirà ad identificare la merce, a distinguerla da un’altra (magari simile o talmente simile da non potersi distinguere apparentemente alcuna differenza)
2. IdentificazioneIdentificare una merce significa determinare con assoluta certezza che la merce che stiamo osservando o movimentando è quella e non è un’altra. Può stare alla codificazione in una relazione univoca (una ed una sola merce -> un codice) o biunivoca (una ed una sola merce uno ed un solo codice)
3. Tracciamento e tracciabilitàTracciamento è quel processo (od insieme di processi) con cui si tiene traccia (e memoria) del percorso di una merce e dei tempi in cui la merce ha effettuato quel percorso.
Pertanto la tracciabilità sarà quell’insieme di tecniche e procedure che rendono il processo di tracciamento possibile.
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CODIFICAZIONE DELLE MERCI
• Ogni materia prima, semilavorato, componente, prodotto finito presente nel ciclo logistico di una azienda DEVE avere una codificazione.
• Questo requisito deriva direttamente dal principio secondo cui ogni movimento delle merci deve corrispondere ad una informazione.
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CODIFICAZIONE DELLA MERCE• Ogni azienda può assegnare alle merci che tratta una anagrafica specifica oppure si
può rifare a codifiche internazionali usate dai produttori (es. codici EAN).
• Gli elementi fondamentali dell’anagrafica sono:
1. Codice articolo ( alfanumerico – detto anche «referenza»)
2. Descrizione articolo
3. Unità di misura (primaria/secondaria)
4. Modalità di approvvigionamento (acquisto/produzione)
5. Costo unitario standard
6. Fornitori ammessi/certificati per articolo
7. Modalità e tempi standard di approvvigionamento
8. Gruppo merceologico
9. Unità di carico standard ed alternative ammesse
10. Classificazioni di sicurezza (es. materiale ADR / HACCP)
• Oltre a questi attributi ne esistono molti altri con un diverso grado di specificità.
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LIVELLI DI IDENTIFICAZIONE MERCI
Singolo articolo
Articolo – numero di serie (S/N)
Articolo – S/N –Lotto di produzione
Articolo – S/N –Lotto di produzione – Unità di carico
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TRACCIAMENTO MERCI
• Perché è necessario tracciare le merci
1. Perché se ad ogni movimento fisico non corrisponde una nuova informazione non troviamo più le merci
2. Perché senza tracciamento aumentano gli errori
3. Perché senza tracciamento diminuisce l’efficienza e la produttività
4. Perché la tracciabilità è sempre più imposta da leggi e regolamenti
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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Codice A barre
CODICE EAN
La funzione della codifica EAN (European Article Number) è rappresentare il codice numerico di ogni articolo soggetto alle specifiche EAN International (a cui aderiscono 99 paesi) in un formato leggibile automaticamente in entrambe le direzioni.
SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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EAN è un codice a barre utilizzato per l'identificazione univoca di prodotti destinati al consumatore finale. 1) Si tratta di un codice pluridimensionale: sono presenti 4
diversi spessori di barre/spazi, ognuno multiplo del modulo unitario. Lo spessore nominale del modulo è di 0,33mm con la tolleranza -20%/+100% (quindi da 0,264 a 0,66mm). È continuo, ovvero sono significativi sia gli spazi che le barre. Ogni carattere del codice è codificato come usuale in modo binario, ed ogni carattere è codificato usando 7 moduli.
2) È leggibile nei 2 sensi, e può rappresentare un numero fisso di caratteri. Le prime tre cifre identificano la nazione o il tipo. Il set di caratteri normalmente usato per la parte numerica è il OCR-B.
3) Ne esistono 2 versioni principali:l'EAN 13 (o "normale");l'EAN 8 (o "ridotto").
EAN 8
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
• UCC/EAN-128 È stato sviluppato per fornire un formato
standard per lo scambio di dati tra ditte diverse. Mentre altri standards semplicemente codificano dei dati senza dire cosa rappresentano, l'UCC/EAN-128 codifica i dati e ciò che rappresentano.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Etichetta Logistica e SSCCUn utilizzo tipico dello standard EAN 128 è l’etichetta Logistica di cui il codice SSCC fa parte.
Il codice SSCC (Serial Shipping Container Code) è la chiave utilizzata per l’identificazione delle unità logistiche.
L’unità logistica è un raggruppamento di unità commerciali confezionate insieme per la gestione del magazzino o per consentire il trasporto delle merci, come per esempio un pallet assemblato da un produttore per rispondere ad un ordine del consumatore.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCICodice SSCC
SSCCIl codice SSCC rappresenta l’elemento fondamentale dell’etichetta logistica, un particolare formato di etichetta utilizzato per trasferire le informazioni principali relative ad un’unità logistica con i codici a barre GS1-128 (EAN-128).
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
ETICHETTA LOGISTICA
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L’etichetta logistica consente di:1. Identificare rapidamente le unità distribuite nel mercato, facilitando il ritiro delle
merci in caso di emergenza.2. Tracciare precisamente i flussi di merci all’interno della sua catena di
movimentazione.3. Risalire velocemente allo stabilimento di produzione dei prodotti stoccati in un
determinato deposito o al lotto che li ha generati.4. Integrando l’etichetta logistica con lo scambio elettronico dei documenti (EDI), in
particolare con il messaggio DESADV (avviso di spedizione o despatch advice), il distributore può sapere quali caratteristiche hanno le merci che sono in arrivo, prima ancora di averle ricevute.
SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
ETICHETTA LOGISTICA
Si compone di tre sezioni
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Nella prima parte in alto si possono inserire le informazioni libere ed informative di qualsiasi genereNormalmente sono informazioni utili per il trasporto
Nella parte centrale dell'etichetta sono contenuti le informazioni in chiaro dei codici che vengono scritti nel Codice a BarreNormalmente sono informazioni utili per il cliente
Nella parte sotto in basso devono venire stampati i codici a barre con in ultima il codice SSCC.Normalmente sono informazioni utili per il fornitore
Formato : A5 (105 mm x 210 mm)E’ possibile ridurre l’altezza se si intende stampare solo il codice SSC ma la larghezza dovrà rimanere sempre uguale (105)
SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Esempi di utilizzo del codice a barre EAN 128
TRACCIABILITA’ TOTALE («FULL TRACEABILITY») del prodotto dalla linea di produzione allo smaltimento.
1) LOTTO DI PRODUZIONE
2) DATA DI PRODUZIONE
3) UNITA’ DI CARICO
4) DATA DI SPEDIZIONE
5) DATA DI CARICO A MAGAZZINO
6) DATA DI PRELIEVO
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
La normativa comunitaria riferita al settore agroalimentare con la pubblicazione del regolamento (CE) n. 178/2002 dispone che sia applicata in tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione, la tracciabilità degli alimenti, dei mangimi, degli animali destinati alla produzione alimentare e di qualsiasi sostanza destinata o atta a entrare a far parte di alimenti o mangimi.Dal 1° gennaio 2005 il sistema di rintracciabilità è stato introdotto ed attuato in tutti i paesi dell'Unione Europea.
Il codice EAN/UCC 128 è il sistema per la codifica dei prodotti condiviso a livello internazionale, di cui è raccomandata caldamente una corretta diffusione anche in Italia. Questo standard è studiato e sviluppato per implementare progetti di tracciabilità di filiera (per filiera si intende l'insieme dei processi logistico-produttivi interaziendali).
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Attraverso la tracciabilità si abbina ad ogni lotto di produzione una carta d'identità elettronica in cui ogni azienda può inserire un'ampia serie di informazioni destinate ad accompagnare il prodotto lungo il percorso di filiera che porta dal produttore al distributore fino al consumatore finale.
Tali dati possono essere relativi alla provenienza delle materie prime, al processo produttivo o al prodotto finito, lungo la catena produttiva o direttamente nel magazzino logistico a prodotto finito, tramite le Stampanti per la Logistica dovrà essere posta una etichetta identificativa
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Lo standard EAN/UCC 128 permette di fornire informazioni utili per l'identificazione dell'unità logistica e l'individuazione del suo contenuto, di specificare diverse tipologie di date (produzione, imballaggio, scadenza, ecc.) e il lotto di produzione dei prodotti.Tali dati si rivelano di estrema utilità per l'implementazione di efficaci procedure di ritiro delle merci dal circuito commerciale.L'etichetta contiene anche informazioni relative alle dimensioni dell'unità logistica nonché dati di varia natura quali il numero seriale del prodotto, il codice EAN del contenitore da rendere, il prezzo per unità di misura, il codice di riferimento di un'eventuale offerta ed altri ancora.L'SSCC può essere riutilizzato dodici mesi dopo lo smantellamento dell'unità logistica cui era attribuito.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Come l’etichetta logistica e il codice SSCC facilitano la tracciabilità di filieraCorretta gestione delle
movimentazioniLa lettura mediante scanner dell'SSCC sull'etichetta logistica consente di seguire e rintracciare le singole unità, fornendo un collegamento fra il movimento fisico delle merci e il relativo flusso di informazioni.Offre inoltre l'opportunità di realizzare un'ampia gamma di applicazioni quali il cross-docking, l'inoltro delle spedizioni, il ricevimento automatizzato, ecc.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Come l’etichetta logistica e il codice SSCC facilitano la tracciabilità di filieraConoscenza anticipata delle caratteristiche
della merceUn ulteriore guadagno di efficienza viene ottenuto integrando l'etichetta logistica UCC/EAN-128 con la trasmissione elettronica di dati del messaggio DESADV (avviso di spedizione) dal fornitore al distributore. Questa soluzione consente al distributore di sapere quali caratteristiche hanno le merci che sono in arrivo prima ancora di averle ricevute.Al momento dell'arrivo, quindi, è sufficiente leggere il codice SSCC per reperire l'avviso di spedizione elettronico contenente le informazioni relative all'unità logistica.Il flusso sincronizzato e ottimizzato delle informazioni e delle merci consentirà di ridurre drasticamente gli errori al momento della presa in carico dei prodotti, renderà più preciso lo scambio dei dati e farà diminuire i tempi di movimentazione.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Come l’etichetta logistica e il codice SSCC facilitano la tracciabilità di filieraRintracciabilità veloce dei
prodotti difettosiUtilizzando questo strumento diventa possibile all'azienda rintracciare e quindi se necessario escludere dal processo di commercializzazione, una partita di prodotto difettosa anche quando è uscita dai suoi stabilimenti.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Come l’etichetta logistica e il codice SSCC facilitano la tracciabilità di filieraAumento dell'efficienza nel
processo di movimentazione della merceOgni intermediario può accedere alle informazioni di interesse operativo contenute nell'etichetta logistica e sfruttarle per ottimizzare la sua attività.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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QR CODE
Un codice QR (in inglese QR Code, abbreviazione diQuick ResponseCode)[1] è un codice a barrebidimensionale (o codice 2D)[2], ossia a matrice, composto da moduli neri disposti all'interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate a essere lette tramite un telefono cellulare o unosmartphone. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici o 4.296 alfanumerici.
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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RFID, il barcode che comunica via "radio". La sigla RFID - Radio Frequency Identification, ossia "identificazione in radiofrequenza" è una unatecnologia di identificazione automatica basata sulle onde radio, che in determinate situazioni può sostituire il codice a barre, offrendo una serie di vantaggi tra cui la possibilità di lettura anche in assenza di visibilità diretta.Vantaggi della tecnologia RFIDIn termini generali si può dire che un sistema RFID è composto da un'etichetta "intelligente" (un circuito elettronico detto "tag" che contiene dati e che può avere un aspetto totalmente diverso da una vera etichetta) e da un sistema antenna-lettore che comunica con il tag tramite uno scambio di onde radio.
SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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Tipologie di tagI Tag, o etichette intelligenti, possono essere classificati in base a diversi criteri. La prima distinzione è: Tag Passivi e Tag Attivi; i primi "più economici" sono privi di una propria alimentazione elettrica e traggono l'energia necessaria per il loro funzionamento dalle stesse onde radio emesse dal lettore; i secondi, invece, sono alimentati da una batteria, hanno maggiore potenza e quindi possono comunicare su distanze più lunghe. Un'altra distinzione è quella tra Tag "a sola lettura" e a "lettura/scrittura" Nel primo caso l‘informazione contenuta nel Tag può soltanto essere letta ma non modificata; nel secondo caso, tramite le onde radio trasmesse dal sistema di lettura, è possibile cancellare la memoria del Tag e immagazzinare in essa un nuovo contenuto
SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
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Il valore aggiunto dell’Rfid, sta nella sua capacità di memoria che permette di collegare i prodotti ai sistemi di gestione. Le etichette dotate di questa tecnologia, a differenza delle colleghe chipless, sono in grado di fornire indicazioni in merito alla tipologia del prodotto così, oltre ad attivare i sistemi di allarme in caso di furto o semplicemente di perdita della merce, che a volte non è sparita ma è nascosta da qualche parte in magazzino.Il vantaggio dei tag Rfid è di essere a tutti gli effetti una porzione dei sistemi di information technology il che genera notevoli efficienze operative, soprattutto nel campo del retail.
SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Tecnologia elettromagnetica
Utilizzo antitaccheggio : se la frequenza è quella non ci sarà reazione, altrimenti scatterà l’allarme. Il raggio d’azione del rilevamento elettromagnetico è estremamente ridotto. Se utilizzata nell’antitaccheggio i varchi devono essere posti in modo che l’eventuale merce rubata passi loro relativamente vicino, per dare modo alle antenne di captarne la frequenza.
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Sono etichette contenenti una striscia di ferro che vengono attaccati alla merce con uno strato adesivo. Sono tipici dell’antitaccheggio (negozi, supermercati, librerie, biblioteche). L’etichetta può essere disattivata da uno scanner presente e riattivata e riutilizzata a basso costo. Quando il prodotto passa attraverso il varco elettromagnetico, il tag trasmette una frequenza magnetica che viene captata da un’antenna ricevente integrata nei varchi.
Stadio primario della identificazione delle merci : identificano solo l’esistenza della
merce . Non dicono di che merce si tratta
SISTEMI DI TRACCIAMENTO DELLE MERCI
Tecnologia MAGNETO ACUSTICA
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Tipici sistemi antitaccheggio dei negozi per abbigliamento,
analoghi a quelli elettromagnetici ma che operano a una frequenza
a più ampio raggio. In questo caso il trasmettitore invia un segnale
(circa 58 kHz), che attiva i tag magneto-acustici sui prodotti in
transito nella zona di sorveglianza. L’etichetta risponde, emettendo
un singolo segnale di frequenza che viene rilevato e analizzato da
un ricevitore che fa partire l’allarme (luminoso e/o sonoro) nel caso
il tag non sia stato smagnetizzato.
Questo tipo di materiale è magnetorestrittivo, il che significa che
quando il tag si inserisce in un campo magnetico, si restringe
fisicamente (maggiore è l’intensità del campo magnetico più
piccolo diventa il metallo): quindi, se viene azionato, funziona
proprio come un diapason, assorbendo energia e cominciando a
suonare.
PROCESSI DI MAGAZZINO
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LAY-OUT DI MAGAZZINO
• MAGAZZINI DI UN REPARTO PRODUTTIVO
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REPARTOSTOCCAGGIO PF
STOCCAGGIO MERCI/SL/ COMP/MP
EntrataUscita
RICEV.IMBALLO E SPEDIZIONE
LAY-OUT DI MAGAZZINO
• MAGAZZINI DI UN’AZIENDA DISTRIBUTIVA
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STOCCAGGIO
EntrataUscita
RICEV.IMBALLO E SPEDIZIONE
DIAGRAMMA DEI FLUSSI DI UN MAGAZZINO DISTRIBUTIVO
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FORNITORE
•ACCETTAZIONE
RICEVIMENTO MERCE
•COLLAUDO
COLLAUDO
•STOCCAGGIO
STOCK
•PICKING
IMBALLO
•IMBALLAGGIO
SPEDIZIONE
•SPEDIZIONE
CLIENTE
UBICAZIONE MOVIMENTO
ORDIN. A/ACCETT.
ACCETT. A/COLL.
COLL A/STOCC.
STOCC. A/PICKING
PRELEV. A/IMBALL.
SPEDITO A/PAG.
IMBALL. A/SPEDIZ.
STATOFlusso fisico
Flusso informativo
DIAGRAMMA DEI FLUSSI DI UN MAGAZZINO PRODUTTIVO : MATERIE PRIME , SEMILAVORATI,
COMPONENTI
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FORNITORE
•ACCETTAZIONE
RICEVIMENTO MERCE
•COLLAUDO
COLLAUDO
•STOCCAGGIO
STOCK
•PICKING
LAVORAZIONI E ASSEMBLAGGI
UBICAZIONE MOVIMENTO
ORDIN. A/ACCETT.
ACCETT. A/COLL.
COLL A/STOCC.
STOCC. A/PICKING
PRELEV. A/ LAVORAZ.
STATOFlusso fisico
Flusso informativo
DIAGRAMMA DEI FLUSSI DI UN MAGAZZINO PRODUTTIVO : PRODOTTI FINITI
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LAVORAZ. E ASSEMBL.
•ACCETTAZIONE
RICEVIMENTO MERCE
•COLLAUDO
COLLAUDO
•STOCCAGGIO
STOCK
•PICKING
IMBALLO
•IMBALLAGGIO
SPEDIZIONE
•SPEDIZIONE
CLIENTE
UBICAZIONE MOVIMENTO
OdLA/ACCETT.
ACCETT. A/COLL.
COLL A/STOCC.
STOCC. A/PRELIEVO
PRELEV. A/IMBALL.
SPEDITO A/PAG.
IMBALL. A/SPEDIZ.
STATOFlusso fisico
Flusso informativo
DESCRIZIONI STATI MERCE A MAGAZZINO
LISTA MOVIMENTI DI MAGAZZINO DISP. UBICAZ.
1 Merce ordinata al fornitore, confermati da fornitore, in attesa di essere ricevuti
NO NESSUNA
2 Merce consegnata in area ricevimento merce in attesa di essere controllata/collaudata
NO RM
3 Merce collaudata in attesa di essere stoccata SI COLLAUDO
4 Merce stoccata in attesa di essere prelevata SI STOCK
5 Merce prelevata in attesa di essere imballata NO IMBALLO
6 Merce imballata in attesa di essere spedita NO SPEDIZIONE
7 Merce spedita in attesa di essere pagata
NO NESSUNA
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DESCRIZIONI STATI MERCE A MAGAZZINO
LISTA MOVIMENTI DI MAGAZZINO DISP. UBICAZ.
1Merce/Materie prime/Componenti/Semilavorati ordinati al fornitore, confermati da fornitore, in attesa di essere ricevuti NO NESSUNA
2Merce/Materie prime/Componenti/Semilavorati consegnati in area ricevimento merce in attesa di essere controllata/collaudata NO RM
3Merce/Materie prime/Componenti/Semilavorati collaudati in attesa di essere stoccati SI COLLAUDO
4Merce/Materie prime/Componenti/Semilavorati stoccati in attesa di essere prelevati SI STOCK
5Merce/Materie prime/Componenti/Semilavorati prelevati in attesa di essere assemblati NO REPARTO
6 Prodotti finiti ricevuti da produzione in attesa di essere collaudati/stoccati NO REPARTO
7Prodotti finiti stoccati in attesa di essere prelevati SI STOCK PF
8 Prodotti finiti prelevati in attesa di essere imballati NO IMBALLO
9Prodotti finiti imballati in attesa di essere spediti NO SPEDIZIONE
10 Prodotti finiti spediti in attesa di essere pagati NO NESSUNA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 58
LA ACCETTAZIONE MERCI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 59
ACCETTAZIONE MERCI
• E’ il processo più delicato di tutto il magazzino poiché con esso, contabilmente, si genera una quantità che prima non esisteva.
• Fisicamente consiste nello scarico della merce da un mezzo di trasporto giunto in azienda in un’area predefinita chiamata «Ricevimento merci»
• Si può eseguire solo se esiste un ordine fornitore precedentemente inserito.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 60
FLUSSO DI RICEVIMENTO MERCI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 61
ORDINE CLIENTE
STOCK NON DISPONIBILE
STOCK DISPONIBILE
ORDINE PRELIEVO
PRELIEVO IMBALLAGGIO SPEDIZIONE
ORDINE ACQUISTO
ORDINE PRODUZIONE
PRODUZIONE
VERSAMENTODA
PRODUZIONE
SPEDIZIONE MERCE
CONFERMA DATA DI
SPEDIZIONE
CONTABILITA’ REGISTRAZIONE
FATTURA
ACCETTAZIONE MERCE A
MAGAZZINO
B.E.M.
RICEVIMENTO MERCE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 62
1
2
3
4
1 – Verifica documento2 – Scarico merce a terra3 – Interrogazione sistema4 – TRX RM ( es. MIGO ) e stampa
etichette barcode
CONTROLLI DA EFFETTUARE IN ACCETTAZIONE
1) Esistenza di documento relativo alle merci (es. DDT, Fattura Accompagnatoria, Lista di imballaggio – Packing List – CMR – Lettera di Vettura del Corriere –AWB, Bolletta doganale + fattura extra cee).
2) Controllo dell’integrità/stabilità dell’imballo.
3) Controllo del numero dei colli/descrizione imballi e corrispondenza con documento accompagnatorio.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 63
CONDOTTE DA TENERE AL RM
1) Non salire / entrare sul mezzo di trasporto A MENO CHE non si sia autorizzati dal capo.
2) Non lasciare utilizzare gli strumenti di lavoro (transpallet, muletto etc. all’autista).
3) Controfirmare per ricevuta la copia del documento accompagnatorio apponendo sempre:
– Data, Orario
– Dicitura «ACCETTATO CON RISERVA DI VERIFICA»
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 64
PIANIFICAZIONE ARRIVO MERCI
1) E’ responsabilità dell’Ufficio Acquisti ( o dei CE.DI ) fornire al magazzino un piano accurato degli arrivi di merce.
2) Mantenere in efficienza le attrezzature per lo scarico e posizionamento merci (carrello, transpallet, rulliere, terminalini portatili etc. )
3) Mantenere libere e pulite le zone di deposito della merce scaricata.
4) Verificare efficienza delle infrastrutture dedicate allo scarico merce ( es. portoni automatici, saracinesche, pedane).
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 65
PIANIFICAZIONE SPAZI DI RICEVIMENTO
1) Lo spazio dedicato al ricevimento solitamente si calcola per lunghi intervalli di tempo ( 6 mesi/ 1 anno/ 2 anni ).
2) Il calcolo si basa su una previsione di flussi e di volumi di arrivo.
3) Lo spazio viene calcolato sulla base delle dimensioni delle unità di carico standard (pallets, casse, rulli, etc…)
4) E’ possibile (soprattutto nelle aziende industriali) trovare nell’area ricevimento merci diverse sezioni «particolari» ▪ Controllo Qualità▪ Stoccaggio Ricezioni Anomale▪ Magazzino resi
5) E’ necessario prevedere un’area per lo «sballaggio» e smaltimento rifiuti.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 66
PIANIFICAZIONE ARRIVO MERCI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 67
PIANIFICAZIONE ARRIVO MERCI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 68
PIANIFICAZIONE ARRIVO MERCI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 69
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 70
PROCESSO DI STOCCAGGIO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 71
DIAGRAMMA DEI FLUSSI DI UN MAGAZZINO DISTRIBUTIVO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 72
FORNITORE
•ACCETTAZIONE
RICEVIMENTO MERCE
•COLLAUDO
COLLAUDO
•STOCCAGGIO
STOCK
•PICKING
IMBALLO
•IMBALLAGGIO
SPEDIZIONE
•SPEDIZIONE
CLIENTE
UBICAZIONE MOVIMENTO
ORDIN. A/ACCETT.
ACCETT. A/COLL.
COLL A/STOCC.
STOCC. A/PICKING
PRELEV. A/IMBALL.
SPEDITO A/PAG.
IMBALL. A/SPEDIZ.
STATOFlusso fisico
Flusso informativo
PROCESSO DI STOCCAGGIO
• Si effettua solo a fronte di un Ordine di Trasferimento
• Scegliere il tipo di posizionamento :
- Per sovrapposizione
- Su scaffale
• Scegliere l’ubicazione di posizionamento.1. Vincolo di spazio
2. Vincoli di microclima / condizionamento
3. Vincoli di scadenza (es. magazzini FIFO )
4. Vincoli di peso
5. Vincoli di dimensione
6. Vincoli di sicurezza
7. Vincoli di valore
8. Velocità di rotazioneEzio Versace Consulenze e Formazione Logistica 73
CRITERI DI PRELIEVO E STOCCAGGIO
• FIFO = First in First Out
– Tipico dei materiali con problematiche di scadenza, lotto.
– Scaffali a gravità, drive-in
• LIFO = Last in First Out
– Scaffali a profondità doppia
– Nessun problema di gestione delle scadenze e dei lotti.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 74
PROCESSO DI STOCCAGGIOIl risultato dell’applicazione dei criteri precedenti si dice «MAPPA DEL MAGAZZINO»
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 75
PROGETTARE IL MAGAZZINO
• Per progettare un magazzino occorre:
• Misurare – Spazio
– Risorse ( mezzi ed uomini )
Necessari per stoccare i materiali e svolgere le attività richieste
Dati di input :
Giacenze : quantitativo max che il magazzino deve contenere
Flussi : prestazioni richieste al magazzino in termini di movimentazione per unità di tempo
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 76
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• Dimensionamento – Analisi ABC• Un dimensionamento corretto dell’area di stoccaggio può basarsi solo sugli articoli di classe A e B, che
rappresentano in 95% della giacenza complessiva
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 77
% c
um
ula
ta v
alo
re s
tock
PRINCIPIO DI PARETO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 78
Principio di Pareto (o principio della scarsità dei fattori), e che è sintetizzabile
nell'affermazione: la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto
di cause (considerando grandi numeri). Questo principio, in realtà, è il risultato
della distribuzione paretiana.
PROGETTARE UN MAGAZZINO
Dimensionamento del magazzino – ABCSpesso considerare il solo valore cumulato non basta : occorre raffinare l’analisi con altre misurazioni
1. ROTAZIONE = ( n. prelievi / unità di tempo )
2. VOLUME OCCUPATO DAI CODICI
QUINDI
Solo l’incrocio ponderato di queste tre variabili restituisce un valore affidabile della ripartizione ABC
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 79
ROTAZIONEVOLUME
VALORE
PROGETTARE UN MAGAZZINO• Dimensionare un magazzino in ABC Esempio industria petrolifera
ROTAZIONE = N. Prelievi per unità di tempo
GUARNIZIONI : 75% dei prelievi
TUBI : 15% dei prelievi
VALVOLE : 10% dei prelievi
VOLUME OCCUPATO DAI CODICI
TUBI : 80% del volume totale
GUARNIZIONI : 15% del volume totale
VALVOLE : 5% del volume totale
VALORE INVENTARIALE DEI CODICI
VALVOLE : 75% del valore totale
TUBI : 20% del valore totale
GUARNIZIONI : 5% del valore totale
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 80
% p
relie
vi%
vo
lum
e%
val
ore
INDICE DI ROTAZIONE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 81
𝐼𝑅𝑞 =σ𝑞 𝑢𝑠𝑐𝑖𝑡𝑒
σ 𝐺1 ∗ 𝑁1 + 𝐺2 ∗ 𝑁2 + ……(𝐺𝑛 ∗ 𝑁𝑛)/𝑛
𝐼𝑅𝑣 =σ𝑣 𝑢𝑠𝑐𝑖𝑡𝑒
σ 𝑉1 ∗ 𝑁1 + 𝑉2 ∗ 𝑁2 + ……(𝑉𝑛 ∗ 𝑁𝑛)/𝑛
PROGETTARE UN MAGAZZINO
Dimensionamento
Valore desiderato degli stock
Politica delle scorte
Politica degli approvvigionamenti
Scelte strategiche di supply chain
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 82
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• Nel progettare lo spazio e le strutture di magazzino occorre sempre tenere presente un
«PUNTO DI DISACCOPPIAMENTO»
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 83
IL MAGAZZINO È UNA STRUTTURA
SUFFICENTEMENTE «RIGIDA» => dipende da INVESTIMENTI
INFRASTRUTTURALI
IL VOLUME DELLE SCORTE È UNA GRANDEZZA «VOLATILE» => dipende da SITUAZIONI DI
MERCATO
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• Giacenza minima - Gmin
• Giacenza media - Gmed
• Giacenza massima - Gmax
La giacenza dei prodotti di classe A e
B ( volumi ) va considerata in 3
dimensioni
Questi tre valori sono soggetti alla variabilità
del mercato ed alla politica di
approvvigionamento
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 84
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• Magazzino minidimensionato ( vol = Gmin )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 85
• Minimi investimenti infrastrutturali
• Massima varibilizzazione dei costi
PRO
• Max necessità di ricorrere a risorse eccezionali per sopperire alle punte di stock
• Necessità di mantenere un a rete permanente di subfornitori esterni
• Altri costi di sottodimensionamento ( Trasporti, intasamento, inefficenze )
CONTRO
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• Magazzino mediodimensionato ( vol = Gm )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 86
• Contenuti investimenti infrastrutturali
PRO
• Necessità di ricorrere a risorse esterne per sopperire alle punte di stock
• Ricorso a subfornitori esterni potenzialmente disottimizzato
CONTRO
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• Magazzino maxidimensionato ( vol = Gmax )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 87
• Possibilità di far fronte a tutti i picchi di stock ragionevolmente prevedibili.
PRO
• Spreco di investimenti infrastrutturali
CONTRO
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• Per progettare un magazzino occorre stabilirne la tipologia
• A) A seconda della loro posizione nella rete logistica– Magazzini iniziali
• Materie prime , Semilavorati, Componenti acquistati dal mercato
– Magazzini interoperazionali• Svincolano i ritmi di produzione tra i vari reparti
– Magazzini del prodotto • In fabbrica e nei depositi di distribuzione commerciale
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 88
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• B) I magazzini devono essere classificati anche in base al tipo di merce da conservare:– barre e tubi in fasce– fogli in pacchi e risme– scatole e contenitori in pallet– fusti e barattoli in pallet– Sacchi in pallet– Magazzini per merci incoerenti – Depositi
• Depositi per solidi ( in mucchio oppure sili a celle)• Depositi per liquidi ( serbatoi ) • Depositi per gas ( bombole )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 89
PROGETTARE UN MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 90
UNITA’ DI CARICO• SI INTENDONO CONTENITORI DI VARIO
GENERE O PALLET DA IMMETTERE IN MAGAZZINO SECONDO VARIE MODALITA’
• LE MODALITA’ SONO FONDAMENTALMENTE DUE
– SOVRAPPOSIZIONE DIRETTA DELLE UDC
– SCAFFALATURA
PROGETTARE UN MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 91
UNITA’ DI CARICO• Per progettare il magazzino occorre
innanzitutto definire l’unità di carico o le unità di carico che si intendono gestire.
PROGETTARE UN MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 92
UNITA’ DI CARICO
L’operazione non è banale : anche se la GDO sta tentando di standardizzare il più possibile ci sarà sempre un’aliquota di merci che sfugge alla standardizzazione in unità di carico.
EUROPALLET
Dimensioni = 80 x 120 9 piedini da 14, 5 x 10I piedini sono uniti da tre liste di legno 10 (8) x 120 spessore 20 mmQuesto tipo di pallet può essere così inforcato da ogni lato e viene pertanto definito a quattro vie.
Ne esistono 2 tipiT8 = portata max 450 KgT10 = portata max 700 Kg
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 93
ALTRE MISURE EUR - ISO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 94
EPAL
• Associazione Europea di diritto tedesco senza fini di lucro che riunisce fabbricanti negozianti, riparatori, utilizzatori di pallet EPAL e materiali associati di qualità certificata.
• Promuovere e applicare la garanzia di qualità per i pallet EPAL prodotti in tutta Europa secondo criteri omogenei e riconosciuti. Rappresentare gli interessi commerciali dei suoi membri intervenendo ogni qualvolta le regole di qualità ed i diritti del marchio non sono rispettati.
• Mettere a disposizione degli operatori in Europa ed in altre parti del mondo un pallet EPAL interscambiabile di qualità soddisfacente e standardizzata.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 95
EPALIn che modo EPAL garantisce la qualità?
ELABORANDO una serie di regole tecniche comprendenti le disposizioni relative all'autorizzazione di fabbricazione, commercio, o riparazione di prodotti di qualità certificata, come pure delle modalità di controllo.
DETERMINANDO i criteri di scambio sulla base delle specifiche tecniche.
SCEGLIENDO le società di controllo responsabili della qualifica delle imprese, del rispetto delle specifiche e della regolamentazione.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 96
EPAL
REALIZZANDO le attività di controllo nella fase di fabbricazione, riparazione e commercializzazione, per imporre il rispetto delle specifiche UIC 435-2 e UIC 435-4.
NOTIFICANDO le decisioni di attribuzione delle autorizzazioni, delle sigle e delle aggraffature di controllo, nonchè del sigillo di controllo EPAL.
TUTELANDO i marchi depositati wpe3.jpg (1333 bytes) e wpe3C.jpg (1404 bytes).REDIGENDO E COMUNICANDO l'elenco delle società riconosciute EPAL.
ELABORANDO la politica di promozione della procedura EPAL.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 97
EUROPALLET – INTERSCAMBIABILITA’
• I primi esempi di interscambiabilità dell'attrezzatura si ebbero anche grazie alla collaborazione delle più grandi imprese ferroviarie che procedettero all'approvvigionamento di pallet in grande numero, marcandone con il loro logo sui piedini, accompagnandolo dalla scritta "EUR" inserita in un ovale.
• Identico passo venne fatto dalle grandi aziende che lo utilizzarono in parte anche a scopo pubblicitario grazie sempre alla presenza del marchio impresso a fuoco sul legno.
• La sempre maggior importanza del pallet nel movimento internazionale delle merci è stato anche per la prima volta preso in considerazione dalle autorità della CEE con l'emanazione, il 9 dicembre 1960, della prima convenzione relativa al trattamento doganale dei pallet; in questa sede si decise per la prima volta che l'attrezzo poteva entrare ed uscire liberamente dagli stati membri senza essere soggetto ad imposta daziaria.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 98
PALLET EPAL
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 99
Il Bancale EPAL (120x80 cm) è composto nel seguente modo:N.2 assi a terra: 120 x 10 x 2,2 cmN.2 assi per il piano: 120 x 14,5 x 2,2 cmN.1 asse per il piano: 120 x 14,5 x 2,2 cmN.3 fasce: 80 x 14,5 x 2,2 cmN.1 asse a terra: 120 x 14,5 x 2,2 cmN.2 assi per il piano: 120 x 10 x 2,2 cmN.6 cubetti centrali: 14,5 x 10 x 7,8 cmN.3 cubetti centrali: 14,5 x 14,5 x 7,8 cmQuesto tipo di bancale è stato concepito per sopportare nell'impilaggio su scaffali o nel trasporto con le forche di un carrello elevatore:- una qualsiasi massa di 1.000 kg.- una massa uniformemente distribuita di 1.500 kg.- una massa compatta di 2.000 kg. posta uniformemente su tutta la superficie del pianale superiore.
PROGETTARE UN MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 100
UNITA’ DI CARICO• SCAFFALATURE A GRAVITA’
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• INDICI DI MAGAZZINO
– INDICE DI SELETTIVITA’ ( Isel )
• Isel = n. codici prelevabili direttamente / n. codici totale
– INDICE DI ROTAZIONE (Ir )
• Ir = n. UC prelevate in Un. T / Giacenza media
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 101
PROGETTARE UN MAGAZZINO
Alta selettività
– lenta rotazione
Alta selettività
– alta rotazione
Bassa selettività
– lenta rotazione
Bassa selettività
– alta rotazione
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 102
I DUE PRINCIPALI INDICI GESTIONALI DI MAGAZZINO , COMBINATI , DANNO LUOGO A:Se
lett
ivit
à
Rotazione
Bassa selettività=Il 50% dei codici Richiede uno spostamento Per essere prelevati
Lenta rotazione = ½ prelievi al mese
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• INDICI STRUTTURALI DI MAGAZZINO– Indice di rendimento superficiale (Is)
• Is = Superficie utilizzata / Superficie totale
– Indice di rendimento volumetrico (Iv)
• Iv = Volume utilizzato / Volume totale
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 103
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• STOCCAGGIO PER SOVRAPPOSIZIONE DIRETTA
– Metodo usato per bassa selettività e bassa rotazione
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 104
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• STOCCAGGIO PER SOVRAPPOSIZIONE DIRETTA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 105
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• STOCCAGGIO PER SOVRAPPOSIZIONE DIRETTA
– Metodo usato per bassa selettività e bassa rotazione
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 106
• Alto Iv
• Adatto per merci leggere
• Adatto per contenitori rigidiPRO
•Non adatto per merci piccole (Iv basso )
•Non adatto per contenitori di forme diverse ( pile instabili )
CONTRO
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• STOCCAGGIO IN SCAFFALI FLOW – RAIL
– Metodo usato per alta selettività ed alta rotazioneSoprattutto per magazzino LIFO : le Udc di una stessa voce sono posizionate nella stessa corsia con un’unica via di entrata e di uscita in modo che il primo pallet ad entrare sia l’ultimo ad uscire
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 107
PROGETTARE UN MAGAZZINO
• STOCCAGGIO IN SCAFFALI DRIVE – THROUGH
– Metodo usato per alta selettività ed alta rotazioneUna variante del flow-rail ( ma non solo ) è il magazzino Drive – through
Le scaffalature drive – through consentono di posizionare la merce da un lato e di prelevarla da quello opposto ( logica FIFO )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 108
http://www.mecalux.it/scaffalature-per-pallet/scaffalature-drive-in
MAPPATURA DEL MAGAZZINO
La mappatura del magazzino permette due modalità di stoccaggio della merce:
- Modalità manuale
- Modalità «pilotata» dal sistema informatico.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 109
TECNICHE DI STOCCAGGIO DELLE MERCE
Modalità manuale = il magazziniere decide discrezionalmente dove posizionare la merce.
La modalità manuale è praticabile (e preferibile) quando: 1) La merce da stoccare è tendenzialmente sempre della stessa tipologia.
2) E’ tendenzialmente possibile dedicare sempre gli stessi spazi allo stesso tipo di merce.
3) La merce trattata è sempre stoccata nelle medesime Udc (es. pallet, cartoni, casse).
4) Altamente riconoscibile a vista.
5) Scarsamente confondibile
6) Non necessita di particolari sistemi di identificazione (es. barcode )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 110
TECNICHE DI STOCCAGGIO DELLE MERCE
Modalità manuale - Vincoli
Per le caratteristiche viste prima la modalità manuale risulta praticabile :
1) Nelle aziende di produzione ripetitiva (utilizzo sempre gli stessi componenti , semilavorati, materie prime)
2) Nelle aziende in cui il metodo di riassortimento non cambia nel breve-medio periodo.
3) Nelle aziende in cui il flusso di utilizzo della merce è tendenzialmente costante nel tempo.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 111
TECNICHE DI STOCCAGGIO DELLE MERCE
Modalità manuale - Vantaggi
1) La modalità manuale permette di prendere decisioni autonome (es. decidere che la merce a più alta rotazione sia posizionata nei luoghi più accessibili)
2) Permette di poter posizionare le Udc fuori dimensione (standard) nelle ubicazioni che il magazziniere ritiene preferibili.
3) E’ del tutto compatibile con l’informatizzazione del magazzino (es. gestione delle ubicazioni) .
4) E’ del tutto compatibile con i sistemi di tracciabilità della merce (es. etichettatura barcode, RFID etc. etc. )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 112
TECNICHE DI STOCCAGGIO DELLE MERCE
Modalità manuale - Svantaggi
1) Non è garantito il razionale ed efficiente sfruttamento degli spazi a disposizione.
2) Non è possibile una programmazione a breve-medio termine degli spazi liberi ( a meno che i flussi di merci in entrata ed in uscita siano altamente regolari ).
3) Ci sono minori controlli sull’ubicazione della merce rispetto ad un sistema guidato e quindi maggior probabilità di errori.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 113
TECNICHE DI STOCCAGGIO DELLE MERCE
Modalità pilotata = il magazziniere non decide discrezionalmente dove posizionare la merce ma la decisione è presa dal WMS (warehouse management system) .
La modalità pilotata si può effettuare solo alle seguenti condizioni: 1) La merce da stoccare è tendenzialmente sistemata in Udc standard (es.
europallet, casse etc. ) .
2) Deve esistere una anagrafica dei PESI e delle DIMENSIONI sia delle Udc che degli articoli da stoccare in maniera pilotata.
3) Le ubicazioni di magazzino gestite dal WMS non possono essere gestite manualmente e viceversa.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 114
TECNICHE DI STOCCAGGIO DELLE MERCE
Modalità pilotata - Vantaggi
1) L’operatore non ha più alcuna responsabilità nel decidere l’ubicazione della merce da stoccare.
2) Se correttamente programmato, il WMS permette la gestione più razionale possibile degli spazi, la minimizzazione dei percorsi e quindi l’ottimizzazione dei tempi delle missioni di stoccaggio.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 115
TECNICHE DI STOCCAGGIO DELLE MERCE
Modalità pilotata - Svantaggi
1) Rigidità : si possono gestire con WMS solo Udc «note» al sistema ( pesi e dimensioni ). E’ molto complicato (non economico) gestire Udc fuori misura.
2) Complessità nella programmazione dei criteri di immagazzinamento.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 116
MISSIONI DI STOCCAGGIODefinizione
Ordine dato dal sistema di posizionare la merce a magazzino.
1) La merce da stoccare dovrà risultare già etichettata
2) La lista di stoccaggio (ordine di stoccaggio) può essere di due tipi:
1) Cartacea (metodo più antico)
2) Su terminale : si conferma l’ubicazione della merce una volta che la
stessa è stata posizionata sullo scaffale.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 117
MISSIONE DI STOCCAGGIO CARTACEA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 118
Liste di stoccaggio
Batch input stoccaggio
Id Udc Ubicazione
2000101 A09
2000102 C25
2000103 D31
Udc
MISSIONE DI STOCCAGGIO A TERMINALE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 119
Liste di stoccaggio
Id Udc Ubicazione OK
2000101 A09 ⊠
2000102 C25 ⊠
2000103 D31 ⊠
Udc
RISULTATO:
B.E.M.
ERP
TIPOLOGIE DI SCAFFALATURE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 120
• SCAFFALATURE
– RIPIANI A PROFONDITA’ SEMPLICE O DOPPIA
– SCAFFALI A GRAVITA’
– SCAFFALI PASSANTI (DRIVE – IN)
– SCAFFALI AD ELEMENTI MOBILI TRASVERSALMENTE
– ALTI SCAFFALI ( MAGAZZINI INTENSIVI-con TRASLOELEVATORE )
RIPIANI A PROFONDITA’ SEMPLICE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 121
RIPIANI A PROFONDITA’ DOPPIA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 122
SCAFFALI A GRAVITA’
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 123
SCAFFALI DRIVE-IN
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 124
SCAFFALI PER ESTERNOCANTILEVER
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 125
PROCESSO DI PRELIEVO - PICKING
Consiste fisicamente nel prelevare la merce dall’ubicazione di stoccaggio per :
1) Allestire una consegna («delivery») da spedire al Cliente.
2) Allestire una consegna («delivery») per rifornire la linea di produzione.
3) Allestire una consegna («delivery») per spostare la merce da un magazzino ad un altro.
4) Effettuare uno spostamento interno.
5) Inventario.Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 126
PICKING
Per «Picking» si intende anche la zona ubicata a terra o al primo piano di alti scaffali (alto rotanti)
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 127
PROCESSO DI PICKING
CONDIZIONI
1) Deve esistere un ordine di prelievo
2) Deve essere indicata la quantità da prelevare
3) Deve essere indicata l’ubicazione di prelievo
4) Deve essere indicata l’ubicazione di deposito(specie quando le aree di allestimento della consegna sono numerose - > 100)
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 128
PROCESSO DI PICKING
• Due modalità
– MODALITA’ MANUALE = L’uomo alla merce
– MODALITA’ ASSERVITA = La merce all’uomo
Trasversale a questa classificazione ce n’è un’altra:
➢Picking discreto
➢Picking massivo
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 129
PICKING MANUALE
• L’operatore si sposta (cammina o su carrello elevatore) tra gli scaffali o fra le aree di stoccaggio e preleva i singoli prodotti nelle quantità specificate.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 130
PICKING ASSERVITO
• Nel picking asservito la merce viene portata da un meccanismo automatico all’operatore che ha necessità della merce (es. operaio assemblatore)
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 131
MECCANISMI DI EFFICIENTAMENTO DEL PICKING
• Il prelievo di singoli oggetti è un’attività fondamentale per tutti i magazzini che svolgono una funzione di preparazione degli ordini.
• Ogni singolo ordine comprende una varietà di articoli diversi e pertanto evadere gli ordini comporta «fare la spesa» al posto del cliente cioè localizzare e prelevare dal magazzino tutti i prodotti richiesti.
• Il picking è l’attività prevalente del magazzino arrivando a richiedere fino al 40-50% del tempo degli operatori => una percentuale nettamente superiore alle altre ( ricevimento / spedizione, rifornimento, stoccaggio/prelievo di UdC.
• IL picking è essenziale per assicurare il livello di servizio previsto in quanto incide in modo sensibile sulla capacità dell’azienda di evadere gli ordini rapidamente e senza errori.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 132
MECCANISMI DI EFFICIENTAMENTO DEL PICKING
PICKING MANUALE
• Terminali in RF
• Terminali vocali (voice picking)
• Dispositivi pick-to-light
• Dispositivi multimediali (smart glasses)
PICKING ASSERVITO
• Miniload
• Shuttle con testate di picking
• Magazzini automatici verticali
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 133
L’Industria ha quindi sviluppato una grande varietà di soluzioni finalizzate ad aumentare l’efficienza del picking per consentire la preparazione di un maggior numero di ordini nell’unità di tempo e diminuire la percentuale di errori.
PROCESSO DI PICKING
SISTEMI FISICI
1) Picking «discreto»
L’ordine di picking riflette l’ordine di spedizione ( oppure l’ordine di lavoro).
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 134
Id Art Ubicazione Qta
6500101 A09 150
6500304 C25 50
6501024 D31 120
Ordine di spedizione = lista di prelievo
PROCESSO DI PICKING
SISTEMI FISICI
2) Picking «massivo»Si accorpano le quantità da prelevare fra i diversi ordine di spedizione
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 135
Id Art Ubicazione Qta
6500101 A09 250
6500304 C25 50
6501024 D31 120
Ordine di spedizione 1 Ordine di spedizione 2 Ordine di spedizione 3
Id Art Ubicazione Qta
6500101 A09 150
6500305 C27 75
6501024 D31 80
Id Art Ubicazione Qta
6500101 A09 100
6500304 C25 50
6500305 C27 180
Id Art Ubicazione Qta
6500101 A09 500
6500304 C25 100
6500305 C27 255
6501024 D31 200
Picking massivo : vantaggi e condizioni
1) Ottimizzazione dei tempi e dei percorsi da seguire per il prelievo (soprattutto se i percorsi sono lunghi).
2) Riduzione degli errori
3) Alta ripetitività del prelievo (alta rotazione)
4) Organizzazione a «valle» del processo di prelievo occorre ripartire sui vari ordini (di spedizione o di lavoro): da valutare se dissipa tutto il risparmio ottenuto sul picking.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 136
MISSIONE DI PICKING CARTACEA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 137
Liste di prelievo(Picking lists, fatture pro-forma etc.) + etichette barcodeprestampate
Batch input picking
Area di allestimento spedizioni
Id Art Ubicazione Qta
6500101 A09 250
6500304 C25 50
6501024 D31 120
MISSIONE DI PICKING A TERMINALE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 138
Liste di prelievo
RISULTATO:
ERP
Id Art Ubicazione Qta Var.Stock disp.
6500101 A09 250 -250
6500304 C25 50 -50
6501024 D31 120 -120
Area di all. spedizione
MOVIMENTAZIONE MERCI IN MAGAZZINO
• Come misurare l’efficienza?
• Bisogna innanzitutto definire i
• KPI = KEY PERFORMANCE INDICATOR
Ovvero gli indicatori significativi di rendimento
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 139
KPI
MOVIMENTAZIONE MERCI IN MAGAZZINO
KPI DI MOVIMENTAZIONE
LIVELLO DI SERVIZIO (LDS)
-% DI MOVIMENTAZIONE ON-TIME
-% DI ERRORI AMMESSI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 140
MOVIMENTAZIONE MERCI• PICKING
– KPI = Quantità merci prelevate (es. colli) / distanza percorsa
• Per migliorare questo rapporto esistono tre possibilità:
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 141
per una quantità di merci da prelevare ridurre la distanza da percorrere ( v. approccio della forma ottimale o della ubicazione ABC)
per una distanza data, aumentare la quantità di merci da prelevare ( v. approccio del picking massivo )
aumentare le merci da prelevare e contemporaneamente ridurre le distanze
MOVIMENTAZIONE MERCI• PICKING
– KPI = Quantità merci prelevate (es. colli) / unità di temo
– Per migliorare questo rapporto esistono tre possibilità:
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 142
per una quantità di merci da prelevare aumentare la frequenza di prelievo ( v. approccio della ubicazione ABC)
per una unità di tempo, aumentare la quantità di merci da prelevare ( v. approccio del picking massivo )
aumentare le merci da prelevare e contemporaneamente ridurre i tempi
PICK TO LIGHT
• Il "Pick to Light" è un sistema di prelievo manuale nel quale ciascuna ubicazione (di prelievo e/o di deposito) viene dotata di dispositivo elettronico dotato di almeno un pulsante, un led ad alta luminescenza ed un display che si illuminano per indicare all’operatore “da dove”, “che cosa” e “quanto” prelevare e/o depositare.Con il termine Pick to Light si intende quindi un sistema elettronico che consente di coordinare e gestire le attività di prelievo e deposito dei prodotti.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 143
PICK TO LIGHT
• l’operatore è guidato da un sistema di spie luminose che si accendono, nella corretta sequenza, in corrispondenza delle ubicazioni contenenti il materiale da gestire (prelevare o depositare).Il "Pick to Light" è in sostanza un sistema di prelievo manuale che consente di gestire le attività logistiche, senza l’ausilio di documenti cartacei o di dispositivi elettronici portatili.
• I grandi vantaggi di questo di modo di operare sono la semplicità, la velocità e
l’accuratezza delle attività di prelievo e deposito. Con tale modalità operativa l’operatore può identificare facilmente l’ubicazione di prelievo senza dover utilizzare un terminale portatile o palmare. Oltre ad avere entrambe le mani completamente libere l’operatore non ha l’impaccio di leggere le specifiche di prelievo, né di rilevare codici a barre o di inserire le quantità prelevate. Grazie a ciò l’operatore può quindi muoversi agevolmente con le mani libere dedicandosi attivamente alle attività di prelievo.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 144
PICK TO LIGHT
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 145
VOICE PICKING
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 146
• Voice (tecnologia di sintesi e riconoscimento vocale, che sfrutta le logiche operative “hands-free” e “eyes-free”). L’operatore, dotato di cuffia e microfono, riceve dal software di magazzino (WMS) un comando vocale e ritrasmette/conferma le informazioni attraverso la voce. Gli errori vengono evitati grazie ad un sistema di controllo incrociato, che garantisce maggior agilità, rapidità, efficienza nella preparazione degli ordini, produttività e precisione con mani e occhi liberi.
PICK BY VISION• I dipendenti del magazzino indossano smart glasses WLAN con un display
integrato. Sul display si vedono solo le informazioni rilevanti al momento, a seconda del contesto, e di conseguenza sono guidati attraverso il processo di lavorazione. Il tipo e la quantità delle merci vengono visualizzati per il pick corrente. Uno scanner di codici a barre è integrato nelle lenti, che identifica la posizione di archiviazione corretto.
• Il sistema corregge e controlla, in tempo reale e dopo ogni fase di processo. Il pickerista ha entrambe le mani libere per lavorare.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 147
ALLESTIMENTO DELLA CONSEGNA
Per allestimento della spedizione si intende quella fase in cui gli articoli prelevati al picking sono identificati, accorpati, spuntati ed appartati per la successiva fase di imballo.
Fasi logiche :
1. Identificazione dell’articolo
2. Accorpamento degli articoli per ordine/spedizione (nel caso di picking massivo)
3. Spunta
4. AppartaggioEzio Versace Consulenze e Formazione Logistica 148
ALLESTIMENTO DELLA CONSEGNA
La fase di allestimento viene fatta per ogni identificativo di SPEDIZIONE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 149
# riga Id Art Qta
1 6500101 250
2 6500304 50
3 6501024 120
Id spedizione : 75000201
A. Identifico gli articoliB. Spunta della spedizioneC. Appartaggio
6500101 – 75000201 - 250
IMBALLAGGIO
Nella fase di imballo le merci vengono chiuse nell’Unità di Carico.
Viene quindi creato un nuovo collo (Udc)
L’Udc può essere:
• Predeterminata
• Scelta discrezionalmente dall’imballatore (quando non esistono standard di spedizione concordati con il Cliente).
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 150
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
• NORME GENERALI 1. L’imballaggio deve essere sufficientemente ROBUSTO. Il
materiale utilizzato per l’imballaggio deve essere scelto in base al tipo di merce che deve contenere. Non ha nessun senso infatti imballare dei blocchi di metallo all’interno di cartoni!
2. La merce all’interno dell’imballaggio deve essere SOLIDALE con l’imballaggio stesso, cioè non deve muoversi liberamente.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 151
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
3. L’imballaggio deve essere MOVIMENTABILE con le normali attrezzature presenti in un magazzino (carrello, carro ponte…). Nel caso di colli pesanti e’ quindi fondamentale che siano presenti e ben segnalati dei punti di sollevamento o di aggancio. Inoltre nel caso in cui il collo sia pesante e fortemente sbilanciato dovra’essere indicato il baricentro in modo ben visibile. Questo accorgimento, oltre che tutelare l’integrita’ della merce tutela anche la sicurezza del personale addetto alla
movimentazione della stessa.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 152
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 153
MODALITA’ DI IMBALLAGIO
4. Nel caso di imballi aperti, come i bancali, e’ importante che la merce non presenti sporgenze dall’imballaggio. Le sporgenze, infatti, oltre che essere pericolose per il personale che lavora nei pressi delle merci, rappresenta anche un rischio per altre merci che viaggiano adiacenti.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 154
NO!
SI!
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
PACCHI merce 1. Inserite gli articoli fragili in una scatola doppia, con 8 cm di imbottitura
sia interna che esterna all’involucro più piccolo.
2. Avvolgete ogni articolo in un’imbottitura e sistematelo al centro della scatola, lontano dai lati, dagli angoli e dalla parte superiore o inferiore dell’involucro. I prodotti devono distare dal bordo della scatola almeno 4 cm. Riempite gli spazi vuoti con imbottitura come trucioli di polistirolo o carta di giornale.
3. Utilizzate una scatola protettiva esterna per quegli articoli che potrebbero essere danneggiati nel trasporto
4. Imballate ed avvolgete nel nastro adesivo tutte le punte e gli spigoli degli articoli inusuali o dalla forma irregolare.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 155
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Pacchi merce
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 156
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Merce fragile1. Imballate gli articoli individualmente con imbottiture di
plastica a bolle d’aria spesse almeno 5 cm (2") o con schiuma poliuretanica affinché i prodotti possano adattarsi comodamente all’involucro esterno di cartone ondulato.
2. Limitate il movimento degli articoli nella scatola utilizzando materiali per il riempimento come giornali accartocciati, trucioli di polistirolo od altre imbottiture.
3. Chiudete e sigillate la vostra spedizione formando una H con il nastro adesivo in modo da evitare un’apertura accidentale.
4. Utilizzate una seconda scatola di almeno 15 cm più lunga, larga e profonda di quella interna
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 157
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO5. Scegliete l’imballaggio o il riempimento necessario per
proteggere la scatola interna nella più grande e solida scatola sterna.
6. Spedite gli articoli fragili individualmente imballandoli con imbottiture di plastica a bolle d’aria spesse
7. Imballate la scatola interna con imbottiture di plastica a bolle d’aria spesse almeno 8 cm con trucioli di polistirolo di almeno 8 cm (3") di spessore o con altre imbottiture per riempire gli spazi tra la scatola interna e quella esterna, la parte superiore, inferiore e tutti i lati.
8. Riempite ogni spazio vuoto con più imbottiture.
9. Sigillate la vostra spedizione formando una H con il nastro adesivo.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 158
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 159
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 160
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 161
Macchina per produzione riempitivi
Pluriball Reggiatrice
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 162
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
• TENDIREGGIA MANUALE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 163
TENDIREGGIA MANUALE REGGIATURA MANUALE
MODALITA’ DI IMBALLAGGIO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 164
CARTONE PER IMBALLAGGI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 165
CARTONE PER IMBALLAGGI
Copertine
Possono essere Interne o esterne a seconda della posizione che assumono nella costruzione di un imballaggio
Conferiscono all’imballaggio stesso resistenza alle aggressioni meccaniche, climatiche etc. eccetera grazie alle loro doti di resistenza alla compressione, allo scoppio, alla lacerazione...
La copertina esterna costituisce inoltre il supporto per l’eventuale stampa .
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 166
CARTONE PER IMBALLAGGIO
Ondulazioni
1. Sono le carte ondulate che servono
da distanziatori tra le due copertine.
2. Determinano lo spessore del cartone ondulato, nervano il foglio e accrescono la rigidità alla flessione. Assicurano anche una relativa elasticità alla compressione in piano e agli urti e contribuiscono alla resistenza alla compressione verticale. Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 167
CARTONE PER IMBALLAGGIO
Fogli tesi.
Sono le carte piane intermedie che hanno il compito, nel cartone a doppia onda, di collegare le due ondulazioni.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 168
CARTONE PER IMBALLAGGIO
Parametri delle onde
I parametri principali che caratterizzano
le onde sono:
- l’altezza
- il coefficiente di ondulazione
Altezza: è misurata dalla distanza intercorrente tra la sommità e la cavità dell’onda.
Non coincide propriamente con lo spessore del cartone, in quanto per questo occorre considerare anche lo spessore delle altre carte che lo compongono.
Coefficiente di ondulazione: è il rapporto intercorrente fra la lunghezza della carta da ondulare impiegata per ottenere la lunghezza della copertina e la lunghezza della copertina stessa, e indica il consumo di carta da ondulare.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 169
IMBALLO - ETICHETTATURE
L’etichettatura deve essere effettuata secondo le istruzioni di imballaggio.
In ogni caso non può mai essere confezionato un collo senza che sia prodotta la relativa etichetta collo.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 170
Chiusura dell’imballaggio
SPEDIZIONE
La fase di spedizione serve per dichiarare al sistema gestionale che la merce è pronta per essere ritirata dal trasportatore.
Con la fase di spedizione si effettuano operazioni
- Logiche
- Fisiche
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 171
SPEDIZIONE
Operazioni logiche
1. Creazione delle etichette di destinazione da applicare sui colli
2. Creazione dei documenti accompagnatori alla merce (AWB, DDT, CMR, Packing List etc etc. )
3. Prenotazione del ritiro merce da spedire al trasportatore
4. Creazione della distinta corriere da consegnare al trasportatore (SOLO DOPO CHE E’ ARRIVATO IL TRASPORTATORE o
COMUNQUE DOPO IL PASSAGGIO DI PROPRIETA’ DELLA MERCE).Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 172
SPEDIZIONE
Operazioni fisiche
1. Posizionamento delle Udc in area attesa carico
2. All’atto del caricamento della merce sul mezzo , consegna della distinta corriere al trasportatore.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 173
DISTINTA CORRIERE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 174
TRANSCO Spa Trasportatore : ARCO Spedizioni
Nr colli Destinatario Peso
850000123 Mario Rossi – via Roma – MILANO 3,5 kg
850000256 Giovanni Verdi – via Milano – TORINO 80 kg
850000754 XYZ srl – via Industria – ROMA 75 Kg
Totale Colli : 3 Peso Tot : 158,5 Kg
Data _______________
Firma autista ______
TRANSCO Spa Trasportatore : ARCO Spedizioni
TARIFFE TRASPORTO
• Peso volumetrico
• Peso reale
Rapporto Peso/Volume: 200 ( 300 ).
Per ogni mc si assume come peso std. 200 (300) Kg.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 175
TARIFFE TRASPORTOEs. Rapporto peso volume 300
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 176
Fasce Peso Volume Max Tariffa
0 - 100 0,33 mc 20 €
101 - 150 0,50 mc 30 €
151 - 200 0,66 mc 40 €
201 - 300 1 mc 50 €
+ 100 Kg 7,5 €
L
lh
TARIFFE TRASPORTOEs. Tariffe proposte da trasportatore
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 177
Fasce Peso Tariffa
0 - 100 20 €
101 - 150 30 €
151 - 200 40 €
201 - 300 50 €
+ 100 Kg 7,5 €
L
lh
Rapporto peso volume : 300
MISURE CONTAINER• DC (Dry content) CONTAINER
• PALLET EUR = 120 x 80
• CONTAINER 20 ‘ = 5,89 X 2,31 X 2,36 ( PORTA 2,27 )
• CONTAINER 40’ = 12,01 X 2,31 X 2,36 ( PORTA 2,26 )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 178
MISURE CONTAINER• DC (Dry content) CONTAINER
• PALLET US = 100 x 120
• CONTAINER 20 ‘ = 5,89 X 2,31 X 2,36 ( PORTA 2,27 )
• CONTAINER 40’ = 12,01 X 2,31 X 2,36 ( PORTA 2,26 )
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 179
CONTAINER HIGH CUBE E PALLET WIDE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 180
MISURE BILICO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 181
PIANO DI CARICO BILICO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 182
DICIOTTO METRI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 183
PIANO DI CARICO 18 METRI
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 184
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
• MAGAZZINI DI UN REPARTO PRODUTTIVO
DISPOSIZIONE CLASSICA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 185
REPARTO
MF MI
EntrataUscita
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
• MAGAZZINI DI UN REPARTO PRODUTTIVO
• DISPOSIZIONE IN LINEA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 186
REPARTOMF MI
EntrataUscita
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
• MAGAZZINI DI UN REPARTO PRODUTTIVO
• DISPOSIZIONE AD «U»
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 187
REPARTOMF
MIEntrata
Uscita
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
• MAGAZZINI DI UN REPARTO PRODUTTIVO
• DISPOSIZIONE AD «L»
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 188
REPARTOM
FMI
Entrata
Uscita
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
• MA ESISTE UN LAY-OUT DI MAGAZZINO MIGLIORE DI UN ALTRO ?
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 189
REPARTO
MF
MI
Entrata
Uscita
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 190
• I MODELLI ANALITICI PER L’ASSEGNAMENTO E L’ALLOCAZIONE DELLA MERCE DANNO INNUMEREVOLI COMBINAZIONI «OTTIME» A SECONDA DEL PESO DATO ALLE VARIABILI IN INPUT ED OUTPUT
– Abc volume - Indice di selettività
– Abc valore - Indice di redditività
– Abc rotazione
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 191
• Se al progettista è data carta bianca circa la definizione del lay-out dell’impianto si parla di progetti di tipo «green field» perché si parte proprio dal prato per costruirci sopra la piattaforma.
• Nella maggior parte dei casi si va a centrare una soluzione di tipo rettangolare dove il progettista e l’operativo devono scegliere fra i vari rettangoli che possono disegnare.
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 192
• Fra i vari tipi di rettangoli che si possono scegliere ciò che discrimina è l’ubicazione dell’area di accesso.
• Una versione semplificata del problema è quella che vede un’unica area di accesso («I/O») : a seconda di come si situa l’area di accesso varia il rapporto ottimale fra i lati del rettangolo.
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 193
• IN SITUAZIONE DI EQUIPROBABILITA’ DI ACCESSO AI VANI , IL RAPPORTO DI FORMA OTTIMALE VARIA IN RAGIONE DELLA COLLOCAZIONE E NATURA DELLE AREE DI ACCESSO I/O.
• Hp : il punto di collocazione considerato è un punto medio nella scaffalatura .
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 194
P = estensione fronte magazzino
Q = estensione corridoio lungo il quale si affacciano le scaffalature
Andata attesa media : q/2 + p/4
RAPPORTO OTTIMALE p/q = 2 : 1
I/O
q
p
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 195
I/O
q
p
In una condizione in cui il prelievo nel punto A ( in alto a destra con distanza di percorrenza massima q + p/2 ) ha uguale probabilità di verificarsi rispetto ad un prelievo nel punto B (in basso al centro con distanza di percorrenza = 0 ) , il punto medio di percorrenza sarà ➔ q/2 + p/4.
Rapporto ottimalep/q = 2
A
B
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 196
x Q P Area q/4 p/2 Tot
1 14,14 14,14 200 3,535 7,07 10,605
2 20 10 200 5 5 10
3 30 6,66666 200 7,5 3,33333 10,83333
4 40 5 200 10 2,5 12,5
f(x) = q/4 + p/2
Il coefficiente che minimizza la funzione è x = 2Quindi il rapporto ottimale è 2:1
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 197
P = estensione fronte magazzino
Q = estensione corridoio lungo il quale si affacciano le scaffalature
Andata attesa media : q/2 + p/3
RAPPORTO OTTIMALE p/q = 3 : 2
I/O
q
p
TIPI DI LAY-OUT DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 198
P = estensione fronte magazzino
Q = estensione corridoio lungo il quale si affacciano le scaffalature
Andata attesa media : q/2 + p/2
RAPPORTO OTTIMALE p/q = 1: 1I/O
q
p
LAY – OUT DI MAGAZZINO
• Considerazioni finali :Il calcolo della forma desiderata si basa su ipotesi semplificate di routing ( percorso ) :Si ipotizzano missioni singole di prelievo e/o di stoccaggio ( 1 udc = 1 missione ) Non esiste soluzione alla forma desiderata se si ipotizzano missioni a posizioni multiple. ( 1 missione = n udc ) : in tal caso la forma «ottima» non esiste ; esistono altri approcci quantitativi alla minimizzazione del costo del percorso ( approcci simili ai pacchetti TMS ) .
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 199
SISTEMI INFORMATIVI DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 200
TRANSAZIONI PER LA LOGISTICA
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 201
SAP SE è una multinazionale europea per la produzione di software. È una delle principali aziende al mondo nel settore degli ERP e in generale nelle soluzioni Enterprise
PRINCIPALI FUNZIONI SAP PER LA LOGISTICA
Le principali transazioni coinvolte nella gestione di un magazzino tramite SAP si articolano in due gruppi:
• Transazioni operative che consentono di registrare le operazioni di carico e scarico
• Transazioni di visualizzazione che permettono di interrogare le informazioni registrate nel sistema.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 202
PRINCIPALI FUNZIONI SAP PER LA LOGISTICA
Transazioni operative
• MIGO – Entrata merci
• MB1A – Scarico merci per prelievo
• MB1B – Trasferimento tra magazzini
• VL01N – Uscita merci
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 203
PRINCIPALI FUNZIONI SAP PER LA LOGISTICA
Transazioni di visualizzazione
• MMBE Riepilogo stock
• MB51 Movimenti di magazzino
• MB52 Stock Magazzino
• MD04 Riepilogo stock fabbisogni
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 204
TRANSAZIONI OPERATIVE
MIGO:➢ Consente di caricare la merce a magazzino in base ad
un ordine o un documento di trasporto. ➢ Nel caso dell’ordine di acquisto una volta indicato
l’ordine sap riporta le righe d’ordine presenti e una volta selezionate le righe d’ordine che si vuole evadere ed inserita la quantità in ingresso ed inserito il numero di bolla è possibile registrare l’ingresso della merce.
➢ Successivamente con la transazione MB90 si procede alla stampa della bolla entrata merci per permettere l’ubicazione del materiale o il suo eventuale controllo qualità.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 205
TRANSAZIONI OPERATIVE
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 206
TRANSAZIONI OPERATIVE
MB1A
Consente lo scarico del materiale tramite un impegno creato in precedenza o un ordine di produzione.
Una volta indicato l’impegno o l’ordine si procede a selezionare il materiale da scaricare e a indicarne la quantità.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 207
TRANSAZIONI OPERATIVEMB1A
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 208
TRANSAZIONI OPERATIVE
MB1B
Consente il trasferimento di materiale tra magazzini della stessa divisione.
Bisogna indicare come tipo movimento il movimento 311.
Bisogna indicare il magazzino di provenienza e destinazione, successivamente vengono indicati i materiali e le quantità da trasferire.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 209
TRANSAZIONI OPERATIVEMB1B
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 210
TRANSAZIONI OPERATIVE
VL01N.
Consente la creazione di una consegna per la spedizione della merce, in questo caso vanno indicate le causale, il destinatari, il materiale da spedire e la qta, successivamente alla registrazione dell’uscita merci si procede alla stampa del documento di trasporto tramite la transazione VL71.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 211
TRANSAZIONI OPERATIVEVL01N
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 212
TRANSAZIONI DI VISUALIZZAZIONE
MMBE
La transazione consente di visualizzare lo stock presente nei vari magazzini e divisioni presenti e permette di visualizzare il dettaglio delle partite. La transazione è punto di partenza per poter visualizzare i movimenti di magazzino del materiale, gli impegni e gli ordini di acquisto. Inoltre se è attivo il modulo WM consente la visualizzazione del dettaglio dei magazzini gestiti con il WMS.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 213
TRANSAZIONI DI VISUALIZZAZIONEMMBE = interrogazione per numero di codice
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 214
TRANSAZIONI DI VISUALIZZAZIONE
MB51
Consente di visualizzare i movimenti di magazzino selezionando specifici materiali, date, magazzini, tipi di movimenti, numero d’ordine.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 215
MB51
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 216
MB51
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 217
TRANSAZIONI DI VISUALIZZAZIONE
MB52
A differenza della MMBE consente di visualizzare il riepilogo dello stock per più materiali contemporaneamente permettendo quindi di avere il valore di magazzino.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 218
TRANSAZIONI DI VISUALIZZAZIONE
MD04
Permette per un singolo materiale di visualizzare le entrare e le uscite programmate per valutare la disponibilità futura del materiale.
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 219
DOCUMENTI DI MAGAZZINO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 220
DOCUMENTO DI TRASPORTO
Ezio Versace Consulenze e Formazione Logistica 221
DOCUMENTO DI TRASPORTO
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➢ Il Documento di trasporto o DDT è un documento previsto dalla legge italiana in tema di trasporto delle merci, introdotto in sostituzione della bolla di accompagnamento, la cui obbligatorietà è stata abrogata con il D.P.R. 14 agosto 1996 n. 472.
➢ Viene emesso per giustificare il trasferimento di un materiale da cedente a cessionario attraverso il trasporto dello stesso, sia che lo stesso venga effettuato in conto proprio dal mittente o dal destinatario, sia che lo stesso venga affidato ad un trasportatore. Deve essere emesso prima della consegna o della spedizione della merce con l'indicazione degli elementi principali dell'operazione.
➢ Può anche essere sostituito dalla fattura accompagnatoria.➢ Il documento è in formato libero, ossia nessun vincolo di forma,
dimensioni o tracciato e deve essere emesso in un minimo di due copie (diversamente dalla bolla di accompagnamento che prevedeva l'emissione di tre copie "valide"): una deve essere trattenuta e conservata dall'emittente; l'altra deve essere consegnata al cessionario in accompagnamento della merce ceduta e trasportata.
DOCUMENTO DI TRASPORTO
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Il documento deve riportare i seguenti dati:➢ il numero progressivo➢ la data➢ le generalità del cedente, del cessionario e dell'eventuale
incaricato al trasporto➢ la quantità dei beni trasportati➢ la descrizione dei beni trasportati con l'indicazione della
natura e qualità degli stessi.Anche se non obbligatorio, è opportuno che il documento di trasporto rechi anche l'indicazione della causale del trasporto (vendita o movimentazione a titolo non traslativo, quale ad esempio conto lavoro, riparazione, campionatura, esposizione, ecc.) ed il termine di resa del trasporto.
SCHEDA DI TRASPORTO
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SCHEDA DI TRASPORTO
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• La scheda di trasporto è un documento riepilogativo previsto dalla legislazione italiana necessario all'individuazione dei soggetti giuridici, relativo alla filiera del trasporto.
• Questa a partire dal 19 Luglio 2009, viene compilata dal committente (o in alternativa dal caricatore della merce) e deve essere conservata a bordo del veicolo, nella disponibilità del vettore (l'impresa che materialmente opera su strada). Il decreto legislativo 286/2005 ha introdotto un documento obbligatorio di cui tutti i trasporti affidati in conto terzi devono avere al seguito; restano esclusi i trasporti effettuati in conto proprio.
SCHEDA DI TRASPORTO
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La normativa, ad oggi non impone l'utilizzo esclusivo di un modello prestabilito, tuttavia è richiesta la presenza di alcuni elementi essenziali così individuati,➢ I dati anagrafici (denominazione, sede etc.) e fiscali (partita IVA) del vettore (compreso il numero di
iscrizione all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori)➢ Committente (e relativi dati)➢ Caricatore (e relativi dati)➢ Proprietario della merce (e relativi dati)➢ Merce trasportata (tipologia, quantità/peso)➢ Luogo di carico della merce➢ Luogo di scarico della merce➢ Luogo e data di compilazione➢ Dati del compilatore e firma (di chi sottoscrive la scheda in nome e per conto del committente)➢ Eventuali istruzioni fornite al vettore dal committente o da uno dei soggetti della filiera del
trasporto➢ Osservazioni varie, da compilare a cura del vettore o suo conducente qualora si verifichino
variazioni rispetto alle indicazioni originarie (es. variazioni del luogo di scarico, variazioni della tipologia o della quantità della merce, etc.)
SCHEDA DI TRASPORTO
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• Nel caso vengano utilizzati uno o più subvettori per l’esecuzione del trasporto, la funzione di committente (cioè colui che deve compilare la scheda di trasporto) passa al vettore l'obbligo di menzionare questa nuova figura tra i dati nella scheda di trasporto. L'inottemperanza può comportare la sanzione relativa alla erronea compilazione del documento.
• È opinione comune che per l'indicazione del subvettore (che effettivamente realizza il trasporto), sia sufficiente il timbro della ditta dell’autotrasportatore, apposto sul documento, (solitamente da parte del conducente), tuttavia questa pratica risulta essere piuttosto grossolana e non priva di inesattezze. In questi casi difatti, non vi è solitamente indicato il numero di iscrizione all'albo del nuovo vettore, non è specificato chi ha realmente compilato il documento (con relativa sottoscrizione), ne sarà possibile risalire ad una copia di codesto documento in possesso alla ditta che lo ha emesso.
CMR
Il CMR, sigla di Convention des Marchandises par Route, è l'accordo internazionale tipico del trasporto internazionale su strada, da cui è derivato il documento, colloquialmente definito anch'esso come CMR ma più precisamente definibile come Lettre de voiture internationale (in lingua francese, obbligatoria) e tradotta ad esempio in "Lettera di vettura internazionale" in italiano, "International Consignment Note" in inglese e "Internationaler Frachtbrief " in tedesco.
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CMR
Viene emessa dal mittente o, spesso, dallo spedizioniere, in qualità di committente del trasporto, su richiesta del vettore. Il modulo della lettera di vettura camionistica deve essere compilato al momento del carico delle merci dal mittente e dal vettore, ognuno per le parti di propria competenza.
➢ Il primo è consegnato al mittente➢ Il secondo, di competenza del destinatario,
accompagna la merce fino a destino➢ Il terzo è trattenuto dal vettore, regolarmente
controfirmato per ricevuta della merce
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Contenuto della Lettera di vetturaCMRIl documento contiene le condizioni di trasporto e deve recare le seguenti indicazioni obbligatorie:
➢ data e luogo di emissione➢ nome e indirizzo del mittente➢ nome e indirizzo del vettore➢ nome ed indirizzo del destinatario➢ nome ed indirizzo del luogo di destinazione se diverso dal destinatario➢ natura, peso, quantità e/o numero delle cose da trasportare➢ indicazione degli eventuali punti obbligatori di transito per le operazioni doganali➢ istruzioni relative alle spese di trasporto, se pagato in partenza o a destino,
preferibilmente utilizzando le rese codificate nell'Incoterms➢ indicazione e classificazione dell'eventuale merce pericolosa A.D.R.➢ solitamente, specialmente nel caso di trasporto a carico completo, vengono
riportati anche i dati di immatricolazione del mezzo di trasporto
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CMR
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Regole legali per il documento emesso
• Il C.M.R. fa fede delle condizioni di trasporto e del ricevimento delle merci da parte del vettore.
• Può essere rilasciato all'ordine ed in tal caso i diritti verso il vettore si trasferiscono mediante girata, non è tuttavia un documento rappresentativo di merce ma solo di legittimazione (identificazione) dell'avente diritto alla prestazione.
• Per la legge italiana (art.1685 C.C.) il mittente ha diritto, prima che la merce sia consegnata al destinatario, a chiederne la restituzione oppure la consegna ad un diverso destinatario.
• Costituisce documentazione equivalente alla scheda di trasporto nei controlli di Polizia Stradale.
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LETTERA DI VETTURA DEL CORRIERE
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LETTERA DI VETTURA DEL CORRIERE
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SISTEMI DI TRACCIAMENTO SPEDIZIONI
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MEDIA SEMPLICE E MEDIA PONDERATA
Media semplice
A = 5
B = 6
C = 10
M = 5 + 6 + 10 / 3 = 7
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MEDIA PONDERATA
• 1,64
• 1,70
• 1,70
• 1,75
• 1,75
• 1,75
• 1,80
• 1,73
• 1,84
• 1,80
• 1,67
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1,64 1
1,67 1
1,70 2
1,73 1
1,75 3
1,80 2
1,84 1
1,64+1,67+(1,70∗2)+1,73+(1,75∗3)+(1,80∗2)+1,84--------------------------------------------------------------------= 1,739
11
LE PROCEDURE DI INVENTARIO
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INVENTARIO
InventarioProcesso di rilevazione sistematica delle quantità, dei valori e delle caratteristiche dell’intera gamma dei materiali a magazzino, allo scopo di:• verificare l’esattezza della contabilità di magazzino• verificare l’esattezza dei valori di stock a bilancio• scoprire eventuali ammanchi• individuare i punti deboli del sistema di custodia e
gestione scorte• Periodico: quattro volte all’anno, a fine anno contabile• A rotazione o riciclo: intervalli frequenti e regolari
FASI DEL PROCESSO DI RILEVAZIONE INVENTARIALE
• Ricerca: indagine necessaria a individuare i beni da inventariare
• Descrizione: deve consentire a chiunque di poter identificare esattamente il bene inventariato
• Classificazione: raggruppamento dei beni in categorie omogenee per natura e per valore, al fine di realizzare una ordinata esposizione
Se l’inventario fisico risulta diverso da quello contabile è indispensabile giustificare la non coincidenza (i dati della conta fisica sono preferibili poiché rilevano anche ammanchi non tracciati, come cali, furti, avarie)Se l’impresa ha distrutto beni inventariali inservibili deve fornirne prova certa per poter scaricare il magazzino
INVENTARIO TRIMESTRALE/ANNUALE
• Valenza civilistico-fiscale
• Momento “dedicato”
• A magazzino “fermo” e “in ordine” (per quanto possibile)
• Doppia conta “cieca”
• Verifica immediata degli scostamenti
ANALISI DELLE DIFFERENZE INVENTARIALI
• Ammanco di materiale:– responsabilità di presidio del magazzino– accuratezza della movimentazione contabile
• Esubero di materiale:– accuratezza della movimentazione contabile
• Materiali obsolescenti o obsoleti:– responsabilità gestionale del magazzino– processo di “phase-in e phase-out” dei prodotti– politiche di acquisto (gestione dei fornitori, lottizzazione, etc.)
• Materiali a lento rigiro (slow moving)– politiche di acquisto (gestione dei fornitori, lottizzazione, etc.)
• Materiale deteriorato:– natura stessa del materiale– stoccaggio inadeguato– incidente– inadeguata movimentazione
CONTROLLI INVENTARIALI ALTERNATIVI OD INTEGRATIVI
In alternativa allo svolgimento dell’inventario annuale è ammissibile valorizzare le rimanenze attraverso un affidabile processo di controllo, che permetta di accertare:• l’esistenza fisica delle giacenze• la corretta valutazione delle rimanenze• la competenza di costi e ricavi del periodo rispetto alle giacenze• l’uniformità dei principi contabili rispetto all’esercizio precedente (o
la giustificazione di eventuali difformità)• la corretta applicazione e l’efficacia delle procedure di gestione
L’affidabilità del processo è, di norma, garantita attraverso sistematici controlli, periodici o saltuari, che possono sostituirsi o affiancarsi all’inventario annuale
CONTROLLO FISICO / CONTABILE
Processo di verifica o ricognizione parziale o totale dei materiali a magazzino, a fini gestionali:• controllo in entrata al magazzino: controllo quantità in
arrivo al carico contabile dei materiali (verifica della fornitura)
• controllo in uscita dal magazzino: responsabilità “di presidio” del personale di magazzino (verifica l’accuratezza degli scarichi contabili; controllo a campione sul 2% delle spedizioni)
• controllo “spot”: controllo saltuario di alcuni items ad intervalli irregolari e non prestabiliti (segnalazioni di disallineamenti, allarmi)
INVENTARIO A ROTAZIONE : METODO
• Frequenza di conteggio in funzione della rilevanza economica delle scorte (classifica ABC di Pareto):
• i codici di maggior valore/con maggiore rotazione vanno controllati più frequentemente
• i codici con bassi valori di giacenza e di movimentazione possono essere conteggiati un numero inferiore di volte (solo 1 volta all’anno)
• Definizione della frequenza di conteggio per classe (discrezionale/scelta manageriale)
• Calcolo del numero di controlli da svolgere nell’anno• Determinazione del carico di lavoro sugli addetti
INVENTARIO A ROTAZIONE : ESEMPIO
INVENTARIO A ROTAZIONE : VANTAGGI
• Non vengono interrotte l’operatività di magazzino e le registrazioni
• L’attività può essere eseguita da personale esterno al magazzino (purché esperto e abilitato)
• La frequenza di conteggio assicura una minore probabilità di errore
• La frequenza di conteggio consente di rilevare le eventuali discrepanze per tempo (non a fine anno) e porre in atto le azioni correttive
• Se il programma di conteggio è stato rispettato, i saldi di magazzino registrati possono essere inseriti direttamente a bilancio, senza inventario di fine anno
SUPPLY CHAIN
• La Supply Chain è la Catena della Fornitura. • Il Supply Chain Management , o gestione della catena della fornitura è un sistematico
e strategico coordinamento delle tradizionali funzioni aziendali prima
all’interno dell’azienda e poi lungo i vari anelli della supply chain con l’obiettivo di
migliorare le prestazioni di lungo periodo dei singoli componenti e dell’intera supply
chain
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IL SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
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SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
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Fondamenti di logistica di magazzino
Ezio Versace Studio di consulenze Logistiche
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