FOGLIETTO PARROCCHIALE In internet: ...€¦ · la salute, anche se diverse parrocchie offrono già...

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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XX n° 30 - 4 agosto 2019 In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330 Mirella Zanon: tempo di addii ... Astrakhan, 27 luglio 2019 Che data strana, oggi. Esaamen- te un mese fa, il 27 giugno, abbia- mo chiuso il progeo di condivi- sione coi senza fissa dimora qui, in questa cià, con l'ulmo giro dell'unità di strada; esaamente tra un mese, il 27 agosto, inizierò proprio da qui, via terra araverso l'Europa, il grande Viag- gio, quello che mi riporterà in Italia per un pe- riodo per ora a me ignoto, dopo quasi 13 anni di vita in questo amato Paese. I pensieri si affollano nella mia mente, il cuore trabocca di Amore e dolore, il momento è deli- cato ed intenso, la mia fede imperfea vacilla ed inciampa, ma voglio ugualmente tentare di raccontarvi un pezzeo di questa storia incredi- bile, che è poi l'insieme di tue le Storie e le Vi- te intrecciatesi in ques anni. Scandalizzatevi, se vi scandalizzerò, commuovetevi, se saprò commuovervi, gioite, se riuscirò a trasmeervi anche solo un pizzico dell'intensità della condi- visione vissuta, e sorridete, se vi riconoscete assieme a noi per le strade di Astrakhansolo se potete non giudicateci, ma abbiate miseri- cordia, perchè è per Amore che sono sta fa errori, risolleva animi, ricucite esistenze, sep- pelli i mor e camminato fianco a fianco nel fango, nella neve, scivolando sul ghiaccio, soo la pioggia o soo il sole cocente di questo clima connentale della depressione caspica, di- speoso ed imprevedibile. Giovedì 27 giugno all'apparenza poteva essere un giovedì qualunque di uscite in strada, carica- vamo in macchina cibo e bevande come al soli- to, ed invece era l'ulmo giovedì, una sorta quasi di Giovedì Santo, l'Ulmo Pranzo, c'era nell'aria un non so che di festoso perchè avremmo distribuito delle foto ricordo ed un pò di cibo in più, ma anche il triste presagio di un distacco ormai non cosi troppo lontanoNon so se riesco ad esprimere come mi senvo quella ma- na. Con quell'ulma mia uscita dell'Unita di strada qui ad Astrakhan, ho sento che davvero finiva un'epoca della mia esistenza, si chiudeva un ciclo, un capitolo della mia vita meravigliosamente denso ed intenso, ore passate a comprare e preparare ciò che c'e- ra da distribuire,e via, il martedì ed il giovedi e a volte il sabato si va, ore passate nel traffico, a cercare, incontrare ed ascoltare le persone, ed ore passate ad offrire a Dio la sofferenza e la di- sperazione incontrate, a pregarLo di aiutarmi a portare tuo ciò che assorbivo, e a ringraziarLo della Grazia di esserci a camminare accanto a questo Popolo. Scorrevano davan ai miei occhi 12 anni di cammino con i dimenca, gli invisibili, i reie, anni di lacrime e sorrisi, di amicizie, ligi, chiac- chierate, insul, scherzi, auguri, risate, fache, oh quante fache, ubriacature, parolacce, boe, regali, violenze, sguardi persi, animi an- nega nell'acohol, fotografie, puzza insopporta- bile, docce e pranzi, scivoloni, file interminabili in ospedale, solitudini immense, bogliee di vetro vuote per terra, cappelli e berre e par- rucche, bestemmie, grandi speranze, documen- persi, pidocchi, scoature da medicare, poli- zia da fuggire, freddo pungente, inciuci e storie romanche, bambini abbandona a se stessi, collaborazioni istuzionali, la musica in macchi- na sempre, colonna sonora di incontri ed umo- ri, e l'odore, quell'odore che non dimencherò mai!! Ma soprauo scorrevano vol, sì, i vol di chi ho amato anche se forse a volte un pò odiato, di chi mi ha insegnato a ricercare il volto di Dio

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Parrocchia di Monigo FOGLIETTO PARROCCHIALE a. XX n° 30 - 4 agosto 2019

In internet: www.parrocchiamonigo.com - Parroco: 3472631330

Mirella Zanon: tempo di addii ...

Astrakhan, 27 luglio 2019

Che data strana, oggi. Esattamen-te un mese fa, il 27 giugno, abbia-mo chiuso il progetto di condivi-sione coi senza fissa dimora qui, in questa città, con l'ultimo giro dell'unità di strada; esattamente tra un mese, il 27 agosto, inizierò proprio da qui, via terra attraverso l'Europa, il grande Viag-gio, quello che mi riporterà in Italia per un pe-riodo per ora a me ignoto, dopo quasi 13 anni di vita in questo amato Paese.

I pensieri si affollano nella mia mente, il cuore trabocca di Amore e dolore, il momento è deli-cato ed intenso, la mia fede imperfetta vacilla ed inciampa, ma voglio ugualmente tentare di raccontarvi un pezzetto di questa storia incredi-bile, che è poi l'insieme di tutte le Storie e le Vi-te intrecciatesi in questi anni. Scandalizzatevi, se vi scandalizzerò, commuovetevi, se saprò commuovervi, gioite, se riuscirò a trasmettervi anche solo un pizzico dell'intensità della condi-visione vissuta, e sorridete, se vi riconoscete assieme a noi per le strade di Astrakhan… solo se potete non giudicateci, ma abbiate miseri-cordia, perchè è per Amore che sono stati fatti errori, risollevati animi, ricucite esistenze, sep-pelliti i morti e camminato fianco a fianco nel fango, nella neve, scivolando sul ghiaccio, sotto la pioggia o sotto il sole cocente di questo clima continentale della depressione caspica, di-spettoso ed imprevedibile.

Giovedì 27 giugno all'apparenza poteva essere un giovedì qualunque di uscite in strada, carica-vamo in macchina cibo e bevande come al soli-to, ed invece era l'ultimo giovedì, una sorta quasi di Giovedì Santo, l'Ultimo Pranzo, c'era nell'aria un non so che di festoso perchè avremmo distribuito delle foto ricordo ed un pò di cibo in più, ma anche il triste presagio di un

distacco ormai non cosi troppo lontano… Non so se riesco ad esprimere come mi sentivo quella matti-na. Con quell'ultima mia uscita dell'Unita di strada qui ad Astrakhan, ho sentito che davvero finiva un'epoca della mia

esistenza, si chiudeva un ciclo, un capitolo della mia vita meravigliosamente denso ed intenso, ore passate a comprare e preparare ciò che c'e-ra da distribuire,e via, il martedì ed il giovedi e a volte il sabato si va, ore passate nel traffico, a cercare, incontrare ed ascoltare le persone, ed ore passate ad offrire a Dio la sofferenza e la di-sperazione incontrate, a pregarLo di aiutarmi a portare tutto ciò che assorbivo, e a ringraziarLo della Grazia di esserci a camminare accanto a questo Popolo. Scorrevano davanti ai miei occhi 12 anni di cammino con i dimenticati, gli invisibili, i reietti, anni di lacrime e sorrisi, di amicizie, litigi, chiac-chierate, insulti, scherzi, auguri, risate, fatiche, oh quante fatiche, ubriacature, parolacce, botte, regali, violenze, sguardi persi, animi an-negati nell'acohol, fotografie, puzza insopporta-bile, docce e pranzi, scivoloni, file interminabili in ospedale, solitudini immense, bottigliette di vetro vuote per terra, cappelli e berretti e par-rucche, bestemmie, grandi speranze, documen-ti persi, pidocchi, scottature da medicare, poli-zia da fuggire, freddo pungente, inciuci e storie romantiche, bambini abbandonati a se stessi, collaborazioni istituzionali, la musica in macchi-na sempre, colonna sonora di incontri ed umo-ri, e l'odore, quell'odore che non dimenticherò mai!!

Ma soprattutto scorrevano volti, sì, i volti di chi ho amato anche se forse a volte un pò odiato, di chi mi ha insegnato a ricercare il volto di Dio

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in ogni essere umano, anche quando può sem-brare impossibile trovarlo, i volti di chi mi ha in-segnato a riconoscermi peccatrice e farisea, le volte che magari mi pensavo beata, i volti di chi ancora c'è e di chi non c'è più, perchè molti so-no i morti che conto, po-chi i seppelliti degna-mente...molti sono i di-spersi, pochi i ritrovati, ma anche solo per una persona ritrovata valeva la pena vivere qui questi anni, anche solo per una...ma invece loro so-no tanti!

Pace a tutti! Andrej, Ale-xander, Shura, Galja, Ma-rina, Dmitrij, Masha, Vik-tor, Zina, Sasha, Lena, Sveta, Igor, Nikolaj, Julia, Leonid, Tanja,Vassilij, ..Non è una lista di un vo-cabolario della possibile nomenclatura russa, sono persone tutte presenti nel mio cuore e nei miei occhi, impresse nell'anima a caratteri in-delebili, tatuaggi che non voglio mai cancellare perchè fanno parte di me, ed io sono quella che conoscete oggi anche grazie a tutti loro.

Quell'ultimo Giovedì ad ogni tappa per la città si ripeteva un rito di spiegazioni, abbracci, pian-ti, lacrime, ma chi si occuperà di noi adesso, ma che gioia averti conosciuto, ma ti veniamo a trovare in Italia, scrivimi il tuo indirizzo che ti troverò, ma quando torni dall'Italia, c'era chi non capiva che ci stavamo salutando in manie-ra definitiva, che poi tanto definitiva non è per-chè tanto se per caso non dovessimo rivederci sotto questo cielo russo, in altre dimensioni al di fuori del tempo e dello spazio ho la certezza che ci rincontreremo, ma questo pensiero non l'ho espresso a voce perché senno sarei sem-brata ai loro occhi più matta di quanto non sia già...

Ad ogni tappa commozione, e gratitudine pro-fonda, perchè sento che ho lasciato degli amici e dei fratelli, delle persone a cui ho voluto be-

ne, non saprei come spiegarmi senza sembrare ridondante… sento che ci siamo scambiati l'es-senza del nostro essere, e non solo io porto un tesoro inestimabile dentro me, ma anche cia-scuno porta un pezzettino di Mirella nella sua

vita, nelle sue miserie e gioie...alla se-conda chiesa ortodossa il giovane Vale-rij, nel momento del commiato, guar-dandomi negli occhi mi ha detto: "Il tuo cuore sarà anche italiano, ma la tua anima è russa!". Nessuno mi aveva mai detto una cosa così semplice, pro-fonda e delicata, e che sento così ve-ra...un balsamo sulla ferita dolente di questo distacco da questo Popolo che resta difficile, pur essendo stato scelto e meditato a lungo.

Tuttavia non esiste rosa senza spina, e la mia spina nel fianco in tutto questo è l'amarezza per la chiusura

(temporanea?) di questo progetto, che non so-lo distribuiva più di 100 pasti a settimana, ma perchè con esso si perde la possibilità di un'e-sperienza di condivisione di vita profondissima per tutti. La prospettiva che qualcuno della Co-munità nella nostra zona possa continuare in qualche modo con le uscite in strada in teoria c'è, ma nella realtà è vaga e fragile. Sono un pò delusa di me stessa, per non aver saputo pen-sare prima a come dare continuità a tutto que-sto anche dopo la mia partenza, facendo maga-ri leva sulle forze volontarie locali, che ci sono e stanno sbocciando or ora, e sono amareggiata nei confronti della mia Comunità, che ad oggi continua ad aprire nuove presenze, con tante chiamate in Italia e nel mondo, e ringraziamo lo Spirito Santo di questo, lasciando però spesso soli i missionari che gia' ci sono e chiudendo progetti per mancanza di forze, e chiediamo perdono al buon Dio di questo, perchè è una questione di responsabilità nei confronti di chi ci è stato gia' affidato , di volti precisi, prima di essere una questione di numeri...

Ad ogni modo, nonostante anni ed anni di vita nella depressione capisca, la certezza che il Dio

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della Vita avra' cura e misericordia dei suoi figli non mi abbandona, perciò anche da lontano continuerò a coltivare la speranza che un giorno, in tempi e modi a me ora sconosciuti, i semi d'A-more piantati dal buon Dio sara' concesso di cre-scere e portare frutto, sia in me, sia in tutte le vi-te che ho incontrato...

Concludo il mio racconto esprimendo una grati-tudine profonda a Dio, che attraverso la Comuni-tà Papa Giovanni XXIII mi ha concesso la grazia di vivere questi anni per le strade di Astrakhan, dandomi la forza di farcela pur ritrovandomi spesso fisicamente da sola; ringrazio di cuore tutte le persone che in questi anni mi hanno ac-compagnato e a volte sostituito nelle uscite dell' Unita' di Strada: i volontari e caschi bianchi ita-liani, i volontari della Caritas tedesca, i volontari russi (addirittura Andrjusha e Denis!), fratelli e sorelle di Comunita', i miei genitori, mio fratello, amici, preti, suore, giornalisti e blogger, gente di ogni nazionalita' e credo, visitatori per un giorno o di lunga durata, ognuno col suo modo specia-le...SPASIBO! Un grazie speciale a Luca e Sasha, che erano con me durante l'ultimo giro...perchè davvero il dono piu' grande che si possa fare a qualcuno è dedicargli il proprio tempo standogli accanto.

In parrocchia arriva l’infermiere

Protocollo firmato da Cei e Servizio pubblico. Sperimentazione in tre diocesi, per cinque anni

ALESSIA GUERRIERI

Sarà una sorta di «facilitatore» e farà da raccordo con il Ser-vizio sanitario nazio-nale. Il progetto è rivolto agli anziani soli che ri-

nunciano alle cure per difficoltà economiche o perché non sanno a chi rivolgersi, o ancora perché non hanno chi li possa accompagnare nelle strutture sanitarie. Potranno essere messi in contatto con un infermiere della Asl. L’iniziativa ha come partner professionali la Federazione degli ordini infermieristici (Fnopi) e la Federazione delle aziende sanitarie (Fiaso).

Un referente di pastorale della salute condividerà i dati con l’infermiere di parrocchia, che si incaricherà di attiva-re procedure e servizi necessari a soddisfarle. Le sacche di povertà sanitaria infatti aumentano e le parrocchie possono intercettare i bisogni delle persone. Tanti malati infatti «non hanno chi li orienta nella cura del-la salute, anche se diverse parrocchie offrono già una fi-gura di sostegno, attraverso la Caritas», aggiunge monsi-gnor Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare per la diocesi di Roma e delegato per la pastorale della salute, aggiun-gendo che la diocesi «sta avviando un anno pastorale di ascolto del grido della città, delle esigenze di tante perso-ne. Questo progetto si inserisce in questo solco». Non si tratta dunque di un “ambulatorio” di parroc-chia ma di una sorta di centro di ascolto, collegato con il servizio sanitario nazionale.

La bella Italia: Studiare (e diplomarsi) nonostante il cancro: il coraggio di Sara e Albana

DOMENICO MARINO (Avvenire)

Sara ha 18 anni, un sorriso coinvol-gente, uno zaino pieno di sogni ma anche un tumore che vuole rubarle la giovinezza e il futuro.

Albana di anni ne ha 19 e ha da poco concluso, con successo, il suo percorso alle scuole superiori. Ma nella sua vita ha già dovuto affrontare prove difficili: era anco-ra ragazzina quando è entrata per la prima volta nel re-parto di oncoematologia pediatrica per un tumore os-seo. Le terapie sono state lunghe e complesse, ma Al-bana non ha mai smesso di pensare al suo futuro.

Sara vive a Fagnano Castello, in Calabria, Albana in provincia di Bologna. Così lontane geograficamente, hanno scritto due storie molto simili, entrambe straordi-narie, dimostrando che la buona volontà fa miracoli, che l’impegno può scalare montagne, che il sacrificio non conosce ostacoli: hanno superato brillantemente l’esa-me di Maturità assieme ai loro compagni, nonostante malattia, timori, sofferenze e molto altro.

Dal 23 gennaio Sara combatte tra terapie e ricoveri in ospedale che l’hanno costretta ad assentarsi più volte dall’Istituto professionale di stato servizi per l’enogastro-nomia e l’ospitalità alberghiera (Ipseoa) 'San France-

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sco' di Paola, dove è stata iscritta all’ultimo anno. Nonostante il cancro non ha mollato d’una pagina, studiando per raggiungere il diploma che non è mai, per nessuno, solo un pezzo di carta. Il plesso, coinvolto nel progetto 'Scuola in ospeda-le e istruzione domiciliare' con altri istituti guidati dal Comprensivo statale III 'Via Negroni' di Cosen-za, le ha garantito la frequenza domiciliare permet-tendole di restare al passo col resto della classe. È stata ammessa in maniera brillante all’esame di maturità, a fine giugno ha sostenuto prima gli scrit-ti e poi l’orale che ha voluto affrontare assieme ai compagni di classe anche se le era permesso di differirlo. In testa un foulard a coprire le conse-guenze della terapia. Ha risposto in maniera im-peccabile a tutte le domande dei commissari, con-fermando l’ottima preparazione mostrata nel resto-dell’anno. Terminato l’esame, è tornata nella sua Fagnano Castello, paesone dell’entroterra cosenti-no, dove ha atteso la pubblicazione dei risultati che sono arrivati una manciata di giorni fa, pro-muovendo la studentessa Sara Aloia con un 100 e Lode che ha ripagato i suoi sforzi, regalato una soddisfazione da incorniciare ai genitori e sistema-to una prima fondamentale pietra miliare sul cam-mino scolastico di questa ragazza che è molto più d’una studentessa modello. Lei si schernisce ma è un esempio, una testimo-nianza vivente della forza di volontà, della voglia di vivere. Figlia di una famiglia cattolica praticante, è impegnata in un oratorio salesiano e nel catechi-smo ai bambini. «Il cancro non è un tabù e non po-ne limiti che invece sono creati da noi», aggiunge Sara che vuole continuare gli studi iscrivendosi all’università appena le terapie glielo permetteranno. Sogna la laurea in Lettere.

Albana negli ultimi mesi ha attraversato i corridoi del re-parto ogni giorno, non solo per una terapia o un controllo,

ma anche per preparare l’esame, affiancata dagli inse-gnanti della Scuola in Ospedale e dallo staff dell’associa-zione Ageop. Con emozione e sempre con il sorriso ades-so racconta la sua esperienza e i progetti per l’estate. An-

che lei vuole continuare gli studi, iscriven-dosi all’università per raggiungere la lau-rea.

S. Messe Calendario della vita parrocchiale

Domenica 4

XVIII T.O.

8.00 - 9.00

11.00

Lunedì 5 -

Martedì 6 9.00

Mercoledì 7 - Visita al campo scout

Giovedì 8 19.00

Venerdì 9 9.00

Sabato 10 19.00

Domenica 11

XIX T.O.

8.00 - 9.00

11.00

Da un ministro si attendono parole decenti e onorevoli (da Avvenire)

«Zingaraccia, ora arriva la ruspa». Parole che arrivano alla vigilia del 2 agosto, 75esimo del geno-cidio nazista di rom e sinti. «Vada a fare le foto ai bambini visto che le piace tanto», è la ri-sposta del ministro al videomaker che ha il torto di averlo messo in difficoltà con la vicenda della moto d’acqua della Polizia. Un Paese in cui ogni cittadino si sente libero di rispondere a un insulto con un insulto al quadrato o di catalogare – per disprez-zarli – gli esseri umani o in cui ogni persona rivestita di autorità derida chi gli pone domande sgradite, diventerebbe una giun-gla, un farwest, un 'tutti contro tutti' dissennato e pericoloso. Qualcuno sostiene che a questo punto ci siamo già arrivati. Salvini vuole governare l’Italia? Servono anche e soprattut-to parole decenti e onorevoli.

LA MARE JONIO È LIBERA Il ministro arresta e sequestra chi poi la magistra-tura libera e dissequestra. Di chi aver fiducia?

10 maggio: sbarcano a Lampedusa i 49 migranti della Mare Jo-nio. Salvini: “Arrestare i responsabili. Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai traffi-canti di uomini. Chi sbaglia paga". Conte: "Circa la vicenda della nave Mare Jonio ci siamo sentiti con Salvini e siamo d'accordo sul sequestro. C'è di mezzo l'au-torità giudiziaria e non entro nel merito." 2 agosto: Oggi la nave è stata dissequestrata dall’autorità giu-diziaria, anche se le indagini della procura proseguono.