Flessibilità in entrata e in uscita: dalla Riforma Fornero ad oggi · Fornero (2012), la riforma...

Avv. Franco Toffoletto TuttoLavoro Il Sole 24 Ore

Flessibilità in entrata e in uscita: dalla Riforma Fornero ad oggi

Avv. Franco ToffolettoTutto LavoroIl Sole 24 ore

Milano, 18 ottobre 2013


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La flessibilità in entrata


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E’ da 51 anni che si fanno leggi sul contratto a termine: la prima legge del 1962, n. 230, le innumerevoli leggi che l’hanno modificata o derogata, la legge sul contratto di formazione e lavoro, i contratti collettivi, la legge 223 del 1991 che ha instituito il contratto di inserimento dalla mobilità, l’apprendistato, la legge Biagi del 2003 che ha inserito il contratto di inserimento, il collegato-lavoro (2010), la riforma Fornero (2012), la riforma della riforma Fornero (2013).

La flessibilità in entrata

L’art. 2097 del codice civile, che è del 1942, recitava: «Il contratto di lavoro si reputa a tempo indeterminato, se il termine non risulta dalla specialità del rapporto o da atto scritto».


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LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO

• ANNULLABILE: carenza di giusta causa o giustificato motivo soggettivo/oggettivo

• INEFFICACE: Licenziamento orale• NULLO: Motivo discriminatorio, Per causa di matrimonio, Della lavoratrice

madre, ecc.

UNICO RIMEDIOREINTEGRAZIONE

+RISARCIMENTO INTEGRALE

(dedotto il percepito)(minimo di 5 mensilità)

La disciplina dei licenziamenti ante-riforma


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La “lettura tradizionale” della nuova disciplina dei licenziamenti


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Le definizioni di licenziamento giustificato restano le stesse giusta causa (2119 c.c.) giustificato motivo soggettivo e giustificato motivo

oggettivo (l. 604/1966)

ma diversi rimedi

(ANCHE PER I DIRIGENTI)REINTEGRAZIONE

+RISARCIMENTO INTEGRALE

(dedotto il percepito)(minimo di 5 mensilità)

REINTEGRAZIONE+

RISARCIMENTO(dedotto il percepito e il percipiendo)

max. 12 mensilità(non c’è più il minimo di 5 mensilità)

A scelta del giudiceREINTEGRAZIONE +

RISARCIMENTO(dedotto il percepito e il percipiendo)

max. 12 mensilità(non c’è più il minimo di 5 mensilità)

OPPUREsolo risarcimento del danno

INDENNIZZO da 12 a 24 mensilità

INDENNIZZO da 6 a 12 mensilità


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Ineff i cace perché manca l’indicazione della motivazione

Violazione procedura disciplinare ex art. 7 SL

Violazione procedura di i r r o g a z i o n e d e l l icenziamento per motivo oggettivo ex art. 7, l. n. 604/1966.

"SOLO" RISARCIMENTO

TRA 6 E 12 MENSILITÀ(in relazione alla gravità della violazione

formale o procedurale)

«... a meno che il giudice, sulla base della domanda del lavoratore, accerti che vi è anche un difetto di giustificazione del licenziamento».

Il licenziamento con vizi formali o procedurali

6° comma senza dubbio il PIU’ IMPORTANTE


Comma 6

• Mancanza della motivazione• Errori nella lettera di contestazione (GC o

GMS)• Errori o mancanze nella procedura (gmo)• Tardività della contestazione

Risarcimento del danno

6-12 mesi

Comma 5 Inidoneità della motivazione ad integrare GC o GMS

Risarcimento del danno

12-24 mesi

Comma 4• Insussistenza del fatto per GC o GMS• Previsione nel ccnl di una sanzione

conservativa per quell’inadempimento

Reintegrazione + Risarcimento del danno

max 12 mesi (dedotto il percepito medio tempore)

Comma 1

• Licenziamento discriminatorio o per motivo illecito

• Licenziamento orale• Licenziamento causato da matrimonio o

maternità

Reintegrazione + Risarcimento del danno:

tutte le retribuzioni tra la data del licenziamento e la sentenza di

reintegrazione(dedotto il percepito medio tempore)

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Facciamo qualche esempio...


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Prima della Riforma:tardività della contestazione,

genericità della contestazione,violazione dell’art. 7 dello Statuto

portavano sempre ed inesorabilmente alla reintegrazione.

E questi casi rappresentano la maggior parte delle cause.


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Art. 18, 6° comma

A fronte dell’accertamento di un grave inadempimento del lavoratore (assentatosi dal posto di lavoro per consumare un rapporto sessuale in bagno), il giudice ha rilevato la genericità della lettera di contestazione perché non è stato indicato il giorno in cui é accaduto il fatto ed ha condannato il datore di lavoro al «solo» risarcimento del danno pari a 8 mensilità, erroneamente considerando anche la dimensione dell’azienda.

Trib. Milano 22 gennaio 2013


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A fronte dell’accertamento di un grave inadempimento del lavoratore (violazione reiterata dell’orario di lavoro, peraltro chiedendo ed ottenendo dall’azienda rimborsi spese non dovuti), il giudice ha rilevato la tardività della contestazione da parte del datore di lavoro ed ha condannato il datore di lavoro a pagare 9 mensilità, erroneamente considerando anche la dimensione dell’azienda.

Trib. Trieste, 17 luglio 2013

Art. 18, 6° comma


1510

Le indagini del datore di lavoro sulla condotta del lavoratore, precedenti alla contestazione e finalizzate a raccogliere elementi a sostegno di quest’ultima, sono legittime a condizione che i risultati confluiscano in un procedimento disciplinare ritualmente instaurato e che il lavoratore sia portato a conoscenza di quanto lo riguarda, assicurandogli il diritto di difesa su ciascuno degli elementi fondanti la contestazione disciplinare. La mancata messa a disposizione della documentazione relativa alle indagini preliminari comporta la violazione della procedura ex art. 7 St. lav. Il datore di lavoro é condannato a pagare 12 mensilità, erroneamente considerando anche la dimensione dell’azienda e l’anzianità aziendale.

Trib. Milano, ord. del 12 luglio 2013

Art. 18, 6° comma


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Art. 18, 5° comma: gmo e c.d. obbligo di repechageLa mancata dimostrazione dell’effettiva impossibilità di riutilizzare il lavoratore, eventualmente anche adibendolo a mansioni inferiori, non riguarda la “manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento” bensì le “altre ipotesi” in cui non ricorrono gli estremi del gmo. Di conseguenza, il giudice NON applica la REINTEGRAZIONE e condanna solo al pagamento dell’indennità risarcitoria omnicomprensiva:

12 mensilità, tenuto conto dell’anzianità di servizio (9 mesi), delle dimensioni aziendali e del comportamento delle parti - Trib. Varese, 4 settembre 201315 mensilità, tenuto conto dell’anzianità di servizio (circa 8 anni), delle dimensioni aziendali e del comportamento delle parti - Trib. Roma, 8 agosto 2013


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Ma i giudici continuano a sbagliare ...

si doveva applicare il 6° comma ma si è applicato il 4° comma: quindi la reintegrazione


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Trib. Milano, ord. del 26 aprile 2013

Dalla mancanza della contestazione disciplinare, il giudice ha dedotto l’insussistenza di un fatto “disciplinarmente rilevante” ed ha applicato la reintegrazione, oltre al risarcimento del danno.

Ha dunque erroneamente applicato la reintegrazione, oltre al risarcimento del danno, invece che la sola sanzione risarcitoria del 6° comma.


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Trib. Milano, 2 settembre 2013

Il giudice ha ricondotto la genericità della contestazione disciplinare all’“insussistenza del fatto”, fondando sull’impossibilità di accertare “l’effettiva sussistenza della condotta inadempiente”.

Ha dunque erroneamente applicato la reintegrazione, oltre al risarcimento del danno, invece che la sola sanzione risarcitoria del 6 comma.


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Ma i giudici continuano a reintegrare ...

Art. 18, 4° comma: la reintegrazione


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E’ il caso di un dipendente di azienda di trasporto accusato di:

aver manomesso alcuni cavi - il giudice ha ritenuto non raggiunta la prova sull’effettiva provenienza della condotta;aver venduto biglietti ad un prezzo superiore, appropriandosi delle relative somme - il giudice ha ritenuto che non vi fosse proporzionalità tra la condotta e la sanzione estintiva del rapporto.

Trib. Busto Arsizio, ord. del 3 giugno 2013


2221

E’ il caso di un portiere d’albergo che ha falsificato una lettera di lamentele di un cliente, accusando un collega.

Il cliente è straniero e, per accertare l’effettiva provenienza della lettera, ci sarebbe stato bisogno di una rogatoria internazionale.Il giudice, ritenendo che la rogatoria - in considerazione dei tempi lunghi che avrebbe richiesto - non fosse compatibile con la sommarietà della prima fase di giudizio prevista dal rito Fornero e, nel dubbio, ha reintegrato il dipendente.

Trib. Como, ord. del 9 agosto 2013


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Grazie per l’attenzione

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