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27/03/2012
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FILOLOGIA ROMANZA I‐Za.a. 2011‐12
prof. Roberto Tagliani
Unità didattica A: Questioni linguistiche romanzeQ g
DIAPOSITIVE E MATERIALI COMMENTATI A LEZIONE
AVVERTENZA IMPORTANTE
I materiali qui raccolti sono stati presentati e discussi durante le lezioni relative all’Unità
didattica B ‐ Questioni linguistiche romanze del corso di Filologia romanza I‐Z dell’a.a. 2010‐11
(prof. R. Tagliani). Tali materiali NON SOSTITUISCONO, ma INTEGRANO i contenuti inerenti la
preparazione dell’esame relativo al modulo in oggetto, sono il frutto di un’ampia e libera
rielaborazione di alcuni temi nodali della linguistica romanza, affrontati nel manuale in adozione
(L. RENZI‐A. ANDREOSE, Manuale di linguistica e filologia romanza, Bologna, Il Mulino, 20093,
pp. 17‐29; 33‐62; 71‐85; 87‐129; 131‐45; 147‐52, 160‐64; 169‐203; 211‐31; 269‐74; pp. 297‐
308), opportunamente integrato dalle pagine del manuale di supporto indicato nel programma
dei non frequentanti (C. LEE, Linguistica romanza, Roma, Carocci, 2002,pp. 31‐40, 48‐60, 64‐69,
81‐86, 128‐34). I materiali iconografici, se non prodotti direttamente, sono tratti dalla rete
internet e impiegati a titolo didattico esemplificativo, senza scopo di lucro. Lo studio di queste
diapositive NON SOSTITUISCE IN ALCUN MODO la preparazione delle parti del/dei manuale/i
indicate nel programma ufficiale.
Milano, marzo 2012 R.T.
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LINGUISTICA E FILOLOGIA: UNA DEFINIZIONE
«La filologia romanza è una disciplina umanistica che ha per oggetto lo studio prevalentemente storico eha per oggetto lo studio, prevalentemente storico e comparato, delle lingue e letterature romanze e neolatine. Per quanto l’indagine delle lingue e dei dialetti faccia parte della linguistica, e la filologia –nel senso proprio della parola – persegua piuttosto l’analisi dei testi letterari, nessuna ricerca filologica è , gpossibile senza solide basi linguistiche».
(C. Tagliavini, Le origini delle lingue neolatine, Bologna, Pàtron, 19726)
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PROSPETTIVE E INTERCONNESSIONI
• La filologia romanza è dunque una scienza di natura linguistica che studiala genesi e lo sviluppo delle lingue (e delle letterature) derivate dal latino(neolatine), a partire dalla loro origine tardo antica e medievale e fino ai(neolatine), a partire dalla loro origine tardo antica e medievale e fino aigiorni nostri. Si occupa altresì dell’edizione dei testi composti e/o redattiin queste lingue.
La prospettiva della disciplina è quindi triplice:
• sotto il profilo diacronico, studia l’evoluzione storica e comparata delle lingue (grammatica storica) e delle letterature neolatine (letterature comparate);
• sotto il profilo sincronico, osserva e descrive la forma di una data linguacome sistema in sé (grammatica descrittiva);
• Sotto il profilo ecdotico‐testuale, fornisce i fondamenti scientifici per larealizzazione di edizioni critiche dei testi scritti in lingue romanze.
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IL DOMINIO ROMANZO
LA ROMÀNIA
Il termine Romània designa il territorio di diffusione delle lingue romanze sia nella sua estensione storica che in quellalingue romanze, sia nella sua estensione storica che in quella attuale.
Distinguiamo: Romània vetusRomània nova
Romània submersa
Romània continua
(si vedano le carte alle pp. 297‐308 di RENZI‐ANDREOSE 20093)
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VARIETÀ ROMANZE ANTICHE ‐ I
AREA IBERO‐ROMANZA AREA GALLO‐ROMANZA
f• Galego‐portoghese
• Asturo‐leonese
• Castigliano
• Aragonese
• Antico francese– Franciano– Piccardo– Normanno– Vallone– Champenois– Borgognone– Anglonormanno
• Occitanico
• Catalano
• Mozarabico
– Provenzale– Guascone– Linguadociano– Limosino‐alverniate
• Franco‐provenzale
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VARIETÀ ROMANZE ANTICHE ‐ II
AREA ITALO‐ROMANZA
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AREA DACO‐ROMANZA
• Volgari italiani– Fiorentino– Dialetti gallo‐italiani– Dialetti mediani– Dialetti meridionali
• Retoromanzo– Romancio– Ladino– Friulano
• Romeno
• Aromeno
• Meglenoromeno
I t– Dalmatico (estinto)
• Sardo
• Còrso
• Istroromeno
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VARIETÀ ROMANZE ODIERNE
AREA IBERO‐ROMANZA
• Portoghese
AREA GALLO‐ROMANZA
• FrancesePortoghese
• Galego
• Castigliano
• Catalano
AREA ITALO‐ROMANZA
Francese
• Occitanico
AREA DACO‐ROMANZA
• Italiano
• Sardo
• Romancio
• Romeno
• Moldavo
• Valacco
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IL PARADIGMA CLASSICO
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PREMESSE IDEOLOGICHE
• Fondamenti antiquissimi:
C i i li h– Categorie aristoteliche
– Stoici e Alessandrini (III‐II sec. a.C.)
– Nascita della filologia alessandrina
– M. Terenzio Varrone (I sec. a.C.)
• Sistematizzazioni successive del pensiero linguistico:
– Cartesio (1596‐1650) e le grammaires raisonnées
– Leibniz (1646‐1716) e la logica simbolica
– La fallacia classica (Lyons, classical fallacy) e il concetto di corruzione
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LA RIFLESSIONE GRAMMATICALE NEL MEDIOEVO
Prime grammatiche romanze: le razosLingua d’oc:g
‐ Raimon Vidal, Razos de trobar, 1190‐1213‐ Jofrè de Foixà, Regles de trobar, 1285‐1291
‐ Terramagnino da Pisa, Doctrina d’Acort, 1286‐1296
‐ Uc Faidit, Donat proensal, fine XIII sec.
Lingua d’oïl:
‐ Ortographia Gallica, fine XIII‐inizio XIV sec.
‐ Donat françois, inizio XV sec.
Dante dialettologo : il De vulgari eloquentia
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IL DIBATTITO RINASCIMENTALE SULLE LINGUEE PRIME OPERE SISTEMATICHE (XVI SECOLO)
• Biondo Flavio (1392‐1463): l’intuizione del latino volgare
• Leonardo Bruni, Benedetto Varchi, Claudio Tolomei, Celso Cittadini: discussione sull’origine delle lingue
OPERE GRAMMATICALI DEL XVI SECOLO
• Leon Battista Alberti (attrib.), Grammatica della lingua volgare (c.d. Grammatichetta Vaticana, conservata dal codice Vat. Reg. Lat. 1370, databile tra il 1438 e il 1441, scoperta solo nel 1850 e pubblicato nel 1908)
• Pietro Bembo, Prose della volgar lingua, 1525
• Baldesar Castiglione, Il libro del cortegiano, 1530
• Joachim du Bellay, Deffence et illustration de la langue francoyse, 1549
• Antonio de Nebrija, Gramática de la lengua castellana, 1492
• João de Barros, Diálogo em louvor da nossa linguagem, 1540
OPERE GRAMMATICALI DEL XVII SECOLO
• Bernando Aldrete, Del orígen y principio de la lengua castellana romance, Roma, 1606
• Gilles Ménage, Origines de la langue française, 1650
• Gilles Ménage (c.d. Menagio), Origini della lingua italiana, 1669
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I GRANDI DIZIONARI ANTICHI
• A. Fernández Palcencia, Universal vocabulario en latín y romance, 1490
• P. de Alcalá, Vocabulario arábigo en letra castellana, 1506, g ,
• S. de Covarrubias y Horozco, Tesoro de la lengua castellana, 1611
• Vocabolario degli Accademici della Crusca, Venezia,1612
• Dictionnaire de l’Académie Française, Paris, 1694
• Diccionario de la lengua castellana de la Real Academia Española, Madrid, 1726‐39
• R. Bluteau, Vocabulario portuguez e latino, 1712
• Moraes da Silva, Diccionario de lingoa portuguesa, 1789
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FILOLOGIA TESTUALE E UMANESIMO
• Umanesimo e filologia testuale
• Questione della lingua: tesi arcaizzante e tesi sincronica
• Filologia e invezione della stampa
• Pietro Bembo e Aldo ManuzioPietro Bembo e Aldo Manuzio
• I grandi umanisti: Barbieri, Bembo, Colocci, Beccadelli
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LE TAPPE CHE AVVICINANO AL PASSAGGIO FINALE
• Charles Du Fresne Du Cange, Glossarium mediae et infimaelatinitatis (1678)( )
• Jean‐Baptiste Lacurne de Sainte‐Palaye, Histoire des Trobadours(1774)
• Ludovico Antonio Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi (1738‐43); Rerum italicarum scriptores (1723‐1751)
• Ludovico Antonio Muratori, ristampa delle AIMÆ col titolo Dissertazioni sopra le antichità italiane: diss. XXII. Origine della lingua italiana (1751)
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IL PARADIGMA STORICOE IL METODO STORICO‐COMPARATIVO
PREMESSE IDEOLOGICHE
• La Querelle des Anciens et des Modernes tra XVII e XVIII secolo aveva discusso a lungo della possibile competizione tra letteratureaveva discusso a lungo della possibile competizione tra letterature antiche e moderne valutando l’impiego di parametri comuni tra classicità e modernità (generi, stili, precettistica).
• Le nuove prospettive filosofiche (Kant, Herder, Vico) e letterarie (Schiller, Schlegel) cambiano la prospettiva ideologica alla questione, valutando incommensurabili la letteratura antica e quella moderna: ogni epoca ha caratteristiche proprie che vanno valutate secondo criteri propri e peculiari di ogni epoca.
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ROMANTICISMO E IDEALISMO
• Lo sviluppo del Romanticismo e dell’Idealismo (Fichte, Schelling, Hegel) sviluppano una nuova concezione delmutamento, cheHegel) sviluppano una nuova concezione del mutamento, che passa da concetto negativo (sinonimo di ‘corruzione’, secondo la fallacia classica) ad elemento portante di ogni istituzione di pensiero (lingua, letteratura, società).
• Si rende necessario un nuovo metodo di indagine del mutamento; nasce un approccio storico applicato alla letteratura e alla linguistica, che si focalizza sul periodo cronologicamente più ricco di mutamenti per l’Europa: il Medioevo (=> inizia qui il legame stretto tra filologia romanza e Medioevo, che dura tuttora).
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STIMOLI INIZIALI: HERDER
• Herder, Ancora una filosofia per l’educazione dell’umanità (1773): la conoscenza può avvenire esclusivamente per empatia “Dobbiamo simpatizzare in primo luogo con la nazione per sentire anche una sua singola inclinazione e attività e poi rivolgercinazione, per sentire anche una sua singola inclinazione e attività, e poi rivolgerci all’insieme”. => Es.: per capire l’Antico Testamento occorre farsi “pastore coi pastori, contadino coi contadini, orientale con gli orientali”.
• Affinché nasca l’empatia serve la relativizzazione dell’idea di umanità => si teorizza l’idea che la perfezione non appartenga a nessun elemento singolo, ma solo all’insieme degli elementi di una cultura o di una società.
• Ogni nazione rappresenta un aspetto della perfezione umana: “ogni perfezione umana è nazionale, secolare e, se l’osserviamo più da vicino, individuale.”
• Il valore del passato è connesso alla storia dei popoli: è un dato peculiare, concreto e relativo (e non universale) => valorizzazione delle letterature dei popoli.
• La riscoperta della letteratura dei popoli avviene, ad es. attraverso l’esaltazione delle antichità germaniche (in polemica con gli studi classici) nel mondo tedesco e della letteratura popolare medievale in Spagna => le “voci dei popoli attraverso i loro canti”.
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I FRATELLI GRIMM E SCHLEGEL
• Wilhelm e, soprattutto, Jakob Grimm: ricerche sulle origini popolari e mitopoietiche (= relative alla nascita dei miti) dei popoli germanici, che implica anche l’indagine sulle origini linguistiche e culturali dell’Europa.
• Temperie culturale: rivalutazione delle individualità nazionali e indagine sul tema delle Origini sotto il profilo linguistico, letterario, folklorico, mitopoietico e anche politico (nascente nazionalismo)
• Friederich Schlegel: indagini sul sanscrito, distinzione tra lingue flessive e isolanti; supremazia della famiglia flessiva (prima classificazione delle lingue in base a caratteristiche di natura strettamente linguistica).
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PRIMI PASSI DEL METODO STORICO‐COMPARATIVO
• Studiando le origini delle lingue nazionali nasce l’indoeuropeistica (Rask, Bopp, J. Grimm) che scopre l’esistenza di una ur‐lingua antica, genitrice di tutte le lingue
l’i d it d ll f i li ieuropee: l’indoeuropeo, progenitore della famiglia romanza e germanica.
• l’indoeuropeo è studiato e ricostruito attraverso la comparazione tra le lingue superstiti: nasce il metodo storico‐comparativo.
• J. Grimm, Deutsche Grammatik (1819‐1837) ricostruisce i rapporti tra le lingue germaniche (tedesco, inglese, danese, neerlandese, svedese, norvegese, islandese) postulando l’esistenza di un germanico primitivo, ricostruito attraverso la comparazione tra le lingue germaniche superstiti; si tratta della prima grammatica storica comparata generata dal metodo.
• Il metodo impiegato per gli studi sulle lingue germaniche è applicato al latino e alle lingue romanze da François Raynouard e Friedrich Diez.
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RAYNOUARD E LA PROTO‐ROMANISTICA STORICA
Raynouard fu autore del Choix del poésies originalesdes troubadours (6 voll., 1816‐21), seguito dal Lexique
di ti i d l l d t b d (6roman ou dictionnaire de la langue des trobadours (6 voll.,1838‐44): nel sesto volume della Choix si ha il primo schizzo sistematico di grammatica storica delle lingue romanze: Grammaire comparée des langues de l’Europe latine (1821).
L’errore di prospettiva di Raynouard, pioniere del metodo storico‐comparativo, fu quello di considerare il
l li i di h i iFrançois Raynouard provenzale una lingua intermedia europea che anticipa le altre grandi lingue romanze (spagnolo, francese, italiano): l’antichità della produzione letteraria provenzale è l’elemento che genera il grande fraintendimento dell’erudito francese.
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François Raynouard
(1761‐1836)
FRIEDRICH DIEZ, PADRE DELLA NUOVA ROMANISTICA
Le grandi spinte culturali del mondo culturale tedesco (Schiller, Goethe,Schlegel, Grimm) indirizzano Friedrich Diez verso il mondo romanzo: saràautore di imponenti e innovativi lavori di linguistica e di letteratura romanza:
Friedrich Diez
autore di imponenti e innovativi lavori di linguistica e di letteratura romanza:
• Grammatik der romanischen Sprachen (1836‐43): adattamento del metodo di Rask, Bopp e Grimm al dominio romanzo, non per ricostruire una lingua perduta ma per descrivere i rapporti tra il latino e le lingue romanze.
• Etymologisches Wörterbuch der romanischen Sprachen (1854): il primo repertorio lessicale indagato scientificamente dal punto di vista etimologico: indaga il latino rapportandolo agli esiti delle sei lingue romanze principali: italiano, valacco (romeno), portoghese, spagnolo, provenzale, francese.
• Die Poesie der Trobadours (1826) e Leben und Werke der TrobadoursFriedrich Diez
(1794‐1876)
Die Poesie der Trobadours (1826) e Leben und Werke der Trobadours (1829): studio ed edizione di testi della tradizione provenzale; Altspanische Romanzen (1818): studi sui romances spagnoli antichi; Altromanische Sprachdenkmale (1846) e Altromanische Gedichte (1852): edizione e studio sui più antichi documenti e dei più antichi poemi dell’area galloromanza.
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WILHELM MEYER‐LÜBKE E I NEOGRAMMATICI
Wilhelm Meyer‐Lübke fu il principale continuatore dell’opera di Diez e caposcuola degli Junggrammatiker(Neogrammatici), codificatori e normatori del metodo storico‐comparativo.
Meyer‐Lübke aggiorna e rinnova le principali opere di Diez:
Grammatik der romanischen Sprachen (3 voll., 1890‐1902); tr. francese ampliata Grammaire des langues romanes (4
Wilhelm Meyer‐Lübke
(1861‐1936)
voll., 1890‐1906).
Romanisches Etymologisches Wörterbuch ‐ REW (19111; 19202; 19353).
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ELEMENTI COSTITUTIVI DEL METODO
• Fonetica storica: in una lingua gli stessi suoni si modificano• Fonetica storica: in una lingua, gli stessi suoni si modificano nello stesso modo in tutte le parole: regolarità dei cambiamenti fonetici => leggi fonetiche.
• Il concetto di analogia.
• Analisi dei cultismi e prestiti.
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IL MUTAMENTO E LE LEGGI FONETICHE
Secondo i Neogrammatici ogni mutamento fonologico può essere spiegato:p g
1. attraverso una legge fonetica generale, oppure
2. attraverso una legge fonetica speciale, connessa a un condizionamento linguistico, oppure
3. per analogia, oppure
4. per cultismo, oppure
5. per prestito linguistico.
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ESEMPIO DI LEGGE FONETICA
Legge fonetica generale: in area romanza A lunga e A breve latina > a, tranne nell’area oitanica, per la quale agiscono le seguenti leggi fonetiche speciali:
1. se A latina è in sillaba chiusa, rimane a (PAR‐TEM > part)
2. se A latina è in sillaba libera seguita da suono nasale > dittonga in ai(FA‐ME(M) > faim; PLA‐NUM > plain)
3. se A latina è in sillaba libera preceduta da C palatale (derivante da [k] latina) > dittonga in ie (CA‐PRA(M) chievre; CA‐NE(M) > chien)
4. in assenza di condizionamenti, A latina in sillaba libera > e (MAR > mer; PA(T)‐REM > pere; MA(T)‐REM > mere)
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ESEMPI DI ANALOGIA, CULTISMO, PRESTITO
es. Origine delle desinenze di I p.s. del perfetto sigmatico italiano:SCRIPSI > scrissi (semplificazione del nesso, per assimilazione)DIXI [diksi] > dissi (idem);
ma: it. mossi non deriva dal perf. lat. MOVI, bensì è costruito in analogiacon i perfetti assimilati del tipo scrissi e dissi, più diffusi di mossi.
es. OCULUS > lat.volg. OCLUS > it. occhio, per palatalizzazione del nessoCL secondario (cioè nato dalla caduta della U atona postonica);
ma: oculare è ricostruzione per cultismo da OCULARIUS, senza palatalizzazione.
es. MANDUCARE > it. ant. manicare, per caduta della dentale dopo nasale;
ma: it. mangiare è costruito sul modello a.fr.mangier, per prestito.
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METODO STORICO E INDAGINE ETIMOLOGICA
Etimologia: disciplina che studia l’origine di una parola (etimo) e che ricostruisce il rapporto tra la parola e il suo precedentee che ricostruisce il rapporto tra la parola e il suo precedente storico. Si estende anche all’indagine sui nomi di persona (onomastica) e di luogo (toponomastica).
Es. REW 3306, FĪLUM
FĪLUM
rom. it. sd.logud. eng.friul.fr.occ.cat. sp. pg.
fir filo filu fil hilo fio
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DIALETTOLOGIA STORICO‐COMPARATIVA
• La grande romanistica storico‐comparativa ottocentesca si è occupata solo (o prevalentemente) di lingue letterarieprevalentemente) di lingue letterarie.
• Secondo G.I. Ascoli, Saggi ladini (1873) la differenziazione tra le lingue è graduale, e senza confini netti; esiste un continuum dialettale che si differenzia in maniera non sempre netta.
• Gli studi di Ascoli superano il pregiudizio dell’esclusività letteraria degli studi romanzi: dopo g pdi lui, tutte le varietà di lingua hanno pieno diritto di essere studiate.
• Nasce la dialettologia romanza.
Graziadio Isaia Ascoli (1829‐1907)
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METODO STORICO E GEOGRAFIA LINGUISTICA
L’apertura di Ascoli a tutte le varietà della lingua apre nuove
prospettive d’indagine oltre la fonologia e lamorfologia storiche:prospettive d indagine oltre la fonologia e la morfologia storiche: nascono nuove specializzazioni scientifiche del metodo storico:
• la semantica (Bréal): studio comparato del significato delle parole;
• la geografia linguistica (Gilliéron): studio della diffusione areale dei fenomeni linguistici;
• la dialettologia storica (Ascoli Bartoli): studio diacronico dellela dialettologia storica (Ascoli, Bartoli): studio diacronico delle varietà non letterarie delle lingue romanze.
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GLI ATLANTI LINGUISTICI
• Gilliéron Atlas linguistique de la• Gilliéron, Atlas linguistique de la France (1902‐1912)
• Jaberg‐Jud, Atlante italo‐svizzero
Jules Gilliéron(1854‐1926)
g ,(AIS): Sprach‐und Sachatlas Italiens und der Sudschweiz (1928‐1940)
Jakob Jud Karl Jaberg(1882‐1952) (1877‐1958)
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ATLAS LINGUISTIQUE DE LA FRANCE (ALF)
dernierforme nord‐occidentali
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ATLAS LINGUISTIQUE DE LA FRANCE (ALF)
mangerforme occidentali
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WÖRTER UND SACHEN: CARTE LINGUISTICHE DELL’AIS
–prof. R. Tagliani
Milano –Filologia romanza I‐Z, a.a.2010‐11 –
Wörter und Sachen (ted. “parole e cose”), indirizzo linguistico, promosso da Schuchardt eMeringer: propugnava la necessità di non disgiungere, nelle indagini lessicali edetimologiche, lo studio delle parole da quello delle cose e degli oggetti che esse designano.
Università degli studi di M
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ELABORAZIONE DATI DEGLI ATLANTI (ALF‐AIS‐ALI) ‐ I
tablier / grembialevarietà francesi, nord‐italiane…
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ELABORAZIONE DATI DEGLI ATLANTI (ALF‐AIS‐ALI) ‐ II
tablier / grembiale… e italiane meridionali
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VERBALI DELLE INCHIESTE DELL’ALI
Il progetto, ideato da Matteo Bartoli e Ugo Pellis; oggi è coordinato da Lorenzo Massorbiodell’Università di Torino. Molti materiali sono consultabili sul sito: http://www.atlantelinguistico.it/
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MATTEO BARTOLI E LE NORME AREALI ‐ I
I. Norma dell’area isolata. Solitamente nelle aree isolate (e quindi meno esposte al commercio, e alla comunicazione) si trova una forma linguistica anteriore: ne è clamoroso esempio l’Islanda, che adotta una g p ,forma di linguaggio molto simile all’antico norvegese.
es. it. cena [tſena] > sd. cena [kena]
La Sardegna è area isolata e mantiene la pronuncia velare di c+i/e ([ki], [ke])
II. Norma dell’area centrale. Solitamente nelle aree laterali si conserva unaf iù ti i tt ll t ll i t difase più antica rispetto a quella presente nelle aree intermedie.
es. lat. CIRCUS (forma antica) > sp. cerco, rom. cerclat. CIRCULUS (forma recente) > it. cerchio
Spagna e Romania furono aree laterali dell’Impero romano, e conservano forme antiche.
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MATTEO BARTOLI E LE NORME AREALI ‐ II
III. Norma dell’area vasta. Solitamente nell’area maggiore si conserva una fase più antica rispetto a zone più ristrette.
es. lat. ET (forma antica) > fr. et / it. elat. SIC (forma recente) > rom. si
Questa regola vale solo se l’area non è troppo esposta
IV. Norma dell’area seriore. Nelle zone in cui la lingua è arrivata più tardi, tende a conservarsi la fase più antica.
l Ĕ ( O )es. lat. EDĔRE > (COMEDERE) > sp. comerlat. MANDUCĀRE > it. mangiare
In italiano il verbo si è perso a favore del tardo latino MANDUCARE, ‘mangiare scompostamente’. In Spagna, già area laterale dell’Impero romano, il latino è stato ovviamente portato dopo rispetto all’Italia, dove ha avuto origine.
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FRAMMENTAZIONE DEI DIALETTIE CRISI DELLE LEGGI FONETICHE
• GALLUS > fr. gal; in guasc. dovrebbe essere *gat, poiché una legge fonetica speciale per la Guascogna mostra l’evoluzione di LL > t)
f i ( h i t l ‘ tt ’)=> omofonia (anche in guasc. gat vale ‘gatto’)=> sostituzione lessicale con vicaire, ‘curato’, creazione metaforica, nata dallo
scherzoso accostamento tra il portamento fiero del gallo e quello del prete.
• fr. abeille, ‘ape’, non deriva da APIS (> ef, é, a; pl. ès, às) ma dall’occ. abeio < APICULA); la forma settentrionale ef/é è brevissima e scarsamente distintiva, ed è omofona all’esito di AVIS > ef ‘uccello’, non a caso sostituito da oiseau < AUCELLUS, lett. ‘piccolo uccello’.
N B L’ALF mostra come alcune aree laterali separate della Francia del Nord e dellaN.B. LALF mostra come alcune aree laterali separate della Francia del Nord e della Svizzera romanda conservino la forma ef per entrambi gli usi; ciò è segno che la “lotta per l’affermazione lessicale” che genera il nuovo uso è promossa dall’area centrale (cfr. norme areali di Bartoli).
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ETIMOLOGIA POPOLARE
• Gilliéron registra, nell’ALF, numerose deviazioni dalle leggi fonetiche che possono essere spiegate come mutamenti dovuti all’influenza di etimologie popolari, ossia di spinte legate al senso, alla funzione o alle caratteristiche dell’oggetto concreto che la forma lessicale descrive.
• fr. fumier , ‘letamaio’ < FĬMARIUS (FĬMUS, ‘sterco, letame’ + suff. ‐ARIUS)
• La legge fonetica per il francese prevede che Ĭ > e, e non ad u: si dovrebbe dunque essere attestata una forma *femier, che non esiste.
• L’esito fumier è connesso all’incrocio con la forma fumée, ‘fumo’ (da FUMUS); l’opinione popolare ha infatti connesso le due forme poiché i letamai fumano, per effetto della fermentazione delle deiezioni animali; ne risulta un esito condizionato da etimologia popolare.
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METODO STORICO E FILOLOGIA TESTUALE
• Procedure editoriali della filologia rinascimentale.• Lachmann e l’edizione del De rerum natura di Lucrezio
(1850): un nuovo metodo fondato sulla classificazione dei manoscritti.– Ricostruzione dei rapporti genealogici tra i
manoscritti grazie all’individuazione di errori comuni;
– Costruzione di uno schema ad albero (stemma codicum) per la rappresentazione dei rapporti tra codicicodici
– Adozioni di criteri scientifico/meccanici per correggere gli errori (emendatio a maggioranza) e risalire lungo i rami dello stemma, verso l’archetipo.
Karl Lachmann(1796‐1851)
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LACHMANNISMO E NEO‐LACHMANNISMO ‐ I
• I primi allievi di Diez (diretti o indiretti), oltre che linguisti sopraffini (si ricordino almeno Adolfo Mussafia, Adolf Tobler, Karl Bartsch) furono anche editori di testi medievali:
– Gustav Gröber (Fierabras, 1869);
– Gaston Paris (Vie de saint Alexis, 1872);
– Paul Meyer (Recueil d’anciens textes bas‐latins, provencaux et français, 1874‐76)
– Ugo A. Canello, La vita e le opere del trovatore Arnaldo Daniello (1883)
• Si tratta di editori accurati ma per così dire impersonali il cui idealeSi tratta di editori accurati, ma per così dire impersonali, il cui ideale scientifico era la sobrietà, professata al punto di non aggiungere, molto spesso, nemmeno una parola di commento ai testi editi, anche quando si trattasse di testi di altissimo valore letterario (editori “puri”).
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LACHMANNISMO E NEO‐LACHMANNISMO ‐ II
Seconda generazione (neo‐lachmanniani): editori e critici letterari di grande valore:
• Pio Rajna,: Dante, De vulgari eloquentia, 1896; studi sull’epopea francese e sulle fonti dell’Orlando furioso;
• Michele Barbi: Dante, Vita nova, 1907 e 1932, con un commento monumentale; recensio dei codici della Commedia con redazione dell’elenco dei loci critici per l’edizione del poema (i cosiddetti loci barbiani);
• Giuseppe Vandelli: editore critico della Divina Commedia, per la Società Dantesca Italiana (1921) e del commento (con G. Scartazzini);Italiana (1921) e del commento (con G. Scartazzini);
• Santorre Debenedetti: editore dell’Ariosto, Orlando furioso (l’edizione, iniziata negli anni Venti, fu completata da C. Segre, 1960) e studioso del provenzale (celeberrimo il suo Gli studi provenzali in Italia nel Cinquecento, 1911)
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LE OBIEZIONI DI BÉDIER
Allievo di Gaston Paris, Joseph Bédier fu il filologo che, dopo una lunga esperienza di studi ed edizioni (Les fabliaux, 1893; Le roman de Tristan par Thomas, 1902‐05; Les légendes épiques, 1908‐1913), criticò radicalmente il metodo di Lachmann, proponendo un nuovo metodo (il metodo bédieriano) nell’allestimento delle edizioni critiche, fondandolo sul criterio del codex optimus (o bon manuscript). Il suo scritto‐manifesto che propone il nuovo metodo comparve sulla rivista «Romania» nel 1928 (La tradition manuscripte du “Lai de l’ombre”. Réflexions sur l’art d’éditer les anciens textes)anciens textes).
Un tentativo di conciliare il metodo lachmanniano con le critiche di Bédier fu felicemente compiuto da Giorgio Pasquali, nel celebre volume Storia della tradizione e critica del testo(1934) => neo‐lachmannismo.
Joseph Bédier(1864‐1938)
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METODO STORICO‐COMPARATIVO : UN BILANCIO
MERITI: sviluppo di una linguistica scientifica tramite:
• Lo studio approfondito dell’evoluzione delle lingue;pp g
• la raccolta ordinata e ampliata di materiali testuali;
• l’esatta individuazione di leggi fonetiche romanze;
• l’allestimento di repertori grammaticali e lessicali;
• l’adozione e l’adattamento del metodo del Lachmann per l’edizione critica dei testi.
LIMITI: restringimento prospettico, che limita fortemente:
• lo studio tra lingua, pensiero e società (sociologia della letteratura);
• l’individuazione delle parti costitutive della lingua (linguistica sincronica);
• lo studio dei livelli in cui la lingua si organizza (sociolinguistica).
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IL PARADIGMA MODERNOSTRUTTURALISMO CLASSICO
E GRAMMATICA GENERATIVO‐TRASFORMAZIONALE
FERDINAND DE SAUSSURE
C d li i ti é é l (1916)Cours de linguistique générale (1916)
(appunti dei corsi ginevrini raccolti da Charles Bally, Albert Riedlinger e
Albert Sechehaye)
Il suo pensiero fu ripreso e ampliato nelle
Ferdinand de Saussure(1857-1913)
Tesi del Circolo Linguistico di Praga (1929, ad opera di Jakobson, Trubeckoj, Karcevskij e altri) e dalla scuola di Copenhagen (1928, fondata da Hjemslev).
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LINGUISTICA GENERALE E SEMIOTICAFONDAMENTI DEL METODO / DICOTOMIE SAUSSURIANE
• Il segno linguistico e la suaIl segno linguistico e la sua arbitrarietà
• DICOTOMIE:
– Sincronia / diacronia
– Significante / significato
– Langue / parole
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FONEMI E ALLOFONI
COLONNA DI FONEMI: amico = /a/+/m/+/i/+/c/+/o/
FONEMA : cane // pane => /k/ vs. /p/
FONEMA: pésca (verbo) // pèsca (sost.) => /e/ vs. /ε/
ALLOFONO: fune / fungo => /n/ vs. [ŋ]
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I TRATTI SOPRASEGMENTALI O PROSODICI
• ACCENTO: pàssero // passerò
àncora // ancòra
• LUNGHEZZA: rosă // rosā
fato // fatto
['fato] // ['fat:o]
• TONO: it. Sono pronti. // Sono pronti?
sp. Están listos. // ¿Están listos?
fr. coll. Ils sont prêts?p
ma: fr. Ils sont prêts. // Sont‐ils prêts?
• GIUNTURA: fr. Il est tout vert /ilε # tuvεr/
Il est ouvert /ilεtuvεr /
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FONETICA E FONOLOGIA
L’individuazione di un livello FONOLOGICO al di sopra di quello FONETICO è una delle principali acquisizioni teorichequello FONETICO è una delle principali acquisizioni teoriche dello Strutturalismo, ed ha dato origine ad una disciplina che se ne occupa (in senso sincronico e diacronico): la FONOLOGIA o FONEMATICA, che si occupa di studiare il funzionamento dei fonemi.
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RILEVANZA DEL FONEMANEI RAPPORTI SINTAGMATICI
MANO
/m/ + /a/ +/n/ + /o/
Rapporti sintagmatici: serie di legami in praesentia tra i fonemi che
A S S E S I N T A G M A T I C O
Rapporti sintagmatici: serie di legami in praesentia tra i fonemi che
compongono la forma, legati da contiguità, orientati in senso
cronologico (prima /m/, poi /a/…) e dislocati da sinistra verso destra.
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A
COMMUTAZIONE DEL FONEMANEI RAPPORTI PARADIGMATICI
MANO A S S E P
A R A D G M
A T I C
/m/ + /a/ +/n/ + /o//e/
/l/ C O
/e//v/
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COMMUTAZIONE SULL’ASSE PARADIGMATICO
M A N O /m/+/a/+/n/+/o/M A N O /m/+/a/+/n/+/o/
M E N O /m/+/e/+/n/+/o/
M E L O /m/+/e/+/l/+/o/
/ / / / / / / /M E L E /m/+/e/+/l/+/e/
V E L E /v/+/e/+/l/+/e/
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RAPPORTI SINTAGMATICIA LIVELLO MORFOSINTATTICO
llUn amico ama mia sorella
Un + amico + ama + mia + sorella
A S S E S I N T A G M A T I C O
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RAPPORTI PARADIGMATICI A LIVELLO MORFOSINTATTICO
A S S
zia+ ascolta cugina
Un + amico + ama + mia + sorellacollega + odiacompagno
S E P A R A D G M
A T I C
O
compagnoconoscente
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A S S E P
A R A
lingua
A D I G
M A T I C
O
A S S E S I N T A G M A T I C O
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LEGGE SINCRONICA E LEGGE DIACRONICA
• Una legge linguistica si dice sincronica quando t bili l t l ti i lt istabilisce un legame tra elementi simultanei (presenti nello stesso stadio di lingua)=> è un dato linguistico.
• Una legge linguistica si dice diacronica quando evidenzia la sostituzione di un elemento linguistico con un altro nel trascorrere del tempo (da uno stadio di lingua ad un altro)=> è un avvenimento linguistico.
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ESEMPI DI LEGGI SINCRONICHE E DIACRONICHE NELL’ANTICO FRANCESE
Secondo gli studi di fonologia storica (es. ANGLADE 1955), nell’antico francese:
1.Le dentali sorde intervocaliche cadono, dopo essere passate per uno stadio interdentale đ: VITA > viđa > vie > DIACRONICA> viđa > vie. => DIACRONICA2.L’accento non risale mai oltre la penultima: le parole dell’afr. sono soltanto ossitone (es. vif) o parossitone (es. vie) =>SINCRONICA
3.Nei proparossitoni latini (volg.), la vocale tra la tonica e la finale cade:es. PRENDERE > prendre; TENERUM > tendre. =>DIACRONICA
4.Le vocali finali latine cadono, tranne ‐a > ‐e. Nei casi descritti al punto 3, qualsiasi atona finale > ‐e. => DIACRONICA
5.I gruppi |sk|, |sp|, |st| non possono stare in posizione iniziale di parola, e sviluppano una e prostetica: es. SCRIBERE > escrire; SPATHAM > espee; STABULAM > estable. => SINCRONICA
NB: tra leggi sincroniche e diacroniche c’è sempre un rapporto: es. la [2] (che segnala l’esistenza di forme esclusivamente ossitone o parossitone in afr.) è una legge sincronica, ma è il risultato dell’unione degli effetti della [3] (che spiega in che modo le parole proparossitone latine diventano parossitone) uniti a quelli della [4] (che spiega come le parole parossitone o restino tali o diventino ossitone), entrambe diacroniche. => [3]+[4] spiegano [2] mettendo in rapporto due distinte sincronie.
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SISTEMA = STRUTTURA
De Saussure usa sempre il termine SISTEMA per indicare ciò che noi oggi definiamo STRUTTURA.
Il significato di STRUTTURA è inscindibilmente legato a quello di VALORE, secondo un principio teoretico che la linguistica condivide con l’economia: ogni fenomeno deve essere osservato in sincronia e diacronia.s c o a e d ac o a
Es. il prezzo del sale: il significato del prezzo del sale non sarà spiegato a partire da un confronto con quello di un anno fa, o di cent’anni fa, o di quello al tempo dei Romani, bensì dal rapporto tra il prezzo del sale e quello del pane e/o degli altri alimentari, oppure con quello dei generi di necessità e/o dei generi di lusso, dei salari medi, ecc.
È solo nello stato sincronico posso apprezzare il valore del prezzo del sale (alto, basso, equo…); è dal mutare degli altri prezzi che si creano le condizioni per il mutare di questo, e viceversa.
Il SISTEMA DEI PREZZI E DEI SALARI è, pertanto, INDIVISIBILE, ed è comprensibile soltanto nel suo insieme, valutandolo cioè come SISTEMA => STRUTTURA
L li è t tt il i t d i i d i l i hé il l d i i f iLa lingua è una struttura come il sistema dei prezzi e dei salari, perché il valore dei suoi fonemi, morfemi, lemmi, ecc. non esiste in sé, ma esiste solo in rapporto a tutte le unità nel loro complesso. Se sopprimessi un elemento di lingua, la soppressione determina un riallocamento funzionale degli altri per mantenere vigente la struttura (es. gioco degli scacchi).
Il riallocamento può essere osservato anche in prospettiva diacronica (il mutare del rapporto tra gli elementi del sistema nel tempo): la diacronia viene, però privata del suo potere esplicativo, che è – nella prospettiva strutturalista – riservato al concetto di struttura.
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IMPLICAZIONI DEL CONCETTO DI STRUTTURAA LIVELLO SEMANTICO
Si considerino gli aggettivi italiano amaro, dolce, salato, insipido: sono un «campo semantico» nel quale ogni valore dipende dagli altri, e che alterna le coppie minime di antonimi (lemmi dal significato opposto).g pp )
Es. se il sistema si riferisce al caffè => amaro : dolce
se si riferisce all’acqua => salata : dolce
se si riferisce alla minestra => salata : insipido
È sull’asse paradigmatico che si attualizza, dunque, l’opposizione tra i diversi antonimi:
amaro salato …
dolce insipido
Le opposizioni potrebbero continuare:
Es. se si riferisce alla senape => forte : dolce
se si riferisce al vino => secco : dolce …
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ROMAN JAKOBSON E LA SUA SCUOLA
Preliminaries to Speech Analisis (1952)
FONEMA = FASCIO DI TRATTI DISTINTIVI
Roman Jakobson(1896-1982)
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MATRICE FONOLOGICA DEL VOCALISMOTRATTI DISTINTIVI (JAKOBSON)
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NOAM CHOMPSKY
The Logical Structure of Linguistics Theory(1955)
Syntactic structures (1957)
Aspects of the Theory of Syntax (1965)
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DIAGRAMMA AD ALBERO
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REGOLE DI RISCRITTURA
F => SN + SV
SN => Art + NSN => Art. + N
SV => V + SN
V => raccoglie, ecc.
N => bambina, fungo, ecc.
• Il cane randagio vuole mordere LindaIl cane randagio vuole mordere Linda
• il cane randagio la vuole mordere
• il cane randagio vuole morderla
• F{SN [Art. + SN(N + Agg.]] + SV [V + SN]}
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LE FONTI DEL LATINO VOLGARE
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IL LATINO VOLGARE
• Le lingue romanze non derivano dal latino classico, ma da una varietà definita latino volgare. Il concetto di latino volgare è g gessenzialmente ricostruttivo, poiché non esistono “grammatiche” che lo descrivono.
• Le forme del latino volgare sono spesso ricostruite dai linguisti, in quanto prive di attestazione: es. le forme romanze del verbo potere derivano dalla forma non attestata *POTERE (analogico sui verbi della II con., come VIDERE) e non dal lat. class. POSSE: rom. a putea; it t f i dit. potere, fr. pouvoir, sp. pg. poder.
• Lo scarto tra latino classico e latino volgare può essere ricostruito attraverso l’indagine linguistica oppure osservato attraverso le tracce che lo documentano.
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DEFINIZIONE ANTICA DI LATINO VOLGARE
Cicerone e Quintiliano testimoniano l’esistenza di una varietà “bassa” del latino, il plebeius
sermo o sermo vulgaris, molto diverso dal latino proprio dell’oratoria (e della scrittura).
Essi contrappongono l’uso “cittadino” – e dunque ufficiale, pubblico, “alto – del latino scritto
(la urbanitas) a quello periferico, “rustico” – proprio dell’uso parlato delle classi meno colte
(la rusticitas o rustica vox).
È una definizione che tiene in considerazione sia la prospettiva diacronica del latino, lingua
che si modifica nel tempo, sia in quella sincronica, di ordine stilistico, che descrive una antica
lingua dell’uso quotidiano.
Il latino volgare, dunque, designa il registro più basso della lingua usato dai ceti popolari ma
noto anche alle classi superiori. Una sorta di lingua spontanea e non del solo popolo.
Sulla base di questa definizione antica i linguisti (a partire dagli studi di Hugo Schuchtardt e di
Veikko Väänänen) definiscono latino volgare (Vulgärlatein) quella varietà del latino che
continua la rusticitas , della quale è possibile ricostruire una grammatica storica attraverso lo
studio di importanti tracce documentarie, letterarie ed epigrafiche.
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ISCRIZIONI LATINEC.I.L. VOL. IV (1871), ISCRIZIONI POMPEIANE (ANTE 79 D.C.)
Pompei, iscrizioni elettorali
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TRATTI LINGUISTICI SALIENTIDELLE ISCRIZIONI POMPEIANE
• Gli studi di Veikko Väänänen (1937) evidenziano i mutamenti del latino volgare rispetto alla norma classica registrati dalle iscrizioni pompeiane:
• sonorizzazione delle consonanti sorde intervocaliche:• sonorizzazione delle consonanti sorde intervocaliche:
– PAGATO per PACATO
– LOGUS per LOCUS
– TRIDICU(M) per TRITICUM
• caduta di –M finale dell’accusativo;
• caduta di –S finale dell’accusativo plurale (opposizione tra varietà italoromanze e le galloromanze/iberoromanze, che conservano ‐S);
• riduzione di E ed I latine in iato ad I (semivocale iod):
– CASEUM > CASIU(M) HABEAT > ABIAT (con caduta di H etimologica, altro tratto del l.volg.)
– ALEA> ALIA EAMUS > JAMUS
– CEREALIS > CERIALIS
– Forme ipercorrette: MORIOR > MOREOR; PATIOR > PATEOR
• riduzione dei dittonghi AE/OE > E e di AU > O:
– QUAERITE > QUERITE PHOEBUS > PHEBUS AURICULAS > ORICLAS
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ESEMPIO DI CONTINUAZIONE ROMANZA:SVILUPPO DI AU E MORFOLOGIA VERBALE
La chiusura del dittongo AU > O è all’origine di una serie di mutamenti fonetici nella morfologia verbale.g
Le forme del perfetto ossitono di III p.s. derivano infatti dallo sviluppo di un dittongo AU secondario:
CANTAVIT (graficamente CANTAUIT > CANTAUT
dal l.volg. CANTAUT, per chiusura del dittongo: it. cantò
sp. cantó
pg. cantou
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TRACCE LETTERARIE DEL LATINO VOLGARE
• Commedie di Plauto e Terenzio (III‐II sec. a.C.):
– ECCE + dimostrativi: ECCA, ECCUM, ECCOS
ECCISTAM ECCILLA ECCILLUM ECCILLUDECCISTAM, ECCILLA, ECCILLUM, ECCILLUD
– Confusione pronomi interrogativi: QUI VOCAT? in luogo di QUIS VOCAT?
– Assimilazione di nomi neutri al maschile: COLLUS per COLLUM, NASUS per NASUM
• Epistulae di Cicerone (I sec. a.C.):
– Uso di costruizioni indirette con preposizioni:
Scribere ad fratrem meum anziché scribere fratri meo
Unus ex eis anziché unus eorum
• Satyricon di Petronio Arbitro (ante 65 d.C.): satira del latino impropriamente posseduto dai
liberti di origine greca nell’episodio della Cena (sic!) Trimalchionis.
• Letteratura cristiana: scelta del sermo humilis per la traduzione della Bibbia, tanto nella Vetus
latina (II sec. d.C.) che nella Vulgata di San Girolamo (383). Il latino biblico diventa modello di
lingua letteraria: es. Itinerarium Egeriae (fine IV sec.)
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TRACCE DEL LATINO VOLGARENELLA TRATTATISTICA TECNICA ROMANA
• De agri cultura, Catone il censore (160 a.C.)
• De re rustica, Varrone (37 a.C.)
• De re rustica, Columella (I sec. d.C.)
• Mulomedicina Chironis (IV sec d C )Mulomedicina Chironis (IV sec. d.C.)
• De re coquinaria, Apicio (fine IV sec. d.C.)
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OPERE DI GRAMMATICI: L’APPENDIX PROBI
• Sono fonti del latino volgare anche le opere di natura grammaticale prescrittiva che segnalano, per condannarle, forme della varietà rustica.
• L’Appendix Probi (IV sec. d.C.) conservata in appendice ad una copia degli Instituta artium di Valerio Probo nel ms. Vindobonensis 17 oggi alla Biblioteca Nazionale di Napoli: è un ms. italiano dell’VIII sec., copiato nel monastero di Bobbio.Elenca 227 voci latine “corrette” (classiche) accompagnate dalla forma del latino volgare, che si segnala come errata:
• Esempio:
speculum non speclum calida non calda lancea non lancia auctor non autorp p
masculus nonmasclus
vetulus non veclus
vitulus non viclus
columna non colomna
formica non furmica
musivum nonmuseum
barbarus non barbar
frigida non fricda
vinea non vinia
tristis non tristus
turma non torma
ostium non osteum
Flavus non Flaus
cavea non cavia
auris non oricla
facies non facia
cautes non cautis
plebes non plevis
oculus non oclus
aqua non acqua
persica non pessica
persica non pessica
auctor non autor
auctoritas non autoritas
ipse non ipsus
linteum non lintium
viridis non virdis
idem non ide
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INNOVAZIONI NELL’APPENDIX PROBI
L’Appendix Probi conferma, due secoli dopo (cinque, se si considera la copia superstite) gli elementi grammaticali del latino volgare:
– Sincope vocale postonica: SPECULUM non SPECLUMSincope vocale postonica: SPECULUM non SPECLUMVETULUS non VECLUS
– Sviluppo di iod da E/I: VINEA non VINIACAVEA non CAVIA
– Riduzione di AU > o: AURIS non ORICLA
– Perdita di –M finale: NUMQUAM non NUNQUAIDEM non IDE
– Caduta di H iniziale etimol.: HOSTIAE non OSTIE
– Riduzione di NS > S MENSA non MESAANSA non ASAANSA non ASA
e l’ipercorrettismo FORMOSUS non FORMONSUS
– Caduta di V intervocalica: RIVUS non RIUSAVUS non AUS
– Confusione tra B e V: PREBES non PLEVISBRAVIUM non BRABIUM
Napoli, Biblioteca nazionale “VittorioEmanuele III”, ms. Vindobonensis 17
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VOCALISMO ROMANZO
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DISTINZIONI PRELIMINARI:FONO / FONEMA E FONETICA / FONOLOGIA
• Fono: è un elemento acustico composto da una serie di suoni che condividono un’onda sonora ben definita.
• Fonema: è un’unità differenziante, indivisibile e astratta di un sistema linguistico. Rappresenta l’unità minima di un sistema linguistico, priva di significato proprio ma distintiva del significato delle forme superiori.
NB: Il fono è un fatto puramente acustico, cioè un insieme di caratteristiche del suono. Il fonema invece ha valore semantico, cioè è portatore di un significato ed ha valore distintivo.
• La fonetica studia la produzione e la percezione di suoni linguistici (i foni), p p g ( f ),e le loro caratteristiche articolatorie (è detta altresì fonetica articolatoria).
• La fonologia studia i suoni linguistici dal punto di vista della loro funzionee della loro organizzazione in parole, a partire dalle unità distinte di suono, i fonemi.
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LUOGHI DELL’ARTICOLAZIONE FONATORIA
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LE VOCALI DEL SISTEMA FONOLOGICO LATINO
Il latino possedeva 10 fonemi vocalici:p
Ī Ĭ Ē Ĕ Ā Ă Ŏ Ō Ŭ Ū
Possedeva altresì 3 dittonghi:
OE AE AU
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LA PERDITA DI VALORE FONOLOGICODELLA QUANTITÀ SILLABICA LATINA
• Il sistema fonologico del vocalismo latino distingueva dunque suoni lunghi e suoni brevi. La quantità sillabica era connessa alla durata della pronuncia del fonema / ll’ t di l ti d ll ill b d t he/o all’aumento di volume acustico della sillaba, secondo questo schema:
[1] Ă [ +
[2] Ă ] + +
[3] Ā [ + +
[4] Ā ] + + +
• NB: il segno + indica il grado di pressione dell’espirazione durante la pronuncia, il simbolo [ indica la sillaba aperta e ] la sillaba chiusa.
• Già nel latino volgare il livello [1] tende a marcarsi in aumento [+ > + +], e il livello [4] ad indebolirsi [+ + + > + +]: ciò determinò la scomparsa del valore fonologico distintivo della quantità sillabica.
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DALLA DISTINZIONE QUANTITATIVAALLA DISTINZIONE QUALITATIVA DEI FONEMI
• Nel passaggio dal lat. volg. alle lingue romanze, il valore fonologico distintivo è assunto dall’intensità di pronuncia efonologico distintivo è assunto dall intensità di pronuncia e dal timbro (da quantitativo a qualitativo), secondo la seguente “legge” fonetica:
• un suono LUNGO tende alla CHIUSURA;
• un suono BREVE tende all’APERTURA.
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VOCALISMO TONICO ‐ I
Sulla base della “legge” fonetica appena ricordata, il sistema vocalico del latino classico (quantitativo):
Ī Ĭ Ē Ĕ Ā Ă Ŏ Ō Ŭ Ū
Evolve nel sistema vocalico nel latino volgare (qualitativo):
Che NON SI È CONSERVATO in questa forma in alcuna delle lingue romanze, ma si è ulteriormente evoluto in quattro distinti modelli:
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VOCALISMO TONICO ‐ II
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VOCALISMO TONICO ‐ III
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TRIANGOLO VOCALICO
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ESITO DI A TONICA IN ANTICO FRANCESE
Come si è visto tutti i sistemi vocalici romanzi conservano a tonica ( < Ā, Ă latina): è una “legge” fonetica generale.MA: nell’antico francese agiscono quattro leggi fonetiche speciali (qui ordinate inMA: nell antico francese agiscono quattro leggi fonetiche speciali (qui ordinate in senso crescente, dalla meno diffusa alla più diffusa):
1. se A latina è in sillaba chiusa, rimane a:es. PAR‐TEM > part
2. se A latina è in sillaba libera seguita da suono nasale > dittonga in ai:es. FA‐ME(M) > faim; PLA‐NUM > plain
3. se A latina è in sillaba libera preceduta da C palatale (derivante da [k] latina) > dittonga in ie:es. CA‐PRA(M) chievre; CA‐NE(M) > chien
4. in assenza di condizionamenti, A latina in sillaba libera > e:es. MAR > mer; PA(T)‐REM > pere; MA(T)‐REM > mere
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DITTONGAZIONE ROMANZA – I
Formazione del dittongo ascendente [iè] da ɛ < Ĕ
in sillaba libera:
PĔDEM > it. piede, sp. pié, fr. pied (ma port. pé, cat. peu, occ. pe)
MĔLE > it. miele, fr. sp. miel, rom. miere (ma port. cat. occ. mel)
in sillaba chiusa o davanti a nesso consonantico:in sillaba chiusa o davanti a nesso consonantico:
FĔRRUM > sp. hierro, rom. fier (ma it. cat. ferro, fr. fer)
FĔSTA > sp. fiesta, ma it. festa, a.fr. feste > fr. fête
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DITTONGAZIONE ROMANZA – II
Formazione del dittongo asc. [uò]/[uè] da ɔ < Ŏ
in sillaba libera:
NŎVUM > it. nuovo, sp. nuevo, a.fr. nuef > fr. neuf (ma port. novo,occ. cat. rom. nou)
*CŎRE > it. cuore, a.fr. cuer > fr. cœur (ma port. cat. occ. cor)
in sillaba chiusa o davanti a nesso consonantico:
PŎRTA > sp. puerta (ma it. porta, fr. porte)
MŎRTEM > sp. muerte (ma it. morte, fr. mort)
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DITTONGAZIONE ROMANZA – III
In area francese (e, parzialmente, retoromanza):
Formazione dittongo discendente [èi] > [òi] da ẹ < Ĭ/Ē
PĬLUM > a.fr. peil > fr. poil, retor. peil
TĒLAM > a.fr. teile > fr. toile; retor. teila
Formazione dittongo discendente [òu] > [èu] da ọ < Ŭ/Ō
GŬLAM > a.fr. goule > fr. gueule
FLŌREM > a.fr. flour > fr. fleur
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ESITI CONDIZIONATI ‐ I
ANAFONESI = innalzamento vocalico per influsso del gruppo consonantico palatale
Generalmente: Ĭ, Ē > ẹ ed Ō, Ŭ > ọ
Ma, esclusivamente in area fiorentina:
‐ Ĭ, Ē seguite da nj / lj / ski / nc / ng > i
es. LINGUAM > fior. lingua / sett. napol. lengua
FAMILIAM > fior. famiglia / sett. fameja, napol. fameglia
‐ Ō, Ŭ seguite da nj / lj / ski / nc / ng > u
es. PUNCTUM > fior. punto / sett. napol. ponto
UNGULAM > fior. unghia / sett. ongia, napol. Ogna
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ESITI CONDIZIONATI ‐ II
METAFONESI = assimilazione della vocale tonica che subisce un cambiamento (innalzamento) per effetto della vocale finale:
Italia settentrionale:
e tonica (< Ĭ, Ē) > i per effetto di ‐i finale:
es. MENSE > sing. mese / pl. Misi
o tonica (< Ō, Ŭ) > u per effetto di ‐i finale:
es. SPONSUS > sing. sposo / pl. spusi
Italia meridionale:
e tonica (< Ĭ, Ē) > i; o tonica (< Ō, Ŭ) > u per effetto di ‐i e di ‐u finali:
Es. PLĒNUM> napol. f. sing. chiena / f. pl. chiene (non metafon.)
m. sing. chinu / m. pl. chini (metafon.)
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CONSONANTISMO ROMANZO
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‐11 –prof. R. Tagliani
di di M
ilano –Filologia romanza I‐Z, a.a.2010‐
Università degli stud
CONSONANTISMO LATINO E ROMANZO
Il sistema consonantico del latino manca dei suoni:
– fricativi sonori– fricativi sonori
– fricativi palatali
– affricati dentali
– affricati palatali
Le innovazioni romanze sono diverse nei vari dominî.
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SCOMPARSA DI SUONI
Nel passaggio dal latino alle lingue romanze scompaiono:1) Il suono fricativo faringale sordo [h] (c.d. h aspirata):
(i i i i i ) i HIC b HABEREes. (iscrizioni pompeiane): ic < HIC; abere< HABEREcfr. ivi, gli ipercorrettismi : holim < OLIM; hire < IREin posizione interna : es. SCHOLA > *SCOLA > pg. cat. occ. escola, sp. escuela
fr. école, it. scuola, rom. Scoalăes. THIUS > *TIUS > it. zio, sp. tío, port. Tio
2) i fonemi labiovelari [kw] e [gw]:
es. QUOMO(DO) > [k] pg. como, sp. como, cat. occ. Com
NB: fr. comme, it. come [< QUOMODO + ET]
es. QUATTUOR > [kw] pg. quatro, sp. cuatro, cat. quatre, it. quattro
[k] occ. fr. quatre; [p] rom. Patru
es. QUINDECIM > [kw] it. quindici; [k] fr. pg. cat. occ. quinze, sp. Quince
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SEMIVOCALI
Il latino ha due semivocali: [w] e [j] (rappr. grafica: <V, u> e <I, i, j>):es. VINVM/uinum; VIR /uir; IAM/iam
• lat. classico [w] > [ß] bilabiale fricativa del lat. volgare già in età imperiale (es. berus, baliat)
• lat. classico [w] > [v]: VINUM > pg. vinho, cat. vi, occ. vin, fr. vin, it. vino, rom. vin
• lat. classico [w] > [b]: VINUM> sardo logud. e sp. vino (pronuncia: [bino]; in pos. interna in castig. rimane /ß/:venir, mover
• lat. classico [j] iniziale di parola > [dʒ]: IOCUM > it. gioco, occ. joc, a.fr. geu / jeu
• lat. classico [j] iniziale di parola > [ʒ] fr. jeu, rom. joc, pg. Jogo
• lat. classico [j] iniziale di parola > [x] sp. juego
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PALATALIZZAZIONE ‐ I
Il fenomeno consiste nello spostamento dell’articolazione verso il palato (il cosiddetto“schiacciamento”) per effetto di un agente palatalizzante (esito indotto dalla presenzadi un altro suono).
SUONO PALATALIZZANTE SUONI COINVOLTI LINGUE INTERESSATE ESITO
[j] tutti tutte vari
[i], [e] [k], [g]tutte
tranne il sardo
[ts]/[s]; [dz]/[z][tʃ]/[ʃ], [dʒ]/[ʒ]
[a] [k] [g]galloromanzo e
[tʃ]/[ʃ] [dʒ]/[ʒ]
* solo quando in nesso con suoni occlusivi
[a] [k], [g]gretoromanzo [tʃ]/[ʃ], [dʒ]/[ʒ]
[‐l]* nessi occl.+ [l]italiano, spagnolo, portoghese, romeno
vari
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PALATALIZZAZIONE – II
1) nessi con [j]
• [n]/[l] + [j] > passano alle corrispondenti palatali:
es. VINEA > lat.volg. vinia > it. vigna, fr. vigne, sp. viña, pg. occ. vinha, cat. vinya
es. FOLIA > it. foglia, port. occ. folha, cat. fulla; fr. feuille ([j]), sp hoja ([x])
• [t], [d], [k], [g] + [j] > esiti diversi che possono condurre a suoni palatali, affricati, spiranti e fino al dileguo (incrociandosi, altresì, con la lenizione.
es. RATIONEM > it. ragione, fr. raison, occ. razó, pg. razão, cat. raó
• [p], [b], [m], [s] + [j] > talvolta esiti palatali o fricativi, assai diversi nelle diverse lingue
2) palatalizzazione delle occlusive velari [i]/[e] + [k]/[g] > [ts]/[s]; [dz]/[z]
• in francese, spagnolo, portoghese, catalano, occitano > [tſ]/[ſ]:
es. CERVUM > fr. cerf, sp. ciervo [θ], pg. cervo, cat. cérvol, occ. cerv; it. cervo, rom. cerb
• in italiano, romeno, retoromanzo > [dʒ]/[ʒ] es. GENTEM > fr. gens, sp. gente [x], pg. gente, cat. gent, occ. gen, it. gente, rom. gintă
3) Palatalizzazione occlusive velari iniziali + /a/, solo in area galloromanza e retoromanza:
• [k] + [a] > [tſ] > [ſ] => es. CASTELLUM > fr. chastel, occ. chastel/castel (ma: it. castello, sp. castillo)
• [g]+ [a] > [dʒ] > [ʒ] => es. GALLINAM > a.fr. geline, occ. jalina/galina (ma: sp. it. cat. gallina)
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PALATALIZZAZIONE ‐ III
4) Palatalizzazione di L nei nessi con le occlusive:
LATINO PL BL FL CL GL
FRANCESE invariato invariato invariato invariato invariato
CATALANO invariato invariato invariato invariato invariato
OCCITANO invariato invariato invariato invariato invariato
ROMENO invariato invariato invariato [kj] [gj]
ITALIANO [pj] [bj] [fj] [kj] [gj]
SPAGNOLO [λ] [l] [λ] [λ] [l]
es. PLENUM > it. pieno, fr. plein, sp. lleno, pg. cheio, occ. cat. ple, rom. plin.CLAVEM > it. chiave, fr. clé, sp. llave, port. chave, cat. occ. clau, rom. cheie
[λ] [ ] [λ] [λ] [ ]
PORTOGHESE [tſ] [l] [tſ] [tſ] [l]
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LENIZIONE
La lenizione è l’indebolimento delle consonanti intervocaliche (spec. occlusive); ne esistono tre tipologie:
a) geminata > scempia:
CATTUM > sp. pg. gato, cat. occ. cat, fr. chat, it. gatto
SICCUM > sp. pg. seco, cat. occ. fr. rom. sec, it. secco
b) sorda > sonora
FATAM > pg. cat. occ. fada, sp. hada, fr. fée (ma: it. rom. fata)
AMICAM > pg. sp. cat. occ. amiga, fr. amie (ma: it. amica)
RIPAM > pg. sp. cat. occ. riba, fr. rive (ma: it. ripa/riva, rom. rîpă)
SAPERE > pg. sp. cat. occ. saber, fr. savoir (ma: it. sapere)
ROSAM > it. pg. cat. rosa, occ. roza, fr. rose (ma: sp. rosa)OS pg ca osa, occ o a, ose ( a sp osa)
c) sonora > fricativa > ø
VIDERE > pg. sp. ver, cat. veure, occ. vezer, fr. voir, it. vedere, rom. Vedea
HABERE > pg. haver, fr. avoir, it. avere, rom. avea, sp. haber [ß]
CABALLUM > pg. cavalo, fr. cheval, it. cavallo, rom. cal, sp. caballo
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CONSONANTI FINALI ‐ I
[m] in posizione finale cade già in età imperiale:
Iscrizioni pompeiane: ia (< IAM)cu (< CUM)pane (< PANEM)
CUM > pg. com, sp. it. con, rom. cuTAM > sp. cat. tanQUAM > sp. cuan, rom. caREM > fr. rienMEUM > fr.mienQUEM > pg. quem, sp. quien, rom. cine
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CONSONANTI FINALI ‐ II
[s] in posizione finale si conserva come marcatore del plurale nelle lingueromanze occidentali (spagnolo, portoghese, catalano, francese, occitano,sardo, dial. italiani settentrionali [ma non in tutti i casi], retoromanzo);cade, invece, nelle lingue orientali (italiano centromeridionale, romeno).Si noti che la perdita di S è presente anche in lingue occidentali: in anticofrancese, dal XIII secolo, è solo grafica; nello spagnolo contemporaneotende a modificarsi, soprattutto nel sud della penisola, in fricativafaringale (h aspirata): sp. los hombres, in Andalusia: [lohombre]
[t] in posizione finale cade dappertutto tranne nell’antico francese ove è[t] in posizione finale cade dappertutto, tranne nell antico francese, ove è conservata come marchio della terza persona singolare del verbo:es. AMAT > aimet
MISIT > mist > mit
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FENOMENI FONETICI GENERALI
ASSIMILAZIONE / DISSIMILAZIONE
• ASSIMILAZIONE: Procedimento per il quale un segmento vocalico o consonantico diventa simile a un segmento adiacente (precedente o seguente):
AD+RIPARE > it. arrivare, fr. arriver
OCTO > it. otto
SAXUM [saksum] > it. sasso
SPAT(U)LA > it. spalla
• DISSIMILAZIONE: fenomeno opposto: un segmento vocalico o consonantico si differenza da un segmento adiacente che è identico:
ARMARIUM i diARMARIUM > it. armadio
PEREGRINUS > it. pellegrino, fr. pèlerin
QUAERERE > it. chiedere
RARUS > it. rado
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INSERZIONE
INSERZIONE: aggiunta di una vocale o di una consonante per facilitare la pronunciadi una sequenza di suoni. Cambia nome a seconda della posizione in cui avviene:
• PROSTESI: inserzione iniziale di parola:– SPATHA > sp. pg. espada, cat. espasa, fr. épéé (a.fr. espee)– SCHOLA > sp. escuela, pg. cat. escola, fr. école (a.fr. escole)– it. per iscritto, in Ispagna
• EPENTESI: inserzione interna di parola:– MANUALEM > it. manovale IUN(GE)RE > fr. joindre– VIDUA > it vedova MIN(O)RE(M) > fr moindreVIDUA > it. vedova MIN(O)RE(M) > fr. moindre– RUINA > it. rovina
• EPITESI: inserzione finale di parola:– modificatore ossitono > parossitono: fior. portòe, uscìe, piùe
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CANCELLAZIONE
CANCELLAZIONE: è l’eliminazione di uno o più segmenti vocalici o consonantici.
Cambia nome a seconda della posizione:
• AFERESI:
– ABBATISSA > it. badessa EVANGELIUM > it. vangelo
– HISTORIA > it. storia ILLAC > it. là
• SINCOPE:
– SOLIDUS > lat.volg. SOLDUS > it. soldo, a.fr. sol, fr. sou, sp. sueldo, pg. soldo
– MASCULUS > lat. volg. MASCLUS > it. maschio, a.fr. masle, fr. mâle, sp. pg. macho
– AURICULA > lat. volg. ORICLA > it. orecchia, fr. oreille, sp. oreja, ph. orelha, rom. g , , p j , p ,
ureche
• APOCOPE:
– CIVITATEM > it. città, fr. cité BONITATEM > it. bontà, fr. bonté
– PIETATEM > it. pietà, fr. pitié
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METATESI
METATESI: alterazione dell’ordine originario dei suoniMETATESI: alterazione dell ordine originario dei suoni.
• POP(U)LUM > *plopu > it. pioppo
• FAB(U)LA > *flaba > it. fiaba
• COCLEOLA > *clociola > it. chiocciola
• FORMATICUM > fr. fromage
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MORFOLOGIA NOMINALE
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SCOMPARSA DI FORME ‐ I
• Riduzione delle declinazioni: IV > II; V > I, III
es PORTUS US > PORTUS I > it pg porto fr cat occ port sp puertoes. PORTUS, US > PORTUS, I > it. pg. porto, fr. cat. occ. port, sp. puerto
es. FACIES > FACIA > it. faccia, fr. face, occ. facia
es. FIDES > FIDEM > it. fede, fr. foi, sp. cat. occ. fe, pg. fé
• Cambi di genere: femm. in –US della II > masc.
es. PINUS > it. sp. pg. pino, fr. occ. pin, cat. pi
• Perdita del neutro: relitti plurali in –a
es. it. frutta. uova, migliaia
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SCOMPARSA DI FORME ‐ II
• Riduzione dei casi: sopravvivenza dell’accusativo, da cui derivano la maggior parte delle forme romanzederivano la maggior parte delle forme romanze
• Relitti dei casi: declinazione bicasuale in francese antico, occitano (scomparse dopo il XIII secolo) e retoromanzo(ancora presente).
IN FRANCESE ANTICO:
• caso retto (cas sujet): forme derivanti dal nominativo
• caso obliquo (régime): forme derivanti dall’accusativo
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LA DECLINAZIONE BICASUALE ANTICO FRANCESE‐ I
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LA DECLINAZIONE BICASUALE ANTICO FRANCESE‐ II
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MORFOLOGIA VERBALE
SCOMPARSA DI FORME
• Riduzione delle coniugazioni
• Declino del passato remoto (= perfetto) in dial. it. sett., sardo, dalmatico
• Scomparsa dei verbi deponenti
• Scomparsa del futuro sintetico
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INDICATIVO FUTURO PERIFRASTICO
Costruito dall’unione dell’INFINITO PRESENTE con le formedel verbo HABEO coniugate al PRESENTE INDICATIVOdel verbo HABEO coniugate al PRESENTE INDICATIVO
• CANTARE HABET > sp. cantarà, fr. chantera, it. canterà
ma:
• romeno: *VOLEO (= VOLO) CANTARE > voi cânta 'canterò‘
• sardo: HABEO FUGIRE (= FUGERE) > app’a fugghire, ‘fuggirò' (lett. 'ho a fuggire’)
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CONDIZIONALE PRESENTE PERIFRASTICO
Costruito dall’unione dell’INFINITO PRESENTE con le forme del verbo HABEO coniugate all’IMPERFETTO INDICATIVO oppure al g ppPERFETTO INDICATIVO
• CANTARE HABEBAT > sp., pg. occ. etc. cantaría, fr. chanterait
• CANTARE HEBUIT (= HABUIT) > it., tosc. canterebbe
ma:
• romeno: HABERE + INFINITO > am cînta ‘canteremmo’
• sardo: DEBERE (déppere) + INFINITO > deo dia domare
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MORFOLOGIA DEL PRONOMEE DELL’ARTICOLO
L’ARTICOLO DETERMINATIVO
• Lo sviluppo dell’articolo determinativo è una delle principali innovazioni morfologiche nel passaggio dal latino alle lingueinnovazioni morfologiche nel passaggio dal latino alle lingue romanze.
• L’articolo è estraneo alle lingue indoeuropee, eccezion fatta per il greco antico (che sembrerebbe aver avuto qualche influenza nello sviluppo dell’articolo romanzo).
• Comincia a svilupparsi attorno al VI secolo con alterneComincia a svilupparsi attorno al VI secolo, con alterne fortune, ed è connesso all’evoluzione dell’uso dei pronomi dimostrativi.
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SPECIALIZZAZIONE DEI PRONOMIDIMOSTRATIVI E ANAFORICI
Il latino possedeva una serie di pronomi dimostrativi (che indicanola collocazione di qualcosa o qualcuno nello spazio o nel tempo):
• HIC, HAEC, HOC, ‘questo’ (vicino a chi parla)• ISTE, ISTA, ISTUD, ‘codesto’ (vicino a chi ascolta)• ILLE, ILLA, ILLUD, ‘quello’ (lontano da chi parla e da chi ascolta)
e una serie di pronomi anaforici (pronomi personali o dimostrativi usatiper richiamare qualcuno o qualcosa già menzionato in precedenza):
• IS, EA, ID, ‘esso, ciò’‘ ’• IDEM, EADEM, IDEM, ‘medesimo’
• IPSE, IPSA, IPSUM, ‘stesso’
Nell’evoluzione latino > lingue romanze la PRIMA SERIE (dimostrativa)si sostituisce progressivamente alla SECONDA SERIE (anaforica):
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SVILUPPO DEL VALORE ANAFORICONEI PRONOMI DIMOSTRATIVI LATINI
PRON. ANAFORICO è sostituito gradualmente da PRON. DIMOSTRATIVOcon funzione anaforicacon funzione anaforica
IS >ILLEIPSE
IDEM > IPSE
HIC (dim.) > ISTE
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DAI DIMOSTRATIVI/ANAFORICIALL’ARTICOLO DETERMINATIVO
• La progressiva sostituzione dei pronomi anaforici latini con i pronomi dimostrativi, sviluppa FORTEMENTE l’impiego di ILLEpronomi dimostrativi, sviluppa FORTEMENTE l impiego di ILLE e IPSE in funzione anaforica.
• ILLE è alla base degli esiti più diffusi nei diversi sistemi romanzi;
• IPSE è invece responsabile degli esiti (più antichi) del sardo e del catalano (che conserva due serie, da IPSE e da ILLE),del catalano (che conserva due serie, da IPSE e da ILLE), secondo lo schema nella diapositiva che segue:
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PASSAGGIO DAL DIMOSTRATIVOALL’ARTICOLO DETERMINATIVO
DA ILLE DA IPSE
Maschile Femminile Maschile Femminile
it il/lo i/gli la le = = = =it. il/lo i/gli la le = = = =
a.fr. sujetrégime
lilo/le
liles
la les = = = =
fr. le les la les = = = =
sp. el los la las = = = =
pg. o os a as = = = =
cat. el les la les es ets sa ses
occ. sujetrégime
lo lilos
la las = = = =
sardo = = = = (is)su (is)sos (is)sa (is)sas
rom. nom.gen./dat.
‐le/‐l‐lui
‐i‐lor
‐a‐ei
‐le‐lor
==
==
==
==
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L’ARTICOLO IN ROMENO
Il romeno presenta una caratteristica particolare: colloca l’articolo in posizione enclitica (in fine di parola, aggregato all articolo in posizione enclitica (in fine di parola, aggregato al nome cui si riferisce), declinato ai due casi superstiti (nominativo e genitivo/dativo):
es.
m. sing. lup ‘lupo’ lupul ‘il lupo’ lupului ‘del lupo’
m. pl. lupi ‘lupi’ lupii ‘i lupi’ lupilor ‘dei lupi’
f. sing. casă ‘casa’ casa ‘la casa’ casei ‘della casa’
f. pl. case ‘case’ casele ‘le case’ caselor ‘delle case’
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MUTAMENTI SINTATTICI
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ORDINE DELLE PAROLE E SIGNIFICATO
LATINO
P ll t
LINGUE ROMANZE
•Puella puerum amat
•Puerum puella amat
•Amat puella puerum
•Amat puerum puella
•Puella amat puerum
•Puerum amat puella
•La fanciulla ama il fanciullo
≠•Il fanciullo ama la fanciulla
Puerum amat puella
=> La posizione non modifica il senso della frase
=> La posizione modifica il senso della frase
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POSIZIONE ED ORDINE DELLE PAROLE ‐ II
LATINO LINGUE ROMANZE
es. magno cum periculo
determinante e determinato possono anche essere divisi da altri elementi morfosintattici intermessi, poiché l’informazione sintattica è
es. con grande pericolo
determinante e determinato devono essere contigui: la contiguità segnala la connessione morfosintattica
poiché l informazione sintattica è fornita dall’indicatore morfologico suffissale (= il caso)
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POSIZIONE ED ORDINE DELLE PAROLE ‐ III
LATINO LINGUE ROMANZE
es. BONUS VIR
aggettivo + sostantivo
es. UOMO BUONO
sostantivo + aggettivo
BUON UOMOaggettivo + sostantivoaggettivo + sostantivo
N.B. La posizione dell’attributo influisce anche sulla sfumatura di senso che il morfema assume.
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SISTEMA ORGANIZZATIVO DELLA FRASE SEMPLICE
latino: ordine Oggetto‐Verbo (OV) o dislocazione a sinistra
es. Arma virumque cano…
• DETERMINANTE + DETERMINATO________________________________________________
l. romanze: ordine Verbo‐Oggetto (VO) o dislocazione a destra
es. Canto le armi e l'eroe…
• DETERMINATO + DETERMINANTE
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SISTEMA OV / SISTEMA VO
LINGUE OV (disl. a sinistra del determinante):
1) tendenza del sostantivo a determinarsi mediante SUFFISSI e POSPOSIZIONI:es. puer‐o
LINGUE VO (disl. a destra del determinante):
1) tendenza del sostantivo a determinarsi mediante PREPOSIZIONI che precedono il sostantivo: es. al fanciulloes pue o
2) il verbo principale PRECEDE gli ausiliari: es. laudatus sum
3) nella comparazione l’aggettivo precede l’elemento che esprime la comparazione: es. grand‐ior
4) aggettivi, genitivi (e, in altre lingue OV ma non in latino, le prop. relative) PRECEDONO il sostantivo:es romanorum exercitus
sosta t o es a a c u o
2) il verbo principale SEGUE gli ausiliari:es. io sono lodato
3) nella comparazione, l’elemento che esprime la comparazione precede l’aggettivo: es. più grande
4) aggettivi, genitivi e prop. relative SEGUONO il sostantivo:es. l’esercito dei romani
es. romanorum exercitus
5) gli avverbi PRECEDONO il verbo:es. humiliter servire
5) gli avverbi SEGUONO il verbo:es. servire umilmente
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Le lingue OV sono prevalentemente SINTETICHE, le lingue VO sono prevalentemente ANALITICHE; né il latino (prev. OV) né le lingue romanze (prev. VO) sono tuttavia esclusivamente sintetiche o analitiche, ma partecipano in vario grado alla tipologia OV / VO.
INNOVAZIONI: ACCUSATIVO PREPOSIZIONALE
Lo spagnolo e il portoghese impiegano l’accusativo introdotto dalla
preposizione a < AD per esprimere il complemento oggetto, quanto
l’oggetto è una persona:
it. ho visto Giovanni
sp. vi a Juan
pg. vi a João
Il rumeno, con funzione analoga, impiega la preposizione pe < PER:
it. ho visto Maria
rom. Am văzut‐o pe Maria
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PASSATO PERIFRASTICO CON HABEO(C.D. AUSILIAZIONE DI HABEO)
• lat.: HABEO EPISTULAM SCRIPTAM verbo compl. ogg. compl. predicativo (aggettivo)
lett. “possiedo una lettera scritta”
MUTAMENTI:
1) Svuotamento semantico di HABEO (non vale più per indicare il possesso)
2) Coincidenza tra soggetto di HABEO e la forma concordata con l’agg. participiale
3) Cambio di funzione sintattica del verbo (=> AUSILIAZIONE)
• it. HO SCRITTO UNA LETTERA ausiliare participio (agg. verbale) compl. oggetto
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LA NEGAZIONE
Tra continuità latina e innovazione romanza: nelle lingue indoeuropee di
norma la negazione precede il verbo:
lat. NON INTELLEGIT (VO)
it. non capisce, sp. no comprende (VO)
pg. não compreende, rom. nu înțelege (VO)
Ma anche tipo nuovo (sviluppata nel passaggio da a.fr. al fr. moderno):
fr. lett. il ne comprend pas(doppia formula)
fr. colloq. il comprend pas (OV)
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PRONOMINALIZZAZIONEDEL SOGGETTO INTERROGATIVO
lat. VENIT PETRUS. ‘Pietro viene.’
VENIT‐NE PETRUS? ‘Viene Pietro?’ (poi: ‘Pietro viene?’)(p )
ma: francese e dial. it. settentrionali hanno:
(SOSTANTIVO +) VERBO + PRONOME CLITICO
(pronominalizzazione obbligatoria del soggetto)(p g gg )
es. fr. L’enfant est‐il malade?
ven. El putelo ze‐lomalà?
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SOSTRATO,ADSTRATO E SUPERSTRATO
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SOSTRATO ‐ I
• Un sostrato (o substrato) è una lingua, non più parlata su un territorio, che prima di sparire ha influenzato quella (o quelle) da cui è stata soppiantata.
• Meccanismo di sovrapposizione:
– una lingua A è parlata in un dato territorio;
– una lingua B arriva nel territorio (conquista, migrazione, prestigio letterario). Entra in contatto e interferisce con la lingua A.
– la lingua B sostituisce la lingua A: i parlanti di A abbandonano la propria lingua in favore di B, per ragioni di opportunità (economica, politica culturale sociale) ma mantengono vivi alcuni tratti dellapolitica, culturale, sociale), ma mantengono vivi alcuni tratti della lingua che parlavano in precedenza, influenzando così la lingua B.
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SOSTRATO ‐ II
• es. Il gallico è un sostrato del francese. Per effetto della dominazione
romana, i Galli abbandonarono la loro lingua in favore del latino e il gallico
scomparve, ma se ne può trovare traccia in alcune parole francesi (ad
esempio l’influsso sui numerali, calcolati, come in celtico, per multipli di
20: es. quatre‐vingt, ‘ottanta’, lett. ‘quattro volte venti’).
• N.B. Perché si possa parlare di sostrato occorre che l’influenza sulla lingua
ricevente sia sostanziale, molto più che qualche semplice prestito
lessicale o di convergenze lessicali, e non sia il risultato della dominanzalessicale o di convergenze lessicali, e non sia il risultato della dominanza
generata da un’altra lingua.
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ADSTRATO
Quando l’influenza linguistica non è dovuta a sostrato, può essere
determinata da un adstrato.
L’ adstrato è il fenomeno per il quale una lingua ne influenza un’altra senza che una delle due finisca per scomparire.
Si tratta del tipico caso di due lingue confinanti o compresenti su un territorio, senza che vi sia una disparità di prestigio che favorisca una o l’altra. Ad esempio, il tedesco e il francese, lingue parlate in territori contigui si sono reciprocamente influenzate senza che l’una prevalessecontigui, si sono reciprocamente influenzate, senza che l’una prevalesse sull’altra:
es. ted. Abenteuer < fr. aventure;fr. valse < ted. walzer
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SUPERSTRATO
• Il superstrato è la controparte di un sostrato; quando una lingua ne soppianta un’altra, la prima (che si impone) è dettalingua ne soppianta un altra, la prima (che si impone) è detta superstrato, la seconda (che scompare) si chiama sostrato.
es. Nel caso del francese, il latino volgare è il superstrato (che si è imposta e di seguito è evoluta) ed il gallico è il sostrato.
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