FIliera Grano duro news - n. 1 - ott 06

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Nasce in Emilia-Romagna il pag. 1 progetto pilota “Grano duro di alta qualità”

Intervista a Tiberio Rabboni pag. 2 Assessore regionale all’Agricoltura

Intervista a Nicola Ghelfi pag. 3 General Manager dei Prodotti Barilla Primo Piatto

Il ruolo della Società pag. 4 Produttori Sementi

Il “Contratto Quadro” pag. 5

I partecipanti al Progetto pag. 6

Norme agronomiche per la pag. 7 coltivazione del grano duro

Le varietà di qualità pag. 8

Sommario

Le misure connesse alla riforma della Poli-tica Agricola Comunitaria (PAC) ed in parti-colare la scelta che l’Italia ha adottato all’in-terno di questa (disaccoppiamento totale) hanno determinato, negli ultimi anni, una sensibile riduzione nelle superfici coltivate a grano duro. Anche la qualità, soprattutto per quanto riguarda il contenuto proteico, è stata penalizzata dal nuovo assetto. Di con-seguenza è emersa, ancor di più, la necessità da parte dell’industria di trasformazione di ricorrere all’importazione di grano duro da altri Paesi.Nella regione Emilia-Romagna la duro-gra-nicolcoltura è sempre stata di qualità signifi-cativamente superiore alla media ed ha sem-pre rappresentato un esempio di capacità e competenza che non ha nulla da invidiare ai sistemi agricoli comunemente considerati più evoluti. Il picco di produzione del grano duro è sta-to raggiunto nel 1991 con 490.000 tonnellate (fonte dati Barilla) quando funzionava ap-pieno il sistema degli aiuti comunitari anche nelle zone non tradizionali. Con la riforma della PAC, che ha tolto l’aiuto alle zone non tradizionali (tra cui l’Emilia-Romagna), la coltivazione del grano duro ha subito gli even-ti imposti dal regime di sussidi europeo e si è drasticamente ridotta, fin quasi a scomparire collocando il livello medio delle produzioni attorno alle 100.000 tonnellate anno.Nelle ultime due annate agrarie, a seguito dei complessi effetti che il meccanismo del disaccoppiamento ha prodotto sulle altre colture e grazie all’incremento delle rese, si è assistito ad una ripresa spontanea delle superfici investite. La coltivazione, infatti, è ritornata ad essere remunerativa per gli agricoltori anche in relazione alla diminu-zione del numero delle specie alternative coltivabili (es. barbabietola da zucchero, mais, pomodoro ecc.).Nella prossima campagna, anche per ef-fetto del progetto pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia-Romagna, le produ-zioni regionali dovrebbero raggiungere le 300.000 t circa (negli ultimi anni si era at-testata attorno alle 150.000 t) e gli acquisti in regione da parte di Barilla aumenteran-no considerevolmente.

Circa 30.000 t deriveranno dall’attività del Progetto e tale quantitativo andrà così a so-stituire una pari quantità di grano duro di importazione, prevalentemente di origine francese.Considerando che il progetto potrebbe avere un volano positivo, è auspicabile che per il prossimo futuro la regione Emilia-Romagna ritorni, già nel 2008, sui propri livelli massimi di produzione raggiunti prima della riforma della PAC (490.000 t), in coincidenza con l’av-vio di un grande e modernissimo molino Ba-rilla, attualmente in costruzione a Parma. Nella campagna 2008, infatti, lo scenario potrebbe cambiare radicalmente con l’av-vio di questo nuovo molino ed il peso degli acquisti Barilla in regione potrà ulterior-mente crescere: si ipotizza infatti che più di 50.000 tonnellate possano originarsi dallo sviluppo del Progetto “Grano duro di alta qualità”. In particolare, questo quantitativo, poiché derivante da grani di alta qualità, va-rietà selezionate adatte alla pastificazione come ad esempio Normanno, sarà competi-tivo con i grani di importazione.

Nasce in Emilia-Romagna il progetto pilota “Grano duro di alta qualità”

Obiettivi• Far divenire la Regione Emilia-Roma-

gna, un polo di eccellenza nella pro-duzionedelgranodurodiqualitàconl’applicazionediunmodelloinnovativoedesclusivodiintegrazionetraAgricol-tura,IndustriaedIstituzioni.

• Generare una disponibilità quantitati-vadigranidialtaqualitànelbacinoregionale sufficiente al fabbisognodella Industria pastaria Barilla e talecomunque da garantire che il pesodegliacquistidiBarillanoncreidistor-sionisulmercatointeressato.

• Far si che il grano duro di Filiera AltaQualitàprodottoinRegionesiaperBa-rillaun’alternativacompetitivaaigranidialtaqualitàdiimportazione.

•Offrire alle aziende agricole una so-luzione produttiva economicamentevalida.

SoCIETàPRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BoLoGNA

Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (Bo) - [email protected]

Direttore responsabile: Dott. Marco Bon

Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (Bo)

Reg. Tribunale di Bologna

Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna ai sensi della L. R. 28/1998.

PERIODIcO DI INfORMAzIONE TEcNIcO - EcONOMIcAN. 1 - NOVEMBRE 2006

Filiera Grano duronews

Grano duronewsFiliera

Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno delProgetto Pilota “grano duro di alta qualità” in emilia romagna

il Grano Duroè,tratutti icerealicoltiva-

ti in Italia e destinati alla

alimentazione umana, il

piùimportanteinterminidi

produzione.

Possiedeinoltreunelemen-

todistintivo:quellodiessere

quasi esclusivamente de-

stinatoalprodotto italiano

pereccellenza,lapasta.

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� Filiera Grano duronews N. 1 - Novembre 2006

Assessore Rabboni quali sono le novità di questo contratto? Si tratta di un “contratto quadro” per definire tutti gli aspetti della commer-cializzazione del grano duro di alta qualità per la prossima campagna 2006-2007. E’ un progetto pilota ne-cessario per il rilancio di questo pro-dotto strategico nella filiera agroin-dustriale regionale.

Dopo la situazione di crisi degli anni ’90 la produzione regionale di grano duro sembra in ripresa? Nelle ultime annate agrarie, a seguito degli effetti del “disaccoppiamento” le superfici investite sono leggermen-te aumentate ma, per un prodotto tra i più importanti di quelli destinati al-l’alimentazione umana, la straordina-ria opportunità che oggi si presenta per tutta la filiera, deve essere consi-derata attentamente e sostenuta per evitare che possa svanire con la stes-sa rapidità con cui è apparsa.

Quali i punti fondamentali del contratto?Occorre ricreare un bacino di pro-duzione regionale di alta qualità, in modo da sostenere gli investimenti fatti dalla principale azienda naziona-le e regionale, la Barilla, e promuove-re un circuito virtuoso di produzione, stoccaggio, lavorazione e commer-cializzazione di grano duro di alta qualità in funzione degli obiettivi di mercato e come valida alternativa competitiva ai grani di alta qualità di importazione.In questo modo sarà possibile pro-grammare qualificare la produzione con la realizzazione, in Emilia Ro-magna, di un polo di eccellenza nella produzione del grano duro di qualità.

Ci sono in Emilia-Romagna ca-pacità e potenzialità produttive capaci di sostenere un progetto così nuovo ed ambizioso? Lo sviluppo del contratto quadro è possibile solo se tutti gli attori che

partecipano al progetto sono di gran-de qualità; sulle capacità dell’indu-stria non credo ci siano problemi ma non ve ne sono neanche sulle capa-cità delle ditte sementiere che sono dotate di settori di ricerca all’avan-guardia, ne sulle Organizzazioni di Produttori e sui Consorzi Agrari, che rappresentano le maggiori realtà nel campo cerealicolo capaci di gestire sia lo stoccaggio sia la commercializ-zazione organizzata di quote rilevanti della produzione regionale, associan-do migliaia di produttori agricoli.Altra situazione di sicura eccellen-za è poi quella della Borsa Merci di Bologna, una tra le più qualificate sul territorio nazionale per competenza e volumi di cereali scambiati; riferi-mento indispensabile per la definizio-ne dei prezzi dei contratti di filiera; ma fondamentale è l’apporto delle nostre aziende agricole, dotate di una altissima professionalità che costitui-scono la base indispensabile per ogni progetto di filiera.

L’azione svolta dalla Regione non nasce adesso, ma esistono i presupposti per una così ampia produzione di qualità?In Emilia Romagna la coltivazione di grano duro ha sempre puntato sulla qualità, soprattutto per quanto ri-guarda il contenuto proteico, che è significativamente superiore alla me-

Intervista a Tiberio RabboniAssessore regionale all’Agricoltura

dia ed ha sempre rappresentato un esempio di capacità e competenza.La Regione ha da tempo sviluppato le politiche per realizzare sistemi di produzione di elevata qualità e per lo sviluppo di forme di aggre-gazione della produzione agricola. Tutto ciò per favorire, anche attra-verso relazioni interprofessionali positive, la maggior competitività del sistema agroalimentare con la realizzazione di progetti pilota come questo, che potrebbero di-ventare un modello innovativo di integrazione tra: Agricoltura, Indu-stria ed Istituzioni anche per altre produzioni regionali.Contratti quadro simili a quello ora firmato sul grano duro, possono poi trovare un efficace supporto nel nuovo Piano Regionale di Svilup-po Rurale 2007-2013, attraverso lo strumento dei progetti di filiera, ne-gli interventi di assistenza tecnica previsti dalla L.R. 28/98 e in quelli riconducibili allo sviluppo di attività commerciale e contrattuale afferen-ti alla L.R. 24/00. Non bisogna infatti dimenticare che tra ai presupposti tecnici per l’attuale contratto c’è la disponibilità di nuove varietà di alta qualità, selezionate e costituite con la Produttori Sementi Bologna, gra-zie anche ai finanziamenti assegnati dai fondi della ricerca e sperimenta-zione agricola regionale.

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Dottor Ghelfi, il mercato del gra-no duro, così come per gli altri ce-reali, sta diventando sempre più aperto e internazionale favoren-do l’ingresso di materia prima sia dai paesi europei che extraeuro-pei. Per quale motivo quindi una società delle dimensioni di Baril-la, decide di attivare un progetto sul grano duro in Italia?E’ vero, ci stiamo muovendo verso un mercato sempre più internazionale e sempre meno legato ai sussidi. Questo rende il grano proveniente da paesi esteri ed in particolare extraeuropei sempre più competitivo sul fronte dei prezzi. Il grano duro ricopre un ruo-lo strategico unico per Barilla: è “la materia prima” per eccellenza sia per i volumi utilizzati (in totale più di un quarto dell’intera produzione media italiana) che per l’impatto che ha sul-la qualità del prodotto finito. La pasta infatti è fatta solo ed esclusivamente con semola di grano duro. Barilla, tut-tavia, è e rimane un’azienda italiana con una forte vocazione al territorio e alla qualità della materia prima in tut-te le sue accezioni ed è storicamente attenta alle produzioni nazionali. Di-sporre di grano duro di qualità otte-nuto in prossimità dei siti produttivi costituisce un elemento di forza per la competitività dell’impresa.

Gli effetti della Politica Agricola Comunitaria e gli andamenti dei prezzi delle colture tipiche della regione stanno spostando l’atten-zione degli agricoltori emiliani verso specie alternative. Per qua-le motivo ritiene che il grano duro possa essere una valida scelta?L’industria italiana è la maggiore utiliz-zatrice di grano duro al mondo con cir-ca 5,5 milioni di tonnellate annue tra-sformate. Siamo ampiamente deficitari con una produzione media annua che si sta assestando attorno ai 3,5 milioni di tonnellate anno in seguito all’effetto del disaccoppiamento che ha provoca-

to una sensibile riduzione delle super-fici coltivate nelle aree più tradizionali del Sud Italia. Parallelamente abbiamo registrato anche un calo qualitativo della produzione che ha favorito sem-pre un maggior ricorso ad importazio-ni tecniche. Riteniamo che le aziende agricole della regione abbiano un livel-lo imprenditoriale e potenzialità tecni-co agronomiche in grado di competere con i paesi che tradizionalmente pro-ducono grano di qualità come ad esem-pio la Francia. Realizzare una filiera di produzione di grano duro di qualità in questa regione consentirebbe al siste-ma produttivo di essere competitivo con le filiere estere con indubbi vantag-gi per tutti gli operatori.

Quale dovrebbe essere, quindi, il ruolo di un’azienda di trasfor-mazione come Barilla?Una filiera produttiva per poter fun-zionare ha la necessità di uno sbocco di mercato: occorrono quindi volu-mi di merce da comprare e sono ne-cessari gli utilizzi. In questo sistema quindi Barilla garantisce l’acquisto e la valorizzazione del grano duro di qualità secondo un sistema ormai collaudato a livello nazionale: i con-tratti di coltivazione in cui si prevede il riconoscimento di una premialità per la parte agricola in funzione della qualità prodotta e della garanzia della purezza genetica.Barilla, infatti, è storicamente impe-gnata in progetti di qualità su una ma-teria prima strategica come il grano duro. Negli ultimi 10 anni ha svilup-pato un sistema grano duro che mette a disposizione delle aziende agricole italiane le varietà ottenute dall’attivi-tà di ricerca congiunta con la Società Produttori Sementi Bologna. Siamo arrivati a proporre le nostre varietà esclusive attraverso contratti di colti-vazione su circa 5.000 aziende agrico-le per una produzione totale di 150.000 tonnellate anno. La costruzione del nuovo mulino a Parma con una ca-

Intervista a Nicola GhelfiGeneral Managerdei Prodotti Barilla Primo Piatto

pacità molitoria giornaliera superiore alle 800 tonnellate da un lato aumente-rà la richiesta di grano duro in zona e dall’altro rappresenta un forte stimolo per la produzione agricola locale.

Tra i diversi soggetti coinvolti nel progetto un ruolo importante è ricoperto dalla Regione Emilia- Romagna. E’ la prima volta che Barilla collabora direttamente con le istituzioni pubbliche?Questo è un progetto molto partico-lare e diverso da quelli normalmente sviluppati in questi anni, in quanto prevede il coinvolgimento diretto di un’istituzione quale la Regione alle at-tività del progetto stesso. Riteniamo che questo sia un segnale di grande attenzione da parte dell’ente pubblico che con la sua presenza garantisce che i benefici del progetto ricadano equa-mente su tutti i soggetti partecipanti, ed in particolare gli agricoltori.

Si tratta di un progetto pilota, che risultati pensate di raggiun-gere nel breve periodo, e che pro-spettive potranno esserci invece nel medio-lungo?Nel breve periodo, il principale risul-tato atteso consiste nel creare una fi-liera grano duro integrata e informa-ta in grado di competere sulla base della qualità con le produzioni ad esempio della vicina Francia. Nel me-dio-lungo, l’obiettivo invece è quello di creare un modello produttivo alta-mente competitivo, espandibile e ri-producibile anche in altre realtà. Ciò dovrebbe contribuire a rafforzare il rapporto con il territorio sfruttando-ne al meglio le potenzialità.

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Il ruolo della Società Produttori Sementi Ne parliamo con l’ing. Mauro Checcoli, Presidentee il dott. Ercole Borasio, Direttore

Ing. Checcoli, una presenza im-portante quella della Produttori Sementi nel progetto pilota re-gionale “Grano duro di alta qua-lità”?Siamo molto compiaciuti di esse-re parte attiva in questo importante progetto per lo sviluppo della filiera regionale del grano duro. Essere tra i promotori insieme alla Società Barilla e alla Regione Emilia-Romagna di un progetto che vuole rilanciare la duro-granicoltura emiliano-romagnola non può che renderci orgogliosi sia come società sementiera sia come impresa strumentale della Fondazione banca-ria Cassa di Risparmio in Bologna, destinata alla ricerca scientifica in campo agricolo ed ambientale. D’al-tro canto, è proprio nel “DNA” della Società cercare di migliorare la pro-duzione agricola diffondendo l’inno-vazione connessa all’uso di sementi di varietà migliorate.

Un ruolo che la Società Produt-tori Sementi sta portando avanti sin dal 1911, anno della sua co-stituzione?E’ vero, la Produttori Sementi, fin dalla sua costituzione, è impegnata nella ri-cerca volta alla costituzione di varietà sempre più innovative e performanti sia dal punto di vista produttivo che qualitativo, e nel trasferimento al com-parto agricolo dell’innovazione rag-giunta. Innovazione che ancora oggi rappresenta l’unico strumento capace di determinare degli effetti aventi note-vole impatto di natura economica, so-

ciale e ambientale. Questo è l’impegno che la Società ribadisce ancora oggi, supportata anche dal sostegno della sua controllante la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Dott. Borasio, come è possibile fare innovazione con un prodotto così semplice come la pasta, otte-nuto esclusivamente utilizzando acqua e semola di grano duro?Operando all’interno della filiera è pos-sibile selezionare varietà di grano duro che posseggono caratteristiche tecno-logiche, oltre che produttive, capaci di soddisfare le esigenze dell’industria di trasformazione, incrementando così la qualità del prodotto pasta.

Cosa vuol dire “qualità” per il prodotto pasta?Il concetto di “qualità”, per la pasta, è strettamente correlato alla materia prima grano duro. Un concetto che è cambiato progressivamente negli anni, articolandosi ed arricchendosi progressivamente di nuovi significati ed aspetti. Inizialmente, anni ’60-’70, la “qualità” riguardava il solo uso di grano duro nella produzione della pa-sta, poi al suo interno sono ricaduti i parametri merceologici e molitori quali peso specifico, umidità, conte-nuto in ceneri, e negli anni Novanta anche quelli tecnologici come con-tenuto proteico, qualità del glutine, indice di giallo, puntatura. Dagli inizi degli anni 2000 i temi della sicurezza alimentare rappresentano un ulterio-re tassello qualitativo indispensabile

alla materia prima grano duro che, nell’immediato futuro, deve arric-chirsi anche delle caratteristiche nu-trizionali. I prossimi traguardi che dovranno es-sere raggiunti, infatti, riguardano la salubrità del prodotto e le sue carat-teristiche dietologiche; l’obiettivo è sempre quello di soddisfare le mutate esigenze del consumatore.

Questa continua evoluzione, quindi, richiede da parte delle società sementiere un continuo impegno nel costituire varietà nel tempo rispondenti alle diver-se esigenze dell’industria di pa-stificazione; come si comporta la Società Produttori Sementi?Sicuramente l’impegno nell’attività di ricerca deve essere costante nel tem-po. D’altra parte però questa situazio-ne rende il grano duro uno strumento competitivo fondamentale con cui agire sul prodotto pasta in modo da rispondere alle nuove richieste del mercato. Per riuscirci siamo convin-ti che sia necessario progettare per tempo la materia prima “grano duro”. E’ su queste basi che nasce, alla fine degli anni Ottanta, la collaborazione tra la Società Produttori Sementi e la Società Barilla che diventano partner per realizzare un “sistema di proget-tazione della qualità” basato sulla ri-cerca e lo sviluppo di varietà superio-ri e sulla loro gestione in condizioni di identity preserved, attraverso la coltivazione sotto contratto e lo stoc-caggio differenziato.E’ da questi vent’anni di collabora-zione che nascono le varietà di grano duro Svevo, Normanno ed altre varie-tà che possiedono una elevata attitu-dine alla trasformazione industriale, che Barilla utilizza per migliorare la qualità delle semole ottenute dalle al-tre varietà e, in questo modo, riesce a garantire gli standard qualitativi del proprio prodotto pasta.

Ing. Mauro Checcoli

Centro sementiero in Argelato (Bologna)

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L’8 novembre scorso, presso la sede della Regione Emilia-Romagna, alla presenza dell’Assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, i rap-presentanti di Barilla G. e R. Fratelli Società per Azioni, per l’industria mo-litoria, della Società Produttori Se-menti S.p.a., per l’industria sementie-ra, e le Organizzazioni di Produttori: O.P. Grandi Colture Emilia-Romagna Società Cooperativa Agricola (Fer-rara), Cereali Romagna s.r.l. (Forlì), Esperia soc. cons. a.r.l. (Bologna), Progeo Società Cooperativa Agricola (Reggio Emilia), il Consorzio Agra-rio di Parma e il Consorzio Agrario Provinciale di Piacenza per la parte agricola, relativamente alle fasi sia di produzione agricola che di primo stoccaggio del prodotto, hanno sotto-scritto il “Contratto Quadro nel setto-re del grano duro di alta qualità” Il “Contratto Quadro” sottoscritto de-finisce (art. 1) le condizioni per l’ade-sione al progetto pilota per la coltiva-zione di grano duro di alta qualità nel territorio dell’Emilia-Romagna per il periodo di riferimento della campa-gna cerealicola 2006-2007.Stabilisce (art. 2) che l’industria moli-toria si impegna a sottoscrivere con-tratti con ciascuno stoccatore firma-tario per un quantitativo complessivo di circa 30.000 tonnellate per questa annata, da ripartire in parti concorda-te tra i soggetti firmatari; che gli stoc-

Il “contratto Quadro”

catori/produttori si impegnano (art. 3), per la coltivazione del grano duro, ad utilizzare le varietà certificate di se-menti concordate con l’industria moli-toria, che acquista e ritira il prodotto, e ad adottare (art. 4) un disciplinare di coltivazione e conservazione concor-dato, condiviso dalla Regione Emilia-Romagna.Inoltre, il “Contratto Quadro” defi-nisce (art. 5) che le parti adottano parametri-obiettivo qualitativi della granella e delle modalità di conserva-zione, coerenti col disciplinare, colle-gati al sistema di calcolo del prezzo (tali parametri devono essere indicati nei contratti e negli accordi), e stabi-lisce (art. 8) che fra le parti vengono definiti prezzi di compravendita del grano duro legati ad un mercato di ri-ferimento (Borsa Merci di Bologna), e premi in funzione della qualità rag-giunta e dei servizi prestati (per esem-pio pre-pulitura, conservazione con metodologie particolari ecc.) coeren-ti con i parametri-obiettivo stabiliti (tali valori sono esplicitati nei singoli contratti). A questi premi verrà som-mato un ulteriore premio da parte di

Barilla, pari a 5,00 Euro/t di prodotto ritirato, per l’adesione agli impegni del contratto quadro.Gli stoccatori/produttori (art. 9), da parte loro, si impegnano a sottoscri-vere accordi di coltivazione, integra-tivi del normale rapporto associati-vo, con le singole aziende agricole e si impegnano (art. 11) a trasferire a queste ultime gli eventuali premi/penalizzazioni relativi alla qualità. Inoltre, gli stoccatori si impegnano ad attivare un sistema di assistenza tecnica e contrattuale che supporti l’applicazione del presente contratto quadro, in particolare del disciplinare di produzione e conservazione e dei contratti e accordi di coltivazione.Il “Contratto Quadro” precisa anche un modello contrattuale per il con-tratto industria molitoria/pastificio con lo stoccatore e definisce un di-sciplinare di coltivazione e conser-vazione da adottare.Il contratto prevede anche che tra le parti verrà effettuata una valutazione congiunta dei risultati per stabilire le condizioni per un eventuale rinnovo degli impegni in ambito regionale.

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I partecipanti al Progetto “Grano duro di alta qualità”

Al progetto regionale pilota “Grano duro di alta qualità” partecipano:

• per l’industria molitoria Barilla G. e R. Fratelli Società

per Azioni Viale Riccardo e Pietro Barilla 3/A

- Parma;

• per l’industria sementiera Società Produttori Sementi S.p.a.

Via Macero 1 - Argelato (Bo);

Localizzazionedei centridi stoccaggio

o.P. Esperia CAIP Bo Mo Molinella, Ponte Rizzoli,Mezzolara, MedicinaImola, San Felice sul Panaro, Novi di Modena

CooP Terremerse Ravenna , Sant’AlbertoComacchio, Massa FiscagliaFilo

o.P. Cereali Romagna CAP RavennaCons. Agr. Forlì/Cesena e Rimini

San Pietro in CampianoVoltana, Longastrino

o.P. Grandi Colture CAPA Cologna Berra

CooP Maiscoltori Codigoro

o.P. Progeo Granarolo dell’Emilia

CAP Piacenza Piacenza, MonticelliS. Giorgio Piac.

CAP Parma S. Polo di Torrile

• per le Organizzazioni di produt-tori e dei Consorzi Agrari, che rappresentano in Emilia-Romagna le maggiori realtà nel campo cereali-colo gestendo sia quote rilevanti del-la produzione regionale, sia lo stoc-caggio che la commercializzazione organizzata, associando migliaia di produttori agricoli

- O.P. Grandi Colture Emilia-Ro-magna Società Cooperativa Agri-

cola, Viale Volano 195/A - Ferrara; - Cereali Romagna s.r.l., Via Mace-

ro Sauli 16 - Forlì; - Esperia soc.cons. a r.l.,Via E. Mat-

tei 6 - Bologna; - Progeo Società Cooperativa Agrico-

la, Via Asseverati 1 - Reggio Emilia;- Consorzio Agrario Parma, strada

dei Mercati 17 - Parma;- Consorzio Agrario di Piacenza,

via Colombo 35 - Piacenza.

MonticelliPiacenza

S. Giorgio Piac.

S. Polo di Torrile

S. Felicesul Panaro

Molinella

Imola

S. Alberto

Comacchio

Massa Fiscaglia

Filo

Ravenna

S. Pietro in Campiano

VoltanaLongastrino

Berra

Codigoro

GranaroloEmilia

Mezzolara

Medicina

Ponte Rizzoli

Novi di Modena

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Le tecniche agronomiche indicate di seguito consentono di ottenere una materia prima di elevata qualità e salu-brità, nel pieno rispetto dell’ambiente e dei principi della buona conduzione dell’azienda agricola.

Scelta varietaleVincolante per la partecipazione al progetto è la coltivazione delle varie-tà di frumento duro quali Normanno, Levante, Saragolla e Svevo (descritte a pag. 8), che derivano dal programma di costituzione varietale condotto in collaborazione tra la Società Produtto-ri Sementi e la Società Barilla e sono quindi, per caratteristiche qualitative ed agronomiche, le più rispondenti alle esigenze del progetto. Oltre a tenere conto delle caratteristiche qualitative della varietà da coltivare è indispensabile conoscerne le potenzia-lità produttive nei diversi comprensori e l’adattabilità agronomica (resistenza agli stress idrici, alle alte temperature, agli agenti patogeni ecc.). In quest’ot-tica si raccomanda, alla semina, una particolare attenzione alla scelta varie-tale, per individuare tra le varietà più idonee al proprio ambiente di coltiva-zione quelle che meglio esprimono sia le caratteristiche agronomiche (resa, stabilità, ecc.), che quelle qualitative richieste per la trasformazione (ceneri, colore, proteine, glutine, ecc.).

Operazioni di pre-seminaPer quanto riguarda l’epoca di semina e le lavorazioni di pre-semina si seguiran-no quelle normalmente adottate negli specifici ambienti di coltura. La semen-te deve essere certificata e deve essere protetta con concia C5 – REAL GETA (Triticonazolo + Guazatina) alla dose di 500 ml/100 kg seme. Questo al fine di garantire protezione nei confronti dei patogeni presenti sulla e nella cariossi-de e nel terreno. La concia consente di ridurre significati-vamente il rischio di attacchi di patogeni alla germinazione e rappresenta un otti-mo metodo di prevenzione degli agenti (ad esempio Fusarium spp.) responsa-bili dello sviluppo di micotossine.Una pratica agronomica particolarmen-te efficace nel controllo dei patogeni è la rotazione. E’ consigliata l’adozione di una successione colturale minima quadriennale, inserendo nella rotazio-ne almeno tre colture diverse. Sulle su-perfici interessate alle rotazioni, la se-quenza delle colture dovrà essere effet-

Norme agronomiche per la coltivazione del grano duroEstratto del disciplinare di coltivazione e conservazione

che cosa è il Disciplinare di coltivazione e conservazioneNel “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del grano duro di alta qualità in Emilia Romagna” sono contenute le modalità e i criteri attraverso i quali deve essere prodotta e conservata la materia prima grano duro al fine di ottenere un prodotto di alta qualità per la produzione della pasta.Nella stesura del Disciplinare si è tenuto conto dei moderni concetti di agricol-tura e di conservazione a ridotto impatto ambientale e nello stesso tempo ci si è preoccupati di promuovere il rafforzamento dei livelli qualitativi nel pieno rispetto di quelli produttivi.Il disciplinare è suddiviso in 2 parti:• Pacchetto di norme agronomiche per la coltivazione del grano duro da conferire alla Società Barilla . • Modalità generali per lo stoccaggio/conservazione del grano duro da conferire alla Società Barilla.La prima parte del disciplinare elenca una serie di buone pratiche agronomi-che da attuarsi sul campo mentre la seconda parte provvede in modo ana-litico a dettare le necessarie modalità di conservazione/stoccaggio derivanti dalla decennale esperienza della Società Barilla in questo campo.Le indicazioni contenute nel disciplinare sono da ritenersi vincolanti per l’adesione al progetto pilota di produzione grano duro di elevata qualità in Emilia Romagna

tuata escludendo la monosuccessione.Ai fini del ristoppio, i cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro, orzo, ecc.) sono considerati colture analo-ghe. Viceversa ai fini della rotazione (calcolo delle tre colture nei quattro anni) tali cereali autunno-vernini sono da considerare come colture diverse; è quindi ammissibile, ad esempio la ro-tazione: frumento duro – bietola – fru-mento duro – soia.E’ sconsigliata la successione di frumen-to a cereali estivi (mais e sorgo). Nel caso di adozione di questa successione è vincolante l’interramento dei residui colturali presenti in superficie al fine di ridurre l’inoculo di agenti fungini danno-si, Fusarium spp. in particolare.

Epoca e densità di seminaL’epoca normalmente adottata nella località di interesse è quella consiglia-ta. E’ necessario integrare il tutto con le raccomandazioni del costitutore va-rietale che può suggerire, in base alla lunghezza del ciclo vegetativo della va-rietà, epoche leggermente diverse. La densità di semina, da adottare, inte-sa come numero di cariossidi germina-bili/m2, tiene conto della disponibilità di acqua durante il ciclo vegetativo e della rigidità dell’inverno ed oscilla in Regione Emilia Romagna tra le 350 e le 450 cariossidi germinabili/m2. La dose di semina viene ottenuta cono-scendo la densità di semina, il peso di

Densità Semina x Peso 1000 cariossidi (gr)kg/ha di semente =

Germinabilità (%)

375 x 48

95 = 189 kg/ha di semente da seminare

Densitàdisemina

Peso di 1000 cariossidi (g)

36 39 42 45 48 51 54

350 132 144 154 165 176 188 198

375 142 153 166 177 189 201 213

400 151 164 176 189 202 214 227

425 161 174 188 201 214 228 242

450 170 185 198 213 227 242 255

Calcolo della dose di semina (kg/ha) in funzio-ne della densità di semina (n. cariossidi/m2), del peso di 1000 cariossidi (g) e con semente avente una germinabilità del 95%.

1000 cariossidi e la germinabilità della semente. Di seguito si riporta la sempli-ce formula che permette di calcolarla:esempio = si vuole adottare una densità di semina di 375 cariossidi/m2 usando una semente con peso di 1000 carios-sidi = 48 grammi ed una germinabilità del 95% quindi:

Per le concimazioni, i trattamenti, la conservazione e lo stoccaggio si rimanda alle prossime pubblicazioni del periodico.

In Tabella si riporta il calcolo della dose di semina ipotizzando la frequente ger-minabilità della semente del 95%. Tale tabella è di consultazione immediata e permette di evitare l’impiego della for-mula sopradescritta quando le 3 varia-bili (germinabilità, peso 1000 cariossidi e densità di semina) rientrano nella ca-sistica qui contemplata.

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� Filiera Grano duronews N. 1 - Novembre 2006

Le varietà di qualità

Frumento duro a ciclo me-dio-tardivo, di taglia medio-bassa e spiga aristata, Nor-manno è una varietà dotata di una buona resistenza alle malattie fungine.Garantisce un potenziale

La varietà di frumento duro Levante, di ciclo medio-tar-divo e taglia medio-bassa, ha una elevata resistenza all’allettamento ed è dota-ta di elevate resistenze nei confronti delle principali patologie. Le prove condot-te dalla Produttori Sementi Bologna hanno evidenzia-

Saragolla è una varietà di frumento duro, di ciclo precoce, taglia media, con un’ottima resistenza sia al-l’allettamento sia alle prin-cipali patologie. Le prove condotte dalla Produttori Sementi Bologna hanno evidenziato un elevatissimo potenziale produttivo sia in terreni fertili che in terreni

Il grano duro Svevo è una varietà selezionata per l’elevatissima attitudine all’accumulo di proteine e per l’elevato indice di giallo della semola. Si caratteriz-za per un portamento inver-nale semieretto, una buona capacità di accestimento e una buona tolleranza alle

produttivo molto elevato e costante, con ottime carat-teristiche qualitative della semola.Il contenuto proteico eleva-to, l’eccellente qualità del glutine e l’indice di giallo

to un elevatissimo poten-ziale produttivo di questa varietà che si esprime in particolare negli ambienti di coltivazione del Centro-Nord Italia.Levante ha ottime caratte-ristiche in termini di peso ettolitrico e peso dei mille semi con un contenuto pro-

poveri, unito ad una elevata stabilità e adattabilità agli areali di coltivazione del frumento duro del Nord, Centro e Sud Italia.Saragolla ha ottime carat-teristiche in termini di peso ettolitrico e peso dei mille semi. Il contenuto protei-co è medio-alto ed elevato è l’indice di giallo (b) con

principali fitopatie della foglia e della spiga. Il ciclo risulta particolarmente pre-coce e di notevole interesse è la capacità di riempimen-to della granella.Svevo è dotato di un buon potenziale produttivo, de-terminato dalle tre compo-nenti della produzione, qua-

particolarmente elevato (b = 24-26) consentono di ottenere un prodotto molto ricercato per la pastificazio-ne, che risponde agli stan-dard qualitativi attualmente richiesti dal mercato.

Normanno

Levanteteico elevato. Possiede un indice di giallo (b) molto elevato, che oscilla tra va-lori compresi tra 24.5-26.5, e una qualità del glutine molto buona; tali caratteri-stiche ne fanno una varietà molto apprezzata da parte dell’industria di trasforma-zione.

Saragollavalori che oscillano tra 24 e 26. La qualità del glutine è ec-cellente come risulta dai valori dell’indice di glutine che sono sempre ai massimi degli indici di valutazione. Tali caratteristiche ne fanno una varietà molto apprezza-ta da parte dell’industria di trasformazione.

Svevoli fertilità della spiga, peso dei 1.000 semi e numero di spighe per metro quadrato, con una prevalenza di que-st’ultimo parametro. Svevo si contraddistingue per l’ottimo indice di colore della semola (b= 24-26) e la straordinaria attitudine alla trasformazione industriale.