Filiera Grano Duro news - n. 21 - feb 2012

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SOCIETÀ PRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA Sommario Sommario Sesto anno del progetto pag. 1 Grano duro alta qualità: risultati e prospettive Riusciremo a gestire la pag. 2 volatilità? Nuove proposte contrattuali 3 rd International Forum pag. 4 on Food & Nutrition Frumento duro e sicurezza pag. 6 alimentare: la contaminazione da metalli pesanti Granoduro.net: le novità pag. 8 della campagna 2011-2012 Codice ISSN 2239-4230 Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - [email protected] Direttore responsabile: Dott. Marco Bon Stampa: Grafiche BIME s.r.l. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO) Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006 Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia- Romagna ai sensi della L. R. 28/1998. Filiera Grano duro news Per scaricare i numeri arretrati collegatevi a www.prosementi.com o direttamente all’indirizzo http://www.prosementi.com/ita/ archivio_filiera_grano_duro_news/ Sesto anno del progetto Grano duro alta qualità: risultati e prospettive Tiberio Rabboni – Assessore all’Agricoltura - Regione Emilia-Romagna Giunti al sesto anno dal lancio del progetto “Grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna” mi sembra opportuno analizzare alcuni risultati ottenuti in relazione agli obiettivi iniziali e alle prospettive future di una iniziativa, che non esiterei a definire di successo ed esemplare. Quando siamo partiti nel 2006 il grano duro in regione, pur in leggera ripresa per gli effet- ti del “disaccoppiamento” degli aiuti, sconta- va ancora le conseguenze della storica scelta nazionale di escludere l’Emilia-Romagna dal- le aree tradizionali di produzione e dai rela- tivi aiuti comunitari: la superficie coltivata era prossima ai minimi storici e i produttori agricoli mostravano, per lo più, uno scarso interesse e attenzione alla sua coltivazione. I comparti agricolo, di stoccaggio e di trasfor- mazione ancora non si erano organizzati in filiera e la coltura non esprimeva certamente le sue piene potenzialità produttive e soprat- tutto qualitative. Gli obiettivi del progetto erano molteplici e ambiziosi: fare divenire l’Emilia-Romagna un polo di eccellenza nella produzione di grano duro di alta qualità; generare una disponibili- tà quantitativa di prodotto di alta qualità nel bacino regionale; far si che la nuova produ- zione costituisse una alternativa competi- tiva ai grani di alta qualità di importazione; offrire alle aziende agricole una soluzione produttiva economicamente interessante e agronomicamente corretta. Tutto questo poteva essere realizzato solo av- viando un progetto che applicasse un model- lo innovativo ed esclusivo di integrazione tra agricoltura, industria ed istituzioni. Un apposito Gruppo di lavoro istituito nell’estate del 2006 dalla Filiera e dalla Regio- ne si mise alacremente al lavoro e sviluppò il primo Accordo quadro che, l’8 novembre di quell’anno, venne sottoscritto dalle Organiz- zazioni di produttori di cereali dell’Emilia-Ro- magna, dall’industria di trasformazione Barilla e dall’Impresa sementiera Produttori Sementi di Bologna. Erano interessate 30 mila tonnel- late di grano duro, corrispondenti a circa un quarto della produzione regionale di allora. In sintesi i produttori agricoli si impegnavano a seguire e rispettare uno specifico e articola- to disciplinare di produzione condiviso dalle parti e, a fronte di questo, l’industria di tra- sformazione riconosceva un premio di adesio- ne al progetto e premi differenziati in funzione della qualità raggiunta; clausole dell’accordo riguardavano inoltre la collaborazione fra i diversi soggetti della filiera, la gestione e or- ganizzazione del prodotto, lo stoccaggio e le consegne, l’assistenza tecnica ecc... Da allora il progetto è stato costantemente im- plementato ed ogni anno è stato sottoscritto un nuovo Accordo che sviluppava ed innovava il precedente, sulla base delle esperienze ma- turate e delle criticità da affrontare. Quest’an- no l’Accordo, sottoscritto nel dicembre scor- so, interessa 90 mila tonnellate di prodotto e, tra le novità, segnaliamo che prevede ben tre meccanismi di fissazione del prezzo di vendi- ta, con una flessibilità che va incontro all’esi- genza degli agricoltori di massimizzare l’utile, ridurre gli effetti negativi della estrema vola- tilità dei prezzi riscontrata negli ultimi anni, nonché incentivare la coltivazione del grano duro con i migliori requisiti qualitativi. Se la produzione regionale di grano duro di alta qualità è pressoché triplicata dall’inizio del progetto, la qualità del grano è assoluta- mente concorrenziale se non migliore di quel- lo di importazione e l’Emilia-Romagna è dive- nuta stabilmente una delle prime regioni per produzione e resa di grano duro, il successo dell’iniziativa è dunque indiscutibile e com- provato. Il fatto che il progetto stesso inizi ad estendersi anche ad altre regioni non può che fare piacere e testimoniare la bontà dell’inizia- tiva stessa. Credo che la filiera regionale e le istituzioni dovranno continuare a fare la pro- pria parte, adoperandosi perché l’esperienza maturata continui a svilupparsi ed a costituire il presupposto perché i nostri territori e le or- ganizzazioni presenti continuino a rappresen- tare una sorta di “laboratorio pilota” sul quale sviluppare nuove esperienze e innovazioni utili all’intera filiera regionale e nazionale per affrontare le sfide future. PERIODICO DI INFORMAZIONE TECNICO-ECONOMICA A SOSTEGNO DEL PROGETTO “GRANO DURO DI ALTA QUALITÀ IN EMILIA-ROMAGNA” Numero 21 • FEBBRAIO 2012 Grano duro news Filiera

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Questo il sommario: Sesto anno del progetto “Grano duro alta qualità: risultati e prospettive”; Riusciremo a gestire volatilità? Nuove proposte contrattuali; 3rd International Forum on Food & Nutrition - resoconto dell'evento; Frumento duro e sicurezza alimentare: la contaminazione da metalli pesanti; Granoduro.net: le novità della campagna 2011-2012

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SOCIETÀPRODUTTORI SEMENTI S.p.A. BOLOGNA

SommarioSommarioSesto anno del progetto pag. 1Grano duro alta qualità: risultati e prospettive

Riusciremo a gestire la pag. 2volatilità? Nuove proposte contrattuali

3rd International Forum pag. 4on Food & Nutrition

Frumento duro e sicurezza pag. 6alimentare: la contaminazione da metalli pesanti

Granoduro.net: le novità pag. 8della campagna 2011-2012

Codice ISSN 2239-4230 Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - [email protected] responsabile: Dott. Marco BonStampa: Grafiche BIME s.r.l.Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO)Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna ai sensi della L. R. 28/1998.

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Per scaricare i numeri arretrati collegatevi a www.prosementi.com

o direttamente all’indirizzohttp://www.prosementi.com/ita/

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Sesto anno del progetto Grano duro alta qualità: risultati e prospettiveTiberio Rabboni – Assessore all’Agricoltura - Regione Emilia-Romagna

Giunti al sesto anno dal lancio del progetto “Grano duro di alta qualità in Emilia-Romagna” mi sembra opportuno analizzare alcuni risultati ottenuti in relazione agli obiettivi iniziali e alle prospettive future di una iniziativa, che non esiterei a definire di successo ed esemplare.Quando siamo partiti nel 2006 il grano duro in regione, pur in leggera ripresa per gli effet-ti del “disaccoppiamento” degli aiuti, sconta-va ancora le conseguenze della storica scelta nazionale di escludere l’Emilia-Romagna dal-le aree tradizionali di produzione e dai rela-tivi aiuti comunitari: la superficie coltivata era prossima ai minimi storici e i produttori agricoli mostravano, per lo più, uno scarso interesse e attenzione alla sua coltivazione. I comparti agricolo, di stoccaggio e di trasfor-mazione ancora non si erano organizzati in filiera e la coltura non esprimeva certamente le sue piene potenzialità produttive e soprat-tutto qualitative.Gli obiettivi del progetto erano molteplici e ambiziosi: fare divenire l’Emilia-Romagna un polo di eccellenza nella produzione di grano duro di alta qualità; generare una disponibili-tà quantitativa di prodotto di alta qualità nel bacino regionale; far si che la nuova produ-zione costituisse una alternativa competi-tiva ai grani di alta qualità di importazione; offrire alle aziende agricole una soluzione produttiva economicamente interessante e agronomicamente corretta.Tutto questo poteva essere realizzato solo av-viando un progetto che applicasse un model-lo innovativo ed esclusivo di integrazione tra agricoltura, industria ed istituzioni.Un apposito Gruppo di lavoro istituito nell’estate del 2006 dalla Filiera e dalla Regio-ne si mise alacremente al lavoro e sviluppò il primo Accordo quadro che, l’8 novembre di quell’anno, venne sottoscritto dalle Organiz-zazioni di produttori di cereali dell’Emilia-Ro-magna, dall’industria di trasformazione Barilla e dall’Impresa sementiera Produttori Sementi di Bologna. Erano interessate 30 mila tonnel-late di grano duro, corrispondenti a circa un quarto della produzione regionale di allora. In

sintesi i produttori agricoli si impegnavano a seguire e rispettare uno specifico e articola-to disciplinare di produzione condiviso dalle parti e, a fronte di questo, l’industria di tra-sformazione riconosceva un premio di adesio-ne al progetto e premi differenziati in funzione della qualità raggiunta; clausole dell’accordo riguardavano inoltre la collaborazione fra i diversi soggetti della filiera, la gestione e or-ganizzazione del prodotto, lo stoccaggio e le consegne, l’assistenza tecnica ecc...Da allora il progetto è stato costantemente im-plementato ed ogni anno è stato sottoscritto un nuovo Accordo che sviluppava ed innovava il precedente, sulla base delle esperienze ma-turate e delle criticità da affrontare. Quest’an-no l’Accordo, sottoscritto nel dicembre scor-so, interessa 90 mila tonnellate di prodotto e, tra le novità, segnaliamo che prevede ben tre meccanismi di fissazione del prezzo di vendi-ta, con una flessibilità che va incontro all’esi-genza degli agricoltori di massimizzare l’utile, ridurre gli effetti negativi della estrema vola-tilità dei prezzi riscontrata negli ultimi anni, nonché incentivare la coltivazione del grano duro con i migliori requisiti qualitativi.Se la produzione regionale di grano duro di alta qualità è pressoché triplicata dall’inizio del progetto, la qualità del grano è assoluta-mente concorrenziale se non migliore di quel-lo di importazione e l’Emilia-Romagna è dive-nuta stabilmente una delle prime regioni per produzione e resa di grano duro, il successo dell’iniziativa è dunque indiscutibile e com-provato. Il fatto che il progetto stesso inizi ad estendersi anche ad altre regioni non può che fare piacere e testimoniare la bontà dell’inizia-tiva stessa. Credo che la filiera regionale e le istituzioni dovranno continuare a fare la pro-pria parte, adoperandosi perché l’esperienza maturata continui a svilupparsi ed a costituire il presupposto perché i nostri territori e le or-ganizzazioni presenti continuino a rappresen-tare una sorta di “laboratorio pilota” sul quale sviluppare nuove esperienze e innovazioni utili all’intera filiera regionale e nazionale per affrontare le sfide future.

P E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E TECNICO-ECONOMICA A SOSTEGNO DEL PROGETTO “GRANO DURO DI ALTA QUALITÀ IN EMILIA-ROMAGNA”

Numero 21 • FEBBRAIO 2012

Grano duro newsFiliera

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N. 21 - Febbraio 2012Filiera Grano duro news

Riusciremo a gestire la volatilità? Nuove proposte contrattualiEmilio Ferrari – Barilla G. e R. Fratelli S.p.A.

I CONTRATTI

I mercati dei cereali hanno visto, negli ul-timi quattro anni, un livello dei prezzi e del-la volatilità molto superiori a quanto si era verificato nei decenni precedenti. A partire dal 2007, infatti, si sono registrati incremen-ti delle quotazioni mai visti fino ad allora, seguiti da rapide discese. Il tutto accompa-gnato da fortissime variazioni giornaliere o settimanali dei mercati.Questa situazione ha messo in crisi le filiere agroalimentari e le modalità fino ad allora utilizzate per gestire le dinamiche dei prezzi da parte degli operatori. La “fiammata” che ha travolto i mercati nella campagna 2007-08 sembrava però un episodio isolato, rien-trato l’anno successivo in uno scenario di prezzi più stabili, anche se per nulla rimu-nerativi per gli agricoltori. Queste previsio-ni sono state però subito smentite, come si può vedere dall’andamento del Food Price Index della FAO (Figura 2).Ora viene spontaneo chiedersi: questa si-tuazione è destinata a protrarsi? Fino a quando?Dare delle risposte puntuali a queste do-mande è sicuramente molto difficile, però proviamo a capire quali sono le dinamiche che possono aver causato questa situazio-ne e forse ci riuscirà più facile immaginare cosa ci aspetta nei prossimi anni.L’economia mondiale ha assistito, nel re-cente passato, all’esplosione del fenomeno della Globalizzazione. Potremo definire la Globalizzazione come la Libera Circolazio-ne delle Merci, dei Capitali e delle Informa-zioni (e delle Persone, anche se in misura minore). Questo processo ha causato pro-fondi mutamenti nel nostro modo di vive-

re. Il mondo è diventato più “piccolo”. Ora quello che succede in un paese lontano può avere ricadute importanti anche per noi in Italia. Le interrelazioni sono aumentate esponenzialmente; non si ha più a che fare con mercati chiusi, determinati dalle situa-zioni nazionali o locali.Ora il prezzo del grano dipende dalle rese di mais negli USA, dal clima nelle steppe del-la Russia, dagli import cinesi di soia e dal prezzo del petrolio. E così via. La comples-sità è aumentata tantissimo e con essa l’im-prevedibilità. Siamo difronte ad un sistema globale in cui tantissimi fattori si influenza-no l’un con l’altro, a volte annullando i pro-pri effetti ed a volte moltiplicandoli.In figura 1 riporto una possibile schematiz-zazione dei fattori che influenzano le quo-tazioni dei prodotti alimentari, per dare un’idea della complessità delle interrelazio-ni reciproche.L’instabilità si è poi aggravata a causa di al-tre ricadute della Globalizzazione che han-no destabilizzato gli equilibri dell’economia mondiale. Grazie al fiorire degli scambi è aumentata la “ricchezza” dei popoli; così paesi emergenti, come Cina ed India, han-no visto aumentare le proprie possibilità economiche e di conseguenza la domanda di cibo, modificando l’alimentazione verso diete più ricche. Le produzioni mondiali sono aumentate, ma non sempre hanno te-nuto il passo con le richieste, portando ad una diminuzione delle scorte di granaglie. Si è ridotto l’effetto stabilizzatore degli stock sull’andamento dei prezzi, che sono divenuti sensibili ad ogni modifica nelle produzioni (Figura 3).

La ricchezza non solo è aumentata, ma è cambiata la sua distribuzione a favore dei paesi emergenti, modificando i flussi com-merciali e mettendo in crisi le economie del mondo sviluppato. La crisi del 2009 è stata sicuramente uno dei motivi del crollo dei prezzi delle materie prime. La stessa “finan-ziarizzazione” eccessiva dell’economia ha coinvolto anche il mondo delle materie prime agricole. Nelle principali borse mon-diali la fanno da padrone non più gli opera-tori tradizionali, ma i Fondi Pensione o gli Hedge Funds, capaci di movimentare ingenti masse di denaro, influenzando pesantemen-te le quotazioni delle commodity agricole. Come se non bastasse, a questo scenario si vanno ad aggiungere gli sconvolgimenti provocati dal cambiamento climatico e l’au-mento delle produzioni di biocarburanti, che sottraggono terra alla produzione di cibo.Che fare allora per non subire passivamen-te gli effetti di questo terremoto? C’è chi in-voca l’introduzione di misure protezionisti-che. Ma l’onda che ci sta investendo rischia di essere troppo alta per qualsiasi muro che vogliamo erigere a nostra difesa.E allora che ci resta da fare? I consumatori di tutti il mondo sono diventati più esigenti e sono pronti a riconoscere ai prodotti di qualità un premio in termini di prezzo. Di-venta quindi fondamentale creare “valore” nei nostri prodotti, in termini di qualità e di affidabilità, per assicurarci mercati di sbocco remunerativi anche a fronte di una concorrenza agguerrita. Creare valore con le nostre competenze e attraverso filiere co-ese ed efficienti.Un altro concetto importante è quello della gestione differenziata del rischio: di fron-te a variabilità così importanti non è possibi-le trovare soluzioni definitive per annullare i rischi a cui siamo esposti dalla volatilità dei prezzi. Bisogna quindi agire come con i no-stri investimenti personali, differenziando il rischio. Di qui la proposta di Barilla di diver-se modalità di pricing nei nuovi contratti di coltivazione per le semine del 2011. In questo modo si da all’agricoltore l’oppor-tunità di differenziare le modalità di quotazio-ne della propria produzione e quindi di ridur-re gli effetti negativi di variazioni di prezzo. Rimane sempre la premialità per la qualità del grano, nell’ottica di premiare la produ-zione di “valore” da parte dell’agricoltore.Si è mantenuta la tradizionale modalità di pricing che lega le consegne mensili ai prez-zi della Borsa di Bologna, e che quindi per-mette di beneficiare di aumenti di prezzo, ma espone l’agricoltore ai cali delle quotazioni,

SISTEMI GLOBALIFattori che influenzano il livello e la volatilità dei prezzi del cibo

OFFERTA DOMANDA PREZZI

Demografia- Crescita popolazione- Invecchiamento pop- Urbanizzazione

Dietealimentari- Aumento e tipo di calorie consumate- Dieta occidentalizzata

Biofuels

Livellodegli Stock

CrescitaEconomica dei

Paesi Emergenti

ProduttivitàAgricola- Produttività- Tecnologia/Innovazione

Strutturadellafoodindustry

Scarsitàdi risorse- Terra arabile- Acqua- Fertilizzanti

CambiamentiClimatici

Mercati

Finanziari(speculazione)

PoliticheAgricole

Energia e costodel petrolio

Mercati dei Cambi

PoliticheCommerciali

DinamicheGeopolitiche

FEEDBACKNEGATIVO

FEEDBACKPOSITIVO

Fig. 1 - Sistemi Globali - Fattori che influenzano il livello e la volatilità dei prezzi del cibo.

2

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Filiera Grano duro news

ma ad essa si sono aggiundo ad essa altre proposte.La proposta di un prezzo fisso, già speri-mentata lo scorso anno è stata aggiornata in base agli aumentati costi di produzione, ed è stata affiancata da una formula Cap & Floor, con un prezzo minimo e massimo all’interno del quale si seguono le fluttuazio-ni del mercato; entrambe le formule danno una maggiore garanzia di stabilità dei prezzi a tutti gli attori della filiera.L’ultima novità è la formula che stabilisce il prezzo del grano duro in base alle quo-tazioni futures della Borsa di Parigi. Que-sta soluzione è sicuramente una delle più innovative e rischia di non trovare molto consenso presso la parte agricola. Tuttavia rappresenta un’evoluzione verso cui stanno andando tutti i mercati delle materie prime.

Si è fatto un gran parlare anche degli effetti della speculazione finanziaria che avrebbe causato un aumento dei prezzi delle com-modity agricole. In realtà non si sono trovate

prove scientifiche di questo. Rimangono va-lidi però due considerazioni: la prima è che, come si vede dalla figura 4 sotto riportata che compara i prezzi del grano duro canade-se con quelli dei futures americani di mais, grano tenero e grano Northern Spring, il mercato che ha presentato maggiore vola-tilità è proprio quello dove non esistono le quotazioni futures, ma si tratta solo il grano fisico, ovvero il grano duro; in secondo luogo questi mercati esistono per le altre materie prime agricole ed influenzano con una forte correlazione anche i prezzi del grano duro.Crediamo quindi sia utile non solo subire gli effetti di questa situazione, ma anche beneficiare delle opportunità che una bor-sa future rappresenta per gli operatori, ovvero la possibilità di gestire con più flessibilità ed efficienza la volatilità delle quotazioni. Con questa modalità entram-be le parti possono decidere autonoma-mente i tempi per la fissazione del prez-zo, non influenzando però la liquidità e la

L’aumento dei prezzi registrato dal FAO Food Price Index� Nel Febbraio 2011 l’indice dei prezzi delle commodity agricole superò i livelli registrati

nel 2008, raggiungendo i livelli più alti dal 1990 (ovvero da quando è nato l’indice). � Negli anni recenti, oltre all’aumento dei prezzi, si è assistito ad un forte incremento

della loro volatilità.

Std Dev. = 30.6

Source: The European House-Ambrosetti re-elaboration of FAO data, 2011

FAO Food Price Index (monthly values)

80

100

120

140

160

180

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220

240

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211

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2/1

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411

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007

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009

/201

011

/201

0/2

011

Food Price Index Nominale Food Price Index Reale

Nominal Food Price Index Real Food Price Index

Standard Dev.= 13.4

Grano Duro FOB Thunder Bay Canada = Future Grano Spring Minneapolis = Future Grano Tenero Chicago = Future Mais Chicago =

2007 2008 2009 2010 2011

regolarità delle consegne, come richiesto dall’industria per garantire il funziona-mento dei propri impianti di macinazione.Con queste proposte, Barilla ha voluto offrire ai produttori agricoli un ventaglio di strumen-ti con cui differenziare il rischio derivante dal-la turbolenza che affligge i mercati negli ulti-mi anni e poter gestire al meglio la redditività della produzione del grano duro di qualità.

Le proposte contrattualidell’accordo 2011-2012L’accordo prevede, a fronte del rispetto di uno specifico disciplinare di coltivazione e conservazione basato sui principi della produzione integrata promossa dalla Re-gione, tre possibili meccanismi di fissa-zione del prezzo di vendita, con una fles-sibilità che va incontro all’esigenza degli agricoltori di massimizzare l’utile, ridurre gli effetti negativi della volatilità dei prez-zi e incentivare la coltivazione del grano duro con requisiti di alta qualità:- il primo meccanismo definisce il prezzo

sulla base della quotazione della borsa merci di Bologna con l’aggiunta di pre-mi specifici per la qualità del prodotto e per gli impegni previsti dal disciplinare di produzione e conservazione (fino a 35 euro/tonnellata);

- il secondo, basato sui costi di produ-zione, consente ai produttori di sceglie-re di vendere una quota della propria produzione (fino a un massimo del 40% del totale) ad un prezzo fisso preceden-temente concordato (tale da garantire un profitto adeguato sui costi di colti-vazione) oppure di limitare la volatilità facendo riferimento ad un intervallo di oscillazione (Cap&Floor);

- il terzo meccanismo si basa sul prezzo dei futures del grano tenero alla borsa merci di Parigi, a cui si aggiunge un premio legato al differenziale dei prez-zi tra il grano duro e quello tenero sulla borsa merci di Bologna, per permettere coperture a lungo termine sia per chi vende sia per chi acquista.

Fig. 2 - L’aumento dei prezzi registrato dalla FAO Food Price Index. Fig. 3 - Andamento delle scorte totali di grano dal 1980 ad oggi.

Fig. 4 - Comparazione degli andamenti dei prezzi del grano duro canadese con quelli dei futures americani di mais, grano tenero e grano Northern Spring.

1980 1985 1990 1995 2000 2005 201110%

15%

20%

25%

30%

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

2.000

Produzione Grano

Rapporto tra stock e utilizzi

Rap

porto

tra

stoc

k e

utili

zzi (

%)

Pro

duzi

one

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rano

(mili

oni d

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nella

te)

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N. 21 - Febbraio 2012Filiera Grano duro news

3rd International Forum on Food & NutritionA cura del Barilla Center for Food and Nutrition

EVENTI

“L’obiettivo del Barilla Center for food and nutrition è di accrescere la compren-sione delle complesse interazioni tra la società e il pianeta, in particolare per quanto riguarda l’area della produzio-ne e del consumo di cibo; attraverso questo genere di discussioni possiamo contribuire allo sviluppo di politiche in grado di limitare gli impatti ambienta-li negativi e incoraggiare sistemi agro-alimentari su larga scala in grado di soddisfare le necessità delle persone in tutto il Pianeta”. In questa dichiarazio-ne di John Reilly, membro dell’Advisory Board del BCFN e senior lecturer presso il MIT Sloan School of Management è ri-assunto l’impegno del Barilla Center for food and nutrition. Nei tre anni di atti-vità sono stati affrontati un’ampia varie-tà di temi, la cui discussione oggi non è più rimandabile. Ognuno di questi è stato oggetto di pubblicazioni scientifiche, di raccomandazioni puntuali e concrete, di presentazioni alle Istituzioni e di dibattiti aperti alla società civile mondiale.La vocazione internazionale è, infatti, par-te integrante della natura del BCFN, che ha tra le sfide della propria mission quella di affrontare tematiche urgenti per le po-polazioni di tutto il mondo e per il nostro Pianeta; per questo motivo proprio negli ultimi mesi si è concretizzato lo slancio verso l’internazionalizzazione del proget-to, con il suo ingresso in due ulteriori im-portanti Paesi come Francia e Stati Uniti.A Parigi, lo scorso 18 ottobre, Guido Ba-rilla, fondatore e Presidente del BCFN, ha riunito presso l’Ambasciata italiana a Parigi diversi rappresentanti di questo centro di pensiero unico nel suo gene-re, tra cui Claude Fischler, sociologo e direttore della ricerca presso il CNRS, facendoli intervenire di fronte a una pla-tea di ospiti in rappresentanza del mon-do dell’economia, della politica e della scienza, nonché alcune delle figure più significative coinvolte sul fronte dello sviluppo sostenibile.Dopo pochi giorni, il 26 ottobre, al New-seum di Washington D.C., il momento cen-trale della presentazione statunitense del BCFN è stata una discussione sul futuro del cibo nel mondo con il National Journal, che ha visto la partecipazione di esperti in materia di politiche alimentari, ambiente e industrie alimentari sostenibili.Sempre nel 2011, il BCFN ha partecipato allo “State of the World 2011” organizzato

su iniziativa del WWF. Durante l’evento, il BCFN ha portato al centro del dibattito le tematiche prevalenti in materia di incre-mento demografico mondiale a partire dai giorni nostri fino al 2050.L’ultimo evento dell’anno è stato l’ormai tradizionale Forum Internazionale su Ali-mentazione e Nutrizione, giunto alla sua terza edizione, organizzato dal BCFN a Mi-lano nell’Aula Magna dell’Università Boc-coni, il 30 novembre e 1° dicembre 2011.

Il 3rd International Forum on Food & Nutrition è un appuntamento annuale di portata internazionale che nasce per ren-dere possibile l’incontro tra i più impor-tanti esperti e opinion leader mondiali sui temi legati all’alimentazione e alla nutri-zione e allo stesso tempo per allargare il dibattito alla società e alle future genera-zioni. Un evento che dia evidenza non solo della complessità di questi temi, ma anche della loro multidisciplinarità. Anno dopo anno, il Forum vuole diventare sempre più l’evento di riferimento quando si parla di alimentazione e nutrizione a livello globa-le. Per questo ha tra i suoi obiettivi anche quello di garantire la partecipazione dei migliori esperti, assicurando così che le conoscenze e le competenze di maggiore levatura nel mondo si confrontino con un pubblico internazionale.Nel programma del 3rd International Fo-rum on Food and Nutrition sono stati trattati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del nostro pianeta e delle perso-ne che lo abitano. Nel Mondo sono 925 milioni le persone denutrite e 36 milioni i decessi all’anno (di cui 5,6 milioni i bam-bini) dovuti a carenza di cibo e malnutri-zione. Questo dramma diventa ancor più insostenibile alla luce degli oltre 29 mi-lioni di decessi all’anno dovuti alla sovra-limentazione (17,5 per malattie cardiova-scolari; 3,8 per diabete; 7,9 per tumori) e ai 155 milioni di bambini in sovrappeso o obesi. Garantire cibo sufficiente per un corretto sviluppo nei bambini e una vita sana da adulti è una delle principali sfide per i Paesi in via di sviluppo. La sostenuta e prolungata crescita economica in questi Paesi non è infatti stata in grado di ridur-re la portata del fenomeno della denutri-zione e malnutrizione.Si tratta di una delle tante sfide che il pianeta dovrà affrontare sul fronte ali-mentare: come impostare fin dalla prima infanzia una sana alimentazione e un cor-

retto stile di vita? In che modo garantire maggiori aspettative di vita in salute a un’umanità che sta invecchiando, ma non in modo sano (l’80% degli over 65 è affetto da almeno una patologia cronica e il 50% affetto da due o più malattie)? Quali abi-tudini alimentari potranno permettere la sopravvivenza e l’equilibrio del pianeta?Nel programma della prima giornata si sono tenuti 4 workshop tematici incen-trati sull’impiego di “OGM e biotecnolo-gie nei diversi contesti geografici”, sul fu-

L’attività del Barilla Center for Food & NutritionIl Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) è un centro di pensiero che, nato nel 2009 con l’obiettivo di analizzare i grandi temi legati all’alimentazione e alla nutrizione nel mondo, ha scelto di affrontarli attraverso un approccio multidisciplinare, l’unico realmente in grado di metterne in luce tutte le componenti. Fat-tori economici, scientifici, sociali e ambientali vengono quindi analizzati nel loro rapporto di causa-effetto con il cibo, evidenziando come gli aspetti della nostra esistenza abbiano con quest’ultimo un legame che va al di là del sod-disfare il “semplice” bisogno di nutrirsi.L’Advisory Board è l’organismo che propone, produce e valida i temi e le analisi oggetto di indagine del BCFN. In linea con l’impostazio-ne multidisciplinare di quest’ultimo, il Board è composto da scienziati ed esperti appartenenti a settori diversi ma complementari. Inoltre, coerentemente con la sua mission, ovvero far sì che tutte le migliori conoscenze e pro-fessionalità disponibili possano offrire il loro contributo, è previsto anche il coinvolgimento di esperti esterni, di centri di ricerca e di Uni-versità, chiamati a dare un contributo puntuale e di alto livello all’elaborazione dei contenuti.Nel corso del 2011 i position paper pubbli-cati sono:- Nuovi modelli per un’agricoltura sostenibile- Obesità e malnutrizione: i paradossi ali-

mentari per i nostri figli- Longevità e benessere: il ruolo dell’alimen-

tazione- La misurazione del benessere e della sua

sostenibilità: il BCFN Index 2011- Oltre gli OGM: le biotecnologie in ambito

alimentare- Doppia piramide 2011: alimentazione

sana per tutti, sostenibile per l’ambiente- Accesso al cibo: sfide e prospettive- Water Economy

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Filiera Grano duro news

turo della “Water Economy” tra aumento di domanda di acqua e parallela riduzione delle scorte idriche, sull’evoluzione della “Geoagricoltura verso politiche agricole globali” che contribuiscano a sfamare la terra in un contesto di sostenibilità am-bientale, e sulla gestione globale di ali-mentazione e nutrizione discutendo di “spreco del cibo e politiche alimentari”.La sessione plenaria ha visto la parte-cipazione di numerosi speaker, tra cui ricordiamo l’on. Paolo De Castro, Presi-dente della Commissione per l’Agricol-tura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, Amir Mahmoud Abdulla, Vice Direttore Esecutivo e Chief Operating Of-ficer del World Food Programme, Umber-to Veronesi, Direttore Scientifico dell’Isti-tuto Europeo di Oncologia (IEO) di Mila-no e membro dell’Advisory Board BCFN, Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di EXPO 2015, ed ha ospitato due tavo-le rotonde moderate da Alex Thomson - Presentatore e Corrispondente di Chan-nel 4 News, Regno Unito.Nella prima, incentrata sul futuro dell’ac-cesso al cibo, molto apprezzato è stato l’intervento introduttivo di Vandana Shi-va, Fondatrice e Direttrice della Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy in India, che ha tracciato le problematiche dello sviluppo agroalimentare dal punto di vista dei Pae-si emergenti, che stanno vivendo in modo ancora più acuto la crescita incontrollata e le diseguaglianze sociali. Altri interessanti spunti di discussione sono emersi dal di-battito sull’impatto dei cambiamenti geo-politici e della globalizzazione sull’acces-so al cibo, a cui hanno preso parte Claude Fischler - Direttore della Ricerca del Cen-tre National de la Recherche Scientifique, Direttore dell’Edgar Morin Centre di Pa-rigi e membro dell’Advisory Board BCFN - Lucio Caracciolo - Direttore di LIMES Rivista Italiana di Geopolitica - David Le-hman - Managing Director del Commodity Research and Product Development pres-so Chicago Mercantile Exchange Group - e Dominick Salvatore - Distinguished Pro-fessor of Economics presso la Fordham University di New York.Nella seconda tavola rotonda sulla soste-nibilità della filiera agroalimentare, Carlo Petrini - Presidente e Fondatore di Slow Food - ha introdotto la discussione stig-matizzando la necessità di ripensare la logica di sviluppo, sociale, economico, culturale, distinguendolo dal concetto di crescita “quantitativa”, evidenziando come la sostenibilità è tale se realizzabi-le per un lungo periodo, e che il valore

del cibo, intimamente legato alla stessa esistenza umana, debba essere rivalutato sotto molteplici aspetti, a beneficio di chi lo produce e di chi se ne nutre. Al dibatti-to hanno partecipato Guido Barilla - Pre-sidente dell’Advisory Board del Barilla Center for Food and Nutrition- Hans Her-ren - Presidente del Millennium Institute ed advisor del Barilla Centre for Food and Nutrition, USA - Sergio Marini - Pre-sidente di Coldiretti e Ralph Z. Sorenson - Consigliere di Amministrazione di Whole Foods Market, USA - che insieme a Pe-trini hanno discusso su quali prospettive di sviluppo sostenibile possono essere intraprese dalla filiera agroalimentare nei Paesi Sviluppati, contribuendo al benes-sere delle persone e del pianeta.

Nella seconda giornata dell’evento si sono alternate una sessione plenaria e quattro workshop tematici di appro-fondimento: il primo confronto è stato sui paradossi della globalizzazione tra malnutrizione e obesità, e sulla sosteni-bilità del benessere misurato attraverso un nuovo indice (il BCFN Index 2011) per un superamento del concetto del PIL quale misuratore della ricchezza di un’economia e del benessere delle per-sone. Nei workshop del pomeriggio si è parlato del modello della Doppia Pira-mide alimentare e ambientale, dell’im-portanza di una corretta alimentazione nell’infanzia, al ruolo dell’alimentazione per la longevità e il benessere, di cultura mediterranea come stile di vita e tradi-zione alimentare.

Doppia Piramide: nuova edizione del 2011La pubblicazione del paper Doppia Piramide nel giugno 2010 ha dato un primo forte segnale di quanto fosse importante porre attenzione alle scelte alimentari, non solo per quanto riguarda la salute delle persone, ma anche per la tutela dell’ambiente. In questa nuova edizione del 2011 è triplicato il numero dei dati raccolti sia dalla letteratura scien-tifica sia dalle banche dati ambientali pubbliche. I nuovi dati confermano la bontà del lavoro svolto e rendono più robusto da un punto di vista scientifico il modello alla base della Doppia Piramide del Barilla Center for Food & Nutrition.

PIRAMIDE ALIMENTARE

Per maggiori dettagli sul Forum, è disponibile un’area dedicata all’interno del sito internet www.barillacfn.com, nel quale sono disponibili tutti i contenuti discussi, gli approfondimenti tematici e i video dell’evento, oltre a tutto il materiale realizzato dal BCFN in questi tre anni.

Carne rossa

ALTO

PIRAMIDE ALIMENTARE

BASSO

CONS

UMO

SUGG

ERIT

O

Dolci

Uova

Formaggi

PesceBiscotti

Carne bianca

LatteYogurt

Olio d’oliva

Pane, PastaRiso, Patate,

Legumi

FruttaOrtaggi

Carne bovina

Noci e nocciole

Olio di girasole

Formaggio

Olio d’oliva

Carne suina

Legumi

Carne avicola

Riso

Uova

Dolci

Biscotti

Pasta

Cereali

Zucchero

Pane

Latte

Yogurt

Frutta

Patate

Verdura

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 / 15.000

10.000

5000

4000

2000

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1000

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0

20.000

15.500

9065

6795

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4900

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1000

1000

1300

1500

1645

1800

3140

Impronta idrica degli alimenti Litri di acqua per kg o litro di alimento

Legenda: valore medio

1693

LA DOPPIA PIRAMIDE PER GLI ADULTI

IMPRONTA IDRICA DEGLI ALIMENTI

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N. 21 - Febbraio 2012Filiera Grano duro news

La sicurezza alimentare non è un valo-re intrinseco del cibo che mangiamo: no-nostante l’orientamento dei consumatori, le normative, i controlli, le buone prati-che agronomiche ed un uso più raziona-le dei fitofarmaci, l’obiettivo di ottenere un prodotto alimentare sano è una sfida sempre aperta a causa della comparsa di nuove problematiche agroambientali ed agroalimentari e della generale tendenza, in particolare nell’Unione Europea, a ri-chiedere un prodotto sempre più sicuro e certificato. Per raggiungere tale obiet-tivo, è necessario investire non tanto a valle quanto a monte del sistema agroa-limentare, cercando quindi di prevenire condizioni favorevoli all’instaurarsi di nuovi problemi in tema di sicurezza ali-mentare. Questo è un compito ancora più nobile in campo cerealicolo, dove il pro-dotto finale da salvaguardare costituisce un alimento di prima necessità a livello mondiale (staple food).In questo contesto, i breeder del settore cerealicolo svolgono un ruolo fondamen-tale nella selezione di varietà di frumen-to, mais e riso idonee a specifici areali di coltivazione non solo per le capacità di adattamento e tolleranza agli stress climatici o per la resistenza a particolari malattie, ma anche perché garantite da un punto di vista “sanitario”, ovvero se-lezionate per la loro scarsa attitudine ad accumulare molecole tossiche o nocive per la salute umana ed animale; rimane ovviamente imprescindibile la preventiva individuazione e limitazione di quell’in-sieme di fattori esterni, ambientali ed an-tropici, che possano contribuire a creare

Frumento duro e sicurezza alimentare: la contaminazione da metalli pesantiPietro Lancioni – Divisione Ricerca - Società Produttori Sementi S.p.A.

ATTIVITÀ DI RICERCA

lungo la filiera un rischio di contamina-zione da tali molecole. Come in molti altri settori, anche in campo agroalimentare una strategia integrata è l’unica soluzione possibile per far fronte alla gestione delle emergenze sanitarie.

In tema di sicurezza alimentare, le mico-tossine costituiscono una problematica esemplare. Prodotte da diversi ceppi fun-gini appartenenti prevalentemente ai ge-neri Fusarium e Aspergillus, le micotos-sine (aflatossine, tricoteceni, fumonisi-ne) possono accumularsi nella granella e contaminare l’alimento in una qualunque delle sue fasi di produzione e trasforma-zione: nelle piante infette in pieno campo, durante le operazioni di raccolta, nelle fasi di stoccaggio e trasporto e nel corso dei processi di trasformazione e prepara-zione dell’alimento. La formazione delle micotossine è strettamente connessa alla crescita fungina; senza di essa, la produ-zione di tossine non avviene. D’altra par-te, l’assenza di ceppi fungini negli alimen-ti non indica necessariamente l’assenza di micotossine poiché quest’ultime possono persistere per lungo tempo dopo la morte del fungo. Una strategia di lotta efficace non può quindi basarsi solo sul monito-raggio del patogeno in campo per limi-tarne il quantitativo di inoculo, ma deve integrare alle tecniche di miglioramento genetico, alle pratiche agronomiche ed ai trattamenti di abbattimento post-raccolta un sistema di controllo rigoroso in grado di monitorare lungo tutta la filiera even-tuali fonti di contaminazione per poter garantire il rispetto dei limiti normativi e, conseguentemente, un prodotto sano.

E’ importante che l’Unione Europea ed i paesi più sviluppati, nei quali è radicata la consapevolezza che l’alimentazione svolge un ruolo di fondamentale impor-tanza per la qualità della vita, diano un forte contributo sul tema della sicurezza alimentare, in termini di informazione, istruzione e trasferimento tecnologico, ai paesi in via di sviluppo, i quali non solo dipendono maggiormente dalle coltiva-zioni cerealicole ma riscontrano inoltre molto più frequentemente la presenza di micotossine negli alimenti, sia perché la loro produzione viene facilitata da condi-zioni ambientali favorevoli (alte tempe-rature, umidità elevata, piogge stagionali e inondazioni), sia per le scadenti ed im-proprie tecniche usate per il raccolto, il trasporto e la lavorazione del prodotto. Solo fornendo i mezzi e le conoscenze per attuare una vera e propria healthy revolution, si potrà garantire uno stretto controllo sulla qualità e sulla sicurezza degli alimenti; sono questi i requisiti che, oggi come ieri, svolgono un ruolo di pri-maria importanza nel prevenire e curare le malattie più gravi della salute umana.Da tempo la Società Produttori Semen-ti si contraddistingue per la selezione di nuove varietà di grano tenero e duro caratterizzate da parametri qualitativi eccellenti (alto valore proteico, qualità dell’amido, alto contenuto di fibre solu-bili e microelementi) ed in grado di for-nire nel contempo un buon livello di tol-leranza nei confronti di diverse malattie fungine, contenendo quindi l’accumulo di micotossine nella cariosside. Partico-lare attenzione viene rivolta alla fusariosi

Attività di fenotipizzazione nei campi di selezione della Divisione Ricerca PSB.

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Filiera Grano duro news

della spiga (FHB) causata da Fusarium graminearum e F. culmorum, poiché una delle tossine da essi prodotta (deos-sinivalenolo, DON) è quella che riveste maggiore importanza per diffusione e concentrazione nella granella (Goswami e Kistler 2004). All’interno del progetto “From Seed to Pasta”, finanziato da AGER - Agroalimentare e Ricerca, è attualmente in corso di studio la risposta alla fusariosi di diverse popolazioni ottenute da incroci tra cultivars portatrici di geni di resisten-za e varietà di frumento duro.

Un’altra problematica di interesse glo-bale legata alla sicurezza alimentare è la contaminazione dell’ambiente da metalli pesanti, ed in particolare il loro accumu-lo in piante destinate all’alimentazione. La maggior fonte di metalli pesanti sul pianeta deriva da processi di estrazio-ne dei minerali, dagli scarti dei processi industriali e dall’utilizzo di fertilizzanti, liquami e acque di scarto in agricoltura. I metalli pesanti maggiormente presen-ti sulla terra e con un impatto rilevante sulla salute umana sono Piombo (Pb), Cadmio (Cd), Cromo (Cr), Nichel (Ni) e Mercurio (Hg). La contaminazione da metalli pesanti è un problema che inte-ressa tutti i paesi industrializzati, come conseguenza della scarsa tutela dell’am-biente e della mancanza di regolamen-tazioni a favore di una rapida crescita. Il cadmio riveste grande importanza poiché è un metallo altamente solubile in grado di essere assorbito e traslocato con mag-gior facilità dalle piante: è stato stimato che l’80% dell’apporto dietetico di cadmio derivi dal consumo di cereali (in partico-lare riso, sorgo e frumento), verdure a foglia (lattuga) e ortaggi a radice (patate e carote).Anche in questo campo il breeder può fornire importanti strumenti e conoscen-ze per l’ottenimento di varietà contrad-distinte da un ridotto assorbimento di elementi nocivi, quali i metalli pesanti sopracitati, e da un aumento della con-centrazione di microelementi nutritivi essenziali quali Ferro (Fe) e Zinco (Zn). Questi ultimi elementi, oltre a migliorare il valore nutrizionale della coltura, sem-brerebbero inoltre ridurre la biodisponi-bilità nel suolo di alcuni metalli nocivi, tra cui il cadmio (Grant et al. 2008). Ri-spetto al frumento tenero, il grano duro trasloca più facilmente il cadmio dalle

radici alla granella, ma poiché l’assor-bimento e la concentrazione di tale ele-mento nella pianta sono controllati da un singolo locus (Cdu1, Clarke et al. 1997), diversi centri internazionali di migliora-mento dei cereali hanno cominciato da diverso tempo ad esplorare l’ampia va-riabilità genetica presente in frumento duro per questo carattere, individuando diverse linee a basso cadmio (low-Cd). Negli areali di coltivazione americani e canadesi (Arizona, California, Northern Plains), i suoli sono fortemente contami-nati da questo metallo pesante, in con-centrazioni tali da provocare talvolta il superamento dei limiti imposti dalla leg-ge per il consumo (0,2 mg/Kg nella UE, ma è in corso di approvazione l’abbassa-mento a 0,15 mg/Kg). Per far fronte a tale problema, diversi istituti di ricerca hanno avviato programmi di breeding volti a re-gistrare nuove varietà a basso cadmio da introdurre sul mercato. Un esempio è la varietà di frumento duro Normanno, svi-luppata in esclusiva per Barilla nel 2002 dalla Società Produttori Sementi e carat-terizzata da un’ottima qualità del glutine ed un elevato contenuto proteico, che viene oggi utilizzata per trasferire il carat-tere low-Cd su altri genotipi apprezzabili sotto l’aspetto qualitativo (Maistri et al. 2008). Oggi è diventata pratica comune nelle attività di breeding la caratterizza-zione molecolare di linee di frumento te-nero e duro mediante marcatori associati al gene Cdu1 disponibili in letteratura, al fine di valutarne l’assorbimento di cad-mio ed individuare linee low-Cd per la commercializzazione in ambienti critici.La sicurezza alimentare non può più es-sere intesa come un privilegio per pochi. La ricerca in campo sementiero deve as-sumersi l’oneroso compito di selezionare

e promuovere nuove varietà non solo in base agli aspetti merceologici e produt-tivi, ma anche sanitari: finalità già da diverso tempo perseguita dalla Società Produttori Sementi.

Bibliografia:Clarke, J.M., Leslie, D., Kopytko, G.L. (1997): In-heritance of cadmium concentration in five du-rum wheat crosses. Crop Science 37: 1722-1726.

Goswami, R.S., Kistler, H.C. (2004): Heading for disaster: Fusarium graminearum on cereal crops. Molecular Plant Pathology 5: 515-525.

Grant, C.A., Clarke, J.M., Duguid, S., Chaney, R.L. (2008): Selection and breeding of plant cultivars to minimize cadmium accumulation. Science of the Total Environment 390: 301-310.

Maistri, S., Vicentini, V., Silvestri, M., Atallah, M., Ranieri, R., Demontis, A., Bellotti, M., Furini A. (2008): Analysis of cadmium concentration in different durum wheat lines and cultivars and efficient utilization of OPC-20 marker for selec-ting low cadmium uptake lines. International Durum Wheat Symposium “From Seed to Pasta: the Durum Wheat Chain”, Bologna, June 30 - July 3 (Poster).

Avanzamento di linee a basso cadmio nei fi-totroni della Divisione Ricerca PSB.

Concentrazione stimatadi Cadmionei suoli agricoli

Fonte: Join Research Center - Commissione Europea.

ppmAlta: 0,592805

Bassa: 0,0630776

Si ringrazia AGER-Agroalimentare e Ricerca, per il supporto al Progetto “From Seed to Pasta”

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N. 21 - Febbraio 2012Filiera Grano duro news

Granoduro.netTM è un servizio web inte-rattivo che fornisce supporti decisionali dalla semina alla raccolta per la coltiva-zione delle varietà di frumento duro di alta qualità selezionate dalla Società Pro-duttori Sementi; i supporti sono riferiti alle condizioni agronomiche ed ambien-tali di ogni singolo appezzamento. Per le sue caratteristiche Granoduro.netTM si propone come un sistema di supporto alle decisioni (DSS, Deci-sion Support System). I DSS raccolgono, organizzano, interpretano ed integrano in modo automatico le informazioni ne-cessarie per consigliare le azioni più ap-propriate per rispondere alle più diverse esigenze colturali, siano esse strategiche a lungo termine oppure decisioni tattiche da prendere in tempi molto brevi. Creati a partire dagli anni ’80 come uno strumento necessario a dare risposta alla crescente complessità richiesta dalla ge-stione di sistemi colturali più rispettosi dell’ambiente, nonostante la loro poten-ziale utilità, i DSS hanno finora fornito un contribuito pratico inferiore alle attese; ciò a causa di una serie di evidenti limi-ti nella loro costruzione ed implementa-zione, nonché di una certa complessità d’uso per utenti non esperti. Granoduro.netTM è stato progettato, sviluppato e reso operativo in modo tale da superare i problemi della precedente generazione di DSS. Attualmente l’atten-zione verso questo tipo di strumenti per la gestione integrata della coltura sta au-mentando. Già da diversi anni, Horta Srl, azienda leader nella creazione di sistemi di supporto alle decisioni, CGS Sementi e Società Produttori Sementi hanno colto le potenzialità di sistemi di questo tipo, e questa attività di sviluppo condivisa ha portato alla creazione di Granoduro.netTM. Granoduro.netTM è un servizio innovati-vo a supporto della produzione di gra-no duro di qualità secondo i principi dell’agricoltura sostenibile sia per quanto riguarda l’uso dell’azoto che dei prodotti fitosanitari. In prospettiva, Granoduro.netTM può diventare uno strumento ap-plicativo per l’attuazione della Direttiva della Comunità Europea sull’Uso Soste-nibile dei Pesticidi, che prevede l’imple-mentazione su tutto il territorio nazionale di principi di IPM (Integrated Pest Mana-gement) a partire dal 2014.

Sistema di supporto alle decisioni Granoduro.net :le novità per la campagna 2011-2012A cura di Horta Srl

ASSISTENZA TECNICA

Granoduro.netTM prende in considera-zione tutti gli aspetti chiave della produ-zione di grano duro di qualità e permette di tradurre sofisticati e complessi processi decisionali in semplici supporti di facile ed immediata interpretazione. Per ogni Unità Produttiva (ossia una unità costituita da terreno sufficientemente uniforme, semi-nata con un’unica varietà e soggetta alle stesse operazioni colturali) sono disponi-bili sia informazioni di sintesi che di det-taglio. Le informazioni sintetiche sono rag-gruppate in una serie di finestre ed icone che mostrano, in modo semplice ed intui-tivo, lo stato attuale della coltura; da ogni finestra o icona è poi possibile accedere ad informazioni più dettagliate (Figura 1). Granoduro.netTM è attivo al Nord dal-la campagna 2010-2011 ed utilizza una rete di stazioni agrometeorologiche che copre le principali zone di coltivazione della Valle Padana. Le stazioni rilevano in continuo dati di temperatura ed umi-dità dell’aria, precipitazioni e bagnatura fogliare per trasferirli in tempo reale al centro di elaborazione di Horta tramite sistema GPRS. Dall’elaborazione di tali dati si ottengono i supporti decisionali specifici per ciascuna unità produttiva e disponibili 24 ore su 24. Per la campagna 2011-12, il sistema è stato aggiornato. In particolare:- sono state inserite procedure di control-lo della qualità dei dati meteorologici; il team di esperti agrometeorologi di Horta ha implementato un sistema automatico per il controllo dei dati anomali o man-canti e la loro ricostruzione sull’intera rete di stazioni Horta. Il sistema elabo-rato si chiama QC_Horta (Quality Con-trol). Il controllo viene applicato a tutti i dati meteorologici (Figura 2) che entrano nel database meteo e garantisce il flusso continuo di dati meteorologici attendibi-li. Ciò è fondamentale per il corretto fun-zionamento dell’intero sistema;

- è in fase di completamento un “database fitofarmaci” in cui sarà possibile reperire le caratteristiche principali dei prodotti registrati su grano duro; - dal gennaio di quest’anno Granoduro.netTM è accompagnato da una newsletter che gui-da l’utente all’uso del sistema nei periodi chiave per la gestione della coltura. Il primo numero della newsletter, uscito all’inizio di gennaio 2012 e distribuito a tutti gli utenti registrati, aveva come argomento principa-le la prima concimazione azotata in coper-tura nella fase di accestimento. Le newslet-ter verranno pubblicate in corrispondenza dei momenti chiave della stagione di col-tivazione del grano duro. Il primo numero è scaricabile dal sito di Horta Srl (www.horta-srl.com), Società Produttori Sementi(www.prosementi.com) e CGS Sementi (www.cgssementi.it).

Fig. 2 - Dettaglio della rilevazione meteo.

Fig. 1 - Parte della schermata iniziale di Granoduro.net, con le finestre dedicate al rischio di svi-luppo di ciascuna malattia e allo stadio fenologico della coltura dell’unità produttiva analizzata.

Dalle semine 2011-12 il sistema è anche in estensione al Centro-Sud. Allo scopo sono state installate altre stazioni in pun-ti rappresentativi degli areali di coltiva-zione del grano duro in Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilica-ta, Campania e Sicilia. L’estensione del sistema comporta un processo di calibra-zione dei supporti decisionali alle speci-fiche caratteristiche ambientali, processo che sarà ultimato nella stagione in corso. Dalla campagna 2012-2013 il sistema sarà completato e disponibile per gli utenti.

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