Filastrocca Vi racconto rione tante...Alla sua vista appariva un grande agglomerato di case che...

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Filastrocca Siamo partite da un bosco incantato Dalle radici di un albero nato In un rione che il tempo ha cambiato ma che non scorda mai il suo passato Tante storielle abbiamo inventato Per divertirvi in questo teatro La filastrocca avrei terminato E un emozione mi trattiene il fiato Vi racconto C’era una volta un vecchio albero grande e grosso, ricurvo sotto il peso dei numerosi rami che da anni gli arricchivano la chioma. Un giorno una civetta si posò fra i suoi rami e cominciò a chiacchierare con lui osservando attentamente il paesaggio. Alla sua vista appariva un grande agglomerato di case che formavano un rione dalla storia molto antica. Era rione Luzzati, così chiamato, spiegò l’albero, dal ministro dell’agricoltura Luigi Luzzati che lo fece realizzare dopo aver avviato la bonifica del terreno paludoso sul quale giace . Quel posto era molto cambiato nel tempo, infatti una volta costruito era quasi un quartiere residenziale, con molti spazi verdi, negozi, doppia linea del tram, luoghi di svago come il cinema Rivoli, ma poi, come spesso succede, le cose belle si perdono, così la guerra lo distrusse e quando venne ricostruito furono sacrificati i giardini per aumentare l’agglomerato di case e ora l’unico spazio verde era quello dove si trovava l’albero cioè nella piazzetta principale del quartiere. Nonostante tutto alla civetta quel posto piaceva perché era pieno di bambini che frequentavano le numerose scuole del rione, l’oratorio della chiesa, il parco giochi e la biblioteca comunale, aperta grazie alla forte collaborazione del maestro Collina, ex insegnate della scuola elementare “Quattro giornate”. La civetta aveva ancora una curiosità da soddisfare e cioè perché quel quartiere tanto unito fosse diviso in due rioni, così un vecchio cane che aveva ascoltato il racconto le rispose che il rione Ascarelli in passato era occupato dal primo stadio del Napoli, costruito da Ascarelli ma che prese il nome di stadio Partenopeo a causa dell’origine ebrea del costruttore. Distrutto anch’esso dalla guerra non fu più ricostruito ma al suo posto sorse l’attuale rione Ascarelli. Poggio Reale C’era una volta Poggio Reale, dove il sole ogni mattina brillava nel cielo facendo brillare i suoi raggi. Un fiume scorreva felice attraverso i campi. I contadini ogni mattina si alzavano all’alba, al cantar del gallo, felici di trascorrere un altro giorno a coltivare quei campi ricchi di verdure e frutti , fino al calar del sole. Un mattino i contadini non udirono il gallo cantare, ma udirono dei rumori spaventosi, così corsero fuori e videro degli orchi cattivi, gli uomini con dei mostri giganti, le gru distrussero tutti i campi ed il fiume ricoprendoli d’asfalto e costruendoci sopra palazzi , scuole e chiese coprendo così anche il sole che non poté più far brillare i suoi raggi in quel bellissimo fiume. Tutti sapevano che quel quartiere aveva tanto da offrire ai ragazzi, solo che spesso ciò che si ha sotto il naso non lo si vede e a volte conoscere le origini del luogo in cui si vive può servire per apprezzarlo di più.

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Filastrocca Siamo partite da un bosco incantato Dalle radici di un albero nato In un rione che il tempo ha cambiato ma che non scorda mai il suo passato Tante storielle abbiamo inventato Per divertirvi in questo teatro La filastrocca avrei terminato E un emozione mi trattiene il fiato Vi racconto C’era una volta un vecchio albero grande e grosso, ricurvo sotto il peso dei numerosi rami che da anni gli arricchivano la chioma. Un giorno una civetta si posò fra i suoi rami e cominciò a chiacchierare con lui osservando attentamente il paesaggio. Alla sua vista appariva un grande agglomerato di case che formavano un rione dalla storia molto antica. Era rione Luzzati, così chiamato, spiegò l’albero, dal ministro dell’agricoltura Luigi Luzzati che lo fece realizzare dopo aver avviato la bonifica del terreno paludoso sul quale giace . Quel posto era molto cambiato nel tempo, infatti una volta costruito era quasi un quartiere residenziale, con molti spazi verdi, negozi, doppia linea del tram, luoghi di svago come il cinema Rivoli, ma poi, come spesso succede, le cose belle si perdono, così la guerra lo distrusse e quando venne ricostruito furono sacrificati i giardini per aumentare l’agglomerato di case e ora l’unico spazio verde era quello dove si trovava l’albero cioè nella piazzetta principale del quartiere. Nonostante tutto alla civetta quel posto piaceva perché era pieno di bambini che frequentavano le numerose scuole del rione, l’oratorio della chiesa, il parco giochi e la biblioteca comunale, aperta grazie alla forte collaborazione del maestro Collina, ex insegnate della scuola elementare “Quattro giornate”. La civetta aveva ancora una curiosità da soddisfare e cioè perché quel quartiere tanto unito fosse diviso in due rioni, così un vecchio cane che aveva ascoltato il racconto le rispose che il rione Ascarelli in passato era occupato dal primo stadio del Napoli, costruito da Ascarelli ma che prese il nome di stadio Partenopeo a causa dell’origine ebrea del costruttore. Distrutto anch’esso dalla guerra non fu più ricostruito ma al suo posto sorse l’attuale rione Ascarelli. Poggio Reale C’era una volta Poggio Reale, dove il sole ogni mattina brillava nel cielo facendo brillare i suoi raggi. Un fiume scorreva felice attraverso i campi. I contadini ogni mattina si alzavano all’alba, al cantar del gallo, felici di trascorrere un altro giorno a coltivare quei campi ricchi di verdure e frutti , fino al calar del sole. Un mattino i contadini non udirono il gallo cantare, ma udirono dei rumori spaventosi, così corsero fuori e videro degli orchi cattivi, gli uomini con dei mostri giganti, le gru distrussero tutti i campi ed il fiume ricoprendoli d’asfalto e costruendoci sopra palazzi , scuole e chiese coprendo così anche il sole che non poté più far brillare i suoi raggi in quel bellissimo fiume. Tutti sapevano che quel quartiere aveva tanto da offrire ai ragazzi, solo che spesso ciò che si ha sotto il naso non lo si vede e a volte conoscere le origini del luogo in cui si vive può servire per apprezzarlo di più.

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Capi griffati Nel mercatino del quartiere si sente la voce di chi urla per attirare le persone: avvicinatevi, affrettatevi, capi griffati a prezzi scontati. Una signora molto ficcanaso si avvicina al posto e incomincia a chiedere : - Ma sicuro che sono italiani? Io vedo le etichette “made in Cina” - L’altra signora, che ha molta fretta ed è interessata ai capi chiede: Per favore mi fa pagare questi capi? Che fretta!!! A differenza della signora che vuole perdere tempo! In napoletano, la signora ficcanaso dice: Va di fretta la signora. Centro estetico A chi non piacerebbe passare qualche giornata in totale relax? Le due Anne e le due Marie scocciate della solita routine, e stanche di fare le faccende domestiche decidono di andare ad un centro estetico per rilassarsi. Arrivate sul posto ci sono meravigliate del clima caloroso e del personale messo a loro disposizione. Anna lamenta una forte cervicale e decide di farsi dei massaggi per calmare il suo dolore. L’altra Anna ha preferito andare a farsi un idromassaggio per rassodare i muscoli delle gambe. Maria vuole farsi dei fanghi ed è molto contenta perché così facendo spera di dimagrire un po’. L’altra Maria vorrebbe farsi un po’ di tutto , perché l’ha sempre desiderato e spera anche di migliorare il suo aspetto. Alla fine rimane forse un sogno, perché come sappiamo questi servizi costano e con i tempi che corrono non è una priorità rispetto alle cose quotidiane, ma si sa uno lo spera. In palestra Un gruppo di amiche come al solito s’incontrano alle ore 16 in palestra per la solita lezione. Anna gioca a palla, e Maria è molto contenta di vedere Anna che gioca, a tal punto che si mette a ridere. Nel frattempo Anna sta facendo ginnastica, cade e si fa male ad un ginocchio ed io vedendola ho avuto paura e l’ho portata in medicheria. La prima comunione Dopo la funzione svolta in chiesa per la prima comunione, Pina la bambina si emoziona e piange. Pina saluta gli amichetti del gruppo e con i genitori si reca al parco per fare le foto. Dopo le foto tutta la famiglia si mette in macchina, si fa tardi per andare al ristorante, perché il padre come al solito è molto pigro. La mamma si innervosisce, perché pensa che ormai saranno arrivati tutti gli invitati. La bambina inizia a piangere, ma tutto si risolve, perché al loro arrivo vengono accolti con un grande applauso

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Il rione: estate ragazzi Nel nostro rione, quando eravamo piccole, purtroppo si giocava per strada. Oggi invece grazie ai Giuseppini della sacra famiglia, i nostri figli hanno un luogo dove poter giocare e confrontarsi. Con l’aiuto dei volontari da diversi anni si organizza “l’estate ragazzi”, dove tutti i bambini vengono divisi in quattro squadre: blu, rosso, giallo e verde. Ad essi vengono consegnati berretti e magliette del colore della propria squadra. Per loro sono tre settimane di Luglio , di puro divertimento. Per stimolare i ragazzi ad ogni squadra vengono assegnati dei punti che a fine percorso vengono totalizzati per la squadra vincitrice che verrà premiata con una medaglia. . Il cucciolo La storia che voglio raccontarvi è la storia di un cucciolo. Nell’estate 2009 io e la mia famiglia eravamo a Mondragone , ospiti dei miei genitori per le vacanze. Un giorno i miei figli, insieme a delle amichette erano andati a buttare i rifiuti, quando, all’improvviso sentirono un miagolio. Alfredo , il mio primogenito, cercando tra i rifiuti con gran stupore invece di un gattino trovò un cagnolino, anzi una cagnolina. Tutti insieme la portarono a casa da me che, che vedendo le sue condizioni prima le feci un bagno e poi avvolgendola in un asciugamano la portai dal veterinario, che le riscontrò una frattura e un infezione. La curammo con tanto amore e pazienza. I bambini erano entusiasti, finalmente avevano un cucciolo tutto loro. Ognuno di loro aveva una responsabilità e, da soli senza nessun suggerimento da parte mia, facevano i turni accanto a “luna”, così tutti decisero di chiamarla, per non lasciarla sola ed assicurarsi che mangiasse e prendesse le medicine. Passata l’estate , la portammo a casa, e qui ci accorgemmo che Luna era troppo educata per essere stata un cane di strada; vi spiego: quando aveva la necessità di fare i suoi bisogni, mi veniva vicino, di notte o di giorno, e con un solo lamento mi chiamava e mi aspettava davanti la porta anche mezz’ora; solo una volta scesa si liberava e non davanti al portone ma sull’erba (forse com’era stata abituata). E’ stata un collante nella mia famiglia, ha unito i genitori con i bambini, ma anche i bambini tra di loro. Era una gioia vedere finalmente i miei figli sereni. Luna era riuscita a metterli in riga, con le regole che io non sono riuscita a dare ; orari e serenità non mancavano. Purtroppo il 12 ottobre ci ha lasciati: mi ha chiamata in un orario un po’ insolito, il tempo di capire che c’era qualcosa che non andava, io e mio marito l’abbiamo presa, ma la corsa in clinica fu vana. Era morta in braccio a mio marito che, non avendo il coraggio di dirmelo, me lo fece comunicare dal veterinario di turno. Ho provato un dolore profondo e ho pianto per giorni, con lei se n’è andata la serenità dei miei figli che hanno sofferto molto e tutt’ora parlano di lei facendomi capire il rammarico di non essere riusciti a salvarla e la solitudine che ha lasciato in loro, ma anche in me. Credevamo tutti di essere riusciti a salvare un cucciolo da una morte sicura, ma purtroppo non è stato così. Ancora oggi, non riesco a capire la crudeltà di certi uomini che abbandonano gli animali, in quanto a noi , in così poco tempo, è riuscita a riempire i nostri cuori tanto che sembra se ne sia andato un membro della famiglia.

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Una giornata spensierata Una domenica la famiglia Rossi insieme ad altri decidono di trascorrere una giornata in montagna. Il capo famiglia inizia ad accendere il fuoco per fare una “braciata” arrostendo salsicce e carne. Questo viene interrotto dall’urlo del figlio che inciampando su un sasso si accorge della presenza di un serpente. Il figlio strilla e dice: - papà corri c’è un serpente- Il padre fu molto lesto dice:- Sandro, Sandro sto arrivando- e correndo trovò il serpente e con un ramo allontanò il serpente. Il figlio impaurito incominciò a piangere finché non incontra delle bambine e fu incuriosito da quello che stavano facendo. Le bambine stavano preparando delle collane di fiori e rivolgendosi a Sandro gli dissero :- non piangere, fai una collana anche tu e la porti alla tua mamma.- Le paure di Michael C’era una volta un bambino di nome Michael che viveva in una famiglia di modesta istruzione e posizione economica. Questo bimbo era abbastanza obbediente ed educato , aveva buoni voti a scuola, ma la sua pecca era quella di essere geloso dei suoi fratellini e quindi pretendeva tutte le attenzioni per sé e la sua più grande preoccupazione era che i suoi genitori non gli volessero bene. Un giorno, i genitori, per punirlo gli vietarono di giocare al videogioco “ suo passatempo preferito” fin quando non avesse capito che i suoi genitori avevano tre figli a cui volevano bene in egual modo. Michael, disperato per la punizione, decise di scappare di casa, di sera quando tutti erano andati a dormire: vicino casa sua c’era un bosco e senza volerlo vi si trovò a vagare lì da solo al buio. Incominciò a piangere ma nessuno sentiva la sua dolce voce. Durante la notte il papà si alzò per andare in bagno e vide che il letto di Michael era vuoto. Un enorme grido svegliò la casa e immediatamente con l’aiuto della polizia uscirono alla ricerca del bambino. Due poliziotti entrarono nel bosco con due cani che con il loro fiuto riuscirono ad arrivare al bambino, stremato dal pianto e addormentato accanto ad un albero, tutto infreddolito. I genitori lo abbracciarono e il bambino promise loro di non ripetere più quel gesto incosciente e ammise di aver sbagliato nei confronti dei due fratellini e di non dubitare più dell’amore dei suoi genitori Ragnetti In un prato viveva una famiglia di ragnetti: il papà, la mamma, 4 piccoli; uno però era muto. Il ragnetto muto (Tomas) non potendo parlare era molto attento rispetto agli altri fratelli, come si dice? Aveva orecchie e occhi aperti. Per questo riusciva a salvare i fratelli dalle loro disattenzioni. Jonatan, il più piccolo, aveva la passione del windsurf, con la sua ragnatela cavalcava le correnti d’aria senza però rendersi conto dei pericoli che aveva intorno. Un giorno Tomas si accorse che un uccello predatore aveva visto Jonatan, non potendo gridare, lo salvò spezzandogli il windsurf. Jonatan si innervosì molto e quasi voleva aggredire il fratello, ma proprio in quel momento l’uccello gli volò sul capo, così capì il pericolo scansato. Da quel giorno tutti i fratelli, capirono che Tomas, pur essendo muto , poteva giocare con loro

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L’avventura di Jerri e Michy C’era una volta un topolino di nome Jerri che vagava per le vie del bosco in cerca di cibo, all’improvviso incontrò il suo amico Michy e decisero di andarci insieme. Ad un tratto videro una casetta e sbirciando da un buco videro che sui mobili della cucina c’era di tutto , formaggio, pasta col sugo, frutta, dolce, ecc. Mentre stavano tentando di assaggiare qualcosa , la padrona entrò in cucina, vide i topi e urlò, accorse il suo gatto Tom, iniziò la grande corsa per la salvezza , ma i due topolini non volevano lasciare la casa senza aver preso nulla, così Jerri scappando in soggiorno cercò di distrarre Tom e la padrona, mentre Michiy pensò come scappare con il cibo. Jerri correndo trovò un elastico, lo prese, legò il piede del tavolo con un piede della sedia così la padrona e il suo gatto inciamparono e Jerriy scappò raggiungendo il suo amico Michy. Contenti di aver evitato il pericolo raggiunsero un posto più tranquillo per godersi tutto il cibo. I tre pesciolini Nella barriera corallina vi erano tre pesciolini che decisero di sfidare la paura, andando verso la tana di un grande polipo. Il polipo si accorse delle loro intenzioni e per fermarli decise di intrappolarli, lanciandoli una grande rete. I tre pesciolini vennero soccorsi da un loro amico, cioè un pesce spada che tagliando la rete li fece scappare. Infine si giurarono che per questa brutta esperienza, non si sarebbero mai più permessi di avvicinarsi a quella tana così pericolosa. Un topolino cercava casa. Un topolino vide in un campo una zucca così grossa da sembrare una casa. Fece un buco nella scorza, ci infilò la testa e gridò: “C’è nessuno?” Gli rispose un cupo rimbombo! Poche parole e nient’altro, infatti chi poteva mai esserci in una zucca rinsecchita , anche se grossa? Così il topolino si sistemò nella sua nuova abitazione. Ma la casetta era troppo grande per lui, che era davvero minuscolo. Per cui, quando dalla porta si affacciò la rana, anch’essa in cerca di casa, il topolino le disse: “avanti” e subito le propose di abitare con lui. Ma anche per due c’era molto spazio nella grande zucca, così fu accettata anche la compagnia della lepre, della volpe e del lupo, ma questa zucca era così grande che c’era ancora tanto spazio: stavano gironzolando, nei pressi della grande zucca, un gruppetto di tre amici, un serpente, una scimmia e uno scoiattolo, discutevano tra loro su come sarebbe stato bello abitare in quella zucca. Si avvicinarono e proposero agli abitanti se potevano aggiungersi alla comitiva. Questi subito accettarono e così la grande zucca era al completo. Vivevano tutti insieme in grande armonia. Ma un giorno, arrivò un grande orso e di certo non lo invitarono al entrare nella loro bellissima zucca. Allora l’orso, offeso ed escluso si sedette su di essa e PATATRAC distrusse la loro bellissima zucca. Tutti gli animali rimasti senza casa decisero di organizzare una grande festa nel campo e indovinate un po’ , invitarono anche l’orso nonostante gli avesse distrutto la bellissima zucca.

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Perina Un uomo di nome Don Errico , aveva quattro cespugli di pere e ogni anno li doveva consegnare al re, ma quell’anno invece di quattro ne coltivò solo tre , ma consegnò lo stesso quattro sacchi e in uno ci mise la figlioletta. Quando arrivarono al palazzo i servitori presero i sacchi e li misero in cantina, allora la bambina poiché aveva fame mangiava le pere. Ma un bel giorno poiché i servi andavano in cantina a fare provviste trovarono a terra delle pere mangiate e così scoprirono che in uno di quei sacchi c’era nascosta una bambina e la chiamarono Perina. Così la consegnarono al Re, che la fece crescere nel castello. Perina un giorno incontrò il figlio del re e se ne innamorò subito. Il figlio del re era promesso sposo di una principessa., ma anche lui si innamorò di Perina ed erano così innamorati che nessuno riusciva a dividerli. Il re fece una promessa a Perina che se lei non fosse rimasta al castello, lui le faceva un bel regalo. Il figlio del re disse: - accetta, ma gli devi dire che il regalo che tu vuoi è la cassa di carbone che c’è in cantina e il re disse – va bene te la regalo- e da quella cassa sbucò il figlio del re e così il re accettò che Perina sposasse il suo figliolo. La volpe e la maschera Una volpe un giorno trotterellava nel bosco in cerca di gustosi bocconcini. All’improvviso si ritrovò in una raduna piena di cartacce, lattine e sacchetti di plastica : “ I soliti turisti maleducati” pensò la volpe e aggiunse ad alta voce: “Oh guarda” “Uno che ha buttato via la propria testa” In effetti tra l’erbetta c’era una faccia umana con lo sguardo fisso e l’espressione solenne.” Buongiorno” disse educatamente la volpe. Nessuna risposta. “ Scusi…”soggiunse la volpe “Lei mi sembra un grande personaggio, come ha potuto perdere la testa?” Ancora nessuna risposta la volpe si avvicinò insospettita alla faccia per fiutarla. Si accorse allora che il grande personaggio non era altro che una maschera di carnevale. “Bella”, mormorò. Quindi, scorgendo il nulla che c’era dietro la faccia aggiunse:”Proprio come certe teste che si credono importanti” . Il giardino di nonno Peppe Nel giardino di nonno Peppe un giorno, un forte vento fece cadere dall’albero una piccola arancia, trascinandola molto lontano. L’arancia spaventata cominciò a piangere e si chiedeva : - Dove sono ? Come farò a ritrovare il mio albero? Un fiorellino vedendola piangere le disse- Non disperare inizia a cercare il tuo albero! E così l’arancia si fece coraggio . Incontrò il primo albero e gli chiese : - Sei tu il mio albero? E lui rispose: No ! io sono un pero. Incontrò il secondo e gli fece la stessa domanda ma anche questo gli rispose : - No ! Sono un melo . Stremata e avvilita senza rendersene conto si addormentò sotto un grosso albero. Al risveglio si ritrovò tra i rami e chiese: Dove sono? E l’albero le rispose: -Non avere paura! Sei sull’albero della macedonia dove tutti i frutti smarriti ritrovano la felicità.

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Gelsomina C’era una volta Gelsomina una bambina un po’ cicciottina, tutti la prendevano in giro e lei era sempre triste. Non aveva amiche , né amici , quando tornava a casa da scuola si chiudeva nella cameretta e così passava le giornate, la mamma vedendola triste e sempre sola le diceva: - Gelsomina perché non inviti qualche tua amica: ma lei non le rispondeva e non le raccontava nulla per non farla preoccupare. Una mattina Gelsomina mentre era nell’autobus con la mamma udì la melodia di un violino e piano piano seguendo la musica vide una bambina che suonava e chiedeva l’elemosina, era vestita di stracci con le scarpe rotte e senza un cappotto che la coprisse dal freddo . Gelsomina le chiese – come ti chiami?- e lei:- mi chiamo Matilde

- e dove abiti? - non ho una casa vivo da sola per strada perché i miei genitori sono morti- , - vuoi diventare mia amica ? - le chiese Gelsomina, - io? - rispose la bambina - sì proprio tu, perché dici così? - perché nessuno mai mi rivolge la parola vedendomi così povera- - non preoccuparti anch’io non ho amici perché sono grassa-

A quel punto Gelsomina si tolse lo scialle e disse a Matilde di coprirsi e che si sarebbero viste presto. La bambina raccontò tutto alla mamma ed insieme cercarono di aiutare Matilde e trovare una famiglia che le volesse bene e l’accogliesse in casa. Gelsomina e Matilde da quel giorno non si lasciarono più e dedicarono la loro vita nella battaglia contro le discriminazioni in tutti i campi. Lilli la lucciola Nel lontano bosco, borgo fiorito , vivevano tanti piccoli animali tra cui la farfalla Tea, la tartaruga Fuffi, il coniglio Bonny e un piccolo insetto nero di nome Lilli. Trascorrevano l’intera giornata a giocare e a divertirsi, ma al calar del sole – Vai via? Lilli rispose: - essendo così scura ho paura di essere calpestata! E scappò via piangendo nascondendosi in un fiore. Ma all’improvviso vide apparire una gran luce che la illuminò e da quel giorno il piccolo insetto nero diventò una bellissima lucciola.

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L’albero triste In un bellissimo giardino circondato da una ricca varietà di fiori, alberi, e colori ,vi erano degli alberi folti di foglie e ricchi di frutti. L’unico neo che saltava subito all’occhio, e che in un angolino del giardino, quasi cresciuto in disparte , vi era un albero spoglio senza foglie e frutti. Tutto era molto allegro, sembrava che gli alberi e i fiori facessero festa tra di loro, mentre l’albero spoglio dava l’impressione di una persona triste e con lo sguardo immerso nel vuoto. Passavano i giorni e tutto era uguale, tutti gli alberi in festa, e l’albero spoglio se ne stava solo, soletto nel suo angolino. Ma un giorno passò di lì una fata, e si appoggiò all’albero triste per riposare un po’, perché aveva camminato molto. Dalla sua borsetta prese un libro e incominciò a leggere per passare un po’ di tempo. Ma questo fu la salvezza dell’albero, perché come d’incanto da quel libro cadde una polverina magica che salì dall’alto e penetrò sotto le radici dell’albero. L’albero immediatamente si decorò di foglie e di frutti. I giorni che passarono furono meravigliosi, adesso tutto il giardino era in festa, e l’albero non poté che essere felice e iniziare finalmente a vivere e tutto questo lo doveva solo alla fatina e alla polvere magica. Bosco stellato Storia inventata di animali In un bosco di notte con un cielo stellato ed una grossa luna che dava un po’ di luce passeggiava un leone quando all’improvviso sentì dei versi e seguendo quei versi vide una zebra in difficoltà, aveva una zampa impigliata in un ramo. La zebra gli chiese se invece di mangiarla l’avrebbe aiutata a liberare la zampa, il leone le rispose - Ci devo pensare perché ho tanta fame- Dopo poco il leone disse: - Va bene ti libero e dopo ti mangio- - Va bene - rispose la zebra. Il leone liberò la zampa della zebra e poi disse: - Vai via che adesso non ho più fame e la zebra scappò via ringraziandolo. Il vecchio saggio Un giorno un vecchio saggio seduto sotto un poggio guardava li passare tanta gente a lungo andare – Poveretto, poveraccio ormai è vecchio ed è uno straccione – “ Bada bene” disse il vecchio che aveva buon orecchio “non mi devi biasimare perché tanto ancora posso dare , di consigli, d’esperienza ne ho piena la dispensa,tu…invece di parlare, pensa a quanta strda fare per giungere al momento in cui poi si ferma il tempo e ti metti a riposare sotto un poggio ad aspettare. Il treno del Trentino Un treno del trentino raggiunse l’Appennino e durante il lungo viaggio cambiava il paesaggio. Dalle cime alte e irte delle Alpi Atesine raggiunse quelle un po’ più miti delle Dolomiti. Proseguendo il suo percorso con tanta gente addosso attraversa valli e fiumi con gli amici più comuni. C’è chi sale c’è chi scende ma c’è sempre tanta gente. Quando giunge alla sua meta finalmente un po’ si acquieta. Ora è solo e senza gente ma si annoia a non far niente, così si affretta a ripartire perché il suo viaggio non deve finire.

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La fata luce Tanto tempo fa sulla terra splendeva sempre un bellissimo sole e tutte le persone erano felici: Su tutto governava con bontà una fatina di nome Luce, mentre in una caverna, al centro della terra, viveva il suo nemico Buio. Un giorno Buio fece uscire dalla caverna la notte, il sole s’impaurì e si nascose dietro le montagne. Tutti gli uomini infreddoliti e impauriti dal buio erano tristi , così un bel giorno andarono dalla fata Luce e le dissero “ Cara fata noi non vogliamo più vivere nel buio della notte ti preghiamo di aiutarci” La fata si recò dal Signore, il quale le disse che la notte per tanti anni era stata chiusa in quella caverna ed era giusto che anch’essa fosse libera come il sole: Il Signore si tirò i riccioli della barba bianca e inventò la grande Luna con la sua lampada bianca e le cugine stelline con le loro piccole lampadine così la notte avrebbe avuto il suo piccolo tocco di luce e tutti gli uomini poterono essere felici. La mucca orgogliosa una mucca era orgogliosa del suo latte, riusciva infatti a produrre più delle altre, per questo camminava a fatica e sceglieva sempre i luoghi più remoti per avere sempre un ‘erbetta fresca e appetitosa, snobbando le altre mucche. Intanto loro restavano unite e pascolavano serenamente scambiandosi chiacchiere e favori. Un giorno la mucca orgogliosa sentendosi sola, si fermò a riflettere- 2 Ho fatto del mio dono un vanto e mi sono messa da parte e non ho amici, le altre mucche hanno ciò che io non ho mai avuto e cioè l’amicizia, il mio dono non è servito a niente. Voglia di cambiare Un giorno un piccolo coniglio selvatico, trovò una lanterna magica proprio in mezzo al bosco nel quale viveva. Appena l’ebbe sfiorata ecco apparirgli un gran genio pronto ad esaudire ogni suo desiderio. Per prima cosa il coniglio chiese di essere trasformato in un altro animale più grosso così da non doversi più nascondere per paura di essere divorato dai suoi predatori e, visto che c’era, avrebbe rinunciato alle sue orecchie troppo lunghe, appena ebbe espresso il desiderio fu subito trasformato in un grosso elefante. Il coniglio non credette ai suoi occhi appena vide la sua immagine riflessa in uno stagno, ma anche se al sicuro dai predatori restava la questione estetica infatti ora oltre alle orecchie grandi si ritrovò una lunga proboscide. L’animale chiese al genio di essere ancora trasformato e fu così tramutato in una giraffa, ma il suo collo era troppo vicino ai raggi del sole e il calore gli dava fastidio alla testa . Il genio allora lo trasformò in un animale più piccolo capace di volare e così si ritrovò ad essere un gufo dai grandi occhi. Il coniglio però era abituato a dormire la notte, mentre si sa che i gufi la notte cacciano, così chiese al paziente genio un altro cambiamento. Il genio lo tramutò,in leone, gatto, topo, volpe, pipistrello. Il povero animale era disperato perché non riusciva a trovare l’identità adatta a lui, così il genio lo fece ritornare ad essere un coniglio e lui invece di disperarsi lo abbracciò forte. Aveva capito che non desiderava nient’altro che essere se stesso con pregi e difetti e solo accettandosi si sarebbe sentito veramente felice.

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L’asinello e il riccio C’era una volta un asinello un po’ cocciuto, un giorno incominciò subito a litigare con un riccio per un piatto di ciambelle al cioccolato che lui aveva preparato. L’asinello disse al riccio: -non toccare le mie ciambelle perché le ho preparate solo per me.- Ma il riccio gli rispose: - perché non lo sai che le cose si dividono con gli altri ?- Così l’asinello gli diede un bel calcio e a quel punto il riccio sbalzò subito come una palla e lo punse. Dopo la lite tutti e due erano pentiti di quello che avevano fatto così terminarono dandosi un bacio e decisero di mangiare insieme le ciambelle. All’improvviso si udirono le urla di tutti e due: -le ciambelle dove sono?- Di lì era passato un cinghiale e se le era mangiate così nelle risate lui gli disse: tra i due litiganti il terzo gode. Mamma raccontami Storie di bimbi che girano in tondo Storie di bimbi intorno al mondo Salta la pecora sullo steccato Ancora lo sento il suo belato Conto le stelle che brillano in cielo Penso all’orsetto con il suo bel pelo Il bel lumetto sul comodino Riflette l’immagine di un topolino Gioca felice piccolo mio Metti i tuoi sogni nel cuore mio Quando domani ti sveglierai Il mondo più bello troverai

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INDICE Filastrocca Vittoria Capaldo Vi racconto Vittoria Capaldo Poggio Reale Capi griffati Stefania Brillante, Paola De Michele, Ermelinda Vaiola, Daniela Vaiola Centro estetico Anna Noto, Anna Sacco, Maria Avorio, Maria Cutolo, In palestra Anna Noto, Anna Sacco, Maria Avorio, Maria Cutolo, La prima comunione Giuseppina Filard, Anna Flora, Tonia Monopoli,Maria Pia Pastore I l rione : estate ragazzi Giuseppina Filard, Anna Flora, Tonia Monopoli,Maria Pia Pastore Il cucciolo Antonietta Monopoli Una giornata spensierata Anna Noto, Anna Sacco, Maria Avorio, Maria Cutolo, Le paure di Michael Maria Pia Pastore Ragnetti Antonietta Monopoli L’avventura di Jerri Michy Pina Filard I tre pesciolini Anna Flora Un topolino cerca casa Stefania Brillante, Paola De Michele, Ermelinda Vaiola, Daniela Vaiola Perina Stefania Brillante, Paola De Michele, Ermelinda Vaiola ,Daniela Vaiola La volpe e la maschera Stefania Brillante, Paola De Michele, Ermelinda Vaiola ,Daniela Vaiola

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Il giardino di nonno Peppe Pina Barone, Pina De Carlo, Annalisa Noto, Annamaria Sorrentino, Gelsomina Pina Barone, Pina De Carlo, Annalisa Noto, Annamaria Sorrentino, Lilli la lucciola Pina Barone, Pina De Carlo, Annalisa Noto, Annamaria Sorrentino, L’albero triste Maria Cutolo Bosco stellato Maria Avorio Il vecchio saggio Vittoria Capaldo Il treno del trentino Vittoria Capaldo La fata Luce Almeida Santos Irys Valeria, Vittoria capaldo, Fortuna Gualtieri, Maria Aversano La mucca orgogliosa Almeida Santos Irys Valeria, Vittoria capaldo, Fortuna Gualtieri, Maria Aversano Voglia di cambiare Almeida Santos Irys Valeria, Vittoria capaldo, Fortuna Gualtieri, Maria Aversano L’asinello e il riccio Stefania Brillante, Paola De Michele, Ermelinda Vaiola ,Daniela Vaiola Mamma raccontami Vittoria Capaldo Gruppi di lavoro

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Giuseppina Filard Anna Flora Tonia Monopoli Maria Pia Pastore Stefania Brillante Paola De Michele Ermelinda Vaiola Daniela Vaiola Pina Barone Pina De Carlo Annalisa Noto Annamaria Sorrentino Anna Noto Anna Sacco Maria Avorio Maria Tutolo Irys Valeria Almeida Santos Maria Aversano VittoriaCapaldo Fortuna Gualtieri