Federica Miriam Veronica Raffaele Domenico 5°G. Iniziamo con una domanda…

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Federica Miriam Veronica Raffaele Domenico 5°G Gruppo di lavoro: Flora e fauna

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Federica Miriam Veronica Raffaele Domenico

5°G

Gruppo di lavoro: Flora e fauna

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FLORA E FAUNAIniziamo con una domanda…

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Come mai non si trovano mammiferi terrestri in Antartide ?

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I mammiferi delle zone artiche si sono evoluti a partire da antenati che abitavano in zone più calde , e che nel corso dei millenni si sono spostati sempre più a nord , adattandosi all’ ambiente freddo. Per questa ragione , solo gli uccelli e i mammiferi marini hanno potuto colonizzare il Polo Sud .

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Le acque dell’Artide e dell’ Antartide brulicano di microrganismi compongono il plancton e poi ci sono pesci e molti mammiferi marini.

Anche gli uccelli si sono adattati alla vita dei Poli. Ma fuori dall’ acqua per i mammiferi ai due estremi del

pianeta le cose vanno in modo molto differente. Nei pressi del Polo Nord sene trovano diversi orsi

bianchi e foche artiche. Un po’ più a Sud, in corrispondenza delle terre emerse,

dove scavando nella neve e possibile trovare un po’ di muschi e licheni, ci sono persino grandi erbivori, come le renne e i buoi muschiati.

E poi piccoli roditori come i lemming e lepri artiche. In Antartide al contrario, i mammiferi non riescono a

sopravvivere e i pinguini sono gli unici animali che popolano per il suo immenso territorio.

LA VITA AI POLI.

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FOCA

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L’ organizzazione Wold Conservation Union (I U C N). Compila un elenco delle specie animali o vegetali a rischio di estinzione. Le specie minacciate vengono incluse in elenchi detti Liste Rosse, elaborati

da circa 10 mila ricercatori distribuiti in 181 paesi diversi vengono raggruppate in 9 categorie.

• Estinto,• Estinto in natura,• Gravemente minacciato,• minacciato• Vulnerabile,• Prossimo alla minaccia,• A rischio minimo,• Dati insufficienti,• Non valutato.

Specie a rischio

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Nell’ Antartide ci sono più di 70 milioni di pinguini; un esercito di pennuti perfettamente adatti al freddo.

Però i pinguini si trovano anche nelle zone più meridionali dell’ Africa, Nuova Zelandia e America.

I pinguini

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Pur essendo uccelli i pinguini non volano e le loro ali non assomigliano pinne, sono ottimi nuotatori.

Possono nuotare a 10 -15 km /h per distanze lunghissime e immergersi a decine di profondità.

In mare sono preda delle foche leopardo delle orche e dei leoni di mare.

In terra gli adulti non hanno veri nemici ma le uova e i pulcini sono spesso predati da gabbiani e altri uccelli.

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Assomiglia all’ albatro. Può pescare pesce, calamari o krill, ma si nutre anche di animali morti, altri uccelli e uova. Nel periodo riproduttivo forma piccole colonie. Le sue strane narici

Ossifraga del Sud

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Stato :a rischio minimo.

E l’unica specie di uccello volatore che vive stabilmente in Antartide .

CHIONE NIVEO

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PIGOSCELIDE ANTARTICO

Stato: a rischio minimo .Vive in zone rocciose e come molte altre specie di pinguini costruisce i

nidi utilizzando piccoli sassi.Si nutre di krill e negli ultimi anni

il suo numero sembra essere in aumento. La scomparsa di queste

formidabili mangiatrici di krill infatti fa si che il cibo a disposizione dei

pigoscelidi antartici sia più abbondante .

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PINGUINO IMPERATORE

Stato: a rischio minimo Sono i più grandi pinguini del mondo, e

quelli più abituati a vivere al limite. Sono famosi per la marcia che ogni

anno li porta ad allontanarsi dal mare percorrendo quasi cento chilometri per raggiungere un luogo dove deporre le

uova.Dopo la deposizione, la femmina fa

ritorno al mare per nutrirsi, lasciando l’ uovo alle cure del padre.

Tornerà dopo circa due mesi e a quel punto sarà il turno del maschio andarsi

a nutrire. I genitori si alternano in questa

massacrante staffetta fino a che il piccolo non è abbastanza grande da

affrontare a sua volta il viaggio verso il mare .

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EUDIPTE CIUFFO DORATO

Stato: vulnerabileSono forse i pinguini più

numerosi al mondo , tuttavia la loro

popolazione sta declinando in maniera

cosi rapida da far temere per la sopravivenza della

specie a lungo termine . Si nutrono di krill , calamari e

pesci .

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L’albatro urlatore è il più grande uccello marino esistente e la sua apertura alare raggiunge anche i 3,5 metri.

In ogni covata depone un unico uovo dalle dimensioni record: circa mezzo chilo. Il grande uovo viene accudito per 70-80 giorni, più di quello di ogni altro uccello, e l’impresa tiene occupati entrambi i genitori.

La riproduzione è l’ unica ragione per la quale gli albatri vengono a terra.

AL suolo infatti sono impacciati e inoltre le enormi ali e il peso complicano il “ decollo “ e l’ atterraggio.

Anche la sosta sull’ acqua rappresenta un pericolo, perché c’ è il rischio di attacchi di predatori.

ALBATRO URLATORE

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PESCI CON L’ ANTIGELO

All’ inizio degli anni sessanta i ricercatori rimasero allibiti scoprendo il trucco utilizzando da alcuni pesci dell’ Antartide per sopravvivere a temperature bassissime : i pesci usano un antigelo ! Nel loro sangue si trovano proteine che ne abbassano le temperature di congelamento. Il sale disciolto nel mare fa si che l’acqua resti allo stato liquido fino alle

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Temperatura di circa-1,9°c . In queste condizioni il sangue” normale “ congelerebbe , provocando la morte dell’ animale. Le proteine antigelo agiscono bloccando la crescita di cristalli di ghiaccio nei fluidi corporei,

Perché appena un cristallo si forma si legano ed esso impedendogli di aumentare di dimensioni . Ciò significa che nel sangue dei “ pesci con l’ antigelo “ si formano comunque piccolissimi cristalli di ghiaccio, ma questi restano minuscoli e del tutto innocui. L’ antigelo naturale dei pesci artici ha un’ efficacia che è 300 volte superiore a quella dell’antigelo artificiale che mettiamo nelle nostre automobili.

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Grasso come isolante

Foche, orsi polari, pinguini, gli animali che abitano ai Poli, hanno uno spesso strato di grasso è essenziale per la sopravvivenza. Le riserve di grasso servono anche come riserva energetica di emergenza, da bruciare nei periodi in cui il cibo scarseggia.

Il grasso come isolante funziona molto bene anche in acqua. I mammiferi che si sono adattati a vivere in acqua hanno infatti perso gradualmente la pelliccia, che una volta bagnata non ha nessun potere isolante.

Gli orsi polari, nuotatori ma terrestri, conservano ancora una pelliccia folta.

Le foche, che alternano periodi in acqua a periodi a terra, hanno una pelliccia meno sviluppata ma più grasso. I cetacei, che vivono solo in acqua, hanno perso quasi completamente il pelo e sono famosi per il loro spesso strato adiposo

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Le acque polari sono sempre piene di vita e nei mesi caldi si assiste a un vero tripudio di pesce diverse . I piccolissimi organismi che costituiscono parte del plancton marino approfittano dei periodi di luce per moltiplicarsi. Essi diventano il nutrimento di piccoli crostacei simili a gli gamberetti (krill), e assieme a questi ultimi e a miriadi di pesci costituiscono l’alimentazione per pesci, uccelli e mammiferi marini.

Nessuna specie può sopravvivere da sola e prede e predatorio sono uniti da legami di dipendenza che nel loro insieme formano una “rete alimentare”.

RETE ALIMENTARE

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Lo zooplancton si compone di minuscoli animali che galleggiano in acqua, come i

molluschi

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orca

Stato:dipendente della conservazione.Si trova in tutto il mondo ma predilige le acque fredde dei circoli

polari Artico e Antartico . è una predatrice di pesci , uccelli foche e persino balene . Può essere uno cacciatrice davvero audace e

avvicinarsi alla riva tanto da catturare un giovane e inesperto leone marino fermo vicino all’acqua..

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Con la formazione del Passaggio di Drake , circa 25 milioni di anni fa ,L’Antartide rimase completamente separata da tutte le altre zolle continentali da profonde zone oceaniche.Ebbe così inizio un processo di isolamento che portò a drastici cambiamenti del clima e dell’ ambiente. Molti dei pesci costieri si estinsero ma un gruppo, i Notothenioidei , furono in grado di far fronte progressivo raffreddamento dell’acqua marina con una serie straordinaria di modificazioni adattive della loro fisiologia, del loro aspetto e del loro modo di vita.

I PESCI: un adattamento stremo