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NUOVO GOVERNO: L’AGENDA DELLE PRIORITÀ 2012, ANCHE L’EDILIZIA COLA A PICCO LA PROTESTA DI RETE IMPRESE ITALIA MAGAZINE

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Magazine Febbraio 2013

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NUOVO GOVERNO:L’AGENDA DELLE prIOrITà

2012, ANCHEL’EDILIZIACOLA A pICCO

LA PROTESTA DI rETEIMprESE ITALIA

magazine

REGIONE05 eDiTORiaLe / priorità per il nuovo governo06 imPReSe / in piazza la rabbia dei piccoli09 eXPORT / Crisi delle due ruote, giù le vendite10 eCOnOmia / L’agenda Cna per una regione in affanno12 TRaSPORTi / Caro-pedaggi, abruzzo penalizzato13 mODa / Fare rete per rilanciare il settore14 COSTRUziOni / Crolla il mercato degli appalti pubblici 16 L’aQUiLa / imprese unite per la ricostruzione17 maCRO-RegiOne / Via libera della Ue all’area adriatico-jonica18 TURiSmO / nella campagna elettorale la vertenza balneatori22 VaRie / notizie e scadenze

sommario / FeBBRaiO ’13

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«La faccia della crisi»un’immaginedi sabrina Dei Nobili

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CNaABRUZZO ATTUALITà

Le nOSTRe prioritàPeR iL nUOVO gOVeRnO

EDITORIALE

LA rIprESA DEL pAESE pASSAATTrAvErSO LA CrESCITA quALITATIvA DELLE IMprESEE LA LOrO CApACITà DI fArE InnOvAZIOnE

di Enrico Amadei*

I l quadro economico nazionale presenta ancora, dopo una serie di politiche di rigore che hanno ca-

ratterizzato il 2012, evidenti fragilità interne, aggravate dagli attacchi spe-culativi che la moneta unica continua a subire. è giunto il momento di voltare pa-

gina e avviare con determinazione nuove politiche per lo sviluppo e la crescita.R.E TE Imprese Italia, l’organizza-

zione di rappresentanza dell’artigia-nato, del commercio e dell’impresa diffusa, chiede alle forze politiche e al futuro Governo un impegno straor-dinario affinché siano adottate azioni adeguate in tempi rapidi. In particolare, R.E TE imprese Italia

ritiene necessario agire, da un lato, attraverso riforme volte a modificare le condizioni strutturali dell’econo-mia italiana e a rimuoverne i vincoli allo sviluppo. Dall’altro, attraverso interventi di più immediata attuabilità che consentano di liberare subito una parte delle risorse necessarie.In questo quadro va rafforzato il

ruolo dell’Europa proseguendo nel progetto di definire un modello di gestione comune del debito sovrano e superando l’idea dell’Unione Eu-ropea come luogo di cessione della sovranità solo in via emergenziale e temporanea. Il futuro governo deve assumersi

l’impegno di procedere, in via priori-taria, ad una seria riforma della legge elettorale che assicuri la governabilità e ristabilisca l’equilibrio tra i diversi poteri dello Stato. Non meno impor-tante appare un intervento in direzio-

ne di una riforma istituzionale che ri-duca i livelli di governo, redistribuisca le competenze e le risorse tra centro e periferia. Alla realizzazione di un contesto

politico-istituzionale ricostruito su tali condizioni va affiancata l’adozione di interventi incentrati sui consumi e sulla domanda interna.In occasione della giornata di mo-

bilitazione, organizzata lo scorso 28 gennaio, R.E TE Imprese Italia ha presentato alle forze politiche l’insie-me delle proposte per un concreto rilancio del Paese. Chiediamo, innanzitutto, che ad una

vera azione di spending review che ri-duca e riqualifichi la spesa pubblica si accompagnino interventi di riduzione della pressione fiscale, giunta ormai a livelli insostenibili. Va scongiurato l’ulteriore innalzamento dell’aliquo-ta IVA previsto a partire dal 1° luglio prossimo, va aumentata la franchigia IRAP, va introdotto il criterio di cassa per la determinazione del reddito dei soggetti IRPEF in contabilità sempli-ficata. Bisogna agire con forza contro l’e-

vasione e destinare il gettito derivan-te dal recupero delle risorse evase alla riduzione del carico fiscale su cittadini e imprese.Il lavoro è l’altro fronte su cui interve-

nire attraverso un’azione immediata che riduca il cuneo fiscale e retribu-tivo. Le imprese italiane competono sui mercati internazionali facendosi carico di un peso insostenibile di oneri e trattenute.

� SEGUE A PAGINA 22

CNaABRUZZO IL CASO

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SCene Da Una PROTeSTaCOn ReTe ImpReSe ITALIA LA RABBIA deI pICCOLI

alcuni momenti della manifestazione di pescara

Numeri che fanno rabbrivi-dire. Centinaia di piccole e piccolissime imprese

che muoiono ogni giorno, spes-so nell’indifferenza e nel silenzio generale, per mancanza di cre-dito, per un fisco opprimente, per ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione, per una burocrazia ottusa e perva-siva. E’ il grido di dolore lanciato da Rete Imprese Italia (network che associa circa 2,5 milioni di micro imprese del commercio e dell’artigianato italiano) che il 28 gennaio scorso ha indetto una giornata di mobilitazione genera-le dal titolo “La politica non metta in liquidazione le imprese. Rete Imprese Italia non farà sconti”. Una giornata, a giusta ragione, che i promotori hanno definito

“storica”, visto che si tratta del-la prima mobilitazione unitaria promossa da un mondo, quello dei piccoli imprenditori, tradizio-nalmente diviso e frammentato, ma che negli ultimi tempi, grazie appunto all’esperienza di Rete Imprese Italia, cerca una propria identità comune. A Pescara, nella sala Camplo-

ne della Camera di Commercio adriatica, si è tenuto l’evento-clou della giornata di mobilitazio-ne (il servizio fotografico, curato da Wireless, si riferisce appunto a questa manifestazione) ma al-tri incontri affollati si sono tenuti a Chieti, Teramo e L’Aquila: a dimostrazione del clima difficile che le piccole imprese del com-mercio e dell’artigianato vivono in questo periodo in Abruzzo e

della comune volontà di cercare una soluzione.Grazie alla mobilitazione delle

sigle associative, decine di pic-coli imprenditori si sono ritrovati nelle sedi delle Camere di com-mercio per discutere le piatta-forme locali che hanno integrato le tematiche nazionali. Le sigle promotrici della giornata di lotta abruzzese (Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confesercen-ti, mentre la Confcommercio ha preferito manifestare da sola) hanno illustrato all’opinione pub-blica, ma anche agli esponen-ti del mondo politico regionale - alla manifestazione regionale erano presenti il senatore Gio-vanni Legnini e la consigliera re-gionale Marinella Sclocco - i temi che segnano le difficoltà attuali

CNaABRUZZO IL CASO

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SCene Da Una PROTeSTaCOn ReTe ImpReSe ITALIA LA RABBIA deI pICCOLI “Va posta con urgenza all’attenzione del confronto con istituzioni,

forze politiche e sociali, la questione del rilancio dello sviluppo della nostra regione. sviluppo sul quale fa da freno l’inaccettabile pressione fiscale, a carico di imprese e famiglie, dovuti ai debiti del sistema sanitario. Bisogna proseguire con coerenze e determinazione sulla strada della eliminazione totale delle addizionali irap e irpef. occorre poi mettere a disposizione dell’economia quelle risorse (Fondi Fas e comunitari) che rappresentano gli unici strumenti finanziari oggi sul tappeto, destinando 24 milioni di euro ai confidi. accanto alle azioni immediate, vanno individuate ulteriori misure in grado di rilanciare le politiche di sviluppo, prevedendo l’attrazione di nuovi investimenti industriali e mantenendo presenze produttive più significative in abruzzo. inoltre, la nostra regione va resa protagonista del processo di creazione della macro-regione adriatico-jonica, accanto a marche, molise e puglia, in modo da superare la scarsa competitività del territorio legata ai mancati investimenti sull’alta velocità ferroviaria, la debolezza delle infrastrutture portuali e aeroportuali. Va inoltre rilanciato l’abruzzo dei parchi, straordinaria risorsa per le aree interne della nostra regione e le politiche di promozione turistica dovranno essere orientate alla riproposizione della “regione verde d’Europa”. a circa quattro anni dal terribile terremoto del 6 aprile 2009, ancora troppo resta da fare per la ricostruzione della città dell’aquila e delle decine di comuni coinvolti. Le risorse recentemente stimate in complessivi 3,4 miliardi di euro, devono essere messe immediatamente a disposizione degli enti locali e delle strutture preposte al processo di ricostruzione”.

iL DoCUmENtoIL 28 gEnnAIOMAnIfESTAZIOnInELLE quATTrOprOvInCE AbruZZESI

della vita delle piccole imprese, in Italia e in Abruzzo. Facendo conoscere, nello stes-

so tempo, le principali proposte in materia di credito, ricostruzio-ne del cratere colpito dal terre-moto del 2009, rilancio delle poli-tiche turistiche, avvio della macro regione Adriatico-Jonica e delle aree verdi (vedi box accanto). I temi posti sul tappeto rappresen-tano un importante contributo e approfondimento alle tematiche nazionali, ma anche argomenti di un confronto con la politica e le istituzioni, che proprio in questo periodo che precede il voto si fa più serrato e stringente. Soprat-tutto, temi di un’agenda di con-fronto con la politica sulla quale Rete Imprese Italia non è più di-sposta a fare sconti.

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TrA I MEZZI DI TrASpOrTO MALE LE DuE ruOTE, CrESCE LO SprEAD COn LA MEDIA ITALIA

eSPORTaziOnia PiCCOLa RiPReSa è LOnTana

B ene le quattro ruote, male le due: risultato, anna-spa l’Abruzzo dell’ex-

port, nonostante i forti segnali di ripresa a livello nazionale. E’ la fotografia del terzo trimestre del 2012 tracciata da uno stu-dio realizzato da Aldo Ronci, per conto della Cna abruzzese. Tra giugno e settembre scorso, secondo i dati diffusi dall’Istat e pubblicati l’11 dicembre scorso, complessivamente, le esporta-zioni della nostra regione sono ammontate a 1.646 milioni di euro, conseguendo una flessio-ne di 66 milioni rispetto ai 1.712 dello stesso periodo dell’anno passato. In termini percentuali, il decremento è stato del 3,9%: «Fatto tanto più grave - osserva il curatore dell’indagine - se si considera che, nello stesso pe-riodo l’export in Italia è cresciuto del 2,2%. Insomma, tra Abruzzo e Italia c’è uno spread negativo di 6,1 punti percentuali». «Il dato negativo abruzzese - il-

lustra ancora Ronci - risente del-le difficoltà di quello che resta il comparto produttivo più signifi-cativo: la produzione di mezzi di trasporto, che nella nostra real-tà pesano per il 35% del totale, contro il 3% nazionale. In realtà, la presenza di alcune corazzate multinazionali in Val di Sangro (Sevel, Honda) si traduce, sem-pre nel terzo trimestre del 2012, in una lieve ripresa nella vendita

di furgoni, con un incremento di 14 milioni di euro, pari al +2,4%, dopo due trimestri di diminuzio-ne; mentre, al contrario, segna decisamente il passo la vendita di moto, con una caduta di 44 milioni, pari a -37,1%. Per tutti gli altri prodotti, invece, la fles-sione è stata più lieve: -36 milio-ni, con il -3,5%». L’andamento negativo del ter-

zo trimestre, così, finisce per incidere pesantemente sull’inte-ra bilancia dell’export nei primi nove mesi dell’anno: tra genna-io e settembre, infatti, le espor-tazioni abruzzesi hanno regi-strato un fatturato complessivo di 5.206 milioni di euro, mentre nel 2011 erano stati 5.450: con una flessione, dunque, di ben 244 milioni di euro. In tal modo,

è cresciuto anche il divario tra la media regionale e la media na-zionale: a fronte infatti del -4,5% regionale, il risultato nazionale ha segnato un incrementato del 3,5%, con un differenziale ne-gativo, ovviamente per l’Abruz-zo, che sale addirittura a quota 8 punti percentuali. Segno “più” nei primi nove mesi dell’anno - e arriviamo alle davvero poche note positive della ricerca - si registri infine nella produzione di articoli farmaceutici (44 milioni; +19,7%); macchine e apparec-chiature (30 milioni; +6,7%); pro-dotti agricoli (4 milioni; +10,3%). Andamento in pareggio, invece, per quel che riguarda un altro settore importante della nostra economia, come l’agro-alimen-tare (319 milioni di euro).

CNaABRUZZO eCOnOmIA

CNaABRUZZO ImpReSe

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SOS PeR L’eCOnOmiaRegiOnaLeLe pROpOSTe CnA peR IL RILAnCIO

TrA LE MISurE pIù urgEnTI AL prIMO pOSTO IL CrEDITO ALLE IMprESE

S e l’Italia va male, l’Abruz-zo va peggio. Lo dice la Cna regionale, che de-

nuncia, numeri alla mano (si veda l’approfondimento pubbli-cato accanto) lo stato comatoso dell’economia abruzzese nei pri-mi nove mesi del 2012. Il timore della confederazione artigiana è che, in realtà, sia ormai esaurita la spinta generata da un modello di sviluppo che per anni è stato fondato sulle multinazionali: una presenza che, pur rappresen-tando una ricchezza straordina-ria, rischia ora, in caso di chiusu-re e delocalizzazioni, di lasciare ferite profonde nell’economia e nel tessuto sociale. Mostra il suo logoramento - dice la Cna - un modello di sviluppo centrato es-senzialmente sulle multinaziona-li, ma incapace oggi di attrarre nuovi e importanti investimenti della grande impresa: è da al-meno 15 anni, infatti, che la Re-gione non riesce più a svolgere una efficace politica industriale,

sia per quanto riguarda la gran-de impresa che quella piccola e l’artigianato. Una assenza di politiche industriali che, nei pe-riodi di sviluppo, poteva trova-re minore impatto grazie a una economia florida, investimenti, abbondante erogazione di cre-dito alle imprese e alle famiglie; ma che al contrario, oggi – a parte alcune misure condivisibili come quelle legate a reti d’im-presa, poli di innovazione e al cosiddetto “pacchetto Presto” - finisce per acuire i dati negativi dell’economia abruzzese. Tra le misure urgenti da porre

all’attenzione del confronto con istituzioni, forze politiche e so-ciali, la Cna indica al primo po-sto il credito alle imprese, vera emergenza nelle emergenze: senza misure drastiche in que-sta direzione, l’inizio del 2013 potrebbe essere segnato dalla chiusura di migliaia di imprese per drammatica carenza di li-quidità. Ragione, questa, che ha

spinto la stessa Cna, insieme a Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani e Claai, a chiedere alla Regione di destinare subito almeno 24 milioni dei fondi Fas per il sostegno alle imprese at-traverso i confidi. Ancora, la Cna indica nell’a-

genda delle priorità la ricostru-zione dell’Aquila, una politica di rilancio delle opere pubbliche (a cominciare da quelle che posso-no interessare aree vaste come quella metropolitana Chieti-Pe-scara) e l’adesione al progetto di costruzione della macro-regione Adriatico-Jonica, elemento or-mai strategico per lo sviluppo futuro dell’Abruzzo, anche alla luce del via libera concesso a di-cembre dagli organi dell’Unione europea per la sua costituzione. La Cna chiede poi alla Regione di rimettere al centro della sua agenda politica il rilancio delle aree interne, a partire dal valo-re aggiunto di “regione verde d’Europa”, con politiche rivolte soprattutto ai giovani e allo svi-luppo del turismo e delle attività produttive eco-compatibili. La confederazione artigiana,

inoltre, chiede di procedere sen-za indugio lungo la strada della riforma della pubblica ammini-strazione, con tagli alla spesa improduttiva, snellimento delle procedure burocratiche, ridu-zione dei tempi di attuazione dei provvedimenti, in modo da

CNaABRUZZO ImpReSe

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Diversi indicatori (tasso di occupazione, credito, export, andamento delle imprese), ma una sola conclusione: il 2012 è stato, di gran lunga, il peggiore degli ultimi dieci anni per l’economia regionale. secondo la Cna abruzzese, nel 2012 l’abruzzo dell’economia ha manifestato i segni più evidenti di una grave recessione: recessione che nella nostra regione ha assunto connotati peggiori di quanto avviene a livello nazionale. tra gli indicatori di crisi vanno segnalati la dinamica delle imprese, l’andamento dell’export e l’erogazione del credito. in tutti e tre i campi, l’abruzzo ha toccato nell’anno appena concluso il suo minimo storico: nei primi nove mesi, la variazione del numero di imprese “in generale” ha segnato quota +4 (ma con le imprese artigiane a -613); l’export, nello stesso periodo, è decresciuto di 244 milioni di euro (-4,5% contro una media nazionale del +3,5%); il credito bancario, nel primo semestre dell’anno, ha registrato una caduta di ben 130 milioni di euro. Dati impressionanti, che concorrono a ridimensionare (secondo le previsioni di Unioncamere-prometeia) il prodotto interno lordo abruzzese, sempre nel 2012, a -3,2%: ultima regione nella graduatoria nazionale (media italia -2,4%; media mezzogiorno -2,6%). i dati sull’occupazione, secondo la elaborazione della Cna, riflettono l’andamento generale dell’economia regionale: nel terzo trimestre del 2012, il tasso di occupazione è sceso dal 57,2%, dello stesso periodo del 2011, al 56,9%; e, di conseguenza, i disoccupati sono cresciuti nello stesso periodo di oltre 10mila unità (tasso di occupazione del 9,5% contro 7,8%). Crisi nella crisi, infine, l’andamento della popolazione: per la prima volta, in dieci anni, il numero degli abitanti della regione decresce tra gennaio e maggio.

i NUmEri mai così giùda dieci anni

renderli compatibili con le esi-genze del sistema produttivo. Infine, la Cna invoca l’abbatti-mento ulteriore della pressione fiscale, la creazione di un’unica agenzia di sviluppo, la drastica

riduzione delle società pubbli-che (a cominciare dai trasporti), la prosecuzione delle politiche di riduzione della spesa e del debi-to sanitario mantenendo la qua-lità dei servizi erogati ai cittadini.

CNAABRUZZO

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AUTOSTRADE AMAREAL CASELLO LA STANGATA È SERVITA

«Insieme al panettone, gli abruzzesi hanno trovato in dono, sotto l’albero

di Natale, l’ennesimo ed ingiu-stificato aumento del pedaggio lungo le autostrade da e per Roma». Lo afferma il presidente regionale della Cna, Italo Lupo, che giudica «inaccettabile» la decisione secondo cui, a partire dall’1 gennaio scorso, i pedaggi praticati lungo la A24 e la A25 hanno subito un rincaro vicino al 6%, dopo che già nei due anni precedenti le tariffe aveva-no subito aumenti superiori al 6%; rincari che, per inciso, sono superiori all’andamento stesso dell’inflazione, ferma a novem-bre al 2,5%. Secondo la Cna abruzzese, la decisione della società Strada dei Parchi di pro-cedere all’aumento dei pedaggi, autorizzato dal Governo Monti, determinerà un ulteriore colpo alle tasche dei contribuenti, e a pagarne le spese saranno so-prattutto quanti utilizzano per motivi professionali, come gli au-totrasportatori, i percorsi verso

la Capitale. «Oltretutto - osserva ancora Lupo - resta evidente, agli occhi dell’utente, la caren-za di servizi messi a disposizio-ne dalla società che gestisce le tratte, carenza che già negli anni passati era stata sottolineata e criticata, senza tuttavia produrre alcun ripensamento». «Non vorremmo – conclude –

che in questa modo i gestori del-le autostrade abruzzesi facesse-ro pagare a cittadini e imprese il vistoso calo di utenti registrato sulle due arterie, e quantifica-to tra gennaio e agosto scorso dall’Aiscat, l’associazione che raggruppa le società concessio-narie dei tratti autostradali, in mi-sura del 10,2% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011, contro una media nazionale del 7,1% in meno». Mediamente, l’aumento scattato dall’inizio dell’anno è stato del 3,91%, con punte che hanno raggiunto il 13% per le Autovie Venete (le autostrade che servono Veneto e Friuli Venezia Giulia) e del 14% nella Valle d’Aosta.

L’Alta velocità non abita in Abruzzo. E’ l’allarme lanciato dalla Cna abruzzese, all’indomani della notizia secondo cui la principale compagnia privata italiana, la Ntv, titolare di “Italo Treno” avrebbe inserito la stazione di Ancona tra le sue prossime destinazioni. In questo modo, secondo la confederazione artigiana abruzzese, si certifica l’esclusione del nostro territorio dai futuri progetti di investimento nel settore dell’Alta velocità, sia da parte di Fs che del principale competitore privato. E’ necessario che l’Abruzzo torni a far sentire il proprio peso istituzionale in tutti gli scenari in cui si assumono decisioni vitali per il destino del nostro territorio, prima che sia troppo tardi.

MAMMA HOPERSO IL TRENO

CNaABRUZZO InnOVAZIOne

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Per essere competitivi, oggi, una strada sicuramente per-corribile è quella di organiz-

zarsi in reti di impresa. Questa op-portunità è strategica soprattutto per quelle piccole e medie imprese che, da sole, non hanno le capacità e le risorse per internazionalizzare il loro prodotto o investire in ricerca e sviluppo. Di questa esigenza si è fatto interprete il workshop “Net-working e Reti d’Impresa: diffusio-ne delle conoscenze e best prac-tice”, tenuto a Pescara nella sala delle conferenze della Fondazione PescarAbruzzo, che ha rappresen-tato un’importante occasione per introdurre le aziende abruzzesi alla conoscenza delle reti di impresa e dei contratti di rete, ed illustrare le misure messe in campo per so-stenere questi nuovi strumenti. L’in-contro si inserisce nell’ambito delle Linee di Attività del Progetto “Im-prese In Rete”, finalizzato a pro-muovere lo sviluppo competiti-vo e l’internazionalizzazione di Pmi abruzzesi del sistema moda (tes-sile, abbigliamento e pelletteria): ovvero uno dei settori di punta dell’economia regionale che oggi si trova a dover fronteggiare gli effetti della crisi e della concorrenza inter-nazionale. Un obiettivo fondamen-tale da raggiungere sviluppando e sperimentando sistemi di networ-king, attraverso la promozione e la costituzione di reti di impresa, formalizzate mediante lo specifico strumento del contratto di rete, e azioni di formazione continua.Il progetto è stato affidato dalla

Regione Abruzzo al raggruppa-

mento temporaneo di imprese co-stituito da Eurobic Abruzzo e Molise SpA. (capofila), Cna Abruzzo, Car-sa srl, Partner srl, Izi SpA, G.A.L. “Terre Pescaresi Società consortile arl”. «Il progetto si rivolge alla moda perché è uno dei settori che meglio ci rappresenta e che oggi sconta una dura crisi da cui speriamo di uscire» dice Ciro Nardinocchi, am-ministratore delegato di Eurobic Abruzzo e Molise. «Per la prima volta – spiega il direttore genera-le di Abruzzo Sviluppo Spa, Nello Rapini - le risorse disponibili sono state in massima parte utilizzate con criteri di selezione, concentra-zione e organicità, per favorire inno-vazione, ricerca trasferimento della conoscenza, privilegiando i sistemi aggregati». «Abbiano sempre so-stenuto l’integrazione tra imprese di settori diversi – fa loro eco Italo Lupo, presidente regionale della Cna – visto che siamo presenti in numerosi poli, reti e filiere. Accade ad esempio per l’edilizia o la moda, con tanti nostri associati protago-nisti di esperienze di integrazione».

imPReSe in ReTeLA mOdA ABRUZZeSe FA SISTemA

il bando per la promozione e lo sviluppo di contratti di rete nel territorio della regione abruzzo, finalizzato a promuovere la realizzazione di interventi per lo sviluppo economico e produttivo regionale attraverso la riforma dei distretti produttivi e il rafforzamento delle reti d’impresa, scadrà il 26 aprile prossimo. Dispone di una dotazione finanziaria di 1,6 milioni di euro per programmi di avvio di reti d’impresa. il contributo a fondo perduto è pari al 50% delle spese ammissibili; l’agevolazione va da 15mila a40mila euro, pari al 50% delle spese ammesse, che non potranno essere inferiori a 30mila e non superiori a 80mila per ogni contratto di rete. Un nuovo bando, con una dotazione finanziaria di 6 milioni di euro, finanzierà i progetti presentati dalle reti d’impresa.

iL BaNDo

CNaABRUZZO COSTRUZIOnI

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aPPaLTi PUBBLiCiin CaDUTa LiBeRa

LE pICCOLE IMprESE EDILI: AbruZZO MALE, fLETTOnO grAvEMEnTE gArE E IMpOrTI,gIù AnChE IL prIvATO nOn rESIDEnZIALE

M ercato delle costruzioni a picco nella nostra re-gione nel 2012, con una

caduta verticale soprattutto ne-gli appalti di opere pubbliche e nella realizzazione di attività non residenziali, come quelle desti-nate ad attività produttive. Lo afferma Cna Costruzioni, l’asso-ciazione che raggruppa le picco-le e medie imprese del settore, che citando il 20esimo Rapporto congiunturale e previsionale re-datto dal Cresme (il Centro ricer-che economiche, sociologiche e di mercato per l’edilizia e il terri-torio) recentemente pubblicato, sottolinea come tra 2012 e 2011 sia crollato nella nostra regio-ne soprattutto il comparto dei lavori pubblici: «Tra gennaio e settembre scorso – sottolinea il responsabile regionale Federico Scardecchia – il numero di gare d’appalto pubbliche è caduto del 23%, ovvero da 323 a 246; e peggio ancora è andato per gli importi, che flettono del 49,9%, ovvero da 449milioni di euro del 2011 ai 225 attuali». E a chi dovesse sostenere che si tratti, dopotutto, di un dato generale, Scardecchia fa invece sapere che «si tratta, al contrario, di una negatività specifica della nostra regione, visto che la flessione media italiana è assai più ridot-ta: -4,4% per il numero di gare e -16,7% per ciò che concerne gli importi. La verità è che peg-

gio di noi stanno solo Molise e Trentino, ma ci sono addirittura regioni come la Puglia, il Veneto e il Friuli con il segno positivo». Responsabile della caduta nel

settore delle opere pubbliche, a detta del presidente regiona-le Franco Carmine Santilli, in una regione come l’Abruzzo, «è la miscela micidiale data dal-le regole draconiane del Patto di stabilità, che impedisce agli enti locali di spendere, oltre che

dalla eccessiva proliferazione di micro-comuni, incapaci a causa delle proprie ridotte dimensioni, di gestire fasi complesse come quelle degli appalti pubblici». Negativa, ancora, sempre se-

condo di Cna Costruzioni, è la tendenza prevista per uno dei settori, sempre nel complesso pianeta degli appalti pubblici, tradizionalmente più richiesti dalle imprese e oggetto della loro attenzione: le gare di sola

CNaABRUZZO COSTRUZIOnI

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esecuzione delle opere, cioè quelle che non prevedono anche progettazione, migliorie o altre voci incluse, “chiavi in mano”, nel contratto. Attualmente, in Abruzzo, questa fetta vale ben il 53% della torta, mentre in Italia si attesta al 33%: facile, dunque, immaginare che presto anche questa positiva anomalia regio-nale finirà per essere riassorbita negativamente. Se il settore degli appalti pub-

blici piange, non va certo meglio per il comparto privato destina-to ad attività produttive, servizi, turismo, agricoltura: «In Abruzzo – conclude sconsolato Santilli – abbiamo registrato una con-trazione del 40% del numero di metri cubi non residenziali, a fronte di una media Italia atte-stata sul 17,2%. E anche qui ci sono regioni dall’andamento po-sitivo, come Umbria, Basilicata e Lombardia».

Commercialisti e consulenti del lavoro a consulto per valutare l’impatto della riforma Fornero sul settore edilizio abruzzese. Confronto a più voci, a pescara, grazie all’iniziativa organizzata da Edilcassa abruzzo, l’ente bilaterale della piccola impresa delle costruzioni e dei sindacati dei lavoratori. i nuovi contratti sono stati al centro della discussione - aperta da una relazione del responsabile di Cna Costruzioni abruzzo, Federico scardecchia, e chiusa dal direttore dell’api di pescara, Ernesto petricca - che ha visto la presenza del giuslavorista Valerio speziale e di antonio saccone, funzionario della Direzione provinciale del lavoro di pescara. «in questo rinnovato scenario normativo, in cui pure le imprese del settore edile si dibattono in una grave difficoltà – illustra il presidente regionale dell’Edilcassa abruzzo, Dino Gavioli – spiccano i nostri dati positivi: dalle 1481 imprese iscritte nel 2009 alle 1801 del 2011; dai 6mila 564 lavoratori iscritti nello stesso anno agli 8mila 168 di due anni dopo; dagli oltre 44 milioni e mezzo di massa salariale gestita nel 2008 a una somma che sfiora i 51 milioni di euro nel 2011. Numeri che fanno il paio con l’andamento dell’attività formativa gestita da Edilformas: nel solo 2012, sono stati 116 i corsi di formazione realizzati, con 1371 lavoratori (oltre il 10% in più di partecipanti rispetto al 2011), con 196 giornate formative».

EDiLCassa migliaia di prestazioni annuali

CNaABRUZZO L’AQUILA

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F are squadra per rilanciare il di-battito sulla ricostruzione, de-finendo soprattutto le priorità

da inserire nell’agenda del rilancio economico dell’intero cratere sismi-co. Fanno fronte comune, all’Aqui-la, alcune delle principali sigle del mondo dell’impresa (Confindustria, Ance, Confapi, Cna) e gli ordini e i collegi professionali, che nelle scor-se settimane hanno definito un qua-dro delle priorità. «Una decisione – spiegano in una nota i promotori del confronto – scaturita alla luce della situazione di stallo in cui versa la ri-costruzione post-sisma, con la crisi economia che attanaglia il territorio. E’ nata così l’esigenza di confrontar-si sulle principali problematiche che stanno portando allo stremo l’intero cratere, per provare a trovare un’in-tesa sulla scaletta delle priorità». E’ saltato fuori, così, un piano di

lavoro condiviso, sintetizzabile in al-cune richieste centrali. La prima è la messa in campo di azioni per la ripresa sociale, economica e produt-tiva del territorio, ridotto allo stremo dalla micidiale combinazione tra crisi globale ed effetti prodotti dal terre-moto: ragione, questa, che spinge

a chiedere una operazione verità sull’entità delle risorse finanziarie a disposizione. Torna d’attualità il nodo irrisolto della restituzione delle tas-se: una richiesta respinta al mittente dai promotori, ma su cui si annuncia battaglia ancora in questi giorni. An-cora, associazioni d’impresa e ordini professionali chiedono di accelerare i tempi della ricostruzione, facendo partire in maniera massiccia i lavori, in modo da determinare il rientro del-la popolazione sfollata nelle proprie abitazioni. Nella scaletta delle priorità indicate

al confronto con le istituzioni, ruolo centrale riveste la certezza su tempi e modi dei pagamenti, il cui sistema-tico ritardo contribuisce a mettere in ginocchio i conti delle imprese. Infine, i promotori del confronto chiedono di rimuovere quelle situazioni di criticità negli apparati pubblici (soprattutto enti locali, ma esemplare in questo senso è la situazione in cui versa il Genio Civile) generate da una ge-stione, da parte degli uffici, lenta ed inefficiente, e per questo inadeguata alla difficile sfida della ricostruzione situazione della ricostruzione respon-sabilizzando i funzionari pubblici.

RiCOSTRUziOneUn FROnTe COmUne peR ACCeLeRARe LA RIpReSA

«Le risorse per la ricostruzione dell’aquila sono abbondanti: 2,5 miliardi di euro ai quali si aggiungono i fondi dell’inail per importi complessivi di 900 milioni di euro, per un totale di 3,4 miliardi». parola del ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, che snocciola le cifre messe a disposizione dal governo monti per la ricostruzione del Capoluogo. secondo Barca, insomma, si tratta «di cifre più che sufficienti, cui vanno aggiunti altri 447 milioni di euro già assegnati, in quanto riguardano pagamenti da effettuare per lavori già svolti». «ad oggi - ha concluso - è stato speso solo il 10-15% di ciò che serve».

FOnDii numeridi Barca

CNaABRUZZO pROGRAmmAZIOne

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maCRO-RegiOneATTO dI nASCITA peR L’AReAJOnICO-AdRIATICA

vIA LIbErA AL prOCESSODI COSTITuZIOnE,MA DIvEnTAnODECISIvI I prOSSIMIAppunTAMEnTIIn prOgrAMMA

«I 27 Capi di Stato e di governo dell’Ue, nell’ultima seduta del

Consiglio europeo, hanno dato il via libera al processo di co-stituzione della macro regione adriatico-jonica: tocca ades-so alle istituzioni di Abruzzo, Marche, Molise e Puglia unire le proprie forze - d’intesa con il governo nazionale - per dare finalmente al medio e basso versante adriatico quella possi-bilità di sviluppo da cui oggi è tagliato fuori».Lo affermano, in una nota con-

giunta le associazioni regionali della Cna delle quattro regioni interessate: le stesse, cioè, che da tempo hanno dato vita a un progetto per la definizione di una comune strategia nell’area, illustrata attraverso una serie di convegni (il primo si è tenu-to a Pescara a fine settembre, i prossimi appuntamenti sono in programma all’indomani delle elezioni politiche) che hanno ri-portato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica tempi e modi di una comune strategia. «La strada che porta alla co-

struzione della macro regione adriatico-jonica - avverte tutta-via la Cna - è costellata di ap-puntamenti che non possono essere mancati, pena l’esclu-sione dai progetti futuri e dal loro finanziamento: primo di

questi, già nel 2013, la elabora-zione del Piano d’Azione, primo atto di un percorso che si com-pleterà con l’approvazione della Strategia della macro-regione, la cui definizione coinciderà con il semestre di presiden-za italiana dell’Ue (fine 2014)». «Occorre dunque che le istitu-zioni delle quattro regioni inte-ressate – concludono i firmatari del documento unitario – trovi-no, da questo momento in poi, forme stabili di collaborazione e di raccordo. Anche in conside-razione del fatto che, allo stato attuale, alcuni dei territori inte-ressati allo sviluppo futuro della macro-regione appaiono taglia-ti fuori dai più rilevanti progetti infrastrutturali riguardanti, ad esempio, l’Alta velocità ferro-viaria. E che l’impegno istituzio-nale nella costruzione della ma-cro-regione appare fortemente squilibrato, tra Regioni già pro-tagoniste di questo processo ed altre che invece hanno sin qui segnato il passo».

Nella macro area adriatico-jonica formata dalle quattro regioni marche, abruzzo, molise e puglia, le imprese presenti sono complessivamente (dati istat relativi al 2011) oltre 662mila, ovvero il 13% del totale nazionale. Di questo numero, spetta alla puglia la leadership, grazie alla presenza di oltre 338mila aziende. Quanto all’artigianato, le imprese presenti in questa macro area sono circa il 12% del totale nazionale. Gli occupati, poi, con circa 2,5 milioni, rappresentano l’11% del totale nazionale. Quanto all’export, infine, la quota-parte detenuta dalle quattro regioni è pari al 7% del totale nazionale.

LE QUattro rEGioNi iN CiFrE

CNaABRUZZO TURISmO

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COnCeSSiOni BaLneaRiCOnFROnTO COn LA pOLITICA

TOMEI: LA prOrOgA AL 2020 è un rISuLTATO MInIMO, MAOCCOrrE rIvEDErE LA DIrETTIvA SErvIZI COn L’uE

R ipartire dalla proroga al 2020, riconosciuta alle imprese del comparto balneare, per

confermare la peculiarità del siste-ma turistico italiano e offrire nuove prospettive a un settore della nostra economia decisivo. E’ il tema del confronto, tenuto a fine gennaio a Pescara, tra il direttivo nazionale di Cna Balneatori (sono arrivati in Abruzzo, per l’occasione, anche rappresentanti della piccola impre-sa provenienti da Liguria, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Marche, Molise e Puglia) e alcuni rappre-sentanti del mondo politico e istitu-zionale nazionale e regionale. Nella sala, gremita di balneatori abruz-zesi, sono intervenuti - tra gli altri - l’europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino; il presidente dell’Unione delle Province Italiane-Abruzzo, En-rico Di Giuseppantonio; il delegato nazionale Anci per i problemi del demanio marittimo, Luciano Mon-ticelli; il responsabile nazionale per il settore Turismo del Pd, Armando

Cirillo. Presenti, inoltre, il segretario regionale della Sib-Confcommer-cio, Riccardo Padovano, e il presi-dente del Consorzio Ciba, Riccardo Ciferni. Nel suo intervento introduttivo, il

responsabile nazionale di Cna Bal-neatori, Cristiano Tomei, ha ribadito i temi della vertenza aperta ormai da anni, con le maggiori istituzioni nazionali e comunitarie, sulla appli-cazione della cosiddetta “direttiva Bolkestein”: «La proroga al 2020 è un risultato minimo – ha detto tra l’altro – ma alla politica chiediamo adesso chiarezza sui nodi principali che ci stanno a cuore». «Vogliamo che dopo le prossime elezioni - ha aggiunto il responsabile della Cna Balneatori - la discussione non ri-parta da zero, ma dai punti che sono al centro della mobilitazione delle imprese turistiche italiane». Quali siano, è ancora Tomei a dir-lo: «Il primo problema è che le con-cessioni demaniali non si possono considerare come farmacie e taxi,

Nella foto nella pagina a fronteun’immagini del meeting

oggetto di politiche liberalizzatrici: perché qui non si parla di allargare la base delle imprese, ma di togliere le attività ad alcuni, per darle ad altri attraverso le gare. Dunque, occor-re rivedere con l’Unione europea il capitolo delle attività da sottrarre alla “Direttiva servizi” perchè la ve-rità è che la natura di alcune delle prestazioni offerte dagli stabilimenti balneari, come ad esempio quella di salvamento e soccorso in mare, si configurano come un vero e proprio

servizio di natura pubblica».Sostegno alle tesi dei balneatori di

Cna è arrivata, oltre che dai vertici di Anci e Upi abruzzesi (attraverso gli interventi del sindaco di Pineto e del presidente della Provincia di Chieti) soprattutto dall’europarlamentare Andrea Cozzolino, secondo il quale va ora aperto un dossier con l’U-nione europea per riaprire subito il confronto sulla “Direttiva servizi”. In modo da ottenere l’esclusione per il settore della balneazione italiana.

CNaABRUZZO ReGIOne

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aEroportoscalo di interesse nazionale

Diciotto candeline, ovvero il raggiungimento della maggiore età. e’ il traguardo prestigioso raggiunto, a dicembre, da artigianmoda, il tradizionale appuntamento annuale dedicato alla moda, all’acconciatura, all’estetica e al make-up organizzata dalla Cna di Pescara e da “Piemmea moda Capelli associata”. nello scenario dell’auditorium Flaiano, la manifestazione condotta da grazia Di Dio ha offerto ai numerosi spettatori, un pomeriggio denso di anticipazioni sulle tendenze del pianeta moda.

sistEmaLa crisi grande protagonista dell’assemblea annuale della Cna

Consulto sulla crisi e sulle possibili vie d’uscita. Questo il tema del fo-cus tenuto nella sala Camplone della Camera di commercio di Pescara, in occasione dell’assemblea regionale della Cna. Economisti ed esponenti politici hanno accettato l’invito del presidente Italo Lupo e del direttore Graziano Di Costanzo, per un confronto a tutto campo sui temi dell’eco-nomia; in particolare, sulla ricaduta per il sistema delle piccole e medie imprese dell’attuale crisi. Hanno preso parte al confronto, il vice presidente della Regione Abruzzo, Alfredo Castiglione; il capogruppo del Pd a Palaz-zo dell’Emiciclo, Camillo D’Alessandro; l’economista Nicola Mattoscio; il responsabile dell’Area economica della Cna nazionale, Enrico Amadei; il presidente dell’ente camerale adriatico, Daniele Becci.

Diciotto candeline, ovvero il rag-giungimento della maggiore età. E’ il traguardo prestigioso raggiunto, a dicembre, da Artigianmoda, il tradizionale appuntamento annua-le dedicato alla moda, all’accon-ciatura, all’estetica e al make-up organizzata dalla Cna di Pescara e da “Piemmea Moda Capelli As-sociata”. Nello scenario dell’audi-torium Flaiano, la manifestazione condotta da Grazia Di Dio ha offer-to ai numerosi spettatori, un pome-riggio denso di anticipazioni sulle tendenze del pianeta moda.

TRagUaRDiartigianmoda diventamaggiorenne

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L’aGENDa DELL’artiGiaNoa cura di MassiMo della Torre e WilliaM FacchineTTi)

18 FEBBRAIOLUNEDI’

sostitUti Di imposta- Versamento ritenute alla fonte su redditi di lavoro dipendente ed assimilati corrisposti nel mese precedente.- Versamento ritenute alla fonte su redditi di lavoro autonomo corrisposti nel mese precedente.

CoNtriBUENti iVa mENsiLiLiquidazione e versamento dell’iVa relativa al mese precedente.

28 FEBBraio - GioVEDi’

sostitUti Di imposta- Consegna della certificazione degli utili e dei proventi ad essi equiparati corrisposti e delle ritenute effettuate nel 2012.- Consegna CUD e certificazione dei compensi e delle ritenute effettuate nel 2012.

CoNtriBUENti iVa mENsiLiLiquidazione e versamento dell’iva relativa al mese precedente.

EDITORIALEdi Enrico Amadei

numero 0 in attesa di registrazione

direttore responsabileSeRgiO D’agOSTinO

editoreCna aBRUzzO

presidenteiTaLO LUPO

Via Cetteo Ciglia 8, 65128 pescarawww.cnaabruzzo.it

Tel. 0854326919 Fax 085

progetto grafico e impaginazioneSaBRina Dei nOBiLi

Informazioni e contattiRedazione: [email protected] / pubblicità: [email protected]

CNaABRUZZO magazine periodico online della Cna Abruzzo

� CONTINUA DA PAGINA 5

Bisogna agire con maggiore deter-minazione sul versante del credito alle imprese, ricostituendo il capitale circolante e finanziando gli investi-menti. è necessario, innanzitutto, sostenere la solidità patrimoniale dei Confidi facilitando il ricorso al Fondo di garanzia per le PMI. Occorre, poi, assicurare la piena operatività agli accordi in materia di certificazione e smobilizzo dei crediti delle imprese nei confronti della PA e modernizzare il sistema dei pagamenti, senza in-trodurre ulteriori oneri a carico delle imprese.La ripresa del Paese passa, anche,

attraverso la crescita qualitativa delle imprese e la loro capacità di fare in-novazione e incrementare la produtti-vità. Va, pertanto, definito un quadro organico di misure dedicate all’inno-vazione e un sistema realmente effi-cace di incentivi.Allo stesso modo, la piccola e me-

dia impresa ha un urgente bisogno di una nuova politica per l’internazio-nalizzazione. Nuova nelle modalità e negli strumenti. In particolare, ciò che noi chiediamo è un intervento di sostegno alle imprese commisurato all’incremento di fatturato realizzato all’estero. R.E TE Imprese Italia ha, inoltre, a cuore l’adozione di una po-litica adeguata a colmare il divario di crescita e di sviluppo del Sud rispetto alle altre aree del Paese e una politica che ponga turismo e cultura al centro delle strategie di rilancio dell’econo-mia nazionale. Il nostro Paese ha bisogno, altresì,

di interventi volti a rilanciare il mer-cato delle costruzioni e a favorire gli investimenti in riqualificazione, ristrutturazione ed efficientamento energetico degli edifici. Solo con una serie di azioni concre-

te, difficili, costanti e con la misura-zioni continua dei risultati ottenuti il nostro Paese potrà superare le dif-ficoltà attuali e recuperare lo spazio che gli è dovuto nell’economia inter-nazionale.

*Responsabile Divisione Economica Cna Nazionale

Il mondo del lavoro viene prima di tutto. Per questo gli dedichiamo tutta la nostra attenzione. Tutta la nostra cura, l’impegno, l’energia. Tutte le nostre idee, la nostra organizzazione. Ogni risorsa che mettiamo in gioco è orientata al mondo delle professioni, delle piccole e medie imprese, degli artigiani. Banca Bls. Un partner su cui contare.

Il lavoroè un punto

fermo.Su questo,

siamofermissimi.

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Artigiani_imprenditori_punto_fermo_210x297_2.pdf 21-03-2012 14:08:53