Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

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5 SCUOLA ALLENATORI CAP. 2 DALLA TATTICA INDIVIDUALE ALLA TATTICA COLLETTIVA 2.1 Premessa Dopo aver analizzato la tattica individuale, nella fase di non possesso, in situazione di parità numerica (1:1) e inferiorità numerica (1:2), la seconda parte di questo lavoro prende avvio dalla definizione di tattica collettiva. Premesso che per tattica collettiva si intende il movimento coordinato di due o più giocatori, di un reparto, di una squadra per ottenere uno scopo predeterminato (ad esempio nella fase di non possesso non farsi supera- re da un avversario con o senza palla secondo le situazioni), l’articolazio- ne che intendo dare al lavoro da svolgere parte dal riferimento di colla- borazione a due (o più) giocatori, per passare poi al reparto e infine, all’intera squadra. Suddividendo in questo modo il concetto di tattica collettiva, mi sembra si possano semplificare e meglio chiarire le proposte, sia sul piano con- cettuale sia su quello operativo, per favorire il processo di apprendimen- to consapevole da parte dei giocatori. Lo scopo della tattica collettiva, come già ricordato in premessa, è quel- lo di creare una “organizzazione di gioco” con la costruzione di un gruppo che parli lo stesso linguaggio calcistico, in cui tutti capiscano e ragionino allo stesso modo, possano leggere in maniera univoca la situa- zione ed offrire la propria interpretazione. È l’allenatore che deve dare alla squadra una organizzazione di gioco fornendo ai calciatori i mezzi per capire in modo univoco e unita- rio le situazioni di gioco, per creare interazioni fra loro, allo scopo di avere una squadra equilibrata, elastica e razionale nelle due fasi del gioco. Senza mai dimenticare che sono sempre i calciatori i protagonisti veri della gara, coloro che vivono le situazioni e decidono l’azione da com- piere, va sottolineato, per valorizzare ulteriormente il senso di questo lavoro, che per incrementare le probabilità di successo, è fonda- mentale, soprattutto nella fase di non possesso, sapere sempre dove, come, quando muoversi individualmente e collettivamente. 2.2 La collaborazione fra due (o più) giocatori Nella prima parte di questo percorso, analizzando la marcatura dell’av- versario in appoggio al portatore di palla in caso di superiorità nume- rica, abbiamo visto l’azione coordinata dei due giocatori attraverso il movimento di marco-copro: il difensore che marca l’avversario in appog- gio al p.p. deve posizionarsi muovendosi con tempismo in modo da porlo in zona d’ombra, marcandolo dal davanti (contrasto indiretto) impeden- dogli di impossessarsi della palla potendo contare sulla copertura in dia- gonale di un altro difensore che scoraggia il p.p. avversario alla giocata in profondità. Nel difendere a zona ogni giocatore che va a pressione sull’avversario in p.p. nella zona di sua competenza deve avere un compagno che in dia- gonale dietro di lui effettua la copertura. In situazione di parità numerica (ad esempio 2:2) e azione di gioco dinamica èfondamentale capire il contesto e decidere subito se, quando e come marca- re un avversario o se, come e quando coprire un compagno nello spazio. Rimane, insomma, il dubbio amletico che è il paradigma della difesa a zona: marcare o coprire? La situazione di gioco del due contro due si può utilizzare come supporto fondamentale per insegnare ad apprendere, prima in un contesto didattico, poi in situazione di gioco reale, corretti comportamenti collaborativi. 2.2.1 Passarsi l’avversario Prima di analizzare le diverse situazioni che si possono generare nel due FASE DI NON POSSESSO: L’ORGANIZZAZIONE IN UNA DISPOSIZIONE DIFENSIVA A ZONA di Elvio Selighini* * Tesi finale del Corso Master Uefa Pro 2007/2008 per l’abilitazione ad Allenatore professionista di Prima categoria Seconda parte

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SCUOLA ALLENATORI

CAP. 2

DALLA TATTICA INDIVIDUALE ALLA TATTICA COLLETTIVA

2.1 Premessa

Dopo aver analizzato la tattica individuale, nella fase di non possesso,

in situazione di parità numerica (1:1) e inferiorità numerica (1:2), la

seconda parte di questo lavoro prende avvio dalla definizione di tattica

collettiva.

Premesso che per tattica collettiva si intende il movimento coordinato di

due o più giocatori, di un reparto, di una squadra per ottenere uno scopo

predeterminato (ad esempio nella fase di non possesso non farsi supera-

re da un avversario con o senza palla secondo le situazioni), l’articolazio-

ne che intendo dare al lavoro da svolgere parte dal riferimento di colla-

borazione a due (o più) giocatori, per passare poi al reparto e infine,

all’intera squadra.

Suddividendo in questo modo il concetto di tattica collettiva, mi sembra

si possano semplificare e meglio chiarire le proposte, sia sul piano con-

cettuale sia su quello operativo, per favorire il processo di apprendimen-

to consapevole da parte dei giocatori.

Lo scopo della tattica collettiva, come già ricordato in premessa, è quel-

lo di creare una “organizzazione di gioco” con la costruzione di un

gruppo che parli lo stesso linguaggio calcistico, in cui tutti capiscano e

ragionino allo stesso modo, possano leggere in maniera univoca la situa-

zione ed offrire la propria interpretazione.

È l’allenatore che deve dare alla squadra una organizzazione di

gioco fornendo ai calciatori i mezzi per capire in modo univoco e unita-

rio le situazioni di gioco, per creare interazioni fra loro, allo scopo di avere

una squadra equilibrata, elastica e razionale nelle due fasi del gioco.

Senza mai dimenticare che sono sempre i calciatori i protagonisti veri

della gara, coloro che vivono le situazioni e decidono l’azione da com-

piere, va sottolineato, per valorizzare ulteriormente il senso di questo

lavoro, che per incrementare le probabilità di successo, è fonda-

mentale, soprattutto nella fase di non possesso, sapere sempre

dove, come, quando muoversi individualmente e collettivamente.

2.2 La collaborazione fra due (o più) giocatori

Nella prima parte di questo percorso, analizzando la marcatura dell’av-

versario in appoggio al portatore di palla in caso di superiorità nume-

rica, abbiamo visto l’azione coordinata dei due giocatori attraverso il

movimento di marco-copro: il difensore che marca l’avversario in appog-

gio al p.p. deve posizionarsi muovendosi con tempismo in modo da porlo

in zona d’ombra, marcandolo dal davanti (contrasto indiretto) impeden-

dogli di impossessarsi della palla potendo contare sulla copertura in dia-

gonale di un altro difensore che scoraggia il p.p. avversario alla giocata

in profondità.

Nel difendere a zona ogni giocatore che va a pressione sull’avversario in

p.p. nella zona di sua competenza deve avere un compagno che in dia-

gonale dietro di lui effettua la copertura.

In situazione di parità numerica (ad esempio 2:2) e azione di gioco dinamica

è fondamentale capire il contesto e decidere subito se, quando e come marca-

re un avversario o se, come e quando coprire un compagno nello spazio.

Rimane, insomma, il dubbio amletico che è il paradigma della difesa a

zona: marcare o coprire?

La situazione di gioco del due contro due si può utilizzare come supporto

fondamentale per insegnare ad apprendere, prima in un contesto didattico,

poi in situazione di gioco reale, corretti comportamenti collaborativi.

2.2.1 Passarsi l’avversario

Prima di analizzare le diverse situazioni che si possono generare nel due

FASE DI NON POSSESSO: L’ORGANIZZAZIONEIN UNA DISPOSIZIONE DIFENSIVA A ZONA

di Elvio Selighini*

* Tesi finale del Corso Master Uefa Pro 2007/2008 per l’abilitazione ad Allenatore professionista di Prima categoria

Seconda parte

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verbale forte e chiaro (ad esempio mio, mio, mio) comunicando, così, il rim-

piazzo al compagno (che ora copre) nella marcatura dell’avversario.

Dal punto di vista concettuale è molto importante trasmettere ai calcia-

tori il concetto dell’alternanza fra azione di marcatura e movimen-

to a copertura in situazione di due contro due frontale. Questa situa-

zione è rilevante per qualsiasi sviluppo difensivo in quanto ci si può

sempre trovare a difendere in situazione di due contro due.

Nell’aspetto didattico possiamo impostare la seguente progressione:

- due attaccanti si passano la palla, a due tocchi sul posto, con passag-

gi laterali; due difensori fronte a loro, alternativamente, eseguono

una marcatura uscendo verticalmente sull’attaccante in p.p. con fre-

nata e corretta presa di posizione antero–posteriore per passare alla

copertura con la diagonale difensiva assumendo una posizione tale

da vedere il pallone e l’avversario di zona;

- in una situazione di due contro due frontale, con gli attaccanti che

puntano la porta, la decisione più difficile da prendere è per il difen-

sore che sta sull’attaccante senza palla che si muove senza cambia-

re zona di competenza; mentre il compagno marca l’avversario in

p.p., il comportamento che deve assumere il difensore sull’appoggio

(quanto e come marcare o coprire) avviene sulla base di alcune varia-

bili della situazione. La prima è quella di valutare le intenzioni del

p.p. avversario; se valuta che l’avversario in p.p. sia intenzionato ad

effettuare un’azione individuale piuttosto che cercare collaborazione

nel compagno (perché guida velocemente con lo sguardo con-

centrato sulla palla) dovrà soprattutto coprire il compagno che

affronta il p.p. avversario; se, invece, ritiene che il p.p. avversario pri-

vilegi la collaborazione all’azione individuale (perché guida lenta-

mente a testa alta) allora la sua posizione sarà meno di copertura e

più orientata alla marcatura dell’appoggio, ma sempre tale da poter-

la correggere in fretta nel caso che il p.p. cambi atteggiamento. La

seconda variabile è la lettura della situazione sulla palla: se valu-

tata “libera” il difensore sull’appoggio si concentra sulla copertura

dello spazio; se “coperta” marcherà di più e coprirà di meno per

poter intercettare il passaggio che il p.p. può eseguire.

SCUOLA ALLENATORI

contro due consideriamo la situazione di un attaccante che si muove fra

due difensori con palla esterna (o centrale).

Non lasciare mai l’attaccante in mezzo a due difensori: su palla latera-

le, per uno dei due difensori (quello più vicino alla palla) l’attaccante si trova

nella propria zona cieca, mentre l’altro difensore non arriva se l’attaccante

si smarca in profondità.

La regola generale è questa: un difensore deve mettersi fra avversario e

porta e vedere contemporaneamente palla e avversario, mentre l’altro effet-

tua la copertura.

Ci si deve abituare a “passarsi” l’attaccante in modo da applicare il

marco-copro.

Solo il subentrante deve chiamare il passaggio di marcatura.

Nell’eseguire il marco-copro per passarsi l’avversario è molto importante la

comunicazione verbale di entrambi i difensori; chi lascia chiama il nome del

compagno che subentra per avvisarlo dell’imminente passaggio di marcatura,

ma continuando a marcare; chi subentra prende iniziativa con un messaggio

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Due difensori si esercitano alternativamente a marcare e coprire sugli spostamentidell'attaccante senza palla; questi dopo aver ricevuto dal compagno in p.p. puòrestituire con passaggio di scarico o cercare la soluzione individuale. I due difensoridevono comunicare verbalmente il passaggio di funzioni (dalla marcatura alla coper-tura e viceversa).

PASSARSI L’AVVERSARIO FRA DUE DIFENSORI ALTERNANDO IL MARCO-COPRO

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Proseguiamo l’analisi del due contro due per esaminare il comportamen-

to tattico che devono assumere i due difensori di fronte alle iniziative col-

laborative proposte dagli attaccanti.

Esaminiamo questi sviluppi di tattica collettiva in attacco:

a) Sovrapposizione;

b) Smarcamento in taglio;

c) Uno-due esterno o “per fuori”;

d) Uno-due interno o “per dentro”.

2.2.2 Sovrapposizione

L’attaccante in appoggio al compagno in p.p. si smarca con una corsa

alle sue spalle per creare una situazione di superiorità numerica (due con-

tro uno). Nel momento in cui il difensore che fa pressione sul p.p., per-

cepisce di essere in inferiorità, temporeggia e arretra per dare tempo al

compagno di avvicinarsi. Quando il subentrante gli comunica il cambio di

marcatura sul portatore di palla, chi marcava scappa in diagonale difen-

siva (“sfilata sulla sovrapposizione”) per ricomporre una situazione di

parità numerica (due contro due).

Se la sovrapposizione è eseguita a ridosso dell’area di rigore o se il compagno

che deve scambiare la marcatura non è vicino e arriva tardi, il difensore che

fa pressione continua a marcare mentre il compagno fa copertura dia-

gonale sull’avversario che si sovrappone senza scambiare la marcatura.

2.2.3 Smarcamento in taglio

L’attaccante senza palla si smarca, questa volta, con un taglio interno alle

spalle del difensore in pressione sul p.p. avversario.

Se lo smarcamento è effettuato con il giusto tempismo, cioè quando il

p.p. ha il pieno controllo della palla e vede il taglio del compagno, il

difensore sull’appoggio dovrà accompagnarlo nella corsa marcandolo

(accompagna e marca).

Il difensore in pressione sul p.p., appena è stato superato dalla palla, scap-

pa all'indietro nella vecchia posizione del compagno che ha assorbito il

taglio, per ripristinare le posizioni di partenza anche se a giocatori invertiti.

Se lo smarcamento avviene fuori tempo perché chi taglia parte troppo

presto (o il compagno con palla tarda il passaggio, o altro), il difensore

accompagnerà, marcando, l’attaccante sul taglio per poi interrompere la

corsa nel momento in cui si trovano oltre la linea di palla e la palla non è

ancora partita (accompagna e lascia).

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Due attaccanti si passano la palla, a due tocchi sul posto, con passaggi laterali; due difen-sori fronte a loro, alternativamente, eseguono una marcatura uscendo verticalmente sul-l’attaccante in p.p. con frenata e corretta presa di posizione antero–posteriore per passarealla copertura con la diagonale difensiva assumendo una posizione tale da vedere il pallo-ne e l’avversario di zona.

ALTERNANZA MARCO-COPRO

Due attaccanti, serviti da un appoggio, puntano la porta difesa dal portiere e da duedifensori. Il difensore che affronta il p.p. applica i corretti comportamenti dell’unocontro uno con avversario di fronte mentre il comportamento tattico del difensore“sull’appoggio” dovrà tener conto delle variabili della situazione (valutare le inten-zioni del p.p. avversario e leggere la situazione sulla palla).

VALUTAZIONE DELL’APPOGGIO SU QUANTO MARCARE E QUANTO COPRIRE IN BASE ALLE VARIABILI DELLA SITUAZIONE

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Quando il difensore che affronta il p.p. capisce di trovarsi in inferiorità numerica (1)dovuta alla corsa in sovrapposizione dell’avversario senza palla (2) scivola in diago-nale difensiva (3) (“sfilata sulla sovrapposizione”) con il compagno che dallacopertura (4) va in marcatura (5) ricomponendo una situazione di parità numerica(due contro due).

SOVRAPPOSIZIONE CON “SFILATA”

Se lo smarcamento è effettuato con il giusto tempismo, cioè quando il p.p. ha il pienocontrollo della palla e vede il taglio del compagno (1), il difensore sull’appoggio dovràaccompagnarlo nella corsa marcandolo (2) (accompagna e marca).

SMARCAMENTO IN TAGLIO: ACCOMPAGNA E MARCA DEL DIFENSORE

Se lo smarcamento avviene fuori tempo perché chi taglia parte troppo presto (o per qual-siasi altro motivo), il difensore accompagnerà marcando (1), l’attaccante sul taglio (2), perinterrompere la corsa (3) nel momento in cui la palla non è ancora partita ma l’attaccan-te, lanciato in profondità, si trova oltre la linea di se stesso (accompagna e lascia).

SMARCAMENTO IN TAGLIO: ACCOMPAGNA E LASCIA DEL DIFENSORE

Se la sovrapposizione è eseguita a ridosso dell’area di rigore o se il compagno che devescambiare la marcatura non è vicino e arriva tardi, il difensore che fa pressione (1) con-tinua a marcare (2) mentre il compagno fa copertura diagonale sull’avversario che sisovrappone senza scambiare la marcatura (3).

SOVRAPPOSIZIONE SENZA CAMBIO DI MARCATURA

All’interruzione della corsa seguirà una nuova corsa a salire per coprire il

compagno che affronta il p.p. avversario nel caso in cui il passaggio non

fosse stato effettuato. Se chi difende opera sulla linea di centrocampo,

anziché su quella difensiva, non potendosi avvalere del fuorigioco, deve

tenere la marcatura in diagonale finché il taglio non viene assorbito dai

difensori. Se questi, però, stanno già marcando, si continua a tenerli, a

meno che l'attaccante sulla linea difensiva si abbassi verso il centrocam-

pista in arrivo.

Il difensore esterno sinistro accompagna il taglio dell’attaccante per inter-

rompere la corsa nel momento in cui la palla non è ancora partita ma l’at-

taccante, lanciato in profondità, si trova oltre la linea di se stesso (accom-

pagna e lascia).

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2.2.5 Uno-due interno o “per dentro”

Può accadere che il p.p. in posizione esterna opposta a quella del-

l’arto dominante, anziché eseguire con il compagno in appoggio

all’interno un dai e vai esterno, effettui un uno-due interno o “per

dentro”. Il difensore che marca il p.p. segue il movimento interno di

chi chiede uno-due mentre il compagno continua a marcare l’avver-

sario che chiude l’uno-due con un passaggio di scarico se questi si

muove nella stessa direzione di chi “detta” l’uno-due. Non si effet-

tua, pertanto, nessuno scambio di marcatura (fig. A).

Ma se chi chiude l’uno-due con il passaggio di scarico si muove in

direzione opposta a quella del compagno che detta l’uno-due i due

difensori possono effettuare uno scambio di marcatura chia-

mata dal subentrante che dalla marcatura dell’appoggio passa a

marcare il p.p. Infatti il difensore sull’attaccante in p.p. che chiede

uno-due dapprima lo segue internamente lasciandolo alla marcatura

chiamata dal compagno per assorbire, sfilando, lo spostamento di

chi chiude l’uno-due (fig. B). Se non ci sono spazi e tempi suffi-

cienti, o se ci si trova a ridosso della zona di tiro, anche in quest’ul-

timo caso non si effettua lo scambio di marcatura (fig. C).

2.2.4 Uno-due esterno o “per fuori”

L’attaccante in p.p. guida e chiede uno-due al compagno in appoggio

che si è mosso con contro movimento lungo-corto. Poiché l’obiettivo

dei due difensori è quello di non subire un passaggio filtrante alle

spalle (cioè di non subire la chiusura dell’uno-due) il difensore che

affronta il p.p. che chiede uno-due, nel momento in cui il pallone si stac-

ca dal piede dell’attaccante, deve sfilare, almeno alla stessa velocità

dell’avversario, per impedire la chiusura dell’uno-due. Il secondo difen-

sore sull’appoggio può cercare l’anticipo sull’attaccante che deve chiude-

re l’uno-due ma solo se è sicuro di arrivare sulla linea del passaggio.

Altrimenti sfila facendo attenzione all’eventualità che l’appoggio non

chiuda l’uno-due ma trattenga il pallone. In questo caso il difensore

dovrà marcare a pressione, soprattutto se il p.p. si trova in zona tiro.

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Il difensore che affronta il p.p. che chiede uno-due (1), nel momento in cui il pallone sistacca dal piede dell’attaccante (2), deve sfilare (3), almeno alla stessa velocità del-l’avversario, per impedire la chiusura dell’uno-due. Il secondo difensore sull’appoggiopuò cercare l’anticipo sull’attaccante (4) che deve chiudere l’uno-due ma solo se è sicu-ro di arrivare sulla linea del passaggio. Altrimenti sfila (5) facendo attenzione all’even-tualità che l’appoggio non chiuda l’uno-due ma trattenga il pallone (6).

UNO-DUE ESTERNO O “PER FUORI”

Fig. AIl difensore che marca il p.p. (1) segue il movimento interno di chi chiede uno-due (2) mentre il com-pagno continua a marcare l’avversario (3) che chiude l’uno-due con un passaggio di scarico se que-sti si muove nella stessa direzione di chi “detta” l’uno-due (4). Non si effettua, pertanto, nessun cambio di marcatura.

Fig. BSe chi chiude l’uno-due con il passaggio di scarico si muove in direzione opposta (1) a quella delcompagno che detta l’uno-due (2) i due difensori possono effettuare uno scambio di marca-tura chiamata dal subentrante che dalla marcatura dell’appoggio (3) passa a marcare il p.p. (4).

UNO-DUE INTERNO O “PER DENTRO” SENZA SCAMBIO DELLA MARCATURA

Fig. A Fig. B

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Su tre settori di 18x40 m circa, si gioca in situazione di due-due in ogni settore. I toc-chi sono liberi e ogni coppia resta zonata nel proprio settore di competenza. I giocato-ri possono essere impiegati nelle tre zone (difensiva, mediana, offensiva) in coerenzacon i ruoli ricoperti o secondo il principio della rotazione dei ruoli.

SITUAZIONE DI 2:2 SU TRE SETTORI “ZONATI” IN ORIZZONTALE

Su uno spazio di 20x30 m circa davanti alla porta difesa dal portiere si può organizzare il lavoro:A) "a tempo" (per esempio due serie di 4' ciascuna) con cambio dei giocatori ad ognipallone. Ad ogni azione conclusa o interrotta subentrano due nuove coppie di attaccanti edifensori; se l'azione è conclusa dagli attaccanti, i nuovi difensori iniziano rinviando sui nuoviattaccanti, salgono sulla palla in movimento, per arrestarsi un attimo prima della ricezione pron-ti a difendere. Se l'azione è interrotta dai difensori questi devono fare possesso in superiorità (perla presenza del portiere) eseguendo almeno due passaggi (ognuno dei tre deve toccare almenouna volta la palla) prima di rinviare addosso alla nuova coppia di attaccanti. Giocare tenendoconto del punteggio conseguito dalle due squadre nei due tempi di gioco. B) "a palloni" (ad es. n° 4 palloni alle spalle di chi attacca); la coppia di difensori esegue cinque azio-ni successive giocando contro attaccanti sempre diversi. Ogni azione inizia con lancio di un attaccantesulla linea che scappa (palla libera) con successiva respinta, salita, frenata e difesa in collaborazione.

SITUAZIONE DI 2:2 CON PORTA E PORTIERE

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Se non ci sono spazi e tempi sufficienti o se ci si trova a ridosso della zona di tiro, anchein quest’ultimo caso non si effettua lo scambio di marcatura; il difensore che marca ilp.p. avversario (1) continua a marcare (2) mentre il compagno continua a coprire (3).

UNO-DUE INTERNO O “PER DENTRO” SENZA SCAMBIO DELLA MARCATURA (FIG. C)

Si organizzano due spazi di 15x25 m circa ciascuno. Nel primo spazio ogni coppiadifende la propria linea di fondo e cerca di oltrepassare quella avversaria, guidando oricevendo in corsa nella zona di meta, per conquistare un punto. Il gioco è libero e valeil fuorigioco. Si sottolinea la ricerca della forte pressione sulla palla per limitare al mas-simo l’esecuzione di passaggi verticali che possono portare con maggior facilità allaconquista del punto non potendo contare sull’aiuto del portiere. Nello spazio adiacen-te si gioca con due porticine di 3 m circa; il gioco è libero ma non si deve sostare davan-ti alle porticine.

SITUAZIONE DI 2:2 CON META (CALCIO RUGBY) E DI DUE-DUE CON PORTICINE

Dopo aver insegnato i movimenti e averli provati sul campo senza

opposizione reale e con la giusta gradualità si propongono alcune

esercitazioni situazionali di due contro due.

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Tre attaccanti si passano la palla, a due tocchi sul posto, con passaggi laterali; tredifensori fronte a loro, alternativamente, eseguono una marcatura uscendo vertical-mente sull’attaccante in p.p. con frenata e corretta presa di posizione antero-poste-riore per passare alla copertura con la diagonale difensiva assumendo una posizionetale da vedere il pallone e l’avversario di zona; i due giocatori che coprono con la dia-gonale devono restare sulla stessa linea (per avere un’unica linea di fuorigioco) siaquando la pressione viene fatta sull’attaccante laterale sia quando viene effettuatasull’attaccante centrale.

ALTERNANZA MARCO-COPRO A TRE GIOCATORI SU ATTACCO CENTRALE E SU ATTACCO LATERALE

Proseguiamo nell’analizzare la collaborazione a livello di tattica col-

lettiva, passando da situazioni di parità numerica (2:2) in cui i gioca-

tori che difendono devono continuamente decidere se marcare o

coprire, a situazioni di superiorità numerica in difesa (3:2) nelle quali

i difensori devono marcare i due attaccanti e dare copertura

con il terzo muovendosi e scambiandosi, con tempismo ed efficace

comunicazione verbale, gli attaccanti.

La progressione didattica continua con l’aumento del numero

degli attaccanti, affrontati dapprima in situazioni di parità numeri-

ca (3:3), quindi di inferiorità numerica (3:4).

Con il passaggio da due a tre attaccanti le variabili da controllare

da parte dei difensori aumentano, perché i giocatori senza palla

che possono ricevere e giocare liberamente diventano due, ma

rimangono costanti i principi di tattica individuale dell’uno contro

uno e di tattica collettiva del due contro due.

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Su uno spazio di 40x25 m circa si gioca in situazione di due-due con partenze da posi-zioni e situazioni diverse sia per la coppia in difesa sia per quella in attacco. Tre dei quat-tro lati del terreno di gioco (esclusa la linea di fondo campo) vengono suddivisi in seg-menti di ugual lunghezza, ciascuno occupato da una coppia di giocatori. I venti gioca-tori sono suddivisi in due gruppi di colore diverso. Si stabiliscano degli abbinamenti pre-costituiti fra coppie che si trovano in posizione speculare. Ogni coppia è in possesso diun pallone. Alla chiamata del nome di un componente la coppia, da parte del mister,questa inizia l’attacco alla porta contrastata dalla coppia in posizione speculare, abbi-nata in precedenza, che deve impedire la realizzazione della rete. L’azione offensivadeve iniziare con un passaggio.

SITUAZIONE DI 2:2 CON ABBINAMENTI PRECOSTITUITI PER CIRCOSTANZE TATTICHE DIVERSE E IMPREVISTE

Su uno spazio di 40x42 m circa due attaccanti, giocando senza vincoli, devono cerca-re la conclusione contro tre difensori e un portiere. I due attaccanti possono usufruiredell’appoggio di un terzo compagno che gioca liberamente ma non può concludere arete. I difensori devono sfruttare la situazione di superiorità marcando i due attaccantie coprendo con il terzo.

SITUAZIONE DI 3:2 PIÙ UN ATTACCANTE IN APPOGGIO

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Su uno spazio di 40x42 m circa quattro attaccanti, giocando senza vincoli, devono cer-care la conclusione contro tre difensori e un portiere. I difensori, trovandosi in situazio-ne di inferiorità numerica, dovranno soprattutto coprire la zona degli ultimi 16-20 mconcentrandosi nell’imbuto (spazio caldo davanti alla porta) e uscendo a pressione sulportatore di palla avversario per ostacolarne al massimo la conclusione. È valido il fuo-rigioco e si gioca con tocchi liberi. Quando l’azione offensiva viene interrotta dai difen-sori con la conquista del possesso palla, questi rinviano sull’attaccante più arretratodopo aver effettuato almeno un passaggio (partecipa anche il portiere) per essere dinuovo concentrati in una nuova azione difensiva.

SITUAZIONE DI TRE DIFENSORI CONTRO QUATTRO ATTACCANTI

Per esercitare sul campo in situazione di gioco reale il 3:3 si posso-

no utilizzare le stesse proposte presentate per esercitare il 2:2 (situa-

zione di 3:3 con meta e di 3:3 con porticine, situazione di 3:3 con

porta e portiere, situazione di 3:3 su tre settori “zonati” in orizzon-

tale, situazione di 3:3 con abbinamenti precostituiti per circostanze

tattiche diverse e impreviste).

Naturalmente si potranno variare i parametri relativi allo spazio di

gioco rispetto a quelli utilizzati nelle proposte di due contro due, a

seconda che si voglia favorire o rendere più difficile il lavoro dei

difensori.

2.3 La tattica collettiva nella linea che difende a zona

Coerentemente con l’impostazione che mi sono dato nell’elaborare que-

sto lavoro (tattica individuale, collaborazione fra due o più giocatori, col-

laborazione nel reparto difensivo a zona, e collaborazione di squadra),

ritengo utile prendere in considerazione da un punto di vista didattico e

situazionale gli aspetti che riguardano il reparto difensivo schierato con

quattro difensori.

Nel difendere a zona, ogni giocatore si muove in funzione della palla

andando in marcatura a pressione sull’avversario in p.p. nella zona di sua

competenza (a meno che non si trovi in inferiorità numerica) o coprendo

uno spazio in senso orizzontale e verticale.

Ritengo che il punto di partenza fondamentale debba essere identificato

nella marcatura a pressione, azione di tattica individuale che il giocatore

adotta sul portatore di palla avversario con lo scopo di limitare tempo e

spazio di gioco.

La marcatura a pressione, analizzata nella prima parte di questo lavoro,

innesca una serie di concetti fondamentali per lo sviluppo della tattica

collettiva nella fase di non possesso.

I giocatori devono essere educati all’interpretazione delle condizioni della

palla individuando le situazioni di gioco favorevoli per applicare la pres-

sione (concetto di palla coperta) o un’azione di temporeggiamento

che consiste nell’arretrare per chiudere lo spazio alle spalle (concetto di

palla libera).

Queste diverse situazioni richiedono vari sviluppi di tattica.

Gli schemi di gioco, necessari per applicare correttamente i principi della

tattica nella fase di non possesso, che affronteremo in questa parte della

tesi sono: l’elastico difensivo, i raddoppi di marcatura, la creazione del

lato forte in fascia laterale, il pressing, il fuorigioco. Se queste situazioni

vengono decodificate e automatizzate dai calciatori, il gioco difensivo

trarrà grande giovamento. Naturalmente questi movimenti vanno propo-

sti ai difensori del reparto difensivo con esercitazioni specifiche che esal-

tino l’apprendimento consapevole e non stereotipato.

Prima di affrontare questi aspetti, però, vediamo la disposizione di un

reparto difensivo composto da quattro giocatori.

2.3.1 La disposizione nella linea difensiva a quattro giocatori

La posizione e i movimenti dei quattro difensori sono influenzati dalle

variabili della situazione (palla, posizione di avversari e compagni,

zona di campo in cui si opera, posizione della nostra porta).

Per adottare una difesa attiva e corale finalizzata a creare situazioni di

superiorità numerica si adotta la cosiddetta linea difensiva.

Page 9: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

Attraverso movimenti coordinati la linea difensiva si modella alle diverse

situazioni di gioco e alla filosofia del tecnico: rispetto al portatore di palla

si possono sviluppare “linee difensive” a 1 sola copertura, a 2 o 3 coper-

ture che influenzano la profondità “tolta o concessa all’avversario” e il

relativo modo di difendere.

Su palla laterale si può adottare un posizionamento:

- a 1 linea di copertura;

- a 2 linee di copertura in cui i due centrali si coprono reciprocamente.

Con una linea di copertura (fig. A) non si dà profondità agli avversari, si

è pronti al fuorigioco, si è più pronti a pressare il passaggio interno, si è più

corti e quindi è più facile dare e ricevere copertura con la linea davanti.

Tra gli svantaggi vi è quello di dare spazio libero alle spalle dei due difen-

sori centrali e di non avere copertura su un uno-due avversario.

Con due linee di copertura (fig. B) c’è più copertura laterale e centra-

le ma fra gli svantaggi vi è quello di concedere più profondità agli avver-

sari; inoltre è più difficile attuare il fuorigioco collettivo così come è più

difficile pressare centralmente un passaggio interno degli avversari per-

ché il difensore centrale che copre deve percorrere più spazio.

Su palla centrale (fig. C):

- l’uomo di zona esce a pressione mentre gli altri stringono in copertura

rimanendo tutti sulla stessa ultima linea per poter attuare il fuorigioco

individuale su un possibile taglio interno dell’attaccante.

13

PIRAMIDE DIFENSIVA SU ATTACCO CENTRALE (FIG. A)I giocatori mantengono una distanza ottimale fra loro tale da permettere, su unattacco esterno, di occupare gli spazi dalla linea mediana del campo al portato-re di palla lasciando eventualmente libero lo spazio lontano dalla linea dove sigenera il cosiddetto “lato debole”.

PIRAMIDE DIFENSIVA SU ATTACCO CENTRALE (FIG. B)La disposizione a due linee di copertura concede più profondità agli avversari,rende più difficile l’applicazione del fuorigioco, è meno aggressiva nell’aggredirela palla ma consente una maggiore copertura alle spalle.

PIRAMIDE DIFENSIVA SU ATTACCO CENTRALE (FIG. C)Il difensore centrale di parte esce a pressione, l’altro difensore centrale e il difen-sore esterno di parte coprono in diagonale per formare la cosiddetta piramidedifensiva. Il difensore esterno più lontano si allinea con gli altri due compagni incopertura.

MAI STARE PIATTIIl concetto di copertura è fondamentale per la difesa a zona. Mai commetterel’errore di stare piatti sul portatore di palla avversario.

Fig. A Fig. B

Fig. C Mai stare piatti

È utile ribadire la posizione che deve assumere il difensore esterno oppo-

sto alla palla. Abbiamo visto che nella disposizione ad una linea di coper-

tura si allinea con gli altri tre, mentre nella disposizione a due linee di

copertura il difensore esterno si allinea con il difensore centrale della sua

parte. In quest’ultima disposizione, però, il difensore esterno opposto

alla palla, se non ha un avversario diretto da marcare, può stare in linea

con il penultimo difensore (fig. D). Il difensore esterno opposto alla

palla non deve mai superare la linea del centrale di parte: in tal

caso si verrebbe a creare la cosiddetta “diagonale profonda” che impe-

disce di attuare una difesa corale e collettiva alterando i principi ispirato-

ri della difesa a zona (fig. E).

Con la diagonale profonda, infatti, la squadra si allunga, concede

profondità agli avversari in quanto i difensori sono costretti ad arretrare

sui lanci lunghi effettuati fra i centrali. Non è possibile attuare il fuorigio-

Page 10: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

SCUOLA ALLENATORI

2.3.2 I movimenti preordinati del reparto difensivo a quattro giocatori

Il lavoro didattico nel reparto difensivo a quattro giocatori segue quello di tat-

tica individuale e collettiva presentato nelle pagine precedenti. Con le propo-

ste di reparto tutti i difensori devono acquisire le stesse conoscenze e le mede-

sime regole di gioco per adottare soluzioni difensive coordinate nel tempo e

nello spazio. Sul piano metodologico le proposte vanno dapprima effettuate

senza avversari (o con avversari passivi), affinché i calciatori possano meglio

comprendere e memorizzare i concetti tattici che stanno alla base dei movi-

menti effettuati e per passare, poi, al lavoro in situazione con la presenza atti-

va di avversari in modo da consentire ai difensori di disporre situazionalmente

dei concetti tattici acquisiti scegliendo ed eseguendo movimenti di marcatura

e copertura adeguati alla continua dinamica del gioco. Le esercitazioni situa-

zionali servono, inoltre, per imparare a sfruttare la regola del fuorigioco, fon-

damentale per tenere la squadra corta e non dare profondità agli avversari

subordinandolo al pressing e alla condizione di palla “coperta”.

14

DISPOSIZIONE A DUE LINEE DI COPERTURA (FIG. D)Il difensore esterno opposto alla palla, se non ha un avversario diretto damarcare, può stare in linea con il penultimo difensore occupando un livellodi campo più avanzato.

DIAGONALE PROFONDA: NO! (FIG. E)Con questa disposizione si allunga la squadra perché si deve arretrare e nonpuò essere attuato il fuorigioco. Inoltre vengono a mancare i principi fon-danti della difesa a zona.

Fig. D Fig. E

Su tutto il campo, escluso le due aree di rigore e i corridoi adiacenti, si dispongonodiversi palloni in ordine sparso. I giocatori a gruppi di quattro sono numerati e a turnoattaccano uno dei palloni disposti sul campo. Il tecnico chiama il numero corrisponden-te al giocatore che deve fare l’aggressione alla palla. I compagni di chi va a “marcare ilpallone” si dispongono in copertura e in diagonale, con piramide se l’attacco è centra-le, con una o due linee di copertura, a seconda delle indicazioni del tecnico, se l’attac-co è laterale. Gli spostamenti dei quattro possono avvenire con successivi attacchi allapalla orizzontali e con movimenti in avanzamento e arretramento. L’esercitazione si puòeseguire anche come riscaldamento modulando il ritmo d’esecuzione. Eseguono ottogiocatori (quattro per ogni metà campo) mentre gli altri, nelle due aree di rigore, atten-dono effettuando altri esercizi di riscaldamento.

QUATTRO CONTRO ZERO PER ALTERNANZA MARCO-COPRO A QUATTRO GIOCATORI SU ATTACCO CENTRALE E LATERALE

co se una delle due punte che taglia dietro le spalle dell’altro centrale,

poiché il difensore centrale se ha alle spalle il difensore esterno non può

sapere quanto profondo sia stato il suo movimento di copertura. Il mar-

catore a zona dovrebbe seguirlo ovunque a uomo non potendo attuare

il fuorigioco; di conseguenza si verrebbe a perdere il concetto di marca-

mento nella zona. Anche l’arretramento del centrocampista dovrebbe

avvenire a livelli di campo molto bassi per assumere la posizione di quin-

to difensore allo scopo di evitare attacchi in “zona cieca”.

Page 11: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

Se la didattica agevola l’apprendimento consapevole e graduale di concet-

ti e posizioni che i quattro giocatori della linea difensiva devono attuare,

con il passaggio alle situazioni reali di gioco (nelle situazioni di quattro con-

tro quattro aumentano le variabili per la presenza di tre attaccanti senza

palla) ogni difensore deve imparare a comprendere le diverse circostanze di

gioco per dare risposte tatticamente razionali fondate sull’analisi della

situazione e su corrette azioni tecnico tattiche in termini spazio-temporali.

Tale lettura deve essere fatta sempre con il concetto di reparto in quanto

gli uomini sotto la linea della palla devono sempre ragionare e operare

all’unisono, come un tutt’uno.

Per favorire l’acquisizione di questi comportamenti di tattica collettiva e per

rendere i giocatori attivi, autonomi e partecipi, è fondamentale, come già

ricordato in altre parti di questo lavoro, fornire ai giocatori le regole di gioco

per aiutarli nell’attuare azioni difensive collaborative e organizzate.

I difensori devono anzitutto imparare a muoversi in orizzontale e in verticale.

15

Stessi obiettivi dell’esercitazione precedente:per esercitare la linea difensiva a quattro giocatori all’alternanza marcare/coprire su attaccolaterale e attacco centrale avversario con disposizione diagonale a una o due linee di coper-tura (su attacco laterale) e a piramide (su attacco centrale).Sulla tre quarti campo si dispongono quattro sagome ricoperte da casacche di colore diver-so in riga distanti circa dieci metri una dall’altra. Il tecnico chiama il colore che viene attac-cato con marcatura a pressione dal giocatore della zona di competenza con i tre compagniche si posizionano in diagonale o a piramide.

QUATTRO CONTRO ZERO PER ALTERNANZA MARCO-COPRO A QUATTRO GIOCATORI SU ATTACCO CENTRALE E LATERALE

Si dispongono i quattro del reparto difensivo ad una distanza di 20/25 m dalla linea di porta.Quattro attaccanti, ognuno in p.p., palleggiano all’altezza della linea mediana del campo. Alcomando del tecnico l’attaccante chiamato mette palla a terra e punta in guida verso la lineadei difensori. Il difensore della zona di competenza va a pressare, mentre gli altri cercano di posi-zionarsi in copertura.L’esercitazione si svolge dapprima in forma didattica con gli attaccanti che si alternano nel pun-tare in guida i diversi difensori che non intervengono sulla palla; al segnale del tecnico si passaalla situazione reale: l’attaccante in p.p. esegue un passaggio di scarico ad uno dei tre compa-gni più arretrati che hanno abbandonato il pallone con cui stavano palleggiando per cercare disegnare (in un tempo prestabilito) mentre i difensori dovranno impedirlo. Se nel frattempo idifensori conquistano la palla devono cercare di trasferirla al tecnico nel semicerchio di c/c.

MOVIMENTI PREORDINATI DEI QUATTRO DIFENSORI CONTRO QUATTRO ATTACCANTI IN LINEA. DALLA DIDATTICA ALLA SITUAZIONE REALE

Quattro attaccanti in linea eseguono un giro palla a due tocchi. Il difensore di zona va inmarcatura a pressione mentre gli altri coprono.Su attacco laterale si adotterà la disposizione a una linea di copertura (tratteggio rosso) o adue linee di copertura, mentre su attacco centrale la copertura dei tre deve avvenire su unalinea per essere in grado di attuare il fuorigioco su un taglio interno degli attaccanti (tratteg-gio verde). L’esercitazione si svolge dapprima in forma didattica (attaccanti che mantengo-no le posizioni e difensori che non intervengono sulla palla); al segnale del tecnico si passaalla situazione reale con tutti i giocatori attivi: gli attaccanti dovranno cercare di segnare (inun tempo prestabilito) mentre i difensori dovranno impedirlo. Se nel frattempo i difensoriconquistano la palla devono cercare di trasferirla al tecnico nel semicerchio di c/c.

MOVIMENTI PREORDINATI DEI QUATTRO DIFENSORI CONTRO QUATTRO ATTACCANTI IN LINEA. DALLA DIDATTICA ALLA SITUAZIONE REALE

Page 12: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

L’attaccante in p.p. punta il difensore esterno che lo accompagna senza intervenireattivamente e si fa superare. Il difensore centrale di parte scala in marcatura mentreil difensore esterno superato ripiega in diagonale per ricompattare il reparto nellazona centrale.

SCALARE PER AFFRONTARE UNA SITUAZIONE IN CUI IL DIFENSORE ESTERNO È SUPERATO IN DRIBBLING DALL’AVVERSARIO

SCUOLA ALLENATORI

16

2.3.3 I movimenti orizzontali della linea difensiva

I quattro difensori devono sapersi muovere in orizzontale con i giusti

tempi mantenendo l’equidistanza delle posizioni.

Quando un difensore viene superato dall’avversario, quando si trova

temporaneamente fuori posizione o nel caso in cui si trovi ad affrontare

una situazione di inferiorità numerica, i compagni di reparto devono

“scalare le posizioni”. Lo spazio lasciato temporaneamente libero dal

difensore viene coperto dallo spostamento del compagno più vicino con

i restanti due difensori che si spostano per coprire ognuno il posto del-

l’altro attuando, in tal modo, uno scorrimento di reparto.

Vediamo i movimenti a scalare in orizzontale nei seguenti casi:

- scalare per affrontare una situazione in cui il difensore esterno si trova

fuori posizione;

- scalare per affrontare una situazione in cui il difensore centrale si trova

fuori posizione;

- scalare per affrontare una situazione in cui il difensore esterno è supe-

rato in dribbling dall’avversario;

- scalare di fronte alla sovrapposizione esterna avversaria per riequilibra-

re una temporanea situazione di inferiorità numerica;

- scalare per evitare una situazione di inferiorità numerica sull’esterno;

- scalare in seguito allo smarcamento in taglio esterno di un attaccante

centrale.

I 4 giocatori eseguono una circolazione della palla da sinistra a destra accompagnandocon una leggera corsa nella stessa direzione del gioco (linea sottile tratteggiata).Quando la palla arriva al difensore esterno opposto questi, dopo una breve guida versoil centro del campo, si arresta, cambia senso e si trasforma in attaccante simulando unasituazione in cui il difensore esterno si trovi fuori posizione. I tre compagni del repartoattuano un movimento a scalare per ridare compattezza al reparto (linea spessa trat-teggiata) con marcatura e diagonale a una linea di copertura.

SCALARE PER AFFRONTARE UNA SITUAZIONE IN CUI IL DIFENSORE ESTERNO SI TROVA FUORI POSIZIONE

Come prima, un difensore esterno (chiuso) effettua un giro palla sul difensore centrale diparte; l’altro difensore centrale si inserisce, riceve la palla, la guida verso il centro delcampo, si arresta, cambia senso e si trasforma in attaccante simulando una situazione incui il difensore centrale si trovi fuori posizione.I tre compagni del reparto attuano un movimento a scalare per ridare compattezza alreparto (linea spessa tratteggiata) con disposizione a piramide a una linea di copertura.

SCALARE PER AFFRONTARE UNA SITUAZIONE IN CUI IL DIFENSORE ESTERNO SI TROVA FUORI POSIZIONE

Page 13: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

L’avversario in p.p. punta in guida della palla il difensore esterno nella cui zona dicompetenza si trova un avversario. Per non subire una situazione di inferiorità ildifensore esterno non può marcare a pressione il p.p. che verrà affrontato dal difen-sore centrale di parte con il resto del reparto che scorre nella zona della palla.

SCALARE PER EVITARE UNA SITUAZIONE DI INFERIORITÀ NUMERICA SULL’ESTERNO

Sulla circolazione della palla l’attaccante centrale si smarca in taglio esterno accom-pagnato dal difensore centrale e riceve il passaggio verticale dal c/c esterno opposto,marcato dal difensore esterno. Il difensore esterno, appena la palla è passata alle suespalle, ripiega in diagonale per ricompattare il reparto nella zona centrale.

SCALARE IN SEGUITO ALLO SMARCAMENTO IN TAGLIO ESTERNO DI UN ATTACCANTE CENTRALE

L’avversario in p.p. interno esegue un passaggio sul compagno in posizione esternae si sovrappone per ricercare ampiezza e una temporanea superiorità. Quando ildifensore che affronta il p.p. capisce di trovarsi in inferiorità numerica sfila in diago-nale difensiva (“sfilata sulla sovrapposizione”) per ricomporre una situazione diparità numerica. Gli altri due difensori scalano per ricompattare il reparto.

SCALARE DI FRONTE ALLA SOVRAPPOSIZIONE ESTERNA AVVERSARIA PER RIEQUILIBRARE UNA TEMPORANEA SITUAZIONE DI INFERIORITÀ NUMERICA

2.3.4 La creazione del lato forte in fascia laterale

Quando la palla deve essere riconquistata su una fascia laterale abbiamo

visto che con lo scorrimento del reparto difensivo si determina densità in

zona palla per cui si crea una zona forte favorita anche dalla più limitata pos-

sibilità degli avversari che a questo punto hanno angoli di gioco di soli 180°.

La fascia opposta alla palla (lato debole) può restare maggiormente libera in

quanto, anche di fronte ad un cambio di gioco improvviso, la lunga, anche

se veloce, traiettoria non dovrebbe trovare impreparata la linea difensiva poi-

ché tutti si muovono in funzione della palla. Prendiamo in considerazione, in

particolare, il comportamento tattico del difensore esterno seguendolo nei

suoi movimenti. Nello scorrimento/scivolamento che segue il giro palla avver-

sario, il difensore esterno, dopo aver marcato a pressione, si muove con spo-

stamenti laterali assumendo una postura tale da vedere sempre palla e avver-

sario (non deve chiudersi troppo verso la palla né aprirsi troppo verso l’avver-

sario). La diagonale del difensore esterno opposto alla palla non dovrebbe

mai superare la metà della porta per non dare troppo campo agli avversari.

Sul cambio di gioco avversario il difensore opposto alla palla deve essere subi-

to in grado di decidere se pressare – quando ci sono i tempi di gioco e si trova

sotto la linea di palla su un cambio di gioco poco profondo – o andare verso

la porta per entrare nel primo palo – se rimane sopra la linea di palla su un

cambio di gioco profondo – con i due difensori centrali che occupano una

posizione entro la porta. Il tempo di scivolamento ha come riferimento il

piede d’appoggio dell’avversario che esegue il cambio di gioco.

17

Page 14: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

SCUOLA ALLENATORI

2.3.5 I movimenti verticali della linea difensiva

La linea difensiva deve sapersi muovere sull’asse verticale del campo; deve esse-

re sempre in movimento e questo dinamismo si deve manifestare con coordina-

ti movimenti, in avanzamento e arretramento, effettuati in base alla situazione di

gioco con l’obiettivo di togliere profondità all’avversario e di mantenere la

squadra corta.

Per avere buoni risultati nell’applicazione coordinata dei movimenti in verticale di

“sali-scendi” della linea difensiva la regola di gioco che la linea deve conoscere e

interpretare in modo unitario si basa sul concetto di palla libera-palla coperta.

La situazione di palla libera si ha quando il possessore ha tempo e spazio per

vedere il gioco e verticalizzare con libertà di scelta per cui i suoi compagni hanno

tempo e spazio per preparare ed effettuare movimenti di smarcamento e/o di

inganno. Su palla libera non bisogna mai dare lo spazio per la profondità

e i difensori quindi devono coprire lo spazio dietro alla linea ricercando, in gene-

re, la concentrazione difensiva arretrando nell’“imbuto” (o sfilando, scappando).

Ovviamente non si arretra all’infinito ma fino all’area di rigore o alla linea dei 20

o 25 metri dalla linea di porta, a seconda delle indicazioni del tecnico; in questa

zona gli spazi sono limitati sia in profondità sia in ampiezza: c’è il portiere ed è

possibile una buona copertura. Se la palla è giocata davanti alla difesa si fa

marco-copro; se è giocata in fascia laterale, anche in profondità, la difesa guada-

gna un tempo di gioco che potrebbe consentire di recuperare un compagno che

rientra (e ritornare in parità o superiorità numerica), di riordinare le fila dei difen-

sori, di leggere una situazione difensiva predeterminata.

Su palla libera la difesa deve essere sempre in movimento; pronta a scappare

nell’imbuto; a stringere le marcature e coprire; ad avanzare con l’elastico difensivo.

La situazione di palla coperta si ha quando il possessore ha poco tempo e spa-

zio per giocare in quanto è marcato a pressione da un avversario; la sua atten-

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La circolazione della palla viene eseguita dai cinque avversari con passaggi corti e contempi di gioco a due tocchi che non richiedono spostamenti molto veloci dei quattrodifensori. Gli attaccanti possono modificare i tempi di gioco alternando un tocco ai duetocchi con conseguente adattamento della velocità di scorrimento dei difensori.L’esercitazione si può utilizzare nella fase iniziale della seduta come nel riscaldamento.

SCORRIMENTO DELLA LINEA DIFENSIVA SU CIRCOLAZIONE DEGLI AVVERSARI ESEGUITA CON PASSAGGI CORTI

Rispetto alla situazione precedente il lancio effettuato dall’attaccante per cambiargioco, dopo l’iniziale passaggio di scarico, è eseguito in profondità per cui il difensoreesterno opposto alla palla si viene a trovare sopra la linea di palla. In questo caso il suomovimento è quello di andare verso la porta entro il primo palo con i due difensori cen-trali che occupano una posizione entro la porta per difendere su eventuali cross diprima intenzione provenienti dal fondo campo.

SCORRIMENTO DELLA LINEA DIFENSIVA SU CAMBIO DI GIOCO ESEGUITO CON PASSAGGIO LUNGO A SCAVALCO PROFONDO

I quattro attaccanti eseguono un cambio di gioco con un lungo passaggio a scavalco dopoun iniziale passaggio di scarico. Il difensore opposto alla palla (in fig. il difensore esternosinistro) sul cambio di gioco poco profondo, si viene a trovare sotto la linea della palla percui compie uno scorrimento per andare a pressione sul nuovo p.p. avendo come tempo diriferimento il piede d’appoggio dell’attaccante che esegue il cambio di gioco. Il difensoreesterno destro scala in orizzontale (insieme ai due centrali) e chiude la disposizione delreparto (a una o due linee di copertura) posizionandosi in modo tale da vedere palla eavversario di zona senza oltrepassare la metà della porta in senso verticale.

SCORRIMENTO DELLA LINEA DIFENSIVA SU CAMBIO DI GIOCO ESEGUITO CON PASSAGGIO LUNGO A SCAVALCO

Page 15: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

Questa esercitazione prevede l’inserimento di due attaccanti che cercano la profon-dità sul cross effettuato di prima intenzione dal centrocampista centrale.Quest’ultimo riceve dal centrocampista esterno che dopo guida della palla a punta-re frontalmente la difesa esegue un passaggio sul c/c centrale a sostegno.La linea difensiva arretra sulla guida della palla (1), avanza sul tragitto del passag-gio indietro (2) per scappare a difendere la profondità sul cross effettuato di primaintenzione (3).

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: GUIDA, ARRESTO, SCARICO, CROSS

zione è rivolta più alla palla che allo spazio ed è difficile eseguire un passaggio

verticale preciso. In questo contesto i tempi di smarcamento e gli spazi da sfrut-

tare dai compagni senza palla sono limitati dalla vicinanza del difensore che fa

pressione che determina, così, una grande zona d’ombra. In situazione di palla

coperta la linea difensiva deve assumere un atteggiamento aggressivo e avanza-

re verso la palla per mantenere la squadra corta e compatta.

Il concetto di marco-copro oltre ad essere relativo alla situazione di palla libera-

palla coperta (nel senso che palla libera copro, palla coperta marco) dipende

anche dalla posizione di campo occupata dal difendente in rapporto alla palla; se

il difendente si trova verso il limite dell’area e la palla è vicina si deve stringere la

marcatura sull’avversario di zona (marcare di più e coprire di meno) per ostaco-

lare una conclusione o un assist che potrebbe cogliere sbilanciata la linea difen-

siva sulla nuova palla.

È determinante educare i difensori a riconoscere ed automatizzare le situazioni

particolarmente favorevoli per creare le condizioni di palla coperta in cui

la linea deve assumere un atteggiamento aggressivo e avanzare verso la palla per

mantenere la squadra corta e compatta.

Ciò si verifica quando:

1) l’avversario in p.p. è marcato a pressione per cui non ha la giocata verticale;

2) la palla è rinviata dal nostro portiere o da un nostro difensore;

3) l’avversario guida la palla con spalle alla nostra porta o si libera della palla con

spalle alla nostra porta effettuando retropassaggi;

4) l’avversario guida la palla nel momento in cui il piede d’appoggio è distante

dalla palla.

La linea difensiva, viceversa, scivola all’indietro per coprire e restringere gli spazi

difensivi nelle situazioni di inferiorità numerica con lo scopo di guadagnare un

tempo di gioco per ricomporre un equilibrio tattico con il rientro di compagni

sotto la linea di palla.

19

Tre coppie di giocatori si trovano circa a metà campo centralmente e sulle fasce; cia-scuna coppia è in possesso di una palla. Quattro difensori partono dalla tre quarti e simuovono in modo unitario sulla base della lettura delle condizioni del p.p. L’attaccantechiamato dal tecnico punta in guida la linea difensiva che indietreggia per coprire erestringere lo spazio perché la palla è libera. Dopo una breve guida (1) il p.p. si arresta,cambia senso, guida con spalle alla porta (2) ed esegue un passaggio (3) sul compagnoin sostegno. La linea avanza verso la palla interpretando correttamente le condizioni dipalla coperta per arrestarsi e indietreggiare nuovamente un attimo prima che l’avversa-rio fronte alla porta riceva il passaggio (4).

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: GUIDA, ARRESTO, GUIDA, PASSAGGIO

L’esercitazione è simile a quella precedente; cambiano le situazioni di lettura tattica equindi i tempi di arretramento e avanzamento della linea. L’attaccante chiamato daltecnico punta la linea guidando frontalmente (1) si arresta ed esegue il passaggio (2)sul compagno a sostegno. La linea arretra quando è puntata frontalmente (palla libe-ra), si arresta e avanza nel tragitto del passaggio per arretrare nuovamente un attimoprima che l’avversario fronte alla porta riceva il passaggio (3).

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: GUIDA, ARRESTO, PASSAGGIO

Page 16: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

Quattro difensori sono disposti a circa 25 m dalla linea di fondo campo. Sei attaccanti sonocollocati su due linee: quattro occupano l’ampiezza all’altezza della metà campo circa, dueuna posizione esterna sulla tre quarti campo. Alle spalle dei sei attaccanti si trovano diver-si palloni. Il tecnico chiama uno dei sei giocatori che si dirige sul pallone più vicino postoalla sue spalle. Durante il breve tragitto per raggiungere il pallone (1) la difesa sale per arre-trare nell’attimo in cui l’attaccante, dopo aver mosso la palla, pone il piede d’appoggio inlinea con la palla per effettuare un lancio in profondità sulla linea difensiva (2). Il difenso-re sulla traiettoria respinge (3) con i compagni che coprono con una sola linea di copertu-ra sia su palla centrale sia su palla esterna. Sul tragitto della palla respinta (palla coperta) lalinea avanza per fermarsi un attimo prima che giunga a uno degli attaccanti; se questiguida puntando frontalmente (4), la linea arretra, se si gira e guida di spalle alla porta (5)la linea continua a salire fino a che il tecnico non chiama il nome di un altro giocatore.

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: UNO-DUE INTERNO

Fig. A

Prendiamo in considerazione ancora due situazioni tattiche che si originano su iniziativa delc/c esterno in p.p. La prima riguarda il cosiddetto uno-due interno (fig. A) o “per dentro”e la seconda il velo fra due punte strette (fig. B).Nel triangolo interno effettuato dal c/c esterno che viene dentro al campo per ricevere sulpiede dominante, il difensore esterno dopo marcatura a pressione copre (1) con il difenso-re centrale di parte che marca (2). Il comportamento tattico del secondo difensore centra-le e del difensore esterno opposto si basa sulla lettura di palla libera o coperta. Se è libe-ra, dovranno arretrare nell’imbuto per evitare passaggi filtranti concedendo solo l’esternoaccompagnando i tagli avversari per arrestarsi e salire se la palla non parte.Se il p.p. è marcato a pressione e non ha la giocata verticale i difensori avanzano per toglie-re profondità intervenendo in chiusura in zona palla.

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: UNO-DUE INTERNO

SCUOLA ALLENATORI

20

Anche in questa esercitazione la linea difensiva reagisce all’iniziativa del c/c esterno. Questipunta in guida della palla il difensore esterno (1) mentre i due attaccanti seguono lo svilup-po dell’azione in attesa del cross e la difesa arretra. Il p.p. chiuso dal difensore anziché effet-tuare il cross compie una sterzata rientrando sull’interno (2) per crossare o passare con ilpiede opposto (3). Gli attaccanti attaccano lo spazio in taglio e i difensori, dopo aver accom-pagnato lo smarcamento in profondità degli attaccanti, lasciano su palla chiusa (sterzata nelmomento in cui il piede d’appoggio è distante dalla palla) o sul tempo di smarcamento anti-cipato dell’attaccante per sfruttare un eventuale fuorigioco.

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: GUIDA, STERZATA, PASSAGGIO

Quattro difensori sono disposti a circa 25 m dalla linea di fondo campo. Sei attaccanti sonocollocati su due linee: quattro occupano l’ampiezza all’altezza della metà campo circa, dueuna posizione esterna sulla tre quarti campo. Alle spalle dei sei attaccanti si trovano diver-si palloni. Il tecnico chiama uno dei sei giocatori che si dirige sul pallone più vicino postoalla sue spalle. Durante il breve tragitto per raggiungere il pallone (1) la difesa sale per arre-trare nell’attimo in cui l’attaccante, dopo aver mosso la palla, pone il piede d’appoggio inlinea con la palla per effettuare un lancio in profondità sulla linea difensiva (2). Il difenso-re sulla traiettoria respinge (3) con i compagni che coprono con una sola linea di copertu-ra sia su palla centrale sia su palla esterna. Sul tragitto della palla respinta (palla coperta) lalinea avanza per fermarsi un attimo prima che giunga a uno degli attaccanti; se questiguida puntando frontalmente (4), la linea arretra, se si gira e guida di spalle alla porta (5)la linea continua a salire fino a che il tecnico non chiama il nome di un altro giocatore.

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: LANCIO, RESPINTA

Page 17: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

Le considerazioni fin qui esposte ci portano a formulare una fondamen-

tale regola di gioco: la linea difensiva non deve mai stare ferma ma si

deve muovere in continuazione in avanti e indietro sulla base della inter-

pretazione delle condizioni di palla libera–palla coperta che, unitamente

all’applicazione del fuorigioco individuale, permette al reparto difensivo

di agire in modo sincrono e unitario con lo scopo di togliere profondità

agli avversari e tenere la squadra corta.

2.3.6 Applicazione del fuorigioco sullo smarcamento in taglio degli

attaccanti

L’applicazione della tattica del fuorigioco sullo smarcamento in taglio

degli attaccanti si può adottare con maggiori probabilità di riuscita adot-

tando una disposizione difensiva ad una sola linea di copertura sia su

palla laterale sia su palla centrale.

Vediamo i comportamenti dei difensori in occasione dello smarcamento

in taglio degli attaccanti.

21

La punta più vicina al compagno che esegue il passaggio “vela” per ricevere il passaggiodi prima nello spazio. Il difensore centrale di sinistra deve intervenire d’anticipo.

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA: VELO

Fig. B

Il c/c esterno destro, marcato a pressione dal difensore esterno sinistro (1), gioca a due toc-chi: riceve dal c/c centrale di parte “aprendosi” sull’esterno ed esegue un passaggio verti-cale (2) a favore dell’attaccante che si è smarcato in verticale con il taglio (3). Il difensorecentrale sinistro accompagnerà marcando l’attaccante sul taglio per interrompere la corsanel momento in cui la palla non è ancora partita, ma l’attaccante, lanciato in profondità,si trova oltre la linea dello stesso difensore (accompagna e lascia). Gli altri due difensoridevono rimanere in linea con il difensore centrale sinistro dapprima arretrando poi arre-standosi per salire nel momento in cui il difensore centrale sinistro “lascia” in fuorigiocol’attaccante. Se il c/c esterno sinistro, anziché giocare a due tocchi gioca di prima intenzio-ne, al reparto difensivo vengono a mancare i tempi per effettuare il movimento di accom-pagno e lascio. In tal caso la linea difensiva arretrerà per accompagnare e marcare.

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA

L’attaccante centrale più arretrato, marcato a pressione dal difensore centrale sinistro (1),gioca a due tocchi: riceve da un c/c ed esegue un passaggio verticale (2) a favore dell’at-taccante più avanzato che si è smarcato in verticale con il taglio (3). Il difensore esternosinistro accompagna il taglio dell’attaccante per interrompere la corsa nel momento in cuila palla non è ancora partita, ma l’attaccante lanciato in profondità, si trova oltre la lineadello stesso difensore (4) (accompagna e lascia). Gli altri due difensori devono rimanere inlinea con il difensore centrale sinistro dapprima arretrando poi arrestandosi per salire nelmomento in cui il difensore centrale sinistro “lascia” in fuorigioco l’attaccante. Se l’attac-cante che esegue il passaggio verticale anziché giocare a due tocchi gioca di prima inten-zione (anche se spalle alla porta), al reparto difensivo vengono a mancare i tempi per effet-tuare il movimento di accompagno e lascio. In tal caso la linea difensiva arretrerà peraccompagnare e marcare.

MOVIMENTI VERTICALI SULLA LINEA

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SCUOLA ALLENATORI

Dopo aver insegnato i movimenti e averli provati sul campo senza

opposizione reale e con la giusta gradualità si deve passare alla fase

delle esercitazioni situazionali; si propongono, di seguito, alcune

esercitazioni situazionali da eseguire con la linea schierata in inferio-

rità numerica senza la collaborazione di giocatori di altri reparti (quat-

tro contro sei) e con la collaborazione di giocatori di altri reparti

(quattro più uno contro otto, quattro più due contro otto, quattro più

quattro contro dieci).

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Prima lavoro didattico senza l’intervento attivo dei difensori poi al comando del tecnico sigioca in situazione reale con i difensori che difendono la porta e cercano di impedire la rea-lizzazione. Si dà un limite di tempo (esempio tre minuti) entro il quale deve essere conclu-sa l’azione offensiva. Se la palla viene conquistata dai difensori prima che scada il tempodisponibile l’esercitazione può essere organizzata con modalità diverse:A) il difensore che conquista la palla calcia lungo per perdere tempo, recuperare e salirecon la linea posizionandosi lontano dalla porta, pronto a difendere su una nuova azioneiniziata da un c/c con uno dei diversi palloni disposti sulla linea mediana del campo allespalle degli attaccanti;B) il difensore che conquista la palla insieme ai compagni di linea deve far pervenire la pallaad un quinto compagno posto nel semicerchio di c/c con un’azione di possesso palla cheprivilegi sempre la giocata in sicurezza. Di fronte al rischio di perdere il p.p. in zona perico-losa, per tentare una costruzione manovrata il difensore in p.p. può sempre calciare lungo.Si può anche cambiare la disposizione dei sei attaccanti per abituare i quattro difensori adaffrontare diversi moduli di gioco (4-4-2 con c/c in linea, 4-4-2 con c/c a rombo, 4-3-3).

SITUAZIONE DI QUATTRO CONTRO SEI

Con questo tipo di esercitazione si ha una maggiore continuità nel gioco in quanto i difen-sori che riconquistano la palla devono iniziare la costruzione dell’azione giocando sui c/ce/o gli attaccanti che si trovano nel campo adiacente. Gli spazi di gioco possono esserediversi per abituare la linea difensiva a difendere a diversi livelli di profondità.Si può giocare su una metà del campo (fig. A), sull’intero campo con aree e corridoi adia-centi esclusi (fig. B), sull’intero campo (fig. C).

SITUAZIONE DI QUATTRO CONTRO SEI SU DUE CAMPI ADIACENTI

Fig. A

Fig. B

Fig. C

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SITUAZIONE DI QUATTRO PIÙ UNO CONTRO OTTO (FIG. A)Si inserisce un centrocampista centrale davanti alla difesa. L’obiettivo è sempre quello dicoprire lo spazio davanti alla porta e tra i compagni. Il c/c/c deve operare davanti alla dife-sa e scalare sulla linea sostituendo uno dei difensori centrali quando è scalato sulla fasciaa prendere il posto del terzino eventualmente saltato. Sugli attacchi dal fondo si preoccu-pa della zona del dischetto del rigore.Si dà un limite di tempo entro il quale deve essere conclusa l’azione offensiva. Se la pallaviene conquistata dai difensori prima che scada il tempo disponibile l’esercitazione puòessere organizzata con le stesse modalità previste nella situazione di quattro contro sei pro-posta in precedenza.

SITUAZIONE DI QUATTRO PIÙ UNO CONTRO OTTO (FIG. B)Davanti alla linea difensiva si inseriscono due c/c centrali. L’obiettivo è sempre quello dicoprire lo spazio davanti alla porta e tra i compagni. I due c/c devono agire in modo coor-dinato nell’andare a pressione su palla centrale dandosi reciproca copertura, pronti a pren-dere il posto del difensore esterno di parte eventualmente saltato e a coprire all’altezza deldischetto di rigore sugli attacchi dal fondo.

Fig. A

Fig. B

Possiamo utilizzare la seguente progressione. Dapprima si gioca con due linee (difesa e centrocampo) che hanno unicamente il compito di difendere contro una squadra formata dadieci giocatori di campo. Si dà un limite di tempo entro il quale deve essere conclusa l’azione offensiva (fig. A). Se la palla viene con-quistata prima che scada il tempo disponibile si rinvia verso l’attaccante avversario con gli otto difensori pronti ad affrontare una nuovaazione d’attacco.Gli otto avranno, come già ricordato, solo compiti difensivi; agiranno all’unisono mantenendo compattezza fra le due linee; appliche-ranno correttamente i principi di tattica collettiva della fase di non possesso per cui non risentiranno della situazione di inferiorità(marco-copro continuo, quindi scaglionamento nella e fra le linee, azione ritardatrice, equilibrio, concentrazione, controllo e limitazio-ne). Cureranno le distanze nella linea e fra le linee per darsi sempre reciproca copertura; la lettura di palla libera e palla coperta; le posi-zioni sugli attacchi esterni e su quelli centrali; gli scorrimenti in ampiezza sui cambi di gioco profondo degli avversari in cui il difensoreesterno opposto alla palla potrebbe trovarsi ossia sopra la linea di palla oppure sotto la linea di palla.In questa esercitazione, comunque, gli otto difensori, al fine di non subire la rete nel tempo prestabilito, manterranno sempre una situa-zione di compattezza e di equilibrio tattico con le due linee che difendono sotto la linea di palla. Ma la gara, si sa, è caratterizzata dalla continua alternanza tra fase di non possesso e fase di possesso, per cui a seguito della perditadel p.p. la squadra può non trovarsi equilibrata e nelle giuste posizioni sotto la linea di palla, causa lo smarcamento di alcuni calciatoriin profondità.Nel momento dello sbilanciamento, dovuto alla perdita del p.p., è determinante applicare il principio dell’intercambiabilità dei ruolidisponendosi in modo tale da rimanere sempre con due linee sotto la linea di palla (copertura reciproca) concedendo, eventualmente,la fascia opposta.L’alternativa può consistere nell’arretrare per prendere tempo e chiudere gli spazi in una zona più ristretta (concentrazione nell’imbuto).I lavori di transizione negativa con perdita del p.p. e recupero immediato delle posizioni sotto la linea di palla sono molto utili per miglio-rare tutti i principi difensivi.In particolare un’esercitazione molto utile basata sull’intercambiabilità dei ruoli è la situazione di otto + portiere contro dieci su unametà campo con l’aggiunta di venti metri in lunghezza (fig. B). La squadra al completo deve fare gol; gli otto giocatori devono difen-dere la porta e cercare di oltrepassare la linea posta venti metri oltre la metà campo (calcio – rugby). Rispetto all’esercitazione precedente nella fase di possesso gli otto hanno l’obiettivo di passare la linea di meta in qualsiasi suo puntoper cui sono costretti a smarcarsi sopra la linea di palla e a rimanere sbilanciati, fuori posizione e in chiara inferiorità numerica quandoperdono il p.p. Inizia in questo momento l’obiettivo dell’esercitazione che consiste nel vedere come i giocatori si coprono sotto la lineadi palla, come si scambiano le posizioni in senso orizzontale e verticale e come rientrano coloro che si trovano momentaneamente soprala linea di palla.Infine si può sviluppare la situazione di gioco inserendo un secondo portiere e due-tre giocatori compagni degli otto che concludonoa rete dopo aver conquistato la meta.

SITUAZIONE DI QUATTRO PIÙ QUATTRO CONTRO DIECI

Fig. A

Fig. B

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SCUOLA ALLENATORI

2.4 La collaborazione di squadra

2.4.1 I principi della tattica nella fase di non possesso (e in quella

di possesso)

Poiché lo scopo della tattica è quello di creare una “organizzazione di gioco” è

importante che i giocatori di ogni reparto acquisiscano i principi della tattica col-

lettiva nella fase di non possesso (e in quella di possesso) assi portanti della stes-

sa organizzazione. Tali principi di tattica collettiva in fase difensiva devono esse-

re applicati nel corso del gioco dai giocatori di tutti i reparti adottando mezzi e

schemi della tattica tali da rendere pratici e funzionali gli stessi principi. Il tecni-

co incide nel dare organizzazione collettiva se la squadra, in relazione alle sem-

pre mutevoli situazioni del gioco, sviluppa mezzi/schemi tattici coerenti con i

principi di tattica, sia nella fase di non possesso sia in quella di possesso.

Ricordiamo i principi della tattica collettiva nella fase di non possesso:

1) Scaglionamento;

2) Azione ritardatrice (può attuarsi con il temporeggiamento oppure con il

pressing e il fuorigioco);

3) Concentrazione;

4) Equilibrio;

5) Controllo e limitazione in difesa (consapevolezza dei rischi e delle priorità).

Analizziamoli brevemente tenendo anche conto che ad ogni principio della

fase di non possesso corrisponde un principio della fase di possesso (scagliona-

mento in attacco; penetrazione/profondità; ampiezza; mobilità; imprevedibilità

o improvvisazione e sorpresa).

SCAGLIONAMENTO

Secondo questo principio non ci si deve mai trovare, in fase difensiva, su una

linea piatta ma ci si deve posizionare sempre in modo da porsi in copertura a

chi attacca il portatore di palla. In fase difensiva si deve assumere una posizio-

ne intermedia tale da poter intervenire sia sul proprio avversario sia in copertu-

ra ad un compagno. Nel coprire si deve occupare uno spazio modificando con-

tinuamente la propria posizione in riferimento alla posizione dell’avversario in

appoggio.

Lo scaglionamento permette la copertura reciproca e nel gioco a zona ciò deve

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Per non trascurare la didattica riguardante il movimento dei quattro c/c e per creare un col-legamento con il reparto difensivo anche sotto forma di guida verbale dei quattro difen-sori nei confronti dei quattro c/c, si propone una situazione in cui in una zona di campoprestabilita quattro c/c giocano contro quattro difensori, mentre in una zona adiacentequattro difensori più il portiere giocano contro due attaccanti. I c/c in p.p. dovranno cer-care di servire i compagni attaccanti mentre i c/c in fase di non possesso, opportunamen-te guidati dai difensori alle spalle, dovranno evitare questa possibilità muovendosi conmolto ordine nella fase di non possesso. I due attaccanti possono abbassarsi nella zonariservata ai c/c ponendosi fra le due linee di gioco seguiti dai difensori.

SITUAZIONE DI OTTO CONTRO SEI SU CAMPO “ZONATO”

Rispetto alla situazione precedente si aggiungono ai sei giocatori azzurri quattro difensoriche operano nella propria zona di competenza (le zone da due passano a tre). In unmomento successivo i difensori si potranno inserire a turno nella zona mediana per crearesuperiorità numerica che deve essere riequilibrata da una scalata di un difensore rosso chegarantisca l’equilibrio nella zona centrale. Se i difensori rossi conquistano il p.p. devonofare un p.p. non finalizzato conquistando un punto dopo un certo numero di passaggi.Infine, per educare i difensori ad attuare l’intercambiabilità dei ruoli nelle situazioni disquilibrio tattico, i difensori rossi quando entrano in p.p. si obbligano a conquistare lazona di meta.

SITUAZIONE DI OTTO CONTRO SEI SU CAMPO “ZONATO”

Page 21: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

avvenire non solo nella linea difensiva ma anche fra le linee. Il principio corri-

spondente nella fase di possesso è il principio dello scaglionamento in attacco.

AZIONE RITARDATRICE (PUÒ ATTUARSI CON IL TEMPOREGGIAMENTO

OPPURE CON IL PRESSING E IL FUORIGIOCO)

Con questo principio si alterano i tempi di gioco avversari rallentandoli con

un’azione di temporeggiamento che consiste nell’indietreggiare verso la pro-

pria porta portando densità in questa zona (ci si concentra nell’imbuto restrin-

gendo gli spazi su eventuale lancio lungo degli avversari o facendo loro perde-

re tempo nel caso di azione manovrata). Questo atteggiamento difensivo è

conseguente alla lettura di palla libera. Una squadra che ha perso il p.p. ha il

seguente ordine di priorità:

1. la propria porta;

2. l’imbuto difensivo;

3. la marcatura degli avversari che diventa tanto più stretta quanto più ci si

avvicina alla porta.

L’altro atteggiamento difensivo contemplato da questo principio nasce dalla

lettura di palla coperta. In questo caso la squadra scala in avanti (come se in

teoria avanzasse la linea della propria porta) per togliere tempo e spazio al pos-

sessore di palla salendo in pressing e attuando il fuorigioco.

Si costringono gli avversari a giocare in modo affrettato, con tempi limitati e

con poco spazio utile su cui effettuare il passaggio. Attuando questo principio

in fase di non possesso ci si contrappone alla priorità di conquistare spazio in

avanti giocando in sicurezza e precisione nella fase di non possesso (principio

della profondità/verticalizzazione).

CONCENTRAZIONE

Il principio presuppone il raggruppamento di più giocatori possibile nel cosiddet-

to imbuto difensivo, cioè nella zona di campo più pericolosa, quella compresa

fra la linea della palla e la porta. Man mano che ci si avvicina alla porta le distan-

ze fra i difensori devono diminuire sia in senso orizzontale sia in senso verticale

e si mira ad avere sempre superiorità numerica rispetto agli avversari. La zona di

campo più pericolosa da difendere è quella centrale da cui il tiro in porta ha la

maggiore ampiezza visiva e il portiere ha il maggiore spazio da coprire.

Il principio corrispondente nella fase di possesso è il principio dell’ampiezza in

attacco.

EQUILIBRIO

C’è equilibrio quando si riescono a coprire tutti gli spazi mantenendo la possi-

bilità di copertura reciproca nonostante il movimento degli avversari e una velo-

ce circolazione della palla per sfruttare, in attacco, il principio della mobilità.

CONTROLLO E LIMITAZIONE IN DIFESA (CONSAPEVOLEZZA DEI RISCHI

E DELLE PRIORITÀ)

Rispettare questo principio significa che in fase difensiva si deve sempre ragio-

nare cercando di agire in seguito ad un’attenta lettura della situazione per non

essere mai colti di sorpresa, osservando e comprendendo tutte le variabili:

- palla (controllo la palla o l’avversario? È una decisione che deve essere presa

continuamente e che dipende dalla situazione);

- compagni (devo saper interagire con i compagni più vicini, capire e applicare

le regole di gioco);

- avversari (alternanza fra marcatura e copertura; anche questa è una scelta

che dipende continuamente dal variare della situazione ma la regola è che più

mi avvicino alla porta da difendere e più marco e meno copro);

- spazi e porta.

Si deve essere consapevoli delle conseguenze delle scelte difensive e si deve

fare sempre attenzione di fronte all’atteggiamento degli avversari, che si basa

anche sul principio dell’imprevedibilità in attacco.

I principi di tattica nella fase di non possesso sono presenti negli esercizi di tat-

tica collettiva sul reparto difensivo che ho sviluppato nel paragrafo preceden-

te. Lo scaglionamento lo troviamo applicato nella disposizione della linea

difensiva su attacco centrale e laterale; l’azione ritardatrice si sviluppa nei

lavori in cui la linea difensiva si muove in verticale sulla base della lettura di palla

libera-palla coperta: nel primo caso la linea difensiva scivolava all’indietro nel-

l’imbuto a protezione della zona pericolosa attuando oltre al temporeggiamen-

to anche il principio della concentrazione mentre nel secondo caso la linea

sale per assumere un atteggiamento aggressivo avanzando verso la palla per

marcare gli appoggi vicini ritardando e ostacolando lo sviluppo della manovra

avversaria. Negli esercizi in cui la linea effettua scalate orizzontali per creare

zone forti sulle fasce laterali si applica il principio dell’equilibrio necessario a

contrastare la mobilità e la circolazione di palla degli avversari.

In quest’ultima parte del lavoro cercherò in modo graduale e sistematico di

organizzare alcune proposte pratiche per sviluppare i principi di tattica con tutti

i reparti schierati.

Tutti i reparti devono conoscere gli sviluppi di tattica collettiva in fase difensiva

e saperli applicare in riferimento alla situazione di gioco. L’atteggiamento

difensivo collettivo è innescato dal giocatore che si trova più vicino al p.p.

avversario. Nasce il concetto di palla libera-palla coperta con i conseguenti

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Page 22: Fase Di Non Possesso. L'Organizzazione in Una Disposizione Difensiva a Zona 2

SCUOLA ALLENATORI

comportamenti tattici collettivi menzionati più volte (azione ritardatrice con

temporeggiamento o pressing).

Per organizzare una squadra aggressiva sul piano difensivo con l’obiettivo prima-

rio di togliere tempi e spazi di gioco agli avversari, ridurre la profondità, portare

superiorità in zona palla mantenendo un blocco unito, compatto, corto e stretto

in senso verticale e orizzontale, credo si debba partire, ancora una volta, dall’at-

teggiamento del singolo giocatore che va ad effettuare la cosiddetta “prima

pressione”. Quando il difensore effettua la prima pressione determina una situa-

zione di palla coperta; a questo punto il p.p. ha difficoltà a giocare in avanti, è

costretto a proteggere, ad arretrare o ad effettuare passaggi sugli appoggi vicini:

la squadra deve quindi organizzare un pressing collettivo accorciando veloce-

mente verso il pallone marcando gli appoggi più vicini e subito pronta a riconqui-

stare la palla per contrattaccare. Anche se non ricercata come obiettivo primario,

la conseguenza sarà l’applicazione della tattica del fuorigioco.

2.4.2 Individuazione delle condizioni di palla coperta

È determinante, dunque, educare i giocatori a riconoscere e automatizzare le

situazioni particolarmente favorevoli per creare le condizioni di palla coperta

che consentono utili sviluppi nel gioco collettivo come il pressing e il fuorigio-

co, l’elastico e i raddoppi di marcatura.

Ciò si verifica quando:

1. quando un avversario riceve con spalle girate alla propria porta;

2. quando l’avversario, ricevendo palla, esegue uno stop impreciso che gli

fa perdere tempo;

3. quando l’avversario riceve un passaggio sbagliato nello spazio (si

smarca sul lungo e riceve corto o si smarca sul corto e riceve lungo) per

cui perde tempo;

4. quando l’avversario guida la palla e il piede d’appoggio è distante dalla

palla stessa;

5. quando la palla è in movimento per un passaggio lento e lungo per cui

ci mette tempo ad arrivare;

6. quando la palla è giocata all’indietro;

7. quando la palla è in aria;

8. su rimessa laterale nei pressi dell’area di rigore avversaria (scarsa gitta-

ta della palla);

9. nel momento in cui l’avversario sta per calciare (elastico difensivo).

Per educare i giocatori a riconoscere queste situazioni ritengo che il program-

ma di lavoro più funzionale debba contenere una continua alternanza tra atti-

vità situazionali, svolte con partite a tema e attività didattiche semplificate

senza la presenza degli avversari o con avversari passivi.

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Il tema da cui partire è la pressione sulla palla. L’obiettivo è di educare i giocatori a rico-noscere e automatizzare le situazioni particolarmente favorevoli per creare le condizio-ni di palla coperta prerequisito necessario per il pressing. Si individua una situazionepredeterminata (fra quelle sopra elencate) in cui effettuare la pressione individuale cherappresenta il tema della gara e per il resto da giocarsi in forma libera; ogni volta cheun giocatore non effettua la pressione nella situazione prestabilita pur essendoci le con-dizioni spazio-temporali, l’allenatore, che funge da arbitro, assegna un calcio di rigorecontro la squadra del giocatore che non osserva il tema proposto. Viene così penaliz-zata l’intera squadra stimolando in questo modo la partecipazione e la comunicazionedi tutti i compagni impegnati nel riconoscere e nel trasmettere verbalmente la correttalettura del tema proposto. Si parte con la proposta di un tema per partita opportuna-mente ripetuto fino a che non si crea l’apprendimento automatizzato (acquisizione diun’abilità senza l’intervento consapevole). Si passa poi alla proposta di due temi perpartita e così via fino a proporli (e ad apprenderli) tutti. A questa tipologia di lavoro vaaffiancata un’attività semplificata per riconoscere le situazioni di palla libera-pallacoperta con i conseguenti sviluppi tattici del temporeggiamento o del pressing e conl’applicazione del fuorigioco e dell’elastico. Il tutto va riportato in situazione affinchétali sviluppi entrino a far parte del patrimonio tattico di ogni calciatore.

PARTITA A TEMA PER RICONOSCERE SITUAZIONI FAVOREVOLI PER CREARE LE CONDIZIONI DI PALLA COPERTA

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Il tecnico in p.p. oltre la metà campo, si muove lentamente guidando in direzione oriz-zontale, (1) verticale (2) e diagonale (3), rispetto agli assi del campo. La squadra, schie-rata secondo il modulo stabilito, si muove in blocco sotto la linea di palla e, a secondadella posizione della stessa, ricercherà l’equidistanza fra le linee e nei reparti per man-tenere il blocco corto e stretto, la simultaneità nei movimenti orizzontali, verticali, loscaglionamento fra le linee. Dovrà, inoltre, assumere posizioni sfalsate, privilegiando ilprincipio della concentrazione nell’imbuto.

SVILUPPO DELL’ESERCITAZIONE DENOMINATA “BANDIERINE COLORATE”Ipotizzando di schierare la squadra con il 4-4-2 vediamo i movimenti nelle diverse posi-zioni. Con palla chiamata in corrispondenza delle bandierine nera e viola si assiste allamarcatura a pressione del difensore esterno di parte con una o due linee di coperturanel reparto. Il c/c esterno di parte effettua il raddoppio sistematico anche in funzionedi un eventuale pressing ad invito. Tutti gli altri giocatori si abbassano per mantenerela compattezza di squadra. Bandierina grigia: piramide difensiva con una linea di coper-tura e raddoppio del c/c centrale più vicino.Bandierine rossa e verde: prima pressione del c/c esterno di parte con doppia linea dicopertura del reparto mediano se le punte si trovano sopra la linea di palla (quella diparte si posizione sul retropassaggio, l’altra si accentra). I restanti giocatori avanzano indirezione della palla. Se anche le punte si trovano sotto la linea della palla la punta diparte esegue la prima pressione mentre l’altra chiude su un eventuale retropassaggiocentrale, e tutti gli altri accorciano in pressing.

BLOCCO SQUADRA COMPATTO CHE SI MUOVE IN FUNZIONE DELLA PALLA

Si posizionano sul campo sette bandierine colorate (o altri oggetti diversi fra loro) incorrispondenza delle posizioni occupate dalla squadra avversaria, disposta in campocon un determinato sistema di gioco. Nell’esempio riportato si suppone di affrontareun 4-3-3 con mancanza dei tre c/c.Il tecnico continua a guidare la palla e la squadra si modella in blocco come nell’eser-citazione precedente fino a quando non viene chiamato il colore di una bandierina; lasquadra deve immaginare che la palla sia stata trasmessa in quella posizione e quindideve muoversi in blocco e con sincronia. Dopo ogni passaggio la palla “ritorna” al tec-nico e la squadra si riposiziona per rimuoversi in modo unitario sulla chiamata di unnuovo colore. Il tecnico può anche chiamare in successione i vari colori: la squadra simuove in blocco in orizzontale, in verticale e in diagonale curando l’equidistanza nellelinee e tra le linee nonché l’applicazione dei principi dello scaglionamento e della con-centrazione in difesa. Questa esercitazione contiene un forte messaggio per creare unospirito difensivo di squadra; tutti i giocatori devono partecipare attivamente alla fasedifensiva; tutti sono coinvolti nell’organizzazione del collettivo adattando continua-mente la loro posizione in funzione della palla.

Bandierine gialla e blu: le due punte eseguono il marco-copro, il c/c esterno di parte vasulla traiettoria verso l'esterno avversario, il c/c esterno opposto chiude entrando nellalinea dei centrocampisti in diagonale di copertura. Il portiere partecipa sempre all’eser-citazione per imparare a muoversi a seconda dell'avanzare/arretrare dell'ultima lineadifensiva; diventa colui che deve accorciare lo spazio libero alle spalle della linea difen-siva dandole copertura.

BANDIERINE COLORATE

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SCUOLA ALLENATORI

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È l’evoluzione dell’esercitazione precedente. Si aggiungono due giocatori che si scambiano lapalla a due-tre tocchi entrando fra le linee con la squadra schierata che si modella al movi-mento della palla; il portiere è schierato avversario a difesa della porta, e mentre cinque pal-loni sono posizionati all’altezza delle bandierine più lontane dalla porta avversaria. Dopo alcu-ni passaggi fra i due giocatori, il tecnico chiama il colore di una o più bandierine sulle quali lasquadra si muove in blocco nel rispetto degli obiettivi già noti. Quando il tecnico chiama“ripartenza” il giocatore più vicino alla palla dà inizio al contrattacco che si conclude con unaconclusione nel rispetto di eventuali vincoli tecnico-tattici imposti dal tecnico (n° di tocchi, n°di passaggi, traiettorie dei passaggi, tipologia dei passaggi ecc.). Dopo la conclusione la squa-dra ripiega in blocco al livello di campo mediano per iniziare una nuova sequenza.

BANDIERINE COLORATE E RIPARTENZA

All’interno di uno spazio di 40x55 m circa è schierata la squadra disposta secondo il moduloscelto dal tecnico. Gli avversari sono distribuiti come da figura e rappresentano quattro difen-sori (1,2,3,4), due esterni (5,6) e due attaccanti (7,8). Scopo dell’esercitazione è la lettura dipalla libera o coperta con conseguente applicazione dell’azione ritardatrice sotto forma ditemporeggiamento o pressing. Se ai giocatori 1, 2, 3, 4 gli viene lasciata un’ampia zona lucequesti lanciano sugli attaccanti 7 e 8 o sugli esterni 5 e 6 per cambiare direzione di gioco (3 e1 per 6; 2 e 4 per 5); in questo caso la squadra arretra e scorre nella direzione del passaggiocon lo scopo di intercettare le traiettorie impedendo che arrivino a destinazione per salire sullapalla in volo con nuova lettura di palla libera o coperta. Pertanto diventa il temporeggiamen-to lo sviluppo dell’azione ritardatrice. Nel caso in cui un attaccante effettui la prima pressionecostringendo il possessore a un passaggio laterale, a proteggere la palla o ad indietreggiare,la squadra accorcia verso la palla andando a marcare gli appoggi più vicini al portatore. In talcaso lo sviluppo dell’azione ritardatrice è il pressing.

AZIONE RITARDATRICE; ARRETRARE O AVANZARE A SECONDA DI PALLA LIBERA-PALLA COPERTA

La squadra che difende (i rossi in figura) si muove nella propria metà campo in blocco per abi-tuarsi a rimanere stretta e corta in riferimento a palla e porta. Agisce senza intervenire perriconquistare il p.p. ma si muove marcando a pressione, raddoppiando, facendo pressing, l’e-lastico ed eventualmente il fuorigioco contro una squadra schierata che fa p.p. a due, tre toc-chi. Al segnale del tecnico il giocatore in p.p. la ferma con la suola; si simula la riconquista ela conseguente ripartenza che termina con la conclusione dei rossi con i blu passivi.L’esercitazione riprende con alternanza delle squadre nelle due fasi di gioco.

DIECI CONTRO DIECI: ESERCITAZIONE BASE

Le varianti proposte consentono di passare progressivamente da una situazione di avversario passi-vo ad una situazione di gioco reale.Variante A. I difensori agiscono attivamente quando gli attaccanti superano la linea dei 22/25 metri. Variante B. Si gioca a tempo predeterminato con cambio della fase di gioco per ogni squadra dopoogni 3’/4’ .Variante C. Si gioca “a palloni” (4, 5 palloni disposti in zone di campo diverse), cioè dopo un nume-ro stabilito di attacchi che partono da ogni pallone chiamato dal tecnico.Questo esercizio va eseguito sotto forma di gara conteggiando i goal fatti da ciascuna delledue squadre.

DIECI CONTRO DIECI: VARIANTI

Il passaggio successivo alle esercitazioni proposte consiste nei lavori di 10 contro 10 più due portieri.

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Conclusioni

La riuscita di un’azione tecnico-tattica è legata alle diverse variabili che con-

dizionano il contesto in cui si svolge; fra queste variabili il tempo di esecu-

zione e lo spazio in cui avviene assumono un’importanza fondamentale.

L’applicazione dei fondamentali della tattica individuale e collettiva nella

fase di non possesso che ho affrontato in questo lavoro, diviene corretta

solo se eseguita con i tempi e gli spazi propri di quello specifico contesto.

Il calcio è sport aperto il cui ambito non è riproducibile perché è sempre

variabile e ci sono infinite possibilità di scelta. Tutto ciò rende il gioco

imprevedibile in cui è semplice vederne gli effetti ma complesso

capirne le cause.

L’allenatore con le proprie conoscenze specifiche e le proprie competen-

ze didattiche deve aiutare i propri giocatori a risolvere i problemi del

gioco. Tale intervento deve coinvolgere soprattutto gli aspetti cognitivi,

inerenti i processi percettivi e decisionali (vedere, capire, decidere) e non

limitarsi all’analisi della sola azione motoria (eseguire).

L’allenatore deve saper insegnare a usare soprattutto la testa per far

acquisire ai calciatori quella consapevolezza tattica funzionale per otte-

nere miglioramenti individuali e crescita di squadra.

Questo mio lavoro vuole essere un piccolo contributo teso a far acquisi-

re ai giocatori le competenze tattiche necessarie per sviluppare la fase di

non possesso con scelte psicomotorie autonome e coerenti allo scopo da

raggiungere. È così che migliora la tattica che non va confusa con il tat-

ticismo che è una condotta imposta a priori che blocca la creatività dei

giocatori impedendo loro di fare scelte autonome e situazionali.

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Su spazio pari a tutta l’ampiezza del campo per 70 m in profondità si gioca con due squadreschierate. Il campo è diviso in tre settori verticali di uguali dimensioni. Obiettivi: chi difendedeve mantenere la squadra stretta e corta con diversi giocatori dietro la linea della palla percreare superiorità numerica e razionale occupazione degli spazi. Si cerca l’applicazione deiprincipi di tattica nella fase di non possesso: lo scaglionamento nelle linee e nei reparti; la con-centrazione nell’imbuto su palla centrale e su palla esterna scorrendo per occupare due corri-doi adiacenti e creare un lato forte difensivo. Ciò consente di avere anche un equilibrio tale damodificare le posizioni sullo sviluppo in mobilità degli avversari grazie anche all’abbassamen-to dietro alla linea della palla di alcuni centrocampisti.

PARTITA A TEMA CON CAMPO DIVISO IN TRE CORRIDOI VERTICALI

Nello stesso spazio utilizzato per l’esercitazione precedente si affrontano due squadre di cuiuna è mancante di una coppia di calciatori. Le due squadre possono adottare moduli di giocodiversi; ad esempio chi gioca in inferiorità si schiera con il 4-4-2, chi agisce in superiorità nume-rica con il 4-3-3. La coppia mancante viene sostituita ogni 3’/4’. Si inizia senza difensori ester-ni (vedi figura sotto) con l’obiettivo di ricostruire una situazione di equilibrio con l’intercambia-bilità dei ruoli: scalata dei c/c esterni per ricomporre una linea difensiva a quattro con scorri-mento di un c/c centrale e almeno un attaccante che ripiega sulla linea di c/c. Si tolgono, poi, i due difensori centrali con i c/c centrali che arretrano per inserirsi sulla lineadifensiva, gli esterni di c/c che si concentrano in zona centrale e gli attaccanti che si abbassa-no e si allargano. Si prosegue togliendo i due c/c centrali e in un secondo momento i dueesterni di c/c con l’obiettivo di migliorare i principi di tattica della fase difensiva.La coppia mancante, anziché essere costituita da entrambi gli esterni o entrambi i centrali, puòessere mista (un giocatore centrale e uno esterno dello stesso reparto o di reparti diversi).

PARTITA A TEMA IN INFERIORITÀ NUMERICA