La fase difensiva nelle situazioni di palla inattiva. Autore: Paolo Indiani
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8/14/2019 La fase difensiva nelle situazioni di palla inattiva. Autore: Paolo Indiani
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o voluto dedicarmi ad un argomento come quello
della fase difensiva sulle palle inattive in quanto da
sempre convinto dellimportanza fondamentale del-
le stesse, in qualunque squadra di qualsiasi catego-
ria. La velocit del gioco, gli spazi ristretti, la pres-sione sulla palla, gli interventi arbitrali hanno au-
mentato notevolmente le occasioni da sfruttare a
palla ferma. I dati statistici indicano tra il 30% ed il 35% i gol rea-
lizzati. Tutte le squadre, oltre ad aver almeno uno specialista nel-
la battuta diretta, dedicano sufficiente tempo settimanale nella ri-
cerca di soluzioni collettive. Ecco perch ritengo importante dedi-
care altrettanto tempo, se non di pi, per limitare le realizzazioni
in questione e per farlo non si pu che cercare di organizzare al
massimo questa fase particolare di non possesso.Prover ad esporre le mie convinzioni, sviluppate negli anni, di-
scusse con i vari calciatori che le hanno interpretate, modificate an-
che su loro consigli, che hanno dato risultati pi che soddisfacenti.
Principi di gestione
La difficolt pi evidente per raggiungere lo scopo di avere una
squadra organizzata nella fase di non possesso in oggetto sicu-
ramente trovare il consenso del gruppo, fargli accettare il tempo
programmato nelle varie sedute come opportuno e necessario (il
calciatore dedica molta pi attenzione alla fase attiva che a quel-
la passiva, per lui molto pi gratificante realizzare una rete che
impedirla!). Per questo sono necessari dei principi di gestione a
cui bisogna attenersi:
della consapevolezza, cio spiegare bene come e perch viene
eseguito un determinato movimento, rendere consapevole il
calciatore, protagonista della propria prestazione, perch sia
autonomo ed attivo;
della partecipazione attiva, cio ad interessarlo e coinvolgerlo
nelle scelte in quanto la motivazione, che nasce sempre dal suointerno, la chiave dellapprendimento;
della semplicit e chiarezza, cio allespressione verbale: non
essere e sentirsi come un professore, ricordarsi che il tempo
dattenzione di un gruppo dura pochi minuti, dunque essere
chiari, concisi, completi;
dellevidenza, cio far vedere quello che proponiamo e, conse-guentemente, per lassimilazione, fare eseguire;
delladattamento, cio tenere conto delle capacit di risposta
tecniche, tattiche, fisiche e di personalit del calciatore.
Compiti e funzioni
Lallenatore deve dare le regole di gioco, cio i segnali di comuni-
cazione tra i calciatori -(F. Ferrari - Elementi di tattica calcistica).
Tutti i calciatori devono parlare lo stesso linguaggio, devono co-
noscere i modi per raggiungere lobiettivo comune; il sapere diavere sempre chiara la risposta ad ogni situazione che si presen-
ta, anche nelleccitazione del momento, li rende sicuri ed efficaci
nel rispettare i compiti e funzioni loro affidati (essi verranno de-
scritti analiticamente nei paragrafi successivi).
ANALISI DELLE SITUAZIONI
Calcio dangolo
La soluzione adottata quella mista con prevalenza zona.
La maggior parte della squadra, otto calciatori, hanno il compito
di controllare le zone con conseguente scelta delle caratteristiche
e delle posizioni che dovranno assumere in relazione al valore di
pericolosit riconosciuto ad ognuna di loro, cercando la palla sen-
za mai indietreggiare, mentre due calciatori hanno il compito di
marcare ad uomo i due avversari ritenuti pi abili.
Ritengo questa soluzione equilibrata perch permette di avere
una propria identit, una propria organizzazione per non dipen-
H
LA FASE DIFENSIVANELLE SITUAZIONI DI PALLA INATTIVA
di Paolo Indiani*
SCUOLA ALLENATORITECNICO-TATTICA
*Dalla tesi finale del Corso Master 2005/2006 per labilitazione ad Allenato-re professionista di 1 Categoria.
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dere totalmente dallavversario e, nello stesso tempo, assicurarsi
un controllo sui principali saltatori altrui. Preferisco difendere con
tutta la squadra per coprire il pi possibile gli spazi dellarea e per
avere anche nellipotesi pi estrema una buona superiorit nu-
merica (solamente a partita quasi finita e con risultato sfavore-
vole gli avversari si precipitano in area con quasi tutta la squa-
dra), consapevole di non aver praticamente la possibilit di ripar-
tire e molte volte di dover difendere anche sulla seconda palla.
molto pi elevata la possibilit di subire una rete in questa situa-
zione che farla dopo una riconquista! Suddivisione delle zone del-
larea di rigore ipotizzando una battuta dalla nostra sx. (Fig. 1a)
Suddivisione delle zone dellarea di rigore con tutti gli undici cal-
ciatori schierati nelle posizioni che analizzeremo, ipotizzando una
battuta dalla nostra sx. (Fig. 1b)
Zona A) superficie compresa fra il 1 palo ed il limite dellarea di
porta: spazio pericoloso per deviazioni su traiettorie veloci. Il cal-
ciatore n. 8 deve essere in anticipo su uneventuale spizzicata e
non far fare una deviazione verso la porta; esce deciso e rapido
su eventuale battuta in coppia; deve essere abile nellanticipo siadi piede che di testa. (Fig. 2)
Zona B) superficie compresa tra la fine della zona A, quasi tutta la-rea di porta e circa due metri in verticale verso il centro dellarea:
spazio dal quale viene realizzato circa l80% delle reti e, pertanto,
quello pi pericoloso. In esso agiscono il portiere che interviene sul-
le traiettorie lente a parabola e quelle verso di lui; i calciatori n. 2 e
n. 3, di solito i pi piccoli, a protezione della porta sui rispettivi pali,
con il primo che aiuta il portiere sulle traiettorie, anticipando sul 1
palo ed il secondo che copre la porta sul 2 palo su eventuali de-
viazioni; entrambi devono avere buoni riflessi, una ottima intesa con
il portiere che devono anche sostituire e comandano luscita dellasquadra dopo le respinte; il calciatore n.9 che interviene sulle traiet-
torie in anticipo nella sua posizione ed alle spalle del calciatore n. 8
e il calciatore n. 5 che interviene nello spazio centrale allincirca ol-
tre il limite dellarea piccola; devono avere un grande coraggio, ca-
rattere, statura e peso, eccellere nel salto da fermo.
In questo modo viene lasciato appositamente spazio al portiere
evitando, per quanto possibile, di farvi entrare anche i calciatori
n. 4 e n. 6 che svolgono le funzioni di marcatura individuale ( ov-
vio che se lavversario pi abile nel gioco aereo preferisce anche
andare in quella zona viene marcato ugualmente ma, nella scel-
ta, a parit di pericolosit, vengono marcati altri). (Fig. 3)
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Zona C) superficie compresa dalla fine della zona A in verticale
verso il centro dellarea: il calciatore n. 7 deve anticipare le traiet-
torie, non consentendo deviazioni verso la porta; fondamentale
per impedire eventuali schemi avversari per soluzioni di tiro al li-
mite dellarea ed impedisce, insieme al calciatore n. 8, la superio-
rit numerica altrui su eventuale battuta in coppia, uscendo rapi-
do e deciso; esce per mettere pressione su respinta; deve essere
abile nellanticipo sia di piede che di testa. (Fig. 4)
Zona D) superficie compresa dalla fine della zona B fino alla lu-
netta: il calciatore n. 11 ha il compito di intervenire direttamentesu traiettorie verso il dischetto del rigore ed importante sulle de-
viazioni o respinte nella zona del limite dellarea; preferibilmente
il pi rapido e aggressivo della squadra. (Fig. 5a e 5b: posizione
del calciatore prima e dopo la battuta in altra zona)
Zona E) superficie che va dalla fine delle zone B e D fino quasi al li-
mite laterale dellarea e che si allunga in verticale fino ad una linea
parallela al dischetto: determinante per torri su calci lunghi a parabo-
la o su spizzicate e deviazioni precedenti. Il calciatore n. 10 deve es-sere molto abile a capire le varie situazioni poich la zona da coprire
vasta; lunico che pu anche indietreggiare per colpire ed inoltre
deve uscire per mettere pressione su chi ha ricevuto la palla dopo re-
spinta; preferibilmente uno dei pi alti e con peso specifico. (Fig. 6)
Calciatori marcatori n. 4 e n. 6: il loro compito principale quello
di far ricercare la palla agli altri nove compagni con pi tranquilli-
t; non devono assolutamente effettuare trattenute, tirate di ma-
glia ecc. da cui potrebbero scaturire calci di rigore, ma solamente
disturbare gli avversari nella rincorsa e riuscire a saltare insieme
(sappiamo tutti che un calciatore abile nel gioco aereo che arrivalanciato senza ostacolo molto pericoloso). (Fig. 7)
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Vari tipi di battuta e traiettoria
Con un battitore destro o sinistro cambia la posizione del portiere e
dei calciatori n. 8, 9, 5, 7 e 10 anche se in misura minima. (Fig. 8)
Se la traiettoria veloce a rientrare il portiere anticipa la posizio-
ne verso il 1 palo ed aggredisce la palla insieme ai calciatori n.
2, 8 e 9. (Fig. 9)
Se la traiettoria veloce ad uscire intervengono i calciatori n. 8,
9 e 5. (Fig. 10)
Se la traiettoria lenta a parabola e quelle verso di lui nella zona
B, il portiere interviene con i calciatori n. 2, 3, 5 e 9 che lo copro-
no fino a che non ne in possesso con certezza: lunica situa-
zione in cui possiamo ripartire (i calciatori n. 11, 7, 8 e 10 ricer-
cano la profondit). (Fig. 11 a-b)
Se la traiettoria nella zona E interviene il calciatore n. 10 che ha pi
tempo di lettura data la maggior durata della traiettoria e deve impe-
dire una possibile deviazione diretta o una torre; il resto della squadra
assume un nuovo equilibrio verso il centro della porta. (Fig. 12)
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Se la traiettoria nella zona D interviene il calciatore n. 11 che ha
pi tempo di lettura data la traiettoria a parabola, in quanto la
stessa non pu arrivare tesa e veloce essendovi la zona dombra
creata dal calciatore n. 7; pu intervenire anche il calciatore n. 5
facendo alcuni passi in avanti. (Fig. 13)
tiro diretto alla fine della zona C interviene il calciatore n. 7 con
il calciatore n. 11 pronto a raddoppiare. (Fig. 16)
Se la traiettoria rasoterra a cercare un possibile schema per un
Se la traiettoria a cercare un possibile tiro diretto alla fine della
zona D interviene sempre il calciatore n. 11 che ha un buon tem-po di lettura. (Fig. 14)
Se la traiettoria a cercare un possibile tiro diretto alla fine della
tiro diretto alla fine della zona D interviene in prima battuta il cal-
ciatore n. 7 ed il calciatore n. 11 in seconda se non riesce il primo
intervento. (Fig. 17)
zona E interviene il calciatore n. 10 raddoppiato dal calciatore n.
11 che crea nella corsa una zona dombra verso il limite dellarea.
(Fig. 15)Se la traiettoria rasoterra a cercare un possibile schema per un
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Se viene cercata una battuta in coppia escono in zona battuta i
calciatori n. 8 e n. 7 per non subire linferiorit numerica ed i cal-
ciatori n. 2, 3, 9, 5 e 10 riequilibrano le posizioni, secondo quale
successiva traiettoria si verifichi vi sono nuovi equilibri. (Fig. 18a
prima della battuta. Fig. 18b dopo il riequilibrio)
Situazioni successive alle respinte o deviazioni
Parlo di situazioni successive alle respinte o deviazioni perch la
palla non deve cadere direttamente dalla battuta in quanto,
quando succede, si verifica una situazione di estrema difficolt.
La palla pu cadere sempre, per, in zona pericolosa anche dopo
una nostra respinta o una deviazione e, conseguentemente, la
squadra si deve riequilibrare sulla nuova situazione. Essa deve
avere sempre presente il concetto di base di difesa della porta con
tutti gli undici suoi componenti, deve avere lo stesso comporta-
mento senza incertezze da diventare automatico su tutti i tipi di
respinta o deviazione.
Se la palla ricade dentro larea nella zona laterale dalla parte del-
la battuta escono in pressione il calciatore n. 8 raddoppiato dal n.
7 o viceversa, il portiere copre la porta insieme ai calciatori n. 2 e
n. 3 che avanzano dai pali e tutti gli altri fanno massima densitnellimbuto della stessa. (Fig. 19)
Se la palla cade dentro larea nella parte esterna della zona E,esce in pressione il calciatore n. 10 raddoppiato dal n. 11 che
crea nella corsa una zona dombra verso il limite dellarea; il
portiere copre la porta insieme ai calciatori n. 2 e n. 3 che avan-
zano dai pali e tutti gli altri fanno massima densit nellimbu-
to della stessa. Il calciatore n. 7 prende la posizione del n. 11.
(Fig. 20)
Se la palla cade dentro larea nella zona centrale, come da figu-
ra, escono in pressione i calciatori n. 7 e n. 11, il portiere copre
la porta insieme ai calciatori n. 2 e n. 3 che si alzano leggermente
dai pali e tutti gli altri fanno massima densit nellimbuto della
stessa. (Fig. 21)
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Se la palla cade fuori area nella zona laterale dalla parte della
battuta esce in pressione il calciatore n. 8 o il n. 7 ad affrontare
un 1 vs. 1 con lassoluto obbligo di non farsi dribblare ma di con-
cedere al massimo un cross, laltro pronto al raddoppio ed i com-
pagni si riequilibrano. (Fig. 22)
Se la palla cade fuori area nella zona laterale dalla parte opposta
alla battuta, esce in pressione il calciatore n. 10 ad affrontare un
1 vs. 1 con lassoluto obbligo di non farsi dribblare ma di conce-
dere al massimo un cross. Il calciatore n. 11 pronto al raddop-
pio, creando nella corsa una zona dombra verso il limite della-
rea; gli altri si riequilibrano. (Fig. 23)
Se la palla cade fuori area nella zona centrale fino ai 25 metri cir-
ca, esce in pressione il calciatore n. 11 e, se esiste possibilit di
conclusione, non esce nessun altro; il portiere avanza per coprire
maggiormente la porta insieme ai calciatori n. 2 e n. 3 che dai pa-
li si spostano leggermente in avanti. Altrimenti tutta la squadra
esce. (Fig. 24 a-b)
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Se la palla cade fuori area sia nella zona centrale oltre i 25 metri
circa che in quelle laterali anche entro, tutta la squadra esce in
pressione mentre questa coperta (cio durante la traiettoria)
con i calciatori n. 2 - 3 (quelli di posizione sui pali) 5 e 9 che for-
meranno lultima linea, con i primi due che usciranno in ampiez-
za, per impedire eventuali entrate da dietro per poi rimanere od
uscire ancora a seconda dei casi. (Fig. 25)
I due calciatori marcatori (n. 4 e n. 6) continueranno il loro com-
pito di controllo individuale in tutti i casi in cui dopo la respinta
la squadra rimane a difesa della porta nellimbuto, altrimenti usci-ranno insieme a tutti gli altri abbandonando la difesa ad uomo
per riequilibrarsi in quella a zona.
PUNIZIONI LATERALI
Soluzione adottata, come nei calci dangolo, mista con prevalenza
zona, con la differenza di difendere in dieci lasciando un calciato-
re alto ad eccezione delle battute quasi dalla linea di fondo che
vengono equiparate agli angoli. Cinque calciatori hanno il compi-
to di controllare le zone dove la traiettoria della palla pu arriva-
re con conseguente scelta delle caratteristiche pi idonee: essi cer-
cano la palla senza mai indietreggiare dopo essersi abbassati pri-
ma del calcio dalla posizione iniziale; due calciatori hanno il com-
pito di formare la barriera, cercano di intercettare la traiettoria ini-
ziale o di uscire in pressione sulla battuta in coppia; due calciato-
ri hanno il compito di marcare ad uomo i due avversari ritenuti pi
abili. A differenza dei calci dangolo vi una maggiore flessibilit
sui compiti affidati secondo la distanza della palla dalla porta edalle qualit degli avversari sia sulla battuta che sulle deviazioni.
Suddivisione delle zone dellarea di rigore ipotizzando una battu-
ta dalla nostra sx. quasi perpendicolare alla linea dellarea circa a
met dalla linea laterale. (Fig. 26)
Suddivisione delle zone dellarea di rigore ipotizzando una battu-
ta dalla nostra sx. quasi perpendicolare alla lunetta circa a met
dalla linea laterale. Vediamo che le zone sono pressoch identi-
che, solo spostate in relazione allaltezza della palla. (Fig. 27)
Suddivisione delle zone dellarea di rigore con tutti gli undici cal-
ciatori schierati nelle posizioni che analizzeremo, ipotizzando una
battuta dalla nostra sx. quasi perpendicolare alla linea dellarea a
met dalla linea laterale. (Fig. 28)
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Zona A) superficie compresa nello spazio fra la fine della zona dom-
bra creata dai due calciatori in barriera, il limite dellarea di porta e
circa un metro oltre il 1 palo: spazio pericoloso per deviazioni su
traiettorie veloci, il calciatore n. 8 deve essere in anticipo su une-
ventuale spizzicata e non far fare una deviazione verso la porta; de-
ve essere abile nellanticipo sia di piede che di testa. (Fig. 29)
Zona B) superficie compresa tra la fine della zona A, il limite del-
larea di porta fino allincirca alla met della linea orizzontale del-la stessa: il calciatore n. 9 che vi lavora deve essere uno dei mi-
gliori interpreti nel gioco aereo, avere personalit e coraggio ed
eccellere nel salto da fermo. (Fig. 30)
Zona C) superficie compresa dalla fine della zona B, il limite dellarea
di porta fino ad un metro circa oltre la direzione del secondo palo: il
calciatore n. 5 deve essere uno dei migliori interpreti nel gioco aereo,
avere personalit e coraggio ed eccellere nel salto da fermo. (Fig.31)
Zona D) superficie compresa dal termine della zona C fino a circa
due metri oltre la fine dellarea di porta. Essa solamente indica-
tiva, in quanto il calciatore n. 10 lavora su traiettorie anche pi
lunghe ma non meno pericolose. Deve essere uno dei migliori in-
terpreti nel gioco aereo, avere personalit e coraggio ed eccelle-re nel salto da fermo. (Fig. 32)
Zona E) superficie dellarea di porta come base che si pu anche
ampliare secondo la traiettoria: vi opera il portiere in esclusiva a
cui viene lasciato spazio sufficiente, avendo la squadra cura di
non abbassarsi troppo prima della battuta.
Nei casi di suo intervento, i calciatori n. 9 e n. 5 corrono a difesa
della porta, i calciatori n. 8 e n. 10 stringono verso di lui per pro-
teggerlo insieme ai due calciatori marcatori. (Fig. 33)
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Zona F) superficie compresa dalla fine delle zone A - B - C fino al
semicerchio dellarea di rigore: il calciatore n. 7 ha il compito di in-
tervenire direttamente su traiettorie perpendicolari al punto di bat-
tuta sia rasoterra che a parabola e si abbassa insieme agli altri sul-
le traiettorie verso la porta curando eventuali rimbalzi. (Fig. 34)
Zona G) superficie compresa dal punto di battuta alla fine della
zona dombra creata dai due calciatori in barriera n. 2 e n. 3: han-no il compito di intercettare la traiettoria non facendola passare
assolutamente al loro interno e formano un 2 vs. 2 in caso di bat-
tuta in coppia. (Fig. 35)
Calciatori marcatori n. 4 e n. 6: il loro compito principale quello
di far ricercare la palla ai cinque compagni ( n. 1 - 8 - 9 - 5 - 10)
con pi tranquillit, non devono assolutamente effettuare tratte-nute, tirate di maglia ecc. da cui potrebbero scaturire calci di ri-
gore ma solamente disturbare gli avversari nella rincorsa e riusci-
re a saltare insieme (sappiamo tutti che un calciatore abile nel
gioco aereo che arriva lanciato senza ostacolo molto pericolo-
so). (Fig. 36)
Vari tipi di battuta e traiettoria
Con la presenza di due avversari sulla palla (un destro e un sini-
stro) la posizione iniziale rimane quella prima descritta.Al momento della scelta la squadra cambia la posizione, antici-
pando labbassamento nel caso di una battuta di destro ad usci-
re o ritardandolo nel caso di una battuta di sinistro ad entrare perlasciare spazio maggiore al portiere. (Fig. 37 a-b)
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Se la traiettoria a cercare un possibile inserimento a sorpresa
nella zona A interviene il calciatore n. 8. (Fig. 43)
Battuta quasi dalla linea di fondo: posizione quasi come nei
calci dangolo con tutti i calciatori a difendere e con le varian-ti del calciatore n. 2 a formare la barriera e il n. 7 sul secondo
palo. (Fig. 44)
Battuta oltre la linea dei 25 metri: vengono mantenuti sopra la
posizione della palla due calciatori, altri due alla distanza regola-
mentare pronti per ovviare a qualsiasi possibile scelta vicina ini-ziale degli avversari, gli stessi due calciatori marcatori ad uomo,
tre calciatori a marcare le zone ed un ultimo fuori area in posi-
zione centrale. (Fig. 45)
Situazioni successive alle respinte o deviazioni
Anche nelle punizioni laterali, come nei calci dangolo, la palla
non deve cadere direttamente dalla battuta in quanto, quando
succede, si verifica una situazione di estrema difficolt.
La palla pu cadere sempre, per, in zona pericolosa anche dopo
una nostra respinta o deviazione e, conseguentemente, la squa-
dra si deve riequilibrare sulla nuova situazione, avendo sempre
presente il concetto base di difesa della porta con i dieci compo-
nenti, ma anche la possibilit del fuorigioco. Essa deve avere lo
stesso comportamento senza incertezze da diventare automatico
su tutti i tipi di respinta o deviazioni.
A differenza dei calci dangolo la possibilit di riconquista mol-
to pi elevata e quella di controgioco non sicuramente limitatasolamente a quando entra in possesso di palla il portiere.
Se la palla cade dentro larea nella zona laterale dalla parte op-
posta della battuta esce in pressione il calciatore n. 10 raddop-
piato dal n. 7, gli altri si riequilibrano liberando il pi possibile la-rea vicino alla porta salendo. (Fig. 46)
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Se la palla cade dentro o fuori area nella zona laterale dalla parte
della battuta operano per la riconquista i calciatori n. 8 - 2 - 3 od 8
- 2 contro ipotetici uno o due avversari; in questo caso pi ipotiz-
zabile una riconquista senza possibilit di controgioco. (Fig. 47)
Se la palla cade dentro larea nella zona centrale agisce il calcia-tore n. 7 o i calciatori n. 7 e n. 3 a seconda del numero in barrie-
si riequilibrano liberando il pi possibile larea vicino alla portasalendo. (Fig. 49)
ra: nel secondo caso molto pi probabile una riconquista con
successivo controgioco. (Fig. 48 a-b)
Se la palla cade fuori area nella zona laterale dalla parte opposta
alla battuta esce in pressione il calciatore n. 10 raddoppiato dal
n. 7 con i calciatori n. 3 e n. 2 che scalano centralmente; gli altri
Se la palla cade fuori area nella zona centrale fino ai 25 metri cir-
ca escono in pressione i calciatori n. 7 e n. 3 con tutta la squadra
che sale in ampiezza per impedire entrate dallesterno. (Fig. 50)
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Se la palla cade fuori area nella zone laterali fino ai 25 metri cir-
ca escono in pressione i calciatori n. 2 e n. 3 dalla parte della bat-
tuta o i calciatori n. 7 e n. 10 dalla parte opposta con tutta la
squadra che sale in ampiezza per impedire entrate dallesterno ri-
cercando con forza anche la riconquista che, se riuscita, pu crea-
re una situazione importante di controgioco. (Fig. 51)
Se la palla cade fuori area sia nella zona centrale che in quelle la-
terali oltre i 25 metri pu riconquistare la palla e tenerla il calcia-
tore n. 11 o pu essere il primo ad andare in pressione raddop-piato a seconda della zona di campo dai calciatori n. 2 - 3 - 7 con
tutta la squadra che sale fino ai sedici metri in ampiezza per im-
pedire entrate dallesterno ricercando anche in questi casi la ri-
conquista. (Fig. 52).
I due calciatori marcatori (n. 4 e n. 6) dopo la respinta non conti-
nueranno il loro compito di controllo individuale in quanto sali-
ranno insieme a tutti gli altri per pulire la zona di campo vicina
alla porta sapendo anche che i loro controllati sono i meno abilinel rientrare in gioco.
PUNIZIONI CENTRALI
Indico con questo termine tutte le palle inattive che vengono battu-
te nello spazio formato dalle linee longitudinali dellarea fino ai 25
- 30 metri circa dalla porta: ovvio che in queste situazioni vi sia una
dose ancora maggiore di pericolosit, perch ci sono sempre pi
specialisti che sanno imprimere alla palla delle traiettorie impreve-
dibili (laspetto da far notare che anche nelle categorie pi basse
vi sempre qualcuno in possesso di queste doti) e lorganizzazione
di schemi collettivi a cui tutti dedicano del tempo. Per ovviare a tut-
to questo dobbiamo avere ancora una maggiore organizzazione di-fensiva con compiti di barriera e di copertura degli spazi. Soluzione
adottata: zona totale con tutti i dieci giocatori che partono da posi-
zioni predeterminate per occupare uno spazio.Viene scelta perch a
differenza delle altre palle inattive gi analizzate, i migliori interpre-
ti sono certamente alla battuta ed anche perch una o due marca-
ture ad uomo potrebbero, per abilit tattica degli avversari, sposta-
re nostri calciatori in zone di campo non produttive.Vi flessibilit
sui compiti affidati secondo la distanza della palla dalla porta sia
centrale che laterale e dalle qualit degli avversari sulla battuta.
Battute dallo spazio formato dalle linee longitudinali
dellarea di porta
Una barriera di quattro calciatori tra i pi alti copre la porta a par-
tire dal primo palo del punto di battuta, si comporta come fosse un
solo calciatore, capisce dal tipo di rincorsa del calciante se saltare
in presenza di una soluzione a parabola od avanzare in presenza di
una soluzione di forza; in caso di tocco laterale esegue uno sposta-
mento in diagonale per poter coprire lo stesso spazio di porta.
Unaltra piccola barriera di due calciatori copre il secondo palo per
liberare il proprio portiere dalla psicosi del goal sul proprio palo
(quanti ne vediamo cos!), con conseguente piazzamento pi cen-
trale e maggiori possibilit di intervento sullaltro; in caso di tocco
laterale il primo nellinterno attacca la palla (deve essere rapido e
avere coraggio) ed il secondo rimane a difesa dello spazio; svolgo-
no anche compiti di copertura spazio dove potrebbero essere ricer-
cati schemi con scambi. Tre calciatori piazzati di fianco alla secon-
da barriera difendono gli spazi dietro a loro. Un calciatore ha il
compito di scegliere la posizione pi opportuna al momento: puessere di fianco alla prima barriera per difendere lo spazio dietro,
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oppure attaccato ad essa come primo in presenza di un abile inter-
prete nel calciare di taglio, oppure di fianco al punto di battuta per
attaccare la palla dopo un passaggio, oppure insieme agli altri tre
nello spazio di fianco alla seconda barriera. (Fig. 53)
Comportamento dopo la battuta
I calciatori n. 4 - 6 - 2 hanno il compito di andare in protezione del
portiere, non facendosi oltrepassare dagli avversari. Il calciatore n.7
rimane a difendere lo spazio di partenza. Il calciatore n. 11, se piaz-
zato di fianco alla prima barriera, va in protezione del portiere dallaparte della battuta; se piazzato insieme ai calciatori n. 4 - 6 - 2 ri-
mane a difendere lo spazio di partenza; se fuori area rimane a di-
fendere quello spazio. Il calciatore n. 3, se uscito per attaccare, ri-
mane a difendere lo spazio fuori area; se in barriera difende lo spa-
zio dietro la prima barriera. I calciatori n.8 - 5 - 9 - 10 si slegano dal
blocco unico appena passata la palla: i primi componenti n. 8 e n.5,
specialmente senza la presenza in quello spazio del n. 11, difendo-
no lo spazio verso il portiere ed i n. 9 e n. 10 rimangono a difende-
re lo spazio di partenza. (Fig. 54a diretta e fig. 54b indiretta)
Battute dallo spazio formato dalle linee longitudinali
dellarea di porta fino a quelle dellarea di rigore
Sono situazioni in cui non vi mai sicurezza se verr cercata una
conclusione diretta, anche con battuta in coppia, oppure una so-
luzione diversa con cross o schemi.
La flessibilit di cui parlavo diventa componente essenziale in
questi frangenti ( nella preparazione di ogni gara, avendo cono-
scenza degli avversari, che viene stabilito il comportamento da
tenere, se far prevalere lattenzione sulla barriera con conseguen-
te maggior numero di componenti in presenza di un grosso spe-
cialista nella battuta diretta, oppure sulle traiettorie in area, op-pure nel marcare lo spazio).
Viene rappresentata lorganizzazione pi frequente:
- una barriera di tre calciatori con due tra i pi alti copre la porta
a partire dal primo palo del punto di battuta e si comporta co-
me nelle punizioni pi centrali (fig. 53);
- un altro calciatore copre il secondo palo della porta, in caso
di tocco laterale attacca la palla e svolge anche compiti di co-
pertura spazio dove potrebbero essere ricercati schemi conscambi;
- quattro calciatori allinterno dellarea difendono lo spazio, cer-
cano la palla se viene effettuato un cross con movimento in
avanti e in diagonale;
- un calciatore nellinterno del campo parallelo alla palla per im-
pedire un passaggio orizzontale per una conclusione libera;
- un ultimo calciatore sceglie la posizione pi opportuna al mo-
mento: potr essere di fianco alla prima barriera per difendere
lo spazio dietro, oppure attaccato ad essa come primo in pre-
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senza di un abile interprete nel calciare di taglio, oppure insie-
me ai quattro allinterno dellarea. (Fig. 55)
Comportamento dopo la battuta nel caso di conclusio-
ne diretta
I calciatori n. 4 - 6 - 2 - 9 hanno il compito di andare in prote-
zione del portiere. Il calciatore n. 7 retrocede a difendere lo
spazio dietro la barriera. Il calciatore n. 3, se piazzato di fian-
co alla barriera, va in protezione del portiere dalla parte dellabattuta, se piazzato insieme ai calciatori n. 4 - 6 - 2 - 9 rima-
ne a difendere lo spazio di partenza. Il calciatore n. 11 retro-
cede a difendere lo spazio al limite dellarea insieme al n. 3 o
da solo. I calciatori n. 8 - 5 - 10 si slegano dal blocco unico ap-
pena passata la palla, i primi componenti n. 8 e n. 5, special-
mente senza la presenza in quello spazio del n. 3, difendono lo
spazio verso il portiere ed il n. 10 rimane a difendere lo spazio
di partenza. (Fig. 56a senza tocco laterale e fig. 56b con tocco
laterale)
Comportamento dopo la battuta nel caso di traiettoria
sia a rientrare che ad uscire alla ricerca di una conclu-
sione aerea
I calciatori n. 4 - 6 - 2 - 9 cercano la palla nello spazio assegnato
ad ognuno modificando la posizione di partenza in conseguenza
che a calciare vi sia un destro o un sinistro. Il calciatore n. 7 re-
trocede a difendere lo spazio centrale davanti la porta ed in caso
di schema sopra la barriera difende lo spazio dietro la stessa. Il
calciatore n. 3, se piazzato di fianco alla barriera, va in protezio-
ne della porta dalla parte della battuta; se piazzato insieme ai cal-
ciatori n. 4 - 6 - 2 - 9 rimane a difendere lo spazio di partenza. Ilcalciatore n. 11 retrocede a difendere lo spazio al limite dellarea
insieme al n. 3 o da solo. I calciatori n. 8 - 5 - 10 si slegano dal
blocco unico appena passata la palla e, specialmente senza la
presenza in quello spazio del n. 3, difendono lo spazio verso la
porta. (Fig. 57)
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TECNICO-TATTICA
LA RIMESSA LATERALE
una situazione di gioco abbastanza frequente cui riservata
una sempre maggiore attenzione dal punto di vista tattico in fa-
se di possesso specialmente nella zona di campo degli ultimi 25-
30 metri e, conseguentemente, come per le altre, necessario
avere una eccellente organizzazione.
Occorre fare una distinzione a seconda della zona di campo dal-
la quale verranno effettuate.
Sistema di riferimento 3:4:1:2
Battute dai nostri ultimi 30 metri:
la squadra si dispone con tutti gli elementi per ridurre tempo e
spazio a chi entra in possesso palla senza concedere zone libere,
ricercando anche la possibilit di un eventuale contropiede, po-
tendo trovare la difesa avversaria in equilibrio precario. (Fig. 58)
Nel caso di battuta lunga verso il centro dellarea (molto fre-
quente) vi sar un cambiamento di posizioni con maggiore densi-
t verso la porta, non disdegnando di ingabbiare con compiti pre-fissati i destinatari (facilmente identificabili in questi casi); sar
pi difficile dopo la riconquista trovare la difesa avversaria in
equilibrio precario. (Fig. 59)
Battute nei 50 metri centrali:
la squadra attua una fase di non possesso equilibrata, con la mar-
catura degli appoggi vicini al punto di battuta, ma senza esaspe-
rare laccorciamento degli spazi
portando diversi calciatori vicini
alla zona palla, mantenendo sem-
pre una linea di copertura,avendo
presente il rischio, nel caso di
mancato successo nella riconqui-
sta, data la distanza elevata dalla
propria porta, della profondit. In
quelle dalla nostra met campo,
essendovi meno distanza dalla
propria porta con il portiere che
ha maggiori probabilit di inter-vento, pu rischiare qualcosa con
le linee pi vicine. (Fig. 60)
Nel caso di battuta lunga vi sar un cambiamento di posizioni
marcando ad uomo i destinatari.
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Battute dai loro ultimi 30
metri:
una situazione nella quale gli
avversari in possesso si sentono
in difficolt se pressati e, pertan-
to, la squadra attua un accorcia-
mento nella zona palla per sen-
za esasperare, consapevole di
avere, tanto pi ci avviciniamo al-
la linea di fondo, come minimo,
lultima linea molto distante econ la probabilit molto alta di
dover tentare la riconquista nel
gioco aereo lungo la linea laterale. (Fig. 61)
Nel caso di battuta lunga vi sar un cambiamento di posizioni
marcando ad uomo i destinatari.
RINVIO DAL FONDO
Pu essere effettuato con una battuta corta per iniziare lo sviluppo
della manovra con i propri difensori o con un calcio profondo teso
a superare una o pi linee dello schieramento avversario, cercando
di allungarne o deviarne la traiettoria per trovare profondit.
La squadra pronta ad affrontare entrambe le situazioni vo-
lendo essere protagonista nella scelta: nel caso di avversari
bravi nel partire da dietro, cerca di impedirlo affidando il com-
pito di alzarsi ai tre attaccanti con gli altri che si dispongono,
pronti alla successiva battuta
lunga con il miglior saltatore che
cerca la palla, i difensori che
scappano per impedire la pro-
fondit e gli altri pronti sui rim-
balzi; (Fig. 62)
nel caso di avversari meno bravi
nel partire da dietro la squadra cer-
ca di invitarli a farlo, affidando il
compito a tutti di abbassarsi prima
della battuta e successivamente di
alzarsi per mettere pressione sulpossessore di palla. Oppure, nello
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TECNICO-TATTICA
stesso caso di calcio lungo, ha gi
vicini gli attaccanti pronti a ricerca-
re la profondit. (Fig. 63)
CALCIO DINIZIO
Pu essere effettuato giocando
indietro anche fino sullultima li-
nea per mantenerne il possesso,
oppure subito in profondit sul-
lesterno, oppure sempre giocan-do indietro ma con lo scopo di
trovare subito profondit, gene-
ralmente, ma non sempre, anche
questo sullesterno.
La squadra non si fa attrarre dal
gioco indietro, essendo consape-
vole di poter essere sorpresa da
un lancio dietro le spalle, per,
volendo mandare un segnale agli
avversari, con i tre attaccanti
svolge unazione di pressione,
aggredendo in maniera esaspe-
rata la palla e rimanendo tran-
quillamente con gli altri sette
calciatori pronti alla riconquista.
(Fig. 65)
CALCIO DI RIGORE
lunica situazione di palla inattiva diversa da tutte le altre con il
solo portiere in azione in partenza ed il resto della squadra in at-
tesa di un suo miracolo con solo una piccola parte, nemmeno
troppo attenta, piazzata al limite dellarea con il compito di aiu-
tarlo su una eventuale respinta dello stesso o dei pali per impe-
dire agli avversari di ribattere a rete.
Credo che, invece,anche questa situazione particolare necessiti di
unorganizzazione con compiti assegnati ben precisi (va assoluta-
mente impedita una rete successiva ad una respinta).Il portiere parte da una condizione psicologica favorevole; perci,
anche da parte del suo preparatore, non credo debbano essergli
date indicazioni particolari.
Sei calciatori (difensori e centrocampisti) partendo da fuori area,
come da regolamento, successivamente alla battuta, aiutati in par-
tenza con blocchi dagli altri quattro calciatori, corrono, opportuna-
mente scaglionati, verso larea piccola alla ricerca della respinta.
Quattro calciatori, dopo aver effettuato il compito sopra indicato,
scaglionati, marcano lo spazio dellarea dietro le spalle dei com-
pagni per ovviare ad eventuali respinte che li oltrepassino. (Fig.66 e fig. 67 dopo respinta)
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Quando e come allenarle
Credo sia necessario iniziare subito dal periodo preparatorio pre-
campionato, prima alla lavagna nello spogliatoio e poi in campo,
ed in quei primi momenti che vengono fuori in maniera inequi-vocabile le caratteristiche caratteriali, di acrobazia, le abitudini
consolidate ecc. dei calciatori da cui attingere per raggiungere ci
che si cerca.
naturalmente in questo periodo che viene dedicato il maggior
tempo,praticamente una quota giornaliera, alla cura di queste si-
tuazioni, naturalmente abbinate a quelle attive.
Durante la stagione agonistica, con gara alla domenica, solita-
mente vengono allenate il mercoled con 15 circa di partite a te-
ma, il gioved applicate in partita, il venerd od il sabato per circa
20 sempre in 22 calciatori, sia sulla prima battuta che sulla se-
conda, per creare situazioni reali da gara inserendoci anche ri-
partenze ecc.
CONCLUSIONI
I dati statistici relativi alla mia ormai lunga esperienza mi conforta-
no, in quanto lincidenza delle reti subite dalle squadre da me alle-
nate su azioni derivanti da palla inattiva stata molto bassa,di me-
dia sei-sette per annata calcistica. Ci sicuramente dipeso dallafortuna di avere guidato per la maggior parte degli anni organici
abbastanza forti per le categorie di appartenenza e, conseguente-
mente, aver avuto una media reti subite generale molto bassa; ma
penso sia dovuto anche dallorganizzazione data, a seguito di tan-
to tempo impiegato allo scopo nelle varie sedute di allenamento.
Nonostante questi soddisfacenti risultati credo sia importantenon fossilizzarsi sulle proprie idee, mettersi in discussione, avere
capacit di autocritica e di andare sempre alla ricerca di ulteriori
novit vedendo, ascoltando, anche copiando, per essere aggior-
nati in continuazione ed elevare, per quanto possibile, il proprio
livello di professionalit.
Un ringraziamento finale ai tanti calciatori avuti alle dipendenze,
veri uomini non solo bravi come giocatori ma anche intelligenti,
altruisti, disponibili che mi hanno aiutato nella gestione ordinaria
sopportando, in tante occasioni, i miei molteplici difetti e che mi
hanno anche convinto a modificare alcune scelte, da anni immu-
tabili, con acute osservazioni e dimostrazioni.
BIBLIOGRAFIA
- Appunti tratti dalle lezioni di Tecnica calcistica di Franco Fer-
rari durante il Corso Master 2005-2006
- F. Ferrari Elementi di tattica calcistica Vol. 1 - 2001 (Ediz. Cor-
rere Milano)
- Il Notiziario del Settore Tecnico - vari numeri- Il Nuovo Calcio - vari numeri