Fascino, simpatia e professionalità · il poeta-musicista brasiliano Vinicius de Moraes, si scusa...

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La rivista del benessere globale Periodico bimestrale numero 4 - anno 5 Luglio - Agosto 2013 Salute Benessere Cultura Società Ambiente Fashion Design Sport Fascino, simpatia e professionalità

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La r i v is ta de l benessere g loba lePeriodico bimestrale numero 4 - anno 5 Luglio - Agosto 2013

Salute Benessere Cultura Società Ambiente Fashion Design Sport

Fascino, simpatia e professionalità

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Sommario

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IN COPERTINALuca Capuano 4

ECCELLENZE ITALIANEPier Antonio Bacci 6

L’INTERVISTADott. Nilo Arcudi 8

SALUTE, BELLEZZA E BENESSEREBirra 10Essere belli 12Adolescenza e alcool 16La Radiocavitazione 18Ragù vegano 24

CULTURA E SOCIETÀRicordare Carlo Gesualdo 26La metamorfosi del C.O.N.I: 28Prestigioso incarico per Luigi Bertini 30Il caso del Ministro 32Bellezza e benessere tra i gioielli d'Italia 36Alla scoperta di Monte Acuto 38Castello di Spessa 40

SPETTACOLO E INTRATTENIMENTOCasting e provini 42

SPAZIO APERTODIRITTO E TUTELA DEL CITTADINOL'associazione in partecipazione 44

TURISMOA sorpresa Winnipeg 46Tel Aviv Museum of Art 50

AMBIENTE ED ECOSOSTENIBILITÀElif Bilgin e le bucce di banana 52

DESIGNDalle spa al beach style 54

MODAOcchiali da hot summer 56

SPORTIntervista al coach Fabio Bovari 60Il Perugia Calcio negli anni... 64

HI TECHSicurezza? Un'app che riconosce il tuo volto 70

EVENTI55° Biennale di Venezia 72Creatures Studios 78

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6REDAZIONALI PUBBLICITARIEutonia pag. 22Farmacia Le Fornaci pag. 14 Ju-Jitsu Massimo Bistocchi pag. 60 Officina Ortopedica Semidoro - Villa Cecilia pag. 68

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Periodico bimestrale Iscr. Trib. di Montepulciano n. 321 13/05/2009

DirettoreResponsabile

MassimoPoggioni

Direttore ResponsabileMassimo PoggioniDirettore EditorialeG. Laura AscioneResp. ComunicazioneFrancesco PatitiPer la pubblicità Roma e LazioAngelo Mangione+39 340 8215137

Edito da Wealth Planet PerugiaPresidente Massimo PatitiCoord. Sez. Cult. Scien. Ed.leAvv. Maria SiniscalcoStampa Tipografia Pontefelcino

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Si ringraziano tutti i collaboratori

DirettoreEditoriale

G.LauraAscione

Week end in … sbornia

Mai così tanti i giovani sedotti dall’alcool, soprattutto negli under 18 si registra un record in questa cattiva abitudine: quattro bicchieri e mezzo i maschi, inaspettatamente sei le femmine. Aumentano di pari passo i “policonsumatori”, coloro cioè che in una sola serata bevono birra, whisky, gin e tequila, senza disdegnare il vino, che torna di moda nello sballo del sabato sera, scelto soprattutto dalle giovanissime. Personalmente ritengo che sia inutile e sbagliato proibire o criminalizzare ma credo sia piuttosto importante la funzione di informare, aumentando la consapevolezza sull’importanza di questo tema ed invitare tutti ad una maggiore responsabilità personale. Ricordando che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica l’alcol fra le droghe, giuridicamente legale, ma comunque una sostanza molto tossica per la cellula epatica, più di molte droghe illegali, ed è causa di una dipendenza il cui grado è superiore rispetto alle droghe più conosciute. Come tutte le droghe anche l’alcol ha un potere psicoattivo, è in grado cioè di modificare il funzionamento del cervello, la sua assunzione protratta nel tempo induce assuefazione e può nel tempo instaurarsi un legame specifico che condiziona negativamente lo stile di vita della persona che ne fa uso, mettendone a rischio la salute fisica, psichica e il rapporto famiglia-società.

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Nascere in una città come Napoli quanto ha influenzato la tua crescita sia come uomo che come attore?Napoli  ti  forgia  e  ti  fortifica  sicuramente  più  di  una  città tranquilla e semplice. A me è andata bene perché sono cresciuto in un ambiente che mi ha dato tanto come persona e anche artisticamente. Napoli è in grande fermento artistico, lo  è  sempre  stata  e  lo  è  ancora.  L'influenza  familiare  è sicuramente importante, ma determinante è stato saper scegliere le amicizie giuste e avere una personalità forte e determinata nel voler restare una persona vera e pulita.Quanto sei legato alla tua città e alla tua famiglia di origine?Così tanto che mio figlio Matteo, nonostante vivessi a Torino, ho deciso di farlo nascere a Napoli, stessa cosa con il secondogenito Leonardo. Oltretutto ho una famiglia numerosa e la fortuna di avere con me i miei nonni e questo mi porta a tornare ogni volta che mi è possibile, proprio perché sento questo grande legame con tutto ciò che ho creato a Napoli, anche se professionalmente sono cresciuto lontano da Lei. Purtroppo l'unica grande e importante amicizia che ho è a Torino, ma non riesco mai a portarla via con me nei luoghi dove vado a vivere.Essere un sex symbol ti ha mai penalizzato?Sex symbol per me è un parolone. Sono contro queste etichette, anche se non posso negare che la bella presenza mi abbia aiutato nella vita, ma credo che valga un po' per tutti. Sono convinto che il bello e basta non serva a nulla, parlo anche per me, se non è accompagnata dalla capacità di sapersi porre verso gli altri con educazione e intelligenza. Nel lavoro non credo sia un limite, anzi lo spero, non vorrei che mi precludesse degli spazi per entrare nel mondo del grande schermo. Una provocazione la mia dato che grande desiderio sarebbe poter veder lavorare attori nuovi di grande bravura e professionalità uscendo così da questo circolo vizioso legato anche alla presentazione di progetti che vengono presi in considerazione solo se gli interpreti sono volti già noti al grande pubblico.Bellezza e benessere, quali sono le tue priorità?Benessere, perché è quello che ti porta alla bellezza, e non è un luogo comune. Per me benessere è una bella corsa in montagna proprio come oggi, è fare sport, stare a contatto con l'acqua che ritengo il mio elemento e chi nasce vicino al mare mi può capire, pasteggiare con gli amici, poter giocare con i miei figli.A breve ti rivedremo nella fiction, Le tre rose di Eva 2.Una  gran  bella  sfida,  legata  anche  alla  crisi  che  stiamo attraversando. Facciamo parte di un sistema produttivo che vuole garantire lavoro alle maestranza e si impegna ad abbattere i costi girando quattordici puntate in soli tre mesi e mezzo, il che può sembrare una follia. Con questa nuova serie andremo ad occupare una fascia molto impegnativa con un prodotto di qualità lavorato da grandi professionisti che in tempi così stretti di lavorazione sono riusciti a dare il meglio di se grazie al grande aiuto degli sceneggiatori che non hanno mai perso di vista il personaggio, rendendo la

fiction  scorrevole,  senza  scene di  passaggio o momenti  di relax, tenendo sempre viva l'attenzione.La passione che contraddistingue il tuo personaggio, Edoardo Monforte, nelle "Le tre rose di Eva" è anche parte integrante anche della tua personalità?La grande passione nel bene e nel male, fa parte dello spirito napoletano, fatta anche di estremi. Sicuramente ho portato anche del mio nel personaggio di Edoardo, certo non arrivo a fare ciò che ha fatto o farà Lui che sperimenta l'amore in  tutta  la  sua  vastità.  Lo  vedremo  pronto  a  sacrificare  la propria vita ma allo stesso tempo anche disposto ad uccidere per amore, sempre con Aurora suo angelo e demone. Non mancheranno colpi di scena e inseguimenti da cardiopalmo. Ci saranno molti casi da risolvere, svariati intrecci e l'ingresso di nuovi personaggi. Questa volta Edoardo, sempre perno della storia, si mostra, forse, il meno egoista dei personaggi, dimostra di conoscere perfettamente l'animo umano anche se questa capacità gli da la destrezza di saper sempre dove colpire. Nella vita non sono così, anche riconoscendomi la capacità di essere un buon osservatore.Lavorare sul set è un esperienza che aiuta anche nella vita?Penso che sia la vita un esperienza che ti aiuta sul set che comunque ti insegna ad esplorare altre caratteriste umane, perché devi entrare nel personaggio, capire e in quel momento essere Lui. Spesso nella vita, per deformazione professionale, ci capita quasi di sdoppiarci ed osservarci anche in momenti in cui si soffre e piange. Avviene inconsciamente e ti scopri ad osservarti mentre vivi un emozione per poi poterla riportare sul set. Lì poi diventa importante lasciarsi andare, anche se qualche volta ci si aiuta con mezzi tecnici, fondamentale è provare tu stesso quell'emozione in modo tale da riuscire a coinvolgere nella storia il pubblico che ti segue.

Luca Capuano nasce il 7 Marzo 1977 a Napoli, ha un carattere solare e un animo sincero e leale. All'età di 23 anni si trasferisce a Roma e inizia la sua formazione artistica, debuttando poco dopo come attore prima in teatro, poi al cinema ed in televisione. Dal 2008 al 2012 si trasferisce a Torino per interpretare uno dei primi personaggi, Adriano Riva, che lo renderanno celebre al pubblico del piccolo schermo. Oggi vive a Roma.

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In copertina In copertina

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Cosa intende per Bellezza?Nella sua scala dei valori, Platone mette la bellezza al secondo posto, fra la salute e la fortuna. Una bellezza che molti filosofi hanno cercato di definire, ma che sfugge continuamente per non farsi limitare entro il confine di una frase. Il filoso scozzese David Hume la considera un’esperienza personale che sta negli occhi di chi guarda, il poeta-musicista brasiliano Vinicius de Moraes, si scusa con i brutti, “poiché la bellezza è fondamentale, un dono divino”, mentre Ugo Foscolo la considera emozione fonte di armonia. Anche per me la bellezza è proporzione ed emozione, che occorre vivere e percepire, senza cercare di darle una definizione.

Oggi è però importante essere belli?Certamente essere belli è quasi diventato un lusso necessario e talvolta il sentirsi belli è più importante del sentirsi bene. Ciascuno ha il diritto/dovere di proteggere la propria salute e trovare il proprio bello, perché anche la vanità, quando non significa mito, ma cura del corpo, sa stimolare quell’entusiasmo utile per dare agli altri il meglio di noi stessi.

E’ quindi giusto ricorrere al chirurgo estetico?Aumentare il volume del seno, correggere un inestetico naso o migliorare il contorno delle labbra per ricercare una parte di bellezza con il bisturi non è peccato, anzi spesso favorisce equilibrio e sorriso. La ricerca della bellezza ha sempre rappresentato il tentativo atavico di armonizzare l’ego con il mondo esteriore, la musica e l’arte ne sono le maggiori testimonianze, e quando apparire ed essere lavorano in sinergia, certamente i traguardi diventano infiniti. I trattamenti cosiddetti estetici rappresentano quasi sempre veri momenti di medicina preventiva, dato che gli inestetismi sono spesso iniziali alterazioni di future patologie, basta pensare alla cellulite, ai capillari o alle rughe. E’ solo l’eccesso che deve essere combattutto.

Per il quarto anno ha ricevuto l’incarico di direttore scientifico per il Roma International Estetica alla Fiera di Roma, qual è il suo obiettivo?Se opportunamente formata, anche l’estetista può diventare una sentinella dello stato di salute dei cittadini, in una vera sinergia con gli operatori sanitari. L’attuale società si sta

trasformando e sempre più occorre avere cura del corpo e fare prevenzione. Non solo, pensiamo ai problemi delle donne che hanno avuto tumori al seno. Ciascuna di loro deve tornare a vivere con la sua femminilità, per questo occorre lavorare con la stessa professionalità sia nella fase preventiva che nel momento chirurgico o in quello riabilitativo-estetico. La persona umana sempre deve stare al centro ed anche eventi scientifici o fieristici possono divenire importanti momenti d’incontro e di formazione.

Lei è considerato pioniere nella chirurgia estetica mini invasiva con i fili di sostegno, di cosa si tratta?Con questo termine s’intende la possibilità di riposizionare i tessuti evitando lunghe cicatrici, scollamenti tessutali ed effetti collaterali importanti. Si usano piccolissime incisioni e minuscoli fili chirurgici che hanno delle spine che sorreggono i tessuti e che sono introdotti con un semplice ago. E’ una strategia nata circa 15 anni fa e che oggi si è evoluta e diffusa nel mondo con ottimi risultati, soprattutto per

Bellezza è LibertàIl ruolo dell’estetica nella società che cambia

Direttore Scientifico nella Nuova Fiera di Roma per il Roma International Estetica.

Pier Antonio Bacci vive ad Arezzo.Specialista in Malattie Vascolari e Chirurgia. Già Professore a contratto di Chirurgia Estetica nell’Università di Siena, è docente di Medicina Estetica nell’Università di Barcellona, Pavia, Siena e Parma.Membro della Società Italiana di Chirurgia Plastica.Flebologo esperto ed opinion leader nella chirurgia estetica mini invasiva del volto e del corpo.

Pier Antonio Bacci

ringiovanire il volto e dare armonia ai glutei, ma nei casi più avanzati c’è sempre la chirurgia plastica tradizionale.

Quindi nessuno vuole più invecchiare?Per rallentare la via dell’invecchiamento oggi si può fare molto, ma il passare degli anni è vissuto sempre con ansia, anche se Coco Chanel afferma: “io amo la vecchiaia perché si finisce di essere qualcosa per divenire qualcuno”, sono belle parole che ricordano a tutti che la vita è bella anche quando è sera.

“io amo la vecchiaia perché si finisce di essere qualcosa per divenire qualcuno”

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Nell’ottica del benessere del bambino, dell’adulto e dell’anziano, quali sono state le iniziative promosse da parte del Comune in questa prima parte 2013 e quante verranno promosse nella seconda metà dell’anno?Per quanto riguarda la gestione degli anziani con particolare riferimento a quelli che purtroppo stanno male: c’è un progetto del Comune che riguarda la costruzione di nuove strutture o altre iniziative per far fronte alla difficile gestione a cui moltissime famiglie vanno incontro tutti i giorni?L’Amministrazione comunale, da anni, ha attivato una solida e articolata rete di servizi a beneficio di bambini, anziani e famiglie. Una rete strutturata che funziona tutto l’anno e che va dall’assistenza nelle scuole al bambino disabile, alla protezione sociale e tutela dei bambini, all’assistenza agli anziani (uno dei progetti è la consegna dei pasti a tariffe agevolate direttamente a casa). Il Comune di Perugia, nonostante i tagli ai trasferimenti agli enti locali, le ristrette risorse economiche ha deciso di non arretrare sui servizi che  sono un fiore all’occhiello di questa città.  La  scelta è stata quella di mantenere l’attuale livello di offerta della rete dei  servizi  sociali  e  socio-sanitari  esistenti,  introducendo dove  possibile  alcune  innovazioni.  Tra  queste,  il  progetto P.I.U.M.A contro gli abusi sui minorenni; il protocollo d’intesa fra Amministrazione comunale e Caritas diocesana, alleate per contrastare le difficoltà economiche indotte dalla crisi, per coordinare e rendere più efficienti e mirati gli interventi finora messi in campo, per fare fronte comune a salvaguardia della coesione sociale e in particolare a tutela delle fasce di popolazione più a rischio di povertà ed emarginazione;

e ancora, l’attuazione di misure regionali per la famiglia e progetti europei in tema di politiche giovanili.

Per quanto riguarda la bellezza ed il benessere della città:Nella rivalutazione del centro storico c’è un progetto che riguarda lo storico “mercato coperto”?Il Mercato coperto deve tornare a svolgere una funzione strategica per il centro storico, deve prevedere al suo interno un mix di funzioni e il progetto che l’Amministrazione comunale aveva approvato andava proprio in questa direzione. Purtroppo, il mutato scenario economico, nazionale e mondiale, non ha consentito che la progettazione venisse portata avanti dai privati. Al momento, sono in corso verifiche  e  confronti  con  nuovi  soggetti  che  potrebbero essere interessati al progetto di rilancio di questa parte di città.

Cosa consiglia a chi guardando indietro, anche di pochi anni, vede Perugia un oasi felice e invece oggi, ogni mattina deve fare i conti con una sorta di bollettino di guerra?Ogni epoca, ogni periodo storico ha avuto i suoi momenti felici e quelli negativi. Oggi, certamente stiamo vivendo una fase complessa, difficile, sotto tutti i profili: economica, occupazionale, sociale, politica, persino di valori. Perugia, in questo quadro negativo, ha cercato di mantenere un punto fermo: la coesione sociale. Ha attuato politiche di aggregazione, di rilancio dei quartieri, di rivitalizzazione della città. Ha continuato a investire e i cantieri aperti ne sono un esempio. Penso a Via Fabretti, un’opera articolata,

attesa da decenni, che questa Amministrazione ha voluto realizzare e su cui sono state investite risorse per circa 700 mila euro, metà delle quali a carico delle istituzioni, il restante delle società concessionarie; alla rotatoria di Madonna Alta, per 260 mila euro; il sottopasso di San Martino in Campo per 70.000 euro; la rotatoria di Via Adriatica a Ponte San Giovani per oltre 1 milione di euro. Sono alcuni esempi di come il Comune di Perugia, nonostante i tagli del governo, il Patto di Stabilità, la esiguità di risorse, abbia continuato a investire, in una visione dinamica, e non statica, della città. Questo per dire che fermarsi a guardare il passato senza una prospettiva futura serve a ben poco. Perugia conserva quella sua capacità di valorizzare la sua parte più antica, le sue tradizioni, la sua identità, la sua storia, in una ottica moderna e innovativa. In un delicato equilibrio fra passato, presente e futuro. Questa città era altro da quella che viviamo oggi. Indubbiamente. Ma lo è, come lo sono tutte le altre città d’Italia, d’Europa, del mondo. Con un distinguo: l’identità e l’essenza di questa città aperta, accogliente, internazionale, vocata alla pace non sono mutate, anzi, semmai rafforzate.Il punto: la criminalità. E’ un fatto di Perugia, ma non esclusivo. Chiaramente, i problemi esistono, li stiamo affrontando con una serie di misure. Prima di tutto, li abbiamo denunciati apertamente, abbiano coinvolto lo Stato e abbiamo fatto passi fondamentali per combattere e contrastare droga, prostituzione e tutto ciò che questi fenomeni portano con sè. Dallo Stato abbiamo ottenuto l’attenzione necessaria a cambiare rotta. Un passaggio chiave è stato la presenza del Ministro Cancellieri a Perugia che ha determinato due benefici  immediati: una presenza vistosa e stabile delle forze dell’ordine in centro; l’arrivo del Reparto prevenzione crimini. Ma c’è un terzo elemento, frutto di quell’impegno istituzionale che abbiamo profuso per contrastare la criminalità a Perugia, che è l’apertura del presidio di Via Bartolo. Da parte nostra, continueremo a pretendere sicurezza dallo Stato e proseguiremo nella strategia, che si è dimostrata vincente, di valorizzazione delle risorse di Perugia, di quelle energie positive che unite alle strategie del Comune possono determinare il cambiamento. Mi riferisco al mondo del sociale e della cultura, delle associazioni dei residenti. Abbiamo  istituito  anche  un  gruppo  di  lavoro  specifico per la zona della stazione, da me coordinato, nell’ottica di garantire risposte anche a questa parte, problematica, di città. Una attenta e coordinata azione di recupero e riqualificazione in cui i temi della sicurezza, dei servizi, del decoro urbano, della vita culturale, della socialità, saranno affrontati in modo organico e coordinato.

Per quanto riguarda il benessere “intellettuale”, Perugia si è candidata come capitale della cultura per il 2019, Lei considera la cultura un capitale sul quale continuare ad investire?La cultura è un capitale su cui investire sempre, è il motore

di sviluppo per eccellenza, crea economia, civiltà, crescita. Perugia, nell’attivare la candidatura ha, di fatto, iniziato un  percorso  che  va  oltre  l’obiettivo  finale.  Un  percorso che  rompe  i  confini  comunali,  che  abbandona  la  logica del campanilismo per dare vita a un progetto Umbria, di promozione unitaria di tutto il territorio e di cooperazione fra enti e istituzioni diverse e mondo del privato.

Vorremmo un suo consiglio e un augurio per l’inizio di questo nuovo anno per quanto riguarda la nostra rivista, la nostra squadra di Pallavolo Femminile che milita nel Campionato Nazionale di Serie B1 e la collaborazione culturale con il Perugia Calcio sempre nell’ottica della promozione della bellezza e del benessere nei vari ambiti dello sport.Lo sport, assieme alla cultura, concorre alla crescita della città. L’attività sportiva, intesa non solo sotto il profilo fisico, di allenamento, è palestra di vita e veicolo di educazione, di trasmissione di quei valori sani su cui poggiano benessere e senso civico. L’avere, poi, squadre che militano nella parte alta delle classifiche non può che  riempirci di orgoglio, segno che Perugia è competitiva e capace di raggiungere risultati straordinari, grazie alla combinazione di una serie di fattori: società sportive che si impegnano per garantire l’attività, atleti che con grande professionalità, determinazione e sacrificio conseguono risultati  importanti e strutture pubbliche idonee e adeguate alla pratica sportiva (più di 100 quelle comunali messe a disposizione della comunità). L’Amministrazione comunale sostiene, da sempre lo sport, quello sano e in tutte le sue forme. Non c’è uno sport minore e uno più nobile, ma tutti, allo stesso modo, fanno di Perugia la città dello sport e concorrono a proiettare Perugia nel mondo. A Wealth Planet l’augurio di continuare a cogliere l’essenza della vita e di questa città, di scorgere i punti di forza, le risorse, il patrimonio che Perugia conserva e tramanda da secoli.

Intervista al Vicesindaco Dott. Nilo ArcudiLa bellezza ed il benessere della città di Perugia al centro dell'impegno del Vicesindaco

a cura di Mirina Hoxha

L’intervista

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Chi tra di noi ha superato i cinquanta, ricorderà sicuramente la bionda tedesca Solvi Stubing che sussurrava al pubblico di Carosello: “Chiamami Peroni sarò la tua birra”; o quello che diceva Renzo Arbore a una modella nella storica pubblicità di AssoBirra, circa trent’anni fa:”Un bicchiere di birra ha così poche calorie che lascia il peso che trova”.

La storia della birra, come quella del vino, si perde nella notte dei tempi. Forse i più immaginano che la birra sia un prodotto di origine nordica, in contrapposizione al vino che invece appartiene alla civiltà mediterranea. Invece la birra è probabilmente la prima bevanda inventata dall’uomo con la “domesticazione” dei cereali. Antichi manoscritti riportano come già nell’antico Egitto, zona di abbondanza di orzo e grano, venisse prodotta una bevanda a base di orzo fermentato, chiamata zygita. La bevanda che veniva prodotta allora era probabilmente assai diversa da quella che noi oggi chiamiamo birra: questa è infatti aromatizzata prevalentemente con il luppolo, mentre allora si utilizzavano essenze più caratteristiche delle regioni mediorientali, come spezie (chiodi di garofano, cannella, pepe) o frutti  (fichi, datteri).  Inoltre,  la mancanza di filtrazione, di selezione del lievito e del controllo del processo fermentativo, faceva della birra di allora una bevanda meno effervescente e più soggetta ad alterazioni di quanto non sia adesso. Gli Egizi attribuivano l’invenzione della birra al dio Rie; su alcuni testi è riportato di lattanti svezzati con miscele a base di birra chiara, acqua, miele, farina e orzo. Ai bambini più grandi, durante una cerimonia di iniziazione, veniva regalata una piccola anfora contenente birra che li avrebbe  accompagnati  fino  alla  sepoltura.  Sempre  gli  Egizi usavano detergere il corpo dei defunti con la birra, prima della preparazione della mummia; e la regina Cleopatra prima di suicidarsi versò per sé e per la dea Anubi una birra molto concentrata e preziosa, chiamata sà, che veniva usata solo nelle cerimonie religiose o riservata al faraone. La produzione della birra passò poi alle civiltà greche e romane, che però la tennero al secondo posto rispetto alla produzione di vino, favorendone comunque la diffusione in Europa centrale, dove trovò terreno assai fertile per il suo sviluppo. Bisognerà aspettare il Medio Evo per l’introduzione del luppolo, epoca in cui la birra ha iniziato

Gusto, forza, passione

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Birrail suo lungo viaggio occidentale, dai monasteri dove venivano conservate le ricette, fino ai pub e ai ristoranti stellati.Speziata, profumata, bionda o scura, leggera per l’estate o robusta per l’inverno, questa bevanda socializzante sta registrando nel nostro paese un sensibile e costante trend di crescita, grazie soprattutto alle garanzie di qualità rigorosamente artigianale. E questo è dimostrato come nel contesto di tagli alla spesa imposti dalla crisi, la birra è dopo l’acqua minerale la regina incontrastata della tavola degli italiani e bevanda “democratica” per il suo prezzo contenuto. Anche se la tradizione vinaria mantiene ancora il primo posto, i sommelier, che qualche decina di anni fa sarebbero inorriditi di fronte ad un abbinamento cibo e birra, oggi la accostano a piatti sofisticati in contrapposizione al vino. La birra viene sostanzialmente ricavata dall’infusione di cereali in acqua e dalla successiva fermentazione di questo infuso. Il lievito, che trasforma gli zuccheri in alcol e anidride carbonica, è il vero protagonista della produzione della birra.Un bicchiere di birra ha meno calorie di un succo di frutta; contiene vitamina B6, magnesio e potassio. Inoltre nei soggetti con diabete, la birra consumata ai pasti, grazie alla scarsa quantità di zuccheri in essa contenuti, non influisce nell’innalzamento critico dei livelli di insulina.Chi pensa che la birra sia sinonimo di omoni barbuti che tracannano boccali di birra, sbaglia notevolmente: le ultime ricerche di mercato evidenziano che in Italia chi beve birra è donna, giovane, attenta alla linea e che tiene sempre il conto delle calorie. Apprezzata dalle signore durante i pranzi e le cene fuori casa è sinonimo di convivialità, abbinata a antipasti, primi piatti freschi e leggeri, pizza o un semplice panino. La preferita è la classica leggera e “chiara” meno strutturata e meno alcolica. E’ dissetante, povera di alcol, costituita per oltre il 90% di acqua e prodotta con ingredienti che ne fanno una bevanda sana ed equilibrata. Ma attenzione: l’importante è non cedere agli eccessi. Beviamo birra, ma in modo consapevole, in armonia con i limiti del buon senso.

a cura della Dott.ssa Maria Luisa BacosiUniversità degli Studi di PerugiaBiologo Nutrizionista

Salute, Bellezza e Benessere

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La bellezza è l’insieme delle qualità percepite tramite i cinque sensi, che suscitano sensazioni piacevoli che attribuiamo a concetti, oggetti, animali o persone nell’universo osservato. Il concetto della bellezza, assieme a quello dell’apparire e della visibilità caratterizza fortemente il tempo storico che stiamo vivendo. L’attrattività diventa un fattore importante nelle relazioni con gli altri, nel lavoro, nella scuola (gli insegnanti potrebbero dedicare più attenzione agli alunni attraenti rispetto a quelli considerati meno affascinanti) e nella politica (l’essere belli aiuta a catturare consensi politici). Da studi risulta inoltre che a parità di mansione lavorativa, i belli guadagnano di più. Prima degli anni Sessanta regnava l’idea: “non è bello ciò che bello ma è bello ciò che piace”. Affermazioni di questo tipo venivano rafforzate da altre come: “la bellezza è negli occhi di chi guarda”. Tali  modi  di  dire,  in  fondo,  risultavano  tranquillizzanti  in quanto ci rassicuravano sulla nostra razionalità e sulla nostra immunità dalle ingannevoli apparenze. Peccato che queste frasi non corrispondano affatto ai risultati della ricerca psicologica. In realtà gli studi hanno dimostrato che a determinare la bellezza estetica intervengono due fattori: quelli estrinseci, legati al contesto storico culturale e quelli intrinseci, universali, indipendenti dalla cultura.E’ sui secondi che la psicologia della bellezza fonda il suo interesse. Quando si parla di fattori intrinseci, ci si riferisce ad esempio alla statura, alla conformazione dei denti, alla grandezza della pupilla, al colore dell’iride, alla presenza di occhiali, all’assenza o alla presenza di barba, alle proporzioni del volto, alla forma degli occhi, alla presenza e posizionamento di nei. Per rendersi conto di quanto l’attrattività giochi un  ruolo chiave è  sufficiente pensare a quei  casi  in  cui  essa  risulta  deficitaria.  Una  sfigurazione del volto in seguito ad un incidente o in seguito ad una malattia dermatologica può minare a fondo l’autostima e compromettere l’opportunità di avere buoni rapporti interpersonali, di trovare un partner o un lavoro. Da varie ricerche di psicologia sociale svolte negli anni ’90 risulta infatti che le persone fisicamente attraenti, rispetto a quelle giudicate “meno belle”, indipendentemente dalla fascia

di età, dal sesso e dal gruppo culturale d’appartenenza, ricevono maggior aiuto dagli altri, sono valutate in maniera più favorevole sul lavoro e hanno più probabilità di essere soddisfatte nella vita relazionale. Inoltre, queste sono spesso giudicate come più energiche, più intelligenti, più padrone di sé, più socievoli, più competenti, più buone, più gentili e più persuasive. Ciò avviene probabilmente a causa di una profezia che si auto avvera: poiché queste persone sono trattate in maniera più favorevole e poiché molti cercano la loro compagnia, le persone attraenti tendono a diventare più sicure di sé e ad avere migliori abilità sociali. Non vi è però alcun dato che dimostri che le nostre aspettative elevate inducono le persone attraenti a diventare più intelligenti ed oneste! Gli psicologi chiamano questo fenomeno “effetto alone”: una singola caratteristica, come l’avvenenza di una persona,  viene  ad  influenzare,  appunto  come  un  alone, altre sue caratteristiche e la nostra impressione risulta falsata. Una notevole bellezza, comunque, può portare con sé alcuni aspetti negativi. Per esempio, una persona attraente alla quale venga detto:<<la tua relazione è stata una meraviglia>> potrebbe chiedersi:<<Devo attribuire questo complimento alla mia relazione o al mio aspetto?>>. Questo genere di ambiguità nell’attribuzione può indurre le persone attraenti a pensare che la fonte del loro successo sia la loro bellezza, anziché le loro capacità intellettuali o di altro tipo. Inoltre, la bellezza non è una salda base per il successo, perché inevitabilmente sfiorisce. Ecco allora che molte persone ricorrono a percorsi più o meno invasivi per modificare il proprio aspetto fisico. Ognuno di noi dedica parte della giornata alla cura del proprio aspetto fisico, allo scopo di renderlo più gradevole e questo è molto giusto sia perché mostrarsi agli altri in modo curato e gradevole è anche un modo per dire che ci prendiamo cura di noi stessi e ci “vogliamo bene”, sia perché i vestiti, il trucco, la pettinatura, cioè tutti quegli elementi che fanno parte del nostro look, sono un mezzo che utilizziamo anche per comunicare con gli altri. Pertanto, avviene soventemente che al cambiamento dell’aspetto esteriore può corrispondere una rielaborazione della propria immagine. Pensiamo così alle donne e ai loro nuovi look quando attraversano grandi cambiamenti. Per esempio capita spesso che una donna dopo  il matrimonio  o  dopo  la  nascita  di  un  figlio  tagli  i capelli, oppure cambi anche il colore. Ciò che si tende a modificare è la parte non coerente alle nostre aspettative, ma quando si oltrepassa un certo livello probabilmente c’è qualcosa che non va. Per questo, il confronto con un esperto, quale per esempio uno psicologo, potrebbe essere il modo corretto per evitare gravi conseguenze sulla propria salute psico-fisica. Concludendo, se oltre al contenitore si curasse il contenuto, la ricerca verso la “perfezione” troverebbe una meta più vicina a noi.

a cura della Dott.ssa Barbara BertocciPsicologa, Psicoterapeuta, Vice Presidente Associazione per i Diritti degli Anziani (A.D.A.)

Essere belliun pass-partou per la società moderna?

Bibliografia: Marco Costa,  Leonardo Corazza,  (2006),  Psicologia della Bellezza, Giunti, Firenze Nicoletta Cavazza, Augusto Palmonari (2003), Una nuova bellezza: studi sull’effetto persuasivo di una fonte che aderisce a un modello socialmente desiderabile, Giornale Italiano di Psicologia, 10, pp. 389-410

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È una pianta tropicale della tradizione africana, “scoperta” solo in anni recenti dall’erboristeria e dalla fitoterapia occidentale.La Griffonia ha come habitat principale l’Africa centrale e occidentale,  in  modo  specifico  la Costa d’Avorio ed il Ghana, dove si trova soprattutto nelle macchie, di solito accanto a cumuli di tane di Macroterme, una specie di termite che riesce a sopravvivere come parassita in pianura, nei boschi,

anche nelle vegetazioni poco sviluppate e nelle fattorie locali. I semi di questa pianta contengono notevoli quantità di 5-HTP (5-idrossitriptofano), precursore diretto della serotonina.La serotonina è uno dei principali neurotrasmettitori del sistema nervoso ed è coinvolta nella regolazione del tono dell’umore, del senso di fame, del sonno (la serotonina è infatti, a sua volta, il precursore della melatonina) e di altre importanti funzioni.La Griffonia è un arbusto legnoso di ragguardevoli dimensioni, che cresce nelle  regioni umide dell’Africa centro-occidentale. Produce semi dal tegumento di colore rosso scuro, o grigio scuro nerastro, secondo il grado di maturazione. Mediante

l’assunzione di griffonia è quindi possibile apportare il precursore  5-HTP  dall’esterno  e  incrementare  i  livelli  di serotonina nell’organismo.Il  risultato  dell’assunzione  di  5-HTP  è  un  rapido  effetto (documentato da svariate ricerche internazionali e dall’entusiasmo di molti consumatori) di riequilibrio di depressioni lievi e moderate, di facilitazione del sonno e di contenimento dell’ansia e della fame nervosa in particolare, della bramosia nei confronti dei carboidrati.La  Griffonia  simplicifolia  è  una  fonte  naturale  di  5HTP (idrossitriptofano), un acido amminico che riesce a migliorare l’assorbimento di triptofano, un diretto precursore della serotonina. È già stato usato in precedenza, in aggiunta alle cure  mediche,  per  curare  la  depressione  e  la  fibromialgia; inoltre, è comunemente utilizzata per eliminare l’insonnia, l’emicrania e nelle diete che prevedono la perdita di peso.È stato dimostrato che riduce sensibilmente il dolore e l’ansia provocate dalla fibromialgia e gli ultimi studi condotti su soggetti che soffrono di leggere depressione offrono risultati confortanti. Da segnalare il fatto che dosi più alte di idrossitriptofano hanno la capacità di ridurre l’appetito e promuovere la perdita di peso, quindi l’idrossitriptofano viene commercializzato come un integratore per aumentare l’umore, ridurre l’ansia e le vampate di calore, combattere l’obesità e migliorare la qualità del sonno. Alcune persone lo assumono

anche  per  contrastare  il  disturbo  da  deficit  di  attenzione.  Il nostro corpo comunque produce già di suo il triptofano. Questo è un aminoacido essenziale, il che significa che deve essere ottenuto per via alimentare. Ciò avviene perché il corpo umano riesce a convertire l’idrossitriptofano in corrispondenza dello  stato  d’animo,  poiché  influisce  sulla  regolazione  della serotonina, per cui i principi attivi derivati dai semi di Griffonia simplicifolia hanno lo scopo di aumentare i livelli di serotonina nel cervello.I dosaggi standard e le modalità di assunzione di 5-HTP vanno da 50 a 100 milligrammi per 1-3 volte al giorno, preferibilmente prima dei pasti, benché in qualche caso gli effetti siano molto rapidi, in genere sono necessarie alcune settimane perché i miglioramenti si consolidino.Reperibile in farmacia sotto varie forma, compresse, estratto secco, opercoli e tintura madre a diverse concentrazioni.La griffonia può essere serenamente assunta al posto di un ancor più noto rimedio naturale per i disturbi dell’umore, l’iperico (Hypericum perforatum), spesso temuto per le sue possibili interazioni con i farmaci eventualmente assunti in contemporanea: la griffonia non ha invece effetti sul metabolismo dei medicinali.La griffonia può essere anche assunta insieme all’iperico e ad altre erbe che agiscono sulla sfera nervosa (rodiola, schisandra, passiflora ecc.), soluzione infatti scelta da molte aziende nella formulazione di prodotti naturali per il benessere psico emotivo.L’interesse verso questa pianta in Europa è relativamente recente, ed è conseguenza dell’accelerazione che la ricerca in campo fitoterapico ha subito, in seguito ad un inconveniente verificatosi  alla  fine  degli  anni  ‘80;  la  Griffonia  è  ricca  di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nel miglioramento dell’umore, della  qualità  del  sonno,  del  ciclo  sonno-veglia,  del  controllo della soglia del dolore, della termoregolazione corporea. Negli  anni  ‘80,  come  dicevamo,  si  iniziò  a  utilizzare  il triptofano sintetico come antidepressivo e contro l’insonnia, ma negli USA si verificarono casi di gravi reazioni all’uso di questo aminoacido di sintesi, per cui esso fu vietato dall’FDA (Food and Drug Administration). Si scoprì in seguito che i problemi erano stati causati da sostanze estranee contaminanti contenute in una fornitura di triptofano di sintesi, ma la proibizione all’uso di integratori a base di triptofano sintetico rimase. Questo spinse la ricerca a trovare fonti naturali di questo aminoacido, alternative ai prodotti di sintesi, e fu così che si scoprirono le virtù della Griffonia, una pianta tropicale appartenente alla medicina tradizionale africana, che entrò di prepotenza a far parte del bagaglio della moderna fitoterapia occidentale. Oggi sappiamo che la Griffonia è ricca di 5-Hidrossitriptofano (5-HTP),  un  aminoacido  essenziale  precursore  diretto  della serotonina, un importante neurotrasmettitore del sistema nervoso, implicato in particolare nella regolazione dell’umore, del senso di fame e del sonno: ricordiamo che la serotonina è a sua volta un precursore della melatonina, la cui concentrazione è determinante per la fisiologia del sonno e per la regolazione del ciclo sonno-veglia.  

a cura del Dott. Giulio LattanziFarmacista, nutrizionista

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Ingredienti per 4 persone: 350gr di riso Arborio, 1 litro di brodo, uno scalogno, 150 gr di parmigiano, 65 gr. di burro salato, un bicchiere vino bianco, peperoncino, una busta di zafferano, 10 gr estratto secco di griffonia.Preparazione: dopo aver tritato finemente la cipolla, fatela soffriggere  in metà burro già  sciolto,  a  fiamma bassa,  in modo  che  non  bruci.  Unite  il  riso  e  fatelo  tostare  fino  a quando non avrà assorbito il burro. Fate sfumare con il vino bianco e bagnate poi con il brodo, aggiungendolo poco alla volta, fino al termine della cottura. A metà cottura sciogliete lo zafferano e tutto l’estratto secco di griffonia in un bicchiere di brodo e versatelo sul riso, mescolando bene.Una volta terminata la cottura, mantecate il riso con il burro rimanente e con il Grana Padano grattuggiato, togliendo la pentola dal fuoco. Lasciate riposare qualche minuto prima di servire, aggiungete del peperoncino in polvere a pioggia secondo gradimento.©

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La tossicodipendenza rappresenta una delle drammaticità più critiche in tema di adolescenza. L’esperienza iniziale con sostanze voluttuarie è tipica dell’adolescente con le inevitabili negative conseguenze. Nel passaggio verso l’età adulta è comune la prova nei confronti di alcool, tabacco o marijuana, rappresentanti, purtroppo spesso, un passaggio verso sostanze più palesemente pericolose. Le conseguenze possono essere pesanti e talora tragiche.

Ne  deriva  nell’arco  dei  15-24  anni un tasso di mortalità particolarmente elevato, di gran lunga superiore a quello delle minori età.Questo problema s’inserisce nelle caratteristiche comportamentali di questa fase della vita. Malgrado le diffuse informazioni sui possibili effetti dannosi di certe sostanze, resta una base biologica che impone la tendenza ad affrontare situazioni di rischio. E’ una peculiarità di questa età che non trova un chiaro fondamento biologico. Essa appare legata al sistema di trasmissione neurologica basato sulla dopamina. Dal punto di vista finalistico si potrebbe attribuirle un valore positivo, poiché favorisce esperienze nuove con il relativo insegnamento che ne può derivare, partecipando alla costruzione dello sviluppo della personalità attraverso la realizzazione della consapevolezza della propria potenzialità ed al tempo stesso della relativa vulnerabilità. L’abuso di sostanze potenzialmente tossiche deriverebbe quindi da un’insufficiente  inibizione  favorita dalla  ridotta  efficienza  del  sistema dopaminergico in associazione con processi endocrini legati all’asse ipotalamo-ipofisi-surrenalico.Per quanto riguarda l’alcool, il suo uso è di solito sperimentato in età adolescenziale e in questa fase della vita l’abuso anche in misura esasperata è un evento diffuso. Esso rappresenta l’oggetto più diretto di esposizione a rischi di tossicità. Inserito comunemente nell’uso quotidiano anche in campo alimentare, assume

il ruolo di un comune componente della tavola, riducendone il senso di pericolo anche per i bambini e gli adolescenti. E’ inevitabile pertanto che il suo impiego in età adolescenziale trovi ampia diffusione, di gran lunga superiore a quella che sarebbe logico aspettarsi anche in rapporto ai limiti di età stabiliti per legge nella distribuzione delle bevande alcoliche. Si tratta di un fenomeno che richiede molta attenzione data la preoccupante influenza negativa sullo stato di salute dei giovani. Le  conseguenze  sul  piano  fisico  sono serie, derivanti sia dall’intossicazione

Adolescenza...acuta sia dalla cronicità, con dipendenza, patologia epatica, e così via. Accanto agli effetti tossici diretti, fino al coma etilico, quelli più gravi  si presentano in genere nelle alterazioni comportamentali, a loro volta prevalenti alla  base  degli  eventi  più  gravi  fino al decesso. Ne sono causa frequente la pericolosa guida di auto, atti delinquenziali con omicidi, violenze sessuali e suicidi. In campo scolastico ne derivano scarsi risultati e ridotta frequenza alle lezioni. Sebbene i dati statistici del passato avessero messo in evidenza nell’adolescente un’incidenza

relativamente ridotta d’alcolismo, segnato soprattutto da sindromi importanti di astinenza, gli studi più recenti tendono a documentarne in maniera sempre più decisa la diffusione dell’uso e gli effetti negativi a distanza. Si ritiene, fra l’altro, che l’alcool, oltre che produrre danni persistenti nel cervello ancora immaturo, sia responsabile di influire  su  processi  fondamentali,  di carattere cognitivo o relativi all’emotività e ai rapporti interpersonali e sociali. Tali effetti trovano una documentazione in segni di alterazione del tracciato elettroencefalografico.  Anche  questo 

aspetto è collegato con il sistema dopaminergico, che mostra peculiarità di sesso, avendo le ragazze una più facile disponibilità alla dipendenza. Differenze fra maschi e femmine nel modo di assumere alcolici si rendono evidenti  fin  dallo  sviluppo  puberale  e appaiono più definite al termine dell’età adolescenziale. Si ritiene che anche in questo diverso comportamento entrino in gioco ormoni di origine sessuale e legati alla reattività allo stress. Essi sarebbero alla base delle differenze fra i due sessi, più evidenti al termine dello sviluppo

adolescenziale, per quanto concerne modi, quantità di assunzione di alcool e dipendenza. Sebbene per l’opinione corrente l’alcolismo nei giovani sia stato in passato ritenuto un problema prevalente in altri stati europei, specie del Nord Europa, da qualche tempo le cronache richiamano l’attenzione sul fatto che anche nel nostro Paese questa forma di tossicodipendenza si sta diffondendo in misura preoccupante fra i nostri adolescenti.

Gli studi epidemiologici al riguardo sono  stati  finora  limitatati  per  età. Un’indagine recente condotta sugli scolari della terza media inferiore dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza in collaborazione con il  Laboratorio  Scientifico  Osservatorio sui Giovani e l’Alcool, i risultati della quale sono pubblicati nella rivista ufficiale  della  Società  (Tucci  e  coll. 2013), ha portato in evidenza dati allarmanti. Una percentuale elevata di soggetti in  età  sui  12-13 anni  avrebbe,  infatti, riferito di avere già sperimentato almeno un episodio di ubriacatura. L’incidenza è apparsa abbastanza uniforme su tutto il territorio nazionale con valori oscillanti dal 23 ad oltre il 25%. Un aspetto assai indicativo delle origini del fenomeno deriva dall’osservazione dell’elevata frequenza della prima esperienza in ambito familiare e della scarsa conoscenza del problema, indicante nella nostra popolazione un atteggiamento culturale diffuso di bassa sensibilità al problema. Tutto  ciò  indica  la  necessità,  da parte degli organismi deputati all’educazione dei giovani ed al controllo dei loro comportamenti, di un impegno maggiore  sull’educazione  fin  dalla tenera età, teso ad effettuare un valido processo formativo per prevenire le conseguenze derivanti dai rapporti con certe sostanze.

a cura del Prof. Adriano Falorni - Pediatra

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Salute, Bellezza e Benessere Salute, Bellezza e Benessere

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La RadiocavitazioneLa tecnologia medicache ha dell’incredibile

Dott. De Fazio

I pazienti oggi sono più interessati che mai al trattamento dei primi segni di invecchiamento e del grasso indesiderato.

Donne e uomini sono alla ricerca di procedure più veloci e meno invasive con poco o nessun tempo di inattività, in grado di ridurre le rughe e migliorare la loro figura.

La nuova procedura è un dispositivo approvato dalla FDA, che offre una soluzione non chirurgica mediante radiofrequenza mono polare (RF) e ultrasuoni ad alta frequenza (US) per la riduzione di adiposità localizzate e cellulite e per il rassodamento e il ringiovanimento della pelle danneggiata dal sole o dal tempo su qualsiasi area del viso e del corpo. La procedura utilizza le onde radio e gli ultrasuoni per riscaldare in modo sicuro e indolore la pelle e il tessuto sottocutaneo. L’associazione di energia termica ed energia meccanica determina il restringimento delle cellule adipose

Quali aree rispondono meglio alla terapia ?Le zone più frequentemente trattate con la terapia negli uomini sono fianchi, petto, addome, viso e collo.Nelle donne comprendono: viso, collo, décolleté, braccia, torace, cosce, fianchi, seno, glutei, addome e ginocchia.

aumentandone l’attività metabolica e allo stesso tempo rafforza la rete di collagene migliorando la lassità strutturale della pelle. La radio cavitazione utilizzata dal Dott. De Fazio, combina l’energia RF e US con un sistema di raffreddamento cutaneo per trattare tutte le zone del corpo nella massima sicurezza. Mentre avviene il riscaldamento del derma e del tessuto sottocutaneo, i pazienti non avvertono sensazioni spiacevoli perché un termometro digitale integrato nel sistema fornisce in tempo reale il monitoraggio costante della temperatura cutanea, in modo da garantire un trattamento confortevole.

Quanti trattamenti sono necessari?Il numero di trattamenti dipende dalla condizione e dalla zona da trattare, nonché dai risultati desiderati. Durante il consulto si consiglia il numero e la frequenza dei trattamenti che sono raccomandati per ottenere il risultato ottimale. I risultati del trattamento sono graduali e la terapia può durare da 1 a 3 mesi per un totale di 4-6 sedute.

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info: www.lucadefazio.com - tel.075/5010937E’ possibile trovare i prodotti nelle sottoindicate farmacie:Perugia -  Farmacia  Fontivegge,  piazzale  Vittorio  Veneto  (di  fronte  alla stazione) Farmacia Rossi, Largo cacciatori delle Alpi n2Parafarmacia Pharma +, strada perugia San MarcoFarmacia Bolli, via Martiri dei lager n.48Ponte San Giovanni - Farmacia Morganti, via Manzoni Alessandro 215/0Gubbio - Farmacia Cardinali, Frazione Casamorcia (Gubbio)Umbertide - Farmacia comunale di Umbertide, Piazza Giacomo Matteotti 1Marsciano - Farmacia C. “Le Fornaci”, via F.lli Briziarelli n.117 Terni - Farmacia Aita, Viale Stazione 26

Che cosa posso aspettarmi dopo il trattamento?In seguito alla terapia si può notare qualche lieve rossore nella zona di trattamento. Questo di solito scompare in poche ore. Si possono riprendere le normali attività immediatamente. Ai pazienti viene anche chiesto di aumentare l’assunzione di acqua e di impegnarsi in una leggera attività fisica come camminare per massimizzare i risultati estetici. Il trattamento è comunque una procedura ambulatoriale e richiede  15-30  minuti  a  seconda  della  dimensione  della zona.

Perché scegliere tale metodica rispetto ad altre procedure?No tempi di inattività, No dolore per via del monitoraggio termico, riscaldamento gradualeNo anestesia e No creme di mantenimento dopoSessioni di trattamento ragionevolmente velociRisultati progressivi che duranoTratta tutte le zone del viso e del corpo Ottimi risultati dopo solo 4 seduteScientificamente  provato  e  clinicamente  testato  in  tutto  il mondo.Possiede la certificazione della FDA (Food and Drug administration).

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Per iniziare mettete l’olio in una pentola o meglio ancora nel robot da cucina (…se avete quello che cuoce gli ingredienti), unite la cipolla tritata, la carota e il sedano, fate rosolare 3 minuti.Frullate il seitan e unitelo al soffritto per un altro minuto.Unite la polpa e salate, o aggiungete 2 dadi. Aggiungete l’origano e-o basilico e fate cuocere senza coperchio per 25/30 minuti.Voilà! Preparate la pasta (meglio spaghetti) e conditela con questo sughetto, facile, economico e buonissimo!!

RagùveganoIngredienti per 4 persone:

60 g. di olio extra vergine d’olivauna cipolla

un gambo di sedanouna carota

200 g di seitanuna scatola di polpa di pomodoro

(se preferite una bottiglia di polpa di pomodoro)sale

origano (facoltativo)

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Il 2013 pare essere diventato l’anno della musica: Verdi e Wagner sono stati ricordati, nel duecentesimo anniversario della nascita, con manifestazioni di ogni genere in tutti i paesi del mondo. Ma, dei 400 anni dalla morte di Carlo Gesualdo, principe di Venosa e di Conza, nessuna notizia. Eppure, nel comune di Gesualdo, in provincia di Avellino, nella prima settimana di settembre, Roberto De Simone, Vittorio Sgarbi, Mimmo Paladino, Remo Girone e tanti altri importanti artisti ed intellettuali, ricorderanno il principe Gesualdo, morto nel suo castello l’8 settembre del 1613. Carlo Gesualdo, nipote, non solo del cardinale Gesualdo, ma anche del più celebre cardinale Borromeo, poi santo Carlo Borromeo, fu un grande musicista e il più innovatore nel campo del madrigale. Amico di Torquato Tasso, che visse a lungo alla sua corte, sposò, in seconde nozze, Eleonora d’Este, nipote del duca Alfonso II d’Este, a Ferrara, dove i maggiori artisti del tempo, contribuivano al fasto e alla raffinatezza del ducato, divenuto uno dei centri culturali più importanti d’Europa. Il principe Gesualdo scrisse sei libri di madrigali, oltre musica devozionale e cortigiana. Ma viene ricordato dai grandi musicisti contemporanei, primo fra tutti, Stravinski, fino a Battiato, per il suo cromatismo, presente nella sua ultima produzione musicale, che, a mio avviso, ricorda, a noi, uomini del XXI secolo, una volontà espressionistica di rappresentare il suo mondo interiore, nell’arco teso della sua fantasmagorica creatività.

Ricordare Carlo Gesualdoa cura di Lina Lo Giudice SergiPresidente Accademia Italiana di Poesia, Sociologa, Psicologa sociale, Direttore generale del Ministero della Pubblica Istruzione, Giurista, Provveditore agli studi e Rettore dell'Università di Castel S.Angelo dell'UNLA

Nelle splendide sale con vista su Perugia oppure nelle migliori location Umbre Etruria La Collina Banqueting e Catering organizza matrimoni, ricevimenti ed eventi per tutte le occasioni.Dispone di sale da 50, 100 e 200 coperti con parco estivo adatto a magnifici aperitivi scenografici.La location è ideale per qualsiasi cerimonia che richieda eleganza e qualità totale.La cura per i dettagli, per le decorazioni e gli allestimenti garantisce di poter coniugare ottima cucina e una location da sogno.A disposizione degli ospiti buffet floreali o con richiami arabeggianti, portate servite su quadri a specchio e vassoi d’argento. Catering a domicilio e noleggio attrezzature.Presente anche un ottimo servizio di catering a domicilio in strutture ubicate tutte intorno alle colline umbre convenzionate tra cui scegliere quella più adatta alle singole esigenze.Si fornisce servizio di noleggio attrezzature complete e personale altamente qualificato per rendere indimenticabile ogni occasione.

Il Menu Tipico

Aperitivo conProsecco, Analcolico, Cocktail di Frutta fresca, Sangria,

Stuzzichini caldi e freddi della casa

Buffet di antipasti con Angolo Cantina ed etichette regionaliAngolo dei formaggi

Tavola dei Formaggi con marmellate agrodolci in abbinamentoParmigiano,

Treccia di Mozzarella di Bufala con salsa ai mirtilliAngolo dei salumi

Tavola dei Salumi tipici Umbri con panini caldi,Prosciutto tagliato in bellavista

Selezione di Formaggi con marmellate AgrodolceTrancio di Bufala ai Lamponi

Angolo del freddoBresaola in carpaccio con ananas e noci

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Il Comitato Internazionale Olimpico (C.I.O.) fu fondato dal barone Pierre De Coubertin nel corso del “Congrès International Athlétique de Paris”, in programma dal 16 al 23 giugno 1894 alla Sorbona.

Al congresso presero parte una decina di membri del comitato promotore e 78 delegati in rappresentanza di 37 organismi sportivi, in massima parte francesi. Gli stranieri, provenienti da otto paesi, non furono più di una ventina. Tra loro figurava il trentaquattrenne conte napoletano Ferdinando Lucchesi Palli, un diplomatico che si trovava a Parigi come viceconsole del Regno e che divenne il primo membro italiano del C.I.O., anche se non restò in carica più di tre mesi: tanto bastò, tuttavia, a fare dell’Italia uno dei paesi fondatori dell’organismo internazionale. Nell’aprile del 1896 quando si aprirono

a cura del Prof. Luigi Bertini - Università degli Studi di Perugia - Scienze Motorie e Sportive

Le metamorfosi del C.O.N.I.

ad Atene i primi Giochi Olimpici dell’era moderna, nessun italiano rispose all’appello del C.I.O. Gli atleti italiani fecero la loro apparizione in una manifestazione internazionale solo nel 1906, in occasione dei Giochi Olimpici intermedi, detti anche del decennale, che si svolsero sempre ad Atene. Per un’organica partecipazione ai Giochi venne costituito un apposito Comitato temporaneo che prese il nome di “Comitato Italiano per le Olimpiadi Internazionali”. Iniziative analoghe, in assenza di un vero e proprio organismo permanente, vennero assunte nel 1907 e nel 1912, rispettivamente per i giochi di Londra e di Stoccolma. Il 9 e 10 giugno 1914, in una riunione di delegati delle Federazioni sportive allora esistenti, vennero gettate le basi del Comitato Nazionale Olimpico. Si trattava infatti di un ente indipendente dal Governo, in grado di coordinare tutto lo sport italiano lasciando piena autonomia alle singole Federazioni sportive. Nella primavera del 1915 il C.I.O. accolse la domanda d’adesione del  nuovo organismo, ma  il  24 maggio dello stesso anno l’Italia dichiarava guerra all’Austria e lo sport si dovette fermare per anni. Infatti, anche le Olimpiadi del 1916 non furono effettuate e vennero riprese nel 1920 ad Anversa (Belgio), dove l’Italia presentò una rappresentativa di atleti piuttosto numerosa, ma impreparata, che comunque riuscì ad ottenere anche ottimi successi: Nedo Nadi e Ugo Frigerio figurarono  tra  i protagonisti dello sport mondiale. Con l’avvento del Fascismo il movimento sportivo italiano subì un profondo cambiamento, poiché il governo di Mussolini nel 1927 decise di accentrare nel CONI tutte le Federazioni sportive, che in un primo tempo conservarono la propria sede, per essere poi tutte quante trasferite a Roma. Il CONI veniva ad assumere, oltre ai compiti relativi alla preparazione olimpica, quello di “Federazione delle Federazioni Sportive”; quindi si aveva un’amministrazione unica dell’attività sportiva, anche se le varie Federazioni avevano bilanci autonomi. Nel 1934, con regio decreto,  fu riconosciuto al CONI,  la personalità giuridica di diritto pubblico, e furono ad esso affidati i compiti di tutela, disciplina e organizzazione dello sport italiano, oltre che di preparazione alle Olimpiadi. Nel 1942, la legge n° 426 confermava al CONI l’incarico di organizzare e potenziare lo sport italiano e di indirizzarlo verso il perfezionamento atletico, con particolare riguardo al miglioramento fisico e morale della razza (art. 2).1 Nel  giugno  del  1944,  dopo  la  caduta  del  Fascismo  e l’ingresso in Roma delle truppe alleate, i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale si divisero gli enti di varia natura istituiti dal regime: il Comitato Olimpico spettò al Partito Socialista, che in mancanza di candidature più autorevoli affidò  al  giovane  avvocato  Giulio  Onesti  l’incarico  di provvedere allo scioglimento dell’ente e di conservarne i  beni.  Egli  si  trovò ad agire  in  una  situazione difficile  e disperata sotto tutti gli aspetti: il CONI stava sopravvivendo in sistemazioni di fortuna; l’organizzazione periferica si

1 art 2 Legge n° 426 del 16.2.1942

era frantumata e gli impianti per buona parte erano andati distrutti; inoltre i larghissimi contributi con il quale il governo fascista  aveva  finanziato  lo  sport  erano  improvvisamente venuti a mancare. Senza tralasciare che la classe politica era ripiombata nel tradizionale disprezzo per lo sport, giudicato fenomeno secondario e frettolosamente etichettato come “creatura” del regime.2 E’ in questa atmosfera di smobilitazione che Onesti maturò la decisione di conservare e anzi di rafforzare le prerogative del Comitato Olimpico, per salvare lo sport italiano dal collasso. "Giunsi presto alla convinzione che non avrei obbedito all’ordine di liquidare l’ente (...) affermai che le persone oneste e capaci sarebbero dovute rimanere al loro posto..."3 Accadde quindi l’esatto contrario: nel 1946 Onesti divenne presidente  del  CONI  (e  lo  fu  poi  fino  al  1977)  e  iniziò l’opera di consolidamento di quello che è oggi l’organismo portante dello sport italiano, anche se il “trasformismo” della classe dirigente di allora, condizionò pesantemente per anni tutto l’ambiente. Il grande merito dell’Avv. Onesti è stato quello di aver riorganizzato la struttura sportiva italiana e restituito, attraverso il gettito del concorso pronostici del Totocalcio, i mezzi finanziari per svilupparla. Una tappa fondamentale per il rilancio dell’idea olimpica, fu l’organizzazione che il CONI ottenne dei Giochi Olimpici invernali di Cortina nel 1956 e di quelli estivi di Roma del 1960. Negli anni sessanta lo sport, seguendo lo sviluppo economico del paese, cominciò a diventare un grande fenomeno di massa. Le Federazioni Sportive riunite nel CONI, salite a 39, si impegnarono in una grande opera di proselitismo e diffusione.

2 F.Fabrizio, Storia dello Sport In Italia, Firenze, Guaraldi, 1977, pp. 124-1253 G.Onesti, Relazione sulle vicende del CONI, in F.Fabrizio, op. cit., p. 125

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Il nostro collaboratore Luigi Bertini è stato nominato dal Consiglio Federale della Federazione Italiana Pallavolo, nell’ultima riunione del 20 Luglio u.s., Coordinatore Tecnico Nazionale del Settore Sitting volleyball, che è la pallavolo per disabili fisici, molto diffusa in tutto il mondo, ma che in Italia solo da pochi anni ha iniziato a svilupparsi in alcune realtà sportive sensibili verso il coinvolgimento e l’inclusione dei diversamente abili. Questa nomina era nell’aria da tempo, oltre che per i trascorsi pallavolistici del prof. Bertini come allenatore di successo, anche per la sua esperienza didattica universitaria maturata anche nel mondo dello sport dei disabili e suggellata dal libro “Attività Sportive Adattate” e da numerosi articoli pubblicati in passato sull’argomento, anche in questa rivista. La Federazione Italiana Pallavolo, che è entrata a far parte della famiglia del Comitato Italiano Paralimpico (C.I.P.) il 15 maggio scorso, ha iniziato ad organizzare questo nuovo  settore  affidando  proprio  al  docente  perugino questo prestigioso incarico. In pratica si è iniziato dalla parte organizzativa individuando per ogni regione i Dirigenti Referenti per il Sitting Volley, che dovranno creare

Prestigioso incarico per Luigi Bertini

E’ stato nominato Coordinatore Tecnico Nazionale del settore SITTING VOLLEYBALL

le sinergie tra le Società sportive e i Comitati regionali della FIPAV e del CIP. Seguirà la componente formativa che attraverso uno o più maxi corsi, dovrà specializzare i Docenti Nazionali che opereranno sul territorio, gli Allenatori, gli Arbitri e i Dirigenti di Società. In seguito verrà istituito il settore tecnico con tutte le iniziative per reclutare atleti disabili e con minima disabilità, supportando le associazioni sportive e favorendo le collaborazioni plurisocietarie se necessario e lavorando in macroaree di sviluppo una volta individuati atleti interessanti da inserire in Rappresentative, facilitandone in questo modo la logistica e i trasporti. Infine il settore agonistico, che sarà attuato molto presto, con l’organizzazione di Tornei e Campionati a più livelli, di cui sono allo studio le modalità. Quindi un bel percorso da intraprendere che inizierà a farsi  subito  interessante  con  il  “viaggio-studio”  in  Polonia (ad Elblag, vicino a Danzica) dal 16 al 22 Settembre per seguire i Campionati Europei Maschili e Femminili e per prendere contatti con i tecnici più accreditati, come i campioni paralimpici della Bosnia.

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La calura di questa estate 2013 ha elargito agli italiani numerosi  spunti  di  straordinaria  riflessione  circa  la politica, l’economia, il lavoro, la giustizia, la società, il governo e tanti altri da non sapere quale scegliere per le  nostre  conversazioni  distensive.  Tra  tanti  spunti  mi  ha particolarmente colpito il caso creato dalla cooptazione nel governo da parte del PD del Ministro per la coesione sociale. Mi sono soffermato sulla vicenda di questo ministro e la cronaca che lo circonda. Superate le brutali scenate e scellerati appellativi rivoltigli nei primi momenti che meritano in ogni caso la più totale e incondizionata disapprovazione e condanna come espressione di una cultura sempre più povera e depressa nell’Italia di oggi, ora nella calma della quotidianità, il problema (perché comunque di problema si tratta), si presta ad analisi diverse. All’uopo ne scelgo due scenari diversi: uno storico-sociale e l’altro politico-sociale. Nel primo scenario buona parte della Nazione Italia dimostra di avere scarsa memoria della lunga vicenda della propria emigrazione durata quasi un secolo tra ‘800 e ‘900. Sono pure io un emigrato dal mio paese, l’Argentina, e contestualmente immigrato in Italia, Paese di origine di tutta la mia famiglia e oggi il mio Paese. Ma fra i due estremi, emigrare e  immigrare ne corre una  infinità di  circostanze opposte e contrastanti che solo chi le ha “sperimentate” ne può parlare con la saggezza dell’esperienza da una parte e con la comprensione umana e cristiana di chi è stato costretto a morire alla propria storia per rinascere in un' altra terra ad un’altra storia lontana nel tempo e nello spazio che

inevitabilmente lo sentirà come corpo estraneo, scomodo, non  affidabile,  di  identità  indefinita,  con  il  marchio  del dubbio perenne, quindi pericoloso. Questa realtà non la si conosce, la si esperimenta. Provare per credere.E’ uno di quei percorsi vitali che non si conoscono mai fino in fondo se non con l'esperienza dei fatti, fatti che forniscono al migrante quel bagaglio di “concetti sperimentali” che gli daranno quello che si chiama “consapevolezza del cambiamento” che porta all’integrazione nel nuovo e diverso contesto sociale attraverso scelte consapevoli in ogni settore della vita personale e sociale. Il nostro Ministro ha certamente avuto occasione e tempo per effettuare questo percorso, dal momento che è approdato in Italia da quasi due decenni, dove si è anche felicemente laureato. Se questa è senz’altro una nota positiva e a lui molto favore nella diatriba, rende certamente più pesanti le sue limitazioni e i suoi errori in quanto meno comprensibili e accettabili in chi “rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato” (Costituzione Italiana art. 67) in funzioni istituzionali che presuppongono un solido bagaglio  culturale  specifico  correlato  alle  sue  funzioni, nella fattispecie manifestamente assente. E altrettanto manifesta è la tendenza del ministro, se non la necessità, di esprimersi con schemi mentali della sua cultura originaria non avendo ancora assimilato quelli della sua nuova Patria. Sotto questo aspetto, se comunque biasimevoli sono il dissenso e le invettive della rozza gente anche di buona cultura, è pure legittima la loro insofferenza per quello che appare una manifesta forzatura della storia e tradizione

storica del nostro Paese, per di più perpetrata dietro le sicure trincee del potere. Ciò porta alla logica conclusione di non ravvisare alcuna necessità professionale di mandare al governo un personaggio più folkloristico che utile, che inevitabilmente  finirà  per  essere  pedina  di  occulti  registi della grande politica. E ciò senza contare che, per compiti di quella natura, nel Paese non mancano professionisti nostrani lungamente allenati alla gestione professionale di quel tipo di impegni e dell’annesso potere. E’ vero (e giusto) che la maggioranza dei cittadini nel giudicare il caso abbia applicato categorie di appartenenza politica anziché storiche per cui, nella sciagurata realtà di cooptazione e non di elezione da parte del popolo sovrano, la maggior parte abbia ritenuto giusta la scelta fatta dal proprio partito di mandare al Parlamento e al governo, non un ministro, ma un “simbolo”, un segnale a milioni di congeneri che inevitabilmente vedranno nel nuovo personaggio l’inizio di una possibile riscossa, come lo stesso ministro ebbe a dichiarare nella sua prima apparizione in pubblico circa l’introduzione del diritto dello “ius soli” (leggasi “solis”) per le attuali e future generazioni di immigrati. La democrazia è bella quando la libertà vale per tutti nelle medesime circostanze. Quindi se è accettabile che un outsider si esprima liberamente in termini così netti circa un problema che investe la Nazione tutta e tuttora assai controverso, dovrebbe pure esserlo anche circa il diritto di critica a tali insipienti esternazioni che sanno più di propaganda partitica che di governo. Molti cittadini, anche illustri, non vedono e non approvano la presenza del Ministro nella compagine di governo per manifesta incompetenza, per evidente strumentalità di un personaggio, tutto sommato innocente, sprovveduto, con dosi massicce di naturale ambizioni in un “paese straniero”, venuto dalle nebbie del pianeta Africa. Ad una fortuna simile, credo non ci sia uomo o donna al mondo capace di rinunciare.Quindi tutto un gioco? Evidentemente sì e no. Un gioco non nuovo nella nostra politica facilitato da leggi fuori legge, palesemente strumentali quanto disastrose con buona parte del popolo sovrano che trova sul suo cammino disposizioni di legge che non nascono da un Parlamento rappresentativo ma dalle segreterie dei partiti, veri registi della vita degli italiani. E’ così che sono nati lungo gli ultimi cinque secoli i meccanismi di “mentalizzazione” che oggi informano tutte le democrazie moderne. Ed è presto detto: per esempio, la nostra Costituzione, nel suo Primo articolo dice che il popolo è sì sovrano, ma che tale sovranità va esercitata “nelle forme e nel limite della Costituzione”. Nel resto degli articoli ogni diritto, disposizione, concessione, divieto previsto dalla Costituzione viene applicato secondo Leggi ad hoc. La conseguenza finale è che ogni diritto “anteriore alla Costituzione viene regolato e dosato da leggi emanate all’interno del Palazzo e spesso mirando più alla sicurezza, comodità e vantaggi della P.A. che al bene dei cittadini. Al riguardo ne abbiamo esempi in abbondanza. Quindi questo gioco di legalità spesso porta agli opposti, alla

Il caso del Ministro

a cura di Juan Carlos Gallici Docente e giornalista, nato in Argentina, laurea a Còrdoba e Roma, specializzazione a Viterbo

negazione della fonte stessa della democrazia. Poiché questo meccanismo è necessario (non c’è altro modo di normare un Paese) e necessitante, (non ci sono eccezioni né scappatoie) i gruppi di potere economico e politico hanno imparato bene che, per ottenere certi risultati l’unica via possibile è mettere le mani sulla capacità legislativa o comunque normativa dello Stato. E’ un gioco borderline della democrazia. Ma non è un gioco perché avviene una manipolazione esecrabile della fede popolare e dei diritti della maggioranza.La cosa viene da lontano. E’ un malcostume maturato in secoli e secoli nei paesi oggi conosciuti come il primo mondo. Nel secondo e terzo mondo il meccanismo di cui parliamo è ancora in auge e in piena salute e dai quali abbiamo avuto

nel secolo scorso, atroci ed illuminanti esempi. La risposta sta nel secondo scenario quello politico sociale. Come già detto, la cosa viene da lontano. E’ un meccanismo spontaneo in tutti i popoli e in tutte le latitudini. Si tratta della certezza vantata da frange della cultura islamica che pretendono di dominare la potente Europa con i loro meccanismi e le loro leggi. Così hanno fatto i Greci che, conquistati militarmente dai romani, riuscirono a imporre la cultura greca nel cuore della potenza imperiale romana. E così pure gli ebrei che da piccolo popolo conquistato da tutti con gli eserciti, riuscì pacificamente a imporsi a Roma e in tutte le nuove nazioni che dall’impero Romano ebbero origine fino ai nostri giorni. Tutto  sommato,  il  meccanismo  è  semplice.  Corruzione intelligente e organizzata con ogni garanzia circa la sua efficacia. Una volta conquistato il potere, specificatamente quello politico e culturale,  l’influenza esercitata  sul potere politico è incalzante anche se rispettoso delle leggi. Rispetto che è il grimaldello “per bene” con cui si passa di conquista in conquista di nuove leggi favorevoli a questa o quell’altra finalità  politica  o  sociale,  a  questa  o  quella  classe  di abitanti. Per lunghi secoli se trattò di solo “privilegi”. Già nel sedicesimo secolo Machiavelli come dimostra il suo

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“Il Principe” (1515) se ne era accorto.Il Concilio di Trento (1545-63), mise in moto un'evoluzione lenta del concetto giuridico della disposizione del potere che, con l’avvento dell’Assolutismo (1600) prima e con l’Illuminismo  poi  (‘600-‘700)  con  la  nascita  delle  nuove democrazie, la Legge diventò “erga omnes” per tutti i cittadini senza eccezioni. In questo contesto, fu facile dare crismi di legge a disposizioni che provenivano da svariati gruppi di potere a favore dei propri interessi. Nel secolo XIX le magistrature divennero organismi autonomi da ogni potere con la speranzosa finalità di indipendenza da ogni potere politico, laico o religioso. Non passò molto tempo senza che  le  influenze delle alte  sfere del potere politico, economico e delle caste nobiliari facessero breccia nella presunta monolitica integrità dei magistrati. Questo sistema

facilitò normative non necessarie ma sì convenienti e opportune per qualcuno che portò la magistratura e con essa la legge ad essere in balia dei poteri forti di turno. Classici sono a questo punto i tribunali sovietici, cinesi e dei regimi comunisti del XX secolo ai quali la storia moderna addebita circa quaranta milioni di condanne capitali. E non dimentichiamo i regimi totalitari, dal nazismo a tutti i regimi militari del secolo scorso che, tra desaparecidos, condanne senza difesa, epurazioni e vendette trasversali annovera all’incirca venti milioni di vittime. Il sistema è ampiamente collaudato. Dato ché i magistrati rare volte erano eletti bensì cooptati, tutto stava nel raggiungere  la  qualifica  da  amici  degli  amici  in  seno alle corti del tempo e ai parlamenti. Poi il tempo e le frequentazioni costruivano l’amicizia la quale consentiva di lavare eventuali macchie residue e di crearsi una verginità democratica, collaudata e senza ombre. Il prestigio che ne consegue è la miglior moneta per piazzare qualsivoglia richiesta  abbia  una  parvenza  di  beneficio  per  qualcuna 

delle parti, inclusa quella sociale. Questa è stata la tattica perseguita da almeno quarant’anni dal partito della sinistra. Dalle brutte esperienze dell’autunno caldo (1968-73) e delle brigate rosse (1973-81), è passato attraverso epurazioni al suo  interno,  fino ad ottenere  un prestigio di partito  serio, responsabile,  trasparente,  per  cui  ben  difficilmente  farà proposte rischiose, ma farà richieste convincenti. Per colmo di fortuna la Corte Costituzionale dichiara il diritto di ogni magistrato di aderire a qualsiasi partito politico (1974).In questo contesto avviene l’inserimento del nostro ministro nella compagine governativa. Mossa apparentemente innocua. Ma da grande impatto propagandistico.Il partito di sinistra, in tutte le quattro nomenclature che ha avuto in questi ultimi decenni, ha sempre coltivato il comparto migranti. Non perché sia andato a Lampedusa

a garantire assistenza e serietà alle operazioni umanitarie, bensì perché ha impiegato non pochi risorse per organizzare e coltivare gli ormai milioni di immigrati di origine africana che, ovviamente sono sempre pronti a ricambiare il servizio. Va detto che nulla di illecito trovo in questa azzeccata mossa politica. Molte delle conquiste popolari degli ultimi cinquant’anni rispondono a questa logica. Leggi come quella sulla famiglia, sull’aborto, sulla scuola, sul lavoro, sulle Università, sul sindacato e tante altre sono nate e andate avanti per l’appeal di una sinistra immacolata che le ha patrocinate. Ma non va taciuto l’anomalo straripamento nel caso del ministro, nel questionabile uso della “res pubblica” come piazzare un segno pubblicitario nel Governo, una propria bandiera nel Parlamento, le più sacre Istituzioni della Repubblica. Vittime di questa vicenda sono il ministro per la coesione sociale e il nostro sistema democratico. Manca una legge che elimini queste anomalie.

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“E’ uno smeraldo incastonato in un anello” ha affermato Luca Parmitano, l’austronauta italiano che ha voluto con un post in rete far conoscere al mondo intero la bellezza del Mare dell’Umbria.La sua superficie di 128 km² lo ha consacrato quarto, subito dopo il lago di Como, fra i laghi italiani. Il  lago  Trasimeno  è  passato  nella  storia  anche  per  la disastrosa  sconfitta  del  217  a.c  da  parte  di  Annibale  a danno delle truppe romane guidate dal console Gaio Flaminio.La bellezza del territorio umbro, abbinata ad uno dei laghi più belli d’Italia, è stata un’unione più che felice; il lago ogni anno accoglie numerosi turisti non solo da varie parti d’Italia ma anche dall’estero: Germania, Olanda e Inghilterra. Non sono da meno le qualità benefiche che il lago apporta, una fra tutte la sua aria che viene considerata un ottimo rimedio naturale per quanto riguarda la cura per la depressione. Ma il Trasimeno rappresenta solo uno dei tantissimi gioielli presenti nel territorio umbro e Italiano. Per secoli Roma, al pari di moltissime altre città, gioielli d’Italia, è stata considerata, non solo per il suo potere, ma anche per la sua grande ricchezza di pensiero e cultura, presente in costruzioni, in monumenti, in ogni testo antico,

ellezza e Benessere tra i gioielli d’Italia

Becc. nonché per le bellezze naturali.Il bel paese, con tutti i propri gioielli, c’è ancora con tutta la sua storia e la sua memoria in tutta la sua Bellezza e fonte inesauribile di Benessere.Un post su facebook è servito per far ricordare a molti la bellezza che si ha davanti aprendo la porta di casa oppure facendo pochi chilometri. Per far riscoprire la bellezza dell’intero paese bisognerebbe postare almeno un centinaia di migliaia di immagini e forse non basterebbero.L’Italia che possiede ben 49 siti patrimonio dell’umanità (l’ultimo sito ad entrare nel 2013 è stato il sito seriale “Ville e giardini Medicei in Toscana”) si potrebbe salvare facendo pesare e far continuare a parlare il mondo di tutte le sue bellezze, creando in tal modo un ponte culturale-scientifico-filosofico fra passato e presente in grado di mostrare tutto lo splendore dei propri gioielli ed i propri inesplorati significati.Tra  tanti  gioielli  incastonati  nelle  disarmonie  quotidiane, tra invane bellezze e falsi benessere, non possiamo che augurarci che si avveri quanto suggerito da Dostoevskij ovvero che il mondo possa essere salvato dalla bellezza e noi aggiungiamo anche di quella dei nostri gioielli.

“Lake Trasimeno, a jewel in the heart of Italy.”“Il Lago Trasimeno un Gioiello nel cuore dell’Italia.”

a cura di Mirina Hoxha

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ALLA SCOPERTA DI

Monte Acuto

e il 16 aprile 2012, tramite la delibera n. 404, la Giunta regionale ha avvitato la procedura per l’estensione di tale area per le zone di Monte Acuto e di Monte Corona.Grazie a questo progetto sarà possibile estendere un’ampia rete sentieristica che potrà essere usufruita sia dai turisti che dalla popolazione umbertidese. Il progetto, come spiegato in una nota del Comune di Umbertide, sarà svolto con metodi che avranno la priorità di salvaguardare l’ambiente e il territorio, rispettando i luoghi interessati e gli interventi saranno mirati per non alterare la flora e la fauna del luogo. Vediamo più da vicino quali saranno i siti interessati dall’ampliamento della zona. Come si evince dalle notizie riportate sul sito internet del Comune di Umbertide, i luoghi d’interesse coinvolti nell’ampliamento dell’area Sic saranno sia i luoghi d’interesse storico e religioso come le fortificazioni costruite  in epoca medievale, sia castelli che i borghi  fortificati come quelli di Polgeto, Santa Giuliana, Monestevole e Galera, l’Abbazia di San Salvatore, l’eremo di Monte Corona e altre chiese presenti sul territorio interessato. Infine altri siti d’interesse che saranno salvaguardati dal progetto di ampliamento sono la viabilità, risalente ad epoca romana e medievale, e l’area boschiva di Montecorona, luogo di grande interesse botanico. Ma il circondario di Monte Acuto e di Monte Corona non è famoso solo per l’interesse naturalistico e storico- religioso, ma è importante pure in campo geologico, poiché al suo interno vi sono quattro cave. Due di queste cave sono ancora  in  funzione, ma  la  loro concessione sta per finire, mentre altre due sono totalmente dismesse. All’interno del progetto vi è l’intenzione di usarle come campo di studio per analizzare le caratteristiche geologiche e geomorfologiche del territorio. Dopo aver illustrato i siti che saranno interessati dall’ampliamento dell’area Sic, vediamo quali sono gli obiettivi di questo progetto.

In primo luogo, come si apprende sempre dal sito del Comune, vi è l’intenzione di rendere pienamente godibile l’area, accrescendo e migliorando il suo utilizzo al fine di migliorare la qualità del territorio e per far sì che possa essere adatto a tutti coloro che ne vogliano usufruire, incentivando il rapporto fra la popolazione e l’ambiente. Per questo viene proposta un’ampia gamma di possibilità garantendo così il coinvolgimento di tutte le fasce della popolazione. Uno degli obiettivi del progetto, è quello di costruire percorsi naturalistici a tema. Vi sarà un sentiero a scopo didattico che potranno essere usufruiti dagli studenti e dai giovani, un altro sentiero invece sarà riguarderà sia  l’ambito  storico-religioso  che  quello  geologico  e archeologico. Un altro sentiero sarà invece rivolto alla madri che accompagneranno  i propri figli  in passeggino, agli anziani, ai diversamente abili e ai bambini. Infine un percorso svolgerà una funzione prettamente formativa che conterrà al suo interno le caratteristiche principali dell’intera area. Sempre all’interno di questa rete di sentieri, saranno immesse delle bacheche informative, al cui interno saranno presenti varie informazioni mirate alla percorrenza di ogni sentiero, come la lunghezza, il dislivello e il tempo previsto per completarlo. Inoltre saranno presenti delle area di sosta e torrette per il “bird watching”. Una caratteristica fondamentale dei sentieri progettati è che tutti potranno essere usati anche in bicicletta e saranno dotati di punti per la manutenzione di queste ultime. Inoltre, sarà anche presa in considerazione l’ipotesi di costruire nei luoghi interessati, un’area pic- nic e un’altra adibita a campeggio.Anche il centro Mola Casanova sarà coinvolto in questo progetto, poiché sarà il centro di documentazione dell’area protetta dove chi vorrà usufruire dei luoghi sovra elencati, potrà qui reperire tutte le informazioni relative ad essa.

Ogni umbertidese porta nel proprio cuore l’immagine del proprio monte, Monte Acuto, che, dall’alto dei suoi 926 metri, domina la nostra vallata rendendo l’idea di proteggerla e che, in epoche passate, ha dato sfogo a perle di saggezza popolare che ancora oggi vengono utilizzate dalle nuove generazioni. Un massiccio verde, con in cima la riconoscibilissima croce, portata dagli umbertidesi nel 1926. Da non dimenticare che Monte Acuto è anche un importante centro archeologico, visto che sulla sua superficie sono stati ritrovati reperti storici riconducibili al popolo degli umbri. L’altro monte umbertidese è Monte Corona, luogo fortemente mistico, con la presenza di due chiese importanti per il nostro territorio. A valle troviamo l’Abbazia in stile romanico di San Salvatore, costruita nel 1008, divisa in due parti, in basso la meravigliosa cripta, in alto la chiesa maggiore. L’Abbazia di San Salvatore, dal 2008, anno del suo primo millennio, è stata elevata, da Papa Benedetto XVI, a Basilica minore. In cima al monte è presente un altro luogo religioso, l’Eremo di Montecorona, costruito nel XVI secolo e abitato da monaci camaldolesi e coronesi. L’8 luglio scorso, il Comune di Umbertide e la Regione Umbria, hanno presentato il progetto che ha reso possibile ampliare il Sito di Interesse Comunitario (Sic) della Valle del Torrente Nese, allargandolo a Monte Acuto, Monte Corona, Valcinella e Monte Saldo, per un totale di 36 kilometri quadrati. Il programma di riqualificazione, compito delegato all’Agenzia forestale, è stato attuato grazie all’intervento della Regione Umbria, che lo ha inserito all’interno della rete “Natura 2000”, ed ha fatto sì che venisse erogato un finanziamento di 400mila euro, garantito dal Programma attuativo regionale del Fondo di sviluppo e coesione 2007- 2013. Infatti nel 2011, il Comune di Umbertide, tramite la delibera n. 74 del 28 settembre, ha richiesto alla Regione Umbria di ampliare l’area Sic della Valle del Torrente Nese 

a cura di Alessandro Minestrini

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Cultura e Società Cultura e Società

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Adagiato su una dolce collina friulana nel cuore del Collio, si trova il Castello di Spessa, immerso nel verde di un magnifico parco con un percorso di golf a 18 buche. E’ la meta ideale ideale per vivere momenti culturali, momenti di relax e momenti di attività sportiva. Emblema di tradizione e nobiltà, il Castello, pur se lontano dall’originale impostazione a causa delle successive ricostruzioni, diffonde echi di storia che rievocano i fasti di un tempo. Sorto alla fine del 1220 su una torre di avvistamento costruita ed utilizzata dai Romani e successivamente dai Longobardi, per secoli fu dimora della nobiltà friulana: fin dal Cinquecento illustri  famiglie si avvicendarono nella proprietà di Spessa; prima i Dorimbergo, poi i Rassauer e la famiglia Della Torre Valsassina che, vantando addirittura una discendenza da Carlo Magno, ne rimase proprietaria per più di 300 anni. Fu proprio l’allora Conte Luigi Torriani ad accogliere nel 1773 Giacomo Casanova. Nel corso dei secoli vi hanno soggiornato insigni personalità come il famoso librettista di Mozart, Lorenzo Da Ponte, il Maresciallo Cadorna ed Emanuele Filiberto d’Aosta. L’aspetto attuale del Castello di Spessa è frutto della ricostruzione avvenuta nel 1881 ad opera dell’architetto triestino Ruggero Berlam, allievo di Camillo Boito. Non si trattò di un restauro ma di una vera e propria ricostruzione condotta secondo i canoni architettonici e artistici del XIX secolo. Gli elementi che permangono dell’originaria struttura del XIII secolo sono alcune mura e

le suggestive cantine scavate nella roccia. Nello splendido scenario del parco del Castello di Spessa (realizzato dal Barone triestino Demetrio Economo di San Selff) e terre annesse, trova posto un magico percorso di golf a 18 buche, a firma del noto architetto Giacomo Cabrini. Il tracciato è caratterizzato da diversi panorami che si differenziano anche nella struttura di modellazione dei fairway in modo da dare l´impressione di giocare in tre campi diversi. Un´altra particolarità è la totale differenza di una buca dall´altra. Attrezzature: training center, putting green, chipping green, driving range illuminato con 25 postazioni, pro-shop, sacche carrelli e cart a noleggio, club house, bar, ristorante, spogliatoi.

Il Castello di Spessa a Capriva del Friuli è indissolubilmente legato  alla  figura  affascinante  di  Giacomo  Casanova, amante, avventuriero ma anche intellettuale poliedrico e cosmopolita che ha scritto 43 opere, traducendo Omero e inventando diverse forme letterarie. Casanova non fu solo un atleta  “del  sesso” come descritto nel fim di  Fellini, ma atleta esperto nell’arte della scherma, come si evince dalla frequentazione della Angelo’s School of Arms a Carlisle House (Soho, Londra). Nel 1772 Giacomo Casanova si trovava a Trieste perchè era in attesa del pemesso da parte degli Inquisitori per ritornare a Venezia. Qui conobbe il Conte  Luigi  Torriano,  l’allora  proprietario  del  Castello  di Spessa, durante una rappresentazione di una commedia

francese tenutasi in casa del Barone di Königsbrunn.Il Conte lo invitò a passare qualche settimana nella sua casa di campagna in Spessa, durante l’autunno. Casanova accettò l’invito e, all’inizio di settembre 1773, arrivò a Spessa e vi rimase per circa due mesi. Durante il soggiorno a Spessa, l’illustre veneziano, dedicò un numero di pagine della Storia della mia vita (Storia della mia vita), le sue ben note memorie dove racconta delle proprietà del Conte, dei grandi vigneti intorno al Castello e della produzione di “un ottimo vino”. La tranquillità della vita di campagna gli permise di dedicarsi ai suoi studi ed agli scritti, realizzando la Istoria delle turbolenze della Polonia (Storia del problema in Polonia). Anche a Spessa non tradì la Sua fama di seduttore. Sgualda, una giovane vedova al servizio del Conte, entrò nelle grazie del corteggiatore illustre. E’ descritta da Casanova come: “in amore è mite come un agnello, qualcosa questo è abbastanza raro in contadini friulani“. Incontri clandestini nella camera di Casanova e nelle cantine del Castello segnaro la sua permanenza a Spessa, finchè un giorno la giovane venne sorpresa dal Conte uscire dalla camera dell’ospite. Il nobil’uomo padrone del maniero, in  passato  sempre  da  lei  rifiutato,  reagì  bastonandola.  La reazione di Casanova fù immediata: ancora vestito con la sua camicia da notte saltò sul dorso Torriani,  lo afferrò per la gola fino a che non quasi strangolato, e con lo stesso bastone che pochi istanti prima il Conte aveva usato per

astello di Spessabattere Sgualda, cominciò a colpirlo, costringendolo a fuggire. L’episodio idusse Casanova a lasciare il Castello, nonostante le suppliche del Conte di rimanere. Ancora oggi nelle antiche cantine è possibile rivivere le atmosfere dei tempi e delle gesta di Casanova.

Il Castello di Spessa è tappa del suggestivo percorso cicloturistico “Giro del Collio” di 28 km (Capriva - Castello di Spessa - Cormòns - Brazzano - San Rocco - Monte Quarin - Subida - Russiz superiore -Capriva), attività sportivo-culturale che coinvolge turisti provenienti da tutto il mondo. Collio è la splendida area geografica collinare tra Italia e Slovenia che si estende tra il fiume Isonzo ed il suo affluente di destra, fiume Iudrio; è conosciuta nel mondo per l’eccellente produzione vitivinicola, dal 1968 Denominazione d’Origine Controllata, ma anche per lo splendido paesaggio che offre ai suoi spettatori. Verdi colline coperte da filari di viti che in  primavera  si  popolano  con  i  colori  dei  ciliegi  in  fiore, le sagome delle case sparse e dei bianchi borghi raccolti attorno ad aguzzi campanili sono lo spettacolo che si mostra agli escursionisti in bicicletta e mountain bike. Gli ospiti di Castello di Spessa avranno a loro disposizione biciclette per poter ammirare le bellezze naturali della zona seguendo  l’andamento sinuoso del fiume  Isonzo, fino alle sue sorgenti, in Slovenia.

a cura della Redazione Fitness ChicC

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Cultura e Società Cultura e Società

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Premio Nazionale di Narrativa, Poesia e Fotografia: Io Racconto

Riparte “Io Racconto”, il Premio Nazionale di Narrativa (Racconti Brevi),  Poesia e  Fotografia.  Il  Premio Nazionale IoRacconto è riservato agli esordienti e ai giovani. Le opere inviate dovranno essere inedite e libere da diritti per consentirne la pubblicazione nelle varie antologie di sezione del Premio.L’iscrizione è gratuita.Saranno presenti la sezione senior e la sezione junior. E’ la data di nascita che determina se si partecipa alla sezione junior, infatti questa è dedicata ai minori di 18 anni.Saranno premiati il primo, il secondo e il terzo classificato di ogni sezione.

Date importantiInizio iscrizioni: 4 giugno 2013Fine Iscrizioni: 15 settembre 2013

Grande Festa di IoRacconto: dal 22 al 24 novembre 2013

Annuncio valido fino a: Domenica, 15 Settembre, 2013  

Casting attrice/cantante per musical Compagnia della Rancia: AAA cercasi Cenerentola - Milano

Si cerca una giovane ragazza con i seguenti requisiti:- età scenica 18 - 24 anni,- dalla bellezza pulita e solare.- Attrice/Cantante di talento, in grado di combinare comicità ed eleganza;- soprano o mezzosoprano dalla voce limpida che sappia esprimere sfumature comiche e naturale charme;- è richiesta attitudine alla danza.La commedia musicale è scritta da Saverio Marconi e Stefano D’Orazio, regia di Saverio Marconi e Marco Iacomelli, scene di Gabriele Moreschi, musiche originali di Stefano Cenc e coreografie di Gillian Bruce.Nel cast Paolo Ruffini e Manuel Frattini.Per partecipare all’audizione è necessario prenotarsi inviando una e-mail a: [email protected]  audizioni  si  svolgerano  il  24  settembre  2013  alle  ore 9.30 presso il Teatro della Luna di Milano.Le selezioni si svolgeranno in: Milano

Casting ballerino o ex-ballerino per ruolo in film di Natale della Filmauro

La Filmauro srl cerca un ballerino o ex ballerino per ruolo di controfigura nel film di Natale.In particolare si cerca un candidato con i seguenti requisiti:altezza 162 cm, taglia 52, età scenica dai 30 ai 60 anniNel film sarà la controfigura di uno degli attori.Per partecipare alle selezioni inviare foto e curriculum, specificando altezza e taglia esatta, all’indirizzo e-mail:[email protected] link per maggiori informazioni segnaliamo l’annuncio completo sul sito dello IALS.

Spettacolo e Intrattenimento

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Il contratto di associazione in partecipazione trova la sua disciplina nell’art. 2549 c.c. Scopo dell’istituto è la creazione di una collaborazione tra più soggetti per l’esercizio di un’attività economica a scopo di lucro evitando la costituzione di un nuovo soggetto giuridico o la costituzione di un patrimonio autonomo, posto che i mezzi dell’attività restano di proprietà dell’associante. Dall’esame della giurisprudenza prevalente in materia si rileva come l’istituto in questione assume contorni che lo rendono contiguo ad altre fattispecie quali il contratto di società ed il contratto di lavoro subordinato. Secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, ai  fini  della  distinzione  fra  il  contratto  di  associazione  in partecipazione e quello di lavoro subordinato, è necessario che il giudice di merito accerti che l’associato che conferisca attività lavorativa non sia sottoposto ad un vincolo di dipendenza che comporti l’assoggettamento al potere organizzativo, direttivo e disciplinare dell’imprenditore; che la prestazione sia contenuta entro i limiti del conferimento dovuto, senza assumere i caratteri della collaborazione ex art. 2094 c.c. e che sia ravvisabile la compartecipazione al rischio di impresa. In tale contesto viene, pertanto, rimesso al prudente apprezzamento del giudice, attraverso un accertamento delle caratteristiche del rapporto contrattuale che si vuole puntuale e concreto, la identificazione degli elementi tipici della  subordinazione,  qualificati  essenzialmente  dalla sottoposizione al potere direttivo, organizzativo e gerarchico del datore di lavoro, ritenendosi, invece, compatibile con lo schema dell’associazione, e, quindi, non dirimente rispetto al problema qualificatorio, la possibilità per l’associante di impartire istruzioni e direttive Alla luce di quanto precede, con riferimento ai tratti tipizzanti dell’associazione in partecipazione, viene ritenuto che  la  causa  di  tale  contratto  è  ravvisabile,  in  definitiva, 

nello scambio fra un determinato apporto dell’associato all’impresa dell’associante ed il vantaggio economico che l’associante si impegna corrispondere al primo.Si assume anche, in giurisprudenza, che non rivestono carattere qualificante nè la partecipazione alle perdite (in quanto ove anche tale partecipazione sia esclusa non vien meno la condivisione del rischio di impresa, sia pure nelle forme della mancata remunerazione del lavoro svolto), nè la commisurazione della partecipazione del lavoratore associato al ricavo dell’impresa, anzichè agli utili netti (dal momento che l’art. 2553 c.c. consente alle parti di determinare la misura di partecipazione dell’associato agli utili), nè la mancanza di un effettivo controllo sulla gestione dell’impresa (giacchè la legge prevede il diritto dell’associato al controllo e al rendiconto annuale di gestione, ma lascia libero lo stesso di esercitare o meno tali poteri).

Se il contratto di associazione in partecipazione stipulato per un periodo di tempo determinato non può essere sciolto anticipatamente a iniziativa unilaterale di una parte la quale, così facendo, si renderebbe inadempiente al contratto, ma solo risolto per inadempimento dell’una o dell’altra parte. L’associazione in partecipazione ha, quale elemento causale indefettibile di distinzione dal rapporto di collaborazione libero-professionale,  il  sinallagma  tra  partecipazione  al rischio d’impresa gestita dall’associante e conferimento dell’apporto lavorativo dell’associato. Ne consegue che l’associato il cui apporto consista in una prestazione lavorativa deve partecipare sia agli utili che alle perdite, non essendo ammissibile un contratto di mera cointeressenza agli utili di un’impresa senza partecipazione alle perdite. Gli effetti retroattivi della risoluzione non operano, nei contratti a esecuzione continuata o periodica, per le prestazioni già eseguite; in tale ottica, devono qualificarsi contratti ad esecuzione continuata o periodica solo quelli che fanno sorgere obbligazioni di durata per entrambe le parti, e cioè quelli in cui l’intera esecuzione del contratto avvenga attraverso coppie di prestazioni da realizzarsi contestualmente nel tempo.Fra di essi non può farsi rientrare il contratto di associazione in partecipazione con cui l’associante attribuisce all’associato, contro il corrispettivo di un determinato apporto, una partecipazione agli utili della sua impresa o di uno o più affari. A differenza del contratto di società, lo stesso è un negozio bilaterale che crea un singolo rapporto fra l’associato e l’associante: senza che vi sia un vero scopo comune nè un patrimonio dell’associazione che non assurge neppure ad organismo, essendo l’apporto dell’associato -  non  paragonabile  ad  un  conferimento  -  una  dazione  o prestazione unitaria (di natura patrimoniale o tecnica) in cambio di una controprestazione pur essa unitariamente considerata consistente nella partecipazione agli utili ed eventualmente alle perdite.

L’ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE

a cura dell’Avvocato Pier Paolo PoggioniEsperto in Diritto di Impresa, Docente Universitario

Info: [email protected]

Spazio aperto - Diritto e Tutela del Cittadino

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Winnipeg è una delizia sorprendente. A partire dalla sua ubicazione in mezzo alle pianure del Manitoba, Canada. È una città piuttosto colta oltre ad avere un’economia che si sta diversificando, facendo registrare una crescita non velocissima ma costante e continua. Una visita alla città potrebbe cominciare dal Manitoba Legislative Building un edificio governativo in stile neoclassico, nei cui giardini e sulla cui cupola vi sono due statue simbolo per la città: la prima è quella di Luis Riel, leader delle lotte dei nativi canadesi; la seconda, emblema dello spirito della città, la statua del Golden Boy che rappresenta l’eterna giovinezza e lo spirito d’impresa. La più grande e completa collezione di cultura Inuit, una delle culture native, è conservata nel suggestivo Winnipeg Art Gallery a forma di nave. Il punto in cui si incontrano i fiumi Assiniboine River e il Red River costituisce 

A sorpresa Winnipegun luogo di particolare interesse. Oltre ad un meraviglioso parco voluto dall’organizzazione Parks Canada qui è stato creato un agglomerato di negozi, ristoranti e locali all’interno  di  edifici  storici  ristrutturati.  Sempre  qui  sorge 

il  Forks  National  Historic  Site,  sulle  sponde  del  fiume;  è un modo per ripercorrere e scoprire la storia della zona attraverso mostre e spettacoli. Ciò che colpisce del Canada è come, nonostante una storia relativamente giovane, le iniziative e i luoghi per valorizzare la cultura e le tradizioni, siano particolarmente curati.Anche senza avere una grande passione per i treni, merita

a cura di Giuseppina Ascione

Spazio aperto - Turismo

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una visita il Winnipeg Railway Museum all’interno della bellissima Union Station che, tra le altre cose, fu progettata dagli stessi architetti che costruirono la spettacolare Grand Central Station di New York.Il quartiere più vivace di Winnipeg è, senza dubbio l’Exchange District, con la sua popolazione di artisti, alternativi e modaioli che si distribuiscono tra i numerosi locali, ristoranti e gallerie d’arte della zona che è stata dichiarata National Historic Site. E in questo quartiere si trova anche il Manitoba Museum che, organizzando tour e “viaggi nel tempo” raccoglie e racconta in modo completo la storia della città

e di tutto il Manitoba. Ma sono sicuramente le gallerie d’arte a farla da padrone in questo quartiere, tra cui spicca la Graffiti Gallery, spazio espositivo e creativo per i graffittari della città che hanno così hanno la possibilità di trasformare in arte la loro attività.A Winnipeg si trova anche la più vecchia comunità francese del Canada fuori dal Quebec. Siamo nel quartiere di St Boniface, quartiere ricco di storia e di luoghi che raccontano un passato che, comunque, ha lasciato tracce non trascurabili in città. Qui si trovano i resti della St Boniface Basilica, una volta immensa, prima che un incendio la distruggesse nel 1968. Accanto alla basilica, all’interno di un convento dell’800, si trova il St Boniface Museum che racconta la nascita del quartiere e ripercorre la storia dei métis e delle loro lotte.

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Tel Aviv Museum of Art

Il Tel Aviv Museum of Art è il museo principale di Israele di arte moderna e contemporanea e sede di una delle più grandi collezioni al mondo di arte israeliana. Dal momento della sua fondazione nel 1932, il Museo è servito come uno dei principali poli culturali di Tel Aviv, la visualizzazione di un vivace mix di collezioni permanenti e mostre temporanee in una vasta gamma di settori - pittura, scultura, stampe e disegni, fotografia, video, architettura e progettazione. Ogni anno, il Tel Aviv Museum of Art accoglie più di 500.000 visitatori, offrendo loro oltre venti mostre annuali israeliane e internazionali d’arte. La biblioteca d’arte completamente computerizzato e il suo Centro di Documentazione per l’Arte in Israele servono oltre 15.000 studenti, studiosi e curatori di ogni anno.

a cura di G.A.

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La plastica esiste da milioni di anni. Si tratta infatti di un polimero ossia configurazione di molecole di carbonio e idrogeno, che si legano tra di loro formando delle catene: la tela del ragno è un polimero, così come il collagene di cui sono fatte tra l’altro le nostre unghie.Dalla ricerca di un sostituto per la gommalacca, nacque la prima plastica industriale, la bachelite. L’industria chimica cominciò allora ad utilizzare una risorsa nuova e abbondante, come il petrolio grezzo, combinandolo con altre sostanze per dare origine ad una lunga serie di composti, come il famoso PVC, che in breve hanno invaso il mondo, trasformandolo in modo radicale.I danni di questa proliferazione, ormai evidenti, hanno fatto si che da alcuni anni la ricerca scientifica sta dando spazio all’idea di produrre la plastica utilizzando materie naturali, come si faceva un tempo.

Elif Bilgin e le bucce di banana

Una 16enne turca, Elif Bilgin, ha da poco vinto il prestigioso Science in Action Prize della Scientific American per aver inventato il modo di creare plastica dalle bucce di banana. Appartenente ad una lunga serie di giovanissimi inventori Elif Bilgin, è convinta che la sua bioplastica sia un tassello importante nel processo di cambiamento globale. La sua invenzione servirà tra l’altro a coprire essenzialmente i cavi elettrici, proprio come la bachelite ad inizio del secolo scorso.Il lato affascinante di questa notizia è oltre alla capacità di creare risorse tecnologiche modernissime a partire da scarti naturali, come le bucce di banana, quanta sia l’ingegnosità e l’idealismo pratico di una nuova generazione di inventori sensibili al benessere dell’ambiente, che fa ben sperare in un cambiamento epocale.

a cura di L.A.

Spazio aperto - Ambiente ed Ecosostenibilità

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A chi non è mai capitato, dopo una lunga giornata di lavoro, di tornare a casa con la voglia di un bel bagno caldo per smorzare lo stress accumulato? Niente di più vero! E’ dimostrato infatti che un bagno rilassante porta notevoli benefici al nostro corpo e alla nostra mente.Non a caso negli ultimi anni arredare il bagno ha assunto un’importanza maggiore di quanto non ne aveva in passato ed il classico bagno sta diventando sempre più un luogo in cui rigenerarsi e poter cercare un po' di benessere dalla vita frenetica di tutti i giorni; il bagno contemporaneo non può quindi che assumere sempre più le sembianze di una home spa, ossia una piccola spa domestica sempre a disposizione in casa nostra. Spa è l’acronimo del detto romano “Salus per Aquam”, ossia “salute attraverso l’acqua”, e nasce negli Stati Uniti dall’idea di riproporre, in chiave moderna, l’antica usanza romana delle terme pubbliche dotate di ogni tipo di comfort. Elemento centrale di una home spa è sicuramente la vasca idromassaggio da cui possiamo ottenere non solo i

benefici derivanti dall’acqua (idroterapia), ma anche quelli dell’illuminazione (cromoterapia), delle essenze profumate (aromaterapia), e della diffusione sonora (suonoterapia). Sauna e bagno turco sono due elementi fondamentali per completare la nostra home spa, ed in entrambi i casi oggi possiamo trovare prodotti pratici, facili da installare e con una vasta gamma di rivestimenti tra cui trovare quello di nostro gradimento. Ma avere un bagno che ci dia sensazioni piacevoli e rilassanti è possibile anche semplicemente arredandolo con uno stile consono e non trascurando la nostra fantasia ed i nostri gusti personali. A tale scopo il bagno in stile “minimal chic” rimane ancora molto apprezzato soprattutto per le sue linee e forme geometriche pulite ed essenziali anche se, la tendenza di oggi, lo vede orientarsi sempre più verso colori caldi anziché sull’ormai già affermato “total white” dove il colore bianco la fa da padrone. Ma non dobbiamo dimenticare che negli ultimi anni l’interior design è sempre più attento a fattori importanti come la sostenibilità, ed anche il bagno del

Dalle spa al beach style......ecco come vivere il vostro bagno!

2013 è sempre più “eco-friendly”, ossia uno stile dal look naturale sia per quanto riguarda i colori, i pavimenti, i mobili e le tecnologie per un minor consumo di acqua e di energia.La doccia è un elemento sempre più importante ed oggi si presenta per lo più come una semplice scatola di vetro, con finiture in metallo spesso quasi invisibili, che va a sostituire definitivamente  il  classico,  ormai  quasi  scomparso,  piatto doccia. Ma fondamentale è anche l’illuminazione: una giusta illuminazione d’atmosfera, di colori caldi o freddi, può essere infatti molto suggestiva e darci sensazioni uniche.Una tendenza molto apprezzata è quella di arredare e decorare il bagno con un look vivace e frizzante, denominato “beach style”, ossia stile da spiaggia. Nel beach style le pareti devono avere i colori naturali dell’estate e del mare, con tonalità calde come ad esempio un giallo sabbia o fredde come il blu o il verde. Ma saranno i dettagli e la nostra cretività a fare la differenza. Dal semplice colore vivace degli asciugamani, ad una nostra fotografia mentre siamo al mare, ad un vaso trasparente pieno di sabbia e conchiglie. Un tocco finale lo possiamo dare aggiungendo ad esempio una piccola pianta esotica e, per i più assetati di sensazioni uniche, immaginate una zona-doccia costituita da una parete in vetro con all’interno un intreccio di canne di bambù che filtreranno la luce proveniente dalla finestra del vostro bagno… avremo così estate e natura sempre a portata di bagno!

a cura di Manuele Morgantini - Interior designer

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Spazio aperto - Design

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Occhiali da Hot SummerGli occhiali da sole sono accessori indispensabili sia per la protezione degli occhi, sia per avere un ulteriore dettaglio cool a personalizzare il proprio look. Tra  i  trend  indiscutibili  di  quest'anno  spicca  fortemente  quello  che  da  spazio  alle montature vintage, dunque, ricalcano le vecchie linee, un ritorno al vecchio stile, classico e irresistibile. Fondamentalmente intramontabili torneranno i modelli aviator, dei veri e propri evergreen del mondo dell’eyewear, e le montature sono prive di fronzoli, di dettagli troppo vistosi e importanti. E se da una parte assistiamo a un netto e forte ritorno delle montature d’epoca, dall’altra ritroviamo nuovi modelli, specchiati colorati e spiritosi.

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Spazio aperto - Moda

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Senior ed atleta pluridecorata recante i colori sociali del “Club La Dolce Arte” di S. Martino in Campo, alla giovane età di trent’anni è riuscita ancora a stupire!

Nove incontri in due giornate di gara: cinque  match  nel  Ne-Waza  (simile  al  Brasilian  Ju-Jitsu),  di cui tre vinti consecutivamente, la portano direttamente al podio con la medaglia di bronzo; altri quattro match nello stile Fighting System le garantivano la  finalina  per  il  terzo  posto  che  non  coglieva  per  una “sfumatura arbitrale”. Grande il quarto posto di Laura.I World Games di Cali non hanno regalato alla perugina Jessica Scricciolo un posto nel podio.L’atleta perugina che si è fermata al 5° posto dovrà meditare a lungo sull’accaduto, riconsiderando che la Campionessa Europea Junior in carica si è trovata lanciata nel mondo degli atleti “adulti” ed essere fra le prime sei atlete del Mondo all’età di 19 anni, e questo può soltanto provocare delle sane ed attese reazioni.Sfortunato anche il palermitano Giovanni Vitale (Fighting System  69kg),  che,  dopo  aver  vinto  per  Full-Ippon  il  suo primo incontro, è stato fermato dal medico per frattura ad una costola, finendo quinto, non certo per demerito.La  soddisfazione  nel  Team  Italia  è  stata  condivisa  dal 

Si sono concluse le due giornate di gare di Ju-Jitsu ai World Games di Cali – Colombia, prestigiosa manifestazione sportiva alla quale partecipano tutte le discipline che aspirano al riconoscimento di sport Olimpico da parte del C.I.O.La nona edizione dei World Games ha visto in lizza i migliori atleti del ranking mondiale (in totale 4.000) delle circa 40 discipline sportive, in rappresentanza di circa 120 nazioni. L’Italia del Ju-Jitsu, che nella scorsa edizione di Taipei si era aggiudicata un solo argento, ha migliorato il suo bottino conquistando due medaglie: una d’argento e una di bronzo.

Protagonisti principali sono risultati gli emiliani (Campioni d’Europa 2013) Sara Paganini e Michele Vallieri (Duo System Mix) medaglia d’argento contro la coppia tedesca attuale Campione del Mondo, perdendo di misura (98,5 a 99,0). Peccato, un’occasione mancata in quanto la stessa coppia aveva superato gli avversari tedeschi due mesi fa proprio in terra germanica, però il valore espresso dalle due coppie ci fa rivivere dei momenti ben noti nel mondo dei grandi dualismi sportivi.La perugina Laura Boco,  Capitano  Azzurro  del  Team 

La perugina

Laura BocoSul podio ai World Games di Cali

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Presidente A.I.J.J. M° Dario Quenza  con  il  D.T.  M° Paolo Palma (Tecnico-Coach) e con il M° Igor Lanzoni, vice Direttore Generale in rappresentanza del D.G. M° Bistocchi che ha seguito le performance degli Azzurri con tutto lo Staff da “Casa Italia”.

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Mister Bovari, Lei è partito dal mondo della pallavolo da giovanissimo per poi diventare allenatore, fino ad arrivare alla Serie B1 nazionale, l’anno scorso ha sfiorato per pochissimo il grande salto in serie A, quest’anno tutti si aspettano un altro campionato di vertice....

Tutto  perfettamente  corretto  quello  che  lei  riporta  in questa  domanda a partire  dai miei  inizi  fino ad arrivare alla magnifica  stagione del 2012-13 quando, al di  la di ogni più rosea aspettativa, con una squadra costruita con diverse pedine giovani e con un giusto numero di atlete di  esperienza  si  è  arrivati  a  sfiorare  il  sogno  della  serie A  lambito  e  assaporato  fino  all’ultima  giornata.  Il  tutto è ancora più bello e ci ha reso ancora più orgogliosi in quanto i risultati conseguiti sono stati quelli di una squadra non creata per vincere ma per far divertire e divertirsi. Le aspettative per la prossima stagione da quanto si sente in giro da tifosi, media, più o meno esperti del settore, sono molto alte. In risposta si è cercato di conservare per quanto concerne la squadra uno zoccolo duro inserendo giocatori giovani e di prospettiva, al contrario di molte altre squadre del nostro girone che si sono rafforzate con nomi altisonanti e di profilo, ma questo non significa che cederemo il passo 

a team blasonati ma anzi cercheremo, come nella stagione precedente, di farci spazio ed onore cercando naturalmente di fare meglio della stagione passata. Rimaniamo consapevoli delle nostre potenzialità e di quelle dei nostri avversari in attesa che il campo sancisca i risultati...

Una squadra compatta dove militano già da anni giocatrici di ottimo livello tecnico e giocatrici molto giovani, i nuovi innesti sicuramente si inseriranno bene in un gruppo già affiatato e collaudato....

Le scelte societarie, che naturalmente condivido, ci hanno portato tecnicamente a guardare al futuro cercando sempre nel  territorio  italiano giovani  talenti o atlete  in fiore. Ogni anno hanno fatto parte della squadra da un minimo di 2 ad un massimo di 5 giocatori giovani. Si è continuamente e costantemente cercato di abbassare l’età media della squadra: nella prossima stagione al palleggio  avremo  una  22-enne  ed  una  20-enne  e  delle quattro senior utilizzabili oltre i trent’anni noi ne avremo solo due. Nonostante avvicendamenti e nuovi inserimenti una forza ormai consolidata della Wealth Planet - Gecom Security e’ sicuramente il gruppo che ogni anno si perfeziona e si amalgama magicamente creando quelle

alchimie che non sempre altrove si trovano. Tutto ciò grazie non solo alla capacità e al buon senso delle “veterane”, che personalmente ringrazio, ma anche alla capacità di tutto staff tecnico che sapientemente gestisce e comprende la realtà sportiva nonchè gli stati d’animo dello spogliatoio legati ai vari eventi e situazioni che si verificano nel corso della stagione.

Nel mondo della pallavolo si dice che Lei sia un allenatore-manager un binomio molto amato dagli inglesi...il suo pensiero..

Di per se credo non voglia dire nulla, credo che l’allenatore debba saper riconoscere tecnicamente le potenzialità e le attitudini delle atlete che gli vengono proposte e non, avere una visione in toto del campionato che deve affrontare, conoscere il tessuto sociale dove va ad operare, conoscere e condividere gli obiettivi societari sapendo trasmettere motivazioni ed entusiasmo alle persone coinvolte nei vari processi societari. Naturalmente cercando di essere leale e sportivamente preparato rispetto al compito che gli viene proposto oltre naturalmente riuscire a gestire il proprio staff tecnico e le atlete scelte e messe a disposizione.

Il suo sogno nel cassetto...

Il mio sogno...forse meglio desiderio è quello di continuare a migliorarmi tecnicamente ed umanamente, non solo per me stesso, in modo tale da riuscire a trasmettere entusiasmo e voglia a tutti gli amanti di questo splendido sport riuscendo così a diffondere una disciplina sportiva che possa conseguire importanti risultati sia in campo ma anche sul sociale.

Nella sua carriera si è sempre contraddistinto per la voglia di vincere ma anche per la sua carica agonistica e motivazionale, pensa che la pallavolo a Perugia possa arrivare ai magici livelli di qualche anno fa’ grazie alla Gecom Security?

Credo che ognuno di noi cerchi di dare il massimo quando soprattutto opera nella propria città natale.Si cerca sempre di dare e di fare il meglio per i propri colori, si spera e ci si auspica di portare il volley perugino dove merita.Resta ancora un sogno ambizioso raggiungere, anche se pur minimamente, ciò che è stato fatto dal volley perugino qualche anno fa.

Nel mondo della pallavolo come forse in tutti gli ambiti sportivi c’è una crisi evidente nelle società sportive... pensa che progetti di collaborazione veri e concreti possano sconfiggere questo problema?

Allenatore della Wealth Planet Pallavolo Perugia, denominata Gecom Security dal nome del main sponsor, che milita nel campionato nazionale di serie B1 di pallavolo femminile

Dipende molto dalla capacità dei presidenti delle singole società, dalla visione degli stessi sul sistema che li circonda e dalle diverse realtà societarie.Personalmente credo che possa essere una strada percorribile per creare meno frazionamenti quindi, meno dispersioni e forse più qualità in più ambiti.

Quanto sono importanti nella sua vita Bellezza e Benessere...

Bellezza e benessere sono un connubio vincente in ogni ambito; credo che siano auspicabili e di interesse per l’intera collettività. I latini dicevano: mens sana in corpore sano!

Da quest’anno Wealth Planet Magazine sarà distribuito anche nelle tribune del Curi... e se a maggio giugno 2014 tutte e due le squadre si trovassero a festeggiare insieme una meravigliosa promozione?

Il mio più grosso in bocca al lupo alle due realtà sportive perugine, così lontane ma così vicine, e, vorrei chiudere senza ulteriori proseliti con un Forza Perugia Gimooooo!!!

Ciao a tutti.

a cura di Mirina Hoxha

Intervista al coach Fabio Bovari

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Nel 1905 dalla collaborazione tra la società di ginnastica Libertas e l’US Braccio Fortebraccio nasce l’Associazione Calcio Perugia. Nei primissimi anni gli allenamenti si svolgono in Piazza d’Armi (Piazza Partigiani) che solo dopo la prima guerra mondiale vedrà la costruzione di una tribuna in legno per gli spettatori. Solo nel 1937 sarà costruito il vecchio storico Santa Giuliana. Il Perugia partecipa a campionati sportivi universitari e a tornei  interregionali  fino  alla  stagione  1932-33  stagione nella quale raggiunge per la prima volta nella sua storia la Serie B e, tra alti e bassi, tra cui il ritorno ai campionati regionali, le attività calcistiche vengono cessate a causa della II guerra mondiale. La ripresa delle attività calcistiche registra il ritorno del Perugia in serie B con l’allenatore Mario Malatesta e il prolifico attaccante Alberto Galassi (35 reti nella stagione 1945/46). In serie B il Perugia rimane solo per 2 stagioni per poi retrocedere fino alle serie regionali.Nel  1966-67  assume  le  redini  del  Perugia  il  Presidente Lino Spagnoli, che già dal 1950 aveva fondato un vivaio giovanile denominato “il Grifo” che rappresenterà le basi per una crescita importante del Perugia calcio.Lino Spagnoli, noto imprenditore perugino, riesce a riportare

il Perugia in Serie B con l’allenatore Guido Mazzetti ed il livello della squadra si stabilizza con buoni campionati fino alla stagione 1974-75 che registra l’arrivo dell’imprenditore pugliese Franco D’Attoma che assume la presidenza, Ilario Castagner diventa il nuovo allenatore dei grifoni.La stagione parte sotto i migliori auspici e sebbene l’obiettivo iniziale fosse solo la salvezza la squadra di Castagner si attesta subito al vertice della classifica grazie ad un gioco brillante e moderno, da molti definito all’olandese.Alla fine del campionato, il Perugia è promosso in Serie A con tre punti di vantaggio sul Como e quattro sul Verona. Un’intera città esulta e festeggia il Perugia in serie A. E’ l’inizio di un sogno...E’ la squadra di Renato Curi e Franco Vannini ma anche degli indimenticabili Marconcini, Nappi, Raffaeli, Petraz, Frosio, Picella, Scarpa, Sollier, Pellizzaro.Viene costruito a Pian di Massiano, un’area verde di Perugia, lo Stadio Comunale di Perugia, 40 mila posti, una chicca per la città. Sulle ali dell’entusiasmo di una società, di una squadra, di un’intera città il Perugia riesce a raggiungere ottimi piazzamenti anche in serie A. Viene definito il Perugia dei miracoli. Una squadra in grado di battere squadre blasonate come il

Torino e la Juventus.Storico il 16 maggio 1976, ultima giornata di campionato, in uno stadio con oltre 40 mila persone, una rete di Curi sotto la Curva Nord, al volo, su cross di Novellino dalla fascia destra, sancisce la vittoria del Perugia sulla Juventus per 1-0.Campionato  1977-1978,  sesto  turno  di  campionato  -  30 ottobre 1977 - Perugia – Juventus.Il Pian di Massiano è pieno all’inverosimile, malgrado una giornata di pioggia intensa. E’ da pochissimi minuti che è iniziato il secondo tempo, il tempo è davvero inclemente, la pioggia si abbatte su Pian di Massiano, Renato Curi, 23 anni, al 5’ del secondo tempo si accascia improvvisamente a terra colpito da un arresto cardiaco. Lo stadio intero ammutolisce, i tamburi della storica curva nord si fermano. I funerali saranno celebrati proprio dentro lo Stadio che sarà intitolato allo storico calciatore del Perugia Renato Curi.

Ma il Perugia dei Miracoli sotto la guida di D’Attoma Presidente e Silvano Ramaccioni Direttore Sportivo, Ilario Castagner – Allenatore – vuole ancora stupire l’Italia intera. Nel  campionato  1978-79,  il  Perugia  è  la  prima  squadra a terminare il campionato di Serie A senza perdere una partita  restando  in  lotta  per  lo  scudetto  con  il Milan  fino 

alle ultime giornate. Il Perugia dei Miracoli del Mister Ilario Castagner vantava i seguenti giocatori:Portieri: Nello Malizia, Marcello Grassi;Difensori: Michele Nappi; Antonio Ceccarini; Pierluigi Frosio (capitano); Mauro Della Martira; Luciano Zecchini.Centrocampisti: Paolo Dal Fiume; Cesare Butti; Franco Vannini; Giorgio Redeghieri; Mario Goretti.Attaccanti: Gianfranco Casarsa; Salvatore Bagni; Walter Speggiorin; Marco Cacciatori. Dopo  un’estate  caldissima  di  calcio-mercato  che  porta  a Perugia addirittura il fuoriclasse italiano Paolo Rossi sembra che il Perugia voglia bissare i successi dell’anno precedente rinforzandosi e magari puntare allo scudetto. Ma la beffa è in agguato e l’1 marzo 1980 scoppia lo scandalo del calcio scommesse che coinvolse lo stesso Paolo Rossi e i giocatori perugini Della Martira e Zecchini che verranno squalificati. Il Perugia  termina il campionato solo in decima posizione e nel campionato successivo causa per l’appunto il calcio-scommesse  inizierà  il  campionato  con  una penalizzazione di 5 punti. E’ l’anno della retrocessione in Serie B. E  sebbene  nella  stagione  1984-85,  il  Perugia  manca  il ritorno in A di un solo punto, stabilisce i record del minor numero di  sconfitte  in  una  stagione  (una  sola  sconfitta)  e 

Il Perugia calcio negli anni...a cura di Mirina Hoxha

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foto:©roberto settonce - www.settoncephotoagency.comè vietato ogni tipo di riproduzione senza l'autorizzazione scritta dell'autore

del maggior numero di pareggi (ben 26 su 38 incontri), un secondo scandalo di calcio-scommesse  travolge  il Perugia    e lo trascina in una doppia retrocessione…si riparte dalla serie C2.Il Perugia viene rilevato nel 1991 da Luciano Gaucci, imprenditore romano che sin da subito dichiara di voler portare Perugia ai massimi livelli. Acquisti importanti come Giuseppe Dossena, campione del mondo nel 1982, fanno la differenza e nel  1991-92 la squadra sfiora la promozione in Serie B, ottenuta poi nel 1993; ma Gaucci è accusato di corruzione arbitrale, e la CAF rispedisce il Perugia in Serie C, e  squalifica il Presidente per tre anni. Nel 1993-94, il Perugia vince nettamente il campionato e viene promosso in Serie B e solo dopo due anni, nella stagione 1995-96, la squadra di Giovanni Galeone ritorna in Serie A. Dove però la squadra guidata da Nevio Scala retrocede all’ultima giornata. Ma Gaucci richiama a Perugia l’allenatore dei miracoli, Ilario Castagner che riporta il Perugia in Serie A. Anni di serie A meravigliosi dove si mettono in luce a Perugia calciatori che poi faranno la fortuna di grandi club nazionali, internazionali e della nazionale italiana: il croato Milan Rapaic e il giapponese Hidetoshi Nakata, Mirko Pieri, Fabio Grosso, Fabio Liverani, Davide Baiocco, Marco Di Loreto, il brasiliano Zé Maria, Zisis Vryzas, Marco Materazzi, Fabio Liverani, Fabrizio Miccoli.

Sfiora la finale di Coppa Italia (dopo aver superato anche la Juventus), e la quarta stagione di serie A sotto la guida di Cosmi si apre con la vittoria della Coppa Intertoto sui tedeschi del Wolfsburg, che qualifica la squadra in Coppa UEFA. Il Perugia viene eliminato al terzo turno dal PSV Eindhoven. Ma al termine di campionato il Perugia scende nuovamente in Serie B. concludendosi in tal modo l’era Cosmi e ben presto anche l’era Gaucci.Nell’anno del centenario nonostante il quarto posto e la qualificazione alla finale play-off per la promozione in Serie A (poi persa contro il Torino),  il Perugia viene escluso dal successivo campionato di Serie B dalla giustizia sportiva per problemi economici. Grazie al Lodo Petrucci, riesce almeno a iscriversi al campionato di C1 con un nuovo gruppo societario capeggiato da Vincenzo Silvestrini.Al  termine  della  stagione  2007-08  la  proprietà  Silvestrini decide di lasciare consegnando il timone all’imprenditore perugino Leonardo Covarelli, ex presidente del Pisa Calcio.  Ma  i  problemi  finanziari  attanagliano  ancora il  Perugia  ed  il  Tribunale  di  Perugia  accoglie  l’istanza  di fallimento presentata da alcuni creditori. Il 12 luglio 2010 nasce l’A.S.D. Perugia Calcio, con a capo l’imprenditore petrolifero cannarese Roberto Damaschi. La squadra viene iscritta al campionato di serie D, dove vince il campionato con tre giornate d’anticipo tornando così tra i professionisti

in Lega Pro e vincendo inoltre la Coppa Italia di Serie D. Nel Perugia dopo la vittoria del campionato di serie D, entrano a farne parte due importanti figure imprenditoriali: Massimiliano Santopadre vicepresidente e Giovanni Moneti, che da gennaio 2012 assume l’incarico di amministratore unico. Viene nominato direttore generale Luigi Agnolin. Dopo la vittoria del campionato, il Perugia approda alla Prima  Divisione  (stagione  2012-2013)  e  Massimiliano Santopadre è nominato amministratore unico e al suo fianco Giovanni Moneti è il socio di maggioranza.La stagione è brillante ed esaltante e termina con un altrettanto brillante secondo posto che permette ai grifoni di Mister Camplone di disputare i play off.Malgrado la netta superiorità dimostrata nell’arco della stagione  il  Perugia perde  la gara di andata a Pisa 2-1 e nella gara di ritorno al cospetto di oltre 15 mila persone non  riesce ad andare oltre  il 2-2  sebbene sotto di un gol il primo tempo nella seconda frazione riesce a ribaltare il risultato ma una mera disattenzione difensiva regala il pareggio ed il superamento del turno al Pisa.Per la B tutto rinviato alla stagione 2013-14 sperando che Santopadre faccia il miracolo e riporti il Perugia e Perugia alla storia che si meritano.

Organigramma

Amministratore Unico - Massimiliano SantopadreDirettore Generale - Mauro LucariniDirettore Sportivo - Roberto GorettiDirettore Area Scouting - Marcello PizzimentiSegretario generale - Ilvano ErcoliTeam Manager - Simone RubecaUfficio Stampa  -  Roberto  Renga,  Rossana  Fella,  Giusi De AngelisAmministrazioneResponsabile - Sandro PaianoStaff Studio Paiano - Chiara Cinelli, Alessia PelosiMarketingResponsabile marketing - Marco SantoboniResponsabile commerciale - Stefano PolitelliStudio Legale  -  Avv.  Prof.  Carlo  Calvieri,  Avv.  Gianluca CalvieriSTAFF Addetto biglietteria - Tiziana BarbettiAddetto Rapporti tifosi - Monica LandiMagazzinieri - Gino Bettucci, Fausto MaccarelliCustode Stadio “Curi” - Sergio MilitiGestione Campi - Alberto Tomassini, Leonardo TomassiniManutenzione stadio - Archiplan - LemmiDelegato alla sicurezza - Fabio CastellaniVice delegato alla sicurezza - Michele Diosono

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Godere di una vita in equilibrio con il proprio corpo è fondamentale.

L’Officina Ortopedica Semidoro è una azienda storica, fondata nel 1950 con una grande esperienza in ambito riabilitativo e ortopedico. Non solo laboratorio specialistico per costruzione di ausili su misura, ma commercializzazione e adattamento di ogni genere di ausilio ortopedico.

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Sicurezza?Ecco un’app che riconosce il tuo volto

Finalmente, tutti coloro che possiedono uno smartphone Android e per i maniaci della sicurezza digitale potranno dormire sonni tranqulli con FaceLock, l’app che consente di bloccare il telefonino utilizzando la fisionomia del legittimo proprietario.Questa semplice applicazione protegge il cellulare da occhi indiscreti, attraverso un sistema di riconoscimento facciale. Per non consentire l’accesso è sufficiente caricare l’immagine del proprio volto e farla corrispondere alla sagoma presente sullo schermo, salvare la traccia e ripetere il procedimento più volte per consentire al sistema di memorizzare i tuoi tratti. Una volta conclusa l’operazione, lo smartphone sarà  ufficialmente  protetto,  e  potrà  essere  sbloccato  solo attraverso il riconoscimento da parte del sistema del viso memorizzato.Qualora  l’operazione  non  vada  a  buon  fine,  impedendo di riprendere legittimamente possesso del telefonino, si può scegliere di impostare una password o un codice. Il programma è disponibile sulla rete in due versioni, una gratuita  e  una  a  pagamento  che  costa  2,40  euro  con svariate funzioni in più.

a cura della redazione W.P.

Spazio aperto - Hi tech

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L’abbiamo detto mille volte, il benessere senza la fruizione di arte e cultura non è tale.

Il  nostro  viaggio  nella  55°  Esposizione  Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, terrà conto di questo, significando  che  tralasceremo  le  valutazioni  tecniche  per dare spazio alle emozioni, alle sensazioni, ai sentimenti.Ci consoliamo nel dire che, o siamo geni o incompetenti,

la maggior parte delle critiche rivolte dalla “nomenclatura” dell’arte, vieppiù mossa da interessi economici e di mercato, non ci vedono concordi anzi, ciò che non è piaciuto a loro, a noi ci ha emozionato davvero tanto.

“Il Palazzo Enciclpedico”, il museo immaginario di Auriti che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell’umanità, il percorso nella ricerca e nella archiviazione della

conoscenza, ha segnato una Biennale aperta, invitante, meno didascalica del solito, più internazionale che mai con i numerosissimi paesi espositori provenienti da ogni parte del globo. Una Biennale, per fortuna, non globalizzata né globalizzante, una esposizione che coinvolge l’essere nella sua individualità proponendone una condivisione che ne rispetti la centralità e l’originalità; una Biennale non alla ricerca della bellezza ma incontro a ciò che può essere visto come tale. Non una lista il cui fascino inebria a priori Umberto Eco e noi, ma la cui aridità cozzerebbe con la fantastica e poliedrica paradossale concretezza dell’arte.

Noi ci abbiamo visto questo e nel percorrere i padiglioni delle nazioni e le sale dell’arsenale abbiamo trovato quasi sempre questa atmosfera di cosciente partecipazione dei visitatori la cui compenetrazione con l’arte proposta/esposta diventa verbo performativo! Fare, diremmo  FAR(t)E. La fatica che comporta visitare, partecipare alla Biennale  richiede  un  buon  allenamento  fisico  e  quindi  la possibilità di mantenere lucidità emotiva e cerebrale. Per fare questo non terremo conto dei percorsi o dei luoghi ma diciamo subito che la folgorazione più grande l’abbiamo avuta dalla esposizione della Santa Sede (giova ricordare la polemica innescata dalla partecipazione del Vaticano, per la prima volta, alla Biennale) e da Israele.

Molto religiosa la prima, imperniata su una Genesi la cui Ortodossia è stata aspramente criticata; come se ci si aspettasse dalla sede della religione cattolica il festival del laicismo o del materialismo storico. Israele incanta con un percorso straordinario di artisti che partendo dal sottosuolo della Palestina raggiungono il Padiglione Israele attraverso un buco nel pavimento e, occupata la sede, si ripropongono tra suoni immagini e sculture in creta dando voce e vita ad un intimo che si riconcilia con il mondo. Un dentro e fuori dallo spazio, un dentro e fuori dalla realtà, un dentro e fuori da se stessi. Bellissimo.

Ancora emozionante l’artista Finlandese Alvar Aalto Antti Laitinen, che ricostruisce alberi da tronchi di legno sezionati altrove o video (in vero, datato) nel quale con fatica costruisce la sua personale isola. Facile da capire perchè

ALTHMER- FIGURE PLASTICHE

STUDIO AZZURRO - LA GENESI

SONIA FALCOME - CAMPOM DE COLOR

a cura di Francesco Patiti

55°Biennale di Venezia

Spazio aperto - Eventi

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AI WEIWEI- LA TORRE

MARIA LASSING- AUTORITRATTO

WIN BOTHA- LIBRI SCOLPITI

interpreta il desiderio di ognuno di noi e la fatica del vivere.Poco rassicuranti ma assolutamente suggestive le 80 figure a grandezza naturale con corpi meccanici e volti e mani realizzati da calchi in gesso di modelli veneziani, ricoperti da plastica inanimata che li rende, di contro, anime, realizzati dal polacco Pawel Althamer allestiti nella sala 9 dell’Arsenale; “Rendersi conto che il corpo è solo un veicolo dell’anima è una conquista importante!” Siamo d’accordo con Althamer e non solo per la filosofia che guida questa pubblicazione! Poco avvincenti i video, questa forma di espressione che sempre più caratterizza l’arte contemporanea, in questa circostanza ci è parsa poco partecipativa alle vicissitudini della conoscenza enciclopedica, forse spesso, troppo intimisti. Su tutti il video del polacco Artur Zmijewski che riprende ciechi impegnati a dipingere con le mani e l’occhio della strumentazione elettronica chirurgica “Da Vinci” (che è anche il titolo dell’opera) che penetra nel corpo per osservarlo, studiarlo e curarlo di Yuri Ancrani.

Emozionanti le sculture dell’artista cinese Shinichi Sawada, affetto da una grave forma di autismo, parla a stento ma si esprime meravigliosamente con le sue sculture in cui prendono forma immagini di draghi, mostri o esseri soprannaturali coperti da punte minacciose che propongono un complesso rapporto del mondo incomprensibile della sindrome autistica con quello che lo circonda.

Grande effetto crea Kimsooja con l’entrata nell’opera che si può gustare nel padiglione Koreano; il riflesso e  la luce preparano al “sequestro” di 60 secondi in una sala perfettamente buia e sorda in cui le facoltà sensoriali si spengono per lasciare spazio alle suggestioni o al riconciliarsi con la propria mente.

Segnaliamo inoltre gli artisti dell’America Latina con i Murales venezuelani, biglietto da visita di un popolo, o il Campo de Color di Sonia Falcone composto da piramidi coloratissime di tutte le spezie che danno vita, profumo, colore e sapore ad un’opera semplice ma allo stesso tempo efficace, significativa e brillantemente  intuitiva nel rendere fruibile una quarta dimensione quasi sempre dimenticata.

Davvero belli i libri scolpiti, nel padiglione Sudafrica all’Arsenale,  da  Wim  Botha,  che  danno  vita  a  figure umane, lavorando sulla inquietudine della conservazione della conoscenza libri che accolgono ma che possono dar vita a esseri da essi dipendenti.Ancora  provocatorio  ma  spunto  di  grande  riflessione l’autoritratto di Maria Lassing nell’atto, nuda, di uccidere ed uccidersi.

Abbastanza delusi dai paesi dell’Europa “storica” eccezion fatta per la Francia che sostanzia un vice-versa (titolo della esposizione del padiglione Italia) con la Germania con cui

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Info: L’edizione di questo 2013 che ha preso il nome da una della opere, il Palazzo Enciclopedico, è partita dal 1° giugno e rimarrà aperta sino al 24 novembre.Le esposizioni, Giardini ed Arsenale, saranno aperte tutti i giorni, dalle 10 alle 18, ed è possibile acquistare i biglietti anche online. I biglietti singoli sono validi per un solo ingresso in ciascuna sede espositiva (Giardini e Arsenale) anche in giorni non consecutivi.

si scambia la storica dirimpettaia sede, che presenta un trittico di video del concerto per mano sinistra eseguito in dissonanza. La Germania presenta la torre di Ai Weiwei composta dall’intreccio di 886 sgabelli, elemento di vita  quotidiana  della  Cina  pre-rivoluzione  culturale  che quest’ultima ha reso cimeli sull’altare della modernizzazione.Nel padiglione cinese un’aria di grande innovazione e senso del “grande” la trasfigurazione del colosso non solo economico. Ci ha ricordato il paradosso dei cinesi che comprano a Venezia i souvenir di Venezia rigorosamente prodotti in Cina! In un video riprodotto da un piccolo monitor (ai più sfugge) si riporta la performances di modelli che danno vita alle figure di un bassorilievo gigantesco e lunghissimo in creta dal quale all’improvviso escono sorprendendo non tanto per l’azione in se, quanto per l’idea che ogni opera d’arte è viva.

Ci preme segnalare il padiglione delle Maldive in cui la preoccupazione per il futuro del pianeta e le conseguenze di uno tzunami ecologico rappresentano l’espressione di una arte ed un dialogo “condizionati”.

Dulcis (ma non troppo) in fundo il Padiglione Italia. Poche le occasioni di emozione e le sensazioni di coinvolgimento proposte dagli artisti nella mostra “Vice versa” che come dice il curatore, Pietromarchi, rappresenta un viaggio ideale nell’arte italiana di oggi. Al di là delle descrizioni di ciascuno dei sette ambienti in cui gli artisti “dialogano” tra di loro, segnaliamo la bellissima monumentale “opera viva”, Ossido Ferrico di Francesca Grelli, in cui il suono della goccia d’acqua che insiste su una enorme lastra di ferro, nella dicotomia suono/silenzio, si intreccia con i vocalizzi di una performer, relazione tra suono e materia, che lascia ampia spazio interpretativo e significativo al visitatore. 

L’Arte non ha senso senza la condizione prioritaria della sua fruibilità. Inutile formare artisti con la previsione che il proprio talento venga relegato in magazzini o depositi. La funzione delle esposizioni, quella di Venezia è

GIRELLI- OSSIDO FERRICOAURITI - PALAZZO ENCICLOPEDICO MURALES VENEZUELA

sicuramente una delle più importanti del mondo, hanno anche questa funzione.Mentre scriviamo un’importante opera dell’Accademia delle Belle Arti di Perugia, durante un trasloco per un prestito, è stata gravemente danneggiata. Un prezzo alto da pagare ma incluso nel rischio che comporta il mettere a disposizione di tutti le opere che sempre più, a causa della mancanza di fondi, restano incartate e indisponibili. Non ci sembra scollegato anche il fatto che a Venezia per godere dell’Arte bisogna pagare il prezzo di servizi igienici pessimi, di prezzi esorbitanti per ogni tipo di ristoro e l’assoluta impossibilità di acquistare cataloghi e libri a costi accessibili. Non è accettabile invece, sopportare transatlantici giganteschi che passano in Laguna per accontentare un pubblico alieno da ogni interesse per l’arte e la cutura.

In chiusura sarebbe un delitto non indicare che nello stesso periodo nella città dei Dogi, il Palazzo Ducale ospita un’importantissima bellissima ed emozionante raccolta di opere di Manet, non facente parte del circuito della Biennale, che deve essere assolutamente vista. Noi ovviamente l’abbiamo fatto. Ma questa è un’altra storia.

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pellicola cinematografica: persino le architetture e le mura rappresentate, viste da vicino, sembravano aver realmente vissuto ed essersi consumate dal tempo. Così le scenografie presentate nella mostra, dimostrano l’abilità del Cinema a riprodurre il “vero” e lo svelano al pubblico in tutta la sua particolare e monumentale bellezza: nella nostra collezione figurano  inoltre  importanti  materiali  scenici  originali  dei films  Colossal  americani:  le  grandi  Sfingi  di  “Cleopatra” della Twentieth Century Fox, con Elizabeth Taylor, Richard Burton, Rex Harrison (per il tema dell’Antico Egitto) ed i meravigliosi bracieri de “Il Gladiatore” di Ridley Scott, con Russell Crowe, Connie Nielsen, Oliver Reeed, elementi tratti da “Spartacus”, dalla serie americana “Rome”, (per il tema di Roma Imperiale), “Scontro tra titani“ecc.. che vengono a rappresentare così il Cinema Internazionale.Questa esposizione anche per l’organizzazione di visite guidate per privati o gruppi scolastici è l’ideale opportunità dove è possibile ammirare queste straordinarie opere dal vero, la mostra godrà di una particolare, ampia ed elegante sezione di lettura, distribuita lungo tutto il percorso,  una documentazione  fotografica  ed  illustrazioni che insieme sviluppano un’interessante area culturale e di approfondimenti sul tema, di gradevole e facile consultazione, grazie a descrizioni con foto e riferimenti artistici / cinematografici / scientifici.  

Questa Mostra unica nel suo genere, dedicata ai visitatori di tutte le età, consente al pubblico di visionare manufatti, sculture,  creazioni  e  scenografie  originali  nel  campo  del cinema e dello spettacolo per far comprendere quale grande lavoro si nasconda dietro la realizzazione di un film per far sognare uno spettatore sempre più attento ai “tecnicismi”, alle abilità ed ai virtuosismi di questa nobile arte. Questa colossale esposizione, unica nel suo genere in Europa, si sviluppa in una superficie interamente allestita di 3.000 metri quadrati, ha richiesto un notevole sforzo produttivo ed artistico, e questo proprio per la grandezza, le caratteristiche e  le varietà delle  tematizzazioni cinematografiche  in esso contenute. Sono stati necessari 13 TIR – grandi  trasporti  - per il trasferimento di tutti i materiali ed almeno due anni di lavoro per la preparazione del suo imponente allestimento, frutto  di  30  anni  di  attività  nel  campo  cinematografico. Sin dalle sue origini il Cinema ha affascinato il pubblico attraverso invenzioni e suggestioni sempre diverse, e nel mondo che cambia, queste straordinarie opere restano come conferma della ineguagliabile creatività dell’uomo, spesso visibili solo nelle celebri pellicole cinematografiche anche se oggi più ampiamente diffuse da nuovi media.Pochi hanno avuto infatti la fortuna di osservare da vicino le  sorprendenti  ricostruzioni  scenografiche  di  Cinecittà ed  Hollywood  nell’epoca  d’oro  del  Cinema.Tutte  queste prodigiose ricostruzioni risultavano vere e non solo nella

Mostra permanente di creazioni e scenografie del cinemaEmozioni dal cinemaCreatures Studios

a cura di F.G.

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