Farsi in quattro n 6 ottobre 2010

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A seguito delle indagini per le presunte irregolarità nella bonifica dell’area Santa Giulia, il 19 luglio 2010 la Pro- cura di Milano ha emesso una richiesta di sequestro cautelare preventivo per l’area di Rogoredo Santa Giulia non an- cora edificata. A seguito di ciò nei giorni successivi si è parlato di inquinamento grave dell’acqua erogata alle abitazioni, di inquinamento del terreno sottostante l’area di Santa Giulia edificata dal 2008 e di possibile inquinamento dell’aria. In realtà la situazione non è “pulita”, ma nemmeno così tragica come è stata de- scritta, analizziamola punto per punto. L’area del progetto Santa Giulia po- sta sotto sequestro cautelativo è quella a nord-est di Rogoredo, relativa all’antica occupazione della Montedison e NON ancora edificata. Gli illeciti gravi, gli sversamenti di terra inquinata e di pro- venienza sconosciuta riguardano SOLO quest’area. Per la precisione concerno- no i terrapieni lungo la tangenziale est, i riempimenti di alcune buche sparse e alcuni sversamenti sulle colline fonoas- sorbenti lungo la Paullese. Quest’area era stata bonificata totalmente negli an- ni ’90, con relativa certificazione, dal- le proprietà precedenti con la tecnica “all’olandese”, cioè con scavi multipli e la creazione delle colline suddette; era stata messa in sicurezza e monitorata costantemente dalle stesse, fino alla ces- sione a Risanamento nel 2006. Dagli atti della Procura sembra che a partire da quel momento tali controlli siano ve- nuti a mancare e ci sia stato un riporto illegale di terra inquinata, con conse- guente danneggiamento e inquinamento della falda acquifera sospesa; tale fal- 1 Farsi in Farsi in 4 4 PER ZONA Q UATTRO [email protected] N. 6 ottobre 2010 BONIFICHE SANTA GIULIA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE NOTIZIE A CURA DEL PARTITO DEMOCRATICO DELLA ZONA 4 continua alla pagina seguente da è posta a una profondità di circa 6-7 metri, scorre solo nell’area Montedison e per l’orografia di Milano si dirige in direzione sud-est verso Peschiera Bor- romeo; non si sono quindi riscontrati pericoli di inquinamento dell’aria. Le analisi effettuate sulla prima falda, po- sta a 30 metri di profondità, riscontrano un inquinamento del tutto simile a quel- lo esistente in tutta Milano e non risulta contaminato dagli inquinanti della falda sospesa. L’acqua erogata alle abitazioni in tutta Rogoredo (e a Milano) è assolu- tamente potabile e non inquinata; viene pescata nelle tre centrali Martini, Ovi- dio e Linate che si trovano tutte a monte dell’area Montedison, pescano dalla se- conda falda, posta dai 50 ai 100 metri di profondità, e dotate di trattamento ai car- boni attivi, specifici per eventuali conta- minazioni chimiche. Vari controlli sono stati fatti sull’”acqua al rubinetto” dai residenti e dal consorzio cooperative, da luglio 2010 ad oggi, e sempre i risultati delle analisi sono risultati ampiamente nella norma. Inoltre MM da luglio 2010 effettua un controllo settimanale sulla Ecco come si presenta oggi il famoso fiore all’occhiello (S. Giulia) della giunta di destra di Milano.

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A seguito delle indagini per le presunte irregolarità nella bonifi ca dell’area

Santa Giulia, il 19 luglio 2010 la Pro-cura di Milano ha emesso una richiesta di sequestro cautelare preventivo per l’area di Rogoredo Santa Giulia non an-cora edifi cata. A seguito di ciò nei giorni successivi si è parlato di inquinamento grave dell’acqua erogata alle abitazioni, di inquinamento del terreno sottostante l’area di Santa Giulia edifi cata dal 2008 e di possibile inquinamento dell’aria. In realtà la situazione non è “pulita”, ma nemmeno così tragica come è stata de-scritta, analizziamola punto per punto.L’area del progetto Santa Giulia po-sta sotto sequestro cautelativo è quella a nord-est di Rogoredo, relativa all’antica occupazione della Montedison e NON ancora edifi cata. Gli illeciti gravi, gli sversamenti di terra inquinata e di pro-venienza sconosciuta riguardano SOLO quest’area. Per la precisione concerno-no i terrapieni lungo la tangenziale est, i riempimenti di alcune buche sparse e alcuni sversamenti sulle colline fonoas-sorbenti lungo la Paullese. Quest’area era stata bonifi cata totalmente negli an-ni ’90, con relativa certifi cazione, dal-le proprietà precedenti con la tecnica “all’olandese”, cioè con scavi multipli e la creazione delle colline suddette; era stata messa in sicurezza e monitorata costantemente dalle stesse, fi no alla ces-sione a Risanamento nel 2006. Dagli atti della Procura sembra che a partire da quel momento tali controlli siano ve-nuti a mancare e ci sia stato un riporto illegale di terra inquinata, con conse-guente danneggiamento e inquinamento della falda acquifera sospesa; tale fal-

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FarsiinFarsiin44PER ZONA QUATTRO

[email protected]

N. 6ottobre 2010

BONIFICHE SANTA GIULIA

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

NOTIZIE A CURA DEL PARTITO DEMOCRATICO DELLA ZONA 4

continua alla pagina seguente

da è posta a una profondità di circa 6-7 metri, scorre solo nell’area Montedison e per l’orografi a di Milano si dirige in direzione sud-est verso Peschiera Bor-romeo; non si sono quindi riscontrati pericoli di inquinamento dell’aria. Le analisi effettuate sulla prima falda, po-sta a 30 metri di profondità, riscontrano un inquinamento del tutto simile a quel-lo esistente in tutta Milano e non risulta contaminato dagli inquinanti della falda sospesa. L’acqua erogata alle abitazioni in tutta Rogoredo (e a Milano) è assolu-tamente potabile e non inquinata; viene

pescata nelle tre centrali Martini, Ovi-dio e Linate che si trovano tutte a monte dell’area Montedison, pescano dalla se-conda falda, posta dai 50 ai 100 metri di profondità, e dotate di trattamento ai car-boni attivi, specifi ci per eventuali conta-minazioni chimiche. Vari controlli sono stati fatti sull’”acqua al rubinetto” dai residenti e dal consorzio cooperative, da luglio 2010 ad oggi, e sempre i risultati delle analisi sono risultati ampiamente nella norma. Inoltre MM da luglio 2010 effettua un controllo settimanale sulla

Ecco come si presenta oggi il famoso fi ore all’occhiello (S. Giulia) della giunta di destra di Milano.

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giustamente andare a fondo e prima di dissequestrare anche una sola porzione di area vuole la certezza dell’avvenuta bonifi ca secondo “norma”.Per concludere, ad oggi Comune, Pro-vincia, Regione e Arpa hanno chiesto a Risanamento, che ha accantonato 80 milioni per eventuali interventi, di effet-tuare un’analisi a tappeto di tutte le aree sequestrate e preparare un piano di bo-nifi ca; Risanamento stessa ha incaricato Arpa ed ERM di procedere alla carat-terizzazione delle aree per poi defi nire un piano di intervento. Non c’è alcuna indicazione sui tempi di realizzazione ma, sperando che non siano eccessiva-mente lunghi, continueremo a seguire attentamente l’evolversi della situazione.

Loredana Bigatti

lavori di edifi cazione delle fondamenta, rendendo quindi impossibile l’eventuale riporto illecito di materiali inquinanti. Inoltre, secondo le analisi che ARPA e i periti del tribunale hanno fatto negli ultimi 6 mesi tale area NON presenta nessun inquinamento di tipo ambienta-le. Il sequestro preventivo emesso a ca-rico dell’area da edifi care prospiciente Sky, del Parco Trapezio e del giardino dell’asilo nido/scuola materna è dovuto al riscontro in alcune aree di materiale di riempimento non a norma, composto da materiali di risulta da cantiere (mattoni, piastrelle, cemento, laterizi vari); quindi materiale NON pericoloso o inquinan-te, ma illecito. Le aree di conseguenza non risultano “a norma” e per questo sono state sequestrate; il PM vuole

centrale Martini (la più vicina all’area inquinata) e ne pubblica il risultato sul sito www.metropolitanamilanese.it sotto la voce “Informazioni sull’acqua potabile a Santa Giulia”.Per quanto riguarda l’area sud per-tinente le Acciaierie Redaelli, Santa Giulia Montecity edifi cata tra il 2006 e il 2008 e concernente la zona compre-se tra le vie del Futurismo, Pizzolpasso e Manzù, risulta bonifi cata secondo la legge vigente 471 (molto restrittiva) e certifi cata nel 2006 dalla Dirigente Bonifi che Ambientali del Comune di Milano Annalisa Gussoni insieme ad Arpa, Provincia e Regione. Immedia-tamente dopo la bonifi ca sono partiti i

Santa Giulia: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Da agosto si notano insoliti passaggi di vigili, polizia, fi nanza, esercito

in zona Corvetto e in corso Lodi fi no all’incrocio con viale Brenta: durerà quanto la delibera Moratti, che ha este-so anche qui la chiusura anticipata dei locali. La manovra appare strettamente elettorale e di conio leghista. Lo dimo-stra il fatto che intanto i problemi annosi del quartiere non sono stati scalfi ti; ci sono famiglie (italiane) che da genera-zioni spacciano droga e gestiscono il racket delle occupazioni abusive, ben da prima che arrivassero gli extracomu-nitari; hanno perfi no picchiato un vigi-le, ma sono sempre là. Il poliziotto di quartiere, quello che vorremmo vedere sempre, è rimasto sulla carta, dato che i vigili in città sono la metà del fabbi-sogno. E intanto qualcuno ha tranciato le catene che chiudevano i divisori tra i cortili dell’isola Mompiani-Polesine e ora gli affari loschi si spalmano in un labirinto fuori dalla vista delle ronde motorizzate. Del resto neanche in via-le Padova, ha denunciato il consigliere comunale del PD Andrea Fanzago, il coprifuoco ha impedito nuovi fatti di delinquenza.Il risanamento dovrebbe partire da un aiuto ai giovani e agli anziani, a cui pen-sa soltanto il volontariato. Le istituzioni invece tagliano i fondi ed è alto l’allar-me, sottolinea il consigliere provinciale PD Paolo Cova: la giunta Moratti non fa nessun investimento per il sociale e per la scuola, ma si limita alla propaganda; lo stanziamento per il diritto allo studio

in zona è stato ridotto a un terzo, man-cano gli insegnanti di sostegno. Ma le paure, spontanee o indotte, tappano gli occhi. All’assemblea in CdZ 4 su que-sta ordinanza, il pubblico presente ha chiesto entusiasta di prolungarla all’in-fi nito. Roberto Poli del circolo Corvetto e il consigliere PD Aldo Dall’Oro, in quel momento i soli a impostare un ra-gionamento, sono stati investiti da un putiferio. “Siamo invasi dagli stranieri e non si vive più, una volta la zona era una bomboniera” (ma quando mai?), gli hanno urlato contro, impedendo un normale dibattito.Da parte nostra occorre una rifl essio-ne. Supponiamo di essere costretti, non importa per quale ragione, a percorrere queste vie dopo mezzanotte o l’una, quando anche le forze dell’ordine si ri-ducono a due soli e distanti posti di con-trollo; magari non abbiamo il telefonino

e non c’è nessun taxi in giro. Preferiamo trovare tutto buio, nessuno a cui rivol-gerci, o vedere che ancora la città offre un volto umano? Siamo un’infermiera o una donna che torna tardi dalla cura a un parente, che cosa chiederemmo a una “grande metropoli europea”? I lo-cali pubblici, anche fossero frequenta-ti da gente modesta di tutte le lingue, sono comunque una forma di controllo sociale, una luce accesa dove rifugiarsi in caso di necessità.Molti gestori stanno facendo ricorso contro l’ordinanza, che toglie lavoro e manda a casa baristi e pizzaioli, in un pe-riodo di crescente disoccupazione. Nelle periferie occorre integrazione culturale, incentivazione economica, controllo del-la criminalità, un impegno paziente di lunga portata che costa, ma serve più di momentanee esibizioni repressive.

Anna Kemeny

Non aprite quella portaLA POLITICA DELLA PAURA AL CORVETTO

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Da alcuni anni ormai i temporali di forte intensità sono un fenomeno

meteorologico che interessa sempre più la nostra città, e la loro frequenza è in costante aumento. Sono bastati alcuni giorni di pioggia intensa nella settima-na ferragostana e il fi ume Lambro ha allagato il Parco Lambro risparmiando, questa volta per poco, l’abitato di Ponte Lambro, di solito tra i primi, insieme a Niguarda, ad essere interessato a feno-meni alluvionali causati dalle piogge.L’ondata di piena del Lambro, rimasta fortunatamente appena al di sotto degli argini, ha comunque allarmato gli abi-tanti di via Camaldoli e Vittorini, e nella giornata di ferragosto ha trasportato un grosso albero che si è incagliato sotto le arcate del ponte. Lunedì mattina sono arrivati i Vigili del Fuoco, attrezzati con una potente autogru e una squadra di sommozzatori, che hanno provveduto a rimuoverlo. Il loro intervento è stato davvero encomiabile, e a loro va il no-stro ringraziamento. Sarebbe stato evi-tabile, però, se la Regione, la Provincia e il Comune si fossero dotati di adeguati strumenti per la tutela e il controllo dei nostri fi umi: sullo stato del loro alveo,

degli argini e degli alberi che vi cresco-no accanto, delle chiuse e dei canali che ne consentono il prelievo delle acque. Così come vanno rispettati i bacini di esondazione, preziose valvole di sfogo naturali di cui i fi umi hanno bisogno, pena le alluvioni di cui poi siamo i primi a lamentarci quando accadono.La presenza ventennale di uno sche-letro di albergo, costruito in occasio-ne dei “mondiali 90”, è incompatibile con l’area golenale del fi ume Lambro. Lasciarlo in quelle pietose condizioni, o peggio pensare di cambiare la desti-nazione dell’area invece di obbligare la proprietà ad abbatterlo, sarebbe una scelta miope oltre che grave per l’inco-lumità dei cittadini.Altrettanto per il sistema dei corsi d’ac-qua sotterranei e delle nostre fognature, che ancora sabato 18 settembre, a causa del forte temporale, è andato in tilt, cau-sando l’esondazione del fi ume Seveso e l’alluvione della zona nord della città (oltre 70 milioni di euro di danni), men-tre in serata i tombini di via Vittorini a Ponte Lambro sono letteralmente saltati per aria, e l’acqua ha nuovamente in-vaso il quartiere, allagando scantinati

e box, bloccando ogni attività. Giunto sul posto il vicesindaco De Corato, si è limitato a costatare, per l’ennesima volta, la gravità della situazione.Risposte concrete alle legittime aspet-tative dei cittadini, stanchi di temere ad ogni temporale in arrivo, nemmeno l’ombra. Al Consiglio Comunale di lu-nedì 20 non si è presentato nemmeno un assessore a spiegare l’accaduto, sia per la zona di Niguarda, gravemente colpi-ta dal nubifragio, sia per il quartiere di Ponte Lambro, ancora una volta fi nito sott’acqua. Brillava per l’assenza anche il sindaco Moratti, che ha dichiarato ai suoi collaboratori di essere “contrariata da tutti questi avvenimenti negativi”, e a visitare Niguarda c’è andata 5 giorni dopo, all’alba, per evitare l’incontro con i cittadini del quartiere.Nel frattempo mancano gli interven-ti necessari per evitare le alluvioni: il progetto per il raddoppio dello scolma-tore di Nord Ovest viene continuamen-te rimpallato tra Comune e Provincia, mentre quello dello scolmatore di Nord Est gira nei cassetti di Palazzo Marino da una decina d’anni.

Claudio De Biaggi

UN TEMPORALE...e la Milano dell’Expo NAUFRAGA miseramente

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Un grosso tronco d’albero che si era incastrato sotto il ponte in località Ponte Lambro

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Sabato 11 settembre, al teatro Delfi -no di piazza Ovidio, Giulio Cavalli

porta in scena il suo nuovo testo “A 100 passi dal Duomo”, scritto in collabo-razione con il giornalista Gianni Bar-bacetto, direttore di OMICRON, l’Os-servatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata.Entro nella sala ancora semi vuota, incontro alcuni amici, parlo con loro. Che gioia! Sono arrivate almeno 200 persone (pensavo che come al solito si sarebbe presentata pochissima gente).Sta quasi per cominciare lo spettaco-lo e mia moglie mi dice: “Quelle due persone ai lati della sala sembrano due guardie del corpo in borghese”. Sì, sono proprio delle guardie del corpo. Ma di chi? Chi c’è di così importante in sala che ha la scorta a suo seguito? Un alto esponente di partito? L’amministrato-re delegato di una grande società? No, una persona, una persona qualunque che dietro ad una grande abilità recitativa cela un uomo che, con un senso civi-co altissimo, denuncia quello che tutti noi e soprattutto tutti gli amministratori

politici fanno fi nta di non vedere: una Milano in cui la criminalità organizzata esiste da almeno un trentennio e che è ormai totalmente presente in ogni attivi-tà economica della nostra città. Accom-pagnato sulla scena da un bravissimo musicista qual è Gaetano Liguori, che riesce a creare un’atmosfera sonora di elevata intensità, Giulio Cavalli ci ri-porta alla memoria la fi gura dell’avvo-cato Giorgio Ambrosoli, un milanese, assassinato da un sicario ingaggiato dal banchiere siciliano Michele Sindona nella sua (nostra) Milano in un giorno d’estate nel “silenzio” di una città vuota. “Silenzio” questa è la parola che Giulio Cavalli ci ripete con cadenza regolare. Anche la musica s’interrompe spesso in lunghi silenzi. Il “silenzio” spiana la strada alla criminalità e ai suoi orribili atti. “Silenzio” è molto più di una pa-rola, è molto più di mancanza di suono e rumore. Giulio Cavalli interrompe questo silenzio facendo nomi e cogno-mi. Esorta tutti a fare lo stesso. Giulio è stato ripetutamente minacciato per la sua denuncia e la sua capacità di dif-

fonderla tramite la sua arte in maniera capillare. Il compito di tutti è quello di non lasciarlo solo: fi nché il “silenzio” non calerà su Giulio, non gli succederà niente, se il “silenzio” calerà, allora la mafi a colpirà come la storia ci insegna (Ambrosoli, Falcone, Borsellino, ……).

Massimo Liguori

Uno, due, tre... 100 PASSI DAL DUOMO

Dopo mesi passati ad occuparsi del rinnovo degli organismi nazionali

e locali, per quello che riguarda Milano e provincia, il PD ha fi nalmente trovato un assetto stabile e la differenza, per chi come me si occupa del tema scuola, è stata subito tangibile.In tutti i miei interventi avevo spesso sottolineato la distanza tra la base e i nostri dirigenti nazionali, spesso si dava l’idea di un partito che faceva fatica a prendere una posizione chiara e decisa.Durante i miei volantinaggi davanti al-le scuole, in tanti mi rimproveravano la perdurante assenza del nostro par-tito dalle lotte dei comitati spontanei di genitori, insegnanti e personale del comparto scuola, nati per contrastare il disegno d’impoverimento della scuola pubblica del duo Gelmini-Tremonti.Finalmente ora vedo realizzate le mie aspettative: un segretario che inserisce la difesa e la valorizzazione della scuola

pubblica ai primi posti del programma dell’opposizione esprimendo in modo netto e preciso la nostra posizione per una scuola di qualità, per una scuola per tutti senza distinzioni di razza e di clas-se, una scuola che abbini studio e labo-ratori, che investa realmente sul merito.Purtroppo anche a fronte di 8 miliardi di euro tagliati, anche perpetrando il più grande licenziamento di massa di lavoratori precari mai fatto al mondo, la scuola anche quest’anno riaprirà i battenti.Grazie al grande senso deontologico e la sconfi nata passione degli insegnati “fannulloni”, grazie alle competenze di Dirigenti “disfattisti”, saremo ancora in grado di offrire un servizio seppur ridot-to, ma comunque ancora suffi ciente a garantire una parvenza di scuola.Noi, non è questo quello che vogliamo.Lo abbiamo detto con forza al dott. Zanichelli, Presidente del Consiglio di Zona 4, quando ci ha comunicato che i fondi per il “ Diritto allo Studio” pas-savano da 166.000 euro a 29.000 euro!!Colpa dei tagli operati dal Governo ai

comuni e dai comuni alle zone, ci è stato risposto.Come se il sindaco non si chiamasse Moratti e il Presidente del Consiglio Berlusconi…Sarebbe ora che questi signori si assu-messero le responsabilità dei danni che fanno. Dopo le nostre proteste e quelle dei Dirigenti la cifra a nostra disposi-zione è stata rivista e portata a 60.000 euro, che distribuita ad ogni Istituto fa circa 5 euro ad alunno.Sogno un giorno di poter scrivere un articolo in cui parlo delle eccellenze della nostra scuola, per ora, con queste cifre noi genitori continueremo a porta-re carta igienica e sapone, fare fotocopie e pagare l’assicurazione.Vi immaginate voi una scuola con un bel cartello appeso fuori che ne dichiari il fallimento??La lotta e la resistenza sono appena ini-ziate…

Massimiliano CamilliPresidente Consiglio d’Istituto

Madre Teresa di CalcuttaReferente scuola PD zona 4

... anche il PD parla di Scuolafi nalmente!!!

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Robert Metcalfe: chi è costui? E co-sa c’entra con le piste ciclabili di Milano? Una cosa alla volta. Robert Metcalfe è considerato l’ideatore delle reti Ethernet, e per quanto ci interessa ha formulato una legge che stabilisce il valore economico di una rete, defi nen-done la crescita di tipo esponenziale con il numero di utenti (n) secondo la formula: valore economica di una rete = n2 – n

In una rete di telefonia mobile isolata, se c’è un unico telefono (n=1), il valo-re economico, è uguale a zero: un solo telefono cellulare non serve a nulla. All’aumentare del numero dei telefoni, il valore della rete aumenta in modo più che proporzionale. Interessante, ma co-sa c’entra con le piste ciclabili tutto ciò? Nel marzo di quest’anno il sindaco Letizia Moratti, a proposito del nuovo piano sulle piste ciclabili, affermava: “Questo Piano porterà Milano a rag-giungere i 131 km di piste ciclabili. Una crescita importante che conferma Milano all’avanguardia nelle politiche di sostenibilità ambientale”. Roba da fare concorrenza a Reggio Emilia che detiene il primato in Italia con quasi 150 Km di piste.Proviamo rivedere le affermazioni del sindaco alla luce della legge di Metcal-fe: basta assimilare un sistema di piste ciclabili ad una rete. In fondo si parla di rete viabile no? Sostituiamo al valore economico l’interesse per l’utente e ad n

il numero di interruzioni (NI) sulla pista e la formula risultante, che potremmo chiamare legge aurea delle piste cicla-bili, diventa

valore di utilizzo = Kvalore di utilizzo = ________

valore di utilizzo = (NI)2 – (NI)

Dove K è una costante che dipende, tra l’altro, dalla lunghezza della pista, dal numero di biciclette disponibili e dal colore della giunta. Se sulla pista ho un’unica interruzione, quando sono arrivato, il valore della pi-sta ciclabile è massimo. Man a mano che aumentano le interruzioni lungo i percorso, allora il valore tende a calare, fi no a diventare prossimo a zero, come sperimentano continuamente quelli che si avventurano lungo i quasi (?) cento km di piste oggi esistenti a Milano.Cosa ci insegna Metcalfe? Che prima (o accanto) alla progettazione di nuo-vi tratti ciclabili, sarebbe opportuno raccordare tra loro quelli esistenti. Come? Utilizzando diversamente le strisce stradali, che l’attuale ammini-strazione utilizza quasi esclusivamente per aumentare le zone di posteggio a pagamento. Il famoso “paga e stai”, secondo la logica che basta pagare e far pagare per risolvere tutto, dalla mo-bilità ai condoni ai bilanci comunali. Così l’ecopass viene superato non se possiedi un auto che non inquina, ma se paghi la tassa d’accesso. Per chi può permetterselo. E l’inquinamento

da traffi co continua a colpire. Secon-do uno studio dell’Università Statale coordinato dal Prof. Mannucci, muo-iono a Milano per inquinamento, cau-sato all’80% dalle auto, 160 persone all’anno, una ogni due giorni a cui si affi ancano le affezioni e complicazioni polmonari più o meno gravi, asma ed allergie varie. Come è noto a tutti, re-sidenti a Milano e non, l’inquinamento da polveri sottili e da gas di scarico che affl igge la città e la nostra zona, non è una condanna biblica, ma il pro-dotto di una gestione sciagurata della mobilità che aggiunto alle sfavorevoli condizioni geo ambientali, genera una situazione prossima all’irrespirabilità dell’aria per almeno un terzo dei giorni dell’anno.Vorremmo che tutte le strade secondarie fossero trasformante in strade a senso unico, e che le carreggiate non utiliz-zate, delimitate da apposite strisce di-ventassero altrettante piste ciclabili, con dispositivi a rastrelliera per posteggiare e con le famose telecamere, che tanto piacciono a questa amministrazione, per colpire gli automobilisti che entrano nella zona riservata o come deterrente a possibili atti vandalici contro le bici-clette posteggiate.E’ una proposta che costa poco, e dop-piamente vincente: per aumentare il valore di utilizzo dei centinaio di chi-lometri delle piste cittadine e per ridurre il traffi co e l’inquinamento

Antonio Zaoppo

La legge aurea delle PISTE CICLABILI

Domenica 19 settembre si è aperta la seconda edizione del “Mese

della cultura”, organizzata dal Consi-glio di Zona 4 in collaborazione con tutte le realtà presenti in Zona, che si concluderà domenica 17 ottobre con il Forum delle Associazioni.Il programma della prima giornata prevedeva: – la 12a edizione dell’Expo Arte Cor-

vetto, che si è tenuta sul parterre di corso Lodi, alla quale hanno parte-cipato numerosi pittori con le loro

opere che sono state giudicate da una giuria e successivamente premiate.

– il Festival Andino, a cura del Centro integrazione rappresentanza Comuni-tà Latino-americana, che si è svolto al Politeatro di viale Lucania.

Per ogni giorno del mese è prevista una manifestazione che può essere una mo-stra di pittura, uno spettacolo teatrale, incontri culturali su temi diversi come la matematica, la musica, la storia, l’ali-mentazione.Ogni giovedì è anche prevista una vi-

deoconferenza con dibattito via web i cui temi sono:• In quale Milano ed in quale zona

oggi viviamo;• I valori che creano cultura;• In quale Milano ed in quale zona

domani vivremoe per ultima• Milano chiama Expo – Expo chia-

ma Milano.Per consultare il cartellone delle ma-nifestazioni ci si può collegare al sito www. Mi-quattro.com che prevede un aggiornamento ogni due giorni.

Emmamaria Guja ColomboConsigliere di Zona 4

per il Partito Democratico

MESE DELLE CULTURA

La cultura si fa in...4

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È una gara ad inseguimento quella tra Matteo Salvini e Riccardo DeCora-

to. “Basta con le inserzioni pubblicitarie incomprensibili” scriveva Salvini in una lettera di fi ne luglio, per chiedere che venga imposto l’obbligo di traduzione in lingua italiana (”e magari anche in milanese”). “Ho ricevuto diverse lamentele da parte dei cittadini del quartiere”- ribatte De Corato– “relativamente alle insegne scritte solo in cinese. Una situazione che oltre a provocare disagio, crea pro-blemi di legalità e sicurezza. C’è un Re-golamento comunale di Polizia Urbana” continua il vicesindaco” che lo vieta”. Il Regolamento comunale di Polizia Ur-bana nel Titolo III denominato, in modo un po’ inquietante “ordine e decoro”, all’ articolo 87: Iscrizioni sulle insegne, ecc., recita:“È vietata qualunque esposizione d’in-segne, vetrine, cartelli, frontoni, ditte

e pubblicità d’ogni specie, senza l’ap-provazione dell’Autorità Comunale”. Le leggende devono essere in corretta lingua italiana. Si può tuttavia aggiun-gere la traduzione in lingua straniera purché in caratteri meno appariscenti. Chiaro no! Sono in piazza Insubria. Sul lato nord della piazza campeggia un’insegna non proprio italianissima “Cariparma cre-dit agricole”con lettere di un bel ver-de sgargiante (uso improprio del sacro colore?)Più avanti sopra quello che sembra un modaiolo parrucchiere per signora, leg-go: “Hair top stylist”. E poi “Styling by Ambra”, “Hair team Marisa”, “Hairmo-de” per fi nire con un promettentissimo “Hairfashion”. I negozi di parrucchiere per uomo sembrano più sobri; vanno da “Acconciature maschili Santo” a “Sa-lone da Pino” al classicissimo “Valerio parrucchiere”. Che siano politicamente

schierati? Non solo i parrucchieri per signora: in via Oltrocchi trovo “quick sec” fusion anglofrancese. Sarà per con-fondere le idee a chi deve applicare il regolamento di Polizia? Probabilmente è un sistema che funziona. Mi viene in mente la insegna di un negozio di ottico in viale Abruzzi “Occhial House”. E’ un nome che dal punto di vista lessicale è nulla. “Occhial” al più può essere consi-derato una storpiatura di qualche forma dialettale. E’ là da oltre vent’anni senza incorrere nelle ire di DeCorato. E poi ancora: “Batick pub”, “Flower cafè”, Dountown travel”, “Golden Hair”, Kitchen store”, un enigmatico “Nails Avenue” in via Cadore. Ritorno verso casa attraversando piazza Imperatore Tito. Finalmente trovo una “leggenda” che piacerebbe a Salvini: “El Tasinin del Cafè”. L’articolo è sicuramente lombar-do, il resto potrebbe esserlo. Faccio per entrare: una simpatica ragazza orientale mi sorride da dietro il banco.Una bella gara si diceva all’inizio. Tra chi confezione il format “garantista” che garantisce più di tutti. I format pe-rò (anche se creati per nascondere i ve-ri problemi) hanno delle precise leggi da rispettare e devono creare emozioni sempre più forti per le esigenze dell’au-ditel. E così si negano i pasti a bambini che non pagano la retta, si paventano messaggi terroristici dietro la scritta di un negozio, posti riservati ai soli mila-nesi sui mezzi pubblici ….fi no che la fantasia degli sceneggiatori, o l’imbe-cillità umana hanno raggiunto il limite. Milano si meriterebbe degli amministra-tori più seri, oltre che un Regolamento comunale di Polizia Urbana aggiornato.

Antonio Zaoppo

VECCHIE E NUOVE LEGGENDE METROPOLITANE

8 settembre 2010, Via Rubattino so-lito sgombero da parte delle forze

dell’ordine e soliti problemi conseguen-ti. I bambini. Lo sgombero non si ferma neanche davanti ai minori, colpevoli di essere nati, secondo noi, dalla parte dei cattivi. Infatti in quell’insediamento vi erano numerosi bambini che da li a qualche giorno avrebbero dovuto, in voce di un diritto sacrosanto, iniziare a frequentare la scuola; e ora non sapran-no neanche dove andranno a dormire. Il vero problema è questo! Certo vi è la sicurezza, giusto, del rispetto delle leggi, giustissimo, ma l’errore è quello di ignorare che stiamo parlando di per-

sone dei loro diritti e aspirazioni e che questi bambini ora “scacciati” una volta cresciuti diventeranno presto o tardi cit-tadini italiani, Milanesi! E che esempio avranno avuto? Con quali criteri e va-lori saranno cresciuti scacciati da tutto e da tutti? Queste sono le domande cui dobbiamo dare risposta. Anche la chiesa Diocesana con le parole dell’Arcivesco-vo Tettamanzi condanna questi sgombe-ri indiscriminati puntando il dito contro il Governo della città reo di non vedere “ciò che è scomodo” e di non veder “le attuali ferite della città” senza risolve-re quindi veramente il problema che è il riconoscimento della dignità della

persona, di accoglienza del prossimo, dell’accettazione dell’altro.Auspico e ne sono certo, che i nostri candidati alle primarie, tutte autorevoli personalità, abbiano dentro di se ben chiaro questo concetto, peraltro insito in un moderno partito centrosinistra come il Partito Democratico, laico ma di ispirazione anche cattolica illumi-nato e progressista da sempre attento a questa problematica, sappiano risol-vere questo non facile problema. Se sapranno fare questo, una volta vinte le elezioni, avremo fi nalmente vinto una battaglia di civiltà e forse elevato Milano da una dimensione provinciale al rango di grande e moderna metropoli europea.

Enrico Mattioli

ROM ennesimo sgombero