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anni

Anno 2007-2008 - Gennaio/Febbraio 2008 - n. 7/8Poste Italiane S.p.A. - Spediz. Abb. Post. 70% Tassa pagata - DCB Latina

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Presidente Galileo COSTANZOVice Presidente Angelo NICOTRAPast President Giorgio LODDOPresidente Eletto Francesco ACUTOTesoriere Giancarlo SCALAPrefetto Giuseppe GISOTTIConsiglieri Domenico GRANDE Enzo MAIO Paola IANNACCONE Liviana PICCIONISegretario Gianluca CASSONIAddetto Stampa Ivan SIMEONE

Sito intemet: www.rotarylatina.itPosta elettronica: [email protected]

4 Dal Presidente

5 Bello!! Veramente bello di Franco Acuto

6 Volare donna di Alessia Freda

6 Polo Servizi all'Impresa Redazionale

Visti... da lontano

7 Noi e i cavalieri del cielo di Pasquale Bossa

7 Nota del Presidente di Galileo Costanzo

8 Commissione effettivo di Giancarlo Scala

9 Ho assistito alla donazione del Videocoloscopio alla LILT di Latina di Francesco Chiocca

10 Una serata speciale di Paola Iannaccone

10 Un'adozione con amore di Alessia Freda

11 Quarantanni di auguri Redazionale

12 Siamo andati da Gauguin Galileo Costanzo

13 Programmi dei mesi di gennaio e febbraio 2008

14/26 ROTARY DONNA

Wilfred J. WilkinsonPresidente R.I. 2007-2008

Franco ArzanoGovernatore 2007-2008Distretto 2080

Comitato di RedazioneFranco BORRETTI (Direttore Responsabile)Angelo Nicotra (Coordinatore Editoriale)Pasquale BOSSAGalileo COSTANZOFernando PETRONESilvio PICCIONI

Registrazione Tribunale di Latinan. 364 del 22‑1‑1983Editore: Rotary Club LatinaRedazione: Via Pontinia, 62 ‑ 04100 LatinaPoste Italiane S.p.A.Spedizione Abbonamento postale 70%Tassa pagata ‑ DCB Latina

Composizione, impaginazione e stampa:CIPES ‑ Via Sabaudia, 63 LatinaTel. e Fax 0773/692708efiorlet‑[email protected]

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Italia Sommario del n. 7/8 - gennaio/febbraio 2008

Presidenti delle CommissioniEffettivo Giancarlo SCALAProgetti Luigi Maria MASTROIANNIFondazione Rotary Luciano DE SIMONEPubbliche relazioni Angelo NICOTRAAmministrazione del Club Francesco ACUTO

* * *Club Contatto: ALMADA (Portogallo)SASSARI NORD

* * *Riunioni Rotariane: Ristorante "CasaBlanca"Via dei Monti Lepini Km. 52,900 ‑ LatinaOgni Giovedì alle ore 20.30Segreteria: Via Adige, 2 ‑ 04100 LatinaCas. Postale 115 ‑ LatinaTel. 0773/268793 e 0773/697062

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4 - La Ruota

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Servizi matrimonialiFilmati video

Sviluppo e stampa in giornataStampe digitali

Esame della vistaCentro lenti a contatto

dal PresidenteContinua questa nostra annata con avvenimenti certamente di riguardo, come quel bel Concerto degli Amba-sciatori, dono del Club alla città per il

suo 75° anniversario e allo stesso tempo dono di noi soci alla nostra benemerita

Fondazione. Poi, l’incontro tutto aeronauti-co presso l’Aeroporto della nostra Città con la Tenente Emma Palombi che ci ha fatto scrutare il suo cielo, che ci ha raccontato la sua vita straordinaria per aggiungere una tessera alle nostre conoscenze del mondo d’oggi e cercare di meglio in esso mondo operare. Siamo andati a trovare Gauguin al Vittoriano e proprio dal terrazzo del Vittoriano abbiamo visto il tramonto di Roma, che quel giorno ci è sembrata la più bella città del mondo. Poi, e più allegramente, siamo stati al Sistina per uno spettaco-lo di Loretta Goggi.Le nostre socie e consorti ci donano il segno della loro partecipazione in questo numero de LA RUOTA, e per questo non possiamo che esprimere la nostra gratitudine ed il nostro compiacimento.Ci siamo riuniti più volte in Consiglio prevedendo iniziative, programmi ed eventi perché il nostro Rotary sia sempre più Rotary, perché quindi tutti noi si voglia sempre meglio partecipare e condividere. Andremo in “non pochi” all’IDIR! Tutto perché sia sempre più “sen-sibilizzazione al Rotary”, peraltro titolo di questo mese di gennaio.Abbiamo ufficializzato, in una cerimonia presso il Museo Cambellotti, la donazione alla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori di apparecchiature mediche che certo daranno più efficacia al meritorio lavoro di quanti sono impe-gnati nella LILT di Latina. Abbiamo ribadito l’impegno di continuare in questa collaborazione, sperando di poter organizzare un altro “concerto” perché la stessa LILT possa definire l’acquisto di un’altra importante apparec-chiatura medica.Siamo peraltro soddisfatti dell’andare delle “risorse” del Club, grazie al rinnovato impegno di non pochi soci, volendo sperare che a collaborare siano sempre di più. Questo mese di febbraio è quello dell’“intesa mondiale” racchiudendo, questo titolo, il desiderio di promesse, di speranze, di impegni, di riappacificazioni ed anche la sofferenza per la nostra incapacità a fare qualcosa in più, qualcosa di efficace… Ricordo di quando dirigevo il Gruppo di Reggio Calabria del “mio” Monte dei Paschi:

ogni giorno doveva-mo registrare l’uc-cisione di qualcuno, spesso anche qualche cliente; in occasione di una riunione del personale mi doman-darono: “Direttore, ma noi cosa possiamo fare? Cosa dobbiamo fare?”. D’istinto dissi: “dobbiamo fare solo il nostro dovere, caso mai un po’ meglio di come abbiamo fatto sinora!”. E così sento di dire ora a me stesso ed a tutti voi amici soci: “se veramente pensiamo di voler dare una mano, di dare un pur piccolo contributo all’ “intesa tra le genti”, dobbiamo fare meglio il nostro dovere di rotariani: un poco di più tu, un poco io, un poco lui, un poco di più tutti, anche per dare agli altri l’esempio, per far com-prendere agli altri “che si può fare”, che “l’unione fa la forza”.In questo febbraio avremo comunque il privilegio di avere con noi il dott. Bruno Frattasi, Prefetto della nostra Provincia, che ci parlerà di “Diritto e Giustizia, così com’è nel Teatro di Eduardo”. Signor Prefetto che conferme-rà, peraltro, con la sua giovane età, quella nostra linea strategica dell’annata che vuole basare la conoscenza dell’oggi sulle testimonianze di giovani protagonisti, per consentirci quindi di fare “Rotary” in sintonia il più possibile con le istanze e le caratteristiche, appunto, dell’attualità.Ed il 7 i ragazzi del ROTARACT ci hanno chiamato ad un incontro di beneficenza con Daniele Nardi, giovane setino scalatore delle “semprevise” più alte del mondo.Siamo impegnati, peraltro, in collaborazione con il rappresentante del Governatore Claudio de Felice, nella organizzazione del Rotaryday 2008: è stato già un successo aver riunito i rappresentanti dei Club di Gaeta Formia, Latina Circeo, Latina Monti Lepini, Anzio Nettu-no, Aprilia Cisterna, Terracina Fondi che hanno condiviso l’iniziativa e con i quali continueremo a sentirci perché sia, anche quest’anno, un’ottima occasione di “condivi-sione” rotariana.Insomma, che fatica, quanta confusione, quante cor-se, contatti, appuntamenti, qualche delusione, tante dimenticanze e quindi ancora corse per recuperare, un pò d’ansia ma anche un po’ di soddisfazione: Rotary, no? galileo

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La Ruota - 5

Una splendida serata, il Concerto degli Ambasciatori del Rotary

Bello!! veramente BELLOAd iniziare dall'elegante invito, che nel candore dell'immagine floreale, ideal-mente protesa verso l'osservatore, rende omaggio al Paese dei nostri Ambasciato-ri, ehm Ambasciatrici (Silvio non me ne voglia), Paese particolarmente apprez-zato nell'arte di utilizzare fiori e fioriture per comunicare sentimenti e immagini di elevata poesia.Bellezza ed eleganza ripresa ed arricchita nel programma di sala.Bellezza e gusto nella ideazione del pro-gramma musicale, che ha consentito la migliore resa delle qualità canore, e non solo, degli interpreti.Bellezza e gentilezza nell'espressività teatrale delle protagoniste.Bellezza e vigore nelle interpretazioni dei protagonisti.Bellezza e vivacità nelle scene d'insieme.Bellezza e dinamismo profuso intensa-mente dalla valente presentatrice.Bellezza ed esuberanza nel coinvolgente finale.Serata, svoltasi l'8 gennaio al Teatro Cafaro, gremito di pubblico attento ed onorata dalla presenza di autorità locali ed autorità rotariane che si sono alter-nate nella consegna di riconoscimenti ai protagonisti.Puntuale la presenza dell'Amministrazit-ne Comunale con l'Assessore alla Cultura

Bruno Creo, che alle proprie congratula-zioni ha aggiunto quelle del Sindaco On. Vincenzo Zaccheo, il quale ha comun-que testimoniato per iscritto al nostro Presidente il suo sentito apprezzamento per questa e per altre iniziative che il Club, come suo costume, ha realizzato e sta confezionando per la partecipazione attiva e propositiva alla vita cittadina.Di prestigio la presenza dei PDG (Past Distrect Governator) Marco Clau-dio Randone e Tony Lico, di Geraldo Kelton, Presidente della Commissione Distrettuale per le borse di studio degli Ambasciatori, di Maria Beatrice Caldani, Presidente della Commissione Distret-tuale del GSE (Russia)e di Silvio Piccioni, Coordinatore della Commissione Distret-tuale per la Rotary Foundation.Numerosa la partecipazione di Club della Provincia Romana e dell'Agro Pontino.L'evento ha preso spunto dalla presenza nella nostra città di due cantanti liriche provenienti dal Giappone,Yuri Yoshikawa e Masaho Nagasawa, entrambi soprano, che seguono corsi di perfezionamen-to presso il Conservatorio "Ottorino Respighi" di Latina quali assegnatarie di borse di studio della Fondazione Rotary del Rotary International e che sono così diventate Ambasciatori del Rotary.Nell'allestire lo spettacolo il nostro Club

ha inteso offrire un omaggio alla Città in occasio-ne del suo 75° compleanno, testimoniando lo spirito del Rotary orientato a diffon-dere l'amicizia e la pace tra i popoli.La direzione mu-sicale del Maestro Nicolò Iucolano, docente presso il nostro Conservatorio, ha affiancato alle graziose e brave ospiti due talenti locali, il baritono Dario Cio-toli ed il tenore Daniele Centra, che con l'accompagnamento della clarinettista Hisako Morimoto, anch'essa giapponese, e dello stesso Maes tro al piano, hanno interpretato brani musicali di Schubert, Delibes, Verdi, Donizetti, Leoncavallo, Iucolano, Strauss e Bernstein.La conduzione, anche con voce fuori campo, della bravissima Dina Tomezzoli ha impreziosito una magnifica serata.Un grazie a tutti i protagonisti che con l'opportunità di realizzare un evento culturale di valore hanno consentito al Club di raccogliere fondi a beneficio della Fondazione Rotary. Franco Acuto

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6 - La Ruota

Volare DonnaPink pride. Ha soli ventisei anni (ne compirà ventisette il prossimo luglio, sotto il segno del Leone) ma può già vantare un curricu-lum notevole. Metti una sera con il tenente Emma Palombi, la prima donna pilota militare italiana a volare - nel marzo scorso - in una missione opera-tiva all’estero a bordo di un C130 diretto a Beirut, in Libano. A bordo: aiuti umanitari e circa 40 uomini che apprestavano ad inizia-re la loro missione. Si parla di parità dei sessi, ma è davve-ro così? Lei non ha dubbi: «In campo militare non esistono distinzioni tra uomini e donne. Vige il principio della meritocrazia». Emma è tornata per un paio di giorni nella “sua” Latina. Ora vive a Pisa, ma è cresciuta nel capoluogo pontino (frequentando prima l’istituto Preziosissimo Sangue e poi il liceo clas-sico Dante Alighieri) ed è qui che vive la sua famiglia, papà Sante, pilota dell’Ae-ronautica, e mamma Rita, primario del reparto di Medicina Nucleare dell’ospe-dale Santa Maria Goretti.

Ha raccontato la sua esperienza «in rosa» in occasione di un happenig pro-mosso con successo dal Rotary Club La-tina, dal Soroptimist e dall’Inner Wheel in quel dell’aeroporto Comani. Una conviviale sui generis, negli eleganti saloni dello Scalo, che non ha affatto deluso le aspettative della vigilia. Anzi. Del resto il presidente Galileo Co-stanzo aveva messo subito le cose in chiaro all’inizio di questo anno sociale: «Diamo spazio ai giovani. Sono loro il nostro futuro ed è da loro che possiamo imparare molto». Il tenente Palombi è

stato forse l’esempio più bello in tal senso.Ha frequentato l’Accade-mia di Pozzuoli (dove si è laureata con 110 e lode in Scienze Politiche), poi è partita alla volta del Texas alla conquista dell’«aquila turrita»; infine l’espe-rienza straordinaria a bordo del C130, il famoso Hercules progettato da Howard Hughes, l’aviato-re e produttore cinema-tografico statunitense che ha ispirato anche il film

con Leonardo Di Caprio.«Non so descrivere l’emozione prova-ta. Conserverò per sempre il ricordo di quella missione - ha commentato il tenente Palombi - Questa è una carriera difficile, ma una cosa mi spinge ad an-dare avanti: salire su quel quadrimotore e portare una speranza nei Paesi afflitti dalla guerra». «Che sia da esempio per i suoi coe-tanei», ha commentato il presidente del Rotary Club Latina, Costanzo. Noi siamo stati già orgogliosi di averla conosciuta. Alessia Freda

Polo Servizi all'Impresa Lo scorso 23 gennaio, organizzato dalla Federlazio, con il contributo della Camera di Commercio di Latina, si è tenuto un incontro per la presentazione dei lavori relativi ad una indagine sulle esigenze del “terziario avanzato” nella nostra provincia.L’ iniziativa, sotto l’attenta regia del Direttore della Feder-lazio Dr. Antonio Di Micco, ha visto l’intervento di Galileo Costanzo, Presidente del Rotary Club Latina, che si è sof-fermato sull’importanza delle Piccole e Medie Imprese per il nostro tessuto economico locale e ha illustrato l’impegno del Rotary per i processi formativi dei nostri giovani. In particolare il Presidente Costanzo ha illustrato le recenti ini-ziative denominate “Basilea 2” e “Portiamo Basilea 2 nelle scuole” con le quali si è voluto confermare l’impegno del Club verso i giovani, soprattutto, e verso la comunità.

Il Presidente ha riba-dito l’importanza del coivolgimento diretto degli studenti delle scuole superiori e, soprattutto, dell’Università che deve “espandersi” e non solo crescere.... in sinergia con tutti i soggetti sociali della comunità pontina.All’incontro è intervenuto il socio Carlo Frascone, Direttore della Banca d’Italia, che ha evidenzia-to come manchi il ruolo del soggetto istituzionale attuatore di tanti buoni propositi. Era altresì presente il socio rotaria-no Ivan Simeone in veste di Direttore della Confartigianato. La Redazione

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La Ruota - 7

Visti...dalontano Rubrica di "opinioni" su avvenimenti e personaggi del nostro tempodi PASQUALE BOSSA

Nota del Presidente

Noi e i cavalieridel cieloSe non sono consistenti le motivazioni tecniche addotte, la mancata assegnazione a Latina dell’aeroporto civile non è solo un ulteriore esempio della degenerazione clientelare della politica, di cui sono ormai desolatamente straripanti le cronache. È anche e soprattutto un insulto alla realtà storica.La nostra città, nella sua storia brevissima, rispetto a quelle del Lazio, ha già accu-mulato, nei riguardi dell’aeronautica, una tradizione non comparabile alle altre. Il monumento all’aviatore, svettante in uno dei nostri nuovi quartieri, testimonia mezzo secolo e più di storia della nostra Aeronau-tica Militare a Latina.Subito dopo l’Associazione “Nuova Im-magine”, di cui, ricordiamolo, sono anima Franco Borretti e Bianca Lupacchini, anche noi, in interclub con i club di servizio fem-minili Inner Wheel e Soroptimist, abbiamo voluto celebrare un fatto significativo, che si aggiunge a questa brillante tradizione: la presenza nei quadri degli ufficiali piloti dell’Arma Azzurra di una nostra giovanis-sima concittadina, che già presta servizio operativo ad altissimo livello.Un Club rotariano deve essere sempre uno spaccato fedele della realtà del suo terri-torio e quindi, a Latina, anche di questa presenza aeronautica di tanto rilievo. Per-ciò, nel suo effettivo, non poteva mancare una sua adeguata espressione. Alcuni soci che la rappresentavano non ci sono più perché purtroppo mancati, altri usciti per ragioni diverse. Ma altri, autorevolissimi, ci sono ancora, tra l’altro scaglionati per compiti e per età, in modo da costituire una testimonianza eloquente di questo nostro lusinghiero aspetto cittadino. Nel Club, l’indimenticato e compianto Luciano Comignani e Bruno Laureti hanno vissuto una intera carriera nei più delicati servizi dell’Arma azzurra. Per il ruolo piloti, il gen. Pasquale Tarricone, da poco è entrato ad

apportare un contributo di una operatività, fatta di entusiasmo, capacità, spirito di dedizione, di cui si gioveranno certamente le nostre attività associative.Rocco Schettino è, invece, la rappresentan-za più storica di questa tradizione cittadina. La sua bonomia e la ritrosia a parlare di sé sono certamente qualità rotariane prege-volissime. Hanno però il difetto di sottrarlo a quella “utilizzazione” della sua perso-nalità, della sua esperienza, delle sue alte competenze e della considerazione, che lo circonda in un ambiente così prestigioso, che è necessaria al Club per la sua attività. Un suo coinvolgimento diretto nella recente, bella manifestazione le avrebbe conferito un ulteriore spessore istituzio-nale. Poco noto forse, anche fra noi, è il ruolo che Rocco ha avuto nella storia delle

importanti strutture aeronautiche militari a Latina. Con il gen. Franco La Preta, con il gen. Eduardo Bellia e con il loro com-militone, schiettamente latinense, ricor-dato anche nella conviviale, Nini Di Troia, caduto giovanissimo in un incidente di volo, formava un quartetto di quei cavalieri dell’Arma Azzurra, che, a Latina, ha recato un contributo fondamentale alla nascita e al consolidamento di istituzioni, che hanno fatto della nostra giovane città un punto di riferimento internazionale del settore, con una dedizione personale giunta, per uno di essi, fino al supremo sacrificio. Per inciso, vale ricordare che ogni attività lavorativa non è esente da rischi, come la lunga serie di lutti sul lavoro di questi giorni conferma. Un tributo non del tutto evitabile, ma inac-cettabile quando dovuto a colpe umane. Ogni categoria ha però un rischio diverso. E questi cavalieri del cielo si espongono, ogni giorno, con la massima semplicità, ma in piena e responsabile consapevolezza, ad uno dei rischi più elevati tra tutti.Tornando a noi, dobbiamo confidare che i nostri rappresentanti dell’Aeronautica Militare ci diano sempre il loro contributo specifico per il necessario collegamento del Club con questa importante realtà cittadi-na, specialmente ora che tra i cavalieri del ciclo annoveriamo anche una giovanissima amazzone di Latina. Noi rotariani siamo nel Club espressioni di precise categorie (classifiche) e come tali abbiamo l’obbligo di essere partecipi attivi delle manifesta-zioni che investono la classifica di ciascu-no. Nello spirito di semplicità, di assoluta parità, di collaborazione e di “Servizio” che è proprio del Rotary.Ultima notazione in margine: apprezzando e ammirando la giovane ufficiale pilota Emma Palombi, non si può fare a meno di pensare che i nostri discendenti maschietti dovranno ricorrere alle “quote celesti”, per competere o addirittura sopravvivere in tutte le più svariate attività

Non mi stancherò mai di dire che programma di base del Club è: “avere testimonianze di giovani attori della società per produrre iniziative rotariane in sintonia e coerenza con le peculiarità e complessità del mondo d’oggi”. Ecco perché la Tenente Emma Palombi e la sua straordinaria testimonianza di Pilota. Mi ritenni poi fortunato perché dell’idea

di averla in un nostro incontro ne parlai al Comandante dell’Aeroporto -otte-nendone subito una entusiastica appro-vazione- in occasione del passaggio della campana del Club “Soroptimist”, con Presidente uscente, guarda caso, la dottoressa Rita Salavatori, mamma di Emma e moglie di Sante Palombi, Ufficiale dell’Aeronautica, al quale chiesi >

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04100 LATINA - Via A. Diaz, 5Tel. e Fax 0773 694396

TOMMY HILFIGER

8 - La Ruota

una mano per realizzare l’evento, otte-nendone, anche in questo caso, dispo-nibilità. Nella organizzazione dell’evento si aggiunse Enzo Maio, con tutto il suo entusiasmo. Tutto qua. L’occasione non potè non diventare anche un bell’evento aeronautico, avendo previsto, in onore di tutti i soci “azzurri”, una “sorpresa” che è purtroppo rimasta nella mia cartel-la e che là rimarrà: mi resta il dispiacere di non essere stato capace di realizzarla quella “sorpresa” perché i soci AM dovevano esserci tutti e quella sera qual-cuno non venne. Ad ogni buon conto, mi piace rammentare che io, modestissi-mo Tenente Commissario dell’Aeronau-tica Militare (sì, amico Pasquale, ci sono stato anch’io, e con orgoglio, nell’Arma Azzurra), mi rivolgo sempre a Rocco, chiamandolo “Comandante”, come mi rivolgevo a Luciamo e mi avvicino a Bruno, a Eduardo e Pasquale con l’en-tusiasmo e la simpatia di “camerata” (in accezione militare, ovviamente!). E mi domando: come si può pensare che pro-prio in questa circostanza abbia voluto ignorare o sottostimare qualcuno a cui voglio anche bene, avendo ciò dimo-strato per iscritto con due modestissime righe proprio su questo nostro giornale, peraltro in tempi non sospetti!? E’ fuori da ogni dubbio che se si fosse voluto organizzare un evento sull’ “aeronauti-ca”, farne uno sulle storie di vari amici scomparsi (Vito Aquino, Gigino Avvisati e Ninì Di Troia), uno sul fascino di anda-re per i cieli in guerra ed in pace, primo ad essere “utilizzato” -e proprio per dare all’iniziativa un “ulteriore spessore istituzionale”- sarebbe stato l’amico Rocco Schettino, assieme ovviamente a tutti gli altri amici “azzurri” (in senso “aeronautico”, ovviamente). Ma stavol-ta era un’altra cosa. Voleva solo essere il piacere, la curiosità culturale di ascoltare una “discendente rosa”. Voleva co-munque essere un omaggio a tutti noi azzurri del Club. Voleva essere il deside-rio di aggiungere una ulteriore tessera alla nostra conoscenza dell’oggi per fare meglio “Rotary”. Vorrei aver chiarito. Se così per altri non fosse, chiedo scusa. Galileo

Contributo sintetico per una migliore interpretazione circa l’appartenenza al Club Rotary International.Vogliamo ricordare che le persone presenta-te allo scopo di essere accettate come nuovi soci devono partecipare ad alcune conviviali del Club.Espresso un loro chiaro interesse a dive-nire soci, verranno invitate a presentare un curriculum personale che sarà esibito, insieme alle note del socio presentatore, alla Commissione Effettivo.La Commissione prende atto di quanto sottopostole esprimendo un suo parere che viene ufficializzato per mezzo di una corri-spondenza indirizzata al Presidente del Club ed al Direttivo.Tutto ciò affinché si possa procedere “all’in-duzione” ovvero all’investitura del nuovo socio quando il calendario delle attività del Club lo permetteranno, nell’assoluta certez-za che il nuovo socio condivide e persegue i 4 principi del Rotary.La volontà del neo Rotariano di partecipare

Abbiamo aderito, con un contributo pari ad 8 euro a socio, all'importante progetto distrettuale lancia-to con lo scopo di ridurre la mortalità neonatale e materna ad Abnoub in Egitto, sia attrezzando due

unità sanitarie con strumenti di ostetricia di base, sia formando il relativo personale sanitario (10medici, 25 infermieri). Tale progetto è stato individuato tra quelli elaborati da

Save the Childrenla più grande Organizzazione Internazionale indipendente per la difesa e la promozione

dei diritti dei bambini.

ciaorotary ckub latina

nel seguito alle attività del Club, e di accet-tarne le filosofie, lo rendono partecipe di una organizzazione la quale, nel suo ambito, considera i soci, persone tutte degnissime ed i cui scopi morali e sociali, lo accomunano a tutti gli altri membri.Questa identica visione di intenti, è la forza che permette al Club di operare nel mondo con efficacia.Il Rotariano viene pertanto riconosciuto fra i suoi simili nel mondo, non in quanto per esempio, Cavaliere; Dottore; Ministro, etc. ma in quanto membro del Rotary Club.Questa appartenenza ci rende orgogliosi di lavorare in comunione di intenti con milioni di altri leaders nei cinque continenti.Il Presidente è un “Primus inter pares” e riuscirà ancor più a raggiungere gli obiettivi Rotariani se coadiuvato dal suo Direttivo e dai soci tutti. Nello spirito della condivisione degli scopi societari.Crescere insieme, crescere condividendo nel Rotary. Giancarlo Scala

Commissione Effettivo

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La Ruota - 9

La volta scorsa mancai! Infatti, quasi dieci anni fa, quando facemmo, come Rotary l’altra donazione di attrezzatu-ra non partecipai per i soliti impegni di lavoro, vi partecipò mia moglie Cecilia, ma non diedi peso alla cosa, ritenendola un fatto di media routine di usuale bontà di chi può verso chi non può, e che dopo averlo fatto mette un’altra stella sulla sua bandiera.Questa volta invece ci son voluto venire, ho voluto partecipare perché ero stato impressionato, durante la partecipa-zione del Dr. Alessandro Rossi, alla conviviale di inizio dello scorso anno, e dalla sua relazione che mi aveva coinvolto, non tanto per lo spirito umani-tario e scientifico, che pure traspariva dall’entusiasmo della sua descrizione dei fatti che l’Associazione, di cui Egli è Presidente, aveva perseguiti nel corso dell’ultimo decennio, dal lustro a livello nazionale ed internazionale che la loro ricerca, la loro sperimentazione, la loro diagnosti-ca, la loro prevenzione e la loro chirur-gia aveva ottenuto, dalle vite che loro avevano recuperate e rasserenate ed in vari casi salvate, ma più in particolare, ero stato coinvolto, dalla capacità che Egli aveva avuto di dare riscontro effi-cace alla donazione che il Rotary aveva fatto alla associazione LILT, il rigoroso metodo quasi ragionieristico che Egli aveva assunto nel voler renderci conto che c’era un riscontro alla disponibilità della Attrezzatura, che tale riscontro era significativo e si manifestava in un reddito sulla salute e sul recupero di vite umane, sul consolidamento di una esperienza associativa, sulla motivazione di un gruppo di volontari, medici che dedicavano risorse, tempo ed esperienza al raggiungimento di questi scopi.A questo punto è il caso che Vi confessi che il mio carattere e la mia esperienza

mi porta ad essere piuttosto scettico ed agnostico verso le manifestazio-ni borgheso-umanitarie, sono irritato dal fatto che il cittadino medio venga sollecitato a far oboli ed offerte per ini-ziative umanitarie a livello nazionale ed internazionale, per ricerca e per la cura di malattie endemiche, perché ritengo che debba essere lo Stato, gestendo con oculatezza le nostre tasse, ad operare in questo campo, piuttosto che sprecare e mal spendere, poiché ritengo sia ipocrita e ridicolo sentirsi felici per aver dato

un obolo di due euro con un SMS per salvare dalla fame un bimbo dell’Africa, e poi perchè ho il convincimento che su questo marasma di azioni ed espe-rienze umanitarie navighino un sacco di approfittatori che speculano per i loro interessi e che per questi realizzano sprechi e mala gestio delle risorse messe loro a disposizione, convincimento del quale ho avuto, purtroppo spesso ampio e triste riscontro.Ma torniamo alla riunione del 1° feb-braio al Museo Cambellotti di Latina, ci sono stato e sono soddisfatto, ho avuto finalmente la sensazione concreta di ciò che è possibile fare un catalizzatore come il Rotary , uno strumento con cui è possibile mettere in contatto fra loro risorse sinergiche che consentono di perseguire obiettivi, che forse con risorse di Stato potrebbero meglio e più ampia-mente perseguite, ma che comunque in carenza di queste ultime è bene che

qualcuno, anche se li-mitatamen-te, faccia, ed ho avuto conferma che questi “Qualcuno” sono gente preparata, entusiasta ed onesta: ho visto la serenità negli occhi del Dr. Sandro Rossi, ho visto la gioia nello sguardo del Dr. Sinnona (il Chirurgo specializzato nella prevenzione di tumori e neoplasie) quando guardava

e toccava, quasi carez-zandolo il contenitore del Videocoloscopio, e descri-veva la possibilità che gli veniva concessa con esso di proseguire e migliorare la propria opera,grazie anche alla maggiore riso-luzione dell’apparecchio: allargando la attività di prevenzione dalle centina-ia al migliaio di casi, per-mettendo così a familiari ed affini degli ammalati,

oltre che a questi stessi, di farsi analizza-re e diagnosticare, se malauguratamente esistente, nella fase infantile del male, e quindi egli diceva ancora allo stadio benigno, questi stati tumorali, permet-tendone l’asportazione addirittura in ambiente ambulatoriale.Il tempo allora è volato, tutto è stato più bello dall’intervento del Presidente Leo Costanzo su “Basilea 2” e su “Le vie dell’acqua non sono infinite” , ai saluti del sempre presente Assessore Creo, ai ringraziamenti del Vice Presidente dell’ordine dei Medici Dr. Guarino.Sono uscito sereno e tranquillo, motiva-to nel mio convincimento di rinnovare l’attribuzione nel mio modello unico an-che quest’anno del contributo del 0,5% alla LILT, e contento e motivato di fare parte del Rotary di Latina, al punto di sentirmi costretto a tracciare questi miei commenti per condividerli con Voi. Francesco Chiocca

Ho assistito alla cerimonia didonazione del Videocoloscopioalla LILT di Latina

IL ROTARY CLUB LATINAE LA LILT

ANCORA INSIEME

LATINA, 1 FEBBRAIO 2008MUSEO CAMBELLOTTI

PER UN ULTERIORE CONTRIBUTO ROTARIANO

AL LAVORO, ALLA RICERCA, ALLA GENERO-SITA’ DI QUANTI OPERANO NELLA LILT

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10 - La Ruota

Una serata specialeIl 22 novembre u. s. il Rotary Club La-tina ha ricevuto la visita del Governatore Franco Arzano, socio del R. C. Roma, accompagnato dalla moglie.La giornata è iniziata con una riunione pomeridiana del Consiglio Direttivo, nel corso della quale il Governatore, ascoltati tutti i memebri ed i presidenti di commissione, si è complimentato per il lavoro svolto, per i progetti in itinere e per l’organizzazione funzionale del Club, senza peraltro rinunciare a dare sugge-rimenti in maniera garbata e col sorriso bonario di chi ha alle spalle una gran-de esperienza. Bella persona, il nostro Governatore….! Ha inoltre sottolineato l’importanza del collegamento tra una presidenza e l’altra, onde consentire di portare a termine le iniziative avviate nel precedente anno sociale, in particolare riferendosi al progetto “Le vie dell’ac-qua non sono infinite”. Proprio questo contatto tra i Presidenti deve essere un punto di forza del rotary. Ha inoltre spronato l’attività delle socie stimolando l’ingresso di nuove forze femminili ed il loro coinvolgimento atti-vo nella vita del Club (…come vedete, sono subito al lavoro!).Ha apprezzato, infine, gli sforzi dei gio-vani soci del Rotaract che operano nel sociale nonostante l’impegno notevole negli studi.La serata si è poi vivacizzata con la cena conviviale a cui hanno partecipato numerosi Soci del nostro Club, i Presi-denti dei Club di Latina Circeo, Latina Monti Lepini, Terracina Fondi ed alcune personalità ospiti. Nel corso della serata sono stati ammessi a far parte del Club il Dott. Carlo Fiascone, Direttore delle sede di Latina della Banca d’Italia, già socio del Club di Benevento ed il Dott. Federico Bizzarri, professore ordinario, Direttore del Dipartimento di Cardiochi-rurgia del Polo Pontino di Latina; ad essi

diamo il benvenuto e gli auguri di una vita rotariana vivace e partecipativa.In sala si respira un clima gioioso, ami-chevole, animato da un chiacchiericcio non fastidioso ma di chi, da vecchi amici, si ritrova ed ha voglia di raccontare e raccontarsi.La cena, a base di pesce è stata gradita ed apprezzata.Si è notato un gran movimento tra i ta-voli, un mescolarsi di persone, un cercar-si per salutarsi e scambiare due parole…anche questo è Rotary, e mi permetto di aggiungere “ superare l’etichetta in nome di una familiare ed amichevole condivisione”.Alla fine della serata Leo, il nostro Presi-dente, sempre sorridente ed attivissimo, ha consegnato alcuni riconoscimenti al Governatore Arzano ed omaggiato alcuni soci con la riproduzione di una vignetta del giornalista Giannelli prepa-rata in concomitanza con il Convegno su “Basilea 2”.Fiori alle signore ed un grazie a tutti per la splendida serata. Paola Iannaccone

Un'adozionecon amore

Il monumento al bonificatore, in piazza del Quadrato, è tornato a nuova vita grazie al restyling promosso dal Ro-taract Club Latina, presieduto da Andrea Nicotra. L’inaugurazione si è svolta il 17 dicembre, alla vigilia del 75° anniversario di Fondazione del capoluogo ponti-no, alla presenza dello stesso Nicotra, del presidente del Rotary Club Latina, Galileo Costanzo, dei giovani soci del Club, dell’assessore comunale all’Arredo Urbano Maurizio Guercio e del sindaco Vincenzo Zaccheo che non ha nascosto l’entusiasmo per la nobile iniziativa: “Ho accolto con grande gioia questa decisio-ne”, ha affermato il primo cittadino, che ha definito anche il gesto dei giovani rotaractiani “un bellissimo regalo per la città, un atto d’amore per Latina ed un gesto di profondo rispetto verso quanti, con il lavoro ed il duro sacrificio, hanno scritto, settantacinque anni fa, la più bel-la pagina di umanesimo del lavoro della storia d’Italia”. L’intervento di restyling ha riguardato non solo la manutenzione del monumento in marmo, ma anche la sistemazione della vasca e l’inserimento di alcuni punti luce per l’abbellimento esterno. Una vera e propria “adozio-ne” da parte del Rotaract Latina che, a dispetto della dilagante tendenza dei giovani di “imbrattare” muri, panchi-ne e monumenti con slogan e frasi celebri tratte dai teen-film, ha deciso di investire nel progetto di valorizza-zione e riqualificazione degli angoli più belli della città. E dal presidente Andrea Nicotra una promessa: “Il Rotaract si occuperà anche in futuro del manteni-mento dell’importante monumento che omaggia i bonificatori”. Per lasciare il segno, ma con intelligenza. Alessia Freda

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Ecco la Festa degli Auguri, con la Celebrazione del Quarantennale del Club! Claudio De Felice, rappresentante del Governatore, è un po’ in ritardo. Ma ec-colo, arriva, meritando l’applauso di quasi trecento mani! Sorprendentemente, la serata inizia con la cerimonia del cambio della bandiera italiana: era ormai evidente che quella issata sul trittico delle bandiere aveva svolto -e con onore- il suo servizio e che meritasse un riposo da “incorni-ciare”. Sì, da “incorniciare”, perché in essa sono riassunti anni, momenti, amici, gioie, vita! Allora, ad appuntare sull’asta la nuova bandiera sono stati chiamati dal Presidente l’amico Generale Bellassai, a rappresentare i soci militari che si sono de-dicati nella loro vita -ed in prima persona- alla difesa della bandiera: Bruno Lauretti, Enzo Maio, Rocco Schettino e Pasquale Tarricone (uscito per fortuna e per tempo da una gaffe del Presidente, già all’inizio il giusto emozionato!) e Maria Luigia Ferdi-nandi, voluta a rappresentare i giovani che sempre più desideriamo avere nel Club ed anche rappresentando chi non vogliano e non possiamo dimenticare. L’applauso ed un po’ di commozione per questa piccola cerimonia hanno preso tutti. E’ stato un momento bellissimo! Poi, onori alle ban-diere e gli inni, con l’aggiunta, stavolta, di un piccolo gioiello: Yuri e Masaho, le nostre Ambasciatrici, in meravigliosi abiti del Sol Levante, ci donano il canto di un brevissimo augurio giapponese. Tocca ora al Presidente ed ai suoi appunti, dai quali tira fuori le tappe raggiunte nel semestre, qua e là annotandole con la solita sua passione. Dice dello spirito con cui ha desi-derato che l’annata si svolgesse e quindi il riferimento alla città, ai giovani ed ai loro problemi ma anche alle loro qualità, a Basilea 2, alle “via dell’acqua non sono infinite”, ai suoi caminetti, dà tutto il valore che merita all’iniziativa di Baiano del Club figlioccio Latina Circeo per la lotta alla malaria, riaccenna alla importan-za della “rotarianetà”, alla comprensione, alla condivisione, ringrazia le consorti,

ricorda la qualità della presenza “don-na”, sottolinea l’impegno del dott.Rossi, Presidente della Lega Tumori, ringrazia il prof. Quattrociocchi che è stato essenziale per la realizzazione di Basilea 2, evidenzia, e con gratitudine, la comprensione e la di-sponibilità degli Assessori Guercio e Creo, come è grato al Sindaco Zaccheo, racconta dei ragazzi del Rotaract che hanno adot-tato un monumento della città, anticipa il Concerto degli Ambasciatori, tornando a dire del Rotary, della magia che fanno uomini normali che realizzano, stando assieme ed in amicizia, cose straordinarie. Poi, torna alla linea strategica dell’annata, cioè conoscere i giovani ed il loro mondo per essere con esso mondo sintonizzati e quindi efficacemente operare, sentirsi im-pegnati a fare qualità perché ci si conosca per quello che in realtà siamo, informare e provocare i giovani perché trovino interesse nel nostro Rotary e che ad esso vogliano associarsi. Chiude nell’afferma-zione che tutto ciò è realizzabile se c’è la “condivisione” dei soci. E per questo principio, chiede la partecipazione con un breve intervento a Fernando Petrone, socio onorario, che riafferma “Natale”; Franco Tescione, a rappresentare gli ultimi 10 Presidenti, che tra ricordi ed azzeccate affermazioni di circostanza ci mette un po’ di bella emozione; Domenico Grande, uno dei giovani, che, nella gratitudine nei confronti del passato, infila l’attenzione di tutti nel futuro, appunto beneaugurando che per far bene quel futuro ci si impegni tutti ed anche un po’ di più. E la serata va

avanti. All’improvviso, un organetto, un piffero, una nenia di Natale che arriva-no da lontano e che poi entra nella sala. Fanno musica popolare, di quella antica, di quella dei focolari e delle Befane. Poi, sempre infaticabile rotariano, che più non si può, Silvio Piccioni, anticipato dalla pre-ziosità di un breve canto dalle ambasciatri-ci, ci parla del Concerto e della Fondazione per la quale il Concerto si fa, per cui si debbono acquistare i biglietti!Quindi, aria di festa, con la musica che torna, con piccoli doni che le ragazze del “rotaract” distribuiscono alle Signore in sala. Bianca? E la signora Bianca? Mai nominata per tutta la serata, neanche dal Presidente nel suo intervento, come tutti i Presidenti hanno sempre fatto. Mah! E la festa va avanti. Silvio cerca di vendere i biglietti. Riportano il prof. Bizzarri tra i suoi amici. Alcuni soci, che forse sono stati un po’ stretti, tanti eravamo, fanno una passeggiatina per la sala. Il Presidente gira fra i tavoli e quindi baci, abbracci, saluti, auguri. Poi torna la musica e presto se ne va per tornare ad essere lontana. Franco e Giancarlo entrano spingendo un carrello con su un grosso pacco coperto da un drappo rosso. Tutti riprendono i loro posti. Signora Bianca! Il Presidente finalmente la nomina, la chiama. Le chiede di togliere il drappo che copre quel pacco, Bianca lo fa, con un po’ di meraviglia, con tanto sospetto. Giù il drappo: lo scatolone di un televisore al plasma 32 pollici. La emozione di Bianca non si può descrivere. La gioia di tutti neanche. Bianca, micro-fonata, dice che non ha parole, Riesce a dire “grazie”. Tanti applausi. Tanti auguri, Qualche lacrima di gioia. Tante grazie ancora. Così, un’altra Festa degli Auguri, ancora più preziosa stavolta, perché con la festa del Quarantennale, se ne va, nel bellissimo missaggio della musica dell’or-ganetto e del piffero, con tanti abbracci, con gli auguri, con gli arrivederci all’anno prossimo, quando sarà ancora Rotary, sarà ancora quella magìa! La redazione

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12 - La Ruota

Il 19 gennaio, giornata splendida di sole, avevamo appuntamento con la guidadella mostra di Gauguin al Vittoriano alle 15,00. Siamo partiti da Latina a mezzo-giorno e siamo arrivati a Roma in tempo per fare una passeggiata: chi ha pas-seggiato lì attorno, visitando la bella mostra fotografica sull'Avvocato Agnelli; chiè salito su al Campidoglio ed alle terrazze che danno sui fori romani ed ilColosseo; chi ha girovagato per la città, per arrivare alcuni alla Fontana di Trevi,altri in qualche chiesa barocca per una visita al Caravaggio; altri ancora alla ricer-ca di supplì, calzoni ed arancini!Alle 15,00 eravamo comunque tutti puntuali, tutti armati di auricolari (poco fun-zionanti e gracchianti) per l'inizio della visita a Gauguin. Parlare della mostrasarebbe lungo e non facile; certo, scoprire la storia dell'artista è stato bello. I piùlo conoscevano per l'esotismo dei suoi lavori della Polinesia, della Martinica, diTahiti e delle Isole Marchesi, quando forse arrivò al massimo della sua arte.Nessuno o pochi sapevano quanto abbia scritto nei suoi "cahiers", fitti di storie,riflessioni ed acquerelli stupendi. Cosa nel "cahier pour Aline"? Chissà poi cosadi bello c'era nella "Maison de Jouir" dove morì e dove distrussero tutto per laparte che egli aveva preso in favore dei diritti degli indigeni. Abbiamo invece sco-perto che il percorso della sua vita fu problematico e pieno di figli e che il percor-so artistico fu lungo, parecchio accidentato e tormentato, pieno di sperimentazio-ni, pieno di ricerca di libertà, negli anni in cui la pittura usciva - e forse definitiva-mente - dall'accademia, con quel gruppo di pittori dell'impressionismo, che poifurono simbolisti, altrove espressionisti, qui da noi Macchiaioli e della scuola diNapoli. Quindi riferimenti a Rodin, Derain, Renoir, Cezanne, Picasso, Monet, VanGogh, la Normandia e La Costa Azzurra.Pur se tra tanta gente - era sabato - abbiamo passato due ore di visita senzaaccorgercene, con soste davanti ad "Arearea", "il sogno", "Marana no Atra", leinaspettate piccole sculture e ceramiche, avendo la fortuna di una guida anchebrava. Alla fine, in attesa della partenza fissata per le 19,00, eravamo tutti spar-si, chi nelle sale risorgimentali, chi in giro per la città, chi lassù sulla terrazza delVittoriano per una visione straordinaria di Roma al tramonto, con le luci della cittàche s'accendevano qua e là: ora sui mercati traianei, ora sul Quirinale, poi la viadel Corso che come una spada fiammeggiante s'infilava nella città; ed ancora làin fondo San Pietro e dall'altra parte la Via dei Fori Imperiali ed il Colosseo. Piùa destra si stagliava il Campidoglio, con in primo piano le orlature di marmo delVittoriano e le aurighe con i cavalli e gli angeli: l'una ingabbiata in tubi e nel rossodel tramonto, l'altra nell'azzurro che si fa sera con una luna piena già abbacinan-te. Tutti hanno detto: "Roma è la città più bella del mondo!". Ma la bellezza piùbella è stata quella di due giovani innamorati, arrossati di tramonto, che guarda-vano attorno e laggiù all'infinito e si baciavano, si baciavano ed erano tanto feli-ci!Poi, tutti in pullman contenti, tributando a Paola, organizzatrice della giornata(brava moglie, consorte!) complimenti ed applausi. E così arriviamo a BorgoMontello, al Rifugio, per la parte di un'altra arte, quella culinaria, da tutti apprez-zata e gradita, Enzino in testa! Poi, arrivo a Largo Poluska, per tanti abbracci,baci, auspici per rifare presto un'altra gita così!

Galileo

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La Ruota - 13

1 Venerdì

Sala Conferenze del Museo CambellottiOre 11.00 - Cerimonia della consegna alla LILT di una apparecchiatura medica

7 Giovedì

Ristorante Il Rifugio - B.go Montello - Via del Poggio 8Ore 20.30 - Interclub di beneficenza organizzato dal Rotaract Latina.Relazione di Daniele Nardi, scalatore dell’Hymalaia.Il contributo per la serata è a carico di ogni singolo socio. Le modalità della serata saranno comunicate a parte.

9 Sabato

Palazzo Autorità Portuale - CivitavecchiaOre 9.30 - IDIR per i Club di Roma e Lazio.Programma allegato - Notizie da Ivan Simeone e Giancarlo Scala.

14 Giovedì

Riunione non conviviale.

21 Giovedì

Ristorante "Casablanca" - LatinaOre 20.00 - Riunione Conviviale con i familiari.Il Signor Prefetto della Provincia di Latina, dott. Bruno Frattasi, ci intratterrà su “Diritto e Giustizia” - senso della giustizia nel Teatro di Edoardo.Presentazione dei nuovi soci F. Ricciardi - P. Graziosi - G. L. Carfagna.

28 Giovedì

Sede del Club in Via Adige - LatinaOre 19.00 - Riunione del Consiglio Direttivo.

Si prega vivamente di confermare la propria par-tecipazione alla Signora Bianca (T. 0773 697062) entro il martedì precedente la riunione. È ovvia-mente confermato che le Consorti sono gradite ospiti anche ai “Caminetti”

3 Giovedì

Riunione non conviviale Non si terrà nessuna riunione in occasio-ne delle festività.

8 Martedì

Teatro "A. Cafaro" - LatinaOre 20.30 - Concerto degli Ambasciato-ri del Rotary.Dono del Club a Latina per i suoi 75 anni.

10 Giovedì

Sede di Via Adige - LatinaRiunione del Consiglio Direttivo.

17 Giovedì

Aeroporto "E. Comani" di LatinaRiunione conviviale con familiari in inter-club con Soroptimist e con Inner Wheel. Relatore il Ten. Pilota Emma PalombiIl programma verrà comunicato a parte.

24 Giovedì

Sede di Via Adige - LatinaRiunione del Consiglio Direttivo

31 Giovedì

Ristorante "Casablanca" - LatinaOre 20.30 - Caminetto“Il sito e La Ruota, come strumenti di informazione e comunicazione”.I soci Domenico Grande e Angelo Ni-cotra ci aggiornano sullo stato del sito web e su La Ruota

Programma Febbraio 2008

Programma Gennaio 2008

Giancarlo SCALA Pietro BIANCHI 9 gennaioGiovanni COSIGNANI 21 gennaioIgino D'ERME 23 gennaioBruno FERDINANDI 27 gennaio

Otello FILIGI 4 febbraioNazareno GRAZIOSI 6 febbraioSandro CONCILIETTI 11 febbraioPaolo CENSI 11 febbraioRosario CALABRESE 19 febbraioAngelo GALATÀ 20 febbraioUmberto REDI 22 febbraioLiviana PICCIONI 25 febbraio

Buon compleanno a:

Ad Maiora! Francesca Terenzi, socia del Rotaract, ha conseguito, presso l’Università degli Studi della Sapienza di Roma, la Laurea in Medicina e Chirurgia, con il massimo dei voti. Un altro exploit dei “nostri giovani” . Auguri e felicitazioni dalla Redazione e da tutto il Club.

Rammentiamo che è in scadenza la quota per il semestre 01.01.2008 – 30.06.2008. Chi vuole può effettuare il versamento di € 425,00 diretta-mente sul c/c n. 21465 tenuto presso il Banco di Brescia (CAB 14700 ABI 03500) intestato al Rotary Latina.

Il Rotary Latina Circeo ci invita ad una conviviale di beneficenza Venerdì 29 alle ore 20.00 presso l’hotel Europa, in occasione della visita del “SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA”.Relazionerà S.E. Gran Priore di Roma Fra Filippo FERRETTI di Ca-stelferretto.

GIORGIO LODDOPAST PRESIDENT DEL CLUB

È STATO NOMINATO RESPONSABILE

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14 - La Ruota

Poderi ONCRicordi per il futuro di Susanna Busco

Il tronco chiaro, dritto, continua in alti rami, imponen-ti, maestosi che si allargano ad abbracciare lo spazio

che lo circonda, quasi a proteggere un ricordo di storia racchiuso nella memoria dei suoi anni. L’eucaliptus che vedo dalla finestra mi è ormai familiare e fa parte di ogni mattina e di ogni sera, come il grande olmo dietro la casa. Lui dimostra tutti i suoi anni; il suo precario

stato di salute non sminuisce la sua imponente dignità. È uno degli ultimi della sua specie. Qui intorno ve n’erano molti durante il periodo della bonifica, ma si sono ammalati e pian piano sono spariti Gli eucalipti non si sono ammalati, ma sono stati spesso considerati presenze ingombranti nella dinamica di espansione di una città. Questi due giganti sopravvis-suti, che ora fanno parte delle mie giornate, insieme alla fila di gelsi che, se pur striminziti, risalgono al periodo della bonifica, hanno fatto parte di ogni giorno della famiglia di coloni che ha vissuto qui. La grande cucina con il camino traspira le serate davanti al fuoco, con i salumi del maiale appesi al bastone attaccato al soffit-to davanti al camino. Il bastone è ancora li, sempre lo stesso. Il podere 739 è un piccolo pezzo della storia di Latina. La scala, il pavimento sono gli stessi del 1932 e hanno ascoltato i passi di tre generazioni. Insieme a tanti altri poderi rappresentano un pezzo della nostra storia. Ma questi edifici, una volta quasi unici protago-nisti del nostro paesaggio, non sono riusciti a convivere con il nostro presente, fatto di progresso, nuove case, nuovi palazzi. La storia di Latina è stata forse per troppo tempo talmente giovane da non essere considerata storia e arte a tutti gli effetti. I poderi ONC non hanno fatto in tempo ad assurgere il diritto di rappresentare una parte del nostro passato. Cosi sono quasi scomparsi, dilaniati da divisioni ereditarie, distrutti dal tempo, dall’incuria, o dalla voglia di rinnovamento.Mio nonno, il Dott. Vincenzo Rossetti è arrivato al quadrato nel 1926, medico in mezzo ad una palude dove l’idea di una città sembrava solo fantasia, spinto da una forza legata ad un amore profondo per questa terra. Ho forse ereditato da lui l’amore per questi luoghi e il rispetto per questo passato che sento anche mio. Per questo il podere 739, nella sua integrità, mi ha conqui-stato. Ho iniziato a vivere in questa casa con la consape-volezza di un passato da rispettare, sentendomi fortu-nata di poterne conoscere la storia. Il mio vicino di casa Giuseppe (chiamato da noi Pino), figlio della famiglia di coloni arrivata qui nel periodo della bonifica, è nato e vissuto qui. Qui ha vissuto con la moglie Alba e qui sono nati e cresciuti i suoi figli, Massimo e Maurizio.Il papà di Giuseppe, Zoilo, aveva 20 anni nel 1933 quan-do arrivò qui da Vicenza con 6 fratelli insieme al nonno Pietro e alla nonna Matilde. Nel 1937 lo ha raggiunto Vittoria e qui a Littoria Zoilo e Vittoria si sono sposati. Giuseppe è nato nel 1948, dopo la guerra. Non ha vissu-to il periodo post bonifica, ma di allora serba i racconti del papà Zoilo e del nonno Pietro. Quando sono arrivati, era autunno: il terreno, arato per la prima semina con i trattori a vapore, era ancora coperto d’acqua. Il papà raccontava che la notte al chiaro di luna guardando fuori la finestra, i campi sembravano tutti bianchi. Le giornate trascorrevano tra i campi e le bestie. Il lavoro era duro. C’erano ancora ciocchi da portare via dal terreno, ma era festa grande quando si ammazzava il maiale e quando si faceva la trebbiatura. La sera ci si riscaldava con la stufa e con il camino, che a dire il vero tirava poco e faceva mol-

Ricordid’infanzia e... pezzi di storia di Laila Donatella Barucci

Quando avevo due anni circa i miei si trasferirono da Assisi a Scauri di Minturno.

La ricostruzione della stazione ferroviaria di Formia data in appalto all’impresa edile di mio padre, ci portò in quei luoghi dove la guerra aveva lasciato segni indelebili.Negli anni ‘50 si respirava “voglia di rinascita”, c’era una sorta di fratellanza e amicizia talmente forte fra tutti che... ora la si può leggere solo ...nei romanzi.È tanto forte in me, il legame rimasto per quelle zone, che mio marito... passata Terracina ha sempre notato un cambiamento d’espressione sul mio volto; espressione di distensione, appunto.Inverosimile è stata la telefonata di una amichetta di Scauri, ora scrittrice e poetessa, che non sentivo e vede-vo da ben 50 anni.“Donatella... sei Donatella (è il mio nome di famiglia) sono Carmen di Scauri, ti ricordi di me? Ho pubblicato un libro, s'intitola “La mia vecchia Scauri”, racconta storie di persone e del paese, degli anni del dopo guerra; ho parlato anche di te, di noi, di come ci siamo cono-sciute da bambine e del nostro legame... che come vedi dopo anni non si è spezzato.”Ed è vero, a pag. 37 del libro c’è la mia foto con un grembiulino di scuola rigorosamente nero e colletto bianco, il racconto della nostra amicizia e una bella dedica nella prima pagina.Le sorprese della vita... non è stato un bel regalo per i miei 60 anni?

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La Ruota - 15

to fumo. (Ora tira benissimo... una volta collegata bene la canna fumaria...). Di legna non ce n’era qui intorno, così si bruciavano i rovi e le code di volpe (particolari stoppie che si trovavano in zona).Per avere legna bisognava andare nel bosco. Andavano a far legna nel bosco vicino Nettuno. La legna serviva per cucinare e fare il pane. Il pane si faceva una volta la settimana: di lunedì e si cuoceva nel forno fuori la casa. Lo faceva il papà di Pino: ed era buono per tutta la settimana... non come il pane di oggi che dopo 1 giorno è gomma! Non c’era né corrente né acqua in casa. D’in-verno alle 17 era buio e alle 19 già si era a letto. Pino ci racconta che la corrente elettrica è arrivata in questa casa nel 1961 e l’acqua corrente nel 1972, ma sempre dal pozzo che era fuori. Ma si ricorda il calore delle serate e l’allegria dello stare insieme. La famiglia era più unita, ci si parlava e ognuno raccontava le sue storie: Nonno raccontava della grande Guerra, papà raccontava della II guerra… ( è stato in Africa) cosi io ho fatto tutte e due le guerre! E poi c’era più spazio per i sogni’Sulla parete della camera da letto dove ora dorme mio figlio Fabio c’è tutt’ora un buco nel muro... proprio un buco della grandezza di una palla da tennis. L’ha fatto il papà di Pino per tenere d’occhio il pollaio vicino al forno... un antifurto d’epoca! Nella stanza accanto du-rante la guerra, dopo lo sbarco di Anzio, era stato fatto dai soldati americani un buco nella parete per piazzare la mitragliatrice. La posizione lievemente elevata offriva una buona postazione per il controllo della zona. Il gior-no 22 gennaio del 1944 nasceva la sorella di Pino. La sera stessa sentirono bussare alla porta. Zoilo aprì... e si trovò davanti un militare alto due metri dalla pelle nera. Con gesti strani e guardandosi intorno continuava a dire – sleep, sleep. Sentiti i rumori e la strana parlata, dalla camera sopra la moglie si mise a chiamare... Zoilo Zoi-lo.... Il soldato americano subito insospettito, convinto della presenza di soldati tedeschi imbracciò il fucile e salì nella stanza di sopra con aria minacciosa e... si trovò davanti una donna che aveva appena partorito e una piccola bimba. Beh è stata una festa. Sigarette e cioccola-

ta a volontà. Il giorno dopo chiedevano: Dove canale Mussolini? noi... BUM.. E già perché dovevano far saltare i ponti, per impedire l’avanzata dei tedeschi. Ma Pino ricorda dai racconti del nonno e del papà che qui di tedeschi non ce n’erano poi tanti. Il nonno raccontava di un sol-dato tedesco che in sella ad una bicicletta trasportava una mitragliatrice da un luogo all’altro per sparare ogni volta in un luogo diverso. Era talmente rapido che con i cannoni gli americani non riu-scivano a prenderlo. E lì vicino, a Borgo Podgora, c’era un carroarmato tedesco che da solo faceva un gran fracasso.Dopo lo sbarco, verso marzo la famiglia di Zoilo ha dovuto abbandonare la zona. Nel 1945 sono tornati e hanno trovato la casa senza nulla. Neanche le porte e le finestre.Qui intorno Pino si ricorda le buche delle

postazioni dei cannoni. Era ragazzetto e con i suoi amici andavano in cerca di bossoli, ferro e polvere da rivende-re. Si divertivano però anche a costruire bombe artigia-nali: con i barattoli della conserva riempiti di polvere a cui aggiungevano poi una miccia. Erano quelli i loro giocattoli. ...Di racconti Pino ne avrebbe ancora. E con lui e la sua famiglia ci fa piacere rivederci e stare insieme a fare due chiacchiere.Questo vuole essere solo un piccolo contributo a rispet-tare quello che appartiene alla storia del nostro territo-rio: poderi ONC, edifici unici nel loro genere, insieme alle famiglie che li hanno abitati, ma anche eucalipti, olmi e tutto ciò che prima di noi è nato e cresciuto in questa terra Un piccolo contributo a rivalutare le nostre origini e a costruire un archivio di ricordi per non perdere la nostra identità. In un mondo che tende al glo-balismo, non rinnegare la propria identità storica aiuta a maturare i cuori e le coscienze, nostre e dei nostri figli, in modo più armonico e aperto.

Ho conosciuto un personaggio eccezionale di Paola Costanzo

Ho per caso letto che l’Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles ha assegnato il premio “A Lifetime

Achievement Awar” all’imprenditore toscano Giuliano Gori per aver realizzato una delle più importanti colle-zioni al mondo di arte contemporanea. Il premio, asse-gnato per la prima volta ad una personalità del mondo dell’arte, ha voluto rendere onore ad uno tra i maggiori collezionisti europei che ha trasformato la sua villa

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16 - La Ruota

seicentesca in una tra le più importanti collezio-ni di arte ambientale.Questo premio è stato assegnato, per esempio, a Mario Monicelli e En-nio Moricone. Desidero allora raccontare che ho conosciuto questo stra-ordinario e affascinante personaggio, che ha ricevuto tantissimi altri premi e riconoscimenti in tutto il mondo, oltre a lauree ad onorem conferitegli da diverse università.È veramente esclusivo poter accedere alla sua collezione ed io sono partico-larmente felice e fortunata perché ricevo sempre il suo invito a mostre e performance negli spazi suggestivi della “Fattoria di Celle” a Pistoia: la sua casa!Circa quindici anni fa, appena arrivati a Prato, dove mio marito Galileo dirigeva il Gruppo del Monte dei Paschi, fummo invitati, come rotariani, a casa di Giuliano e Fina Gori, per inaugurare una nuova installazione. Era fine giugno.Ero completamente all’oscuro della nostra meta, non co-noscevo nessuno e mio marito solo alcuni. Varcammo in macchina un grande cancello preceduto in uno spiazzo antistante da una grande e aerea scultura rossa di Burri. Percorremmo in salita vari tornanti immersi in un bosco. Parcheggiata la macchina tra tante macchine, mi si aprì improvvisamente davanti uno scenario particolare: in un grande spazio verde circondato da alberi, c’erano tanti invitati seduti qua e là. Non sapevo dove guardare perché la mia attenzione era attratta da qualche cosa di insolito che mi distraeva dalle presentazioni. Mentre mio marito si intratteneva con i presenti, qualcuno mi invitò a fare una passeggiata nel parco. Mi incamminai con un gruppo di altri invitati e insieme percorremmo una lunga strada che si aggirava nel territorio circostan-te. Ci accompagnava una colta e graziosa guida.Mi sentii “Alice nel paese delle meraviglie” e con stupo-re crescente gioivo nel vedere da vicino installazioni che conoscevo attraverso i libri d’arte e le riviste specializza-te: erano tutte là! Mentre ero presa da tanta meraviglia, i miei occhi incrociarono quelli di una signora che mi sorrideva. Anch’io le sorrisi e proseguii nel mio cammi-no. Dopo, mi resi conto che era Rita Levi Montalcini.Di ritorno dalla passeggiata, in attesa della cena cam-pagnola (ricordo grandi ceste di ciliegie), ho scambiato alcune parole con Giuliano Gori, manifestandogli il mio stupore e la mia felicità.Iniziò così la nostra amicizia: lui è sempre felice quando la sua collezione suscita gioia. Mi disse, allora, di attende-re un attimo, si allontanò e percorse un vasto prato verde ed entrò in una bella casa seicentesca. Io rimasi ad atten-derlo accanto ad una scultura che ho rivisto quest’anno a Verona alla mostra “Il settimo splendore”. Tornò e mi regalò un’incisione di un’artista che mi presentò.

Campioni all'opera di Graziella Di Girolamo

Si conduceva una vita a dir poco priva di stimoli e di fascino: il lavoro sempre ripetitivo, gli impegni di

famiglia, quasi tutti anziani, un po’ acciaccati, alcuni in pensione, per lo più soprappeso.Ci si riuniva spesso per mangiare insieme e la serata si concludeva con canti e barzellette.Poi, distrutti e frastornati si tornava a casa e si cadeva in un sonno spesso agitato dopo l’eccessiva mangiata.Tutto questo per 365 giorni all’anno, finché all’orizzon-te comparve il “Burraco”, il gioco che ha coinvolto tutti.Le carte da gioco sono ormai diventate un accessorio fon-damentale da portare in borsetta, insieme al cellulare, alle chiavi e al rossetto, pronte ad apparire nei momenti più

Conoscere Giuliano Gori è stato un sus-seguirsi di emozioni, come la prima volta che mi sedetti nel suo salotto. Non sapevo dove guardare e con incredulità mi resi con-to che accanto a me c’era una scultura di Manzù e all’altezza dei niei occhi, vicinissimo, un quadro di Chagall e, tutt'attorno, come in una giostra i miei occhi si aggiravano sui qua-dri di Picasso, Morandi ed altri altrettanto fa-

mosi autori. Cercavo di nascondere la mia emozione, ma trasalii nel notare da lontano, in fondo ad un corridoio, una scultura familiare: il Mobless di Calder.Ebbi il piacere, un giorno, di aiutare Giuliano a riassem-blare questa scultura che si era scomposta e... Galileo fece una foto per immortalare l’evento. Ma la nostra amicizia si rafforzò quando, in uno dei successivi incontri, gli dissi che la mia passione era lo scultore Fausto Melotti.Allora la sua gioia fu grande e mi raccontò tutto su Melotti. Mi parlò di questo suo grande amico e mi fece vedere tutte le sue opere collezionate e me le raccontò con un grande sorriso dipinto sul volto.È molto bello quando Giuliano Gori racconta la storia di un’opera, del suo autore e del suo farsi. Lo ascolte-rei per ore ed io sono felice di aver avuto la fortuna di ascoltarlo tante volte e di avermi fatto capire le opere più incomprensibili. Giuliano Gori, un caro amico, rota-riano anche lui.

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La Ruota - 17

ROTARY DONNA

impensati: in spiaggia, dove a volte il vento capriccioso fa volare le carte e c’è bisogno di fermarle con dei sassolini, in pullman durante le gite, a tavola dove non si vede l’ora

di passare dalla tovaglia al tappeto verde, addirittura in aeroporto, nelle lunghe attese dei voli.Non mancano discussioni accanite tra compagni di gioco, che si risolvono nel giro di pochi attimi con una risata.Insomma, sono tutti diventati Burraco-dipendenti, e la mente, assorbita dal gioco, dimentica la realtà, le fatiche della giornata, e accantona per un po’ i problemi.Non si gioca per vincere denaro, c’è solo il piacere di divertirsi con gli amici, con l’illusione di tornare per un po’ bambini.Non ci resta quindi che dire: “Benvenuto Burraco, se non ci fossi dovremmo inventarti!”

Allora, largoa questi amici! di Maria Luigia Ferdinandi

Avevo cinque anni quando nelle prime ore pomeri-diane scendevo in giardino per giocare con gli altri

bambini del palazzo. Abitavo in via Foscolo n° 8, tutto intorno era campagna, non c’erano le strade di via Pi-randello, via Quarto e via Polusca.Sapete quale era il mio gioco preferito? Quello di andare alla scoperta di animali nascosti tra l’erba di quell’acqui-trino che ci circondava.Rincorrevo rane, orbettini, salamandre, serpenti e non avevo paura di niente.In seguito ho allevato paperelle sul piccolo terrazzo del-la cucina, immaginate il disastro che facevano quando si bagnavano in una bacinella; un coniglio d’angora che viaggiava al mio seguito quando andavo all’università, varie razze di cani e gatti, e la disperazione di mia madre aumentava sempre di più.Ho accompagnato per anni mio padre a caccia solo per raccogliere e curare gli uccelli che cadevano feriti. Met-tevo in crisi la sensibilità di mio padre e un bel giorno mi ha lasciato a casa e non mi ha portato più a caccia.Il mio futuro era già segnato: avrei fatto il veterinario.Attualmente possiedo un cane, quattro gatti, tre tartaru-ghe d’acqua, due acquari con pesci, tre furetti; non ho più spazio per animali, altrimenti non mi fermerei qui.In verità il gattaro di casa è mio marito, io preferisco i cani anche se la bellezza, la dignità e l’indipendenza del felino mi stupisce e conquista di giorno in giorno.Ogni animale presenta un carattere diverso e questo si manifesta ancora di più nel gatto.Spiego sempre ai proprietari dei miei pazienti che, come non possiamo avere due figli identici nel carattere, lo

stesso vale per gli animali; anzi le razze delle singole famiglie del regno animale sono innumerevoli ed ognu-na presenta caratteristiche comportamentali diverse; il persiano si differenzia dal siamese e dal norvegese delle foreste o dal gatto comune europeo.Il gatto è un animale antistress: provate ad accarezzarlo mentre state comodamente seduti in poltrona dopo una faticosissima giornata di lavoro, è sicuro che vi rilassere-te subito.Pensate agli animali usati per la pet therapy che lavoro sociale svolgono per anziani ed handicappati o bambini con problemi comportamentali.Allora largo agli animali!Sono sempre disponibile a dare consigli e delucidazioni a chi lo desidera.

Oggi è giàla storia di Paolina Frate

“Sei la prima donna entrata a far parte del Rotary Club Latina” mi hanno fatto notare. Che strano,

pur avendolo sempre saputo, non ci avevo mai fatto caso più di tanto. Sarà che mi sentivo nel Rotary da sem-pre, frequentando, con mio cognato Pierluigi Ferdinandi le attività del club, dove ritrovavo i miei familiari, mia cugina Paola e il marito, Alfredo Corsetti, dove trovavo tanti amici di sempre, in mezzo ai quali ero cresciuta dentro una Latina che cresceva.Latina che cresceva: è di una città che ho visto diventare adulta voglio raccontare in queste mie righe. Quan-do sono nata, nel dopoguerra, Latina aveva già più di qualche lustro sulle spalle, ma era come se fosse rimasta immobile, come se stesse prolungando la sua infanzia. A me che arrivavo da Roma – dove avevo vissuto con i miei genitori, e da Cori, dove aveva origine la famiglia di mia madre – Latina appariva come una creatura stra-na e silenziosa, bianca, immersa nel sole, distante come erano distanti tra loro i suoi edifici, separati da strade larghissime, inconcepibili allora che di macchine se ne vedevano ben poche sull’asfalto.Incredibilmente questo luogo dall’anima quasi sospesa nel tempo, questo luogo che mostrava il volto di una storia recente, ma dall’espressione più antica dei più antichi vicoli di Cori, all’improvviso diventò un centro di attrazione. Professionisti, insegnanti, operai, famiglie intere dai Monti Lepini andarono a vivere a Latina che altro non era allora se non qualche casa in più in centro e tante fabbriche nell’estrema periferia. Frequentavo il liceo in quegli anni, il liceo classico Dante Alighieri che allora aveva sede a Palazzo M. Durante l’ora di ginnasti-ca arrivò la notizia che, presso la clinica San Marco, era nata mia nipote, Maria - detta Cocchy - oggi brillante giornalista del Territorio. Gli insegnanti mi diedero il

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permesso di scavalcare la recinzione del campo sportivo sul retro della scuola, di attraversare la strada e di anda-re a vedere la figlia di Paola. Questa era Latina: la città che stava crescendo grazie all’industria, ma che, a dif-ferenza di tante città industriali del nord, si rifiutava di perdere la sua identità di villaggio, di luogo dove si può permettere a una studentessa di uscire dalla scuola nella sicurezza che tanto “non succederà niente”. E Latina era anche la vacanza d’estate, quando da Cori si faceva l’abbonamento mensile per il mare, per la spiaggia che era vissuta come un privilegio a mezz’ora di pullman da casa. Difficile a credersi oggi, ma Latina in quegli anni e in quelli che seguirono, non era affatto la città dello shopping. Per gli acquisti dai Monti Lepini si guardava più a Roma, o a Velletri, ad Anzio e Nettuno.Accanto a questa Latina vissuta da me, c’era un’altra Latina. Quella degli eredi della bonifica, quella dei Vene-ti, dei friulani che già alla seconda generazione parlava-no ancora il loro dialetto. Queste due anime della città faticavano ad incontrarsi, a parlarsi, ad avere relazioni. Erano due mondi diversi, già dalle parole che usavano, dai piatti che mettevano in tavola. Sono stati due mondi per tanto tempo divisi, oggi un po’ meno, ma ho sempre avuto l’idea che la storia di Latina procedesse su binari paralleli.Quando ho terminato l’università il lavoro mi ha porta-to a vivere a Roma di nuovo. Tornavo a Latina da mia sorella, che era venuta a viverci, nel fine settimana. Ri-cordo le cene organizzate con gli amici il sabato sera, ri-cordo la partenza per Cori la domenica mattina, perché la domenica è il giorno della festa, il giorno in cui ci si ricongiunge con la famiglia. E Latina ancora non aveva questo potere di riunire in sé la famiglia. Questo potere ce l’ha oggi, se l’è conquistato anno dopo anno. È una città, Latina, che ha costruito prima le sue case e poi la sua società. La bellezza di Latina è forse anche questa: essere una città la cui storia, il cui tessuto sociale è stato creato dai suoi abitanti che sono quelli di oggi, non quelli di secoli fa. In questo contesto il Rotary ha gioca-to un ruolo fondamentale, molto più che in altre città. Il Rotary ha creato un punto di incontro, un riferimento per i tanti professionisti che vivevano a Latina, prove-nendo da località diverse. Il Rotary ha fatto conoscere, confrontare queste persone che altrimenti avrebbero avuto poche occasioni di incontro in una città che aveva un paio di ristoranti, nessuna palestra, nessun locale e dove i bar chiudevano la domenica perché tornavano tutti in paese. Il Rotary ha organizzato i primi viaggi, quando a Latina c’era forse solo un’agenzia. Il Rotary è stato un elemento fondante della società pontina.Ho cominciato a prendere parte alla vita del club sotto la presidenza dell’irripetibile Marcelle Insogna. Mar-cello aveva molto a cuore l’inserimento dei giovani e ci chiamava a raccolta per organizzare gli eventi più importanti. Ricordo con quanta emozione, ma anche decisione, svolgevo i compiti assegnatimi per le visite del governatore, per le serate di gala, per l’organizzazione del congresso distrettuale.A me è venuto in mente tutto questo quando mi hanno detto “Sei la prima donna entrata a far parte del Rotary club di Latina”.

Interact e Rotaract

Una risposta del Rotary di ieri anche alle esigenze dei giovani di oggi. di Giada Gervasi

Lo scorso 26 ottobre presso il Circeo Park Hotel il Rotary Latina Circeo, club al quale appartengo, ha

riattivato, dopo un breve periodo di sospensione, il suo In-teract, che è uno dei più longevi del nostro distretto 2080.L’evento, di per sé positivo, nella crescita della famiglia rotariana, ha sollecitato l’attenzione mia e degli altri commensali, anche loro ex rotaractiani, sull’importanza formativa che l’associazionismo ha avuto nelle nostre vite e l’importanza che potrà avere sui neo interactiani.Viviamo in un mondo difficile, e questo non vuol esse-re qualunquismo ma semplice constatazione dei fatti di cronaca, cosicché i giovani hanno bisogno di individuare, nella concretezza e nell’operatività, dei valori positivi.La situazione non è differente dai difficili anni ‘60, quando, sotto la presidenza di J. Ed Mac Laughlin, il Board decise di costituire una Commissione con il fine preciso di esaminare con attenzione le attività svolte dai gruppi giovanili che nei vari paesi, già dagli anni venti, affiancavano l’attività del Rotary. Così, l’allora presiden-te internazionale Nitisch C. Laharry, nell’anno rotariano 1962-63, istituì il programma Interact (INTERNATIO-NAL -ACTION), per soli ragazzi di età dai 13 ai 17 anni.I risultati positivi dei primi club Interact, l’entusiasmo dei giovani e soprattutto la loro grande capacità di operare in concreto nei territori di appartenenza, dive-nendo rappresentativi di valori, ha portato il Rotary In-ternational a valutare l’opportunità di seguire i giovani nel loro percorso di crescita, non allontanandoli dalla famiglia rotariana. Così è stato creato il programma Rotaract (ROTARY IN ACTION), per soli ragazzi di età dai 18 ai 30 anni. Il primo Club Rotaract nacque a North Charlotte, nel North Carolina, US.A., il 13 Marzo 1968. Al 30 giugno di quell’anno nel nostro Distretto i Rotaract con Carta erano 4: Firenze, Roma, Cagliari e Romano. Un anno dopo il Distretto era il primo nel mondo per numero di Rotaract che avevano ottenuto la Carta.Interact e Rotaract sono stati una risposta e/o co-munque un’alternativa proposta del Rotary ai tumul-tuosi anni 60/70.Le problematiche nella formazione dei giovani di oggi

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La Ruota - 19

sono ben diverse ma sicuramente non minore è il sup-porto di cui i giovani necessitano.Oggi, come allora, i club giovanili possono essere un punto di riferimento ed i club Rotary hanno il compi-to ed il dovere morale di sostenere nel loro percorso i giovani, aiutandoli a realizzare i loro progetti, ed il “Service”, la cui realizzazione è il migliore stru-mento per formare la loro capacità di leadership in una comunità; ma, soprattutto, è l’opportunità di misurarsi con gli altri e constatare di quanta genero-sità, altruismo e positività sono capaci i giovani per gli altri e anche per se stessi durante la loro crescita. Pertanto il Rotary deve accompagnare i rotaractiani e gli interactiani in questo percorso, assecondandoli e fornendo loro i mezzi per portare avanti i progetti, anche, qualora fosse necessario, redarguendoli nelle loro intemperanze.Con queste mie brevi riflessioni, o meglio digressioni, ringrazio il Rotary club Latina, per il grande impegno che ha profuso nella riattivazione del suo Rotaract, che segue ed aiuta sempre con la massima attenzione, auspi-cando anche nel capoluogo pontino la costituzione di un Interact. Infatti la pianticella, come dicevano i saggi con-tadini, va tenuta dritta sin dalla crescita, per poi farne un fiero arbusto.

Vi raccontoil diamante di Edy Govetto

Mi chiamo Edy Govetto, sono nata a Latina il 03/04/1969, mamma di due bambini Andrea anni

11 e Martino anni 9. Sono titolare di una gioielleria dal 1992 ed in queste righe vorrei rispondere alla domanda che più spesso mi viene posta in negozio, conscia che molti di voi, se non tutti già conoscono la risposta, la domanda in questione è:Qual è la differenza tra diamante e brillante?Allora diciamo subito che il diamante è la pietra, il brillan-te è il tipo di taglio. Infatti esistono diamanti a taglio bril-lante, a taglio carré, a taglio smeraldo, a goccia, ecc. ecc.Sostanzialmente, dire brillante equivale a dire niente. L’esatta dicitura sarebbe diamante a taglio brillante, di solito erroneamente diciamo “brillante”, ed intendia-mo il diamante che ha un taglio rotondo. Il diamante è il materiale più duro conosciuto in natura, si tratta di carbonio cristallizzato. Al momento dell’estrazione i dia-manti sono grezzi, vengono tagliati in seguito per rivela-re tutto il loro splendore. È stato dimostrato scientifica-mente che i tagli a brillante riflettono più luce dall’inter-no della pietra e spesso si considera abbiano luminosità maggiore di tutti gli altri tagli. Un diamante tondo con taglio brillante ha 57 faccette. Altri tagli a brillan-

te hanno forma ovale, marquise, a cuore e a goccia. Spiegherò brevemente le caratteristiche per riconoscere una buona pietra da una di scarso valore. Per prima cosa c’è da osservare il taglio, infatti buone proporzioni di taglio forniscono il compromesso migliore tra fuoco e luminosità. Quando la luce entra in un diamante tagliato correttamente viene riflessa da una faccetta all’altra per uscire nuovamente dall’apice ed ottenere luminosità, fuoco e sfavillio massimi.I diamanti tagliati troppo o troppo poco profondi, avran-no come risultato una perdita di luce attraverso i lati o il fondo che determina anche minor valore e brillantezza della pietra. Poi altre attenzioni vanno riservate a:CaraturaSi riferisce alla misura del peso di un diamante. Un carato equivale a 200 milligrammi. Un carato può anche essere diviso in 100 “punti”, un diamante di 0,75 carati equivale ad un diamante di 75 punti.ColoreI diamanti sono classificati in base ad una scala di colore stabilita dal Gemological Institute of America (GIA). La scala varia da D (privo di colore) a Z. I colori fancy si riferiscono a tonalità come rosa, blu, giallo e mol-to raramente rosso. I colori fancy non sono compresi all’interno di questa scala di colori e sono considerati estremamente rari.FaccetteSono le piccole superfici che vengono tagliate su di un diamante grezzo e che gli conferiscono la forma finale. Il modo in cui la luce interagisce con queste faccette deter-mina la luminosità e lo sfavillio di un diamante.FormaLa forma si riferisce al modo in cui viene tagliato un diamante: per esempio un diamante può essere roton-do, triangolare, quadrato, marquise, a goccia, ovale o a forma di cuore.InclusioniSpesso definite come impronte digitali della natura; sono imperfezioni all’interno della maggior parte dei diamanti che li rendono così unici in natura, proprio come le impronte digitali rendono unica una persona. Queste caratteristiche sono valutate su di una scala di perfezione nota come purezza. Alcune inclusioni comuni sono: nuvole, cristalli, puntini e piume. La posizione e la quantità delle inclusioni influenza la purezza di un diamante e quindi anche il suo valore.PurezzaSpesso un diamante ha imperfezioni naturali che si tro-vano all’interno della pietra e possono essere bianche, nere, prive di colore oppure pensino rosse o verdi. La maggior parte delle inclusioni non sono visibili ad oc-chio nudo e possono essere viste soltanto attraverso una lente a 10 ingrandimenti. Le inclusioni sono classificate in base ad una scala di perfezione chiamata purezza. I gradi di purezza variano da FI (Flawless = privo di im-perfezioni) e IF (Internally Flawless internamente privo di imperfezioni) a I (Included = con inclusioni). Il grado di purezza I può essere visto ad occhio nudo senza l’uso di lente d’ingrandimento. La posizione e la quantità di questi segni di riconoscimento può influenzare il valore di un diamante.

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20 - La Ruota

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MondopiccoloMondo rotary di Alessandra Dardanelli Grande

Atene, 6.30 di mattina, 9 marzo di quest’anno, il pullman che aspettavano ci viene a prendere diret-

tamente davanti all’albergo, per portare Domenico e me in Argolide in un tour classico per chi ha la fortuna di visitare la Grecia.“Good morning!” diciamo salendo (sapevamo che l’escursione sarebbe stata supportata da una guida in lingua inglese) e rimaniamo piacevolmente sorpresi nell’incontrare una coppia statunitense simpatica e cordiale.Scambiando quattro chiacchiere, scopriamo con piacere che anche Dave e Julia fanno sono soci Rotary: quanto è piccolo il mondo! Com'è piacevole incontrare all’estero persone di altre nazionalità che condividono l’apparte-nenza al Club.I due nuovi amici si stanno concedendo una vacanza in Grecia, prima di tornare negli States dopo essersi dedicati agli altri in India, partecipando ad un pro-gramma di assistenza medica (Dave è medico e Julia ha modi così garbati e cordiali da aver superato tutte le difficoltà linguistiche incontrate nel continente asiatico).Rimaniamo incantati da questa coppia così attiva, soler-te ed impegnata nelle attività di servizio, apprezziamo la sensazione di fratellanza con due perfetti estranei per il solo fatto di appartenere tutti allo stesso Club ed essere disponibili ed aperti verso gli altri.Julia con tranquillità ci racconta delle difficoltà prati-che incontrate in India che lei, signora raffinata di stile bostoniano, ha affrontato, credo proprio, con semplicità ed eleganza.Condividiamo in parte l’escursione al teatro di Epi-dauro, Corinto e poi a Micene, in base ad un tacito e comune accordo di non estromettere gli altri dal nostro giro di conversazione, per poi tornare a chiacchierare sul pullmann e commentare le bellezze assolute appena viste.Giunge il momento di salutarci, Dave e Julia scendono dal pullman prima di noi e nel salutarci, ci scambiamo i biglietti da visita con un sorriso cordiale; vedo allora mio marito estasiato di fronte ad una signora che con i suoi capelli candidi, (a prima vista potrebbe essere sua nonna), il giacchino rosa, gli occhialini tondi e gli orecchini di perle, lo saluta in punta di piedi con un bacio sulla guancia, lasciandogli il suo indirizzo email ed il suo sito web!

Alessandra Dardanelli Grande

La legionella di Alessandra Dardanelli Grande Paola Iannaccone

Ad una riunione dell’American Legion nell’estate del 1976 a Filadelphia, Stati Uniti, a cui parteciparono

oltre 4000 veterani del Vietnam (chiamati appunto “Le-gionari”), 221 persone si ammalarono, con 34 decessi. Solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un “nuovo” batterio, denominato Legionella, che fu isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani avevano soggiornato. Attualmente al genere Legionella appartengono 48 specie suddivise in 70 sierogruppi e circa la metà di queste risultano pato-gene opportuniste: la L.pneumophila di sierogruppo 1 e 6 è la specie maggiormente implicata nella patologia umana (si stima che sia responsabile dell’85% dei casi), seguita da L.micdadei (10% circa dei casi), mentre altre specie, meno frequentemente isolate in campioni clinici, sono L.dumoffii, L.bozemanii, L.gormanii, L.anisa e L.longbeachae.Le legionelle sono ampiamente diffuse in natura, dove si trovano principalmente associate alla presenza di acqua (superfici lacustri e fluviali, sorgenti termali, falde idriche ed ambienti umidi in genere). Da queste sorgenti la Legionella può colonizzare gli ambienti idrici artifi-ciali (reti cittadine di distribuzione dell’acqua potabile, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di climatizza-zione, piscine, fontane, ecc.) che si pensa agiscano come amplificatori e disseminatori del microrganismo.Le infezioni da LegionellaLa Legionella penetra nell’ospite attraverso le mucose delle prime vie respiratorie, in seguito ad inalazione di aerosol contaminati o più raramente di particelle di polvere da essi derivate per essiccamento o aspirazione di acqua contaminata.Una volta penetrati nell’organismo, i batteri raggiun-gono i polmoni dove vengono fagocitati dai macrofagi alveolari, che però non sono in grado di ucciderli o di inibirne la crescita: le legionelle riescono infatti ad eludere i meccanismi microbicidi dei fagociti e si molti-plicano all’interno di questi fino a provocarne la lisi, con il conseguente rilascio di una progenie batterica che può infettare altre cellule.• La Malattia dei Legionari è la forma più severa dell’infezione, con una letalità media del 10%, che può arrivare fino al 30-50% nel caso di infezioni ospedaliere, e si presenta come una polmonite acuta difficilmente distinguibile da altre forme di infezioni respiratorie acute delle basse vie aeree. La malattia si manifesta dopo un’incubazione di 2-10 giorni con disturbi simili all’in-fluenza come malessere, mialgia e cefalea cui seguono febbre alta, tosse non produttiva, respiro affannoso e sintomi comuni ad altre forme di polmonite. A vol-te possono essere presenti complicanze come ascesso polmonare ed insufficienza respiratoria. Inoltre possono comparire sintomi extrapolmonari utili ad indirizzare

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la diagnosi, quali manifestazioni neurologiche, renali e gastrointestinali.• La Febbre di Pontiac è una forma simil-influenzale che deve il proprio nome ad un’epidemia acuta febbrile verificatasi nell’omonima località del Michigan (USA) nel 1968. Si presenta come una malattia acuta autolimi-tante che non interessa il polmone: dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore compaiono febbre, malessere generale, mialgia, cefalea ed a volte tosse e gola arros-sata. La prima epidemia di Febbre di Pontiac è stata causata da L.pneumophila di sierogruppo 1 mentre epi-demie successive sono state attribuite a L.feeleii, L.anisa e L.micdadei.Fattori di rischio per l’infezioneIl rischio di acquisizione della malattia dipende dalle ca-ratteristiche del batterio, dalla suscettibilità individuale e dalle condizioni ambientali.• Concentrazione del microrganismo• Ospite: sono considerati più a rischio i soggetti di sesso maschile, di età avanzata, fumatori, consumatori di alcool, affetti da malattie croniche (broncopneumopa-tie ostruttive, malattie cardiovascolari e renali, diabete, ecc.) e con immunodeficienza acquisita in seguito ad interventi terapeutici (trapianti d’organo, terapia con steroidi e antitumorali, ecc.) o infezione da HIV.• Ambiente: tra i fattori di rischio ambientali sono di particolare rilevanza la modalità, l’intensità ed il tempo di esposizione. Giocano altresì un ruolo importante:1. alcune caratteristiche dell’acqua:- temperatura compresa tra 25 e 45°C- presenza di alghe ed amebe che forniscono nutrimento e protezione, anche in condizioni di temperatura elevata ed in presenza di biocidi- presenza di sostanze biodegradabili che favoriscono la formazione del biofilm- concentrazione di alcuni elementi in traccia (ferro, rame, zinco, ecc.)2. alcune caratteristiche dell’impianto idrico:- fenomeni dì ristagno/ostruzione che favoriscono la formazione del biofilm- formazione di incrostazioni e depositi calcarei che offrono riparo dai disinfettanti- impianto di riscaldamento di tipo centralizzato dotato di estese reti di condutture, punti di giunzione e rami morti- presenza di un serbatoio di accumulo dell’acqua e di un sistema di ricircolo- fenomeni di usura e corrosione- vibrazioni o cambiamenti di pressione nel sistema idri-co in seguito ad interventi di ristrutturazione interni e/o esterni all’edificio.PrevenzioneL’Istituto Superiore di Sanità ha predisposto delle linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, nelle quali vengono fornite possibili stra-tegie di intervento da attuare sia in ospedali e case di cura che in strutture comunitarie (alberghi, campeggi, piscine, ecc).L’ European Working Group for Legionella infections (EWGLI) ha predisposto delle linee guida europee per il controllo e la prevenzione della legionellosi associata ai

viaggi, che offrono procedure standardizzate per preve-nire, identificare e notificare le infezioni da Legionella nei viaggiatori. Queste linee guida, operative da luglio 2002, vanno ad integrare le linee guida nazionali già esistenti e servono da guida per quei paesi che ancora non ne hanno elaborate di proprie.La prevenzione della legionellosi in ambito sia comuni-tario che nosocomiale dovrebbe partire dalla corretta progettazione e realizzazione delle reti idriche, allo scopo di rendere improbabile la colonizzazione e la mol-tiplicazione di Legionella negli impianti di distribuzione dell’acqua calda e nei sistemi di condizionamento.In occasione di interventi di ristrutturazione o di nuova realizzazione, evitare dì installare tubazioni con tratti terminali ciechi e ristagni d’acqua, preferire i sistemi istantanei di produzione dell’acqua calda a quelli con serbatoio di accumulo ed installare gli impianti di con-dizionamento in modo che l’aria di scarico proveniente dalle torri di raffreddamento e dai condensatori evapo-rativi non entri negli edifici.Nei grandi edifici (alberghi, ospedali, impianti ricreati-vi, ecc.) così come negli ambienti di piccole dimensioni (appartamenti, studi dentistici, ecc.) la manutenzione periodica può contribuire in modo efficace a prevenire la colonizzazione degli impianti da parte dei batteri e soprattutto a limitarne la moltiplicazione e la diffu-sione; a tale proposito è consigliabile effettuare rego-larmente una accurata pulizia e disinfezione dei filtri dei condizionatori, la decalcificazione dei rompigetto dei rubinetti e dei diffusori delle docce, la sostituzione delle guarnizioni ed altre parti usurate, lo svuotamen-to, la pulizia e la disinfezione dei serbatoi di accumulo dell’acqua.Per le strutture ricettive a funzionamento stagionale, prima della riapertura è opportuno procedere ad una pulizia completa dei serbatoi, della rubinetteria e delle docce. Inoltre è consigliabile far defluire a lungo l’acqua da tutti i rubinetti.Gli ospedali sono ambienti particolarmente a rischio per la trasmissione della Malattìa dei Legionari per la tipolo-gia delle persone ricoverate. Tubazioni frequentemente obsolete e complesse favoriscono l’amplificazione delle legionelle negli impianti idrici e l’acqua calda mante-nuta a 48 ± 5°C, per prevenire il rischio di ustioni dei pazienti, contribuisce alla loro crescita (art. 5, comma 7 del DPR n. 412 del 26/08/1993).Sistemi di controlloAttualmente i metodi a disposizione per il controllo della diffusione e moltiplicazione di Legionella spp negli impianti sono numerosi, sia fisici che chimici, tutti efficaci nel breve periodo ma non altrettanto a lungo termine.La scelta della metodica più appropriata dipende dalle caratteristiche della struttura in cui si intende operare (ad esempio reparti a rischio di un ospedale presenta-no problematiche diverse rispetto ad uno stabilimento termale o ad un albergo), dell’impianto idrico e dell’ac-qua stessa (ad esempio la complessità ed il materiale di costruzione delle tubazioni possono impedire l’azione di un disinfettante, così come pH, temperatura e torbidità dell’acqua possono ridurne l’efficacia).

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22 - La Ruota

...A propositodi Rotary di Paola Iannaccone

Mi piace riportare in questo breve articolo un episo-dio successo vari mesi fa, che ci dà lo spunto per

qualche riflessione.Ero in crociera ad Istanbul e sul giornalino di bordo avevo letto che quella sera alle 19 ci sarebbe stato un cocktail di benvenuto riservato ai clubs di servizio: Ro-tary, Lions etc... Felice di poter conoscere altri rotariani e perché no Lions e altri eventuali clubs presenti, all’ora stabilita mi sono presentata nella sala a noi riservata: con grande stupore e delusione ho constatato che lì non c’era NESSUNO! Pensando che la colpa fosse della mia ossessiva puntualità e/o della coincidente partenza pano-ramica dal porto di Istanbul, mi sono attardata a godermi la vista della città con la miriade di minareti a fare da sfondo. Dopo sono ritornata nella sala, ma ahimè era ancora desolatamente vuota e ormai i camerieri stavano gustando i nostri aperitivi...! Mi sono allora venute in mente le tante belle parole sullo spirito rotariano, sul senso di appartenenza a un gruppo, sui valori condivisi e condivisibili che devono animare la nostra vita e con un po’ di amaro in bocca mi sono allontanata. Ma ecco che in coincidenza con questi pensieri, ricevo un sms di buon ferragosto dal nostro presidente Leo e il mio buon umore ritorna... ma si, forse è ferragosto, è tempo di rilassarsi, di riposare... ma anche di non dimenticare chi siamo!

“Lead the Way” di Eugenia Marchioni.

Avvalendosi degli esiti successivi la prima mostra convegno itinerante “La strada d’asfalto, cammi-

no di cultura organizzata dal Rotary Club di Latina, la scuola Plinio il Vecchio di Cisterna le Associazioni culturali Il Lago dei Poeti (che mi onoro di presie-dere), Nuova Immagine (di cui è Presidente l'amico Franco Borretti), Jean Bournier con sedi in varie città Europee, Oasi dell’Antica Ninfa, il cui presi-dente Ettore Scaini è tra i più amati scrittori d’Italia, si realizza la seconda fase del progetto Campagna Culturale di Sicurezza Stradale, con la presentazione del testo scolastico: "Oltre l’arte, per la strada d’asfal-to, cammino di cultura". Strumento di informazione, di educazione stradale e soprattutto di educazione alla vita nell’importanza della sua qualità. Le opere,

colonna di riflessione intimistica sulla problematica, sono la cornice visiva all’espressione del gruppo di la-voro “Sicurezza Stradale” Plinio il Vecchio di Cisterna (scuola pilota di educazione stradale per la Provincia di Latina) che nel testo esplica l’intero progetto di educazione stradale, frutto di lavoro appassionato, consolidato da pluriennale esperienza di volontariato presso diverse scuole del territorio. Questi studenti (Attivatesi con la sinergia Associazionistica durante tutto il periodo della campagna culturale sulla Sicu-rezza Stradale) sono considerati voce del testo e ponte simbolico che lega con il fare bene il futuro del nostro paese,a cui il mondo culturale esprime incoraggia-mento e sostegno.Riporto parte del commento inviatoci dall’Associazio-ne Europea degli insegnanti AEDE: ...”Molti sono i ragazzi che avvertono la necessità di una guida morale e qualora ben motivati ed incentivati, sono pronti a seguire le regole a tutela della collettività... L’AEDE aderisce all’iniziativa "La strada d’asfalto cammino di cultura", un’opera di sensibilizzazione strutturata in autentico percorso culturale senza precedenti per originalità e partecipazione, auspicandone una ribalta sia nazionale sia europea, soprattutto in questo parti-colare frangente storico in cui il nostro paese e l’in-

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La Ruota - 23

ROTARY DONNA

tero continente hanno bisogno di ritrovare un senso positivo allo stare insieme...” a cui fa eco l’espressione ideologica dei soci Rotary di Latina, iniziatori della campagna culturale Sicurezza Stradale che prende vita nell’accoglimento e promozione dell’idea per meri-to del Col. Enzo Maio Presidente della commissione Pubblico interesse per l'anno 2005, per merito dell’im-pegno attivo del Presidente del Rotary Club 2006 Dott. Giorgio Loddo, dal contributo dell’artista rotariano Addis Pugliese, dal lavoro prezioso del rotariano dott. Franco Acuto e di diversi altri.L’iniziativa editoriale “Oltre l’Arte per la strada d’asfalto Cammino di Cultura” per le scuole elementari, medie e superiori, curato dall’Associazione culturale Lago dei Poeti e gruppo di lavoro Sicurezza Stradale S.M.S. Plinio il Vecchio edizioni Lago dei Poeti, sarà presentata il giorno 28-03-08 alle ore 17 presso il teatro A. Cafaro del Palazzo della cultura di Latina.Nel corso della stessa manifestazione avrà luogo il concorso riservato agli studenti avente per tema “La strada per cercare la vita" ovvero "La morale è parte del cammino culturale". Apposita giuria selezionerà i lavori degli studenti con riguardo alla sostanza del messaggio indirizzata, con i temi proposti, alla valo-rizzazione dell’educazione civica e alla cultura della solidarietà.Sempre grazie al materiale della prima mostra convegno itinerante “La strada d’asfalto, cammino di cultura” concessione d’immagine dono della costituita sinergia artistica Nazionale per “La strada d’asfalto, cammino di cultura”, si producono pubblicità utili agli enti preposti che si attivano concretamente per la salvaguardia dei cittadini sulla strada. La Prefettura di Latina e L’As-sociazione Europea Familiari e Vittime della strada in accoglimento dell’iniziativa del Ministero delle Politiche giovanili “La vita non è un’optional contro l’alcolemia", hanno realizzato una locandina con una bellissima ed opportuna immagine dell’artista internazionale Davide Rochira accompagnata da una ideazione pubblicitaria del Lago dei Poeti.Per il 18 novembre 2007 Giornata Mondiale della Sicu-rezza stradale, l’Associazione Europea Familiari e vittime della strada utilizzerà la locandina con un'opera che l’artista e caro amico Roberto Fabiani ha messo perso-nalmente a disposizione per "La strada d’asfalto cammi-no di cultura" e per l'utilizzo successivo nella Campagna per la Sicurezza Stradale.Continua il cammino, sull’onda del motto del Rotary In-ternational per l'anno 2006 “Lead the way” nell’inesau-ribile compito dell’uomo di aprire la strada dell’universo dove vive, nello sforzo comune e sinergico, convergente e ottemperante non solo alla presenza ed al ruolo ma nei risultati derivanti dalla coscienza di appartenere agli esseri umani, nell’eredità spirituale che la vita è un dono prezioso di Dio, nel monito di: Una Nazione che uccide i suoi figli, non ha futuro.

Appunti di bellezza e benessere di Liviana Piccioni

Massaggiando la pianta dei piedi con una goccia d’olio essenziale di menta, si avverte poco dopo il

profumo nel respiro. Ogni olio essenziale oltre ad avere un profumo intenso, è composto da un mix di sostanze che, penetrando nella pelle, possono influenzare il fun-zionamento degli organi.L’aromaterapia è l’arte di utilizzare le sostanze o “oli essenziali” per favorire il benessere psico-fisico.L’uso di cospargersi il corpo d’odorosi oli, per alleviare disturbi psicofisici, risale all’antico Egitto: nel lontano 4500 a.c. erano usati oli profumati, cortecce, resine e spezie a scopo non solo liturgico e divinatorio ma anche a scopo terapeutico.Nei giorni nostri, tra le applicazioni più efficaci dell’aro-materapia c’è quella che unisce gli oli essenziali a princi-pi attivi, per creare cosmetici e profumi che favoriscono un generale stato di benessere.L’olio essenziale può essere più o meno puro a secondo se la sua estrazione avviene correttamente e nel momento in cui la concentrazione dei principi odorosi è all’apice.La sua composizione chimica cambia in base al luogo di provenienza e addirittura da pianta a pianta.Una curiosità: un litro d’olio essenziale della rosa è estratto da due tonnellate di petali.Ylang ylang: che in filippino significa “fiore dei fiori” era usato già nell’antichità per massaggi e bagni aro-matici; ha poteri rasserenanti e stimolanti del pensiero positivo.Mandarino che in Cina è un frutto pregiato offerto ai “Mandarini” (consiglieri dell’Impero) ci regala un olio dai poteri tonificanti ed ha effetti benefici sulla mente affaticata.Sandalo: in India era un legno usato per costruire Tem-pli. Produce un olio dai poteri antidepressivi che miglio-ra la qualità del sonno.Lavanda “riequilibratore emotivo” solleva il morale, allevia la depressione, dando forza e vitalità.Bergamotto: antidepressivo e rinfrescante, è stato ven-duto per la prima volta a Bergamo.Vetiver: si estrae dalle radici della vetiveria, una pianta er-bacea; in India è conosciuto come “olio della tranquillità”.Mirra: la leggenda narra che la resina che cola sponta-neamente dal tronco della “commiphora myrra”, siano le lacrime della ninfa Mirra che affranta per una storia amorosa, si fece trasformare in albero. Ancora oggi i granuli di mirra sono chiamati “lacrime”.Quest’olio infonde forza e ottimismo e allevia le tensioni.In antichità era usato nei cerimoniali di corteggiamento e seduzione.

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24 - La Ruota

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Quale ruoloper la donna tra impegno professionale e doveri familiari? di Rossella Sacco Simeone

Quando mi è stato chiesto un intervento per la “Ruo-ta”, ho riflettuto sul da farsi, in merito alla testimo-

nianza professionale da dare. Il mio ruolo di donna che deve suddividersi tra l’im-pegno sul posto di lavoro, io dipendente di un Ente pubblico, e la responsabilità di guidare una famiglia con due figli e…un marito iperimpegnato.Certamente il nostro ruolo di donne non è dei più sem-plici, anzi….Un valido punto di riferimento lo si può trovare nel discorso di “Benedetto XVI”, in conclusione della V Giornata Mondiale della Famiglia, che si è celebrata in Spagna lo scorso anno, a Valencia, tematiche che poi si sono ripetute in tutto il Magistero di quest’an-no appena trascorso: una Famiglia come “istituzione intermedia tra l’individuo e la società”…famiglia come ambito privilegiato dove ogni persona impara a dare e ricevere Amore.Sono certamente tematiche difficili ma che non possono “scivolarci addosso” e che danno a tutti noi la forza di affrontare il nostro compito di donne impegnate attiva-mente sul lavoro come nell’ambito familiare.Quando parliamo di “famiglia” non pensiamo a quelle argomentazioni da salotto radical-chic, ma ad un'attenta riflessione sociale ed una testimonianza attiva nella poli-tica comune delle nostre realtà temporali.Il Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha elaborato e pubblicato un interessante documento su “Famiglia e procreazione umana” il quale è un punto di rife-rimento per tutto il dibattito in corso sulla materia. Il documento analizza tutti gli aspetti della Famiglia come luogo di procreazione; il rapporto famiglia-so-cietà, passando per gli aspetti economici, generaziona-li, educativi, nonché sui “diritti della famiglia” di cui non si parla mai se non per utilizzarla come “soggetto commerciale”.Oggi le Istituzioni dovrebbero maggiormente considera-re l’Istituto familiare come soggetto sociale attivo.Ecco che diventa fondamentale una riflessione su queste tematiche, riflessione che sia un aiuto alle famiglie come alle Istituzioni preposte, che vogliono condurre e sup-portare una vita ricca e feconda, famiglie che contribu-iscano alla “rigenerazione sociale” dell’intera comunità

Venticinque anni in giro per il mondo di Nives Scala

Quando Liviana mi chiese di scrivere un breve articolo per il numero in rosa della Ruota, rimasi

molto dubbiosa sul soggetto che avrei scelto. Dopo un po’ di riflessione capii che la mia esperienza all’estero, avendo rappresentato 25 anni della mia vita, avrebbe potuto essere di qualche interesse.Arrivati a NewYork, appena trentenni, Giancarlo, avreb-be lavorato per conto della banca a Mahanattan ed io avrei curato la casa e la famiglia, comodamente istalla-ta in uno dei posti più belli dello stato di NewYork, il Westchester.Non andò esattamente così!Superate le ovvie difficoltà come imparare la lingua, trovare il posticino italiano dove comprare la pasta ed il pomodoro pelato, cominciammo ad integrarci nella so-cietà nella quale vivevamo e ad imparare che, aldilà delle “colonne d’Ercole” c’era un altro mondo non migliore né peggiore del nostro, solo un mondo diverso che ave-va tanto da offrire a chi voleva prendersi il disturbo di comunicare e comprendere.Le nostre figlie, allora di 5 e 7 anni, cominciarono a frequentare la scuola pubblica dopo solo 15 giorni dal nostro arrivo. Per ovviare alla difficoltà della lingua diversa, ogni giorno era messo a loro disposizione un tutore per 60 minuti. Nel giro di sei mesi impararo-no l’inglese necessario per poter seguire le lezioni in classe. Gli amici, le molteplici attività scolastiche, le attività sportive, completarono il loro totale inseri-mento nella nuova realtà. Dopo qualche anno, anch’io trovai modo di riempire le mie giornate ed iniziai a lavorare in un’agenzia di viaggi. Dopo un corso di pre-

sociale e civica. Il documento del Pontificio Con-siglio per la Famiglia, voluto da Giovanni Paolo II, diviene così una bussola per orientarsi nella riflessione che porti poi ad una “azione sociale” a tutto campo e che non si rinchiuda in sé stessa, nella “sfera culturale”, ma che diventi testimonianza sociale. Il nostro ruolo di donna, moglie e madre deve confron-tarsi quotidianamente con tutte quelle problematiche che solo la nostra sensibilità può affrontare e risolve-re…. al di là dei personali credi religiosi o ideologici.

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La Ruota - 25

parazione, passai i 10 anni seguen-ti a progettare viaggi di lusso per americani facoltosi che volevano visitare l’Italia.La parentesi americana terminò dopo 13 anni dal nostro arrivo con un trasferimento in Canada. Gli anni passati a NewYork però, mi avevano insegnato l’importanza d’essere disponibile ad accettare nuovi modi di pensare, di essere, di proporsi. Mi avevano resa più tollerante verso la diversità, ma soprattutto avevano rinsaldato in me il senso del rispetto verso gli impegni presi.

Il termometro segnava –40 gradi centigradi il giorno che ci trasfe-

rimmo a Toronto! Era febbraio e dovevamo prepararci a 9 mesi d’inverno.Avevamo lasciato una villetta contornata da un acro di giardino, con tanti alberi di betulla, due querce, un ma-ple giapponese, e tanto altro ed ora vedevamo il mondo dal 33 esimo piano di un grattacielo che, al posto delle pareti esterne aveva vetri termici da soffitto a pavimento e si affacciava sul lago Ontario ovviamente ghiacciato, e lo sarebbe stato ancora per molto.Le figlie ormai erano cresciute ed eravamo riusciti a farci seguire corrompendole con la promessa di un appartamento separato, solo per loro, Giancarlo aveva ripreso la sua routine in banca, ed io ero di nuovo disoccupata!Mi venne in aiuto un simpatico signore friulano che di professione faceva lo chef e che aveva sentito la sto-ria della noia quotidiana dal mio sempre premuroso marito.Chef Zambotti era un personaggio importante a Toron-to. In questa stupenda città, infatti, ha sede la più grande e famosa università Canadese per la facoltà di Direzione Alberghiera. Chef Zambotti era il Preside di facoltà, ol-tre ad insegnare una disciplina particolarissima e molto vicina al mio orgoglio nazionale.Questo omone dall’aspetto burbero e schivo, ma con una personalità genialissima, insegnava ARTE DELLA CUCINA ITALIANA. Questo, era un corso di specia-lizzazione, offerto a coloro che si qualificavano dopo una selezione durissima, e che comprendeva uno stage in Italia presso grandi alberghi e ristoranti di fama, che avevano aderito al programma. Lo Zambotti aveva biso-gno d’aiuto per preparare questi ragazzi allo stage. Una gran parte della preparazione consisteva nell’imparare, in italiano, la nomenclatura e la fraseologia usata nelle cucine commerciali.Cominciai così a tradurre alcune dispense ed ad inse-gnare ad una scolaresca multietnica la differenza tra le

varietà del nostro riso, i diversi tagli di carne, il nome dei vari colini, coltelli, formati di pasta, vegetali ecc...Poco alla volta, la mia area di competenze si ampliò, e passai ad insegnare le preparazioni base della cuci-na tradizionale, ad organizzare eventi per raccogliere fondi ed infine, oltre a riorganizzare e curare i rapporti con le autorità, i ristoranti, gli alberghi, mi fu chiesto di scrivere delle dispense da adottare come materiale didattico per il corso di “Arte della Cucina Italiana” e, Chef Zambotti, mi volle anche come coordinatore del capitolo Canadese della Federcuochi. Questa attività mi mise in contatto con molti Executive Chefs dell’Ontario. Capricciosi e prime donne, ma al tempo stesso delicati, generosi ed affettuosi, richiedevano una gran pazienza e, a causa della loro indole d’artisti, erano della più as-soluta disorganizzazione Mi ci volle un grande sforzo di volontà, ma alla fine la pazienza e la disciplina acquisite, resero questa mia esperienza eccezionale ed uno dei più bei ricordi di Toronto.Come al solito, però, quando tutto andava per il meglio ed io cominciavo ad avere una mia realtà, la banca ci mise lo zampino e nominò Giancarlo Rappresentante per L’Australasia, con sede a Sidney.

Era inverno anche a Sydney il 24 luglio, ma che diffe-renza!

Il ciclo terso, temperatura gradevole, un mare blu inten-so e la baia più bella del mondo, ci dettero il benvenuto in questa terra dai contrasti estremi, dove le foreste del Ku-Ring-Gay si spingono fino all’oceano vasto e mae-stoso, disseminato d’isolette disabitate ma grevi di storia aborigena.Distese di sabbia bianca sono interrotte da altissime scogliere di sand stone beige rosato contro cui, l’oce-ano s’infrange furioso, con onde di molti metri, che ricadendo in mare, formano sinistri vortici di schiuma

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26 - La Ruota

bianca, mentre pochi metri più in là, la calma delle acque azzurre è interrotta dalle vele delle barche, numerose come le autovetture a Piazza Venezia all’ora di punta. Im-provvisamente, mentre a testa insù, ammiravo la grandiosità dell’archi-tettura dell’Opera House, la ripro-duzione delle sette vele del vascello di Capitan Cook, mi resi conto che mi trovavo dall’altra parte del mondo. Lontanissima dalla mia terra, dai miei affetti, e completa-mente sola. Qualche tempo dopo, avendo incontrate altre signore, la mia scoperta di solitudine trovò conferma.La vita della “corporate wife” (si chiama così la moglie di un diretto-re d’azienda di una coorporation-azienda), seppur sotto molti aspetti è privilegiata, da un punto di vista emoti-vo, è molto difficile. Ci sì ritrova in un paese straniero, senza la propria famiglia, spesso con problemi di lingua, senza amici, ed, in moltissimi paesi, senza permesso né di lavorare, né di studiare presso istituzioni pubbliche. Non consideriamo poi problemi di carattere pratico!La situazione era matura per fare qualcosa d’utile!Riunii un gruppo di signore che come me, proveni-vano da diversi paesi del mondo, e cominciammo ad incontrarci per fare delle escursioni nei magnifici boschi intorno alla città. All’inizio ci vedevamo una volta al mese, ma poi la necessità di condividere la nostra solitu-dine con chi era nella stessa situazione ci portò a riunirci una volta a settimana, diventando così un club vero e proprio senza alcun’altra finalità che quella di essere d’aiuto e conforto l’un l’altra. Le passeggiate divennero vere escursioni con la guida dei Rangers, gli incontri si trasformarono in conferenze, i tè in cene di gala e,

una volta al mese c’inventammo il “Flag Day”. Questo era un giorno in cui si rendeva onore ad uno dei paesi rappresentati al nostro interno, la cui organizzazione e conduzione era ad esclusivo arbitrio della socia o socie di quel paese. Avevamo costituito il primo gruppo con 5 persone, quando sette anni dopo lasciai l’Australia, l’International Women’s Club” contava 60 membri che rappresentavano 16 nazioni diverse e parlavano fra loro 14 lingue.A Sidney avevo avuto modo di portare amicizia e comprensione tra un gruppo di donne che n’avevano bisogno, e mi lusinga pensare che in quegli anni sono riuscita a costruire un’organizzazione che ancora oggi è operante e che si è estesa in molti paesi. E mi piace pensare che tutte le persone che ho incontrato in questi passati 25 anni, mi abbiano insegnato ognuna qualcosa, e questo bagaglio di conoscenze mi aiuta oggi a crede-re ed operare per essere di servizio alla comunità nella quale vivo.

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