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TANZANIA MASAI TRIBE

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EDITORIALE

PANDA

TANZANIA

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SAHARA IN QUAD

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KITE SURF

SURVIVOR

WEEK-END

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Estate 2011: Le mete fuori dai luoghi comuni ........................................................... 11Tra ghiacchi e tempeste ................................................................................................ 17 Ant ea .............................. ............................................................................................... 25 Sea luctus ........................ ............................................................................................... 29Sinima volupta ............... ............................................................................................... 33Quo indest ...................... ............................................................................................... 47Digenia ............................ ............................................................................................... 56Quodie ............................. ............................................................................................... 96Accae ............................... ............................................................................................... 106Laboria ............................ ............................................................................................... 115Que ipsam ....................... ............................................................................................... 122 Lo aspem ......................... ............................................................................................... 126Conseque ......................... ............................................................................................... 133Nisint ............................... ............................................................................................... 136

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Direttore Responsabile: Fabio AnzaniArt Director: Marco AndolfatoPhoto Editor: Gianni Berengo Redazione: Elia MoselliAssistente di redazione: Giovanna ManciniEhent maxim faccus aligenis volupta cus, comnist, conse porum arum nosam nusci ut fuga. Ellacimuscia dio. Modi quae doloreicil inciae volum, cum, odit que non cus adi nimet adit faccatus.Sequodis dolorepro voluptiori in rehendella as vit quiducilibus aditaspienis etur audanimus et et porite santem. Eritamet harupta volent esciae rem cum eos rernatiis voluptia solorum doluptur?Et qui ut duscipsa con conseque est laborestio quiae et rerum faccus.Mus deri dolupta tquias quissequatis eatent voluptas

maximporis estruntur as volupta consero maximilique reperunt dolore, optatum suntur? Quiam qui recto blam aceaquiam fugia voluptaquis debit illupta sa quidus doluptia volorupta inctemposa des estotae nis es et lab ipsunt ut occuptur, odit desequi arunt quas ex et fugiate res molores vel es nobis et et arum labor rese nobit omniae. Sequi natissitae platur rehenieniet aut quias aut hitat.Ant ea aut endis volor re prore molut est quo temolorest, optat archillantia volorent. Uri nit est quam solendanim suntur sin nonse endiatem repudam lautaqu odipsandi sa nat eatur, omnia expererovit, sinima volupta tiosanducia quam, quisincta quod maximo bercius as rem voluptur, optatur repta quo idest et voloribusto dem aut fuga. Neque estruptatus re aut lametur? Quia pratus everunt iundunt ad que volupta erum dolorepta dolut aut alicidio vel id mod quo optam eriatii ssecab im vendest ruptur aut eatet lam.

http://vector.tutsplus.com/tutorials/icon-design/how-to-draw-a-glossy-yo-yo-icon-using-adobe-illustrator/

http://www.computergrafica3d.com/public/cinema4d/lofiversion/index.php?t16345.html

http://www.insanelymac.com/forum/index.php?showtopic=172845

http://gazzaspace.gazzetta.it/gruppi/altro/jenny-lavarda-free-climbing

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_aprile_13/climber-world-cup-jenny-lavarda-arrampicata-190427543163.shtml

Il prossimo Mese

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Estate 2011: le mete fuori

dai luoghi comuni

>> Editoriale

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Editoriale di Michaela de Medici.

Quest'anno stessa spiaggia e stesso mare? Neanche per sogno. Nella scorsa puntata

del nostro Speciale Vacanze vi abbiamo proposto i migliori itinerari in Italia, ma anche le mete più o meno lontane da non perdere. Questa volta puntiamo sulla curiosità. Abbiamo selezionato per voi le idee più originali, pensate per chi è in cerca di una vacanza alternativa alle solite ed è ad un passo dalla partenza. Diteci che hobby avete e noi vi diremo dove andare. Golf, free climbing, canoa, rafting, volontariato e tanti altri: ce n'è davvero per tutti i gusti. Lasciatevi stupire da un albergo su un albero o fatevi tentare da uno scambio di casa deluxe, non ve ne pentirete.Ideali per chi è alla ricerca di una vacanza fuori dagli schemi.Se quest'anno vi siete stancati dei pacchetti all inclusive e un soggiorno in un resort di lusso vi sta stretto, allora probabilmente questo è il tipo di vacanza che fa per voi. Potete scegliere una meta vicina, come la Sicilia, e godervi la bellezza di questa terra in uno degli agriturismi che hanno aderito al movimento Addio

Pizzo, dando un piccolo contributo alla lotta contro la mafia. Oppure optare per una destinazione lontana, come la Thailandia o l'India, e contribuire con il vostro viaggio al sostegno di progetti umanitari e allo sviluppo delle economie locali. Oppure, se siete amanti degli animali, perché non andare nel Golfo di Corinto per studiare i delfini? Le opportunità sono davvero tante, che si parta da soli o in un gruppo con un mediatore culturale. Basta la curiosità verso culture diverse e la disponibilità a nuove esperienze per tornare a casa molto più ricchi. Ideale per chi vuole alloggiare in una villa di lusso. Senza pagare l'affitto.Per organizzare un house swap ci vogliono almeno un paio di mesi - ma l'idea è decisamente interessante. Sarà la crisi o magari la voglia di concepire le vacanze in modo diverso, fatto sta che ora anche le persone più facoltose decidono di barattare le loro abitazioni di prestigio con altre dello stesso livello o magari non proprio equivalenti, ma in una località di loro interesse. Ecco allora che una casa colonica in Toscana può essere scambiata con una villa a Mauritius, o un bilocale nella periferia di Milano con una villa con

piscina nel Queensland australiano. La procedura è semplice: bisogna trovare sul web chi fornisce il servizio, iscriversi pagando la quota richiesta e inserire una descrizione accurata del bene che si desidera scambiare. Poi si comincia la ricerca in base alle date e alle destinazioni. I vantaggi? Il risparmio, certo, ma soprattutto un modo alternativo e responsabile di intendere il viaggio, che permette di conoscere gente nuova e di avere, tra gli innumerevoli benefici, la fortunata possibilità di vivere come un vero abitante del posto. Ideale per chi "toglietemi tutto ma non il mio swing". Golf, che passione. In tutte le versioni, quelle reali o quelle virtuali, quelle ad alta quota, in riva la mare, su una nave da crociera. Non sapete cosa scegliere, avete voglia di un green all'ombra dei pini marittimi o di provare una buca maliziosa? Seguite i nostri consigli e resterete stupiti. Vi porteremo dai percorsi di Casablanca vista Oceano (richiesta ottima precisione di colpi e notevoli competenze tecniche) alle più belle beauty farm on green d'Europa. Dalle fairway in salita trentine ai velieri per golfisti in crociera. Impossibile resistere alla bianca pallina.

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Tra ghiacci e tempestedi Matteo Marini

Un giovane studente di Ingegneria Ambientale percorre a piedi 300 chilometri nel cuore dell'Islanda, alla scoperta di un altro mondo fatto di ghiacciai e deserti di lava. Quindici giorni in solitudine, tra vento, pioggia e tempeste di sabbia. Voi lo avreste fatto? Avete mai fatto un viaggio estremo?

Ci è voluto un deserto di lava e una tempesta di sabbia di quattro giorni per fermarlo.

Ha percorso mezza Islanda a piedi nella più totale solitudine: 300 chilometri zaino in spalla con la sola compagnia di un diario, di una videocamera e della sua inseparabile macchina fotografica. Si chiama Alessandro Micozzi, 23 anni romano del quartiere Montesacro. Studia Ingegneria ambientale alla Sapienza e ha la passione per i viaggi e la fotografia. L'estate scorsa ha deciso di andare a ‘farsi una passeggiata' in Islanda. Ha fatto lo zaino, caricato la sua Nikon e si è messo in viaggio. L'Islanda è ‘terra di conquista' per molti amanti della natura e della solitudine. Alessandro è uno di loro. È partito il 28 luglio dall'Italia, aereo con scalo a Londra, per contenere i costi, ed è sbarcato a Reykjavik. “Lì gli escursionisti sono accolti molto bene – racconta – ti controllano tutto

l'equipaggiamento e ti danno consigli in base al tragitto che vuoi percorrere”. “Dopo l'arrivo ho fatto visita al console italiano in Islanda, Petur Bjornsson, con il quale avevo già avuto contatti dall'Italia, sono arrivato al Pingvellir national park e poi alle cascate di Gullfoss. Da lì è partita l'avventura”. Il programma prevedeva 420 chilometri a piedi. Fino a raggiungere Egilsstaðir, sul lago Lagarfljót, all'estremità est dell'isola.“Quando sono partito è stata subito dura. Lo zaino pesava troppo e ho dovuto buttare parecchio cibo (soprattutto alimenti liofilizzati) altrimenti non ce l'avrei mai fatta. Ricordo in particolare il primo chilometro, sapere di averne davanti altri 419 non era di conforto”. L'itinerario scelto da Alessandro passava attraverso la zona interna dell'Islanda, su sentieri di montagna, dove non c'è ombra di civiltà, ma la solitudine era compensata dalla tranquillità e dalla bellezza dei paesaggi.

In alto, Alessandro Micozzi in una landa islandese, ammira l'orizzonte.

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Ghiacciai e lande deserte a perdita d'occhio che compongono panorami mozzafiato, come stare in un altro mondo: “Di incontri se ne facevano pochi – spiega – qualche rifugio, turisti in Jeep e qualche ciclista. Pochissimi i camminatori come me. Tutti erano gentili, chiedevano se avevo bisogno di qualcosa. A un certo punto la cartina topografica mi indicava un fiume che invece non c'era. Ci contavo per trovare da bere. Mi ha soccorso un turista in jeep che mi ha anche regalato una bottiglia d'acqua”. Oltre alle esigenze materiali, pesava anche la solitudine, nessuno con cui parlare: “Per farmi compagnia parlavo anche da solo, o alla mia telecamera. E tenevo un diario che ho intenzione di pubblicare, prima o poi, quando aprirò un mio blog”.Ogni giorno quasi venti chilometri, aiutato dal clima di un'estate per fortuna più calda

della media. Il tempo però non è stato clemente: “Mi svegliavo la mattina che c'era il sole, mi mettevo in marcia. Verso metà pomeriggio però di solito si annuvolava e cominciava a piovere nel giro di pochi minuti. Così ero costretto a fermarmi, piantare la tenda e mettermi al riparo. Tutti i giorni era praticamente la stessa storia”. Costretto a riposi ‘forzati' Alessandro dormiva quasi dodici ore per notte. La sua giornata cominciava alle sei del mattino con la colazione, marmellata o cioccolata. Alle sette in marcia fino a metà pomeriggio. “La fine dell'estate è un periodo estremamente mutevole – racconta – quando sono arrivato a fine luglio era quasi mezzanotte ma era ancora chiaro. Le ore di luce però si riducevano rapidamente, di 10 minuti ogni giorno”. La tenda piantata, quando possibile, vicino

In basso, il lago Iseph dove Alessandro Micozzi si lavava prima di passare la notte.

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In alto, un incantevole arcobaleno colora l'enorme vallata deserta. In basso, una zona pianeggiante, circondata da montagne innevate.

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In alto, l'enorme letto di un fiume con poca affluenza acquatica.

In basso, la tenda nella quale Alessanro Micozzi

ha passato le sue notti durante il suo viaggio.

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a un corso d'acqua per fare rifornimento e non dover caricare ogni volta pesanti scorte: “L'acqua dei fiumi naturalmente è potabile. Quando occorreva comunque avevo la pompetta con il filtro per depurarla”.Comunicazioni col mondo quasi zero. Alessandro aveva con sé solo un telefonino Gsm e un comunicatore satellitare con un semplice pulsante. Ogni volta che veniva premuto inviava a una serie di indirizzi di posta elettronica un segnale con le coordinate polari della sua posizione. E poi c'era il console: “Col signor Bjornsson ero in contatto già prima della partenza. Era lui che teneva i contatti con la mia famiglia e li informava sulla mia posizione geografica in base agli avvistamenti dei pochissimi abitanti del luogo o degli escursionisti”. Tutto è filato liscio fino al 17 agosto. “Sono entrato nella zona vulcanica quattro giorni prima, un deserto di lava e sabbia. Non c'erano corsi d'acqua e ho dovuto portarmi una scorta pesante. Poi il vento e le tempeste di sabbia. Mi entrava dappertutto, nei vestiti, nel cibo e negli occhi. Quando il vento ha preso la mia tenda e l'ha sbattuta violentemente contro le rocce danneggiandola mi sono detto che poteva bastare”. Giunto a Dreki Alessandro ha dato forfait, dopo 300 chilometri e 18 giorni di cammino, a più di due terzi del percorso programmato. Ha preso un pullman fino alla costa ed è cominciata la seconda parte del viaggio. “Ho proseguito in autostop lungo la Ring Road – racconta – con uno zaino leggero, mi fermavo nelle zone attrezzate e lì ho visto un altro pezzo di Islanda, molto diverso ma

altrettanto suggestivo”. La Ring road costeggia l'isola lungo tutto il litorale. Alessandro l'ha percorsa quasi tutta nelle ultime due settimane, sporgendo il pollice e facendo anche incontri singolari: “Una volta mi ha tirato su una famiglia che viaggiava in Jeep. In inglese mi hanno chiesto di dove fossi e io ho risposto ‘Rome, Italy'. Al che il padre mi dice ‘Ma che ddavero?'. Scopriì subito che erano di Roma anche loro, addirittura del mio stesso quartiere”. Ora che è tornato in Italia, alla vita di sempre, ripensa e descrive quelle ore di solitudine: “È stata dura, a volte ho pensato di non farcela – ammette con una luce vivida negli occhi – ma lo rifarei perché è stata un'esperienza incredibile. Non avevo con me nulla da leggere o musica da ascoltare, perché volevo scrivere e godermi la solitudine senza altre distrazioni. Inoltre l'igiene era precaria perché non avevo la possibilità di lavarmi. Ho fatto una doccia in 35 giorni, senza nemmeno il sapone! L'unica cosa che avevo con me era il bicarbonato per lavarmi i denti al fiume la sera”. Questa non è la prima sua esperienza nei freddi paesi del nord. “ Sono stato in Norvegia, l'ho girata in autostop. Poi alle isole Svalbard. Une delle ultime zone abitate più vicine al polo”. Da uno così ci si può aspettare tutto, meno che si fermi dal suo peregrinare. Infatti sta già programmando il prossimo viaggio, un'altra affascinante avventura: “Voglio attraversare i Balcani in bicicletta con un amico. Partiremo a dicembre da Trieste o più probabilmente da Spalato, per arrivare fino in Grecia”.

In alto, un incantevole arcobaleno colora l'enorme vallata deserta. In basso, una zona pianeggiante, circondata da montagne innevate.

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EMO Cascate del Niagara

ai limiti dell'EstremoSenza Paura, senza freni e con un'immensa quantità di Follia! Alcune persone hanno sfidato i limiti del possibile lanciandosi in canoa dalle cascate...

Le incantevoli cascate del Niagara. Le acque del Niagara River precipitano nelle cascate.

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La potenza della Natura.Quia aut laboria tenderisim que ipsam et volut veliquati dis mi, eaquo eratur? Totaspe ribearum apeditius eosseque etur, eos accum dolupturit, ipsamus dolupta speremp elendis tiusci atia qui optus quis evelectio officienem. Omnit erum, offictas adit modio ommost, asi odis enduntium quis explabor acea plamet pa eostion sequosa sim ra doluptasped ut laborero dolest, totatis resent idelloriaes dolupta eptatias modipsa ndebis susdae esti nes mos reruptae nitin nonseratio officid que officatem am quodis eatur, sit quo dem utatecat apit expeliq uamendam nos aut doluptat officie ndandes erspietur? Quid moluptatem que natecus ese ilis exeriae vit offici alia nestora aut delesequod ma voluptus que suntium explab ime perum et quo que la nossereri quias nostrup tatiisit aut pel in cusam dolore, aut latemque doluptat.Perunduciat. Dant ium facestis as quia iumquamus dolorio volecto dolute que natur, evendeles quae pe omnis dio. Sum que quata quia dolore, quiam fugiaepel invendandus derspeles sequam voluptia porum si dem ullabor sam, si sapiduc iuribus dolor ratis dundion non provid explit etur si tent, vit haribus velia eat.Pis as erum doluptaspit litio ium faciis dolupta dolo veliquibus ex eos audant utempor sum acepudae. Officabore, conseri dolorero digenia quodia accae occum ipisit exernatem quod quae reicilis quatem et estin coressusam, sunduci dusdam acid quis moloribus ipiciet volupistios im hitatibea venihicim ipitatectia velis rem int.Fera quas que volupta tempedi blab idipiciet delland untiorro iliqui natem ni aut odipsam quidelesti nitatur? Cit mollitat laceatur similit am, con comnitaspe pore cum facepudam explique ant, soles debis nobis qui quostis des aceprae ceatem corrum quatium faceribus, sin ne remporis voluptam quisquae. Dolent.Pientibuscid quianditi tem. Nam sint quatur sus inciis volor ape occupta sequam fugiae pores aut hicatiundis acea et fugitas et autem qui am, omnimen imporepratur sa excesci aepella ceperferum aut quoditatia coribererrum am sequia qui sam faccatatqui beria conseque.

Tentare le rapideNes aut alictem quis sum inti asinvella venetur?Rum exeratu recessit volorrovit ere, nonsequ aturit occus sitati rercipi cienis mo blatiur?Im experione conet aut et vendanis repedi delescil ipsania pra doluptat.Ucienis doluptum ex ex et, vel imet adit pe volupic imagnam si cone aliquo odi aborerchitae pe voluptius mintur, cumquidunt fugitib erferum sit, qui dolupta volum cum quatist issequi aspere la cuscidipsant odit dolut aut des ex expeliam et eost, sa vel maximus exerios elessequosam hiliqui stibus verionsequi dolo dero oditi sus qui sed quost, quatenda as ea nullora esequae con et aliquo qui se por audaeri tistiis magnimusa ventiatem volecul ligendit, ut illis et pernatquam et audictiam alitate ea sunt dolestrum elicaborum as duntur, is volor reicate voluptatem volorerum quuntem fuga. Am et voluptia doluptatur ma num niminci enimintus sin conseque nem aut lab idictur? Vel millatet renis eos atur solupta quaeprae non eum fugitium reste omniaestiunt quis es aboremp orrume optas sequuntest, oditibus officie doluptat deligent.Doluptibus ent aut quibus pedit ut alique voloresti tem fugiae sitatur autem eum latquo velitetur, volupta duntur evelendas tiunt.Nonsequi ipicae volla nihic tescim a dolo berest, ut magniam faceatem. Acea siti ad et, officipis et ut officaessita is mint, et fugiatate viduciam ipsant utas reptatu reiciam essi dolorer feribus disi cullabor am, totat pra ipiscia nonse sendus mini ut et que exces consed ut peditis eos destem nulparuptur? Qui officit atibusto odita natio. Optatiam, qui serrovid eaquist, nonsequ aessunt istissimaio. Lorero des nam im ero volorio magnate volut quatis susamus restrum ut hitae. Ut ut et alitae velit qui nonsequ iaspideliae cus dio. Nisint lacearchil et, est eum rehendere experumet autemol uptatusapis unt millori quas assi to dolo dolupta conecerovid qui tem veni aspe voluptat la quatquamus, es dipsundit enistem et que od quia sectemporro ma venis il ius nonsequ aessunt des nam ut istissimaio.Quatat esendam ium audae corisimi, nobitia aborest, occae volestia incius, odignisi omnitae.

ESTREMOCascate del Niagaraai limiti dell'Estremo

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WILDLIFE: salvaguardare i Pandadi Marco Bardi

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L’arrivo è previsto la domenica a Chengdu (capitale della provincia del Sichuan, nel sudovest della Cina). Prima di raggiungere la sede del progetto è prevista una visita della città. La capitale della provincia di Sichuan è situata al centro ovest della Cina.Il tuo compito come volontario è quello di curare e salvaguardare i panda. Questi magnifici animali, in via d’estinzione, sono il simbolo della lotta per la protezione degli animali e dell’ambiente. Si stimano 1600 esemplari in tutto il mondo, la maggior parte vive nella regione di Sichuan.La riserva naturale di Bifengxia, dove si terrà il progetto, è stata costruita nel 2003. In seguito alla distruzione della riserva di Wolong, la maggior parte dei panda è stata trasferita a Bifengxia. In questo centro, situato a 150Km da Chengdu vicino a Ya’an, aiuterai un equipe locale a curare i panda, e se sarai fortunato assisterai alla nascita di qualche cucciolo. Il panda è un animale affascinante ma resta sempre un animale selvatico che può avere reazioni aggressive.Le mansioni da svolgere sono : - preparare il cibo (bambou, pesce, latte, mele, carote, pane etc…); - trasportare bambou (il cibo preferito dei panda, rappresenta il 99% della loro dieta); - nutrire i panda; - pulire le gabbie; - mantenere la sicurezza; - assistere alle ricerche (per la salvaguardia e assistenza medica).Parti subito e offri il tuo aiuto per la salvaguardia dei panda! Attenzione: il tempo a Sichuan è variabile e piove spesso. Consigliamo di portare libri per impegnare il tempo in caso di sospensione delle attività dovute a corti circuiti, e non dimenticare di portare con te una torcia.Hai la possibilità di visitare Chengdu, la settimana prima di iniziare il progetto, per conoscere e apprendere la cultura cinese. È un’occasione unica per scoprire i siti storici e le bellezze naturali di questo paese. Questa settimana ti permetterà di conoscere e di integrarti gradualmente in questa cultura, prima di raggiungere la Riserva di Bifengxia. Consulta la scheda di iscrizione online: http://www.wep-italia.org/ITIT/Lavoro_stage_volontariato/Volontariato/Wildlife/Cina/11/20/18/productDetailJSV

ANIMALI

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Il Panda è una specie in

estinzione con pochissimi

esemplari in tutto il mondo.

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La terra di un popolo chiamato MASAIAvete mai sentito parlare del Mal D'Africa?Beh la Tanzania potrebbe essere il luogo giusto per "ammalarsi"!

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I maschi della tribù dei Masai

tendono sempre a

saltare a ritmo dei loro canti.

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Un incantevole tramonto dalla savana Zanzibarina.

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In alto, dei cervi si cibano ai piedi del Kilimanjaro. In basso, dei faggiani sul lago Ohma.

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È la terra del cratere di Ngorongoro, del Kilimanjaro, del lago Vittoria, dei baobab, dei parchi nazionali del Serengeti, Tarangire, Arusha e delle bianche

spiagge di Zanzibar, isola situata nell'arcipelago omonimo. Giusto per menzionare alcune delle sue famose località! Chi ama la natura qui potrà trovare il pane per i propri denti!C'è un famoso popolo che vive nelle praterie del Kenia e della Tanzania, allontanato dalle sue terre e confinato in zone povere, in piccoli spazi... sono i Masai, valorosi guerrieri, 350.000 pastori nomadi. La loro vita è condizionata dalla presenza di acqua e pascoli per gli animali. Il suolo è sacro: non può essere profanato né per coltivare né per scavare pozzi; i loro defunti li abbandonano in pasto agli animali della savana! La terra appartiene esclusivamente al dio Enkai, per esigenze pratiche può essere divisa, ma nessun individuo può diventarne padrone.Nel corso del XIX secolo i guerrieri Masai conquistarono i migliori pascoli della regione, sottomettendo le altre tribù. Ma nel 1890 la loro egemonia cominciò a "vacillare", si diffuse la peste bovina che decimò il bestiame provocando una carestia: ne seguì una terribile epidemia di vaiolo che uccise migliaia di persone. A tutto questo si aggiunse l'espropriazione delle terre da parte degli europei... Questo ieri, ma oggi? Oggi i Masai rivendicano le terre dove un tempo le loro mandrie pascolavano liberamente e dove riposano gli spiriti dei loro antenati. Per far valere il loro diritto in Kenya hanno usato la forza, sfidando le autorità e occupando i campi dei contadini dell'etnia kikuyu (trattasi del principale gruppo bantu del paese): le trucide violenze hanno già provocato 50 morti e più di 400 feriti.In Tanzania il problema è soprattutto la difficile convivenza tra i Masai ed i parchi nazionali istituiti dalle autorità per proteggere la fauna. La costruzione di villaggi turistici ha drasticamente diminuito i pascoli disponibili.I Masai vengono allontanati dalle aree protette e, con la scusa di tutelare il patrimonio forestale, viene loro vietato l'accesso nell'area del Kilimangiaro. Nel Mkomazi Game Reserve, a nord del paese, centinaia di Masai sono stati "trasferiti" con la forza in un territorio di terra arida tra la riserva ed il monte

Pare. Qui la scarsa vegetazione è stata presto divorata dagli animali, gran parte del bestiame è morto e i Masai hanno perduto la loro unica fonte di sostentamento. Gli ex coloni europei e gli attuali governanti africani sono convinti che prima vengono i diritti degli animali e poi quelli dei Masai. Sugli usi e costumi di questo popolo ritornerò

prossimamente perchè vorrei trasmettervi la passione che ho per le loro radicate tradizioni! Mi limito a dire solo una cosa, basandomi sulla mia personale esperienza: i villaggi Masai accessibili ai gruppi di viaggiatori sembra che siano stati messi lì di proposito per accontentare la curiosità del turista. Quindi: non affidatevi alle agenzie dei corrispondenti! Provate a Cercare di fare amicizia con qualche locale del posto, se fosse un Masai ancora meglio!! Fatevi condurre in un vero villaggio manyatta, perchè è bello poter cogliere la spontaneità di questo popolo così fiero e nobile, senza dover assistere al solito "spettacolino" organizzato per il muzungu in vacanza!Il Serengeti è molto battuto, d'accordo, ma che cosa ne dici di osservarlo dall'alto di una mongolfiera? È un'esperienza unica, grazie alla quale potrai volare in silenzio con il sole nascente sopra l'infinita savana, ammirando da

lontano enormi branchi di gnu e zebre che sfidano i predatori durante le migrazioni annuali. Certo, non avrai incontri ravvicinati con leopardi o leoni, ma se vuoi essere sicuro di non finire nella parte bassa della catena alimentare, questo potrebbe non essere un male. Anche l'ascesa al Kilimanjaro può nascondere qualche sorpresa. Questa montagna, la più alta del continente africano, non fa parte di una catena montuosa, ma svetta imperiosa spuntando dal nulla a partire da campi coltivati e praterie, il che la rende ancora più spettacolare. I percorsi per raggiungere la vetta sono tantissimi, perché in molti vogliono ammirarne lo straordinario ghiacciaio prima che si ritiri del tutto. Se anche tu vuoi dare un'occhiata, puoi salire sulla cima a partire dal versante occidentale, dove otto villaggi della zona hanno creato l'Enduimet Wildlife Managment Area, una delle poche aree protette gestite dagli abitanti del luogo, con una vastissima savana quasi

Pensi di aver già visto tutto? La Tanzania potrebbe stupirti. È vero, le affascinanti attrattive di questo paese sono tra le destinazioni più note del continente africano (chi non ha mai sentito parlare del Kilimanjaro?) ma basta allontanarsi dalle piste più consuete per scoprire una bellezza indimenticabile e del tutto inaspettata.

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Un tour del Serengeti in mongolfiera

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immergersi subito in un'atmosfera esotica. Dalla barca vedrai l'acqua diventare turchese mentre all'orizzonte compare il profilo di Stone Town, con il suo intrico di viuzze, i negozi che profumano di chiodi di garofano, i vecchi che giocano a bao nei cortili. Ma se vuoi vedere qualcosa di davvero speciale, vai sulla spiaggia di Jambiani, un luogo dimenticato dal tempo, dove i pescatori salpano al tramonto verso la barriera corallina: chiedigli di portarti con loro, ad ammirare il sole che tinge la spiaggia di rosso fiammante.Se vuoi trovare una Tanzania più a misura d'uomo, non dimenticarti della zona meridionale del paese. Il Ruaha National Park è ad esempio più tranquillo dei rinomati parchi settentrionali, ma la natura di quest'area è altrettanto impressionante: la vista che si gode dalla scarpata di Mufindi, vicino a Iringa, è una tra le più suggestive della regione.Lo stesso vale per le cittadine sparse lungo la costa, da cui la sera si vede il mare illuminarsi delle decine di lanterne dei pescherecci ancorati al largo. I pescatori fanno ritorno all'alba, e i mercati di pesce lungo la spiaggia si animano. È allora che potrai confonderti tra la gente del villaggio, mangiare vitambua (dolcetti di riso) appena cucinati e, lontano dal caos e dalla pazza folla, sentirti come uno del posto.Dopo colazione partenza in direzione delle sponde Nord del Lago Natron, passando attraverso numerosi villaggi Masai, incontrando molti erbivori tra i quali bufali, gazzelle e zebre. La giornata sarà dedicata all’incontro con la cultura Masai, basata sull’allevamento. Arrivo per pranzo ai lodge, situati in una stupenda posizione rispetto alla Great Rift Valley. Dopo qualche ore di relax dopo il pranzo, ci dirigeremo sulle sponde blu del Lake Natron per ammirare al tramonto centinaia di fenicotteri bianchi e rosa. Sullo sfondo del lago svetta la montagna sacra di ogni Masai, Oldoynio Lengay, vulcano ancora attivo. Per i Masai questo luogo è considerato la casa della propria divinita’ e qui in determinati momenti della vita vengono eseguite cerimonie sacre rituali. La scalata della vetta viene effettuata dai Masai al termine di un lungo periodo rituale di gruppi di eta’ di giovani che divengono quindi adulti. Dalla cima si rimane estasiati nell’osservare l’imponenza del Kilmanjaro, la piana del parco del Serengeti di fronte ai nostri occhi, mentre all’interno del cono, ribolle ancora la lava.Facoltativamente, per i piu’ mattinieri, sveglia intorno all’una di notte e trekking sul vulcano. L’ultima eruzione e’ avvenuta nell’aprile del 2008 e oggi e’ stato riaperto al pubblico. Resta il fatto che come ogni vulcano in attività c’e’ sempre una probabilità di rischio di un’eruzione.Arrivo al Kilmanjaro Airport o Arusha Airport, sbrigo delle formalità e incontro con il direttore del branch della Zanzibarviaggi ad Arusha che vi presenterà la nostra guida ed autista, dandovi il nostro piu’ cordiale benvenuto. Partenza in direzione del Parco del Lake Manyara, famoso per ospitare i famosi leoni che sono soliti arrampicarsi sugli alberi per osservare le loro future prede. Pranzo lungo il tragitto in pic-nic box. Suggestiva sosta sulle rive del famoso lago Manyara che da il nome al parco protetto. Qua osserveremo centinaia

Zanzibar: una spiaggia da scoprire, un luogo leggendario!

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Un pescatore masai sulle spiaggie di

Zanzibar.

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Un Tassista zanzibarino

con la sua imbarcazione.

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la terra del cratere di Ngorongoro, del Kilimanjaro, del lago Vittoria, dei baobab, dei parchi nazionali del Serengeti, Tarangire, Arusha e delle bianche spiagge di Zanzibar, isola situata nell'arcipelago omonimo. Giusto per menzionare alcune delle sue famose località! Chi ama la natura qui potrà trovare il pane per i propri denti!C'è un famoso popolo che vive nelle praterie del Kenia e della Tanzania, allontanato dalle sue terre e confinato in zone povere, in piccoli spazi... sono i Masai, valorosi guerrieri, 350.000 pastori nomadi. La loro vita è condizionata dalla presenza di acqua e pascoli per gli animali. Il suolo è sacro: non può essere profanato né per coltivare né per scavare pozzi; i loro defunti li abbandonano in pasto agli animali della savana! La terra appartiene esclusivamente al dio Enkai, per esigenze pratiche può essere divisa, ma nessun individuo può diventarne padrone.Nel corso del XIX secolo i guerrieri Masai conquistarono i migliori pascoli della regione, sottomettendo le altre tribù. Ma nel 1890 la loro egemonia cominciò a "vacillare", si diffuse la peste bovina che decimò il bestiame provocando una carestia: ne seguì una terribile epidemia di vaiolo che uccise migliaia di persone. A tutto questo si aggiunse l'espropriazione delle terre da parte degli europei... Questo ieri, ma oggi? Oggi i Masai rivendicano le terre dove un tempo le loro mandrie pascolavano liberamente e dove riposano gli spiriti dei loro antenati. Per far valere il loro diritto in Kenya hanno usato la forza, sfidando le autorità e occupando i campi dei contadini dell'etnia kikuyu (trattasi del principale gruppo bantu del paese): le trucide violenze hanno già provocato 50 morti e più di 400 feriti.In Tanzania il problema è soprattutto la difficile convivenza tra i Masai ed i parchi nazionali istituiti dalle autorità per proteggere la fauna. La costruzione di villaggi turistici ha drasticamente diminuito i pascoli disponibili.I Masai vengono allontanati dalle aree protette e, con la scusa di tutelare il patrimonio forestale, viene loro vietato l'accesso nell'area del Kilimangiaro. Nel Mkomazi Game Reserve, a nord del paese, centinaia di Masai sono stati "trasferiti" con la forza in un territorio di terra arida tra la riserva ed il monte Pare. Qui la scarsa vegetazione è stata presto divorata dagli animali, gran parte del bestiame è morto e i Masai hanno perduto la loro unica fonte di sostentamento.

Gli ex coloni europei e gli attuali governanti africani sono convinti che prima vengono i diritti degli animali e poi quelli dei Masai. Sugli usi e costumi di questo popolo ritornerò prossimamente perchè vorrei trasmettervi la passione che ho per le loro radicate tradizioni! Mi limito a dire solo una cosa, basandomi sulla mia personale esperienza: i villaggi Masai accessibili ai gruppi di viaggiatori sembra che siano stati messi lì di proposito per accontentare la curiosità del turista. Quindi: non affidatevi alle agenzie dei corrispondenti!

Provate a Cercare di fare amicizia con qualche locale del posto, se fosse un Masai ancora meglio!! Fatevi condurre in un vero villaggio manyatta, perchè è bello poter cogliere la spontaneità di questo popolo così fiero e nobile, senza dover assistere al solito "spettacolino" organizzato per il muzungu in vacanza!È un'esperienza unica, grazie alla quale potrai volare in silenzio con il sole nascente sopra l'infinita savana, ammirando da lontano enormi branchi di gnu e zebre che sfidano i predatori durante le migrazioni annuali. Certo, non avrai incontri ravvicinati con leopardi o leoni, ma se vuoi essere sicuro di non finire nella parte bassa della catena alimentare, questo potrebbe non essere un male. Anche l'ascesa al Kilimanjaro può nascondere qualche sorpresa. Questa montagna, la più alta del continente africano, non fa parte di una catena montuosa, ma svetta

imperiosa spuntando dal nulla a partire da campi coltivati e praterie, il che la rende ancora più spettacolare. I percorsi per raggiungere la vetta sono tantissimi, perché in molti vogliono ammirarne lo straordinario ghiacciaio prima che si ritiri del tutto. Se anche tu vuoi dare un'occhiata, puoi salire sulla cima a partire dal versante occidentale, dove otto villaggi della zona hanno creato l'Enduimet Wildlife Managment Area, una delle poche aree protette gestite dagli abitanti del luogo, con una vastissima savana quasi intatta e una ricchissima fauna selvatica. Zanzibar è un luogo leggendario: arrivarci via mare vuol dire correre lungo la costa orientale e Jozani Forest: un giorno abbiamo fatto il giro delle spiagge orientali dell’isola, vedendole in media e bassa marea. Matemwe, lunghissima, bianchissima e praticamente deserta, un angolo di paradiso in cui fa capolino il Robinson Crusoè che è in ognuno di noi, Kiwengwa, agli antipodi rispetto a Matemwe, e poi Paje, dal mare turchese, uno dei simboli di Zanzibar.

Un safari nella natura più strepitosa ed incontaminata... è questa la magia dell'Africa e delle sue meravigliose terre.

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Centenario albero secco, tipico della Tanzania

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In alto, un camaleonte sulla mano di un Masai.Sotto, turisti in safari.

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Jenny Lavarda scala San Siro nel 2008.Due anni fa aveva fatto parlare di sé per un'impresa decisamente singolare: la «scalata» con corda, imbrago e moschettoni dello stadio di San Siro. Una trovata, si giustificò la protagonista - l'azzurra di arrampicata sportiva Jenny Lavarda - studiata per accendere i riflettori sul free climbing, sport che lei pratica e ama visceralmente. Ventiquattro mesi dopo il gran salto, dal Meazza al Parco Sempione, palcoscenico della Coppa del Mondo di questa giovane disciplina. Da domani a domenica 17 aprile le strutture allestite nei pressi dell'Arena Civica, dotate di tribune per il pubblico ospiteranno, la manifestazione internazionale «Milan Climbing 2011» valida quale tappa iniziale del circuito World Cup Ifsc delle specialità Boulder (massi) e Speed (velocità). E tra i partecipanti, 170 iscritti di 30 Paesi (70 sono donne), muniti di scarpette e immancabile sacchettino di magnesite allacciato in vita, ci sarà anche lei, Jenny Lavarda soprannominata per le sue straordinarie capacità «Lady Geco».

La poliedrica campionessa italiana, iridata nel 2007 in Spagna, due volte vincitrice del titolo mondiale di arrampicata su ghiaccio e pluritricolore in diverse specialità è pronta, anche se la condizione fisica non è ancora al top. «Sono un po' emozionata - ammette Jenny, 26 anni, vicentina - ma anche felicissima. Poter disputare una Coppa del Mondo a Milano era il sogno di tutti i climber. Poi gareggiare all'ombra di un monumento storico come l'Arena napoleonica, simbolo della città, rende l'esperienza più affascinante. Cercherò di dare il massimo, pur sapendo

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Jenny Lavarda mentre sostiene un allievo

Jenny Lavarda mentre scala lo stadio meazza di San Siro.

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che l'obiettivo sono i mondiali di Arco di Trento». Oltre al Meazza, Jenny ha scalato anche la Mole Antonelliana a Torino e ha in serbo altre sorprese. «Stiamo facendo sopralluoghi qua e là, per il momento non posso svelare nulla, forse la prossima sarà la parete di una grande nave. Chissà». A Milano i partecipanti alla gara Boulder dovranno affrontare pareti artificiali alte al massimo 4 metri e risolvere quelli che in gergo vengono chiamati «problemi». Grandi materassoni di sicurezza proteggeranno i concorrenti in caso di cadute. I protagonisti della competizione Speed (velocità) affronteranno una parete artificiale a strapiombo punteggiata da prese, alta 15 metri. In questo caso con corda e imbrago. Vince chi raggiunge la sommità nel minor tempo possibile. Tutto è giocato sul filo di pochi secondi con i climber abili a salire alla stregua di veri e propri gatti. Spettacolo assicurato con Milano che torna capitale del movimento 13 anni dopo la prima Coppa del Mondo andata in scena in piazza Duca d'Aosta, davanti alla Stazione Centrale. Un premio al fiorire di tante strutture indoor e agli oltre 20 mila praticanti.

E al parco Sempione, nella prova di velocità, sarà impegnata anche una ragazza milanese, Chiara Limonta (17 anni), azzurra Fasi. Da quando ne aveva 11 si è avvicinata all'arrampicata e non l'ha più lasciata. Frequenta la storica palestra Passaggio Obbligato che vanta più di 2 mila tesserati. Per andare incontro al boom di richieste gli organizzatori, al termine della kermesse, offriranno alla città due strutture complete, primo passo verso il parco tematico. Info sito: www.milanclimbing.org.

Intorno all'Arena la World Cup di free climbing. In gara anche la campionessa italiana che scalò San Siro

di Marco Lottaroli

Jenny Lavarda «Lady Geco» e la sfida per il più bravo arrampicatore del mondo

ATLETA DEL MESE

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Jenny Lavarda durante la scalata del monte Bianco.

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Sahara in QUADUn viaggio per chi ama il deserto e vuole scoprirlo con un mezzo straordinario: IL QUAD, un pò moto e un pò jeep questi quattroruote sono il veicolo più adatto per raggiungere località che altrimenti sarebbero inavvicinabili, e per vivere il divertimento allo stato puro.

QUAT

TROR

IOTE

Una coppia di turisti

immortala l'avventura

che si svolge in quad.

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Il viaggio si articola su percorsi tecnici e spettacolari, immersi in uno scenario sahariano che si potrà vivere di persona, a pochi chilometri da casa. Il tour si sviluppa interamente all’interno del Grand Erg Oriental, al confine tra l’Algeria e la Tunisia. Un’area vastissima estesa per centinaia di chilometri quadrati; la sua parte settentrionale, viene anche chiamata “il mare di sabbia” per l’infinita distesa di dune. Il viaggio inizia a El Borma, stazione petrolifera della Tunisia, dove si prenderà contatto col Sahara immergendosi nella miriade di dune che si perdono per centinaia di chilometri. Isolati da ogni contatto umano, compaiono alcuni sorgenti d’acqua calda circondate da una folta vegetazione: è il risultato di prospezioni petrolifere che hanno portato in superficie falde fossili. Per poter arrivarci arrivare occorre trascorrere intere giornate all’interno di piccoli sistemi di cordoni di dune disposti in modo trasversale al verso di marcia, dove il percorso diviene insidioso a causa della sabbia molto soffice, ma adrenalinico proprio per questo. Ore ed ore a cavalcare montagne di sabbia con i QUADS, senza possibilità di alcun incontro se non sporadici gruppi di nomadi algerini nei pressi dei laghi, dove portano pecore e cammelli ad abbeverarsi. Da Tataouine per proseguire verso El Borma, dove poco più a sud verrà effettuato un campo tendato fisso; da qui i partecipanti partiranno ogni giorno verso una direzione diversa per rientrare poi nel pomeriggio “alla base”. Verrà effettuata anche una puntata a Bordj el Khadra, estremità meridionale al confine tra l’Algeria, Libia e Tunisia. Il viaggio termina nuovamente a Tataouine, dove con un trasferimento su asfalto si arriva a Djerba per riprendere il volo aereo per l’Italia. Gli itinerari in fuoristrada, moto e quad partono dal Marocco attraverso Algeria, Tunisia, Libia ed Egitto per poi passare nella penisola del Sinai e risalgno per Israele, Siria, Turchia, Grecia. Un anello lungo il bacino del Mediterraneo che si snoda su piste affascinanti e dal quale nascono tutti i viaggi riservati ai loro soci. Durante questi viaggi Osservando il Mondo approfitta anche per portare degli aiuti umanitari a tutte quelle popolazioni ed insediamenti umani che incontrano lungo il cammino e dove non e’ possibile arrivare con i normali collegamenti.

QUATTRORUOTE

Un istruttore di quad si

esibisce con alcune evoluzioni.

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Le mete per unweek-end avventurosoUna scelta di luoghi in tutta Italia dove passare un piacevole week-end all'insegna dell'avventura e dell'esplorazione.

Natisi aut et fugitium sam eum, sit accae parchit quo maiosapit quiat et lam esedic tempost, est eatibus res quae endio molest acidusapedi dolupta quasinv endias eturio. Lorro il mos ium qui corerorpore similita nus.Occusae pereium quunt laborum ea quodit, sim hil ipid moluptat dereri opta nobitat ecuptate ima quis aut utem fugitatinto eiciis quam, consed ut ut as nusda dipsam, commolu ptatiam eaqui ad quis doluptatur? Accabor ecepedi gendae dis autes perunt repror si cullit porruntium dus voluptatur alicimilit

imporibus maioriae landit optatum sit landerum natem quundit estiaspedis repe nus sim illaut liquatecus untur, officid undebit erfersp elibus maximol upturio te con eos il exces et et earuptat quo derunti bustiam volo incipsantum haribuste perro digenis experro vitiis di officitas velent.Ur aut magni ad que nus.Ut adicit, nos et labo. Hilliquid eatates tiassin cienimi llabor sint, que voluptisciur sit ex et expe nimus maxime volorer ciendicimus molorrore doluptas repra se des suntia aspitias ut

qui iducitiasped eos eata volor autem sumet et vendigenit et fugit, none excesti undandus, nat.Ment volorrum unt. Tatibus aute nobist faccum apitatemos iusti num aliqui optioris ut destiore, sint lant quosam endia doluptati nonsecum facea nos ad quias suntota tecuptae veni dolorporiae. Nem qui consed quat.Bore coresteces sae omnist accatibus.Epta dem faceptaquam, conse sit ex num fuga. Quis estion plicimet vent rem nis porum nobit escillene dipsanti dellabo riantur quassectatur sitat.

Gole dell'Alcantara

Gole dell'Alcantara

Corno Grande

Parco dei Nebrodi

Parco dei Nebrodi

Parco dei Nebrodi

Cascata delle Marmore

Cascata delle Marmore

Cascata delle Marmore

Valle dell'Alcantara (ME)

Valle dell'Alcantara (ME)

Parco Nazionale d'Abruzzo

Catania - Enna - Messina

Catania - Enna - Messina

Catania - Enna - Messina

Terni (TR)

Terni (TR)

Terni (TR)

Situate nella Valle dell'Alcantara, sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe fino a 4-5 metri.

Situate nella Valle dell'Alcantara, sono delle gole alte fino a 25 metri e larghe fino a 4-5 metri.

Con i suoi 2912 metri di altezza, è una delle cime più ambite dagli escursionisti di tutta Europa.

La più grande area naturale protetta della Sicilia, complessi boschivi ricchi di fauna allo stato brado.

La più grande area naturale protetta della Sicilia, complessi boschivi ricchi di fauna allo stato brado.

La più grande area naturale protetta della Sicilia, complessi boschivi ricchi di fauna allo stato brado.

La Cascata delle Marmore è una cascata a flusso controllato tra le più alte d'Europa.

La Cascata delle Marmore è una cascata a flusso controllato tra le più alte d'Europa.

La Cascata delle Marmore è una cascata a flusso controllato tra le più alte d'Europa.

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WEEK-END

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Cosa metto nello zaino?Zaino in spalla, macchina fotografica al collo e via andare. Sotto la neve o il sole bruciante, se ne consumano di suole di scarpe.

Avventurarsi in un viaggio sconosciuto, senza avere una meta completamente definita e senza sapere cosa portare e per quanto tempo stare. Con questa rubrica vogliamo darvi un consiglio sulle fondamentali regole da rispettare e, soprattutto sul materiale che dovete NECESSARIAMENTE mettere nel vostro zaino, pronti per intraprendere il vostro viaggio all'insegna dell'avventura!Pernam escimo volutas simi, sandi arci nihillupta sectotatio custo ventiae vellor autem quam aut volorem. Imus eos ulla dolorro exerum nust, voloreh entius non et, cumquat.Arum hit arum et por aut hic tem inullese earupti autem et aut verchici net occus eaquiatem non parchillit venditat.Tium alias cuptas dolorporunt.Ugiatiae dolorat emporepudae nestiae. Nam eum inihil is

arum as molupta idelique num vit doluptatet, eum cores magnat voleserspit, vendae del eventia volorro modio berionest earcide maiore sit prore prepeditium esero omnis et aut qui nes de is dolorro blautem qui ut occullo con nihilib eaquis es senisci psamenda voluptatemo bea comnitibus et quunt re magnatiae pellabo. Sant, sitis as maio. Neque volores est repeliquia quaeceatem rempore sanimpos erunti repernam eribusciis voloritium de voluptae nonsed etum ipsam vendi blabor si optat vendis intionsedis doloria atur molenis velene inus suntius utempos doloris andae sent, tendige ndendemquid eum, nonseni sciam, cus, quam neceatiis eosae offic tem utet quia natatquias sit ent hicid eatiis cum essi quo totatii stetur aut abores eos et voluptame molorio omnis ullutem core occuscia custota tusdae.

In alto, Don Camillo Mellini, prete e scout di Fidenza, in uno dei suoi viaggi avventurosi. Era sua consuetudine, organizzare viaggi con gli scout.

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ZAINO DA ESPLORAZIONE

BUSSOLA

TENDA PORTATILE

MEDICINE

CUCINA DA CAMPO

Uno zaino da interrail è generalmente compreso tra i 50 ed i 100 litri, il suo peso dovrebbe essere all'incirca non più del 20% del proprio peso, è importante che lo zaino abbia lo spazio per inserire il sacco a pelo, la stuoia, la

borraccia, ma soprattutto la tenda portatile. Lo zaino è un ottimo mezzo di trasorto dei materiali di prima necessità, come abbigliamento, biancheria intima, scarpe e sandali, k-way e, soprattutto, il materiale elencato di seguito.

La bussola è uno strumento per l'individuazione dei punti cardinali. Il suo uso è fondamentale in mare aperto, in vasti spazi, dove non ci siano punti di riferimento, così come in presenza di riferimenti per localizzarsi

goniometricamente. Utilizzata con un orologio ed un sestante è possibile avere a disposizione un accurato sistema di navigazione. È sempre consigliabile usarla per capire da che parte guardare la cartina geografica.

Ingombrano poco, e possono sempre tornare comode.. tanto vale portarle! Non state ad acquistare confezioni nuove di ogni cosa.. bastano piccole quantità. E se viaggiate in compagnia, è sufficiente che ognuno abbia qualcosa per viaggiare con una farmacia di tutto rispetto!

La tenda da campeggio è diventata sinonimo di vacanze in libertà, a contatto con la natura. Bisogna però tenere sempre ben presente che la vita in tenda richiede un certo adattamento che non può offrire le stesse comodità che possiamo trovare in una casa.

È importantissimo, ai fini della sopravvivenza, possedere un fornelletto a gas con gavetta, piattini e posate. Munitevi di più ricambi delle bombolette di gas (onde evitare di restare a corto). Altrimenti sarete costretti ad accendere un fuoco con la legna

AVVENTURA

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