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Autori Vari

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Guida Forex 2012

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GUIDA FOREX2012

Editrice Le Fonti

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ISBN 978 88 6109 114 6

Dicembre 2011

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1. Aldrovandi, Alessandro2. Ansaloni, Fabio3. Bellelli, Gabriele4. Bocca, Fabrizio5. Cagalli, Tiziano6. Cantore, Corrado M.7. Carnovale, Antonio8. Ciavarella, Angelo9. Cintelli, Andrea10. Ciucci, Marco11. Dall’Aglio, Giancarlo12. Decarolis, Renato13. Lapidari, Giovanni14. Lorenzi, Pierluigi15. Moltrasio, Bruno16. Paciello, Pietro17. Pellegrino, Sante18. Ruocco, Luigi19. Sartorelli, Eugenio20. Stramandinoli, Massimo21. Turri, Daniela22. Vedani, Gabriele23. Zagatti, Roberto24. Zampieri, Fabrizio

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INDICE

I La situazione attualeIl IV Forum Forex tra soluzioni per superare l’eurogeddon 17e strategie di tradingAlessia Liparoti

FinanzaeDiritto.it protagonista al TOL 23con gli operatori Forex ed ETFAlessia Liparoti

II - Il mercato del forexCenni di storia del Mercato Forex 27Massimo Stramandinoli, Direttore responsabile del sito www.laborsaditutti.it

Il Forex, alcuni aspetti 36Roberto Zagatti, www.studioforex.it

III - Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti Una “teoria dei volumi” anche per le valute 41Grazie all’osservazione dei contratti futures sulle valute è possibile ampliare la gamma delle strategie di trading intraday sul mercato Forex. A cominciare dalle più innovative ricerche sui volumi.Alessandro Aldrovandi, www.strategieditrading.it

L’approccio antimartingala nel trading sul forex: 53come sfruttare al massimo le weekly positionsStudiando le correlazioni intramarkets è possibile costruire posizioni piramidali per sfruttare i movimenti settimanali sul mercato dei cambi.Antonio Carnovale

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Il forex con il delphic phenomenon e il supertrend 79Bruno Moltrasio

La forza del Dollaro 89Bud Fox

Fasi di consolidamento dell’Indice Dow Jones 96simili a quella attualeRegistrate nel corso degli ultimi 30 anniCorrado M. Cantore, Fondatore e Managing Director di TK Trading Knowledge s.r.l.

Vortex Indicator per definire Tendenza e Forza dominanti 147di uno strumento finanziarioEugenio Sartorelli, www.investimentivincenti.it

Cicli di Borsa e dintorni… 153Fabio Ansaloni

Le problematiche dello slippage nel trading sistematico 185Fabrizio Bocca

Riconoscere il trend dei mercati mobiliari 193Andrea Cintelli

I cicli della vita borsistica 206Fabrizio Ferrero

Intervista a Gabriele Bellelli, Trader privato e formatore 216A cura della redazione

L’importanza delle correlazioni tra cambi valutari, 219borse e commodities nell’ultimo decennioGiancarlo Dall’Aglio

Forex secret - quello che mai nessuno ti ha raccontato sul forex 229Luigi Ruocco

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Evoluzione previsionale dei mercati finanziari 234attraverso l’analisi ciclica-frattale e l’utilizzo di tecniche di correlazione prezzo-tempoMarco Ciucci

Trading automatizzato sul forex: sistemi di trading 249e regole di sopravvivenzaPietro Paciello, Asset Manager e Responsabile Analisi e Ricerche di Uptrend Advisory (www.uptrend.it)

Utilizzo del mercato Forex nella gestione evoluta del portafoglio 262Pierluigi Lorenzi

Investire con mille euro su più mercati! 269Renato Decarolis

Analisi dei futures sulle valute 272Sante Pellegrino

La psicologia del cambiamento applicata al trading 279Stefania Conti

Il vantaggio di investimenti in derivati con coperture 283Tiziano Cagalli

Mercati Valutari e Mercati Azionari 290Relazioni attese e relazioni realiCorrado M. Cantore, Fondatore e Managing Director di TK Trading Knowledge s.r.l.

La formula di XTB? Tutti i clienti sono VIP 350A cura di XTB

La scelta del broker 353A cura di Roberto Rigo, Derivatives Broker - WHSelfinvest

Indice

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Capitolo I

La situazione attuale

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Il IV Forum Forex tra soluzioni per superare l’eurogeddon e strategie di tradingAlessia Liparoti

Gli scenari che potrebbero configurarsi nei prossimi mesi nell’Eurozona,il futuro della valuta unica nella sempre più critica crisi debitoria deglistati dell’Unione e poi il ruolo di indicatori e oscillatori come strumentiefficaci per il mercato Forex. Sono stati questi solo alcuni dei molteplicispunti emersi dalla quarta edizione del Forum Forex, svoltosi con suc-cesso e folta partecipazione di pubblico martedì 29 novembre al GrandHotel Doria di Milano. L’evento, organizzato da Editrice Le Fonti con ilcontributo di Club e Rivista Family Office, Centro Studi Finanziari, Giu-ridici e Sociali, Assofondazioni, Rivista IAI Review, Istituto di Scienze eCultura e Finanzaediritto.it, ha incontrato l’interesse e visto la presenzadi numerosi giornalisti di testate finanziarie nazionali e svizzere. A darel’abbrivio al convegno è stata la riflessione del Presidente di Assosim, Mi-chele Calzolari sulle sfide del mondo della negoziazione: dalle direttivein corso di definizione che monitorino l’High Frequency Trading alle dis-posizioni di questa estate in merito al blocco delle vendite allo scoperto.Tra gli illustri relatori che hanno portato il loro prezioso contributo scien-tifico all’evento Angelo Ciavarella, Head of Italian Desk di ActivTrades eGabriele Vedani, Managing Director di FXCM Italia.

Giovanni Lapidari e l’adxIl primo intervento è stato quello di Giovanni Lapidari, Trader Profes-sionista, che ha aperto il dibattito illustrando il ruolo di indicatori e oscil-latori, con particolare attenzione per l’Adx. «Occorre farsi alcune sempli-ci domande quando si ha a che fare con gli indicatori – ha esordito Lapi-dari – ovvero “cosa mi dicono?” e “che uso devo fare delle informazio-ni?”. A questo punto si deve osservare attentamente il grafico per indivi-duare se si stia sviluppando o meno un trend, quale sia la forza di taletrend, se ci sono dei movimenti e se riesco a riconoscere supporti, resi-stenze o zone di svolta». Tra gli elementi da tenere sotto controllo anchel’azione delle cosiddette mani forti, i comportamenti dei piccoli operato-

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ri e l’interpretazione di accumulazione e distribuzione dei prezzi. Oltrealle varie fasi (laterali e tendenziali, comportamenti degli indicatori in fa-se 1 e 2), analisi grafica con l’indicatore e sull’indicatore, il trader toscanoha dato utili consigli su come negoziare nell’intraday e sui parametri daconsiderare, esibendo anche degli esempi grafici.

ActivTrades, crisi e prospettiveGli scenari che si apriranno nei prossimi mesi a causa del protrarsi e acuir-si della crisi debitoria degli stati europei è stato invece l’oggetto della pun-tuale disamina di Angelo Ciavarella, responsabile italiano per ActivTra-des, uno dei principali broker internazionali che da metà ottobre ha aper-to una sede fisica anche a Milano. Ciavarella, dopo un’analisi dell’attua-le contingenza, ha individuato gli elementi caratterizzanti di una reces-sione (credit crunch, politica fiscale restrittiva e sentiment negativo) appli-candoli al contesto vigente per poi ipotizzare alcuni scenari probabili e lepossibili soluzioni. «Sembrano fondamentalmente tre gli scenari che sipossono venire a creare: il primo è il salvataggio dell’euro attraverso unaccordo con l’appoggio della Germania e con il sostegno della BCE in ba-se al quale si effettui un trasferimento dai Paesi Core a quelli Periferici; lacreazione di un euro forte da parte di Germania e Francia, mentre i Peri-pheral abbandonerebbero la moneta unica a favore delle proprie che an-drebbero incontro ad un’inevitabile svalutazione; infine la formazione diun’Europa a “due velocità” con i Paesi più forti pionieri di una nuova mo-neta e i periferici legati ancora al vecchio euro destinato alla svalutazio-ne». Tra le opzioni risolutive nel breve periodo l’Head of Italian Marketdi ActivTrades ipotizza un intervento della BCE con un Programma diAcquisto di titoli a reddito fisso, l’introduzione degli Eurobond e la crea-zione degli Stati Uniti d’Europa con l’abbattimento dei singoli regimi fi-scali a favore di un Centro Decisionale Sovranazionale.

FXCM, l’euro e l’influenza sui prezziMantenendo la moneta unica come argomento centrale del suo interven-to, Gabriele Vedani, Managing Director di FXCM Italia, uno dei broker in-ternazionali leader nel mercato valutario, si è domandato se l’euro so-pravvivrà alla crisi debitoria e come i trader possono far fronte a questasituazione nebulosa. Ha così ripercorso i vari strumenti per individuarel’influenza sui prezzi: dai fondamentali (e in particolare la loro percezio-

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ne) ai flussi non-fondamentali fino all’analisi tecnica e allo Speculative Sen-timent index. «Occorre domandarsi – ha spiegato Vedani – se il prezzo vie-ne stabilito dai fondamentali. In realtà l’influenza sul prezzo è molto piùsfaccettata: oltre ai fondamentali (in questa contingenza la situazione na-zionale, la crescita del GDP, l’evoluzione dei tassi di interesse), la perce-zione dei fondamentali da parte della gente e i flussi non fondamentali,affidati soprattutto ai trader tecnici. David Mark con la sua “Teoria deigiochi e dei modelli economici” datata 1995, teorizza che solo una per-centuale oscillante tra il 33% e il 55% della varianza dei prezzi delle va-lute può essere spiegata con i dati macroeconomici». Il Managing Direc-tor di FXCM si è poi concentrato sullo Speculative Sentiment Index (SSI) de-finendo come cruciale conoscere il suo comportamento. «Anche se sem-brerebbe contrario alle regole dettate dal buon senso, è consigliabile uti-lizzare l’SSI come un indicatore contrario della price action perché è piùprobabile che i traders vendano sui rialzi e comprino nelle fasi di decli-no. Quindi, nelle fasi di trend. Ciò significa che l’SSI funziona come unpuro indicatore contrario. Se la maggioranza dei traders è short, allora cipotremo attendere una continuazione del rally di mercato, e viceversa».

Trader professionisti a confrontoGli argomenti trattati sono stati arricchiti dall’esclusiva Tavola Rotondacon i trader professionisti che, oltre a fornire la propria visione del cosid-detto eurogeddon, hanno illustrato le proprie strategie di negoziazione sulmercato Forex (e non solo), parlando anche del rapporto della moneta uni-ca col dollaro e con il franco svizzero e ipotizzando scenari e soluzioni.

Marco Ciucci e la correlazione prezzo-tempoAd aprire la sezione è stato Marco Ciucci, trader esclusivamente tecnico.«Io ho sviluppato una metodologia basata sulla correlazione prezzo-tem-po – ha spiegato – che cerca di anticipare quelli che sono i movimenti delmercato. Una metodologia che prova a mettere insieme regole e discipli-na per far fronte a questa difficilissima attività. Reputo che i mercati sia-no già scontati in primis e che quindi il prezzo contenga tutto e che sia de-terminato come a tavolino. Quando eravamo ai primi di ottobre valuta-vo una salita dell’euro fino all’area dell’1,40-1,45 per il 20-25 di ottobredopodiché uno short di almeno sette-otto figure per una presa di 1,30-1,32. Previsioni che si sono rivelate corrette».

Capitolo I La situazione attuale

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Fabrizio Zampieri e i credit default swapLa parola è poi passata all’economista e analista finanziario Fabrizio Zam-pieri, il quale, dopo aver espresso il proprio decennale scetticismo nei con-fronti dell’euro, definito una valuta «convenzionale, artificiosa, che hapreteso di unire Paesi molto differenti tra loro dal punto di vista econo-mico, fiscale e culturale», si è concentrato sulle potenzialità, rivelatesi mol-to efficaci nelle sue analisi, dei CDS, i Credit Default Swap. «Questi swap,nati come strumenti assicurativi e poi assimilati a strumenti derivati – haprecisato – indicano il grado di rischio di default di un Paese. Maggioreè il loro punteggio più alto è il costo per assicurarsi dal rischio di falli-mento del singolo Stato». Analizzando i dati di gennaio 2011 dei CDS go-vernativi di diverse nazioni europee e comparandoli a quelli di fine no-vembre, è emerso, tra gli altri, come l’Italia sia passata da un punteggiodi 184 a quota 524.

Fabio Ansaloni e i cicli di borsaDopo l’analisi tecnica e i riferimenti ai CDS, il trader Fabio Ansaloni haillustrato la sua metodologia, basata sui cicli di borsa, delineando i futu-ri - non rosei – scenari che ci attendono all’orizzonte. «Credo che nel2012/2013 ci sarà il culmine di questa discesa – ha ipotizzato – sia dei mer-cati azionari che del cross valutario euro/dollaro e sarà confermata daicicli inferiori. Si chiuderà tra la fine del 2012 e il 2013 un importante ciclodecennale e questo viene confermato dai mercati azionari, nei vari indicie dal cross euro/dollaro. Scenario dunque particolarmente ribassista neimercati appena menzionati e comprovato da mezzi e tecniche diverse, ariprova della sua bontà, statisticamente rivelante».

Daniela Turri e il cambio EUR/CHFSi è concentrata sul rapporto euro/franco svizzero l’analista tecnico lega-to alla teoria di Eliott, Daniela Turri. «Qualsiasi cosa avviene sul mercatonon la decidiamo noi, è già scritta – ha ribadito -. È come un elettrocar-diogramma, basta saperlo leggere e vediamo in anticipo quelle che po-tranno essere i movimenti del mercato. Il franco svizzero si presta bene aconfermare questa mia visione in quanto in una sessione a giugno di que-st’anno avevo presentato una proiezione del movimento di rafforzamen-to del franco che in quel momento quotava 1,23 e stava scendendo. Conun anticipo di sei mesi circa si vedeva in primo luogo che da 1,23 non era

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ancora il momento di comprare il franco svizzero perché lì c’erano altre 10figure e bisognava ancora continuare a shortare con uno stop a 1,25, quin-di piuttosto vicino. La decisione successiva della Banca Centrale Svizzeraè stata quella di riportare il franco sui valori dell’1,20. E così la BCS non hafatto che seguire quello che era già previsto dal mercato e dal grafico».

Giancarlo Dall’Aglio e le anomalie di oro e petrolioLo scetticismo espresso da Daniela Turri nei confronti di un’altra Banca Cen-trale, quella Europea, definita una «Spa, una società privata che deve farei propri interessi» e che quindi non si adopererà agilmente nell’iniettare li-quidità per aiutare gli Stati, ha trovato l’appoggio del trader e advisor Gian-carlo Dall’Aglio. «Il problema attuale – ha sentenziato – è il ruolo della BCE.Il Giappone stampa da 30 anni. Gli Stati Uniti nel 2007 hanno fatto salva-taggi ufficiosi per 7700 miliardi per salvare il sistema bancario. Oggi nonserve nemmeno più la rotativa per stampare moneta, perché basta un clice si tampona il problema. Lo statuto della Bce tuttavia prevede solo il con-trollo dei prezzi. C’è inoltre una leva esasperata che viene usata in manie-ra eccessiva e che ha portato a un numero record di derivati nel mondo».Occupandosi precipuamente di materie prime, Dall’Aglio ha poi enuclea-to alcune anomalie, destinate a rientrare: dall’oro a premio sul platino alpetrolio Brent andato a premio rispetto al greggio americano (di qualità su-periore) diventando il benchmark di riferimento di ben 24 dollari.

Luca Stellato e la sicurezza delle opzioniSe per Dall’Aglio in tutta questa macro-situazione chi ci sta guadagnan-do è la Germania che «sta tenendo tassi all’1,8%», secondo Luca Stellatodi Capital One Finance, chi sta ottenendo benefici dall’attuale crisi sonol’istituto «Goldman Sachs e i suoi amici». «I fantomatici Soros del trien-nio 2008-2011, la pletora della speculazione – ha congetturato Stellato –sono loro. Quando finirà? Quando loro prenderanno definitivamente pro-fitto e gireranno lo spread sul rientro. E quando questo succederà ci sa-ranno delle misure importanti. In tale contesto ci dobbiamo muovere noitrader. C’è un indicatore molto importante per me che mi occupo di op-zioni ed è la volatilità. La volatilità è spesso il termometro del sottostan-te che osserviamo. Quando la volatilità è alta si dovrebbero comprare leopzioni, quando è bassa si dovrebbero vendere. Quando supera deter-minati livelli di guardia, e ora sugli indici europei siamo fuori tali livelli,

Capitolo I La situazione attuale

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può succedere di tutto. Quindi il mio consiglio è di acquistare opzioni:non guadagnerete, ma proteggerete il vostro patrimonio».

Un forum ben riuscito«È stato un Forum davvero ben riuscito – è stato il commento a caldo diGabriele Vedani – in cui c’è stata anche una buona partecipazione da par-te del pubblico. Si potrebbe studiare una formula ancora più coinvolgen-te per far emergere ulteriori dibattiti e riflessioni». «Sono molto contentodell’evento – ha dichiarato Angelo Ciavarella – e penso che questi argo-menti si prestino bene a un dibattito anche più ampio, con più interlocu-tori e con analisi in real time».

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Gabriele VedaniLaureato in economia e commercio, corso di laurea in Economia Aziendale pres-so l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano. Dal novembre 2009 fon-datore e Country manager di FOREX CAPITAL MARKETS Ltd - succursaleitaliana. Dal gennaio 2004 all’ottobre 2009 presidente e socio fondatore di Sa-lex S.p.A., società dedicata alla fornitura di servizi d’intermediazione e di ge-stione sul mercato valutario. Da aprile ad agosto 1995 ha lavorato (in qualitàdi Chief dealer ad interim) all’American Express Bank ltd. a Parigi, nell’am-bito del programma di ristrutturazione e rilancio della sala cambi parigina.

Angelo CiavarellaLaureato in Giurisprudenza all’Università di Bologna nell’ottobre 2000, conun Master in Economia e Relazioni Internazionali conseguito presso la JohnsHopkins University nel 2006, ha ricoperto numerosi e qualificanti incarichiprofessionali all’interno di importanti società finanziarie gestendo considere-voli portafogli (derivati, azioni, titoli a tasso fisso). È stato tra i soci princi-pali di Scalping School S.r.l. a Milano, società di servizi che opera nel settorefinanziario e dell'intermediazione borsistica. Ha lavorato presso E*TRADE,terzo broker americano, a Londra dove si è occupato di gestire le relazioni coni clienti più facoltosi che necessitavano di soluzioni d’investimento persona-lizzate. Attualmente in ActivTrades Plc ricopre il ruolo di Responsabile delDesk Italiano ed è responsabile delle strategie di marketing e delle vendite diFX, CFD e derivati per la clientela istituzionale, privata e per le aziende.

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FinanzaeDiritto.it protagonista al TOL con gli operatori Forex ed ETFAlessia Liparoti

Il futuro dell’euro e le prospettive di investimento sono state al centro deldibattito proposto dal quotidiano online FinanzaeDiritto.it di Editrice LeFonti che in occasione del Trading Online Expo 2011 (TOL) ha organiz-zato un inedito Talkshow insieme ai più accreditati operatori Forex ed Etf.Venerdì 28 ottobre in Borsa Italiana sono state realizzate delle intervistead hoc con i protagonisti del TOL e con i maggiori esponenti del settore,oltre che con trader indipendenti, come Marco Ciucci di TradingShooter,che hanno preso la parola spiegando i propri metodi e rivolgendo do-mande agli illustri ospiti presenti. Tra loro Gabriele Vedani, Managing Di-rector di FXCM Italia che ha fornito un’analisi puntuale dell’attuale con-giuntura economica e delle sue conseguenze sui mercati valutari e pre-sentato le nuove funzionalità di accesso alle strategie di trading promos-se dalla propria piattaforma. Grande spazio è stato dato al mondo degliEtf attraverso gli interventi di Emanuele Bellingeri (Responsabile iSharesItalia), Danilo Verdecanna (Managing Director State Street Global AdvisorsItaly) e Mauro Giangrande (Responsabile db X-Trackers Italia del GruppoDeutsche Bank). Il primo ha illustrato come a fine settembre la preferenzadegli investitori abbia permesso ad iShares di raggiungere la prima posi-zione per masse gestite in Italia grazie all’alto livello di trasparenza deiprodotti su cui la piattaforma Etf di BlackRock punta molto. Non sono man-cati i riferimenti alla nuova guida Due Diligence e all’ipotesi di estenderela classificazione degli ETP da loro indicata, ai competitor per favorireuna standardizzazione nel settore. Con Danilo Verdecanna di SsgA è sta-to affrontato il tema del successo degli Exchange Traded Funds nonostantela crisi e nonostante la richiesta da parte dei regolatori internazionali dimaggiore limpidezza riguardo a questi strumenti finanziari. Presentatianche i due nuovi Etf (uno sul mercato statunitense e l’altro sui mercatiemergenti) recentemente lanciati da SsgA. La propensione verso prodot-ti legati agli Emerging Markets è stata al centro dell’intervento di MauroGiangrande di db X-Tackers che ha sottolineato come i Bric, l’Africa e l’Est

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Europa, dove la sua società ha introdotto a metà ottobre 2011 quattro nuo-vi fondi, rappresentino investimenti sicuri e redditizi. Le misure adotta-te in sede europea alla fine di ottobre e le loro ripercussioni sulle nego-ziazioni sono state oggetto dell’intervista a Stefano Gianti di CMC Mar-kets che ha inoltre illustrato le iniziative promosse dalla propria societàdurante il TOL a partire dai cinque giorni di trading senza rischio. ConSamuele La Rocca, Sales Trader di Activtrades si è parlato di volatilità e dicome da oltre sei mesi gli scambi debbano fare i conti con un alto tasso divariazioni non sempre gestibili agevolmente. Tante le novità presentateal TOL dall’operatore Forex basato a Londra: dall’apertura della sede ita-liana, all’intenzione di diventare sostituto d’imposta; dall’accordo con lasoftware house canadese Molanis alla nuova edizione del ForexContest.Numerose le novità anche in casa X-Trade Brokers Italia. Marco Dall’Ava,Account Manager e Analista Tecnico di Xtb ha infatti spiegato in cosa consi-stono le “Opzioni Up&Down”, appena lanciate, e l’indicatore di perfor-mance futura “Pair Finder”. Con Mario Fabbri, Amministratore Delegatodi DIRECTA SIM abbiamo discusso del successo delle seconda edizionedelle Universiadi Internazionali del Trading, dell’ampliamento dell’of-ferta di future con derivati sul Btp, nonché della nuova piattaforma Dar-win.

Le videointerviste sono disponibili sul canale WEB TV di FinanzaeDiritto: www.fi-nanzaediritto.it

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Capitolo II

Il mercato del forex

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Cenni di storia del Mercato ForexMassimo Stramandinoli, Direttore responsabile del sito www.laborsaditutti.it

Il Forex è un mercato monetario interbancario o tra altre controparti. Il mercato Forex è stato creato nel 1971 quando apparvero i tassi di cam-bio fluttuanti. Se si dovesse fare un paragone tra i vari mercati il Forex èsenza ombra di dubbio il mercato con più scambi giornalieri tanto che daun’ultima stima risulta un volume di oltre 3000 miliardi di dollari, per da-re un senso concreto alla differenza abissale con altri mercati basta guar-dare al volume di scambi dei Buoni del tesoro USA che contano di oltre300 miliardi dollari al giorno mentre il mercato azionario USA ha un vo-lume di oltre 1000 miliardi giornaliero. Tornando indietro con la storia e precisamente nel 1944 gli accordi di Bret-ton Woods Agreement impedivano la speculazione sui mercati finanzia-ri al fine di stabilizzare le valute internazionali e prevenire la fuga di ca-pitali tra gli stati. Inoltre questi accordi fissarono tra tutte le valute esi-stenti ed il dollaro un tasso di cambio e fissarono il tasso di cambio tra ildollaro e l’oro in 35 dollari all’oncia. Dal 1876 era in uso il gold Exchange standard che prevedeva l’uso del me-tallo oro come base per ogni valuta per evitare che sia i re che i governantidei vari paesi arbitrariamente potessero svalutare il denaro così da in-fluenzare l’inflazione. Purtroppo il gold Exchange standard aveva dei problemi, infatti al cre-scere un’economia avrebbe importato beni dall’estero fino all’esaurimentodelle riserve auree producendo così una restrizione dell’offerta di mone-ta nel paese con conseguente innalzamento dei tassi di interesse compor-tando così un rallentamento dell’attività economica facendo scattare an-che seri problemi di recessione. Una eventuale recessione avrebbe procurato una discesa dei prezzi deibeni tanto che potevano essere convenienti ad altri paesi con conseguen-te caduta del tasso di interesse a causa di un flusso inverso di oro in en-trata nell’economia ed il risultante aumento nella offerta di moneta pro-vocando un rafforzamento dell’economia. Questi avvenimenti erano fre-quenti nel mondo negli anni del gold Exchange standard fino alla prima

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Guerra Mondiale che interruppe il libero flusso degli scambi e conse-guentemente i movimenti dell’oro. Appunto per questo alla fine della guerra ci fu il Bretton Woods Agree-ment ed in virtù di quest’ultimo i paesi partecipanti accettarono di man-tenere il valore delle loro valute all’interno di uno stretto margine di cam-bio con il dollaro, inoltre fu fissato un tasso per stabilire il rapporto deldollaro rispetto all’oro. Agli stati fu inibito di svalutare la propria valuta oltre il 10%. Il commer-cio internazionale dopo la seconda Guerra Mondiale visse un’espansio-ne rapida a causa della ricostruzione dopo guerra con movimenti di ca-pitali enormi. Questo destabilizzò i tassi di cambio fissati da Bretton WoodsAgreement. Alla fine gli accordi di Bretton Woods cessarono nel 1971 con conseguen-te decisione che il dollaro non fu più convertibile in oro. Quindi negli an-ni ’70 ci fu una crescita degli speculatori che approfittarono della fluttua-zione delle valute a causa di una libera domanda ed offerta che crearonoprezzi con volumi alti e volatilità fluida, portando alla nascita di nuovistrumenti finanziari al libero scambio ed alla deregolazione del mercato. Il mercato negli anni ’80 grazie all’introduzione del computer crebbe no-tevolmente con scambi che si effettuavano tra i vari continenti america-no, europeo ed asiatico con i vari fusi orari. Nacquero, grazie ai grandiistituti bancari, sale operative dove si scambiavano centinaia di milionidi euro. sterline, dollari e yen in poco tempo. Attualmente esistono varibroker che quotidianamente operano sul Forex con strumenti elettronicidi ultima generazione ed in particolal modo la piazza di Londra dove siassiste a scambi di decine di milioni di dollari in pochi secondi. Oggi il mercato Forex è cambiato totalmente perché gli operatori tradanocon intento di far denaro con denaro e non più con finalità all’acquisto oalla vendita di beni. La piazza di Londra attualmente risulta essere il cen-tro primario globale e più forte mercato Forex al mondo. Oltre alla naturale posizione che permette a Londra di operare durantel’apertura dei mercati asiatici ed americano il successo è dovuto anche al-la creazione del mercato dell’Eurodollaro negli anni ’50 quando i guada-gni dell’Unione Sovietica derivavano dalla vendita del petrolio, tutti de-nominati in dollari e venivano depositati al di fuori degli Stati Uniti perpaura che potessero essere fermati dalle autorità americane. Oggi Londra continua ad essere il luogo dove banche europee ed ameri-

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cane impiantano i loro quartieri regionali. Inoltre oggi i market markerpossono scomporre le loro grosse unità interbank ed offrire ai piccoli ope-ratori la possibilità di tardare con piccoli lotti.

Cos’è il FOREXForex non è altro che l’acronimo di FOReign EXchange market che indi-ca il mercato dove avviene lo scambio tra valute (valute è il denaro cheviene impiegato come mezzo di scambio attraverso il tasso di cambio). In definitiva il Forex è il luogo dove le valute sono vendute ed acquista-te. Il mercato Forex permette a tutte le valute di essere scambiate in tem-po reale. Praticamente il mercato Forex è il luogo dove si confrontano leeconomie, infatti la valuta mette in evidenza lo stato di salute dei paesi.Le transazioni di cambio si svolgono da tutte le parti del mondo per 5giorni settimanali per 24 ore al giorno dalle 23,00 di Domenica fino alle22,00 di Venerdì. Il mercato Forex è il mercato di negoziazione più grande tra i vari mer-cati. La negoziazione di valuta estera, consente ai partecipanti di com-mercializzare una valuta per un’altra cercando di individuare quale tra ledue valute ha possibilità di aumentare il valore entro la fine di un perio-do determinato. Un esempio per intenderci, si sceglie di acquistare il dol-laro USD nei confronti dell’euro EUR con una previsione di un cambia-mento di tasso a favore del dollaro USD. Il Forex come scritto in prece-denza risulta essere il mercato finanziario più grande del mondo con unamedia di tassi di transazione giornaliera che attualmente è più di tre tri-lioni di dollari USD.Bisogna mettere in evidenza che viene chiamata Valuta di Base la primavaluta che viene elencata esempio: USD/JPY in questo caso la Valuta diBase è senza ombra di dubbio il dollaro USD. In questo specifico caso i ne-goziatori mettono in contrapposizione il dollaro USD contro lo Yen giap-ponese. Nel caso la quotazione sia del valore di 90.00 significa che ad undollaro corrisponde a 90.00 Yen giapponesi. Pertanto nel caso in cui la va-luta USD (Valuta di Base) sale è ovvio che siamo in presenza di un au-mento di valore contro l’altra valuta JPY che naturalmente si è indebolita. Si fa presente che la sterlina britannica GBP e l’Euro EUR sono anch’esseValute di Base se contrapposte al dollaro statunitense USD. In concretonel caso di un aumento di valore di quotazione di una Valuta di Base as-sisteremo al rafforzamento della stessa al contrario una diminuzione del

Capitolo II Il mercato del forex

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suo valore di quotazione ci troveremo ad un indebolimento della Valutadi Base.

Alcuni termini e notizie utili da conoscereForexForex significa Foreign Exchange market e si riferisce ad una simultaneacompravendita di valuta.Pertanto avviene un acquisto di denaro con il denaro; in pratica si dà e siriceve denaro effettuando operazione di acquisto e vendita in modo checiò avvenga nello stesso tempo.TassoIl valore di una valuta contro un’altra valuta risulta essere il Tasso di cam-bio.Valuta di BasePer Valuta di Base s’intende la prima valuta che si legge nelle coppie divalute. Esempio EUR/USD in questo caso la Valuta di Base è l’EUR e nelcaso di un valore di 1.3000 vuole dire che l’EUR essendo la valuta di ba-se ha un valore di 1.3000 USD.Counter currency tradotto in italiano significa Contro valuta La si conosce come Valuta PIP oppure Quota Valuta, infatti è la secondavaluta che fa parte delle coppie di valute nel caso specifico di USD/JPYrisulta evidente che la contro valuta è JPY.Bid price tradotto in italiano significa Prezzo di offertaSi conosce come prezzo di vendita, si trova nel book a sinistra della quo-tazione ed è il valore di prezzo che gli operatori sono disposti a vendere lavaluta di base per esempio nel caso di EUR/USD un operatore prevedeuna diminuzione di valore dell’EUR, può vendere un euro contro dollaroal prezzo del valore di vendita che in quel momento viene visualizzato.Ask price tradotto in italiano significa Chieda il prezzoSi conosce come Prezzo di acquisto; si trova a destra del book della quo-tazione ed è il valore di prezzo che gli operatori sono disposti ad acqui-stare per la valuta di base. Per esempio nel caso di EUR/USD un opera-tore che prevede un aumento di valore dell’EUR può acquistare un eurocontro dollaro al prezzo del valore di acquisto che in quel momento vie-ne visualizzato.Spread termine tecnico dal significato ScartoLo Spread si conosce come la differenza di valore tra il prezzo di ac-

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quisto ed il prezzo di vendita per esempio se nel book EUR/USD si vi-sualizza 1.3002 ed 1.3204 significa che ci sono 2 pips di spread (1.3004-1.3202= 2)Pip(s) termine tecnico dal significato Punto(i)Si conosce come Pip ogni piccola variazione di prezzo dell’ultima cifradecimale del valore di prezzo; esempio valore 1.3001 incremento 1.3002oppure decremento 1.3000.Transaction Cost tradotto in italiano significa Costo di transazionePer costo di transazione s’intende il costo che l’operatore sopporta pereseguire ogni transazione/operazione.Margine e Leva finanziaria (Margin and leverage)Per Margine s’intende il minimo capitale contante versato per poter ef-fettuare le transazioni sulle valute, serve a coprire le eventuali perdite sul-l’operatività mentre per Leva finanziaria s’intende il prestito che si ottie-ne per poter fare l’operatività meglio detta transazione per denominare iconcetti. Prendiamo ad esempio un’operazione fatta con soli 10.000 USDdi margine si può accedere al mercato con leva 10 ovvero con la sommadi 100.000 USD.

Influenza dei dati macroeconomiciCome influenza i prezzi l’uscita di dati macroeconomici importanti deivari paesi internazionali.Il mercato Forex è influenzato dagli eventi mondiali intesi come fattoripolitici, sociali, governativi, economici ecc.. questi hanno un effetto sulvalore dei cambi tra le valute. Infatti si osservi come alla uscita di notizieimportanti e rapporti economici i valori dei cambi oscillano in modo nonregolare con impennate e spostamenti di valore esponenziali. Pertanto è utile tenere a mente che più uno stato è economicamente sanoe forte meglio sarà la sua performance economica e di conseguenza piùforte diventerà la sua valuta. Per poter valutare lo stato di salute di uno stato è importante stare atten-ti ai rapporti su determinati argomenti per esempio sul mercato a stelle estrisce USA bisogna che si osservino i seguenti argomenti/dati:-  Il PIL Prodotto Interno Lordo è un indice che misura il valore dei benie servizi prodotti dall’economia dello stato. -  L’indice generale dei prezzi al consumo (PCE); questo indice misura iltasso d’inflazione e nell’ipotesi di rilevanti incrementi dei prezzi al con-

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sumo producono un effetto negativo nell’economia in quanto generanoincertezza che porta la gente a spendere meno.-  L’indice specifico dei prezzi al consumo (CPI). Esso misura l’incremen-to dei prezzi di specifico paniere di vari beni e consumo come ad esem-pio il settore alimentare o trasporto ecc..Una costante crescita di questoindice produce effetto positivo sull’economia del paese perché significache la gente è nelle possibilità di far acquisti nonostante l’aumento deiprezzi dei beni e servizi vari.-  Bilancia commerciale. Prende in esame la differenza tra il valore delleimportazioni dei beni e servizi e di quello delle esportazioni. Quando ri-sulta questa differenza a favore dei beni e servizi esportati la bilancia com-merciale diventa positiva. In questo caso specifico di solito gli stranierivenderanno la propria valuta per acquistare quella del paese che esporta.-  Vendite al dettaglio. Sono comunicate solitamente con cadenza mensi-le e misurano il valore delle vendite al dettaglio. Una costante crescita delvalore significa che si è in presenza di un’economia solida, infatti in que-sto caso le persone spendono di più del solito.-  Le richieste d’indennità di disoccupazione vengono relazionate setti-manalmente dando la misura di quanti soggetti richiedono per la primavolta l’indennità di disoccupazione. Ne consegue che minore è la presen-tazione di domanda d’indennità meglio sarà la situazione economica pereffetto dovuto alle persone disoccupate che non hanno possibilità di spen-dere influenzando così negativamente sull’economia tutta dello stato.-  Stipendi Con esclusione del settore agricolo vengono comunicati men-silmente i livelli degli stipendi in modo che si possa avere la misura delnumero di nuovi lavori creati. Più è la crescita dei nuovi lavori creati, diconseguenza, maggiore sarà la forza della valuta nazionale poiché risul-terà una crescita della gente occupata che avrà modo di spendere di più.-  La vendita di abitazioni in corso misura la vendita delle case in corsocon esclusione delle case di nuova costruzione. Maggiore risulta esserel’acquisto di case migliore sarà la situazione economica.-  La costruzione di nuove abitazioni. Maggiore è il numero delle nuovecostruzioni più forte sarà la valuta del paese perché significa che il setto-re edile privato è efficiente e sano e che le persone sono portate ad inve-stire sul mattone.-  Indice ISM Mfg. Esso ha come unità di misura l’attività dei responsabi-li degli acquisti nel settore manifatturiero. Un’eventuale tendenza in cre-

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scita porta ad una crescita della valuta in conseguenza dell’aumento delnumero dei volumi degli acquisti.-  Produzione industriale. Misura il valore della produzione delle fabbri-che, delle aziende ecc.. Un incremento di questo indice fa sì che la valutasi rafforzi.-  L’indice dei prezzi di fabbrica prende in considerazione le differenze deiprezzi di vendita di beni e servizi applicati dai produttori all’interno del-la zona Euro. Visto che i produttori incrementa i prezzi a causa dell’incre-mento dei costi di produzione questo indicatore è considerato come un in-dice dell’inflazione, un suo aumento potrebbe influire sulla decisione del-la Banca Centrale Europea ad aumentare il tasso ufficiale di sconto. Un ec-cessivo decremento di questo indicatore potrebbe comportare una ridu-zione dei prezzi con conseguente pericolo di recessione economica.-  Ordinazioni di beni durevoli. E’ un indicatore che misura il livello de-gli impegni futuri dei produttori perché questi dovranno lavorare per eva-dere le ordinazioni. Un’eventuale crescita di questo indice produce un ef-fetto positivo sulla valuta del paese.-  Annunci dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve (FED) USAil suo comitato vota 8 volte in un anno mentre il consiglio direttivo dellaBanca Centrale Europea stabilisce ogni mese il tasso d’interesse a breve ter-mine che si applica a livello dell’intera Unione Europea in ultimo la Com-missione di Politica Monetaria della Banca d’Inghilterra (Bank of England)fissa ogni mese il livello del tasso d’interesse nazionale a breve termine. Subito dopo il voto viene comunicato ufficialmente il risultato con un com-mento sulle condizioni economiche che hanno influenzato la decisione.L’andamento dell’inflazione influenza in modo notevole i tassi d’interes-se. A tal proposito è bene mantenere stabili i livelli dei prezzi altrimentiuna crescita dell’inflazione ad un tasso annuo superiore al 2% porta lebanche ad alzare i tassi d’interesse per far sì che i prezzi possano abbas-sarsi. Una tendenza di crescita dei tassi d’interesse agisce positivamentesul valore della valuta del paese.-  Verbali degli incontri della Commissione della Banca Federale Statuni-tense; questi verbali permettono di apprendere i motivi di fondo che han-no portato a stabilire decisioni determinanti a riguardo dei tassi d’inte-resse ed alla politica monetaria.-  Indice ZEW (Zentrum fùr Europàische Wirtschaftsforschung) misura leaspettative economiche degli analisti e maggiori esperti finanziari.

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-  Il PMI Chicago misura lo stato di salute del settore economico di Chi-cago.-  Il Ministero del Tesoro – Dipartimento Capitali Internazionali (NET TIC)esamina ed analizza in flussi monetari dei mercati finanziari nello speci-fico i mercati azionari ed obbligazionari da e verso l’USA. Il valore prin-cipale viene espresso in milioni di dollari e rappresenta la differenza trail valore dei titoli stranieri acquistati.-  Indice di fiducia dei consumatori. Questo indicatore misura come sicomportano i consumatori quando cambiano le condizioni economiche ecome gli stessi analizzano le prospettive economiche nel futuro. Più ri-sulta essere il valore maggiore è l’ottimismo dei consumatori in praticaessendo i consumatori ottimisti conseguentemente tendono a fare più ac-quisti e pertanto favoriscono lo sviluppo dell’economia.In virtù di quanto scritto sopra è bene conoscere quanto segue: Una co-municazione di dati o notizie che risultano essere in linea con le aspetta-tive fatte dagli analisti non producono movimenti importanti sul merca-to. Quando, sempre in presenza di uscita di dati o notizie, ci sono delledifferenze sostanziali tra le aspettative e le notizie comunicate si può as-sistere ad una volatilità elevata del mercato che potrebbe produrre l’ef-fetto a sviluppare una specifica direzione dello stesso mercato. Solitamentequeste notizie creano alta volatilità che potrebbe avere una durata che va-ria da pochi secondi ad un massimo di alcuni minuti, per poi prendere lasua normale attività di scambi.

Tassazione in ItaliaPer quanto riguarda la tassazione sui guadagni ottenuti (plusvalenza) conl’operatività sul mercato Forex essi sono tassati solo se le valute acquistatesi tengono in portafoglio oltre i 7 giorni lavorativi prima di venderle e nelcaso l’importo superi Euro 51.645,69 (i-ter art. 67 D.P.R. 917/86). In Italiasi usa chiudere e riaprire le posizioni nello stesso giorno ne consegue checade automaticamente il vincolo dei 7 giorni che sono richiesti dalla leg-ge su scritta che fa applicare la tassazione.

Strumenti finanziari Gli strumenti finanziari solitamente utilizzati sono:Forward: per un’operatività di rischio cambio può essere usata la strate-gia di un entrata su contratto forward., in questo caso finché non arriva

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una data prestabilita il denaro non passa di mano. Infatti con questo con-tratto un venditore ed un compratore si mettono d’accordo su uno speci-fico tasso di cambio per una data futura, appunto nella data prestabilitasi verifica la transazione al cambio di tasso precedentemente accordatesiindipendentemente dai tassi di cambio di mercato effettivi, la sua duratavaria da giorni, settimane, mesi o anni.Swap: la più utilizzata transazione forward è lo swap sulle valute, solita-mente in questo caso un compratore ed un venditore si scambiano valu-te per un determinato periodo di tempo con l’accordo di invertire la tran-sazione in una data stabilita futura. Bisogna specificare che gli swap nonrisultano essere contratti standard e per questo non vengono scambiati inun mercato.Future: i contratti future sulle valute sono transazioni forward con sca-denze ed importi standard, per esempio 1.000.000 di USD al prossimo Di-cembre ad un tasso prestabilito. Per questi tipi di contratti future che so-no standardizzati è stato creato un mercato specifico. Un contratto futu-re solitamente ha la durata di 3 mesi e comprende qualsiasi ammontaredi interessi. Spot: il mercato spot detto anche a pronti è la mamma degli scambi sullevalute infatti questo mercato è detto Over the counter OTC e non ha unasede fisica. Le transazioni avvengono per via telematica o telefonica. Latransazione spot è uno scambio che ha valuta due giorni a differenza delfuture che ha scadenza tre mesi. Il mercato spot scambia denaro liquidoe non come il future che è caratterizzato da contratto. 

Capitolo II Il mercato del forex

Laureato in Economia e Gestione Aziendale, Trader privato sui mercati Idem,Mta e Forex, è il titolare e Direttore Responsabile del sito di Informazione Fi-nanziaria www.laborsaditutti.it. Dal 2000 è Consulente Finanziario Indipen-dente, dal 2000 al 2003 è stato socio di “Assoconsulenza”. Nel 2003 è statoPresidente di “A.I.C.I.F” (ex AIAG) Associazione Italiana Consulenti Investi-menti Finanziari. Inoltre è docente di Analisi Tecnica di Base ed Avanzata pertrader privati ed istituzionali, è Gestore/Negoziatore per società d’intermedia-zione finanziaria sul Forex. Relatore di vari incontri-conferenze di Banche eSim. Ha scritto il libro “Vincenti in borsa con W.D. Gann e l’astrofinanza”. Hapubblicato l’Ebook dal titolo “Le Onde di Elliott descritte dal Trader/StudiosoMassimo Stramandinoli”.

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Il Forex, alcuni aspettiRoberto Zagatti, www.studioforex.it

I prezzi dei cross valutari riflettono il consenso di migliaia di partecipan-ti riguardo il comportamento del prezzo futuro. Allo scopo di prevedere iprezzi, uno speculatore ha bisogno di sviluppare un metodo od un piano.Questi possono dividersi in tre ampie aree:1) Determinazione del cross da studiare e prevedere;2) Analisi dello storico di quel cross per sviluppare una comprensionedelle forze che lo muovono; 3) Sviluppo di predizioni ottenute dai dati raccolti ed utilizzabili in si-tuazioni oggettive di trading.I partecipanti ai mercati prevedono i prezzi usando sia metodi fonda-mentali sia tecnici. Il sistema fondamentale prevede un’analisi basata sul-lo studio della domanda e della offerta. Il metodo tecnico è basato sul-l’osservazione dei prezzi, volume e open interest.I prezzi vengono plottati su grafici. Il volume e gli open interest sono usa-ti in congiunzione con i grafici dei prezzi per determinare la forza o de-bolezza del mercato. In breve è un’analisi dei trend passati per cercare diriconoscere degli schemi ricorrenti. Prima di effettuare una previsione deiprezzi, uno speculatore dovrebbe anche studiare i fattori economici sot-tostanti.Vi sono due tipi di potenziali utilizzatori del mercato delle valute:lo speculatore e l’hedger, cioè colui che si vuol coprire da un rischio cam-bio.(Il rischio cambio è il rischio che si affronta quando si acquista qualcosache si dovrà pagare in un altra valuta dopo un periodo di tempo presta-bilito, e non si sa se nel frattempo quella valuta salirà o scenderà)L’hedger cerca di ridurre il rischio relativo a perdite finanziarie che pos-sono derivare da transazioni di merci in valuta diversa dalla propria.Chiunque operi in transazioni all’estero è un potenziale hedger.Per esempio:w Banche domestiche e straniere. w Corporazioni e multinazionali.

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w Aziende import-export. w Brokers di mercati esteri. w Traders istituzionali (fondi, assicurazioni, ecc). Mentre le esigenze di copertura sono di fondamentale importanza per ca-pire il mercato delle valute, questo mercato non potrebbe esistere senzagli speculatori. Gli speculatori procurano il capitale necessario per crearela liquidità e permettere ai partecipanti di comprare o vendere con estre-ma facilità.Lo speculatore sulle valute è un investitore che dopo essere arrivato aduna certa conclusione sul valore di una valuta rispetto ad un’altra, usa ilmercato delle valute per agire su quelle premesse.Il principale mercato di valute al mondo è il Forex (Foreign exchange),mercato interbancario internazionale. Vi sono poi alcuni mercati USA spe-cializzati in derivati su valute.E’ stato spesso detto che lo speculatore prudente deve fare trading in mo-do opposto a quello della maggioranza del sentimento di mercato.Lo speculatore di successo realizza che la maggioranza dei traders alla finfine inevitabilmente perde. Quindi impara a comportarsi in modo indi-vidualistico ed a sentirsi a disagio tra la folla.Il trading sul forex è un gioco a somma zero. In altre parole per ogni con-tratto che si vince ve n’è un altro che viene perso da qualche altro traderin qualche altra parte del mondo. Il partecipante al gioco con grandi pos-sibilità economiche appartiene alla categoria delle grosse multinazionalicommerciali, dette “commercials”, egli possiede effettivamente il sotto-stante o la desidera acquistare nel prossimo futuro.Il comportamento delle “Commercials” sul mercato dei cambi è molto im-portante per la scelta della direzione (acquisto o vendita) da sposare.L’analisi fondamentale non è sempre fattibile nel settore del forex, ma ilcomportamento delle commercials ci offre un quadro molto preciso delrapporto domanda e offerta. L’azione delle commercials è strettamente dicopertura (hedging). Se le commercials sono in vendita significa che esseal momento possiedono la merce reale. Questa azione si dice essere una“vendita sostitutiva” ed è il loro modo per bloccare il prezzo ad un livel-lo conveniente.Poiché il loro è prettamente uno scopo di copertura, le fluttuazioni delprezzo non minacciano i loro interessi finanziari nello stesso modo in cuiminacciano quelli dei piccoli e medi investitori.

Capitolo II Il mercato del forex

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Conoscendo il rapporto di forze tra commercials, grossi speculatori e pic-coli speculatori possiamo anticipare importanti punti di inversione delmercato.Fare trading in modo opposto alla maggioranza significa identificare con-dizioni di mercato ove, per esempio, la maggioranza dei piccoli investi-tori sia in acquisto mentre le grosse commercials sono pesantemente invendita.A questo proposito la Commodity Futures Trading Commission negli USApubblica dal 1982 il Commitment of Traders Report. Il rapporto rivela co-me il numero totale dei contratti futures sia distribuito tra commercials,grossi speculatori e piccoli speculatori. Per essere classificato commer-cials, è necessario raggiungere una grossa posizione in termine di con-tratti posseduti. Le commercials hanno un evidente vantaggio nel valutare il prezzo di uncontratto valutario derivato in quanto è il loro effettivo business. Esse la-vorano con altri produttori ed utilizzatori i quali conoscono molto beneil quadro fondamentale su cui operano. Non c’è indicatore di analisi tec-nica che funzioni se non allineato con le forze trainanti del mercato.

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Laureato in Economia, con indirizzo in Psicologia e Finanza comportamenta-le, è approdato al mercato del forex dopo una lunga esperienza nel settore ban-cario e nella promozione finanziaria, ha conseguito masters in management edirezione aziendale.Ha studiato negli USA e si è formato con i maggiori traders del mondo, qualiLarry Williams, Jake Bernstein, George Angell.Il suo stile di analisi è il risultato da un mix costituito da analisi fondamenta-le e di analisi tecnica basata sulla matematica del caos,la Elliot Wave, e l’uti-lizzo di indicatori di propria creazione.Roberto Zagatti è stato spesso ospite di riviste specializzate del settore quali In-vestire, Borsa e Finanza, Finanza e Mercati, Milano Finanza e di canali tele-visivi finanziari come CLASS CNBC.E’ membro affiliato della CFA Italian Society.Pubblica un report che raggiunge ogni settimana svariate istituzioni bancariee finanziarie su tutto il territorio nazionale, e con lo scopo di stimolare l’atti-vità di studio nell’ambito dei mercati finanziari, ha creato il sito di ricera eco-nomica www.studioforex.it

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Capitolo III

Trading sul Forex

Le opinioni degli esperti

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Una “teoria dei volumi” anche per le valuteGrazie all’osservazione dei contratti futures sulle valute è possibile ampliare la gamma delle strategie di trading intraday sul mercato Forex. A cominciare dalle più innovative ricerche sui volumi.Alessandro Aldrovandi, www.strategieditrading.it

Secondo le teorie tradizionali dell’analisi tecnica, i volumi corrispondo-no alla quantità numerica di titoli che vengono scambiati durante la se-duta di Borsa e sono solitamente visualizzati nella parte bassa del grafi-co con una successione di istogrammi verticali suddivisi in base al time-frame prescelto. ll loro studio è fondamentale ai fini di una corretta in-terpretazione dell’andamento delle quotazioni perché consente di tro-vare conferme sugli eventuali movimenti direzionali del mercato: quan-do i volumi di scambio sono elevati o in crescita, generalmente confer-mano la forza del trend primario in corso, rialzista o ribassista che sia;al contrario, quantità negoziate scarse o in evidente diminuzione do-vrebbero indicare una fase di incertezza, che a volte può essere solo unamomentanea correzione del trend principale, talvolta una sua definiti-va inversione.E’ risaputo che sul Forex non è possibile effettuare alcuna analisi volu-metrica dei cross, poiché si tratta di un mercato OTC (Over The Counter)senza una struttura centralizzata che controlli e misuri gli scambi, ma sipuò ovviare a questo problema utilizzando i volumi dei contratti Futu-res sulle relative valute. Questi ultimi vengono quotati sul mercato ame-ricano CME (Chicago Mercantile Exchange) dal lunedì al venerdì, dalleore 0:00 alle 23.00; anche se non costituiscono gli scambi complessivi cheavvengono sul mercato valutario, hanno comunque un elevato tasso dirappresentatività del sentiment degli operatori e delle loro decisioni, an-che nel trading intraday. Ovviamente, dal punto di vista operativo, biso-gna sempre tenere conto della differenza tra le quotazioni dei futures edei prezzi spot sul Forex, ma una volta trovata la modalità per elaboraregli scambi sulle principali valute attraverso i dati dei contratti futures, fi-nalmente anche sui cross valutari diventa possibile applicare alcune stra-tegie di trading basate sui volumi. E non solo quelle legate alla teoria clas-

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sica, ma anche quelle più recenti e innovative che prendono il nome di“Volume Profile”.

Il “Volume Profile”Gli analisti tecnici che si sono dedicati nel corso degli anni allo studio ap-profondito dei volumi hanno fatto notare che le rappresentazioni grafi-che tradizionali, indipendentemente dal timeframe utilizzato, fornisconoinformazioni interessanti se gli istogrammi vengono analizzati nella lorosuccessione temporale (e confrontati con lo sviluppo grafico dei prezzi)ma non riescono a mostrare dettagliatamente ciò che sta avvenendo nel-l’unità di tempo scelta mentre si stanno formando. Se consideriamo, adesempio, il grafico a 15 minuti del Future EUR/USD dello scorso 17 ot-tobre 2011 (FIGURA 1), è possibile osservare che nella candela che va dal-le ore 15.30 alle 15.45 i prezzi hanno oscillato tra 1,3783 e 1.3746, e che cisono stati complessivamente 11.395 contratti eseguiti, ma non riusciremomai a capire quali sono stati i singoli prezzi più scambiati, ossia esatta-mente quei “valori” che hanno indotto gli operatori a prendere posizioniimportanti, accentuando la realizzazione del movimento ribassista (la can-dela, infatti, alla fine risulterà negativa). In pratica, non abbiamo il detta-glio di quanti contratti sono stati negoziati esattamente al prezzo di 1,3783,quanti al prezzo 1,3782, quanti al prezzo 1,3781, quanti al prezzo 1,3780,e così via fino a 1,3746, per quei 15 minuti.In pratica, stiamo cercando i cosiddetti volumi per livello di prezzo (Vo-lume Profile), un’informazione che non è possibile ricavare dai soliti gra-fici di analisi tecnica, ma che richiede una particolare rielaborazione quan-titativa con la conseguente necessità di dover scegliere una più specificarappresentazione grafica. Questo nuovo indicatore viene proposto da al-cune piattaforme di trading con nomi diversi, come “Price/Volume” o“TICK DISTRIBUTION” e consiste nella rappresentazione dei volumi co-me istogrammi orizzontali a fianco delle consuete barre/candele dei prez-zi, allo scopo di spiegare come proprio questi prezzi si distribuiscano sta-tisticamente all’interno del range della seduta di Borsa (FIGURA 2).

L’indicatore TICK DISTRIBUTIONLa caratteristica principale dell’indicatore TICK DISTRIBUTION è quel-la di creare delle particolari configurazioni grafiche a forma di “campa-na” ruotate di 90 gradi in senso antiorario, quasi sempre ben individua-

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bili ad occhio nudo, con alcuni riferimenti statistici alla curva di Distri-buzione Normale (o Gaussiana). La definizione di queste “campane” cor-risponde ad una fase di accumulo dei volumi per livello concentrati inuna certa area di prezzi (FIGURA 3). Ovviamente, con l’indicatore TICKDISTRIBUTION siamo in grado di vedere quali sono i prezzi che vengo-no scambiati con maggiore frequenza o con notevoli volumi, ma non ri-usciamo ancora a capire se il mercato sarà rialzista o ribassista: nel mo-mento in cui ogni contratto viene negoziato, infatti, c’è sempre un com-pratore e contemporaneamente un venditore che si stanno scambiandoquel future. Solo osservando successivamente l’andamento del mercatopotremo capire se l’azione di maggior forza è stata quella dei comprato-ri o dei venditori nel loro complesso, e quindi potremo decidere di seguiregli operatori vincenti del mercato.Osservando nel dettaglio ciascuna “campana”, possiamo osservare chenella sua parte centrale, ossia quella con il maggior numero di volumi perlivello (punta della “campana”), c’è quasi sempre una lotta neutrale trarialzisti e ribassisti, ma man mano che le quotazioni si spostano aleato-riamente verso una delle estremità della stessa “campana”, ossia dove ivolumi per livello cominciano ad assottigliarsi, è evidente che chi ha aper-to posizioni nella direzione giusta sta cominciando a guadagnare e restain attesa (trader vincente), mentre chi ha posizioni aperte nella direzioneopposta sta realizzando una perdita potenziale e comincia a monitorareil proprio livello di stop loss (trader perdente). Con il passare del tempo,la casualità dei movimenti del mercato può mantenere invariate questesituazioni ma può anche ribaltarle, trasformando il trader vincente in unoperdente e viceversa, e senza che nessuno degli operatori chiuda le pro-prie posizioni iniziali. Questa altalena, anche di emozioni, termina nelmomento in cui il trader perdente non riesce più a sostenere la posizioneassunta in origine, a causa del mercato che prosegue nella direzione op-posta, e decide di chiudere definitivamente l’operazione incassando laperdita e ritornando flat (FIGURA 4).

Il comportamento dei traderI presupposti di questa strategia di trading intraday consistono nell’os-servare la battaglia che si svolge fra rialzisti e ribassisti finché i prezzi simantengono all’interno di ciascuna “campana”, ma di intervenire nellastessa direzione dei trader vincenti nel momento in cui quelli perdenti de-

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cidono di uscire dal mercato (FIGURA 5). Per chiudere le posizioni per-denti, infatti, questi ultimi devono effettuare una operazione “al meglio”di segno opposto a quella originariamente sbagliata, e di conseguenza fi-niranno per agevolare ulteriormente le quotazioni dei trader vincenti. Adesempio, per chiudere una posizione short in perdita, bisognerà compe-rare “al meglio” la stessa quantità di titoli, e molto probabilmente si saràcostretti a fare acquisti a prezzi sempre più alti, finendo per agevolare chiè già long e vede i prezzi salire senza fare nulla. Solitamente, queste de-cisioni vengono prese in corrispondenza con gli estremi (superiore o in-feriore) delle “campane”, che costituiscono dei veri e propri livelli di re-sistenza e supporto da monitorare in un’ottica di breakout, e il movimentoche segue dovrebbe essere esplosivo e fortemente direzionale. Come si evince dalla FIGURA 6, ogni volta che i prezzi superano una del-le estremità della campana si realizzano delle improvvise accelerazioni ri-alziste o ribassiste dei prezzi. Le esplosioni rialziste, ripetiamo, non sonogenerate dalla volontà dei compratori ma, paradossalmente, solo dallachiusura in perdita delle posizioni ribassiste. E così vale anche per i vio-lenti movimenti ribassisti, che invece sono causati dalla chiusura al me-glio delle operazioni long in perdita. Aggiungiamo, inoltre, che questomeccanismo comportamentale è ben osservabile più volte nel corso di unagiornata e, più precisamente, ogniqualvolta di riesca ad individuare una“campana” di volumi. Durante una seduta di Borsa, infatti, si possonoformare fino a 6/7 configurazioni di questo tipo.

Regole operative di baseDal punto di vista operativo, quindi, il setup di ingresso per aprire unaposizione è molto semplice: innanzitutto è necessario aver preventiva-mente individuato una “campana” e i suoi livelli estremi, sia quello su-periore che quello inferiore. Poi, si tratta di aspettare che le quotazioniraggiungano uno dei due estremi: se viene toccato il livello superiore bi-sognerà immediatamente entrare in posizione LONG al miglior prezzopossibile, mentre se venisse eseguito quello inferiore sarà convenienteaprire una posizione SHORT sempre con altrettanta rapidità proprio aquel livello. Nella FIGURA 7 è riassunto un caso pratico di trading conquesta strategia. Come si vedrà, l’operatività non è particolarmente fre-netica e i trades possono essere anche temporalmente lunghi, con obiet-tivi ambiziosi se la giornata è direzionale. Per quanto riguarda i target

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profit, possono essere stabiliti in vari modi indipendenti dalla configura-zione della TICK DISTRIBUTION come, ad esempio, i livelli di Pivot, mas-simi e minimi precedenti, guadagni in valore assoluto o numero di tick.In merito agli stop loss, invece, oltre ai già elencati metodi di analisi tec-nica, può essere conveniente osservare la “campana” della TICK DIS-TRIBUTION che ha generato il segnale di ingresso sul mercato: se il mer-cato si muove nella direzione opposta a quella prevista, la posizione an-drebbe chiusa in corrispondenza della punta della “campana” (circa me-tà del range della “campana”). Se la “campana” che fornisce il falso se-gnale è la prima della giornata oppure è piuttosto ristretta (in altezza), èpossibile aspettare la rottura del livello opposto a quello di ingresso ini-ziale ed effettuare una operazione di stop&reverse. Per gli ulteriori approfondimenti, la bibliografia di riferimento è:Aldrovandi A., Il trading con la Tick Distribution, Milano, TradingLibrary, 2009

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Alessandro Aldrovandi, 42 anni, modenese, laureato a pieni voti in Economiae Commercio, socio ordinario AIAF (Associazione italiana analisti finanziari)e socio aggregato SIAT (Società italiana analisi tecnica), si occupa di mercatifinanziari da più di 15 anni. Con un passato in EPTA SIM, dove ha ricopertoincarichi nella divisione “Eptatrading” dedicata al trading on line, dal 2002 èun trader libero professionista che si dedica esclusivamente alla negoziazioneper conto proprio di futures italiani ed esteri, con strategie discrezionali e au-tomatizzate. Ha pubblicato i libri “Trading intraday sul Future S&P/MIB” (Ex-perta, 2004) e “Il trading con la Tick Distribution” (Tradinglibrary, 2009). Or-ganizza periodicamente corsi di formazione, anche in collaborazione con i prin-cipali broker online, ed è stato più volte relatore all’ITFORUM di Rimini e alTOL EXPO di Borsa Italiana. Interviene spesso nelle trasmissioni televisive sulcanale finanziario ClassCNBC, scrive articoli per il settimanale Borsa&Fi-nanza e diffonde le proprie analisi tramite il sito internet www.strategieditra-ding.it.

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L’approccio antimartingala nel trading sul forex: come sfruttare al massimo le weekly positionsStudiando le correlazioni intramarkets è possibile costruire posizioni piramidali per sfruttare i movimenti settimanali sul mercato dei cambi.Antonio Carnovale

Fare trading su prodotti finanziari è sempre un attività che comporta ri-schi più o meno elevati e l’attività professionale delle istituzioni che fan-no Investment Banking è sempre alla ricerca di metodologie per mini-mizzare e diversificare il rischio a fronte di un rendimento proporziona-le e tendenzialmente molto più elevato della potenziale perdita.Negli anni si sono sviluppate tecniche con “misuratori” di rischio (vediValue At Risk) che, purtroppo, spesso non sono riuscite a limitare le per-dite, proprio per l’imprevedibilità dei mercati finanziari e i cosiddetti even-ti che appartengono alle code (eventi che in una distribuzione di proba-bilità si collocano agli estremi della curva a campana e sono ritenuti alta-mente improbabili ma comunque possibili).Qualche noto autore ha definito questi rari episodi come “cigni neri” e so-lo la ricerca di tali eventi permette la migliore massimizzazione del rap-porto rendimento su rischio.La mia idea è invece quella di sfruttare eventi che hanno una probabilitàmaggiore dei cigni neri prendendo posizioni speculative su un mercato esu strumenti che hanno caratteristiche uniche.La logica è quella che sorregge la strategia di investimento di portafogliodenominata “barbell” (bilanciere) e prevede il bilanciamento di un por-tafoglio finanziario tra attività a rischio zero (anche se poi in realtà nonesiste mai un rischio nullo) e attività a rischio molto elevato, in modo daavere un portafoglio totale a rischio medio, con il vantaggio di evitare lamaggior parte delle code. Ma prima di ragionare su come costruire un portafoglio simile, quali pro-dotti e quando comprarli, è necessario fare una premessa importante chedeve servire a sfatare tanti falsi miti.

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Il successo nel trading è dovuto a una combinazione di 2 elementi: a) tutto ciò che possiamo fare;b) tutto ciò che dobbiamo subire.

Ciò che possiamo fare:

Gli ingredienti del trading sono 3: w 10% è il vantaggio dato da buoni sistemi (trading system)w 20% riferito alle tecniche di money managementw 70% è la psicologia del trader

Solo chi sa essere freddo nei momenti opportuni, chi evita euforia e pa-nico, chi sa gestire tutte le proprie emozioni, chi ha davanti un piano stra-

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PORTAFOGLIO BARBELL

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tegico e riesce a completarlo, solo colui che ha queste caratteristiche puòavere successo nel trading.Da notare quindi come nemmeno chi ha tutte le caratteristiche necessariee fa uso di una buona tecnica di money management e di ottimi tradingsystem ha la certezza di “vincere” il mercato.Perché?

Ciò che dobbiamo subire“La fortuna è arbitra della metà delle azioni nostre, ma lascia governare l’altrametà a noi.La fortuna è come un fiume rovinoso che allaga pianure, rovina alberi ed edifizii,ma gli uomini con ripari ed argini possono prendere provvedimenti, in modo cheil loro impeto non sarebbe così dannoso.” Dal capitolo XXV del Principe di Machiavelli.

L’autore conclude il capitolo dicendo che, poiché la fortuna è mutevoleed è necessario tenerla sotto controllo, è più conveniente essere impetuo-si che rispettivi, poiché chi procede con freddezza e impeto, come i gio-vani, è maggiormente in grado di controbattere gli effetti talvolta disastrosidella sorte. Quindi bisogna riuscire a capire quando il vento gira dalla nostra parte esfruttare il più possibile la buona sorte. È necessario conoscere tecnichepiramidali e logiche di antimartingala proprio per massimizzare i profit-ti nei momenti “fortunati”.Spesso sono proprio i più giovani con la loro impetuosità a riuscire consuccesso a cavalcare l’onda fortunata. Non per niente in tutte le sale tra-ding delle grosse banche d’affari, i traders di successo sono spesso con etàsotto i 25 anni.Con queste premesse ora cerchiamo di capire perché il FOREX è il mer-cato più adatto per l’antimartingala e come scegliere il “cavallo” vincen-te che può permetterci di guadagnare tantissimo, in tempi molto brevi, afronte di un rischio minimo e comunque limitato.Il Foreign Exchange ha 3 caratteristiche uniche che bisogna necessaria-mente sfruttare:a) possibilità di negoziazione 24 ore su 24b) leva elevata (mediamente 200:1)c) liquidità

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pertanto nel trading sul forex bisogna considerare questi come dei van-taggi rispetto ad altri mercati.a) La negoziazione continua permette di avere sempre operative le stop

loss e le aperture di nuove posizioni in un andamento dei prezzi chenon subisce gap

b) La leva permette di prendere posizioni piramidali man mano che si guadagna

c) La liquidità dà sempre la possibilità di trovare un prezzo per esegui-re un ordine.

Se non si utilizzano a pieno queste caratteristiche è inutile lavorare suicambi e si può benissimo fare trading su qualsiasi prodotto finanziariosenza grosse distinzioni.La scelta del “cavallo” su cui puntare è di sicuro uno dei problemi mag-giori da affrontare.In questo caso ovviamente mi riferisco, parlando del forex, alla coppia divalute sulla quale costruire l’antimartingala; bisogna quindi conoscere ilmercato, i fondamentali e quando comprare o vendere una valuta rispet-to a un’altra perché le possibilità di avere profitti sono maggiori.L’analisi fondamentale o macroeconomica è il modo unico per avere unidea di fondo del valore di equilibrio tra due valute.I fattori fondamentali sono rappresentati dalle sottostanti condizioni eco-nomiche, commerciali e finanziarie di un paese. Esiste una serie numero-sa e variegata di variabili macroeconomiche capaci di influenzare il mer-cato valutario, in modo diretto e indiretto. Ciascun dato, reso pubbliconello stesso momento per tutti gli investitori, va a incidere sulla perce-zione delle condizioni correnti di un’economia e sulle aspettative per ilfuturo, modificando i piani di operatività e ri-orientando il trading. Per-tanto, assolutamente bisogna evitare di farsi idee personali sui fonda-mentali, ma cercare di essere più oggettivi possibili. Fare molta attenzio-ne alla differenza tra notizie, rumors, dichiarazioni varie e dati macroe-conomici.News e analisi fondamentale non sono la stessa cosa: le news seguonosempre la direzione dei prezzi, mentre le analisi l’anticipano.Notare sempre la reazione dei prezzi alla comunicazione dei dati ma-croeconomici e stare attenti che spesso molte previsioni fondamentali so-no modificate dagli eventi che si susseguono.Facile a scriversi, difficile a valutare e capire quale può essere il prezzo di

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equilibrio tra due valute e pertanto scoprire la coppia che potrebbe darei maggiori benefici.Ogni prodotto finanziario ha un modello di valutazione del prezzo diequilibrio (fair value); tutti i modelli hanno come denominatore comunei tassi di interesse che servono a rendere attuali i flussi di cassa futuri at-tesi, sia se essi sono certi (cedole obbligazionarie), sia se essi sono incerti(dividendi azionari).Nel mercato dei cambi il ruolo dei tassi di interesse anche diventa crucialee viene utilizzato da alcuni modelli, ma lo stesso Greenspan (ex gover-natore della FED) nel 2004 in un discorso presso il “Economic Club diNew York” dichiarò:“My experience is that exchange markets have become so efficient that virtuallyall relevant information is embedded almost instantaneously in exchange ratesto the point that anticipating movements in major currencies is rarely possible.“…Despite extensive efforts on the part of analysts, to my knowledge, no modelprojecting directional movements in exchange rates is significantly superior totossing a coin. I am aware that of the thousands who try, some are quite succes-sful. So are winners of coin-tossing contests.“The seeming ability of a number of banking organizations to make consistentprofits from foreign exchange trading likely derives not from their insight intofuture rate changes but from market making.”Tradotto in poche parole, anche la FED è convinta che non esistono mo-delli che possono prevedere il movimento dei tassi di cambio, ma co-munque è necessario sapere che esistono varie metodologie di analisi cheservono a darci un idea di un teorico disallineamento del valore di unamoneta dal suo prezzo di equilibrio.I principali modelli tradizionali di analisi del mercato dei cambi deriva-no da alcune forme di equilibrio di lungo termine:1.Tassi di cambio come prezzo relativo dei beni- parità poteri d’acquisto.2.Tassi di cambio come prezzo relativo della moneta – approccio mone-

tario3.Tassi di cambio come valore relativo dei tassi – differenziale tassi di in-

teresse4.Tassi di cambio come prezzo relativo dei flussi di capitali – bilancia dei

pagamenti.5.Tassi di cambio come prezzo relativo di assets – Portfolio Balance Ap-

proach

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Senza soffermarci su tutte le teorie basta ora sottolineare come ognunapotrebbe spiegare in modo diverso il valore di una coppia di valute e ov-viamente una delle teorie potrebbe risultare vincente.Cercherò di mostrare come il modello più banale, la parità dei poteri diacquisto, risulta il più efficiente nel medio e lungo periodo e insieme a unanalisi della correlazione tra tassi di interesse e andamento del cambio èpossibile ricercare il famoso “cavallo” vincente.La teoria della parità del potere d’acquisto afferma che il tasso di cambiotra le valute di due paesi eguaglia il rapporto tra i poteri d’acquisto delledue monete.Ciò significa che il tasso di cambio tra le valute di due paesi dovrebbe es-sere pari al rapporto tra i livelli dei prezzi nei due paesi, misurato pren-dendo come riferimento un paniere standard di beni di consumo. La mo-neta del paese nel quale il livello dei prezzi è più alto avrà un potere d’ac-quisto minore in quanto sarà necessaria una quantità maggiore di valutanazionale per acquistare il paniere di riferimento.

Un esempio chiarirà tutto:Prendiamo un caso in cui il prezzo di una bicicletta negli USA è di 280$mentre nell’area euro è di 200€ e il tasso di cambio dollaro/euro è pari a1,40 dollari per euro. Un eventuale acquirente potrebbe confrontare i due prezzi e decidere secomprare la bicicletta nella propria città italiana o ordinarla via internetda un azienda americana (supponiamo ovviamente che il costo totale indollari sia comprensivo di ogni spesa accessoria).In questo caso è indifferente la scelta proprio perché c’è la parità del po-tere di acquisto!Ipotizziamo che dopo un anno il tasso di inflazione negli USA sia esplo-so al 100% mentre in Europa non ci sia inflazione e che quindi ci sarebbeun eventuale raddoppio del livello dei prezzi negli USA (da 280$ a 560$)mentre in Europa la bicicletta sia rimasta a 200€.A questo punto se il tasso di cambio è rimasto a 1,40 il compratore ame-ricano avrebbe più convenienza a ordinare la bicicletta europea, perchéla pagherebbe esattamente la metà rispetto ai prezzi in dollari (200 eurosono sempre pari a 280 dollari, mentre in USA la bicicletta costerebbe 560dollari).Allora ogni compratore americano per avere la bicicletta europea dovrebbe

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prima di tutto comprare gli euro e vendere i dollari. In questo modo ci sa-rebbe una spinta a rialzo del prezzo dell’euro che salirebbe fino a 2.80 dol-lari per euro, che poi rappresenta il nuovo prezzo di equilibrio e ridareb-be parità al potere di acquisto.Questo esempio potrebbe risultare banale e facilmente criticabile, ma per-sonalmente mi sono interessato a vedere altri beni realmente disallineatie nel 2008 quando il cambio ha toccato i massimi intorno a 1.60 ho trova-to un esempio diverso ma concreto.

In questo caso lo stesso bene (con un cambio a 1,50) costerebbe molto me-no a comprarlo in Usa e ad importarlo, perché comunque dopo i dovuti ac-corgimenti tecnici e pagamenti dogane varie, il costo di una Jeep sarebbesempre inferiore ai circa 55.000 euro necessari per comprarla in Europa.Vedete come la realtà conferma un modello che in sostanza in questi an-ni dice che il dollaro è sottovalutato rispetto all’euro. Però i livelli dei prezzi non variano istantaneamente a seguito di uno squi-librio sul mercato dei cambi. Difatti, occorre tempo affinché gli agenti eco-nomici possano modificare le proprie decisioni e dunque incidere sui prez-zi portandoli al livello di equilibrio. Gli allontanamenti del tasso di cam-bio da quello previsto dalla PPA possono dunque essere anche notevolinel breve periodo.

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Nel lungo periodo invece i prezzi hanno, per definizione, il tempo di ag-giustarsi al loro livello di equilibrio. Questo implica che le deviazioni deltasso di cambio da quanto previsto dalla PPA tenderanno a ridursi. In pratica, però, la PPA non riesce a prevedere esattamente il livello deltasso di cambio anche una volta che i vari prezzi si siano aggiustati al lo-ro livello di equilibrioLe stesse analisi vengono fatte su altri beni e panieri di beni. Il più cono-sciuto confronto sui prezzi è fatto dall’Economist che calcola il prezzo delBig Mac (panino della McDonald’s) e stima di quanto il dollaro usa è so-pravvalutato o sottovalutato rispetto alle altre valute

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Questa è una tabella dell’ottobre 2010 che comunque è un valido modoper capire come anche un’analisi fatta su un singolo bene mostra cose chenormalmente sono conosciute: franco svizzero molto caro rispetto al dol-laro usa e moneta cinese troppo svalutata rispetto al dollaro usa.Anche in questo caso troviamo una sopravvalutazione dell’euro e inizia-mo a vedere una coppia diversa che sarà oggetto di analisi nelle prossi-me pagine: il cambio usdjpy (dollaro usa contro yen).La parità dei poteri di acquisto viene inoltre calcolata da ogni altra ban-ca d’affari, istituzione finanziaria o istituto di ricerca e ogni ente calcola il“fair value” utilizzando un paniere di beni diversi.Una stima la troviamo anche grazie al lavoro della OECD che pubblicauna tabella giornaliera con il prezzo corrente misurato con un paniere dibeni al 31 dicembre dell’anno precedente.

Ancora notiamo un valore troppo elevato della moneta europea e delloyen contro la moneta statunitense.

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Altre analisi:

Questa fornita dalla banca svizzera UBS mostra come nel tempo comun-que il prezzo torna verso il fair value e come nel breve periodo può sem-pre esserci una notevole differenza tra prezzo di mercato e prezzo di equi-librio.Questa è un’altra stima fatta nell’ottobre 2011:

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Stesso ragionamento che sottolinea come il valore di equilibrio della cop-pia eurusd dovrebbe essere appena sopra 1.10.Volendo completare la grafica mostriamo anche il valore di equilibrio dellacoppia usdjpy e come si è mosso negli ultimi 10 anni il rapporto di cambio.

In questo grafico si nota minore variabilità intorno al fair value e un con-tinuo apprezzamento dello yen contro dollaro. Le motivazioni sono fon-damentalmente di carattere tecnico che affronteremo nel parallelismo traandamento della valuta svizzera e di quella giapponese.Dal 2008 la crisi finanziaria di carattere mondiale che ha colpito la stabi-lità e la fiducia dell’intero sistema bancario, arrivando a mettere in crisigli emittenti sovrani, ha determinato una costante riallocazione delle ri-sorse finanziarie alla ricerca di protezione e stabilità.La fuga verso attività prive di rischio (comunque con rischio molto limi-tato) ha portato i rendimenti sui titoli di stato americani e tedeschi a va-lori minimi.Soprattutto in Germania abbiamo avuto un massiccio acquisto di titoli distato con scadenza 2 anni che ha portato il rendimento su tali obbligazio-ni a un valore di circa lo 0,50% di rendimento annuo, circa 1% in menodel costo di finanziamento per la liquidità che offre illimitatamente la Ban-ca Centrale Europea.Sul fronte valutario la crisi ha manifestato gli squilibri con due forti mo-

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vimenti di apprezzamento (volendo limitarci ad un analisi di solo 2 cop-pie) che hanno origini e giustificazioni diverse: il rapporto dollaro ame-ricano su yen (usdjpy) e il rapporto euro su franco svizzero (eurchf).

In questo grafico dal 2008 al 2011 si nota un continuo apprezzamento del-lo yen contro dollaro che da valori prossimi a 110 scende verso i minimidel dopoguerra in area 76.Sembrerebbe una fuga dal dollaro verso una valuta più sicura. Ma un ana-lisi macroeconomica sullo stato di salute del Giappone evidenzia facil-mente come un paese a crescita zero, con tassi di interesse bassi da circaun ventennio, con un rapporto debito/pil del doppio rispetto all’Italia,non può assolutamente considerarsi titolare di una valuta che può esse-re bene rifugio.Allora perché lo yen continua a salire?La forza dello yen contro dollaro usa e contro euro viene da lontano. Dal1990 il Giappone è entrato in una fase deflattiva che ha portato i tassi diinteresse vicini allo zero concretizzando quella che in economia moneta-

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ria si definisce “trappola della liquidità” (tassi a zero ma economia nonriprende). In quel momento è stato utile per molti speculatori internazionali e permolte imprese indebitarsi in yen, vendere yen e comprare attività in eu-ro o in dollari. Sono le operazioni dette di “carry trade”; ci si indebita inuna valuta che costa poco e si investe in una valuta che rende di più. Siporta avanti questo “giochino” (appunto detto carry) fino a quando c’èconvenienza. Se poi i mercati, dove si investe, danno anche guadagni informa di “capital gain”, allora il meccanismo si autoalimenta e si nota uncontinuo forte rialzo dei mercati a tassi più alti e un continuo indeboli-mento della valuta presa a debito, perché viene sempre presa a prestito evenduta.

Questo grafico seguente mostra 10 anni di relazione tra EURJPY e DAX.Come si può notare c’è una perfetta correlazione tra rialzo del mercatoazionario tedesco e rialzo dell’euro contro yen fino al 2008 con il crollo deimercati azionari europei. Dopodiché la correlazione quasi sparisce e ad-

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dirittura da un valore di correlazione pari a +1 sembrerebbe esserci orauna correlazione pari a -1.Cosa è successo?Semplicemente che, per effetto della crisi finanziaria, che ha dato le primeavvisaglie durante l’estate del 2007, i tassi monetari europei sono crollatie pertanto è diminuito l’interesse ad avere debiti in valuta giapponese.Come succede in questi casi, il movimento di smobilizzo di debiti in yensi autoalimenta, perché:1.c’è paura a mantenere investimenti in asset rischiosi e pertanto si liqui-

dano chiudendo poi il vecchio prestito in yen; 2. il continuo rialzo dello yen dovuto a rimborsi di vecchi prestiti costrin-

ge molti altri a chiudere vecchie operazioni di carry trade proprio per-ché diventano più costose.

In definitiva il continuo rialzo dello yen è esclusivamente dovuto a can-cellazioni (dette unwinding) di vecchie operazioni di carry trade che pri-ma o poi finiranno o comunque rallenteranno per 2 motivi:1.rialzo dei tassi monetari europei e americani molto prima di vedere un

rialzo nei tassi giapponesi2. intervento delle autorità monetarie giapponesi in modo da invertire la

tendenza del cambio e autoalimentare un meccanismo di indebolimen-to dello yen.

Discorso diverso va invece fatto per la forza mostrata negli anni dal fran-co svizzero.Anche in questo caso la fuga dal dollaro e dall’euro nasce dalla necessitàdi trovare “porti sicuri”, ma l’economia svizzera non è come quella giap-ponese. I dati macro sono molto buoni, le finanze pubbliche eccellenti esicuramente le banche svizzere sono quelle che stanno soffrendo di me-no questa crisi di fiducia nel sistema bancario mondiale.Allora il rialzo del franco svizzero ha delle basi molto solide.Nonostante questo, il continuo rafforzamento della valuta ha allarmatola SNB (Banca Centrale Svizzera) che, con un provvedimento senza pre-cedenti, si è dichiarata disposta a comprare euro a un prezzo minimo di1,20 ponendo un limite al continuo rialzo del franco e soprattutto inne-scando un movimento burrascoso che ha portato il cambio eurchf a raf-forzarsi del 20% in 2 settimane.

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I tassi di interesseUn altro modello fondamentale di valutazione del tasso di cambio è le-gato all’andamento dei tassi di interesse delle 2 valute che formano unacoppia, nello specifico esiste una correlazione tra andamento del cambioe differenziale tassi di interesse.Il grafico che segue mostra la fortissima correlazione esistente tra lo spreadtra i tassi a 2 anni euro-usa. Ogni volta che c’è un aspettativa di movi-mento sui tassi ufficiali delle banche centrali nel mercato è visibile un mo-vimento sulla curva dei tassi per scadenza fino a 2 anni. Questo determi-na uno spostamento di fondi verso la moneta che tendenzialmente staportandosi verso un livello di tassi relativamente più alto.Anche in questo caso l’analisi dovrebbe dimostrare come con i tassi mo-netari americani vicini allo zero la tendenza futura potrebbe essere soloquella di avere uno spread sempre più a favore degli Usa e pertanto unrapporto di cambio tendenzialmente favorevole al dollaro americano.Questo modello rafforza in sintesi quello che la Parità dei Poteri di Ac-quisto descrive nelle proprie analisi.

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In quest’altro grafico si nota come fino all’inizio dell’estate 2011 il rap-porto eurusd era tendenzialmente al rialzo, mentre all’improvviso le aspet-tative sui tassi variano, quindi scende lo spread perché ci si attende un ca-povolgimento di fronte sul movimento dei tassi ufficiali della BCE e ilcambio torna giù.

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La variazione di scenario, legato ovviamente alle turbolenze finanziarieestive, è con chiarezza visibile nelle 2 tabelle che seguono.La prima mostra le aspettative sui tassi di interesse a 1 anno previsti a par-tire da luglio 2011, dove si nota un attesa di allargamento dello spread suitassi di ben 61 basis points.

Invece, a distanza di pochi mesi, nell’ottobre 2011, addirittura lo scenarioprevede una diminuzione di questo spread di 41 basis points e permetteal cambio di scivolare dai massimi di periodo di circa 1.45 a minimi di1.31.

Bisogna fare una precisazione a questo punto. Un rialzo dei tassi di inte-resse normalmente attira capitali perché c’è una maggior remunerazione.Ma se l’aumento del tassi di interesse interno viene percepito come un in-dicatore di un maggior pericolo di inflazione futura, l’effetto che si os-serva è un deprezzamento del cambio, risultato diametralmente oppostorispetto a quanto suggerito dalla relazione sulla parità dei tassi di inte-resse.Questo deprezzamento è spiegato proprio dalla teoria della Parità dei Po-teri di Acquisto secondo la quale alta inflazione corrisponde a svaluta-zione della moneta.La probabilità di rialzo della valuta americana rispetto all’euro si può sta-tisticamente valutare anche guardando i seguenti 2 grafici che mostrano

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Euro / US Dollar Interest Rate Forecast LUGLIO 2011

Currency, Central Bank Euro,European US Dollar, US Net EURUSDCentral Bank Federal Reserve Spread

1-Year Expectations 79 b.p. 18 b.p. 61 b.p.

Yield in 1 Year 2.04% 0.43% 1.61%

Euro / US Dollar Interest Rate Forecast OTTOBRE 2011

Currency, Central Bank Euro,European US Dollar, US Net EURUSDCentral Bank Federal Reserve Spread

1-Year Expectations -33 b.p. 10 b.p. -43 b.p.

Yield in 1 Year 1.17% 0.35% 0.82%

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come una tendenziale discesa dei tassi Usa a 2 anni ha generato una paral-lela discesa del valore del dollar index (paniere di valute contro dollaro).È molto probabile ormai vedere un prossimo rialzo dei tassi monetari Usapiuttosto che un appiattimento verso lo zero per decenni come è succes-so per il Giappone.

In linea di massima, le politiche monetarie restrittive producono un raf-forzamento del dollaro, mentre nelle fasi di politica monetaria espansivala valuta statunitense tende ad indebolirsi.La capacità del dollaro di attrarre capitali, e quindi di rafforzarsi rispetto

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alle altre monete, risulta in genere direttamente proporzionale al diffe-renziale, positivo e negativo, esistente fra i propri tassi d’interesse, spe-cialmente nel segmento a breve termine, e quelli delle altre valute.

WEEKLY POSITIONFatta questa analisi e individuato quindi quello che potrebbe essere il ca-vallo vincente (a questo punto spero sia chiaro che il mio pensiero è esclu-sivamente di un probabile rafforzamento del dollaro verso euro per al-cuni motivi e verso yen per altri), affrontiamo ora come posizionarsi sulmercato e come costruire una posizione piramidale.La mia esperienza di responsabile di un book di trading per una grossabanca d’affari mi ha dato la possibilità di capire tecniche, metodologie eanalisi dei rischi rispetto ai rendimenti.Uno dei nostri obiettivi era non solo quello di rispettare un budget di pro-fitto annuo, ma soprattutto quello di “stare dentro” i limiti di rischio diperdita totale prevista in 12 mesi e poi parcellizzata per periodi interme-di fino ad arrivare a un limite di perdita settimanale o giornaliera.Il forex ha delle caratteristiche peculiari che abbiamo visto nelle prime pa-gine; ho scritto che bisogna approfittare di queste particolarità. Una sututte è la possibilità di avere stop loss sempre eseguibili perché il merca-to è aperto 24 ore su 24. Ma c’è il weekend e quindi ecco che bisogna ra-gionare in un ottica di “weekly positions”; entro il venerdì chiudere tut-te le posizioni in modo da non avere nessun rischio di avere gap rovino-si nell’apertura del mercato la domenica sera dopo le 22:00 circa.

In sintesi bisogna rispettare 4 punti:1.Sabato e domenica per analizzare i mercati, gli scenari e gli obiettivi2.Entrata in posizione lunedì o martedì3.Uscita venerdì oppure a raggiungimento obiettivo settimanale4.Trading diary

La weekly position ha dei vantaggi non indifferenti:w Non è necessario guardare il mercato ogni istantew Pressioni psicologiche più bassew Costi di transazione più bassiw Aspettative molto alte di profitto in percentuale al capitale investitow Semplice metodologia di tradingw Tempo a disposizione per studiare e valutare

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Ma allo stesso tempo comporta degli aspetti negativi:w Larghi swingw Bisogna avere pazienzaw Necessario capitale maggiorew Se si perde un opportunità, un anno vincente si trasforma in anno per-

dente

Analizziamo ora l’andamento settimanale della coppia eurusd e cerchia-mo di trarne le giuste considerazioni per impostare la nostra operatività.

WEEKLY CHART

Ogni volta che prendiamo una posizione su uno strumento finanziario,la prima cosa che dovremmo sapere è la volatilità media del prodotto osemplicemente in un orizzonte temporale ben definito (sia esso un ora,un giorno, una settimana o un periodo più lungo) di quanto ha oscillatonel tempo.Guardando il grafico precedente (ma volendo si potrebbe fare un analisisu un periodo più lungo senza grosse differenze) notiamo che un grafico

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a candele settimanali presenta spesso una variazione in 5 giorni lavorati-vi di circa 500 pips (dette 5 figure).Da questo possiamo iniziare la costruzione della piramide settimanalepuntando a una variazione a nostro favore di 5 figure (volendo essere piùvicini al successo anche 3 figure sono sufficienti a fare tantissimi utili).Bisogna inoltre considerare che questo movimento settimanale potrebbeavere dei draw down (cioè degli andamenti contrari al movimento prin-cipale) di una percentuale tale da azzerare l’equity messa in gioco.Considerando che si lavora con leva 200:1, una variazione contraria del-lo 0,50% porterebbe alla perdita totale del margine impegnato.Ecco perché è strategico impegnare solo una percentuale dell’equity to-tale. Questa percentuale sarà più o meno elevata a seconda dell’aggressi-vità che si vuole dare al trading.

Questa è la prima settimana del 2011. In soli 4 giorni lavorativi abbiamoavuto un movimento continuo al ribasso di 5 figure con un draw downmassimo di 60 pips pari allo 0,45%.

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Nella tabella seguente viene esplicitata la posizione presa e come si co-struisce la posizione antimartingala o piramidale. Viene detta antimartin-gala proprio perché a differenza della tecnica di martingala dove si conti-nua a raddoppiare una posta dopo un evento negativo, in questo caso au-mentiamo il margine utilizzato ogni volta che il mercato si muove dalla no-stra parte e riduciamo le posizioni ogni volta il mercato si muove contro.Ovviamente, volendo costruire una posizione piramidale, dobbiamo chie-derci quanto capitale (equity) utilizzare con la leva che abbiamo (es: seutilizziamo 5.000 euro con leva 200 prendiamo una posizione di 1.000.000di eurusd) e ogni quanto intervenire sul mercato per aumentare o dimi-nuire le posizioni.Leggendo attentamente la tabella che segue vediamo che:nella colonna A abbiamo il totale equity corrispondente ad ogni valoredel cambio, mentre nella colonna B troviamo il margine utilizzato nellaposizioni presa.Sulla parte sinistra troviamo 2 valori:

1.DIFF 0,50%, cioè a ogni variazione del prezzo dello 0,50% dobbiamo aumentare o diminuire il margine utilizzato

2.M.UTILIZZATO, cioè quanto margine utilizzare rispetto all’equity totale

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Nell’esempio si parte da un valore di mercato pari a 1.34 e si utilizzano5.000 euro (cioè il 50% dell’ equity); dopodiché, nel caso di mercato favo-revole (si sta puntando al ribasso) il margine utilizzato viene aumentatoin modo che ad ogni variazione del prezzo dello 0,50% l’utlilizzo sia sem-pre pari al 50% del totale equity.Ecco l’antimartingala: seguendo questa semplice regola (con un interventoogni 0,50% e un mantenimento del margine utilizzato al 50% dell’equity)dopo meno di 5 figure il nostro capitale iniziale di 10.000 euro si è molti-plicato fino a 170.000 euro.

Chiaro a questo punto che i fattori che contribuiscono ad aumentare il ri-schio della posizione e di conseguenza a dare un risultato ancora più am-pio sono i due coefficienti che discrezionalmente si possono determinarea priori.Se diminuiamo il DIFF, a parità di movimento del mercato interveniamopiù volte e otteniamo un risultato maggiore.Diff 0.30% margine 50%

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A parità di DIFF se aumentiamo il margine utilizzato anche otteniamo unrisultato maggiore.

Diff 0.30% margine 70%Stesso ragionamento lo possiamo fare per ogni eventuale altra coppia divalute:

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Infine per concludere l’analisi grafica aggiungiamo una tabella con unastruttura ad albero che (sempre applicando le regole di margine utilizza-to del 50% e del DIFF allo 0,50%) risponde anche ad eventuali domandesu cosa succederebbe se l’andamento del mercato non fosse lineare ma asaltelli. Quindi anche quando il cambio va a nostro favore, ma durante ilpercorso ci va contro qualche volta, seguendo le regole precedentementespiegate, comunque si ottiene un eccellente risultato.

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Laureato in Scienze Economiche e Bancarie a Siena nel 1991 si è subito dedi-cato alla formazione universitaria per poi lavorare in alcune banche e averel’esperienza di essere responsabile dal 1995 al 1999 della Tesoreria della Deut-sche Bank Italia.Oggi consulente finanziario, formatore e trader ha gareggiato nelle più impor-tanti competizioni di trading risultando vincitore della T-Cup 2004 organiz-zata da IwBank Spa.

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Il forex con il delphic phenomenon e il supertrendBruno Moltrasio

Una delle tecniche che da sempre prediligo per operare sul Forex, sia perindividuare il trend del mercato che il giusto timing di ingresso, è il Del-phic Phenomenon.La tecnica, ideata da Scot Lowry, è molto semplice in quanto si basa sul-l’utilizzo di due medie mobili semplici, a 18 periodi la prima e a 40 perio-di la seconda. La tecnica originaria, per la verità, sfrutta anche una mediaa 4 periodi, ma ho potuto verificare che, nella pratica, l’apporto di que-st’ultima media alla riuscita dell’operazione è davvero poco significativo. Tutti i trader sanno bene che l’utilizzo delle medie mobili per individua-re segnali di ingresso sul mercato è ottimale nelle fasi di trend, mentre dapoi luogo a molti falsi segnali nei momenti di lateralità.La tecnica che vi mostro, nelle sue applicazioni pratiche al mercato delForex, consente di filtrare molti di questi falsi segnali sfruttando il mec-canismo del c.d. “pullback”.Il pullback consiste in un movimento di ritorno dei prezzi verso livelli si-gnificativi in precedenza violati. Si è infatti soliti assistere ad un pullbackdopo la rottura di livelli grafici particolarmente sensibili (supporti / resi-stenze – Massimi / Minimi importanti e così via). Succede, in pratica, chedopo il breakout di questi livelli importanti da parte dei prezzi, molti ope-ratori tendono a prendere profitto sulle loro posizioni dando luogo a unmovimento contrario al trend appena avviatosi.Ho potuto personalmente constatare come questo movimento, definitoappunto di “pullback”, si esaurisca molto spesso in prossimità dei livellicritici violati in precedenza per dare luogo subito dopo alla ripresa deltrend in direzione del breakout.Il Delphic Phenomenon sfrutta in qualche modo questa caratteristica edè questo il motivo per il quale il pattern ha elevate probabilità di succes-so, oltre a caratterizzarsi per un basso profilo di rischio in rapporto al po-tenziale rendimento.Passiamo allora a vedere le regole, molto semplici, di questa particolaretecnica.

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Anzitutto dovremo utilizzare due medie semplici, a 18 e 40 periodi – ched’ora innanzi richiameremo come SMA(18) e SMA(40). Queste ci servi-ranno per individuare il trend del mercato, vale a dire la direzione a fa-vore della quale apriremo la posizione, al ricorrere delle ulteriori condi-zioni previste dal pattern.Assumeremo pertanto che il trend sia rialzista nel momento in cui laSMA(18) incrocerà al rialzo la SMA(40).Da questo momento effettueremo solo operazioni rialziste.Una volta che la SMA(18) avrà incrociato al rialzo la SMA(40) attendere-mo che i prezzi diano successivamente luogo ad un ritracciamento (pull-back) andando a riportarsi sotto la SMA(18). A quel punto posizionere-mo un ordine buy stop poco sopra la SMA(18) e un ordine stop loss a pro-tezione del nostro capitale poco sotto la SMA(40).Per lo short vale ovviamente l’inverso. Quindi attenderemo che la SMA(18)incroci dall’alto verso il basso la SMA(40); che i prezzi successivamenteeffettuino un rimbalzo fino a tornare sopra la SMA(18); posizioneremo aquesto punto un ordine sell stop subito sotto la SMA(18) con stop loss diprotezione poco sopra la SMA(40).Benché la tecnica originaria sia consigliata da Lowry su time frame addi-rittura settimanali, personalmente applico con profitto questo pattern sugrafici con time frame a 60 minuti, il che mi consente di filtrare molti fal-si segnali dovuti al rumore di mercato (inevitabili se si utilizzano time fra-me inferiori) e contestualmente di mantenere l’ampiezza degli stop lossadeguati al mio profilo di rischio. Nulla vieta di applicarla su time framediversi con gli opportuni accorgimenti.Vediamo qualche esempio operativo. (Grafico 1)Vediamo la tecnica applicata al cross USD / CAD. nel punto 1 la SMA(18)incrocia al rialzo la SMA(40). Nel punto 2 i prezzi dopo avere ritracciatosotto la SMA(18) si riportano al disopra di tale media facendo scattare ilnostro acquisto. Lo stop loss posizionato inizialmente sotto la SMA(40)può anche essere utilizzato come trailing stop, in alternativa ad altri me-todi. In questo caso la chiusura sotto la SMA(40) al punto 3 fa chiudere laposizione.

Analogo discorso sul cross USD / CHF. Punto 1 incrocio dell emdie; pun-to 2 entry point; punto 3 exit point. (Grafico 2)

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Ancora un esempio; questa volta il Delphic opera al ribasso sul cross AUD/ USD. Al punto 1 la SMA(18) incrocia al ribasso la SMA(40). Punto 2 iprezzi si portano sotto la SMA(18) facendo scattare un’operazione sellshort. L’exit point è situato nel punto 3. (Grafico 3)

Altro esempio di operatività short sul cross CHF / JPY. Stessa procedura:punto 1 incrocio ribassista delle medie; punto 2 entry point; punto 3 chiu-sura dell’operazione. (Grafico 4)

Sul cross AUD / JPY abbiamo un bell’esempio di entry / exit e successivoreverse. Al punto 1 incrocio ribassita; punto 2 entry short; punto 3 exit short;punto 4 incrocio rialzista delle medie; punto 5 entry long. (Grafico 5)Quello che abbiamo visto è il modo più semplice per gestire l’operazio-ne. Una volta entrati sul mercato sarà infatti sufficiente posizionare unostop loss basandoci sulla posizione della SMA(40) e seguire poi il tradecon un trailing stop, sempre sfruttando la stessa media.Nulla vieta, peraltro, che ciascuno possa applicare un metodo differenteper prendere profitto dal trade; ad esempio ipotizzando di entrare con piùlotti per liquidare il primo al raggiungimento di un certo target moneta-rio, magari in misura pari allo stop iniziale. Per poi gestire il restante lot-to in trailing stop e chiuderlo una volta che i prezzi oltrepassino in closela SMA(40).Un ulteriore accorgimento è quello di evitare l’operazione se i prezzi du-rante il movimento di pullback e prima di tornare a violare la SMA(18),dovessero andare troppo oltre la SMA(40). In questo caso, infatti, un ri-tracciamento dei prezzi così importante potrebbe mettere a rischio la ri-presa del trend principale e, conseguentemente, la riuscita della nostraoperazione.Infine un altro metodo, ancora più evoluto, per gestire la posizione, pre-vede l’aggiunta ai nostri grafici dell’indicatore Supertrend. Si tratta di unostrumento sostanzialmente basato sulla volatilità, che fornisce all’opera-tore preziose informazioni sul trend attuale del mercato. In linea di mas-sima, per quel che qui ci occorre, assumeremo che il trend sia rialzista si-no a che i prezzi non stiano sopra l’indicatore. Viceversa per un trend ri-bassista i prezzi dovranno trovarsi sotto l’indicatore. La chiusura dei prez-zi sopra o sotto il Supertrend determina l’avvio di un nuovo ciclo rialzi-sta o ribassista.

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Vediamo allora come gestire le operazioni con l’ausilio del Supertrend emettiamole a confronto con la gestione ordinaria, vale a dire con la clas-sica chiusura del trade alla violazione della SMA(40).

Nel grafico vediamo il cross AUD/NZD: nel punto 1 le medie si incro-ciano al rialzo e, nel punto 2, si ha l’’entry point determinato dal fatto chei prezzi dopo averla penetrata al ribasso tornano sopra la SMA(18) (trat-teggiata). Nel punto 3 i prezzi violano al ribasso la SMA(40) originandola chiusura dell’operazione. (Grafico 6)In questo caso vediamo invece come il Supertrend, più distante dai prez-zi rispetto alla SMA(40), faccia restare in posizione per tutta la durata deltrend.Ovviamente non sempre con il Supertrend si ottengono risultati miglioriche non utilizzando la chiusura oltre la SMA(40); oltretutto, come è evi-dente dal grafico che precede, per restare nel trade con il Supertrend oc-corre essere disposti a sacrificare qualcosa in più dei guadagni acquisiti,visto che molto spesso, specialmente nel caso di brusche accelerazioni deiprezzi, questo indicatore resta più distante dai prezzi di quano non fac-cia la SMA(40).Come sempre non esiste la verità assoluta nel trading, ed i risultati sonoil giusto mix di abilità e conoscenza delle tecniche, esperienza sul campoe, soprattutto, un disciplina ferrea, dote quest’ultima, a mio avviso indi-spensabile per raggiungere ottimi risultati. Buon trading.

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Bruno Moltrasio: Responsabile della formazione area trading per IG Marketsè titolare dell’omonimo sito www.brunomoltrasio.net. Opera in Borsa dal 1998come trader privato ed è specializzato in tecniche di trading di breve e brevis-simo termine su CFD, Azioni. Futures e Valute. Coautore del libro “Dalle stra-tegie direzionali allo spread trading” è anche autore di numerosi testi e artico-li per riviste e siti internet specializzati in materia finanziaria nonché relato-re in fiere e congressi sul trading online e la speculazione di Borsa tra le qualifigura, fin dalla prima edizione, l’ITForum di Rimini. Dal 2003 svolge attivitàdi formazione sulle proprie tecniche di trading per privati, brokers e istituzio-nali, tra i quali figurano IG Markets, E-Trade, Tradestation, Iwbank e Webank.

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La forza del DollaroBud Fox

In principio ci fu la “Guerra delle valute”, questo è il grido d’allarme lan-ciato il 28 settembre 2010, da Guido Mantega ministro dell’economia bra-siliana. E’ un pericolo vero? Probabilmente questo ministro entrerà nellastoria grazie alla coniazione di questo neologismo, titoli esagitati e slogandi cui la finanza sempre necessita. L’allarme lanciato è dovuto alla forterivalutazione delle monete dei paesi emersi in forte crescita. E’ un even-to così strano? Ricordo che negli anni ’90 (ormai preistoria) i Paesi con unaforte crescita subivano piacevolmente la rivalutazione del cambio, ai tem-pi si parlava con orgoglio di un “Dollaro forte” ed avere una moneta for-te era una virtù e non un pericolo. Successivamente, con l’espansione mo-netaria e la finanziarizzazione del sistema è scattata la moda del “CarryTrade”, avere una moneta debole era diventato un vantaggio. Il “CarryTrade” non ha portato solo queste viziose distorsioni, ma ha anche scate-nato la nascita della “forex mania”, dopo lo boom della borsa, il nuovoeden era il mercato dei cambi. Le oscillazioni sono ampie, i guadagni so-no istantanei, basta poco per guadagnare molto: si chiama effetto LEVA.“Se il 15% dei day trader guadagnassero sarei sorpreso” a dichiararlo èDrew Niv fondatore di Forex Capital Market, broker Usa specializzato invalute. Non bastano queste avvertenze a fermare l’indole umana per ilguadagno facile. Il mercato valutario è sicuramente il più vasto di tutti,ed in esso si concentrano attori che pesano quanto elefanti: importatoried esportatori che con cambi a termine tentano di limitare i rischi sui bi-lanci, governi che premono a seconda dei cicli, Hedge Fund e Banche Cen-trali. In tutto questo come può sopravvivere un piccolo risparmiatore?L’analisi tecnica e gli indicatori sembrano le sue armi, come andare inguerra con arco e frecce, si perde e con la leva si perde forte. Molti forsenon si rendono conto che oltre a rischiare il capitale, si rischia anche la ca-sa, dovendo quotidianamente avere la copertura alle potenziali perdite.Non è come con le azioni. Greenspan anni fa disse: “il mercato valutarioè in assoluto il mercato più difficile”, ma Greenspan è ormai fuori moda.In un mondo che viaggia deciso vero il deleveraging (riduzione della le-

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va) e la riduzione del rischio, in casa nostra troviamo proposte per l’uti-lizzo di leve spropositate. Come diceva Buffet “i derivati sono armi di di-struzione di massa”, dovremmo ancora perdere prima di capirlo?Il tema valutario mi ha sempre appassionato, analizzare il comportamentodei risparmiatori, capire le dinamiche e cercare di ipotizzare e interpreta-re i movimenti futuri. Sebbene il mercato azionario sia il mio primo e piùgrande amore, è nel valutario che ho avuto le soddisfazioni più grandi.Una delle maggiori soddisfazioni previsionali, l’ho avuta sul rapportoDollaro/Yuan renminbi, operazione effettuata nel 2006 e per questo, misento un pioniere tra i piccoli investitori. Un’esperienza che ha dato mag-giori soddisfazioni all’animo, piuttosto che al portafoglio e proprio perquesti motivi, soprattutto didattici, la voglio qui descrivere:Il mercato è come un fiume, scorre ininterrottamente, a volte placidamente,sfiorando la noia e l’apatia, a volte si ingrossa, ti travolge e ti sorprende.Lo puoi arginare, ma non lo puoi fermare. Può essere distruttivo, ma haanche molte qualità, irriga e nutre il terreno rendendolo rigoglioso ed èsempre ricco di mille occasioni. Noi siamo dei pescatori, sulla sua rivaaspettiamo, armati di pazienza e prima o poi l’occasione arriva, se siamofortunati abbocca al nostro amo, altrimenti con il retino dobbiamo setac-ciare e cercare. Era il 2006 e mi trovavo idealmente sulla sponda del fiu-me Xi Jiang (il più fertile della Cina), tra bonaccia azionaria ed obbliga-zionaria cercavo il pane quotidiano, quando al mio amo arrivò l’idea:“puntare sullo Yuan! Si può?” Parte la ricerca, trovo il canale, una bancaestera, le condizioni non sono vantaggiose, ma è un affare, quello che iochiamo il “senso unico” eccezionale. Capita poche volte, ma quando lotrovi, lo devi percorrere. Successe all’alba dell’entrata nell’Euro, i tassi inItalia dovevano scendere e quindi era l’obbligazionario, il BTP il “sensounico” di quel momento, il guadagno sicuro. Feci un contratto a termine,vendita di Dollari contro Yuan, la partenza fu a 8,20. Quello che per ine-sperienza ancora non sapevo, erano le variabili del differenziale sui tassie le commissioni che avrebbero tarato il mio risultato finale. Arrivai allascadenza, con lo YUAN che marciava costantemente verso la rivaluta-zione, vincendo la scommessa, ma la sorpresa fu il risultato finale. Cre-devo in una goleada, ma fu una striminzita vittoria su misura. La mia con-troparte era (nel marchio) un colosso bancario ed io nano della finanza,avrei perso qualsiasi braccio di ferro. Questo è quanto, in moneta sonan-te fu poco, ma dal lato umano fu una grande esperienza, di quelle che non

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si dimenticano. Tanto che mi venne il dubbio che nelle commissioni fos-se compresa la “cresta” del monopolio, oltre che l’aver fatto da locomoti-va con la mia idea, avendo conosciuto il mio fiuto dopo l’intuizione sul-la svalutazione del dollaro. Sembra facile guadagnare con la finanza, tan-te formule magiche, trading system e poi arriva una Lehman e cancellatutto, castelli sulla sabbia dissolti da un’onda.

Il mio inizio, il battesimo verso il mercato valutario è però dovuto ad al-tre motivazioni e su altri lidi. Fu la Sterlina, nel 1994 a spingermi versoquesto strumento finanziario. Frequentavo ancora le scuole superiori, erointeressato alle vicende finanziarie, non solo per la cronaca e le scorri-bande dei capitani di ventura, ma anche dai meccanismi che alimentava-no la grande giostra dei mercati. Mi ritrovavo con i risparmi di alcuneestati studentesche spese in qualche lavoretto. Dopo molte osservazionie una stagione trascorsa a Londra, ero allibito nel vedere una Sterlina checontinuava ininterrottamente a svalutarsi, decisi che era il momento dirompere il ghiaccio, provare la mia prima esperienza finanziaria e osare.Ruppi il salvadanaio, andai in banca e cambiai le mie lirette in monetepregiate, ma svalutare della regina d’Inghilterra. Ci vollero alcuni mesi,ma successivamente, il pound conobbe una grande, e impetuosa rivalu-tazione. Passai all’incasso, tra gli occhi stupiti e allibiti degli addetti alcambio valute della banca. Anzi, aggiungo che fui quasi troppo precipi-toso, tanto che la Sterlina continuò a correre nei mesi successivi.Ma la soddisfazione maggiore, arrivò in un secondo momento, con unostudio approfondito sul rapporto di cambio più diffuso: l’Euro/Dollaro.Ricordo bene come cominciò l’avventura, era l’estate del 2002, mi trovaia leggere un articolo molto interessante sulla realtà del Dollaro che stavacambiando. Dopo “l’era clintoniana”, in cui gli USA conobbero il surplusdi bilancio, anche a causa del crollo delle 2 Torri, alle guerre che ne se-guirono, al necessario stimolo economico e con esso all’inizio dell’era “Tas-si Zero”, capii che per il biglietto verde, forze e dinamiche stavano cam-biando.In quel momento, nel 2002, il Dollaro godeva ancora (rispetto al giovanee gracile Euro) di una forte credibilità, tanto che il cambio era ancora sot-to la parità. Era giunto il momento di tentare qualcosa di ardito, il mon-do stava cambiando, il “carry trade” era alle porte, e anche un interesse aindebolire il biglietto verde, sembrava ormai incipiente.

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Iniziai a studiarlo, a costruirne una teoria e soprattutto a farla circolare at-traverso il mio blog, uno studio dal titolo forse troppo spavaldo: “la fu-tura svalutazione del dollaro”.Riporto qui uno stralcio di quanto scritto qualche anno fa:

“Si inizia a fare sul serio. Sapete che questo studio ormai mi impegna dallontano autunno del 2002. In quel periodo il Dollaro aumentava le sue do-se quotidiane di steroidi, ed allo stesso tempo l’economia USA decideval’entrata verso un Deficit (commerciale e federale) strutturale. L’Euro sof-friva, eravamo sotto la parità, e la gran parte degli analisti (come spessoaccade) vedeva il fallimento della moneta unica, ed una forza del dollaroinesauribile, instancabile, quando invece l’antidoping era lì vicino a col-pire, aprendo al mondo uno scenario totalmente diverso. Era l’alba di unnuovo corso, una situazione già sperimentata in passato, però questa vol-ta dalle caratteristiche diverse e con radici più profonde: una nuova de-bolezza del dollaro, questa volta, STRUTTURALE.In questi due anni di vita del blog, più volte ho cercato di identificare ipossibili movimenti valutari, distinguendoli tra scenario di breve pura-mente speculativo, e movimento di fondo di lungo termine. Cercato, per-ché sappiamo benissimo che il mercato valutario è uno dei più difficili dainquadrare per le molte forme e le molte interpretazioni che i cambistidanno ai dati economici, agli eventi del mondo, alle situazione finanzia-rie. Più volte vi ho elencato quali sono i 3 principali parametri che perso-nalmente seguo per analizzare una valuta, mi raccomando, quelli sonol’ABC, devono essere sempre a mente, devono essere il santino, semprein tasca, pronto alla consultazione in ogni momento.Ho iniziato quando l’Euro/$ batteva 0,94. Oggi siamo a 1,28. Nel primoanno (2002) abbiamo iniziato l’operatività con un carattere ultra long diperiodo, avendo in testa orizzonti lontanissimi di prezzo, ancora impra-ticabili temporalmente, i maghi non abitano qui. Nel 2003 impantanatidalla guerra in Iraq (che rafforzava psicologicamente il $) ma avevamoun target di fine anno sugli 1,25, è stato bingo! L’anno dopo lambendo gli1,30 sono iniziate le solite trame di strumentalizzazione, creando panicogenerale si parlava di crollo del dollaro. Qui ho scritto “dieci figure pos-son bastare?” parlando di una correzione fisiologica dell’euro verso 1,18.Siamo andati un po’ sotto, nella zona naturalmente abbiamo un po’ sof-ferto, perché intanto naturalmente la psicologia era cambiata a favore del

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ritorno del Dollaro forte. Dalla base di 1,18 abbiamo ripreso, più che un’im-presa è stata l’applicazione di ragionamento mixato a buonsenso che nonè detto porti sempre alla verità, ma aiuta. Alla fine del 2004 l’EURO ha ri-niziato la sua cavalcata, ed il Dollaro si è riportato sui binari strutturali dilungo periodo (naturalmente non solo contro euro, ma contro tutte le va-lute principali), alla fine dell’anno eravamo sopra zona 1,35. Avevo già in-terrogato le mie vene ed il mio istinto, da sopra 1,3 ero già short di Euroed a favore del Dollaro. Perché? (riassumo in breve il pensiero) Perchénonostante fossi sempre della stessa idea di “lungo” non mi sembrava ilmomento per una crisi del Dollaro, una crisi che una sua svalutazione ine-vitambilmente creerebbe. Il sesto senso ha portato risultati, dopo setti-mane di tentennamenti alla fine il Dollaro ha preso la strada del recupe-ro, che piano piano, come una palla di neve si è ingrossata creando unavalanga, approfittando di tutte le notizie positive (dalla crisi dell’EuropaComune, alla forza dell’economia USA, al rimpatrio dei capitali ameri-cani) che il vento buono le portava.Peccato che la palla di neve, diventata ormai valanga, sia caduta nell’im-menso lago rosso, dalle acque calde, infernali che ha sciolto le speranzedei rialzisti convinti sul Dollaro. Un lago rosso tracimante, tanto quantol’inchiostro rosso nella contabilità americana, un deficit commerciale a li-velli storici, un deficit federale in crescita, una marea rossa che sta tra-volgendo anche l’eorico consumatore americano dalle tasche ormai vuo-te se non bucate!Mi ero dato il livello di 1,20 come supporto per l’EURO, siamo andati sot-to, e lo ammetto, ho tremato, la mia convinzione restava, la realtà in queimomenti mi dava contro. Molti mi davano del pazzo, molti mi dicevanoche saremo andati verso 1,10. Alcuni mi dicevano che mi stavo scavandola fossa e che l’obiettivo sarebbe stato il ritorno verso la parità: 1 a 1.Quei momenti sembrano interminabili, i minuti sembrano giorni, le oresettimane, i giorni mesi. Non ho voluto cedere alla mia idea, ero troppoconvinto, e non è detto che tutt’ora, quando il pericolo SEMBRA scam-pato, il mio scenario si realizzi.Siamo in barca, e lungo il viaggio saranno molti i pericoli, le trappole cheincontreremo, però questa volta, se saliamo, non sarà una finta, non ci sa-rà correzione, non si tornerà presto indietro! Se si salirà, si andrà verso lameta, in modo lento o rapido non lo so, ma non si faranno sconti. Questavolta, con l’apertura di questa rubrica, ho voluto esagerare, mi sono dato

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un tempo, entro la fine del 2007. Se fallirò, ne prenderò atto, avrò capitoche non fa per me ed appenderò la “casacca da broker” al chiodo. Allaprossima puntata...”Sappiamo tutti dov’è arrivato l’Euro/Dollaro, nonostante i molti scetticidell’epoca, la moneta comune nei confronti del biglietto verde ha toccatovette intorno a 1,60.Gli stessi scettici dell’epoca, hanno poi creduto che si potesse vedere unasvalutazione valanga fin sopra i 2, gli stessi scettici che oggi dimenticanoche c’è stata un’epoca in cui il Dollaro era considerata una moneta forte.E ora, cosa potrà succedere al cambio Euro/Dollaro?Non sono un catastrofista, non lo sono mai stato, non penso che l’Euro sidissolverà, né che il Dollaro possa diventare carta straccia.

L’Euro è morto, no l’Euro è vivo. Come diceva Mark Twain, a propositodi un suo necrologio, l’annuncio della mia morte è prematuro. Così valeper l’Euro, visto in stato comatoso, annunciandone morte certa, per l’en-nesima volta è resuscitato. Nel Far West dei mercati non si contavano leepigrafi appese alle pareti dei saloon o come bersaglio per le freccette. Og-gi, dopo il gran recupero, non si vede più traccia e nemmeno si vedonopiù i cow boy della speculazione che tanto avevano sparato contro la mo-neta unica.Per l’analisi dei cambi, mi sono sempre affidato a 3 regole semplici, ma amio avviso basilari: 1) Il differenziale del Pil, 2) La differenza dei tassi d’in-teresse, 3) Il debito.Oggi il Debito, il grande fardello e zavorra che negli ultimi anni ha inde-bolito il Dollaro, non è più un problema esclusivo dell’America, ma an-che per l’Europa, dopo la crisi finanziaria è diventato un pesante maci-gno. Non sarà più quella, la voce discriminante che sposterà l’ago dellabilancia tra le due valute, ma saranno altre le variabili che muoveranno idue contendenti.La crescita, grazie alla multivarietà ed alla flessibilità del corpaccio ame-ricano, sarà sempre più pendente verso gli Stati Uniti, i Tassi d’interessesono un encefalogramma piatto in tutto l’Occidente ed il debito non è piùsolo una macchia americana. L’Europa non è più la verginella candida edimmacolata, l’inchiostro rosso ha sporcato anche il suo abito e dilaga ovun-que, ma niente annegamenti.Finchè lo Yuan Renminbi non sarà liberato dalle gabbie del regime, al Dol-

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laro non ci saranno alternative e non sarà certo l’Euro a poter ridare il cam-bio. E non è detto che una volta che lo Yuan sarà lasciato libero di cam-minare con le proprie gambe, la direzione sia quella del rafforzamento,come molti continuano a pronosticare.La negazione della “Double dip”, la doppia recessione americana e la scar-sa lungimiranza della Merkel, aiuteranno il biglietto verde nella riscossa.Probabilmente, è ora il momento di puntare sulla forza dell’aquila ame-ricana, torneremo alla parità con l’Euro? Credo sia possibile.

Buddy Fox www.trafficantevolpino.blogspot.com

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Opera sui mercati da quasi 20 anni, ha iniziato con sem-plici operazioni sul valutario, ma è l’azionario il suo ve-ro amore.Ha superato la crisi messicana, le fiamme e le tigri asia-tiche, l’inverno siberiano del Rublo, le tentazioni ma-niacali e sessuali di Clinton, lo scoppio delle mille bol-le blu di Internet, la caduta delle Due Torri, gli scanda-

li Enron e delle società contabili, le due guerre di Bush, lo scoppio della bollaimmobiliare, la cancellazione della Lehman, la crisi finanziaria e la pseudo cri-si/recessione/depressione economica e è pronto alle nuove sfide.Crede che l’unica cosa che conti sui mercati, è poter esserci ogni giorno ed è l’e-sperienza a permetterti di sopravvivere e superare le difficoltà. Capacità, ta-lento e buona volontà, sono gli strumenti che collaborano con l’esperienza.Crede di essere stato un precursore sul Dollaro/Yuan. Il suo studio principale èstato sull’Euro/Dollaro, iniziato nel 2002 e titolato “la futura svalutazione delDollaro”. Per alcuni anni ha fatto il consulente indipendente, ha operato comescalper, come trader, in gruppo, presso uno studio finanziario e in perfetta so-litudine e autonomia.Da 7 anni gestisce un blog, di cui è autore: www.trafficantevolpino.blogspot.comDa più di un anno ha una rubrica su Panorama Economy: Vita da Blogger.

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Fasi di consolidamento dell’Indice Dow Jones simili a quella attualeRegistrate nel corso degli ultimi 30 anniCorrado M. Cantore, Fondatore e Managing Director di TK Trading Knowledge s.r.l.

Premessa Da fine Luglio/inizio di Agosto scorso i principali mercati azionari inter-nazionali si trovano in una fase di consolidamento bene interpretabile daun movimento laterale descrivibile da un rettangolo molto netto comequello visibile in figura 1 riferito all’indice Dow Jones. Il movimento la-terale in questione sui mercati azionari trova delle difficoltà interpretati-ve in relazione al quadro intermarket che da parte sua presenta vicever-sa delle escursioni piuttosto importanti come, a titolo di esempio, si puòosservare in figura 2 sul fronte del mercato valutario e qui rappresentatodal rapporto di cambio Euro - Dollaro. Nel periodo nel quale sul fronte del mercato azionario si assisteva a que-sto movimento laterale dell’ordine di un 9-10%, come livello di escursio-ne tra il minimo e il massimo, il mercato valutario presentava delle oscil-lazioni molto rilevanti come ben si vede in figura. Il rapporto di cambioè sostanzialmente rimasto fermo per tutto il mese di Agosto ben suppor-tato dalla presenza della evolvente parabolica di supporto componente ilcanale parabolico della figura. Grosso modo sul finire di Agosto - inizio di Settembre sì è assistito anchead un forte cedimento del valore dell’Euro nei confronti del Dollaro conuna escursione rilevante misurabile in termini di flessione del circa 1,43a 1,31 Dollari per Euro al quale è seguita una successiva fase di recuperodell’Euro e che sì è arrestato alla livello di ritracciamento del 50% di que-sta onda di riferimento creatasi nel corso della primavera dell’anno.È certamente vero che l’escursione osservata sul fronte del mercato valu-tario è percentualmente inferiore rispetto all’oscillazione osservata sulmercato valuta azionario ma, è ben evidente come il mercato azionario eil mercato valutario tendano a rispettare percentuali di oscillazioni bendiverse le une delle altre.

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In altri termini si ritiene di poter certamente dire che del corso del perio-do intercorrente da inizio di Agosto in avanti a fronte di oscillazioni mol-to rilevanti sul fronte del mercato valutario non si siano registrate analo-ghe oscillazioni rilevante sul fronte del mercato azionario così come vistoin figura 1 a riguardo dell’indice Dow Jones e come possiamo osservarein figura 3 relativamente all’indice SP 500 ma anche all’indice delle bluechips europee Stoxx 600.Il movimento di congestione in atto sul mercato azionario mondiale, e se-gnatamente sul mercato azionario americano ed europeo, è ben visibilein figura 4 che riporta l’indice Dow Jones il quale continua a manifestarele sue oscillazioni tra il livello minimo di 10.600 punti e il massimo in zo-na 11.650 –11.700 punti circa. Preso atto di questa situazione degli ultimi tre mesi circa, l’interesse ri-posto in questo nostro lavoro è di verificare se in passato sul mercato azio-nario internazionale si siano registrate fasi analoghe a quella in corso on-de poter trarre indicazioni utili per prevedere la sua evoluzione futura.Al fine di condurre questa analisi su un mercato importante e del qualesi disponga di una serie di dati sufficientemente estesa nel tempo si è fat-to ricorso all’indice Dow Jones negli ultimi 30 anni circa, dal 1983 in avan-ti per l’esattezza, e le indicazioni che emergono sono meritevoli di mas-sima attenzione.Una prima percezione grafica del contenuto della nostra analisi emergein figura 5 laddove sì è indicato in rosso la fase attuale in atto da Agostoe la stessa fase è stata ricostruita sulle dinamiche dell’indice Dow Jonesnel corso del 2005 ancora riprodotta in rosso. A tratto più leggero è indicata la successiva estensione del movimentodell’indice Dow Jones sempre all’interno del range di oscillazione di un9-10% come quello che caratterizza la fase attuale. Rinviando alle indica-zioni numeriche più rigorose più avanti esposte, si può comunque fin dasubito prendere atto del fatto che nel 2005 l’indice Dow Jones permase al-l’interno del suo range di oscillazione del 10% per complessivi 16 mesi e,pur non ritenendo che lo stesso movimento si debba riproporre adesso,non possiamo nemmeno escludere che qualcosa di simile possa ripre-sentarsi. Per il vero le conclusioni alle quali perveniamo ci portano a ri-tenere probabile la prosecuzione di un movimento laterale per ulterioridue mesi circa ma non anticipiamo al momento queste conclusioni.Per meglio percepire la reale dinamica dei mercati registratasi nel 2005,

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ma anche per introdurre la metodologie di esame qui descritta, in figura6 è stato riportato a tratto più pesante il movimento simile a quello in at-to da Agosto in avanti il quale come ben si evince in figura, era di una am-piezza ben diversa dal movimento registrato da parte dell’indice Dow Jo-nes ad inizio del suo movimento del 2005. Si osserva meglio come in quel periodo, dal 1 Maggio a 15 Novembre 2005,l’Indice Dow Jones rimase compresso in un trading range delimitato tra10.400 e 10.700 punti ossia rispondente ad un asfittico 3%. Allora si sonovissuti 7,5 mesi con un mercato che oscillava non oltre il 3% dal minimoal massimo; situazione per certi versi ben peggiore di quella attuale.Preso atto di questa atrofia del mercato per questi 7,5 mesi, in termini piùgenerali possiamo osservare in figura 7 lo sviluppo complessivo del DowJones nei 16 mesi intercorrenti dal 1 Novembre 2004 al 1 Marzo 2006 de-finito da una oscillazione compresa tra 10.000 e 11.000 punti pari esatta-mente al 10% di questo periodo estivo – autunnale.Volendo potremmo certamente considerare quanto accaduto a cavallo del2005 come di un qualcosa del tutto atipico nel movimento ortodosso deimercati ma l’esame che ho condotto, pur con tutte le approssimazioni in-site in questo tipo di analisi retrospettive, ha permesso di individuare 8fasi di consolidamento simili per ampiezza di oscillazione percentuale aquella attuale. L’aspetto interessante che emerge da questa analisi retrospettiva è che ladurata media di queste 8 fasi è stata di 8,6 mesi e con un range esteso da5 a 16 mesi. Considerando che siamo a 2,5 mesi, in base al semplice com-portamento storico del mercato americano, al momento non dobbiamoavere fretta di vedere giungere a conclusione questo defaticante movi-mento laterale che potrebbe proseguire con facilità per un altro paio dimesi. Cerchiamo ora di conoscere le modalità di analisi che ci hanno por-tati a questa lettura del movimento dei mercati e delle conclusioni piùavanti esposte.

A) Movimento di congestione di riferimento del 2011Al fine di meglio contestualizzare la natura del movimento di congestio-ne in atto e per poter trarre indicazioni utili dallo studio in esame, rite-niamo importante leggere dapprima alcuni aspetti importanti del com-portamento dell’indice Dow Jones nel periodo di esame intercorrente quin-di dal 1983 ad oggi.

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L’andamento dell’indice Dow Jones in questo periodo è rappresentato infigura 9 su scala metrica e in figura 10 su scala logaritmica e il ricorso al-le due modalità di rappresentazione grafica ci aiuta a meglio focalizzarealcuni aspetti importanti di evoluzione del mercato americano. In figura9 si osserva il movimento di forte crescita che il mercato azionario ameri-cano ha registrato negli anni ’90, durante la presidenza Clinton e il mo-vimento in questione è bene interpretabile con il ricorso a due evolventiparaboliche descrivente un canale parabolico molto regolare.Nella primavera del 2000 l’indice Dow Jones interruppe il suo movimen-to di crescita al raggiungimento del livello di 11.750 – 11.800 Punti, livel-lo raggiunto nel corso degli ultimi due mesi e mai superato. È certamen-te importante dal mio punto di vista questa annotazione in quanto vedela formazione del movimento di consolidamento in atto su un livello cherispetta perfettamente il massimo registrato nel lontano 2000 dall’indiceDow Jones e già riconosciuto in altre occasioni come indicato dai rettan-goli verdi di figura 9. In figura sono altresì evidenziati altri importanti segnali quali ad esem-pio quelli di avvio del movimento di forte correzione nel corso del 2007a seguito della formazione di un Pull Back ribassista da parte dell’indiceDow Jones sulla evolvente parabolica blu che aveva in quell’epoca viola-to al ribasso. La trasposizioni della lettura dei movimenti importanti sul-l’indice Dow Jones dal grafico 9 scala metrica al grafico 10 su scala loga-ritmica ci permette di meglio percepire questa diversa velocità di cresci-ta del mercato americano particolarmente forte nel periodo intercorrentedal 1983 al 2001, ben descritta dal canale lineare e tracciato sul grafico lo-garitmico all’abbandono del quale il mercato è stato più ondivago. Ciò che ci preme tuttavia evidenziare in queste due figure è da un lato ilbuon rispetto del “livello sensibile” posto in zona 11.750 – 11.800 punti edall’altro la formazione di diverse fasi di congestione simile a quelle at-tuali e che andiamo ora a conoscere nel dettaglio.In figura 11 e in figura 12 si propone la situazione rispettivamente del-l’indice Dow Jones e dell’indice SP 500 nella nostra consueta modalità in-terpretativa grafica nella quale si evidenzia da un lato il rispetto di un par-ticolare comportamento ciclico, dall’altra il rispetto di particolari livelli diritracciamento di impulsione di Fibonacci. Mentre il posizionamento della fase di congestione attuale sull’indice DowJones non si presenta particolarmente rigoroso in termini di rispetto dei

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livelli di ritracciamento di Fibonacci, possiamo bene osservare in figura12 come invece l’indice SP 500 stia sviluppando la sua fase di consolida-mento da Agosto in avanti su un livello di ritracciamento relativo al 38,2%dell’onda di crescita 2009 - 2011 e il livello di ritracciamento superiore apari al 23,6% di questa onda di riferimento. Anche in funzione del perfetto rispetto di questi livelli di ritracciamento,oltre al buon rispetto del comportamento ciclico e non da ultimo delle in-dicazioni di analisi grafica non lineare effettuata con il ricorso alle Evol-venti Paraboliche, si possono ipotizzare due possibili evoluzioni del mer-cato americano di cui una vede la prosecuzione del movimento al rialzocosì come schematizzato a tratto più leggero, mentre l’altra vede la for-mazione di un movimento di assestamento e posto su uno “scalino” lie-vemente inferiore rispetto quelli attuali salvo poi sviluppare una forteazione di crescita a distanza di alcuni mesi e verosimilmente di inizio del2012. In base alle diverse argomentazioni esposte nel corso dei recenti se-minari di Ottobre, da parte nostra si ritiene decisamente più probabilequesta seconda evoluzione del mercato americano rispetto la prima.Onde giungere a questa conclusione proviamo pertanto a eleggere qualisegnali ci dà il trascorso storico dell’indice Dow Jones andando alla ri-cerca di fasi simili con quella attuale sviluppatesi in passato. In figura 13evidenziamo due situazioni apparentemente simili a quella attuale, e me-glio riprodotte in figura 14 e 15 le quali presentano sostanzialmente lostesso livello di oscillazione ma, presentando al contempo una fuoriusci-ta da questo range nel corso del 2008. Anche per via del movimento di superamento del range di oscillazionenel corso della fase che sì è prodotta di inizio del 2008 come illustrato infigura 15, siamo portati a non considerare queste due fasi come fasi simi-li a quella attuale e dalle quali trarre indicazioni utili a prevedere la evo-luzione in questo momento. Passiamo quindi a leggere nel dettaglio qua-le la metodologia operativa adottata per giungere a delle conclusioni checonfidiamo possano aiutarci nei mesi entranti.

B) Metodologia di comparazione delle diverse fasi di congestioneLa fase di consolidamento che sì è venuta a creare negli ultimi 2,5 mesicirca, e si è si pone su un livello particolarmente importante in termini diriconoscimento di un importante massimo di lungo periodo dell’indiceDow Jones posto in zona 11.750 – 11.800 punti e rispondente al massimo

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del 2000, nonché su livelli che sull’indice SP 500 rispondono in manieraimportante ai livelli di ritracciamento di Fibonacci, non riteniamo meri-tevole di essere seguita qui con questa modalità tecnica di ricerca di livellidi supporto e di ritracciamento in quanto sarebbe un esame destinato ve-rosimilmente a non produrre alcun risultato utile. In figura 16 e 17 possiamo certamente osservare la formazione di una fa-se di congestione su dei livelli già visti in passato da parte dell’indice SP500, e in qualche misura anche dall’indice Stoxx 600 ma dal nostro puntodi vista si ritiene preferibile porre l’attenzione solo sulle dinamiche di piùbreve periodo e relative alle conformazione dei movimenti di consolida-mento così come rappresentati schematicamente in figura 18.In figura 18, tracciata sulle dinamiche ormai lontane del 1985 - 1991, be-ne si osservano delle reali conformazioni di congestione dell’indice DowJones le quali presentano delle similitudini con il movimento attuale piut-tosto rilevanti e comunque meritevoli di essere esaminate. Allo scopo rappresentiamo dei grafici descriventi mediamente due annicadauno e, per rendere omogenea la loro lettura, applichiamo una esten-sione dell’asse verticale di un 30%. Ci possiamo quindi trovare nella si-tuazione ad esempio di mettere a confronto l’indice Dow Jones dal 2000a oggi con una scala compresa tra 10.000 e 13.000 con l’indice del perio-do 83 - 86 con una scala compresa tra 1000 e 1300 punti.L’effetto pratico di questa metodologia di lettura dei mercati e di sua rap-presentazione grafica è descritto nelle figure 20 – 21 laddove si osserva lapossibilità di rappresentare sulla stessa scala sia in termini temporali, dueanni circa, sia in termini di variazione percentuale l’andamento del mer-cato azionario americano ad una distanza, come nel caso in esame di 28anni circa. Più in particolare in figura 21 ho voluto ricordare alcune indicazioni uti-li per interpretare la dinamica attuale ma più ancora la dinamica pro-spettica che ci attendiamo per i mesi entranti e simile alla dinamica che ilmercato azionario americano ha registrato nelle 1984. In quell’epoca, co-me indicato in figura, dopo una fase di movimento laterale l’indice ha ce-duto in maniera misurata avviando una successiva fase di nuovo movi-mento laterale posto uno “scalino” sotto la fase di precedente accumula-zione. Come andiamo dicendo da tempo nei nostri lavori previsionali TK’s Sen-timent Outlook e TK’s Update, esattamente questo è il movimento che ci

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attendiamo per l’insieme dei mercati azionari occidentali così come de-scritto in termini sintetici nella figura 23.

C) Esame delle principali fasi di congestioneNelle precedenti parti di presentazione del lavoro abbiamo fatto riferi-mento ad importanti movimenti prodottisi nel 2005 e che ha visto il pro-seguimento di oscillazioni dell’ordine di un 10% per ben 16 mesi. Nellefigure 24 e 25 si riportano i riferimenti grafici al movimento in questionee in particolar modo si segnala in figura 25 la manifestazione di un mo-vimento laterale e limitato ad un 3%, e compreso tra le quotazioni di 10.400e 10.700 punti durato tuttavia sei mesi è in mezzo da inizio di Maggio ametà di Novembre.Il movimento complessivo di nostro interesse e che ci aiuta ad individuarepossibili modelli evolutivi del mercato all’abbandono di questa fase diconsolidamento è tuttavia rappresentato in figura 26 laddove abbiamopresentato a tratto più leggero il movimento laterale complessivo di 16mesi avente una ampiezza del 10% e esattamente simile a quella attualeè qui riportata nel rettangolo a tratto più pesante di sinistra. Aggiungiamo che la fase intermedia di movimento quasi asfittico e limi-tato ad un 3% per 6,5 mesi poteva essere interpretato in maniera molto ri-gorosa con un canale parabolico acuto alla cui fuoriuscita, con il supera-mento delle evolvente parabolica superiore il mercato ha messo segno unmovimento davvero interessante. La successiva formazione di un Pull Back sul lato sommitale di questo ca-nale parabolico ha facilitato l’interpretazione della ragionevole successi-va evoluzione positiva che si è infatti poi manifestata a Marzo del 2006.La situazione vista nel 2005 in termini di abbandono al rialzo di un cana-le parabolico sì è ripresentata anche in questa fase ed infatti nelle ultimesettimane la presenza del movimento positivo che ha portato al supera-mento delle evolvente parabolica superiore componente il canale para-bolico qui tracciato, ha favorito un movimento in crescita particolarmen-te importante. Dobbiamo tuttavia prendere atto che questo movimento positivo sì è ar-restato esattamente sui massimi di precedentemente registrati durantequesta fase di accumulazione in zona 11.750 – 11.800 punti circa dell’in-dice Dow Jones con l’effetto di rafforzare la formazione del movimentolaterale di consolidamento e non di lasciare spazi per attese di ulteriore

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rialzo del mercato americano. È tuttavia evidente che al momento in cuiil mercato americano abbandonerà questa fase di consolidamento, sia alrialzo che al ribasso potremmo attenderci delle esclusioni piuttosto rile-vanti.Sulla base di questo esame comparato delle evoluzione recente in atto daAgosto ad oggi con evoluzioni di un passato più o meno lontano, pre-sentiamo ora ad alcune interessanti situazioni che si sono venute a crea-re in passato e che potrebbero ripetersi nelle loro modalità di evoluzioneanche al termine della fase che stiamo ora vivendo.Una situazione di questo genere, o per meglio dire un insieme di tre si-tuazioni consecutive di questo genere si sono presentate sul finire del 2009e durante il 2010 così come illustrato in figura 29. Ricorrendo alla rap-presentazione grafica già richiamata, riproduciamo a tratto più pesantela fase di evoluzione sostanzialmente simile a quella attuale e a tratto piùleggero il proseguimento della fase di congestione all’interno di un trendgrossolanamente dell’ordine di un 10% circa. Già da questa sommaria lettura di figura 29 emerge come la successiva fa-se, in termini cioè di prosecuzione dopo la prima fase che ha una duratadi 2,5 mesi circa, periodo che descrive infatti il momento attuale da iniziodi Agosto , sia mediamente di durata grossomodo almeno pari alla fase inesame. Nelle seguenti due figure possiamo leggere con maggiore atten-zione quanto qui descritto ed in figura riportiamo anche le date di avvioe di termine delle fasi esaminate con le relative variazioni percentuali.Mentre tuttavia la fase che sì è prodotta nel corso del 99 e illustrato in fi-gura 30 è piuttosto regolare, e in termini cioè che anche la fase descrittadal carattere più leggero è bene posta all’interno del range di oscillazio-ne del 10% circa e qui descritta a tratto più pesante, non altrettanto si puòdire delle successive due fasi enucleate in figura 29 e riportate con mag-gior dettaglio in figura 31.Per questa ragione non prendiamo in esame nel nostro conteggio l’evo-luzione descritta in quella fase mentre nelle successive figure sono ripor-tate le fasi da noi ritenute interessanti per fornire spunti interpretativi del-la fase attuale con indicato sia il periodo sia range di oscillazione e l’in-sieme di questi parametri sono quindi riportati nella tabella conclusiva 1.

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D) Spunti interpretativi sulla possibile evoluzione del movimento di congestione in atto

La sintesi del lavoro è presentata in tabella 1 laddove sono indicate le 8 fa-si di consolidamento che presentano, secondo questo esame pur piuttostoapprossimato, delle similitudini comportamentali con la fase attualmentevissuta dal mercato azionario americano e di riflesso da parte dei merca-to azionario occidentale nel suo insieme. In tabella si osservano durate tem-porali comprese tra i 5 e i 16 mesi con una durata media di 8,6 mesi. Per quanto evidente sarebbe del tutto improprio confidare sul fatto che lafase attuale di movimento laterale debba allinearsi alle ampiezze tempo-rali precedentemente vissute dal mercato americano ma nondimeno è undato di fatto che in 5 degli 8 casi l’ampiezza sia stata piuttosto breve maè pur sempre stata tra i 5 e i 7 mesi. Questa durata, come si è visto, si è manifestata cinque volte su 8 ossia il62,5% dei casi e questo dato percentuale (assai simile al parametro di 61,8%di Fibonacci) inizia ad avere una certa significatività; vogliamo con questodire che se è poco significativa l’ampiezza media di queste durate dal no-stro punto di vista inizia ad essere maggiormente significativa la tenden-za ad una estensione temporale minima dell’ordine di un 5-6 mesi.Considerando che la fase di congestione è iniziata ai primi di Agosto, unaestensione temporale di 5 - 6 mesi comporterebbe il suo esaurimento gros-somodo ad inizio di Gennaio e questa attesa di fatto conferma l’orienta-mento da noi evidenziato su queste pagine da ormai molte settimane eche vedrebbe la prosecuzione della fase laterale fin verso la Epifania del2012.

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Tabella 1 - Principali fasi di consolidamento dell’Indice Dow Jones

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Al termine di questa fase di consolidamento potrebbe avviarsi un suc-cessivo movimento di crescita dell’ordine di un 22 –23 % da compiersi inqualche settimana (per dare una collocazione temporale a questa fase, parlam-mo di suo possibile accadimento tra la Festa della Epifania e la Festa di San Giu-seppe) e questa verifica delle similitudini di comportamento dei mercatinelle fase di congestione conferma la validità di massima di questa atte-sa temporale.In base a questo modello preventivo di evoluzione del mercato america-no e conseguentemente di tutto il mercato occidentale a partire da quel-lo europeo, potremmo quindi attenderci un movimento del tutto simile aquello che si è prodotto dal 1 Febbraio 1994 al 1 Agosto dello stesso annoe descritto nella parte centrale di figura 35 e con maggiore dettaglio an-che nella parte centrale di figura 36.In figura 36 con le annotazioni ivi riportate si indicano le date di avvio edi termine delle fasi interessate siano esse del periodo 1994 della fase at-tuale che, in base a questo assunto, dovrebbe perfettamente replicare ilmodello di evoluzione del 1994 sia in termini di estensioni temporali siain termini di variazioni percentuali.Più nello specifico possiamo quindi attenderci già nelle prossime setti-mane un cedimento del livello inferiore della fase di congestione attualee in misura tale da portare l’indice SP 500 in zona 1000 –1020 punti lad-dove dovrebbe reagire per oscillare per un paio di mesetti nel range com-preso tra 1000 e 1100 punti circa seguendo un andamento come schema-tizzato a tratto più pesante in figura 39, peraltro già descritto in terminimaggiormente compiuti in figura 12 e che qui riproponiamo per como-dità di lettura nella seguente figura 37.In base a questa ricostruzione diventa quindi della massima importanzail comportamento del mercato americano rispettivamente sul livello di1.230 punti dell’Indice SP 500 e di 11.800 punti del Dow Jones in quantoil contestuale superamento di questi livelli annullerebbe lo scenario quiillustrato ed aprirebbe la strada a possibili movimento al rialzo che tutta-via troverebbero una minore giustificazione sul piano di economia realee di Finanzia Pubblica rispetto alla manifestazione del movimento indi-cato a tratto più pesante che viceversa troverebbe una sorta di giustifica-zione sul profilo di queste fattispecie macroeconomiche.

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Onde ricercare ulteriori elementi di similitudine con il passato in figura40 abbiamo provato a tracciare la possibile evoluzione dell’indice DowJones il quale potrebbe proseguire nel suo movimento laterale fin versola metà di Novembre laddove raggiungerebbe la Evolvente Parabolica diresistenza che lo potrebbe portare a violare al ribasso il livello di 10.600Punti e successivo veloce raggiungimento di un livello indicativamenteposto in zona 9700 –9800 punti circa.Il livello obiettivo al quale confidiamo possa raggiungere ed assestarsi ilmercato è tuttavia meglio descritto dal livello di 1000 –1020 punto del-l’indice SP 500 al raggiungimento del quale abbiamo motivo di pensareche anche il Dow Jones potrà riavviarsi in un movimento di interessanterecupero stimabile in ragione di un 22-23% per lo SP 500 ossia da 1000 a1230 punti come descritto nelle figure 37 e 38 anche in base a livelli di ri-tracciamento di Fibonacci.In conclusione in base a quanto fin qui descritto questo esame del com-portamento pregresso registrato dall’Indice Dow Jones in altre fase di con-gestione simili a quelli in atto da Agosto in avanti, è da considerarsi deltutto coerente con le nostre attese sintetizzate nelle figure 37 e 38 con ri-ferimento all’indice SP 500 e in figura 42 e 43 sull’Indice M.S.C.I. in valu-ta di origine. Con riferimento a questo indice indichiamo i livelli di con-trollo del movimento laterale in atto posti rispettivamente a 825 e a 755.In caso di cedimento sotto questo livello inferiore possiamo attenderci unmovimento correttivo dell’ordine di un 9% per l’insieme dei mercati e ta-le da portare lo SP 500 a visitare il livello di 1000 punti che se visitato e di-feso potrà promuovere un interessante movimento tra la festa della Epi-fania e quella di San Giuseppe del 2012 con un movimento positivo di un22-23% che tuttavia potrebbe non essere l’avvio di un successivo movi-mento di forte crescita successiva ma piuttosto potrebbe costituire la Spal-la Destra di un movimento a Testa e Spalla ribassista come schematizza-to in figura 44. Con riferimento a questa considerazione di lungo periodo, ripropongonella seguente figura l’ipotesi di evoluzione che allo stato delle cose con-tinua ad essere quella da me ritenuta di maggiore probabilità e che po-trebbe anche conseguentemente creare una conformazione a testa e spal-la ribassista di lungo periodo capace di portare il indice SP 500 sotto il li-vello dei minimi del marzo 2009.

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In base a quanto fin qui detto, a Marzo 2012 il mercato americano potrebbeessere tornato sui livelli di questi giorni ma se oggi non abbiamo elementisufficienti per consigliare di uscire dalle posizioni lunghe, se le cose do-vessero evolvere come qui illustrato, allora a Marzo 2012 avremo ben don-de per uscire da ogni posizione lunga, almeno per qualche mese. Stiamo immaginando questa possibile evoluzione da ormai diverse setti-mane, a Marzo ci troveremmo con una storia di altri 6 - 7 mesi di evolu-zione del mercato e non potremo esimerci dal prendere le decisioni di chiu-sura di posizioni long oggi qui paventate, ma pur sempre con una certafondatezza, almeno lo speriamo con il nostro lavoro qui presentato.

E) Addendum successivo alle escursioni di Venerdì 21 OttobreIl movimento visto in settimana sul mercato americano e che si è caratte-rizzato da una forte crescita nella giornata di Venerdì 21 Ottobre meritauna attenta riflessione in quanto potrebbe essere nulla di diverso da quan-to accaduto il 29 Maggio del 2009 allorché, come evidenziato nella se-guente figura negli ultimi 5 minuti di negoziazione si registrò un incre-mento netto superiore all’1% da parte dell’Indice SP 500 portandosi dacirca lo 0,3% così come quotava a cinque minuti dalla chiusura della ses-sione a una variazione positiva dell’1,36%. Leggendo ora in figura 45 il posizionamento di questo movimento, emer-ge la peculiarità del momento che ha contribuito a portare l’indice SP 500a superare il primo livello di impulsione rialzista portandolo da circa 900a 920 punti e quindi fuori dell’area indicata a tratto più pesante in figurafavorendo in tal modo il successivo movimento di crescita del successivolunedì. Il movimento in oggetto creò infatti una importante “candela ver-de settimanale” che condizionò la lettura del mercato americano e condi-zionò conseguenti decisioni operative.Qualcosa del genere può essere accaduto nella sessione di Venerdì 21 Ot-tobre con l’intenzione di portare lo SP 500 sopra il livello di 1.230 punti equesto intento è perfettamente riuscito. Si rende ora necessario portareanche il Dow Jones stabilmente oltre il livello di 11.800 punti e questo sa-rà argomento della prossima settimana e come tale potrà suggerire la mes-sa in opera di adeguate operazioni sul mercato che non mancheremo diosegnalare.

Roma 20 Ottobre 2011

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Se avete piacere di seguirmi gratuitamente per un mesetto nella formu-lazione delle previsioni dei mercati, da me effettuata ormai da 12 anni (enon avete beneficiato dello stesso servizio in prova gratuita negli ultimi12 mesi), inviatemi un messaggio e-mail con la manifestazione del vostrointeresse al seguente indirizzo indicando i vostro Nome, Cognome e in-dirizzo e-mail: [email protected]

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Corrado Cantore è nato a Chiusa di San Michele (TO) nel 1948. Ha consegui-to a Torino, nel 1974, una Laurea in Amministrazione Industriale presso laScuola di Amministrazione Industriale dell’Università di Torino alla quale, nel1976, si andava ad aggiungere una seconda Laurea in Economia e Commercioconseguita presso la Libera Università degli Studi Sociali LUISS di Roma.Prima di fondare la Società TK Trading Knowledge di cui conserva la carica diManaging Director, ha ricoperto importanti ruoli impiegatizi e dirigenziali pres-so Fiat a Torino e Alitalia a Roma, intervallati da alcuni anni di ConsulenzaAziendale presso una società Inglese. Corrado Cantore si è occupato per decenni di mercati valutari, specie in Alita-lia nel ruolo di “Responsabile Ente Gestione Finanziaria a Breve di Gruppo“laddove svolgeva una missione che “prevedeva di assicurare la corretta gestio-ne degli aspetti finanziari e patrimoniali della liquidità a breve termine delGruppo Alitalia, operando scelte atte ad ottimizzare gli oneri finanziari e va-lutari e i proventi sulle eccedenze monetarie garantendo il rispetto delle politi-che aziendali”.Nell’esercizio di questa funzione dirigenziale è entrato in contatto nei primi an-ni 80 con esponenti di Banche Anglosassoni che, nelle loro visite in Italia, in-troducevano i primi rudimenti di Analisi Tecnica alla quale si appassionò, crean-do in seguito la Società TK Trading Knowledge indirizzata prevalentemente al-la efficace Analisi Tecnica non Lineare.Piccolo aneddoto personale: Durante gli anni dell’Università di Torino, Corra-do Cantore ha lavorato per 5 anni presso il Centro Stile Fiat in qualità di desi-gner dove disegnava carrozzerie delle auto a mano libera: l’abitudine, alloramaturata di tracciare le “linee curve” delle carrozzerie delle auto, l’ha porta-to, anni dopo, nello studio dei grafici dei mercati finanziari a sostituire “trendline” con particolari “linee curve” dallo stesso sviluppate e chiamate Evolven-ti Paraboliche. Della serie “Impara l’arte e mettila da parte”.

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Vortex Indicator per definire Tendenza e Forza dominanti di uno strumento finanziarioEugenio Sartorelli, www.investimentivincenti.it

Tra gli indicatori di tendenza più conosciuti nell’analisi tecnica vi è cer-tamente il DMI (Directional Movement Indicators) ideato da Wells Wil-der nel lontano 1978.Il metodo di calcolo non è banale e comunque si trova assai spesso dis-ponibile come indicatore (in realtà sono una serie di indicatori) nelle prin-cipali piattaforme di analisi e di trading.In questo articolo volevo introdurre un differente indicatore di tendenzapochissimo conosciuto: il Vortex Indicator. Questo indicatore ha preroga-tive e letture simili al DMI, ma presenta un calcolo più semplici ed alcu-ne peculiarità interessanti.Il Vortex Indicator è stato presentato per la prima volta nel 2010 da Botese Siepman ed il nome trae spunto da un’analogia tra la dinamica dei flui-di ed alcuni comportamenti dei mercati finanziari. Non è la prima voltache si utilizzano concetti presi a prestito dalla fisica per analizzare ed in-terpretare le dinamiche economiche e finanziarie. A tal proposito esisteuna disciplina di recente costituzione chiamata Econofisica.L’analogia tra l’andamento di uno strumento finanziario e la dinamica deifluidi, in particolare la conformazioni di vortici, nasce dalle seguenti os-servazioni:

Figura 1

Se confrontiamo i minimi di una barra con i massimi della barra succes-siva abbiamo una misura della turbolenza positiva del mercato. All’op-posto, il confronto tra i massimi di una barra ed i minimi della barra suc-cessiva saranno una misura della turbolenza negativa in atto.

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Idealmente, la presenza di queste due forze opposte è quella che conferi-sce un andamento “vorticoso” al mercato come possiamo delineare nellafigura seguente:

Figura 2

Pertanto il primo calcolo da effettuare è di determinare il Movimento Vor-ticoso Rialzista e Ribassista (VM+ e VM-) mediante il calcolo seguente:

VM+ = H(ultima barra) – L(barra precedente)VM- = L(ultima barra) – H(barra precedente)

Queste differenze vanno prese in valore assoluto.A questo punto bisogna considerare il True Range (TR) che è un concettointrodotto sempre da Wilder. Se prendiamo in considerazione 2 barre con-secutive, il True Range è dato dal valore maggiore tra:

(H - L) dell’ultima barraValore assoluto (H - Close precedente)Valore assoluto (Close precedente - L).

Wilder aveva introdotto il True Range per tenere conto dei Gap che ci so-no tra l’apertura e la chiusura soprattutto delle barre giornaliere (o setti-manali o mensili), ma il concetto è analogo per le barre intraday.A questo punto si può determinare il Vortex Indicator che sarà:

VI+ = VM+/TRVI- = VM-/TR

I valori sono calcolati su N periodi (ovvero N barre).Utilizzando dati giornalieri il calcolo viene normalmente effettuato su 14dati. La lettura è la seguente:

Se VI+>VI il trend ha prevalenza rialzista Se VI+<VI il trend ha prevalenza ribassista

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Per capire la lettura del Vortex Indicator vediamo un esempio sul cambioEuro/Dollaro (dati giornalieri tra luglio 2010 ed inizio ottobre 2011):

Figura 3

Nella figura 3 ho messo in evidenza (rette verticali) una serie di casi in cuiil Vortex Indicator ha dato dei buoni segnali nel delineare la partenza diuna decisa tendenza del mercato. Naturalmente ci sono anche una seriedi segnali contrastanti, ma come qualsiasi indicatore non va utilizzato dasolo ma va integrato con altri tipi di indicatori basati su logiche differen-ti per filtrare i falsi segnali. Non è lo scopo di questo articolo approfondi-re questo argomento.Da notare che questo indicatore fornisce anche una misura della forza deltrend. Infatti, quanto più i VI+ si allontana da VI- tanto più il trend in at-to è consistente.A livello intraday la lettura è la medesima, tuttavia sulla base dell’espe-rienza è preferibile aumentare il numero di dati di calcolo nell’ordine di

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20-30 fino a time frame fino a 15 minuti e nell’ordine di 30 fino a 50 datiper time frame inferiori ai 15 minuti.

Vediamo sempre il cambio Euro/Dollaro con dati a 15 minuti:

Figura 4

Il Vortex Indicator è calcolato su 34 periodi e mostra anche in questo ca-so dei buoni segnali come indicatore di tendenza sia durante le fasi ini-ziali sia durante le fasi di esaurimento. Rimane sempre il problema deifalsi segnali durante le fasi di lateralità, ma questo è un problema comu-ne a tutti gli indicatori di tendenza.

Come tecnica di trading su base daily, o utilizzando barre da superiori ad1 ora, si può considerare il metodo che andiamo ad illustrare direttamentecon un grafico:

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Figura 5

Nel grafico è rappresentato il cambio Euro/Dollaro su dati giornalieri trail 4 ed il 19 luglio 2011. In basso c’è come al solito il Vortex Indicator. Tral’8 luglio (era un venerdì) e l’11 luglio il VI- supera al rialzo il VI+ indi-cando una potenziale tendenza ribassista.Prendiamo ora in considerazione la barra dell’8 luglio ed in particolare ilsuo minimo che era 1,4211. L’11 luglio l’apertura è stata 1,4213- alla rot-tura ribassista di 1,4211 (il minimo precedente) era sensato entrare al ri-basso. Lo stop-loss andava messo sopra il massimo della barra dell’8 lu-glio che era pari a 1,4367. A questo punto si segue la posizione avendo cu-ra di spostare lo stop-loss (che in realtà è un trailing stop) sul massimodella barra del giorno precedente.Il giorno 11 luglio la giornata era stata ribassista con i prezzi che chiuse-ro a 1,4028. Il massimo della giornata fu 1,4226 e quindi per il giorno do-po bisognava abbassare lo stop a questo livello. Il giorno successivo (12 luglio) fu ancora una giornata al ribasso con chiu-

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sura a 1,3974 e massimo a 1,406- il nuovo stop andava spostato su tale li-vello. Il giorno seguente (13 luglio) i prezzi mostrarono una ripresa e su-perarono lo stop di 1,406. Poiché l’ingresso al ribasso era stato sotto 1,4211questo trailing stop si è tramutata nella realtà in una presa di profitto.Per operare al rialzo secondo questa tecnica basta rovesciare le conside-razioni sopra esposte. Pertanto si entrerà al rialzo quando il VI+ superaal rialzo il VI- e si entrerà sopra il massimo della barra precedente a que-sto superamento. Lo stop loss andrà posizionato sotto il minimo di que-sta barra ed il trailing stop sarà cambiato di volta in volta sul minimo del-le nuove barre.Ci sarebbero altre tecniche legate a questo interessante indicatore di ten-denza, ma quella illustrata è certamente la più semplice ed intuitiva.Rimane il fatto che il Vortex Indicator è un utile e piuttosto semplice in-dicatore di tendenza, il quale si basa su una interpretazione originale delmercato. Come detto in precedenza andrebbe integrato con altri indica-tori per avere informazioni più corrette durante le fasi di lateralità cheprecedono un cambiamento di tendenza.

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Si è laureato in Ingegneria Aeranautica presso il Politecnico di Milano e suc-cessivamente ha conseguito il Master in Business Administration nello stessoateneo.Dai primi anni ’90 si è dedicato allo studio dell’analisi tecnica, dell’analisiquantitativa e del money e risk management. Successivamente ha approfon-dito gli studi di analisi intermarket e di analisi ciclica.Come trader ha iniziato ad operare sulle azioni agli inizi degli anni ’90 ed inseguito si è dedicato a tutti i principali mercati (Forex, Commodities, Obbli-gazioni) specializzandosi sopratutto all’utilizzo di future ed Opzioni.Nel gennaio 2000 ha pubblicato un libro sulle tecniche operative con le Op-zioni.Tiene corsi su tecniche operative con i derivati dal 1999 e scrive articoli pervari siti internet e pubblicazioni finanziare. E’ relatore nei principali eventi fi-nanziari nazionali.E’ socio ordinario SIAT (associazione degli analisti tecnici) di cui è membrodel Comitato Scientifico.Ha fondato il sito di analisi e trading www.investimentivincenti.it ed il sito divideo dedicati ad analisi e trading www.teletrading.tv.

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Cicli di Borsa e dintorni…Fabio Ansaloni

Con l’avvento dell’era di internet una quantità sempre maggiore di per-sone è approdata sulle sponde dei mercati finanziari avendo libero ac-cesso ad una vasta ed importante offerta di strumenti attraverso i qualifare trading. Tra gli innumerevoli mercati quello che ha riscontrato mag-gior successo tra il pubblico è proprio quello del forex, dove ogni giornomilioni di trader speculano sulle variazioni dei tassi di cambio tra le va-rie valute mondiali.Non a caso l’offerta mediatica si è fatta sempre più “pressante” ed insi-stente proprio in tale direzione e le offerte dei broker sono oggi il fiore al-l’occhiello di innumerevoli siti, riviste ed eventi che trattano argomentifinanziari e non.A questa operazione di “marketing di massa” possiamo aggiungere uncontesto economico/finanziario che sicuramente è stato propedeutico al-la nascita di numerosi trader “in erba”: con i crolli dei mercati finanziariavvenuti in tempi recenti e passati (2011, 2007 e 2000), gran parte dellepersone che avevano risparmi investiti nel mercato azionario hanno vi-sto sgretolarsi i loro profitti in brevissimo tempo. Molti di questi hannopoi commesso l’errore imperdonabile di “mediare” al ribasso, accentuandoulteriormente l’ammontare della perdita accumulata.Dietro queste scelte spesso c’è la fiducia (mal) riposta nella figura del “con-sulente finanziario”: tutti coloro che non hanno esperienza di mercati fi-nanziari si affidano a qualcuno “esperto” che consigli quali investimentifare ed in quali settori. Finchè il mercato “tira” sono tutti bravi, ma i pro-blemi arrivano quando ci sono le crisi… (un vecchio detto recitava: “nonconfondiamo la bravura con un mercato toro”).E’ proprio in queste situazioni che gran parte degli investitori privati de-cide di operare sui mercati con una tecnica “fai da te”, sull’onda della sfi-ducia accumulata negli “esperti” del settore. Il piccolo investitore comin-cia a documentarsi, a “studiare” sui siti finanziari ed alla fine approda adun broker online che gli permetta di decidere con la propria “testa” do-ve, come e quando investire i soldi.

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E qui, spesso, arrivano le ulteriori “cocenti” delusioni: il 95% dei trader cheopera sui mercati finanziari perde i propri risparmi, il 2% (fortunato) pa-reggia ed il restante 3% è all’interno della ristretta cerchia che guadagnacon costanza. Sono statistiche che si ripetono di anno in anno a riprova che,nonostante i tempi cambino, i trader approcciano ai mercati finanziari per-lopiù alla stessa maniera. Il trader “fai da te” è spesso un concentrato dicaratteristiche perfettamente in antitesi con l’attività del trading e dellaspeculazione: impazienza, avarizia e soprattutto scarsa preparazione. Credo che molti lettori si riconosceranno nel percorso di vita (e sofferen-za) appena descritto e, anche se “mal comune” in questo caso non fa as-solutamente “mezzo gaudio”, sappiate che avete tutte le carte in regolaper entrare nel mondo del trading cercando di uscire dal recinto del par-co buoi per entrare in quella ristretta cerchia del 3% che guadagna con co-stanza.In questo breve articolo cercheremo di interpretare i mercati sotto un’al-tra ottica, approcciando al trading da una angolazione completamente di-versa da quella comunemente utilizzata: analizzeremo i grafici (e non so-lo) in chiave ciclica, facendo passare ogni ragionamento attraverso il se-taccio dei cicli di borsa applicati ai mercati finanziari. Dapprima introdurremo la teoria ciclica, dettagliando le regole che essaimpone, per poi passare ad integrare tale studio con i tradizionali stru-menti offerti dall’analisi tecnica e dal candlestick ed infine approdare adun accenno di correlazione tra mercati apparentemente “slegati”.Lo scopo finale non è di certo quello di essere esaustivi nell’affrontare edescrivere ogni singolo step, ma solamente portare agli occhi del traderun modo differente di “vedere” le cose, guardando oltre il grafico… oltrei prezzi.

I passo: la scelta di una metodologia di tradingIl primo passo che affrontiamo insieme è quello più importante e decisi-vo per uscire dal mondo della borsa a testa alta o, quantomeno, senza ri-manere invischiati all’interno del parco buoi. Fare il trader è un mestiere a tutti gli effetti, come il medico o il mura-tore, senza contare che, in questo particolare mestiere, il bene “prima-rio” sono i soldi, quindi riscuote un grande interesse delle parti con-correnti. Come ogni lavoro degno di questo nome, prima di iniziare adessere operativi, è necessaria e doverosa una parte iniziale dedicata al-

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l’apprendimento ed alla cosiddetta “gavetta”. Non si può iniziare unaattività senza sapere poco o nulla al riguardo, pena sarebbe l’inevita-bile fallimento.L’errore più grosso che potete commettere è quello di buttarvi a capofit-to con operazioni dettate semplicemente dal “sentiment” e dall’intuito.Tali operazioni vengono messe in piedi semplicemente guardando un gra-fico e l’andamento dei prezzi racchiusi al suo interno ma, questo anda-mento, come lo vedete voi lo vedono tutti e quando una cosa è di comu-ne dominio allora state pur certi che accadrà l’esatto contrario. Questo èuno dei principali motivi per cui la maggior parte delle persone che ope-ra in borsa perde i propri risparmi.Dopo anni di esperienza sul campo e dopo aver sondato svariate meto-dologie di trading, sono giunto alla conclusione che l’approccio più effi-cace al mondo dei mercati finanziari è quello dettato dai “cicli di borsa”.Questa tecnica operativa, nata oltre un decennio fa, riconduce ogni grafi-co finanziario ad un andamento ciclico dei prezzi rappresentati, sovver-tendo le “regole” fino ad allora conosciute dai più: all’interno di tale teo-ria sono i tempi a governare sui prezzi e non viceversa come solitamenteviene ritenuto corretto. Finché i tempi non sono “maturi” certi movimentidi prezzo non possono avvenire. Ovviamente il “Santo Graal” della fi-nanza non esiste, ovvero le regole e leggi che utilizza la teoria ciclica nonsono valide in assoluto, ma hanno certamente una comprovata valenzastatistica. Questo ci mette nelle condizioni di operare con un vantaggiostatistico rispetto al mercato e ci mette in una posizione simile a quella deicasinò, i quali avendo a loro vantaggio una piccola percentuale di proba-bilità (dall’1.5% al 5%, mediamente del 3%) rispetto al giocatore riesconoad accumulare fortune in denaro.I cicli di borsa permettono di operare sul mercato finanziario mettendo leprobabilità dalla parte del trader e questo, sul lungo periodo, sicuramen-te “paga”, senza contare che si avranno delle “regole” che eviteranno diintraprendere posizioni ascoltando l’intuito il quale, spesso, è causa diprevisioni errate sul futuro andamento dei prezzi.Non è questo il luogo e sede per approfondire un discorso dettagliato inmerito all’operatività con i cicli di borsa, sarebbe un capitolo troppo pro-lisso ed inadatto allo scopo con cui l’articolo viene redatto. Andiamo co-munque a dare “un’occhiata” più da vicino a questa teoria, evidenzian-done gli aspetti macro su cui si basa.

Capitolo III Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti

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Il nostro ciclo “ideale” avrà forma ed andamento simili a quelli mostratinell’immagine che segue: i prezzi da un minimo iniziale procederannoverso l’alto fino a formare un massimo relativo, zona da cui poi inizie-ranno a ritracciare fino a formare un nuovo minimo relativo che conclu-derà il ciclo in essere, caratterizzato dalla durata temporale intercorsa trai due minimi (partenza e conclusione di ciclo).

Fig. 1

I cicli di borsa sono “scanditi” con durate temporali che si basano sul “re-golo base” individuato dal ciclo giornaliero, ovvero il numero di ore checaratterizza una singola giornata di contrattazione. Considerando il mer-cato del forex, aperto 24h/24h, il ciclo giornaliero avrà una durata idealedi 24 ore (anche se dal punto di vista operativo, vi sono fasi scarsamenteindicative a causa dei pochi scambi da ricondurre a sessioni notturne ine-renti al cross considerato). Partendo da questo “mattone” possiamo co-struire quelli che sono i cicli più importanti per l’attività di trading ed in-dividuare le durate statistiche ideali da andare a ricercare sul grafico del-le quotazioni.Nella figura 2 sono state riportate, a titolo d’esempio, i cicli più impor-tanti per il trading speculativo applicati ad un ipotetico cross valutario.

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La prima colonna individua i cicli ed il relativo nome, nella seconda co-lonna è riportata la durata corrispondente in termini di giornate di borsaaperta e, nell’ultima colonna, sono evidenziate le ore indicative (ideali) ti-piche di ciascun ciclo.

Fig.2

Abbiamo quindi fatto un primo passo all’interno della teoria dei cicli diborsa, ovvero abbiamo iniziato a considerare i prezzi in “sintonia” con itempi, un parametro fino ad ora spesso trascurato nell’attività di trading.Una piccola precisazione risulta doverosa: nella tabella sopra abbiamo ri-portato una durata “ideale” ciclica, il valore riportato espresso in ore vaattentamente studiato sul grafico di nostro interesse inerente al cross va-lutario in esame; dobbiamo quindi capire le “abitudini” dello strumentofinanziario ed individuare con lo studio dei dati storici le durate mediestatistiche dei vari cicli riportati nella tabella sopra (il daily potrà quindiavere una durata che si discosta sensibilmente dal quella ideale, l’impor-tante è avere conferma di ciò dalla studio del passato). La prima osserva-zione che spesso viene fatta dal trader che approccia a tale metodo di tra-ding è: “...ma i cicli durano a volte di più, a volte di meno...”. Certo. Noidobbiamo basare le nostre attese sulla durata media statistica dei vari ci-cli, cercando quindi di operare sui valori più probabili e ripetibili che ilnostro cross valutario ha evidenziato in passato.Secondo passo all’interno dei cicli di borsa è prendere coscienza del prin-cipio della “matrioska”, ovvero sapere che ogni ciclo contiene al suo in-terno dei sottocicli ed ogni ciclo è a sua volta parte di un ciclo superiore

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di maggior durata. La figura 3 chiarirà con maggior efficacia tale assun-to più di quanto non possa fare una spiegazione: i cicli tratteggiati di 3giorni sono i sottocicli del settimanale (6 giorni), a sua volta il settimana-le è sottociclo del bi-settimanale (12 giorni). E così via fino a crescere conle durate temporali dei vari cicli. La composizione (somma) dei vari sot-tocicli darà vita al ciclo superiore (in nero) il quale, con i suoi movimen-ti, ricorda molto da vicino l’andamento delle quotazioni sul grafico di bor-sa. Tutte le “vibrazioni” dei prezzi non sono altro che il risultato dell’in-terazione dei vari sottocicli che spingono i prezzi in alto o in basso a se-conda della rispettiva “fase”ciclica.

Fig.3

Nella figura 4 ci spostiamo dalla teoria ad un esempio pratico, indivi-duando sul grafico dell’euro-dollaro i cicli menzionati sopra. Senza om-bra di dubbio l’andamento “ripetitivo” delle quotazioni è ben visibile edinconfutabile e credo che molti trader “sentano” che qualcosa di ciclico èinsito dentro ogni mercato… ma non abbiano mai trovato l’evidenza ditale comportamento dei prezzi, individuando regole a cui attenersi persfruttare a proprio vantaggio tale fatto.Il tempo è quindi divenuto una componente fondamentale per imposta-re le nostre strategie di trading e prendere posizione sul mercato non guar-

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Fig.

4

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dando il semplice andamento delle quotazioni; in questo modo evitere-mo lo spiacevole inconveniente di prendere posizione e vedere da lì a po-co i prezzi girarci contro. Nonostante durate ed andamenti dei prezzi non siamo costantemente ri-petitivi nel tempo (e questo possa portare a momenti di indecisione sultiming delle nostre operazioni), il susseguirsi dei cicli è invece un fattoreimprescindibile da cui il mercato non può (quasi mai) sottrarsi. In un ciclo ideale come quello mostrato nella figura 5 (ad esempio setti-manale, ma è possibile “scalare” tale esempio a cicli di qualunque ordi-ne), possiamo intuire quali saranno le posizioni da prendere e soprattut-to quando tali posizioni dovranno essere liquidate in virtù del fatto che ilmercato sta statisticamente “invertendo la rotta”.

Fig.5

Ovviamente i prezzi reali difficilmente seguono andamenti così morbidie puliti come quelli evidenziati dal ciclo ideale e, nella maggior parte deicasi, i cicli non partono da un minimo per poi tornare, in conclusione diciclo, allo stesso minimo di partenza. Questo porterà alla nascita di ciclirialzisti e cicli ribassisti i quali saranno temporalmente posizionati in de-terminate zone del grafico, concordemente con la fase ciclica in essere.Quando prevediamo la partenza di un ciclo mensile, in quella zona avre-

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mo anche la partenza dei vari sottocicli (settimanale, 3 giorni, giornalie-ro) per cui il trend, almeno nelle prime fasi, sarà esplosivo in direzionedel rialzo. Viceversa, la conclusione di un ciclo (mensile ad esempio) por-terà a conclusione anche i vari sottocicli (settimanale, 3 giorni, giornalie-ro), per cui in tale zona saranno molto più probabili ed intensi i ribassi ri-spetto ai rialzi.Questo ci mette in condizioni di operare con qualche probabilità in più anostro favore e giocare con il mercato una partita con i “dadi truccati”,ovvero prendere posizione nella direzione dei movimenti più probabiliche il mercato dovrebbe fare, concordemente con la fase ciclica in atto.Entrare con posizioni rialziste quando il mercato è in fase di sviluppo diun ciclo importante (quale settimanale, mensile, trimestrale, annuale, etc.)ci mette nell’agiata condizione di essere tranquilli (anche se “tranquillo”è un termine che difficilmente va a braccetto con la borsa) in quanto ab-biamo la “spinta ciclica” (nonché le probabilità) a nostro favore, le qualisostengono i prezzi nella direzione del rialzo. Un’operatività fatta in que-st’ottica ci mette anche al “riparo” da inevitabili errori di timing: se en-triamo a mercato in una zona di prezzo da cui le quotazioni tempora-neamente ritracciano sapremo che, con buone probabilità, i prezzi ri-prenderanno la via del rialzo grazie alla spinta ciclica di sottofondo ov-viando ad una non perfetta presa di posizioni in termini temporali. Ov-viamente in tale situazione dobbiamo rinunciare alle posizioni short, sta-tisticamente non favorite ed alquanto rischiose per il portafoglio. La fi-gura 6 chiarirà ogni eventuale dubbio.Vale anche l’esatto ragionamento opposto: entrare con posizioni ribassi-ste qualora si presentasse davanti a noi la fase conclusiva di un ciclo (set-timanale, mensile, trimestrale, annuale, etc.) sarebbe una importante oc-casione per impostare strategie di trading ribassiste, tese a cogliere lo stor-no che spesso caratterizza tale situazione di mercato. Anche in questo ca-so la spinta ciclica “perdonerebbe” al trader un errato timing di ingressoa mercato: la forza ribassista delle quotazioni porterebbe a favore di tra-de anche posizioni prese sul nascere di un pullback in direzione oppostaa quella principale. Come nel caso precedente, dobbiamo evitare le posi-zioni a sfavore di ciclo, ovvero i long, in quanto la breve durata e l’effi-mera entità del rialzo rendono tali trade molto rischiosi. La figura 7 aiu-terà a capire meglio quanto appena detto.

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I movimenti appena descritti sono tanto più duraturi ed intensi quantopiù elevato è l’ordine del ciclo che stiamo prendendo in esame: il rial-zo/ribasso di un ciclo annuale sarà più “forte” e prolungato nel tempo ri-

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Fig. 6

Fig. 7

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spetto a quello di un mensile, che a sua volta sarà più intenso rispetto aquello di un settimanale e così via…Questa analisi, seppur non esaustiva e completa dal punto di vista cicli-co, ci mette nelle condizioni di dare spiegazioni in merito alla collocazio-ne temporale di certi movimenti di prezzo, di intuire a cosa siano dovutirialzi/ribassi più o meno impulsivi e, soprattutto, di avere un’idea di mas-sima in merito ai movimenti futuri che ci attenderanno, evitando di esse-re dalla parte sbagliata e possibilmente traendo profitto da quanto ac-quisito. Nel grafico (fig. 8) è riportato l’andamento del cross valutario Euro-Dol-laro con time-frame daily.Le quotazioni storiche partono dal 2004 ed arrivano fino ai giorni attuali(Ottobre 2011, periodo di stesura dell’articolo). I marker in nero identifi-cano le partenze e conclusioni dei vari cicli annuali (cicli molto importantivista l’orizzonte temporale che li caratterizza), i quali si susseguono inuna serie di rialzi/ribassi (inizio e fine ciclo) con una elevata precisione alivello temporale: tra un ciclo ed il successivo intercorre poco più di unanno solare esatto (circa 15 mesi). Come potete facilmente intuire, il cicloannuale partito nel Giugno 2010 sta arrivando alla sua conclusione pro-prio in questo periodo, da cui inevitabilmente prenderà forma (tra nonmolto) un importante rialzo sulla spinta ciclica dovuta alla partenza delnuovo annuale.Andiamo ad analizzare più nel dettaglio l’ultimo ciclo annuale. La figu-ra 9 riporta le quotazioni daily del cross Euro-Dollaro a partire da Giu-gno 2010, punto di partenza del ciclo annuale in corso.Il forte rialzo che ha caratterizzato la prima fase del grafico è dovuto al-l’impulso dato dalla partenza del ciclo annuale mentre le prime correzio-ni evidenti le si possono ritrovare in fase di conclusione del ciclo trime-strale e semestrale, da cui i prezzi riprendono la via del rialzo fino a for-mare i massimi assoluti del ciclo annuale. La fase di importante stornoche caratterizza la parte finale del grafico a cosa è dovuta? Come mai ilcross Euro-Dollaro è crollato? Molti di voi risponderanno con motivi ma-croeconomici (la politica americana/europea, le decisioni di Bce e Fed,etc.), ma i cicli di borsa risponderebbero solamente che lo storno era pre-visto dalla fase ciclica in cui si trovava il mercato: la conclusione di un ci-clo annuale. I cicli scontano le news ed i motivi macroeconomici, come sele notizie si “adattassero” ai movimenti statistici che essi prevedono.

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Fig.

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Fig.

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Nel momento in cui questo articolo viene redatto, siamo a ridosso dellaconclusione statistica del ciclo annuale in corso e quello che sarà più pro-babile nel medio periodo è un rialzo delle quotazioni sospinte dalla par-tenza del nuovo ciclo annuale il quale è alle porte e “bussa” insistente-mente. Ai prezzi l’ardua sentenza..

II passo – Analisi tecnica e candlestickAbbiamo quindi completato il primo passo verso l’uscita dal recinto delparco buoi: la scelta di una metodologia di trading che metta le probabi-lità a nostro favore e ci allontani dal prendere decisioni basate solamentesui prezzi e sul sentiment. E l’analisi tecnica classica e pattern candlestick che posto trovano un que-sto scenario? Queste due metodologie di “leggere” il mercato hanno ra-dici profonde che partono fin dal XVII secolo per quanto riguarda il cand-lestick e fine 1800 per ciò che concerne l’analisi tecnica. Nonostante “l’an-zianità” di questi metodi, i loro insegnamenti risultano tutt’ora efficaci edapplicati ai mercati finanziari dalla stragrande maggioranza dei trader ditutto il mondo.L’argomento, come capite, è di tutt’altro genere rispetto ai cicli di borsa,ma questo non significa che le due cose non possano collaborare alla crea-zione di una buona strategia di trading dando indicazioni utili in meritoall’operatività. Le regole del candlestick e dell’analisi tecnica, per esempio, rimangonocomunque valide anche all’interno dei cicli di borsa e sono un’arma in piùche possiamo tenere nel nostro “arsenale” di trading ed applicarla al mo-mento giusto. Dobbiamo solamente aggiungere una qualche sorta di “cor-rezione” al nostro metodo…Se vogliamo utilizzare metodi diversi che concorrano in maniera costrut-tiva all’operatività sui mercati, dobbiamo dare delle priorità a ciascun si-stema stabilendo una “gerarchia”, in cui chi sta più in alto guida i subor-dinati. Vediamo di chiarire quanto appena esposto: se siamo in una faseciclica che prevede un rialzo delle quotazioni in virtù dello sviluppo diun ciclo (ad esempio mensile) e lungo la strada si presenta un pattern ocandela di inversione, a chi diamo ragione? Ai cicli che prevedono rialzoo al candlestick che prevede ribasso?Lo stesso discorso si può trasferire nel confronto tra indicazioni dei ciclidi borsa e quelle fornite dall’analisi tecnica: se siamo in una fase ciclica ri-

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alzista e sul nostro grafico si completa un testa-spalle ribassista, a chi da-re ragione? Quale operatività seguire?La soluzione a tutto questo è stabilire un ordine di importanza da asse-gnare a ciascuna arma del trading, in modo da avere un metodo “guida”di riferimento e gli altri a sostegno e conferma della stessa. Nel caso inesame la scelta al vertice ricade, ovviamente, sui cicli di borsa relegandoal ruolo di “gregari” sia l’analisi candlestick e l’analisi tecnica le quali for-niscono importanti indicazioni in merito a conferme o meno di inversio-ne/continuazione del trend. Se ci troviamo al culmine di un ciclo trimestrale (zona da cui probabil-mente le quotazioni ritracceranno) ed i cicli ci danno indicazioni in meri-to ad una probabile inversione dei prezzi, possiamo andare a ricercareconferme di tale ipotesi anche nell’analisi dei pattern candlestick di in-versione e nelle figure tecniche che segnalano eventuale debolezza.Nel grafico 10 siamo andati a considerare il ciclo trimestrale compreso trail periodo di Gennaio 2011 e Maggio 2011. Il rialzo delle quotazioni sulcross valutario è stato sospinto dalla fase ciclica appena menzionata; so-lo in prossimità di quota 1.48 (primi giorni di Maggio 2011) le quotazionihanno arrestato la loro salita iniziando una fase di laterale in cui hannopreso forma una serie di hammer e doji, senza considerare il box tecnicoche ha racchiuso l’andamento dei prezzi tra 1.47 ed 1.49. Tali pattern e fi-gure tecniche hanno anticipato l’inversione di tendenza che successiva-mente ha preso forma, concordemente con la fase di conclusione di un ci-clo trimestrale che, statisticamente, vede cedimenti e debolezze impor-tanti delle quotazioni.Spostandoci in tempi più recenti possiamo individuare ulteriori figure dianalisi tecnica che ci hanno aiutato nel prendere posizioni sul cross voltea cogliere gli importanti movimenti dei prezzi. Nella figura 11 è riporta-to l’andamento dell’Euro-Dollaro nella parte finale del ciclo annuale incorso (2010-2011).Come detto in precedenza, in questa fase era attesa la conclusione di unciclo mensile, trimestrale ed annuale, ovvero le probabilità erano a favo-re di una importante debolezza delle quotazioni sfavorendo quindi le po-sizioni rialziste. Osservando il grafico si può vedere come un importantetriangolo si sia formato in tale area, comprimendo l’andamento delle quo-tazioni fino a quando, una volta uscite da tale figura, si sono dirette nel-la direzione indicata dai cicli e supportata a sua volta dall’analisi tecnica.

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Fig.

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Fig.

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Possiamo spingerci ancora oltre utilizzando a nostro favore anche patterndi più “recente” nascita quale, ad esempio, l’1-2-3 di Sperandeo. La con-clusione vista sopra del ciclo annuale ha portato le quotazioni a rompereal ribasso la trend-line che ha guidato la salita dei prezzi durante tale ci-clo. Questo ha posto le “basi” per la nascita di un pattern 1-2-3 di Spe-randeo, ovvero la rottura della trend-line, il successivo pullback dei prez-zi a testare la resistenza tecnica appena violata e, sul finale, un nuovo ce-dimento delle quotazioni al di sotto dei precedenti minimi. Quanto ap-pena descritto, abbinato alle estensioni di Fibonacci ed alla conclusionedi un ciclo importante quale l’annuale, ha portato le probabilità a favoredi un target minimo dei prezzi in zona 1.32, area raggiunta in breve neigiorni successivi.Nella figura 12 sono solo alcuni degli innumerevoli che si potrebbero fa-re a supporto e conferma del binomio cicli di borsa ed analisi tecnica-cand-lestick. Questa accoppiata risulta vincente ed utile nella stragrande mag-gioranza delle situazioni di mercato in virtù del fatto che cerchiamo con-ferma di quanto la teoria ciclica prevede in metodi completamente diffe-renti dai cicli stessi. Tale approccio è una ulteriore strategia che ha il soloscopo finale di aumentare le probabilità a nostro favore, l’arma più po-tente con cui affrontare di giorno in giorno i vari mercati. L’ultima parola spetta sempre ai cicli, ovvero le nostre posizioni dovran-no essere concordi con quanto essi prevedono a livello di scenario più pro-babile; meglio ancora se le indicazioni “tecniche” supportano le nostreposizioni ma, a volte, tali indicazioni potrebbero essere discordanti o quan-tomeno poco chiare. Il tali situazioni come comportarsi? Tenendo sempreben presente che tutte le nostre strategie hanno come “base” la teoria ci-clica, le operazioni saranno da impostare sempre in tale ottica. Nel casonon siate sicuri della previsione ed il mercato non offra indicazioni evi-denti in merito vale la regola di astenersi dall’operare finché non vi sa-ranno le condizioni (ovvero le probabilità) a vostro favore, diversamenteavete le stesse possibilità di successo del gioco della monetina, che equi-vale ad operare a “sentiment”. Vedrete che il mercato non tarderà a met-tere in luce uno scenario più adatto alla vostra operatività.

III passo – Medie & Oscillatori in chiave ciclicaFino ad ora abbiamo parlato di cicli di borsa, di figure provenienti dal-l’analisi tecnica e pattern candlestick, senza fare mai alcun accenno agli

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strumenti più classici utilizzati dalla gran parte dei trader: medie ed oscil-latori (rientrerebbero anche gli indicatori, ma lasciamo ad altra sede l’ap-profondimento in tal senso). Che posto possono trovare tali “armi” nelpanorama sopra descritto? Possiamo pensare di integrarli e ricevere unaiuto che finalizzi i nostri trade?La risposta è ovviamente affermativa, anche se si rende necessaria una ri-visitazione di tali strumenti in “chiave ciclica”.Partiamo dallo strumento tecnico per eccellenza: le medie. L’utilizzo piùcomune e conosciuto è quello di attribuire a tale elaborazione matematicadei prezzi una funzione di supporto/resistenza alle quotazioni una voltavenute reciprocamente in contatto. In alternativa, altra applicazione mol-to apprezzata, è quella che vede la definizione di un trend fino a quandoi prezzi non abbiano la forza di violare in chiusura una media importante(ovvero di periodo elevato) in direzione opposta al trend principale.Possiamo trasferire i concetti appena espressi applicando le medie ai ci-cli di borsa: medie di opportuno periodo saranno supporto e resistenzaper i vari cicli e fintanto che un ciclo sarà sopra/sotto la relativa media ilsuo trend rimarrà invariato. Non solo: tali medie rappresenteranno anchei target preferenziali per i vari movimenti ciclici di rialzo e ribasso.Nella figura 13 sono riportati i prezzi del cross Euro-Dollaro (time-framedaily) a cui sono state aggiunte importanti medie opportunamente “ta-rate” su cicli con ordine temporale che va dal trimestrale fino al 3 anni.Ciascuna media riportata nel grafico ha la funzione di supporto per lequotazioni quando il ciclo a cui sono riferite è al rialzo e, al contrario, sa-ranno un importante resistenza qualora questo fosse al ribasso. Fintantoche i prezzi sono al di sopra della media (e questa riporta un trend posi-tivo) il ciclo in esame sarà da considerarsi al rialzo, quando le quotazioniperforeranno al ribasso la media (invertendo il trend di quest’ultima) po-tremo classificare il ciclo in esame al ribasso ed agire di conseguenza inaccordo con i tempi ciclici.Seguendo quest’ottica possiamo supporre con anticipo quali potrebberoessere le “zone chiave” di svolta dei prezzi ed i punti “target” che, conbuone probabilità, saranno raggiunti dai vari rialzi/ribassi ciclici del crossvalutario in esame. Analizzando l’ultima parte del grafico, quella più vi-cina ai giorni nostri, possiamo individuare una perforazione al ribassodella media inerente al ciclo trimestrale con inversione del trend della stes-sa; questo, unitamente ai tempi ciclici (ed a corollario di tutte le analisi

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fatte nelle precedenti pagine), confermava ulteriormente una discesa deiprezzi per la conclusione del ciclo trimestrale ed annuale in corso. Il pros-simo ciclo trimestrale (il primo dell’annuale che prenderà forma in un fu-turo non troppo lontano) avrà come target minimo del rialzo (nonché im-portante resistenza) le medie del ciclo 3 mesi e quella del ciclo a 6 mesiche, una volta perforate al rialzo con inversione dei rispettivi trend, con-fermeranno (almeno in maniera statistica) un ciclo con tono rialzista.Lo stesso discorso si può applicare a medie opportunamente tarate su ci-cli di qualunque ordine (3 giorni, settimanale, etc.) trasferendo con la me-desima validità i discorsi e ragionamenti sopra riportati.Secondo punto da approfondire in questo capitolo è, come anticipato inprecedenza, quello inerente agli oscillatori ed in particolare parleremo delcelebre RSI (Relative Strength Index o indice di forza relativa). L’utilizzopiù comune a cui viene relegato tale oscillatore è quello di segnalare even-tuali fasi di eccessivo rialzo dei prezzi (ipercomprato) o eccessiva debo-lezza delle quotazioni (ipervenduto) da cui il mercato dovrebbe ripren-dersi invertendo il trend fino a quel momento predominante. In realtàquando il trend di sottofondo risulta molto forte e duraturo tale oscilla-tore tende ad andare in “saturazione” non fornendo più nessuna indica-zione di rilievo utile al trading. Si passa così a considerare l’RSI in otticadi “divergenze” con i prezzi, tralasciando le zone di ipercomprato ed iper-venduto, e focalizzando l’attenzione sui massimi e minimi di prezzo inrelazione ai massimi e minimi evidenziati dall’oscillatore. Anche que-st’ultimo è un utilizzo abbastanza comune tra i trader. Meno comune è invece l’utilizzo delle divergenze in ottica ciclica, ovve-ro l’RSI come supporto per identificare una possibile partenza/inversio-ne del ciclo oggetto di analisi. Nella figura 14 sono mostrati alcuni esem-pi inerenti ai cicli settimanali sul cross Euro-Dollaro, accoppiati con il re-lativo RSI.Si può vedere molto chiaramente come le divergenze sull’oscillatore an-ticipino di circa un ciclo daily l’inversione rialzista a livello di ciclo setti-manale: mentre i prezzi continuano a fare nuovi minimi in conclusione ditale ciclo (fase caratterizzata da una debolezza delle quotazioni), l’RSI di-verge in maniera evidente con minimi crescenti. Puntualmente, a ciclo set-timanale concluso, le quotazioni riprendono vigore sulla spinta ciclica cheli porta a formare nuovi massimi relativi di ciclo.Tali divergenze possono essere sfruttate sia in ottica rialzista che ribassi-

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sta, sebbene l’esperienza sul campo mostri una migliore affidabilità diquest’ultime rispetto alle prime. L’utilizzo dell’RSI è stato quindi rivisto in chiave ciclica, ovvero non con-sidereremo le divergenze ovunque esse si trovino sul grafico, ma sola-mente quelle che si presenteranno all’intero di una determinata fase ci-clica. Ad esempio, se siamo in conclusione di un ciclo con prezzi che pro-cedono al ribasso (e sarà il connubio prezzi-tempi ad indicarcelo), sap-piamo, con buone probabilità, che da lì a breve prenderà forma un rialzoimportante dovuto alla partenza del ciclo successivo: spesso tale eventosarà confermato ed anticipato da una divergenza tra RSI e ciclo daily.

IV passo – Correlazioni a supporto della strategiaFino ad ora ci siamo occupati di analizzare il grafico, i prezzi ed i tempidel nostro cross valutario “preferito”, quello su cui prendiamo posizionispeculative, guardandolo sotto ogni punto di vista: ciclico, tecnico ed at-traverso le indicazioni fornite dal candlestick giapponese. Possiamo diredi conoscere gran parte dei “segreti” che solitamente non vengono svela-ti dal solo studio dei prezzi i quali, nella stragrande maggioranza dei ca-si, si rivelano “illusori” per il trader mettendolo dalla parte sbagliata delmercato al momento giusto.Tuttavia il nostro lavoro non si dovrebbe fermare qua, anzi. Come avreteintuito, fare previsioni significa, nella maggior parte dei casi, “guardare”oltre i prezzi e basarsi su ciò che la maggior parte delle persone non ve-de. Quello che tutti vedono porta il parco buoi alle medesime conclusio-ni, e se il parco buoi non è la parte che guadagna, allora le sue conclusio-ni sono quelle sbagliate.In questo terzo passo proveremo a fare qualche analisi più approfonditaanalizzando grafici ed indicatori che, almeno in prima battuta, sembranonon avere nulla a che fare con il cross valutario che stiamo esaminando.In realtà, come vedremo, sono legati in maniera abbastanza evidente.Continuiamo con le nostre considerazioni sul cross Euro-Dollaro che ciaccompagna dall’inizio del nostro articolo. Tale mercato, sebbene sia untasso di cambio, ha una particolare “affinità” con i mercati azionari mon-diali, ed in particolare con l’S&P 500 (non fanno difetto le altre piazze, mapreferiamo prendere il mercato per eccellenza). La figura 15 mostra l’an-damento dell’Euro-Dollaro paragonato a quello dell’S&P 500, entrambicon time-frame daily a partire dal 2004.

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Come potete vedere dall’immagine sopra i macro-movimenti sull’S&P500 sono spesso accompagnati dai medesimi trend sul cross valutario del-l’Euro-Dollaro. Ovviamente i due mercati sono simili ma non certamen-te uguali, soprattutto negli andamenti di breve periodo, ma questo puòdarci una ulteriore mano nella nostra attività di trading. Come ogni pas-so che abbiamo analizzato in questo articolo, lo scopo finale è sempre quel-lo di portare le probabilità a nostro favore.Dal grafico sopra siamo riusciti ad intuire una correlazione tra l’andamentodell’azionario e quello del cross valutario e possiamo pensare di sfruttarea nostro favore tale informazione. L’idea di fondo è quella di applicare ciòche conosciamo all’andamento del mercato azionario in modo da preve-dere, almeno in termini macro, il futuro andamento del cross. Applican-do i cicli di borsa (ed eventualmente anche analisi tecnica e candlestick,ma per ora limitiamoci solamente ai cicli) in tempi recenti al grafico del-l’S&P 500 eravamo consci che il ciclo annuale (iniziato in Luglio 2010) ditale indice era prossimo alla conclusione attesa a cavallo di Settembre-Ot-tobre 2011. Questo, se ricordate, è perfettamente in accordo con il ciclo an-nuale dell’Euro-Dollaro evidenziato in precedenza. Una ulteriore confer-ma statistica che porta qualche probabilità in più a nostro favore: una di-scesa dell’azionario prelude, con elevate probabilità, anche ad un cedi-mento del cross (almeno nel medio periodo). A sua volta quanto appenaesposto risultava concorde con evidenze cicliche e tecniche (Figura 16).Possiamo approfondire tale correlazione tra i due mercati applicandolaanche ad ottiche operative più brevi? La risposta è positiva, ovviamentecon le dovute cautele ed accortezze del caso in quanto parliamo sempredi statistica e non di certezze.Nella figura 17 è riportato il confronto tra l’andamento dei cicli settima-nali dell’Euro-Dollaro e quelli dell’S&P 500. Il periodo considerato è quel-lo inerente al momento di redazione dell’articolo (Ottobre 2011) e, comepotete vedere dall’immagine, la correlazione nonché coincidenza tra i mi-nimi di partenza e conclusione dei cicli è quantomeno evidente. Possiamo sfruttare anche questa evidenza a nostro favore, andando a stu-diare attraverso la lente dei cicli di borsa i mercati correlati con il cross dinostro interesse, avendo in questo modo “due pareri” da due diversi in-terlocutori: qualora entrambi si trovassero in accordo sulla direzione piùprobabile in cui si dovrebbero muovere i prezzi, avremo ulteriori confer-me statistiche a supporto del nostro trade.

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Abbiamo stabilito che analizzando l’S&P 500 (nell’esempio) possiamo diriflesso fare previsioni sull’andamento macro del cross valutario o co-munque avere conferme o smentite in merito agli scenari di prezzo piùprobabili. Un importante svantaggio che accomuna tutti i cross è la mancanza deldato inerente ai volumi di scambio, un fattore molto importante da tene-re in considerazione quando si fanno previsioni (cicliche e non) a sup-porto di movimenti sostenuti o meno da scambi (un rialzo dei prezzi conscambi esigui ci dovrebbe mettere in allerta, mentre un rialzo con volumicrescenti è sinonimo di forza del mercato). Essendo il mercato del forexOTC (Over The Counter) ed avendo una struttura decentralizzata e noncontrollata, è praticamente impossibile misurare i reali volumi di scam-bio (spesso si tende ad ovviare utilizzando i volumi dei contratti futuressu valute).Visto che tale dato non è disponibile, cerchiamo di aggirare l’ostacolo sfrut-tando le correlazioni viste in precedenza. Nel medio-lungo periodo ci pos-sono venire in aiuto dei “dati” legati all’azionario attraverso i quali indi-viduare scenari futuri da cui trarre qualche probabilità ulteriore a nostrofavore. E’ noto a tutti che la maggior parte delle persone è dalla parte sbagliatadel mercato e, quando facciamo questa affermazione, prendiamo in con-siderazione perlopiù il parco buoi, ovvero il grande gruppo costituito daipiccoli investitori privati. Se questi sono dalla parte sbagliata per la mag-gior parte delle volte, potremo presumere che, se sapessimo quali sono leloro posizioni al momento attuale, facendo in contrario ne trarremo unbeneficio per la nostra attività. Tale comportamento si può estrapolare daldato riguardante le vendite allo scoperto dei piccoli lotti, ovvero gli short-selling azionari messi in piedi proprio dai piccoli investitori: la categoriache ci interessa studiare (ed assolutamente non emulare).Nella figura 18 sono riportati gli andamenti dell’S&P 500 in relazione al-la quantità di vendite allo scoperto dei piccoli lotti, il tutto con time-fra-me daily. Come potete facilmente intuire dalla premessa fatta sopra, quan-do i piccoli investitori sono eccessivamente ribassisti (ovvero grandi quan-tità di vendite allo scoperto) spesso il mercato ha appena visto un impor-tante minimo relativo da cui le quotazioni si riprenderanno al rialzo. Stia-mo sfruttando (purtroppo) la capacità di quel 95% dei trader di essere dal-la parte sbagliata al momento giusto, ovvero quando tutti sono eccessi-

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vamente ribassisti ed il trend in atto è “chiaro” e compreso dai più, il mer-cato inesorabilmente inverte la rotta.Siccome vi è una importante correlazione tra S&P500 ed Euro-Dollaro, loscopo di tutto ciò è evidenziare importanti punti di svolta sul cross in esa-me partendo da un mercato apparentemente “slegato”, in modo da potertrarre vantaggio da una eventuale inversione dei prezzi.Siamo giunti alla conclusione di questo articolo che, come detto in aper-tura, non ha assolutamente lo scopo o pretesa di essere completo ed esau-stivo in ogni sua parte. L’intenzione principe era quella di fornire al tra-der (o futuro tale) un’ottica differente con cui affrontare i mercati, analiz-zando i prezzi in prima battuta, ma senza fermarsi alle sole evidenze (spes-so illusorie) che essi ci mettono davanti agli occhi. In questo mestiere, per porci in maniera corretta di fronte ai mercati, dob-biamo cercare di operare con le probabilità a nostro favore: solo la prepa-razione, lo studio e la ricerca degli strumenti adatti possono aiutarci inquesto compito. Non esiste l’indicatore perfetto, il trading system infalli-bile o la media che risolverà i nostri problemi nell’identificare un trend…esistono solo le possibilità che qualcosa accada con maggiore probabilitàrispetto ad un’altra, che i prezzi vadano in una direzione preferenziale ri-spetto all’altra. I cicli di borsa, applicati nel modo corretto nonché soste-nuti da altri strumenti a corollario delle previsioni, sono un metodo chesoddisfa tale scopo e ci aiuta nel fare previsioni per il breve, medio e lun-go periodo.Buon trading a tutti

Capitolo III Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti

Nato in provincia di Modena, classe 1982, nella “patria dei motori”, ha se-guito un percorso di studi prettamente tecnico passando per una laurea in in-gegneria meccanica ed un master finale in ingegneria del veicolo. Successiva-mente ha svolto incarichi presso studi di ingegneria in qualità di progettistaprima e responsabile di sezione successivamente.Parallelamente agli studi universitari ed all’attività lavorativa si è occupatodi trading e speculazione di borsa, partendo dallo studio delle basi di analisitecnica fino ad approdare a strategie più complesse legate ai cicli di borsa, iquali ricoprono tutt’ora un ruolo di primaria importanza nella quotidiana ope-ratività sui mercati finanziari.

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Approdato al trading a tempo pieno nel 2006 con una operatività principal-mente volta all’utilizzo di futures ed opzioni legate ai principali indici euro-pei ed americani, senza tuttavia tralasciare il mercato del forex ed azionarioa corollario dell’attività speculativa.Nel 2010 fonda il sito web www.strategiediborsa.com nell’intento di creare unpunto di incontro tra i vari trader che applicano ai mercati finanziari il me-todo dei cicli di borsa, integrandone alcuni aspetti con elementi di analisi tec-nica, statistica e fondamentale. A completamento dell’attività vi sono una se-rie di collaborazioni con importanti siti finanziari nazionali che ospitano pub-blicazioni ed analisi di mercato nonché la gestione della parte educational perconto di brokers di carattere internazionale.

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Le problematiche dello slippage nel trading sistematicoFabrizio Bocca

Il mondo del trading appare esternamente come un amalgama di stranisoggetti in camicia e bretelle che sudando e agitandosi creano immensericchezze dal nulla e con la stessa velocità le bruciano. Si immaginano de-cine di monitor, l’aria piena di tensione, e quella capacità che spesso miviene additata nei discorsi da bar dello sport: “ah tu che sei dell’ambien-te e le cose le sai…”.La realtà è come sempre accade assai diversa dall’immaginazione collet-tiva. Innanzitutto il trading non è un atteggiamento unitario, ma ne esi-stono diverse tipologie con caratteristiche ben distinte. Così come una per-sona che va a sciare, potrebbe fare sci di discesa, sci di fondo o sci alpini-smo, e quindi necessiterebbe di attrezzature, allenamenti e caratteristichefisiche profondamente diverse, così chi fa trading può essere un traderdiscrezionale, uno scalper o un trader sistematico, solo per parlare dellecategorie più note e diffuse.Gli atteggiamenti e le conoscenze del trader sono talmente selettive e de-dicate, che il dialogo fra le varie categorie è spesso un dialogo tra sordi.Mentre il trader discrezionale parla di minimi e massimi chiave, comesupporti o resistenze e possibili punti di inversione o accelerazione, loscalper parla di book e pressione in denaro o in lettera, senza alcun inte-resse l’uno per l’altro. Così il trader sistematico, quale io sono da ormaioltre 6 anni, parlerà volentieri di statistiche, di gradi di libertà di un si-stema o di average trade in proporzione allo slippage. Argomento que-st’ultimo troppo poco spesso affrontato nei testi sul trading quantitativoe invece assoluto punto focale per poter decretare l’applicabilità reale omeno di una strategia di trading sistematico ed automatico.Lo slippage è tecnicamente la differenza tra il prezzo teorico di ingressodi un trading system ed il prezzo realmente eseguito sul mercato. Un sog-getto non avvezzo ai sistemi sicuramente ha difficoltà a cogliere questoaspetto, per cui credo valga la pena spendere qualche parola per spiegarsi. I trading system sono codici che contengono strategie di trading basatesul prezzo generalmente scritte in svariati linguaggi di programmazione.

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Il più semplice è denominato ELA e permette di programmare i softwareTradestation 2001 oppure Tradestation 9. Una volta programmati, il soft-ware genera un ordine di buy/sell nel momento in cui la condizione pro-grammata si realizza sul grafico.Tale ordine può essere raccolto da un automatismo che lo invia sul mer-cato e lo esegue tramite un broker prescelto. Perché ciò avvenga passa deltempo, che per quanto breve (i software che utilizzo eseguono questo en-tro 2 secondi al massimo) fa sì che in ogni caso il prezzo a volte si muo-va, per cui l’eseguito avrà un valore spesso differente da quello generatodal software nel creare l’ordine. Tale differenza, anche se è più spesso asfavore del trader, a volte può anche essere a favore in caso di movimen-ti di rimbalzo dei prezzi molto repentini.Qualsiasi tipologia di ordine obbliga il trader sistematico a fare i conti conla componente slippage. Siano essi ordini Limit, Stop Order (o condizio-nati che dir si voglia) o ordini At Market. Questo anche solamente per lacomponente essenziale della struttura dei mercati che si evidenzia nelBook diviso in Denaro e Lettera.Lo slippage è quindi una componente estremamente variabile e dipen-dente da diversi fattori. In primis la liquidità e lo spread Bid/Ask del mer-cato, poi la velocità del software di invio ordini e del broker utilizzato nel-l’esecuzione degli ordini. Ma seppure componente variabile, essa è di cer-to analizzabile dal trader se esso ha cura di riportare ogni giorno in unatabella le differenze tra gli eseguiti teorici e quelli reali, al fine di avere loslippage medio di lungo periodo sia per tipologia di mercato, che ancheper tipologia di trading system. Per questo da anni compilo con grandepazienza numerosi fogli excel che mi permettono di avere valori medi diriferimento per futures e per broker di quello che sarà lo slippage medioche andrò a pagare nell’applicare una nuova strategia di trading. Nel momento della valutazione di un trading system, e soprattutto nel mo-mento della decisione sulla sua applicabilità nel trading reale, vi sono di-versi indicatori che si analizzano e che si valutano. Dando per scontato chela strategia sia profittevole e presenti una equity line dei profitti e delle per-dite crescente e il più possibile assimilabile a una retta, il valore da consi-derare con maggiore attenzione è sicuramente l’average trade, ovvero il gua-dagno medio per operazione nel lungo periodo. Infatti solo una sufficientecapienza di questo parametro potrà permettere al trading system di soste-nere i due costi ineliminabili del trading: lo slippage e le commissioni.

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Ma per capire meglio, di che costi stiamo parlando?Per quanto riguarda le commissioni, che non sono oggetto di questo scrit-to, si va dai 2 euro circa a eseguito fino ai 10, quindi da 4 a 20 euro a tra-de. In ogni caso si può facilmente ottenere costi tra 10 e 14 euro, quindiquesto è il costo medio più corretto da considerare.Per quanto riguarda lo slippage, i valori sono profondamente diversi tra ivari futures, ma riconducibili spesso, per esperienza diretta personale e dialtri trader quantitativi, a 3 tick. Per cui su un mercato come il Dax futures,il cui tick vale 12,5 euro, una buona stima sarà di 37,5 euro a trade, su unmercato come il nostro FTSE/Mib future, il cui tick vale 25 euro, una buo-na stima sarà di 75 euro a trade. I miei dati personali, a 12 mesi, riportanouno slippage medio sul Dax di 32,4 euro e sul FTSE/Mib di 69,8 euro.Per dare un’idea di quale può essere l’impatto sui propri conti trading,pensiamo che se in un anno i trading system del proprio portafoglio ese-guiranno 1000 trade, si avrà una diminuzione delle performance dellostesso di 32.400 euro se si trada il Dax futures, e di 69.800 euro se si tradail FTSE/Mib futures. Mi pare quindi interessante occuparsene.Essendo questi i costi di slippage e considerando per comodità una com-missione per trade di 10 euro, avremo un costo medio di 42,4 euro sul Daxe di 79,8 sul FTSE/Mib. Per poter assorbire tali costi sarà quindi necessa-rio avere sempre average trade superiori a 150,0 euro per trade, meglio secompresi tra i 200,0 e i 300,0 euro a trade. Diffidiamo sempre dei tradingsystem, quindi, che ci vengono proposti mostrando solamente le equityline o senza una corretta segnalazione del parametro average trade stori-co, ovvero su un arco temporale di non meno di 5 anni, meglio se di al-meno 10 anni. Anzi ad essere scrupolosi, sarebbe bene avere oltre al datostorico anche il dato dell’average trade riferito anche agli ultimi 12 o 18mesi, in modo da controllare se esso non sia decaduto in tempi recenti concatastrofici effetti sul nostro contro trading.A questo punto è di interesse valutare dei dati reali, ovvero l’influenzadello slippage sull’andamento di un numero elevato di trading systemrealmente applicati. Tutti i codici in questione sono applicati in real timetramite l’utilizzo di www.widetrader.com, piattaforma automatica di tra-ding collegata con due virtual pc, uno con un Tradestation 2000ì e unocon un Tradestation 9. I report sono visibili sul sito www.fabriziobocca.net.I trading system sono stati suddivisi in 3 distinte categorie principali, epoi divisi per futures (Dax e FTSE/Mib):

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w sistemi vecchi, cioè creati tra il 2006 e il 2008w sistemi recenti, cioè creati nel 2009w sistemi nuovi, cioè creati nel 2010

Le figure 1, 2 e 3 riportano l’analisi dei valori per le tre categorie per l’an-no 2010.La colonna NP riporta il net profit ottenuto dal trading system senza al-cun costo aggiuntivo. La colonna NPr riporta lo stesso risultato depura-to dei costi sostenuti per lo slippage.E’ facilmente osservabile come le performance decadano in modo visto-so, anche se spesso esse rimangano di tutto rispetto. Di certo il dato di-venta molto rilevante se si osserva la figura 4, dove sono riportati i valo-ri di net profit globale prima e dopo la depurazione dei dati di slippage.Ebbene, il decadimento della performance globale è quasi del 50%, valo-re che credo non richieda commenti e che da solo dia l’idea di come sia-no da valutare con la massima attenzione sia i valori di average trade deitrading system sia lo slippage che l’insieme piattaforma/broker farannosostenere.

Per concludere consiglio l’osservazione della figura 5, che riporta lo stra-tegy performance report storico (10 anni) di un trading system sul FTSE/Mibche ha i valori corretti per essere applicato con piena soddisfazione (BMCFib). Possiamo facilmente rilevare come il net profit al lordo dello slippage dioltre 169 mila euro sia stato creato con un average trade di 272,19 euro,quindi assolutamente in grado di assorbire i 79,8 euro tra commissioni eslippage sopra riportati. Infatti sottraendo tale cifra dall’average trade siottiene un valore di 192,39 euro a trade, ancora assolutamente dignitoso.E questo in presenza di valori importanti come il 53,13% di operazioni po-sitive, un profit factor di 2,08 e una ratio average win/average loss di 1,84.

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Figura4: analisi delle performance 2010 dei trading system nel loro insieme

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Per contattare l’autore per qualsiasi chiarimento e/o richiesta scrivere [email protected] approfondire l’argomento del trading sistematico automatico visita-re il sito www.fabriziobocca.net (registrazione free con contenuti riserva-ti ai soli iscritti) oppure consultare il testo “Vita da Trader, storie di tra-ding automatico e sistematico (Fabrizio Bocca – Andrea Vecchione) editonel 2010 da www.tradinglibrary.it

Guida Forex 2012

Fabrizio Bocca, vercellese, classe 1966, laureato in Economia e Commercio aTorino, nasce professionalmente come market maker in Banca Sella, e in se-guito diventa trader privato, professione che svolge orami da oltre 11 anni.Dopo gli anni iniziali passati a tradare il Fib30 con una tecnica derivata dal-l’analidi si Gann, descritto nel testo “Il trading facile secondo Gann” (tradin-glibrary, 2002), diventa dal 2005 trader quantitativo su numerosi prodotti de-rivati, come raccontato nela sua ultima fatica letteraria scritte con AndreaVecchione, anche lui trader privato, “Vita da trader, storie di trading automa-tico e sistematico” (tradinglibrary, 2010).Consulente, formatore, tiene da anni una rubrica su trading system daily suwww.lombardreport.it e racconta e scrive della propria esperienza di traderintraday sul sito www.fabriziobocca.net, dove è possibile avere informazionisui suoi trading system e leggere numerosi articoli free previa registrazione.

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Riconoscere il trend dei mercati mobiliariAndrea Cintelli

Riconoscere Il trend dei mercati mobiliari è uno degli aspetti più signifi-cativi nell’aiuto all’interpretazione del grafico;individuare, tracciare e interpretare il trend dei mercati è sicuramente unvalore aggiunto che nessun trader può fare a meno di considerare.L’articolo in questione ci aiuterà nella comprensione del trend riguardoal mercato del Dax; ci aiuteremo con alcune foto per comprendere doveci troviamo in questo momento, analizzando i tre trend principali, il lun-go, il medio e il breve periodo.Grazie all’analisi delle foto, vedremo cosa dovremo attenderci per una va-riazione dei vari trend, cercheremo di visualizzare le aree di svolta e dicontinuazione di tutti i tipi di trend.Come avrete modo di vedere leggendo questo articolo, il mercato azio-nario, verrà sezionato e analizzato in tutti i time frame più importanti al-la corretta comprensione dell’attuale trend di mercato e dei suoi puntieventuali di svolta.I time frame principali sui quali agiremo per la comprensione del trend,abbracciano intervalli temporali molto lunghi, come l’intervallo mensile,settimanale e giornaliero.

Vediamo più da vicino i vari tipi di trend.Trend di lungo periodoÈ il trend pilota del mercato, quel trend che potrebbe anche accompagnarele contrattazioni per anni.Sul piano pratico operativo, assecondare il trend di lungo periodo, ci per-mette di stare in posizione anche se ci troviamo in perdita momentanea,proprio perché dalla nostra abbiamo il trend;se ad esempio siamo long sul dax e il mercato ci si ritorce contro, non dob-biamo assolutamente perdere la lucidità necessaria alla gestione della po-sizione; il trend di lungo è dalla nostra parte, il prezzo, al primo supportoutile, dovrebbe riprendere il vigore necessario a tornare in posizione long.Ovviamente quando si parla di trend e di orientamento del mercato ci ba-

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siamo sulle probabilità che questo possa verificarsi; è un gioco statistico,probabilistico, basato sull’analisi delle chiusure, degli swing, dei massi-mi, dei minimi, delle medie e di tanti altri fattori che rientrano nell’inter-pretazione del trend, oggetto di valutazione.

Trend di medio periodoÈ un trend molto importante e decisamente indicativo;pensate all’equipaggio di un aereo: c’è il comandante, ovvero il pilota e ilvice comandante; nel trend è la stessa cosa; il trend di lungo è il coman-dante del mercato e il trend di medio è il vice comandante;in pratica l’aereo vola grazie alle decisioni del comandante e non del vi-ce comandante e nel mercato è la stessa cosa;il trend di lungo ci dice la verità riguardo a quello che è il mercato e ognitanto, anche il vice comandante prende le redini dell’aereo per fare qual-che centinaio di chilometri, ma successivamente è sempre il comandantea riprendere la cloche in mano.Che cosa significa ciò che abbiamo appena detto?Possiamo anche trovarci short nel trend di medio, ma essere sempre longcon il trend di lungo periodo; in questo caso il trend di medio ci comuni-cherà esclusivamente un ritracciamento del mercato, ma la forza predo-minante dello stesso sarà sempre di tipo long.

Trend di breve periodoÈ un tipo di trend non così importante come i primi due;il trend di breve riveste la propria importanza per le operazioni veloci,operazioni che possono durare al massimo qualche giorno.Essendo breve è veloce, di conseguenza va cavalcato con la consapevo-lezza che potrebbe mutare nel breve periodo.Operativamente è importante riconoscere il trend di breve, perché ci per-mette di mettere a segno trade profittevoli;se il trend di breve è nella stessa direzione del trend di medio e di quellodi lungo, va tutto bene, faremo dei trade nella stessa direzione;capita sovente che il trend di lungo e di medio sono in una direzione maquello di breve si trova in tutt’altra, ebbene, invece di star fermi ad at-tendere che anche il breve torni nella direzione dei trend trainanti, lo sfrut-teremo in maniera profittevole, nella consapevolezza che non durerà alungo.

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Ci sono anche altri trend che per il nostro tipo di ragionamento non sonocosì importanti ma è giusto comunque sapere che esistono:Trend intradayÈ il trend della giornata, quel trend che caratterizza esclusivamente unagiornata di contrattazioni;è ovvio che questo trend si manifesta e si esaurisce nell’arco di una gior-nata;potremmo essere long di lungo, long di medio, long di breve ma essereshort in intraday e operando nella giornata, potremmo sfruttare questaopportunità.Il trend intraday lo seguiamo all’interno dei grafici orari e nei 240 minuti.

Micro trendÈ il trend che si sviluppa all’interno della giornata prendendo in consi-derazione i time frame molto piccoli, fino a 15 minuti;solitamente il micro trend viene seguito all’interno dei grafici: ad 1 mi-nuto, a 5 minuti, a 15 minuti.Come avete avuto modo di capire, i trends fondamentali sono due:

1. Trend di lungo2. Trend di medio

Il trend di breve è importante ma di valenza minore rispetto ai due pre-cedenti, mentre quello intraday e il micro trend sono obiettivamente in-significanti per la comprensione globale del mercato.Il nostro obiettivo è raggiungere una consapevolezza di orientamento al-l’interno del mercato, sapere dove ci troviamo per capire dove potremmodirigerci;proprio per questo motivo il trend intraday e il micro trend non ci servo-no; questi due trend li utilizziamo per fare trading all’interno della gior-nata ma non per interpretare il mercato in un’ottica medio-lunga.Aiutiamoci con una tabella, per comprendere l’importanza dei vari timeframe e su quale grafico vanno identificati e seguiti i vari tipi di trend (ta-bella 1).Il trading è fatto di fattori estremamente semplici, dobbiamo proprio ricerca-re in questa semplicità la nostra più adatta e corretta lettura del mercato.È possibile credere che, per rendere più giusta e corretta la lettura del mer-cato, sia necessario implementare i grafici con molteplici variabili, quali,indicatori, oscillatori e quant’altro; in realtà così facendo, non facciamo

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altro che complicarci la vita, rendendo il grafico estremamente dispersi-vo e confusionario.Nelle nostre analisi guardiamo esclusivamente l’evoluzione del prezzo edove esso potrebbe andare e ovviamente come tutte le analisi, è soggettaad errori perché quando parliamo di evoluzione del prezzo, parliamo diprobabilità che il futuro dello stesso prezzo si realizzi;tutte le considerazioni riportate in questo articolo contribuiranno ad ac-crescere le probabilità di successo; nei mercati, purtroppo e per fortuna, esiste il libero arbitrio e non sempreriusciamo a prendere la giusta decisione.Entriamo in merito all’aspetto pratico e vediamo dopo la chiusura del me-se di novembre 2011, dove ci troviamo e dove potremo andare.In foto 1 è rappresentato il grafico mensile del Dax, dal quale estrapolia-mo molte informazioni, vediamole:w Settembre 2011, ha decretato il minimo più basso, dopo la grande cri-

si di agosto;w Ottobre 2011 si è fermato in corrispondenza di un livello estremamente

importante e di svolta del mercato;w Novembre 2011 ha fatto registrare una chiusura decisamente signifi-

cativa, ha dato forza ulteriore al supporto in corrispondenza del li-vello 5383.

Tutte queste considerazioni, ci fanno capire che il trend di lungo periodoè ancora impostato al rialzo, lo sarà fino a quando il prezzo non chiude-rà sotto al livello di 5383 e tale chiusura dovrà essere realizzata conside-rando una candela mensile.Sullo stesso grafico notiamo anche che il trend di medio periodo è anco-ra short e si manterrà nella stessa direzione fino a quando il prezzo nonchiuderà a livello mensile sopra area 6400.

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Tipo di trend Dove lo individuo Dove lo tengo d’occhio Importanza del trend e attendibilità

Lungo Grafico mensile Grafico mensile AltissimaMedio Grafico mensile Grafico mensile Alta

e settimanale e settimanaleBreve Grafico giornaliero Grafico giornaliero MediaIntraday Grafico a 240 minuti Grafico orario BassaMicro Grafico a 15 minuti Grafico a 5 minuti Nulla

Tabella 1

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Come possiamo vedere, settembre ha decretato il minimo, ottobre ha da-to forza alla ripresa, novembre ha confermato la volontà di ripresa;per vedere nuovamente il prezzo sopra la resistenza che rappresenta lavariazione di tendenza del trend di medio periodo, sarà necessario at-tendere ancora molto, infatti i livelli su time frame importanti come il men-sile, sono molto più sensibili di quelli presenti su time frame più piccolie di conseguenza, superare una resistenza o un supporto non è un com-pito semplice.Altro dato da sottolineare è la chiusura dei mesi di ottobre e di novembresotto la media mobile; anche questa situazione ci comunica la difficoltàche il prezzo incontra nel salire verso la resistenza in area 6400. In foto 2, analizziamo il Dax nell’intervallo temporale settimanale; anchesu questo grafico si notino i due livelli di variazione del trend di lungo edi medio;sul grafico settimanale si determina anche un nuovo livello, quello indi-viduato in area 6840, che rappresenta la zona dove il trend di breve, at-tualmente short, si orienterà in long.In foto 3, analizziamo il Dax nell’intervallo temporale giornaliero, dovevediamo i livelli di variazione del trend di medio e di breve periodo.Ricordo che nella tabella sopra riportata si evidenziano i vari trend, dovedevono essere individuati e dove vanno tenuti sotto controllo.Il modo con il quale siamo riusciti a determinare questi livelli è oggettodel libro “Il trend dei mercati mobiliari – analisi teorico pratica”, in pros-sima uscita.Le foto 4 e 5 evidenziano un aspetto assai importante nella valutazionedel trend di mercato, ovvero la fase di accumulazione;questa fase è ben visualizzabile sia sul grafico settimanale che su quellogiornaliero.La fase di accumulazione si ha quando il mercato si mantiene congestio-nato in aree di supporto;quando parliamo di aree di supporto, all’interno di una fase di accumu-lazione, ci riferiamo ai minimi di mercato;Quando gli investitori sono ancora convinti di essere in un mercato al ri-basso, le mani forti (coloro che manovrano il mercato) iniziano ad acqui-stare a prezzi convenienti, nella consapevolezza che la fase short risultiormai in esaurimento.Gli acquisti, per non destare sospetti, vengono fatti gradualmente;

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quello che le mani forti non vogliono fare è muovere il listino delle con-trattazioni per non insospettire gli investitori perché la situazione è in fa-se di cambiamento;si vengono a creare così una serie di movimenti laterali, detti anche baseo bottom, come possiamo vedere chiaramente nelle foto 4 e 5.Per avere un’idea più chiara dobbiamo capire chi è che comanda nel mer-cato finanziario, dobbiamo conoscere quali sono le mani forti.Dietro a questo sinonimo chi c’è?:ci sono tutte quell’entità economiche che per loro natura accentrano esmuovono ingenti quantitativi di capitale, tutte quelle entità che, per pro-prio tornaconto e proprio utile, unite da un filo sottile, creano un ampioe solidissimo cartello il quale decide le direzioni dei mercati, delle mate-rie prime, dei titoli, delle monete.Anche se questo è ragionevolmente ingiusto, è impensabile entrare in que-sto mondo e credere di andare contro o essere più furbi di queste entità; pertanto la nostra furbizia e la nostra sapienza consisterà nel riuscire adinterpretare prima degli altri il pensiero e la volontà delle cosiddette “ma-ni forti”.Per avere un quadro più ampio di cosa si intende per mani forti, vedia-mo nello specifico quali sono i partecipanti al mercato che tutti i giorni sidanno battaglia:w Le mani fortiw I piccoli operatori

i piccoli operatori sono sempre preda delle oscillazioni del mercato, men-tre le mani forti sono sempre dalla parte giusta.

Quello che dobbiamo fare, è accordarci alle mani forti, seguire i loro mo-vimenti; solo così facendo le nostre posizioni a mercato potranno generare un pro-fitto.Quando si analizza uno strumento è essenziale vedere anche gli swingche il prezzo ha determinato nella sua evoluzione e in foto 6 capiamo co-me, sul grafico giornaliero e su quello settimanale, il minimo determina-to dalle ultime candele, sia un minimo superiore al minimo precedente;questo ci autorizza ad ipotizzare che il prossimo massimo, potrebbe es-sere superiore al massimo precedente;

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se così sarà, assisteremo ad uno swing positivo, che orienterà il mercatoin alto.Dopo la fase di accumulazione, entriamo nella fase successiva, quella del-la convinzione;si diffonde nell’ambiente finanziario la convinzione che un nuovo mer-cato toro abbia avuto inizio, le quotazioni salgono e comincia l’ottimismodelle piazze finanziarie.Le mani forti hanno nuovamente avuto successo, il prezzo comincia a sa-lire e loro stanno già guadagnando molti soldi perché il loro acquisto si èverificato a prezzi convenientissimi, nei pressi dei minimi del mercato,quel minimo di cui parlavamo nella fase di accumulazione.Si comprende che l’analisi del trend, determini il nostro orientamento al-l’interno del mercato; sapere di trovarsi long di lungo, ci autorizza a posizionarci al rialzo conun’ottica temporale abbastanza importante; si capisce anche bene che, essendo short di medio, potremo assistere, co-me è accaduto anche a novembre 2011, durante il mese di contrattazioni,ad oscillazioni anche estremamente forti, causa della ricerca della resi-stenza e del test ulteriore del supporto; una volta che anche il trend di medio periodo sarà girato in long, i tradesaranno molto più veloci e lineari.

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Trader professionista indipendente e fondatore della LongeShort specializza-ta nel trading su azioni, futures e cfd; Longeshort è anche specializzata in corsi di formazione; Dopo svariati anni di esperienza diretta sul campo di battaglia, ho testato emesso a punto tecniche e strategie operative che permettono di agire nell’in-traday, nel breve, medio e lungo periodo; la lettura delle dinamiche di mercato mi ha permesso di formulare strategietecniche e operative che sono diventate il mio fiore all’occhiello; ho inoltre costruito un sistema semplice e logico per leggere il mercato con se-renità e con logica. Sito internet www.longeshort.bizIl blog http://www.longeshort.biz/blog.htmlScuola di trading www.scuoladitrading.net

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I cicli della vita borsisticaFabrizio Ferrero

Da parte mia la risposta è:SI!E anche sotto più aspetti!Mi chiamo Fabrizio Ferrero. Da circa 15 anni svolgo l’attività di trader eda quasi altrettanti rifletto sulla mia presenza qui sulla Terra, soprattuttoattraverso lo studio del buddismo, attraverso tecniche di PNL (program-mazione neuro linguistica), ed anche… con il trading. Si, avete letto bene!Facendo trading infatti ho imparato a conoscere me stesso attraverso lalotta che quotidianamente affronto con i mercati finanziari.Certamente occorre avere una buona preparazione tecnica (a breve vi il-lustrerò quali sono le mie logiche per investire soldi in borsa), ma se nonportiamo avanti di pari passo la nostra crescita personale, rischiamo dinon ottenere il meglio da quello che stiamo facendo.Non avete mai pensato che si può perdere denaro “perché si ha paura divincere”? Sembra un controsenso, ma se ci riflettete, capirete che è così!Ad esempio, quanti di noi riescono a far correre i profitti, senza farsi con-dizionare dal fatto che la nostra posizione sia già in ottimo guadagno?Si può perdere a causa dei limiti depotenzianti (ovviamente nei confrontidel denaro ma non solo…) che la “nostra” società ci impone in vari modi,affinché diventiamo persone comuni, tranquille e…facilmente gestibili.Si può perdere denaro anche per eccessiva avidità.In quel “famoso” 75-90% di traders che perdono soldi in borsa, non tro-viamo investitori impreparati a livello di istruzione generale e/o specifi-ca, ma secondo me persone che non si sono realmente e per un tempo ade-guato, soffermate sullo studio della propria vita.Quando cresciamo come esseri umani, cresciamo anche come trader, me-dici, idraulici, agricoltori, insegnanti; ogni nostro miglioramento interio-re si manifesterà concretamente nel nostro ambiente.Per il buddismo noi e l’ambiente “siamo due, ma non due”.Ognuno dinoi percepisce bene che l’ambiente ci possa influenzare, ma risvegliamo-ci al fatto che essendo “la stessa cosa”, anche noi possiamo influenzare

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l’ambiente, anzi io dico “è matematico!” (legge di causa ed effetto). Ognivolta che portiamo avanti la nostra rivoluzione umana otteniamo il rag-giungimento dei nostri obiettivi che sono la concretizzazione dei miglio-ramenti interiori.Una frase molto bella che porto sempre con me e che ho appreso studiandoil buddismo è la seguente:“Se vuoi conoscere le cause che hai messo nel passato, guarda gli effettiche hai adesso. Se vuoi conoscere gli effetti che avrai nel tuo futuro, guar-da le cause che stai ponendo adesso nel tuo presente”.Il mio obiettivo quotidiano è allora quello di crescere continuamente e dipari passo sia nella vita che nel trading. E se mi avete letto fin qui, vi chie-do: “C’è differenza fra la vita e il trading”?Adesso siamo allineati… Abbiamo capito che gli investimenti in borsa,andando ad amplificare i nostri stati vitali e le nostre emozioni ci per-mettono di conoscere meglio noi stessi.Ora siamo pronti a parlare di trading!Anni fa, quando ho iniziato a negoziare in borsa, ho faticato molto pertrovare una risposta logica da attribuire ai mercati finanziari. Del resto èdifficile avvicinare la parola logica ad un “qualcosa” (i mercati) che vivo-no della dicotomia euforia – depressione, due stati vitali che se ci pensa-te bene…di logico hanno ben poco!Ho provato a valutare questi due aspetti che il mercato vive quotidiana-mente, notando che sicuramente (usando un termine tecnico) vi sono dellezone dove i prezzi sono in ipercomprato (euforia), piuttosto che in iperven-duto (depressione).Il problema è che il mercato non necessariamente ha sem-pre e subito, la voglia di risanare queste due situazioni di forte tensione.Quindi i mercati non seguono la via di mezzo del buddismo e possono ri-manere in disequilibrio per parecchio tempo. Prendete un qualsiasi oscil-latore e vedrete che spesso rimane in situazioni di iper, anche per parec-chio tempo.Questo mi permette di affermare che quindi i mercati finanziari non pos-sano essere spiegati, catalogati, studiati con la distribuzione normale (oGaussiana), o almeno non sempre! Se fosse così (sempre), i mercati non esisterebbero più…Fatemi fare un passo indietro per introdurvi meglio il concetto.Quello che segue è un semplice esempio di distribuzione normale o Gaus-siana:

Capitolo III Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti

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Molte situazioni di vita possono essere ben spiegate, ben approssimateda questa funzione probabilistica, ma non i mercati finanziari!E sapete perché continuo a ripetervelo?!Semplice! Perché quanti di noi ogni giorno guardando un grafico ci sen-tiamo attratti dal comprare se i prezzi sono scesi “parecchio” o dal ven-dere se son saliti “molto”?!Quante volte al bar, dal macellaio, al supermercato abbiamo sentito dire:“hai visto il titolo x?Ho sentito al telegiornale che ieri ha perso il 9%, se-condo me è da comprare!”Mi sbaglio?!Vi espongo quello che ritengo essere un grande paradosso.Noto che in linea di massima nella vita, l’essere umano sia più incline aglieccessi che alla moderazione e al buon senso, devo farvi degli esempi?Certamente mi piace provocare…o potremmo anche dire che mi piace sti-molare riflessioni e quindi non vi faccio esempi…ognuno può pensare al-la propria vita!Quindi arrivando al dunque:“Nella vita dove secondo me sarebbe corretto usare la via di mezzo (ilbuon senso), l’essere umano se ne dimentica (quasi) sempre.Nei mercati finanziari, dove non esiste la via di mezzo…il trader compieinvece l’errore di cercarla”!

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Se le quotazioni seguissero sempre la via di mezzo, allora tutti vorrem-mo, sfruttando la statistica, comprare basso e vendere alto:

La riconoscete la campana di Gauss, sulla sinistra?Un bel gioco dura poco, vero?!Nei mercati finanziari sicuramente si!Perché se continuasse a reiterarsiquesto comportamento, ce ne accorgeremmo tutti e quindi come farem-mo a comprare basso quando tutti si aspettano un rialzo delle quotazio-ni?Chi è che venderebbe sui minimi?E allo stesso modo chi comprerebbesui massimi?Nessuno!E quindi game over!La logica dei mercati non può essere rappresentata dalla distribuzionenormale e quindi non esiste né ipervenduto, né ipercomprato.Come gli esseri umani, anche il mercato ha più qualità e sicuramente atratti esiste l’equilibrio della figura esposta sopra, del resto si vede!Però poi il mercato mostra anche l’altra sua caratteristica…quella che dalpunto di vista dell’equilibrio è una vera e propria anomalia, ovvero:Il trend!

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E quando parte un trend ribassista hai voglia a comprare perché le quo-tazioni son basse!Guarda qui sopra…In pratica i mercati alternano fasi dove il carattere è calmo, moderato, ov-vero normalmente distribuito, a periodi in cui la psicologia di massa èrappresentata dalla dicotomia euforia – depressione e quando accade ciògli eccessi sono la regola! A posteriori, quello che vi ho detto finora potrebbe anche bastare per spie-gare i mercati.Nei laterali si compra basso e si vende alto e in trend, si sta…in trend!Per guadagnare bisognerebbe saper prima in quale fase di mercato ci sitrova e poi andrebbe bene qualsiasi strumento di analisi tecnica. In findei conti per guadagnare in trend può bastare una semplice media mo-bile, che però poi si rimangia tutto nella fase laterale, andando incontroa parecchi stop loss; nei laterali è bello far trading, così bello che dopoun po’ ci si abitua, e ci si fa cogliere impreparati quando partono fortitrend!Se le fasi di trend e quelle laterali fossero cicliche (e secondo me lo so-no…), allora si potrebbe già avere una stima dell’evento atteso e sicura-mente si potrebbe migliorare il nostro trading utilizzando lo strumentotecnico più appropriato (media mobile o oscillatore).Io ci sto lavorando esapete perché?Perché “udite, udite”…per me nell’Universo TUTTO è ciclico! Tutto! Pe-rò bisogna relazionare quel tutto alla legge di causa effetto.Come avevo già detto, io considero vita e mercati allo stesso modo, e ri-flettendo ho trovate risposte valide per entrambi. Ho osservato comportamenti umani codificabili con dei pattern che fun-zionano molto bene per spiegare l’andamento delle quotazioni, e questonon a posteriori, neanche però a priori. Non cerco infatti di prevedere l’an-damento per un domani che non esiste (anche se ragionando in terminidi causa – effetto, una stima la si può avere).Io ho applicato la via di mezzo!Ovvero attraverso lo studio dei cicli, se-guo il prezzo ed intervengo nei punti dove stando alle mie statistiche, pos-so trarne dei vantaggi. Il ciclo mi aiuta a stimare la giusta direzione ed ilgiusto timing, ma non lo utilizzo per fare previsioni.Facciamo un esempio semplice, pratico e, spero, simpatico.Supponiamo che fossimo in grado di percepire a pieno la nostra vita ed icicli racchiusi in essa.

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Sempre per esempio, supponiamo di aver compreso che nella nostra vi-ta sia in corso un ciclo di 4 anni e che questo sia ribassista!Aiuto si salvi chi può!!!Effettivamente sarebbe così se non fossimo attivi nella vita e la subissimosolamente, ma non è così! Quante volte abbiamo trovate della forza fisi-ca, mentale o entrambe che neanche pensavamo di avere e così abbiamotrasformato il nostro destino?Esempio di ciclo di vita ribassista:

Se i cicli della vita e quindi anche quelli di borsa funzionassero come quel-li “tradizionali” che ci propongono da anni…allora nella vita saremmoquasi spacciati!Immaginatevi il ciclo dell’esempio sopra, e provate a pensare a voi stes-si. Se aveste riconosciuto questo ciclo nella vostra vita, rimarreste passi-vi a subire quei due anni di ribasso con tutte le conseguenze negative chene deriverebbero? Non penso proprio!Nel momento in cui decidete di reagire, trasformate il vostro karma e diconseguenza anche lo schema ciclico si trasforma! Non è magia…è causa– effetto!Allora anni fa mi son detto: “I cicli esistono, ma non sono fissi o precon-fezionati! Possono, se arrivano sul mercato determinate cause, subire del-le trasformazioni anche importanti”!

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Anche nella nostra vita è così! Non vi pare?Le cause che intervengono sui mercati, ho smesso però da tempo di stu-diarle e ricercarle perché ragionando ogni giorno in termini di causa – ef-fetto, a me basta guardare gli effetti per capire se il mercato ha posto del-le cause long o short. E quindi benché non lo voglia prevedere…so cosaaspettarmi per il giorno dopo. Per aumentare ulteriormente le probabilità a mio favore ho osservato mol-to gli andamenti delle quotazioni ed ho scoperto dei vincoli basati su quel-la che è la mia teoria dei cicli.Grazie a questi vincoli traccio il mio percorso teorico (costituito dalla teo-ria classica e dai punti fissi della mia logica ciclica) e stabilisco una sortadi correlazione tra l’andamento ciclico teorico e quello reale, in modo ta-le da saper sempre come intervenire e individuando anche le contromos-se nel caso in cui un ciclo si modifichi in base alla legge di causa – effet-to. Certamente prendo degli stop loss, ma “alla fine della fiera” i soldi incasa arrivano perché immancabilmente il vantaggio statistico, che ricavodalla mia teoria, si manifesta sempre!

Il primo ciclo è perfetto. In zona long , si compra e si guadagna; in zonashort si vende e si guadagna.Il secondo ciclo inizia bene, in quanto il long paga subito, poi arriva nel-l’ellisse un’aritmia ed i prezzi reali si scorrelano dal loro andamento ci-clico teorico. Lì si creano tutti i presupposti per vivere una brutta situa-zione!

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Arriva il disastro che tutti noi trader abbiamo vissuto anche più di unavolta; ovvero credendo che il ciclo debba chiudersi e quindi le quotazio-ni debbano scendere, non solo non usciamo dal mercato in stop loss, mapeggioriamo anche la situazione mediando il prezzo di carico (“per me ilprezzo è troppo alto! Deve scendere!” ricordate l’inizio del mio articolo?),continuando così a fare degli short man mano che i prezzi salgono.Ormai la situazione è disperata e non ci accorgiamo più che a livello ci-clico sta per arrivare una nuova spinta rialzista, che puntualmente si ma-nifesta mandandoci in margin call!! Mettiamola sul simpatico, ma in queimomenti non è che ci si diverta molto!Che cosa è accaduto all’interno dell’ellisse? Sicuramente il mercato ha rea-gito ad una situazione ed ha posto delle cause long in quel momento, cau-se che poco dopo hanno iniziato a manifestarsi. Come vi dicevo prima, ame non interessa la reale causa macroeconomica o tecnica che ha provo-cato quell’evento, perciò osservandone gli effetti (pattern prezzo-tempoche ho codificato), comprendo le cause e scendo velocemente dal trenodei venditori per prendere subito quello dei compratori.Il trader è una persona con mentalità molto elastica e che amplifica l’i-stinto di sopravvivenza.Secondo me i cicli esistono, ma non regolari come nel seguente grafico,altrimenti anche qui si creerebbe lo stesso problema detto prima per ladistribuzione normale.

I cicli secondo me funzionano in questo modo: cicli regolari si alternanoad aritmie.

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Le aritmie o anomalie (dal punto di vista ciclico classico) che ho scoper-to anni fa e che continuano ad essere sempre le stesse, sono tre; tuttavia,come insegno ai miei allievi, se un’aritmia non la conosco allora è un pro-blema, se invece l’ho codificata, allora diventa né più né meno che un pat-tern di prezzo da utilizzare per fare profitti!Abbinando la teoria ciclica ai miei vincoli e pattern avremo molteplici van-taggi nel fare trading riuscendo a sfruttare molto bene sia le fasi lateraliche quelle tendenziali.Ricordiamoci che un ciclo di vita…di borsa parte sempre con un rialzo.Sempre! Questo è un grosso vantaggio per il trading. Non vi sembra?Un ciclo ha sempre una fase ascendente, alla quale ne segue una discen-dente. Sempre! Non male direi per aumentare le nostre possibilità di so-pravvivenza sui mercati!Per diventare veramente efficaci, concreti e vincenti, bisogna compren-dere la legge di causa ed effetto che provoca le aritmie dei “cicli classici”.

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Il tempo e lo spazio a mia disposizione sono terminati. Vi ringrazio del-l’attenzione concessami e vi voglio regalare un vincolo temporale inte-ressante per l’eurodollaro. I cicli giornalieri su questo strumento finan-ziario durano da 24 a 40 ore.Buon studio e riflessioni. Se volete continuare a leggermi lo potete farenel mio blog che trovate a questo indirizzo:www.forexcicli.comSe invece desiderate scrivermi potete farlo inviandomi una email al se-guente indirizzo di posta elettronica: [email protected] saluto come faccio ogni giorno nel mio blog:“Ciao a tutti e buon TUTTO!”

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Intervista a dott. Gabriele Bellelli, Trader privato e formatoreA cura della redazione

Come mai sempre più persone molto abbienti (c.d. UHNWI) investono nelmercato forex? Conviene fare trading sul forex? Può illustrarci vantaggie svantaggi?Il mercato Forex in questo momento attrae molti investitori grazie ad unamassiccia campagna pubblicitaria ma anche per alcuni vantaggi come l’ef-fetto leva e l’orario di contrattazione praticamente continuo 24 ore al gior-no. La leva finanziaria è un vantaggio ma al tempo stesso può trasfor-marsi in uno svantaggio. La leva è infatti un moltiplicatore di guadagnise si è in grado di gestirla mentre si rileva letale per il portafoglio se sfug-ge di mano. La leva finanziaria è come la Ferrari di Formula 1: se la gui-da Schumacher vince il mondiale ma se la guida una persona inespertafinisce fuori strada alla prima curva.

Che suggerimenti operativi si sente di dare a chi inizia ad operare per laprima volta su questo mercato?Il principale insegnamento che mi sento di dare è quello di partire ini-zialmente con un conto demo e quindi con denaro virtuale. In questomodo è possibile creare ed affinare il metodo operativo. Se con i soldidel Monopoli si guadagna con costanza per alcuni mesi, possibile fareil battesimo di fuoco e passare all’operatività con denaro reale. Inizial-mente consiglio di versare sul conto solo un piccolo capitale e di nonusare leve elevate. Il primo obiettivo è quello di non perdere soldi ed ot-tenere riscontri positivi anche operando con denaro reale. Se a quel pun-to il conto corrente dirà che siamo diventati dei bravi trader, potremoaumentare il capitale e passo dopo passo incrementare l’uso della levafinanziaria.

Il debito pubblico americano ha superato abbondantemente i 14 mila mi-liardi di dollari e secondo le proiezioni potrebbe salire a 24 mila miliar-di nel 2021. Che impatto hanno simili dati sulla tenuta del dollaro?

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Potremmo dire che il dollaro è schiavo del debito pubblico. L’enorme pe-so del debito pubblico americano alla lunga avrà probabilmente un’inci-denza negativa sul dollaro che potrebbe perdere la sua leadership mon-diale. Uso il condizionale perché monete alternative al momento non cene sono, o meglio ci sarebbe l’euro ma non gode nemmeno lui di buonasalute. In ogni caso i segnali inducono a pensare che si stia assistendo alpassaggio del testimone dall’Occidente all’Asia e sul lungo periodo il dol-laro ne risentirà sicuramente.

Rapporto euro/dollaro: qual è lo scenario che si prevede nei prossimi seimesi per quanto concerne le due valute?Ci vorrebbe la sfera di cristallo. Al momento è impossibile prevedere do-ve andrà l’Euro-Dollaro nei prossimi mesi senza scadere nelle chiacchie-re da bar. Se analizziamo il grafico settimanale , che identifica egregia-mente la tendenza di fondo di medio e lungo periodo, possiamo osser-vare come l’Euro abbia una impostazione ribassista nei confronti del Dol-laro. A livello grafico infatti i minimi ed i massimi dell’Euro sono decre-scenti ed identificano una fase ribassista di medio periodo in atto. Que-sto è quanto emerge a livello grafico ma nella realtà pratica la situazionefutura dipenderà in larga misura dalle mosse politiche che verranno ese-guite per cercare di risolvere i problemi dei paesi dell’area euro. L’anda-mento futuro dell’Euro-Dollaro presenta quindi numerose incognite chein questo momento è impossibile valutare.

Quale sarà il peso della Cina (sia per gli Usa in quanto principale pos-sessore mondiale di titoli del debito statunitense) ma anche per l’Europa(si pensi all’importanza che avrebbe l’acquisto di bond italiani da partedella Cina)?Il peso della Cina a livello mondiale è destinato ad aumentare anno do-po anno, sia dal punto di vista economico e finanziario ma anche poli-tico. L’Occidente pieno di debiti mi sembra che stia passando il testi-mone e sia ormai avviato verso un declino. Credo che il futuro sia inAsia. Non solo il Cina ma in Asia in generale. Ovviamente in questo con-testo la Cina farà la parte del leone. Non è un processo di breve perio-do bensì di lungo periodo ma direi che la strada intrapresa vada in que-sta direzione.

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Trader privato e formatore.Opera su azioni, obbligazioni, future sugli indici e commodity.Opera su base giornaliera (daily) con ottica di breve e medio periodo.Autore del libro “Mani in alto, questa è una banca!” edito da De Agostini.Autore del libro “Indicatori ed oscillatori per il Trading di Precisione”, editoda Trading Library.Ha collaborato alla realizzazione dei libri “Visual Trader I°” e “Visual TraderII°”.E’ stato relatore in numerosi corsi di analisi tecnica di livello base ed avanza-to ed ho partecipato, fin dalla prima edizione, in qualità di relatore all’ITF diRimini.Collabora con Traderlink, Trend On Line e TradingLibrary.Periodicamente interviene sul canale televisivo finanziario Class CNBC.Insieme ad alcuni amici traders ha fondato il forum www.maidireborsa.it.E’ disponibile per interviste, conferenze e [email protected] www.bellelli.biz

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L’importanza delle correlazioni tra cambi valutari, borse e commodities nell’ultimo decennioGiancarlo Dall’Aglio

Nell’era dell’evoluzione tecnologica delle piattaforme di contrattazionesui mercati finanziari, osserviamo una sempre più ampia globalizzazio-ne dei mercati stessi e una correlazione sempre più efficiente tra essi. Og-gi l’operatore professionale che tratta indici azionari, non può fare a me-no di controllare lo sviluppo quotidiano del movimento delle valute equesto vale anche per si occupa di mercati obbligazionari o di commodi-ties. Tutti i mercati sono interconnessi. Il mercato Forex è il più efficiente e liquido del globo, miliardi di dollarivengono scambiati ogni giorno contro le altre principali valute, ma postoche esiste una relazione tra i movimenti dei cambi valutari e gli altri as-set, questa è sempre uguale o muta?Dall’osservazione dei grafici storici, ci accorgiamo che in realtà in ogniperiodo le correlazioni funzionano in base ad un preciso focus di merca-to e questo è un punto di partenza importate per cercare di stare dalla par-te giusta nel trading e per cercare di capire le motivazioni che spingono itraders ad assumere movimenti direzionali, in qualche caso anche pro-lungati. Come si è detto prima inoltre, gli scambi valutari assumono sem-pre maggiore valenza, basti pensare che il volume dei contratti futuresscambiati al “globex” di Chicago è più che triplicato negli ultimi 6 anni. Come si può osservare, nel grafico 1 si mettono a confronto l’indice S&P500e il DOLLAR INDEX (indice generale del dollaro). Nella prima parte delgrafico (fino al 2003), vi è una correlazione diretta tra Dollaro e Borse, inaltri termini ad un rafforzamento della Borsa corrisponde acquisto di Dol-lari e viceversa; il quadro cambia radicalmente dalla metà del 2003, daquel momento in poi gli operatori hanno infatti iniziato ad acquistare Dol-lari nelle fasi di avversione al rischio e venderli in momenti di propen-sione al rischio. Di sicuro, uno degli elementi di maggior rilievo a sostegno delle forza re-lativa di una valuta è la politica monetaria della banca centrale di riferi-mento. L’applicazione di tassi più alti infatti, sostiene per definizione il

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cambio. Analizzando sempre l’ultimo decennio e andando più nello spe-cifico, dal 2005 si fa più marcata la dicotomia tra la politica monetaria del-la Banca Centrale del Giappone (terza potenza economica mondiale), chemantiene i tassi a zero, e gli Stati Uniti da un lato e l’Europa dall’altro, cheinvece alzano progressivamente i tassi in una fase di mercato in cui il fo-cus diventa via via più inflattivo. Sono gli anni in cui vengono costruiteenormi posizioni di “carry trades” con cui ci si finanzia a tassi bassissimiin Yen, e si comprano le valute a più alto rendimento. (Grafico 2) Tra il 2006 e il 2008 la politica monetaria basata sulla stabilità dei prezzidella Banca Centrale Europea, crea un forte rialzo dell’Euro contro Dol-laro e l’ultimo aumento dei tassi attuato nell’estate del 2008, porta l’Euroal suo massimo storico poco sotto quota 1.60.E’ il mese di Luglio, molte commodities sono in prossimità dei massimi,il Petrolio in particolare tocca il suo record storico a 147 $ al barile e sia-mo alle porte dello scoppio della grande crisi creditizia che sgonfierà inpochi mesi i prezzi di tutti gli asset. (Grafico 3)Nei mesi successivi le banche centrali tagliano aggressivamente i tassi egli operatori sono costretti a quel punto a smontare rapidamente tutte leposizioni di carry trades costruite a leva e a liberarsi di azioni e commo-dities, mentre si rischia il crash sistemico dopo il fallimento di LehmanBrothers. (Grafico 4)La storia recente ha visto i governi scendere in campo a sostegno dei si-stema bancario in crisi. Dal 2009, gli Usa hanno già iniettato liquidità nelsistema a più riprese, prima con l’operazione T.A.R.P. e poi con due pom-paggi definiti “Quantitative Easing”, mantenendo sempre i tassi tra lo 0e lo 0.25. Anche ultimamente, la Banca Centrale Usa ha dichiarato che itassi resteranno eccezionalmente bassi almeno fino al 2013, promettendoquindi il proseguimento di una politica monetaria super accomodante. Dal lato dell’Europa invece, gli ultimi due anni sono stati caratterizzatida fasi di deprezzamento della moneta unica, in concomitanza con i ti-mori per le sorti della Grecia prima, dell’Irlanda in un secondo momen-to e poi anche di altri Stati come Spagna, Portogallo e Italia, a fasi di re-cupero nei momenti in cui la Bce ha operato rialzi dei tassi. In particola-re a partire dalla seconda metà del 2010, si sente sempre più spesso par-lare di “guerra valutaria” da parte dei vari commentatori di mercato. Inuna fase in cui l’economia stenta a decollare e le banche centrali tengonoi tassi artificialmente bassi, a turno ognuno tenta di svalutare la propria

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divisa, sia per rendere più competitive le esportazioni, sia per alleggeri-re i bilanci relativi al debito degli Stati. La Cina, dal canto suo, tiene il cambio bloccato contro Dollaro, politicaspesso criticata dall’amministrazione Usa e, nella seconda metà del 2001,con decisione unilaterale, per la prima volta la Svizzera ha posto unabarriera posizionata a 1.20 nel cambio contro Euro, anche in questo ca-so per evitare l’eccessivo apprezzamento della propria divisa, conside-rata tra le più affidabili al mondo e per questo oggetto di consistenti ac-quisti da parte degli investitori alla ricerca del cosiddetto “flight to qua-lity”. (Grafico 5)Nonostante tutti i cambiamenti in essere in merito agli equilibri tra le gran-di potenze mondiali e tra settori della finanza globale, ciò che resta bensaldo, almeno al momento, è il ruolo di moneta di riferimento detenutadal dollaro Usa, comprata in ogni momento critico per l’economia. Uno dei motivi è che le materie prime sono quotate tutte in dollari e ilcommercio internazionale si basa quindi in gran parte su questa valuta.Anche questa correlazione è facilmente individuabile dai grafici. Nei fa-si in cui il dollaro si deprezza, il prezzo delle materie prime tende a sali-re, semplicemente perché diventano più convenienti per gli acquirenti egli importatori netti. Un esempio lampante di quanto i cambi incidano sulla quotazione dellecommodities, lo abbiamo osservando il comportamento dell’Oro duran-te il 2011; per gran parte dell’anno infatti l’Oro in euro è rimasto in unafase lateral rialzista , come quello in Dollari; durante il mese di Agostopoi, in presenza del forte apprezzamento del Dollaro verso Euro, in con-comitanza con una fase di avversione al rischio, il movimento rialzista incontrotendenza dell’Oro, ha portato maggiori guadagni per chi lo dete-neva in Dollari, rispetto a coloro che possedevano Oro in Euro. Altri esempi classici sono quello del Petrolio oppure delle commoditiesagricole, su cui l’effetto cambio incide davvero tanto, soprattutto in con-siderazione delle oscillazioni sempre più ampie osservate sulle valutemondiali. (Grafico 6)Per concludere è doveroso un cenno all’importanza sempre crescente deipaesi emergenti, le cui valute pesano sempre più anche a livello di con-trovalore di scambi giornalieri. Paradossalmente, in questi anni in cui leeconomie delle grandi potenze occidentali tradizionali hanno segnato ilpasso, un nuovo importante impulso alla crescita globale, sta venendo

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proprio da queste realtà, che in casi come quello rappresentato dalla Ci-na o dall’India, costituiscono, a pieno titolo, il nuovo motore dello svi-luppo economico globale. www.giancarlodallaglio.it

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Giancarlo Dall’Aglio è un trader ed advisor indipendente, professionista dal2002, specializzato in materie prime di cui è uno dei massimi esperti in Ita-lia. E’ responsabile della ricerca per il settore commodities presso il Kingly Ca-pital di Londra.Top Trader di Borsa con denaro reale edizione 2007 categoria futures con unaperformance del 42.7% in meno di 3 mesi. E’ fondatore di uno dei siti italiani di riferimento per il trading sulle materieprime www.giancarlodallaglio.it e autore dell’apprezzata rubrica di segnalioperativi “Commodity trading” su Lombardreport.com Tra le altre collaborazioni in qualità di opinionista esperto di mercati, si se-gnalano quella con Class CNBC (Sky Canale 507). E’ considerato uno dei mi-gliori formatori del settore, è testimonial di importanti Broker italiani ed este-ri, ed è apprezzato relatore nelle principali manifestazioni del settore del tra-ding on line e del risparmio gestito.

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Forex secret - quello che mai nessuno ti ha raccontato sul forexLuigi Ruocco

I tempi cambiano, oggi ancor di più, non ci si può improvvisare trader.Le news, le voci, i rumors influenzano incredibilmente i mercati.Le stesse news si susseguono numerose nell’arco dell’intera giornata.Risultato, i mercati cambiano faccia, volto, trend, molto velocemente spes-so più volte all’interno della stessa giornata.Tanta speculazione, con conseguente enorme volatilità.Ce ne siamo accorti quando siamo venuti a conoscenza di come lavora-vano (e forse lavorano ancora) le più importanti banche d’affari mondia-li tra cui Lehman Brothers, (fallita) JP Morgan e Goldman Sachs (“aiuta-te” dallo stato USA per evitare il fallimento) grazie alle quali la più im-portante crisi economica dei nostri tempi ha avuto origine, (bolla dei “pre-stiti subprime” ovvero la concessione di prestiti a persone poco solubili)che ancor oggi incuranti di ciò che è successo nel recente passato si per-mettono (e glielo permettono) di dare “rating” ad importanti società quo-tate, con inevitabili conseguenze, mentre poi ai clienti “Top” dicono tut-t’altro.Cosa fare?Fino al 2007 bastava seguire i mercati una volta al giorno poi, è stato ne-cessario effettuare le analisi di mercato almeno 4 volte al di.Segui il trend recita un vecchio adagio, ma il trend ora cambia veloce-mente spesso nell’arco della stessa settimana o addirittura, nell’arco di al-cuni giorni. Ma basta un rumors o le iniziative delle banche centrali (dal-la BCE alla BNS) che decidono di averne abbastanza o, di fare DIO e a tecosa succede?Nella migliore delle ipotesi resti spiazzato e ti prendi una sonora perdita,(il Franco Svizzero in 2/3 giorni si è apprezzato sul dollaro americano dicirca il 10%) nella peggiore ti sei bruciato il conto.Allora cosa ti può salvare?Un Trading System forse può, certo non uno discrezionale, ne occorre unoin particolare, qualcosa che riesca a seguire il mercato e possa prendere

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decisioni al posto tuo ed in tua assenza, che lo faccia velocemente e nelmiglior modo possibile ecco cosa serve.Un T.S. Automatico o meglio un Expert Advisor qualcosa che sia stato co-struito proprio per poter lavorare su un mercato simile, qualcosa che ab-bia nel suo DNA lo stesso atteggiamento dei mercati moderni con la ca-pacità di muoversi velocemente attraverso le sabbie mobili spesso createad arte da quelli che “comandano la speculazione mondiale”.Ovviamente non sono tutti uguali. Bisognerà scegliere bene quello a cuiaffidarsi. Occorrerà che lo stesso sia costruito con un oscillatore che possa“vedere al meglio i movimenti di mercato” e che abbia alcuni importanti“filtri” per cercare di non prendere falsi segnali, ma quello che veramentefa la differenza è la strategia, una sintesi cioè di money management, espe-rienza diretta, propensione al rischio e capacità cognitiva del trader che co-munque deve monitorare sempre i mercati (come detto i rumors si susse-guono improvvisi), in special modo in quei particolari momenti (uscita da-ti macro) dove il mercato può prendere una direzione ben definita.Certo fin qui tutto bene, ma cosa inserire veramente nella costruzione delnostro Expert Advisor, cosa funziona sul serio e cosa è quella che ora hochiamato STRATEGIA.Premessa molto importante.In sede di costruzione, l’implementazione dei vari oscillatori e filtri, uni-ta alla strategia da adottare sul nostro E.A. andrà testata sui mercati, nonin demo, ma con denaro reale (con inevitabili perdite) perché ciò che sem-bra funzionare sulla carta, spesso “in reale” non funziona.Veniamo quindi al prodotto che uso io in prima persona, denominato Pro-gramma EA Premium, costruito sulla base di un oscillatore che cerca di“vedere la forza del mercato” quindi non solo se il cross valutario di rife-rimento “sale o scende” ma l’effettiva tendenza di fondo, grazie anche al-la quantità di contratti scambiati a determinati livelli di prezzo. Per farcomprendere meglio, una specie di “momentum” opportunamente set-tato anche a livello di Time Frame che lavora di concerto a qualcosa chericorda il Market Profile.Al fine di ottimizzare poi lo stesso EA e/o la strategia applicata in gene-rale, abbiamo dei semplici filtri che se utilizzati, impediscono all’ExpertAdvisor di aprire posizioni in talune circostanze.Passiamo ora alla strategia utilizzata. A fondamento di questo E.A. vi è il noto concetto della Martingala.

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So che ora molti di voi stanno storcendo il naso, ma vi assicuro che se benutilizzata, la martingala fa molto bene il suo mestiere. Per chi ne fosse al-l’oscuro, la stessa funziona aumentando costantemente il numero delleposizioni aperte, nel caso in cui il mercato ci vada contro, con obbiettivoil veloce rientro di tali posizioni durante i ritracciamenti dei prezzi. Ba-sterà quindi una piccola inversione del trend in atto per chiudere tutte leposizioni aperte al target prefissato. Questa metodica si basa su quelloche, attraverso tanto studio, associato ad una esperienza decennale suimercati finanziari con denaro reale, (mi permetto di insegnarla anche at-traverso corsi di trading) ho oggettivamente constatato. Il mercato, qual-siasi sia il Time Frame di riferimento, attua dei movimenti che ho chia-mato “il movimento della molla”.In cosa consiste? Potrete facilmente notare che il mercato consta di due fa-si specifiche.La fase di Trading Range o swing o laterale nella quale la molla si compri-me e, la fase di Trending range o in trend o in espansione nella quale ilmercato prende una direzione al rialzo od al ribasso durante la quale lamolla si espande. Da tener presente che quanto più la situazione di late-ralità si prolunga, maggior vigore avrà la successiva fase di espansione.Grazie all’utilizzo della martingala e, avendo analizzato il mercato come so-pra, andremo ad accumulare posizioni fino al momento dell’attesa svoltadel mercato. Il tipo di martingala scelto (lineare – esponenziale ecc.) deter-minerà sia l’esposizione in termini di rischio assunto, sia la velocità di ri-entro delle posizioni. ATTENZIONE: un uso indiscriminato e/o avventatodi questa metodica potrà in estremo determinare una fortissima perdita.Ecco che qui entra in gioco quella che abbiamo in precedenza chiamatoSTRATEGIA, si perché come scritto sopra se eccediamo o, sbagliamo nel-l’uso della martingala potremmo arrivare a prendere forti perdite.La strategia come detto è un mix di money management, esperienza di-retta sui mercati finanziari, propensione al rischio e capacità cognitiva deltrader, vediamo di descriverla meglio.Il money management consiste nell’usare nel giusto modo il denaro che de-stineremo al trading e che quindi abbiamo trasferito sul nostro conto reale. Particolare premessa anche qui.Non sarà possibile ottenere risultati se si è sottocapitalizzati, questo per-ché anche a causa della martingala dovremo sempre detenere un discre-to fondo al quale il nostro E.A. dovrà attingere per aprire posizioni su po-

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sizioni quando il mercato ci andrà contro. Molto importante sarà l’ocula-tezza dell’investimento iniziale, (lotti, mini lotti o micro lotti) che andràcorrettamente rapportato al denaro presente sul nostro conto.Altra cosa importantissima, sarà riuscire a comprendere la c.d. grid ov-vero la distanza minima in termini di pips che il nostro robot dovrà con-siderare per aprire le posizioni seguenti alla prima nel caso il mercato civada contro. Potrete facilmente immaginare che se diamo una grid 10, leposizioni che si accumuleranno dopo la prima, si apriranno a distanza di10 pips una dall’altra. Risultato dopo appena 100 pips avremo 10 posi-zioni aperte. Una situazione direi assolutamente da evitare. Come determinare allora la giusta grid?Ecco che entra in scena la professionalità e l’esperienza che il trader deveaver già maturato sui mercati finanziari. Occorrerà infatti conoscere a fon-do il cross valutario di riferimento, sapere cosa lo fa muovere, la sua vo-latilità media e anche i massimi movimenti, intesi in termini di range, chelo stesso cross ha già fatto e che quindi potrà sicuramente “vedere” nuo-vamente (come da regole di analisi tecnica e teoria di DOW). Inoltre la stessa grid potrà/dovrà essere modificata, anche a seconda delmomento o delle fasi di mercato, rendendola quindi più consona alla si-tuazione attuale. La stessa metodica, andrà applicata anche all’investi-mento minimo iniziale.Il trader quindi deve essere anche un ottimo analista, al fine di poter pre-vedere le “mosse” future del cross valutario di riferimento, grazie ai con-cetti base di analisi tecnica (supporti, resistenze, costruzione del trend,breakout, figure di analisi tecnica).Alla fine di tutto ciò e se i test vi avranno dato soddisfazione, potrete fi-nalmente iniziare ad investire. Mi permetto di fornire una piccola pilloladi saggezza.Sarà bene andare alla ricerca del guadagno costante, anche se piccolo, piut-tosto che di un guadagno MONSTER a discapito della vostra propensio-ne al rischio e quindi di perdere tuttoIo son riuscito nell’intento di gestire un buon Expert Advisor, il ProgrammaEA premium, che mi sta regalando tante soddisfazioni e ottime perfor-mance.Chi volesse saperne di più è invitato a contattarmi all’indirizzo [email protected] potrà consultare la pagina

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http://www.tradingsystemclub.org/fare-trading-e-guadagnare-final-mente-senza-stress/Il grafico in basso, sintetizza in modo esauriente le capacità del TradingSystem automatico su citato. Ottobre 2011

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Nato a Roma nel ’66. Diplomato come tecnico industrialeDal 2000 appassionato di Mercati Finanziari, da sempre alla ricerca dell’in-dipendenza finanziaria.AutodidattaLa formazione finanziaria è stata ottimizzata grazie agli approfondimenti suilibri dei più noti analisti finanziari Mondiali.La tecnica di trading si basa sui fondamenti dell’analisi Tecnica, la Teoria diDow J., in generale quello che viene chiamata “Price action”.Le esperienze dirette sui mercati finanziari, tutte con denaro reale, hanno avu-to origine con il mercato Azionario, per poi passare attraverso i Covered War-rant, le Opzioni, i Futures e da circa 3 anni sul Forex Tutto quanto sopra de-scritto ha reso necessario l’approfondimento anche della parte psicologica ri-volta ai mercati finanziari.Le varie esperienze a tutti i livelli mi hanno permesso di costruire e proporreun corso di trading adatto anche ai neofiti, con particolare attenzione al mo-ney management del proprio portafoglio, cosa possibile solo attraverso il ri-conoscimento del proprio profilo di rischio con relativa parte psicologica.Le difficoltà sia di natura psicologica che di attenzione continua verso i mer-cati finanziari, mi facevano optare per il trading automatico ovvero verso gliExpert Advisor.

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Evoluzione previsionale dei mercati finanziari attraverso l’analisi ciclica-frattale e l’utilizzo di tecniche di correlazione prezzo-tempoMarco Ciucci

Marco Ciucci è un trader indipendente che, dopo anni di studi e attivitàsvolta autonomamente, nel 2010 ha fondato la società Tradingshooter in-sieme a Claudia Cervi, con l’obbiettivo di promulgare informazioni e stu-di derivanti da tecniche avanzate di analisi tecnica e di previsione dei mer-cati finanziari.Il nome Tradingshooter mette in evidenza la missione della società e lapromessa data alla propria clientela: come il ‘tiratore scelto’ studia il ter-ritorio, analizza gli elementi, si apposta e spara al momento giusto, Tra-dingshooter studia il mercato, lo analizza e individua le migliori occasio-ni di investimento.Tradingshooter si propone infatti di andare oltre l’analisi tecnica comu-nemente applicata sul mercato e offre modelli interpretativi delle dina-miche dei mercati finanziari che permettono di prevedere lo sviluppo delmercato in modo più articolato, partendo dai principi di causa-effetto chestanno alla base e governano l’analisi tecnica.I vari mercati vengono analizzati seguendo la filosofia della pura analisitecnica, applicando regole ben conosciute e rese famose dai più granditrader e analisti della storia (come Gann, Babson, Elliott, Dow e Jones),sviluppando in modo innovativo ed unico il concetto di ‘correlazione prez-zo-tempo’.Partendo dal presupposto - già affermato da Gann - che il prezzo è tutto,poiché include in sé movimento e tempo, applichiamo un metodo ogget-tivo per la determinazione dei livelli del prezzo e della direzione basan-doci su paradigmi fisici e matematici che prevedono l’esistenza di leggiimmutabili in natura ed in finanza e di forze conosciute come i ‘cicli’.I cicli di mercato determinano ogni giorno i livelli di prezzo di azioni, fu-tures, valute, eccetera: già nel V° secolo a.C Pitagora correlava lo spazioe il tempo ai numeri.Nei mercati finanziari l’unica realtà che consideriamo è il ‘prezzo’.

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Un insieme di regole ferree, concetti geometrico-matematici e teorie dianalisi tecnica, ci permettono di seguire i mercati con un approccio scien-tifico e oggettivo, escludendo quella componente emotiva che è alla basedi stress ed errori e che accomuna molti tra coloro che si apprestano a fa-re trading.

Il punto di partenza della nostra metodologia muove dallo studio di fi-gure istituzionali che animano i mercati finanziari: i market makers.Essi sono operatori istituzionali che contribuiscono all’incremento dellaliquidità del mercato e migliorano l’efficienza del processo di scambio gra-zie ad un’intensa attività di quotazione.I market makers hanno obblighi di quotazione relativi a serie, scadenze,quantità minima (di contratti oggetto della quotazione), spread massimiconsentiti (determinati come differenza massima ammissibile tra il prez-zo della proposta in acquisto e il prezzo della proposta in vendita) e ‘tem-po’ (per il ripristino delle quotazioni).L’ingresso dei market makers sul mercato finanziario può essere osser-vato attraverso i ‘book’ dove essi si posizionano sia in lettera che in de-naro con uno spread pari ad un valore minimo fino a quello massimo con-sentito e spesso con ordini iceberg: avendo una liquidità pressoché illi-mitata possono gestire i prezzi in abbinamento al ‘tempo’. Pertanto, la mi-gliore strategia di un investitore, per essere vincente sul mercato, saràquella di conoscere e seguire le mosse dei market makers.Se è vero che i market makers immettono liquidità nei mercati e la tolgo-no con una certa periodicità, il nostro lavoro è quello di individuare cor-rettamente questi momenti, attraverso lo studio del ‘tempo ciclico’. Que-sto meccanismo può essere rilevato tanto durante la negoziazione gior-naliera quanto su periodi di tempo più lunghi. L’evoluzione dei mercatifinanziari negli ultimi quattro anni ha spinto molti economisti a ricerca-re analogie con periodi di recessione avvenuti nel passato ed in partico-lare con la grande crisi degli anni Trenta ed è curioso scorgere come, an-dando indietro nella storia, i picchi massimi delle crisi economiche sianoavvenuti a distanza di circa 70-80 anni l’uno dall’altro.

Per applicare questi concetti all’analisi giornaliera dei mercati finanziariabbiamo preso spunto da W.D.Gann, le cui teorie formulate all’inizio delVentesimo secolo sono ancora valide e utilizzabili ai giorni nostri, e da

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J.M.Hurst, che ha gettato le basi della teoria ciclica applicata su grafici.Per assimilare la nostra metodologia di analisi abbiamo sintetizzato al-l’estremo il lavoro di Hurst fino ad estrapolare il concetto di ‘ciclo di mer-cato’: possiamo identificare un ciclo come un movimento nello spazio enel tempo che trae origine da un minimo di spazio iniziale (identificatodal punto A) e termina su un minimo di spazio finale (identificato dalpunto A1), passante per un massimo di spazio (identificato dal punto B),il tutto in seno all’inesorabile scorrere del tempo.L’intervallo di tempo che separa il minimo iniziale dal minimo finale pren-de il nome di durata o periodo del ciclo, che rappresenta l’elemento piùimportante.La distanza di spazio che intercorre tra il minimo ed il massimo del cicloprende il nome di ampiezza (ovvero forza) del ciclo. (Fig. 1)Partendo da una rilevazione storica dei picchi di crisi economica, e attra-verso l’applicazione pratica di questo concetto teorico ai mercati finan-ziari, possiamo ravvisare dei cicli di mercato di lungo termine (o big cycles)che al loro interno ne contengono altri sempre più piccoli: con una logica‘frattale’ si parte da cicli di 70-80 anni per arrivare alla determinazione dicicli da un’ora. Di seguito vi è una rappresentazione teorica della logicaciclica frattale: esaminando l’evoluzione ciclica in scale diverse si riscon-trano sempre alcuni elementi fondamentali comuni ed una certa regola-rità geometrica, definibile come invarianza rispetto al cambiamento discala.Solo attraverso un’accurata architettura ciclica dei mercati finanziari èpossibile allocare ingenti quantità di denaro, individuando differenti pun-ti di ingresso in corrispondenza dei minimi di mercato su vari frattali ci-clici ed i punti di uscita nei punti di massimo (su vari frattali ciclici). Ac-cade soventemente che news dai mercati o eventi economici diano origi-ne ad importanti movimenti di prezzo proprio in corrispondenza di spe-cifici punti ciclici. (Fig. 2)Integrando questa metodologia con alcune regole di analisi tecnica e con-dizioni sviluppate negli anni è possibile analizzare ed operare su qual-siasi mercato finanziario, lavorando su time frame giornalieri, ad un’ora,a quindici minuti o ad un minuto, a seconda della propria propensioneverso investimenti di lungo, medio o breve termine.Nei grafici che seguono è possibile vedere un’evoluzione ciclica del gra-fico relativo all’indice Dow Jones dai minimi segnati nella primavera del

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2009: il primo grafico (fig. 3) fu presentato nel gennaio 2011 nel corso diun ciclo di presentazioni del dott. Corrado Cantore, fondatore e mana-ging director di Tk trading Knowledge. Il grafico fotografa la situazionea gennaio 2011 e mostra un percorso ciclico dimostratosi valido nei mesisuccessivi, individuando un primo minimo di mercato per marzo, un suc-cessivo massimo per maggio (definito come probabile ultimo massimoper i prossimi anni) e definendo l’inizio di un trend al ribasso per i mesia seguire.Il secondo grafico (fig. 4) dell’indice DJ mostra la situazione attualizzataad ottobre 2011, periodo in cui il ciclo di 6 anni e mezzo partito nel mar-zo del 2009 volge alla sua metà ciclica; il minimo indicato può realizzar-si nel quarto trimestre del 2011 e sarà l’analisi dei cicli frattali inferiori adaccertare la data con maggiore precisione.

Per comprendere più compiutamente questi due grafici è necessario mo-strare il ciclo superiore da cui essi derivano. Elliott definiva questo ciclo‘super cycle’: un ciclo della durata di 80 anni poco adatto ad essere uti-lizzato per stabilire condizioni operative e strategie di investimento, mautile per avere una visione d’insieme ed apprezzare alcune considerazio-ni che emergono da questo tipo di analisi. Dalla nascita del Dow Jones In-dustrial Average nel 1896 ad oggi non è mai stato possibile osservare unciclo di tale durata: si può solo ipotizzare che la grande depressione de-gli anni Trenta sia la conclusione di un super cycle e l’inizio di uno nuo-vo. Inoltre si possono individuare delle analogie nei movimenti dell’in-dice DJ in quegli anni e le oscillazioni di prezzo nel periodo storico at-tuale. Queste similitudini ci inducono a ritenere possibile l’imminentechiusura di un super cycle di 80 anni. Dal grafico che segue, relativo al DJdal 1929 ad oggi, si può individuare un periodo di tempo in cui si do-vrebbe concretizzare il minimo ciclico: dopo la chiusura del ciclo inter-medio per il 2012, la vera chiusura sarà per il 2015-2016. Se consideriamoche la tecnologia che si è sviluppata negli ultimi venti anni ha reso più fa-cile lo scambio di informazioni e ha generato un maggior afflusso di de-naro nei mercati finanziari, potremmo avere non poche difficoltà nel-l’immaginare l’entità e gli effetti di una chiusura ciclica così importante.Dal grafico possiamo notare che è appena partita una tendenza ciclica pri-maria ribassista: pertanto i cicli frattali inferiori in partenza presenteran-no una moderata forza rialzista, che in ogni caso potrà essere sfruttata a

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titolo operativo per operazioni in acquisto di medio-breve periodo. A ti-tolo esemplificativo, nella parte finale del grafico sono evidenziati tre ci-cli della durata di 6 anni e mezzo, che rispettano i tempi di chiusura e dipartenza sia su time frame trimestrali che su frattali più piccoli. Per veri-ficare la bontà di un’analisi ciclica è necessario che tutti i pezzi del mo-saico coincidano fino a costituire un quadro completo, dal frattale supe-riore ai frattali più piccoli. Infatti, lo scenario previsionale mostrato dalgrafico è il risultato di studi compiuti su differenti orizzonti ciclici, acco-munati da punti pivot (minimi e massimi ciclici). Seguendo questo mo-dello risulta piuttosto facile definire quotidianamente la strategia opera-tiva da seguire su qualsiasi time frame. (Fig. 5)Possiamo quindi concentrarci sulla parte finale del grafico, costituita da-gli ultimi due cicli da 6 anni e mezzo (e che ci porterà alla chiusura delsuper cycle nel 2015-2016): si può vedere in dettaglio una ulteriore sud-divisione ciclica che mostra una tendenza ribassista con minimi previstiper il 2012 e per il 2015-16. (Fig. 6)Il miglior metodo per avvalorare o confutare la precedente previsione èquello di comparare tra loro studi relativi a differenti mercati; a tale pro-posito è interessante un confronto tra il precedente grafico e quello rela-tivo al cambio EuroDollaro, uno dei prodotti più scambiati al mondo.Il grafico che segue rappresenta un ciclo da 32 anni, suddivisibile in duecicli da 16 anni ed in quattro cicli da 8 anni. L’ultimo ciclo da 8 anni ve-de il prezzo dell’EuroDollaro muoversi all’interno di un canale ribassi-sta che ha come primo target il livello 1,21 e come target finale per la chiu-sura ciclica del 2016 il livello di parità 1,00. Questo livello scaturisce daun’analisi delle forze vettoriali che compongono il ciclo di 32 anni, con-fermato dall’analisi frattale ciclica e dalle proiezioni del canale di trend.(Fig. 7)Come per l’indice DJ, è possibile suddividere ulteriormente il ciclo in frat-tali inferiori per arrivare ad un grafico settimanale che mostra cicli delladurata di 1 anno e mezzo. Nel giugno 2010 è partito il ciclo che stiamo la-vorando e che ha portato il prezzo al raggiungimento del livello 1,46, de-finendo così l’ampiezza ciclica; dopo una fase di distribuzione durata al-cuni mesi, alla rottura di 1,4040 abbiamo avuto il segnale di ingresso shortcon target raggiunto a 1,3355. (Fig. 8)Nel grafico successivo (Fig. 9) vediamo alcuni cicli trimestrali da utiliz-zare per un’operatività di medio termine e che mostrano chiaramente che

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l’obbiettivo di prezzo è stato raggiunto in corrispondenza di un punto ci-clico intermedio (il 3 di ottobre). Alla data in cui si scrive, l’EuroDollarosta compiendo un pullback che si concluderà tra il 15 ed il 20 di ottobrecon target ai livelli di 1,3570 – 1,3839 – 1,4040. Dal momento che il trendprimario è ribassista, quest’ultimo livello potrebbe non essere raggiunto:in funzione del tempo (ciclico) e delle forze che interverranno in questopullback si potrà valutare di chiudere le posizioni long aperte sui minimidel 3 ottobre e di aprire nuove posizioni short per la chiusura del ciclo,prevista per la metà di novembre.Per concludere, l’abbinamento della logica ciclica-frattale alle regole ba-silari dell’analisi tecnica permette di individuare con maggiore precisio-ne le coordinate di prezzo e di tempo di un determinato prodotto finan-ziario, agevolando lo studio e la comprensione dei mercati anche in quel-le situazioni di euforia o di panico che difficilmente possono essere sco-perte prima della loro manifestazione.

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Marco Ciucci è un trader indipendente che nel 2010 ha fondato la società Tra-dingshooter per divulgare il suo metodo operativo basato sull’analisi ciclicafrattale e la correlazione prezzo-tempo. Durante l’esperienza da imprendito-re nel settore della grafica si avvicina nel 1998 al trading sul mercato azio-nario, ma è dal 2003 che decide di dedicarsi totalmente allo studio dei mer-cati finanziari e all’operatività da scalping e da posizione su futures, options,etf, forex, azioni. Il suo metodo di lavoro consente di analizzare qualsiasi gra-fico e di individuare interessanti opportunità di investimento.

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Trading automatizzato sul forex: sistemi di trading e regole di sopravvivenzaPietro Paciello, Asset Manager e Responsabile Analisi e Ricerche di Uptrend Advisory (www.uptrend.it)

PremessaFare previsioni sull’andamento dei mercati è da sempre un compito de-cisamente arduo, e lo è ancor più negli ultimi tempi caratterizzati da unavolatilità decisamente inusuale. Eppure, seguendo sempre delle sempli-ci regole operative, si riuscirà quantomeno a limitare i danni nelle fasi piùdifficili, preservando la liquidità per situazioni di mercato più favorevo-li e chiare da analizzare. L’errore più frequente è infatti quello di arrivare “corti di liquidità” al mo-mento giusto, non riuscendo ad approfittare di prezzi esageratamente fa-vorevoli o, meglio ancora, di situazioni tecnico-grafiche caratterizzate daun rapporto rischio-rendimento decisamente più che favorevole.Ma qual è il momento giusto per intervenire e, soprattutto, come si fa adindividuarlo con sufficiente precisione? Ovviamente non è facile rispon-dere a questo quesito, ma analizzando i mercati nella loro globalità, stu-diando le correlazioni fra commodities, indici azionari, valute e bonds sipuò arrivare a strutturare un intervento sul mercato molto accurato a ca-ratterizzato da livelli di target e di stop-loss ben definiti.Personalmente utilizzo da sempre delle regole e dei riferimenti operativiabbastanza affidabili, applicandoli con rigore e continuità al fine di scon-giurare il maggior numero di errori possibile nel trading, ossia quelli de-rivanti da un approccio emotivo e basato su studi/analisi occasionali. Inparole povere associo ad ogni operazione che effettuo un approccio ba-sato sul metodo e sul rigore (gli stop-loss sono la prima cosa de definirequando decidiamo di iniziare ad operare…) , applicando sempre le stes-se sequenze decisionali e comportamentali, riuscendo quindi ad elabora-re la mia analisi preventiva in pochi secondi.La sintesi di quanto sopra, mi ha portato per diverse motivazioni a con-siderare il Forex come mercato ideale su cui applicare le mie strategie ope-rative e decisionali; le peculiarità di questo mercato sono infatti note a tut-

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ti, in quanto mercato estremamente liquido, lavorabile h24, su cui si puòandare “veramente” long o short con un click etc.

Parte 1: Correlazioni Intermarket Scendendo nel dettaglio, prima di iniziare ad operare (prevalentementesul cambio EURUSD…) effettuo un’analisi grafico-comparativa su quat-tro precisi strumenti, ognuno di essi rappresentativo di un preciso setto-re finanziario al fine di trarne un quadro generale decisamente chiaro edimmediato su come si stanno muovendo i mercati nella loro globalità. Inparticolare, ogni mattina analizzo i grafici (daily e a 4 ore) di diversi stru-menti finanziari, anche apparentemente non correlati fra di loro, alla ri-cerca di supporti/resistenze, divergenze rialziste/ribassiste e correlazio-ni di varia natura su cui poi basare la direzionalità operativa della mia se-duta di trading. Preferisco infatti operare solo in una direzione (long oshort) sullo strumento finanziario prescelto al fine di evitare una inutilee costosa attività di trading senza senso nelle numerose fasi laterali deimercati che precedono la partenza di grandi tendenze: nella peggiore del-le ipotesi avrò effettuato solo la metà dei trading inutili rispetto ad un ope-ratore bi-direzionale, ottenendo il risultato di preservare maggior capita-le possibile per il momento in cui lo scenario si evolverà con maggiorechiarezza e direzionalità.Il primo strumento oggetto della mia analisi è il cross AUDUSD, a mioavviso straordinariamente correlato all’andamento dei mercati azionari.Questa valuta infatti, che per molti appare decisamente marginale rispettoalle più rinomate EURUSD ed USDYEN, presenta due peculiarità ben pre-cise, fondamentali per impostare una seduta di trading equilibrata:

1) Il cross AUDUSD è una commodity currency per eccellenza, ossia molto dipendente dall’andamento delle materie prime; confermaquindi l’andamento e lo status del ciclo economico in generale in ba-se ad un assioma decisamente logico secondo il quale se l’economia“tira” si consumeranno molte materie prime, viceversa in caso di ral-lentamento del ciclo produttivo.

2) Il cross AUDUSD è il primo che per ragioni squisitamente geografi-che completa la sua fase di mercato, consentendoci di trarre utili in-dicazioni sul “sentiment” degli operatori a cavallo fra la chiusura diWall Street e la partenza dei mercati asiatici.

A supporto di quanto sopra, il grafico giornaliero del cross AUDUSD con-

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frontato con l’andamento dell’indice azionario italiano FTSE MIB: comepotrete notare, a dispetto di una relazione apparentemente inesistente fraquesti due mercati ed aree geografiche, negli ultimi mesi ad ogni mini-mo/massimo del cross AUDUSD è associabile a breve distanza di tempoun minimo/massimo sull’indice azionario FTSE MIB (scelto solo per lamaggiore familiarità rispetto a chi leggerà questo scritto, visto che ancheil confronto con altri indici azionari ben più importanti conferma quantosopra…). (Grafico. 1)Quindi, a supporto della nostra quotidiana attività di trading abbiamo in-serito un primo tassello fondamentale: la valuta più correlata all’anda-mento dei mercati azionari conferma la direzionalità di chiusura di WallStreet o mostra una fase di rallentamento o un pericolo di inversione? Edi conseguenza, sarà il caso di operare al rialzo o al ribasso sui listini azio-nari nella prossima sezione europea? Effettuando questa prima verifi-ca/analisi in pochi secondi avrete costruito il primo supporto per unabuona seduta di trading.Passiamo quindi al secondo elemento che analizzeremo “prima di inizia-re ad operare”, ossia l’andamento del future su BUND. Anche in questocaso le motivazioni che supportano l’opportunità di questo approfondi-mento sono facilmente intuibili, e più specificatamente:

1) Il BUND è un bene rifugio per eccellenza, ossia il titolo su cui si con-centrano le maggiori masse di liquidità durante le fasi negative deimercati (flight to quality); rappresenta infatti un porto sicuro duran-te fasi di profonda discesa sui mercati azionari e, soprattutto, nellefasi di profonda incertezza che si ripercuotono inevitabilmente an-che sul mercato obbligazionario.

2) Il BUND Future inizia a scambiare alle 08.00 di mattina, e quindi con un buon anticipo sui mercati azionari, fornisce quindi una buona mi-surazione del “sentiment” che si respira nelle sale operative ed è in-versamente correlato all’andamento dei mercati azionari.

Da una rapida osservazione del grafico giornaliero del BUND (Grafico 2)cui abbiamo affiancato quello dell’indice azionario FTSE MIB appare evi-dente l’estrema sincronia fra i due titoli: la lunga fase di apprezzamentodel BUND è coincisa con una profonda discesa dei mercati azionari, cosìcome alla formazione del triplo massimo del Bund in area 139 è seguitoun doppio minimo sul FTSE MIB in area 13.000 da cui è partito il recupe-

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ro/rimbalzo dei giorni nostri. Quale miglior strumento del BUND quin-di per capire sin dalle prime battute della mattinata quale sarà il proba-bile andamento di Piazza Affari & company? Il terzo strumento grafico che analizzo è rappresentato dalla commoditypiù conosciuta del mondo, l’oro. Anche in questo caso le motivazioni so-no abbastanza intuitive e se vogliamo molto simili a quelle già espressesul BUND, ossia:

1) Il GOLD rappresenta un bene rifugio e un’ottima alternativa all’in-vestimento azionario nelle fasi di crisi dei mercati.

2) E’un mercato scambiato 24 ore su 24 e quindi fornisce utili riferimenti sulla continuazione o meno di una tendenza in atto sui mercati.

Il grafico giornaliero del GOLD (Grafico 3) mostra con chiarezza il pro-gressivo esaurimento della fase di accumulo, con un angolo di ascesa deiprezzi che tende a normalizzarsi abbastanza velocemente. Il tutto si statraducendo, per ora, in un deflusso di investimenti da questo mercato chevanno a confluire sui mercati azionari alla luce di una ritrovata “propen-sione al rischio”.Infine, ma è il vero oggetto della mia operatività, si passa all’analisi del-lo strumento più liquido del mondo, quello effettivamente bi-direziona-le, su cui si può investire senza sosta 24 ore su 24, il cambio EURUSD.Gli elementi di cui sopra rappresentano tasselli fondamentali per deli-neare il quadro operativo che andremo ad utilizzare per tradare il crossEURUSD. Senza questi importanti riferimenti sarà difficile scegliere la di-rezionalità operativa (LONG o SHORT) da utilizzare, e sarà difficilissimostrutturare una metodologia di intervento sul mercato affidabile e per-formante nel lungo termine.Le motivazioni che mi portano a prediligere il cambio EURUSD come stru-mento ideale per investire sono molteplici ma, sinteticamente sono cosìriassumibili:

1) Il cambio EURUSD è il più liquido del mondo, cosa che garantisce oltre a costi molto contenuti (spread) anche una notevole chiarezzaed affidabilità grafica.

2) Il cambio EURUSD e i mercati azionari sono strettamente correlati, visto che ad un rafforzamento/indebolimento dei mercati azionariseguono precisi flussi di investimento sui principali mercati aziona-ri cui corrispondono altrettanto decisi movimenti di valuta. Mai co-

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me in questi ultimi tempi il binomio EURO FORTE = BORSE FORTIha trovato corrispondenza nei fatti, a conferma del fatto che in que-sta fase di profonda debolezza del sistema finanziario americano lavaluta europea sta decisamente subentrando al dollaro come mone-ta di scambio ed investimento accettata ed utilizzata a livello mon-diale.

3) Il cambio EURUSD è scambiato “realmente” 24 ore su 24, in quanto a differenza di altre valute continua a mantenere un valore “reale”come valuta di scambio in tutte le transazioni internazionali e nonvive quindi fasi di rallentamento degli scambi come potrebbe essereper valute “perfiferiche” che magari presentano un buon volume discambi solo durante la concomitante apertura dei relativi listini azio-nari; il cambio EURUSD è scambiato sempre, comunque e dovunquea prescindere dal fatto che i mercati azionari di Londra, Milano o NewYork siano aperti e tutto ciò garantisce un’ottimale esecuzione dei no-stri ordini operativi, sia che siano take-profit o, ancor più importan-te, stop-loss.

4) L’esiguità dello spread sul cambio EURUSD lo rende strumento idea-le per chi, come il sottoscritto, preferisce operare attraverso strutturecompletamente automatizzate; l’utilizzo di piattaforme operative co-me Metatrader 4 permette infatti di strutturare il proprio interventosul mercato in maniera del tutto automatica, riducendo (se non an-nullando del tutto…) le minusvalenze e gli errori derivanti dal fatto-re emotivo e dall’impossibilità pratica di seguire i mercati 24 ore su 24.

5) Come valuta di scambio mondiale, l’andamento degli scambi e il gra-fico del cross EURUSD riflette in maniera ideale tutto l’universo ma-cro-economico e geo-politico che ci gira intorno. Quale migliore op-portunità quindi per applicare con successo una delle regole basila-ri per ogni trader ossia quella di operare su un mercato che com-prendiamo profondamente e su cui abbiamo un adeguato livello diinformazioni e notizie?

Ovviamente potremmo andare avanti ancora a lungo nell’elencare le pe-culiarità di questo strumento finanziario, ma preferisco passare ad un ar-gomento altrettanto interessante ossia l’applicazione di quanto sopra sulmercato reale attraverso l’analisi di tre diversi trading system completa-mente automatizzati e basati sul cambio EURUSD; come potrete notare i

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rendimenti e la volatilità realizzati sono sicuramente riconducibili ad unpreciso profilo di rischio ma, essendo frutto di una semplice attività distudio e programmazione, sono adattabili ad ogni esigenza e grado dipropensione al rischio. (Grafico 4)

Parte 2: Trading Systems automatizzati, rischio e performance sempresotto controllo

Come potrete notare dai grafici 5 e 6, grazie alle meccanizzazioni offertedalle più comuni piattaforme di trading oggi in circolazione, si può ope-rare praticamente su tutto e con processi completamente automatizzati.Certo rimane da affrontare il nodo principale che consiste nel valutare séstessi e la capacità per ognuno di noi di credere profondamente in questestrutture meccaniche sopportandone livelli di drawdown che a volte so-no assolutamente considerevoli. Rimane però il fatto che alla fine si por-tano a casa buoni risultati, cosa che difficilmente un essere umano po-trebbe fare nel medio-lungo termine e con continuità.In base alla mia esperienza diretta, maturata in più di 15 anni di operati-vità sui più svariati strumenti finanziari quotati, l’approccio discreziona-le risulta difficilmente remunerativo nel lungo termine, essendo legato aduna serie di variabili esterne come ad esempio l’emotività, la tranquillità,la concentrazione, che risultano difficilmente controllabili nel lungo ter-mine. Preferisco quindi un approccio completamente “automatizzato”,frutto dell’elaborazione di una serie di regole operative e comportamen-tali che vengono applicate in maniera ferrea ed indiscussa; un approcciodi questo tipo riduce al minimo i rischi di errore e, soprattutto, permetteuna qualità della vita decisamente migliore visto che non renderà neces-saria una presenza fisica davanti ai monitors per ore ed ore. Dopo un’in-tensa attività di back-testing e programmazione, infatti, il trader si tra-sformerà in un “supervisore” di quanto messo in opera, concentrandosipiù sulla fondamentale attività di “money management” delle posizioniin essere che su quella, decisamente più stressante, della scelta dei puntidi intervento vincenti che, come sappiamo, non esistono... Partendo daquesti presupposti ed avendo maturato la convinzione che l’efficienza delproprio modello di money management e di controllo del rischio siano ifattori che realmente possono fare la differenza nel trading, ho quindi ela-

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borato diverse strategie meccanizzate la cui sintesi è rappresentata dai si-stemi di trading che ho sinteticamente riportato in questo articolo (pereventuali approfondimenti scrivete a [email protected]).

ConclusioniMa perchè sei diversi sistemi di trading? Non sarebbe più semplice affi-darsi al migliore, quello che alla fine performa di più, quello che ad oggiha il miglior rendimento? Niente di più sbagliato e, purtroppo, questo èun errore che commettono in molti…Premesso che i mercati possono avere andamenti direzionali, laterali, er-ratici etc., e basandoci sul presupposto che difficilmente saremo nelle con-dizioni di capire sempre con il dovuto anticipo e la dovuta lucidità in chefase di mercato ci accingeremo ad operare, e sempre preferibile diversifi-care la nostra allocazione complessiva su diverse tipologie di interventoe su diversi mercati al fine di cogliere le innumerevoli opportunità che imercati ci presenteranno e, soprattutto, per non vivere fasi di eccessivodrawdown che, soprattutto nelle fasi laterali sono il vero tallone di Achil-le di queste strutture meccanizzate e, probabilmente, di ogni trader checoscienziosamente operi su time frame almeno orari.I sistemi automatizzati di cui sopra sono tutti coerenti con questa logicadi base, egregiamente riassumibile nello slogan “TREND IS YOURFRIEND”. Money management, stop-loss sempre prefissati, accumuloprogressivo della massima esposizione, utilizzo di time-frame adeguatied altri accorgimenti sono poi gli elementi che hanno permesso di arri-vare alla struttura definitiva di questi trading system che, ognuno con leproprie caratteristiche, stanno realizzando ottime performance. Magarinon saranno i più performanti del mondo, saranno sicuramente perfe-zionabili ma, ad oggi, rappresentano già una struttura di trading e di in-vestimento diversificata, affidabile e solida. Quindi, meglio lavorare sugrafici che abbiano un minimo di logica e di leggibilità, ossia a 4 ore etalvolta orari: come si fa a tradare con successo utilizzando time frameinferiori in cui il numero di operazioni è talmente elevato da costituireun fardello insuperabile in termini di costi sull’eventuale bilancio fina-le? Quanti traders riescono realmente a compensare i costi transattivi conil risultato operativo? In definitiva il consiglio è quello di adoperare sistemi automatizzati peroperare sui mercati, adottando “filtri operativi” abbastanza efficienti, al

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fine di operare quanto più possibile in coerenza con quella che è la dire-zionalità di fondo del mercato, evitando quindi di intervenire in ambe-due le direzioni del mercato (LONG/SHORT), attività che soprattuttodurante prolungate fasi laterali arricchisce solo una persona: il nostrobroker!

Capitolo III Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti

Conseguita la Laurea in Economia & Commercio ha iniziato subito ad ope-rare come trader indipendente ed analista finanzizario ricoprendo numerosiincarichi nell’ambito di primarie istituzioni finanziarie europee.Analista Finanziario e Asset Manager, ha partecipato attivamente alle gestio-ne di prodotti finanziari sia di diritto italiano che lussemburghese.Ha maturato una notevole esperienza nel settore del trading su azioni e futu-res, partecipando in qualità di docente e relatore a diversi seminari tecnico-operativi. Collabora da diversi anni con testate giornalistiche specializzate (SOL-DIONLINE - CLASS CNBC) attraverso le quali diffonde le strategie gestio-nali e le tecniche operative che ha contribuito personalmente a sviluppare.E’ responsabile dei contenuti editoriali e delle analisi proposte nella sezione“TUTTO FOREX” all’interno della piattaforma online SOLDIONLINE(http://www.soldionline.it/network/valute-forex/).Nel 2010 ha costituito “Uptrend Advisory” (www.uptrend.it), una sociètà diconsulenza indipendente che si occupa di formazione, strategie operative, re-port e segnalazioni operative sui principali strumenti finanziari.

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Utilizzo del mercato Forex nella gestione evoluta del portafoglioPierluigi Lorenzi

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un notevole incremento degli scam-bi sul mercato delle valute, concentrati soprattutto sugli investitori isti-tuzionali e investitori con portafogli di una certa consistenza (UHNWI).Non è un caso che il mercato Forex sia sostanzialmente decollato duran-te e soprattutto in seguito all’esplosione della bolla dei crediti SubPrimee al fallimento di Lehman Brothers. La motivazione va ricercata nella ti-pica ed intrinseca de-correlazione che c’è tra le valute, infatti nei periodiin cui sostanzialmente tutto crolla all’unisono (in Italia abbiamo purtrop-po accertato anche recentemente questa forte correlazione tra ambito azio-nario ed obbligazionario), le valute riescono ancora a muoversi con ten-denze diverse tra loro.Questa de-correlazione è fondamentale per l’abbattimento del rischio neigrandi portafogli e rappresenta un ottimo strumento per alzare il livellodi redditività dei portafogli stessi.

Come utilizzare il mercato Forex nella gestione di portafoglio?Il Forex è il mercato più liquido al mondo, consente una grande varietàdi operazioni (long, short, in leva ecc.) e quindi può essere utilizzato neiportafogli con gli obiettivi più disparati. Personalmente suddividerei ipossibili impieghi del Forex nella gestione di portafoglio con quattro areetematiche:

1) Utilizzo del Forex a scopo diversificativo 2) Utilizzo del Forex a scopo speculativo3) Utilizzo del Forex come copertura dal rischio di cambio4) Utilizzo del Forex come strumento attivo per l’investimento obbli-

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Utilizzo del Forex a scopo diversificativo Il primo obiettivo che ci si dovrebbe porre nella buona gestione dei por-tafogli titoli e nella gestione dei patrimoni è senza ombra di dubbio la di-

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versificazione, ovvero l’utilizzo di strumenti finanziari appartenenti almaggior numero possibile di “Asset Class” (classificazione delle varie ti-pologie di prodotti finanziari come ad es. azionari, obbligazionari, mate-rie prime, derivati ecc.), per ridurre il rischio in quanto si “spera” che ti-pologie diverse si muovano nel mercato con tendenze di prezzo diverse,consentendo quindi ad alcune di guadagnare mentre altre perdono di va-lore. Questo meccanismo però si è rotto in quanto, come detto in prece-denza, i mercati sempre più globalizzati e connessi telematicamente, simuovono in maniera correlata facendo crollare letteralmente tutto nei pe-riodi di burrasca.L’esigenza di diversificazione dei portafogli ha fatto sì che negli ultimi an-ni si andasse a cercare de-correlazione nelle poche Asset Class che anco-ra la offrivano: materie prime e soprattutto valute. Sul grafico differenziale (%) di 12 rapporti di cambio Euro/Valuta stra-niera negli ultimi quattro anni, si nota infatti una vera e propria esplo-sione della volatilità e della de-correlazione tra le valute proprio in se-guito al fallimento di Lehman Brothers (settembre 2008). De-correlazioneche ha portato in soli quattro anni ad un differenziale Euro/Lira Turca di+50% ed un differenziale Euro/Yen Giapponese di -40% quindi una for-chetta ampissima tra le valute. (Grafico 1)Ciò significa che inserire una o più valute nel portafoglio genera sicura-mente un abbattimento dei rischi grazie all’abbattimento della correla-zione tra Asset Class.

Utilizzo del Forex a scopo speculativoIl mercato delle valute è ora molto volatile e ben diversificato negli an-damenti dei cambi, con oscillazioni che spesso raggiungono variazio-ni percentuali ragguardevoli in poco tempo come abbiamo visto nelgrafico precedente, ciò significa che il Forex rappresenta anche un’ot-tima opportunità puramente speculativa, cercando quindi di sfruttareil differenziale tra due valute sia al rialzo che al ribasso (long + short)e praticando un trading che può assumere posizioni nel breve periodo(scalping), o nel medio/lungo termine come nell’esempio del graficoseguente, dove vengono assunte posizioni lunghe o corte sulle rispet-tive rotture al rialzo o al ribasso delle trendline tracciate sul grafico.(Grafico 2)Le forti variazioni del cambio (in questo caso Euro contro Zlotych Polac-

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co) unite alla sommatoria delle posizioni long e short assunte, determi-nano una Equity Line del trading veramente ottima come si può notaredal grafico seguente.La possibilità di utilizzare la leva, ormai universalmente offerta da tutti iBroker Online, consente infine di moltiplicare le possibilità di guadagno(ma anche i rischi) utilizzando capitali notevolmente inferiori ai volumispostati. (Grafico 3)

Utilizzo del Forex come copertura dal rischio di cambioSe è vero, come abbiamo appena visto, che è possibile fare un trading pro-fittevole su di un qualsiasi rapporto di cambio tra valute, è possibile ado-perare la stessa tecnica per coprirsi dal rischio di cambio, nel senso di pro-teggersi contro il rischio che una variazione negativa del cambio con unacerta valuta peggiori o annulli il rendimento di un determinato investi-mento quotato in quella valuta.Se ad esempio abbiamo in portafoglio dei titoli azionari, obbligazioni, ma-terie prime o fondi emessi in Dollari americani, per evitare che la varia-zione del cambio EUR/USD possa deteriorare il valore dei titoli stessi, sa-rà sufficiente proteggere l’investimento assumendo contemporaneamen-te una posizione short sul cambio EUR/USD: se il Dollaro scende i mieititoli varranno meno ma la mia posizione short sull’Euro compenserà leperdite.

Utilizzo del Forex come strumento attivo per l’investimento obbligazionarioUtilizzando in maniera mirata il trading su diversi cambi valutari è pos-sibile infine impiegare il Forex come strumento attivo nell’investimen-to su titoli obbligazionari e titoli di stato esteri. Anziché utilizzare il tra-ding valutario solo come copertura passiva dal rischio di cambio, è pos-sibile infatti sfruttare le oscillazioni di mercato tra valuta e valuta perincrementare o diminuire l’esposizione obbligazionaria su determinatipaesi.In questo modo acquistando titoli di un paese che ha una valuta in cre-scita guadagnerò il flusso cedolare fisso sommato alla variazione positi-va della valuta locale. Viceversa ad ogni inversione di tendenza si dovràridurre l’esposizione su quel paese ed incrementare i titoli denominatinella propria valuta per massimizzare le rispettive plusvalenze.

Capitolo III Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti

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Il gruppo Momentum è composto da consulenti e tecnici qualificati che col-laborano per la realizzazione di soluzioni avanzate in ambito finanziario co-niugando esperienza e tecnologia. L'elemento centrale del gruppo è PIER-LUIGI LORENZI, annoverato tra i 100 migliori Trader Italiani, analista tec-nico specializzato in trading systems sull’azionario italiano, su fondi ed ETF.Consulente Finanziario Indipendente associato NAFOP opera verso investi-tori privati, società di consulenza e reti di Promotori. Appassionato delle nuo-ve tecnologie applicate al trading ha curato numerosi articoli formativi, hafondato il sito di educazione finanziaria www.momentumborsa.it che da do-dici anni conta centinaia di migliaia di visitatori unici e migliaia di iscrit-ti alle newsletter gratuite di segnali operativi. Scrive su importanti testate fi-nanziarie online, proponendo metodologie di trading accessibili anche agliinvestitori meno esperti. Da più di quindici anni progetta, ed utilizza “sulcampo” software finanziari avanzati per l’analisi ed il trading, collaborandocon SGR, Broker Online e software house finanziarie per il miglioramentodei loro prodotti/servizi ICT. Ha progettato una serie di strumenti softwarefinanziari basati sulle proprie metodologie (Momentum®), adottati da di-verse centinaia di Trader e Promotori, oltre a tools specifici tra cui il primosistema italiano di ottimizzazione dei trading systems mediante algoritmi ge-netici ed il primo programma di analisi avanzata “mobile” con trading systemsper smartphone e palmari.

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Investire con mille euro su più mercati!Renato Decarolis

Uno dei consigli in materia di investimenti che un promotore, consulen-te finanziario o qualsiasi altro operatore del settore dà ai propri clienti oamici, è sicuramente quello di diversificare.Un suggerimento molto saggio, ma non alla portata di tutti gli investito-ri, perché spesso per poter bilanciare nel modo giusto il proprio Portafo-glio bisogna disporre di un capitale elevato.Il mercato del Forex invece offre questa possibilità anche per chi intendeinvestire solo mille euro!Questo perchè i vari brokers che consentono di operare sul Forex, metto-no a disposizione del cliente un effetto leva notevole, spesso 1:100, il chesignifica poter disporre di un capitale 100 volte superiore alla propria li-quidità.Ovviamente con tutti i benefici ed i rischi correlati.Usare quindi con molta cautela!Abbiamo quindi risolto il problema dell’ammontare del capitale da inve-stire, adesso vediamo come diversificare.Il mondo delle valute è chiamato anche cross, una parola inglese che tra-dotta in italiano significa incrocio.Incrocio appunto tra più monete: l’euro contro il dollaro, il dollaro controlo yen, l’euro contro la sterlina inglese e così via.E questo porta a delle dinamiche tali che un rialzo dell’euro/dollaro pos-sa avere delle ripercussioni opposte sul dollaro/yen.Queste correlazioni tra valute non sono però sempre automatiche, perchésubentrano altri fattori sull’andamento di un cambio (tassi di interesse,notizie, dati macroeconomici e altro).Però nel lungo periodo è possibile creare una strategia operativa di suc-cesso che consenta di amplificare i guadagni (un’operazione vincente supiù cross) e bilanciare il rischio (la perdita su un cambio può essere com-pensata tutta o in parte dal guadagno su un’altra posizione su un altro cross).L’analisi tecnica offre diverse soluzioni in merito, ma è comunque prefe-ribile non utilizzare troppi oscillatori ed indicatori, i quali possono con-

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fondere il trader, perchè difficilmente e raramente ci si trova davanti allasituazione grafica perfetta così come è ipotizzata nella teoria.Io ho scelto di seguire i Pivot Points, perchè secondo me, in essi è rac-chiuso quanto di più importante ci sia in una giornata di trading: prezzodi chiusura, massimo e minimo di giornata.In questi valori vi è tutto quello che c’è da sapere per un piano di lavoroper i giorni successivi.Avremo avuto una seduta piatta o con forti oscillazioni?Il giorno dopo adegueremo la nostra operatività in funzione di questoperchè i Pivot Points sono il risultato di una serie di formule basate suiprezzi di cui sopra.Un Pivot Point può essere utilizzato come resistenza/supporto oppurecome un punto di breakout.Sarà il backtesting a dirci come lavora meglio su quel determinato cross.Una volta definito il metodo, bisogna scegliere i cambi su cui lavorare.In base ai risultati ottenuti dai vari backtest sui diversi cross, bisogna sce-gliere il mix migliore tra performance e massima perdita subita.Un sistema che realizza il 100% di rendimento, avrà quasi certamente su-bito un drawdown superiore al 50%.E’ quindi preferibile accontentarsi di un guadagno inferiore, ma con unlivello di rischio più accettabile.Inoltre, operare su valute tutte contro euro o dollaro non ha molto senso,si rischia di essere sovraesposti pericolosamente in alcune fasi di mercato.Io, per esempio, ho fatto cadere la mia scelta su cinque valute: euro/fran-co svizzero, euro/sterlina, dollaro neozelandese/dollaro americano, dol-laro americano/dollaro canadese e dollaro americano/franco svizzero.L’Eur/Chf solitamente segue l’andamento dell’euro/dollaro, dell’Usd/Chfed in qualità di bene rifugio a volte va in controcorrente al mercato azionario.L’Eur/Gbp solitamente segue l’euro/dollaro che a sua volta va di pari pas-so con Wall Street, spesso in modo parallelo, altre volte in modo contrario.L’Nzd/Usd solitamente segue le vicende del mercato azionario (sale conle Borse al rialzo e viceversa) e quelle relative alla situazione politica edeconomica della Nuova Zelanda.L’Usd/Cad è praticamente l’opposto del neozelandese.L’UsdChf solitamente segue l’andamento del dollaro e come l’Eur/Chf vie-ne qualificato come bene rifugio con tutte le conseguenze che ne derivano.Ho evidenziato per ogni cambio l’avverbio “solitamente”, perchè le cor-

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relazioni non sono sempre automatiche.Ho quindi creato un Portafoglio che racchiude l’azionario (NzdUsd), l’ob-bligazionario (UsdCad), la valuta (EurGbp) ed i beni rifugio e quindi ma-terie prime (EurChf e UsdChf).Ovviamente l’utilità della diversificazione non è solo in funzione del-l’andamento delle Borse, ma anche per bilanciare per esempio un Longsull’euro/sterlina con uno Short sull’euro/franco svizzero.Il risultato sarà un sistema che va a gonfie vele nel momento in cui è po-sizionato correttamente su tutte le valute, oppure tenderà al pareggioquando alcune di queste sono in perdita.Ci potranno anche essere dei periodi negativi, soprattutto nelle fasi dimercato in cui manca una direzione rialzista o ribassista ben definita.Questo se avrete impostato il sistema come trend follower, altrimenti sa-rete in forte guadagno nei periodi di trading range, ma fate molta atten-zione a proteggere il Portafoglio con degli Stop Loss, perchè se parte unmovimento forte contrario alla vostra posizione, rischiate di compromet-tere il lavoro di diversi mesi nel giro di pochi giorni.Eccoci quindi alla conclusione, dove anche il Sig. Rossi con soli mille eu-ro avrà un investimento diversificato su più mercati.E con la strategia giusta potrà anche ottenere degli ottimi rendimenti!Tutto questo grazie al Forex!

Capitolo III Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti

Subito dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche all’Università di Ba-ri a fine 2000, si trasferisce a Milano dove approfondisce le sue conoscenze suimercati finanziari.Nel 2002 diventa consulente finanziario ed in partnership con la Intesi GroupSpA di Milano crea MaxProfit.it, sito internet che offre segnali operativi su di-versi mercati.Nel 2003 crea Smartrade.it, che ha come scopo primario la consulenza so-prattutto sul Forex per società italiane, estere ed anche privati.Dal 2006 realizza sistemi di investimento sul Forex.Scrive articoli per diversi siti di informazione finanziaria.In particolare, Renato Decarolis è diventato famoso per il suo scalping sui Co-vered Warrant e la tecnica di trading RD Outside sul Future Dax.Sul mercato delle valute, gode di una fama a livello internazionale con il si-stema A.GI.RE. FX di cui è proprietario e che consiste in una operatività ap-plicata su più cambi allo scopo di amplificare i guadagni e bilanciare il rischio.

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Analisi dei futures sulle valuteSante Pellegrino

Fare previsioni sull’andamento dei prezzi, è materia assai difficile e com-plessa:NESSUNO CONOSCE IL FUTURO!Ma soprattutto nessuno può prevedere le dinamiche dei mercati finan-ziari ed economici, soprattutto quando si parla di valute.Il 2011 si imprime nella storia come l’anno della crisi del debito di statodei paesi Europei, della difficoltà di ridare slancio all’economia globaledel continente Europa, eppure l’Euro, oltre a segnare un record negativodei debiti che rappresenta, si impone quale moneta capace di fronteggia-re le monete concorrenti del pianeta, toccando la quotazione a 1,4887 (da-ti del contratto futures quotato al Chicago Mercantile Exchange, 4 mag-gio 2011), tutto questo rappresenta quanto sia difficile fare previsioni, so-prattutto quando si tratta di trading finanziario.Il 2011 si imprime anche per altri importanti avvenimenti, quali i cam-biamenti rivoluzionari finiti ed ancora in atto nel Nord Africa, la crisi Giap-ponese causata dal grave sisma che ha colpito il paese del Sol Levante,che ha riportato a livelli record l’attenzione nei confronti del rischio nu-cleare, i disastri ecologici non per ultimo in Nuova Zelanda, l’afferma-zione del capitale di Apple che rappresenta l’intera capitalizzazione delpaniere di banche quotate al Nyse, nonché la morte dello stesso ex Ceo efondatore Steve Jobs, genio rivoluzionario dell’informatica e della comu-nicazione.Il 2011 segna la volontà dei Big della finanza di farsi tassare, al fine di ri-lanciare l’economia, e non ultima la proposta della “Buffett Rule”, diret-tamente avanzata dallo stesso Warren Buffett, oltre il riproporre e discu-tere rispetto alla tassazione delle transazioni finanziari con l’uso della “To-bin Tax”, dopo quasi 29 anni dalla prima volta che Mr Tobin la propose,tutte nuove prospettive per far ripartire un’economia in stallo e che rap-presenta quanto tutti gli avvenimenti non sono prevedibili!Per un “trader ”, “la lettura ed interpretazione del futuro” è l’analisi tec-nica.

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L’analisi tecnica è lo studio delle dinamiche dei prezzi, unica materia chefornisce una chiara direzione circa il movimento del trend di qualsiasistrumento finanziario negoziato e scambiato.Chi di trend vive, certamente non gira la monetina per indovinare qualisaranno gli avvenimenti o le scelte che determineranno nel futuro l’an-damento dei mercati delle valute, delle materie prime, delle azioni e ditutti i trend mondiali economici finanziari, chi di trend vive, dopo annidi ricerca, applica con costanza e metodo tutto quello che l’esperienza del-l’analisi tecnica e del trading gli ha fornito.In base alla mia esperienza, cercherò quindi di fornire alcuni elementi distudio circa l’andamento delle Valute attraverso l’analisi dei futures, ri-spetto alle principali valute mondiali scambiate contro il dollaro.I futures analizzati sono quotati ,regolamentati e gestiti presso il ChicagoMercantile Exchange, il più grande mercato di strumenti finanziari al mon-do, aperto 24 ore su 24, dalla domenica al venerdì.In questa piazza finanziaria storica, fondata all’incirca nel 1898, vengonoquotati tutti gli strumenti finanziari del globo dalle valute alle materieprime, dagli indici azionari agli indici obbligazionari, che rappresentanola maggior parte delle nazioni economiche mondiali, tante da prendereprende il nome di Globex.L’analisi del future sul Cambio Euro contro Dollaro USA, evidenzia, conla massima precisione, l’atteggiamento adottato da chi tratta le valute inmaniera “industriale”, banche d’affari, grandi aziende, commercianti, lar-ge traders e speculatori. (Grafico 1)L’euro nella prima fase dell’anno, sembra abbastanza intonato rispetto al-la condizione di stallo dell’economia europea e risale dai minimi per for-mare un massimo nel mese di maggio 2011.I livelli di prezzo dei massimi storici è di 1,4887 segnato il giorno 4 mag-gio 2011, periodo in cui le banche europee si impegnavano a disintossi-carsi dai bonds “PIGS” (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna).Da allora ad oggi quasi nulla è cambiato, tranne che per il fatto che si con-tinua ancora a decidere quali strategie di intervento utilizzare per cal-mierare la crisi, oltre a tentare il salvataggio della Grecia, ormai in default,e delle grandi banche d’affari prive di capitali freschi.Le varie teorie didattiche legate all’analisi tecnica potrebbero fornire mil-le e più ipotesi rispetto al futuro movimento dei prezzi, ma è il prezzostesso che resta a farla da padrone!

Capitolo III Trading sul Forex. Le opinioni degli esperti

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Quest’ultimo potrebbe ritornare ad allinearsi al trend di crescita realizza-to da gennaio ad agosto 2011, ma solo per verificarne la robustezza delcanale e della valuta stessa (oltre al sistema economico europeo).A significare la debolezza dell’euro, è la volatilità che determina sia l’in-certezza che la volontà, probabile o presunta, di far proseguire i prezziverso il basso.Basterà monitorare i prezzi del 2011, per comprendere gli scenari del 2012della moneta del vecchio continente. La violazione verso la rottura al ribasso dei minimi potrebbe confermarela decrescita dei massimi e la creazione di un nuovo canale ribassista cheforma nuovi minimi.Questo comporterebbe una ripresa degli investimenti in Europa e delleesportazioni Europee, forse una difesa naturale della moneta euro vistala poca capacità di intervenire della banca centrale.Il 2011 per la BCE, sarà l’anno del passaggio di consegne, da Trichet a Dra-ghi, e vedremo se l’ex presidente di “Goldman Sachs Europa”, sarà piùrapido e incisivo nelle scelte strategiche.Considerando l’operato Italiano, Draghi non solo ha snellito e rafforzatoil ruolo della Banca D’Italia, ma è stato capace di far rifiorire gli utili del-la stessa.È abbastanza facile addebitare la fonte degli utili di Banca D’Italia, al mo-mento illiquido, infatti le banche preferiscono il deposito centrale alloscambio interbancario. Differenti di certo e non timide sono state le reazioni della Banca Centra-le Giapponese, della Federal Reserve e della Banca centrale Svizzera.Il Giappone con il BOJ, la Federal Reserve e la Banca Centrale Svizzerahanno utilizzato l’ormai famoso “Quantitative easing”, mentre l’euro ….Forse resta a dormire!Analizzando la moneta del BOJ, possiamo notare che anche per il sol le-vante il trend è al rialzo, ed al contrario dell’euro la moneta tende a raf-forzarsi proprio sull’indebolirsi dell’euro. (Grafico 2)Dal minimo di agosto ad oggi infatti lo Yen si è apprezzato ancor di più,ma non solo, sia il terremoto che lo tsunami e la crisi nucleare, sono statiben ammortizzati, infatti dopo brevi ribassi, la moneta nipponica è tor-nata a salire, confermando i massimi del 2010 che diventano perciò vali-di supporti.Diverso il grafico del futures sul Franco Svizzero, in trend rialzista dai mi-

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nimi del 2010 fino al massimo del 9 Agosto 2011 ad 1,4194, subito dopo laBanca Centrale Svizzera ha annunciato di intervenire contro l’euro fis-sando il prezzo a 1,20. (Grafico 3)In questo caso il trend rialzista è abbastanza compromesso al momento,ma d’altronde il risparmio nel franco svizzero segna timori degli investi-tori, ed il suo deprezzamento può favorire gli investimenti in economiesviluppate ed industrializzat. Io tifo dollaro Usa in questo caso.Per la mia semplice visione queste tre valute, sono il riferimento mon-diale, io sono uno “stocks/futures trader”, e come tale considero basilarile correlazioni che queste “valute futures” hanno nei confronti degli in-dici azionari obbligazionari e delle stesse azioni.

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Trader professionista dal 1999. Amministratore e Master Trader Trading RoomPellegrino & Partners dal 2004. Master in “Management bancario e trading on line”.Precedente esperienza professionale presso un istituto bancario come gestore.Operatività discrezionale e algoritmica sui mercati azionari, obbligazionari,derivati, commodities e cash.Sviluppatore di trading system discrezionali ed automatici dei software di ana-lisi quali: TRADESTATION - MULTIHCART - ESIGNAL - VISUAL TRADER- METATRADERSocio fondatore del gruppo di lavoro e del sito www.tradingonlinenews.com.

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La psicologia del cambiamento applicata al tradingStefania Conti

Fino a 2-3 anni fa in Italia non si sentiva neppure parlare di “psicologiadel trading”.Sotto l’onda del successo americano di tutta una serie di inchieste, ricer-che, libri, corsi anche nei nostri lidi è finalmente comparsa questa pro-blematica.Comunque sia, dopo ormai decenni di studi, non si può certo più prescin-dere né dalla Finanza Comportamentale né dalla Psicologia del Trading.Persino la Teoria del Mercato Efficiente (Efficient Market Hypothesis) ri-gida e schematica e che fino ad una quindicina di anni fa era vangelo, siè modificata e tradotta nella Teoria di Mercato Psicologico, fluida e illi-mitata, in cui le nostre decisioni si scontrano/confrontano/modellano condecisioni di altri trader.La conseguenza fondamentale è la concezione che il nostro sistema decisio-nale (e il conseguente stato emotivo derivante dalla decisione) costituisco-no il substrato per la formulazione magari del prossimo prezzo di mercato. Si è capito come nel “tradare” tutto venga messo in gioco: la nostra psi-che, i nostri valori le nostre credenze, bisogni, sicurezze, convinzioni, abi-tudini, preconcetti ecc.Il trading coinvolge e fa da specchio a tutta la nostra personalità.Famosi sono tre studi: Il primo, sulla Euristica della Disponibilità, analizza come le persone va-lutino le probabilità di un evento giudicandolo su una base istintiva/espe-rienziale e non sulla base delle probabilità matematiche effettive. E ciò provoca sempre una sottostima dei rischi effettivi.Su questi studi è basato, ad esempio, l’enorme business delle lotterie e deigratta e vinci. Nessuno accetterebbe di investire così come migliaia di persone investo-no quotidianamente dal tabacchino! Nel trading, un modello simile, è quello che porta al “io ci provo come vava”..... al “questa è la volta buona” al “tengo questa posizione perché ilmercato girerà” ecc.

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Il secondo studio, sulla Dissonanza Cognitiva, spiega come le personesperimentano una dissonanza essenzialmente in concomitanza con unadecisione importante che è sempre legata ad un coinvolgimento perso-nale molto stretto. La dissonanza crea un disagio psicologico e costituisceuna motivazione a cercare le modalità per eliminarlo. La Teoria della Dissonanza Cognitiva è sorta come tentativo di forma-lizzare nell’ambito di un modello una delle constatazioni che emergonoquotidianamente nell’esperienza comune: le persone tendono in genera-le ad essere coerenti con se stessi nel modo di pensare e di agire. Quandoquesta coerenza manca si crea uno stato di disagio che l’attività mentalecerca di eliminare (o almeno di attenuare) con varie forme di ristruttura-zione cognitiva.Ciò è continuamente presente nel trading: ad una operazione perdente di solito un trader associa una serie di emo-zioni/reazioni: a livello monetario (perdita), a livello psicologico (ho avu-to torto), a livello emotivo (sono un perdente), che appartengono alla “fa-scia del dolore”. Lo stesso concetto vale, ripetuto al contrario, per una ope-razione vincente che viene associata alla “fascia del piacere”. E sono tutte reazioni fuori dal nostro schema di equilibrio e comporta-mentale.Al concetto di Perdita vengono associati inconsciamente elementi nega-tivi e quindi di dolore/morte. Al concetto di Profitto vengono associatidegli elementi positivi e quindi di piacere/vita. La razionalità perde di forza e acquistano maggior valenza gli impulsiprimordiali fuga/salvezza o di supervalutazione personale.La relazione psicologica fondamentale ci spiega come mai fare trading e’cosi difficile a livello emotivo e le sua relazione con la dicotomia piace-re/dolore.L’autostima è fortemente chiamata in causa da tali fenomeni, così comefortemente è chiamata in causa l’accettazione degli errori.In un ormai vecchio ma famosissimo sondaggio/studio americano, ven-ne provato come questa accettazione sia molto più difficile per gli uomi-ni che per le donne (all’errore, al trade perdente, viene associato psicolo-gicamente una “perdita di virilità”).Il terzo studio deriva dalla Teoria della Prospettiva (Prospect Theory) for-mulata nel 1979 dai premi Nobel Daniel Kahneman e Amos Tversky. Ana-lizza in che modo le decisioni vengano prese quando ci troviamo di fron-

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te a delle scelte e spiega perché la maggior parte degli investitori non ri-esce spontaneamente a seguire la nota regola o consiglio di Borsa: “ta-gliare le perdite e far correre i profitti”.Da un punto di vista razionale ed oggettivo, ad esempio, il fatto di per-dere 100 euro o di guadagnare 100 euro, dovrebbe produrre un pari li-vello di insoddisfazione/tristezza o di soddisfazione/gioia.In pratica invece non è così: le decisioni vengono prese sulla base di fun-zioni di valore aleatorie.I tre errori indicati nella Prospect Theory sono:- L’avversione verso la sconfitta (la sofferenza per una sconfitta è circadue volte più grande della gioia per una vittoria)- Asimmetriche preferenze per il rischio (si preferisce non chiudere le po-sizioni in perdita mentre si chiudono presto quelle in guadagno)- Falsa valutazione delle probabilità (pensando che eventi meno proba-bili possono capitare più di quanto si possa pensare).In conclusione, in Borsa l’investitore è generalmente propenso a correrequelli che giudica bassi rischi, e quindi chiude la posizione, non appenariesce a guadagnare virtualmente anche poco, ma accetta di aumentare irischi rimanendo in posizione, quando realizza perdite virtuali. Chiudendo questo discorso (che è solo uno sfiorare questo enorme ed in-teressantissimo argomento), vorrei comunque ricordare ai colleghi tra-ders come noi siamo un tutt’uno. Nulla nella nostra mente è separato. Sia-mo la somma di tutto. E la somma è maggiore delle parti.La psicologia del Trading di cui qui si parla, non è altro che l’approfon-dimento del “SE”. Si deve sottoporre non solo il “metodo” usato alla prova, ma anche il “co-me lo si usa”, come reagiamo al suo uso e dietro quali porte ci nascon-diamo.Il metodo è la macchina. Ma ci vuole un abile guidatore.Un pilota di Formula 1 fa esercizi sul “SE”, uno scienziato fa lo stesso, unatleta olimpico idem.I migliori traders che ho conosciuto o che avrei voluto conoscere e di cuiho solo letto, hanno migliorato ciò che facevano ed a volte addirittura in-vertito la propria posizione da perdente a vincente, cercando di capire sestessi. La neurologia ha provato che i percorsi neuronali sono modificabili. Noicostruiamo le strade che percorriamo.

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Noi costruiamo la nostra realtà!Più conosci te stesso più migliori le tue prestazioni. E questo in ogni campo.E conoscere se stessi è l’unico modo per essere flessibili e per continuaread imparare.Nonostante il progresso della nostra conoscenza, il futuro sarà sempremeno prevedibile e quindi, per vivere nel mondo d’oggi, è necessaria mol-ta più immaginazione di quella di cui siamo abituati o accettiamo.Il cambiamento richiede coraggio. L’immaginazione richiede coraggio.Noi percepiamo gli eventi, storici e attuali, in modo distorto e gli erroriche facciamo sono provocati dalla nostra continua ricerca di conferme (checi danno sicurezza) e dalla negazione di ciò che non dà conferma (il nuo-vo mette paura).Come dice Umberto Eco: “Conta di più concentrarsi sui libri non letti etrattare la conoscenza come un’apertura all’improbabile, piuttosto che co-me un tesoro o uno strumento per aumentare la propria autostima.”Noi non possiamo prevedere gli errori che commettiamo quando abbia-mo a che fare con il futuro (nel sociale, nel personale, nella professione,nell’ego nel trading). Esso sono dovuti agli “ancoraggi” a certe previsio-ni preconcette, anziché all’apertura verso il “possibile”Come dice Nicholas Taleb l’effetto sorpresa di un Cigno Nero, sempre sov-versivo, può essere sovvertito trasformandolo in Cigno grigio ovvero ac-cettando l’idea generale della possibilità che si verifichi. Rimanendo sempre aperti ad ogni possibilità.E insieme a Taleb concludo che anche noi, nel nostro piccolo, siamo deiCigni neri, unici e imprevedibili.

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Nata a Roma ma vive a Genova. Ha compiuto studi in Fisica e Medicina. In particolare si è interessata di Psicologia del rendimento, Co-municazione Non Verbale, Problems Solving, Strategic Solving.

Negli ultimi anni i suoi interessi e studi si sono orientati verso l’economia edi mercati finanziari, in particolare il Mercato dei Cambi- Forex. Il suo obiettivo: il cambiamento positivo.Sito web: http://www.newethicaltrading.com/Profilo linkedin: http://www.linkedin.com/profile/view?id=31784081&trk=tab_proGruppo linkedin: http://www.linkedin.com/groups/New-Ethical-Trading-4025608?gid=4025608&trk=hb_side_

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Il vantaggio di investimenti in derivati con copertureTiziano Cagalli

Playoptions didattica.Sottostante e derivato sono legati da formule matematiche che rendonoperfettamente affidabile uno studio preventivo su quale potrà essere ilrendimento a fronte di un investimento con un dato rischio massimo.In pratica con un po’ di dimestichezza e l’aiuto di un software adeguatoanche l’investitore non istituzionale può considerare l’opportunità offer-ta dal settore dei derivati e cucirsi una strategia su misura. Sicuro di quale sarà il massimo rischio, la massima esposizione in contocapitale e il massimo guadagno ottenibile.Sembra un mondo, quello dei derivati, molto pericoloso, ma Tiziano Ca-galli, strategist di Playoptions, vi illustrerà alcune tecniche che vi dimo-streranno come invece, sia vero il contrario.Per rendere comprensibile, anche in maniera visiva, come siano differen-ti i rischi di portafoglio usiamo un software finanziario che è rilasciatogratuitamente da Playoptions.it e si può effettuare il download diretta-mente da questo link (www.playoptions.it/).Supponiamo di assumere una posizione in azioni e di investire con un’ot-tica rialzista sul titolo Generali. Comperiamo pertanto 1000 azioni Genera-li al prezzo di 12,5 euro con l’aspettativa che il titolo rafforzi il suo valore.Abbiamo quindi investito 1000*12,5 = 12.500 euro. In genere l’investitore che fa questo tipo di operazione si sente tranquil-lo probabilmente perché non considera il rischio matematico a cui è espo-sto: la perdita totale dell’investimento effettuato!Impossibile che un’azienda di queste dimensioni chiuda? Certamente èmolto improbabile come lo era per Parmalat o per Alitalia, tanto per cita-re le ultime. Comunque quello che noi dobbiamo valutare prescinde da aspettative edè matematico. La rappresentazione di questo investimento, PayOff, è lasemiretta al centro degli assi cartesiani sui quali sono espressi il valore delsottostante e sull’asse verticale, il valore in guadagno o perdita del por-tafoglio.

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Si vede che se il prezzo di Generali dovesse arrivare a 13 euro il guada-gno sarebbe di 512 euro. (Grafico 1)In pratica per avere una possibilità di guadagnare almeno 512 euro sia-mo disposti a rischiarne 12.500. Potrebbe salire anche di più, questo è vero, come è vero che potrebbe anche scendere.Ovvero NON abbiamo mai una certezza sull’investimento che stiamo ef-fettuando e ci affidiamo al caso. Questo io lo definisco un investimentoad altissimo rischio e nessuna certezza di guadagno.Nel mondo dei derivati, future e opzioni, esiste invece la possibilità di in-vestire in una modalità di gran lunga più vantaggiosa. I modi per effettua-re strategie di portafoglio, così si chiamano gli investimenti, sono infinite. Ve ne illustro una semplice che non richiede conoscenze approfondite.Con la vendita di un contratto di opzione Put su Generali, ci si impegnaa pagare alla scadenza del contratto, 100 azioni al prezzo dello strike del-la Put medesima. Posso pertanto scegliere un contratto in base alle mie esigenze temporalied alle mie esigenze di cassa. Se valutiamo con il software che si chiama “Fiuto” possiamo trovare lascadenza e lo strike che più ci aggrada. In questo caso io ho selezionato lo strike 12 e la scadenza di Dicembre. Perquesto contratto ricevo un premio di 53 euro che sarà interamente mio seil sottostante salirà. Sarà comunque mio anche nel caso che il sottostantea scadenza non sia inferiore a 12 euro ed il mio massimo rischio sarà quel-lo di pagare 12 euro una azione che vale “0” euro.Decido che per quella data voglio incassare almeno 530 euro pertanto ven-derò 10 contratti impegnandomi a dover pagare 12 euro 1000 azioni chepotrebbero valere “0”La rappresentazione grafica ora è una spezzata dove viene rappresenta-ta l’area di guadagno, ovvero l’area in cui il prezzo si può muovere la-sciandomi in guadagno. (Grafico 2)Con questa prima mossa abbiamo stabilito la prima certezza ovvero unguadagno di 531 euro se il prezzo non scenderà al di sotto di 12 euro.E abbiamo anche già stabilito che la massima perdita (ma la ridurremoancora) ora è già inferiore in quanto non potrà superare i 12 euro che iomi sono impegnato a pagare per ogni azione delle 1000. A questa cifra debbo però detrarre il premio che ho incassato e che mi por-ta la massima perdita a:

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Quindi meno rischio che non i 13.500 euro dell’investimento effettuato di-rettamente comperando azioni e un guadagno massimo certo!!!!Ma andiamo oltre....Se riteniamo che il rischio sia elevato si può intervenire comperando uncontratto Put alla stessa scadenza ma ad uno strike diverso.Ad esempio strike 9. Il significato è che se il titolo dovesse crollare, noi abbiamo acquistato lapossibilità di ricevere comunque 9 euro per ogni azione controllata dalcontratto di opzione.Per fare questa operazione abbiamo un esborso di denaro, infatti tale op-zione costa 13 euro e dobbiamo comperarne 10 contratti per poterci pro-teggere dal rischio assunto dai 10 contratti Put venduti a strike 12.La rappresentazione grafica del nostro investimento è visible nella figu-ra seguente. Ho solo apportato una piccola modifica in corso d’opera: per mantenereinalterato il premio che mi ero prefisso di incassare a scadenza ho ven-duto 3 contratti Put Strike 12 per finanziare l’esborso dell’acquisto dei con-tratti Put strike 9 che, anche loro, ho portato a quantità 13.Ecco dimostrato come usare gli strumenti derivati possa essere MENOrischioso che non operare direttamente su azioni...contrariamente al pen-siero comune. (Grafico 3)Potete trovare voi stessi le migliaia di combinazioni di strategie da effet-tuare interagendo con il software “Fiuto” che ricordo essere gratuito a vi-ta e che è corredato da un dettagliato manuale On Line.Sul nostro sito, www.Playoptions.it, troverete anche dettagliate analisi espunti per i vostri investimenti. (Grafico 4)

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Dal 1994 trader indipendente e docente. Alla fine degli anni ‘80 consulente finanziario per la R.E.S.T organizzazioneumanitaria con sede a Toronto. Titolare di numerosi brevetti che spaziano invari campi della tecnica, depositati presso l’ufficio Italiano Brevetti tramiteprestigiose realtà quali lo studio Jacobacci nella sede di Torino, lo studio Bu-gnon s.p.a nella sede di Rimini, lo studio Veneta Brevetti nella sede di Padova,individua e brevetta una serie di procedure per il calcolo di algoritmi ed ela-borazione di dati on line. Socio fondatore nel 1996 di una delle prime società

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di elaborazione dati OnLine e costruzione di algoritmi di auto apprendimen-to. Questa realtà, tecnologicamente all’avanguardia, viene subito partecipatadalla più grande organizzazione italiana, il C.N.A nazionale. L’anno succes-sivo viene interamente acquisita e Tiziano Cagalli rimane come consulente si-no all’anno 2001. In questi anni ed in quelli a venire Cagalli progetta e rea-lizza numerosi software in tutti i campi del trading. Dai sistemi automatici ditrading sul sottostante, a gestione automatica di strategie dinamiche sulle op-zioni, ed ancora hedging di portafoglio automatico verso tutte le greche im-postate Antesignano di una una nuova disciplina: l’Econofisica, che, come ra-mo interdisciplinare, applica all’analisi dei mercati e dei prodotti finanziari laconiugazione tra Finanza quantitativa e Matematica finanziaria con i modellie metodi sviluppati nella Dinamica non lineare, nella Fisica della materia con-densata, nella Meccanica statistica e nella Fisica nucleare delle alte energie.Fondatore del sito www.playoptions.it, ideatore dei software “Fiuto” e “Fiuto-Pro” i rivoluzionari software per il trading in opzioni a modalità automati-che. Nel 2007 in collaborazione con Denis Moretto costituisce la società Pla-yOptions s.a.s che si dedica alla formazione di trader e che diventa da subitoil brand italiano riconosciuto anche all’estero. Nel 2011 costituisce il fondo digestione “Vega” e la società di consulenza “Seven Consulting”.

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Mercati Valutari e Mercati AzionariRelazioni attese e relazioni realiCorrado M. Cantore, Fondatore e Managing Director di TK Trading Knowledge s.r.l.

Premessa: In merito alle metodologie di formulazione delle previsioni peri mercati azionari, pur con molte semplificazioni, si può sostanzialmentedire che vi sono due principali modi di operare: da un lato vi è una mo-dalità di previsione volta a fornire un supporto alla gestione di portafo-gli di investimento di lungo periodo tramite operazioni di Asset Alloca-tion e che si basa prevalentemente sulla Analisi Fondamentale e dall’al-tro lato vi è una a formulazione di previsioni di breve termine orientateal Trading basate prevalentemente sulla Analisi Tecnica. Entrambi i metodi presentano dei punti di forza e dei punti di debolezzama nell’insieme tendono a rispondere alle due diverse esigenze orienta-te rispettivamente alla Asset Allocation di lungo periodo o al Trading dibreve periodo ma non sempre il ricorrere sistematicamente alle indica-zioni fornite a due metodi è così fruttuoso come si vorrebbe. In questoprocesso di previsione dei mercati azionari si tiene conto, talvolta consa-pevolmente talaltra inconsapevolmente, di assiomi che collegano l’anda-mento dei mercati azionari con l’andamento del mercato valutario e il ri-porre eccessiva fiducia su questi assiomi può talvolta portare a degli er-rori piuttosto rilevanti nella formulazione delle previsioni. Questi errori si vengono a manifestare per via del fatto che il quadro difunzionamento interagente dei mercati finanziari degli ultimi anni sta mu-tando in modo molto energico e talvolta violento con l’effetto che ad esem-pio la sussistenza di trend coerenti tra due mercati, valido anche solo dueanni fa, può ora essere del tutto errato in quanto i due mercati in esamemanifestano ora tendenza a percorrere trend opposti l’uno all’altro.Sulla base di queste considerazioni nel presente articolo si vuole portareall’attenzione del lettore la sussistenza o meno di alcuni di questi presuntiassiomi, talvolta eletti come vere e proprie “leggi comportamentali” che col-legano situazioni di economia reale ma soprattutto andamenti di merca-ti valutari con l’andamento del mercato azionario, onde si possa prende-

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re atto della sussistenza di trend effettivamente coerenti nel lungo perio-do e di trend che se hanno manifestato efficacia per un certo periodo inpassato, possono ora non più manifestare la stessa efficacia. Per rispondere a questo obiettivo suddividiamo la riflessione svolta sullavoro in singoli temi cercando di esporre peraltro alcuni dei principi chesi pongono alla base della metodologia di formulazione di previsioni deimercati finanziari da noi svolta la quale si indirizza a trarre indicazionicongiunte sia da riflessioni di carattere fondamentale sia da considera-zioni di stretta Analisi Tecnica.Se al termine della lettura del nostro lavoro ravviserete l’interesse di po-ter seguire per un mesetto la declinazione di queste considerazioni nellapratica quotidiana di formulazione di previsioni dei mercati finanziari in-viate una e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected] con il vostro nome e cognome e potrete verificare sul cam-po l’efficacia di questi e di altri principi previsionali da noi adottati nellanostra attività previsionale quotidiana. Se intanto volete consultare quan-to da noi fatto in passato accedete al seguente link www.tk-it.it/col-le2011.htm dove potrete prendere visione del nostro lavoro fatto negli ol-tre 12 anni di nostra attività in materia e consultare altri nostri articoli pub-blicati in materia di mercati valutari.

A) Relazioni tra mercato valutario e mercato azionario: attese di lungo periodo

Nel processo interpretativo delle dinamiche che governano i diversi mer-cati finanziari un principio di base, che trova tuttora larga esposizione neitesti di politica economica, vede un presunto andamento divergente tratrend dei tassi di interesse e trend dei mercati azionari. Nella comune ac-cezione si ritiene infatti che nelle fasi di incremento dei tassi di interesse imercati azionari risentano negativamente di questo andamento sfavore-vole sul fronte dei tassi mettendo conseguentemente a segno flessioni men-tre invece nelle opposte fasi di riduzione dei tassi di interesse mercati fi-nanziari ne possono trarre beneficio avviandosi in un trend positivo.Come ben si evidenzia in figura A/1, nella quale si mette a confronto l’an-damento dell’indice SP 500, quale indice che esprimere la totalità del mer-cato azionario americano con il trend dei tassi di interesse di mercato a 12mesi sul Dollaro, negli ultimi 12 anni le cose sono andate in modo asso-lutamente opposto a quanto prescritto da questa teoria.

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Ad eccezione di quanto avvenuto dai minimi di Marzo 2009 in avanti, neiprecedenti dieci anni circa descritti, ben si osserva in figura un andamentocoerente tra tassi di interesse e mercato azionario americano: nelle fasi diaumento dei tassi cresce il mercato azionario e all’opposto nelle fasi di di-scesa dei tassi questa discesa si riflette anche sul mercato azionario. La ragione di questo comportamento totalmente difforme da quanto pre-visto dalla teoria poggia sul fatto che le Autorità Monetarie più che ge-stire una politica monetaria volta a guidare la reale evoluzione dell’eco-nomia reale, la quale a sua volta può con una certa approssimazione es-sere ben descritta dall’andamento del mercato azionario, cercano vice-versa di elevare i tassi di interesse per “mettere fieno in cascina” nelle fasiin cui il mercato azionario è orientato positivamente e quindi disposto adassorbire questo innalzamento dei tassi. L’innalzamento dei tassi di interesse in questi periodi di loro facile accet-tazione da parte dei mercati finanziari sarà prezioso in epoche successi-ve meno favorevoli del quadro intermarket onde poterli ridurre così co-me ha fatto in maniera rilevante la FED sia durante la crisi 2000 - 2002 adopera dell’allora Presidente Greenspan sia nella recente fase di recessio-ne 2008 –2009 ad opera dell’attuale Presidente Bernanke. Ritengo importante prendere atto di questa situazione di fatto che so-stanzialmente illustra l’errore in cui si potrebbe incorrere confidando cheuna fase di intervento sui tassi di interesse, sia in termini di loro incre-mento che in termini di loro riduzione, possa condizionare l’evoluzionedei mercati azionari. Dal 2009 in avanti i livelli dei tassi di interesse sullediverse monete sono così bassi e come tali non si prestano a potersi leg-gere congiuntamente con le relative dinamiche del mercato azionario ecome tale sarebbe errato cercare di trarre conclusioni dal comportamen-to dei due aggregati in questi ultimi 2 anni.Quanto alla situazione del mercato azionario nel suo insieme a livellomondiale possiamo fin da ora prendere visione in figura A/2 di una ten-denza di fondo a seguire regole sue proprie basate in maniera rilevantesu taluni principi di analisi ciclica e in questa sua evoluzione si può ra-gionevolmente dire che il mercato azionario ha esercitato più un ruologuida sul fronte dei tassi di interesse piuttosto di ricevere dall’andamen-to dei tassi di interesse stimoli utili per favorire movimenti di crescita odi flessione. In linea di massima si osserva in figura il buon rispetto di specifici livel-

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li posti su taluni livelli di ritracciamento basati sulla Sequenza Numericadi Fibonacci applicati all’Onda di Riferimento correttiva che si è manife-stata dal massimo del 2007 al minimo del 2009 nonché il buon rispetto diun comportamento ciclico molto regolare il quale ha tra l’altro anche con-dizionato la flessione ultima registratasi nell’estate scorsa. In figura A/2 sono indicate annotazioni utili per comprendere con mag-gior dettaglio questa riflessione di larga massima; l’indice presentato infigura è l’indice M.S.C.I. nelle valute di origine il quale è prodotto dallabanca d’affari Morgan Stanley ed esprime una sorta di media ponderatatra gli indici delle borse azionarie di tutto il mondo senza provvedere al-la loro controvalutazione in Dollari. In altri termini è una buona rappre-sentazione della reale evoluzione complessiva dei mercati azionari di tut-to il mondo e per questa ragione da noi utilizzato intensamente nel no-stro lavoro previsionale.Una delle relazioni ritenute più valide in termini di attesa di comporta-mento coerente tra due diversi mercati finanziari riguarda l’andamentodel valore Assoluto del Dollaro contro tutte le divise poste a confrontocon l’andamento dei mercati azionari. In passato era luogo comune rite-nere che il deprezzamento di una moneta poteva esercitare un effetto po-sitivo sulla borsa di quella moneta per via del fatto che il deprezzamentorendeva maggiormente appetibili gli acquisti di prodotti esportati dal pae-se in questione. Questa situazione è venuta meno negli ultimi anni con ilprocesso di delocalizzazione degli impianti produttivi operati sia da azien-de europee, sia da aziende americane e da ultimo anche da aziende cine-si che stanno ormai delocalizzando i propri impianti in Vietnam. Questo stato di cose è ben percepibile in figura A/3 laddove si osserva unandamento sostanzialmente coerente tra il mercato azionario americano,espresso ancora dall’indice SP 500, e dall’Indice Assoluto del Dollaro ne-gli anni intercorrenti dal 1994 al 2003. In quel periodo si assisteva ad unacrescita omogenea del mercato azionario con il rialzo del Dollaro, (con-traddicendo nei fatti quanto appena detto circa l’effetto teorico positivo derivan-te dalle esportazioni), mentre dal 2003 in avanti i trend dell’Indice Assolu-to del Dollaro e del mercato azionario si sono mossi in maniera totalmentedivergente rispetto quanto osservato nel decennio precedente. Dal 2007 in avanti l’Indice Assoluto del Dollaro sta oscillando su dei li-velli moderatamente bassi e comunque non sta seguendo trend direzio-nali significativi e utili per poter trarre spunti finalizzati alla formulazio-

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ne delle previsioni dei mercati azionari. Si deve quindi constatare il fattoche la ricerca di eventuali correlazioni tra andamento del valore del Dol-laro con il mercato azionario del paese non è destinato a dare alcuna uti-lità ai fini della formulazione delle previsioni del mercato azionario.Nel periodo dal 2007 in avanti, pur riconoscendo all’Indice Assoluto delDollaro delle oscillazioni meno rilevanti rispetto le ampie fasi di crescitae di flessione precedenti, nondimeno si possono osservare interessanti co-erenze di comportamento tra l’andamento del cambio Euro - Dollaro e ilmercato azionario italiano espresso dall’indice FTSE MIB. In figura A/4si osserva infatti che ad eccezione del periodo intercorrenti tra il 2007 edil 2008, in tutte le altre fasi indicate nel grafico, si è assistito ad un movi-mento coerente in termini di trend tra il rapporto di cambio Euro - Dol-laro e l’andamento del mercato azionario italiano. Nelle fasi cioè di crescita del valore dell’Euro nei confronti del Dollaro ilmercato azionario italiano registrava delle fasi positive e all’opposto nel-le fasi declinanti dell’Euro nei confronti del Dollaro anche il mercato azio-nario italiano registrava delle flessioni. È importante prendere atto di que-sta tendenza al rispetto di comportamenti coerenti tra rapporto di cam-bio Euro - Dollaro e mercato azionario italiano anche se, occorre fin da oradire, che questo trend è generalizzato per l’insieme dei mercati azionariai quali il mercato azionario italiano sì uniforma, più che non una pecu-liarità del nostro mercato azionario.Un comportamento viceversa del tutto coerente e che si è protratto neltempo, almeno nel corso degli ultimi sei anni così come descritto in figu-ra A/5 è relativo all’andamento delle commodities generali qui espressedal loro indice CRB ancora con il rapporto di cambio Euro - Dollaro. Nel-le fasi di crescita dell’Euro sul Dollaro, ma dovremmo più correttamenteparlare di fasi di indebolimento del Dollaro verso tutte le diverse valutecompreso l’Euro, il prezzo delle commodities tende ad aumentare e al-l’opposto avviene nelle fasi di rafforzamento del Dollaro. In base a quanto si osserva sul grafico A/5 sì può quindi orientativamentedire che le commodities tendono a mantenere un loro valore mediamen-te stabile se espresso con la totalità dei rapporti di cambio pur mettendoa segno flessioni e rialzi molto pronunciati nei confronti del Dollaro. Que-sto concetto verrà ripreso al punto successivo in merito all’Oro laddovesi avrà una conferma di quanto qui segnalato.

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B) Gli indici assoluti di mercato valutario e azionario, il Gold IndexNella precedente figura A/4 sì è osservato un buon rispetto di un com-portamento coerente tra il mercato azionario italiano espresso dall’indi-ce FTSE MIB e il rapporto di cambio Euro - Dollaro. Commentando la fi-gura avevamo tuttavia già osservato il fatto che questa tendenza non eraspecifica solo del mercato azionario italiano ma è piuttosto una tendenzagenerale dell’insieme dei mercati azionari così come bene sono rappre-sentati dall’indice M.S.C.I. di figura B/1. Vogliamo con questo dire che ilmercato azionario italiano tende più a rispettare il comportamento gene-ralizzato dell’insieme dei mercati azionari mondiali descritti dall’indiceM.S.C.I. piuttosto che rispettare nel dettaglio i trend in atto sul mercatovalutario.Introduciamo qui questa osservazione per evidenziare la rilevante utilitàin termini di decisioni di Asset Allocation di lungo periodo che si ha nelricorrere ad Indici Assoluti rappresentativi di un insieme di mercati. In fi-gura B/1 si fa riferimento all’indice M.S.C.I. del mercato azionario mon-diale il quale è in questo contesto da considerarsi quale una sorta di In-dice Assoluto rappresentativo del mercato azionario mondiale nel suo in-sieme. Altrettanto utile è in questo contesto riferirsi più che al semplicerapporto di cambio Euro - Dollaro direttamente all’Indice Assoluto delDollaro il quale, come si può ben intendere, esprime il vero livello di for-za relativa che il Dollaro manifesta nei confronti dell’insieme di tutti i rap-porti di cambio.Occorre tuttavia fin da ora aggiungere che questi Indici Assoluti sia deimercati azionari che del mercato valutario tendono a risentire in manie-ra proporzionale, anche se si dovrebbe dire ponderata, del peso relativoesercitato da alcuni mercati facenti parte dell’indice in questione. L’indi-ce M.S.C.I. delle borse mondiali risente quindi in maniera rilevante del-l’andamento del mercato azionario americano così come l’Indice Assolu-to del Dollaro risente fortemente delle dinamiche del rapporto di cambioEuro - Dollaro. Pur con queste considerazioni circa la costruzione del-l’indice, nondimeno il ricorso ai due indici in esame costituisce uno stru-mento di base nelle decisioni di Asset Allocation.Per meglio capire l’efficacia presentata dal ricorso agli Indici Assoluti, vie-ne in aiuto l’esame della situazione dell’Indice Assoluto dell’Oro, chia-mato Gold Index, il quale sostanzialmente esprime il valore oggettivo del-l’Oro non misurato in termini consueti di Dollari per Oncia ma misurato

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nel suo valore reale, ottenuto come media ponderata delle quotazioni del-l’Oro in Dollari per Oncia e dei rapporti di cambio del Dollaro verso levarie valute.In figura B/3 osserviamo l’andamento relativo tra le quotazioni dell’Oroespresso in Dollari l’Oncia e il rapporto di cambio Euro - Dollaro. Questoconfronto è particolarmente utile nel periodo del grafico intercorrente dal2005 in avanti durante il quale l’oro ha sostanzialmente registrato una cre-scita pressoché senza soluzione di continuità in termini di sue quotazio-ni espresse in Dollari per Oncia. Il trend di sistematica crescita dell’Oroin termini di Dollari per Oncia è altresì ben percepibile in figura B/4 lad-dove si osserva una sistematica crescita molto regolare dell’Oro all’inter-no di un canale parabolico che costituisce un buon supporto e che vero-similmente, nelle nostre attese, continuerà a guidare il movimento di cre-scita dell’Oro. Per meglio dire in caso di netta violazione della evolvente parabolica in-feriore di figura B/4, non potremo non leggere quel segnale come un se-gnale importante di interruzione del trend di regolare crescita dell’Oroespresso sempre in Dollari americani per Oncia .La lettura del reale trend in atto dell’Oro non più espresso solamente intermini di valutazione in Dollari per Oncia ma in termini di valore og-gettivo così come è espresso dal suo Gold Index presenta una situazionelievemente diversa e fatta sostanzialmente di una fase di movimento la-terale che potrebbe anche essere interpretato come una fase distributivache si viene a porre in atto a seguito di una rilevante crescita dell’Oroespresso in Dollari per Oncia ma anche letto in termini di suo valore as-soluto come espresso dal Gold index. In base a quanto visto in merito al diverso contenuto segnaletico fornitodalle quotazioni dell’Oro in termini di Dollari per Oncia e in termini diGold Index, si possono trarre indicazioni utili in tema di Asset Allocationrivolti in particolar modo alla adozione o meno di misure di protezionecontro i rischi di cambio Euro - Dollaro. Assumendo in sostanza le attesedi prosecuzione del movimento di crescita dell’Oro nella sua valutazionein Dollari così come rappresentato in figura B/4, e preso atto di una suastabilità in termini di contro valutazione contro le diverse valute, una ge-stione di Asset Allocation potrà quindi tenere in debita considerazione leattese dinamiche del cambio Euro - Dollaro.

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C) Effetti del cambio Euro - Dollaro su mercati europei e americaniLe considerazioni già esposte in merito ad andamenti relativamente co-erenti tra crescita dei mercati azionari e crescita dell’Euro, viste in figuraA/1 in relazione all’indice FTSE MIB del mercato italiano, e in figura B/1in relazione all’indice M.S.C.I. in valuta di origine, a livello teorico po-trebbe portare a pensare che questo comportamento se è valido per il mer-cato italiano ed europeo non sia conseguentemente valido per il mercatoamericano e viceversa. Si vuole con questo dire che in presenza di una fase di rivalutazione delDollaro verso Euro a livello teorico le aziende europee possono trarne be-neficio per via delle loro esportazioni verso l’America e all’opposto nellefasi di rafforzamento dell’Euro verso il Dollaro il cambio Euro - Dollaropotrebbe esercitare un effetto opposto sui mercati azionari europei. Allostato delle cose si osserva la totale assenza di questa relazione ma piutto-sto si osserva una elevata tendenza al rispetto di tendenze di comporta-mento coerente tra i diversi mercati azionari occidentali, europei ed ame-ricani i quali tendono nel loro insieme ad evolvere positivamente nelle fa-si di rafforzamento dell’Euro e ad indebolirsi nelle fasi di suo indeboli-mento verso il Dollaro. Queste tendenze sostanzialmente del tutto simili tra l’indice SP 500 e l’in-dice Stoxx 600, rafforza il convincimento di fondo secondo il quale sonoproprio le tendenze al comportamento comune dei diversi mercati azio-nari a condizionare la loro evoluzione piuttosto che la dinamica dei cam-bi. Per meglio dire la dinamica dei cambi può condizionare l’insieme deimercati nelle loro evoluzioni di lungo periodo ma non contribuisce a crea-re trend diversi tra mercati europei e mercati americani.L’effetto che tuttavia si viene a produrre per via delle dinamiche dei cam-bi in termini di risultati di Asset Allocation è ovviamente espresso in ter-mini di performance più elevate o meno elevate in funzione della controvalutazione nella moneta domestica dei portafogli espressi in valuta este-ra, ma questo è un tema diverso. Al momento ci limitiamo a considerare importante il fatto che i mercatiazionari tendono ad uniformarsi gli uni agli altri a prescindere dalle di-namiche dei cambi sottostanti i singoli mercati. In termini di operativà diAsset Allocation si suggerisce l’opportunità di ricorrere talvolta non alrapporto di cambio Euro - Dollaro (Quantità di Dollari richiesta per 1 Euro)come siamo abituati a leggerlo sui nostri grafici ma piuttosto al suo in-

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verso in termini di cambio Dollari Euro (Quantità di Euro richiesta per 1Dollaro) e la lettura che ne consegue permette di ravvisare coerenze ditrend tra questo cambio e il trend del mercato finanziario in esame comerappresentato in figura C/4.

D) Effetti dei cambi su operazioni di Carry Trade Negli ultimi anni e comunque fino ad inizio del 2008 una forte compo-nente delle dinamiche dei mercati valutari derivava dal ricorso piuttostosistematico e diffuso ad operazioni cosiddette di “Carry Trade” che vede-vano l’assunzione di un indebitamento in una divisa caratterizzata da bas-si tassi di interesse di un Paese (A) e contestuale investimento dell’im-porto derivante dall’indebitamento su titoli governativi a reddito fisso diun Paese diverso (B) e caratterizzati da elevati rendimenti o anche diret-tamente sul Mercato Azionario di questo Paese (B). A titolo di esempio una rilevante attività su questo fronte faceva ricorsoad un indebitamento in Yen e simultaneo acquisto con il ricavato di tito-li a reddito fisso europei denominati in Euro (Bund, OAT, BTP ecc..). L’o-perazione di “Carry Trade” in questione poneva gli operatori nelle condi-zioni di attendersi due componenti positive di reddito: 1) la prima era do-vuta al differenziale tra costo della raccolta su divisa caratterizzata da bas-si tassi di interessi rispetto al tasso di impiego su altra divisa (BTP o Bund)e 2) la seconda componente si basava su attese di apprezzamento delladivisa di investimento rispetto alla divisa di indebitamento. Con gli effetti della crisi del 2008 queste operazioni di “Carry Trade” sono sta-te quasi tutte chiuse (operazione questa conosciuta con il termine tecnico di“unwinding”) con il conseguente rimpatrio dei fondi dalla divisa di investi-mento alla divisa di indebitamento e rimborso del debito sottostante l’ope-razione. L’apertura di queste operazioni in un primo tempo, e la loro suc-cessiva chiusura in un secondo tempo, hanno contribuito alla formazione ditrend molto importanti e ben strutturati sul fronte del mercato valutario.Una situazione di questo genere che potremmo quasi considerare quale“situazione da case study” si è presentata in modo massiccio negli anni scor-si sul rapporto di cambio Euro - Yen. Le operazioni in questione sfrutta-vano tassi di interesse sullo Yen prossimi allo zero, livello sui quali sonorimasti per lungo periodo come rappresentato in figura D/1, creando diconseguenza le condizioni ottimali per sfruttare il differenziale di inte-resse tra lo Yen e l’Euro.

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L’Euro viveva nell’epoca di tassi di interesse più elevati e cresciuti fino al5% sul finire del 2008 a livello di tassi Euribor con effetti diretti sul raf-forzamento dei rendimenti dei Titoli Governativi a Reddito Fisso europeioggetto della operazione di “Carry Trade”.L’effetto scaturito da questa sistematica apertura di posizioni di “CarryTrade” tra Euro e Yen è stato quello di portare ad un sistematico apprez-zamento dell’Euro nei confronti dello Yen come rappresentato in figuraD/2; anche in questo caso, a dispetto delle attese che a livello teorico sisarebbero potute riporre esclusivamente sulla base del differenziale deitassi di interesse e dei relativi cambi a termine, non di meno dal 2000 al2008 il valore dell’Euro nei confronti dello Yen quasi si era raddoppiatopassando da 90 Yen per Euro ad oltre 170 Yen per Euro.Gli eventi di avvio della crisi del 2008 indussero gli operatori che nei pre-cedenti anni avevano aperto queste (assai profittevoli) posizioni di “CarryTrade” a provvedere con prontezza alla loro chiusura con un effetto rile-vante sul rapporto di cambio che nello spazio di pochi mesi passò da 170a 110 Yen per Euro con una flessione superiore al 35%. La sussistenza di operazioni di “Carry Trade” sui diversi mercati finan-ziari, che si è notevolmente intensificata nuovamente a seguito dei bassitassi di interesse su alcune monete e rendimenti elevati su alcuni Titoli diStato su altre monete quali ad esempio quelli australiani, che esercita uneffetto rilevante sull’andamento del rapporto di cambio tra le due mone-te interessate all’operazione di “Carry Trade”. In questo contesto si osserva tuttavia una tendenza di fondo da parte delrapporto di cambio in questione a rispettare talune proprietà tipiche del-la analisi tecnica quali ed esempio i segnali forniti sul cambio Euro – Yenin occasione di violazioni di evolventi paraboliche di supporto e di resi-stenza. Per altro verso le relazioni derivanti dal rapporto di cambio Euro – Yen eIndice Nikkei del mercato azionario giapponese è da considerarsi so-stanzialmente privo di interesse in quanto le dinamiche del mercato azio-nario giapponese in questo periodo sono piuttosto di scarso interesse intermini di operazioni di Asset Allocation internazionale per via della si-tuazione di stagnazione dell’economia giapponese.Concludiamo quindi questo paragrafo col dire che la percezione di na-scita di operazioni di “Carry Trade” deve essere seguita attentamente inquanto può condizionare in maniera rilevante il rapporto di cambio inte-

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ressato all’interno di un trend piuttosto definito e strutturale nel tempocosì come osservato per otto anni su cambio Euro - Yen.

E) Effetti dei cambi su particolari titoli azionari Un luogo comune talvolta menzionato dagli operatori dei mercati, piùspesso da parte dei giornalisti chiamati a commentare a posteriori l’an-damento dei mercati azionari, riguarda il fatto che alcuni titoli azionariche sono per loro natura fortemente coinvolti nella loro attività gestiona-le con l’estero, tendono a rispettare trend derivanti dalle dinamiche delrapporto di cambio tra Euro e la valuta nella quale sviluppano parte im-portante della loro attività, normalmente il Dollaro USA. Per nostra esperienza questa tendenza è assolutamente priva di alcunaefficacia se non per qualche escursione di 1 - 2 giorni. Abbiamo infatti vo-luto qui esporre l’andamento di due titoli azionari italiani i quali si con-siderano fortemente dipendenti dalla dinamiche di cambio Euro - Dolla-ro. Uno dei titoli è STM Microelectronics che vende la sua produzionequasi totalmente in Dollari e secondo il titolo Autogrill il quale risente del-le dinamiche del cambio Euro-Dollaro per via della rilevante attività eser-citata direttamente dagli Stati Uniti. Nel lungo periodo questo trend è sostanzialmente del tutto assente, co-me si legge in figura E/1 ma anche su periodi più brevi quello che po-trebbe essere un trend in qualche misura omogeneo tra i due titoli in esa-me si presenta viceversa del tutto disallineato.Per meglio evidenziare questa considerazione nella figura E/2 è rappre-sentato l’andamento del rapporto di cambio nei circa ultimi due anni in-dividuando tre fasi di trend piuttosto bene direzionali. Nelle successivefigure E/3 ed E/4 sono riportati i trend nello stesso periodo del titolo STMMicroelettronic e Autogrill laddove si osserva un trend in qualche misu-ra piuttosto coerente durante le prime due fasi indicate sul rapporto dicambio Euro - Dollaro mentre si osserva un disallineamento totale nel-l’ultima fase riguardante le ultime settimane.In base a quanto qui documentato con riferimento a questi due titoli azio-nari possiamo quindi concludere che se da un lato talvolta vi sono deitrend coerenti tra diversi titoli fortemente interessati ad una operativa sul-l’estero e mercato valutario, questi trend sono più frutto di coincidenzeche non di effetti derivanti dalla relazione che questi titoli hanno nei con-fronti del mercato valutario. Sarebbe conseguentemente errato riporre una

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elevata attesa che le dinamiche valutarie possano trasferire effetti rilevantisui titoli fortemente interessati alla operativa con l’estero.

F) Effetti del cambi su Asset Allocation Mercato Azionario + MercatoValutario

Nell’operare su mercati azionari espressi in moneta diversa dall’Euro sidevono fare i conti con il rischio valutario sia per operazioni di Asset Al-location di lungo periodo sia anche per operazioni di Trading di breve pe-riodo. Senza entrare qui a descrivere meccanismi di protezione che si pos-sono attivare nell’uno e nell’altro caso, è ben evidente che un indeboli-mento di una divisa estera nella quale sono fatti investimenti senza pro-tezione dei rischi di cambio possa alterare e ridurre di molto i profittiespressi dal mercato di investimento nella propria moneta. Più rilevanti ancora possono essere gli effetti derivanti da operazione diTrading di alcuni giorni nel caso in cui in questi pochi giorni si assista adun forte movimento sul fronte valutario. A mero titolo di esempio in fi-gura F/1 si evidenzia il differente ritorno per un investitore americano eper un investitore europeo entrambi (teoricamente) attivi sul mercato azio-nario americano senza che l’investitore europeo abbia provveduto a co-prirsi dai rischi di cambio. A fronte di questa situazione ben nota, nella quale occorre adottare ade-guati provvedimenti per proteggersi da sempre possibili oscillazionianche rilevanti che avrebbero un effetto reddituale importante sul por-tafoglio, si vuole qui prendere atto della possibilità di cercare di sfrut-tare le tendenze valutarie proprio al fine di trarre beneficio sia da unaattesa di un andamento favorevole del mercato finanziario di investi-mento espresso in valuta estera, sia esso obbligazionario che azionario,sia anche di un’attesa di rafforzamento della moneta estera verso la mo-neta base. A questo riguardo è interessante porre attenzione alla dinamica del mer-cato finanziario australiano il quale vede dei rendimenti sui titoli di sta-to locali molto elevati e tali da suggerire l’attivazione di operazione di“Carry Trade” aventi proprio l’Euro come valuta di base per il “funding” eil Dollaro Australiano come valuta di investimento e segnatamente sui re-lativi Titoli di Stato Australiano. Il percepire la sussistenza di operazionidi “Carry Trade” in questione contribuisce ad un sistematico incrementodel valore del Dollaro Australiano verso Euro e in virtù di questa attesa

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nei mesi scorsi si era presentata una interessante opportunità per un in-vestimento sul mercato azionario australiano.Senza voler qui entrare nel particolare dei grafici di supporto per una de-cisione di questo genere, grafici relativi sia al rapporto di cambio Euro -Dollaro Australiano, ma anche Dollaro USA - Dollaro Australiano e gra-fici relativi all’indice azionario All Ordinaries di Sydney, possiamo pren-dere atto nelle seguenti figure di un trend favorevole fino a inizio Agostoquando anche l’indice del mercato azionario australiano ha risentito ne-gativamente della situazione di sell off generalizzato che sì è venuto a pro-durre su tutti i mercati azionari.In figura F/2 si osserva la dinamica molto pronunciata del rapporto dicambio Euro verso Dollaro Australiano nel lungo periodo e la sussisten-za di un trend di sistematico rafforzamento del Dollaro Australiano ver-so la nostra moneta a partire dal fallimento della Lehman Brothers del2008 in avanti. Interessante è prendere atto di una tendenza legata ad unafase di iniziale stabilizzazione del Dollaro Australiano verso il DollaroUSA di figura F/3 e proprio questa tendenza ad un movimento di stabi-lità all’interno del canale parabolico di figura F/3 ci deve indurre ad unamaggior prudenza nel porre in atto eventuali nuove operazioni di inve-stimento sul mercato finanziario australiano.In figura F/4 è descritto il quadro complessivo del mercato azionario au-straliano espresso dall’indice All Ordinaries laddove si osserva un eleva-to rispetto di molti principi di analisi tecnica a partire dal rispetto dei li-velli di ritracciamento di Fibonacci e del comportamento ciclico indicato.Proprio il buon rispetto di questi principi di Analisi Tecnica hanno resointeressante il mercato australiano quale mercato di investimento ma alcontempo hanno segnalato in modo imperativo l’esigenza assoluta di ab-bandonare ogni posizione investita su questo mercato alla violazione daparte dell’Indice All Ordinaries della evolvente parabolica di supporto difigura F/4 altresì presentata con maggior dettaglio in figura F/5.Al presentarsi di questi segnali non occorre indugiare nella chiusura del-le posizioni ma nondimeno la tendenza al mantenimento di elevati tassidi interesse sui Titoli di Stato Australiani e di bassi tassi di interesse sul-l’Euro potrebbero nuovamente creare le condizioni ottimali per un ritor-no sul mercato azionario australiano confidando su una rivalutazione delDollaro Australiano verso Euro per via di nuove possibili operazioni di“Carry Trade”.

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G) Prevalenza delle comunanze dei mercati azionari su effetti mercato valutario

Nel corpo di quanto fin qui detto abbiamo più volte osservato l’oppor-tunità di riporre attenzione alle tendenze di comportamenti coerenti daparte di diversi indici dei mercati azionari rispetto alla ricerca di ri-spondenze del loro comportamento alle dinamiche dei cambi che inte-ressano i singoli indici. Occorre infatti considerare il fatto che oggetti-vamente sarebbe piuttosto difficile il cercare dei rapporti di cambio tradue o più divise capaci di condizionare l’evoluzione del mercato azio-nario in esame. A titolo di esempio ci si dovrebbe domandare se l’andamento dell’indiceNikkei sia maggiormente condizionato dal rapporto di cambio Euro Yeno non piuttosto dal rapporto di cambio Dollaro Yen e via discorrendo. Inquesto contesto è interessante il prendere atto in figura G/1 di un com-portamento pressoché totalmente sovrapponibile da parte del mercatoazionario americano e di quello europeo o più correttamente sovrappo-nendo l’indice SP 500 con l’indice Stoxx 600 dovremmo parlare di unapressoché totale perfetta sovrapposizione del comportamento delle 500blue chip americane più importanti con il comportamento delle 600 bluechips europee più importanti. (Per il vero dovremmo parlare di uniformità dicomportamento tra gli operatori del mercato americano e tra quelli del mercatoeuropeo ma questo discorso ci porterebbe troppo lontano).Sì è altresì visto nel corpo del lavoro l’alternanza di fasi nelle quali i mer-cati tendono a rispettare trend in atto sul fronte del mercato valutario confasi nelle quali il comportamento è decisamente opposto rispetto quellodimostrato anche solo pochi mesi prima. In figura G/2 possiamo infattiprendere atto di trend totalmente diversi l’uno dall’altro nelle rispettivefasi indicate in figura con le linee verticali. Ci troviamo in sostanza in unasituazione nella quale i mercati tendono ad evolvere in modo coerente l’u-no agli altri ma senza rispettare in maniera sufficientemente affidabilel’andamento del mercato valutario sottostante.Dovendo tuttavia operare in una ottica di Asset Allocation di medio pe-riodo certamente la componente valutaria esercita un effetto non tanto intermini di affidabile indirizzamento dei trend del mercato al rialzo o al ri-basso in funzione del trend in atto sul mercato valutario ma piuttosto intermini di comportare prestazioni di mercati espressi in moneta diversada quella propria più positivi o meno positivi rispetto quello che si mi-

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surerebbe operando direttamente nel paese di investimento e quindi inassenza dell’effetto cambi. In figura G/3 si evidenzia questa differente performance dell’andamen-to del mercato azionario americano per un operatore europeo il quale, po-sto che abbia investito esattamente sul minimo del 9 Marzo 2009 acqui-stando, ad esempio un semplice E.T.F. dell’indice SP 500 senza proteg-gerlo contro i rischi di cambio, avrebbe ottenuto un beneficio lievementeinferiore rispetto al beneficio nel quale avrebbe potuto fare affidamentoun operatore americano non coinvolto da tematiche valutarie. Dal Marzo del 2009 ad oggi in sostanza la dinamica del rapporto di cam-bio ha alternato delle fasi negative per un operatore europeo con altre fa-si nella quale sostanzialmente le performance si sono allineate senza maicreare in questi due anni una situazione nella quale un operatore europeopoteva trarre beneficio dalla dinamica valutaria in termini di effetti posi-tivi sul fronte dei propri investimenti sul mercato americano non protet-ti contro i rischi di cambio.In tema di una efficacia operativa di Asset Allocation su mercati espostial rischio di cambio si ritiene da parte nostra necessario subordinare orien-tativamente i tre quarti della decisione in termini di ragionevole evolu-zione del mercato azionario/obbligazionario di potenziale investimentoe soltanto un quarto della attenzione alla possibile dinamica valutaria in-teressante l’Euro contro la divisa di potenziale investimento. La valuta-zione tecnica della situazione ad esempio dell’indice DAX di figura G/4figura che in questo contesto possiamo considerare quale mercato di ri-ferimento con quella delle SP 500 di figura G/5 ci aiuta a meglio com-prendere quanto andiamo dicendo.Nelle due figure i due indici sono interpretati nel consueto metodo di in-dividuazione contestuale di obiettivi di prezzo tempo al quale facciamoricorso nella redazione delle nostre lettere previsionali TK’s SentimentOutlook e TK’s Update e più ancora nel TK’s Tableau de Bord. A riprovadi quanto andiamo dicendo circa la tendenza ad un comportamento omo-geneo, i due mercati rispondono in maniera pressoché simultanea alle in-dicazioni di analisi ciclica rappresentate dalla sinusoide poste in alto sul-le due figure. Questa simultaneità comportamentale e perfetto rispetto della analisi ci-clica ci solleva quindi da un problema in termini di individuazione diobiettivi temporali per darci spazio di porre debita attenzione alla indi-

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viduazione degli obiettivi di prezzo. I due indici in esame hanno rispet-tato in maniera pressoché perfetta i consueti livelli di ritracciamento diFibonacci tracciati sulla forte Onda di Riferimento che ha visto la cresci-ta prodottasi dal minimo del 2009 al massimo del 2011. L’indice DAX dopo aver riconosciuto il ritracciamento del 38,2% e del 50%ha interrotto il suo movimento correttivo al raggiungimento del ritrac-ciamento del 61,8% di questa onda di crescita 2009 - 2011 e si è avviato increscita tornando nuovamente, nei giorni in cui scriviamo, a visitare li-vello di ritracciamento del 38,2% dell’onda di riferimento 2009 - 2011.La situazione tecnica che leggiamo sul fronte del mercato americano espres-so dall’indice SP 500 vede la formazione di una fase di congestione postatra il livello di ritracciamento del 38,2% della onda di crescita 2009 - 2011e il ritracciamento del 24,6% della stessa onda di riferimento. Il livelli diestensione di questa fase di consolidamento sono posti rispettivamente a1120 e a 1220 punti e all’abbandono di questa duratura fase di consolida-mento sarà ragionevole attendersi una escursione pari alla ampiezza diquesta fase e che in caso di abbandono della stessa con la violazione dellato inferiore l’indice potrebbe raggiungere il livello di 1000 - 1020 punti. Questo livello obiettivo a quel punto potrebbe costituire una nuova soli-da base capace di conferire un valido supporto ad un nuovo movimentolaterale che potrebbe protrarsi fino a fine anno. In linea teorica a quelladata il mercato potrebbe tentare uno strappo rialzista capace di portarel’indice SP 500 dal livello di 1000 – 1020 punti livello di 1220 - 1230 puntie questa situazione è quella che percepiamo come maggiormente proba-bile alla data del 13 ottobre quando stiamo redigendo questo testo.Ciò che ci preme tuttavia qui evidenziare è, secondo la nostra esperien-za, l’esigenza di impegnare i tre quarti della analisi in termini di indivi-duazione del ragionevole movimento che i singoli mercati potranno com-piere e soltanto un quarto della analisi in termini di tempo impiegato perindividuare ragionevoli evoluzioni del mercato valutario. A meno che non ci si trovi in presenza di un rapporto di cambio che stapalesemente risentendo di trend riconducibili a operazioni di “Carry Tra-de”, si ritiene preferibile dirottare l’attenzione proprio sulle dinamiche deimercati di investimento e in misura decisamente minore sulle dinamichedei rapporti di cambio ed eventualmente nel dubbio è certamente prefe-ribile operare con copertura contro i rischi di cambio rispetto ad operareponendo elevata fiducia sulla manifestazione di determinati movimenti

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che sul mercato valutario di norma si presentano con percentuali di ac-cadimento decisamente inferiori rispetto a quelle che si manifestano sumercati azionari.

H) Una lettura prospettica del cambio Euro - DollaroIn questa ultima parte con la quale termina il nostro lavoro si illustranoin termini sintetici i passi seguiti nel nostro lavoro previsionale al fine diindividuare realistici trend di evoluzione dei mercati valutari. Per quan-to evidente occorre osservare il fatto che i mercati valutari sono una sor-ta di composito intreccio di “vasi comunicanti” ovvero che l’eventuale raf-forzamento di una moneta rispetto ad un’altra deve trovare delle coeren-ze sulle attese di evoluzione di altri rapporti di cambio. Se, tanto per rendere più chiaro il concetto, sul mercato azionario si puòtranquillamente attendere un rialzo delle FIAT e una flessione delle Ge-nerali o viceversa, sul mercato valutario un rafforzamento del Dollaro ver-so Euro deve trovare delle coerenze anche in termini di attese di suo raf-forzamento ad esempio verso Sterlina e verso Yen; se queste coerenze nonsussistono si rende necessario rivedere l’impianto previsionale posto inatto e forse giungere a delle conclusioni diverse da quelle formulate inprima istanza.Fatta questa doverosa, per quanto evidente premessa, il punto d’avviodel nostro lavoro previsionale è quello di porre attenzione all’andamen-to dell’Indice Assoluto del Dollaro e in secondo ordine agli Indici Asso-luti di altre monete (pur considerando il fatto che il contenuto segnaletico del-l’Indice Assoluto del Dollaro è di gran lunga superiore rispetto a quello delle al-tre monete che si possono prendere in esame).Con riferimento all’Indice Assoluto del Dollaro si osserva in figura H/1un trend di generale suo indebolimento in atto ormai negli ultimi diecianni circa. Questo indebolimento è ben descrivibili dal canale parabolicodella figura H/1 e alla violazione delle evolventi paraboliche inferiore diquesto canale era legittimo attendersi la rivisitazione dei minimi assolu-ti registrati dall’Indice Assoluto nel 2008 all’epoca del fallimento dellabanca Lehman Brothers in zona 72 punti circa. Il movimento di recupero delle ultime settimane si è arrestato esattamenteal raggiungimento della evolvente paraboliche inferiore laddove è ragio-nevole ora attendersi la formazione di un Pull Back ribassista con effettinegativi sul valore del Dollaro contro tutte le altre divise.

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L’esaurimento dell’Indice Assoluto del Dollaro al raggiungimento dellaevolvente parabolica inferiore di figura H/1 era in qualche misura giàprevedibile sulla base delle indicazioni di Analisi Chartistico Algoritmi-ca presentate in figura H/2. Questa metodologia di analisi poggia la suaefficacia sostanzialmente nell’applicare la Analisi Chartistica ad Indica-tori Algoritmici quali il comune indicatore R.S.I. In figura si osserva co-me l’indicazione rialzista dell’indice giunse esattamente al momento dinetto superamento da parte dell’indicatore R.S.I. della sue evolvente su-periore convessa che fungeva da freno.Il superamento di queste evolvente parabolica di resistenza da parte del-l’indicatore R.S.I. ha permesso all’Indice Assoluto del Dollaro di superareda parte sua la evolvente parabolica intermedia componente il canale para-bolico della figura e raggiungere in modo piuttosto diretto la terza evol-vente parabolica superiore del canale stesso. Il raggiungimento di questeevolvente parabolica congiuntamente con la formazione del Pull Back del-la prima figura ha interrotto la fase di rafforzamento del Dollaro verso tut-te le altre divise così come descritto dall’Indice Assoluto del Dollaro.La manifestazione di questo evento non sì è presentato in una data qua-lunque ma piuttosto esattamente in presenza di un cluster temporale de-scritto in figura H/3 che da parte sua il mercato valutario tende semprea seguire con un certa rigore. In termini diversi l’esame congiunto del-l’Indice Assoluto del Dollaro con il ricorso alla Analisi Chartistico Algo-ritmica di figura H/2 e individuazione degli Obiettivi contestuali Prezzo- Tempo di figura H/3 ha definito con un certo rigore l’epoca e il livellodi esaurimento del movimento di recupero dell’indice che sì è prodotto,tra l’altro anche al superamento del triangolo di figura H/3.Passando dall’esame dell’Indice Assoluto del Dollaro al rapporto di cam-bio Euro - Dollaro prendiamo atto in figura H/4 della tendenza del rap-porto di cambio in esame a rispettare indicazioni di carattere grafico dilungo periodo. In questo contesto ci limitiamo qui a segnalare il rispettodi trend line tracciate a partire dei minimi del 2001, ma più ancora allachiara indicazione fornita dalla violazione di evolventi paraboliche di lun-go periodo. In base a quanto schematizzato in questa figura di lungo periodo si ritie-ne che qualora il cambio dovesse superare al rialzo il livello di 1,40 - 1,42Dollari per Euro e indicati in figura dal rettangolo orizzontale, si potreb-be aprire uno scenario nuovamente molto positivo per l’Euro in direzio-

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ne non solo di rivisitare massimi relativi recenti in zona 1,50 ma anche ditornare a visitare il massimo assoluto in zona 1,57 Dollari per Euro.A fronte di una attesa di medio periodo particolarmente rialzista dell’Eurosul Dollaro e che per manifestarsi richiede il superamento delle evolven-te parabolica di resistenza di lungo periodo di figura H/4, si può legge-re in figura H/5 l’efficacia segnaletica delle Evolventi Paraboliche appli-cate alla Analisi Chartistico Algoritmica. In figura si osserva l’elevata precisione con la quale questo modello di ana-lisi ha segnalato l’avvio della fase di indebolimento dell’Euro verso il Dol-laro da 1,44 a 1,30 Dollari per Euro esattamente alla violazione congiuntadelle evolvente parabolica di supporto da parte del cambio e delle evol-vente parabolica inferiore di supporto da parte del suo indicatore R.S.I. In base a quanto fin qui osservato non possiamo quindi non valutare conla massima attenzione un segnale che il rapporto di cambio ci potrà darenel prossimo futuro determinatosi dal contestuale superamento della evol-vente parabolica superiore convessa e dal superamento dell’omologa evol-vente parabolica da parte del suo indicatore R.S.I.L’indicazione segnaletica di avvio di un movimento di indebolimento del-l’Euro sul Dollaro osservata nella precedente figura al livello di 1,44 Dol-lari per Euro e segnalata dalla violazione della evolvente parabolica con-cava di supporto, si poneva su un “livello sensibile” particolarmente im-portante e posto su un ritracciamento esattamente del 38,2% dell’ondacorrettiva che si è prodotta sul rapporto di cambio dai massimi del 2008ai minimi del 2010 e in questa ampia fase il cambio e passato da 1,58. Dol-lari per Euro a circa 1,20. La manifestazione di avvio di un movimento correttivo esattamente suun livello di ritracciamento di questa onda accresce il contenuto segnale-tico in termini di individuazione di nuovi livelli obiettivi sempre basatesulla applicazione dei livelli di ritracciamento a questa importante Ondadi Riferimento che ha fin qui dispiegato la sua elevata efficacia come sipuò anche leggere in termini di inversione di trend, sui livelli calcolabilisempre con riferimento alla ampiezza di questa onda di riferimento. (con-cetto di “centratura” esposta).Quanto si è fin qui descritto in termini di metodologia di individuazionedi trend attesi per i mercati valutari si indirizza nelle nostre intenzioni,non tanto alla messa in atto di una sistematica operativa di investimentoe di trading squisitamente sul mercato valutario, quanto piuttosto di in-

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dividuare ragionevoli trend dei mercati valutari che possano supportareattese di investimento su altri mercati di diretto investimento quali mer-cati obbligazionari ma più ancora mercati azionari.A mero titolo di esempio la situazione dell’indice Nasdaq 100 di figuraH/7 potrebbe lasciare spazio per un movimento di crescita dell’indice fi-no al raggiungimento del massimo assoluto registrato in zona 2430 pun-ti circa. Qualora ci fosse un reale convincimento sulla opportunità di apri-re una posizione di questo genere sull’indice Nasdaq 100, il ricorso all’e-same del rapporto di cambio Euro - Dollaro aiuta nella scelta circa l’op-portunità di procedere ad una copertura contro rischi di cambio o meno. In un caso infatti la sterilizzare della operazione porta a trarre frutto solodella reale dinamica dell’indice Nasdaq 100 mentre nell’altro caso si puòtrarre frutto, in positivo ma anche in negativo, oltre che delle escursionidell’indice Nasdaq 100 anche delle escursione del rapporto di cambio Eu-ro - Dollaro.La metodologia descritta di individuazione di avvio di esaurimento ditrend alla sulla base di violazioni di evolventi paraboliche, si può appli-care con a stessa efficacia ad una molteplicità di mercati e ad una molte-plicità di loro rappresentazioni grafiche. A titolo di esempio in figura H/8si evidenzia l’efficacia segnaletica fornita dalla sovrapposizioni di evol-venti paraboliche al grafico Point Figure, prodotto col nostro SoftwareParVol-Suite, laddove in zona 1146 punti si venne a presentare un segna-le rialzista assai chiaro e al contempo assai convincente e da ultimo beneseguito da movimento positivo che da quella data si è prodotto sull’indi-ce SP 500.Concludiamo qui il nostro lavoro che, come dal titolo: Mercati Valutari eMercati Azionari - Relazioni attese e relazioni reali ha cercato di presen-tare la sussistenza o meno di relazione attese nella comune operativa ditrading e di investimento tra mercati valutari e mercati azionari. Nel rin-graziare della attenzione posta nel leggere il nostro lavoro, da un lato visuggeriamo questi altri nostri lavori in tema valutario e ci fa piacere dipoter offrire in prova gratuita per un mese il nostro lavoro a tutti coloroche faranno richieste inviandone nella seguente indirizzo [email protected].

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La formula di XTB? Tutti i clienti sono VIPA cura di XTB

X-Trade Brokers (XTB) broker specializzato nel trading online su cfd, va-lute, commodity e azioni, ha deciso di estendere a tutti i nuovi clienti con-dizioni di negoziazione davvero competitive prima riservate solo ai clien-ti di fascia alta. Per XTB tutti i clienti sono VIP e la nuova offerta del bro-ker prevede ora spread più bassi sui principali incroci valutari (1,6 su EU-RUSD; 2,6 per l’USDCHF; 2,8 su GBPUSD e 2,0 su USDJPY) un’assisten-za personalizzata (è possibile ad esempio richiedere un webinar dedica-to o un incontro one-to-one con il team di analisti) e uno smartphone inomaggio per testare i dispositivi mobili di XTB. XTB, già broker di riferimento nei mercati dell’Europa Centrale, è pre-sente in Italia da settembre 2010. Una start-up di successo quella dellabranch italiana guidata dal direttore generale Giuseppe Geresia, che og-gi può contare su di un team di sette professionisti che si occupano quo-tidianamente di fornire servizi di assistenza personalizzata alla cliente-la. L’offerta di XTB si compone di tre diverse piattaforme di trading pernegoziazioni su valute, azioni, cfd (su indici azionari, valute e commo-dity) e opzioni. La prima, la xStation, web based ed estremamente facileda usare, presenta una grafica intuitiva e adattabile alle esigenze sia deitrader esperti sia di quelli alle prime armi; la seconda, indicata per il tra-ding automatico, la MetaTrader, è basata sulla tecnologia MT 4.0 e si puòconsiderare uno degli strumenti di trading più sofisticati mai progettatiper i mercati OTC. E poi c’è la xMobile, la piattaforma pensata apposita-mente per smartphone e tablet dalla quale si accede attraverso specialiapplicazioni progettate per i sistemi iOs per iPhone e iPad e Android/WindowsMobile. La tecnologica è da sempre un punto di forza per XTB che cono-sce molto bene le esigenze di mobilità dei propri clienti. Tramite xMobi-le è possibile infatti controllare il conto di investimento, monitorare i gra-fici, ottenere le informazioni più recenti e utilizzare tutti gli altri strumentiper negoziare in tempo reale. Il sistema offre un modo semplice e como-do per la ricerca degli strumenti finanziari e un modulo intuitivo per ef-fettuare transazioni e per modificare i grafici.

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La xOption è invece la piattaforma progettata da XTB per il trading sulleOpzioni, uno strumento finanziario sempre più popolare anche in Italiae particolarmente adatto alla gestione della volatilità. E proprio di recen-te, XTB ha completato la propria offerta con il lancio delle Opzioni Up&Down,di facile e immediato utilizzo che consentono di fare scalping investendosulla possibilità che il prezzo del sottostante selezionato (coppia di valu-te, commodity o indice azionario) vada al rialzo o al ribasso rispetto alprezzo corrente in un determinato periodo di tempo. Una volta scelto ilsottostante, le Opzioni Up&Down sono sottoscrivibili in sole quattro mos-se. Dopo aver stabilito la somma di denaro da destinare a questo investi-mento, si sceglie tra tre diverse scadenze temporali entro l’ora deciden-do, a seconda della direzione di mercato individuata, se il prezzo di mer-cato del sottostante a scadenza sarà sopra o sotto il livello del prezzo dimercato effettivo. Le Opzioni Up&Down vanno a completare la vasta gamma di opzionigià offerte dal broker che prevede opzioni vanilla, digitali e range di va-rio tipo. Quello di XTB è un mondo in costante evoluzione: uno strumento parti-colarmente interessante è il Pair Finder, una nuova applicazione che con-sente l’individuazione di coppie di titoli azionari correlati e di imple-mentare innovative strategie di trading market neutral. Il Pair Finder èun ottimo indicatore di performance futura sulla base delle tecniche dibacktesting, utilizzando cioè i dati storici sino a dieci anni. E’ uno stru-mento altamente flessibile e adattabile a seconda delle specifiche esigen-ze di ogni trader che potranno anche personalizzare la visualizzazionedei grafici e scegliere sino a 300 coppie di titoli azionari secondo i più di-versi criteri (settore, listino ecc.). Una volta individuate le coppie potenzialmente profittevoli sulla base deidati storici, il software genera, via email o attraverso degli alert acustici,dei segnali di trading ogni qual volta la coppia rientra, sulla base dell’at-tuale situazione dei mercati, all’interno di una deviazione standard (cioèquando supera 1 deviazione standard di distanza dalla media). Si trattadi una strategia di trading market neutral, di carattere difensivo, basatasullo spread trading e tipicamente utilizzata dai gestori di hedge fund. Da segnalare, infine, oltre all’area educational presente sul sito www.xtb.itricca di materiale didattico, anche gli eventi formativi gratuiti che i pro-fessionisti della sede italiana Paolo Bercich, Francesca Roveda e Marco

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Dall’Ava tengono in giro per l’Italia. Si tratta di corsi di vari livelli adattisia ai neofiti sia a quei trader esperti che intendono affinare le loro stra-tegie di trading. E per chi non potesse partecipare a questi incontri c’èsempre l’offerta di webinars, i seminari online gratuiti previa registra-zione visibili anche sul canale You Tube di XTB, il cui calendario – con-sultabile su Internet – viene costantemente aggiornato.

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La scelta del brokerA cura di Roberto Rigo, Derivatives Broker - WHSelfinvest

Non esistono i soldi facili. Diffidate da slogan che promettono ricchezzaimmediata con poche operazioni. Il trading è una maratona. Ma il primoed essenziale passo per fare trading nel forex è la scelta del broker. Alcu-ni elementi che concorrono nella selezione non sono trascurabili. I brokerregolati dalle autorità finanziare dell’U.E. sono soggetti a regolamenti pre-cisi e controlli frequenti. Meglio evitare i broker senza autorizzazione Con-sob. WHSelfinvest è un broker europeo fondato nel 1998, autorizzato Co-sob e si appoggia ad una banca italiana per l’apertura dei conti. Il forex èuna delle nostre competenze principali. Operiamo con ben 15 banche perl’esecuzione degli ordini e offriamo spread massimi sulle principali cop-pie; cio’ permette di fare trading senza brutte sorprese. Godiamo di otti-ma reputazione in Europa non solo per l’offerta ma anche per il suppor-to ai clienti.

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