Eurolog – L’Europa in dialogo con il mondo...

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Eurolog L’Europa in dialogo con il mondo antico

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Eurolog – L’Europa in dialogo con il mondo antico

EditoreProf. Dr. Harald SiebenmorgenBadisches Landesmuseum Karlsruhe

Concetto, realizzazione e testoDr. Katarina Horst Alexandra Neuner M.A.Angelika Zinsmaier M.A.

Traduzione (dal tedesco)Veronica Ronchi, M.A.

Allestimento e restauro,Marketing e PR, Badisches Landesmuseum Karlsruhe

Design e graficaRanger-Design, Stuttgart

ContattoDr. Katarina [email protected]

Ringraziamenti a:Dorothee Abdelhamid, Goethe- Institut TunisChristiane Bohrer, Goethe- Institut TunisKurt Ranger und Peter Fajt, Ranger-Design StuttgartClaus Hattler, Badisches Landesmuseum KarlsruheEva Kurz, Badisches LandesmuseumDanaeKontopodis, IraklionFerdaous Louhichi, TunisBelinda Montúfar de Maschke, EU- coordination, KarlsruheProf. Jim Moran, TorontoPeter Panik, ViennaDr. Martin Schäfer, Atene

Referenze fotografiche : Porta sul mondo: Porto di Amburgo: Martin ElsenCentro città: Karlsruhe, Bildstelle Stadt Karlsruhe MMG, Cairo: monasosh, flickr. Fez: cutcasterFede: Rothko-Chapel: www.rothkochapel.org, Ex voto in lamina d’argento da Weißenburg: Archäologische Staatssammlung, Monaco, God’scorner: Kapfenhof St. Peter, Germania, Benessere: Badenweiler: “Archäologie erleben”, ed. A. Pomper, R. Redies, A. Wais, p.42, pubblicato presso Theiss, Stuttgart 2004,Hamam: Frauenzentrum in der Schokoladenfabrik, BerlinNozze in bianco: matrimonio di massa: Kim Hong-Ji, Thompson Reuters, Matrimonio Aldobrandino, da: “PompejianischeWandbilder”, A. Majouri, Berlin 1938Altre immagini: I Eurolog-partner-musei e autori

Impressum

ISBN 978-3-937345-70-3

Heißt München auf italienisch wirklich Monaco???

Perché conoscere il passato? Come può la conoscenza del mondo antico aiutarci a trovare risposta a domande del presente e del futuro? Sono questi i quesiti che formano il fulcro del progetto Eurolog.Se guardiamo a singoli eventi del passato e ai loro effetti ci è dato di riconoscere che simili aspetti esistono tuttoggi e che dunque i loro effetti possono essere preveduti. La tesi della comparabilità radica nel fatto che gli odierni paesi dell’Europa e del Mediterraneo hanno un passato comune. L’Europa moderna si è evoluta dal passato. Le culture preistoriche dell’Anatolia, i Fenici, la Grecia antica, il periodo ellenistico- romano e Bisanzio rappresentano ere produttive che formarono via via la società, l’edilizia urbana e l’arte in tutta l’Europa e in tutto il Mediterraneo.

Nell’Europa odierna la globalizzazione e la migrazione con il conseguente commesco-larsi delle culture, sono per molti causa di irritazione. Di conseguenza spesse volte osserviamo tendenze di ritiro, di emarginazione e di regionalismo. Vi è sempre stata tra le diverse culture, e vi sarà anche in futuro, una reciproca influenza. In passato generalmente queste influenze non venivano concepite come “estranee” ma, in una percezione individuale, come parte della propria cultura. Se contempliamo il modo in cui la gente si arrangiava e accomodava con questa mescolanza ci si propongono numerose soluzioni abili ad incidere sulla realtà odierna. A prescindere dalle limita-zioni dovute ai connotati dell’attuale concetto di “impero”, un punto di riferimento ci è dato dall’Impero Romano, che si mostrò capace di unire in un unico sistema diversi popoli e culture.Per quanto singolarmente moderni, le leggi e i diritti garantiti ai membri dell’Impero Romano non possono venir separati dal loro originario contesto delle imprese militari e della conquista violenta, mezzi per cui l’impero andava accrescendosi di nuovi territori. Ciò nonostante a chi diveniva cittadino romano (sotto la legge “ius soli”) l’integrazione nell’impero aveva tanto da offrire: sicurezza materiale ed economica, un sistema legislativo e libertà; e tutto ciò senza dover rinunciare alle proprie tradizioni e alla propria cultura. Questo, così come altri esempi del progetto Eurolog ci mostreranno come un’ Europa unita arrechi vantaggi a tutti, nel rispetto delle singole identità culturali.Il Progetto Eurolog, al quale contribuiscono come partner quattro istituzioni culturali, è patrocinato dal “EU-Culture Programme”.

Katarina Horst

Introduzione

Il metodo Eurolog Com’è possibile trovare risposte per questioni sociali attuali mediante lo studio dell’antichità? Nell’area europeo-meditarranea il patrimonio culturale comune è particolarmente ricco proprio nelle epoche antiche. Le regioni del mediterraneo sono sempre state un luogo di scambio economico e culturale. I rapporti interculturali hanno formato il mondo moderno e continuano ad influirvi. Se guardiamo a singoli fenomeni della vita quotidiana di allora e ai loro effetti, ci accorgiamo che ve ne è di paragonabili nella vita odierna. Da questa consapevolezza possiamo trarre spunti utili per dare un’impronta al modo di vivere nell’europa di oggi e del futuro.

L’obiettivo di Eurolog Nel dialogo europeo con l’antichità il team internazionale dell’Eurolog esamina as-petti dell’odierna vita quotidiana per dimostrare come alcune delle loro componenti, presunte tipiche di una cultura, estendano le loro radici a quel comune patrimonio culturale. La consapevolezza di ciò può favorire la comprensione e il rispetto reciproci e far fronte all’emarginazione, alla discriminazione, all’oppressione e all’ingiustizia sociali. Con questo obiettivo Eurolog propone un aperto scambio d’idee tra gente di tutti i paesi e invita a provare nuovi punti di vista e a promuovere le competenze interculturali.Sulla base del „metodo Eurolog“ i partner del progetto hanno realizzato presso musei e luoghi storici prodotti innovativi per la divulgazione e la comunicazione. Accanto a questa esposizione sono nati un libro per bambini, un manuale per guide turistiche, una fiaba e un app per gli smartphone. Per ulteriori informazioni vedi www.eurolog-project.eu.

Il progetto Eurolog

Le genti dell’area europeo-mediterranea possono rifarsi ad un passato comune tuttora vivo nel loro patrimonio intellettuale, spirituale e materiale. Gli incontri e i rapporti, con le loro rispettive forme di comunicazione e di vita erano parti incisive del mondo antico così come lo sono di quello moderno. Per millenni elementi di una cultura sono entrati a fare parte di un’altra e viceversa dando origine ad un costante scambio culturale. È a questo processo che si dedica il metodo Eurolog offrendo un nuovo punto di vista.

L’Impero Romano – „Globalizzazione“ nell’antichitàUna parallela al nostro attuale mondo globalizzato ci è data dall’Impero Romano, che fu capace di riunire in un solo sistema una varietà di popoli e di culture. L’espansione romana diede un’impronta incisiva alla carta geografica europea, tuttora riconoscibile. Al suo apice lo stato polinazionale contava più di 100 milioni di abitanti. L’annessione all’Impero non era sempre un processo libero e volontario, eppure offriva a molti sicurezza, un sistema di leggi e libertà, senza che per questo dovessero rinunciare alle proprie tradizioni e alla propria cultura. Spesse volte grazie al reciproco contatto tra romani e popoli annessi e ai conseguenti processi di integrazione nascevano delle culture eterogenee. Molto di ciò che oggi ci appare ben riuscito, dall’Impero Romano fu realizzato in condizioni diverse: esso creò un’area economica uniforme, una valuta comune, parità di diritto all’interno di una pluralità di stati e un’uniforme politica estera e di sicurezza.

Eurolog – L’Europa in dialogo con l’antichità

Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L‘autore è il solo responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni responsabilità sull‘uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute

Porta sul mondo

Scambio culturale attraverso il Mar Mediterraneo Essendo vissuti senza l’arte della navigazione e senza contatti con l’esterno i Ciclopi rimasero privi di cultura. Così giudicava già Omero, il poeta greco, attorno all’anno 700 a.C. nell’Odissea, gli abitanti giganti di un’isola del Mediterraneo.

Infatti già in tempi remoti i popoli del Medi-terraneo coprivano con le loro navi lunghe distanze raggiungendo coste straniere. La fisionomia naturale dell’area mediterranea offriva una vasta varietà di materie prime, come il rame a Cipro o il marmo sulle isole greche. E grazie al fiorente commercio marit-timo si prospettavano innumerevoli possibilità di produzione. Le grandi culture dell’antichità, come l’Egitto, la Fenicia e la Grecia conobbero un vivo scambio di idee e di abilità tecniche. Queste premesse diedero il via ad uno straor-dinario sviluppo culturale che incide tuttora sul nostro modo di vivere. Fu qui che vennero raggiunte delle maggiori conquiste culturali dell’umanità: la lavorazione del metallo e la nascita e diffusione dell’alfabeto presso i Feni-ci, dai quali si estese alla Grecia per giungere fino ai Romani.

Una rete nel mondoCapienti impianti di immagazzinaggio, l’arginamento della pirateria, una valuta comune ed infine la Pax Romana istutuita dall’imperatore Augusto fecero dell’Impero Romano un’area economica uniforme. Ed è qui che fiorisce il più grande scambio di beni economici dell’antichità; un fenomeno che può servire a modello per il commercio mondiale odierno. Nel passato era la navigazione ad unire le regioni del Mediterraneo in un’area culturale comune ed omogenea - oggi sono molteplici le forme di trasporto che tessono la rete globale.

Vista aerea della cittadella di Alanya, Turchia: Le origini della cittadella risalgono al II . sec. a.C., il cantiere navale e la “Torre rossa” sorsero in epoca selgiuchida.

Il porto di Amburgo, Germania, è per grandezza il terzo porto container in Europa.

MobilitàOggigiorno essere per strada, essere in viaggio è una cosa ovvia. Le strade collegano tra di loro tutte le regioni europee e mediterranee. Le premesse per tanta mobilità vennero create dal corpo militare romano. Durante i mille anni della sua espansione territoriale esso costruì un sistema viario di una lunghezza di più di 80.000 km – cioè due volte la circonfe-renza equatoriale della terra.

IncontroSulle nuove strade si incontravano persone di tutte le parti di questo stato polinazionale: commercianti con le loro merci, artigiani chiamati ad usare delle loro capacità in altre regioni, inviati, soldati, mercanti di schiavi e schiavi, famiglie e viaggiatori interessati alla cultura.

ComunicazioneLa rete viaria non rappresenta solo il più grande contributo romano al processo di civilizzazione, ma insieme anche il motore principale della diffusione della cultura romana nell’intero impero. La lingua latina stabilitasi come lingua ufficiale in molte province, la formazione culturale, la mitologia, la cucina e gli usi riguardo l’igiene sono alcuni esempi di questa espansione. Le strade romane tuttavia non erano a senso unico: i romani si mostra-vano aperti a nuovi influssi culturali purché questi promettessero un miglioramento della qualità di vita. Così ad esempio adottarono l’uso dei pantaloni e dei mantelli a cappuccio, indumenti tipici delle regioni fredde.

Le pietre miliari erano i „cartelli stradali“ dei romani: indicavano la distanza alla prossima città. Quello qui raffigurato risale agli anni attorno al 200 d. C. ed era situato su di una strada nella Germania Superior.

Il carro da viaggio sulla lapide mortuaria del legionario Lucius Aemilius Crescens forse allude ad un impresa di trasporti della sua famiglia. La lapide proviene dalla provincia Germania Superior e risale al I. sec. d. C..

Per Strada

Pisae

Lugdunum

Massilia

Colonia Agrippina

Nicae

Aventicium

Tarentum

BrundisiumDyrrhachium

EdessaThessalonica

Byzantium

AthenaePatrae

CorinthusCarthago

Virunum

Asculum

Aternum

Neapolis

Roma

Augusta Vindelicum

Argentorate

Colonia Ulpia Traiana

AugustaRauricorum

Pons DrusiTridentum

Mediolanum

Verona

Augusta

Via ClaudiaVia Aemilia Scauri

Via Julia

Augusta

Via Domitia

Via

Fla

min

ia

Genua

Via Aurelia

Via Appia

Via Sa

laria

Via Tiburtina

Valeria

Via Egnatia

Colonia Ariminum

Fanum Fortunae

Ostia

Rimini

Fano

Rome

Ostia

Napoli

Ravenna

Thessaloniki

Köln

Strasbourg

Augst

Augsburg

Bolzano

Ascoli

Brindisi

Taranto

Pescara

PisaNice Marseille

Verona

Milano

Genova

Lyon Trento

Avenches

Xanten

DurrësIstanbul

Tunis

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Athina Patras

Korinthos

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Centro città

Centro cittàFinché ci saranno città ci saranno anche piazze nelle quali affluisce la gente. Tutti gli assi principali conducono a questi urbani punti nodali di convegni, commercio, festività, cerimonie religiose, giustizia e politica. Tali funzioni della piazza si rispecchiano nella sua impostazione architettonica. Nell’antica Grecia la agorà, la piazza centrale contornata da portici colon-nati, era delimitata da negozi, da templi e da edifici pubblici. Già dal VI. sec. a.C. essa rappresentava l’aspetto essenziale della città-stato greca. Nelle prime assemblee pubbliche gli uomini cittadini liberi potevano influire sugli eventi politici. La stessa idea architettonica fu adottata dai romani per il loro Foro, e poi dif-fusa nelle altre città dell’Impero Romano.La pianificazione urbanistica europea si orien-ta ancor oggi a questo antico piano edilizio. L’idea del centro città permette così anche a gente estranea di orientarsi facilmente.

Oriente e occidente La città orientale conobbe un’evoluzione diversa. In un folto intreccio di vicoli angusti e di edifici la gente abita, commercia e prega in una stretta coesistenza di sfere. Nucleo di questa struttura urbana è la moschea, punto focale nella vita quotidiana, religiosa e politica di una “medina” - termine che appunto significa “città”. Ma anche qui, nel corso del XX. sec. e sotto l’influsso dell’architettura europea, vennero create nei sobborghi moderni ampi spazi a mò di piazze.

Oggi il termine latino „forum“ non indica solo l’aspetto pubblico dell’area urbana ma sta anche per lo scambio a livello mondiale che avviene nelle piattaformi virtuali dell’internet.

L’agorà di Atene viene considerata la culla della democrazia, poichè fu qui che ebbero luogo le prime assemblee del popolo.

Marktplatz (piazza del mercato)a Karlsruhe, Germania; photo: MMG

La Piazza Tahrir al Cairo, Egitto: in un sobborgo, nella piazza di impronta europea si raccolgono migliaia di persone in una dimostrazione per libertà e riforme; photo: Monasosh, flickr

Piazza Syntagma ad Atene, Grecia La medina di Fes, Marocco

La giustizia veniva amministrata sull’agorà di Ate-ne: i cocci servivano ai cittadini liberi come schede di voto nello scrutinio attraverso l’ostracismo.

Agorà romana di Perge, Turchia meridionale

Fede

Molte culture – molte credenzeLe religioni antiche abbracciavano una varietà di divinità, miti e riti che col passare dei secoli si fusero nel crogiolo delle regioni mediterra-nee. Dopo la fondazione di Roma le idee religiose dei popoli italici subirono l’influenza del panteon greco. Con lo stabilirsi dell’impero romano alcuni imperatori vollero istituire il culto della loro persona divinizzata. Mantenu-to il precetto dell’adorazione dell’imperatore, gli uomini erano liberi di praticare i propri cul-ti. I romani anzi, mostravano un vivo interesse per le usanze religiose delle culture straniere che tendevano ad integrare nel loro mondo.

Una tolleranza coi limiti Questa varietà di credenze portò alla nascita di nuovi culti e di divinità interculturali. Ma la tolleranza romana trovava un limite nelle religioni monoteistiche, come il Giudaismo o il Cristianesimo, poiché esse interdicevano i sacrifici alla casa imperiale.

Un tempio per tutti gli deiln greco la parola “panteon” significa “a tutti gli dei”. Il Panteon di Roma, costruito in epoca imperiale, fu il primo tempio ad esser con-sacrato a “tutti gli dei”. Un’idea paragonabile venne realizzata nel 1971 dalla coppia filantro-pa de Menil con la costruzione della Rothko-Chapel a Houston: è questo “un luogo per cerimonie religiose di tutte le fedi, un centro per i diritti dell’uomo, per la libertà e per gli interessi globali”.

Il Panteon a Roma, Italia, costruito nel II. sec. d.C.

La Rothko-Chapel a Houston, Texas/ USA, venne inaugurata nel 1971. All’interno dell’edificio ottagonale sono esposti 14 dipinti monocromatici del pittore Marc Rothko.

Ex voto L’usanza di dedicare un ex voto per richiedere una grazia o come ringraziamento per una grazia ricevuta è comune a un vasto pubblico religioso: sia il pellegrino nel santuario mon-tano minoico, sia il devoto che porta l’offerta nel tempio greco o romano o sia esso il cristi-ano in una chiesa cattolica o ortodossa.Figurine fittili come la presente sono state rinvenute nell’area del santuario montano di Petsophas a Creta, e risalgono al II. millennio a. C.La lamina votiva romana con la rappresenta-zione della dea Minerva e degli dei Apollo e Mercurio data al III. sec. a.C. e proviene da un tesoro ritrovato a Weißenburg in Baviera della Germania.Gli ex voto moderni in uso nella chiesa greco-ortodossa possono essere acquistati in negozi di devozionali.

SimboliGià da sempre gli uomini sentono il bisogno di rivolgersi a forze superiori con la preghiera e con l’offerta. Riti e simboli hanno lo scopo di scongiurare il male. Sotto questo aspetto l’occhio è un segno comune che si riscontra in tutti i tempi e in tante culture. Ovunque al mondo esso viene percepito e compreso nel suo signi-ficato apotropeico. La sua adozione può avvenire in modo cosciente o inconscio.

Calendario Già nell’ottocento nei paesi di lingua tedesca i bambini si preparavano al Natale con il calendario dell’avvento. Originariamente dietro le 24 porticine corrispondenti ai 24 giorni dell’avvento si celavano motivi cristiani; ora sono dolcetti o piccole sorprese. Ma rimane la tradizione cristiana di tali calendari. Di recente questa usanza venne adottata da alcuni musulmani residenti a Berlino in Germania per scandire il tempo del Ramadan fino al Şeker Bayramı, ovvero la “festa dello zucchero” o “piccola fes-ta” che conclude il mese del digiuno.

Espressione di pietà privataPer la devozione quotidiana e per ottenere protezione divina, i romani avevano piccoli altari domestici recanti rappresentazioni di divinità, i cosidetti lararii. Anche molti cristiani allestiscono un angolo della casa come un luogo di devozione. I musulmani invece usano pregare su appositi tappeti e così non sono legati ad un determinato luogo; per loro fondamentale è orientarsi verso La Mecca.

Gli ebrei devoti applicano all’infisso della porta d’ingresso una Mezuzah, cioè un piccolo conte-nitore di forma per lo più cilindrica che contiene una pergamena recante la preghiera Shma Israel (Ascolta Israele).

Larario romano dalla Casa dei Vettii a Pompei, Italia, I. sec. d.C.

„L’angolo del Signore Iddio“ in una casa in Foresta Nera

Mezuzah

Artemide – Diana Gli antichi greci veneravano Artemide, la dea vergine, come patrona delle donne e dei bambini, come signora della fauna, del bosco e della caccia. Il più delle volte la troviamo rappresentata con arco e frecce.In Asia Minore, a motivo del suo aspetto di divi-nità feconda, si confuse con Cibele, dea madre e divinità delle montagne, e ne nacque Artemis Ephesia, adorata ad Efeso, città sulla costa dell’odierna Turchia occidentale. La sua immagine di culto è adorna di figure animali, il busto coper-to da simboli di fertilità.I romani identificarono con Artemide l’antica dea italica Diana, patrona del regno animale e del parto. Immagini di culto e statuette ci mostrano Diana soprattutto come cacciatrice vestita di una corta tunica e stivali e recante una faretra.Nel corso dell’epoca imperiale furono edificati in tutto l’impero luoghi di culto dedicati a Diana, in cui la dea spesse volte veniva correlata a qualche divinità femminile locale che mostrasse caratteristiche paragonabili. A nord delle Alpi i romani incontrarono Abnoba, la dea celtica della Foresta Nera, che venne messa alla pari con Diana e poi venerata con il suo nuovo epiteto come “Diana Abnoba”. Statuette di questa dea furono rinvenute nella Germania sud-occidentale nei pressi di complessi termali, di fonti sacre o di santuari naturali, ma anche lungo le nuove strade maestre. La patrona delle fonti salutari estese cosí, come Diana Abnoba, la sua protezione anche sui viaggiatori.

Isis e MariaIsis era per gli antichi egizi la madre degli dei, la creatrice della cultura, la signora del mondo e maga. La dea seduta tiene in grembo suo figlio Horus, il divino reggente del paese sul Nilo. Sia i greci che a pari modo i romani veneravano Isis e ne svilupparono un culto misterico che trovò vasta diffusione. Un’eco dell’immagine di Isis con in grembo suo figlio si riscontra nelle rappresenta-zioni cristiane della Madonna con il bambino. Diana-Abnoba

celtico-romanaBadisches Landesmuseum Karlsruhe

Diana romana, Musei Capitolini, Roma

Isis Laktans, statuetta egiziaBadisches Landesmuseum Karlsruhe, Germania

Isis romana, da PergeMuseo Archeologico di Antalya, Turchia

Larario moderno del designer austriaco Peter Panik

Articolo-souvenir: Artemide romana di Efeso

Articolo devozionale: Maria col bambino

Tappeto per la preghiera musulmano

Vestis virum reddit – „Il vestito fa l’uomo“ – constatò l’oratore Quintiliano nel I. sec. d.C.. I vestiti scaldano e proteggono, danno un tocco personale ed esprimono l’appartenenza ad una comunità. In occcasioni particolari vigono dei dresscodes, dei codici di vestiario ben comprensibili all’interno di un gruppo sociale: un fenomeno questo che persiste dall’antichità.

Nozze in biancoOggigiorno la gran parte della gente per asso-ciazione pensando al bianco pensa all’abito da sposa. Nella Grecia e nella Roma antica per le donne il bianco era simbolo di purezza. Nella tragedia greca del poeta Euripide, la mitica sposa Alcesti si presenta al re Admeto, suo sposo in una veste bianca, léfko péplo. Per i romani invece è un affresco a testimoniare che la donna romana si sposava in abito bianco col velo. I cristiani allacciando al mondo roma-no, mantennero questa tradizione all’interno dei nuovi riti istituiti dalla Chiesa e la diffusero nel mondo.In tempi moderni, grazie ai film occidentali e ai matrimoni di celebrità l’abito bianco da sposa conquistò i cuori di donne nelle più disparate parti del mondo. In questo modo as-petti antichi e cristiani trovarono accesso nelle usanze di altre religioni.

Sposi turchi: Un vestito da sposa di carattere occidentale combinato all’uso turco di attaccarvici delle banconote.

Nozze in bianco

„Matrimonio aldobrandino“: l’affresco a Roma risale al I. sec. a.C. La sposa vestita di bianco e velata siede in attesa su di un letto.

Sposalizio di massa in Asia: le spose portano abiti bianchi.

Buon Apettito

Cultura culinariaOriginariamente nel menu quotidiano dei ro-mani vi era un pastone di frumento cotto. Con la colonizzazione della Grecia la situazione culinaria cambiò: i romani benestanti presero a cenare con un pasto di tre portate e un des-sert, inoltre adottarono l’uso greco-orientale di mangiare sdraiati su delle klinai.

Paesi lontani - nuovi pietanzePer rifornirne la popolazione, a Roma i generi alimentari giungevano via mare dall’intero impero. Con l’espansione territoriale romana iniziò anche una notevole onda di migrazione, che portò nella capitale ma anche nelle peri-ferie del regno gente di provenienza diversa assieme alle loro specialità e alle loro usanze culinarie. Giunsero ad esempio nelle province settentrionali prodotti alimentari del mediter-raneo fino ad allora sconosciuti. Ce ne danno prova alcuni reperti archeologici rinvenuti in Gallia e in Germania: anfore romane con resti di salsa di pesce, noccioli di oliva, gusci d’ostrica e vino.

Molta gente – pasti velociNel trafficare febbrile della vita quotidiana della Roma antica erano molto richiesti i pasti veloci consumati nelle taverne, le quali in parte erano gestite da gente di provenienza straniera. Erano i luoghi in cui chi girava per Roma aveva l’occasione di incontrare e conos-cere nuovi gusti. Per queste vie anche qualche spezia esotica andò a finire nelle rispettive pentole di casa.A Roma venivano scaricate dalle navi mercan-tili tante anfore da trasporto da formare con i loro cocci un colle visibile tuttoggi: il Monte Testaccio.

Rappresentazione di un banchetto di uomini sdraiati su klinai, coppa greca attorno al 480 a.C. Badisches Landesmuseum Karlsruhe

Una taverna di epoca romana a Pompei, Italia, I. sec. a.C.: le semplici taverne sulla strada offrivano pietanze calde da consumarsi velocemente.

Il Monte Testaccio a Rom, Italia: gli archeologi suppongono che sia costituito dai cocci di ben 53 millioni di anfore.

Garum, salsa di pesce e Maggi

I famosi guerrieri galli Asterix e Obelix arrostivano allo spiedo sul fuoco aperto il cinghiale in-

tero, così com’era. I romani invece lo servivano filettato accompagnato da una salsa raffinata.

Aspicio, l’autore romano di un ricettario, ne svela la ricetta: semi di sedano, aneto, cumino,

menta, maggiorana, timo, levistico, asarabacca, zenzero e pepe vengono aggiunti al Garum di

pesce e pestati nel mortaio assieme ad aceto, miele e vino. (De re coquinaria VIII 1,8)

BBQ all’antica: alcuni vasi greci del V. sec. a.C. ci mostrano come veniva arrostita la carne allo spiedo.

Souvlaki – ŞIŞ-KebabLa carne allo spiedo cotta sul fuoco aperto ha una traditione millenaria comune a tutte le culture.

PizzaL’esistenza della pizza la dobbiamo ad uno scambio culturale. Gli antichi non cnoscevano i pomodori,

questi vennero introdotti sul continente europeo solo nel XVI. secolo dai marinai spagnoli che li porta-

rono dall’America del sud. L’antica pizza romana - come ce la descrive Marcus Porcius Cato attorno al

200 a.C. - non era altro che una piadina di farina e olio d’oliva condita prima della cottura con delle

spezie e un impasto di miele e formaggio di pecora.

Dim Sum

Tortellini

Maultaschen

Gli abitanti di Maulbronn, una cittadina della Germania meridionale, ne sono convinti: sono loro gli

inventori delle Schwäbische Maultaschen, cioè dei ravioloni ripieni di carne e spinaci, un piatto rite-

nuto tanto originariamente tedesco ed ora protetto dal marchio di qualità della Comunità Europea.

Ma in realtà la loro storia è una storia di intrecci interculturali! Nel seicento arrivarono nel sud della

Germania degli artigiani italiani recando con sè anche le loro famiglie, e nel bagaglio le loro ricette

che non tardarono a trasmettere ai tedeschi – tra queste anche la ricetta dei tortellini in brodo. Ma

i tortellini in Italia vennero serviti per la prima volta a Venezia, dove arrivavano le navi di Marco Polo

con i loro carichi dalla Cina, nel mezzo dei quali vi erano anche degli involtini di pasta ripieni,

i dim sum, “piccole leccornie che toccano il cuore”.

Garum

Il condimento aromatico più apprezzato

dai romani veniva preparato con resti

di pesci fatti macerare in una salamoia.

Dopo averlo appreso dai Greci e dai

Cartaginesi in Africa settentrionale, i

romani lo introdussero nella loro cucina

e lo diffusero in tutto l’impero sotto il

nome di Garum.

Benessere

Acqua – fonte di vitaNelle grandi thermae o nei più piccoli balinea i romani potevano dedicarsi completamente alla loro passione per i bagni. L’origine di en-trambi i termini – thermae e balinea – è greca, e così anche l’origine della cultura del bagno è da cercarsi nell’oriente ellenistico. Ma i son-tuosi impianti termali sono caratteristicamente romani e rappresentano uno degli aspetti do-minanti della civiltà e dell’ ars vivendi romane.

Dal bagno termale al centro benessereOriginariamente gli impianti termali romani si trovavano presso sorgenti naturali di acque calde o con doti curative. Il loro era uno scopo terapeutico o igenico-sanitario: infatti non vi mancava un luogo di culto per Asclepio, il dio della medicina. Col passare del tempo però si mutarono in lussuosi impianti ricreativi che offrivano ogni sorta di divertimento e di for-mazione, sia culturale che fisica, e dove ci si dava appuntamento e ci si incontrava.La storia delle terme romane è la storia di un successo: fornite di una vasca per l’acqua fredda, una per l’acqua tiepida ed una per quella calda ed inoltre di una “sauna umida” erano in tutto e per tutto paragonabili agli impianti-sauna moderni. Vi era anche una sala per la ginnastica e un’area riscaldata per il relax ed i massaggi. A tanto lusso non si rinun-ciava neppure nelle più remote province.Dopo la caduta dell’impero la cultura romana non trovò proseguimento immediato dapper-tutto. Nelle cuture islamiche però nacquero gli hammam, dei complessi termali risalenti all’antica tradizione.Al giorno d’oggi la cultura termale di stile romano sta godendo di un nuovo boom. La società moderna cerca relax in templi del benessere e in oasi Spa.

Le terme romane di Badenweiler nella Germania meridio-nale sono un importate complesso termale del I. sec. d.C. Le divinità delle sorgenti garantivano benessere e persino guarigione.

Il Hammam è una sauna umida che si è evoluta dalle terme greco-romane, ancora d’uso presso i bizantini.

Le terme traiane a Roma, in Italia, si estendevano su di una superficie di circa 100.000 m² e potevano ospitare fino a 1000 visitatori. La cisterna dell’acqua principale aveva una capacità di 7,5 milioni di litri.

Applauso

Spettacolo di cultoLe origini del teatro europeo sono da cercarsi nell’ ambito del culto religioso e risalgono al III. millennio a. C. Secondo la recente opinione degli archeologi i grandi spiazzi rettangolari negli impianti palaziali minoici di Creta erano luoghi per rappresentazioni religiose con ele-menti di carattere teatrale, ai quali gli spetta-tori assistevano dalle scalinate di pietra.

Intrattenimanto per tuttiNella Grecia d’epoca classica il teatro venne munito di elementi architettonici specifici come la scena, skene, o lo spazio per gli spet-tatori, il theatron. Il teatro di Dioniso ad Atene del V. sec. a.C., è ritenuto la cellula germinale del teatro antico e di conseguenza anche di quello moderno. Da qui partì per espandersi in tutto l’antico mediterraneo sia sua la forma artistica che quella architettonica.Le tematiche dei pezzi teatrali erano sempre più centrate sulla critica sociale, sulla politica e sull’arte. Gli attori erano solo di sesso maschile e portavano maschere diverse.

Apriamo il siparioI romani adottarono il teatro dai greci nel suo concetto complessivo e lo diffusero in tutto l’impero romano. Con questo il teatro acquis-tò una grande popolarità e condusse ad un mutamento dei valori e della cultura pubblica.Oggi troviamo i teatri in tutte le città del mondo. Nel corso dei secoli le tematiche delle rappresentazioni sono quasi immutate. Come allora anche oggi attingono alla vita e sono quindi sempre attuali.

Il teatro romano meglio conservato si trova nell’odierna Turchia meridionale, ad Aspendos. Nel II. sec. i selgiuchidi lo adibirono a caravanserraglio e venne così risparmiato dallo spoglio e dalla rovina.

L’antico teatro di Dioniso ad Atene poteva ospitare fino a 17.000 spettatori. Originarie dell’antica grecia non sono solo le forme drammatiche della tragedia e della commedia ma anche lo spazio a scalinata semicircolare destinato agli spettatori.

Sul lato nord-occidentale del palazzo minoico di Knosso si trova uno spiazzo rettangolare con delle scalinate per gli spattatori. Era probabilmente qui che aveva luogo la taurocatapsia, cioè il salto rituale del toro.

La panca di pietra proveniente dal teatro romano della cittadina Lopodunum, l’odierna Ladenburg sul Neckar, Germania, reca un’epigrafe con il nome del donatore. In questo modo il suo posto a teatro era riservato.

1. Partner: Prof. Dr. AthanasiaKanta, (precedente Direttrice: XXIII. Sopraintendenza per i monumenti archeologici, Creta/Iraklio, Grecia)ManolisVrachnakisProdotto: “Minoan Crete and the origins of ancient Greek theater”, Guida per accompagnatori culturali e “The Performance”, una storia sul teatro per bambini e adulti.

2. Partner: Seher Türkmen, Gülcan Demir, Belgin Savaş, Faruk Yilmazer(Direzione Museo Alanya/ Ministero della Cultura e del Turismo, Direzione Generale dei Beni Culturali e del Museo, Turchia)Prodotto: “My Holiday Book“-, un libro inter-attivo per bambini.

3. Partner: Dr. Claudio Parisi-Presicce, Dr. Isabella Damiani,Dr. Klaus Werner(Musei Capitolini – Direzione Musei. Sopraintendenza Capitolinaai Beni Culturali, Roma Capitale)Prodotto: Capitolini.info, sito web con autorizzazione NFC per la descrizione delle opere nei musei.

Partner associati: Prof. Dr. Taher Ghalia,Soumaya Gharsallah- Hizem (Musée du Bardo, Tunis, Tunisia)

Luogo di convegno del simposio accademico della Eurolog-Summer School “Competenza interculturale nell’archeologia”, Aprile 2012.

Direzione del progetto: Prof. Dr. Harald Siebenmorgen, Dr. Katarina Horst, Angelika Zinsmaier M.A., Alexandra Neuner M.A. (Badisches Landesmuseum Karlsruhe, Deutschland). Prodotti: Eurolog – L’Europa in dialago con il mondo antico. Esposizione itinerante con libretto di accompagnamento.

Per tutti i prodotti Eurolog, gli scritti della Summer School e per ulteriori informazioni: www. eurolog-project.eu

I partner eurolog e i loro prodotti