Eurocalcio 012

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EUROCALCIO 012 EUROCALCIO 012 FINALMENTE...PESCAR A A Serie A Serie A IL PAGELLONE EUROPEI EUROPEI GLI STADI I MITI DEL PASSATO I MITI DEL PASSATO ERIK CANTONA-THE KING

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EUROCALCIO 012EUROCALCIO 012

FINALMENTE...PESCARAA

Serie A Serie A IL PAGELLONE

EUROPEIEUROPEI GLI STADI

I MITI DEL PASSATOI MITI DEL PASSATOERIK CANTONA-THE KING

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E' la dimostrazione che si può fare. Che nonostante l'handicap la vita continua e che lo sport in questo è una "medicina" che aiuta. In campo a Port Au Prince ci sono gli atleti del team ufficiale di Haiti che sfida in amichevole la squadra di Zaryen . Giocano a calcio ma a molti di loro mancano gli arti, persi durante ll terribile terremoto che provocò oltre 220 mila vittime e milioni di senzatetto

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SOMMARIO PHOTOS 4- le pagelle di serie A Eurocalcio 012 non responsabile 7- Pescare in serie A delle foto riprodotte al 11- Miti del passato " Eric Cantona " suo interno poichè sono di 16- Alla scoperta dell' Europeo 2012 proprietà dei rispettivi autori. 18- Le REGINE D' EUROPA

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I VOTII VOTI

SERIE A, LE PAGELLE DI UNA STAGIONE JUVENTUS E UDINESE MEGLIO DI TUTTI

La finale di Coppa Italia ha chiuso una stagione, ecco i giudizi finali di questo campionato 2011-2012. Il titolo della Juve, la Coppa del Napoli, l'Udinese capolavoro e l'Inter degli errori. Bene Donadoni a Parma, Diamanti e Ramirez hanno illuminato il Bologna

JUVENTUS 8.5 Uno scudetto si può vincere in tanti modi. Le caratteristiche di questo sono l'imbattibilità e il bottino relativamente basso del miglior realizzatore (Matri, 10). Al secondo e terzo posto due squadre in cui tutti giocano per uno. Qui, tutti per tutti.

MILAN 7.5Con due punti in più aveva conquistato lo scudetto precedente, segno che Allegri ha mantenuto un'elevata velocità di crociera. Troppi infortunati, qualche scelta sbagliata. Il Barcellona ha segnato la stagione e la Juve, sempre in pista, non ha mai smesso di correre.

UDINESE 8.5Va bene, non ha vinto nulla, ma col materiale a disposizione Guidolin ha fatto un capolavoro. Quarto l'anno scorso, terzo adesso e con una squadra decisamente meno competitiva, che ha vissuto sui gol di Di Natale.

LAZIO 7.5Senza gli infortuni a Lulic e Klose, oppure se Lotito avesse investito un po' sul mercato invernale, avrebbe probabilmente centrato il terzo posto. In acque mosse Reja è stato un 4

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pilota esperto e paziente. 4e4NAPOLI 7.5Sono le partite di Champions a tenere alto il voto. In campionato ha lasciato troppi punti in provincia. Poca fiducia nei rinforzi da parte di Mazzarri oppure rinforzi al di sotto delle aspettative? Buone tutt'e due. Bella impennata d'orgoglio all'atto di chiusura.

INTER 4.5Stagione disastrosa, con 14 sconfitte. Troppi errori di mercato, in estate e inverno. Tre allenatori cambiati. Prendere l'ultimo convoglio utile per l'Europa è già qualcosa, ma adesso c'è molto da lavorare.

ROMA 5Il progetto di Luis Enrique (uscito di scena con dignità) è fallito quando sembrava poter decollare. Qualche giovane su cui insistere è arrivato, e Montella può essere l'uomo giusto. La difesa, comunque, è tutta da rifare.

PARMA 7.5A volte, non sempre, il cambio d'allenatore serve. Partenza grigia, poi gran finale con le 7 vittorie consecutive. Donadoni ha fatto un ottimo lavoro, tanto più non disponendo, in rosa, di grandi stelle.

BOLOGNA 7Salvezza tranquilla con sprazzi di bel gioco. I gol di Di Vaio e la tecnica di Diamanti e Ramirez hanno illuminato una squadra operaia ma non sono da trascurare le parate di Gillet.

CHIEVO 6.5Tre punti in più per una squadra più forte rispetto a un anno fa, ma con minore bottino da parte di Pellissier (solo 4 gol su azione). Positivo l'innesto di Bradley, valorizzato Acerbi.

CATANIA 7Chiude male un bel campionato e rilancia le quotazioni di Montella. Brava la società a pescare specialmente in Sudamerica i giocatori adatti, da Izco a Barrientos. Rivitalizzato Legrottaglie.

ATALANTA 7.5I 6 punti di penalizzazione la obbligano a partire forte e forte va, finché non è certa di salvarsi. Poi rifiata. Brava a credere in Denis ma anche a proporre gente più giovane, sul taccuino di Prandelli.

FIORENTINA 4Anche qui tre allenatori. Acque sempre agitate, fino all'incredibile scontro Rossi-Ljajic e ai Della Valle contestati. Non è che ci sia la coda per rilevare la squadra. Serve una volpe del mercato. 5

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SIENA 6.5Sannino ha dato un gioco interessante che ha portato la salvezza in anticipo. E, anche a strilli e musi duri, ha fatto crescere Destro. Medaglia a parte per Brienza, classe pura, che Guidolin vorrebbe a Udine.

CAGLIARI 6Anche se Cellino cento ne fa e altrettante ne pensa, non rischia le sabbie mobili perché ha un buon impianto di gioco e qualche faccia nuova per l'isola (Pinilla, Ibarbo) fa sentire il suo peso.

PALERMO 4Sforacchiata dalle impennate non sempre comprensibili di Zamparini e tenuta a galla da Miccoli, la squadra valeva sulla carta più della sua magrissima classifica. Imperdonabile la leggerezza in Uefa.

GENOA 4Senza i gol di Palacio sarebbe in B. Tra Preziosi, Zamparini e Cellino ci dev'essere una gara a chi esonera più allenatori nel minor tempo. Risultati sotto gli occhi di tutti. A Marassi (tifosi contro giocatori obbligati a levarsi la maglia) l'episodio più brutto del campionato.

LECCE 5.5Cosmi quasi ci riusciva: da ultimi a salvi. Determinante la sconfitta interna con la Fiorentina e, in generale, i pochi punti raccolti in casa (15, contro 21 fuori). Bravi Cuadrado e Muriel, ma non sono suoi.

NOVARA 5Poche fiammate (due vittorie con l'Inter, una con l'Udinese) e una spiccata fragilità difensiva, pur schierando una linea di 5. La staffetta Tesser-Mondonico-Tesser era proprio necessaria? E a cos'è servita?

CESENA 4Beretta ha dato un po' di solidità, ma ormai era tardi. Errori di mercato: Mutu, Santana, Martinez, un lusso quando si sa di dover lottare ogni domenica. Lusso che una provinciale non si può permettere.

dDi Angelo Rosso

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PESCARA IN SERIE AInsigne, Verratti e Immobile i migliori: Nielsen valore aggiunto

Che sia stato un anno fantastico per tutti a Pescara non è una novità: mister, squadra e società hanno saputo trovare la giusta alchimia per realizzare un sogno che a Pescara non si viveva più da tanto tempo. E mentre già si pensa alle trasferte da affrontare nella prossima stagione, Zeman e i suoi ragazzi si godono il momento del meritato trionfo: dopo l'incontro con i tifosi allo stadio Adriatico, infatti, la squadra ha cenato insieme alle proprie famiglie per onorare questo momento storico.

PESCARA TORNA IN A, IL MIRACOLO DI ZEMAN- Dopo 19 anni di attesa, per il Pescara il sogno della A è diventato realtà: per i biancazzurri si tratta della quinta promozione nella massima serie, dopo quella ottenuta con Giovanni Galeone nella stagione 1991/92, seguita l'anno dopo da una nuova retrocessione. Un trionfo firmato Zeman: è il miracolo del tecnico boemo, arrivato in riva all'Adriatico fra lo scetticismo generale, e oggi osannato come il nuovo 'profeta'.

Prima di Foggia, nella passata stagione, Zdenek Zeman era quasi finito nel dimenticatoio, anche a causa di alcuni insuccessi. La scorsa estate l'offerta, coraggiosa, del Pescara, con la firma del contratto di un anno e la richiesta del premio promozione. Quasi una premonizione: è stata una stagione che il Pescara ha dominato con numeri da record, ma soprattutto con un gioco spettacolare, grazie al 4-3-3 di stampo zemaniano. Fino a oggi, 41/a e penultima giornata, 80 punti - frutto di 25 vittorie, 5 pareggi e 11 sconfitte - e miglior attacco del campionato cadetto, con ben 89 reti (ma anche 55 subite).Quella del Pescara è stata una cavalcata trionfale, iniziata a Verona, contro la squadra che tre stagioni fa aveva conteso ai biancazzurri la vittoria del campionato di Prima Divisione. Poi il bis con l'Empoli, che ha preceduto il primo ko stagionale a Modena. Ma la squadra di Zeman ha sempre giocato per vincere, mantenendosi costantemente nei primi tre posti, dando spettacolo a suon di gol. In evidenza sin dalle prime giornate i gioielli dell'undici abruzzese: Marco Verratti, fresco di convocazione in Nazionale A; Ciro Immobile, il capocannoniere del torneo; e Lorenzo Insigne, l'uomo in più di una squadra che ha fatto dell'entusiasmo, della spensieratezza e della compattezza le sue armi migliori.Una stagione, quella che sta per concludersi, segnata però da una serie di tragedie: il 30 marzo l'improvvisa scomparsa, a soli 43 anni, del preparatore dei portieri Franco Mancini, fedelissimo di Zeman; il 14 aprile la morte in campo, all'Adriatico, di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno; poi, il Primo maggio, l'uccisione del capotifoso della curva Nord, Domenico Rigante. Quasi resa più forte da questi lutti, la squadra è riuscita a rialzarsi - dopo le sconfitte con Reggina e Bari - e a portare a casa una serie A che, solo l'estate scorsa, in pochi si aspettavano: tranne Zeman, che intascherà un premio promozione strameritato.

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Andiamo dunque a vedere il pagellone di fine anno del Pescara: ovviamente, tutti promossi!

LUCA ANANIA (36 presenze): Per un portiere è sempre difficile assimilare gli schemi del boemo, soprattutto per quella posizione di mezzo libero che l'estremo difensore è costretto ad assumere per impostare il gioco fin dalla propria area. Il "giaguaro" però è riuscito alla grande a metabolizzare queste giocate e, nonostante lo scetticismo iniziale, ha sfornato prestazioni buone in alcune circostanze, eccezionali in altre. Mai fuori posto, esempio di professionalità e correttezza per tutti: basti pensare alla sua reazione dopo la morte di Franco Mancini, l'allenatore che gli aveva permesso di rilanciarsi alla grande.VOTO 7

RICCARDO RAGNI (2 presenze) Richiamato alla base dopo la fuga invernale di Pinsoglio, il portierino classe '91 ha fatto tnta panchina, ma quando è stato chiamato in causa non ha fatto ceramente rimpiangere Anania. Ha avuto 109 minuti a disposizione in questa stagione, e gli sono bastati per far vedere di che pasta è fatto. VOTO 6

LORIS BACCHETTI (3 presenze) Giovanissimo è riuscito a gestire la pressione di un campionato difficile come quello cadetto in un momento delicatissimo in cui era praticamente indisponibile tutta la difesa titolare. Complimenti a lui. VOTO 6

ANTONIO BALZANO (38 presenze e 1 gol) E'uno dei grandi artefici della promozione di questo Pescara. Arrivato dalla Lega Pro in punta di piedi si è fatto notare per le sue numerose incursioni sulla fascia sinistra. I suoi inserimenti sono stati sempre pericolosi e, spesso e volentieri, hanno portato la squadra al gol. Non solo fase offensiva però: infatti, nelle ultime gare in cui è stato dirottato sulla destra, ha imparato a limitare i danni in fase difensiva. Forse una delle sorprese più piacevoli. VOTO 8

RICCARDO BROSCO (21 presenze) A turno ha ricoperto il ruolo di vice, prima con Romagnoli e poi con Capuano. Forse questo ha leggermente influito nella sua stagione che si è rivelata discontinua. Tuttavia, anche dopo qualche sbavatura ha saputo tenere i nervi saldi e a gestire anche le situazioni più complicate. VOTO 6,5

MARCO CAPUANO (31 presenze) Un baluardo al centro della difesa. Certo, il suo avvio è stato diesel, ma si sa quanto possa essere difficile per un difensore mettere in pratica il verbo zemaniano. Eppure di gara in gara si è preso lo scettro da leader, così come avvenuto in Under 21, diventando presto l'oggetto dei desideri di molte squadre italiane ed europee. VOTO 8

MARCO MARTIN (1 presenza) Peccato. Poteva essere l'ennesimo acquisto azzeccato di un mercato fantastico eppure l'ex Sudtirol è arrivato in pessime condizioni a gennaio e dopo la sua unica prestazione è stato costretto a ricorrere all'intervento. Sfortunato.

SIMONE ROMAGNOLI (28 e presenze) Con Capuano è stato un altro dei pilastri di questa squadra. Anche lui, come Capuano, non ci ha messo un giorno ad ambientarsi nei complessi meccanisimi di Zemanlandia. Eppure, da quando ci è riuscito la squadra ha avuto un netto cambiamento: ha avuto un momento di flessione, come tutti, ed è riuscito a risalire la china con il suo stile pulito e compassato. VOTO 7,5

DAMIANO ZANON (35 presenze) E'il trenino della fascia destra. L'ennesima scommessa vinta dal tecnico praghese. Ha sorpreso tutti con le sue incursioni e le sue giocate sull'esterno che spesso hanno messo in crisi le difese avversarie. Dai suoi piedi sono partiti assist decisivi per gli attaccanti. L'ultimo? Lo splendido cross per il raddoppio di Immobile contro il Torino. VOTO 7,5

ANDREA GESSA (25 presenze e 2 gol) Come Maniero e Sansovini fa parte della vecchia guardia: la sua stagione, coronata da due reti importanti, si è basata essenzialmente sul sacrificio e sullo spogliatoio. Prima dell'arrivo di Nielsen era il terzo di centrocampo e anche quando a gennaio ha capito che avrebbe giocato di meno non ha mai mollato. VOTO 6,5 9 9MOUSSA KONE (28 presenze 2 gol) Il suo gol con il Verona rimarrà impresso a lungo nella memoria dei tifosi biancazzurri. Centrocampista di sostanza e quantità è arrivato a Pescara solo per seguire

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Zeman. Protagonista nella prima parte di stagione è calato nel girone di ritorno, in cui ha fatto tanta panchina. VOTO 6,5.

MATTI LUND NIELSEN (19 presenze e 3 gol) Appena approdato in riva all'Adriatico, Zeman gli ha affidato le chiavi del centrocampo biancazzurro. Lui, con la sua aria fredda, si è messo lì davanti alla difesa dando l'impressione di aver sempre giocato con questa squadra. E'un altra scomessa vinta dal boemo: tanta interdizione, un grande tiro da fuori e anche tre gol non sono un bottino niente male. VOTO 7,5

ROMULO TOGNI (21 presenze e 1 gol) L'astro nascente di casa, ovvero Marco Verratti, ha notevolmente ridotto le sue chances di giocare. Dopo un inizio altalenante non ha saputo integrarsi con il ritmo arrembante del gioco del boemo dimostrando di non aver totalmente assorbito il salto di categoria. VOTO 6.

MARCO VERRATTI (30 presenze) Ormai c'è poco da dire su questo straordinario talento. A Pescara è già un capo-popolo e, per notarlo, basta ascoltare in che maniera viene scandito il suo nome dai tifosi. Una classe innata, un lancio che molti hanno già ribattezzato "alla Pirlo", una tecnica formidabile. Tradotto in risultati: una promozione in serie A con il Pescara, una pre-convocazione per Euro 2012 e tante squadre pronto ad accaparrarselo. Ma lui, Marco, cuore biancazzurro, ha già deciso che almeno per l'anno prossimo resterà nella "sua" Pescara in cui vuole terminare il cammino che probabilmente lo porterà ad essere uno dei migliori centrocampisti italiani in circolazione.VOTO 9

EMMANUEL CASCIONE (37 presenze e 6 gol) Perno del centrocampo biancazzurro, si è rivelato un ottimo elemento sia sul piano tecnico sia su quello della personalità. Il suo carisma è stato determinate in molte occasioni, anche quando le gambe non ce la facevano più. Sei gol, alcuni di pregevole fattura. Quantità e qualità. VOTO 8

CIRO IMMOBILE (36 presenze e 28 gol) La statistica presenze-gol sarebbe sufficiente a descrivere la stagione del Re dei bomber della serie Bwin. Quest'anno ha segnato davvero in tutti i modi: di testa, di destro, di sinistro, di rimpallo, da fuori o su rigore. La media gol è davvero impressionante e potrebbe addirittura aumentare il suo bottino personale con la Nocerina: ha già scavalcato un certo Alessandro Del Piero (quota 20) e sabato prossimo potrebbe agganciare o addirittura superare Luca Toni. L'unica differenza tra questi calciatori e "Re Ciro"? Lui venti gol li ha fatti a 22 anni, gli altri no...VOTO 9

GIANLUCA CAPRARI (12 presenze e 3 gol) Arrivato in pompa magna negli ultimi giorni del mercato di gennaio, è sembrato essere subito in difficoltà nell'inserirsi in un nuovo contesto. Eppure, Zeman l'ha rilanciato nel momento più delicato della stagione schierandolo spesso al posto di Sansovini. Il frutto è maturato ieri sera, sul prato di Marassi, dove Gianluca con una formidabile doppietta ha messo a tacere tutte le critiche che lo hanno accompagnato in questi sei mesi. Merita anche lui una bella fetta della torta della promozione. VOTO 6,5

LORENZO INSIGNE (36 presenze e 18 gol) Se Pescara quest'anno ha potuto godere di uno spettacolo del genere deve soltanto ringranziare Zdenek Zeman. "Lorenzinho", infatti, di magia in magia, non ha mai smesso di ringraziare il suo secondo papà che gli ha permesso di vivere questa bellissima favola. Spettacolari le sue prestazioni a Brescia e a Bari, molti sono stati i gioielli che hanno impreziosito la sua stagione. E pensare che il gol non è neanche la sua caratteristica principale: infatti, "il Magnifico" come lo chiamano a Pescara, nasce come rifinitore e i suoi assist spesso sono oro colato. VOTO 9

RICCARDO MANIERO (15 presenze e 3 gol) Le sue tre reti pesano, e non poco, su questa promozione. In estate sembrava essere destinato a una stagione da protagonista, poi è arrivato Immobile. Deve valorizzare le sue caratteristiche che non gli hanno permesso ancora di esplodere. VOTO 6 110MARCO SANSOVINI (40 presenze e 16 gol) Il sogno più grande, forse, l'ha realizzato lui. Da capitano e da romano e romanista, infatti, "Sansogol" ha sempre desiderato di poter giocare all'Olimpico contro la Lazio e di segnare, magari, un gol decisivo proprio contro gli aquilotti. Adesso può succedere. Una

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stagione da goleador, quella del capitano, ma anche da grande professionista: si accomoda in panchina senza dire una parola, poi entra e segna come a Gubbio. Si prende il peso della responsabilità quando le cose non vanno e la società è in silenzio stampa e sceglie la via del dialogo per non lasciare i tifosi in un mare di dubbi. VOTO 8,5

DANILO SODDIMO (21 presenze e 1 gol) La rete di Vicenza, nel finale, vale un punto prezioso. Non ha trovato spazio in questa stagione, nonostante le 21 apparizioni. Zeman per le sue doti tecniche non farebbe mai a meno di lui, ma deve esprimere il suo talento con una maggiore attenzione tattica se vuole convincere un allenatore esperto come quello biancazzurro. VOTO 6

ZDENEK ZEMAN. La sua Zemanlandia è rinnovata e ha i colori biancazzurri. L'effetto Zeman, da quel pomeriggio al porto turistico, di giorno in giorno è diventato "effetto Pescara": proprio come voleva il boemo. E detto fatto, riesce a creare una perfetta macchina da gol che, rispetto alle sue squadre, subisce molte reti in meno. Carismatico e schietto, come sempre, dimostra di avere un'anima da sentimentale sotto le sigarette e quell'espressione da Cleant Eastwood. Straordinario sia per rilievo mediatico, sia per gioco ed ora, alla faccia dei suoi detrattori, anche per risultati. VOTO 10.

ddi Angelo Rosso

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Eric Cantona-Eric Cantona-The KingThe King Volete sapere chi è il calciatore più amato dai tifosi del Manchester Utd? No,non è Beckham, nè George Best, e non è nemmeno inglese o anglosassone: è il francese Eric Cantona. Questo è stato il risultato emerso da un recente sondaggio tra i fans dei red devils, commissionato dalla dirigenza del club stesso. Eric Cantona ha giocato nel Manchester Utd dal 1992 al 1997, conquistando 5 scudetti in sette anni e gettando le basi per quello che sarebbe divenuto un ciclo leggendario nel calcio britannico e che dura tuttora. In questa particolare classifica, dicevamo, Cantona ha stravinto, lasciandosi alle spalle il mitico Best (secondo) e il fenomenale gallese Ryan Giggs (terzo). La carriera di Eric Cantona inizia a soli 7 anni, quando viene tesserato per l'S.O. Caillols, che aveva già sfornato in passato campioni come Tigana e

Jouve. Rivelatosi un ottimo centravanti, prova da ragazzo ad approdare al Nizza, ma viene scartato. Ovviamente non si fece demoralizzare (altrimenti non saremo qui a narrare le sue gesta!) e nel 1981 approda all'Auxerre. In Borgogna rimane per sette anni, esordendo in serie A francese il 5 novembre del 1983 (17anni). Nel 1988 conquista il

titolo europeo under 21 con la nazionale minore francese, ma già da un anno faceva parte anche della nazionale maggiore. Con la nazionale maggiore ha sempre avuto un rapporto tormentato, fatto di amore ed odio: quando non viene convocato per una delicata trasferta dei galletti in Cecoslovacchia, Cantona (passato al Marsiglia) si infuria e in una memorabile diretta Tv insulta il Ct. Questo gesto gli costa l'allontanamento dalla nazionale, ma, nella sua carriera "spericolata", conoscerà molte altre liti estreme. Al Marsiglia litiga violentemente con Tapie, da Bordeaux scappa dopo appena 4 mesi, mentre a Montpellier prende a schiaffi un compagno di squadra. Ritorna nuovamente a Marsiglia, con Goethals come allenatore, ma tra i due non c'è feeling, così riparte alla volta del Nimes: qui succede l'imprevedibile, durante una partita di campionato colpisce l'arbitro che lo aveva ammonito e, non soddisfatto, insulta i dirigenti della federazione che lo avevano convocato proprio in seguito al suo gesto scellerato. Questo è il periodo più buio di Eric: viene considerato un bullo (in effetti anche lui non si considera un agnellino), una mela marcia, insomma, un indesiderabile del calcio. Sembra che in Francia nessuno voglia più ingaggiare un giocatore che, seppur

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dotato di una classe cristallina, non si riesce ad inquadrare. Gli vengono inflitti 2 mesi di squalifica e, amareggiato, il francese decide di lasciare il calcio. Si dedica all'arte, alla pittura in particolar modo, ma qualcuno va a bussare alla sua porta: è un certo Michel Platini (all'epoca Ct della nazionale francese) che gli propone di ricominciare a giocare, perchè la nazionale ha bisogno del suo apporto. Platini, uomo intelligente, consiglia a Cantona di provare con il calcio inglese, dove forse potrebbe trovare la dimensione più adeguata per il suo carattere. Si fanno avanti Sheffield e Leeds per ottenere le prestazioni del talentuoso

francese. Cantona sceglie il Leeds e la previsione di Michel Platini si rivela esattissima: in Inghilterra Cantona rinasce, il calcio inglese lo esalta e la sua classe gli fa assegnare il soprannome di "The King", il Re! Nel 1992 arriva la svolta definitiva della sua carriera: dagli spalti dell'Old Trafford gli spettatori entusiasti cantano solo per lui, che porta i red devils di Manchester (a cui è approdato dal Leeds proprio quell'anno) a conquistare innumerevoli trofei.

Il Manchester insegue il titolo da 26 anni e l'arrivo di The King glie lo porta...... insieme ai soliti guai: nel 1995 Cantona ricade nel suo vecchio difetto, perde la testa e colpisce con una mossa stile Karate uno spettatore. Le immagini fanno il giro del mondo, si torna a parlare di Eric Cantona non per i suoi goals o per i numeri da funambolo del calcio, ma per il suo pessimo carattere e gli atti di violenza. La sanzione della federazione inglese è immediata e pesante: 8 mesi fuori! Ricomincia un periodo di "sfogo emozionale": gira qualche spot e inizia l'attività di attore, per incanalare la creatività che non può esprimere sui campi da gioco. Anche in questo periodo, al contrario di quanto sostengono le male lingue, continua ad allenarsi duramente: i ragazzi della primavera lo vedono trattenersi sul campo dopo che i giocatori di prima squadra se ne sono già andati, sudare e sgobbare il doppio degli altri per farsi trovare pronto al rientro. Un giovane Beckham dichiarerà alla stampa di aver avuto modo di apprezzare il campione francese proprio in quei giorni, quando si allenavano insieme nella squadra primavera. Il rientro in campo è da brividi: è il primo di ottobre e all'Old Trafford si gioca Manchester-Liverpool. I giocatori escono dagli spogliatoi e dagli spalti si alza un vero e proprio boato.

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E' una vera e propria standing ovation e The King dimostra di essere ancora pienamente titolare del suo soprannome offrendo un assist e realizzando una rete. La fortuna e l'ammirazione di cui gode in Inghilterra, però, non trova seguito in patria: all'europeo del '96 non viene convocato e per lui questa è la più grande delusione della carriera (assieme all'esclusione dai mondiali francesi del '98). Amareggiato per l'ostracismo della sua nazionale e disgustato dal livello di esasperazione che vede nel calcio lascia il Manchester e l'attività agonistica nel 1998, lasciando un vuoto incolmabile nei cuori dei tifosi dei red devils. La sua uscita, così come la sua carriera, non è priva di polemiche: se ne va sbattendo la porta in faccia ad uno sport che non riconosce più, rovinato dal business sfrenato. Dal 1998 ad oggi si è dedicato a due sue passioni principalmente: il cinema (è comparso in 4 pellicole) e alla promozione in Francia del beach-soccer. Ma il "Re" sarà sempre ricordato su di un campo verde, con un pallone, un avversario da saltare e un portiere da trafiggere........ sempre comunque col colletto alzato. di Angelo Rosso

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ALLA SCOPERTA DELL'EUROPEO 2012Parte l'8 Giugno la 14° edizione del campionato Europeo di calcio 2012 che si svolge in Ucraina e Polonia.Questa sarà l'ultima volta che verranno ammesse 16 squadre alla fase finale in quanto l'Uefa ha stabilito l'allargamento a 24 nazionali a partire dal 2016 l'edizione di Francia.Il sorteggio per stabilire i gruppi della fase finale è avvenuta a Kiev il 2 Dicembre 2012.

GRUPPO A GRUPPO B GRUPPO C GRUPPO D

Polonia Olanda Spagna Ucraina

Grecia Danimarca Italia Svezia

Russia Germania Irlanda Francia

R.Ceca Portogallo Croazia Inghilterra

STADISTADI

STADI IN UCRAINA

STADI IN POLONIA

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CURIOSITA'CURIOSITA'

IL PALLONE Il pallone ufficiale del campionato sarà il TANGO 12, prodotto dalla Adidas È un restyling dello storico pallone degli anni 80-90 della casa tedesca e che quindi torna come pallone ufficiale, dopo l'edizione del 1996 dove però era sotto il nome di Questra Europa. Il pallone, presentato ufficialmente il 2 Dicembre 2011 in occasione dei sorteggi dei gironi della fase finale, richiama appunto il Tango sia nel nome sia nel motivo impresso sulla superficie,

decorato al suo interno con bande bianco-rosse e giallo-blu, ovvero i colori delle bandiere di Polonia ed Ucraina.

INNOL' inno ufficiale della manifestazione si intitola " Endless Summer " ( in italiano " Estate senza fine " ed è cantata dalla cantante tedesca Oceana.

MASCOTTE Slavek and Slavko sono le mascotte ufficiali di Euro 2012. Sono gemelli e rappresentano i calciatori polacchi e ucraini rispettivamente con i colori delle proprie nazionali. Furono annunciate nel Dicembre 2010. I nomi Slavek and Slavko furono scelti con una votazione su internet. Le mascotte sono state disegnate dalla Warner Bros.

nel prossimo numero troverete la presentazione delle squadre con rispettivi convocati.

di Jessica Galbo

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CITY MONTPELLIER

DORTMUND CAMPIONI !!!!!

PREMIER LEAGUE

Partiamo oltremanica dove, ad inizio stagione il Manchester United, campione in carica, era dato come assoluto favorito per la vittoria della Premier League. Il City di Mancini aveva speso molto e rinforzato nuovamente la squadra, sembrava però che la leggenda di Ferguson non fosse superabile.

E INVECE...

I Citizens sono tornati sul tetto d’Inghilterra dopo addirittura 44 anni dall’ultima volta. Miglior attacco, miglior difesa, doppia vittoria nello scontro diretto: un trionfo. E pazienza se a poche giornate dalla fine lo United si era ritrovato con otto punti di vantaggio, quello che conta è chi arriva prima alla meta. Ora i Red Devils sanno che la loro potenza non è più sconfinata e che qualcuno è in grado di competere con loro fino alla fine(letteralmente “fino alla fine”). 18

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LIGUE 1 Se a Manchester lo sceicco ride e progetta già l’assalto alla Champions League con Mancini, in Francia non è altrettanto rosea la situazione. Leonardo abbandona l’Inter a giugno affascinato dalle possibilità finanziarie del nuovo padrone del Paris Saint-Germain. Porta con sé dal Belpaese Sirigu, Sissoko, Menez, Pastore a cifre fuori mercato. A questi aggiunge altri elementi per una spesa complessiva di oltre ottanta milioni di euro. Non basta? A dicembre arriva sulla panchina Ancelotti e dall’Inter il regista Thiago Motta. L’anno precedente i parigini erano giunti quarti, si era certi che gli investimenti avrebbero portato ad un tranquillo campionato da capolista solitaria.

E INVECE...

Domenica notte a festeggiare il titolo è la matricola Montpellier, guidata dal bomber Giroud e con un eccellente direttore d’orchestra come René Girard. Indubbiamente una delle storie calcistiche più belle di sempre. Quattordicesimo nel 2011, primo nel 2012 con una campagna acquisti pressoché inesistente. Ovviamente è la prima volta che la piccola città francese (poco più di 250 mila abitanti) sale sul gradino più alto del podio.

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BUNDESLIGA Gli exploit tipici della Bundesliga durano un anno(Werder Brema, Stoccarda, Kaiserslautern, Wolfsburg), i gialloneri di Klopp sembrano destinati a fare la stessa fine. L’inizio di stagione del Borussia poi non fa che dare adito alla storia: 7 punti in sei partite con già tre sconfitte, il Bayern vola a più 8. Alla fine di settembre il destino appare segnato per la squadra della Renania.

E INVECE...

Il Borussia Dortumnd nelle restanti 28 gare ne pareggerà solo 5, per il resto solo vittorie. Campioni di Germania a due giornate dalla fine e i bavaresi ancora a bocca asciutta. da sinistra a destra ( Belhanda-Montpellier,Gotze-B. Dortmund,Aguero-M. City )

ddi Angelo Rosso

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