Eugenio Montale (1896-1981)

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Eugenio Montale (1896-1981) Un ossimoro permanente

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Eugenio Montale (1896-1981). Un ossimoro permanente. Vita e opere 1. 1896: nasce a Genova 1917: partecipa alla Prima guerra mondiale 1925: pubblica Ossi di Seppia firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti 1927: si trasferisce a Firenze e collabora alla rivista «Solaria» - PowerPoint PPT Presentation

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Eugenio Montale(1896-1981)

Un ossimoro permanente

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Vita e opere 11896: nasce a Genova1917: partecipa alla Prima guerra mondiale1925: pubblica Ossi di Seppia firma il Manifesto degli

intellettuali antifascisti1927: si trasferisce a Firenze e collabora alla rivista

«Solaria»1938: perde il lavoro al Gabinetto Vieusseux per essersi

rifiutato di iscriversi al Partito fascista1939: pubblica Le occasioni

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Vita e opere 21945: si iscrive al Partito d’azione1947: abbandona l’impegno politico1948: si trasferisce a Milano1956: pubblica La bufera e altro1975: riceve il premio Nobel per la

letteratura1981: muore a Milano

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La casa delle due palme

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Casa Montale oggi

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Dall’album di famiglia• La villa a Monterosso

luogo molto importante per il poeta nel suo immaginario letterario.

• Fu questa villa e dintorni che servirono a plasmare il mondo di colori, suoni, profumi di ossi di seppia.

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1912

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Le influenze culturali• Simbolismo francese• Sperimentalismo linguistico di Pascoli• Tendenza prosaico-colloquiale dei crepuscolari• Lirismo vociano• Differenza rispetto ai simbolisti → la poesia non

scopre la verità, non dà risposte sui “perché” della vita

• Rifiuto dell’artificiosità dannunziana e del poeta vate

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La concezione della vita• Montale respinge le illusorie certezze, va oltre le

apparenze → come Svevo e Pirandello • “Male di vivere” = condizione connaturata

all’esistenza → pessimismo cosmico leopardiano• pessimismo attivo → esiste una possibilità di

riscatto: il “varco”, l’intuizione del segreto del mondo

• Possibilità di riscatto dal dolore e dal determinismo

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La poetica degli oggetti• Montale lascia parlare le cose

- no a effusione di sentimenti di Pascoli e dei crepuscolari

- rifiuto del procedimento analogico dei simbolisti e di Ungaretti

- rifiuto del gioco musicale degli ermetici

• “Correlativo oggettivo”, tecnica tipica di Thomas Eliot:

- gli oggetti sono nello stesso tempo cose ed emblemi della

condizione umana

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Evoluzione della poeticaLa bufera e altro (1956)

- accentuazione dell’ansia metafisica

- aspirazione al superamento della disarmonia tra l’io e il mondo

- la fede politica o religiosa non libera l’uomo dall’angoscia della vitaSatura (1971)

- denuncia della fine dei valori umanistici

- ironia e distacco per difendere l’identità poetica

- poesia → strumento per trovare un significato alla vita

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Lo stile: caratteristiche generali

• Rifiuto dello sperimentalismo avanguardistico• Ricerca della parola essenziale e carica di

suggestioni• Recupero delle forme metriche tradizionali• Linguaggio colloquiale• Sintassi coordinata• Musicalità diffusa, ritmo lento e cadenzato

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Evoluzione dello stile Ossi di Seppia (1925)

- stile aspro e antimelodico- assonanze, consonanze, rime interne- linguaggio figurato (ossimori, asindeti, anafore, paronomasie)

Le Occasioni (1939)- linguaggio oscuro e difficile- sintassi ampia e metrica tradizionale

La bufera e altro (1956)- ricercatezza lessicale, plurilinguismo, irregolarità metrica

Satura (1971)- lirica diaristica, stile prosastico, temi quotidiani

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Ossi di seppia: edizioni e struttura

- Prima ed. (1925) → seconda ed. (1928) → altre edizioni- Titolo- manifesto poetico → aspirazione all’essenzialità,

come ossi di seppia levigati- 61 liriche scritte tra il 1916 e il 1928 suddivise in quattro

sezioni:- Movimenti → ricerca di un accordo tra il cuore e il mondo naturale- Ossi di seppia → disarmonia fra uomo e natura, poetica dell’oggetto- Mediterraneo → presenza dominante del mare, mancanza di

certezze- Meriggi e ombre → figura di Annetta, anticipazione di temi e figura delle Occasioni

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Ossi di seppia: i temi• Il “male di vivere”• La ricerca del “varco” → fuga dalla regola ferrea

dell’universo• Il miracolo laico → la rivelazione del significato della

vita• L’indifferenza → riparo dal dolore• Evanescenti figure femminili, il cui ricordo si

dissolve• Incomunicabilità• Trascorrere del tempo

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Eugenio MontaleMeriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assortopresso un rovente muro d'orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpischiocchi di merli, frusci di serpi

Nelle crepe del suolo e su la veccia

spiar le file di rosse formichech'ora si rompono ed ora

s'intreccianoa sommo di minuscole biche.

Trascorrere le ore del meriggio immersi in una luce accecante e nel torpore della calura presso un muro d'orto arroventato; ascoltare tra i rovi e la sterpaglia i rumori improvvisi e secchi prodotti dai merli e i fruscii delle serpi.

Spiare nelle fessure del terreno arido e sulla veccia (erba) le file di formiche rosse che ora si spezzano e ora si incrociano sulla sommità dei minuscoli mucchietti di terra a lato dei formicai.

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Eugenio MontaleMeriggiare pallido e assorto

Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di marementre si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo

travaglioin questo seguitare una

muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

Osservare da lontano tra le fronde degli alberi la superficie tremolante del mare, che scintilla come una distesa di rilucenti frammenti di metallo simili alle squame dei pesci, mentre dall'alto delle colline arse, prive di vegetazione, si innalzano i tremuli scricchiolii delle cicale che friniscono.

E procedendo sotto il sole abbagliante avvertire con triste stupore il tormento continuo e il dolore di un'esistenza arida e solitaria in questo costeggiare un muro invalicabile disseminatO in cima di cocci di bottiglia taglienti.

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Il correlativo oggettivo• Descrizione di un

assolato e arido paesaggio estivo, dominato dalla desolazione della calura e della luce accecante

• Condizione esistenziale dell'uomo, isolato, svuotato e incapace di penetrare il mistero che lo circonda

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Temi e immagini fondamentali

• Muro e muraglia con cocci aguzzi di bottiglia = limite invalicabile, condanna dell'uomo all'isolamento

• Orto = prigione dell'esistenza

• Crepe del suolo, pruni, sterpi, calvi picchi = aridità e grigiore della vita

• Palpitare di scaglie di mare = unica immagine positiva perché suggerisce idea di infinito, speranza, ma -attenzione!- il mare è osservato da lontano

• Sole = non illumina ma abbaglia, non lascia vedere le cose,, simbolo di una natura misteriosa e indecifrabile; il meriggio è l'ora del torpore, quella meno adatta alla conoscenza

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Suoni: frequenza di consonanti doppie

Meriggiare pallido e assortopresso un rovente muro d'orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpischiocchi di merli, frusci di

serpi

Nelle crepe del suolo e su la veccia

spiar le file di rosse formichech'ora si rompono ed ora

s'intreccianoa sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di marementre si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo

travaglioin questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

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Suoni: frequenza di i, r (con o), gruppi st, sc, sch

Meriggiare pallido e assortopresso un rovente muro d'orto,ascoltare tra i pruni e gli sterpischiocchi di merli, frusci di

serpi

Nelle crepe del suolo e su la veccia

spiar le file di rosse formichech'ora si rompono ed ora

s'intreccianoa sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di marementre si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo

travaglioin questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

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RIMEMeriggiare pallido e assorto Apresso un rovente muro d'orto, Aascoltare tra i pruni e gli sterpi Bschiocchi di merli, frusci di serpi B

Nelle crepe del suolo e su la veccia Cspiar le file di rosse formiche D ch'ora si rompono ed ora

s'intrecciano* a sommo di minuscole biche. D

*rima ipermetra

Osservare tra frondi il palpitare E

lontano di scaglie di mare E

mentre si levano tremuli scricchi F

di cicale dai calvi picchi. F

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

PREVALENZA DI PREVALENZA DI SUONI ASPRISUONI ASPRI

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SINTASSI: presenza dell'INFINITO...

Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi

Nelle crepe del suolo e su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.

...e del GERUNDIO

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

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Perché l'infinito?• Forma verbale

indeterminata che connota l'azione in senso durativo

• Montale esprime: situazione assoluta e

non soggettiva senso di monotonia,

di dolorosa immutabilità del destino dell'uomo

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SINTASSI: collocazione dell'aggettivo...

Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi

Nelle crepe del suolo e su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

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•Perché l'aggettivo qualificativo è collocato prima del sostantivo?

• Il poeta mette in risalto la qualità dell'oggetto, spesso negativa rispetto all'oggetto stesso

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Lessico: campi semantici CALDO / PUNGENTE / ARIDITA'-

MORTEMeriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di

serpi

Nelle crepe del suolo e su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

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ROVENTE MURO D'ORTO• IDEA DEL

CALORE,• DEL PUNGENTE• IN PIU' DEL

LIMITE

• Si accentua nell'ultima immagine: MURAGLIA resa più invalicabile dai COCCI AGUZZI DI BOTTIGLIA

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Lessico: immagini di VITAMeriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi

Nelle crepe del suolo e su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom'è tutta la vita e il suo travaglioin questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di

bottiglia

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CONCLUSIONE• La dimensione vitale (il mare, l'acqua

che si contrappone all'aridità della terra ) appare lontana.

• L'ultima strofa riporta alla monotonia di una condizione esistenziale arida e chiusa, in cui l'infinito seguitare suggerisce l'idea dello sforzo, ma anche della ripetitività del cammino lungo la muraglia dell'isolamento e dell'incomunicabilità

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La ricerca intellettuale di Montale

• Una religiosità laica: rifiuta ogni ideologia e moda culturale

• Ricerca intellettuale personalissima• Nostalgia del sacro• Tema conduttore : la crisi dell’uomo

contemporaneo• Tensione verso la conoscenza di una verità• Il momento della ricerca , della quete è

fondamentale nella lirica di Montale

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Il ruolo degli oggetti• Anche gli oggetti

sembrano possedere una forza arcana di rivelare il mistero della vita

• Ma sono solo amuleti che non svelano segreti dell’esistere ma testimoniano il male.

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La possibile via di fuga• Ricerca delle corrispondenze tra uomo e natura• Influsso simbolista e crepuscolare• Un universale male di vivere• La maglia rotta nella rete, il varco, la speranza di

sfuggire alla precarietà dell’esistenza sono eventi assurdi, occasioni che sembrano rivelare l’epifania della rivelazione del mistero.

• Ma poi è solo un’impressione.

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L’azione salvifica della donna

• Clizia . Un senhal della studiosa americana Irma brandeis, trasfigurata come eliotropo, un girasole, chiamata anche Cristofora, la mediatrice tra Dio e gli uomini.

• Altre donne assimilate ad animali che con il loro istinto e forza vitale rispondono al male che assedia i viventi.

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Altre figure femminili• Donne con allegorie di

animali , donnola, volpe, Mosca, sono , pur nella loro fragilità, emblemi di una possibile alternativa al male, poiché rispondono ad esso con tenacia, coraggio ed energia.E poi la moglie, la mosca, la donna della vita: "Ho sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale / e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino". Verso di lei è una gratitudine infinita, nata dalla consapevolezza che "di noi due / le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, / erano le tue". Forse anche la presenza umana cui deve il conforto della speranza, la debole e ferma considerazione di una possibilità:

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La ricerca intellettuale di Montale

• La solitudine del poeta difesa contro ogni ideologia: solo gli isolati parlano e comunicano, gli uomini della comunicazione di massa ripetono, fanno eco, volgarizzano le parole dei poeti.

• Nostalgia del sacro che si traduce nella ricerca, nella quete.• "Io sono un poeta che ha scritto un’autobiografia poetica

senza cessare di battere alle porte dell’impossibile convinto che la vita ha un significato che ci sfugge. Ho bussato disperatamente come uno che attende una risposta".

• Il motivo stesso che lo ha spinto ad interessarsi dell’opera di Dante, che ha profondamente influito sulla sua produzione poetica, ha molto a che vedere proprio con l’incomprensibilità di ciò che "investe le ragioni ultime dell’uomo", come è detto in questo intervento, ancora del 1965:

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Montale e Dante• "Dante non può essere ripetuto. Fu giudicato quasi incomprensibile e

semibarbaro pochi decenni dopo la sua morte, quando l’invenzione retorica e religiosa della poesia come dettato d’amore fu dimenticata. Esempio massimo di oggettivismo e razionalismo poetico, egli resta estraneo ai nostri tempi, a una civiltà soggettivistica e fondamentalmente irrazionale perché pone i significati nei fatti e non nelle idee. Ed è proprio la ragione dei fatti che oggi ci sfugge. Poeta concentrico, Dante non può fornire modelli a un mondo che si allontana progressivamente dal centro e si dichiara in perenne espansione.

• Perciò la Commedia è e resterà l’ultimo miracolo della poesia mondiale. Posso tranquillamente considerare l’affermazione del Singleton che il poema sacro fu dettato da Dio e il poeta non fu che lo scriba.

• Così non mi ha atterrito il carattere miracoloso che fu attribuito a quella Beatrice storica di cui pensavano di poter fare a meno. E se è vero ch’egli volle essere poeta e nient’altro che poeta, resta quasi inspiegabile alla nostra moderna cecità il fatto che quanto più il suo mondo si allontana da noi, di tanto accresce la nostra volontà di conoscerlo e di farlo conoscere a chi è più cieco di noi".

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Montale ai giovani• "Quello che avviene nel mondo così detto civile a partire

dalla fine dell’Illuminismo (ma ora in sempre più rapida escalation) è il totale disinteresse per il senso della vita.

• Ciò non contrasta col darsi daffare, anzi. Si riempie il vuoto con l’inutile. Il mondo muore di noia, l’impiego del tempo è letteralmente spaventoso.

• I giovani che si agitano un po’ dovunque non se ne rendono forse conto, ma il loro vero problema non è né sociale né economico. A loro non interessa più nulla, ecco il fatto.

• Immetteteli in una società più giusta, meglio pianificata, riempiteli di lauree e di diplomi, trovate per tutti un buon impiego e molto tempo libero, e il risultato sarà lo stesso: una noia sempre crescente senza nemmeno più il conforto/sconforto dell’angoscia. Abbiamo provveduto noi anziani, noi balordi aruspici dei vari futuribili, a svuotarli di tutto. Non ci possono ringraziare, questo è certo.

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Spesso il male di vivere ho incontrato:era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l’incartocciarsi della fogliariarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la Divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenzadel meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Spesso il male di vivere ho incontrato

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era il rivo strozzato che gorgoglia,

Spesso il male di vivere ho incontrato:

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era l’incartocciarsi della fogliariarsa,

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era il cavallo stramazzato.

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Bene non seppi, fuori del prodigioche schiude la divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenzadel meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

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Livello semantico

Il testo montaliano è costruito sulla dicotomia Male vs Bene,

voci poste in posizione strategica e che costituiscono le parole-chiave.

il rivo strozzatol’incartocciarsi della foglia

il cavallo stramazzato

Male

la statuala nuvola

il falco alto levato

Bene

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MaleLa prima quartina è incardinata su correlativi oggettivi

accomunati dal sema della negazione-privazione.Il male è ineludibile negatività che impedisce, di fatto, alla

vita di manifestarsi appieno, la morte è implicita nell’esistenza.

Ne deriva l’equivalenza vita = morte, tradotta nei motivi dell’impedimento («il rivo che gorgoglia»), dell’inaridimento (la foglia che si accartoccia, si

ripiega dolorosamente su se stessa) e della fine improvvisa e violenta («il cavallo

stramazzato»).

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BeneLa dicotomia è resa evidente dalla funzione dei tre

corrispondenti correlativi oggettivi del Bene, simboli del prodigio che schiude la divina Indifferenza (il miracolo, impossibile ma tenacemente inseguito, cioè della speranza di uno scampo contro l’invivibilità del vivere): la sonnolenza della statua, che sta per torpore, insensibilità, la nuvola nella sua altezza e leggerezza, e il falco nella sua solitudine che configura, nel complesso, il tema dell’allontanamento dalla vita.

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Spazio e tempo

La dicotomia si espande anche in un’opposizione di tipo spaziale e si traduce nella formula

basso vs alto

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Struttura spazialeI primi tre correlativi oggettivi[i]

«il rivo strozzato», «l’incartocciarsi della foglia », «il cavallo stramazzato »

sono tutti riferibili al basso, all’esperienza esistenziale: è il motivo dell’ineludibile accettazione della drammaticità dell’esperienza umana, del contatto fisico con i mala mundi, gli eventi che trasformano la vita in male.

Nella seconda quartina, al contrario, prevale il motivo dell’ascesa, del distacco: tutti e tre i correlativi oggettivi

«la statua », «la nuvola », «il falco alto levato »

sono accomunati dall’idea del movimento verso l’alto.

[i] correlativo oggettivo: consistente in un oggetto che fa scattare un ricordo

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Struttura temporale«Spesso il male di vivere ho incontrato»

Spesso, avverbio di tempo, si riferisce all’iteratività della condizione umana; ha la funzione di connotare il sintagma fondamentale, «il male di vivere», posto in posizione centrale, strategicamente rilevante.Il tempo verbale tipico della lirica montaliana, l’imperfetto, con la sua iteratività allude a una dimensione esistenziale: di qui la serie anaforica degli imperfetti, costruita col verbo «era». Il passato prossimo («ho incontrato») classifica l’accorato testo montaliano come amaro «bilancio» di una dolorosa esistenza: la sua valenza durativa esprime il concetto, tipico in Montale, della vita che lascia tracce indelebili, della vita che consuma (gli uomini ridotti a «ossi di seppia»).

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Il passato remoto «seppi» ha valore di esperienza acquisita: l’io-lirico ha saputo e quindi «conosce» ora l’amara verità della propria situazione umana.

È chiaro il tempo dell’enunciazione: “Ossi di seppia” è la raccolta di cui fa parte questa lirica e quindi “Spesso il male di vivere” rientra all’interno dell’amara «diagnosi» della disarmonia e dell’inadeguatezza che rappresentano i temi portanti della prima raccolta montaliana.

Il tempo dell’«avventura» diventa metafisico-esistenziale: i motivi di fondo che lo percorrono si riferiscono a una dimensione concretamente storica, ma largamente esistenziale; affrontano la crisi dell’uomo che vive nella società contemporanea, proiettato nella più universale prospettiva dell’esistenza.

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Area lessicaleLe paroles sono raggruppabili in due grandi categorie:

Voci del lessico quotidianoVoci del lessico «filosofico»Per le prime si nota che i correlativi oggettivi esprimono riferimenti al mondo della realtà:

Rivo strozzato: l’aggettivazione connota l’idea di soffocamento proprio perché implica una notazione semantica antropomorfica;Gorgoglia: parola onomatopeica, in cui è l’implicazione semantica del lamento di una persona;Foglia riarsa: voce onomatopeica (incartocciarsi) con il correlativo oggettivo che esplicita il campo semantico dell’«arsura», della consunzione operata dai mala mundi.

Per le seconde si evince con chiarezza che:Male di vivere è sintagma ormai classico che unisce in maniera indissolubile l’esistenza al male;La divina Indifferenza è l’«indifferenza», la presa di distanza dalle emozioni superficiali. L’«indifferenza» si espande come leit-motiv nella statua insensibile nel sonnolento meriggio, nella nuvola e nel falco che si staglia alto nel cielo: sono simboli filosofici che esprimono una perplessa ricerca di allontanamento dal mondo del male. Leopardianamente, essa spinge l’uomo a resistere ai colpi della misera sorte riservata a tutta l’umanità.

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Il livello fonico

• Anche le scelte linguistiche e retoriche sottolineano la radicale opposizione delle due quartine:

–nella prima sono presenti parole dal suono aspro (strozzato, gorgoglia, incartocciarsi, stramazzato), evidenziate da fenomeni di consonanza (incartocciarsi, riarsa) e dalla rima interna per giunta arricchita di fonemi aspri (incontrato, strozzato, stramazzato), sottolineate dalla presenza di un‘anafora (era) e di un forte enjambement (foglia/ riarsa) che isola un aggettivo di grande rilevanza tematica;

–nella seconda c'è una struttura discorsiva abbastanza simile che si conclude con un effetto di maggiore musicalità grazie alla ripetizione della congiunzione "e" che lega le tre immagini affidate a parole più dolci e fluide.

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• Ricca presenza di fonemi raddoppiati o geminati del tipo: spesso, strozzato, incartocciarsi, cavallo, stramazzato, geminazione che allude alla presenza ineludibile dei mala mundi: la vita dell’uomo è connotata come sforzo, fatica, pena esistenziale.

• Vocalismo medio: mancano suoni decisamente cupi, si afferma, invece, un timbro medio che privilegia vocali chiare (a) o medie (o), per esprimere il tono eroico che l’io-lirico usa, in relazione a una vigorosa e serena accettazione del proprio destino che esclude qualsiasi dimensione di lamento.

• Significante: diffusa presenza di suoni aspri, dissonanti, funzionali all’espressione della tormentata esperienza umana dell’io-lirico; ad esempio si nota la ricorrenza di

– sibilante (/s/, /z/): SpeSSo, riarSa, StramaZZato, Seppi, Schiude, Statua, SonnolenZa

– vibrante (/r/) e dentale (/t/), in forte allitterazione: eRa il Rivo sTRozzato, eRa l’incaRTocciaRsi, RiaRsa, eRa, sTRamazzaTo.

– Assonanze: merIggIo / prodIgIo, fAlco, Alto levAto.• Disseminazione del significante. Ricca la disseminazione di gruppi

fonici: /AR/ e /RA/, /OR/ e /RO/. Es.: riARsa, stRAmazzato, eRA; stROzzato, pROdigio, gORgoglia.

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Le occasioni / 1 • Prima edizione (1939) → seconda ed. (1949) → ed. definitva (1960)• Titolo: occasioni → momenti casuali di vita vissuta, folgorazioni• Liriche composte tra il 1928 e il 1940 divise in quattro sezioni:

- prima sezione: impressioni e ricordi di viaggi; figure femminili

- seconda sezione: motivo della donna assente Clizia → figura femminile salvifica

- terza sezione: barbarie della guerra, distruzione della cultura

- quarta sezione: rapporto tempo e memoria; ritorna la figura di Annetta; disorientamento esistenziale

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Le occasioni / 2• Parole tematiche: ricordo e memoria• Sullo sfondo c’è il paesaggio toscano• Linguaggio più oscuro → simboleggia il

rifiuto di ogni compromesso con il fascismo

Affinità con le modalità espressive dell’Ermetismo

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Le sue frequentazioni letterarie

Con Vittorini

Con Gadda

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Il suo hobby

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La bufera e altro• Prima edizione (1956) → seconda edizione (1960)• Titolo: la bufera è la metafora della guerra• Poesie scritte tra il 1940 e il 1956 divise in sette sezioni:

- Finisterre → lontananza e funzione salvifica di Clizia- Dopo → vicende storiche e temi privati- Intermezzo, Flashes e dediche → temi quotidiani e impressioni di

viaggio; esperienza intellettuale (Clizia) e passione erotica (Volpe)- Silvae → proiezione cosmica del dolore personale;

• Clizia, donna- angelo e simbolo del vitalismo biologico- Madrigali privati → passione erotica (Volpe)- Conclusioni provvisorie → funzione della poesia nella “guerra fredda”

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La bufera e altro: I TEMIPresenza del poeta nella storiaLa poesia come civiltà e valore metastoricoLa donna come correlativo oggettivo della resistenza al male di vivere La donna angelo VS assurde parvenze del mondoLa cultura come Bene VS massificazione e alienazioneIl modello di Dante

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Satura • Raccolta pubblicata nel 1971• Poesie scritte tra il 1962 e il

1970 divise in quattro sezioni:Xenia I, Xenia II, Satura I, Satura II

• Temi:- dialettica vita-morte, tempo-eternità- satira nei confronti del consumismo

• La figura di Mosca:- musa ispiratrice più modesta delle altre- adesione alla vita quotidiana

Eugenio Montale e Drusilla Tanzi

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Satura: TEMITono colloquialeNatura diaristicaLa sofferenza si fa ironiaVicino al crepuscolarismo Vena ironica e autoironica Lessico colloquiale

Lontano dal crepuscolarismo Rifiuto del vittimismo e del

sentimentalismo

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LetterAutori © 2012 Zanichelli editore Spa Bologna

Raccolte poetiche degli anni Settanta:- Diario del ’71 e del ’72 (1973)- Quaderno di quattro anni (1977) impostazione diaristica- Diario postumo (1996, postumo)

Testi in prosa

• Farfalla di Dinard (1956)- Varietà di toni: descrittivo, memoriale, ironico- personaggi tratti dal quotidiano

• Auto da fé (1966)- raccolta di articoli e saggi (politica, cultura, costume)- critica dei valori della società di massa

15. Le ultime raccolte e le proseEugenio Montale

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E’ difficile viveresenza fede alcuna:

ogni giorno una notiziad’un massacro. E negli incastriquotidiani, scorgiamo il cupo

segno del destino.

Ma una nota un guizzo inaspettato

tra i rampicanti, o un ignotobattitore che rilancia la palla

e la partita ricomincia.

E’ la battaglia della sopravvivenza.

( Diario postumo)