Eucaristia e storia dell’uomo - San Pier Giuliano Eymard · Si è trattato del primo Convegno...

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1 Giugno 2006 Eucaristia e storia dell’uomo Cari amici parrocchiani, Il mese di giugno ormai avanzato (ci scusiamo per il ritardo di questo numero del giornalino) si è aperto per i Sacramentini d’Italia con un convegno veramente “straordinario” per importanza, contenuti e finalità che hanno suscitato nel cuore di tutti i partecipanti - 130 persone circa tra Sacerdoti e laici - grande entusiasmo e voglia di camminare, sempre più insieme, nelle nostre Comunità perchè è l’Eucaristia il vero Sacramento che fa la Chiesa e noi proviamo grande gioia nel far parte di questa famiglia parrocchiale che è intestata a san Pier Giuliano Eymard, l’apostolo dell’Eucaristia. Padre Giuseppe Bettoni, incaricato del settore della Pastorale nella Provincia italiana e organizzatore del convegno, nella mattinata di chiusura - sabato 3 giugno - ha così sintetizzato il “successo” di questa iniziativa: Anzitutto la proposta di una pastorale di metodo nuovo per le nostre Comunità che susciti il passaggio da un insegnamento solo tradizionale a quello Mistagogico del Sacramento dell’Eucaristia. Occorre davvero conoscere più profondamente, occorre studiare, ascoltare, scoprire i significati pieni e complementari del Mistero Eucaristico. ”Mai più soli” noi Sacerdoti, ma sempre affiancati dai laici in una sinergia ricchissima di esperienze, realtà e confronti indispensabili per rendere sempre più concrete e attuali anche le predicazioni e le catechesi dell’Eucaristia, Centro della vita di ogni Cristiano e della Chiesa intera.

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1 Giugno 2006

Eucaristia e storia dell’uomo

Cari amici parrocchiani,

Il mese di giugno ormai avanzato (ci scusiamo per il ritardo diquesto numero del giornalino) si è aperto per i Sacramentinid’Italia con un convegno veramente “straordinario” per importanza,contenuti e finalità che hanno suscitato nel cuore di tutti i partecipanti- 130 persone circa tra Sacerdoti e laici - grande entusiasmo evoglia di camminare, sempre più insieme, nelle nostre Comunitàperchè è l’Eucaristia il vero Sacramento che fa la Chiesa e noiproviamo grande gioia nel far parte di questa famiglia parrocchialeche è intestata a san Pier Giuliano Eymard, l’apostolodell’Eucaristia.

Padre Giuseppe Bettoni, incaricato del settore della Pastoralenella Provincia italiana e organizzatore del convegno, nellamattinata di chiusura - sabato 3 giugno - ha così sintetizzato il“successo” di questa iniziativa:

1° Anzitutto la proposta di una pastorale di metodo nuovo perle nostre Comunità che susciti il passaggio da un insegnamentosolo tradizionale a quello Mistagogico del Sacramentodell’Eucaristia.Occorre davvero conoscere più profondamente, occorrestudiare, ascoltare, scoprire i significati pieni e complementaridel Mistero Eucaristico.

2° ”Mai più soli” noi Sacerdoti, ma sempre affiancati dai laici inuna sinergia ricchissima di esperienze, realtà e confrontiindispensabili per rendere sempre più concrete e attuali anchele predicazioni e le catechesi dell’Eucaristia, Centro della vitadi ogni Cristiano e della Chiesa intera.

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3° Incarnare l’Eucaristia nei vari settori e realtà della storiadell’uomo (chiaro il titolo del convegno:”Eucaristia e storiadell’uomo”) non avendo mai paura di mettere in relazionel’Eucaristia con le esperienze della vita sociale e mondiale (èpossibile leggere i “Laboratori” nell’articolo di Giovanni Faruffiniin questo giornalino).

Da tutto questo emerge sempre più forte la gioia di essere unSacerdote della famiglia dei Padri Sacramentini, in questo tempo,in questa Chiesa che cammina insieme, in questo mondo che hasempre più bisogno di Cristo, Pane di vita.

Mi auguro di poter riuscire a trasmettere la ricchezza ricevutaanche a voi perchè condividiate la gioia di scoprire la bellezza, lanecessità e l’attualità dell’Eucaristia nella vita personale eComunitaria.

Vi auguro intanto buona festa del “Corpus Domini” , ormai vicina- domenica 18 giugno - nel ricordo del Corpo e Sangue di Gesùdonato a noi per amore.

p. Gianfrancoparroco

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3 Giugno 2006

Convegno nazionale “Eucaristia e storia dell’uomo”Assisi 2 e 3 giugno 2006

La partecipazione della nostra Parrocchia

Una rappresentanza della nostra Parrocchia, guidata da Padre Gianfranco ePadre Giuseppe, ha partecipato negli scorsi giorni 2 e 3 giugno al Convegnonazionale “Eucaristia e storia dell’uomo” organizzato dalla ComunitàSacramentina italiana per celebrare i 150 anni della fondazione dellaCongregazione.

Si è trattato del primo Convegno nazionale della Comunità Sacramentinaaperto alla partecipazione dei laici e - come ha per altro evidenziato PadreGiuseppe Bettoni, Consigliere Provinciale nella relazione conclusiva - questascelta si è rivelata assolutamente vincente, tanto da fargli dire “d’ora in poi inostri convegni vedranno sempre la partecipazione dei laici”.L’importanza di questo Convegno, evidenziata dalla presenza del SuperioreGenerale e del Padre Provinciale, non è sfuggita alla Chiesa Italiana che l’hatestimoniata attraverso la presenza dei Vescovi di Perugia e di Pesaro.

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Una fortunata coincidenza ha voluto che tutti i partecipanti della nostraParrocchia avessero avuto la possibilità di disporre anche dell’intera giornatadel primo giugno: si è così deciso di dare una degna preparazione a questoimportante evento attraverso una visita di meditazione a due dei più rilevantiluoghi della spiritualità di S. Francesco: il Santuario della Verna e la Chiesadi S. Maria degli Angeli. Anche se il tempo a disposizione non è stato molto,la contemplazione di quei luoghi così carichi di misticismo, ci ha ben introdottinell’atmosfera dei lavori, iniziati il mattino seguente con due importanti relazionitenute dai proff. Don Enrico Mazza e Don Pierangelo Sequeri.Sono stati due interventi di alto livello, forse un po’ difficili per i “non addettiai lavori”, ma che ci hanno consentito di entrare subito nel vivo del convegno.

Dei due interventi ci piace ricordare qui solo due brevissimi spunti, assai utiliperò per vivere sempre meglio la nostra Eucaristia.Dalla relazione di Don Mazza riprendiamo il concetto di “partecipazioneattiva all’Eucaristia” che si estrinseca nella capacità di passare dal “ciò che sivede” (attraverso gli occhi del corpo) al “ciò che è”, visto attraverso gliocchi della fede. Se gli occhi del corpo vedono sull’altare il Sacerdote checonsacra il pane ed il vino, quelli della fede vedono il Cristo stesso che offreil Suo corpo ed il Suo sangue.

Dalla relazione di Don Sequeri riprendiamo il concetto, espresso medianteun provocante esempio, che l’Eucaristia deve essere vissuta nella nostravita di ogni giorno attraverso l’aiuto ai più deboli.Nel pomeriggio sono stati tutti i partecipanti, Sacerdoti e laici assieme, adiventare i protagonisti del Convegno attraverso la discussione in gruppi dilavoro, assai opportunamente definiti “Laboratori” dei 5 temi

- Eucaristia e pace- Eucaristia e dialogo- Eucaristia e custodia del creato- Eucaristia e condivisione- Eucaristia e solidarietà

individuati dagli organizzatori del Convegno per meglio sviscerare il tema“Eucaristia e storia dell’uomo”.

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5 Giugno 2006

Prima dell’inizio dei lavori pomeridiani il nostro gruppo ha avuto l’interessanteopportunità di effettuare una visita guidata alla “Galleria d’artecontemporanea” che è una della raccolte dell’Osservatorio della “Pro CivitateCristiana” (l’Istituto che ha ospitato il Convegno). L’Osservatorio nel suoinsieme (Biblioteca, Galleria, Iconografico, Fonoteca) intende documentarela presenza di Cristo nel mondo culturale antico e contemporaneo. La Galleria,in particolare, comprende opere di pittura, scultura e grafica contemporanee.E’ stato sicuramente un ulteriore aiuto a vivere più intensamente il contenutodel Convegno, oltre che un momento di elevato contenuto artistico, chesuggeriamo a chiunque abbia la fortuna di poter visitare la città di Assisi..

La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica da parte del Vescovodi Perugia, mons.Chiaretti, che nella sua omelia – purtroppo resa di difficileascolto a causa di problemi tecnici di audio – non ha mancato di ricordarel’importanza della pratica della adorazione eucaristica, della partecipazionealla Eucaristia domenicale e della sua trasformazione in atti concreti nella vitaquotidiana.

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La mattina del secondo giorno è stata dedicata alla presentazione delleconclusioni alle quali sono giunti i 5 “Laboratori”; per ovvii motivi non èpossibile riportarle qui, ma l’impegno della nostra Comunità è di metterle aconoscenza di tutti non appena saranno disponibili nella versione integrale,per consentirne l’approfondimento personale e comunitario.

Ricordiamo qui solamente che così come il titolo del Convegno suggerisce ilconcetto di una Eucaristia che ha plasmato e continua a plasmare l’interastoria dell’uomo, i Laboratori hanno evidenziato – attraverso la discussionesu una relazione base tenuta in ogni gruppo da un esperto del settore – lostretto legame esistente tra l’Eucaristia stessa ed i temi della pace, del rispettodell’ambiente (con particolare riferimento al valore dell’acqua, troppo spessonon tenuto nella dovuta considerazione, del dialogo tra culture e religionidiverse, della condivisione dei beni (molto interessante il concetto di “economiadi comunione” presentato anche con esempi pratici), e della solidarietà tra ipiù ed i meno fortunati.

Una nota a margine del convegno: al di là del significato e del valore degliargomenti trattati, il convegno ha mostrato ancora una volta l’importanzache assume - nella vita di una comunità - il ritrovarsi, il sentirsi vicini anchefisicamente, il potersi scambiare di persona opinioni e sensazioni.Con la celebrazione eucaristica presieduta dal Superiore Generale dellaCongregazione si è concluso il convegno.

Ma il nostro gruppo ha vissuto un ulteriore momento comunitario: ilringraziamento per il dono di aver potuto partecipare al Convegno, resoattraverso la visita all’Eremo delle Carceri sopra Assisi dove san Francescocon i suoi frati era solito ritirarsi nel silenzio, nel raccoglimento e nellacontemplazione della natura così viva ed eloquente in quel bosco.Assisi ci ha fatto quindi del bene non solo per il Convegno Eucaristico maanche per tutte le sue bellezze artistiche e naturali che da se stesse parlano alcuore.

Giovanni Faruffini

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7 Giugno 2006

La Messa si impara in famiglia

APPUNTI PER GENITORI E CATECHISTI

(segue)

SACRIFICIOLa paorola «sacrificio» significa soprattutto gesto supremo d’amore. Quelloche rivive nel cuore della Messa.

In famiglia:- La mamma e il papà possono davvero dire con il celebrante: «Prendete e

mangiate questo sono io!». Quando tutta lafamiglia è riunita a tavola, che cosa mangiano i figli?

- Le cose grandi si conquistano con la fatica.- L’amore vero richiede sempre sacrificio, perché è dono

di «pezzi» di sé.- L’amore familiare si dimostra con i «gesti di servizio». Sono i grandi e

piccoli gesti (dall’impegno di lavoro e studio a portare fuori i rifiuti) chedicono concretamente: «Voi siete importanti per me!».

PADRE NOSTROSiamo arrivati alla «seconda comunione». Con gesti concreti, vivi, ci uniremoa Gesù. Apriamo questo grande momento, in cui davvero cielo e terra sitoccano, con la preghiera che Gesù ci ha insegnato, il Padre Nostro. Alziamole braccia al cielo o ci prendiamo per mano quasi a formare una «casa» dicarne e sangue pronta ad accogliere Dio Padre, Gesù e lo Spirito Santo.

In famiglia:- Sentire la presenza di Dio, manifestarla pregando il Padre Nostro tenendosi

per mano o strettamente abbracciati.- Dare risalto alla figura del papà. Chiedere a lui di benedire la famiglia.

Festeggiare il suo onomastico e il suo compleanno con fantasia e un toccoin più.

- Occorre fare attenzione all’idea che i genitori hanno di Dio, per evitare dipresentare un falso dio ai figli. La fede è contagiosa. Lo sono anche le suedeformazioni.

IL SEGNO DELLA PACEScambiarsi un segno di pace è un gesto antico. Non è solo un atto di cordialitàe amicizia. È un impegno che prendiamo: dovunque andremo saremo costruttoridi pace, amicizia e solidarietà.

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In famiglia:- Ricordare spesso la ricetta della vita felice: «Ci vogliono quattro abbracci al

giorno per sopravvivere. Ci vogliono otto abbracci al giorno per tirare avanti.Ci vogliono sedici abbracci al giorno per crescere bene».

Il mio papà dice che sono enormemente magnifica. Io michiedo se lo sono davvero.Per essere enormemente magnifica... Sara dice che bisognaavere denti bianchi e perfettamente dritti come i suoi.Io non li ho.Per essere enormemente magnifica... Jessica dice che nondevi avere quelle piccole macchie marroni sulla faccia che sichiamano lentiggini. Io le ho.Per essere enormemente magnifica... Marco dice che bisognaessere la più intelligente della seconda media. Io non lo sono.Per essere enormemente magnifica... Stefano dice che bisognasaper dire le battute più buffe della scuola. Io non lo so fare.Per essere enormemente magnifica... Laura dice che bisognavivere nel quartiere più carino della città e nella casa piùgraziosa. Io non lo faccio.Per essere enormemente magnifica... Mattia dice che bisognaindossare solo i vestiti più carini e le scarpe più alla moda. Ionon li indosso.Per essere enormemente magnifica... Samantha dice che bisognaprovenire da una famiglia perfetta. Non é il mio caso. Ma ognisera, quand’é ora di dormire, papà mi abbraccia forte e dice:“Tu sei enormemente magnifica e ti voglio bene”. Papà devesapere qualcosa che i miei amici non sanno.

MANGIAREAbbiamo risposto all’invito di Gesù e ora mangiamo insieme. Siamo come idiscepoli all’Ultima Cena. Mangiare é un atto profondamente umano: ci serveper vivere. Nell’Eucaristia diventa un gesto divino: per vivere da cristianiabbiamo bisogno di Gesù. E Lui si é trasformato in cibo. Assumiamo il corpoe il sangue di Gesù.E’ come dire: “diventiamo Lui!”In famiglia:

- È una soddisfazione unica condividere il cibo insieme. In famiglia deve esseresempre una gioia.

- Convivialità significa condivisione di vita. Durante la cena é bello scambiarsi“le cose belle e le cose brutte che mi sono capitate oggi”.

(Continua il prossimo mese)

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9 Giugno 2006

Ho letto “Il Codice da Vinci”

Mi è stato regalato il libro “Il codice da Vinci” che ho letto tutto d’un fiato.La copertina mi ha subito attirato, pensando che fosse un libro che, se purromanzato, mi avvicinasse in maniera semplice alla storia dell’arte. Fin dalleprime pagine ho capito che con l’arte aveva poco a che fare. Poco importa,a me piace leggere e la storia si rivelava appassionante. Un triller, con un po’d’amore, un po’ di intrigo, cospirazioni, verità svelate. Ciò che però mi hastupito è che alla base di questa trama c’erano delle presunte verità chel’autore aveva messo lì, in modo tale che il lettore venisse quasiinconsapevolmente portato a credere che fossero delle verità storiche.La “bugia” che mi veniva propinata mi sembrava talmente esagerata da essereassurda, da considerarla subito un frutto di fantasia. Ma si sa il tarlo deldubbio a volte si insinua anche fra le pieghe delle certezze più consolidate,specialmente in un argomento così delicato come la religione, e in particolarmodo la religione cristiana.Ciò che più di tutto mi ha reso perplessa è che all’inizio del libro, l’autore sié ben preoccupato di specificare che: “Tutte le descrizioni di opere d’artee architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questoromanzo rispecchiano la verità”.Gli argomenti trattati erano troppo appetibili: Gesù non avrebbe avuto nientedi divino, anzi, uomo comune, avrebbe sposato la Maddalena. Da lei avrebbeavuto una figlia, la quale sarebbe diventata la capostipite dei Merovingi, eche la stessa Maddalena, dopo la crocifissione di Gesù si sarebbe rifugiatain Francia. Re Costantino, per motivi politici avrebbe elevato Gesù a Dio,distruggendo tutti i documenti che avrebbero comprovato la sua umanità: Ilsanto Graal è diventato il Sang Real = sangue reale = quindi sangue di re.Esisteva poi un Priorato che proteggeva questo segreto del quale ne facevaparte anche Leonardo da Vinci. Per attestare ciò, il pittore avrebbe dipintonel famoso cenacolo una figura di donna, la Maddalena appunto, (e nonGiovanni) alla destra di Gesù . L’Opus Dei diventa un’associazione criminaledisposta a tutto pur di far sì che la loro verità non venga mai scoperta.Capite che per quelle persone che stanno sul filo del credo-non credo, oaddirittura sono desiderosi di calpestare la fede cristiana, queste presunte

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verità calzerebbero a pennello per dimostrare l’eventuale punto debole dellaChiesa, dando libero spazio a tutto quello che si può inventare.So che tutto ciò può sembrare a noi cristiani una vera fantasia, ma non crediateche tutti siano poi così convinti.Il libro ha avuto un enorme successo, fino ad ora ne sono state vendute piùdi quarantatré milioni di copie.Non avendo una grande cultura e forse nemmeno una grande fede ho decisosubito di documentarmiSono andata così alla ricerca di alcune interviste delle quali vi esporrò qualchestralcio.

Interviste 09 febbraio 2006 - Storici e studiosi affrontano il “Codice”

È un romanzo scritto con grande abilità, da interpretare come un’operadi pura finzione. Non esiste nessuna prova di un viaggio di MariaMaddalena fino alla Francia. Prima di diffondere teorie bisogna farericerche scientifiche ben precise. Anche la tesi ardua dell’origine dellaparola Santo Graal come sang real, non ha alcun fondamento. (ValerioMassimo Manfredi, storico e scrittore )

Per me questo romanzo è un incredibile falso storico… Per non parlaredella accuse incredibili all’Opus Dei. E le teorie bizzarre che vedono ladiscendenza dei Merovingi provenire da Gesù. Dan Brown soffre dievidente paranoia combinatoria, una patologia che ti fa trovare provealle tue fissazioni dappertutto». (Francesco Alberoni, sociologo)

Non c’è nessuna Maria Maddalena al fianco del Gesù dell’Ultima cena,è semplicemente la tradizionale immagine effeminata di Giovann….(Vittorio Sgarbi, critico d’arte e parlamentare)

Recensioni del 04 febbraio 2006 - Commenti del libro usciti sui diversigiornali italiani. [+]

Mario Bagnara Da cattolico, sono prevenuto e un po’ irritato verso Dan Brown, perchépresenta le sue tesi come se fossero vere, mentre non c’è nulla di storico

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11 Giugno 2006

e nemmeno di letterario. Il romanzo è tendenzioso, offensivo verso laChiesa e l’Opus Dei. Se avesse insultato così altre religioni. sarebbescoppiato l’inferno, invece Brown non rischia nulla perchè per fortunala Chiesa cattolica, perlomeno ai tempi nostri, non reagisce con violenza,al massimo critica».

30 luglio 2005 Umberto Eco // L’EspressoIl ‘Codice da Vinci’ è un romanzo, e come tale avrebbe il diritto diinventare quello che vuole. Oltretutto è scritto con abilità e lo si legged’un fiato. Né è grave che l’autore all’inizio ci dica che quello cheracconta è verità storica..-Per smontare la presunta storicità del ‘Codice’ basterebbe un articoloabbastanza breve (e ne sono stati scritti di ottimi) che dica due cose: Laprima è che tutta la vicenda di Gesù… è paccottiglia …La seconda cosa è che Brown dissemina il suo libro di numerosi erroristorici,… Credo sia questo che preoccupa la chiesa. La credenza nel‘Codice’ (e in un altro Gesù) è un sintomo di scristianizzazione. Quandola gente non crede più in Dio, diceva Chesterton, non è che non credapiù a nulla, crede a tutto.

02 ottobre 2004 Ignazio Ingrao // GenteIl cardinale Ersilio Tonini … “Il Codice da Vinci …ripropone l’anticaeresia poetica che negava la natura divina di Gesù”. Tuttavia, ilcardinale invita a non fare inutili crociate: “Credo che molti abbianoletto il libro solo per curiosità ma non diano troppa importanza alle sueaffermazioni. Tanti hanno provato a intaccare la figura di Gesù nelcorso dei secoli ma non ci sono riusciti”.

12 aprile 2006 Corriere della SeraNon è più storia, è fantasia, ma la gente la prende per vera. E già siannunciano storie tratte dai vangeli gnostici come quella su Giuda, …

“Il Giornale” n.19 del 15-05-06Il tradimento di Gesù era avvenuto per 30 denari, mentre oggi, a tradireGesù, c’è un affare di milioni di dollari e questo è realmente triste»ammonisce Bertone, che tuttavia non esclude altre possibilità: «È vero

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che è triste se si trattasse di una questione solamente economica, ma sefosse una campagna per smantellare i cardini della religione cristianasarebbe qualcosa di decisamente più preoccupante». (Cardinal Bertone)

Deve essere ben chiaro che romanzi come il “Codice Da Vinci” nonsono “solo un romanzo”. Essi sono uno strumento per veicolaredeterminate idee e credenze a folti gruppi di persone, spesso compostidi individui che non vagliano fino in fondo ciò che stanno leggendo.

Forse questa è stata anche per me un’occasione per interrogare il mio cuore.Davanti a te , Gesù, noi due soli, faccia a faccia, mi hai chiesto:- Tu da che parte stai?-Allora mi sono apparsi i nostri momenti di tenerezza, di dialogo, di preghiera,di condivisione;La mia parrocchia, la mia comunità, i miei sforzi, i tuoi doni, la tua pazienza,la tua generosità, Signore!Non ho avuto dubbi. Del resto come avrei potuto risponderti “con loro”.Fra tre giorni uscirà il film tratto da questo libro. Non so se andrò a vederlo,non ne sento il bisogno. Ma qualora la curiosità avesse il sopravvento, eanche se mi venissero dei dubbi o delle incertezze, ben vengano se servonoa risvegliare questa mia fede che fa tanto presto ad assopirsi.E se oltre a me, anche a qualcuno di voi questo libro avesse stuzzicato unafede un po’ addormentata o fatto nascere nel profondo del cuore un desideriodi ricerca della verità, senza rendersene conto, Dan Brown che grande regaloavrebbe fatto a noi cristiani!

Una parrocchiana

Fonti:www.opusdei.itwww.ilgiornale.itwww.escriva.itwww.corriere.it

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13 Giugno 2006

IL NIDO VUOTO

Un sacerdote francese, Pierre Talec, scrittore e direttore di un noto eimportante periodico, riprende in un suo libro, “Per essere sereni”,un tema che la psicologia tratta da tempo e definisce “Sindrome delnido vuoto”.Succede spesso di vedere una mamma felice che assaporavisibilmente la delizia di guardare la vivacità, la spontaneità e la vogliadi vivere del suo bambino, ma capita anche di cogliere nei suoi occhiun velo di nostalgia, come se fosse conscia che un giorno il suo“piccolo” non sarà più così spontaneo e si affievolirà la complicitàmadre/figlio, che adesso rende entrambi felici.Quando viene celebrato un matrimonio è facile vedere lacrimecommoventi e discrete che brillano sul volto della madre. Che strappola partenza del figlio! I padri piangono raramente ma sono colpitianch’essi, visceralmente. Certo non è una sorpresa. Nella maggiorparte dei casi il figlio già volava con le sue ali!“L’uomo lascerà suo padre e sua madre”. E’ Parola del Signore!Dio consacra con il Suo sigillo quella unione e quindi i genitori assumonoun atteggiamento spirituale, fanno una rinuncia e un dono di sé, nellospirito del Vangelo. E’ quindi un dono gioioso lasciar andare i figli secondola loro libertà e vederli felici. Lo saranno? Che sarà di loro?Certo lasciare padre e madre non significa abbandonarli a sé stessi incaso di bisogno materiale o affettivo: “Onora tuo padre e tua madre,perché si prolunghino i tuoi giorni”. Il bisogno d’amore sussistesempre e il posto dei genitori è insostituibile.Ma San Paolo scrive anche: “Genitori, non inasprite i figli” ed èproprio su questo invito che vogliamo focalizzare la nostra attenzione.Non dobbiamo far pesare la pena che proviamo nel vederli sfuggire.Non dobbiamo colpevolizzarli insidiosamente con riflessioni allusivesulle loro visite troppo rare, anche perché l’effetto sarebbe contrario.Non possiamo essere possessivi, sotto un’apparenza di liberalità: “Tulo sai, io ti lascio libero!” I figli percepiscono i nostri sentimenti diautocommiserazione. Lasciare che i figli vivano la propria vita nonsignifica abbandono, ma un’altra forma di dono: disponibilità a renderloro un sevizio, una presenza discreta, una vicinanza…a distanza.Tutto dipende da come li abbiamo allevati ed educati, anche se in pochicasi può accadere che i figli siano veramente ingrati. C’è una

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connessione diretta tra il realizzare un rapporto sereno e al tempostesso agire nel rispetto dei principi etici. Questi sono principi sui qualisiamo tutti d’accordo finché rimangono a livello teorico, ma troppospesso, come dimostra l’esperienza, vengono vissuti male.E’ quindi assolutamente necessario ricordare che:? Il figlio è un dono, non un diritto.? Il figlio è fine a sé stesso, non è un mezzo.

Si è concluso, prima di Pasqua, nella Parrocchia di San Pier GiulianoEymard, il “percorso” di preparazione dei fidanzati al matrimoniocristiano. Il nostro parroco, Padre Gianfranco, affiancato da una coppiadi suoceri, anche nonni, della nostra comunità propone già da diversianni un incontro con i genitori dei fidanzati, prossimi a diventare suocerinel quale legge in forma anonima alcune risposte spontanee che ifidanzati danno a domande poste loro alla fine del percorso.Queste risposte sono l’espressione più pura, semplice e a voltecommovente della Fede e del modo di percepire l’unione sponsalecome il Sacramento che rende sacro e perenne il matrimonio e cheapre a nuovi rapporti di amicizia tra le coppie stesse dei fidanzati, chesi sono conosciute e incontrate durante il percorso.In un clima di semplicità e di amicizia vengono poi sottolineati ai futurisuoceri alcuni accorgimenti per garantire serenità ai fidanzati e perproteggerli da affettuosi ma eccessivi interventi alla vigilia delmatrimonio da parte di parenti ed amici, consentendo loro di viverequel momento straordinario in dolce concentrazione, per rispettare laloro privacy anche nella loro successiva vita di coppia e per dareloro piena fiducia e libertà, nei rapporti con i bambini, che saranno ilfrutto del loro amore, pur essendo sempre disponibili ad eventualirichieste di aiuto non invasivo.Un incontro davvero “originale e curioso”, che anche quest’anno havisto una partecipazione piena, suscitando il dialogo fraterno el’attenzione al giorno gioioso della celebrazione delle nozze, non solo,ma anche poi l’impegno all’affiancamento nel loro cammino futuro dicoppia e di famiglia.

IL GRUPPO FAMIGLIE

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15 Giugno 2006

CHE SIGNIFICA INIZIARE UN CAMMINOE POI…?

(lettera aperta agli uomini di buona volontà della parrocchiadi san Pier Giuliano)

Cari amici, care amiche,

ci sembra bello iniziare con voi questo nostro “aprire il cuore” riportandouna frase di Paolo VI estrapolata da ‘Evangelii nuntiandi’ al n. 15:

“…comunità dei credenti, comunità di speranza vissuta epartecipata, comunità d’amore fraterno, essa ha bisogno diASCOLTARE DI CONTINUO CIO’ CHE DEVE CREDERE…”

Quest’anno ci siamo riuniti più volte per ASCOLTARE la Parola di Diousando il testo della Diocesi di Milano “Fame e sete di giustizia” - ilprofeta Amos.

Forse non ci crederete... ma all’inizio dell’Anno Pastorale il testo èstato acquistato da una ottantina di persone (!). Ma durante i mercoledìdi quaresima, periodo in cui è iniziato questo percorso, nel duplice orariodelle 15,15 e delle 21.15 di fatto hanno iniziato una ventina di persone.

Questi incontri, sospesi durante la Pasqua, sono ripresi mercoledì 10maggio e mercoledì 17;   Un grande disagio ci ha preso perché di fattonon è stato possibile vivere l’incontro per l’assenza quasi totale dellepersone.

Che amarezza! Il sesto incontro aveva come tematica di fondo proprioil ruolo dell’ascolto della Parola di Dio nella vita di una comunità cristianae alcuni stimoli per il dialogo recitavano così:

* la nostra società ci sembra abbia fame e sete della Parola di Dio?

* io ho fame e sete di questa Parola?

* come e dove soddisfo questo desiderio?

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Naturalmente queste domande…non ci sono state date risposte.La conclusione più spicciola potrebbe essere: non c’è questa fame esete; non ci sono persone interessate alla nostra proposta…anche chiha iniziato si è defilato senza far conoscere il perché di questainterruzione… Vogliamo tuttavia riproporre il senso di questa proposta, che è l’unicaoccasione per una vera formazione spirituale degli adulti; soprattutto diquanti svolgono in comunità un servizio o ministero: catechisti,animatori, lettori, servizio caritas, consiglio pastorale, volontari,collaboratori...

Solo la comunità ecclesiale è l’organo qualificato della riletturadella Bibbia nella situazione odierna…di qui la necessità dileggere e approfondire la conoscenza della Parola, insieme, nelgruppo, nella comunità parrocchiale. 

Solo nella luce e forza dello Spirito Santo avviene l’ascolto vero,voluto dal Signore…per questo l’ambito in cui avvengono gliincontri è quello della ‘preghiera’… 

In questa ‘esperienza di comunione nella fede’ tutti sono coinvoltia donare qualcosa del proprio ascolto…non si tratta di ‘far sapere’il proprio bagaglio culturale…il dialogo è ‘dialogo d’ascolto nelloSpirito’…e quindi tutti sono contemporaneamente discepoli emaestri… 

Chiediamo a chi ha manifestato, anche se poco, interesse alla propostadi farci conoscere i perché della propria assenza…da questo dialogopotremmo trarre le indicazioni giuste perché la proposta non cada  piùnel ‘vuoto’.

Arrivederci a tutti all’inizio del prossimo anno pastorale.      

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17 Giugno 2006

Nel 150° anniversario di fondazionedell’Istituto da parte di Padre Eymard(1856) presentiamo, a puntate, la storiadella Famiglia Religiosa dei PadriSacramentini

(Continua)

La missione dopo 150 anni...di Fiorenzo Salvi sssSuperiore Generale dei Padri Sacramentini

Dalla “voce” di chi oggi è alla guidadella Congregazione del SS.moSacramento, popolarmenteconosciuta come famiglia religiosadei Padri Sacramentini, ascoltiamocome oggi, dopo 150 anni di vita, iSacramentini continuano aproporre la centralitàdell’Eucaristia.

Testimoniare la forza di rinnovamento dell’EucaristiaCome ho già detto, noi siamo una congregazione religiosa apostolicae cioè una famiglia religiosa impegnata in diverse attività apostolicheche hanno nell’Eucaristia la loro caratterizzazione.È però ben chiaro, come ci insegna il nostro fondatore, che nonpossiamo essere apostoli dell’Eucaristia se per primi non viviamo noistessi la sua forza trasformante. Non a caso la nostra Regola, proprioal suo primo numero, così definisce la nostra identità e missione: “Ilnostro ideale è vivere pienamente il mistero dell’Eucaristia e rivelarneil significato”. La fecondità della nostra missione nasce quindi dal “viverepienamente il mistero dell’Eucaristia”.Per fare nostro questo ideale di vita sono necessari anni di formazione,molto studio, tanta preghiera e una. esperienza di vita eucaristica inuna comunità di fratelli dove “la celebrazione del Memoriale del Signoreè al centro della nostra vita personale e comunitaria” (Regola di Vita21).

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La prima missione delle nostre comunità, quindi, è di testimoniare inmodo evidente la vita del Cristo che sgorga da questo sacramento.Per questo ogni giorno, partecipiamo alla mensa della Parola e delPane delle Vita, e prolunghiamo la nostra formazione alla vitaeucaristica in una tempo prolungato di preghiera (un’ora) alla presenzadi Cristo nell’Eucaristia. E così, di giorno in giorno lo Spirito compie lasua azione plasmatrice, la comunione con Cristo e tra noi cresce etutta l’esistenza si fa dono a Dio e ai fratelli.

Proporre e condividere la spiritualità eucaristicaOgni congregazione ha la sua spiritualità. Al seguito di p. Eymard, noisacramentini da 150 anni siamo promotori della spiritualità eucaristica:una spiritualità semplice, sicura, accessibile a tutti, radicatanell’eucaristia, cuore stesso della vita della chiesa. Concretamente laspiritualità eucaristica è uno stile di vita che assimila i valori chel’eucaristia esprime, gli atteggiamenti che essa ispira, gli orientamentiche suscita. È questo, in fondo, l’obiettivo a cui tende la missione delp. Eymard e la nostra: che il Cristo, celebrato e accolto nell’Eucaristia,cresca nel cuore dei fedeli, li raccolga nella comunione di un solo Corpoper essere luce ‘e sale della terra.

Laici e sacerdoti partecipi della stessa missioneLa missione eucaristica della nostra congregazione è condivisa e fattapropria anche da quei laici e sacerdoti che lo Spirito attira, attraversouno speciale amore all’eucaristia, a condividere la stessa missionedel p. Eymard. Anch’essi fanno parte a pieno diritto della famigliaeymardiana.Per quanto riguarda i laici possiamo dire che anche per loro l’ideale è:“vivere pienamente il mistero dell’Eucaristia e rivelarne il significato”.Per questo fanno della loro partecipazione all’Eucaristia il centro dellaloro vita e, secondo le proprie possibilità, consacrano un tempoimportante alla preghiera alla presenza di Cristo nell’Eucaristia.Svolgono il loro lavoro professionale e normalmente sono ancheimpegnati in attività apostoliche, caritative o sociali nella propriaparrocchia. Sono particolarmente sensibili ai ministeri strettamentelegati all’Eucaristia (lettori, accoliti, portare la comunione ai malati,animatori liturgici.. .).Lungo i 150 anni della nostra storia, questi laici si sono organizzati inassociazione. In particolare l’Aggregazione del SS.mo Sacramento,ha conosciuto un largo successo e una fioritura straordinaria in ogniparte del mondo.La loro formazione (incontri, esercizi spirituali, sessioni di formazione

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19 Giugno 2006

e aggiornamento) è assicurata dai membri delle due congregazioni.Una Rivista (come lo è stato e lo è l’Emanuele) assicura il collegamentoe la formazione a distanza dei membri.A partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II, si è aperta la ricerca dinuovi modelli di vita associativa che, ispirandosi all’ideale originale,esprimano le esigenze e le nuove sensibilità del nostro tempo. Leesperienze in corso sono incoraggianti.Insieme ai laici, anche molti sacerdoti diocesani hanno condiviso lanostra spiritualità e missione eucaristica. Anch’essi si sono organizzatiin Associazione, come l’Associazione dei Sacerdoti Adoratori che ebbeun grande successo e ha annoverato tra i suoi membri personalità dispicco, come per esempio Don Alberione e il beato Giovanni XXIII.Oggi, questa esperienza associativa si è quasi esaurita, ma non èvenuta meno da parte nostra la preoccupazione di considerare i preticome destinatari privilegiati della nostra missione. Con essi costruiamouno speciale vincolo di comunione e collaborazione. Per essi le nostrecomunità sono luoghi di accoglienza, formazione e condivisionefraterna. Alcuni dei nostri religiosi si dedicano all’animazione di sessionied esercizi spirituali per loro.

Parrocchie, centri di preghiera e di formazione eucaristicaDal tempo del fondatore e lungo quasi un secolo, le nostre comunitàsono nate nelle grandi città con lo scopo di creare dei Santuaridell’Eucaristia. Fu così che da Parigi la congregazione si diffuse nellegrandi capitali del mondo.Questi santuari eucaristici al centro delle grandi città sono stati luoghidi preghiera, di partecipazione alla celebrazione dell’Eucaristia, diformazione, di riconciliazione e direzione spirituale per generazioni dilaici e sacerdoti.Ma il ministero di queste comunità sacramentine non si esaurivaall’interno di queste chiese. I religiosi partivano per un ministeroeucaristico a vasto raggio, offrendo predicazioni, sessioni di formazioneeucaristica, ritiri spirituali, incontri con gli aggregati, preparazione eorganizzazione di congressi eucaristici parrocchiali, diocesani enazionali.Dopo il Concilio Vaticano II a questo modello di presenza e di missione,se ne sono affiancati altri come risposta alla mutata situazione dellachiesa e della società’. In particolare - e questa è la tipologia attualepiù diffusa delle nostre comunità - anche noi ci siamo aperti adassumere la responsabilità di Parrocchie. Questa nuova apertura hacoinvolto la nostra congregazione nella grande opera dievangelizzazione soprattutto in quei continenti dove ancora è atteso

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l’annuncio del vangelo. E così, dalle grandi città, si è passati anchealle zone di frontiera per annunciare il Vangelo e costruire comunitàplasmate dell’eucaristia. Molte nostre comunità vivono con i poveri eper i poveri per annunciare loro, attorno alla mensa dell’Eucaristia,quanto Dio li ama.Non meno significafive sono le comunità che dirigono case dispiritualità, di ritiro, di accoglienza e di incontri per laici, sacerdoti,religiosi e religiose. Esse offrono tempi di esperienza spirituale forte apartire dall’Eucaristia.

Le sfide che ci attendonoNegli anni del dopo Concilio molto abbiamo riflettuto sulla nostramissione nella chiesa e nel mondo di oggi e abbiamo elaborato deiProgetti-missione ispirativi e ad ampio respiro. Siamo consapevolidell’attualità della nostra missione, e cerchiamo di esprimerla in modocreativo e rispondente alle esigenze della chiesa e del mondo attuale.A titolo di esempio ricordo due aspetti su cui si concentrano i nostrisforzi per una missione rinnovata.La chiesa ha recuperato la centralità dell’Eucaristia, ma resta apertala sfida sul come trasformare questa centralità in una concretaesperienza di vita a livello personale, familiare, parrocchiale, diocesano,sociale. Ecco una sfida importante della nostra missione eucaristicaoggi: offrire percorsi formativi e pedagogici perché la partecipazioneall’Eucaristia - in particolare nel giorno del Signore - diventi veramenteil cuore pulsante della chiesa e la forza plasmatrice di una societàgiusta e solidale.Insieme a questa, un’altra sfida ci interroga oggi come sacramentini:qualificare e specializzare la nostra missione. La chiesa si attende danoi un contributo originale e specifico in tutto ciò che si riferisceall’Eucaristia. Questo sta stimolando i nostri religiosi, in particolarequelli della parte più giovane della congregazione, a qualificarsiattraverso un percorso formativo serio ed esigente. Ma questa sfidaimpegna anche ogni comunità ad essere creativa e coraggiosa, edesprimere così la nostra missione in tutta la sua ricchezza.Dopo 150 anni di storia e nella fedeltà alla missione che ci è stataaffidata, vogliamo continuare ad offrire alla chiesa e al mondo il nostromodesto contributo alla costruzione del Regno, annunciandol’eucaristia, forza di trasformazione del mondo e della chiesa.

(Da L’EMANUELE 3/2006)

(segue il prossimo mese)

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21 Giugno 2006

Religioni in dialogo... per i più piccoli

(continua)

LA PASQUA NELLA LITURGIA E NELLAVITA CRISTIANO-ORTODOSSASecondo il cristianesimo ogni domenica è Pasqua. Questa comprensione èvissuta in modo particolare all’interno dell’Ortodossia. L’evento pasquale dellamorte e Resurrezione del Signore non viene concepito come un dogma alquale dare un semplice assenso mentale, ma fa parte della vita spirituale delfedele e innerva continuamente la liturgia della Chiesa.Ancora oggi la Pasqua, festa delle feste, ha una solennità particolare; lungotutto il periodo della Grande Settimana, che precede la domenica diResurrezione, la chiesa Ortodossa celebra, ogni giorno, lunghe liturgie nellequali commemora, con alta poesia e pathos, la passione e la morte del Signore.I segni e i simboli presenti sono pieni di forza e di significato: fiori, foglie,acqua, processioni, incensazioni, canti, prostrazioni sono solo alcuni deglielementi inseriti nella liturgia che chiunque può osservare visitando una chiesaortodossa nel periodo della Grande Settimana; anche a livello sociale, in unpaese ortodosso, la Pasqua crea un’atmosfera di particolare festività.La chiesa crede che Cristo abbia sofferto veramente come uomo e, come tale,sia morto e risorto. Tale morte e resurrezione non riguarda solo Lui ma, in Lui,viene associata tutta l’umanità passata e futura.Per l’Ortodossia, chiunque vive e muore in Cristo ha modo di pregustare quellavita nuova situata nell’orizzonte dell’eternità. La morte rimane certamente comeun fenomeno fisico, ma non domina l’uomo come destino inevitabile e definitivo.San Giovanni Crisostomo dice: “È vero, noi moriamo ancora come prima, manon rimaniamo nella morte: e questo non è morire”.Tale concetto era ben chiaro alla cristianità primitiva al punto che i martiriandavano incontro alla morte con serenità non avendone paura: avevanopregustato che la morte era stata vinta e che esisteva una vita dopo di essa.Chi è già morto con Cristo nel battesimo (ecco il significato della totaleimmersione del corpo del battezzato nella vasca battesimale il Sabato Santo)non può che risorgere con Lui (ecco il significato dell’ emersione del corpo delbattezzato).Sant’Atanasio dice a tale proposito: “Gli uomini prima di credere in Cristo,vedono la morte come terribile e la temono; mentre quando passano alla fedee all’insegnamento di Lui disprezzano talmente la morte che le si muovonoincontro coraggiosamente, divenendo testimoni della Resurrezione operata dal

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Salvatore”. Questo fatto riveste un significato profondo e permanente nella vita;se qualcuno vuole penetrare nel cuore del cristianesimo orientale deve tenereconto di cioè costatarlo la notte in cui si celebra la liturgia pasquale ortodossa;di questa liturgia tutti gli altri riti non sono che riflessi o figure.Le parole dell’inno di Pasqua (tropario pasquale) ripetute moltissime volte, intono sempre più esultante, sino ad una travolgente ma composta gioia mistica,­”con la tua morte hai calpestato la morte”- sono il grande messaggio dellachiesa ortodossa: la gioia di Pasqua, l’aver bandito l’antico terrore che assediavala vita dell’uomo.Tale credo è stato tradotto in molte lingue, ma non ha mai perso la sua forzae si presenta ogni anno intatto nel suo gioioso mistero. La gioia di Pasqua siaffaccia persino durante la celebrazione della passione di Cristo. Così il VenerdìSanto ai vespri, nel momento stesso in cui Cristo rese lo spirito, già risuonanoi primi inni di resurrezione.È per tale gioia pasquale che l’icona di Cristo in croce non ha alcun segno ditragicità, ma rappresenta un uomo serenamente addormentato. Nei tradizionalicanti popolari greci la morte viene semplicemente canzonata e la si considerain modo sereno.La Pasqua ortodossa si celebra secondo il calendario Giuliano (avendo rifiutatoquello Gregoriano) e cade in genere una settimana dopo quella cattolica, male date possono anche coincidere oppure può esserci una differenza più ampia,quest’anno si festeggia il 23 Aprile.In Russia la mattina del giorno di Pasqua è tradizione recarsi sulla tomba di unparente dove viene consumato un picnic; la sera si cena con diversi tipi dicarne, pesci e funghi e non manca mai il Pasxa, un piatto sostanzioso a basedi ricotta (tvorag).In Grecia nelle chiese, al buio, vengono accese candele che devono essereportate a casa, si organizzano processioni e manifestazioni folcloristiche. Atavola non manca mai la Maghiritsa, zuppa fatta con le interiora di agnello e !euova sode colorate di rosso; una tradizione vuole che prima del pranzo si inizila battaglia delle uova (ogni commensale gioca tenendo l’uovo stretto in manoe colpendo la punta dell’uovo del vicino).In tutto il mondo ortodosso è tradizione decorare le uova pasquali spesso condisegni geometrici in cui il rosso, simbolo di vita nuova mediante il sacrificio diCristo, è sempre il colore preminente.

COME I VALDESI CELEBRANO LAPASQUANelle quattro domeniche che precedono quella delle Palme nelle chiese valdesiper lo più si meditano passi biblici che riguardano la passione di Gesù Cristo,per cogliere il loro messaggio e viverlo nell’attualità. La domenica delle Palme

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23 Giugno 2006

si ricorda l’ingresso regale di Gesù in Gerusalemme, senza riti simboliciparticolari, ma riflettendo sul significato e l’attualità del fatto.Il giovedì e venerdì santo si celebra la Cena del Signore, che però viene spessoripetuta anche nei culti domenicali (almeno una volta al mese).Nel culto della domenica di Pasqua, oltre a partecipare di nuovo a questaCena, si ascolta la predicazione su testi biblici che testimoniano la resurrezionedi Cristo, predicazione che cerca di calare nella realtà odierna il significato e laportata di quell’evento centrale e fondamentale della fede e della speranzacristiana secondo l’Evangelo.

a cura di Ester Tuffi(segue)

“Dio conosce già il tuo ombelico,non mostrarlo in chiesa” conosc

“Dio conosce il tuo ombelico da prima che tu nascessi.Non serve a nulla mostrarglielo ogni domenica”.

Questa volta don Felice Carnaghi parroco della chiesa di san Martinodi Cinisello Balsamo non ne ha potuto più. A far traboccare la misuradella pazienza del curato l’ennesimo pantalone a vita bassa. Conombelico a vista, naturalmente. Così, ieri, un bel cartello è apparsoall’ingresso della chiesa. E qualche signorina, punta nel vivo delle carniscoperte, si è trovata una noiosa incombenza per tutta la durata dellamessa: far combaciare una maglietta troppo corta con il giro vita deipantaloni.“Niente minigonne, shorts o abiti scollati”, recita il galateo del fedele.Da qualche anno a questa parte bisognerebbe aggiungere:”Vietati gliombelichi a vista”. E l’appello non va ricordato solo nelle cattedralifrequentate da turisti.“Le cadute di stile sono più frequenti quando si celebrano i matrimoni”,fa notare don Antonio, sacerdote che affianca don Felice nellaparrocchia di san Martino. Insomma la voglia di mostrtarsi prevale sulbuon gusto. Anche in chiesa.

Rita Querzè“Corriere della sera 5 giugno 2006“

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Giugno 2006 24

CENTRO MISSIONARIO PADRI SACRAMENTINIwww.missionisacramentine.it

Rev.mo ParrocoP. GIANFRANCO ZURLO

E PARROCCHIANI DELLA COMUNITA’ CRISTIANADI S. PIER GIULIANO EYMARD - MILANO

Carissimi,con questo breve scritto vogliamo manifestarVi il nostro ringraziamento equello dei nostri Missionari, in particolare quelli impegnati nella nuova missionesacramentina del Camerun, per la Vostra generosa partecipazione alla iniziativa“Camerun: Progetto case di Preghiera e di Fraternità”.Siamo lieti di testimoniarVi di avere ricevuto per questo scopo dagliAmministratori parrocchiali la somma di 6.698,22 Euro:

- raccolta in occasione della Giornata Missionaria Sacramentina celebratanella Vostra Parrocchia nell’ottobre 2005 (1.500,00 Euro);

- contributo del Gruppo Arti e Mestieri (420,00 Euro);- raccolta Quaresima 2006 (4.778,22 Euro).

Al più presto saranno concordate con i nostri Missionari le scelte e le modalitàper la realizzazione dell’opera alla quale le racccolte sono state destinate.Con i più cordiali e fraterni saluti.Cortemaggiore, 26 aprile 2006

Per il CENTRO MISSIONARIOPadre Enrico Muscio sss

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25 Giugno 2006

FRANJEV ACKI SAMOSTAN

PLEHAN Kovacevci 36; 74 400 Derventa, BiH; tel 00387-61-17-25-12 Hypo Alpe Adria Bank AD: 20250747/001 SWIFT: KLHBBA2B

Carissimo padre Gianfranco,

I membri della vostra parrocchia hanno visitato il nostro Convento e ci hannolasciato una donazione di 3000 euro grazie ai quali la nostra parrocchia èriuscita sia a coprire le necessità avvenute nel corso dello scorso anno e siasiamo stati in grado di comprare una falciatrice per pulire il terreno dai rovi edalle sterpaglie.Questo per noi è stato un grande dono e ha significato un grande aiuto colquale, rientrati, abbiamo cercato di coltivare da capo il terreno, come se fossimotornati ad una vita normale. Purtroppo, in questo tipo di sforzi, siamo ancoraspesso soli, in quanto le autorità comunali e dello stato della attuale Bosniaed Erzegovina non sentono adeguatamente e non hanno cura dei bisogni piùbasilari e comuni dei rimpatriati.Per questo dobbiamo da soli ripulire e andare avanti sulla nostra strada senzatroppi strumenti - cosa che è inattuabile - perché stiamo parlando di un grandeterritorio al quale servirebbe un grande lavoro. La macchina, che siete riusciti adonarci, ci darà aiuto per fare velocemente e con efficacia. Abbiamo già duevecchi trattori con i quali abbiamo iniziato ad aiutare le persone rientrate.Per tutto questo ancora una volta a voi va il nostro sincero ringraziamento, nelnome di tutti i nostri parrocchiani e nel nome dei fratelli del convento di Plehan.Avremmo voluto con questo lettera inviarvi anche le fotografie che abbiamopreso insieme, ma accidentalmente non sono arrivate: in primo luogo abbiamoraccolto i soldi mancanti che erano necessari a coprire tale macchina - cheavevamo già pagato - poi si è rotto il vecchio camion per cui non siamo riuscitia farlo arrivare da Bania Luka. A causa di questi problemi, abbiamo scopertoancora che al nostro trattore manca una parte idraulica che è essenziale percollegare questa macchina... Dunque, cerchiamo ancora 600 euro e sappiamogià dove si potrebbe recuperare questo pezzo idraulico; fatto questo vi invieremoanche le fotografie. Vorremmo fare tutto velocemente, e non smetteremo fino aquando non sarà realizzato.

Tutti insieme chiediamo per Voi la benedizione di Dio, per il Vostro lavoro econtemporaneamente per la Vostra Buona salute in questo mondo.Saluti cordiali da Plehan in Bosnia.

Fra Mirko Filipovic, guardiano e parrocco

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Giugno 2006 26

ESILARANTE SPETTACOLOIN QUEL DI VALSESIA…

La nostra compagnia teatrale ci donaun pomeriggio di sana allegria 

Allora, come ti sembra?   Sta andando piuttosto bene…gli attori sonocaricatissimi…il pubblico è preso dalla magia della commedia…sembra tuttoO.K…e pensare che ieri alle prove generali c’era da spararsi!  E’ semprecosì, Giuseppe…bisogna  aver fiducia…poi le cose s’aggiustano e tutto vaalla meraviglia! Davvero fare teatro è come entrare nella magia della creazione…le paroleche alle prove ti sembravano un po’ sciatte, acquistano vigore,senso…hanno una risonanza vitale; tra gli attori ed il pubblico s’instaura unacomplicità che ti seduce…sembra che quanto si va rappresentando sulpalcoscenico in qualche modo abbia a che fare con la vita delle persone chestanno lì a  ricevere per  ridonare al meglio.Chiuso il sipario tra gli applausi prolungati, c’è un sospiro grande grandeaccompagnato dal un sorriso profondo e dallo sguardo pieno di luce: anchequesta volta è andata bene. Brava Giusy!!! 

La commedia messa  in scena , scritta da Camillo Viticci, così s’intitola:Il fu Girolamo Tappabuchi

due atti vivaci, con continui cambi di scena, atmosfera, situazione…lavicenda è ‘normalissima’, può accadere in ogni piccola borgata, o quartierepopolare dove a far da nastro trasmettitore e stimolo delle vicende è la solitaosteria, con l’immancabile Geltrude che sforna notizie a destra e a manca esembra farsi beffa di ciascun credulone…dalla dinamica e simpatica Maria,padrona di casa, dominatrice della scena dall’inizio alla fine, interpretata conmaestria e vigore dalla sempre bella signora Bernuzzi; dal Girolamo vittimaincredula di una morte violenta e falsa che il bravissimo Alberto Feninirende alla perfezione, soprattutto quando fa ‘la salma’ e segue con puntigliole ‘chiacchiere’ che avvengono dentro casa, sulla propria pelle…il DonGaudenzio che non attende riscontri, fa suonare le campane da morto,benedice la salma e predispone il funerale…(comodo per padre Giuseppe,interpretare se stesso!) esilaranti le due ‘amiche’ che faticano a‘convincere’ la Maria dell’accaduto e suggerire che non tutto viene pernuocere…c’è di mezzo l’assicurazione…e poi a loro non dispiace fare le

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27 Giugno 2006

preghiere per la morte altrui…(felice la loro caratterizzazione: la PaolaGallinari con quell’aria da saputa e piuttosto malignetta e la semplicità dellaNicoletta Cozzi sempre pronta a dar corda ad ogni dire della inarrivabileMaria!). Ma sulla scena si sono esibiti altri noti attori: L’Alberto Zanetti chesa caratterizzare personaggi che sarebbero marginali e che invece diventanosimpatici ed eloquenti, e l’Alfredo Canzi nel suo proverbiale incederedeciso, da funzionario dell’assicurazione, tanto capace a far quadrare inumeri più disparati perché siano favorevoli all’azienda…Ma la sorpresa diquesta commedia è il debutto del giovanotto Matteo Gambarini, (figlio dinoti  protagonisti della vita parrocchiale) che ti sciorina uno scilinguagnolo dafunzionario funebre da far invidia agli operatori della San Siro…e che diredella ‘bellissma’ chierichetta, dalla lingua veloce e pungente, che riesce atener testa un po’  a tutti con il suo piglio da consumata soubrette? La Michela Ventura è riuscita a strappare una lacrima di compiacimentoalla Giovanna, che si godeva la figlia a suo agio nell’affollato palcoscenico.

Certo un plauso va allainstancabile  Giusy chedurante le prove sapevatrar vigore dalle semplicicaramelle gommose odalle bibite frizzanti che ilBar, anche se chiuso,riusciva a distribuire…certo la Giusy ha deltalento e del coraggio ametter in scena testi cosìimpegnativi con attori,seppur bravi, semprecomunque di nota buonavolontà… 

Non posso non perorare presso i cinque lettori di farsi avanti per la prossimacommedia…le occasioni non mancheranno…per esempio a settembrefesteggeremo i venticinque anni di Messa del P. Mario…qualcosina cistarebbe bene, magari fargli il verso con simpatia e stima…chi ci sta?Avanti, la porta è sempre aperta.                                                                        Il cronista parrocchiale

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Giugno 2006 28

Gita parrocchiale a PRAGA”capitale della cultura e della Musica, avvolta in una magica atmosfera

dove sopravvive un fascino straordinariamente suggestivo”.

16-20 settembre 2006

Una gita piuttosto calma, serena, tranquilla come merita una dellepiù belle città del mondo. Una gita per “stare insieme” ancora unavolta e godere delle bellezze della natura, dell’arte e del donodell’Amicizia di ognuno di noi.

Prenotatevi subito!

Programma1° giorno sabato Milano / PragaRitrovo dei partecipanti all’aeroporto di MILANO, area convocazione gruppi,banco Duomo Viaggi. Disbrigo delle formalità d’imbarco e partenza con volo dilinea per PRAGA. All’arrivo incontro con la guida e trasferimento in hotel per lasistemazione in camera. Di seguito visita guidata attraverso la Città Nuovavisitando la Piazza Venceslao e dintorni. Rientro in hotel. Cena e pernottamento.

2° giorno domenica PragaPiccola colazione in hotel. Al mattino visita guidata della Città Vecchia con la suafamosa piazza, considerata un dette più belle d Europa dominata dalla suaattrazione principale: un orologio astronomico che scandisce il tempo dal 1400.Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita guidata del Museo Ebraico di Praga, unodel più importanti d’ Europa per la ricchezza e l’ unicità delle sue raccolte di oggettie testimonianza dei più di mille anni della presenza ebraica a Praga. Nella visita èincluso anche il cimitero antico con il suo panorama unico e suggestivo.In alternativa:solo mezza giornata di visita e nel pomeriggio tempo libero. Rientro in hotel, cena epernottamento.

3° giorno lunedì PragaPiccola colazione in hotel. In mattinata visita con guida del Castello di Praga e delsuo borgo. Il Castello domina la città dall’alto della collina ed è il luogo più anticodelta città. La sua nascita risate a 11 secoli fa e durante la visita troveremotestimonianza di tutte le dinastie che vi hanno abitato. La visita include laCattedrale di S. Vito, il Palazzo Reale, la Basilica di S. Giorgio e il famoso Vicolod’oro. Pranzo in ristorante.

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29 Giugno 2006

Nel pomeriggio visita del quartiere di Mala Strana dove il tempo sembra essersifermato al 1700. Qui non esistono palazzi moderni e l’atmosfera che si respira èquella del tempi passati. Rientro in hotel. Cena in ristorante tipico.

4° giorno martedì PragaPiccola colazione in hotel. In mattinata visita con guida al Castello di CeskySternberk che si affaccia sul fiume Sazava. All’interno vi abita ancora il Conte e visi trovano ricchi arredamenti. Pranzo in ristorante. Rientro a Praga e nel pomeriggioproseguimento delle visite della Capitale Ceca.In alternativa:Visita al campo di concentramento di Terezin fortezza d’origine barocca trasformatain ghetto per gli Ebrei e prigione al tempo della Seconda Guerra mondiale, più notacon il suo nome tedesco Therezienstadt. Rientro a Praga per il pranzo e nelpomeriggio proseguimento delle visite della Capitale Ceca.

5° giorno mercoledì Praga/MilanoPiccola colazione in hotel e trasferimento all’aeroporto di Praga. Disbrigo delleformalità d’ imbarco e partenza con volo di linea per MILANO.

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE COMPRENDENTE:- viaggio aereo con voli di linea in classe economica- franchigia bagaglio kg. 20 per persona- tasse aeroportuali-sistemazione in hotel 4 stelle in camere doppie con servizi privati-servizi dalla cena del 1 giorno alla piccola colazione del 5 giorno-pullman gran turismo con aria condizionata per i trasferimenti, le visite e leescursioni-guida \ accompagnatore per tutta la durata dell’itinerario-abbonamento sanitario ALA SERVICE

euro 800,00SUPPLEMENTICamera Singola euro 150,00ingressi euro 40,00

LA QUOTA NON COMPRENDE:-bevande, mance, ingressi, extra dl carattere personale e tutto quanto nonspecificato alla voce “Comprendente “

N.B. E’ possibile iscriversi: presso la nostra Segreteria parrocchiale tutti imartedì e giovedì dalle ore 9,00 alle ore 11,00 oppure ogni domenica dopo lamessa delle ore 10,00.

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Giugno 2006 30

BEFFA FINALEdi Giulio Ceragioli

La conclusione del campionato invernale di calcio a11 categoria OPENECCELLENZA ha lasciato l’amaro in bocca, perché la retrocessione éavvenuta per un solo punto, dopo una partita interrotta per cause“elettriche” e un recupero nato male e finito peggio.Buona volontà e spirito di gruppo non sono stati sufficienti, a giocolungo, a colmare evidenti lacune in una categoria in cui la maggiorparte delle squadre è più ricca sul piano della qualità tecnica edell’esperienza.Nelle fasi finali l’ansia da prestazione ha evidenziato un eccesso dinervosismo, che ha fatto perdere la lucidità necessaria per risolvereuna situazione non insuperabile.Come già detto, quest’anno tutte le squadre dell’OSPG hanno avutovita difficile, e, in alcuni casi, il rendimento è stato inferiore alle attese.Il torneo primaverile, con la presenza delle squadre “RAGAZZI” e“GIOVANISSIMI” a7, ha confermato la tendenza negativa. Per fortunamercoledi 24 maggio tutto si è chiuso e speriamo la data sia di buonauspicio. Per il futuro, per concludere, o si riesce a dare una svoltacon squadre motivate e con un gioco decente, o è preferibile nonpartecipare a campionati provinciali, limitandosi a partite amichevoli ea tornei di zona e di decanato.Dirigenti, allenatori e giocatori all’atto dell’iscrizione devono chiedersinon cosa si aspettano, ma quanto sono disposti a fare.Solo così si potranno limitare delusioni, nervosismi e “latitanze” chequest’anno hanno toccato il top.

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31 Giugno 2006

Per gli iscritti all’Oratorio che hanno ricordato o ricorderannoil loro compleanno in questo mese, gli

Auguri più calorosi,accompagnati dalla preghiera della comunità parrocchiale, a:

Mazzali Mattia 5 giugnoSalzillo Christian 7 giugnoArgenta Gaia 8 giugnoPugliese Raffaele 13 giugnoVentura Michela 20 giugnoFassini Giovanni 21 giugnoSantobuono Samuel 21 giugnoBrioschi Giulia 23 giugnoColzani Edoardo 24 giugnoAlbizzati Clara 26 giugnoGalassi Francesco 26 giugnoCanovi Alessandro 28 giugnoAprile Giorgia 30 giugnoIve Luca 30 giugnoMaccione Giacomo 30 giugno

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Giugno 2006 32

Calendario di giugno11 domenica Festa della SS. Trinità

letture: Dt 4,32-34.39-40; Rm 8,14-17; Mt 28,16-20.Diurna Laus: IIore 16,00 Celebrazione Battesimi Comunitari.

Camporeale Kevis LucasZanicotti LucaSommerat AndreaScarioni Veronica

ore 19,00 In Oratorio “Buone Vacanze” spettacolopresentato dai ragazzi delle elementari.

12 lunedi Con le vacanze dalla scuola inizia oggi l’Oratorio estivoche si concluderà il 30 giugnoore 21,00 Riunione del gruppo Famiglieore 21,00 Incontro mensile dei Catechisti Parrocchiali

14 mercoledi ore 21,00 Riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale

15 giovedi Gita Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varallo SesiaPrenotarsi in segreteria parrocchiale entro sabato 10 giugnoore 21,00 In centro: Processione Eucaristica cittadina dallachiesa del Carmine al Duomo.

18 domenica Solennità del Corpo e del Sangue di Gesùletture: Es 24,3-8; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26.Diurna Laus: III settimanaore 10,30 S. Messa animata dalla corale “CantemusDomino”ore 18,00 Ritrovo del gruppo “Genitori Insieme”

24 sabato Matrimonio diFranco Andolfo e Maria Rosaria Ciccarelli

matrimonio diAdrian Belciug e Giorgia Montagna

25 domenica XII Domenica del tempo ordinarioletture: Gb 38,1.8-11; 2Cor 5,14-17; Mc 4,35-41.Diurna Laus: IV settimana

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33 Giugno 2006

26- 27 -28 Tre giorni Chierichetti alla Montanina (Pian dei Resinelli)

28 mercoledi ore 17,30 Adorazione Eucaristica Comunitaria

29 giovedi Solennità dei santi Pietro e PaoloQuesta giornata deve essere l’espressione della devozionedel popolo Cristiano al vicario di Cristo

Calendario di luglio 1 sabato Matrimonio di

Massimo Bonora e Lisa Bernuzzi

2 domenica XIII Domenica del tempo ordinarioSap 1,13-15; 2.23-24; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43.Diurna Laus: I- Oggi Meeting Diocesano dei Chierichetti (MOCHI) allanuova Fiera di Milano presente il nostro ArcivescovoCard. Dionigi Tettamanzi-Inizio delle Vacanze Comunitarie a Trabucchello.1° turno: elementari e medie dal 2 al 9 luglio

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Giugno 2006 34

La comunità parrocchiale,unita nel dolore,

esprime condoglianze cristianee preghiere di suffragioalla famiglia Meazza

per la morte di Cesarinamamma del sig.Claudio

membro del nostro Consiglio pastoralee alla famiglia Benettiper la morte del fratello

della sig.ra Franca.

Da lunedi 3 lugliola santa Messa feriale vespertina

e la santa Messa prefestiva del sabatosarà alle ore 18.00

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35 Giugno 2006

I momenti della preghiera nella nostra chiesa

Ogni giorno feriale- ore 7,00 Preghiera del mattino- ore 8,15 Recita delle Lodi con i sacerdoti- ore 8,30 Santa Messa- ore 16,30 Preghiera comunitaria del Santo Rosario- ore 17,00 Santa Messa

Ogni ultimo mercoledi del mese- ore 17,30 Adorazione comunitaria.

Ogni primo giovedi del mese- ore 21,00 Adorazione eucaristica per le vocazioni

sacerdotali.

Ogni sabato- ore 17,00 Canto Primi Vespri festivi- ore 17,30 Santa Messa prefestiva.

Ogni domenica- ore 8.00 Canto delle Lodi- ore 8,15 Santa Messa- ore 10,00 Santa Messa- ore 11,30 Santa Messa- ore 17.00 Esposizione eucaristica per l'adorazione.- ore 18.10 Vespri e benedizione- ore 18,30 Santa Messa

- Ogni lunedi, ore 9,00: Pulizia Oratorio.

- Ogni martedi, ore 21,00: In Oratorio, prove di canto Gruppo giovani. In chiesa, prove della Corale “Cantemus Domino”.

- Ogni venerdi, ore 9,00: Pulizia chiesa e uffici parrocchiali.

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Giugno 2006 36

N.B. - Il contributo del mese di maggio é stato di Euro 195,00

Il giornalino viene stampato in n. 450 copie, per la distribuzione in Chiesa la 1° domenica del mese e, n. 40 copie, per la distribuzione in via Gozzoli a domicilio.

Parrocchia San Pier Giuliano EymardVia Valsesia, 96 – 20152 Milano

Numeri di telefono utili:

Parrocchia 024564649Parroco (cell.) 3333084072P. Luigi Tagliaferri (cell.) 3395019541P. Giuseppe Bortolato (cell.) 3391002578P. Mario Pesce (cell.) 3398690146Oratorio 024531559Abitazione Padri 0247996509Fax 0248928750e-mail [email protected] http://www.sanpiergiuliano.org