Parrocchia S. Pier Giuliano Eymard Giornalino Aperiodico · Sede Via Giovanni Grasso n°10 Telefono...

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In redazione Sac.Vincenzo La Porta Daniele La Rosa Donatella Falcone Antonio Modica Giuseppe Cascone Giorgio Lo Cirio Giada Distefano Diletta Gharsallah Ilenia La Rosa Silvia Iacono Martina Firullo Federico Trovato Francesca Stracquadanio Nicolò Tumino Lorenzo Baglieri E-mail [email protected] Blog http:// cisiamo09.spaces.live.com Sito “Insieme” www.insiemeragusa.it Sede Via Giovanni Grasso n°10 Telefono 0932-624303 Ha collaborato: Lina Antoci 6 2 8 1 3 1 4 9 7 2 1 5 6 4 3 4 6 2 5 8 7 8 1 5 7 4 9 1 5 4 2 6 4 3 7 7 8 3 6 7 8 4 2 1 7 3 2 3 4 9 8 7 1 2 3 6 2 8 1 6 1 7 7 9 7 Incontri di Catechesi e dei gruppi Lunedì: Ore 15,30: Catechismo per i bambini Ore 18,00: Gruppo del Rinnovamento nello Spirito Martedì Ore 15,30: Catechismo per i bambini Ore 18,00: Gruppo dei genitori Mercoledì: Ore 18,00: Lectio Divina sul Vangelo Ore 20,00: Gruppo dei fidanzati Giovedì Ore 16,00: Gruppo adulti A.C. Ore 19,00: Gruppo coppie Venerdì Ore 15,30: Ministranti e lettori Ore 16,00: Adorazione Eucaristica Ore 19,00: Gruppo Giovani Sabato Ore 15,30: Gruppi A.C.R. e Giovanissimi Ore 16,30: Prova dei canti Orario SS, Messe Feriale: ore 8,00 ore 17,30 Domenica e Festivo: ore 8,30 10,30 12,00 17,30 Parrocchia S. Pier Giuliano Eymard Ragusa Giornalino Aperiodico n°11 Anno II - 07/11/2010 C’è di più!!! 1 Raod Map 2 Gruppo Ministranti 3 La violenza negli stadi 4 I 33 minatori cileni 5 Lavori in Chiesa 6 Appuntamenti 7 In Questo Numero! in collaborazione con

Transcript of Parrocchia S. Pier Giuliano Eymard Giornalino Aperiodico · Sede Via Giovanni Grasso n°10 Telefono...

In redazione

Sac.Vincenzo La Porta

Daniele La Rosa Donatella Falcone

Antonio Modica

Giuseppe Cascone

Giorgio Lo Cirio Giada Distefano

Diletta Gharsallah

Ilenia La Rosa

Silvia Iacono Martina Firullo

Federico Trovato

Francesca Stracquadanio

Nicolò Tumino Lorenzo Baglieri

E-mail [email protected]

Blog http://cisiamo09.spaces.live.com

Sito “Insieme” www.insiemeragusa.it

Sede Via Giovanni Grasso n°10

Telefono 0932-624303

Ha collaborato:

Lina Antoci

6 2 8 1

3 1 4 9 7

2 1 5

6 4 3

4 6 2 5 8 7

8 1

5 7 4

9 1 5 4 2 6

4 3 7

7 8

3 6 7

8 4 2 1

7 3 2

3 4 9 8 7

1 2 3

6 2 8 1

6 1 7

7 9

7

Incontri di Catechesi e dei gruppi

Lunedì:

Ore 15,30: Catechismo per i bambini

Ore 18,00: Gruppo del Rinnovamento nello Spirito

Martedì Ore 15,30: Catechismo per i bambini

Ore 18,00: Gruppo dei genitori

Mercoledì:

Ore 18,00: Lectio Divina sul Vangelo

Ore 20,00: Gruppo dei fidanzati

Giovedì Ore 16,00: Gruppo adulti A.C.

Ore 19,00: Gruppo coppie

Venerdì Ore 15,30: Ministranti e lettori

Ore 16,00: Adorazione Eucaristica

Ore 19,00: Gruppo Giovani

Sabato

Ore 15,30: Gruppi A.C.R. e Giovanissimi

Ore 16,30: Prova dei canti

Orario SS, Messe

Feriale: ore 8,00 – ore 17,30

Domenica e Festivo: ore 8,30 – 10,30 – 12,00 – 17,30

Parrocchia S. Pier Giuliano Eymard

Ragusa

Giornalino Aperiodico n°11

Anno II - 07/11/2010

C’è di più!!! 1

Raod Map 2

Gruppo Ministranti 3

La violenza negli stadi 4

I 33 minatori cileni 5

Lavori in Chiesa 6

Appuntamenti 7

In Questo

Numero!

in collaborazione con

...C’è di più, c’è di più,

in queste mani, in questo cuore,

c’è il soffio dell’amore,

c’è di più, c’è di più,

diventiamo grandi insieme,

diamo luce a questo mondo…

Con queste parole gli Acierrini e i giovanissimi, in più di 100.000 provenienti

da tutta Italia, hanno accolto il Santo Padre in Piazza S. Pietro, lo scorso 30

Ottobre. In Piazza dalle 7.00 del mattino c‟era anche la Diocesi di Ragusa con

150 ragazzi, tra educatori, giovanissimi e

ragazzi di ACR.

“Lo slogan dell‟incontro invita tutti i

bambini e i giovanissimi, a cercare quel

che di più conta nella vita, senza fer-

marsi alle apparenze e alla superficie

della realtà. La società ci dice “che c‟è di

più” nel successo, nella ricchezza, noi, in-

vece, sappiamo che, come ci ha detto Ge-

sù, “c’è di più” nell’amore ai fratel-

li” (Card. Crescenzio Sepe).

L'incontro ha dato l'avvio al nuovo anno associativo, che invita a scoprire

ed assumere con sempre maggiore consapevolezza la propria vita con respon-

sabilità, che prende forma nell'impegno generoso verso i fratelli e l'intera

comunità umana, secondo lo stile del coinvolgimento e della partecipazione.

"C'è di più. Diventiamo grandi insieme!" è l'impegno per ciascuno a crescere

insieme a Gesù e con gli altri, nella direzione della santità.

Per fare proprio questo stile, è essenziale per i ragazzi e i giovanissimi

trovare la consapevolezza che tra le mille cose che affollano la loro vita c'è

qualcosa di più, già scritto nel loro cuore, che deriva dalla scintilla di Dio che

li ha creati a sua immagine e che abita in ciascuno di loro.

continua a pag. 6

...C’È DI PIÙ!!! DIVENTIAMO GRANDI INSIEME...

A cura di Daniele La Rosa

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A l tempo di Gesù la risurrezione dei morti era ormai verità di fede per tutto il giudaismo, respinta soltanto dalla setta dei sadducei.

Il Vangelo del giorno (Lc 20, 27-38) riporta uno strano quesito presentato da costoro a Gesù per mettere in ridicolo la fede nella risurrezione.

Essi parlano di una donna rimasta successiva-mente vedova di sette fratelli: “Orbene, nella risurrezione, quella donna di chi sarà moglie?”.

La domanda offre a Gesù l’occasione per spiegare - contro la loro mentalità grossolana - che i risorti “non prenderanno né moglie né marito, poiché non possono più morire; sono uguali agli Angeli e, come i figli della risurrezione, sono figli di Dio”.

La grazia di adozione, ricevuta in germe nel battesimo, giungerà al suo pieno sviluppo, coinvolgendo tutto l’uomo e quindi anche il corpo che sarà trasfigurato.

Gesù termina il discorso con i sadducei ricordando la manifesta-zione di Dio a Mosè nel roveto ardente, dove si fece conoscere come “Colui che è”, come il Dio della vita.

Egli non è il Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono per Lui.

Gesù stesso ha detto : “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in Me, ancorchè morto, vivrà”.

La Liturgia ci invita a vivere con il cuore rivolto alla gloria che ci attende, affinché, operando il bene, possiamo conseguire nell’ultimo giorno una risurrezione di vita.

A cura di Lina Antoci

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

2

A cura di Giuseppe Cascone

Giorgio Lo Cirio

(Gruppo Giovanissimi Ac)

GRUPPO MINISTRANTI

Carissimi ragazzi e ragazze, La nostra parrocchia nel corso dell’anno catechistico ha avviato un gruppo di forma-zione per i ministranti, un gruppo che forma i giovani al servizio liturgico. Il Signore chiama voi e noi giovani al suo servizio. Noi serviamo il Signore attraverso la cele-brazione dei santi misteri. Il tema di quest’anno è “io ministro di Dio”. Noi attraverso questo corso ci prepareremo a servire il Signore, perché non basta pregare ma ci vogliono an-che le opere. . Il Signore chiama non al telefono ma attraverso il tuo parroco e il tuo catechi-sta e noi siamo tenuti a ri-spondere. Il Signore ha chiamato chi canta, ha chia-mato chi suona e ora sta chiamando te, si proprio te che stai leggendo questo articolo, ti sta chiamando e ti sta dicendo: “Vieni io ti aspetto perché voglio che tu mi servi” ed adesso vi vorremmo lasciare con delle parole che noi abbiamo scritto: “Scusa se ti disturbo, è molto urgente. Ho un amico che è arrivato da molto lontano e ha bisogno di un posto dove rimanere. Essendo così, gli ho suggerito la tua casa e il tuo cuore. Ti chiedo di riceverlo. Il suo nome è Gesù. Ora dici a voce bassa: <puoi entrare Signore io ho bisogno di te, pulisci il mio cuore con il tuo sangue e benedici la mia famiglia>. Fatti portatore della parola del Signore. Lui entra a casa tua e tu entri nella sua ed entri durante la celebrazione”. Io sono Giuseppe Cascone e sono incaricato al servizio dell’altare insieme con il mio amico Giorgio Lo Cirio, e abbiamo scritto questo articolo per farti capire che non c’è gioia più grande che servire il Signore !!!!!!

3

A cura di Lorenzo Baglieri

LA VIOLENZA NEGLI STADI

La violenza negli stadi è sempre una fatto orribile, ma lo è maggiormente quando

a pagarne le conseguenze sono delle persone, che, come spesso accade, sono lì

per assistere all„evento sportivo o per svolgere il loro lavoro. Lo sport, quindi

anche il calcio, deve servire ad aggregare le persone e non a creare delle

profonde inimicizie fra i tifosi di squadre diverse. Inimicizie che possono

sfociare in azioni che danneggiano gli altri.

Lo spirito, con cui si deve partecipare ad una manifestazione sportiva, è quello

del divertimento, del piacere di vedere le prodezze dei propri beniamini, di

essere presente ad un evento che ci appassiona.

Per seguire la squadra del cuore a volte ci si iscrive a dei Fan Club, dove si

incontrano le persone che condividono la nostra stessa fede calcistica e, questo,

è secondo me una cosa positiva, in quanto si creano dei momenti di aggregazione

fra individui che altrimenti non avrebbero alcun legame. Ma, tutto ciò, va bene

nella misura in cui non si eccede e la fede calcistica rimane quello che deve

essere, un momento di sano divertimento. Quando, invece, si va oltre e si

organizzano delle vere e proprie bande terroristiche che, con la scusa del

calcio, permettono di sfogare i più bassi istinti e sotto la parola tifo

mascherano della pura violenza fine a se stessa, che porta oltre a danni

materiali anche danni fisici, questo non va più bene ed è da condannare.

La partita Italia - Serbia è un cattivissimo esempio, perché non ci si comporta

così. Attaccare un proprio giocatore, per questioni private, e mandarlo

all‟ospedale mi sembra un atteggiamento non corretto. Lo sport non è una

guerra fra nazioni, ma è un momento in cui due squadre si fronteggiano a scopo

agonistico, quindi non si devono vedere due tifoserie che si affrontano a suon di

petardi o in duelli all‟ultimo sangue, ma due squadre che giocano, per fare

vedere la loro bravura, poi la migliore certamente vince. E non c‟è proprio

bisogno di riempire di petardi i giocatori di entrambe le squadre: una perché

avversaria e l‟altra perché il portiere è accusato di tradimento del loro gruppo.

Non si sta in questo modo allo stadio. Concludendo questa partita e in generale

tutte le partite giocate così sono inguardabili, non può esistere un tale

comportamento negli stadi. E‟ da vergogna!!!. Va bene tifare una squadra,

ma non fino a questi livelli. Eh insomma a tutto c‟è un limite! 4

5

Un miracolo in Cile, nel deserto di Atacama, una delle località più aride di

questo pianeta: è successo ai 33 uomini che sono intrappolati da oltre due

mesi in una miniera.

Infatti, il 5 Agosto di quest’anno, una frana in una miniera di oro e rame, ha

chiuso l’unica via d’uscita a 33 minatori cileni. Nonostante i presupposti

che prevedevano l’uscita dei minatori per dopo Natale, il 13 ottobre sono

risaliti in superficie grazie alla

capsula “Fenix” che li ha

riconsegnati alle famiglie sani

come pesci o quasi.

L’ultimo ad essere stato tratto

in salvo è stato il “capitano”

Urzua.

Orfano di padre, il giovane ha

aiutato a crescere i suoi sei

fratelli e sorelle, per questo, fin

da piccolo, ha maturato un

grande senso di responsabilità che gli ha permesso di mantenere l’animo

degli altri operai e a razionare il cibo che gli arrivava attraverso un

“cordone ombelicale” che per tutti i 69 giorni, a parte interruzioni, è riuscito

a dare loro un contatto con il mondo esterno.

Tratto in salvo, il 59enne non ha fatto a meno di rivolgersi al sindaco di

Santiago per ribadire un extra per aver lavorato 68 giorni in più del dovuto.

Dopo una risata generale, i soccorritori lo hanno coperto con la bandiera del

Cile e lo hanno trasportato in ospedale per alcune certezze e analisi.

Anche dopo alcune settimane le famiglie non riescono ancora a credere che

i loro cari siano tornati tra le loro braccia e che quest’incubo sia davvero

finito e di questo non credono neanche le persone di tutto il resto del mondo

che per tutto questo tempo non hanno fatto altro che sperare nel loro ritorno.

Quest’episodio è riuscito ad avvicinare tutte le persone del mondo alle

famiglie dei minatori e la solidarietà si è spinta anche oltre il Cile.

A cura di Francesca Stacquadanio

Federico Trovato

(Gruppo Giovanissimi Ac)

I 33 MINATORI IN CILE La nostra Chiesa è nuova, ma richiede una continua manutenzione non solo per gli

impianti elettrico, idraulico e microfonico, ma anche e specialmente per la

ristrutturazione.

È noto a tutti come l’infiltrazione d’acqua ha provocato e produce ancora oggi

danni. Non è possibile continuare così. A questo si aggiunge anche il deterioramen-

to dei locali parrocchiali e della canonica che minaccia di far cadere pietre, per cui

bisogna intervenire presto per l’ incolumità delle persone.

Ho cercato di sensibilizzare i fedeli a collaborare con una generosa offerta.

Ringrazio tutte le persone che hanno già contribuito con relativa offerta economica,

ma ancora non ci siamo.

Presto avranno inizio i lavori per evitare l’infiltrazione d’acqua in Chiesa e

speriamo subito dopo quelli per i locali parrocchiali e la canonica. Ciò che si dona

per la Chiesa si dona al Signore.

LAVORI IN CHIESA A cura del Sac. Vincenzo La Porta

...Qualcosa che conduce all'incontro personale con Cristo. Un incontro che non

può lasciare indifferenti ma che cambia radicalmente la prospettiva con cui si

guardano le persone ed il mondo, alla luce del Dio-Amore.

Il "di più" è quindi innanzitutto il Suo amore che si irradia nella vita di ciascuno,

nelle sue relazioni con gli altri e con il mondo, che diventa cura e responsabilità;

è entrare nella logica del vangelo, significa sentirsi chiamati fino in fondo, e

imparare a rispondere anche degli altri, del loro bene, della loro crescita e del

loro sviluppo. Lo slogan è perciò un'esortazione ecclesiale ed associativa alla

responsabilità personale e di una comunità, sia essa civile e/o ecclesiale.

I ragazzi e i giovanissimi – accompagnati dagli adulti - si impegnano, in prima

persona ed insieme ad essere motore vitale del cambiamento e della crescita. Si

sentono interpellati, chiamati in causa, rendendosi protagonisti di risposte posi-

tive e fedeli, e si rendono capaci di trasformare il rapporto con gli altri e con

ciò che vivono, assumendo con amore la responsabilità della loro vita, della Chie-

sa e del mondo. Trasformando la propria vita in una risposta via via sempre più

vicina a quel progetto originario di uomo e di mondo incarnato da Gesù, rendono

concreto e vivo un percorso di crescita umana, che ha l'orizzonte della santità.

La responsabilità quindi diventa uno stile, un habitat nel quale inserirsi, e nel

quale decidere liberamente di giocarsi e di vivere, in cui non si è soli, ma insieme

a una comunità di persone.

E tu? Dona agli altri il tuo più!!! 6